Kaito Kid Vs Lupin III

di _Ash
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** La Sfida ***
Capitolo 2: *** Un pò di scompiglio! ***
Capitolo 3: *** Un Film insolito! ***
Capitolo 4: *** Minaccie ***
Capitolo 5: *** Strane Presenze ed Inquietudine ***
Capitolo 6: *** Un pomeriggio un pò movimentato! ***
Capitolo 7: *** Villa Hikary ***
Capitolo 8: *** Scontro finale ***
Capitolo 9: *** La sfida continua ***
Capitolo 10: *** Kid, Lupin & Conan ***



Capitolo 1
*** La Sfida ***


La sfida:
Tokyo era particolarmente agitata quella notte. Miriadi di macchine della polizia sfrecciavano ad alta velocità per le strade, i lampeggianti e a sirene spiegate.
I pochi passanti dapprima spaventati, poi incuriositi, si chiedevano come mai tutto quel trambusto.
No, non era nottata x i criminali.
 
In periferia, sul tetto di alcuni magazzini, stava un uomo. Tutto vestito di bianco e il lungo mantello svolazzante per il forte vento.
Sorrise.
Un sorriso compiaciuto, soddisfatto di se.
-“hihihi…da qui non mi troveranno mai!”
-“..ma che bravo…” una voce sconosciuta, dietro di lui, lo colse di sorpresa.
“sei riuscito a sfuggire alla polizia con grande abilità” lo prese in giro.
“hmp…tu chi sei?” chiese Kid. ‘spero non siano quelli della strana organizzazione che uccisero mio padre’ pensò.
L’uomo non si scorgeva nell’ombra, ma pian piano si avvicinò al nostro Kaito, con passo lentp e deciso: era un uomo più vecchio di lui, ma giovane;capelli neri, sguardo deciso, indossava una giacca rossa, era alto e slanciato.
“avrai sentito sicuramente parlare di me” gli disse lo sconosciuto sorridendo.
Kaito lo guardò con fare interrogativo. Il suo interlocutore, seccato che non l’avesse riconosciuto disse “ho, insomma, sono il famosissimo Lupin terzo!” gridò lui.
“Lu…Lupin??” no, non poteva crederci! Il più grande ladro del mondo era davanti ai suoi occhi!
“sorpreso?” chiese, notando l’espressione del ladro bianco. “ti propongo una sfida grande Kaito Kid. Vedi, ormai sei diventato famoso quanto me e questo, be…rovinerebbe la mia reputazione, soprattutto tra le belle donne..” disse in tono malizioso.
“hmp…vorresti sfidarmi…in una gara di chi corteggia più donne?” chiese Kid divertito
“no!certo che no!…ti sfido a rubare,,,questo!” dicendo questo, estrasse dalla tasca un foglio appallottolato che gli lanciò e il nostro Kid afferrò al volo. Lo aprì.
Kid rimase scioccato dalla figura fotografata.
“qu…questo?” chiese allibito.
“o be…se non te la senti, puoi anche rifiutare!” gli disse Lupin, prendendolo in giro
“hmp…non c’è sfida che Kaito Kid non accetti” disse, mettendosi le mani tasca.
“d’accordo…questo determinerà chi è effettivamente il ladro più bravo tra noi.Bè, alla prossima, byebye!” e se ne andò con la sua risatina al seguito.
Kid fissò il punto in cui il suo rivale era sparito, poi si girò, riprese il foglio tra le mani e lo fissò.
“…o mamma!”

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Capitolo 2
*** Un pò di scompiglio! ***


Un po’ di scompiglio

 
Il giorno dopo:
era una bella giornata di primavera e l’estate era ormai alle porte.
Il sole splendeva nel cielo limpido, azzurro, senza neanche una nuvola a rischiare di coprirlo; molta gente usciva felice della bella giornata e tra le strade della grande Tokyo, pure cinque intrepidi bambini, stavano passeggiando. Uno di loro, un ragazzino occhialuto, palleggiava un pallone da calcio con grande abilità, due ragazzini, uno magro e l’altro un po’ più robusto, stavano chiacchierando allegramente dell’ultimo gioco di Kamen Yaiba, mangiando un gelato, e anche una delle due ragazzine del gruppo, incuriosita dall’argomento, si unì alla conversazione. L’altra bambina dai capelli ramati, lo sguardo serio, guardò il bambino con il pallone.
“quando hai finito di atteggiarti a grande calciatore, fammi un fischio” gli disse in tono quasi scherzoso.
Il bambino spostò il suo sguardo alla piccola Ai, i suoi grandi occhi azzurri la fissarono. Lei distolse lo sguardo, leccando il suo gelato.
“smettila…oggi è la giornata ideale per giocare a calcio!” gli disse tutto felice e riprese a fissare davanti.
La combriccola arrivò nei pressi del parco, ma si fermarono per la sorpresa di quello che videro…
 
“hey ma…quello non è Takagi?” disse Genta, indicando un uomo col dito.
L’uomo era vestito con una maglietta a maniche corte, un paio di pantaloni lunghi e stava passeggiando e guardando le vetrine.
“Takagi!!” lo chiamarono in coro i bambini.
L’uomo si girò e quando li vide esclamò “hey ragazzi, dove state andando di bello?”
“al parco!” disse Ayumi.
“tu, invece? Non sei in servizio?” chiese Conan
“no, giorno libero!” disse tutto felice.
“scommetto che si deve trovare con la signorina Sato!” esclamò la piccola bambina tutta contenta
a quelle parole, Takagi diventò rosso come un peperone e balbettò un “no..non è così, davvero..siamo solo colleghi int…hem, di lavoro!”
i bambini lo fissarono, non molto convinti, ma improvvisamente un telefonino squillò.
“ho..aspettate un attimo bambini..” Takagi rispose al telefono e dopo qualche secondo, la sua espressione si fece attenta. Conan lo stava guardando attentamente, forse doveva essere un emergenza.
“cosa??” urlò Takagi. I bambini quasi si spaventarono dalla reazione dell’agente.riattaccò
“scusate ma…c’è un emergenza alla centrale e devo correre. A presto!” si mise a correre e i bambini urlarono “hey!che emergenza?” ma Takagi aveva svoltato l’angolo.
I bambini si guardarono, con uno sguardo complice e insieme inseguirono l’agente verso la centrale.
“chissà di che emergenza si tratta…”
 
centrale di polizia:
“è stato trovato morto un altro uomo. Dalle indagini abbiamo scoperto che pure lui era un ladro molto abile..” spiegò l’ispettore Megere al gruppetto di agenti intorno a lui.
“è già il terzo ispettore…cosa può significare?” chiese l’agente Sato.
“è stato trovato lo stesso foglietto degli altri due omicidi…questo significa che si tratta…”
“di un Serial Killer.” Una voce da bambino interruppe Megure, che sorpreso si girò insieme agli altri agenti per vedere da chi arrivava.
“bambini? E voi che ci fate qui??” chiese sorpreso.
‘ho no…non dirmi che mi hanno seguito..’ pensò preoccupato Takagi.
Sato, Yokomizo,Chiba, si voltarono tutti verso Takagi, con sguardo minaccioso
“li hai portati tu?” chiese Yokomizo.
“io?..no..perché…” Takagi non riusciva a trovare una scusa.
“l’abbiamo seguito noi!” disse Mitsuhiko fiero di se e dei suoi amici.
“non è un posto per bambini questo!!” urlò l’ispettore che si fece ancora più minaccioso. I bambini si spaventarono e si nascosero dietro a Takagi e questo non fece che peggiorare la sua situazione.
“ispettore, perché non chiediamo cosa ne pensano? Magari potrebbero aiutarci come sempre...” azzardò a dire Sato.
Drin…drin…
Il telefono della centrale squillò e Megere andò a rispondere.
‘salvati per un pelo’ pensò Conan. Anche Takagi deve averlo pensato perché tirò un sospiro di sollievo.
“pronto, ispettore Megure..”

bip!! Arrivò un fax.
“ispettore, era un fax…” l’agente Sato andò a prenderlo e quando lesse il contenuto assunse un espressione meravigliata
“Ispettore…guardi!” porse il foglio a Megure e anche gli altri incuriositi si sporsero per vederlo.
“che cosa??”
bip! Un altro fax.
Questa volta fu Takagi ad andarlo a prendere, e quando lo lesse…
“Ispettore, ne è arrivata un'altra copia!”
Megure, senza dire niente posò quello che aveva in mano sulla scrivania per prendere quello dalle mani di Takagi.
Conan riuscì a prendere quello sul tavolo e lo lesse.
“Cosa??”
Bip! Bip! Bip!
Presto, tutta la centrale, ricevette il medesimo Fax, i telefoni andarono in tilt, sugli schermi del computer apparve lo stesso fax e ben presto fu il caos totale.
“Presto, spegnete tutto, riavviate i computer..” un viavai di agenti, urla e schiamazzi riempirono gli interi uffici.
Conan stava fissando il foglio, oltre modo meravigliato, gli occhi erano nascosti dal luccichio degli occhiali e presto si dipinse sul suo volto un espressione che Ai riconobbe subito e si mise a ridacchiare.
“Ma bene…e così il famigerato Lupin vuole sfidare il grande ladro Kaito Kid!” la sua voce tremava dall’emozione, già immaginava di acciuffare i due più grandi ladri degli ultimi anni.
“wow…” i bambini rimasero senza parole.

