A special, special book.

di Sherlock_Watson
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** The Journey ***
Capitolo 2: *** From a train to another ***
Capitolo 3: *** John hates me. ***
Capitolo 4: *** Following the clues. ***
Capitolo 5: *** Mycroft...? ***
Capitolo 6: *** Go visiting Moriarty. ***
Capitolo 7: *** Nothing's gonna stop me. ***
Capitolo 8: *** Doing everything to save you. ***
Capitolo 9: *** John is alive! ***
Capitolo 10: *** It seems a bit weird. ***
Capitolo 11: *** What's happened, John? ***
Capitolo 12: *** Hope is the last to die. ***
Capitolo 13: *** Mycroft, help me! ***
Capitolo 14: *** Don't be silly! ***
Capitolo 15: *** I hate this. ***
Capitolo 16: *** Aw. So cute! ***
Capitolo 17: *** Goodbye, dears! ***



Capitolo 1
*** The Journey ***


Premessa: i pensieri della ragazza sono scritti tra due asterischi.
Quel giorno, non smetteva di piovere. Ero appena tornata da scuola, non sapevo cosa fare. Posai a terra il pesantissimo zaino, e mi sdraiai sul divano. *Cosa posso fare? Fuori piove, non si può uscire, la televisione non va per via del temporale..*. Mentre ero persa nella mia mente, un lampo illuminò la stanza. Mi spaventai per quello che sarebbe dovuto succedere dopo, cioè il fragore del tuono. Non potevo sapere come potesse essere, se forte o cauto. Poi però, dopo alcuni minuti, non si sentì ancora nulla. Mi alzai dal divano e salii le scale. Mi sedetti sulla scrivania ad osservare l’armadio pieno zeppo di libri. In particolare, il mio sguardo si posò su un libro dalla copertina bianca, con una scritta blu.. “Your Book”. *E questo? Non l’avevo mai notato! E’ anche in ottime condizioni.. uhm.. cos’altro mi resta da fare?!*. Non lo sfogliai nemmeno, per non rovinarmi le sorprese che poteva contenere. Così presi il libro e tornai in soggiorno per leggerlo.
Sfogliai la prima pagina molto delicatamente e.. BUM! Il rombo del tuono ruppe il silenzio che si era creato nella stanza e per lo spavento il libro mi scivolò, e mi tagliai con una pagina (che fortuna!..). *Oh, no! Ahi! Maledizione! I tagli della carta sono così fastidiosi..*. Avevo anche sporcato una pagina. Un piccolo schizzo del mio rosso sangue aveva colorato quella pagina bianca. Sarebbe rimasta un’impronta di me su quel libro. Così lo posai sul tavolino e mi alzai per andare in bagno a disinfettarmi. Ebbi un capogiro. Nella mia mente, sentii delle voci:
“Ti prego.. non dirgli nulla.. io sarò morto per lui.. così vivrà la sua vita senza pericoli, come voleva..”.
*Oh cavolo! Questo è davvero preoccupante! Che cos’era?! Sto impazzendo sul serio!*. Lavai la ferita e ci misi un cerotto. Tornai di nuovo sul divano e accomodandomi, afferrai il “Mio Libro”..
Cominciai a sfogliare le prime pagine ma.. il mio sangue non c’era più! (qui mi piacerebbe che vi immaginaste il motivetto inquietante di Law & Order! “Tan Tan!”).
“Ma com’è possibile??”. Sfogliai attentamente le prime pagine, dove avrebbe dovuto esserci quella piccola macchietta rossa, e mentre lo facevo, mi sorse una domanda in mente. *Perché le pagine sono tutte bianche?*. Già, in effetti, non vi era una sola parola.. e le pagine erano tante. All’improvviso, un tuono più forte mi fece sobbalzare, ma questa volta non mi tagliai: lanciai il libro per aria (chi non lancia un libro per aria quando si spaventa?..). Chiusi gli occhi, per aspettare che il rombo si dileguasse, e il libro mi cadde in testa (strano!). *Dannazione! Che dolore! Adesso.. mi fa male.. la..*. La mia testa cadde sul cuscino del divano, e mi addormentai. Non sognai nulla, o almeno, era un sogno così noioso che non lo ricordavo. Ricordo solo che quando mi svegliai ero sdraiata.. su una panchina. Aprii per bene gli occhi, no, li spalancai, perché cercando di capire il luogo in cui ero finita, guardandomi intorno, vidi un’incisione su una casa, che diceva “Baker Street”. *Mio Dio! Ma come diavolo ci sono finita qui??*. Mi alzai di scatto, e scesi dalla panchina. Restai ferma in piedi ad osservare la zona. Era tutto normale, tranne che per gli strani vestiti che indossava la gente e le dozzine di cavalli che gironzolavano per le strade. *Oh cielo! Sono finita nell’800! Ma com’è possibile?! Uff.. perché capitano tutte a me?..*. Mi incamminai verso l’unica meta che avrei saputo riconoscere. Infatti, svoltai l’angolo e vidi “IL” lampione. Quello con la famosa scritta “221 B”. Esatto. Volevo accertarmene. Mi avvicinai all’entrata, ma non feci nemmeno in tempo ad appoggiare la mano alla maniglia, che la vista mi si oscurò. Ero rinchiusa in un sacco. *Ehi! Ma cosa sta accadendo? Perché.. ahi!*. Ricevetti un colpo in testa. Ma si trattava solo di un brutto malinteso, infatti quando ripresi conoscenza, mi ritrovai accomodata in una poltrona vicino ad un caminetto. Non ero ancora perfettamente lucida, ma in quel momento si sentivano delle voci nella stanza:
“Ma chi diavolo è questa ragazzina?!”
“Io.. non ne ho idea..”
“Quante volte le ho detto di accertarsi di ciò che fa, Watson??!”
“Senta, io dovrei trovarmi a casa con mia moglie, o nel mio ambulatorio.. questa faccenda è affar suo..”
Udii quel nome: “Watson”. *No! Questo.. è davvero l’appartamento.. di Sherlock Holmes?! Ma tu guarda!..*. Mi sporsi dai braccioli della poltrona, e loro erano lì. Mi stavano guardando.
“Signorina, vuole spiegarci chi è e cosa ci fa qui?”
“Uh?! Oh.. veramente non so nemmeno io come ci sono finita qui..”
“Sciocchezze.. oppure.. lei soffre di amnesia?”
*Beh, di certo non posso dirgli che vengo dal 2011 e che la persona con cui sto parlando non esiste.. e va bene, stiamo al gioco.*
“Sì.. l’ultima cosa che ricordo.. è questa botta in testa..!”
“Oh! Watson! Poteva andarci piano, no?!”
“Ehi! Non avevo la benché minima idea di chi ci fosse in quel sacco.. beh, doveva esserci stato Moran al suo posto..” rispose Watson.
“Comunque.. ricorda almeno qual è il suo nome?”
“Uhm.. aspetti.. sì! Mi chiamo Nabiki..”
“Nabiki?! Nabiki.. tsk! Quale curioso ed affascinante nome!”
“Ehm, ehm..”
“Ma come mai è vestita in tal modo?”
*Cavolo! I vestiti! Non posso certo girare per la Londra dell’800 con addosso una maglietta e delle Converse.. anche se però hanno il loro fascino!*.
“Ehm.. non ricordo.. però mi sento a disagio.. qui sono vestiti tutti in modo.. diverso!”
“Oh non si preoccupi, signorina Nabiki! Watson si farà prestare degli abiti da sua moglie.. vero, John?” chiese al compagno.
“Uh?! Oh, sì.. naturalmente!”
“ABITI?? Non potrei indossare qualcosa da ragazzino? Non sono a mio agio con i vestiti lunghi..” dissi bruscamente.
Dopo alcuni sguardi equivoci, tutto si sistemò. Indossai i miei nuovi vestiti (una giacca che coprisse la maglia e un cappello alla “capostazione”..) e chiesi a Holmes il motivo dell’atto di Watson:
“Beh, in realtà.. pensavamo che ci fosse..”
“Sì??”
“Sebastian Moran. E’ un seguace del Professor Moriarty.. ed è il secondo uomo più pericoloso della terra, appunto dopo il Professore.. . Loro rappresentano una grandissima minaccia per tutta Londra, più per me forse.. e dobbiamo tenerci allerta. Se fossimo riusciti a catturare Moran, avremmo potuto ricattare Moriarty..”
Faceva discorsi molto lunghi e precisi, io li seguivo affascinata e molto attenta. Watson era in piedi, appoggiato alla finestra, mentre fumava una sigaretta. Ad un certo punto lo guardai in viso. Aveva un’espressione terrorizzata. Così, interrompendo Holmes, chiesi a Watson:
“Signor Watson.. che succede?”
“E’ qui..”
Holmes si girò di scatto verso il suo compagno.
“Moran?!”
“No, no.. James..”
“Oh santo cielo! Aspettate! Questa può essere la volta buona per poterlo catturare.. presto! Nascondetevi!”
Io mi strinsi nella poltrona da cui non mi ero mossa, che dava le spalle alla porta; mentre Watson si posizionò dietro alla porta. In quel momento pensai *Perché?! Tutto è diverso! Watson non dovrebbe essere qui mentre arriva Moriarty.. forse il mio arrivo ha scombussolato tutto!*.
Sentimmo i costanti passi delle scale, poi, senza nemmeno bussare, Moriarty entrò. Holmes si accomodò sedendosi al tavolo e prendendo il revolver dal cassetto. Quando entrò, mi spaventai, perché capii che tutto ciò che sapevo, poteva non servire a nulla. Poteva succedere di tutto in quel momento. Mentre pensavo, Holmes stava conversando con il suo ospite, ma quella conversazione durò poco, infatti quando mi voltai, Holmes era già afflosciato sulla sedia. Ammutolito. Io e Watson uscimmo dai nascondigli e ci avvicinammo a lui.



