Il tesoro perduto

di Hummingbird
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** La mia introduzione. ***
Capitolo 2: *** Il principio è l'alba. ***
Capitolo 3: *** La mappa del tesoro. ***
Capitolo 4: *** La nave ***
Capitolo 5: *** Ci manca poco. ***
Capitolo 6: *** Un discorso singolare. ***
Capitolo 7: *** E' l'ora: si deve partire. ***



Capitolo 1
*** La mia introduzione. ***


Sono di nuovo qui, perchè sì: non mi stancherò mai di scrivere; e no: non smetto di assillarvi con un avventura romantica tra Grisam, Pervinca e tutta la banda.

Chi è fan delle GrisamxPervinca mi segua, inizia un'avventura.

 

 

Un giorno, il solito giorno di riunione per tutti i ragazzi di Fairy Oak, ci fu un nuovo inizio, una nuova avventura:

Una mappa verrà svelata,

serve un'intuizione velata.

L'ingegno è necessario e impegnativo,

di scrivere una nuova storia, il bisogno sentivo.

Ci saranno momenti più dolci e più tristi,

anche, altri, pieni di episodi mai visti.

Io voglio introdurre scrivendo le rime baciate

e spero che le mie parole vi siano arrivate!

Per sapere la mia storia aspettare dovrete,

non troppo però, o infilzarmi dovrete.

Una mappa, un tesoro, una bottiglia vagante

un mistero di un capitano e di una fata ammaliante!

Non voglio svelare più del necessario

ma nemmeno vorrei che calasse il sipario.

Oh, voi grandi lettori, siatemi amici!

Ho bisogno di fantasia per farvi felici!

Mi piace poter finire per bene,

che la storia cominci, e non “come viene, viene”.

Aspettatemi un poco e potrò soddisfarvi

delle mie modeste parole potrete saziarvi...

 

 

 

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Capitolo 2
*** Il principio è l'alba. ***


 

Bonjour :D

Allora, eccomi qui. La voce che narrerà questa storia speciale sarà quella di Felì.

Ne vedremmo delle belle in questa storia, tra pirati e fanciulle coraggiose.

Vi anticipo solo questo:

 

 

 

Di pirati, la mia storia, vi vuole narrare,

son mille le avventure che si vivono in mare.

Una mappa il viaggio ci farà cominciare

e una nave, il nostro gruppo, dovrà trovare.

La mia luce, come al solito, li potrà guidare

e il tesoro più bello dovranno guardare.

Buonasera o Buongiorno, io adesso vado a cominciare,

difficile è scrivere quando le rime non puoi cambiare!

 

 

 

Sono seduta sul davanzale, a osservare le stelle mentre lustro le mie ali splendenti e speciali: si sono leggermente sporcate con la polvere che si era accumulata nella camera delle gemelle; oggi l'abbiamo tirata a lucido e lustrata da cima a fondo, so che Pervinca la rimetterà subito in disordine, non importa.

Mancano poco meno di tre mesi alla mia partenza, sento il mio corpicino fremere: succederà qualcosa.

Tra poche ora, dato che è l'alba, ci sarà una riunione dei ragazzi e Grisam deve rivelarci un mistero: è una settimana che ci tiene sulle spine perché ha travato un “qualcosadisegretissimo” nel baule del capitano, c'era sfuggito!

-Sei già sveglia?-

Una voce mi fa sussultare e quindi mi volto: Pervinca è in piedi dietro di me, con la sua adorabile vestaglietta indosso; ha un fisico da giovane donna ormai: fianchi morbidi, seno non troppo prosperoso...Insomma, un fisico proporzionato e molto bello; come sua sorella d'altronde.

-Sì, mi sono alzata poco tempo fa. Che ci fai in piedi, non volevi dormire?-

Lei mugugna e apre l'armadio; la vedo che prende una camicia verde, a quadretti piccoli, dei pantaloncini chiari e degli stivali: si vestirà molto semplicemente oggi.

Sembra una di quelle giovani spigliati e gentili, magari quelle che amano essere dolci come la panna; non è esattamente così ma, così vestita, sono sicura che sta davvero comoda.

