La storia dovrebbe finire invece inizia

di Cherrols
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** presentazioni ***
Capitolo 2: *** Quando si parte, ci si dimentica sempre qualcosa o qualcuno ***
Capitolo 3: *** *Special_Anita* ***
Capitolo 4: *** Le armi non si portano sull'aereo! ***
Capitolo 5: *** La pazienza é un gran dono ***
Capitolo 6: *** La sera prima dell'inizio ***
Capitolo 7: *** Riunione e chiarimenti ***
Capitolo 8: *** Dopo la riunione ***
Capitolo 9: *** La partenza ***
Capitolo 10: *** *Special_Alec* ***
Capitolo 11: *** Girone uno ***
Capitolo 12: *** Il ricordo è il dolore di un amore finito. ***



Capitolo 1
*** presentazioni ***


Eccomi qua, salve a tutti!
Riassumo la storia che ho in mente:
 I nostri cari personaggi di Hetalia sono morti ( come é successo a Nonno Roma) e ora ci sono i loro discendenti a governare i vari stati. Soltanto che la morte dei nostri antenati non é chiara ( Nonno Roma dopo avere creato un impero gigantesco,era sparito lasciando i posto ai nipoti, invece della loro morte\sparizione non si sa nulla e nei libri di storia non c'é nulla di importante)così i loro discendenti decidono di andare indietro nel tempo e capire cosa é successo e poi per scoprire il loro antenato perché loro non lo sanno.



Ecco che entrate voi, anzi i vostri OC che saranno i discendenti!

Per chi volesse partecipare basterà lasciare una recezione con queste informazione:
-nome
-aspetto fisico e l'età(ragazze\i non li facciamo strani per esempio capelli verdi e gli occhi arcobaleno, e l'età compresa trai 19 e i 24 anni, ok?)
- il suo antenato
-carattere (non deve per forza essere uguale al loro antenato per esempio: il discendente di Alfred può essere serio e rigido.)
-personaggio che vi ospiterà quando tornerete indietro nel tempo prima di incontrare i vostri antenati.
- un oggetto che vi ha lasciato il vostro antenato


é vietato:
-avere lo stesso discedente di un altro OC (per esempio io ho scelto Sud Italia e voi scegliete di nuovo Sud Italia)
-vietato fare gli OOC strani (come ho detto nel aspetto fisico)
-iscriversi dopo il 23 maggio da lì in poi comincerò a scrivere la storia.







Ecco il mio OOC:
Anita
capelli mogano lunghi e raccolta in una teccia lunga fino al sedere; occhi gialli, ha 20 anni
Lovino Romano Vargas\ Sud Italia
un pò burbera come Lovino ma se in buona compagnia si sciogle subito e diventa solare e allegra, si fida molto delle persone anche se hanno una brutta reputazione ma non per questo é stupida. Fa amicizia più facilmente con i maschi (li trovo più divertenti) che con le ragazze con le quali si trova spesso a discutere ma se le conosce e riesce a creare un rapporto di amicizia farebbe di tutto per protegerle. Per i suoi ideali e per proteggere la sua famiglia ricorre molto facilmente alle mani e tira fuori una grinta pazzesca, in caso di bisogno riesce a creare piani ingeniosi. 
odia:  i falsi , i prepotenti  e i crucchi (XD)
ama: la pizza e i pomodori (ma dai?), disegnare (é molto brava) le uscite con gli amici, basta che non si lavori!
Dan\Danimarca
una collana con un ciondolo a forma di pomodoro .





Ecco il mio OC é fatto ora aspetto i vostri, non siate timidi!


ULTIME COSE:
non c'é un numero limitato di iscrizioni, più siamo meglio é
gli OC vanno bene sia femmine che maschi
gli OC nel aspetto avranno delle carateristiche comuni agli antenati ( per esempio il mio OC avra il ciuffo di Lovino)
l' iscrizione termina il 23


su partecipate  PARTECIPATE  PARTECIPATEEEEEE
per favore.

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Capitolo 2
*** Quando si parte, ci si dimentica sempre qualcosa o qualcuno ***





Questa storia inizia con la fine di un altra.
"davvero? , me la racconti?"
"Certo, cominciamo dal inizio..."

 

 

 





Ormai il sole era alto nel cielo e i suoi raggi entravano dentro le persiane,raggiugendo il grande letto a baldacchino al centro della stanza.
I raggi dispettosamente illuminavano il viso delle due ragazze che dormivano.
A prima vista, potevano sembrare identiche, ma osservandole meglio, si poteva notare che il loro colore della pelle era diverso: uno più chiaro l'altro olivastro;
entrambe avevano i capelli con rifessi ramati ma una li aveva tendenti al castanno l'altra al mogano.
C'era ancora una differenza fra loro: una aveva un ciuffo ribelle che pendeva a destra l'altra che pendeva a sinistra.
Una delle due ragazze si girò su un lato aprì lentamente i suoi occhi ambrati e guardò la sveglia:10:30.
ricchiuse gli occhi e sorrise, per il loro standar era ancora presto per scomodarsi dal quel caldo rifugio, si sarebbero alzate a mezzogiorno e...
proprio in quel momento si ricordò che alle undici aveva un appuntamento importante di lavoro.
Come una molla si scaraventò fuori dal letto.
"Eleeeeeeeeee! é tardissimo" la ragazza in questione mormorò qualcosa in risposta e si nascose sotto le coperte.
La sorella si avvicinò a lei e incominciò a strattonarla
"disgaziataa, quello ci uccide"
"Anita falla finita ho sonno"Eleonora si alzò buttando giù la sorella
"e poi chi vuoi che ci uccida?"
"Javier! non ti ricordi che per un motivo futile della invicibile armata, ha lanciato dei coltelli a Gabriel, se lo facciamo aspettare chi sa che farà?".
Dopo quelle parole anche l'altra ragazza si alzò dal letto e corse in bagno."Eleonora fammi entrare" urlò Anita correndo verso la porta del bagno
"neh" fù la risposta dal bagno
"sono la sorella maggiore ho il diritto di cambiarmi per prima"
"Oh, ieri sera mi sono dimenticata di fare le valige, le fai te?"
"Ma non ne combini una giusta!, vado a farle" inviperita Anita tornò in camera, prese le loro valige con la bandiera italiana e ci buttò dentro tutti i vestiti che trovava puliti.
Dopo dieci minuti uscì Eleonora dal bagno,canticchiando l'inno d'Italia,
"hai fatto le valige?"
"Non riesco a chiuderle"
"Aspetta ti vengo ad aiutare"
"Bene, tu ci salti sopra ed io le chiudo"
Eleonora prese la rincorsa e balzò sopra le valige e miracolosamente Anita le chiuse e corse in bagno, evitando i vestiti sparpagliati per terra e arrivata in bagno urlò alla sorella di portare giù le valige.
La ragazza prese le valige e con molta grazia le buttò giù dal pianerotto che si affacciava davanti al portone d'ingesso, colpendo Cesare, il gatto di casa, che stava tranquillamente dormendo sulle scale.
"Scusami amore" il gatto infastidito se ne andò.
Scese le scale saltando, la gonna che aveva messo ad ogni salto svolazzava ma fortunatamente era abbastanza lunga da non far vedere nulla.
La gonna era lilla e lunga fino alle ginocchie e aveva amche una camicetta bianca, leggermente apperta per far vedere un girocollo di raso con un pendente a forma di maschera di venezia.
Dopo qualche minuto uscì dal bagno anche Anita che a differenza della sorella si era messa dei jeans attilati degli stivaletti con il tacco e una camicetta a maniche corte, aveva i capelli legati in una treccia.
"Any hai presso i fogli?"
"Si certo" la ragazza le fece vedere una borsa a tracolla, contenenti le carte del lavoro.
"L'autista ha messo le valige nell'auto, ci porterà all'aeroporto"
"bene andiamo"
Eleonora prese per mano la sorella e si avviarono verso la macchina.
"Anita, ho la sensazione di aver dimenticato qualcosa..."
"Su non ci pensare e solo una sensazione"

 

 

 

 

 

 

 

 

Intanto all'aeroporto...
Il ragazzo se ne stava vicino al muro, con gli occhi chiusi, molte ragazze che passavano da li, di nascosto, gli facevano delle foto e poi scappavano.
Forse le ragazzine venivano rapite dal suo fascino spagnolo o dai suoi capelli vinaccia e se avessero scoperto anche che aveva gli occhi uno verde smeraldo e uno vinaccia, di certo, sarebbero svenute.
Javier non capiva perché le donne erano così stupide e che arrivassero sempre in ritardo.
Quando una macchina si fermò proprio davanti a lui e due ragazze sceserò, non seppe trattenersi e gli lanciò un coltello.
Il coltello sfiorò le guancie delle ragazze, che subito si girarono verso di lui.
"Janvier! ci potevi uccidere" escamò Anita che si era messa davanti alla sorella
"sono quasi un ora che vi aspetto! sono anche venuto ad allogiare in Italia per agevolarvi"
"L'aereo parte fra venti minuti abbiamo tempo a sufficenza per fare tutto"
"in verita ho preso il bigletto del aereo che parte fra un ora"
"COSA?!? perché non c é lo hai detto?"
"Se ve lo avessi detto sareste venute in ritardo, come ora"
"Abbiamo fatto tutto di corsa! lavarci,vestirsi, fare le valige e adesso in venti minuti che facciamo? Giochiamo a carte?!"
"Lo sai quanto ci vuole per fare un chekin?"
"Non sò, cinque minuti?"
"si certo, un ora e più"
"esagerato"
"se sei una ignorante non é colpa mia"
"Che cosa hai detto?"
"Che sei un ignorante e infantile, mi domano ancora perché sto pertendo tempo a spiegare certe cose a te"
"Rimangiati cosa hai detto ammazza bovini"
"hem...Anita, mi sono ricordata che cosa ci siamo dimenticate..." disse Eleonora che fin a quelmomento non si era immischiata
"Non ci andate a casa a riprenderlo qualunque cosa sia!"
"Javier é importante, abbiamo dimenticato  Elena"
I tre si guardarno, con sotto fondo le risatine dei passanti che si erano fermati a vedere, divertiti, la scena.
Anita prese per mano sua sorella e entrò di nuovo nell'auto che era ancora dietro di loro.
"Ferme salgo anch'io se no, non tornate più"
"portaci a casa, veloce"
"Ma come si fà a dimenticare una persona, me lo spiegate?"
Javier si buttò sul sedile vicino a Eleonora, Anita guardava fuori dal finestrino sbuffando.
"sono cose che succedono" fù lunica risposta che riuscì a formurare
"Si certo"
"Non si nota molto la sua assenza, non é stata colpa nostra, se avesse dormito con te al Hotel questo non sarebbe successo"
"Bene ora e colpa mia, ragazzina ritorna a giocare con le bambole"
"BAsta ragazzi ci sono io in mezzo!, non litighiamo di prima mattina, fa male alla salute!" Eleonora sorrise, anche se il suo sorriso sembrava più un ghigno che altro.
Il resto del viaggio fù continuato in silenzio.
Appena arrivati alla villa il cane di casa, un Bracco Italiano di nome Garibaldi, arrivò subito incontro scodinzolando.
"Avete un cane, non lo sapevo"
"Si, si chiama Garibaldi"
"Non perdiamo tempo, prendiamo Elena e andiamo"
Javier e Anita si avviarono dentro casa mentre Eleonora stava con il suo cagnolino.
Appena entrati, trovarono Eleonora ancora in pigiama e i capelli tutti spettinati che gli ricadevano sul viso intenta a fare colazione sul divano.
"Elena preparati, siamo in ritardo"
"dove hai le valige?"
"Buon giorno ragazzi dormito bene? ma Javier non avevi dormito in hotel?"
"rispondi alla mia domanda!" disse il ragazzo già stufo di quella situazione
"la mia valigia e in camera, la prima a destra dopo il bagno" Janvier si avvio a prenderla
"su ora vatti a preparare e andiamo"
"Non c è tempo, andiamo via ora si cambia sull' aereo, tanto in prima classe  ci sono le stanza" detto questo Javier prese a come si vuol dire "sacco di patate" la ragazza Greca e la porto il auto con le proteste di Anita ed Eleonora.
La prima per la sua insensibilità e la seconda perché non voleva lasciare il cane.
"Basta capricci partiamo"
La macchina partì lasciandosi dietro la villa, Janvier sperò di non doverci più tornare.

 

 

 

 

 

***NOTE AUTRICE***
Eccomi spero che il primo capitolo vi piacia, vi avrto, i primi capitoli saranno di presentazione
I vostri personaggi sono molto belli e spero di rapresentarli al meglio, se avete qualche lamentela non esitate a dirmerla.
Un ultima cosa: il 28 é il mio compleanno, farò una piccola storiella di un capitolo dedicata ad Anita, parlerà della sua infanzia per cui ci saranno anche:Eleonora e i Nordici.
Grazie per aver letto e per avermi dato i vostri splendidi OC.
Al prossimo capitolo, accetto scomesse su chi presenterò.
Baci Carol_97

 

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Capitolo 3
*** *Special_Anita* ***


 

 

                                                  ANITA

 

 

 


Il telefono squillò, un messaggio, lo visualizzò :
Auguri mangia-pasta, ci vediamo alla riunione.
Dal tuo fratello non che migliore amico
Aksel


Sorrise,  da quel lontano giorno in cui si erano conusciuti, lui era sempre il primo a farle gli auguri, ancora prima di sua sorella, che in questo momento dormiva tranquilla vicino a me.
Chiuse gli occhi, si concentrò  sul loro primo incontro:

 

 


Eleonora piangeva per il freddo, Anita non sapeva come farla smettere, gli aveva ceduto la sua sciarpa e il suo cappotto.
Ma la sua sorellina continuava a piangere
"Eleonora basta, se ci hanno lasciato qui non è colpa mia"
Ero stanca
Ero stanca di questo freddo
Ero stanca di questo bianco
Ero stanca dei lamenti di Eleonora
Ero stanca di questa vita
Ero stanca di questo senso  d'impotenza
Ero stanca di addormentarmi chiedendomi il perché del nostro abbandono
Mi accascia a terra e cominciai a piangere, fù  allora che conobbi mio fratello.
Il bambino si avvicinò  a   me aveva i capelli biondi   spettinati, sembrava che non si pettinava da giorni,i suoi occhi color nocciola ci guardarono curiosi.
"va tutto bene?" ci sorrise e si avvicinò verso di noi, aveva dei guanti e i suoi vestiti erano logori,non risposi e continuai a piangere stringendo di più mia sorella.
"Astrid vieni" giunse anche una bambina aveva dei capelli biondo scuro raccolti  in due trecce e gli occhi blu, era più seria del primo ragazzo ed era meglio vestita,
"Prendi in braccio la più piccola" Astrid si avvicinò  e mi prese dalle braccia Eleonora
"su piccola, non avere paura vieni con noi" il bambino mi prese in braccio e mi portarono via.
Da li la nostra vita cambiò...
"Allora che mi sai dire su di loro?"
"Mi hanno detto che sono come noi e ormai è  quasi un anno che vagano per Hoyvík,senza una meta"
"Bene ora hanno trovato un posto, ringrazia i tuoi amici fatati"
"Odino ha detto prego"
"Aksel-chan, si sono svegliate"
"Su andiamo a conoscere le nostre nuove sorelle"
Quando mi sveglia ero distesa su un' amaca con in braccio Eleonora e davanti a me c'erano cinque bambini .
c'erano Aksel che mi sorrideva e Astrida impassibile, poi c' era un ragazzo che a prima vista dovrebbe avere la mia età con in braccio una bambina più piccola di Eleonora e vicino a loro c' era un altra bambina
"Hey ti sei svegliata? ti presento i tuoi nuovi fratelli!, io sono Aksel sono l'uomo di casa, lei é Astrid la donna di casa" Astrid accennò ad un sorriso, poi diventò di nuovo seria
"Quello con la bambina in braccio, con gli occhi blu, e i capelli quasi bianchi é Einar!,invece quella che è  in braccio  é Claire, ora sta dormando ma ha dei bellissimi occhi grigi, infine lei è Annika" la bambina in questione aveva dei capelli mogano che le arrivavano fino alle costole e con i  suoi occhi color ghiaccio mi squadrava
"Sorellina, scusa mi sono dimenticato come ti chiami" Aksel fece un sorriso di scusa
"A-Anita" risposi in modo incerto
 "Bene che giorno é oggi?"
"il ventotto" rispose Annika
"oh, Anita oggi é il tuo compleanno, purtroppo ci siamo dimenticati il regalo"
"Non importa, fratello..."
Lo sapevo che non erano i mie fratelli
Lo sapevo che oggi non era il mio compleanno
Ma voleva disperatamente un posto dove stare, una famiglia, ricominciare una nuova vita dimenticando tutto il dolore del abbandono.