-tutti i diritti sono riservati ad Arthur Conan Doyle; storia scritta senza scopo di guadagno-

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Capitolo 2
*** From a train to another ***


“Holmes.. vuole continuare?” chiese Watson.
“Assolutamente, Watson.. quell’uomo è il Napoleone del crimine, come ancora una volta mi ha dimostrato minacciandomi, e va messo dietro a sbarre di ferro.”
“E noi possiamo aiutare?”
“Siete disposti.. veramente..”
“Ma Holmes! E’ naturale!”
“Ma John.. lei diceva..”
“Ho cambiato idea.. mi sono reso conto adesso di quanto può essere pericoloso quell’uomo.. in questo periodo l’ambulatorio è poco frequentato, poi, ho un collega che potrebbe sostituirmi..”
“Benissimo! E lei, signorina?” mi chiese Sherlock.
“Oh! Io.. io.. vuole davvero che..”
“Mh?! Non vedo perché no. Ormai è coinvolta anche lei, non vorrei che andasse in giro a raccontare ciò che ha visto, cercando di fermare Moriarty. Se non vuole, non c’è problema.. almeno farà compagnia alla signora Hudson e..”
“Io sarei felicissima di accompagnarvi!” lo interruppi.
“Oh.. bene allora! Dunque, ecco le mie istruzioni..”
Cominciò a mettersi berretto e giacca mentre ci fece un discorsetto dettagliato di cosa avremmo dovuto fare.
Il giorno dopo, dopo aver seguito tutte le istruzioni, ci ritrovammo tutti e tre su un treno diretto..
“In SVIZZERA??” intervenni sbalordita.
“Sì, perché? Lei c’è già stata?”
“No.. ma..”
“E allora?! Si goda il viaggio!”
*Oh mio Dio! Svizzera.. cascate Reichenbach.. ho paura.. troppa paura.. e poi, prima di arrivare in Svizzera, avremmo dovuto fare altre fermate.. come Parigi, ancora Inghilterra.. accidenti! Non posso rivelare a tutti ciò che potrebbe succedere.. mi prenderebbero per pazza! Uhm.. aspettiamo e vediamo cosa succede..*.
Mentre il treno correva sulle rotaie, Watson, accanto a me, leggeva il giornale in silenzio e Holmes osservava il panorama dal finestrino del vagone.
“Quanto ci vorrà signor Holmes?” chiesi.
“Cosa?”
“Fra quanto scenderemo?”
“Oh, beh.. mancano solo pochi minuti..”
“Per la Svizzera?!”
“No, no! Tsk! Sarebbe impossibile ah, ah! Ehm, ehm.. io dicevo che mancano pochi minuti alla prossima fermata.. è lì che noi scenderemo..”
“Ma non andiamo in Svizzera?”
“Lei è molto impaziente, signorina!”

“Comunque dobbiamo scendere perché Moriarty ci sta alle calcagna.. se cambiamo spesso treno, potremmo seminarlo..”
“Ho capito.. ma lei non aveva intenzione di catturarlo?”
“Veramente io avevo intenzione di catturare il signor Moran per primo.. Moriarty è una preda molto difficile..”
“Oh, lo so eccome!”
“Scusi?? Come lo sa?!”
“Oh! Beh.. io.. l’ho notato nel vostro appartamento!”
“Oh.. questo prova l’inquietudine che trasmette quella persona..”
Appoggiai la testa.. sull’appoggiatesta, appunto.. e mi soffermai ad osservare John. Era davvero una persona molto affascinante, rispetto a come la si realizza nei telefilm. Era rimasto ammutolito per quasi tutto il viaggio, a leggere il suo giornale. Poi, improvvisamente, alzò lo sguardo verso Holmes e disse:
“Siamo arrivati..”
Il treno rallentò, e Holmes ci ordinò di sbrigarci mentre ci vestivamo. L’altro treno era lì fermo che ci aspettava.



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Capitolo 3
*** John hates me. ***


In fretta e furia, salimmo e Holmes, che ci guidava come un segugio che segue una pista, si fece spazio tra la gente e aprì la porta dello scompartimento prenotato.
“Ah! Finalmente!” esclamò.
“Signor Holmes.. questo treno..”
“Sì! Questo treno è diretto in Svizzera!” quando si spazientiva, aveva un aspetto magnifico!
“Uh..” *Non ci voleva..*.
“Se era questo che voleva chiedermi.. comunque può chiamarmi ‘Sherlock’..”
“Ma ‘signor Holmes’ è più cordiale..”
“Signorina, anche il ‘signor Watson’ mi chiama così, tanto vale che distingua l’uno dall’altra, no?!”
“Sì, ma John è un uomo!.. tsk! E allora lei non mi chiami ‘signorina’!”
“Ehm, ehm! E va bene.. lei, Watson, cosa ne pensa di tutto questo?”
“Uh?! Cosa?! Io.. ero distratto..”
Appoggiai ancora la testa al sedile e il mio sguardo finì sul paesaggio che si muoveva al di là del finestrino.
*Adesso che mi trovo qui, cosa devo fare? Devo impedire la morte del signor Holmes?! Anche se non morirebbe effettivamente! E poi, domanda più sensata, come.. COME CAVOLO FACCIO A TORNARE A CASA??? Anche se l’idea di abitare col signor Holmes non è affatto brutta!*. Ero così presa dai miei pensieri, che non risposi quando John mi chiamò, così si misero a parlare. Credevano che stessi dormendo. Invece sentivo tutto.
“Watson, è da un po’ che la vedo in disparte.. qualcosa non va?”
“Me lo chiede anche?! Tsk! Perché mi ha fatto venire con lei?”
“Ma.. John! E’ stato lei ad offrirsi!”
“Sì.. ma non pensavo di essere rimpiazzato da questa ragazzina!”
*Oh cavolo!*.
“Watson! Ma come le è saltato in mente?! Lei non è stato affatto rimpiazzato..”
“Tsk! Era meglio restare con Mary..”
“Andiamo John! Non sarà geloso di questa ragazzina!”
“Mh?! Ah.. Holmes, questa è l’ultima volta.”
“Cosa sta dicendo??”
“Ha capito benissimo..”
“Ma dai! Si sta comportando come un bambino, John.. vuole lasciare tutti i casi futuri perché pensa che abbia trovato una compagna migliore di lei?! Andiamo! E’ una ragazzina!”
“No è solo che..”
“Che?”
“.. uff! Ho finito l’inchiostro per le sue avventure! Comunque lei risolveva casi anche da solo, quindi non vedo come possa disturbarla il fatto che io mi ‘dimetta’..”
“Ah, ah! E’ proprio ridicolo, sa?!”
“Tsk! Grazie.. ma glielo ripeto: quando prenderà il Professore, se lo prenderà, sarà tutto finito.” Watson si alzò in piedi di scatto.
“Sta dubitando di me?”
“Sto solo ipotizzando. Ci sono sempre due scelte, no?!”
“Watson! La smetta! Lei lo sa quanto abbia bisogno di lei.. questa ragazzina non è un medico, lei sì! Quindi.. si sieda, caro collega! Ah, ah! Geloso di una ragazzina! Lei mi sorprende ogni volta, John, lo sa?!”
“Tsk! La pensi pure così.. io ci rinuncio!”.
John si sedette. Avevo sentito tutto, ma non volevo ancora “svegliarmi”. Nel nostro scompartimento si creò un silenzio quasi inquietante. *Accidenti! John mi odia.. come posso fare per.. uffa! Forse.. devo cercare di interessarmi a lui come ho fatto col signor Holmes.. anche perché John Hamish Watson è il mio personaggio preferito.. (chi ha capito, capisca!)*.
Dopo pochi minuti, decisi di aprire gli occhi. Mi voltai e vidi soltanto John. *Questa è l’occasione perfetta!*. Lui mi guardò girando gli occhi e riprese ciò che stava facendo. *Prima che arrivi Holmes, devo compiere “la mia missione” !*.
“Ehm.. signor Watson..”
“La prego, mi chiami John..”
“D’accordo, John. Da quanto tempo lei e Holmes lavorate insieme?” *Avrei potuto sforzarmi di più.. va beh, non ho altre domande da fargli..*
“Uh?! Ehm, da circa.. vent’anni..”
“Wow! Sono davvero tanti.. quindi avete risolto tanti casi insieme..”
“Già. E su tutti quei casi, baso i miei racconti..”
“Forte! Ne scriverà uno anche su questo?” *A questa voglio proprio sentire la risposta!*
“Può darsi.. comunque se vuole, può darmi del ‘tu’..”
“Oh, grazie! Anche lei, cioè, anche tu!”
“E va bene..”
Dopo qualche secondo di silenzio, iniziai il discorso serio.. o almeno come avrebbe dovuto essere.
“Senta.. uff.. senti, John.. a te crea qualche disturbo che io assista a questo caso?”
“C-cosa? Perché lo chiedi?”
“Volevo saperlo.. insomma, sono piombata qui all’improvviso e mi sono intromessa nei vostri affari.. forse.. ho creato un po’ di scompiglio?!”
“Oh! Ma cosa dici?! Non ti preoccupare! Figurati!”
Parlammo ancora per qualche minuto. *Forse ce l’ho fatta.. spero che non mi odi più..*. Aveva un’aria sincera. Strano, non rispecchiava affatto le parole dette a Sherlock. Così decisi di fidarmi di lui. Nell’istante in cui le nostre bocche si chiusero, entrò Holmes.
“Allora? Che mi sono perso?” chiese.
“Nulla, compare.”
Così si sedette accanto a John, e tutto tornò come prima.



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Capitolo 4
*** Following the clues. ***


Durante il tempo restante di viaggio, conversai di nuovo con John. Stavo legando davvero con lui, forse di più che con Holmes nei minuti precedenti. Ad un certo punto, sorpresi Sherlock a fare una specie di smorfia. *Uh?! Che c’è?! Bah..*. Mi stavo davvero divertendo, quando il treno si fermò.
“Ah! Eccoci qui, villaggio di Meiringen!” esclamò Holmes.
“E adesso cosa dobbiamo fare?” chiese John.
“Dunque, se i miei calcoli sono esatti, cosa che ritengo più che probabile, Moriarty non dovrebbe aver superato Parigi..”
“E quindi?!”
“Quindi, abbiamo una giornata di vantaggio.. potremmo approfittarne per visitare le famose Cascate di Reichenbach..”
“AH!” gridai all’improvviso (da persona molto normale..)
“Che succede?!” mi chiese Watson.
“Ehm.. no, io.. soffro di vertigini..”
“Uh?! Beh, abbiamo prenotato anche un alloggio alla Englischer Hof..”
“Cosa?! No, credo di potercela fare.. !” *Non voglio restare da sola nemmeno un secondo.. anche perché non so orientarmi in Svizzera!*. Appena fuori dalla stazione, ci recammo verso l’albergo per posarvi i bagagli.
Era molto carino e accogliente. Alla hall c’era tantissima gente, faticammo a passare. Per fortuna le camere erano pronte.
Nel pomeriggio, Holmes disse le parole che mi fecero rabbrividire.
“Allora, siete pronti??”
Dovevamo stargli attaccati ovunque. Non si sapeva cosa sarebbe potuto accadere, beh, io perlomeno lo sapevo, ma dato che molte cose erano cambiate, poteva accadere di tutto.
Mentre percorrevamo il sentiero in salita, un ometto ci seguiva con un passo lungo e veloce, ben presto ci raggiunse. *E’ l’uomo dell’albergo. La paziente inglese..*.
“Sono qui per portare un messaggio al Dottor J. H. Watson..” disse.
“Sì?! Sono io.. cos’è successo?”
“In hotel c’è un’anziana signora inglese che non si sente molto bene, ma non vuole accettare le cure di un nostro medico.. vuole essere curata da un medico compatriota.. ed è venuta a sapere che lei è un medico ed è inglese..”
“Oh.. certo. Come potrei non accettare di visitare una signora connazionale?! Holmes, le spiace se.. ?!”
“Ma si figuri, Watson.. è il suo lavoro..” disse con un sorriso chiudendo gli occhi, come se già sapesse..
Osservammo i due allontanarsi pian piano e pensai *L’avevo detto.. beh, almeno Holmes non è da solo.. non che io sia il massimo delle guardie del corpo..*. Ad un certo punto Holmes si fermò e mi disse:
“Sai una cosa?”
“Cioè?”
“E’ sicuramente un trucco..”
*Fingiti ignorante, fingiti ignorante!*
“Cosa?!”
“I miei calcoli erano errati.. credo che Moriarty sia già qui.. e da un bel po’..”
“Holmes! I tuoi calcoli non sono mai errati! Come fai a dirlo?”
“Stavolta non riesco a spiegarmelo.. ma lo sento.”
“Preoccupante..”
“Eh già.. andiamo.”