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Capitolo 3
*** Un Film insolito! ***


Un film insolito

 
Il giorno dopo:
“ne parlano tutti i giornali ormai..” disse Goro, lanciando quest’ultimo sulla scrivania. Conan e Ran che erano seduti sul divanetto dell’uffficio, ebbero un sussulto e la figlia guardò suo padre “lo zio di Sonoro ha detto che gli piacerebbe partecipare alle indagini e filmare questo “evento storico” così lo ha definito!”
“Bha..” rispose Goro.
Conan guardò l’ora e si rese improvvisamente conto che…era in ritardo!!”
“haaa!” cacciò un urlo e mentre correva verso la porta salutò tutti “ sono in ritardo, dovevo trovarmi con gli altri!Ciao a stasera!”
“Conan, aspetta...” cercò di fermarlo Ran, ma ormai il bambino era già uscito.
 Tirò un sospiro e decise di chiamare la sua amica Sonoko.
Il bambino corse per le strade di Tokyo senza prendere fiato.
 
“Conan è in ritardo..” si lamentò Genta.
“se non si sbriga rischiamo di perderci l’inizio del film.” Riprese Mitsuhiko.
“sono sicura che arriverà presto!” disse fiduciosa Ayumi.
Dopo pochi minuti ecco sbucare dall’angolo del cinema dove lo aspettavano i suoi amici, Conan, senza fiato, sudato per la corsa e per il caldo.
“scusate,,anf…anf…”  si mise con le mani sulle ginocchia per riprendere fiato.
presero i biglietti, dei pop corn e si accomodarono nelle poltrone della sala del cinema.
‘accidenti…guarda te cosa mi tocca fare..’ Conan avrebbe preferito essere altrove, piuttosto che essere lì al cinema a guardare un cartone per bambini. In fondo si tratta sempre di un liceale!
la sala era piena di persone ,per lo più di mamme che avevano accompagnato i propri figli e davanti ai nostri piccoli amici, arrivò una coppia di ragazzi che si fece subito riconoscere…
“Hey!Aoko insomma, non tirare!” si lamentò il ragazzo, il quale veniva strattonato dalla ragazza che lo accompagnava.
Conan e Ai osservarono divertiti la scena. ‘dovrebbero avere più o meno la mia età’ pensò Shinici.
“Dai Kaito, siediti!” quest’ultimo, strattonato per l’ennesima volta, si girò per caso verso Conan e la sua espressione si dipinse di terrore. ‘ma che ci fa quel marmocchio qui??’ pensò Kaito. Si voltò subito nella paura di essere riconosciuto, Conan li fissò per l’ultima volta, poi si girò verso lo schermo, pronto a sorbirsi quel noioso film.
Ayuki, Genta e Mitsuhiko si stavano già gustando i loro snack, mentre Ai, seduta a fianco di Conan, stava cominciando a sbadigliare.
In sala i bambini parlavano ad alta voce, e le mamme cercavano di farli stare buoni.
 Continuò così per qualche minuto, finche le luci si affievolirono per spegnersi del tutto.
Silenzio.
“si può sapere perché dobbiamo venire a vedere questo film per bambini?” sussurrò Kaito ad Aoko.
Lei lo guardò con un espressione che lo fece zittire, quindi si girò verso lo schermo, rassegnato.
Poi, un sorrisetto compiaciuto si dipinse sul suo volto.
‘The Show must Go On!’
Lo schermo iniziò a trasmettere le solite pubblicità. Tutti erano attenti e silenziosi, in attesa che iniziasse il film.
Lo schermo divenne nero.
I bambini erano in trepidazione, Conan e Ai sbadigliarono all’unisono.
Poi,bianco.
Comparve un ragazzo vestito di bianco, ammantato, il cilindro bianco a coprirgli il viso e un monocolo a nascondere l’occhio destro.
“Ladies and Gentlemen! E naturalmente…cari Bambini!”
l’intero cinema rimase sorpreso. E si sentì un “hoooo!” generale.
Conan era il più sorpreso di tutti e iniziò a guardarsi intorno, in cerca del ladro, ma la sua attenzione si rivolse sullo schermo quando riprese a parlare.
“Vi annuncio che io, Kaito Kid, accetterò la sfida lanciata dal famoso Arsenio Lupin e ruberò…il tesoro più grande di tutti i tempi!”
Kaito Kid si mise a ridere e poi riprese: “ci sarà da divertirsi, quindi vi aspetto numerosi dato che la sfida sarà vinta dal sottoscritto!”
la sua immagine rimase sullo schermo e tutto il cinema si riempì di brusii, lamentele da parte dei genitori, mentre i bambini erano eccitati al massimo!
“il solito esibizionista” disse Conan.
All’improvviso le luci si accesero e i responsabili del cinema lo fecero evacuare.
“ci scusiamo per il disagio..” si scusarono.
Chiamarono la polizia che arrivò circa dopo dieci minuti e i giovani detective decisero di aspettarli. Per tutto il cinema c’era un aria insolitamente elettrica; il personale che si confrontava per capire cosa fosse successo, alcuni bambini piangevano, altri erano entusiasti dell’accaduto, non capita mica tutti i giorni di andare al cinema a vedere un film e di ritrovarsi in un’avventura simile! Almeno non per tutti i bambini…
“Uffa…io volevo vedere tanto questo film!” si lamentò Ayumi
“Già…però è stato emozionante! Chissà come ha fatto Kid a comparire sullo schermo!” si chiese Mitsuhiko.
“era un nastro registrato.” Disse Ai, mentre bevevo la sua bevanda.
Da lontano arrivarono Takagi e l’agente Sato.
“Hey!siamo qui!” urlò il piccolo Conan per farsi vedere dagli agenti.
“cosa? Anche qui vi troviamo?” chiese Sato.
I bambini si misero a ridere.
In poco tempo gli addetti spiegarono in breve l’accaduto..
“dunque…le pellicole devono essere state sostituite dal ladro..non c’è altra spiegazione” concluse Sato.
Conan era pensieroso e Ai, che lo notò, chiese al suo amico
“qualcosa ti turba?”
“In effetti si. Nessuno dei due ha specificato cosa vorranno rubare. Il che significa che probabilmente si sono già incontrati. Ma la frase di Kaito Kid mi ha lasciato perplesso. Cosa intendeva con ‘ruberò il tesoro più grande di tutti i tempi’?
“Forse intendono rubare…il tesoro dei pirati!” concluse Mitzuhiko.
“o magari tutto il cibo dei ristoranti del giappone!” disse Genta con euforia
“non credo che a ladro Kid interessi il cibo..” lo sgridò Mitsuhiko.
“di sicuro dev’ essere un qualcosa dal valore inestimabile…” disse Conan.
Kaito e Aoko gli passarono di fianco, quest’ultima dispiaciuta e arrabbiata con ladro Kid
“mannaggia a quel ladruncolo! Grazie a lui non ho potuto vedere il film che aspettavo da mesi..”
“dai, in fondo era solo un cartone insulso per bambini e…” ma qualcosa nell’espressione di Aoko lo convinse a non continuare.
Pericolo…
Improvvisamente un brivido di pericolo colpì Conan che subito si immobilizzò, poi si girò attorno per controllare.
‘Cos è stato?’
contemporaneamente anche Kaito fu percorso da un brivido e si guardò in giro. Notò che Conan era nei paraggi.
“sarà solo un’impressione..” concluse Conan poco convinto.
“sarà stato quel piccolo...” concluse Kaito.
“forza, andiamo Aoko!” la prese una mano e la trascinò via.

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Capitolo 4
*** Minaccie ***


Minaccie

 
La sera arrivò in fretta.
 Era mezzanotte e una luna piena e maestosa splendeva nel cielo limpido, circondata da tante stelle.
Nella periferia di Tokyo però qualcuno architettava loschi piani.
In un vecchio magazzino, dentro ad una stanza umida, erano situati un vecchio tavolo e una sedia su cui era seduto un uomo. Dall’altra parte della parete invece stava un altro uomo, la schiena appoggiata al muro freddo.
La stanza puzzava di muffa e faceva freddo, nonostante la bella giornata che c’era stata..
“ha accettato?” chiese quello seduto.
“certo, si tratta pur sempre di ladro Kid..” rispose l’altro.
L’uomo seduto ne era soddisfatto.
“bene, molto bene. Hai fatto un ottimo lavoro.” Detto questo, prese qualcosa dalla tasca interna della giacca che l’altro non riconobbe subito.
BANG!
 Un colpo di pistola e l’uomo in piedi cadde a terra, un foro nella tempia.
“non mi servi più. Ormai ho il mio obiettivo in pugno!”
cosparse l’intero magazzino di benzina, poi con un fiammifero prima si accese la sigaretta, poi lo lasciò cadete e subito l’incendio divampò, inghiottendo tutto. Sorrise della morte di quel poveretto che aveva appena freddato con un colpo.
L’uomo se ne andò in macchina, la accese e partì a tutta velocità.
 
Venti minuti dopo ambulanze, vigili del fuoco, polizia percorsero la strada per andare verso il magazzino incendiato, a sirene spiegate.
In uno degli appartamenti li vicino, qualcuno si svegliò e andò alla finestra per controllare.
“ma insomma…che città chiassosa!”
“sei tu che ti sei voluto gettare in questa nuove impresa.” si lamentò un uomo in stanza con lui. La sigaretta in bocca, una folta barba e il berretto a coprirgli il volto.
“Eddai, è divertente huhu!” rispose con gioia Lupin al suo amico.
“tsk…sisi, come no..” sputò la sigaretta per terra, la spense con la scarpa e uscì dalla stanza.
Lupin guadò l’ora e decise di rimettersi a dormire.
No!
Come poteva dormire! Doveva ancora studiare gli ultimi particolari del suo piano geniale!
Si alzò, accese una piccola lampada ad olio e si mise a pensare, mentre leggeva delle vecchie carte.
Poi si ricordò che urgeva un impegno più urgente.
Rilesse il biglietto che aveva ricevuto quel pomeriggio:
 
“ ALLE SIRENE DEI VIGILI DEL FUOCO, DIRIGITI NELLA VECCHIA FABBRICA VERSO SUD, VIA Beika.
B.B. (BLACK BOSS)
 
“Bha…e chi sarà mai…” così uscì e gettò il foglietto sul tavolo, che però cadde a terra.
 
