Rose Weasley, I dare you: seduce Scorpius Malfoy!

di Crystal_M
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3. ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4. ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5. ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


 


Scorpius Malfoy, dopo aver trovato il vecchio diario personale di Rose Weasley, la sua nota avversaria, nonché cugina del suo migliore amico, si prende gioco del povera Grifondoro, fingendo di provare anche lui attrazione per lei...o forse non sta fingendo affatto? 

 

CAPITOLO 1




Eccola lì, seduta come sempre in prima fila…mi chiedo come faccia a studiare così tanto e ad essere pure brava a Quidditch…con tutto il tempo che passa seduta dovrebbe avere un fondoschiena enorme, invece guarda un po' che bel culetto… si ritrovò a pensare Scorpius entrando nell'aula di Trasfigurazione mentre Rose si sporgeva dal banco per recuperare la piuma che le era caduta a terra.

 

Vedendola in difficoltà, si fece scappare un sorriso divertito e passando di lì raccolse l'oggetto. 

 

«Non. Toccare. Le mie. Cose.» sibilò lei, allo stesso tempo arrossendo leggermente.

 

A Malfoy tornò in mente ciò che era successo quella mattina a colazione, quando le loro mani si erano sfiorate ed entrambi erano rimasti a fissarsi negli occhi, come vedendosi per la prima volta. Gli tornò in mente quello a cui cercava di non pensare da tutto il giorno. Quello che solo il caloroso bentornato della sua…Friend with Benefits, per così dire, era riuscito a farglielo scordare. 

 

Merda pensò. Non posso farmi condizionare così da un semplice arrossire di guance…soprattutto non quelle della Weasley! 

 

«Non sei trasparente, Malfoy. Tra poco inizia la lezione e magari vorrei anche riuscire a vedere la professoressa.»

 

Scorpius alzò gli occhi al cielo. Come faceva Albus a sopportarla?

 

Mettendosi le mani in tasca, scocciato, stava per dirigersi verso il posto vuoto in fondo alla classe, quando le sue dita toccarono qualcosa.

 

Capendo improvvisamente cosa fosse, sorrise.

 

«Sei ancora davanti a me, Malfoy.» ripeté la Weasley con tono infastidito. 

 

Decidendo di non rovinarsi il divertimento a causa di una stupida risposta a tono, il ragazzo disse semplicemente. «Penso che questo sia tuo», per poi appoggiarle un fogliettino sul banco e dirigersi al suo posto, due file dietro di lei, leggermente spostato verso sinistra.

 

Da lì aveva la piena visuale della schiena della ragazza e in più era nascosto dietro il grosso Connor McGregor, battitore della squadra di Quidditch della sua casa. 

 

«Che dia…» iniziò a chiedere Rose, ma prima che potesse finire la frase fu interrotta dall'arrivo della McGranitt. 

 

Senza esitazione, la riccia fece scattare la mano in alto per lamentarsi almeno con la professoressa, la quale però al momento era troppo occupata a sistemare i sui fogli e a far tacere il resto della classe.

 

' Non ti conviene, Weasley…'


scrisse Malfoy su un foglietto identico a quello che aveva lasciato alla ragazza.

 

Vedendo che però lei non accennava nemmeno ad abbassare il braccio, iniziò a salirgli il nervoso.

 

Possibile che non funzionino…

 

Il dubbio gli aveva appena sfiorato il cervello quando ecco che lei abbassò gli occhi sul foglietto e sobbalzò. 

 

Scorpius sorrise. Ora c'è da divertirsi…

 

La vide girarsi a cercarlo e fallire miseramente nella sua impresa. Poi si rivoltò a intingere la piuma nella boccetta di inchiostro che aveva davanti. 

 

' E questo cosa sarebbe?! '


, il ragazzo si vide spuntare sul foglio, la sottile ed elegante calligrafia della rossa. 

 

' Sono Bigliettini Incantati. Dovresti conoscerli, li ho comprati proprio al negozio di tuo zio…'

 

' Ma sono proibiti! '

spuntò allora, ancora prima che lui potesse finire di scrivere.

 

' Oh, lo so benissimo. Per questo ti conviene non fare la solita lecchina e spifferare tutto alla McGranitt…verremmo puniti entrambi' 

 

' Cosa vuoi da me, Malfoy?' 

 

Cosa voleva da lei? Il Serpeverde quasi poteva sentire il suo tono seccato e sfinito allo stesso tempo, cosa che lo fece sorridere ancora di più. La professoressa aveva intanto cominciato la sua tiritera infinita su come l'abuso della Trasfigurazione potesse essere mortale - o, almeno, questo era il titolo sulla pergamena del Corvonero affianco a lui. 

 

' Sapere se è vero ' 

 

' Se è vero cosa, Malfoy?! Non farmi perdere tempo, non ho intenzione di fallire il prossimo test a causa tua! '

 

' Mi trovavi davvero carino? Voglio dire, ovviamente lo sono, altro che carino…ma da te proprio non me lo aspettavo! Vuoi dire che il mio sex appeal ha conquistato anche il tuo di cuore? '

scrisse allora, aggiungendo una faccina che faceva l'occhiolino alla fine della frase.

 

Dall'ultimo banco, vide la rossa irrigidirsi. 

 

' Non ho intenzione di parlare di questo. Ero piccola, mi sembravi un bambino simpatico. Ma sai com'è, le persone cambiano, si diventa più maturi…o almeno per me è stato così. Ovviamente ciò non vale per te, Malfoy. Smettila di darti tante arie e lasciami in pace. Devo seguire. '

 

Uuuh, addirittura i punti alla fine delle frasi…qui la cosa si sta scaldando!

pensò il biondo sghignazzando. 

 

' Dai, dolcezza, ammettilo…non riesci a resistere al mio fascino…vorresti da impazzire che io fossi un grifone come te, vero? Così potremmo dormire nella stessa torre, uno vicino all'altro, magari farci qualche visitina notturna…'

 

' SCORPIUS HYPERION MALFOY. Stai raggiungendo il limite. '


E' una sfida, questa? pensò allora lui, sghignazzando. Gli piacevano le sfide, gli piacevano eccome.