 

 

 

 

Eleonora si svegliò il giorno dopo, allora nostro fratello decise che il suo compleanno fosse il ventinove.
Gli anni passavano, eravamo felici, anche se litigavamo, avevamo una nuova famiglia, anche se non erano i nostri veri fratelli
L'importante che noi eravamo una famiglia anche senza legami di sangue.
Poi, arrivò quel giorno...

 

 

Erano passati dodici anni...
"Anita dov'é Annika?"
"Non lo so non era con te?"
"Aksel sai dove é Annika?"
"No, Einar, perché?"
"la cercava Claire"
"l'ha vista Odino, ha detto che usciva a prendere la legna"
"Ma ci siamo andati ieri"
"Odino,ha detto che lei esce sempre a fare delle passegitate sia di giorno sia di notte"
Detto questo Astrid si avviò in camera sua a leggere, propabilmente un libro di magia
Einer essendo il secondo uomo di casa si avviò a cercare la sorella, insieme alle sue pulcinelle
Eleonora era in sala a giocare con Claire
"Anita, mi aiuti a preparare il pranzo"
"d'accordo, io cucino tu apparecchi, se no ci fai morire tutti"
"Io cucino molto bene, lo dicono tutti"
"tutti quelli che sopravivono"
"MA cosa dici, ieri abbiamo mangiato grazie a me!"
"la mia cena l'ho buttata giù dalla finestra perché puzzava"
Aksel mi diede un pugno in testa con fare scherzoso
"Vuoi la guerra?! sbarbatello"
stavo per contratacare, quando delle persone sallirono sul nostro albero.
La nostra casa era costruita su un albero secolare, Astrid diceva che era la sede delle forze della foresta.
Gli uomini che erano saliti ci guardarono, uno di loro si avvicino a me
"Si e lei, é strano tutti gli altri stati sono apparsi nei propri stati, invece te e tua sorella, qui in Danimarca"
"Chi siete" Aksel si mise davanti a me per protegermi
"Siamo i capi d'Italia, siamo venuti a prendere ciò che ci aspetta e lo sai benissimo anche tu, lo sai quando le hai trovate, lo sai che voi siete nazioni e sai anche che loro ci appartengono"
"NON é VERO!"
"Invece si, il tuo capo ha detto di darcele"
"IO NON LASCERò LE MIE SORELLE A VOI"
"cosa credi di fare?" l'uomo lo prese per il coletto e lo scaraventò per terra
"Andiamo" l'uomo mi prese per una mano e mi trascino via, urlai scalpitai ma non mi lasciava, intanto l'altro uomo era andato a prendere Eleonora.
In casa si sentivano i mie urli i pianto di Eleonora e Claire i lamenti di Aksel per le ripetute botte che l'uomo continuava ad infligerli ogni volta che si alzava,
Astrid era uscita dalla sua camera, comincio anche a lei ad urlare, Aksel si era rialzato di nuovo, aveva un labbro spacato e poi nero.
Non mi ricordo cosa successe dopo, ma mi ricordo cosa disse Aksel prima che ci portarono via:
Vi verrò a prendere.
Una cosa che, Anita non seppe mai fù: il senzo di impotenza di Astrid, le lacrime versate di Annika e Clair, il labbro morso a sangue di Aksel, il senzo di colpa di non esserci stato di Einar.

 

 

 

 

 

Da quel giono io e Eleonora siamo state portate in Italia,
Eravamo sempre in contato con Aksel e gli altri, le nostre telefonate duravano anche giornate intere e per questo eravamo sgridati dai nostri capi,
e l'uniche volte che ci era concesso di vedere i nordici era per trattative economiche e politiche.
Ma i quei momenti io ed Aksel riuscivamo sempre a scapare per farci una birra,
fù proprio un giono di quelli che litigammo e per un intero mese nessuno dei due ci fece sentire...
"Un altra birra"
"Anita é già la terza"
"va bé"
"Come fratello maggior-"
"TU NON SEI MIO FRATELLO, CI HAI TROVATE E HAI AVUTO PENA"
"Anita calmati, sei ubriaca"
"Anche tu lo eri quel giorno quando ci hai portate a casa probabilmente"
"ma che stai dicendo? avevo quattro anni"
"Le cose sono tre o ci hai portate a casa perché eri ubriaco, portare a casa due bambine che nemmeno conosci, già in casa eravate in cinque, la seconda opzione é perché volevi creare un vasto impero,tu sapevi che eravamo nazioni ma non  l'hai detto a nessuono o infine perché volevi altre donne per il tuo harem"
Mì diede uno schiafo sulla guancia, lo schiaffò era talmente forte che caddì dalla sedia
"PENSI VERAMENTE CHE HO VI HO OSPITATO CASA NOSTRA PER DELLE COSE DEL GENERE?!".
Per un pò cadde il silenzio, un silenzio pesante, io ripensai alle cose che gli avevo detto, lui allo schiafo che mi aveva dato.
Comincia a piangere, Aksel stava per dire una cosa ma richiuse la bocca, poi si girò e se né andò.
Dopo qualche minuto (ore?) entrò Astrid nel bar, fece un segno a un cameriere che si era avvicinato a me e si chino verso di me,
"Anita dai ti porto a casa"
"N-non vuoi sapere cosa é successo?"
"No, la cosa la risolverete te e AKsel"
Astrid mi portò a casa m fece una thé caldo che bevettì sul divano,
"Anita, Aksel sta facendo tutto per riportarvi da noi, ma é più difficile di quanto immaginasce, Ti dò un consiglio da sorella maggiore o amica, come preferisci, Aksel vi ha prese e vi ha portate a casa perché anche lui e stato abbandonato e se sei arrabiata per come ti trattano i tuoi capi, non prenderla con le altre persone"
"te l'ha detto lui cosa é successo?"
"No, proprio per questo l'ho capito"
Detto questo chiamo Claire e Annika, che erano con Eleonora a giocare e se ne andò.
Mi nascosi sotto il piumone e comincia a piangere, Astrid aveva ragione, io mi ero arrabita con Aksel per una cosa che lui non centrava, dovevo scusarmi.
"Anita tutto bene?"
"Si non precuparti"
Eleonora salì sul piumone mi abbracciò
"non so cosa sia successo ma sò che la risolverai"
"Lo spero..."
"MA certo, perché tu sei Anita, sei una combatente"
"hai ragione, grazie" gli sorrisi.
Solo un mese dopo ebbi il corragio di inviare delle lettere di scusa a Aksel, per un intera settimana intera non arrivò niente, ed io credettì che era ancora arrabbito.
Poi, proprio il ventotto maggio mi arrivò un mazzo di narcisi gialli con questo biglettino:
Scuse accettate, sono pur sempre tuo fratello-migliore amico non posso essere arrabbiato con te,
Auguri.
Anita pianse, pianse lacrime di gioia, pianse per non avere perso un fratello.

 

 

 Sospirai, non era ancora riuscito a portarci in Danimarca con loro,
ma vederci era sempre bello, ecco il vero motivo perché io e Eleonora eravamo in volo per l'America.
Era quasi un anno che non ci vediamo...
"Ah, mangia pasta a tradimento Auguri"
"Javier, te lo sei ricordato!"
"no, ho letto il sms che ti é arrivato"
"..."
La rissa cominciò, svegliando tutti i passeggieri, tranne una  un donna greca e una ragazza italiana.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


***NOTE AUTRICE***
...hem lo publicata con qualche giorno di ritardo...
ho avuto da fare questi giorni, scusate!
Spero che questo capitolo vi sia piaciuto, spero che non ci siano troppi errori
rileggiendo mi sono accortla che ho parlato sopratutto di Annita e Aksel, l'idea originaria non era così, ma non mi dispiace neanche questa versione.
Allora alcune informazioni per voi:
Odino é un gigante della mitologia norvegese
i narcisi gialli sono fiori tipici della danimarca sopratutto nel periodo Aprile-Maggio (sono molto famosi perché vengono usati per la pasqua)
Nel primo racconto
Aksel: ha 4 anni umani, non so come nazione ma credo 50 anni
Astrid: ha 3 anni umani, 49 anni come nazione
Anita e Einar: hanno 2 anni umani, 48 come nazione
Eleonora e Annika: hanno 1 anno e mezzo, 47 come nazione
Claire: ha 8 mesi, 45-46 come nazione
al prossimo capitolo che verrà presto.

ps
chi lascerà un commento per primo farò un capitolo speciale che parlerà della infanzia del suo OC
!

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Capitolo 4
*** Le armi non si portano sull'aereo! ***





Le armi non si portano sull'aereo!



 





Quella mattina, stranamente, Gabriel si svegliò di buon umore.
Appena alzato, si diresse subito in bagno senza sbattere contro lo spigolo del comodino e aveva percorso tutto il corridoio senza inciampare nei fogli abbandonati sul pavimento.
Arrivato in bagno si era fatto una doccia fredda e si era pettinato i suoi capelli corvini. La sua frangia cadeva sugli occhi smeraldi coprendoli, così arrivò alla conclusione che doveva tagliarla.
Dopo di che si avviò in cucina per prepararsi la colazione: Bacon, uova, pane e marmellata.
Niente poteva andare storto, pensò Gabriel, ma si sbagliava.
"Sei già sveglio? Stai preparando la colazione? Io voglio dei cornetti, ce l' hai? Dov'é il bagno? L' ho trovato!"
La voce che aveva rotto la quiete era ben nota a Gabriel, purtroppo. Ma perché lo aveva invitato a casa sua?
Allora, dovevano andare in America per il meeting, Adrien aveva detto che non voleva andarci da solo e si era presentato a casa sua con una bottiglia di wiskey e lui lo aveva fatto entrare per avere la bottiglia.
Dopo qualche minuto, Adrien uscì dal bagno canticchiando. Pareva la "vie en rose", almeno così credeva Gabriel, ma non ne era sicuro, poteva essere anche l'inno francese; non capiva molto di quella lingua e in più Adrien cantava in modo orribile.
"Ho sentito gli altri, ci vediamo all' aeroporto" mentre diceva questao, Adrien si legava i suoi capelli castani in un codino.
"Gli altri chi?!"
"Gli altri!" sorrise sornione mentre prendeva un cornetto preparato da Gabriel
"OH, MY GOD, ma chi di preciso?"
"Potevi specificarlo! Ci saranno, Alice e sua sorella Iris... non pensi che sia carina? Infatti é la mia migliore amica… Poi c'é Ladie, Andràs e Gregor"
"Dove hanno dormito?"
"In hotel, me l' ha detto Iris"
"Fammi capire, sei venuto qui perché non volevi stare solo… MA PERCHE’ NON SEI ANDATO CON LORO?!"
"Mon amour, stai calmo, era da tanto che non ci vedevamo e ho pensato di venire a trovarti <3"
"IL TEMPO LONTANO DA TE NON E’ MAI ABBASTANZA"
"Non dire così, mi ferisci"
"Sta zitto e manga così andiamo all'aeroporto"
"D'accordo, comunque i cornetti francesi sono i migliori dei tuoi!"
Dopo quell'affermazione, Gabriel con uno scatto fulmineo prese il piatto con i cornetti che stava mangiando Adrien e lo ripose in frigo, senza ascoltare le proteste dell'altro.
"Ma cosa fai?"
"Andiamo all'aeroporto"
"Ho fame"
"Mangerai dei cornetti FRANCESI lì!"
"Quanto sei permaloso".





Gregor stava per impazzire, per tutto il viaggio Iris e Andràs litigarono e lui per uno strano motivo era finito in mezzo a quei due.
Dopo l'ennesima discussione, alzò gli occhi azzurri al cielo.
Dietro di loro c'erano Ladie e Alice e anche loro stavano litigando; la prima si vantava delle sua abilità nelle armi e l'altra delle sue grandi imprese.
In quella macchina c'era un casino assurdo e Gregor non riuscì a trattenersi;
"BASTA STATE UN Pò ZITTI!"