Kaito Kid era sul tetto di un edificio abbandonato. Il luogo dell’appuntamento.
Nel pomeriggio aveva letto un inserzione sul giornale, un inserzione in codice, solo per il ladro Kid. L’aveva scoperta per puro caso.
‘chissà se non l’avessi trovato…bha..
‘chissà chi è e soprattutto che cosa vuole…’ e le sue domande furono presto chiarite…
“sapevo che avresti decifrato il mio codice.” Una voce interruppe i suoi pensieri, una voce sconosciuta.
Kid si girò ma il volto dell’uomo era coperto dalla penombra. Appena lo intravide ebbe un brivido esattamente com’era successo al cinema.
‘non mi piace.’ La sua espressione si fece seria.
“Ho ho…guarda chi si rivedere!” arrivò anche Lupin, e Kid ora non ci capiva più niente davvero.
“Bene signori…sono qui perché ho un certo affare da proporvi, per rendere la vostra sfida più interessante…” sul suo volto si dipinse una risata malevola.
Kaito e Lupin si fecero attenti, ma entrambi ebbero la stessa impressione:
Quell’uomo era pericoloso.
“che ne dite di…un duello all’ultimo sangue?”
“hmp…io dico che sei fuori…”controbatté Kaito.
Il sorriso scomparì dal volto dell’uomo misterioso e la rabbia cominciò a pervaderlo; odiava l’insolenza.
“Questa te la lascio passare, ragazzino…” gli disse come se gli avesse concesso chissà quale onore.
l’aria si fece più pesante, elettrica.
“Vedete…anche a me interessa il tesoro su cui volete mettere le mani…facciamo che, il primo che me lo porta, verrà risparmiata la vita…”
i due lo guardarono e i loro sensi si fecero più attenti. Dunque era quello che voleva.
“No no, mi dispiace amico, io non lavoro sotto commissione” rispose Kaito agitando la mano.
Poi successe tutto in fretta. L’uomo prese la pistola e colpì di striscio il braccio di Kaito, in quale si prese il braccio con la mano del braccio sano e si inginocchiò ma non voleva dare la soddisfazione a far vedere che gli faceva male, perciò si rimise in posizione, le braccia dentro le tasche e sul suo volto che stava sudando per la bruciatura, comparì un sorrisetto furbo.
Lupin rimase in silenzio.
“spero di essere stato abbastanza chiaro.” Mise via la pistola e ricominciò
“Siete due grandi ladri e mi serve il vostro appoggio. A chi mi porterà il tesoro, darò la metà del bottino e avrà salva la vita. A chi non adempirà al dovere, be…”
si fermò e si girò verso Kid. “credo che il messaggio sia arrivato chiaro, vero?”
Kaito era decisamente irritato, ma fu impassibile.
“Certo! Be è meglio muoversi allora se non vogliamo rischiare di andare all’altro mondo, no?” disse Lupin scherzosamente e con la sua solita risatina.
“Bene. Sappiate che vi terrò d’occhio…non provate a contattare la polizia o altro. Vi pedinerò giorno e notte.” Li minacciò l’uomo.
“Se se, senti, ora possiamo andarcene?” chiese Lupin.
Ancora una volta doveva lasciar correre la loro insolenza. Fece un gesto con la mano e poi se ne andò dall’ombra in cui era arrivato.
‘Quei due ladri erano molto furbi e sicuri di sé. Ancora non sanno con chi hanno a che fare. Mi prenderò una piccola vendetta per il loro comportamento indegno di fronte a me…’ concluse l’uomo.
“stai bene amico?” chiese Lupin, mentre si accendeva una sigaretta.
“ accidenti, quello me la pagherà!” urlò furibondo Kaito.
Lui lavorava da solo e non certo per un pazzo criminale. L’idea che qualcuno lo inseguiva o gli dicesse cosa fare non gli piaceva neanche un po’.
In più aveva uno scopo ben preciso, doveva scoprire chi aveva assassinato suo padre, doveva vendicarlo.
Ma avrebbe dovuto accettare. Ora la questione era assai più seria. Chissà se conosceva le loro vere identità…
“Bè, buona fortuna. Sarò io a rubare quel tesoro!” disse Lupin, facendo l’occhiolino a Kid.
Questo lo guardò con aria di sfida, poi si girò aprì il suo deltaplano e sparì in mezzo alle stelle.
Lupin lo guardò, il suo volto sorridente e se ne andò anche lui, la sigaretta accesa e quasi finita in bocca.
 
L’uomo chiamato B.B. stava sfrecciando in macchina, soddisfatto che tutto stava procedendo come doveva.
“è inutile…per quanto si sforzino io li farò fuori tutti! Hahahaha!” scoppiò in una risata isterica, i suoi occhi erano quelli di un pazzo, fuori di se.
Si accese un'altra sigaretta e scomparì nelle strade della grande metropolitana.

P.S.= volevo ringraziare le mie due lettrici per leggere e recensire la mia storia **
mi fa davvero piacerissimo che vi piaccia e spero che continuiate a seguirla e ad appassionarvi ^^
spero che possa piacere anche a nuovi lettori!

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Capitolo 5
*** Strane Presenze ed Inquietudine ***


Strane presenze ed inquetudine

 
Nella stanza, un bambino dormiva un sonno agitato.
Conan si svegliò di soprassalto, il cuore che batteva a mille per l’agitazione.
“anf…anf…che incubo…” Conan si mise una mano sulla fronte e presto si accorse che era tutto sudato.
Rimase così per alcuni minuti, il respiro ancora irregolare per l’agitazione, gli occhi sbarrati.
Le poche immagini del suo incubo gli passavano nella mente, come una vecchia pellicola.
 
BANG!
Uno sparo!
Kaito e Lupin si stavano fronteggiando ma all’improvviso partì un colpo.
Da dove? Chi è?
Un urlo.
 Ran…è Ran che urla…ma perché?
Ora lei era lì…urlava, piangeva, ed il suo volto si dissolse nella nebbia. Poi tutto fu nero.
 
 Era inquieto, come se presto dovesse accadere qualcosa di brutto…molto brutto.
‘Ho una strana sensazione…’
 
Dopo essersi lavato, vestito, fatto colazione, decise di andare in ufficio da Goro. Aprì la porta e vide che l’ispettore Megure stava parlando con il detective, mentre Ran stava preparando del thè.
“buongiorno a tutti.” Salutò ancora assonnato.
“Ciao Conan” lo salutò Megure.
 Poi riprese a parlare con Goro “purtroppo la vittima non l’abbiamo identificata, ma siamo certi…che si tratti del solito serial killer!”
“Ne è sicuro?”chiese preoccupato Goro.
 Conan, a quelle parole si fece più attento. ‘Cos’era successo sta volta?’
“mi scusi? Avete trovato un'altra vittima?” chiese con fare ingenuo.
Goro stava per tiragli un pugno, ma arrivò Ran che portò u un vassoio tre tazze di thè, poi salutò il piccolo bambino. Lui le sorrise, e cercò di scrutare qualcosa nel suo sguardo. La sensazione di pericolo ancora non sen era andata.
Ran, notando che il bambino lo stava fissando, gli chiese “Hey, Conan? Che c’è?” Conan si ridestò, divenne un po’ rosso di vergogna e fece cenno di No con la testa.
“Goro, vorrei che ci aiutassi nelle indagini per catturare questo Serial Killer.”
Goro si fece serio “ma certo, non c’è problema.”
“forza Conan, sennò faremo tardi a scuola!”
“si..”
quando varcarono la soglia di casa, videro che fuori pioveva, così Ran tornò a prendere due ombrelli.
Conan si mise sotto la pioggia a fissare il cielo grigio. Neanche uno spicchio di cielo azzurro o un raggio di sole a salutarlo; piccole gocce d’acqua gli ricadevano sui capelli, la frangetta ormai bagnata, scorrevano giù, verso le guance, poi giù fino al collo…
“Conan! ma cosa fai? Così ti bagnerai tutto!”  Ran porse subito l’ombrello al bambino.
S’incamminarono verso scuola e poco dopo arrivarono Sonoko e la squadra dei giovani detective.
I bambini si lamentavano del tempo, mentre Conan e Ai erano gli ultimi della fila e stavano in silenzio. Alla piccola scienziatina pareva strano quel suo silenzio, così gli chiese
“Hey, tutto a posto?”
Conan si ridestò dai suoi pensieri e annuì.
“senti…non ti sembra che..?” proseguì Ai e Conan fece un altro cenno con la testa, poi si voltò appena per vedere con la coda dell’occhio lo sconosciuto, indossava un impermeabile nero, lungo, un cappello nero.
“si, l ho notato anch’io. Non voltarti.” La combriccola continuava a camminare, ormai giunti fino a scuola.
“pensi che siano Loro?” chiese Ai con una certa agitazione.
“no non credo ci pedinerebbero così allo scoperto. Dà troppo nell’occhio.” Si mise a guardare i bambini che chiacchieravano allegri, poi il suo sguardo si spostò su Lei…la sua Ran.
Il suo timore non cessò, ma anzi, quella novità lo preoccupava. Perché mai ora un uomo li inseguiva? Chi, effettivamente seguiva? Chi è?
Doveva proteggere Ran…e i bambini.
La giornata trascorse tranquilla e verso il pomeriggio la pioggia cessò per lasciar posto ad un timido sole che ogni tanto si nascondeva tra le nuvole.
Conan tornò per primo a casa e notò che nella posta c’era una lettera legata con una rosa. La prese e notò che al posto del mittente c’era un disegno che conosceva bene. Senza pensarci, aprì la busta e…trovò un messaggio.
Era di Kaito Kid.
 