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Capitolo 5
*** Mycroft...? ***


Arrivammo ad un grazioso posticino scavato nelle montagne. Dalla ringhiera il panorama era stupendo. L’acqua nebulizzata ricopriva il viso.. che bella sensazione! Ero così distratta che mi accorsi dopo un po’ che Holmes stava tirandomi la maglia.. mi girai verso la direzione in cui aveva puntato lo sguardo. In mezzo alla nebbiolina dell’acqua, si intravedeva un’ombra scura.. sicuramente quella di una persona. *Eccolo! E’ già qui! Ho tremendamente paura!*. Una voce disse:
“Fratellino.. quanto tempo! Chi è questa ragazza?”
“Mycroft! Ci hai spaventato!”
*Oh! E’ soltanto il fratello di Sherlock.. fiù!*
“Oh! Che sgarbato!”
“Lei è una nuova acquisizione!”
 “Ah ah! Forte.. comunque, non avevo intenzione di spaventarvi! .. e mi dispiace!”
“Oh ma non preoccupar..”
“No. Mi dispiace per questo..”
In un lampo tirò fuori la pistola e la puntò contro il fratello. Scattai e afferrai Sherlock per la giacca ma non riuscii a spostarlo, però lo feci cadere e almeno schivò il proiettile. Una volta a terra, presi per le caviglie Mycroft e feci scivolare anche lui, disarmandolo. Holmes, quello piccolo, chiese sbalordito:
“Ma sei impazzito? Stavi per ammazzarmi!”
“Io..”
“Parla! Che ti è successo?”
“Io non volevo farlo.. mi ha costretto..”
“Chi?”
“E’ stato..”
“JAMES?”
“S-sì.. lui. Mi dispiace.. non volevo.. non so come abbia potuto accettare.. quel pazzo mi ha drogato o robe del genere.. mi dispiace..”
“Oh, beh! Almeno non mi hai colpito! E’ passato adesso.. coraggio, alzati e torna a casa..”
“Sherlock, mi dispiace..” riprese, piangendo.
“Ti ho già perdonato, fratello..”
“Mi dispiace..”
“Stai impazzendo?!?”
“Io.. dovevo tenerti occupato..”
“COSA?! E perché?!”
“Mi dispiace..”
“Holmes.. ho paura.. che sta succedendo?” chiesi impaurita.
“SANTO CIELO, NABIKI! WATSON!”
Mi si gelò il sangue nelle vene quando vidi lo sguardo terrorizzato di Sherlock.
“Oh cielo! Era un diversivo!”
“Presto, PRESTO! Non dobbiamo perdere un minuto di più!”
Cominciammo a correre verso l’albergo.
“Dannazione! Se gli capitasse qualcosa.. io.. io.. non me lo perdonerei mai..”
“Coraggio, Holmes! Non gli è successo nulla! Lui.. lui sa cavarsela.. e poi, a che scopo prendere John?” *Ecco, sta succedendo di nuovo. Cambia tutta la trama. Dannazione! Mi sento inutile.. non resta che stare al gioco..*.
“Come ostaggio, Nabiki, come ostaggio! LUI vuole me, ma non ha il coraggio di presentarsi di persona.. grr, quanto mi fa innervosire.. ma non perdiamoci in ciarle. Dobbiamo muoverci.”
“Holmes!” mi spiegò correndo.
Ad un certo punto, però, mi fermai di scatto.
“Che c’è?!”
“Quello è.. se non sbaglio.. è..”
“E’ il suo bastone.. oh santo cielo! L-lo hanno rapito veramente.. là vicino c’è il suo cappello! Dannazione! Non doveva succedere! Forza, muoviamoci!”
Giungemmo alla locanda. Holmes si precipitò alla reception nella hall, e chiese a Peter (il direttore) di Watson:
“Lo avete per caso visto rientrare?”
“Uhm, non che mi risulti, signore.”
“Ne è sicuro?! E chi è stata l’ultima persona ad entrare o ad uscire?”
“Dunque, alle 16.25 i signori Jonathan Mad e Simon Moore sono entrati nell’albergo, successivamente, gli stessi se ne sono andati alle 16.35..”
“Tutto qui?”
“Sì.”
“Uhm.. ok, grazie! Nabiki, andiamo..”
“Cosa?! Dove? Ha scoperto qualcosa?”
“Per prima cosa, quei nomi non mi convincono.. il cognome ‘Mad’ non l’ho mai sentito in tutta la mia vita..”
“Già, nemmeno io..”
“Come se aiutasse..”
“EHI! Io dico che c’entrano qualcosa con Moriarty..”
“Forse hai ragione.. le iniziali J.M. e S.M. già mi convincono..”
“E dove andiamo a cercarli?!”
“Io suggerirei di tornare alle cascate e chiedere a Mycroft..”
“Buona idea. Andiamo.”
In un attimo ci ritrovammo di nuovo alle cascate, nello stesso punto dove avevamo incontrato Mycroft, ma questa volta se n’era già andato.
“Maledizione! Se l’è svignata anche lui! E ora?!”
“Signor Holmes.. guardi..”
“Uh?! E’.. una lettera.”
Holmes la raccolse da terra, un po’ inumidita e sporca, prima la lesse per sé e poi rilesse ad alta voce. 



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Capitolo 6
*** Go visiting Moriarty. ***


La lettera diceva così:
 

Mio carissimo amico Holmes,
 
presumo che lei sia a conoscenza del fatto che mi trovi in possesso del suo prezioso aiutante, sempre che la sua mente sia ancora brillante, dopo tutte quelle ore di insonnia. Mancano solo tredici ore a lunedì, ed io custodirò il dottore vivo, fino ad allora. “Vivo” è una condizione: se lo vuole rivedere in questo stato, dovrà lasciar perdere l’inutile processo a mia causa da lei citato; anche perché se venisse a soccorrere il signor Watson, credo che sarà già troppo tardi.
Con affetto,
J.M.

“Oh santo cielo, Holmes! Ma è terribile..”
“Già.. anche se non capisco questo ‘credo che sarà già troppo tardi’.. perché?”
“Ma Holmes! E’ ovvio, anzi, elementare! Intende dire che sarà morto..”
“Fin lì c’ero anch’io! Ma se prima afferma di voler patteggiare, che senso ha scrivere sotto che Watson è già morto?! Nessuno. Ebbene c’è un altro significato..”
“Ehm.. mentre lei fa girare le rotelline, possiamo dirigerci da qualche parte?!”
“.. allora, un altro significato, dunque, dunque..”
“Ehi! Mi sente?! Holmes?! Pronto?!?”
“.. forse.. no. O magari potrebbe.. no, non avrebbe senso..”
Sherlock era lì che gironzolava su sé stesso farfugliando e scervellandosi, ignorando la mia presenza.
“Uffa. Perché non mi ascolta?! Io non so orientarmi, e se camminiamo a caso non arriveremmo mai ad una destinazione.. anche per il fatto di essere a piedi e quind..”
“Cosa? Hai.. hai detto.. a piedi?!?.. Ma certo! Sei un genio, Nabiki!”
“Uh?! Cosa? Chi, io?!”
“Esatto! Intendeva dire troppo tardi perché quando arriveremo da John, il lunedì sarà già iniziato.. quindi abbiamo circa sei ore di viaggio..”
“Cosa? Per dove? Ma mancano tredici ore al lunedì..”
“Eh eh! Ascolta, Watson si trova ad una distanza che ci farebbe perdere sei ore circa per un solo viaggio, e contando quello di ritorno, fanno dodici.. quindi se riuscissimo a liberarlo non appena saremo da lui, faremo anche in tempo per arrivare al processo..”
“D’accordo non ho voglia di fartelo rispiegare.. comunque.. dove siamo diretti esattamente?!?”
Holmes tirò fuori dalle tasche una cartina geografica, che cominciò a sfiorare con l’indice in cerca di una destinazione. All’improvviso si fermò picchiettando il dito sulla meta.
“Credo che ci voglia ricondurre qui..”
Incuriosita chinai il capo verso la cartina e osservando il nome sopra l’indice di Holmes dissi:
“Ancora lì?!”
“Temo proprio di sì.. è lì che il Professore ha a disposizione la maggior parte dei suoi seguaci..”
Dovevamo tornare a Londra. *Incredibile.. tutto questo via-vai.. e ci troviamo ancora qui! E’ meglio muoversi.. come ho già detto, qui può accadere di tutto..*. Così prenotammo uno scompartimento del treno per Londra. Il primo disponibile si fermava in stazione dopo un’ora dall’acquisto dei biglietti.
Saliti sul treno, mi gettai sui sedili sperando di riuscire a schiacciare un pisolino, quando Holmes mi guardò e disse:
“Senti.. sei sicura di voler continuare? Perché non ho idea di cosa possa succedere.. e, sinceramente, questa volta ho davvero paura..”
“Sherlock, sono qui e ormai ci sono dentro.. non preoccuparti! Anch’io sono spaventata.. quel tipo mi fa davvero inquietare.. è come la tua mente usata per la malvagità.. (ok, questo si poteva evitare..) ho detto che vi aiuterò e così sarà.. (anche perché mi sento un po’ responsabile..)”
“Come vuoi. Riposa pure, ti ricordo che abbiamo circa sei ore di viaggio, cinque, dato che questo treno è veloce.. ti chiamerò quando arriveremo.”
“Grazie. Lei non dorme?”
“No. Ho troppi pensieri per la testa per riuscire a dormire..”
“Oh, capisco.. è per il signor Watson?”
“Che?! No, no! Tsk! Mi riferivo a.. ehm.. piani.. per sconfiggere Moriarty..”
“Va bene.. buona pensata.. yaaawnn!” *Poverino.. non riesce a smettere di pensare a John.. non glielo dimostra, ma gli vuole un gran bene..*.
Non appena chiusi gli occhi, mi addormentai di colpo. In effetti la stanchezza si faceva sentire! *Provateci voi a stare dietro ad un tipo energico come Holmes! E’ instancabile.. ma alla fine di ogni suo caso, il corpo gli si rivolta contro per via degli sforzi compiuti.. almeno per quanto ne so io..*.
“Nabiki.. siamo arrivati.”
“Uh?! Yaaawwn!!!”
*Mi ci voleva proprio una bella dormita!*. Fuori dalla stazione, seguii Holmes senza chiedere nulla, lui sapeva dove andare, come arrivarci e cosa fare, quindi non dovevo far altro che stargli dietro.
Ci fermammo davanti alla porta di un’enorme casa bianca (e per un attimo pensai *Sembra quella di John Lennon!*), probabilmente di Moriarty.
“Questa è..”
“La casa di James, sì.”
“John è lì dentro?”
“Sì.. in una di quelle innumerevoli stanze.. fammi andare avanti..”
“O-ok..”