Subito dopo quell'urlo calò il silenzio in macchina. Contento del risultato, Gregor sorrise e chiuse gli occhi per godersi quel momento di calma.
"Comunque, se noi dovessimo fare uno scontro, vincerei io! Tu puoi anche buttarti giù da un ponte e nasconderti nell'acqua, ma, grazie alla mia infallibile mira, ti colpirei"
"L'importante é crederci"
"Infatti mia sorella ha ragione, lei ti può sconfiggerti perfino mentre balla la salsa"
"Ma la sentite? Iris falla finita, che é meglio"
"Chi ti ha interperlato Andràs?"
"Solo tu puoi intervenire nei discorsi altrui?"
"Ma sta zitto"
"Ma taci tu"
"Il mio fucile é più simpatico di voi"
"Ladie, perché sei venuta? Non hai commerci con nessuno"
"Alice, farti una cappella di affaracci tuoi, no?"
No, non é possibile, fu il primo pensiero di Gregor, ma delle ragazze che prima vista erano anche carine, Alice aveva i capelli biondi lungi fino alle ginocchia e gli occhi azzurri,
sua sorella aveva la stessa lunghezza di capelli soltanto che li aveva bianchi e gli occhi blu tendenti al viola, quando le andava a trovare da solo, le ragazze erano anche simpatiche.
Solo che Alice aveva una grandissimo senso di competizione e Iris quando era con Andràs era intrattabile, faceva vedere il suo lato peggiore.
Ladie, a differenza delle prime due, aveva dei capelli biondi tagliati cortissimi, tranne per una ciocca più lunga sul lato sinistro del volto, e i suoi occhi erano viola, amava le armi e il cioccolato.
Invece Andràs era il suo migliore amico, aveva i capelli castano chiaro, lunghi appena sotto il mento, e gli occhi verde petrolio.
Come carattere erano molto diversi, anche fisicamente erano diversi, ma non per questo, quando erano piccoli, avevano fatto amicizia, anche se a dire il vero all'inizio l'aveva scambiato per una bambina, per colpa dei suoi lineamenti femminili.
Ma come era possibile che quattro persone potevano fare tanto casino? Non se lo sapeva proprio spiegare.
Ringraziò il cielo, quando finalmente arrivarono a destinazione.

Andràs e Gregor, come veri gentiluomini, presero le valige delle ragazze e le portarono dentro l'aeroporto, dove c'erano già Gabriel e Adrien ad aspettarli; anche loro stavano litigando.
Doveva essere per forza un gas o una malattia londinese a far litigare tutti in quel modo, si diede come spiegazione Gregor.
"Salve, siamo arrivati, avviamoci a fare il controllo"
"Tu sei sempre così formale, amour" disse Adrien, abbracciandolo per poi avvicinarsi a Iris
"Su andiamo che il volo parte fra poco"
Tutti i sette ragazzi si avviarono ai vari controlli, a passo di marcia e sempre litigando, tanto che molte persone all’ aeroporto scapparono.
Arrivati al controllo, nel solito controllo bagagli, tutti lo passarono tranquillamente. Soltanto una borsa con dentro un fucile, fu fermata con la proprietaria.
"Ci rendiamo conto? Ha portato delle armi!"
"Ora siamo tutti bloccati qui!"
"Nessuno l'aveva controllato cosa aveva nella valigia?"
"Gregor, ma secondo quale logica dovremmo vedere cosa ha in valigia Ladie?"
"Non lo so, ma guarda dove siamo finiti, dentro al carcere ad aspettare che lascino andare Ladie"
"Ma come gli é venuto in mente di portare un fucile?!"
"Iris, tu hai portato un pulcino"
"Andràs, fatti gli affari tuoi"

Soltanto dopo un quindici ore di litigate interrotte e controlli, furono confermati i dati necessari che affermavano non fosse una criminale,ma un rappresentate di una nazione amante delle armi.
"Ladie soltanto tu puoi portare un’arma in aeroporto, ma ti sei cretina del tutto?"
"Gabriel sta zitto e prendiamo ‘sto aereo"
"Il prossimo parte fra due ore..."
"Adrien, stai scherzando? In due ore che facciamo?"
"Iris sei sempre a lagnarti, vai a vedere dei negozi!"
"Andràs, sta zitto!!"
Iris e Andràs si allontanarono litigando, seguiti da Adrien che si portava dietro un Gabriel alquanto irritato,
"Svizzera, teppista, che facciamo?"
"Senti Alice, solo perché volevo portare un fucile in aereo non vuol dire che sono un pericolo pubblico! Quegli inglesi non capiscono nulla"
"Non hai risposto alla domanda"
"... chi arriva per prima a quel negozio di cioccolata vince!"
Le ragazze cominciarono a correre verso il negozio indicato da Ladie, travolgendo tutte le persone che trovavano nel loro cammino.
Gregor alzò, per la seconda volta in quel giorno, gli occhi al cielo: si dovevano sempre far riconoscere.
Si avviò verso un negozio di musica, forse poteva trovare un bel CD di musica classica per ascoltarla durante il tragitto Londra - Ny, che sapeva già che si sarebbe rivelato molto lungo.








**ANGOLO AUTRICE**
Chiedo scusa del ritardo, ma per motivi privati, non avevo molta voglia di scrivere cose divertenti, ma grazie a degli amici fantastici, mi sono riuscita a riprendere.
Questo capitolo non mi convince molto, anzi per niente, e se volete picchiarmi vi posso capire
Come avrete notato questo capitolo ha pochi errori (nessuno) grazie alla mia beta: COSMOPOLITA che ringrazio calorosamente del suo aiuto, grazie mille y_y.
Poi historygirl93 mi ha consigliato di scrivere i protagonisti dei capitoli allora, in questo sono:
INGHILTERRA: Gabriel
FRANCIA: Andrien
AUSTRIA:Gregor
GERMANIA:Alice
PRUSSIA:Iris
SVIZZERA Ladie
UNGHERIA: Andràs
 Per entrare nel vivo della storia mancano ancora due capitoli.
Ringrazio chi legge e sopratutto chi commenta, per questo il prossimo capitolo verrà a breve, (almeno credo).
BACI


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Capitolo 5
*** La pazienza é un gran dono ***





 

La pazienza é un gran dono...






Ormai erano quasi due ore che aspettava gli altri, passi per le italiane e la greca che la puntualità non sapevano cosa fosse, ma con Javier sarebbero dovute riuscire ad arrivare in orario.
Invece per il secondo gruppo non accettava scuse; di solito i tedeschi e gli svizzeri sono puntuali, come gli inglesi, un pò meno i francesi, ma un francese non può fare tutta questa differenza.
Il ragazzo dai capelli castano- rossastro, tenuti corti ed in vivibili e la pelle è candida, se ne stava seduto nella stanza con gli occhi (all'interno azzurro scuro,fuori azzurri chiari) socchiusi, continuando a pensare come mai il resto del gruppo faticava così tanto a venire.
"Alec, lo vuoi sapere una storia divertente?" disse con voce molto alta una ragazzina di diciannove anni che aveva i capelli lunghi fino a metà schiena e mossi, gli occhi di color verde acqua i quali guardavano con curiosità il ragazzo seduto in modo composto sulla sedia. La carnagione bianca era molto simile all’ uomo accanto a lei ma come differenza aveva delle piccole lentiggini sul viso.
Il ragazzo sbuffò, come poteva avere una sorella che faceva tanto rumore? Ma eravamo sicuri che quella era sua sorella?
"Dimmi, Alexa." le disse sogghignando, con un sorriso falso, ma sua sorella non se ne accorse o non se n’era voluta accorgersene.
"Mi ha chiamato Anita dicendo che Javier é stato fermato al aeroporto perché aveva dei coltelli e Ladie invece e stata fermata perché aveva un fucile in valigia, AHAHAHAHAHAHAHAH."
Alec divenne bianco come un fantasma, ma la ragazza continuò a ridere. Il ragazzo aprì la bocca per dire qualcosa alla sorella, quando entrarono due ragazze nella stanza delle conferenze.
La prima era alta un metro e ottantadue, magra- anche se di spalla larga- e di carnagione pallida, ancora più pallida dei due fratelli.
Aveva capelli biondo cenere tagliati in un disordinato caschetto tra cui spuntava un gigantesco fiocco da un cerchietto nero e gli occhi avevano una discromia: erano uno blu mare, l’altro violetto.
Invece la seconda aveva capelli neri lunghi fino alla vita e gli occhi, che non trasmettevano alcuna emozione, erano neri.
"Salve, scusate il ritardo siamo state fermate all' aeroporto, Akaoni aveva portato con sè una spada."
"Anastasya, tu avevi dei coltelli! E, per inciso, non avevo una spada ma una katana."
"E’ la stessa cosa."
"AHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHA"
"Cosa hai da ridere Alexa?" dissero all’unisono le due ragazze che stavano discutendo
"Anche Javier e Ladie sono stati fermati all'aeroporto!"
"Anche lo spagnolo?" domandò Anastaya
"Quando vengono dobbiamo fargli una battuta." suggerì Akaoni
"Si, così ci facciamo quattro risate."
"Ora dobbiamo solo inventarla."
Intanto che le due ragazze discutevano, Anastasya si allontanò perchè tutto quel trambusto l'infastidiva.
"Scusate ragazze se vi interrompo, ma… PERCHé NESSUNO SI RICORDA CHE NON SI POSSONO PORTARE LE ARMI SULL'AEREO? Vi sembra così complicato." si intromise Alec, fermando Anastasya: doveva fare un discorso serio, per spiegare cosa si poteva portare e che cosa non si poteva portare in aereo
"Scusate ragazzi, ho avuto dei problemi all'aeroporto."
Un nuovo ragazzo era entrato nella stanza. Aveva i capelli biondo cenere abbastanza lunghi da permettergli di tenerli legati in un codino dietro la nuca e aveva una frangetta corta che gli sfiorava appena le sopracciglia.
I suoi occhi, colorati di un azzurro chiaro come il ghiaccio, contribuirono a rendere la figura del ragazzo fredda e severa.
"Fammi indovinare, avevi portato delle armi nella valigia?"
"No, Alec, hanno perso la mia valigia." il ragazzo lo guardò confuso "Perché qualcuno le ha portate?"
"Johannes, quanto sei noioso"
"Anastasya, non tutti portano armi negli aeri, anzi nessuno!"
"Beh, io, Aki, Ladie e Javier siamo stati fermati al aeroporto per questo." disse con astio la ragazza prima di uscire dalla stanza
Johannes apri la bocca per replicare ma subito fu azzittito da una frase di Aki
"Ma quanto é bello Javier,è appassionato di armi e poi quando cammina sculetta, il ragazzo perfetto, mi piacerebbe molto abbracciarlo fino a spaccargli le ossa e poi mangiargli la clavicola "
dopo quella affermazione calò il silenzio; Johannes fece una faccia schifata e usci dalla stanza seguito subito da Alec, che prima da andare disse: "E per questo cose che preferisco i ragazzi a voi ochette".
"Visto che prima di domani non verranno che facciamo?" continuo Aki, mentre pensava a come vendicarsi del affronto subito dai ragazzi
"Possiamo chiamare Anita, per sapere a che punto sono"
L'idea di Alexa fu approvata.

Alexa compose il numero della sua amica
-Pronto?-
- Hello, a che punto siete?-
-A che punto siamo? Secondo te? Javier é appena uscito dall’ interrogatorio e l'aereo parte fra un ora...-
-SALUTAMI JAVIER… -
-...?-
-ci sono Aki e Anastasya…-
- C'é AKIIII, AKI SONO ELEONORA. -
- EHY, sai a che punto é Alice-
-Sì, sono appena partiti-
- Aki, sono Alice, come va? lo sai che ho battuto Ladie nel gioco "snowboard sulle scale mobili?"-
- AHAHAHAHAHA, aspetta tu non eri con loro a prendere l'aereo...-
-Sì, lo so, ma con il mio gruppo mi annoiavo, così di nascosto sono venuta qui con loro-
-Sai che fortuna, non bastava uno spagnolo stupido e una greca che si addormenta ovunque, ora abbiamo anche una crucca!-
- Anita, passami Alice, sono Alexa, quando vieni ti sfido a un duello con le spade!-
- Accetto!-
-Ci vediamo qui!-
- Alexa dobbiamo andare, Elena si é addormentata in un negozio-
-..., ok ciao-
Anita attaccò.


Le tre ragazze si guardarono,
"Andiamo a farci una birra?"
"Ottima idea Aki"
"Io voglio la vodka"











Alcune ore prima in una casa su un albero....
"AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA Astrid perché non mi hai svegliato?"
Aksel entro in cucina e rimase sbalordito nel trovare tutti già pronti
"Aksel, sei il più grande, dovresti svegliare te tutti e non l'incontrario" gli rispose pacatamente una ragazza dai capelli biondo scuro lasciati sciolti, lunghi fino alle scapole e gli occhi sono blu scuro
"Ma Astrid, non dire così"
"Hai ancora venti minuti per prepararti e poi noi andiamo."
"Astrid, dov'é Einar?" intervenne Claire
"Ma in questa casa, devo fare tutto io? Comunque, credo di sapere dov'é…"
"Io posso rimanere qui? Così controllo che Aksel si prepara"
"Se ci rimane Claire, ci rimango anch’io"
"Ok, Annika e Claire… controllate che Aksel si prepari, io vado a cercare Einar"
"Ma non importa che mi lasci due cani da guardia..."
"Quando torno ti voglio pronto, mi hai capito?"
"Sì signor capitano" gli rispose mettendosi sull’ attenti per poi scoppiare a ridere insieme a Claire e Annika.
Dopo di questo, Astrid, stanca già ancor prima di partire, uscì dalla cucina e si avviò con passo sicuro nel posto dove era certa che avrebbe trovato il fratello.





Intanto un ragazzo di vent’anni era immerso nell’ acqua di una sorgente termale. Aveva corti capelli biondo cenere, quasi bianchi e gli occhi blu che erano nascosti da una frangia ribelle.
Con il piede schizzò una delle sue pulcinelle, che si era addormentata sul bordo e ridacchiò vedendo la sua reazione.
"Einar, sapevo di trovarti qua"
Astrid si avvicino al ragazzo, che si fece lasciare un urletto
"Ma che fai, sono nudo!"
"Smettila! Ti ho cambiato i pannolini quando eri piccolo, ora esci e ti vai a preparare"
"I non ci voglio venire!
"Einar hai vent’anni, non lamentarti e vieni."
"Per favore Astrid, lasciami qui. "
"Ho detto di no!"
Einar mugugnò qualcosa su quanto fosse ingiusta
"Poi ci saranno anche Anita e Eleonora non ti va di rivederle?"
"…Sì."
"Allora preparati, hai fatto la valigia?"
"Sì, é nello spogliatoio."
"Valla a prendere e preparati. Ti aspetto in casa."
Detto questo si avviò dentro, lasciando Einar da solo.