Al grande Detective…
Come due ombre, nella notte di luna piena,
io Kaito Kid
ruberò  il tesoro più Prezioso e Raro di tutti i tempi!
 
Lesse e rilesse la lettera, guardò nei minimi dettagli la busta per trovare altri elementi e…il fiore.
‘ perché mai Kid avrebbe allegato una rosa, se la lettera era indirizzata a me o a Goro? Hei…non è che…no! Impossibile!’ scacciò quel pensiero perverso ed entrò in casa.
La sera fece vedere la lettera a Goro il quale lo sgridò.
“chi ti ha permesso di aprire la lettera?”
“è che…ero curioso!” disse in tono innocente.
“è chiaro che Kaito Kid mi vuole sfidare…e io, il grande detective Goro, accetto la sfida!” e scoppiò nelle sue solite risate.
‘non credo proprio…’ pensò Conan.
 
Il giorno dopo, Goro chiamo l’ispettore Megure per riferirgli dell’accaduto e ben presto la notizia fu diffusissima, arrivò fino all’ispettore Nakamori, il quale chiese un incontro con Goro per vedere la lettera. Era furibondo.
I telegiornali, le tv, tutti, non facevano che parlare dell’ecclatante sfida tra due grandi ladri contro il famoso detective dormiente.
Alcuni sostenevano invece che Kid avesse rivolto la lettera al bambino che abitava con Goro, anche lui un suo grande rivale.
Qualche trasmissione trasmise l’ultima intervista fatta a Conan, per ricordare le sue grandi gesta contro Kaito Kid.
I giorni per Conan passarono in fretta. Oltre la solita routines della scuola, doveva capire il messaggio in codice di Kid, e poi…c’era quell’uomo misterioso che continuava a pedinare lui e i suoi amici.
 
Quella notte, la mezzaluna splendeva in cielo, le nuvole ogni tanto la coprivano.
Cominciò a piovigginare e a Lui non andava bene.
La ferita gli bruciava ancora, nonostante fossero passati alcuni giorni dall’accaduto.
Era appostato davanti al grande edificio per controllare la situazione per completare il suo piano d’azione.
Doveva vincere la sfida con Lupin, ormai lo sapeva. Non era più un gioco, ma una questione di vita o di morte.
Aveva notato negli ultimi giorni un uomo che lo inseguiva ma soprattutto inseguiva anche Aoko. La sua cara amica. Non poteva metterla in pericolo. Così stava pensando ad un piano per cavarsela, sicuro che anche il suo rivale avrebbe fatto lo stesso.
Passi.
Kaito si girò, il cuore cominciò a battergli più veloce.
“sapevo di trovarti nei paraggi…Kid.”
Ne riconobbe la voce ed ebbe un brivido tra paura e sorpresa.
“quale onore la porta qui?” chiese
“La lettera. Vedi, non mi piace il fatto che hai coinvolto un certo Detective…”
“ Per rendere il gioco più interessante” disse Kid in tono di sfida.
L’uomo era oltremodo irritato. Prese la pistola da dentro la giacca e la puntò contro il ladro.
Kaito se l’aspettava, e si mise in posizione, pronto a scattare.
“Te ne sarai accorto, ma…vedi, sto facendo pedinare pure quel bambino a cui hai mandato la lettera. Ti consiglio di non fare scherzi, caro il mio ladro.”
Lui sorrise ed annuì.
 ‘Questo cel’ ha proprio con me.’
“Be, essendo solo un bambino…” comiciò Kaito
“un Bambino sveglio.” Concluse L’uomo.
Kaito non disse niente. In fondo aveva ragione. Dunque l’aveva già adocchiato.
“Bene…è ora per me di andare.” E una nuvole di fumo avvolse il ladro che sparì nella notte buia.
L’uomo ne rimase infastidito.
‘divertiti finche puoi, con i tuoi trucchetti…’
un ghigno malvagio si disegnò sul suo volto, poi, si girò e se ne andò, lasciando spazio al nuovo giorno.

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Capitolo 6
*** Un pomeriggio un pò movimentato! ***


Un pomeriggio un pò movimentato

 
La bibliotecaria si era stupita che un bambino delle elementari, così piccolo gli avesse chiesto di usare il computer; e sapeva usarlo bene! L’aveva osservato mentre sistemava gli ultimi libri su degli scaffali, ma poi per fortuna del bambino, fu impegnata per tutto il tempo.
‘la rosa…la rosa è la chiave!’ si era detto, mentre digitava i tasti sul computer.
“ecco..vediamo…” si era aperta una pagina che parlava di fiore, piante, selvatiche, specie protette e in via d’estinzione.
‘no, non mi convince…non credo che a Kid e a Lupin interessino i fiori…ci dev’essere dell’altro…’
 
intanto, un uomo con un ‘impermeabile nero e il cappello, si era seduto ad un tavolo poco distante dal bambino, con in mano un libro e nell’orecchio destro un piccolo auricolare; ogni tanto lo scrutava, poi tornava a leggere il suo libro.
 
Conan pensava pensava…ma cosa mai voleva dire quel fiore?
Ma una foto colpì la sua attenzione:
un signore, vestito con abiti signorili, dei folti baffi neri, il viso incorniciato da folti capelli dai medesimi colori, teneva in mano un vaso d’oro, ornato con delle gemme e disegni fatti a ghirigori e dal vaso spuntava un gambo con delle gemme sfumate dal bianco al rosa. Era un fiore molto bello. Sulla didascalia venivano riportate le seguenti parole:
 
Fiore Pimpennyl, il più raro e unico…
Aprì la foto e comparve il seguente articolo:

 
 
Il fiore Pimpennyl , uno dei più rari e unico esemplare, è custodito nella vecchia Villa Hikary in Giappone.
Lo ha annunciato il proprietario nell’intervista la settimana scorsa, il Duca proveniente da una stirpe reale Italiana molto antica. Corre voce che sia appunto l’ultimo esemplare e lo tenga nel suo vaso d’oro dal valore inestimabile, ma mai quanto il valore del fiore…

 
‘Che sia questo…?’ notò che l’articolo risaliva all’incirca due anni fa.
Doveva controllare, ma come?

“Complicazioni..” l’uomo con l’impermeabile bisbigliò al piccolo auricolare.
“..sai cosa devi fare..” rispose la voce dall’altra parte.
L’uomo chiuse la comunicazione e aspettò, fissando il bambino.
 
Conan chiuse internet, poi si alzò e uscì di corsa dalla biblioteca.
Uscendo notò qualcosa e ne fu ben felice.
‘gli altri saranno salvi..’
si mise a correre per le stradine e l’uomo con l’impermeabile non perse tempo e si mise a seguirlo, cercando di non farsi vedere.
Conan prese il suo telefono miniaturizzato, ma non poteva chiamare ora. Doveva liberarsi del suo inseguitore prima.
Entrò in una via e l’uomo, credendo di averlo in pugno, lo seguì.
Era un vicolo cieco.
Si guardò attorno, degli scatoloni, un cassonetto, ma del bambino non c’era traccia.
C’era silenzio, ma soprattutto, sembrava esserti volatilizzato. L’uomo si voltò per andarsene, ma in un secondo fu steso a terra e un pallone da calcio rotolò al suo fianco.
“ma che..?” si mise una mano sul naso sanguinante e si voltò, lo sguardo impaurito.
“così impari a seguire un bambino!” gli disse Conan, lo sguardo da furbetto.
L’uomo lo guardò con rabbia, poi si alzò di scatto e scappò via a gambe levate.
Conan cercò di seguirlo, ma perse immediatamente le sue tracce.
‘Accidenti!mi è sfuggito!”
“Hu hu, bel tiro, complimenti!” un passante si rivolse al bambino che lo guardò stupito, poi con aria sorniona disse “ma non sono stato io!”
l’uomo alto e mingherlino indossava una giacca rossa, sotto una camicia blu con una cravatta.un cappellino estivo a coprirli il viso. Era alto e mingherlino. Questo si girò dietro di lui, e vedendo un movimento sospetto, prese il bambino per un braccio e lo trascinò nel vicolo.
Conan fu preso alla sprovvista e si nascosero insieme.
“ma che…” stava per iniziare ma quel ragazzo misterioso si mise un dito davanti alla bocca “shh” lo interruppe e gli chiese
“potresti rifarlo?”
“he?”
 
sentirono altri passi, questa volta più concitati. Conan apparve davanti all’uomo vestito di nero  e appena lo vide mise una mano dentro la giacca per estrarre la pistola, ma Conan fu più veloce. Con un calcio gli tirò una pallonata che lo colpì in pieno viso e cadde svenuto.
Anche il ragazzo uscì dal suo nascondiglio e si grattò dietro la testa.
“allora sei davvero pericoloso come dicono!” continuò lui.
“…si può sapere chi sei? Perché quell’uomo ti inseguiva?
“e a te?”
Conan non seppe rispondere.
Lui si inginocchiò all’altezza di Conan e gli sussurrò
“diciamo che sono un tuo grande ammiratore…” e gli fece l’occhiolino. Conan lo guardò con un espressione sorpresa, senza aver capito nulla.
“ci incontreremo presto, Detective dei miei stivali!” si mise a ridere e se ne andò un andatura da ubriaco. Conan stette a fissarlo e un pensiero s’insinuò nella sua mente.
“che sia…no, non può essere!” Kid gli sembrava molto più giovane…o forse…era Lupin!
ma..perché?…’
 
Girato l’angolo, Lupin trovò il suo amico Gighen, la solita sigaretta in bocca.
“com’è andata?” chiese
“bene, ma non certo grazie a te!” lo rimproverò Lupin.
“una piccola vendetta per l’altra volta!” rise Gighen.
“quel piccolo è pericoloso, tanto che B.B gli ha messo un uomo alle costole!pensa!” disse tutto contento.
“che bella notizia..” disse in tono sarcastico.
 