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Capitolo 7
*** Nothing's gonna stop me. ***


La porta era aperta, Holmes era atteso. Questo mi fece venire in mente che ci fossero state delle trappole, ma per i primi dieci minuti nulla di simile. Già, per i primi dieci minuti, infatti quando appoggiai il piede al primo gradino per scendere le scale, il pavimento cedette, come se fosse fatto di cartone. Mi sbilanciai e Holmes aggrappò il mio braccio.
“Presa!”
“Aiuto! Ma che cosa..”
“Lo sospettavo..”
“Eh?! E non poteva dirmelo?!”
“E’ un segno.. ma non sono certo del suo significato, perché..”
“Holmes! Puoi tirarmi su prima di parlare??”
“Oh.. scusa figliola!.. ecco!”
“Grazie.. dicevi?!”
“O stiamo raggiungendo Watson e James ce lo impedisce, o questa è la via sbagliata..”
“Oh.. ma non credo che il Professore ci aiuti come nella caccia al tesoro.. dico bene?!”
“Già, ero più propenso su questa parte infatti.. non ci resta che procedere e stare attenti..”
“Quindi continuiamo per di qua?!”
“Sì.. l’ho appena detto!”
“Scusami!” *Come se fosse tutto chiaro!..*
Dopo una ventina di gradini ci fermammo ad una stanzetta con due porte: una a sinistra e l’altra a destra.
“Sherlock.. quale..”
“.. prendere?!”
“S-sì..”
“Non saprei nemmeno io dove iniziare.. però qui c’è un foglietto..”
Holmes staccò il pezzo di carta dal muro in mezzo alle due porte e cominciò a leggere:
 

<--- LE PORTE APRONO LA MENTE SENZA UNA MOTIVAZIONE --->

 
“Ehm.. tutto qui?” chiesi a Sherlock.
“Eh già..”
“Ma cosa diavolo significa?”
“E’ quello che sto cercando di scoprire anch’io..”
“E’ una specie di.. indovinello??”
“Esatto..”
“Uffa! Io odio gli indovinelli! D’accordo, qui devi usare tutta la tua non trascurabile esperienza, Holmes..”
“Uh?! Eh, eh! Mi servirà tempo..”
“Non c’è problema.. preferisco che utilizzi il tempo necessario per risolvere questo enigma, piuttosto che imboccare una porta a casaccio e ripartire da zero.”
Mentre parlavo, senza che Sherlock se ne accorgesse, osservavo le due porte e cercavo di intercettare la sua risposta (naturalmente senza ragionare!). Lo guardavo spremersi le meningi con determinazione. *Accidenti! La sua mente non riposa da almeno due giorni e continua a sforzarsi per salvare John. E’ così.. premuroso..* (la mia ammirazione per Sherlock Holmes non ha limiti!).
“Nabiki!” esclamò all’improviso.
“Sì?! Cosa c’è? L’hai risolto?”
“S-sì.. almeno credo..”
“Sì, sì, sono certa che è così! Allora? Quale porta prendiamo? La destra?”
“No..”
“Ah! Lo sapevo, la sinistra allora?”
“Sbagliato di nuovo..”
“Ma.. Holmes! Mi stai dicendo che.. nessuna delle due porte conduce a John?!”
“Esatto.”
“Ma allora come facciamo?! Dobbiamo tornare indietro??”
“Ehm.. no. Questa opzione non l’avevo considerata, solo perché è scontato il no, ma la via corretta è..”
“Sì?!”
“Quella!” disse indicando il muro su cui prima giaceva il pezzo di carta con l’enigmatica frase.
“Sherlock.. vuoi.. vuoi passare attraverso il muro?!”
“Sì, ma prima bisognerà abbatterlo..”
“Ma come sei arrivato a questa conclusione??”
“Pensavo non me lo chiedessi per paura di non capire!”
“Eh, in effetti ero tentata!”
“Dunque.. ho pensato che scegliendo a caso una delle due porte, la sensazione di essere nella via sbagliata rimane fino a quando non si è giunti alla meta; mentre passando per un passaggio che non esiste, si è sicuri di non cadere in fallo.. d’accordo, questo è stato difficile da risolvere, lo ammetto.. ed è anche difficile da spiegare..”
“Ok, ok! Non disturbarti a spiegarlo, mi fido ciecamente di te, Holmes!”
“Oh, bene.. procediamo..”
“Una domanda..”
“Cioè?”
“Come lo rompiamo il muro?”
“Facile: hai presente quella cosa che si trova sulle tue spalle, sopra il collo??”
“Holmes! Ma è matto?!?!”
“Ah, ah! Non ancora! Oh almeno, non completamente! Stavo scherzando..” *Ohh! Holmes che scherza! Non l’avrei mai detto!*
“..ehm, ehm.. bene.. quindi?”
“Beh.. se la mia ipotesi è corretta, il muro non dovrebbe essere così spesso..”
Mentre parlava, Holmes mi lanciò il cappello, la giacca e si tirò su le maniche della camicia bianca. *Non avrà intenzione di..*
“Sherlock! Cosa vuoi fare??”
“A te cosa sembra?!”
“Ma ti farai male!”
“Vuoi scherzare? Io sono un bravissimo pugile, mia cara..”
“Ma se la tua ipotesi non è corretta?!”
“Non comportarti come Watson.. hai detto di fidarti di me.. ‘ciecamente’ se non erro..”
“Già..”
E improvvisamente scagliò un dritto proprio in mezzo al muro. Era fatto di un legno debole che si frantumò in quell’esatto punto formando un buco.
“Holmes! Ce l’hai fatta!”
“Visto?! Cosa ti avevo detto?” disse fieramente alzando il viso e rivestendosi. *E’ sudatissimo.. dev’essere esausto.. e la sua mano è piena di schegge..*.
“Sherlock, la tua mano sta..”
“Oh non è nulla.. succede sempre con gli avversari robusti!”
“Ma se non le togli faranno infezione..”
“Ah! Di queste cose si occupa sempre Watson!”
“Sherlock, io non sono un medico professionista, ma queste cose le so fare.”
Lo obbligai a farmi vedere la mano. Le schegge non erano molto piccole, riuscii a toglierle senza fatica. Mi feci dare un pezzo di stoffa dal vestito di Holmes per fasciarlo.
“Nabiki.. dove hai imparato..?”
“Cosa? Ma non ci vuole nessuna scuola per..” *Già! Questo è il diciannovesimo secolo, devo ricordarlo!*
“Ehm.. i libri?!”
“Oh..”
“Ok, possiamo andare..”
Insieme staccammo gli altri pezzi di legno per entrare e ci addentrammo nell’oscurità di quello stretto corridoio centrale.



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Capitolo 8
*** Doing everything to save you. ***


Dopo pochi metri di cammino, la luce cominciava a farsi vedere. Eravamo vicini.
“Ci siamo.” Iniziò Holmes.
Il corridoio era completamente illuminato, e sul pavimento c’erano piccole macchiette di sangue qua e là.
“Q-quante stanze.. dove sarà John?”
“Bella domanda.. comunque credo che..”
Holmes non fece in tempo a rispondermi che alla fine del corridoio..
“MIO DIO! WATSON!” gridò Sherlock.
Ci precipitammo verso il suo corpo immobile che giaceva sul pavimento. I suoi vestiti erano impregnati di sangue e la sua pelle era fredda e pallida.
“E’.. è morto??” chiesi a bassa voce.
“Io.. io non sento il battito..” rispose tastandogli il polso con una mano e il collo con l’altra.
“Oh santo cielo! Ma com’è possibile?”
“MALEDIZIONE! Aveva detto che c’era tempo! Quel.. quel bastardo!”
“Holmes..”
Improvvisamente nel corridoio apparvero Moran, altri sicari e il loro capo. Moriarty aveva un cilindro che copriva i capelli biondi e un lungo cappotto con il colletto alzato per nascondere anche le pallide guance, ma si potevano intravedere i suoi occhi verdi che brillavano guardando la figura di Holmes con disprezzo. *E io che mi aspettavo un vecchio!*.
“Sherlock Holmes! Ancora una volta hai risolto i miei enigmi!” (*A me è sembrato che ce ne fosse soltanto uno!*) esclamò James (con uno strano accento gay, ma dalla bella voce).
“Dannato Moriarty! Non eri tu quello che diceva che avremmo fatto in tempo a salvare John?? Tsk!”
“Ah! Beh, non se ne stava buono, tutto qui..”
“Sei un bastardo senza cuore, James! Io..”
“Ih, ih! Tu cosa??”
“IO TI AMMAZZO!”
“Oh-ho! Coraggio, detective! Fatti sotto!”
Holmes, in preda alla furia, mi gettò di nuovo il suo cappello e la sua giacca (*Che bello fare da attaccapanni!*), dopodiché si voltò verso il Professore, ma non riuscì a raggiungerlo. Gli scagnozzi di Moriarty gli si avventarono contro in massa, e io rimasi lì, terrorizzata. James se ne stava immobile a sghignazzare vedendo il suo rivale soffrire, non si degnava nemmeno di andarsene: voleva vederlo morire a tutti i costi.
Io trascinai John in una stanza lì vicina e lo sistemai sul letto a due piazze. Speravo che da un momento all’altro si muovesse, aprisse gli occhi, o qualcosa di simile. Ma invano. *Andiamo! Non può essere veramente così.. sniff! Io che faccio qui, allora?! Di certo non sono venuta qui per vedervi morire..*.
Nel frattempo il dolore e la rabbia di Holmes continuavano a crescere di pari merito, mentre i sicari di Moriarty diminuivano man mano che Holmes li stendeva, il primo a cadere fu proprio Sebastian Moran.
“Non mi ucciderai tanto facilmente, James! Questa inutile perdita di tempo non ti farà guadagnare nulla!” e mentre parlava, colpì l’ultimo, che finì K.O..
“Se fossi in te mi concentrerei sugli avversari, Holmes!”
Sherlock si voltò nella direzione in cui Moriarty giaceva immobile, ma non lo trovò.
“James! Dove diavolo sei finito? Scappi di nuovo adesso che tocca a te lottare, eh?! Razza di codardo!” disse mentre si guardava attorno.
Dalla stanza, chiesi ad Holmes se era ferito, ma lui rispose che stava bene, poi però mi accorsi che era pieno di lividi e sul viso era coperto di sangue.. . Non arrivò nessuno e Sherlock entrò nella stanza, cioè, restò sulla soglia. *E’ meglio se sto in silenzio.. io non so consolare in alcun modo, quindi..*. All’improvviso si sentì il rumore di un grilletto.
“James?” mormorò Holmes alzando le braccia.
Si intravedeva una pistola dal corridoio.
“Credi veramente che io possa fuggire dopo tutto ciò che ho sopportato per averti in pugno?! Ah, ah.. ti sbagli, mio caro.. non sprecherei questa opportunità per nulla al mondo! Finalmente faccia a faccia!” Moriarty sbucò da dietro la porta con l’arma sempre puntata alla nuca di Holmes.
“E questo lo chiami ‘faccia a faccia’?!? Ma pensa un po’!”
“HOLMES!” gridai.
“Non muoverti, il Professore sa quello che fa.. non potrebbe mai commettere un’azione simile davanti ad una ragazzina..”
“Uh?! Una.. una testimone!”
“Cosa?! Oh no.. io mi riferivo..”
“Stia zitto Holmes, o premerò il grilletto per entrambi!”
“Perché? C’è una possibilità di uscirne vivi?!”
E mentre Holmes distraeva Moriarty con le parole, io sgattaiolai lì vicino e lo afferrai per le caviglie facendolo cadere insieme alla sua pistola *Questa mossa è davvero incredibile! Funziona con tutti!*.
“Dannati!” urlò James avventandosi contro Holmes.