Quando Einar ritornò dal gruppo, si accorse che Aksel aveva un gran bernoccolo in testa, anche se rideva sotto i baffi, e sua sorella Astrid era arrabbiatissima.
"Che é successo?"
"NULLA!" gli rispose acida Astrid
"Aksel, quando é tornata Astrid, non era ancora pronto e l' ha chiamata 'la donna cellulosa!' e Astrid gli ha dato un pugno." Claire scoppiò a ridere insieme ad Aksel, mentre Annika rimase impassibile.
"Se abbiamo finito di fare i bambini possiamo andare, c'é un aereo che ci aspetta." disse Astrid una volta recuperata la sua calma, anche se dentro di sè aveva voglia di pestare a sangue il danese.
"Einar dammi la valigia così la carico in macchina."
"Ehem, non importa Aksel ci penso io…"
"La prendo io, non preoccuparti!" Il danese prese la valigia (che in verità era un saccone con molti buchi) dal ragazzo, ma quando la prese in mano, il borsone si mosse.
Tutti guardarono la valigia "Spiriti" disse Annika mentre si avvicinava a Einar per raccontargli una storia dell'orrore, "Non credo..." rispose con sicurezza Astrid.
Poche persone sapevano del potere speciale che aveva Astrid e di quelle persone che erano a conoscenza del suo potere non tutti le credevano: Astrid era in grado di vedere creature magiche; anche da bambina aveva questo potere e per lei era stata una cosa normale, solo crescendo aveva capito di avere un dono.
Il suo capo le aveva riso in faccia e voleva mandarla in un manicomio perchè per lui queste creature non esistevano e di conseguenza, se la ragazza riusciva a vederle era sicuramente pazza.
Aksel le credette, forse soltanto perché era sua sorella, per farla contenta. L’unica persona che l'aveva creduta al cento per cento era Annika. Annika credeva nelle creature magiche e voleva tanto vederle, ogni notte usciva a cercarle e quando seppe che sua sorella riusciva a vederle, da prima provò un pò di gelosia, ma alla fine aveva anche avuto un guadagno. Tutte le domande che si era posta sulle creature ora avevano trovato una risposta.
"Allora che cosa c'é dentro la valigia?" chiese Claire
"Einar, cosa ci hai nascosto?" chiese severa Astrid mentre si avvicinava alla borsa, che intanto si muoveva per tutta la sala. Quando finalmente riuscì a raggiungerla, l'aprì e subito uscirono uno stormo di pulcinelle, che si sparsero per tutta la casa.
"COSA CI FACEVANO LE TUE PULCINELLE LI DENTRO?"
"Hem, non volevo lasciarle a casa, chi mi garantisce che la persona che abbiamo scelto per curare gli animali sia davvero brava?"
"Ha RAGIONE, IO NON VOGLIO LASCIARE I MIE ANIMALI IN MANO A UNA CHE SI CHIAMA ETEBRIGIO."
"Aksel non ti ci mettere anche tu!"
"La mia povera Folke… "
"Lo sai che Sasha, Oliver e Napoleone sono cani molto esigenti e Sigfrid si sentirà solo, senza pensare a Pegaso che verrà separato da Neve."
"Ora basta, abbiamo perso anche troppo tempo, non possiamo non partire per gli animali! Abbiamo preso Etebrigo per questo, ora vi voglio tutti fuori di qui!" disse con falsa calma Astrid.
Annika si avviò sconsolata in macchina, vicino a Claire che provava a consolarla; Einar ritento la fuga ma fu fermamente bloccata da Astrid e Aksel si mise al volante mentre pensava ai suoi poveri animali.
"Ed ora al aeroporto!"












**ANGOLO AUTRICE**

 
Ecco il nuovo capitolooooo *saltella lanciando fiori(?)*
 
Ringrazio chi mi segue e lasci i comenti e COSMOPOLITA  che ha proveduto a coregger i mie orrori, grazie y_y.
Riguardo la storia, i carateri di Canada, Giappone, Russia non mi convincono...
CAnada doveva essere sia allegro e ingenuo ma anche distacato e freddo con le ragazze
Giappone doveva essere alegra soridente ma anche sadica
Russia doveva essere protetiva con chi conosceva ma distacata.
Allora i personaggi presenti in questa storia erano:
Canada-Alec
Islanda-Einar
Estonia-Johannes
Danmarca-Aksel
Svezia-Annika
Filandia-claire
Norvegia-Astrid
Giappone-Akaoni
Usa-Alexa
Russia-Anastasya
Citati:
Sud italia- Anita
Nord italia- Eleonora
Spagna-Javier
Grecia-Elena
Germania-Alice

 

Il prossimo capitolo ci porterà al vero e prorprio inizio della storia!
A presto

ps
Il titolo non sapevo cosa mettere XD se qualcuno ha una idea migliore può dirmela



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Capitolo 6
*** La sera prima dell'inizio ***



la sera prima dell'inizio





 






Solo il giorno seguente tutti i partecipanti del meeting arrivarono a destinazione.
Alec voleva subito iniziare la riunione per poi mandarli via, c'erano troppe ragazze per i suoi gusti, magari dopo poteva fare una festicciola CON SOLO RAGAZZI...
Ma la sua proposta fu completamente ignorata da tutti, che stanchi per il volo se ne andarono nelle loro stanze e proprio nelle camere molti di loro cominciarono a pensare al giorno successivo; alcuni invece dormirono beatamente, altri infine tornarono da una bevuta...






                                                                                                                                                   ___________________________
     







..:CAMERA ANITA-ELEONORA-ELENA:..
"Non so voi ma io sono distrutta" disse pigramente Elena prima di buttarsi su uno dei tre letti
"E quando non sei distrutta?" rispose Anita buttandosi su di un altro
"Sorellona possiamo unire i nostri letti, neh?" chiese speranzosa Eleonora
"Unisci i letti…"
"Non vedo l'ora che sia domani, così possiamo rivedere i nostri fratelli, non li rivediamo più da quando hai litigato con Aksel"
Anita si irrigidì di colpo, non ci aveva pensato, era talmente presa dal viaggio che si era dimenticata che avrebbe rivisto i nordici. Soprattutto, avrebbe rivisto Aksel.
L'ultima volta che si erano visti si erano lasciati in malo modo, era vero che poi avevano fatto pace, ma un po’ di imbarazzo ancora c'era, al meno da parte sua. Non sapeva cosa dirgli dopo, quanto tempo era passato? Quasi un anno.
Anita decise che l'avrebbe evitato tutto il giorno e alla riunione si sarebbe messa vicino a Eleonora e Astrid o a Claire e Annika o a Einar ed Elena: bastava non essere vicino a lui.
"Secondo me non é più arrabbiato; sai come é fatto nostro fratello se ne sarà già dimenticato, puoi stare pure tranquilla."
"Eleonora, io sono più che tranquilla."
"Allora perché stai stringendo il cuscino?"
"Se lo dici tu!…Tu cosa ne pensi, Elena?"
Le due ragazze si girarono verso la greca che stava tranquillamente dormendo, senza degnarle di alcun sguardo.
"Io seguirò il grande esempio di Elena e andrò a dormire, anche se non ho ancora capito come fa ad assopirsi tutto il tempo..."
"Hem, non per interrompere i tuoi pensieri filosofici, ma sei sul mio letto."
"Non dormiamo insieme?"
"Ele hai diciannove anni, puoi dormire anche da sola." sbuffo Anita "Siamo in estate e io non voglio morire di caldo per colpa tua!"
"Ma a casa dormiamo insieme…" si lamentò quell’ altra
"A casa abbiamo un letto a due piazze, questo invece è una piazza soltanto, smettila di fare i capricci e vai nel tuo letto, tanto siamo attaccate." detto questo, la ragazza si diresse nel bagno che era in fondo la stanza per mettersi il pigiama, ma non ci riuscì perché la sorella la fermò tenendola per una mano
"Non é che vuoi dormire da sola per poi andartene e abbandonarmi?" chiese alla sorella. In viso aveva un sorriso, anzi un ghigno e i suoi occhi si erano dilatati più del normale; succedeva sempre quando aveva paura di essere abbandonata, era la sua fobia, se si poteva chiamare così...
"Ma sei impazzita? Io non ti abbandonerò mai, non sono come i nostri antenati! io non ti lascerò mai." Eleonora, dopo le parole della sorella, si rassicurò e tornò serena come al solito, Anita l'abbraccio per confortarla e per un po’ rimasero abbracciate
"Se ti senti più sicura, dormi pure nel mio letto." detto questo, finalmente Anita potè andare in bagno a mettersi il pigiama per poi dirigersi nel letto insieme alla sorella. Doveva riacquistare forza per nascondersi da suo fratello, ma il vero problema non era Aksel… avrebbe rivisto anche lui... si mise una mano al cuore, batteva più forte del previsto, e sorrise.
"Anita... se vuoi confidarmi con me sai dove trovarmi…" disse Elena, senza aprire gli occhi " …è tutto il viaggio che ti comporti in modo strano..."
"Elena, non ho niente, dormi, se no mi svegli la sorella" la ragazza si addormentò, ma ebbe come la sensazione che qualcuno la stava fissando…











..:CAMERA ALICE-IRIS-LADIE:..
"COME HAI POTUTO ANDARTENE SENZA DI ME?"
"Iris calmati!"
"CALMARMI? COME POSSO CALMARMI, MI HAI ABBANDONATA! MI HAI LASCATO CON DEI BIFOLCHI!"
"OH SAREI UNA BILFOLCA?"
"HAI PORTATO DELLE ARMI SU UN AEREO."
"OH, INVECE TE CHE PER FARTI NOTARE DA ANDRA’S, CI LITIGHI, ABBI IL CORAGGIO DI DIRGLI CHE TI PIACE…"
"LADIE, MA CHE COSA TI SEI FUMATA? RITONA INSIEME ALLE TUE CAPRE!"
"ORA CALMIAMOCI TUTTI!"
"STA ZITTA, ALICE" dissero al unisono Iris e Ladie, per poi guardarsi e ringhiare
"Ragazze per favore, vi sentite da fuori!" disse infastidito Gregor, entrato nella stanza per calmarle "E’ tardi e siamo tutti stanchi, andate al letto" dopo aver proferito queste parole, uscì dalla stanza.
"Ecco, l'avete fatto arrabbiare! Comunque Iris, non ti ho detto nulla perché era una gara tra me e Ladie, secondo lei non sarei riuscita a scappare"
"Tsk, la tua é solo fortuna, intanto ti ho battuta nella gara surf sulla scala mobile usando le valige come tavola."
"Io sono arrivata prima al negozio di cioccolata!"
"Io sono riuscita ad andare in bagno senza fare la fila!(*)"
Iris prese le sue cuffiette della musica e alzato il volume al massimo se ne andò al letto insieme al suo pulcino.
Per un pò guardò le sue compagne litigare, cercando di leggere il labiale, ma subito si addormentò pensando a cosa le aveva detto Ladie;
Lei non era innamorata di Andràs; per prima cosa assomigliava ad una ragazza e poi era fastidioso e rompiscatole, poi l'aveva tradita proprio nel momento che aveva più bisogno di lui, se ne era andato come avevano fatto i suoi antenati…lei voleva un ragazzo calmo come Gregor, non certo un pazzo che tutti scambiavano per una ragazza.
"Ladie mi hai stufata! Ora vado a dormire"
"Allora ammetti che ho ragione!"
"Ho detto che sono STANCA, no che hai ragione."
"Quindi per decidere chi è nel giusto, faremo una gara: chi rimane sveglio per tutta la notte ha ragione!"
"Ci sto e preparati a perdere"










..:CAMERA AKAONI-ANASTASYA-ALEXA:..
"Ragazze, che birrata!"
"Hai ragione Alexa! due sere di seguito poi… che pacchia!"
"Io ho bevuto la vodka."
"Tu vivi di vodka."
"Tu di Mac Donalds."
"Ubriacona!"
"Grassona!"
"Comunista!"
"Finta pacifista!"
"Anastasya comunista, prima della lista!"
"E questa cos’è?"
"é il mio nuovo inno verso il nemico."
"…capisco, quindi sarei il nemico?" Anastasya sorrise in modo sinistro, pronta a sferrare il primo attacco.
"Ragazze, non so voi, ma la parte che ho preferito della serata e quando Alec ci ha inseguite urlando." intervenne Aki per calmare gli spiriti delle sue compagne di stanza
"Io non ho capito ancora perché ci ha inseguite" rispose subito Anastasya, dimenticando, apparentemente, la litigata di prima
"Forse perché scappavamo?"
Le tre ragazze risero di gusto, erano ancora un pò brille
"Lo so io il perché mio fratello ci inseguiva…"
"Perché?"
"Per pagare ho usato la sua carta di credito!"
Tutte e tre risero di gusto per una buona mezz’oretta
"Devo dire che hai un fratello carino."
"Aki, ma che dici? Più di Javier?"
"Nessuno é più bello di Javier!”
E ancora le ragazze risero di gusto, addirittura Aki inciampò contro una sedia e per reggersi si aggrappò ad Alexa ma caddero tutte e due per terra continuando a ridere. Anastasya cercò, per compassione, di tirarle su ma le due ragazze la buttarono giù con loro, continuando a ridere.
Per tutta la serata non si alzarono e si raccontarono stupide barzellette, dalla serie "Un uomo di nome Smith ha una gamba"(*) "Come si chiama quell'altra?" e poi di nuovo a ridere, fino a quando Morfeo non le prese con sè concedendo loro un pò di riposo.













..:CAMERA ASTRID-CLAIRE-ANNIKA:..
"Ora a letto, é stata una giornata faticosa"
"Io non ne ho voglia, Annika andiamo a farci una birra?"
"Va bene"
"Scordatevelo!"
"Astrid e dai, non hai neanche quarant'anni é sei già una romp-"
"Claire non provarci neanche a finire quella frase!"
"Claire, ci andiamo domani a farci una birra!"
"VAAAA BENE, ma non ho ancora sonno…"
"Possiamo vedere la tv."
Astrid, sospiro, da quando aveva delle sorelle così dure? Senza dubbio era colpa di Aksel che non si sapeva imporre.
"Volete vedere la tv, guardatela, io andrò a dormire così domani sarò riposata."
"Dai, andiamo Annika prima che cambi idea!"
Le due ragazze uscirono dalla stanza e si diressero correndo, anzi era Claire correva tutta contenta, invece Annika le stava dietro con passo svelto e arrivarono alla sala comune: c' erano dei divanetti attorno ad una tv e dall’ altra parte della sala un piccolo bar. La sala ora era vuota e tutte le altre nazioni erano in camera a riposarsi.
"Bene, Annika possiamo vedere ciò che ci pare!"
"Sul sei c'é un film del orrore" e mentre diceva questo, ad Annika comparse un sorrisetto sul viso; magari più tardi sarebbe andata a terrorizzare Einar con un’ accurata descrizione del film.
"Per me va bene." le ragazze si sedettero sul divano e accesero la tv per la loro serata dell'orrore. Il film in questione era “l'esorcista”.
Un ora più tardi Claire era aggrappata ad Annika, urlando incessantemente di non aprire quella porta e quando poi succedeva diceva subito “Cosa avevo detto?” e ad Annika “Cosa avevo detto!”
Dopo di che, Annika sospirava e rispondeva “L'avevi detto” poi sbuffava di nuovo e ritornava a guardare lo schermo impassibile.
Quella scenetta durò tutta la durata del film, fino a che Claire si addormentò alla fine del primo tempo.
Annika era troppo stanca per portarla a letto così si addormento lì, insieme alla sorella.

