“che cosa? Un fiore?” urlò Goro al piccolo Conan
“esatto, guarda..” gli porse la pagina che era tornato a stampare dopo l’aggressione.
Goro si mise a leggere attentamente esclamando qualche “hmm”mentre  Conan e Ran lo guardavano attenti.
“ma dai, non può essere!” e così dicendo buttò via il foglio che Ran prese al volo per leggerlo.
“Kid ha usato le stesse parole dell’articolista!” spiegò Conan
“Ha ragione papà…prova a fare un tentativo!” gli rispose Ran.
Goro li guardò con la solita faccia in spazientita:
“cof cof..sarà il caso che chiamo Megure per vedere se questo tipo c’è ancora.” Così dicendo contattò l’ispettore Megure e presto si ritrovarono tutti in macchina verso la misteriosa Villa Hikary.

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Capitolo 7
*** Villa Hikary ***


Villa Hikary

 
Si trovava fuori città, tra le montagne, in mezzo ai boschi.
Arrivarono e, vedendo l’immensità del luogo, rimasero senza parole. La villa era enorme, circondata da alte mura bianche. Al centro, c’era un portone enorme con due grossi leoni con la bocca spalancata a rendere più minaccioso quel luogo. Colonne e fregi erano situate un po’ d’appertutto e l’intera villa era circondata da un vasto giardino, il quale si estendeva a vista d’occhio nella parte posteriore della villa.
Conan, Ran, Goro, Megure e Takagi rimasero a bocca aperta di fronte a tanta grandezza e maestosità ma si ricomposero non appena un domestico gli diede il benvenuto
“prego signori, chi siete?” chiese. Era un vecchio domestico ma con un portamento da vero gentiluomo.
“salve, siamo della polizia. Vorremmo solo parlare con il proprietario della villa, se non è di troppo disturbo” chiese Megure, un po’ imbarazzato.
Li fece entrare nella villa, aprò il portone e si ritrovarono in un corridoi lungo e abbastanza stretto, con appesi vari quadri alle pareti e delle mensole con oggettini vari.
Il domestico li fece accomodare in soggiorno e andò a chiamare il Duca.
Il soggiorno era molto luminoso, composto da due poltrone stile settecento, intonato con tutto l’arredo. Tavolo, poltrone e divano erano di un colore verde chiaro, bordati di finiture oro. Su una parete vi era un caminetto con sopra fotografie e ninnoli di tutti i generi. Alle pareti vi erano appesi quadri di personaggi famosi che hanno fatto la storia, e il tappeto era anch’esso molto colorato e lavorato con disegni fatti a ghirigori. Gli ospiti rimasero a bocca aperta e si accomodarono sulle poltrone.
 
Dopo pochi minuti entrò nella stanza il famoso Duca. Vestito come nella foto dell’articolo, non era cambiato di una virgola. Lo sguardo deciso e sicuro di se, poi con fare amichevole salutò tutti
“salve signori, benvenuti nella mia umile dimora!” aveva un accento molto strano e parlava abbastanza bene il giapponese.
“scusi, ma lei è di origini Italiana?” chiese Conan
“Ho, ma che simpatico ragazzino! ma certò! Per essere più precisi, mio padre era Gvande comandante arabo, mia madre italiana!” disse con orgoglio.
“Ho, che sbadato! Il mio nome è Duca di Amjad!”
“Ispettore Megure, del dipartimento di polizia di Tokyo, e con me l’agente Takagi, mio collaboratore e il detective Goro, sua figlia Ran e per finire il piccolo Conan” Megure indicò tutti dicendo i loro nomi.
“Ho…piacere, piacere!” disse allegramente
‘ma ride sempre?’ pensò Conan
“passiamo a cosa più urgenti..” dicendo questo, Megure tirò fuori l’articolo di Conan e spiegò i fatti al Duca
“abbiamo il sospetto che i due ladri Kid e Lupin vogliano rubare questo fiore che lei ha detto di avere…”
gli prese il foglio e lesse, poi lesse la lettera di Kid
“mha, sarà solo una coincidenza! Nessuno può rubare quel gioiello che posseggo!” disse, sempre ridendo.
“vede, lei ha usato gli stessi vocaboli che ha usato Kid nella lettera spedita a Goro. Crediamo non si tratti di una coincidenza.”
Ma il loro discorso fu interrotto da un rumore assordante, vocì concitate provenivano dal corridoio.
All’improvviso la porta si spalancò ed entrò un uomo coi affetti e l’espressione furibonda
“Nakamori?” disse sorpreso Goro
“come avete osato non avermi chiamato?” urlò furibondo verso Megure e Goro.
“vi ricordo che il caso Kid è stato affidato a me, sono io che catturerò quel ladro d’astrapazzo!chiaro??”
“siamo mortificati ma vedi…”
il Duca si mise a ridere e fece accomodare pure Nakamori
“prego, si sieda qui. Ecco, ora tutti noi riuniti!” e scoppiò in un'altra risata
‘siamo a posto’ pensò Conan disperato.
Nakamori si accomodò con l’espressione imbronciata.
“mi scusi…” iniziò timidamente Ran e tutti si voltarono verso di lei
“ecco…potremmo vedere questo famoso fiore? Dalla foto sembra stupendo…” un lieve rossore di imbarazzo le coprì il viso e il Duca, intenerito scoppiò a ridere
“ma certo! Vedete, lo tengo in un posto segreto, pieno di trappole che solo io so come sbloccare! Attendete…” l’omone si alzò e chiuse la porta.
Dopo dieci minuti,l’uomo tornò con il prezioso vaso in mano; era tutto d’oro e luccicava nella stanza luminosa, i disegni erano definiti a mano, ghirigori allegri s’intrecciavano a formare una strana fantasia stile barocco,e qua e la incastonate delle pietruzze colorate. I fiori erano dei boccioli molto grandi, bianchi che sfumavano verso il gambo di un colore rosa acceso.
Rimasero tutti meravigliati dalla sua bellezza e il Duca ne fu fiero
“ha ha ha! Ecco, questo il famosissimo fiore. Vi piace?”
“è stupendo!” rispose Ran
il Duce si mise a ridere.
D’un tratto si sentì una finestra andare in frantumi.
Qualcosa entrò velocissimo nella stanza, sfiorando per pochi millimetri il vaso, per finire la sua corsa impiantandosi nel muro.
Tutti i presenti si buttarono a terra
“giu!” urlò Goro
Conan, il più coraggioso si alzò quel poco che bastava per andare vicino alla finestra. Si appoggiò al muro e pian piano cercò di sbirciare fuori.
Non c’era nessuno.
“Conan, vieni via!” disse Ran preoccupata.
“potete alzarvi, non c’è nessuno!” disse il bambino.
Tutti si alzarono e Nakamori andò a prendere la freccia attaccata al muro.
“ma..questa…”
c’era un bigliettino con un disegno molto buffo. Un omino dai capelli neri che faceva l’occhiolino,la solita giacchetta rossa
“non è di Kid!” concluse Megure, Nakamori lo guardò seccato.
“magari è di Lupin!” azzardò a dire Conan. Ne era sicuro.
“si…potrebbe essere..”
Nakamori girò il foglio e lesse le seguenti righe:
 
Complimenti, alla fine avete capito il nostro obiettivo!
Quel fiore fa gola a molti…
Bravi! Ha ha ha!!
 
“grrr…questi si stanno prendendo gioco di noi!” urlò infuriato e gettò via il foglio stropicciandolo.
“ho no, è terribile!” disse disperato il Duca
“presto, vada a nascondere il vaso!” ordinò Goro e il Duca corse via e tornò qualche minuto dopo.
“da questo momento la villa sarà sotto stretta sorveglianza” disse Nakamori.
E così fu.
La villa fu messa sotto stretta sorveglianza, poliziotti ovunque e nessuno poteva entrare.
Ne parlarono i telegiornali, a scuola…insomma, ormai la villa era diventata quasi un attrazione turistica, tantè che molti curiosi cominciarono a farle visita, scattare foto e questo non agevolò affatto il lavoro delle forze dell’ordine.
 
“Hey Conan, hai più saputo niente di quel serial killer?” chiese Mitzuhiko mentre la compagnia si stava dirigendo verso casa all’uscita da scuola.
“in effetti al telegiornale non hanno più dato notizia..” ci pensò Ayumi
Conan si mise a pensare, la mano sul mento.
‘è molto strano, in effetti. Dall’incidente del magazzino non si ha più saputo niente.”
“be, forse si è stancato di uccidere la gente e ha deciso di ritirarsi!” disse Genta.
Conan non ne era molto convinto.