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Capitolo 9
*** John is alive! ***


Iniziò un’azzuffata, che si trasformò in duello quando le mani di ognuno si strinsero attorno al collo dell’altro. Sembrava che Holmes fosse in vantaggio, ma James non si tirò indietro e strinse più forte. Il viso di Sherlock cambiò colore, da pallido a rosso.
“Holmes!” *Oh santo cielo! Lo sta strozzando.. devo fare qualcosa.. ma cosa??*.
Cercai di andare addosso al Professore che mi scaraventò via con un pugno nello stomaco. *Che maleducato! Ahi che dolore.. non ci va piano nemmeno con le ragazze..*. Mi feci male, ma almeno così riuscii a far riprendere Holmes, che sembrò subito recuperare.
Dal fondo della stanza osservavo Holmes che stava per trionfare, quando James cominciò a parlargli.
“Ah, ah.. Holmes! Sei ridicolo..”
“Cosa?”
“Guardati.. sei ricoperto di sangue.. in ritardo per un’assemblea tribunale.. tsk! Pensi davvero di farla franca?”
“Stai zitto! Riuscirò a metterti dentro, James!”
“Tu.. da solo?! Mpf.. avresti dovuto badare a John.. quell’innocente che ti ha seguito per quasi tutta la sua vita.. trascurando la famiglia. Guarda cosa si è meritato per questo..”
“Tu, brutto bastardo! E’ colpa tua, dannazione!”
“Se fossi arrivato prima, forse lui non sarebbe in quelle condizioni.. . Holmes, dai.. ormai, puoi anche smetterla di combattere.. John è morto. Non hai più niente da perdere.”
*Quel.. quel.. quel manipolatore di menti! Gli sta frullando il cervello?! Ah.. se riuscissi ad alzarm..*. Sforzo inutile, dolorose fitte mi trapassavano per la pancia. Non riuscivo a muovermi, e tutto quello che stavo vivendo era proprio terribile. Lo sguardo di Holmes era vuoto, i suoi occhi argentei non avevano espressione, James lo stava massacrando e lui non reagiva, non gli importava nulla. Moriarty stava avendo la meglio. *Maledizione! Uh?? E quella..*. Quando tutto sembrò perduto, vidi la pistola di Moriarty accanto a me e riuscii ad impugnarla. Era una pistola strana, anziché sei fori per le pallottole, ne aveva cinque. *Ma guarda! Pensavo che esistessero solamente nei film! Ehi.. ma questi non sono proiettili normali.. sono.. sono.. fiale??*. Esatto. Erano delle piccole fialette con l’estremità appuntita, come una specie di siringa. All’interno dell’arma c’erano quattro proiettili. Ne mancava una. *Probabilmente è quella che ha usato per John.. ehi, un momento! Un solo colpo è riuscito ad ammazzare il Dottor Watson?! E allora come faceva ad essere interamente coperto di sangue?!? Mhh.. qui c’è sotto qualcosa..*. Quando mi voltai per comunicare le notizie ad Holmes, era fermo immobile a terra. *Eh no! Questo no! E’ assolutamente impossibile!*. Puntai la pistola contro Moriarty, mentre era sulla soglia della porta, e sparai un colpo. Un colpo silenzioso che sfrecciò fino alla sua schiena, impiantandosi come una freccetta avvelenata nella sua spina dorsale. Quando mi assicurai che fosse a terra, cercai di alzarmi, ma era troppo faticoso. *Ma quello ha il ferro al posto delle ossa?! Non posso fermarmi ora..*. Ad ogni costo mi avvicinai ai due immobili. Strisciando, li raggiunsi. Guardai la schiena di James. *Qui non c’è la minima traccia di sangue.. questi proiettili non sembrano sonniferi, lo sono!*. Provai a scuotere Holmes, lo girai supino e gli diedi dei colpetti sulle guancie. Era ridotto veramente male, sanguinava da tutte le parti: naso, bocca.. .
“Avanti, Holmes! Non puoi morire! Sei venuto qui per Moriarty, non solo per Watson!”
Mentre gli parlavo, sentii un rumore, come un fruscio e mi voltai verso John. Il suo braccio.. non era sul letto! (cioè, non è che si era staccato così! NO! Era a penzoloni!) Così tornai, o meglio, strisciai di nuovo verso il letto.
“John?? Dottore??”
“…”
In quel momento non disse nulla, ma i suoi occhioni azzurri si aprirono lentamente e si voltarono verso di me.
“Watson! Ma allora è vivo!”
“La mia testa.. che dolore terribile.. Holmes.. dov’è.. Holmes?!”
“E’ laggiù.. ma non credo stia bene.. non dà nessun cenno..”
“E Moriarty?”
“L’ho addormentato con la sua arma.. forse è meglio che si riposi. Vado da Holmes.”
*E un altro avanti-indietro!*.
Ero preoccupata per Holmes. Ora che John era sveglio, poteva essere tutto finito, ma proprio colui che poteva svelare i crimini di James in tribunale, era.. non potevo dire che fosse morto con certezza.. ma era.. semi-morto, ecco. Strisciando pian piano arrivai al suo corpo. Ancora nessun segno. 



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Capitolo 10
*** It seems a bit weird. ***


*Ti prego Sherlock, non puoi fare questo.. dannato Moriarty..*. Pensai di trascinarlo al letto di Watson, che, essendo medico, avrebbe potuto aiutarlo in qualche modo. Ma il dolore era ancora terribile. *Ma che diavolo mi prende?! Tutto questo dolore per un pugno.. è ridicolo! Devo riuscirci!*. Così mi sforzai e riuscii, con fatica, a trasportare il suo corpo verso John.
“J-John.. credi che.. potresti fare qualcosa?” chiesi affannata.
“Eh?! Holmes...” i suoi occhi si spalancarono.
“Cosa c’è?”
“Se riuscissi.. ad alzarmi..” provò ad appoggiarsi sui gomiti, ma cedette subito.
“John.. non si sforzi.. potrebbe.. aggravare la situazione..” dissi riaccomodandolo sul letto.
“Nabiki.. ma cosa ti prende?” mi chiese improvvisamente.
“Eh?! In che.. senso?” chiesi preoccupata.
“Sei diventata più pallida di prima.. e hai tutta la fronte umida..”
“Oh.. è solo il colpo di James..”
“Ti ha dato.. un pugno?!” mi chiese con una faccia spaventata.
“S-sì.. nello stomaco, o da quelle parti, insomma..”
“Hai.. qualche livido?”
Ascolto sempre i pareri dei medici, e anche quella volta lo feci, a maggior ragione perché di Watson mi fidavo. Alzai la maglia e notai quattro macchiette viola allineate, proprio sopra l’ombelico. Feci vedere a Watson e mi disse:
“Quel maledetto dev’essersi truccato i guanti.. potrebbe essere veleno..”
“V-VELENO?!?” ripetei allibita.
“Sì.. anche Holmes potrebbe avercelo, se ha subito colpi come te..”
“Lui.. ne ha presi di più..”
Ero spaventata. Del veleno, di cui non conoscevamo né il nome, né gli effetti, circolava nel mio corpo e in quello di Holmes. Watson stava bene, a parte la debolezza. *Watson.. fungeva da trappola per Holmes.. . Lo hanno addormentato profondamente, con un specie di pozione tipo “Romeo e Giulietta”.. e Holmes è caduto in depressione, facendosi sconfiggere da Moriarty. Quel Professore ha pianificato tutto.. e tutto è andato secondo i suoi piani.. ma siamo riusciti ad addormentarlo.. ora non ci resta che legarlo.*. Dissi a John che avevo intenzione di immobilizzare James legandolo, perché si sarebbe svegliato, ma quando mi alzai ebbi un altro capogiro, il secondo e sentii ancora delle voci.
“Credi che m’importi qualcosa che sia morto? Tanto meglio! Le cose saranno più facili senza quel cervellone..”
*Eh?! Oh santo cielo! Un’altra volta! Perché deve succedere tutto questo?! Chi potrà mai essere a pronunciare queste parole? Ah.. non so più cosa pensare..*.
Mentre pensavo, John si alzò improvvisamente, mi mise una mano sulla spalla e disse:
“Nabiki.. non devi sforzarti in queste condizioni.. non sappiamo cosa ti possa succedere finché non sapremo di che veleno si tratta. Ho sistemato anche Sherlock sul letto. Dato che è messo molto male rispetto a te. Ma anche tu hai bisogno di recuperare le forze. Riposati.. penserò io a James..”
“John.. fai attenzione..”
“Non preoccuparti..”
Mi sdraiai sul letto e osservai a occhi semichiusi John. *Uh?!*. Sulla sua nuca notai un grosso livido. *Che.. diavolo.. ?*. Ma ero veramente stanca per preoccuparmi, gli occhi mi si chiusero da soli.