..:CAMERA JAVIER-AKSEL-EINAR:..
"AHAHAHAHA ho saputo che ti hanno fermato all'aeroporto" disse Aksel mentre appoggiava una mano sulla spalla di Javier, che subito schifato la tolse
"Allora?"
"Nessuno ti ha detto che le armi non si portano sull'aereo?"
"Erano dei coltelli ed erano i mie preferiti"
"Anche Einar voleva portare le sue pulcinelle preferite, ovvero tutte!"
"Eh?"
"Einar non ci stavi ascoltando, come fratello maggiore ti dovrei punire, almeno secondo come dice Astrid! Ahahahaha"
"Sì, sì…" subito si girò verso la finestra, ma per sua sfortuna la cosa che stava guardando non era più visibile e si girò di nuovo verso il fratello
"Che stavi guardando?" Aksel travolse il fratello per vedere meglio dalla finestra "Da qui si vedono solo le camere delle ragazze…" si girò verso il fratello che era rosso come un pomodoro in viso "Il mio piccolo fratello si é innamorato" e l' abbraccio "Dì tutto a tuo fratellone, ti darà tantisssssssssssssssimi consigli!!"
"Tsk che cosa stupida!"
"Cosa, Javier?"
"L'amore, e tutti i legami tra le persone che non comprendono un guadagno personale, tutte l'emozioni sono ostacoli, sopratutto per noi nazioni!"
"Ma che stai dicendo?"
"La verità! Le emozioni sono ostacoli, se vuoi il meglio per te e per la tua nazione non avere nessun legame che ti può ostacolare"
"Il tuo ragionamento è malato, ma non preoccuparti, ti farò cambiare idea"
"Trs, presuntuoso!"
Aksel stava per replicare, quando entro nella stanza Astrid
"Aksel, Annika e Claire si sono addormentate sul divano valle a prendere e portale in camera, subito!"
"Signor s’, Signora" rispose scattando in piedi facendo il saluto militare.
Astrid sbuffò "Dai, veloce!"
Aksel si avviò insieme a Astrid a "salvare" le sorelle e mentre si allontanavano si sentirono le risate di Aksel e gli sbuffi di Astrid. L'unica cosa che pensò Einar fu: “Di nuovo, di nuovo messo in seconda piano”, ma ormai era abituato… Si infilò nel letto e continuò a guardare fuori dalle finestra e sospirò
"Ragazzo, dai ascolto a me, stai perdendo tempo."
"Tu dici?"
"Dovresti pensare a te stesso e alla tua nazione e non all'amore, fatti un favor e dimentica l'amor"
Einar non rispose ma non per maleducazione; stava pensando che forse Javier aveva ragione ma subito si pentì dei suoi pensieri
"Buona notte e ricordati del mio consiglio"
"Sì... notte"
"Ho visto come ci sei rimasto male, quando Astrid non ti ha salutato, io invece ormai non ci faccio caso…" ghignò e gli accarezzò i capelli per poi allontanarsi, sorridendo compiaciuto; il suo piano stava per prendere vita.
"Ah, notte…" Javier ci aveva visto giusto, ma non voleva ammetterlo sopratutto con lui.



















..:CAMERA GREGOR-ANDRàS-JOHANNES:..
"ORA BASTA, quella là mi farà impazzire!"
"Andràs se quella là é Iris-" Gregor non fini la frase che subito fu interrotto da Andràs
"CERTO CHE LEI, quella bambina viziata mal cresciuta!"
"Non dire così, lei si comporta sempre bene, solo con te si comporta così… visto come l' hai trattata"
"E come l' ho trattata, scusa?" ormai Andràs si era spazientito e Gregor sapeva che in questi momenti era inutile cercare di far ragionare il suo amico, così cercò di far cadere la conversazione nel vuoto. Ma, per sua sfortuna, in camera non erano da soli
"L' hai abbandonata quando aveva bisogno di te, ora finiamola che sono stanco." Johannes si girò verso il muro, ma Andràs era furioso
"E tu che ne sai?"
"Lo sanno tutti cosa é successo…"
"Ma sta’ zitto!"
"La verità fa male, Andràs? Prima avevi solo occhi per lei, poi sei passato ad un’ altra donzella, una nuova avventura, nuovi mondi. Una ragazza ti è solo d'impiccio e lasci capre e cavoli, la lasci a casa di Gregor e tu parti all'avventura, amavi più la tua vita da selvaggio che le-" Johannes non finì la frase che un pugno gli arrivò dritto in faccia
"Ora ti faccio vedere io, non puoi giudicarmi, nessuno può!" Andràs era furioso; non potevano capire perché nessuno sapeva la verità.
Andràs era finito con un lancio sopra Johannes e continuava a picchiarlo, ignorando i suoi urli. Andràs non odiava Johannes, ma era troppo arrabbiato per calmarsi e fare un pensiero logico, ora pensava solo a sfogare la sua rabbia e quando senti il suo braccio venir afferrato da Gregor, vide il suo sguardo diventare molto duro; si capiva che era deluso dal comportamento dell’ amico.
Solo in quel istante Andràs capì la cazzata che aveva appena fatto e si alzò di scatto, il suo sguardo vagò da Johannes a Gregor, uno con un occhio nero e l'altro con gli occhi che sembravano tutto un programma per farti sentire in colpa.
Andràs si girò e uscì velocemente dalla camera, corse fuori dalla porta avviandosi alla sala comune: per quella notte avrebbe dormito su uno dei divanetti.
Quando il ragazzo uscì dalla stanza, Gregor sbuffò; non solo aveva passato un giorno d'inferno ma anche la notte non era da meno!
Si avvicinò a Johannes, che era ancora sdraiato sul letto "Scusalo, quando si tratta di questa faccenda é sempre molto fragile… ora prendo del ghiaccio."
"Ahahah, fragile non é la parola più adatta!" sorrise amaramente "Io non volevo offenderlo, desideravo solo fare conversazione"
"Lo so, ma hai scelto l’argomento peggiore" Gregor appoggiò il ghiaccio sul suo occhio e per qualche momento nessuno parlo "Gregor, non dovresti andare a cercarlo?"
"No, quando si sarà calmato verrà."
“ok..."



















..:ADRIEN-GABRIEL-ALEC:..
"VOGLIO DORMIRE" urlò Adrien, per poi buttarsi sul letto
"Ragazzi questa é la mia stanza, perciò non fate casini" disse sorridendo Alec
"QUESTA é LA TUA STANZA" Adrien si alzò e comincio a saltare da una parte all’ altra della camera, urlando per la felicita con dietro Alec che cercava di fermarlo inutilmente.
"Hem Alec, qui c'é solo un letto... noi dove dormiamo?"
"Ma che domande! Con me." rispose sorridendo Alec, aggrappato alla schiena di Adrien
"Non c é niente, io vado a dormire!"
"Anch'io."
"Io non dormirò con voi!"
"Allora dormi per terra…"
"Adrien sta zitto!"
"Dai ragazzi sono stanco, voglio dormire."
"Io vado a dormire con Alec."
Alec e Adrien si incamminarono verso il letto, togliendosi i vestiti e rimanendo in mutande
"ALMENO METETEVI IL PIGIAMA!"
Non ebbe risposta, ma solo una grande risata e strani movimenti da sotto le coperte, Gabriel rimase inorridito dallo spettacolo; certo non voleva dormire per terra così si cambiò velocemente e raggiunse gli altri due al letto.
"Guarda chi viene a trovarci!"
"Adrien sta zitto."
"Gabriel…"
"Mi hai toccato tu la coscia?"
"MA SECONDO TE TI TOCCO LA COSCIA, ADRIEN?"
I due si guardarono per poi fissare Alec che sorrideva "Io voglio stare in mezzo!"
"VUOI STARE IN MEZZO? VIENI IN MEZZO, SU CHE HO SONNO…" disse ora stufo Adrien.
Alec si cambiò di posto con Gabriel, ovvero gli saltò addosso per poi cadere dall'altra parte del letto e abbracciare Adrien. Infine, si addormentò.
"Non é un amore?" chiese Adrien mentre accarezzava i capelli al ragazzo
"Per te, sono tutti un amore"
Però Gabriel dovette ammettere che Alec quando dormiva era proprio carino "Io ho sonno, notte Adrien."
"Notte." rispose il ragazzo









*ANGOLO DELLA PAZZA  AUTRICE*
Questo capitolo non dovrebbe esistere, inceve esiste solo per farvi allungare l'agonia BUAHAHAH
Ringrazio chi mi segue e lasci i comenti e COSMOPOLITA  che ha proveduto a coregger i mie orrori, grazie y_y.
allora riguardo la storia:
(*) il primo di questi che trovate, ve lo spiego: io viaggio molto e ogni volta che devo andare all'aereoporto trovo una coda interminabile e non trovarla é un impresa...

(*) il secondo ho presso spunto da mary poppins
Un ultima cosa su fb ho creato questo gruppo per tenerci in contatto visto che molti di voi hanno espresso questo desiderio, così mi potete fare domande e chiedermi qualunque cosa, anchio ho creato questa storia per interagire con voi: http://www.facebook.com/groups/447381951961551/
A PRESTO







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Capitolo 7
*** Riunione e chiarimenti ***


 

RIUNIONE E CHIARIMENTI




 


Annika aprì gli occhi e la prima cosa che vide fu Andràs. La cosa non le parve tanto strana, perciò richiuse gli occhi, per poi aprirli di scatto e saltare sul posto… Ma che stava dicendo? Invece era strano trovare in camera un ragazzo che a malapena conosceva e poi… ieri sera lei neanche c’era, in camera!
Il ragazzo forse non comprese in pieno la situazione e sorrise
"Annika, giusto? ti sei svegliata."
"Ah, si" in realtà Annika non voleva rispondere così, ma aveva ancora la mente non completamente accesa e la sua voce era ancora impastata dal sonno
"Tua sorella é in bagno."
"Ah…"
"Annika, spostati mi schiacci." si lamentò Claire tirandosi su e cominciando a stiracchiarsi. Annika era sempre più confusa: perché sua sorella era nel suo letto?
"Buongiorno."
"'giorno." rispose con poca grazia la ragazza, per poi bloccarsi e portare lo sguardo sul ragazzo "MA CHE FAI QUA? ASTRID!" la ragazza in questione uscì dal bagno
"Che c'é?"
"C'é uno strano individuo in camera!"
"Il rappresentate dell’ Ungheria."
Claire guardò di traverso la sorella per poi dire "C'é uno strano rappresentate ungherese in camera…"
Andràs scoppiò a ridere contagiando anche Claire e facendo sbuffare Astrid "Andràs é in camera con noi perché ieri sera ha aiutato Aksel a portarvi qui e non poteva tornare nella sua." spiegò con calma Astrid "Ora andate in bagno e preparatevi."
"SI MIO CAPITANO!" Annika e Claire si avviarono in bagno con il cambio in mano e salutando con il capo Andràs.
"le tue sorelle sono simpatiche."
"Lo so, anche se mi fanno penare."
Andràs rise e anche Astrid abbozzò un sorriso divertito; doveva ammettere che la risata di Andràs era molto contagiosa…
"Annika e Claire sono molto attaccate?"
"Sì"
Andràs sorrise e sospirò "Anche io una vola era molto legata ad una persona..."
Astrid lo guardò sorridendo, ma non fece domande "Per lei avrei fatto di tutto, anzi, ho fatto tutto..."
"Andràs… lo sai che una volta Annika voleva regalare una bambola a Claire? Per ottenerla non andò a fare la passeggiata con la sorella e Claire si arrabbiò tantissimo, non voleva perfino più rivederla."
"Poi cosa é successo?"
"Annika gli regalò la bambola spiegandole il motivo per cui non era andata a fare la passeggiata e fecero pace."
"Cosa mi stai dicendo?"
"Nulla."
"...Grazie…"
"Di cosa?" Astrid lo guardò come se non avesse capito di cosa parlasse, ma l’altro le strizzò l’occhio e uscì dalla stanza; ora sapeva che cosa fare.



Anita uscì dalla stanza con la sorella e la cugina. Il suo piano era semplice: usare loro come scudo e scappare se avesse visto Aksel… facile!
Camminò dietro alle due ragazze per arrivare nella sala comune a fare colazione; nell’atrio c'erano alcune persone, ma non c'era traccia di Aksel, che probabilmente era ancora a dormire.
Eleonora vide Alice e si avviò saltando verso di lei per salutarla. Anita voleva rincorrerla e urlargli contro che era una traditrice ma avrebbe attirato troppa attenzione.
Mentre elaborava un secondo piano, Elena si allontanò e si avvicinò anche lei ad Alice.
Quando Anita se ne accorse le cadde la mascella: ma che era successo? Tutti volevano stare con la crucca? Sbuffò; si sarebbe vendicata, ma ora doveva attuare il piano B: avrebbe preso la sua colazione ( caffè e cornetti al cioccolato) e sarebbe scappata dentro la sala dove si avrebbe tenuta la conferenza; Aksel non sarebbe mai venuto cercarla lì.
Corse a realizzare la prima parte dell’operazione, per poi dirigersi a passo di marcia verso la sala e quando passò vicino alla sorella, le sussurrò: sta notte non dormire tranquilla...
Ormai Anita era arrivata davanti alla porta della stanza della conferenza e sorrise: il suo piano aveva funzionato…
"Anita vai già dentro?"
la voce la fece sobbalzare "S -sì, Javier ,voglio prendere il posto migliore!"
"Ah, e io che pensavo volessi evitare tuo fratello."
"Ma che dici!"
"Tuo fratello parla nel sonno"Javier sorrise beffardo: l'aveva in pugno
"Allora?" Anita sapeva che per sopravivere la prima regola era negare, negare anche l’evidenza. Alzò un sopraciglio e storse le labbra in una smorfia che significava -che stai dicendo?-
"Oh, ciao Aksel" Javier alzò la mano.
Anita si irrigidì di colpo e con un sorriso forzato si girò dalla parte verso cui Javier aveva salutato: vuoto, non c'era nessuno.
Una mano strinse il collo di Anita
"Odio tuo fratello, é uno spaccone… Sai che farò? Gli prenderò tutte le cose a cui tiene, così non solo gli rovinerò la vita ma avrò anche un vasto impero" Javier sorrise sornione; avrebbe preso due piccioni con una fava.
Anita si ribellò e si liberò dalla sua stretta. Lo guardò con gli occhi spalancati per poi sussurrare "Tu sei impazzito."
"No, cara Anita, l'Italia del Sud é sempre stata sotto il dominio Spagnolo e credo che dovrebbe rimanerci." Javier si avvicinò alla ragazza e lei, di rimando, fece un passo indietro "Scommetto che è tutta colpa dei tuoi capi, infatti non volevano che ci frequentavamo." la sua voce tremò più di quanto avesse voluto
"Ahahahah" ormai Anita era contro il muro e non aveva più via di fuga…
"Ciao ragazzi, che carini! spero di non aver interrotto niente! Andiamo a fare colazione?" Aksel si avviò verso i ragazzi e Anita tiro un sospiro di sollievo: era salva!
Suo fratello l'abbracciò, per poi prendere con una mano anche il braccio di Javier "Su ragazzi andiamo a fare colazione e poi ci sediamo vicino durante la riunione."
Il piano di Anita era andato in frantumi esattamente come quello di Javier.