Si veste veloce, si pettina i capelli e l'intreccia guardandosi allo specchio.

-Perché ti vesti?- Le chiedo io, da fata curiosa, sorridendo.

Vì scuote la testa e mi si mette vicino; piano mi aiuta a pulire le mie ali da farfalla e osserviamo vicine il sole sorgere, attendendo.

 

 

Il sole può sorgere e la bimba si può svegliare,

un cuore dormiente inizia a scalpitare.

Attendi un momento e poi comincia a volare,

non devi sprecare il tuo tempo a parlare.

Per ora le rime io voglio cantare

e un pezzo di storia voi potete saggiare.

Vi attendo con ansia, non fatemi dannare

le poesie sono piene di parole da amare.

 

 

 

 

 

 

Piccolo angolino tutto mio:

Allora, non tutti i cap saranno così, tranquilli. Voglio lasciare la suspance e scrivere in rima.

Diciamo che questo è solo un boccone di tutto.

Ci si sente :D

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Capitolo 3
*** La mappa del tesoro. ***


 

 

 

Piano, anche Vaniglia si alzò svogliata: buttò giù i piedi, provò a metterci su il suo peso ma, stranamente, preferì svolazzare in giro, sonnecchiando.

-Vì...Oggi dobbiamo andare con Grisam alla caverna...- Disse con un tono estremamente basso e lento.

La strega del buio la osservò: come se potesse dimenticarselo! Aveva passato gli ultimi giorni frustrata e arrabbiata perché il suo fidanzato teneva il “tabù assoluto” su qualsiasi cosa riguardasse le parole “caverna”, “baule” e “mistero”; questo Pervinca non lo sopportava.

Io la guardai e le sorrisi gentilmente -Finalmente, dopo tutti questi giorni, scopriremo cosa ci nasconde il nostro Capitano! Non sei contenta? Sei vestita davvero carina oggi...-

Lei scoppiò a ridere e mi accarezzò la testolina, teneramente, quasi come se volesse compatirmi -Fatina mia! Grazie mille per i complimenti e, come saprai, sono davvero molto contenta di scoprire questo tremendo segreto che mi sta facendo scalpitare... -

Come se i raggi del sole fossero stati una secchiata d'acqua gelata, Vaniglia si sentì rinvigorita solo dopo aver visto le bellissime striature dorate, che erano quegli spicchi caldi e luminosi.

-Io amo il sole! Io adoro l'estate: c'è il mare, c'è il sole, ci sono gli amici...-

-Non ci sono compiti...- Concluse sua sorella per lei.

Babù storse il naso; non che la scuola le mancasse, sia chiaro, ma non era quello il lato più bello dell'estate, ce ne erano tanti.

Si mise un vestitino rosso fuoco con delle strisce bianche, che le arrivava fino al ginocchio coprendola con quel suo tessuto sottile: sembrava una giovane marinaretta.

-Babù, possiamo andare?- Domandammo io e Pervinca all'unisono.

-Certo,- Rispose cortesemente lei -Andiamo a scoprire il nostro segreto.-

 

 

Con grazia felina, le scale scendemmo:

ai lamenti della fame, subito cedemmo;

biscotti, tè freddo, marmellate e dolcetti,

pensandoci bene, siamo un po' golosetti!

Corremmo allor fuori e uscimmo per strada,

trovando, nelle foglie, sfumature di giada.

Arrivammo poco dopo, alla rocca disastrata

ed entrammo, quatte quatte, nella grotta ordinata:

i mille oggettini che la governavano

la loro bella storia ci raccontavano.

Adesso siam curiosi, assetati di storia

continuo a narrar, finché ne ho memoria!

 

 

Entrammo nella grotta, in quella caverna così familiare, e ci accorgemmo di essere le prime ad arrivare.

Ops, che errore: c'era qualcun altro; Grisam era già lì, accanto al baule, impegnato a scavare per trovare chissà cosa.