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Capitolo 8
*** Scontro finale ***


Scontro Finale

 
Il fatidico giorno arrivò.
Il giorno della sfida tra Kaito Kid, il ladro fantasma e l’inafferrabile Lupin III!
Ormai era argomento sulla bocca di tutti!
In quella occasione il Duca, data la grande pubblicità, decise di dare un party nella sua villa.
“una festa? Sta scherzando vero??” urlò Nakamori ad Duca
“no no, ormai la mia villa ha fatto molta pubblicità, molti turisti venuti per ammirare villa e io volere aprire porte a loro, in segno di gratitudine!”
Nakamori, insieme a Megure e a Goro avevano provato a fargli cambiare idea, ma era irremovibile.
La sera tutti gli ospiti, dai comuni cittadini, alle celebrità ed alcuni politici, furono invitati e messi nella sala da ballo o sala dei ricevimenti. Era una sala magnifica: una sala immensa,alta e spaziosa. Dal soffitto pendeva un lampadario con dei pendagli di vetro, la sala in stile settecento, somigliava molto allo stile della reggia di Versaille.
Tutti gli invitati erano vestiti eleganti e al party c’erano tutti: la squadra dei giovani detective, Ran, Sonoro e ovviamente Megure, Goro, Sato e Takagi,e questi ultimi insieme a Nakamori erano in servizio. Erano tutti molto tesi. La villa brulicava di poliziotti all’esterno e intorno alla villa volavano molti elicotteri.
Ran e Sonoro erano meravigliate dalla bellezza della sala,mentre i Detective Boys erano eccitati
“saremo noi a catturare Kid e Lupin!” disse Mitzuhiko
“si! E finiremo su tutti i giornali! Diventeremo famosi!” rispose Ayumi, tutta felice
Genta tornò con un piatto pieno e stra colmo di leccornie
“forza, bisogna essere in forze per indagare!” e si mise a mangiare.
“ho Genta…non esagerare col cibo!” lo rimproverò il Dottor Agasa.
‘ma perché sono venuti anche loro?’ la piccola Ai guardava divertita lo sguardo rassegnato del Detective ed emise un ridolino divertito
“chissà come andrà a finire…”
Conan si girò verso di lei
“il grande Shinici Kudo in versione mini contro due ladri molto astuti. Lo Sherlock Holmes del terzo millennio avrà la meglio?”
“piantala…” disse un po’ seccato. Tornò a fissare il Duca. Non gli staccava gli occhi di dosso, doveva tenerlo d’occhio.
Un brivido.
Conan si girò per cercare la fonte di quel brivido di pericolo.
‘la stessa che ho avuto al cinema..’
Conan fu investito dalla sensazione di inquietudine di giorni prima.
“Shin..” bisbigliò Agasa, e lui si voltò
“dimmi, hai scoperto il nascondiglio del vaso?”
“no, macchè, non cel ha voluto dire” e puntò di nuovo il suo sguardo sul Duca, circondato da belle donne.
“ha ripetuto che era in posto sicuro.”
“Capiso. Be stiamo bene attenti e vediamo come si svolge la serata.” Disse rassegnati Agasa.
I bambini cominciarono ad andare in giro per il salone, correndo divertiti, finchè Conan vide che il Duca si stava dirigendo fuori dal salone con una donna.
“Dottore, le affido il resto!” e corse via prima che questo potesse ribattete.
“ha adocchiato la sua preda e ora non la lascerà un solo istante.” Commentò la piccola scienziatina
“non ti sembra che Shinici sia strano questa sera?” chiese Agasa
“sicuramente sarà piuttosto teso, poiché dovra confrontarsi con due avversari da non sottovalutare.” Rispose.
 
I corridoi della villa erano poco illuminati, ma il piccolo bambino riuscì comunque a seguire i due.
‘ma dove stanno andando?’
il Duca stava salendo le scale piuttosto brillo, il braccio intorno alla vita della donna.
Conan li seguiva da lontano, cercando di non far rumore.
Proseguirono per vari corridoi fino ad arrivare ad una stanza. Il Duca aprì la porta ed entrarono.
La donna stava per chiudere la porta, Conan non cel’ avrebbe mai fatta ad entrare se il Duca non fosse caduto e avesse trascinato la donna quasi fino in mezzo alla grande stanza. Conan sgattaiolò dentro e si nascose dietro ad una scrivania.
La donna si alzò a fatica, chiuse la porta a chiave.
Conan rimase nascosto e alla fine decise di sbirciare e vedere cosa stavano facendo.
 Si girò piano e vide, grazie alla flebile luce della luna che filtrava verso la finestrina, il Duca steso a terra e russava.
‘ma…sta dormendo?’
non si rese minimamente conto che qualcuno stava arrivando da dietro…
 
si girò troppo tardi. Delle mani lo afferrarono, una mano davanti alla bocca per soffocargli le urla; Si divincolava ma era tutto inutile, non riusciva a liberarsi.
“ci si rivede, moccioso!” disse con voce minacciosa.
‘cidenti! Come ho fatto a farmi sorprendere?’
Poi qualcuno bussò alla porta.
La figura nera si avvicinò lentamente alla porta e Conan sperò di potersi liberare.
L’uomo con l altra mano girò la chiave ,poi prese la pistola. Si mise dietro la porta, aspettando che il malcapitato entrasse.
‘ora…cosa faccio?’
la porta cominciò ad aprirsi.
“è permesso?” una voce femminile.
L’uomo puntò la pistola.
“vi ho visti entrare qui e…”  entrò una giovane cameriera che si girò verso la figura nascosta nel buio.
Poi la sua voce cambiò in quella di un ragazzo
“ho pensato che il bambino vi avrebbe dato fastidio…”con un ghignio al posto della cameriera apparve il ladro Kaito Kid.
“tu! Brutto…”
ma  Kid prese la sua pistola e sparò un colpo, colpendolo alla mano che gli fece cadere la pistola. Conan ne approfittò, sentendo la presa allentarsi; gli mollò un calcio nel basso ventre e riuscì a liberarsi.
“ti devo un favore he?” disse Conan al suo salvatore.
“quella è gente che non scherza...”
l’uomo stava per prendere la pistola, così Conan attivò le sue super scarpe, sganciò il pallone e glielo tirò dritto in faccia
“prendi questo!”
l’uomo cadde a terra KO.
“bene…se non ti dispiace…” Kid fece finta di niente e indietreggiò.
“fermo!” ma il ladro era sparito.
Il piccolo detective si guardò intorno alla ricerca del ladro, e il suo sguardo cadde sull’uomo a terra.
‘ma è quello dell’altro giorno!’
vide una piccola veste spuntare da dietro la scrivania.
‘evidentemente si era travestito da donna per non dare nell’occhio..’
poi sentò un rantolo dietro di se.
Il Duca si stava rianimando, così corse in suo aiuto
“signor Duca, tutto a posto?”il Duca si alzò lentamente, poi si guardò intorno ancora intontito
“ma che…cos è successo?”
“chiami i poliziotti, ladro Kid è gia all’interno della villa!” così dicendo, corse vero ls porta aperta e si fiondò all’inseguimento.
“ho no,è terribile! Corse verso il letto e schiacciò un pulsante sotto di esso. Partì immediatamente una sirena.
Poi corse fuori dalla stanza.
L’uomo nella stanza si rianimò
“intervenite subito!”
Conan corse per i corridoi ma del ladro non c’era traccia; girò a destra, poi a sinistra…nulla.
“accidenti!” si fermò un attimo a riprendere fiato e in quel momento si sentì un boato e subito tutta la villa tremò.
Nella sala,l’unica illuminata, andò via la luce e tutti si spaventarono.
“cos è stato?” chiese Ran preoccupata.
“presto bambini venite qui!” li richiamò a se Agasa e tutti lo raggiunsero spaventati.
Alcuni uomini, senza farsi notare uscirono dalla stanza.
“non vedo niente!” si lamentò la piccola Ayumi.
Un altro tremolio.
“è il terremoto?” chiese Genta spaventato
“no non credo…sembrano delle esplosioni…”commentò Ai
“che cosa??” urlarono in coro i bambini.
In quel momento arrivò la polizia.
“per favore signori, mantenete la calma. Ora faremo evacuare l’edificio. Mantenete la calma e seguite le nostre istruzioni!” urlarono gli agenti, le torce in mano.
 
Il bambino stava correndo ancora per i corridoi, quando sentì dei passi farsi vicini.
Svoltò l’angolo e con la coda dell’occhio vide tre uomini armati, uno di loro aveva un mitra.
Una gocciolina di sudore gli calò dalla fronte.
“qui le cose si stanno facendo complicate..”
 
In una stanza, qualcuno stava trafficando con una cassaforte…
L’orecchio appoggiato alla parete, mentre con una mano girava la rotella per trovare la combinazione
“dai…ci siamo…è l’ultima…” Lupin era tutto sudato, ma felice perché era riuscito ad arrivare prima del suo rivale.
Clik!
“ho ho…finalmente!”
aprì la cassaforte e subito una luce lo abbagliò. Si mise le mani davanti agli occhi.
Dopo qualche secondo guardò e…
“No! Non è possibile!”
dentro c’era un biglietto di ladro Kid, il suo disegno era inconfondibile.
“ha ha ha!” una risata arrivò da dietro Lupin, che si voltò e video il suo rivale sbellicarsi in una sonora risata.
“tu…quand è che..?” Lupin era proprio arrabbiato.
“mi dispiace amico, ma il vaso col fiore è mio!” gli fece l’occhiolino e lo tirò fuori da dietro la schiena.il vaso era proprio lucente.
“dammelo!” Lupin cercò di afferrarglielo dalle mani ma inciampò e cadde addosso a Kid, in quale per non cadere si arrampicò a qualcosa sul muro. Sotto i loro piedi si aprì una botola e i due ci caddero dentro.
E per loro fortuna, perché arrivarono gli uomini armati
“la cassaforte è aperta!” disse uno
“ma dove sono..?”
“svelti, andiamo a cercarli!” e corsero via.
Conan spuntò da dietro all’angolo e si guardò attorno.
‘la cassaforte è aperta…’ prese il bigliettino di Kid.
Si guardò intorno e per terra vide qualcosa che attirò la sua attenzione.
‘un petalo?’ lo guardò bene.
‘ma è lo stesso del fiore!’ si guardò intorno.
‘loro…sono ancora qui…’ si disse sicuro. Notò una leva nel muro di fronte a lui, la stessa che aveva azionato Kid per sbaglio.
Si dipinse un sorrisetto compiaciuto, così la azionò ma non sapendo dove si aprisse la botola, si aprì e cadde dentro anche lui.