"D -dove sono?"
"Nella mia stanza"
"Ah"
Anastasya si mise in piedi e si massaggiò la schiena "Come mai ho mal di schiena?"
"Hai dormito per terra!"
"Allora perché a te non fa male?" rispose acida Anastasya
"Facile: ho dormito sopra Aki!"
"Alexa... io ti ucciderò."
"Ghgh… io vado, prima che prendano le cose migliori."
Alexa si avviò fuori dalla stanza ridendo, seguita da una Aki molto MOLTO arrabbiata che si lamentava del dolore e sbraitava su come si sarebbe vendicata.
Anastaya sbuffò, si preparò lentamente e si avviò in sala dove rimase inorridita da una scena in particolare: l'americana si stava ingozzando di patatine e coca-cola alle 11.00 di mattina
... le 11.00… La riunione iniziava a quell'ora!
”Ragazze, la riunioneeeeeeeeeeeeeeeee." e corse via verso la stanza del congresso
"...? sono solo le 11.00?... siamo in ritardooooo…" e anche Aki corse via verso la stanza del congresso
"machopm-chomp dite? gnam'no gram11...slum" e corse via con un cesto di patatine verso il raduno.



Nel convegno c'erano varie tipologie di persona \stato
C'erano Annika e Claire che parlarono con Einar ed Eleonora e accanto a loro c'era Astrid che cercava di farle stare zitti.
Più in là c'era Gabriel che si lamentava della notte passata con Adrien e Alec insieme Johannes, che anche lui sparlava dei suoi compagni. Adrien e Alec invece, preparavano una lista di cose da fare per quella notte.
Elena dormiva vicino ad Alice che intanto continuava a ciarlare di come lei quella notte non era riuscita a prendere sonno, ma era sempre in dormi veglia, invece Ladie insisteva che si era addormentata, che lei aveva vinto la sfida e quindi aveva ragione.
Aksel, in mezzo fra Javier e Anita, non si accorgeva dell’ aria pesante che c'era fra i due; Javier pensava alla prossima mossa e Anita elaborava un piano per fermarlo senza che altre nazioni lo scoprissero: si sa quanti problemi si potevano creare? Quella era una riunione per la pace…
"S -scusate il ritardo" disse Aki entrando nella stanza, ansimante per la corsa
"Da é colpa di Alexa."
"Ma non é vero! gnam gnam…"
"Alexa per favore, siamo in riunione, SMETTILA DI MANGIARE." sbottò Alec guardando male la sorella
"Alexa, ascolta tuo fratello il fritto fa male." commentò Anita
"MA MA… ma le PATATINE" piagnucolò Alexa, mentre posava le patatine sul tavolo
"Ragazzi continuiamo la riunione?" sbuffò Gregor in piedi nella stanza vicino a un monitor con cui scritto i problemi di cui parlare "Allora, qualcuno di voi ha dei problemi importanti da segnalare?"
"Io ho da avvisare che qualcuno dei maschi non ha abbassato la tavoletta del bagno!" comunicò Claire ma venne immediatamente fulminata con lo sguardo
"Io volevo solo rendimi utile…" si lamentò metre si sedeva
"Ragazzi io ho una grande invenzione che..." Johannes fu bloccato da un urlo "ALEXA METTI GIù QUELLE PATATINE!"
"Ma ho fame!"
"Ti alzavi prima"
"Alec, come sei cattivo con tua sorella!"
"E con il tuo compagno di stanza!"
"Gabriel sta buono, io mi sono divertito…"
"AHAHAHAH anch’io mi sono divertito con Javier e Einar, vero ragazzi?"
"No." disse sicuro Javier, mentre evitava l'abbraccio del ragazzo
"Anche se Einar spiava le ragazze..." aggiunse dopo Aksel
"CHE STAVA FACENDO?" si alzò di scatto Astrid. Einar divento rosso e sprofondò sulla sedia; quanto odiava Aksel quando faceva così!
"Ohohoh Einar, chi guardavi?" sorrise Eleonora mentre lo tirava su
"N-" Einar provò a giustificarsi, ma Astrid lo bloccò "Chi guardavi? Perché guardavi? Con chi guardavi? Ti ha obbligato Aksel?"
"N-" Einar fu di nuovo interrotto da Aksel "Certo che no! Ormai é un uomo, Astrid"
"nonéverocheguardavofuoridallafinestrapervedereleragazzeAkselsiéinventatotuttoeccononéveroniente!!" dopo aver detto tutto questo con un solo fiato divenne rosso e svenne
"Ha perso i sensi!" gridò Eleonora sollevandolo "Astrid lo porto fuori, mi aiuti"
"Certo"
"Vengo anch'io!" urlò Anita alzandosi dal posto ma venne subito fermata da Aksel, che la prese per il braccio "Rimani qui con me e Javier." sorrise e la fece accomodare.
Anita lo guardò; quel sorriso le sembro molto falso, meglio non farlo arrabbiare.
"Ma la mia invenzione?" si lamentò Johannes
"Li aspettiamo e poi ci spieghi di cosa si tratta " dichiarò Gregor
"Ragazzi, ma dove sono Andràs e Iris?"
"E te lo chiedi anche, Alice? L'amour!"
"Ah, come tra me é Javier!" sospirò Aki con due occhi sognanti
"Stai con Javier?" si incuriosì subito Aksel
"Sì"
"No!"
"Invece si, tesoro" sembrava gli uscissero cuoricini da tutti i pori
“Aki, il giudice ha dichiarato che devi stare almeno a 50 metri di distanza da me e non creare storie sul mio conto!"
"Allora non state insieme?" domando ancora Aksel
"No" dichiarò Javier definitivo
"Ragazzi mia SORELLA!" urlò Alice
"Chi la trova per prima ha ragione?" propose Ladie
"NO" urlò Gregor infastidito della situazione "volevo dire che ci andranno Eleonora e Astrid mentre portano fuori Einar."
"D'accordo."




"Senti, cosa mi vuoi dire?" sbuffò infastidita Iris, dopo mezz’ora che Andràs continuava a sciorinare imperterrito su una bambola e due sorelle che litigavano:
Voleva andare al sodo
"Ti ricordi quando.."
"…Mi hai abbandonata?"
"Io non ti ho abbandonata!"
"Allora come lo chiami lasciare la tua migliore amica non che compagna di avventure a casa del nemico e sparire per sempre?! Hai ragione non mi hai abbandonata mi hai VENDUTA!"
"IO TI HO VENDUTA L' HO FATTO PER IL TUO BENE!"
"MI SPIEGHI COSA C'E' DI BENE IN TUTTO QUESTO? LO SAI COME MI SONO SENTITA? UN GIORNO ERO CON TE E MIA SORELLA, ERAVAMO LIBERI NELLA FORESTA, ERAVAMO UNA FAMIGLIA! POI ARRIVA QUELLA DONNA, IL TUO CAPO E TI CONVINCE A LASCARMI DA GREGOR CON MIA SORELLA E DIVENTARE LA NAZIONE CHE SEI OGGI. TU NON MI AMAVI, NON MI HAI MAI AMATO, MI HAI SOLO USATO! PRIMA HAI PRESO LE RISORSE DELLA MIA PRUSSIA E QUANDO NON NE AVEVO PIU' MI HAI LASCIATO DAL NEMICO CON L'INTENTO DI AVEVERE DEI CONTRATTI!!"
"NON é VERO!"
"ALLORA PERCHE' MI HAI LASCIATO? TU NON MI AMAVI, VOLEVI ANZI QUELLA RACCHIA"
"NO!"
"ALLORA SPIEGAMELO."
"Non posso..."
"NON PUOI O NON VUOI?"
"Non posso se no tu non avresti più uno Stato..."
"MA TI SENTI? SEI SOLO UN VERME"
"VUOI LA VERITA'? LO STATO CHE TU CHIAMI PRUSSIA E' UNA MIA PARTE DEL TERRITORIO MA PER CEDERLA TI HO LASCIATO DA AUSTRIA, ERA QUESTO L'ACCORDO CON QUELLA DONNA, IO TI AMO E SOLO PER QUESTO TI HO LASCIATA SE NO TI AVREBBERO UCCISA. TU SEI UNO NAZIONE SENZA STATO…"
"Stai mentendo, quello é il mio popolo… io non ti credo, stai mentendo, STAI MENTENDO, BASTARDO!" delle lacrime scesero sul viso della ragazza.
Andràs si avvicinò per abbracciarla, ma lei lo scansò "Stai mentendo, é solo una scusa per quello che hai fatto."
"No, Iris, io ti amo, amo quando litighiamo perché mi ricorda la nostra infanzia, amo i tuoi capelli bianchi come la neve e quando guardo i tuoi occhi io…" Andràs fu fermato da uno schiaffo da parte dell’altra. La ragazza stava ancora piangendo
"SE MI AMAVI NON MI DOVEVI LASCIARE! IO TI ODIO, TI ODIO!" si girò e corse via, lasciando Andràs nel corridoio, immobile. Appena Iris fu fuori dalla sua visuale diede un pugno nel muro e urlò tutto il suo dolore.
Più in là una ragazza aveva visto tutta la scena sospirò e lasciò il ragazzo con il suo dolore; magari con l'altra coppia, forse sarebbe andata meglio...



"Johannes ci puoi dire il tuo progetto?" disse Gregor dopo un pò, notando piuttosto infastidito che gli altri non tornavano e avendo deciso di continuare senza di loro
"Gli altri?" domandò Johannes
"Si arrangiano" disse tranquillo Javier
"Non dire così, glielo spieghiamo dopo." sorrise Aksel, cercando di abbracciarlo e di coinvolgere anche Anita, ma nessuno dei due voleva fare sfoggio di un abbraccio
"Allora la mia invenz-"
"Elena SVEGLIATI" urlò Alice; la greca si svegliò di colpo e sorrise
"Allor-"
"ELENA NON TI RIADORMENTARE!"
"Dicev-"
"ELENAAAAAAAAAAAA!"
"ORA BASTA STATE ZITTI!" Johannes sbottò attirando l'attenzione di tutti "Allora ho inventato una macchina del tempo per viaggiare attraverso i secoli e scoprire cosa cavolo é successo ai nostri antenati!"
Un brusio si alzò nella stanza; alcuni erano a favore, altri no: era rischioso, scoprire la verità a volte fa male, ma solo la verità rende liberi le persone o nazioni…
"Io la trovo una splendida idea, come tutti quello OK del resto, ma lasciamo una notte a questa marmaglia per pensarci su, il modo é pieno di smidollati" tutti si girarono verso la voce che aveva parlato e solo ora si accorsero che la porta era aperta ed erano entrate quelle persone
"CHE FATE QUI?"






***ANGOLO AUTRICE***
Allora questo capitolo era pronto, poi il mio fidanzato ha avuto la grande idea di cancerlarlo (ma da quando una X rossa salva qualcosa?) ma questo non centra.
Poi la parte Andràs e prussia non mi convince per niente, io non sono brava a scrivere romantico o cose del genere...
Poi ringrazio tutte le persone che seguono la storia e commentono
Un ringraziamento anche: Lora, Clara, Patri, Morgana, Morena, ROberta,Beth,Maddalena,Camilla, Ottavia perché sono entrate nel gruppo su fb, vi adoro :9
Infine ringrazio di cuore COSMOPOLITA *w*
A PRESTO

ps

 
mi scuso per hi ha letto senza htm

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Capitolo 8
*** Dopo la riunione ***







DOPO LA RIUNIONE



 









"Voi che ci fate qui?"
"Siamo nazioni" sbuffò la voce che aveva interrotto la loro riunione "e come tali siamo OBBLIGATI a venire anche se non ci volete o non ne abbiamo voglia."
"Jude,Sebastjan,Alexey, perché siete venuti?" chiese Johannes
"Perché tu non ci hai detto del tuo progetto?" chiese Jude con il suo tono indagatore
" Ve l’ ho detto, ma a quanto pare non mi ascoltavi." il ragazzo mise la mano nei suoi capelli neri e alzò le spalle "Non é importante; allora io voto di sì, dobbiamo andarci ma visto che siete degli smidollati aspettiamo domani."
"Jude...non potevi essere più gentile?" si lamentò Alexey mentre si metteva a posto gli occhiali e la frangetta bionda che gli cadeva sugli occhi
"Lituano calmati, io vado avvisare i mie capi che sono tranquilli in Lettonia e poi vado a fumare… a domani smidollati!" detto questo uscì dalla stanza seguito da Alexey, ma prima il ragazzo salutò tutti i partecipanti
"...Sebastjan mi vuoi dire perché siete venuti?" chiese Johannes al ragazzo polacco
"Il teppista é venuto perché si annoiava, Liet aveva paura che il teppista facesse a botte con Anastasya e io non volevo stare da solo!" mentre diceva questo muoveva la sua testa bionda su e in giù
"Ho capito..."
"Bene ragazzi, io dico che possiamo smettere qui e fare come dice il rappresentate della Lettonia. Vediamoci qui domani per vedere quanti accettano di partire." concluse Gregor per poi uscire dalla stanza; i suoi nervi erano quasi al limite.

"Annika andiamoooo."
"Dove?"
"Facile! Da nostra sorella e a soccorrere Einar!" Claire per rispondere alla sorella si era girata di spalle e andò a sbattere contro una persona
"S-scusaaah" solo in quel momento Claire si accorse di chi aveva dietro; la prima reazione era quella di saltargli addosso e salutarlo, la seconda di farlo scappare, altrimenti Annika l'avrebbe ucciso
"Claire da quanto tempo!" il ragazzo, ignaro dei pensieri di Claire, abbracciò la ragazza e i suoi occhi normalmente dorati divennero viola, segno che era felice di rivedere l'amica d'infanzia.
"LASCIA STARE MIA SORELLA, RUMENO!" Annika prese il ragazzo per i capelli biondo rossiccio e lo scaraventò lontano da sua sorella
"Annika, non dovevi trattare così Alin!" disse inviperita Claire
"Dopo quello che ti ha fatto non credo proprio! Quel giorno stava per morire dal freddo e io e te l'abbiamo salvato e per ringraziarci lui brucia la nostra casa sull'albero!"
"Non é stato lui, ma i suoi capi!" lo giustifico Claire
"Dai andiamo da nostro fratello!" Annika prese Claire per la mano e se ne andò
"Alin ho preparato i dolci che ti piacciono tanto! poi ci sentiamo sul sito: “salvaguardia dei fans delle creature mitologiche”!" lo salutò Claire prima di essere trascinata via.
Il ragazzo la salutò con la mano mentre i suoi occhi divennero rossi, un rosso che presagiva rabbia.