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Capitolo 11
*** What's happened, John? ***


Feci una bella dormita, sentivo di migliorare, e quando aprii gli occhi, cercai di stiracchiarmi la pelle, ma non potevo. I miei polsi erano legati alle doghe del letto. Mi voltai verso Holmes.. anche lui era immobilizzato, ma non poteva saperlo perché era ancora privo di sensi. *Ma che succede?*. Cercai John e lo vidi entrare nella stanza.
“John! Aiutami! Hanno legato me e Sherlock..”
“Ne sono al corrente.”
*Beh, non ci vuole un genio per notarlo!*
“Liberaci, laggiù ci dev’essere un coltello, o qualcosa di aguzzo..”
“Nabiki, Nabiki.. non capisci? Sono stato io..”
“John.. stai.. stai scherzando, vero?”
“Ti pare che stia scherzando?”
“EH?! Ma come puoi.. ? Perché l’hai fatto?”
Watson ebbe un attimo di esitazione, ma non rispose comunque, perché Moriarty irruppe nella stanza. *E’ già sveglio! Ma.. ma come..*
“Bene, bene, bene! La ragazzina guastafeste si è svegliata!”
*Bene, bene, bene! Il Professore rompiscatole ha cominciato a.. rompere le scatole!*.
“Mi dica, ragazzina.. come ci si sente ad essere piantati in asso?”
“Non vi rispondo, perché fra poco lo scoprirete voi stessi..”
“Oh-ho! Che ragazzina tenace!”
*Se dice ancora una volta “Oh-ho” gli sparo!*
“John! Per quale motivo hai fatto tutto questo?”
Esitò ancora e Moriarty intervenne al suo posto:
“Per salvarsi la vita, ovvio!”
“Non ci credo! Watson sarebbe pronto a tutto per Holmes anche a perdere la vita per salvarlo, come Holmes farebbe per lui.. non è il Watson che conosco quello che ho davanti! E’ un altro dei tuoi dannati trucchi, ammettilo James!”
“Stai zitta!”
*E’ sicuramente l’effetto di qualche infuso di James.. . Potrebbe anche spiegare il motivo di quel livido. Sì, è certamente “posseduto”..*.
Odiavo quella situazione. Non sapevo cos’avrei dovuto fare. Così mi girai verso Holmes sperando di cogliere un po’ della sua “non trascurabile esperienza” e con mia sorpresa, vidi il suo volto rivolto verso il soffitto con gli occhi aperti. *Gli occhi aperti!*. John era appoggiato alla soglia della porta mentre puliva la pistola che James gli aveva appena passato e assicurandomi che non ci guardasse ne approfittai per cercare di comunicare con Sherlock. Sussurrai:
“Sherlock.. stai bene? Hai sentito tutto?”
Lui aspettò un po’ prima di rispondere, poi si girò e, con il labiale, mi disse, o almeno credo che fossero quelle esatte parole:
“Sto benissimo. Ho sentito da quando Watson, se è davvero lui, si è alzato.”
“Perfetto. Ora.. cosa suggerisce di fare?!”
“Sto cercando di liberarmi.. sembra strano ma.. le corde dei polsi sono leggermente allentate.”
“Cosa?!” *Questo significa che..*
“Davvero! Sarà facile slegarmi..”
“Bene!” *Allora John.. non è completamente controllato da James.. dev’essere un po’ cosciente se non ha stretto i polsi ad Holmes.. e questo potrebbe spiegare il fatto delle sue esitazioni nel rispondere alle domande.. wow! Star vicino a Sherlock aiuta!*.
John era ancora appoggiato alla soglia quando Holmes scivolò silenziosamente dal letto. Dopo qualche minuto, la sua testa sbucò dalla mia parte e tirò fuori le braccia per sciogliere le corde.
“Ecco.. adesso ti libero..”
“Oh, meno male che sei sveglio.. non avrei saputo che fare, altrimenti..”
“Ah, non essere così modesta! Credo che in tutto questo tempo, tu abbia scoperto qualcosa.. no?!”
“Beh, in effetti..”
“Allora, parla.”
“Ora? John è proprio lì..”
“Ah, non preoccuparti di lui.. non ci ha sentiti prima, non ci sentirà ora. Le cose che sai.. non credo che ci serviranno dopo più di adesso.”
“Oh.. ok. Dunque.. per prima cosa, l’arma di James che ha addormentato Watson, era un potentissimo tranquillante, capace di simulare i sintomi della morte.. poi l’ho usata su James, e non ho idea di come abbia fatto a svegliarsi così presto..”
“Probabilmente John gli ha somministrato un antidoto.. cos’altro?”
“Ehm.. quando Moriarty mi ha scagliato un pugno, John mi ha fatto notare quattro buchini nel punto in cui mi aveva colpito.. e suppongo che fosse una specie di guanto con punte avvelenate.. da lì ho compreso che anche tu fossi stato avvelenato, data la maggioranza di colpi.. a proposito, ti senti bene?”
“Sì, sì.. un guanto avvelenato, eh?! Uhm.. e non abbiamo un’idea di quale veleno si tratti?!”
“Purtroppo non me ne intendo.. l’avevo domandato anche a John, ma ha risposto che nemmeno lui sa di cosa si tratti.. potrebbe trattarsi dello stesso composto delle fiale.. magari con qualche.. ‘aggiunta’!”
“Bene, hai fatto progressi, eh?! Uhm.. dannazione! E’ inquietante sapere che un veleno si aggira liberamente per il mio corpo..”
“Anche per il mio..”
“Ah.. per prima cosa, dobbiamo trovare la causa del disturbo della la mente di Watson..”
“Sì, sono d’accordo.. e..”
(Come sempre) Non feci in tempo a finire la frase, che John si accorse della nostra conversazione e piombò nella stanza con l’arma puntata verso di noi.
“Come avete fatto a liberarvi?!”
“Watson.. è stato lei a..”
“Zitto, Holmes! Io non ho fatto nulla!”
“Stia zitto lei, Watson! Fa le domande e poi.. tsk! Non ha stretto abbastanza i nodi.. e credo non sia una semplice dimenticanza.. lei è ancora un po’ cosciente, vero?!”
“.. io..”
Watson ebbe un’altra esitazione, stavolta, però, non c’era Moriarty a coprirlo. Cominciò a tremare, mantenendo le dita sul grilletto. Avevo paura, non sapevo cosa sarebbe potuto succedere, ma volli intervenire comunque, cercando di far ragionare Watson.
“John.. calmati.. noi sappiamo cosa ti sta accadendo..”
John si voltò di scatto verso di me, assieme alla pistola. Stava per esplodere un colpo e in quel momento, mi sembrava di vedere tutto a rallentatore. Non riuscii a pensare a nulla e mi chiusi gli occhi per la paura. “BANG!”. Partì un colpo. Improvvisamente sentii un dolore scottante e feci un urlo.



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Capitolo 12
*** Hope is the last to die. ***


*E’.. è la mia ora?.. e chi può dirlo?*. Aprii lentamente gli occhi, mi guardai la pancia e mi toccai la testa. In tutta quell’“ispezione” notai soltanto un graffio al braccio destro, da cui sgorgava sangue scuro. *Il veleno.. sta uscendo.. dal braccio?! Speriamo sia così.. mi ha preso a bruciapelo.*. Poi alzai lo sguardo, di fronte a me. Watson aveva gli occhi fissi nel vuoto e perdeva un po’ di sangue dalla bocca, non stette in piedi un attimo di più e quando cadde per terra, dietro di lui si intravide.. Mycroft. Lo aveva colpito al petto. Holmes si precipitò (di nuovo) accanto a John.
“Watson, mio Dio! WATSON!” disse mentre gli scuoteva la testa, cercando di tenerlo sveglio.
Mycroft giaceva ancora in piedi, in posizione di sparo. Sembrava sconvolto, era pallido e non parlava. Così gli dissi:
“Mycroft.. g-grazie..” ma non rispose ugualmente.
Holmes trascinò Watson sul letto. Continuava a sanguinare spaventosamente e in un attimo le lenzuola furono impregnate di rosso.
“Dannazione! Aiutatemi presto! Devo fermare questa emorragia! AIUTATEMI!”
“Sherlock.. quando si perde sangue dalla bocca.. significa che è entrato nei polmoni..”
“Non.. non possiamo fare nulla??”
“Beh.. bisognerebbe..”
“Cosa?? Bisognerebbe cosa??”
“Estrarre il proiettile.. ma io..”
“Ci penso io..”
Non l’avevo mai visto così determinato (va beh, era da due giorni che lo conoscevo di persona.. ). Mycroft andò lentamente appresso ad Holmes, per scusarsi.
“Sherlock.. mi.. mi dispiace.. io volevo..”
“Zitto! Aiutami!”
“D’accordo.. comunque sappi che l’ho fatto per..”
“Non m’importa! Ho detto aiutami!”
Mycroft appoggiò l’arma al letto, accanto a Watson. Io non mi azzardai ad avvicinarmi, temevo di potermi impressionare, perciò me ne restai in disparte ad oservare i due fratelli. Ogni tanto si vedevano agitare in aria delle fasce strappate dalle lenzuola, probabilmente usate come bende. *Santo cielo..*. Mi rannicchiai appoggiata al muro per terra, proprio vicino alla porta. Misi i gomiti sulle ginocchia e mi ci appoggiai sopra con la testa. Ad un certo punto, vidi Holmes abbassare le spalle, le braccia si afflosciarono. In quel momento alzai la testa e pensai *Oh no! E’ veramente morto?*, Holmes si alzò in piedi, a testa bassa e mettendogli la mano insanguinata sulla spalla disse a Mycroft:
“Per favore.. vattene.”
Ci rimasi male, lui l’aveva fatto per salvarmi e mi sentivo responsabile anch’io, così mi alzai e dissi:
“Holmes.. è colpa mia! Lui.. mi ha salvato la vita..”
“Andiamo, Nabiki! Pensi davvero che avrebbe sparato?”
“In effetti..”
“Non rispondere. Potrei rimanerci male. Mycroft, ti ho semplicemente detto di andartene.. nient’altro.”
“D’accordo, fratello. Comunque..”
“.. ti dispiace, lo so. Vai.”
Mycroft uscì dalla stanza e Sherlock restò immobile finché il rumore dei suoi passi non si sentì più. Si voltò ancora verso John e io mi avvicinai ai due.
“Io.. non.. non riesco..” mi disse.
“A togliere il proiettile?”
“Esatto.. in realtà, non l’ho nemmeno trovato.”
In quel momento, mi sembrò di sentire le campane del Big Ben rimbombarmi in testa cercando di farmi “accendere” il cervello.
“AH! Sono stata una scema!” esclamai.
“C-cosa?!”
*Nabiki, Nabiki, Nabiki! Dannazione! Qui non ci vuole Ryan Wolfe per accorgersene!* “Ma come ho fatto a.. tsk! Che idiota!”
“Cosa intendi dire?”
“Holmes! Non te ne sei accorto nemmeno tu?!”
“…”
“Il proiettile che ha colpito John.. ha colpito anche me! Ecco perché non l’hai trovato! Sono stata davvero scema a dimenticarmene.. e a non accorgermene subito!”
“Oh cielo! Hai ragione! Come ha fatto a sfuggirmi questo particolare?!”
“Dev’essere colpa della stanchezza… o di tutta questa tensione.”
“Probabile. Ma, quindi, Watson..”
“Sì, se riusciamo a bloccare la fuoriuscita di sangue.. possiamo salvarlo!”
Holmes sembrò ritrovare la “Luce della Speranza”: i suoi occhi sembravano risplendere. Così cominciò a comprimere la ferita con le lenzuola, nel frattempo io mi gettai sul pavimento per cercare il proiettile. Dopo pochi minuti sentii Holmes esclamare:
“Finalmente! Così dovrebbe andare, o almeno spero.. tu a che punto sei? Trovato la pallottola??”
“Decisamente NO.” dissi con gli occhi fissi al suolo.
Quando finalmente vidi un luccichio davanti a me, mi voltai sorridendo, però il mio viso cambiò subito espressione quando vidi James dietro ad Holmes. Il suo viso era coperto di sangue, ma non vedevo alcuna ferita (forse per la distanza). In posizione di combattimento gli puntava contro una pistola. Cercai di avvertirlo, ma venne colpito comunque. Schivò il colpo al petto, ma si prese un colpo alla coscia. Cadde per terra e cercò di trascinarsi verso John, quando però, Moriarty, esplose un colpo anche per lui.
“NO! BASTARDO!” gridò Holmes.
“Sono stanco di voi e dei vostri giochetti! Ora ci si mette anche tuo fratello?!”
“MYCROFT! Cosa diavolo gli hai fatto?!”
“Ah, ah! Il tuo cranio altamente sviluppato non ci arriva?! Ho dovuto sporcarmi le mani di persona, stavolta!”
*Cosa?! Ma è impossibile.. il rumore.. non si è sentito.. a meno che non abbia un silenziatore.. anche se dovrebbe essere inventato fra pochi anni..*
“.. bugiardo! Gli avevo detto di andarsene..”
“Invece è così.. mi conviene fare fuori tutti quelli che mi ostacolano.. e per assaporare la rivincita gli ho sparato contro pelle. Per questo ho il viso macchiato.. mi sorprende che debba spiegartelo, Holmes.. sta perdendo colpi oltre che sangue?!”
“.. non ti credo. Tu.. ah!”
“Tsk! Guardati.. non puoi nemmeno strisciare ridotto così..”
“Almeno.. il tuo dannato veleno, uscirà dal mio corpo..”
*Già! Com’è successo a me.. però a lui dovrà uscirne molto di più di sangue..*
“Ah, ah! Sei sicuro?! Ormai è in circolo da quasi due ore.. fra poco ti sentirai così debole da non riuscire a respirare, ti affloscerai per terra e le vie respiratorie ti si chiuderanno pian piano, impedendoti di respirare..”
Mentre James parlava, Holmes cominciò a respirare con fatica e si mise una mano al collo.
“Ah, ah! Visto?! Che ti avevo detto?! Beh, ormai resti solo tu.. Watson e tuo fratello ti stanno già aspettando.. che aspetti? Vuoi che acceleri la cosa?” chiese puntandogli l’arma alla nuca.
“No, Holmes! Questa è solo manipolazione! Sta cercando di confonderla! Resista! E’ tutto autoconvincimento! Watson è vivo..”
“Senti ragazzina, gli ho appena sparato un altro colpo.. non penso proprio che..”
Questa volta fu James che non riuscì a finire la frase, perché Watson, tremando impugnò l’arma che Mycroft aveva lasciato vicino a lui ed esplose un colpo (forse erano due.. ) verso Moriarty che venne colpito al petto e allo stomaco. 