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Capitolo 9
*** La sfida continua ***


La sfida continua

 
Lo scivolo, fatto di pietra andava giu giu…sembrava infitino !Conan urlò e finalmente arrivò a destinazione.
Era una grotta buia,ma per fortuna il nostro detective era meglio di 007. azionò l’orologio, che si illuminò come una pila e si guardò intorno.
 
Intanto, la villa stava pian piano evacuando. La parte destra della villa era ricoperta di fiamme che piano stavano avvolgendo l’intero edificio. Gli ospiti erano nel panico, la polizia chiamò i vigili del fuoco, e dentro alcuni poliziotti erano alla ricerca dei due ladri.
“la mia villa…” pianse il Duca.
Ran e gli altri erano tutti vicini, a guardare l’edificio in fiamme, poi Ran si guardò attorno e terrore si accorse che il piccolo Conan non c’era.
“dov’è Conan?” urlò spaventata. Ai e il Dottore si guardarono un po’ preoccupati
“vedrai che sarà nei dintorni.” Cercò di tranquillizzarla Agasa.
 
“Hei, quello era il mio piede!” lo rimproverò Kid
“Ops. Scusa!” rispose in tono sarcastico Lupin
Kid lo guardò malissimo.
I due ladri stavano camminando all’interno di quel passaggio segreto, fatto di roccia. Era tutto buio e i due andavano avanti a tentoni.
“cerchiamo qualche altro interruttore per poter uscire da qui..” disse Lupin, tastando il muro.
D’un tratto trovò qualcosa, simile ad un cono gigante.
“Ho ho, ma guarda. Hai da accendere?” chiese al ladro bianco, il quale lo guardò con una faccia come per dire “ti sembra che io fumi?”
“come non detto…” tirò fuori dalla tasca un accendino blu e accese la fiaccola.
Quando la accese, questa gli scoppiò in mano e divenne cenere che si sparse a terra. Lupin quasi si spaventò e Kid scoppiò in una fragorosa risata.
“e smettila di ridere!!”
Lupin offeso, riprese il lavoro di cercare una via di fuga e…trovò una leva. La abbassò.
Si sentì un forte rombo la grotta tremò per qualche secondo.
 
Conan per poco non perse l’equilibrio sentendo il terreno vibrare
“cos è stato?”
un rumore sinistro proveniva dalle sue spalle, così si voltò, l’orologio-torcia rivolto verso un qualcosa che si muoveva.
“o mamma!” si mise a correre a più non posso.
 
Nel frattempo anche i due ladri sentirono sempre più chiaramente lo stesso rumore, così si fermarono per capire cosa fosse.
Videro una lucetta in fondo che si avvicinava sempre più, poi delle urla.
Conan in lontananza vide due figure, così urlò “pista!!!”
Quando li riconobbe si sorprese, ma non c’era tempo per acciuffarli,poiché una palla gigante stava rotolando minacciosa verso di loro.
Quando anche i due ladri capirono, si misero a correre dietro al bambino, sorpresi anche loro nel vederlo li.
I tre si misero a correre urlando come matti, finchè davanti a loro non apparve un’insenatura abbastanza grande da passarci tutti ed incastrare l’enorme masso. Entrarono senza fiato e come previsto, il masso completò la sua corsa.
I tre si fermarono per prendere fiato e finalmente riuscirono a vedere dov’erano;era una grotta con qualche torcia accesa, e di fronte a loro c’erano tre vie.
“che…ci fai qui tu?” chiese Lupin al bambino
“vi ho seguito fin qui.”rispose lui.
I due ladri si guardarono
“ma che bello…” disse Kid.
“chissà che posto è questo…”chiese Conan guardandosi attorno. Andò verso le tre vie e le esaminò una ad una.
‘sembrano tutte uguali.’
D’un tratto Lupin assunse un espressione spaventata e urlò verso Kid
“hey hey ma…il vaso…”
Kid guardò il vaso che aveva in mano e si sere conto…che era rotto!
“era un falso!” gli disse tranquillo
“…quindi llo sapevi?”
“certo…volevo solamente ingannarti”
“Ho be, mi dispiace per te ma men’ero accorto. Volevo vedere se ci arrivavi, ragazzino!” e gli fece un sorriso maligno.
“dunque…” Conan cominciò a riflettere per conto suo, lasciando che i due continuassero a bisticciare.
“ma se il vaso era finto…perché quello…? E poi…dov’è quello vero?” si mise a pensare,una mano sotto il mento, al luogo dov’erano finiti.
Quel luogo era una sorta di labirinto, pieno di trappole…
“ma certo!” disse d’un tratto e i due ladri lo guardarono.
“il vaso si trova qui sotto!”
questa volta Kid e Lupin assunsero un aria trionfa.
“ebbene siamo all’ultima sfida. Interessante…due ladri e un detective…” l’aria si fece tesa e i tre si scrutavano l’un l’altro.
Lupin scattò e si mise a correre verso l’uscita più a sinistra.
“Bye bye!” li salutò.
I due lo rincorsero, ma Lupin tornò subito indietro urlando
“ai ai!” Conan si avvicinò lentamente e con la sua torcia vide delle frecce. Evidentemente aveva fatto scattare una delle trappole.
Kid ridacchiò sotto i baffi, poi si mise esattamente in mezzo alle altre due vie.
“se stai pensando a quale strada prendere, quella giusta…è quella” gli disse Conan, indicando la via col dito.
I tre dovettero superare trappole diaboliche: pavimenti cedevoli in cui di sotto c’era una fossa di coccodrilli, frecie e altre palle rotolanti.
Arrivarono ad un certo punto stremati.
“quel Black Boss come minimo mi deve la vita!”
“io non mi preoccuperei…dato che il vaso sarà mio.” Disse alzandosi Kid,lo sguardo furbo.
“guardate!” disse Conan indicando davanti a loro.
Una porta. Si avvicinarono cautamente e Kid afferrò la maniglia.
Nulla.
Tirò un sospiro di sollievo.
Aprì la porta cautamente e Conan illuminò l’intera stanza con l’orologio torcia.
Era un archivio di dati,fogli e cataloghi sparsi di qua e di la ed in mezzo, e Conan vide più in là  una botola, seminascosta da una pila di cataloghi.
In mezzo alla stanza, vi era un comodino longilineo che sosteneva un vaso, tutto d’oro con un fiore bellissimo.
 
I tre rimasero meravigliati dallo scintillio del vaso e dalla sua bellezza, ma soprattutto perché dopo tanti sforzi c’erano arrivati.
I tre si lanciarono contemporaneamente per prendere possesso del vaso, ma un'altra esplosione proveniente dall’esperto li costrinse a fermarsi e a cercare di non cadere, poiché il terreno vibrò bruscamente. Pezzetti di grotta iniziarono a cadere dal soffitto, facendosi via via più grandi, finendo col diventare dei massi. La casa stava cadendo a pezzi.
“presto, da questa parte!” disse Conan e, arrampicandosi tra le pile di fogli, giunse verso la botola. Kid afferrò il vaso e insieme salirono sulla botola.

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Capitolo 10
*** Kid, Lupin & Conan ***



 

Kid, Lupin e Conan

 
I tre si ritrovarono sul tetto dell’immensa Villa, ormai andata a fuoco.
 
Intanto qualcuno di sotto stava tentando di spegnere il fuoco che ormai stava inghiottendo tutta la villa.
“perché i vigili del fuoco ci mettono tanto?” urlò esasperato Nakamori
“Takagi!” urlò contro l’ispettore Megure
“hanno detto che hanno difficoltà date le strade di montagna…” si giustificò il povero agente.
Agasa e gli altri guardavano impotenti la villa andare in fiamme, e la polizia fu costretta a far indietreggiare gli ospiti per paura che qualche pezzo potesse cadere sopra di loro.
 