 

' Anzi, '  continuò allora, ' sarebbe ancora meglio se tu fossi una Serpe come me. Io, te e Al saremmo una bella squadra, questo lo sai benissimo. E magari non avresti tutta questa mentalità puritana e santarellina…potrei dare un'occhiata più da vicino a quel bel fondoschiena che ti ritro-- '

 

«MALFOY! HAI SUPERATO IL LIMITE, SMETTILA O UNA FRATTURA ORCOVOLANTE SARA' L'ULTIMA COSA CHE QUELLA CACCA DI IPPOGRIFO TI RITROVI COME CERVELLO SAPRA' RICONOSCERE!» 

 

Altro che missione fallita miseramente. La rossa l'aveva inquadrato benissimo, anche perché altrimenti non starebbe puntando la bacchetta dritta al petto di McGregor, il quale si spostò all'istante, svelando il vero destinatario della sfuriata.

 

«Weasley! Come si permette di interrompere così la lezione! » esclamò la McGranitt. «Si sieda all'istante e metta via quella bacchetta! 10 punti in meno a Grifondoro!» 

 

«Ma professoressa…» 

 

«Ma nulla! Seduta! A me la bacchetta, la riavrà alla fine dell'ora!» continuò Minerva, attraversando a lunghi passi la stanza fino a ritrovarsi davanti al banco di Rose. «E questo cos'è…» disse poi, girandosi tra le dita il foglietto che la Weasley teneva in mano pochi secondi prima. Con la coda dell'occhio, quest'ultima vide le parole di Malfoy svanire una volta per tutte. Ma non abbastanza in fretta.

 

«Biglettini Incantati in classe? Signorina Weasley, questo da lei proprio non me lo aspettavo!» 

 

Scorpius sghignazzò. Non solo era riuscito a far infuriare la Riccia, era pure riuscito a farle beccare una sicura punizione…

 

«E lei veda di far sparire quel sorriso, signor Malfoy. Crede che non sappia riconoscere la sua scrittura da bamboccioso babbuino?» disse la McGranitt, sollevando la risata generale della classe e facendo persino alzare i lati delle labbra della Grifondoro. 

 

«10 punti in meno a Serpeverde e voi due, nel mio ufficio, a fine giornata. Ora seduti, avrei una lezione da finire.»

 

*

 

«Professoressa, non può essere seria!» esclamò Rose.

 

«Oh, sono serissima signorina Weasley. Questa è la punizione che ho deciso e voi due farete come dico io. Ora andate.» concluse la McGranitt, cacciandoli dalla stanza con un gesto scocciato.

 

Rose uscì di gran passo dalla stanza, precipitandosi giù dalle scale, non prima però di aver dato una bella spallata a Malfoy.

 

«Spero tu sia soddisfatto!» gli urlò da lontano.

 

Scorpius sorrise. Soddisfatto? Secondo la punizione della McGranitt avrebbe dovuto passare ogni Mercoledì sera di ronda con la Rossa, per almeno due settimane…

 

Di sera. Ogni Mercoledì. La Rossa e il suo bel fisichetto. 

 

Oh si, Scorpius Malfoy era decisamente soddisfatto.

 

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***



CAPITOLO 2

 

 «Allora? Hai intenzione di rimanere zitta per tutto il tempo? Non è da te, Weasley» disse Malfoy, accendendosi una sigaretta. Da quando si erano incontrati la ragazza non le aveva rivolto nemmeno una parola, ignorandolo completamente. Era bello non sentirla lamentarsi per una volta, ma Scorpius odiava essere ignorato. Anche dalla Weasley. 

 

«Non ci provare nemmeno!» esclamò Rose, strappandogliela di mano e buttandola nel vaso più vicino. «Non mi farai finire ancora più nei guai, soprattutto non per colpa del tuo dannatissimo vizio!» 

 

La Grifondoro era furente. Come aveva fatto la McGranitt a farle una cosa del genere? Avrebbe potuto spedirla a spolverare la biblioteca; avrebbe potuto vietarle la ormai prossima gita a Hogsmade; ma no. No, la professoressa che tanto pensava di amare le aveva dato la peggior punizione esistente: coprire i turni di ronda di suo cugino Albus, in compagnia di quella serpe di Malfoy. 

 

Il ragazzo la guardò con un sorriso strafottente. Adorava farla incazzare. Non essendoci niente da fare - non succedeva mai niente di che a Castello a quell'ora della notte, a parte qualche coppia sorpresa a sbaciucchiarsi qua e là, Scorpius decise di stuzzicarla ancora di più.

 

«Oh, no, Rossa, non credere di poterti permettere di rovinare la mia pausa sigaretta. E' uno dei momenti più tranquilli della giornata…solitamente» aggiunse, appellando la sigaretta e ripulendola. Poi prese l'accendino e stava per accenderla una seconda volta, quando Rose gli prese la mano e gliela bloccò contro il muro, tenendola lontana dall'altra. 

 

«Non. Ci. Provare. » disse, scandendo bene le parole. 

 

Il Serpeverde sgranò un attimo gli occhi, fissandoli in quelli color nocciola di lei, per poi essere percorso da un brivido. Al che, la ragazza lo lasciò andare, arrossendo leggermente. 

 

Malfoy gliela diede vinta e, di malavoglia, mise via la sigaretta. Passarono il resto della ronda in silenzio, dando ad entrambi la possibilità di pensare ai fatti propri in tutta tranquillità. 

 

Non capiva. Scorpius proprio non capiva. Com'era possibile che la Weasley - e non una qualsiasi, ma Rose Insopportabile Weasley! - le facesse questo effetto? Qualche mattina prima era successa la stessa cosa. A colazione, entrambi avevano allungato la mano verso una ciambella e le loro dita si erano sfiorate. Si erano poi guardati un secondo negli occhi e lui si era ritrovato a pensare quanto fossero belli. Belli? Gli occhi della Weasley? Beh, doveva ammettere che aveva proprio dei bellissimi occhi nocciola, come aveva potuto constatare anche poco prima…

 

Un brivido lo percorse al solo pensiero. Basta, doveva smetterla. Dov'era Hailey quando serviva? Mi sa che più tardi le avrebbe fatto una bella visitina, lei si che riusciva a distrarlo. 