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Capitolo 13
*** Mycroft, help me! ***


Immediatamente cadde anch’egli per terra, perdendo enormi quantità di sangue e invocando aiuto. Guardai Holmes accasciato a terra e cercai di alzarlo. Watson si distese e cominciò a respirare più faticosamente, quando improvvisamente svennero entrambi. *Di nuovo questa situazione! Maledizione! Mi sento una buona a nulla..*.
Quando tutto sembrava perduto, però, nella stanza entrò Mycroft.
“M-mycroft!” dissi sorpresa.
“Ehi! Cosa diavolo è successo qui dentro?”
“Ma allora lei non è morto!”
“Io?! Io stavo per andarmene, quando ho sentito degli spari e sono corso indietro..”
“Lo sapevo! Era solo un trucco..”
“Cosa?!”
“Moriarty stava cercando di manipolare anche Holmes come Watson.. ma fortunatamente non ci è riuscito.. e.. diceva di averla uccisa.. sparando contro pelle..”
“Io?! Essere ucciso da quello?! Ah, ah! Questa è buona! Forza, dobbiamo portare questi due fuori di qui prima che muoiano dissanguati..”
“Giusto, giusto! Ha ragione.. muoviamoci!”
Mentre tentavamo di portare Sherlock e John fuori di lì, i miei occhi caddero sulla figura angosciante di James. Era lì, disteso a terra che si contorceva disperatamente, cercando di agguantare qualcosa con il braccio destro, mentre con l’altro si teneva premute le ferite, che sporcavano i candidi guanti bianchi del sangue che fuoriusciva di un colore rosso scuro,  sembrava essere avvelenato anche il suo per la malvagità che aveva. Alzai gli occhi al suo braccio, per vedere cosa stava bramando. Quando notò che lo stavo fissando, mi sussurrò:
“Dammi.. quel foglio..”
Io ero ancora lì immobile. Fissavo i suoi occhi verdi spegnersi che imploravano il loro ultimo desiderio.. pensai *Non può farci più nulla, ormai.. vuoi che si alzi e mi minacci con un pezzo di carta?! Tsk! No, al massimo potrebbe farmi un altro taglietto, se si impegna e ha fortuna al primo colpo..*.
“TI PREGO! D-dammi.. quel maledetto..”
Così lo raccolsi e glielo porsi. Lui non disse nulla, si limitò a fare un cenno con il capo. Subito dopo pochi minuti, Moriarty si aggrappò alla mia gamba destra. Mi spaventai, ma poi vidi che mi mollò subito. *Sta sanguinando più di prima.. dalla bocca perde tantissimo sangue.. Watson ha una mira eccezionale. Ha colpito proprio i polmoni..*. Improvvisamente mi parlò.
“Prendilo.. consegnalo.. ad Holmes.. non azzard.. a leggerlo..”
*Poveretto..*. Mi faceva pena. Mi limitai a fare un cenno col capo come lui prima. Presi il foglio, lo piegai e lo misi in tasca, senza che Mycroft se ne accorgesse. Infine, mi chiamò e andammo verso l’uscita.
Uscire da quella stanza, ma soprattutto da quella casa, mi diede una sensazione di sollievo, potevo respirare l’aria pura, non impregnata dell’odore del sangue, o della polvere da sparo.
Appena arrivati sul ciglio della strada, Mycroft chiamò una carrozza, che ci trasportò velocemente all’ospedale.
Durante il viaggio in carrozza Mycroft era molto agitato. Guardava suo fratello come se stesse per morire.. era preoccupato, come sempre. D’altronde, Mycroft si preoccupava sempre di tutti. Io pensavo a cosa mai quel foglio potesse contenere. Ma un’idea me l’ero già fatta.
Finalmente il calesse si fermò. In fretta e furia ci precipitammo all’interno dell’edificio, in cerca di assistenza. In un attimo arrivarono infermiere e dottori, quasi come se sapessero già che saremmo arrivati, che ci fecero accomodare. Tutti in stanze diverse, date le diverse condizioni.
Io fui solo fasciata al braccio. Non mi accennarono nulla circa un veleno, ma non mi fu permesso di andare a trovare Holmes e Watson. Così uscii e mi recai da Mycroft.
Era seduto, con lo sguardo rivolto verso il vuoto, mi sedetti in parte a lui, ma non dissi nulla. Non avevo la minima intenzione di disturbarlo. Non passò molto tempo, però, che iniziò a parlare lui.
“Moriarty.. c’era riuscito.”
“Cosa?”
“Sì, insomma.. ad ipnotizzarmi.. alle cascate. Ricordi?”
“Oh sì! Ma poi ti sei ripreso..”
“Per fortuna.. hai visto cos’avrei potuto fare?”
“Ma non lo hai fatto..”
“James ci ha provato pure con Sherlock.. e Watson..”
“Già..”
“Mi dispiace di avergli sparato..”
“Lo hai fatto per salvarmi.. e poi..”
“E poi? Sherlock non me lo perdonerà, lo so. Odia quando mi intrometto nei suoi affari, figurati quando sparo all’unico amico che ha..” *Uh?! Oh.. molte cose si spiegano ora..*.
“Non.. non preoccuparti. Il proiettile che gli hai sparato, non era grave come quello di Moriarty..”
“Sì.. forse hai ragione..”
“’Forse?! Io HO ragione! E’ SEMPRE e SOLO colpa di Moriarty. Tutto. Dalle manipolazioni ai colpi di pistola. Lui è colpevole due volte: per la sua malvagità e per quella che fa compiere agli altri.. o almeno io la penso così..”
“Ok, mi hai convinto..”
“Bene.”
“E ora? Cosa dovremmo fare?”
“Uh?.. niente. Non resta che aspettare.”
“Allora aspettiamo.”
I minuti passavano e si trasformarono presto in ore. Mycroft mise il capo all’indietro e si fece un pisolino. Tirai fuori il foglio dalle tasche con l’intento di leggerlo, ma non ci riuscii. Lo stringevo fra le mani, ma non volevo leggerlo prima di Holmes. *Forse è solo l’attesa che mi fa questo effetto..*. In effetti era noioso aspettare che arrivasse qualcuno a dirci qualcosa riguardo ai due. Poi, come se qualcuno avesse ascoltato i miei pensieri, vidi un’infermiera recarsi nella nostra direzione. Camminava lentamente e il suo viso era impassibile. Non riuscivo a leggerlo, per aspettarmi qualcosa di positivo o negativo. Quando si fermò mi alzai in piedi per ascoltarla.



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Capitolo 14
*** Don't be silly! ***


“Il signor Sherlock Holmes è sveglio..”
“Oh grazie al cielo! Possiamo vederlo?”
“Lei è una parente?”
“Uh? Io? No.. ma lui è.. lui è suo fratello..”
“Capisco. Quando volete, vi lascio il numero della stanza.”
Allungò il braccio porgendomi un piccolo fogliettino di carta piegato. Non aggiunse altro, girò sui tacchi e se ne andò con passo spedito. Aprii il foglietto e lessi il numero della stanza: “N° 9”.
“Mycroft.. Mycroft!”
“Uhm? Sì? Che c’è?”
“Sherlock è sveglio.. un’infermiera mi ha dato il numero di stanza..”
“Sul serio? Allora andiamo!”
Senza perdere un secondo, ci recammo nella stanza N° 9.
Lentamente ci avvicinammo all’uscio della camera. S’intravedeva Sherlock rivolto verso la finestra che piegava un pezzo di carta.
“Sherlock..” lo chiamò Mycroft.
“Mycroft? Che ci fai qui?”
Parlava ancora con fatica, ma molto meglio di prima.
“Come sarebbe a dire? Sono qui per assicurarmi che tu stia bene..”
“Mycroft mi ha aiutata a portarvi fuori..” intervenni.
“E James? Che fine ha fatto James?”
“Oh sì.. mi ha chiesto di darti questo.” dissi porgendogli il foglio.
“Eh? Q-quando te lo ha dato?”
“Uhm.. poco prima che uscissimo..”
Senza aspettare un secondo di più, Sherlock aprì quel foglio, spiegandolo come se stesse scartando un regalo. Io e Mycroft restammo a guardarlo leggere, ansiosi e incuriositi di sapere cosa dicesse. Poi sul suo volto si formò una specie di smorfia. Non riuscii a resistere, così gli chiesi:
“Allora Sherlock?! Cosa dice?”
“Ecco. L’avevo immaginato.”
Mi porse il foglio. Così lessi:
 

Holmes,
 
Tetradotossina. Venea Serpentium.
J.M.