Appena ci vide, mollò quel che stava prendendo e si precipitò verso di noi, in realtà verso Pervinca: le si avvicinò sorridendo e le sollevò il mento, per poi donarle un leggerissimo bacio sulla guancia.

Quando si scambiavano questi rari attimi di tenerezza, io e Babù volevamo sempre sparire; quella volta, purtroppo, potemmo solamente allontanarci e non intrometterci.

-Ciao...- Sussurrò Vì guardandolo negli occhi e lasciandolo fare.

Dopo pochi secondi abbracciati, quella troppa dolcezza li stancò entrambi e, accorgendosi della nostra presenza, ci sorrisero imbarazzati; come se avessero commesso un delitto irreversibile! Erano solo coccole innocenti, non potevano di certo influenzarci.

Lentamente, noi quattro, ci avvicinammo al baule, ma decidemmo che sarebbe stato molto meglio attendere l'arrivo di tutti; quindi sedemmo per terra e ci mettemmo a parlare del più e del meno, come se nulla fosse.

D'improvviso, come una folata di vento ridente, entrarono Flox, Acanti, Shirley, Celastro e Sophie, tutti i fratelli Corbirock e Nepeta: la banda era praticamente al completo.

Solo Scricciolo arrivò in ritardo, seguito dalla maggiore delle due sorelle Rose.

Come se fossero stati esortati da un ordine, si sedettero tutti intorno al baule, formando un perfetto cerchio.

Il capitano, contento di tutto quel desiderio di ascoltare e di sapere (che era stato taciuto ma che ben conoscevamo tutti), si alzò in piedi e si posizionò al centro del cerchio, in modo che lo potessimo vedere.

-Bene,- disse alzando la voce per farsi sentire -Vi ho convocato qui per potervi trascinare in una nuova spericolata avventura, ci state?-

-Certo capitano!-

Un coro, una banda, almeno venti cuori di ragazzi coraggiosi e impavidi che scandivano lo stesso ritmo, ansiosi.

-Bene, allora posso mostrarvi...La mappa del tesoro!-

 

 

 

Un foglio sbiadito e ben poco noto,

per trovare il bottino dovremo metterci in moto!

Segui, oh fiero eroe, la “X” indicata

che chiaramente in rosso è contrassegnata.

Andiamo a nord, a sud, a est o dove vuoi:

non interessa la destinazione se l'avventura siamo noi.

La nave, che otterremo, sarà bella e capiente,

stiamo tutti uniti, la storia comincia gente!

 

 

 

 

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Capitolo 4
*** La nave ***


 

 

 

Un foglio sbiadito, con un disegno non molto preciso disegnatovi sopra, si presentava davanti ai nostri occhi spalancati.

Bloccammo i nostri sospiri di meraviglia e sorridemmo davanti a quell'originale modo di inventare un'avventura.

-Gri, - Disse Pervinca avvicinandolo -Come mai credi che questa mappa sia...Beh...Reale?-

Lui parve offendersi ma, contrariamente a ciò che mi aspettavo, rise e le diede un buffetto sulla guancia.

-Perché, cara mia, l'ho trovato nel baule del nostro capitano, tra i suoi effetti personali.-

Tutti restammo con la mascella bloccata a mezz'aria mentre Vì e Babù si sporgevano in avanti per vedere meglio.

-Voglio cercare questo tesoro, costi quel che costi io lo voglio trovare.-

-Ma capitano!- Disse la voce di Acanti -I nostvi genitovi non ci davanno mai il pevmesso!-

Grisam parve rifletterci su ma poi trovò la soluzione più adeguata; con una luce negli occhi, che sembrava quasi una stella avventuriera, salì su una delle casse e ci sorrise sornione.

-Mio zio Duff ci vuole accompagnare, non credete che i vostri genitori, sapendolo con noi, vi lasceranno andare?-

Per la terza volta in un giorno, ammutolimmo prima di scoppiare tutti a ridere.

-Certamente capitano!- Gridarono i ragazzi all'unisono -Ci saremo!-

Io, che me ne ero rimasta sulla spalla di Vì per tutto il tempo, mi alzai in volo sopra le loro teste, facendoli azzittire tutti.