 

E, mentre lui sorrideva compiaciuto al solo pensiero, anche Rose stava pensando a come distrarsi. 

 

O meglio, come liberarsi da quello stranissimo e fastidiosamente piacevole sospetto…

 

Ne parlerò con Albus, decise. Dopotutto non è solo il suo migliore amico…

 

Ed ecco che, anche un semplice aggettivo possessivo riusciva a farle vedere due bellissimi e profondissimi occhi azzurro grigi. La perseguitavano dal primo anno e lui sapeva benissimo quanto lei li adorasse. Glielo diceva sempre…beh, almeno quando ancora non si odiavano. Quando ancora erano amici, quando lo sfiorarsi di mani li faceva sorridere, non rabbrividire…

 

Rose scosse la testa. Non doveva pensarci. E' di Malfoy che si parla, per tutti i Draghi! 

 

Giunti davanti al ritratto della signora Grassa, a fine ronda, si fermarono. 

 

«Beh, Weasley, che onore averti avuta come compagna di ronda. Ci si vede alla prossima» disse Scorpius, in tono sarcastico. 

 

«Non vedo l'ora, Malfoy. Ora puoi anche andare, anche perché non ho intenzione di farti sentire la parola d'ordine per la mia Sala Comune» rispose lei in tono stizzito. 

 

Quando il ragazzo iniziò ad allontanarsi, lei gli diede le spalle. Accese una sigaretta e, nel farlo, non poté evitarsi un ultimo piacere. 

 

«Ah, e, un'ultima cosa?» la chiamò. 

 

Rose si voltò, sgranando leggermente gli occhi alla vista della sigaretta. 

 

«Buonanotte, Weasley.» disse, buttando fuori il fumo con uno sguardo alla e-ora-cosa-fai? 

 

Stringendo i pugni ed alzando gli occhi al cielo, la Grifondoro si voltò semplicemente, sussurrò la parola d'ordine ed entrò. Non prima, però, di avergli rivolto un rabbioso «Buonanotte, Malfoy.» 

 

Buttando fuori un altro po' di fumo, il ragazzo riprese a camminare verso i Sotterranei, sorridendo compiaciuto. Adorava farla incazzare. 

 

*
 

«Allora, com'è andata la prima tanto temuta ronda con Rose?» chiese Albus non appena Malfoy entrò in camera. Era seduto sul letto a leggere una rivista sportiva mentre Josh, l'altro suo compagno di stanza nonché portiere della squadra di Quidditch, dormiva tranquillo. 

 

Lui alzò gli occhi al cielo. Dannazione. Ora sarebbe stato costretto a parlarne…cosa che non lo avrebbe certo distratto. 

 

«Palloso come mi immaginavo. Ha anche provato a farmi buttare la sigaretta! "Non voglio essere messa in punizione di qua, tutta colpa tua di la"…» rispose allora facendo una perfetta imitazione in farsetto della ragazza. L'amico scoppiò a ridere. 

 

Purtroppo, però, pur tra le risate riuscì a cogliere il leggero nervosismo mal mascherato che era apparso sul viso di Scorpius al riportare l'accaduto.

 

«La sai imitare alla perfezione» disse, ricevendo un inchino del biondo come risposta. «Però» continuò poi, «non mi stai dicendo tutto. Allora, racconta!» 

 

Scorpius si sedette sul letto con un tonfo, incredulo. Ma come faceva Potter a capire sempre tutto? 

 

«Ma niente, semplicemente dopo avermi buttato via la sigaretta, io l'ho appellata per farla un po' incazzare e quando ho fatto per riaccenderla…» fece una pausa. Come avrebbe potuto descrivere ciò che era successo? Non lo sapeva nemmeno lui e tantomeno aveva voglia di pensarci! «Quando ho fatto per riaccenderla quella piccola secchioncella mi ha bloccato le mani al muro e mi ha costretto a metterla via» ha terminato, scuotendo la testa.

 

Albus aveva uno sguardo tra l'ammirato e il divertito. «Però…nemmeno uscite insieme e già ti fai mettere i piedi in testa così? Ti credevo più virile, Malfoy»

 

Questo alzò gli occhi dal pavimento e lo fissò incredulo. «Cos'hai detto scusa?» sussurrò.

 

«Dai, come se non fosse ovvio che vi andiate dietro spudoratamente» ha risposto l'altro come se non fosse nulla, come se fosse una cosa ovvia. 


Lui e Rose insieme…il bel fisico ce l'aveva, ammettiamolo. E poi ultimamente aveva iniziato a sistemarsi un po' di più, riusciva addirittura a domare quella chioma selvaggia. Mmh, selvaggia. Chissà che…


«Cazzo no!» esclamò il biondo, scattando in piedi. Albus si girò di scatto e lo guardò con fare interrogativo e Josh si rigirò nel letto. Lui allora scosse la testa e iniziò ad incamminarsi verso la porta d'accesso alla Sala Comune vera e propria. «Senti, io faccio un salto da Hailey, cercherò di non svegliarti quando torno» e chiuse la porta dietro di sé. 
 

*
 

«Per Merlino. Malfoy?» disse la piccola Lily Potter non appena la cugina entrò sbattendo la porta. Non che fosse piccola davvero, ormai era già al 5 anno. Ma per Rose sarebbe sempre rimasta la sua cuginetta. In realtà, quasi la considerava come la sorella che non aveva mai avuto e sapeva che per lei era lo stesso. 

 

La Weasley annuì con vigore. Non aveva davvero voglia di parlarne, non ora che aveva tutto questo casino in testa. E soprattutto non con Lily, ferma sostenitrice del suo amore incompreso con il Serpeverde. Come poteva anche solo pensarlo? 

 

«Dai, come se ti fosse dispiaciuto passare del tempo da sola con lui…» disse infatti, regalandole un sorrisino scherzoso. 

 

Rose la guardò di sottecchi, sentendosi andare le orecchie in fiamme, cosa che Lily non mancò di notare.