 
*Cosa vorrà dire?*. Passai il foglio a Mycroft, mentre chiesi a Sherlock di spiegarmi.
“Beh, si spiegano le morti presunte e i veleni.. tutto qui.” dietro a quella vaghezza sapevo che si nascondeva una marea di parole, ma non volli chiedere altro.
“Oh.. capisco.”
“Di Watson non ci sono notizie?”
“Ehm ancora no, Holmes.”
“Allora, quando si sveglierà consegnagli questo.”
“Cos’è?”
“E’ una specie di.. testamento.”
“Testamento?! Ma cosa dici?”
“Hai visto cosa gli è accaduto per colpa mia?! Non voglio che succeda un’altra volta. Ti prego.. non dirgli nulla.. io sarò morto per lui.. così vivrà la sua vita senza pericoli, come voleva.”
“Ma Holmes..” *Quelle parole! Il primo capogiro che ho avuto! Ho sentito quelle parole.. ma allora era Holmes a pronunciarle.. e il secondo.. cosa diceva? Uhm.. “Credi che m’importi che sia morto? Tanto meglio! Le cose saranno più facili senza quel cervellone..”.. oh cielo! Ho paura che sia John a dire queste parole.. no! Non potrebbe mai.. ma.. Nabiki! Smettila! Ora consegnamo questo “testamento” e non intromettiamoci, abbiamo già fatto abbastanza confusione..*.
All’improvviso un’infermiera piombò nella stanza e ci informò che anche John si era ripreso, ma stava ancora male. Mi voltai verso Holmes e lui mi fece cenno di andare.
“Sherlock.. ne sei sicuro?”
“Sì. Più che sicuro. Ho anche chiesto il trasferimento.”
“Cosa?! Ma Holmes.. così gli spezzerà il cuore..”
“Non dire fesserie. Ora vai, penserà Mycroft al caso Moriarty.”
“D’accordo.”
Così lasciai i due fratelli e mi diressi con l’infermiera verso la stanza di John. 



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Capitolo 15
*** I hate this. ***


Durante il percorso stringevo con entrambe le mani il messaggio di Holmes fissandolo. Feci anche dei passi in più perché non mi accorsi di essere già arrivata.
“Vada pure, ma attenzione, non lo stressi, potrebbe avere una ricaduta.”
*Eh ma allora! Mi vanno tutte storte.. sembro il corvo del malaugurio! Farò del mio meglio..*.
“Grazie. Farò come dice.”
Entrai. John aveva tutto il petto fasciato, si poteva vedere benissimo la stanchezza nei suoi occhi.
“John..”
“Nabiki..”
“Si sente meglio?”
“Sì.. sicuramente meglio di prima.. dimmi: qualche notizia?”
“Ho questo.. da parte di Holmes.. è.. per lei.”
“Holmes? Sta bene?”
Guardandolo in quello stato e pensando a dopo, non riuscii a trattenere una lacrima.
*E adesso?..*
“Lui.. ecco..”
“NABIKI! Non dirmi..”
“Tenga.. vuole che lo leggo io?”
“Grazie, se non ti dispiace..”
“Non si preoccupi..”
Così cominciai:
 

Mio caro amico Watson,
con le mie ultime forze rimaste ho scritto questo ultimo saluto nella mia stanza di ospedale, probabilmente dove anche lei sta riposando, pensando a quanto le sarò grato per avermi aiutato nonostante tutto ciò che avrebbe potuto impedirglielo. La ringrazio anche per essermi stato fedele da quando ci siamo conosciuti; per essere stato mio amico, il migliore, nonché l’unico.
Il suo affezionatissimo,
Sherlock Holmes
P.S.: Porti i miei saluti alla sua famiglia.

 
“E’.. è tutto.” *Perché devo essere coinvolta anch’io?! Mentire a John.. mi fa già soffrire.. . Adesso non pronuncerà quelle parole, vero?!*.
“Non posso crederci.” Disse coprendosi gli occhi.
Mi dispiaceva non potergli dire nulla. Avrei davvero voluto farlo, ma se Sherlock non  voleva, così doveva essere. Io non potevo cambiare la storia (come se non lo avessi già fatto..!) di un mondo a cui non appartenevo.
Pochi minuti dopo, notai che John aveva una strana espressione in viso, cominciò ad impallidire, così chiamai l’infermiera. Lei arrivò di corsa, ma non le spiegai nulla perché volevo e dovevo dirlo a Holmes (in fondo era anche un po’ colpa sua). Correvo sperando che fosse ancora lì. Altrimenti non avrei saputo cosa fare. Fortunatamente si trovava ancora nella stanza in cui l’avevo lasciato, immobile a fissare la finestra. Si accorse immediatamente del mio arrivo.



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Capitolo 16
*** Aw. So cute! ***


“Cos’è successo?”
“John.. ha avuto.. una ricaduta..” dissi con il fiatone.
“COSA?!” scattò seduto sul letto.
“Hai capito bene.. è stata la tua lettera, Sherlock..”
“Mio Dio! Portami da lui!”
“Ma non puoi! Ti devi riposare..”
“Al diavolo il riposo! Quando lavoro non riposo mai, ricordi? E poi Watson è più importante del riposo..”
“D’accordo, ma cerca di non dare nell’occhio..” (come dire ad una tigre di nascondersi tra un gruppo di anatre!).
Ci muovemmo pian piano finché giungemmo da Watson. Non c’era nessun medico. Così Holmes pensò al peggio.
“NO! Non può essere.. è colpa mia?!”
“Sherlock..”
“Respira ancora! Perché non lo aiutano?!”
“Non ne ho la minima idea..”
Improvvisamente nella stanza irruppe Mycroft.
“Sherlock! Moriarty è morto! MORTO! Ah, ah! Il caso è chiuso! Non dobbiamo affrontare il processo.. è morto in casa sua e..”
“Credi che m’importi qualcosa che sia morto? Tanto meglio! Le cose saranno più facili senza quel cervellone..” disse Sherlock bruscamente.
*Holmes! Le parole del capogiro.. allora era lui.. finora ho sentito sempre e solo lui..*.
Passarono ancora dei minuti prima che arrivasse qualcuno a soccorrere John. Io pensavo che fosse caduto in coma, ma non ne ero certa.
Finalmente arrivò un dottore, tentò di tutto: massaggi, iniezioni.. . Nulla. Il medico ci disse di uscire, ma Sherlock ribatté:
“Io non me ne vado da qui..”
“Invece sì, signore, o dovrò costringerla con la forza..”
“Avanti allora.” Holmes era molto ostinato.
Quel medico era così impulsivo che non esitò un minuto di più a sferrare un “pugno a martello” contro Holmes, che però si scansò velocemente.
“Holmes!” gridai.
Lui guardò indietro e i suoi occhi si riempirono di terrore. Il pugno del dottore finì proprio sul petto di John.
“NOOOO! Dannato!”
Ma, incredibilmente, John cominciò a tossire. Era salvo, ma si rimise a riposare. Il dottore aveva, senza volerlo, guarito Watson, con una specie di defibrillazione cardiaca!
Io e Sherlock facemmo un sospiro di sollievo. Aspettammo un po’ di minuti, Holmes si sedette in fondo al letto di John, io rimasi in piedi appoggiata al muro.
Poi, improvvisamente si sentì la voce di John:
“HOLMES!”
“WATSON!” rispose Sherlock.
I loro sguardi sembravano.. così intensi.. come quelli di una coppietta!
“Holmes.. la sua lettera..”
“Oh, mi dispiace di averla scritta.. io volevo soltanto che lei non si avvicinasse mai più a me.. perché tutto ciò che faccio la mette in pericolo!”
“Sherlock, non dica sciocchezze.. è un dovere aiutare gli amici, giusto?!” si girò verso di me, così gli risposi.
“Oh sì! Giusto!”
“E poi.. ho dell’altro materiale per i miei racconti!”
In quel momento intervenni.
“John.. posso chiederti un favore?”
“Uh? Certo! Dimmi..”
“Io.. vorrei che mi omettessi nel prossimo racconto..”
“Cosa? Sul serio? Ne sei sicura?”
“Sì, mi farebbe piacere!”
“Ok.. la accontenterò! Sherlock, anche lei vuole essere omesso?!” disse sorridendo.
“Ah, ah! Divertente.. non sono io a chiederle di fare il mio biografo!”
*Ah, ah! Watson, nei miei giorni, potrebbe essere un bravissimo blogger!*
“Ih, ih! Ma per me è un piacere, compagno!”
Poco dopo si abbracciarono. 



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Capitolo 17
*** Goodbye, dears! ***


Last Chapter


*Oh! Com’è commovente.. finalmente tutto si è sistemato! Ehi, un momento.. io.. io sono ancora qui! Ma la storia è finita.. come faccio a tornare a casa?!*. Mentre pensavo Holmes e Watson mi guardavano con un’aria strana. John mi chiese:
“Nabiki, va.. tutto bene?”
“S-sì.. p-perché me lo chiedi?”
“Beh.. tu stai.. stai.. barcollando..”
“Ma cos..”
Prima ancora di finire, caddi per terra. Sentivo le loro voci chiamare aiuto, ma più urlavano e meno li sentivo, anche gli occhi mi si chiudevano da soli. L’ultima immagine chiara che riuscii a cogliere fu la vista del letto di John e di loro due in piedi.
Non sapevo cosa stesse succedendo. Era come se mi avessero somministrato un sonnifero potentissimo, come quello di Moriarty, ma io cercavo di oppormi ed ebbi un altro capogiro.
“Non sappiamo più che fine hai fatto.. nemmeno la mia mente riesce a capire.. ci siamo dimenticati di dirtelo: grazie. Di tutto. Ah, i vestiti puoi tenerli!..”
Dopo aver ascoltato quella voce, un forte rombo di tuono mi svegliò. Ero sul divano. Pensai *Oh.. la voce di Holmes.. quei due mi mancheranno!*. Mi guardai intorno, avevo il libro fra le mani. Senza aprirlo, guardai le pagine lateralmente, potevo vedere la mia macchietta di sangue. *E’.. è tornato tutto come prima.*. Non mi azzardai a leggerlo, così lo riportai con calma al suo posto di sopra, insieme agli altri libri. Quell’avventura non me la dimenticherò mai. Improvvisamente, scendendo per le scale, mi ricordai di una cosa e mi diressi verso il bagno. Mi tirai su la manica destra: la ferita del proiettile di Mycroft era ancora sul mio braccio.



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-Voglio ringraziare tutti quelli che hanno impiegato il loro tempo prezioso a leggere questa fan fiction :3 Grazie mille davvero!! alla prossima- Giulia
 

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