"AHAHAHAH DONNA, STAMATINA NON TI SEI PETTINATA!" quella voce fece svegliare la ragazza greca che durante quel trambusto si era addormentata
"Che vuoi Zeynel?" chiese subito Elena sulla difensiva
"Quante volte ti ho detto che mi devi chiamare GRAN CAPO TURCO ZEYNEL ADNAN?"
"Solo questo mi volevi dire?" rispose pacata la greca
"NO! I TUOI CAPELLI SONO ORIBBILI COME LA PROPRIETARIA!"
"Ma ti sei visto?"
"Scusa?"
"Hai dei orribili capelli marroni e quella frangetta ti cade sugli occhi dorati, la dovresti far crescere così ti copre quel brutto muso che ti ritrovi.
"COME TI PERMETTI!"
"Sei pure permaloso"
"Non é vero!"
"Sei anche testardo!"
"E tu sei una gattofila e hai capelli orribili, ma visto che ci conosciamo da quando eravamo bambini e io sono FIGO ti pettinerò i capelli, così sarai mia debitrice!" il ragazzo tirò fuori un pettine dai pantaloni e cominciò a pettinarli con forza, ma i capelli rimasero in “perfetto” disordine "I tuoi capelli sono una fregatura, io vado a bere del caffè." detto questo, si alzò e se ne andò
"Visto che non ci sei riuscito, me lo offri anche a me" Elena si alzò e lo segui per rivendicare il suo caffè… ovviamente, lo voleva Greco.





"Fratetello!!!"
"Aki, scusami del ritardo ma ora sono arrivato!, Oh amore ci sei anche tu"
Hayao si avvicino a sua sorella per darle un veloce bacio sulla guancia, per poi andare dalla sua ragazza e baciarla appassionatamente.
Akaoni guardò suo fratello mentre si faceva baciare da quella ochetta.
Da quando il suo caro fratello aveva un’altra donna nella sua vita oltre a lei? L'aveva tradita con quell’ essere, nessuno poteva portargli via il fratello.
Loro dovevano vivere insieme: Lei, Lui e Javier, di certo non si sarebbe fermata ad un ostacolo cosi insignificante come quella ragazza.
Akaoni aveva deciso: avrebbe fatto di tutto per proteggere il suo sogno da Anastasya.
Akaoni guardò le mani chiari di suo fratello passare attraverso i corti capelli di Anastasya, le sue labbra divennero rosse dopo il bacio e gli occhi marroni erano fissi sulla Russa.
"D-da quando?"
"Ormai saranno due settimane" sorrise Hayao e abbraccio la sua ragazza, facendo irritare ancora di più la sorella che prontamente abbracciò il braccio libero del fratello per poi fare gli occhi dolci "Nii-chan pranziamo insieme?"
"Mi dispiace, ma mangerò insieme al mio amore"
"Ma - ma nii-chan!"
"Su, su ci vediamo dopo." Hayao diede una carezza sulla testa a sua sorella e se ne andò con Anastasya. Anastaya 1 Akaoni 0. Ma la guerra era solo iniziata, Akaoni sapeva essere molto cattiva se si trattava di proteggere il suo sogno!




"Niccolò!" il ragazzo ignorò la voce della ragazza che lo stava chiamando e uscì velocemente dalla stanza
"Niccolò, FERMATI!" continuò la sua corsa
"NICCOLO'AUGUSTO EPAMINONDA Zwigli TI HO DETTO DI FERMARTI!" il ragazzo si fermò e guardò sua sorella. Avevano gli stessi capelli: tutt’e due biondi e tutti e due con i capelli corti; il ragazzo aveva però degli occhi azzurri, quasi grigi ed era più alto della sorella.
"Che vuoi?"
"Ti avevo detto di stare a casa, non puoi fare come ti pare… ascoltami quando ti parlo!"
"Sono uno stato!"
" Il Liechtenstein…"
"...allora?"
"Non svincolare dal discorso!"
"Non sono più un bambino, faccio quello che mi pare!"
"Ti ho detto che sarai trattato come un adulto quando riuscirai a battermi nella lotta."
"Usare la forza per risolvere questi problemi é da bambini."
"Visto che non ci sei riuscito sei ancora un bambino e queste sono le regole: Vietato contestare, consentito consentire. Disdicevole mentire, ma fa onore confessare. Vietato complottare preferibile obbedire. Il pentimento è lecito, se non è programmatico. Chi fugge si umilia, chi bara s'impiglia, chi offende si svende, chi imbroglia si sbaglia. Non hai percepito che cosa è proibito? E non hai capito che cosa è vietato?"
"MA CHE TORMENTO! STAI ZITTA UN MOMENTO! TUTTO VIETATO, LA TUA È UNA MANIA !SECONDO TE NON SI PUÓ FARE NIENTE,MA VATTENE VIA."
"COME TI PERMETTI."
"SEI QUASI PEGGIO DI UN INCUBO."
"NICCOLO' RIMANGIATI QUELLO CHE TI HAI DETTO!" il ragazzo roteò gli occhi e se ne andò
"NON ABBIAMO ANCORA FINITO!"
"Io ho finito."
"E' PERICOLOSO VIENI QUA, CI SONO UN MUCCHIO DI PERSONE CHE POTREBBERO DICHIARARCI GUERRA."
Niccolò ignorò Ladie e se ne andò verso il bar, dove incontrò Jude che fumava senza ascoltare le prediche di Sebastjan e Alexey
"Jude, una anche a me!"
"Niccolò non metterci anche tu!" lo biasimò Sebastjan
"Tieni" Jude gliene passò una
"Jude!" sbuffò Alexey
"AHAHAHAH CIAO RAGAZZI" saluta allegramente Alexa
"Donna, sta’ zitta, la tua voce mi infastidisce" si lamentò Niccolò
"AHAHAH MA CHE DICI, UOMO! VENITE A FARVI UNA BIRRA?"
"E' un’ottima idea, perché te e Jude non ci andate?"propose Alexey
"Io andrei ovunque, se voi non ci siete" concluse Jude alzandosi per seguire la ragazza che aveva preso sotto braccio un Niccolò alquanto riluttante.
"AHAHAHAH HO SENTITO IL DISCORSO TRA TE E TUA SORELLA TI CHIAMI NICCOLO'AUGUSTO EPAMINONDA!"
"Allora?"
"E' carino"
"Giusto Niccolino pucci pù" lo prese in giro Jude
"Ma sta zitto"
"AHAHAHAHA CHE SIMPATICI"
"Ragazzi dove andate?" Claire si avvicinò al gruppo
"AHAHAHAH ANDIAMO A FARCI UNA BIRRA!"
"Possiamo venire anch'io e Annika?"
"AHAHAAHAH SI " rispose Alexa
"NO!" risposero Jude e Niccolò
"Non sono simpatici?"
"Stava scherzando, allora veniamo!"
Il gruppo si avviò fuori dall'edificio per farsi una birra.




Anche un’altro strano gruppo si stava avviando ad un bar,
"Perché devo venire anch'io?" chiese Anita sbuffando
"Perché sei mia sorella e non ci vediamo da tanto tempo" rispose Aksel di rimando
"Io non sono vostro fratello o robe varie, NON VENGO!" concluse Javier
"Ma Jav che ti costa?" disse Aksel assumendo dei bellissimi occhi da cerbiatto
"Non mi incanti e poi cosa ci guadagno?"
"Pago io da bere!"
"...Vengo ma solo per farti spendere soldi e non perché mi state simpatici o altre cazzate simili."
"AHAHAH lo sapevo che ti stavamo simpatici" sorrise allegro Aksel dando una pacca sulla spalla di Javier "Anita non pensare di svignartela!" il ragazzo prese per il braccio la sorella e si avviarono tutti nel bar.
"Spero che adesso sia contento!" disse con voce stridula la ragazza mentre si sedeva in una poltroncina vicino a un tavolino, "Mia sorella sarà preoccupata per me!"
"Non credo, sarà troppo impegnata con Einar..." sospirò Aksel
"In che senso scusa?"
"Capirai quando sarai più grande" dopo questa affermazione, Anita aveva una voglia matta di spaccargli la faccia: era MAGGIORENNE! per quanto ancora la voleva trattare come una bambina? ecco, era cresciuta! Ora che ci pensava, l'aveva sempre considerata come un’adulta anche quando era piccola, allora perché ora no? Quando aveva smesso di trattarla come tale?... Da quando avevano avuto quella litigata! Aspetta, secondo il suo piano doveva NON incontrare il fratello!.
Fortunatamente o sfortunatamente Anita fu richiamata alla realtà quando senti una presenza vicino a lei. PERCHE' JAVIER SI ERA SEDUTO VICINO A LEI! Doveva spostarsi da quel pazzo! scivolò lentamente nella parte opposta del ragazzo, ma sfortunatamente era già attaccata al muro e lo spagnolo la guardava con quell’aria simile al gatto quando intrappola il topo.
Era la fine…
"Anita ma ti sei spostata?" chiese Javier sempre sornione
"Anita, non accetto un simile comportamento! Dobbiamo far capire a Javier che l'amore e l'amicizia sono due cose molto utili nella vita!" la riproverò Aksel
"Dai Anita fammelo capire" continuò Javier
"Su Anita perché non l'abbracci!" la ragazza alzò un sopracciglio. Ma suo fratello si era bevuto quel poco di cervello che aveva? Doveva abbracciare un serial killer? Era come firmare la propria condanna a morte, infatti la ragazza non si spostò neanche di un centimetro.
"Oh, Anita non dirmi che non credi all'amicizia?" chiese con finta preoccupazione Javier
"Certo che no Javier! Su Anita, stiamo aspettando!" la richiamò il fratello sempre più nervoso.
Ormai era sempre più sicura che quella fosse una congiura verso i suoi confronti.
Da una parte c'era un killer spagnolo con manie di potere e dall'altra parte un fratello quasi furioso. Il danese aveva cominciato a battere sul tavolo le dita con fare impaziente: di sicuro era più pericoloso un fratello arrabbiato che un killer.
Anita si avvicinò allo spagnolo e l'abbracciò. Durante l'abbraccio, Javier avvicinò le sue labbra all'orecchio della ragazza e gli sussurrò "Non vedo l'ora di averti sotto il mio controllo".
"Visto Javier! L'amicizia è uno dei sentimenti più belli da vivere perchè dà ricchezza, emozioni, complicità e perchè è assolutamente gratuita. Ad un tratto ci si vede, ci si sceglie, si costruisce una sorta di intimità; si può camminare accanto e crescere insieme pur percorrendo strade differenti, pur essendo distanti, come io e Anita." [ cit:Susanna Tamaro (Cara Mathilda)]
Anita rimase un pò stupita da quella frase, da quando suo fratello era così sensibile? Quella frase l’aveva sicuramente letta nei Baci Perugina.
Dopo quell’ affermazione tra i tre cadde il silenzio.
Anita pensava come salvarsi da Javier, Javier pensava al suo piano, invece Aksel stava pensando che c'era qualcosa di strano che l'attirava a quel ragazzo sempre sulle sue e un pò burbero; forse si era troppo incaponito per fargli cambiare idea sul conto della amicizia e sull'emozioni, ma subito da quando l'aveva visto in camera l'aveva come dire: fulminato.
"Volete ordinare?"
"No, siamo qui per vedere gli altri ordinare!" rispose acido Javier
"AHAHAH non é simpatico?" domando Aksel.
La risposta era NO, ma Anita fece finta di niente, "Allora vogliamo della sangria e una coca-cola per la bambina!" Anita apri la bocca per replicare, ma Javier intervenne prima di lei "Sono d'accordo!" .
Allora si erano organizzati per sfigurarla o per farla incazzare o tutt’e due le cose!
Non disse nulla, inghiottì il boccone amaro.
"Da mangiare?" continuò il cameriere
"Carne" disse tutto allegro Aksel
"Javier é vegetariano, meglio frutta" lo corresse Anita tanto per prendersi una rivincita
"D'accordo" il cameriere se ne andò con l'ordinazione
"Come lo fai sapere?" chiese Aksel alla ragazza
"Cosa?" fece con finta innocenza
"Non fare la finta tonta! Come gai a sapere che Javier é vegetariano?" Anita fu beccata subito dal fratello
"L'avrà sparato a caso." rispose al suo posto Javier, per poi lanciargli uno sguardo gelido; non voleva che si sapesse in che rapporti erano? Anita ghignò, era ora di prendersi una rivincita
"Ma che dici Javier caro, non ti ricordi? Quando sono venuta in Italia con mia sorella per la prima volta c'eravate anche tu ed Elena. Siamo stati qualche anno insieme, poi il tuo capo, quello baffuto, ti ha riportato in Spagna…te lo sei dimenticato? " Anita si fermò a ragionare: ecco il pezzo mancante del puzzle! Ora sapeva perché Javier la voleva sotto il suo dominio.
"Giusto.." borbottò Javier
"AW perché non me l'avete detto?" chiese subito Aksel interessato
"Non me l’ hai chiesto" rispose svogliatamente Anita
"Già NESSUNO l'aveva chiesto" Javier lanciò un altro sguardo gelido alla ragazza che si pentì di aver parlato dell'infanzia del ragazzo.
L'atmosfera di colpo divenne ancora più pesante, ma sembrò che ad Aksel non importasse granché.