-Oh, andiamo fatina.- Sbuffarono le gemelle -Lasciaci andare!-

-Non ho alcuna intenzione di fermarmi, mi fido di Duff. Però, voglio potervi seguire anche io...-

Pervinca mi afferrò al volo e mi soffocò di abbracci, facendomi ridere.

 

 

 

Alla mezza di quel dì, a casa ci recammo

e, come belve feroci, di tutto mangiammo.

Alla nostra famiglia riferimmo la storia

con sommo piacere, non ci negarono la gloria.

Potevamo partire, se sei un bimbo sicuro che fremi,

dovevamo prepararci al moto dei remi.

Onde alte metri, paesaggi maestosi

saremo partiti gioiosi e fiduciosi!

Il tesoro troveremo, i dubbi non abbiamo

ma ora una domanda sorge: come andiamo?!

 

Dopo il pranzo, la banda si riunì in piazza, sotto le fronde verdi e calme di Quercia.

-Potremmo andare con il Santuomo!- Propose Pervinca, sembrava poco convinta anche lei.

Tutti la squadrammo male, scartando quell'idea bislacca: serviva una nave più grande!

Sbuffammo e ci appoggiammo alle palme delle mani, affondando il mento nella pelle ancora pallida.

Una voce giunse alle nostre spalle, e ci fece sobbalzare violentemente -Ragazzi, anzi ciurma!-.

Ci voltammo e vedemmo lo zio di Grisam, il maestoso signor Duff, venirci incontro sorridendo.

-Zio...Emm...Signor...Capit.. CAPITANO Duff, signore, come mai è qui?- Chiese Grisam mettendosi sull'attenti.

L'omone scoppiò a ridere e ci intimò di seguirlo, in un luogo a noi sconosciuto; subito riconoscemmo quella strada come la via che conduceva al molo e, quando potemmo osservare ciò che il nostro “Capitano” ci voleva far vedere, quasi svenimmo.

 

 

 

Una nave maestosa, dalle vele perlacee e pulite,

l'avventura comincia ma le onde non son finite!

Non possiamo partire, né oggi né domani:

un vento di burrasca ci rovina i piani.

Dovremmo attendere ciò che ci spetta

la via che seguiremo, non sarà mai retta!

Tracciamo la mappa,con compasso e righello

attendendo che il tempo diventi più bello.

 

 

 

 

 

 

Piccolo angolo dedicato a me.

Cari lettori, come vi sembra fin'ora?

Non è stato facile scrivere questo capitolo, ditemi cosa ne pensate!

Le mie rime vi salutano, aspetto recensioni :D

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Capitolo 5
*** Ci manca poco. ***


 

 

 

 

 

-Veramente, qui dovremmo andare più verso il nord.-

Disse Grisam cercando di sporgersi per vedere il lavoro, straordinariamente complicato, che la sua ragazza stava svolgendo.

-Burdock, non riprendermi mentre lavoro!- Sbuffò Pervinca di rimando, guardandolo storto e lasciando cadere sul tavolo il righello e la matita -Se proprio vuoi fallo tu!-

Grisam si scusò immediatamente, cercando di non farla innervosire.

Erano tutti impegnati a far qualcosa: i due ragazzi, che ho appena citato, stavano decidendo la rotta da seguire, basandosi sulla mappa che avevano trovato e su una cartina della loro valle; Vaniglia era in camera sua, mentre cercava di decidere cosa potevano portarsi lei e sua sorella, sbaragliando i cassetti e mettendo in disordine l'armadio; Scricciolo e Duff stavano rassettando la nave, organizzando i vari compiti che avrebbero avuto i giovani marinai.

 

 

Il mago più anziano, un capitano valoroso

che di guidar la nave è più che dignitoso.

Duff è il capitano, non ci sono proteste

e suo nipote sarà il vice di gran feste!

Grisam e Pervinca tra le vele svetteranno,

il vice e la sua complice insieme saranno!