 

«Cosa vedono i miei occhi…raccontami subito! Ogni dettaglio!» 

 

L'altra la guardò esasperata e stava per dirle poco educatamente di farsi gli affaracci suoi per una buona volta, quando la porta della stanza si aprì ed entrò Bridget Luckey, la loro compagna di stanza. 

 

Minuta, ma con un bellissimo fisico, bionda, occhi grandi e azzurri, Bridget era tanto stupenda quanto inconsapevole della sua bellezza. Americana di nascita, nella sua vecchia scuola babbana in California aveva detto di essere una "cheerleader", una di quelle ragazze con i pompon che saltellano e cantano alle partite di football, uno sport molto famoso per i non-maghi d'America, a quanto diceva lei. 

 

Comunque, non appena entrata si lasciò cadere sul letto a pancia in su, con occhi sognanti. «Quel ragazzo non mi stancherà mai!» sospirò, felice.

 

Si riferiva a Mike Macmillan, il capitano e battitore della squadra di Tassorosso, nonché suo ragazzo da un paio di mesi. Lei aveva sempre avuto una cotta stratosferica per lui, il quale finalmente le aveva dato una possibilità e, a quanto pare, sembravano affiatati. 

 

«Non sapete cos'è successo stasera! Dopo che mi è venuto a prendere qui davanti…» iniziò a raccontare la bionda, facendo sospirare di sollievo Rose che, guardando Lily, alzò le spalle a mo' di scusa. 

 

Non la passi liscia le fece Lily con il labiale. 

 

Oh, questo purtroppo lo so, pensò Rose, entrando in bagno, grata di essere scampata al terzo grado della cugina e impaziente di parlare con Albus il giorno seguente. 

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Capitolo 3
*** Capitolo 3. ***



CAPITOLO 3



«Allora a dopo!» disse Albus, salutando Rose con la mano e iniziando ad andare verso l'aula di Pozioni. Sua cugina sembrava strana…certo, si erano sempre detti tutto…ma lei non aveva mai avuto così tanta fretta di parlargli. 

 

Voltando l'angolo, andò a sbattere contro qualcuno. 

 

«Per tutti i Draghi…mi dispiace da morire!» si scusò subito, allungando una mano alla ragazza dai capelli corti e biondi, a caschetto.  «Io non…non stavo...»

 

Io non volevo, non stavo guardando dove mettevo i piedi, avrebbe voluto dire Albus. Ma non ci riuscii. Gli occhi di lei lo avevano incantato. Viola come la lavanda, lo fissavano allegri, forse un po' sorpresi dallo scontro improvviso.

 

«Figurati! Stai tranquillo, nemmeno io stavo badando a dove andavo. Buona giornata!» disse la ragazza, rialzatasi in piedi con l'aiuto del ragazzo e salutandolo con un cenno della mano.

 

Lui rimase a guardarla finchè non fu più visibile. E quella chi era? Non pensava di averla mai vista…anche perché due occhi così li avrebbe ricordati di sicuro! 

 

Sempre pensando a lei, arrivò fino alla sua aula, dove il suo migliore amico lo aspettava già seduto. 

 

«Tutto bene, Potter?»

 

Albus scosse un attimo la testa, come per tornare sulla terra. «Sì, sì. Tutto a posto. Sono solo andato a sbattere contro una ragazza mentre venivo qui. Ti vedo più rilassato rispetto a ieri sera. Hailey?» 

 

«Oh, Potter, fantastica come sempre. Ancora non mi capacito alla tua assenza di…ehm…distrazioni, ecco. Voglio dire, hai praticamente tutta la scuola ai tuoi piedi, le ragazze ti sbavano dietro in un modo assurdo e tu continui ad essere single. Non ti capisco proprio.»

 

«Malfoy, andiamo. Non ricominciare. Innanzitutto nessuna ragazza sbava dietro. Sono solo mie amiche e mi trattano così perché sono Capitano della Squadra di Quidditch. Nient'altro. E poi anche tu sei single. Come mai sembri non sottolinearlo mai?»

 

«E' diverso, Potter, e lo sai benissimo. Io ho Hailey per quelle cose. Ma tu che sei tutto un sentimentale…e io non rifiuterei le offerte di tutte quelle belle Corvettine…saranno anche secchione, ma alcune di loro…» rispose il biondo, iniziando a disegnare in aria caratteristiche rilevanti del corpo femminile.

 

«Togli pure il condizionale. Tu non rifiuti le offerte di quelle povere ragazze» 

 

Malfoy alzò le spalle, considerando l'argomento finito. Anche perché il professor Lumacorno era entrato in classe e aveva iniziato a spiegare. 

 

«Hai il libro?» sussurrò Albus al compagno di banco, il quale fece segno di no con la testa. 

 

«Professor Lumacorno, potrei chiedere alla classe se qualcuno ha un libro in più da prestarci?» chiese allora poi.

 

Instantaneamente, una decina di ragazze scattarono dai loro posti allungando il libro verso il Serpeverde. 

 

«Ehm…grazie» disse ancora lui, cercando di evitare lo sguardo vincente di Malfoy posato su di lui. 

 

 

***

 

 

Nel frattempo, Rose e Lily si stavano dirigendo verso le serre per la lezione di Erbologia. 

 

«E' una cosa ridicola! Ti rendi conto? E' suo fratello! Come pensa che io possa provare qualcosa per il suo fratello gemello?» 

 

Lily, come al solito, si stava lamentando di Lysander. Stavano insieme da un bel po' ormai, conoscendosi da tutta la vita ed essendoci sempre stato feeling tra loro, tutti erano certi che tra loro sarebbe nata una storia. Ma per tutti i giocatori di Quidditch…quanto litigavano! 

 

«E perché mai dovrebbe pensare una cosa del genere?» chiese Rose, sedendosi e iniziando a preparare gli occorrenti per la lezione del giorno.

 

«Allora, ecco quello che è successo. Questa mattina, mentre andavo in Sala Grande a fare colazione, stavo già portando i miei libri giù con me, così da non dover poi risalire in camera inutilmente. Pensando come al solito ai cavolacci miei, sono andata a sbattere contro Lorcan mentre camminavo. Lui si è scusato eccetera eccetera e poi mi ha aiutato a raccogliere i libri. Mentre li prendevamo da terra le nostre mani si sono sfiorate, proprio mentre Lys…Rose tutto bene?!» 