“ridammi subito quel vaso!” ringhiò Lupin al ladro bianco.
Lui gli fece la linguaccia.
“bene bene, ma che bella scenetta..” una voce che i due ladri riconobbero spuntò da dov’erano arrivati i tre malcapitati.
“vedo che siete riusciti a recuperare il vaso…” disse la solita voce roca.
I tre rimasero a fissarlo stando sull’attenti.
Una vampata di fuoco per poco non arrivò lì vicino a loro. Il vento stava spingendo l’incendio verso di loro e ben presto il caldo fu soffocante.
A poco a poco comparvero altre sagome, tutte vestito di nero ed armate, le armi puntate su tutti loro.
‘cidenti, non miero accorto della loro presenza’
“siete stati gentili ad aprirci la strada fin qui…”
“Ho be, non volevamo che ti stancassi troppo. Sai com’è la vecchiaia…” scherzò Lupin. L’uomo fece cenno a uno dei suoi uomini di sparare, ma Lupin evitò agilmente il colpo. Ringraziò di essere così magro.
Conan lo guardò ancora più arrabbiato.
“voi tre…devo dire che mi avete dato del filo da torcere. Su, consegnatemi il vaso…e vi lascerò andare.”ma un ghigno sul suo viso fece capire che non erano certo quelle le sue intenzioni. L’uomo si avvicinò ai tre che indietreggiarono. Finalmente riuscirono a vedergli il viso. Un ghigno orrendo, gli occhi da assassino spietato.
“prendenteli!” gli uomini dietro di lui andarono alla carica e i tre si prepararono ad affrontare ognuno il proprio avversario.
Due si scagliarono contro Lupin e questo tirò fuori la pistola e ne colpì uno di striscio. L’altri saltò il suo compagno a terra, fece per colpirlo con una spranga, ma Lupin scartò di lato e gli tirò un bel calcio sul viso e questo cadde a terra.
Altri tre si scagliarono su Kaito, uno cercò subito di sparargli con la pistola, lui agilmente si acquattò,fuggendo al proiettile e lo colpì in pancia. Il secondo gli fu subito addosso e il ladro con tutta la forza che aveva lo caricò sopra di lui per poi buttarlo giù dal tetto e il poveretto finì in mezzo ad un albero, lontano dall’incendio. Il terzo stava già mirando col mitra, così Kid saltò in aria, prese una delle bombe, la fece esplodere e sparì nella col trina di fumo. L’uomo disorientato si fermò e Kid lo colpì da dietro.
A Conan gli si scagliarono in due, uno lo colpì con una delle freccette dell’orologio, l’altro cercò di prenderlo, ma Conan con un salto riuscì a schivarlo, attivò in un attimo le superscarpe e gli tirò un calcio sotto il mento. Vide volare via due denti e anche questo cadde a terra.
L’uomo non sel’aspettava e il suo viso divenne una maschera rosso,per passare al porpora, in un espressione indecifrabile.
Erano tutti affannati e il caldo, l’umidità si facevano sempre più pesanti.
“sei tu…” iniziò Conan, rivolgendosi a quest’ultimo. “il serial killer che imperversava su Tokyo, vero?”
lui sputò per terra.
“lo sapevo. L ho capito quando ho visto i tuoi uomini aggirarsi per la villa armati, addirittura di fucile.”
..ha si?”
“certo, e le dirò di più…l ho capito anche dal comportamento di questi due…” e indicò Kid e Lupin che assistevano indisturbati e sentendosi chiamati in causa, cominciarono a fischiettare, guardandosi in giro.
“dalla lettera di Kid e da una frase di Lupin detta poco fa dentro la grotta.
 
“quel Black Boss come minimo mi deve la vita!”
 
Non era più una sfida tra loro due, ma ben sì, una sfida per la vita. Poi ovviamente l ho capito quando ho messo KO i due uomini che aveva messo alle costole sia a me che a lui.” Indicò con un cenno Lupin.
“in più, dopo aver fatto fuori l’ultima vittima, non ha più colpito e questo mi ha fatto riflettere e giungere ai miei sospetti: lei voleva eliminare anche Kid e Lupin, altrimenti non si spiega il suo silenzio durante questa settimana…”
“complimenti ragazzino. Lo sapevo fin dal principio che mi avresti messo i bastoni tra le ruote, sapevo che non ti saresti fatto fuggire l’occasione di batterti di nuovo con Kid il ladro e di farti fuggire una nuova preda più succulenta. Vi ho fatto pedinare tutti per tenervi sotto controllo, ma tu hai messo fuori combattimento i due miei scagnozzi, uno addirittura ben due volte.!”
Questa volta una vampata di fuoco li raggiunse e tutti cercarono ci coprirsi per non essere infiammati.
E in quel momento lo vide. Forse fu un caso, fu grazie a quella vampata che Conan se ne accorse. Su un albero c’era u cecchino, il fucile puntato contro di loro. Si girò verso i due ladri e vide che sul petto del ladro Kid c’era un puntino rosso.
Il Boss se ne accorse e urlò “spara!!” e il colpo partì.
Fu in un attimo. Conan si lanciò verso Kid e con un salto arrivò fino al ladro.i due caddero a terra.
Il Boss rideva, una risata malefica
“e ora muori Lupin!” ma lui fu più veloce, sparò al Boss, che cadde a terra stramazzando e anche il cecchino cadde a terra dall’albero.
‘grazie Gighen’ lo ringraziò
Kid si alzò con Conan in braccio. Si accorse che era ferito.
“Hey…Conan?” lo chiamò spaventato.
Il bambino gli sorrise, la fronte imperlata di sudore, gli occhi stanchi e il respiro affannoso.
“hai visto…ora siamo pari…”  Poi cadde semi-svenuto tra le sue braccia. Gli fece tenerezza.
In quel momento arrivarono i vigili del fuoco che si misero subito al lavoro per spegnere l’incendio.
Kid si alzò, prese il bambino in braccio e si girò verso Lupin.
“tieni…” così dicendo gli porse il vaso. Il suo sguardo era nascosto dal cilindro bianco.
Lupin sorrise e, capendo come doveva sentirti il suo rivale lo rifiutò
“Non è divertente così…. Ma la prossima volta vincerò io, stanne certo!”
il vento si alzò e apparve un elicottero guidato da Gighen. Lupin salì per la scaletta e sparirono in mezzo alle nuvole.
Poi tutto fu confusione. Sentiva delle voci, urla…Ran.
Ran lo guardava e…piangeva…
‘Non piangere Ran…sono qui…’ voleva dirle, ma la stanchezza era troppa. Sentiva come se fosse cullato, poi passò tra le braccia di Ran, la quale continuava a piangere…
poi, buio.
 
La stanza era deserta, le tapparelle rivelavano qualche raggio di sole che avido voleva entrare.
Sul letto, un bambino, un pigiama verde e delle bende intorno al  corpo.
Aprì gli occhi pian piano e all’inizio vide tutto annebbiato.
‘dove sono?…cos è successo?’
pian piano i ricordi affiorarono. La villa, il vaso da proteggere, il fuoco, la sparatoia e il cecchino…Ran!
cercò di alzarsi ma una fitta alla costola lo costrinse a fermarsi e a ritornare sdraiato.
Si girò e sul comodino vi era qualcosa di luccicoso.
Il vaso d’oro con i fiori era lì, davanti a lui. Conan sbarrò gli occhi e vide che sotto sporgeva un biglietto
 
“Dai tuoi ladri preferiti!
Buona guarigione!”e due disegnetti buffi di Kid e Lupin che si abbracciavano e facevano l’occhiolino.
‘he he…’ tirò un sospiro e chiuse gli occhi.
Poi, un fruscio.
Un tenero vento gli accarezzò la frangetta e il bambino aprì piano gli occhi.
Sulla finestra, accovacciato, si stagliò una figura inconfondibile, cilindro e cappello bianco, il mantello svolazzante.
“Sei vivo, piccolo Detective?”
Conan, sorpreso, cercò di alzarsi e ci riuscì con fatica.
“lo sai, sei stato fortunato, il proiettile ti ha colpito una costola.” Gli disse con gli occhi chiusi. Kid si sentiva un po’ in colpa, ma non voleva mostrare troppo i suoi sentimenti verso quel Bambino.
Mantieni sempre la faccia da Poker. L’ultimo insegnamento di suo padre.
“che ci fai qui?” gli chiese sorpreso. “e come hai fatto ad entrare se..” ma s’interruppe, ora Kid lo guardava negli occhi, più serio che mai. Entrò nella stanza con una tale leggerezza che non sentivano nemmeno i suoi passi. Pian piano si avvicinò al letto del bambino, s’inginocchiò e con una voce dolce gli disse
“sono qui per ringraziarti, Piccolo. Un gentiluomo ringrazia sempre, quale io sono.” Poi, senza dire nient’altro si voltò e volò via dalla finestra.
Conan si sentì lievemente in imbarazzo, poi la porta si aprì e vide il volto preoccupato di Ran, la quale vedendolo sveglio, iniziò a piangere e gli corse incontro, stringendoselo per bene.
“Conan!piccolino, come ti senti?” gli chiese preoccupata. Dietro di lei c’erano Goro, il Dottor Agasa, e i giovani detective.
Tutti rimasero pietrificati, vedendo il vaso del Duca,così chiamarono subito Megure che arrivò.
L’incendio alla villa era stato spento, ma l’edificio era un cumulo di ceneri. La banda del Black Boss venne arrestata e Lupin e Kid erano fuggiti.
“scusate, ma come sono sceso dal tetto io?”
Ran lo guardò con sguardo dolce e gli raccontò:
 
Kid scese dal tetto col suo aliante scuro in volto. Appena vide Ran, atterrò e gli passò il piccolo Conan, ferito, sanguinante.
Ran era sorpresa e lievemente imbarazzata a trovarsi di fronte a Kaito Kid, poi vide il piccolo bambino ferito e la sua attenzione ricadde tutta su di lui.
 Gli agenti circondarono il ladro, ma lui sparì in una nube di fumo prima che potessero catturarlo, senza lasciare traccia.

 
Poi si misero a chiacchierare tutti allegramente e il senso di inquietudine di Conan svanì. Era grato al ladro Gentiluomo di avergli salvato la vita e glie ne fu ancora di più per avergli riportato il vaso e il bigliettino, il quale lo nascose sotto il cuscino. Ne fu felice proprio come un bambino.




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