Jim è un inventore, la sua donna è la sua assistente,

con assi e bei martelli faranno il ponte resistente!

Flox, e gli altri prodi, saranno assai contenti:

tra le onde belle e stanche ci saranno bei momenti!

 

 

 

Duff si fece largo tra i tanti ragazzini che si affollavano nella piazza e si sollevò sul palco, che avevano tirato su per l'occasione.

-Allora, questi sono i compiti che ognuno di noi avrà quando partiremo: io sarò il capitano; Grisam sarà il mio vice e, insieme a Pervinca, stabilirà la rotta, tenendo conto dei venti; Scricciolo, tu sarai il timoniere, ci fidiamo di te; Jim, tu e ti occuperai della sala macchine, ovvero della parte meccanica della nave; Vaniglia, tu invece potresti essere la cuoca di bordo, insieme alla tua amica Flox e alle sorelle Rose.- Duff fece una piccola pausa, respirando e riprendendo fiato, poi continuò -Voi, fratelli Corbirock, sarete gli aiutanti di Jim: ascoltate ciò che vi dice e eseguite gli ordini che vi darà; per tutti gli altri, quelli che non ho nominato, mi spiace annunciarvi che dovrete essere i mozzi, o gli aiutanti di coloro che dovranno spartirsi i compiti-.

Una mano, una piccola mano pallida dalle dita affusolate, si levò tra tutte le teste dei giovani di Fairy Oak: Vaniglia voleva porre una domanda.

-Mago Duff, e Shirley?-

Il nerboruto ci pensò un momento, guardandola bene, e poi le sorrise affettuosamente, quasi a volerla consolare.

-Mi spiace Vaniglia, lei non verrà con noi: sua zia sta poco bene. E' molto anziana, lo sapete anche voi, e penso che non le rimanga molto da vivere-.

I ragazzi si squadrarono tristi e compresero quel che voleva dire.

 

 

 

 

Spossati e stanchi, alle nostre case tornammo

e le nostre valige lentamente controllammo.

Una cena veloce, come uno schiocco di lampi,

e soltanto una sera per i pensieri più ampi.

Dalle nostre famiglie dovemmo andar via,

delle stelle lontane seguimmo la scia!

 

 

 

 

 

 

 

Piccolo angolo dedicato a me:

Allora, dovevo pubblicarlo un po' di tempo fa, ho perso un po' di tempo.

Perdono!

Segnalatemi gli errori, che non riesco a vedere :D

Grazie a tutti!

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Capitolo 6
*** Un discorso singolare. ***


 

Come lampo di tuono, un dubbio s'insinua veloce:

una domanda tagliente, una perplessità atroce.

Cosa potrebbe succedere se qualcosa non dovesse andare per il verso giusto?

Ci sarebbero più problemi, nessuno riderebbe più di gusto.

C'è qualcosa che preoccupa la nostra Tomelilla, la strega saggia,

dovrà sciogliere ogni dubbio, camminando verso la spiaggia...

 

 

Era notte, e faceva piuttosto freddo; mi trovavo nella stanza delle gemelle, dove c'era quel poco di tepore necessario per farmi sentire bene.

Le mie ali, illuminate dalla flebile luce di una candela, risplendevano come fossero fatte di diamanti; le ali di noi fate sono tanto speciali: sembrano fatte di cristallo, ma sono resistenti e tanto leggere.

All'improvviso, avvertì una strana sensazione all'altezza dello stomaco, e poco dopo sentì un rumore di passi: mi sembravano quelli di Tomelilla, ma erano quasi dei passi nervosi, agitati.

Uscì di corsa dal mio barattolo e volai giù per le scale alla massima velocità, lasciandomi alle spalle la porta delle gemelle; per mia fortuna, riuscì a vedere la mia strega che stava solcando la soglia.

Non ci pensai un minuto e la seguì in volo; riuscivo a sentire io stessa il rumore che producevano le mie ali nevose: quando mi sento tranquilla sono tanto silenziose, ma, appena mi innervosisco, cominciano a produrre una specie di brusio, simile a quello delle api.