 

Lily si fermò un attimo. Rose aveva appena sobbalzato e fatto cadere il coltello per terra, ad un centimetro dal suo piede. Alla domanda della cugina annuì, cercando di riprendersi. 

 

«Scusami, mi è scappato di mano…lo prendo subito e poi continui a raccontarmi» disse, si chinò e iniziò a cercare l'utensile sotto il tavolo.

 

Una frase. Una semplicissima, stupida frase e a lei veniva la pelle d'oca. Dannazione! Non era possibile! Malfoy non le aveva sfiorato la mano in quel modo. Malfoy non aveva degli incredibili occhi grigi capaci di attirare chiunque…

 

«Rose?»

 

La Weasley sobbalzò una seconda volta, battendo la testa sul tavolo. Con una smorfia, iniziò a strofinarsela e si risedette sulla sedia, guardando male la cugina.

 

«Oh, beh, scusami tanto! Pensavo ti avesse mangiato una pianta carnivora lì sotto!» sbuffò allora lei, indignata. 

 

Iniziarono a lavorare in silenzio e la lezione passò in fretta. Purtroppo, però, giusto cinque minuti prima della fine della lezione, Lily ebbe un'illuminazione.

 

«Ecco cos'era!» esclamò e, all'occhiata confusa della riccia continuò: «Quello che dovevo chiederti. Com'è andata ieri con Malfoy?» 

 

Rose si irrigidì all'istante. Cosa poteva dirle? Che quando si sfioravano sembravano provare qualcosa del tutto diverso? O almeno…lei lo provava…forse?

 

«Guarda, è stato un'idiota come al solito. Si è messo a fumare in pieno corridoio del terzo piano e ha pure osato lamentarsi del fatto che gliela volessi spegnere! Ridicolo» disse allora poi. Pensare a queste cose la aiutava a ricordare il perché del suo odio per Malfoy…e a scacciare quelle stupide idee che a volte le sfioravano la mente.

 

«Sì, sì…immagino…poverina, insieme al sexyssimo Scorpius Malfoy mentre si fuma una sigaretta…ridicolo!» 

 

Rose la guardò di sbieco. 

 

«Oh e non fare così! Lo sai benissimo che tra te e Malfoy c'è sintonia…si vede da come ti guarda…»

 

«LUI NON MI GUARDA IN NESSUN MODO, DANNAZIONE! SIETE VOI CHE VE LO IMMAGINATE, SMETTETELA PER UNA BUONA VOLTA!»

 

Ora urlava. Non sapeva perché, ma quel continuo insinuare che tra lei e la Serpe ci fosse qualcosa le mandava il sangue alla testa. Forse qualcosa ci sarebbe potuto essere, sì, ma il primo anno. Ormai non più. Erano diversi, avevano amici diversi, pensieri diversi…erano incompatibili. 

 

Eppure tutti continuavano a romperle le palle con questa storia. Ora basta. 

 

«Scusami Rose, io…» 

 

«Lascia stare. Professoressa…» iniziò, per chiedere il permesso di uscire dalla serra, i quali occupanti la stavano fissando a bocca aperta, quando la campana suonò. La professoressa fece il numero cinque con la mano, da  interpretare come "Cinque punti in meno a Grifondoro", e fece cenno di andarsene con la testa. 

 

Rose era furiosa. 

 

 

 

***

 

 

«Beh, di cosa volevi parlarmi?»  chiese Albus, una volta si furono seduti sotto la grande quercia sulle sponde del Lago Nero. 

 

Rose scosse la testa, addentando il suo toast. 

 

«Lascia perdere…è inutile. Una cavolata a cui ho dato troppa importanza» 

 

«Oh beh, d'accordo» rispose allora Al, con un'alzata di spalle. 

 

Dopo qualche minuto di silenzio, ognuno immerso nei suoi pensieri, il piccolo Potter parlò. «Senti, Rosie…già che siamo qui io te lo chiedo…tu conosci la maggior parte delle ragazze del castello, giusto?» 

 

«Sì…perché?» chiese allora lei, leggermente confusa dalla domanda.

 

«Beh, ecco…non è che ne conosceresti una bionda con i cappelli a caschetto?» chiese lui, diventando rosso improvvisamente.

 

Rose fece un cenno con la mano dall'alto in basso, come se sapesse perfettamente di cosa lui stesse parlando, per poi dire esasperata: «Albus, ci sono decine di bionde con i capelli a caschetto! Sii un po' più specifico!» 

 

«Oh. Beh, gli occhi…gli occhi sono viola, come un fiore di lavanda appena sbocciato…» rispose lui, iniziando a giocherellare con la plastica che un tempo ricopriva il suo pranzo.

 

La Weasley scoppiò a ridere. «Ma certo! Potevi dirlo prima! Si chiama Violet, che fantasia, vero? E ha i capelli ramati, comunque, non biondi. Corvonero, quinto anno, è un po' strana. E' sempre allegra, simpatica con tutti e ha delle idee un po' strambe a volte. La scorsa lezione di Erbologia si è messa a parlare con un Bubotubero…» 

 

Ormai si stava rotolando dalle risate ricordando l'episodio. «Perché me lo chiedi?»

 

Un Albus rosso come il fuoco la fulminò con lo sguardo. «Secondo te perché mai dovrei chiederti di una ragazza?!» 

 

«Vuoi dire che tu…io…non ci credo!» biascicò, per poi riscoppiare a ridere. Il Serpeverde si alzò in piedi di scatto, andando verso il Lago Nero e lasciandosi la cugina ridacchiante alle spalle. 

 

Che male c'era? Voleva solo sapere il suo nome. Violet. Beh, ovvio che è un nome azzeccato, scontato addirittura. E perché Rose rideva così tanto? Non le aveva mica appena dichiarato il suo amore…era solo curioso di sapere come si chiamasse! 

 

Una mano sulla spalla lo risvegliò dai suoi pensieri. Rose gli era affianco, gli occhi ancora lucidi per le tante risate. 

 

«Hai finito?» 

 

«Sì…senti scusami. Non sarei dovuta scoppiare a ridere, solo che…voglio dire, Violet? Con tutte le ragazze che ti vengono dietro tu sei interessato a Violet Spring?» 

 

«Io non sono interessato a lei! Ero solo curioso di sapere il suo nome, visto che oggi ci siamo scontrati per sbaglio…e poi tu e Malfoy dovete smetterla con questa storia! Non mi vengono tutte dietro d'accordo?! Cristo santo» 

 

La rossa si irrigidì al nome del compare. Era riuscita a smettere di pensare a quel viscido essere e ora eccolo sbucare di nuovo dal nulla. 

 

«A proposito…ronda di nuovo insieme domani, eh? L'ultima volta l'hai fatto impazzire…»

 

Rose sgranò gli occhi. «Io l'ho fatto impazzire? Io? Lui ha fatto impazzire me come al solito! Ti pare che si accende una sigaretta qui a Castello?! Dentro le mura per di più! Come gli viene in mente?!»

 

«Oh, andiamo Rosie…era solo una sigaretta…»

 

«Solo una…no. Non mi dire che fumi anche tu!» 

 

«Qualche volta. E' rilassante» ammette lui, un pochino imbarazzato.

 

«Albus Severus Potter! Ma ti sei rincitrullito del tutto? Non ti bastano i mille modi magici per morire, no, devi anche andare ad intossicarti i polmoni con quella roba babbana? Non ci credo» esplose lei, guardandolo con rimprovero. 

 

Quando faceva così era tutta sua madre.

 

«Dai, Rosie, ammettilo che lo trovi sexy con quell'aria da cattivo ragazzo…» la stuzzicò lui.

 

Lei lo fissò a bocca aperta. «Sì, ti sei davvero rincitrullito del tutto. Io non troverei mai e poi mai Malfoy sexy. Al massimo il contrario» aggiunse, voltandosi per nascondere la sua stessa espressione incredula per aver detto quelle parole. 

 

«Oh, davvero? Dimostramelo» 

 

Rose si irrigidì nuovamente. Cosa le era passato in testa? Si stava comportando da idiota. Non poteva fare una cosa del genere, andiamo. Lei diceva tanto per dire.

 

«A meno che tu non sappia di avere torto…» continuò lui, usando la psicologia inversa tanto bene come pochi sapevano fare.

 

Dannazione. Rose amava le sfide. 

 

«D'accordo. Andata. Ma solo se tu avrai il coraggio di invitare Violet Springs al Ballo d'Inverno»

 

Albus aveva un'espressione scioccata. 

 

Ah-ha…colpito nel centro.

 

Albus, invece, affermò con un ghigno: «D'accordo, sfida aperta. Rose Weasley, ti sfido: seduci Scorpius Malfoy!» 

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Capitolo 4
*** Capitolo 4. ***


CAPITOLO 4
 

Scorpius stava mangiando da solo il suo pranzo, quel giorno. Albus doveva parlare con sua cugina di chissà che cosa...e ovviamente lei non ne voleva sapere della sua presenza. 


Quella ragazza era proprio insopportabile. Secchiona, presuntuosa, sempre con la risposta pronta...eppure riusciva ogni volta ad incantarlo con quegli occhi color caramello, ogni volta che li guardava avevano uno sguardo infuocato...che poi fosse per l'odio verso di lui era ovvio, ma era come se svelassero un'altra faccia del suo carattere, all'esterno una santarellina so tutto io, mentre all'interno...


«Merda.» disse, buttando via il resto del suo panino e prendendo il pacchetto di sigarette babbane. 


Non poteva pensare così alla Weasley, non dopo il primo anno, non dopo quello che aveva sentito quella mattina. 


Rise amaramente ripensando a se stesso. Il primo anno ad Hogwarts era stato l'inizio della sua nuova vita, per la prima volta lontano da casa e dai genitori per così tanto tempo...aveva conosciuto delle persone fantastiche. Disobbedendo agli ammonimenti di suo padre, lui era diventato amico di quel bambino con gli occhi verdi e i capelli arruffati, figlio del famoso Harry Potter. Con lui, aveva anche conosciuto il resto della sua famiglia: James Potter, il grandissimo Capitano Grifondoro, il playboy della scuola; Fred Weasley Jr. , il più pazzo di tutti; e Rose Weasley, la timida bimba riccioluta dagli occhi color caramello e le lentiggini. 


Albus, Rose e lui erano diventati subito inseparabili; per quanto timida, la piccola Grifondoro sapeva come far valere le sue idee e ben presto ricevette il permesso di frequentare la Sala Comune delle Serpi. 


E' possibile innamorarsi a 11 anni?


Scorpius non ne era sicuro. Quello che però sapeva è che avrebbe voluto passare ogni secondo con la rossa; al cambio dell'ora, a Hogsmade, a giocare a Quidditch, in mensa...


I momenti più belli erano i loro allenamenti di Quidditch "privati"; passavano pomeriggi insieme a ridere, scherzare, giocare allo sport più bello del mondo, magico e non.


E poi...poi sono arrivate le vacanze di Natale.


Sotto consiglio di Al, Scorpius aveva detto ai suoi che sarebbe rimasto a castello a studiare. Invece era andato a Godric's Hollow, dove, con l'aiuto dei Potter, era andato a comprare regali per i suoi e della metropolvere per tornare a casa a sorprendere i suoi nel giorno di Natale. Il 25 mattina, come previsto, eccolo nel camino della sua grande e maestosa villa, la bocca ancora aperta pronta ad urlare sorpresa


Villa Malfoy non era mai stata così fredda. Scorpius era uscito dal camino e aveva iniziato a vagare per la casa, con il suo baule appresso. 


"Mamma? Papà?" aveva chiamato. Solo Pocket, il loro elfo domestico, aveva risposto.


"Signorino Malfoy! Nessuno mi aveva informato del suo ritorno! Vuole un po' di latte, un té magari? Mi dia le sue cose! Come fa freddo, come fa freddo..." 