Mi aggrappai alla mantella nera di Tomelilla, che era stata tirata fuori dai suoi abiti pesanti per contrastare quel singolare gelo, e mi nascosi tra le pieghe del cappuccio; la sentivo respirare affannosamente, come se fosse così nervosa da non riuscire a controllare le palpitazione, in genere calme, del suo grande cuore.

Riscossa da un brivido freddo, incominciò a correre: corse veloce, per quanto l'età glielo concesse, e arrivò fino al molo.

Capì chi stava cercando: in quel momento, a quell'ora così tarda, l'unico che poteva essere ancora al molo era Duff, che stava ancora sistemando il veliero per la partenza.

-Duff! Per l'amor del cielo, scendi da quella stramaledetta nave: devo parlarti!-

 

 

Non ci aspetta, si sa, un discorso borioso,

ma sarà mai alterato il nostro viaggio glorioso?

I giovani vogliono partire, fino a qui tutto è chiaro,

però c'è una richiesta, che va fatta al nobile corsaro.

Cosa risponderà mai il nostro Duff, sempre saggio e ponderato?

Riuscirà a confessarsi a colei che sempre ha amato?

 

-Lillà!-

Il vocione del mago arrivò chiaro, anche se lui stesso si trovava in un punto ben lontano da noi;

-Devo parlarti Duff, adesso!-

Con una grazia che non gli avrei mai attribuito, lui scese dall'albero maestro, sulla quale si era arrampicato chissà quando, e venne verso di noi; era sorpreso di vedere Tomelilla, riuscivo a leggere il suo stupore anche mimetizzata sotto al cappuccio.

Tomelilla si fece seguire, fino alla panchina che si affacciava sul mare ormai calmo.

Duff, che aspettava imperterrito che lei proferisse parola, inclinò il viso a destra, dopo essersi adagiato con la sua solita grazia sulla panchina.

-Caro mio,- Incominciò lei -Sono sinceramente preoccupata: se dovesse succedere qualcosa ai nostri ragazzi, chi li aiuterebbe? Non dubitare, mi fido di te, ma...-

D'improvviso, sentì le parole morire soffocate dalla troppa paura, dall'emozione.

-Ma?-

La domanda che Duff le aveva rivolto, era solo un tentativo di incalzarla.

-...Ma vorrei chiederti di poterti seguire, vorrei venire con voi-.

Un sorriso sincero si dipinse sul viso del mago, certamente stupito da un atteggiamento così strano.

-Va bene, cara la mia strega: verrai con noi.-

 

 

 

Piccolo angolo dedicato a me:

Sì, ero morta.

Pensate un po'? Mi hanno riportato in vita l'altro giorno.

No, sinceramente tra problemini di salute e compiti non ho avuto il tempo di aggiornare questa fic, lievemente complicata.

Spero vi piaccia e spero di poter aggiornare prima...

-Hummingbird-

 

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Capitolo 7
*** E' l'ora: si deve partire. ***


 

E' l'ora: si deve partire.

 

La sveglia suona, le lenzuola vengono gettate alla velocità della luce:

è l'ora, si deve partire! Adesso basta: l'attesta è stata così dannatamente atroce!

Le gemelle corrono, scalpitano; troppo tempo è passato dall'ultima avventura,

dobbiamo aggiornarci: scriveremo della storia futura.

Tomelilla già e pronta, i bagagli sono a posto,

anche se persino i muri sono ansiosi, ricordando quell'amore corrisposto:

le onde del mare, la spuma bianca e pura;

dobbiamo essere forti però: questo viaggio sarà duro...

 

-Vaniglia!-

Pervinca stava zampettando attorno al letto da più di mezz'ora, più o meno a quando il sole aveva fatto capolino da dietro le colline.

Ansiosa, nervosa, agitatissima e incontrollabile: urlava scuotendo le lenzuole della sua cara gemella, cercando di svegliarla.

Babù, naturalmente, si sarebbe anche alzata in orario, se quella peste di sua sorella non avesse anticipato il “risveglio”, la cui ora era stata stabilità in precedenza.