"Pocket, dove sono papà e mamma?" aveva semplicemente chiesto.


Il piccolo elfo l'aveva guardato tristemente. "Io non lo so...padrona Greengrass non visita da tanto, signor Malfoy dovrebbe tornare a momenti..." 


Scorpius era immobile. Che cosa significava che sua madre non visitava da tanto


Ad interrompere i suoi pensieri era stato l'ingresso di qualcuno. "Pocket? Poket! Vieni qui subito, le giacche non si appendono da sole, dannazione!" aveva urlato una voce. 


Poco dopo, nel salone apparvero suo padre e una donna che rideva e scherzava, tenendolo per mano. 


Mamma! aveva pensato Scorpius. Ma quella donna non era sua madre. Quella era Millibus Bovary, strega francese in cerca di un'idiota benestante come suo padre disposto a tradire la madre di suo figlio per un bel corpicino. 


Come poi ha scoperto in seguito, la madre era andata a stare dai propri genitori, non volendo nemmeno vedere il marito. Avevano organizzato di vedersi solo nelle vacanze durante le quali Scorpius era a casa, in modo da fargli continuare a vivere la solita vita. 


«La solita menzogna!» sbuffò Scorpius, tornando al presente e accendendosi una seconda sigaretta. 


Dopo quel giorno non aveva più scritto a Rose. Non aveva intenzione di seguire l'esempio dei suoi. Non voleva ferire nessuno, nemmeno se stesso. Non aveva detto nulla alla rossa e con Albus era stato molto vago. Aveva iniziato a fumare a quattordici anni, dopo aver scoperto l'odio incondizionato del padre per quel tabacco babbano. Aveva iniziato ad essere un ragazzo misterioso; sempre e comunque eccellente in tutte le materie. Le sue amicizie si restringevano ad Albus e al loro compagno di stanza, Josh Dawson. 


Quando l'attraente compagna di casa Hailey Tames gli era saltata addosso poi, al quarto anno, lui non aveva voluto rifiutare. Lei non voleva altro che rapporto fisico e a lui andava bene così. 


Rose, comunque, lo aveva già visto con lei al primo anno; Scorpius aveva saltato il loro appuntamento, vedendosi con Hailey dall'altra parte del lago. La Serpeverde aveva già allora adocchiato Scorpius e lui sapeva che la Weasley li avrebbe visti. 


Quest'ultima, a quanto aveva riferito Albus qualche mese dopo l'accaduto, si era sentita tradita e non l'aveva più superata. 


Buttando via il secondo mozzicone, Scorpius prese una decisione: avrebbe parlato con la preside, si sarebbe inventato qualche balla e l'avrebbe convinta a cambiargli i turni di ronda. Non poteva continuare a vedere la Wesaley in privato per così tanto tempo, già quelle poche ore gli erano state fatali. Sfiorarla, guardarla negli occhi...aveva riportato a galla emozioni da troppo tempo dimenticate. 



Muovendosi a passo svelto era già giunto davanti all'ufficio della Preside. Quindi si fece forza, prese un profondo respiro e bussò. 


 

*
 

«Malfoy! Brutto, schifoso, vermiciattolo...cos'è questa storia?! Esci subito da quella dannata camera!» 


Scorpius era sdraiato sul letto a fissare la sua cartina stellare attaccata al soffitto, quando l'acuta e al tempo stesso gutturale voce della Caposcuola gli giunse alle orecchie. 


La McGranitt gli aveva creduto. E aveva scritto a Rose. 

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Capitolo 5
*** Capitolo 5. ***


 

CAPITOLO 5

 

Rose non sapeva se fosse più furiosa o incredula. 

 

Quella serpe schifosa era andata a parlare con la McGranitt e l'aveva convinta a cambiare i turni di ronda, mettendolo le sere alterne alle sue. 

 

Come mai questa cosa ti infastidisce? le chiedeva una vocina nella sua testa. E' perché lui ha inventato balle su di te o perché é addirittura arrivato a questo pur di non vederti?  Per Merlino quanto la odiava! Era la stessa vocina che le aveva messo in testa i dubbi sui sentimenti di Malfoy verso di lei…

 

«Dannazione! Malfoy! Giuro che questa non la passi liscia!» urlò, per poi uscire a grandi passi dalla Sala Comune verde argento, gli occhi di tutti puntati su di lei, la lettera stretta in pugno. 

 

Non poteva crederci. Quasi le veniva da piangere dal nervoso; e questo non era nemmeno dovuto a ciò che era appena accaduto, ma più che altro al fatto che le importasse così tanto. 

 

Senza fermarsi nemmeno un attimo tornò alla propria Sala Comune. Doveva prendere le sue cose e andare di corsa allo stadio da Quidditch: quel giorno ci sarebbero state le selezioni del nuovo capitano e lei non voleva perdersele per nulla al mondo. Oltretutto tra meno di una settimana ci sarebbe stata la prima partita di campionato, nonché Grifondoro-Sepreverde…e lei non aveva mai avuto tanta voglia di stracciarli. 

 

 

«Scusate per il ritardo» disse Rose con il fiato corto, una volta arrivata al campo. «Piccoli problemi con la McGranitt» aggiunse poi, con un'alzata di spalle. 

 

Tutti i suoi compagni di squadra stavano chiacchierando tranquillamente e alcuni di loro le fecero un cenno con la testa. 

 

«Allora, chi ha voglia di un po' di votazioni? Oggi è il grande giorno!» esclamò Logan Pearson. «Rose? Tu sei pronta?» le chiese, con un sorriso.

 

La ragazza annuì. Lei e Logan erano amici da sempre e lei sapeva quanto lui desiderasse diventare capitano, soprattutto ora che era all'ultimo anno. Alto, capelli castani a spazzola e occhi verdi, era il tipico atleta attraente e bravo solo in quello che gli interessava. Girava voce che un feeling particolare intercorresse tra loro, ma Rose non aveva intenzione di rovinare l'ennesima amicizia per una possibile implicazione sentimentale. Quindi lui restava il suo vecchio e caro amico Logan. 

 

«Bene, allora andiamo!» esclamò Lily facendo segno agli altri di seguirla e tutti obbedirono. 