La strega della luce aprì gli occhi, frastornata e innervosita da tutto quel chiasso inaudito.

Con uno scatto olimpionico, corse fino a dove si trovava Vì, per poi tirargli una sonora cuscinata in testa.

-Ma ti pare il modo di svegliarmi?!-

Ecco, questa era la dimostrazione più pura e semplice che si potesse mai offrire: le giornate delle gemelle erano sempre incorniciate da gesti di affetto e di amore fraterno, anche se le dimostrazione riguardanti questi argomenti erano alquanto particolari...

Fu un attimo: entrambe si vestirono così velocemente che feci fatica a seguirle, per quanto ci fosse abituata.

Eccole ancora a correre, colazione, ultimo ritocco e poi... Sì, già pronte per uscire.

-Non ci posso credere...- Mormorò Pervinca, lasciando che il vento le scompigliasse i capelli; rapita da quella brezza fresca, portò le braccia all'indietro, per farsi prendere totalmente da quella frescura.

-Dobbiamo andare.- Le disse Tomelilla, spuntando silenziosamente da dietro la porta.

Dalia e Cicero erano accanto allo stipite di legno della soglia, consumato dagli anni: aveva un'aria malinconica, quasi triste; sapevano che le gemelle sarebbero state via per un bel po', non era un buonissimo pensiero.

-Fate attenzione!-

-Ci mancherete!-

-Copritevi bene...-

-Non prendete freddo!-

-Fate attenz...-

Pervinca alzò gli occhi al cielo, ormai completamente esasperata da quel discorso pietoso; prese sua sorella per mano e incominciò a correre verso il molo, salutando con la mano i suoi genitori.

Sua zia, inorridita dal suo comportamento, prese il suo bagaglio ed incominciò ad avviarsi elegantemente verso il porto.

 

 

 

Eccola lì, quella nave così maestosa:

le vele brillano al sole, mostrando l'eleganza grandiosa.

Bianche, pure come seta, ma tanto resistenti:

erano rinforzate, da fili robusti e potenti.

Una domanda sorse spontanea, nascendo contemporaneamente nelle menti dei ragazzi:

come faceva la nave a muoversi? Dovevano remare come pazzi?!

 

Appena arrivate in prossimità del veliero, le due sorelle scorsero immediatamente Grisam: era sull'albero maestro, fiero e grande come solo un capitano sa essere.

-Buongiorno ragazze!- Urlò, chiamandole a gran voce -Siete le ultime!-

Pervinca divenne completamente paonazza, maledicendosi mentalmente per essere arrivata dopo tutti gli altri; non importava molto però, ormai erano pronti per partire.

Salimmo sulla nave e andammo verso il vero condottiero, nominato eccezionalmente per quell'avventura.

-Mago Duff!- Esclamò Vaniglia attirando l'attenzione di tutti i presenti -Mi stavo chiedendo una cosa... Posso?-

Il grande mago sorrise, mentre posava un tenere buffetto sulla guancia di Babù.

-Certo che puoi, piccola Periwinkle. Qui tutti potete chiedermi consiglio, nessuno escluso.-

Vaniglia prese fiato, un po' imbarazzata -Oh, beh... Volevo sapere come... Come si muove la nave. Cioè, dobbiamo re-remare?-

Duff sgranò gli occhi, si avvicinò al volto di Babù e poi si lasciò trasportare da una sonora e allegra risata.

-Oh mia cara! Non essere sciocca: la vostra magia di luce può far muovere gli oggetti, ti sei dimenticata?-

I ragazzi sgranarono gli occhi e scoppiarono a loro volta a ridere: certo, se non ci fosse stata la magia non sarebbe stato interessante!

-Bene!- Gridò d'un tratto il possente mago -E' ora di partire! Spiegate le vele e tenetevi pronti: si salpa.-

 

 

 

 

Piccolo angolo dedicato a me:

Allora, eccomi qui.

Questo è stato il capitolo più difficile da scrivere, spero vi piaccia ugualmente...

-Hum.-

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