 

Tornati poi al campo, i Grifondoro designarono Rose come annunciatrice del vincitore. Con la busta in mano e gli sguardi frementi dei sui compagni di squadra su di lei, la Weasley iniziò piano piano a sfilare il foglietto con il nome del fortunato.

 

«E il nuovo capitano della grandissima, fortissima, rispettosissima squadra di Quidditch di Grifondoro è…» 

 

Tutti trattenevano il fiato e Rose si decise a leggere finalmente il nome. Il suo occhio scorse subìto le iniziali e lei sorrise: L.P.

 

«Congratulazioni, L…Lily Potter?» Il sorriso era sparito, lasciando il posto ad un'espressione incredula. 

 

Logan la guardava a bocca aperta, tutte le ragazze saltellavano e abbracciavano la piccola Potter e i ragazzi davano pacche sulla spalla all'amico, per poi andare a congratularsi con il loro nuovo Capitano. Dal loro sguardo tra il colpevole e il rincuorato, Rose era sicura che anche loro avessero votato per la ragazza. Non aveva mai fatto caso a quanta influenza la piccola Potter avesse sui compagni di casa e di squadra. Essendo così giovane per lei sarebbe sempre rimasta la sua piccola cuginetta. 

 

«Dai Log, non importa. Sai che palle poi essere capitano? Tutte quelle responsabilità, tutti quei doveri…» cercò di consolarlo Rose, accarezzandogli il braccio. Il ragazzo, per tutta risposta, alzò le spalle rassegnato. 

 

«Parli proprio tu, Prefetto, Caposcuola e Presidente di non so quante associazioni studentesche…» 

 

Rose inclinò la testa di lato, senza smettere di fissarlo, e azzardò un mezzo sorriso. «Non ti sfugge proprio nulla, eh?» 

 

Grazie a Merlino, il ragazzo ricambiò il sorriso. «Dai, vai a congratularti con tua cugina e andiamo su con lei a festeggiare. Ho ancora qualcosa della mia scorta di Burrobirra e Whiskey Incendiario della festa di inizio anno»

 

La ragazza alzò le sopracciglia fingendosi contrariata. «Non vorrai mica far perdere punti preziosi a Grifondoro confessando queste cose alla caposcuola…»

 

Logan le diede una spintarella, per poi esclamare: «Ma se poi sei quella che si ubriaca per prima! Devo ripescare i video della scorsa volta?» 

 

«Miseriaccia, no, ti prego! E mi avevi detto di averli cancellati, sporco traditore!» disse lei scoppiando a ridere e provando a spingerlo via, ovviamente senza riuscirci. 

 

Avvicinandosi alla cugina insieme all'amico, Rose ringraziò il cielo di essere finita in Grifondoro e di avere dei compagni di casa così fantastici. 

 

 

* * *

 

«Sono così  felice!» esclamò Lily, cadendo sul letto con un tonfo.

 

«Sì, e anche così  ubriaca!» le rispose Rose scoppiando a ridere e sedendosi sul letto. 

 

«Parli tu! Pensi non ti abbia vista bere bicchieri e bicchieri di Burrobirra con Logan, lì, vicino alla finestra? Eravate così carini! Tutti abbracciati e sorridenti, sembravate una vera coppia, mancava solo il bacio!» 

 

Rose, ormai sdraiata sul letto, si voltò dall'altra parte per non far notare il rossore sul suo viso, questa volta non dovuto all'alcool. Un bacio c'era stato eccome…e anche più di uno. Aveva ricordi vaghi…ma aveva ricordi. Logan che le sfiorava il viso teneramente, che lentamente avvicinava la bocca alla sua, che la baciava appassionatamente…e lei che ricambiava. 

 

«Oh, dannazione!» esclamò allora, battendo i pugni sul letto. 

 

Bridget aveva ormai rinunciato a dormire. Era stata tutta la sera con Mike, nominato anche lui capitano della squadra della sua Casa. La bionda era però tornata prima, voleva evitare di finire in infermeria per intossicazione, diceva. 

 

«Cosa succede? Rosie, non dirmi che sei ancora arrabbiata per la balla che Malfoy ha detto alla McGranitt…è ovvio che non sia vero!» 

 

L'uscita della ragazza fece saltare a sedere le due cugine.

 

«Tu come lo sai?» esclamò la Weasley con voce acuta. 

 

«Rose, di cosa sta parlando?» chiese invece la piccola Potter. 

 

Le tre ragazze rimasero a fissarsi per qualche secondo, poi esplosero a parlare contemporaneamente. 

 

«Ernie ha detto a Luke, che a sentito Jane dire a Beatrice, che Ginny aveva visto Andrew raccontare a John di aver ascoltato…» diceva una.

 

«Com'è possibile che io non sappia mai niente? Per le mutande di Merlino, sono tua cugina! Dovrei essere la prima a sapere queste cose! Soprattutto se riguardano Malfoy! Tra l'altro io…» si lamentava l'altra. 

 

«Non è affatto vero! Io non avrei mai insultato Malfoy in quel modo e soprattutto io non sarei stata respinta da lui! Non c'ho nemmeno provato se proprio devo dirla tutta! Non ci proverei mai con uno schifoso, viscido…» urlava la terza.

 

Dopo qualche minuto di caos più totale, qualcuno bussò alla porta e le tre si zittirono all'istante. Una piccola testolina sbucò dall'apertura e chiese timidamente di fare meno rumore, che nella stanza accanto c'era qualcuno che cercava di dormire. 

 

«…e quindi Mike l'ha detto a me» terminò Bridget in un sussurro, non appena furono di nuovo sole.

 

La riccia, le cui emozioni erano aumentate di intensità dall'alcool, si alzò in piedi e percorse la stanza a grandi falcate, chiudendosi la porta del bagno alle spalle con un tonfo. Lily sbuffò rumorosamente e si nascose sotto le coperte bordeaux. 

 

«Ragazze, io volevo solo…» cominciò la bionda, bloccata però all'istante dalla voce proveniente dal bagno. 

 

«Ne parliamo domani» disse e l'acqua della doccia cominciò a scrosciare. 

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