"Alice, hai visto tua sorella o Andràs? Gli devo parlare del loro comportamento molto discutibile, non sono venuti oggi alla riunione!" chiese Gregor incontrata la sua amica tedesca in corridoio
"Iris é in camera e non vuole parlare con nessuno, non ti consiglio di andarla a trovare… e Andràs, così mi ha detto Alexey, è uscito mentre loro entravano senza salutare nessuno!"
"...capito."
"Visto che non posso andare in camera, vieni con me a farti una birra?"
"Non so, devo pensare alla proposta di Johannes."
"Tutti sanno che dopo una birra si pensa meglio!" la ragazza senza aspettare la risposa, prese il ragazzo per il braccio e lo portò fuori
"Alice, non correre!" si lamentò il ragazzo
"Ma dai, non ti piace la sensazione del vento fra i capelli?"
No, Gregor odiava il vento perché gli scombinava i capelli e poi correndo non poteva accorgersi degli eventuali pericoli, come quella macchina che non si stava fermando all'incrocio...QUELLA MACCHINA L'AVREBBE INVESTITI.
Il tempo sembrava andare al rallentatore, Gregor riuscì a liberarsi dalla presa della ragazza, ma Alice non si fermò, continuò la sua corsa.
Gregor aprì la bocca per avvertirla del pericolo, ma le parole uscivano lente, troppo lente e la macchina andava veloce, troppo veloce.
La ragazza si girò verso di lui sorridendo. Era un bellissimo sorriso, un sorriso pieno di vita e di vivacità, lo stesso sorriso che aveva visto quel giorno sul viso di quella ragazzina dalle lunghe trecce quando le aveva promesso che si sarebbe preso cura lui di lei e sua sorella Iris.
Lo stesso sorriso che vedeva alla stessa bambina quando Gregor suonava quella canzone che gli aveva lasciato il suo antenato e lei stava lì ad ascoltarlo senza far rumore.
La macchina passò come un fulmine vicino all'incrocio facendo volare i capelli della ragazza.
Ora non sorrideva più, il suo cuore batteva a mille e il corpo le tremava nell'abbraccio di Gregor: l'aveva salvata per un pelo, era riuscito a prenderle la mano e avvicinarla a sè, giusto qualche secondo prima che la macchina passasse.
"CHE TI AVEVO DETTO?" il ragazzo le prese le spalle e la strattonò un po’ "MI HAI FATTO SPAVENTARE, INCOSCENTE!" e la riabbracciò
"S-scusa" sussurrò lei, ancora scossa.
Gregor sorrise e le diede un bacio sulla fronte, per poi diventare rosso come un pomodoro maturo "Ora andiamo in quel bar, ma camminando!"
"Certo" la ragazza sembrò essersi ripresa dallo spavento e prese la mano del ragazzo "Meno male che ho un angelo custode come te!" dopo quell’ affermazione rise di gusto, regalando ancora una volta uno di quei stupendi sorrisi che a Gregor piaceva tantissimo e che avrebbe dato la vita pur di proteggerlo.
"Gregor..."
"Dimmi"
"Non ho il portafoglio, paghi tu vero?" Il ragazzo quasi non svenne, sapevano tutti che Alice era una bevitrice accanita. Chissà quanto gli sarebbe costato tutto quello!
Sospirò "Per forza…"


Einar aprì lentamente gli occhi e si guardò intorno; erano in camera
"Stai bene?" chiese Eleonora sorridendo
"S-sì, grazie"
"Sai quando sei svenuto ci siamo tutti preoccupati"
"Sì…che ore sono?"
"Le 21.00."
"Dov'é Astrid?"
"E' andata a cercare Aksel: Annika, Claire e Anita non si trovano più, saranno in giro da quasi un’ora." sospirò Eleonora.
Einar voleva di piangere, sua sorella l'aveva di nuovo lasciato da solo ma non poteva piangere davanti ad Eleonora.
"Secondo te torneranno?" sussurrò Eleonora con le lacrime agli occhi, stringendo la manica di Einar.
Il ragazzo si diede mentalmente dello stupido: come poteva pensare a sè stesso quando Eleonora aveva un problema sull'abbandono?
"Torneranno di sicuro, non preoccuparti" la rassicurò il ragazzo
"Sicuro?" la voce della ragazza tremava
"Ne sono certo!" il ragazzo l'abbracciò, Eleonora nascose la sua testa fra il collo e le spalla destra.
Si sdraiarono nel letto e per molto tempo rimasero fermi, Eleonora ad ascoltare il battito del cuore del ragazzo e Einar ad accarezzarle i lunghi capelli.
Da quanto tempo Einar aspettava questo momento? Molto, troppo. Si era innamorato subito di quegli occhi cerulei, i suoi capelli castani dai riflessi ramati e il viso sempre sorridente.
Quando quegli uomini l'avevano portata via da lui stava per morire ed ora, averla fra le sue braccia, non gli sembrava vero.
"E-Eleonora" il ragazzo si avvicinò al viso della ragazza
"Einar..." la ragazza fece incontrare le loro labbra e si baciarono, un bacio leggero, il loro primo bacio, casto e puro.
Si staccarono per riprendere fiato, Einar fece un gemito di disapprovazione
"Eleonora ti amo" il secondo bacio che si diedero era più passionale, le lingue si intrecciarono e intrapresero il ballo più vecchio del mondo, le mani dell’islandese scesero sotto la maglietta della ragazza e si avviarono a slacciare il reggiseno.
"MA -ma che stiamo facendo!"urlò la ragazza ad un certo punto come se si fosse appena svegliata da una trance.
Eleonora si alzò e usci dalla stanza, correndo mentre gli chiedeva scusa.
Einar rimase con un’espressione sbalordita: che aveva fatto di male? Diede un pugno al muro e ora che era da solo aveva cominciato a piangere.

Astrid dopo quasi un ora di ricerca era riuscita a sapere dove erano finiti tutti; in un bar vicino alla sede.
Davanti al locale incontrò Alin che guardava dentro il locare con gli occhi sognanti
"Come mai qui fuori?" chiese Astrid al ragazzo facendolo sobbalzare
"A-Astrid, non stavo spiando i tuoi fratelli." la ragazza si avvicinò al vetro e guardò dentro: il locale era stile Holliwood, i tavoli a forma di macchina, le sedie a forma di chitarra…
In un tavolo c'erano Aksel, Anita e Javier e l'atmosfera sembrava molto tesa, ma Aksel aveva tutta l’aria di non accorgersi di nulla, visto come rideva.
Più in là c'erano Alexa che rideva vicino a Niccolò rubandogli dal piatto alcune patatine, il ragazzo invece era sul punto di strozzare la ragazza.
Davanti a loro c'erano Jude che abbracciava... Claire e con quell’ altra mano fumava e poi Annika, che si era sposata vicino a Johannes per parlarle della sua invenzione.
Ma la scena più strana si svolgeva ad un tavolo appartato, con Hayao, Anastaya e più in la Akaoni e Alexey: il primo era intento a parlare, invece d’altra parte, la ragazza stava affilando dei coltelli...
"Vuoi fare un giro?" chiese timidamente Alin
La ragazza lo squadrò e rispose "Va bene." poi si girò e aggiunse "Tu tienili d'occhio."
"Carino il tuo troll" disse Alin
"Come, puoi vederlo?"
"Sì... devi sapere che riesco a vedere le creature magiche..."
"Bene, abbiamo un argomento di cui parlare!"
"Adiamo a prendere un gelato?" chiese timidamente il ragazzo
La ragazza si girò lo squadrò e lo squadrò per un momento che parve interminabile "D'accordo"
I ragazzi si avviarono verso una gelateria in completo silenzio.
Astrid camminava guardando a destra mentre Alin camminava guardando a sinistra; lungo la strada c'erano molte coppiette.
"Tu non mi odi?" chiese il ragazzo senza guardarla in faccia
"No" rispose lei dopo qualche minuto
"Da quando riesci a vedere le creature magiche?"
"Da quando sono nata, sai é stato Odino a portarmi da Aksel"
"Davvero?"
"Certo, quando io e Aksel eravamo piccoli é stato lui a prendersi cura di noi… Tu, invece, da quando riesci a vedere le creature?"
"La mia prima creatura l' ho vista quando ho incontrato Fox, la mia volpe. Intorno a lei c'erano molte fatine."
"Era ferita?"
"Sì."
"Sicuramente si trattavano di fate curatrici, la tua volpe deve essere qualcuno di speciale per le fate."
"Lo credo anch'io"
Il discorso finì di nuovo lì, fino ad arrivare alla gelateria dove incontrarono ADRIEN,GABRIEL e ALEC che discutevano su quale cono era più buono: Adrien aveva preso pistacchio e caramello, Gabriel aveva optato per zuppa inglese e fior di latte, infine Alec aveva voluto una coppetta con puffo e cocco.
"Stupid, il mio é migliore!"
"Inglesino sta zitto!"
"Tanto sanno che tutti che il mio é il migliore"
Astrid e Alin, molto intelligentemente, si nascosero dietro la gelateria mentre ascoltavano la conversazione; meglio precisare che Alin era curioso di sapere come sarebbe andata, invece Astrid non aveva nessuna voglia di incrociarli.
"OHOHO ALEC non diciamo cavolate, hai preso il PUFFO!" si lamentò l'inglese
"Tu hai preso la zuppa inglese che fa schifo anche quando é zuppa!"
"Non dire stupidaggini ragazzino"
"Alec ha ragione, quindi siamo d'accoro che il mio cono é il migliore!"
"NO il puffo é il gusto più buono"
"Ah si? allora farmelo assaggiare"
"L' ho finito!"
"Ne hai un pò sulle labbra" il ragazzo si chino verso il Canadese, avvicinò il viso al suo.
Alin si era sporto un pò dal suo nascondiglio, per vedere il francese che era sempre più vicino...
"STOP, PERVERTITO!" l'inglese diede un pugno in testa al francese facendolo cadere e sporcandogli la faccia di gelato
"MA CHE FAI GABRIEL!" sbraitò il ragazzo per poi sogghignare "Ho capito, sei geloso" l'inglese diventò rosso, per poi negare e dargli dello stupido
"Allora se non ti dispiace se faccio questo?" Il francese si girò e bacio il canadese che rimase imbambolato
"Niente affatto, come a te non dispiace se faccio questo!" l'inglese sempre rosso in viso, leccò via il gelato dalla faccia del canadese, cui il bacio precedente aveva lasciato e definitivamente Alec a K.O.
"MA CHE FAI INGLESE PERVERTITO" urlò scandalizzato il francese
"LA STESSA COSA CHE FAI TU, STUPIDO FRANCESE! SOLTANTO CHE IO AMO ALEC!" urlò il ragazzo per poi diventare ancora più rosso di prima, la stessa reazione che ebbe il canadese
"CHI TI DICE CHE IO NON AMI IL PETIT ALEC?" sbraitò il francese prendendo per un braccio Alec. Gabriel prontamente afferrò il ragazzo per l'altro
"ALEC TU CHI AMI?" disse all'unisono i ragazzi, mentre tiravano dalla proprie parte il mal capitato.
Alec non sapeva come rispondere e fece l'unica cosa possibile:finse di svenire.

Quando finalmente i ragazzi se ne andarono verso la sede, almeno sperò Astrid, visto che Alec era svenuto, i due uscirono fuori dal proprio nascondiglio.
"HAI VISTO?" chiese subito Alin
"Più che altro ho sentito, da come urlavano"
"Che ne pensi?"
"Che non siano fatti nostri"
"Anch'io pensavo la stessa cosa" disse deluso il ragazzo per poi aggiungere "Secondo te quanti avranno deciso di andare nel passato?"
"Secondo me nessuno ci ha ripensato e domani alla riunione si troveranno impreparati, forse l'unico che ci ha riflettuto sul serio é Gregor..."
"Capito… anch'io ci ho pensato" disse il ragazzo gonfiando la bocca, come quando i bambini vengono sgridati "E ho anche deciso di accettare, ho tante domande da fare al mio antenato! Tu?"
"Anche a me piacerebbe tornare indietro, ma ho paura delle conseguenze che possono causare questa nostra curiosità"
"In che senso?"
"Ci sono anche persone che hanno sofferto per l'abbandono, come le mie sorelle e ho paura che le risposte che potrebbero dare le possa sconvolgere" sospirò la ragazza
"Capisco, ma tu senza pensare agli altri che decideresti?" senza sapere Alin le aveva rivolto la domanda più difficile che Astrid avesse voluto affrontare.
La ragazza fin da piccola non si era mai occupata molto di sè stessa e delle proprie emozioni, ma si era data il compito di capire le sensazioni delle persone che la circondavano, come aveva fatto Aksel quando l'aveva trovata.
Aksel aveva solo un anno più di lei, ma quando l'aveva scoperta nel bosco non aveva esitato a metterla al centro della sua vita: mangiavano solo quello che voleva lei, facevano solo quello che voleva lei.
Aksel l'aveva viziata e quando erano arrivati gli altri, Astrid era diventata molto gelosa, perché non era più il centro della vita di suo fratello.
Ora erano quei nuovi bambini e lei li odiava: faceva loro tutti gli scherzi e si divertiva a farli piangere.
Poi un giorno aveva visto singhiozzare Aksel per la disperazione e urlava di quanto non sopportasse i suoi fratelli.
La verità era che il bambino non riusciva più a gestire Annika e Einar per non parlare di Astrid.
In quel momento Astrid si vergognò come un ladro, si era avvicinata al fratello e l'aveva abbracciato chiedendogli scusa per i suoi capricci e promettendogli che da quel momento si sarebbe occupata lei di tutto il resto.
La ragazza non solo mantenne la promessa ma si prese anche cura del suo caro fratello maggiore.
Einar l'aveva presa come punto di riferimento e la seguiva ovunque, tanto che Aksel l'aveva soprannominato “cozza”.
Annika, seguendo l'esempio di Astrid, si prese cura di Claire quando arrivò in famiglia.
Forse per quello stesso motivo, Aksel prese Anita e Eleonora nella loro famiglia, anche se non erano nordici come loro.
Forse lo aveva fatto per sentirsi ancora utile, considerato che Astrid ormai era la donna di casa e si occupava di tutte le faccende sempre con Einar dietro e Annika era sempre stata una bambina indipendente che si prendeva cura di Claire tanto da volere che nessuno si avvicinasse a le più del necessario .
Astrid sospirò.
"Non mi hai risposto!" la voce squillante di Alin la fece tornare sulla terra: che avrebbe fatto se era ancora quella ragazzina viziata?
"Se non dovessi prendermi cura alle mie sorelle, ci andrei senz'altro"
"Allora siamo già a due voti positivi!" sorrise il ragazzo
"Non ho detto che dirò di sì" sbuffò la ragazza "Ora offrimi il gelato, lo voglio alla crema e al cioccolato"
"...Va bene" rispose Alin stupito del cambiamento della ragazza "Ma promettimi che domani, per una volta, non penserai alle tue sorelle e dirai di sì!"
"Promesso!"
Il ragazzo, ora che aveva ottenuto quello che voleva, si avviò a prendere i gelati, sotto lo sguardo divertito di Astrid.











***ANGOLO AUTRICE***
SALVE A TUTTI.
Che ne dite di questo capitolo? alcune parti non mi convincono... ma tutto somato é molto carino ^^
Rinrazio COSMOPOLITA che mi coregge i capitoli :3
I nuovi personaggi sono:
Cina:Hayao Wang creato da Camilla
Romania:Alin creato da Clara
Lettonia: Jude creato da me
Lituania:Alexey creato da Paola
liechtenstein:Niccolò creato da me
Turchia:Zeynel Adnan creato da Morgana (ho messo tutto? spero di si XD)
La parte di NIccolò e LAdie l'ho presa qui:http://www.youtube.com/watch?v=iU_-vbeNiu4
Poi Camilla mi ha dedicato questa canzone:LA STORIA DOVREBBE FINIRE INVECE INIZIA (SIGLA)
Ehi ehi Carol, dammi la fanfic!
Ehi ehi fans, ehi ehi fans!
Ho ancora in mente le parole
...
della fanficton che ho letto prima!
La storia dovrebbe finire!
La storia dovrebbe finire!
La storia dovrebbe finire!
Invece inizia!
Ah, con una tastiera,
puoi creare una storia fantastica.
Facciamo un brindisi coi nostri OC!
E F P!



Un ultima cosa quanti di voi vengono qua: http://www.facebook.com/carolina.bedini.3#!/events/229644273802457/

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Capitolo 9
*** La partenza ***








                                                   LA PARTENZA







Anita ne era sicura: quell’ uscita con Javier e Aksel era stata la più brutta e la più faticosa di tutta la sua vita.
Doveva riposarsi, perciò lentamente, strusciando i piedi per terra arrivò davanti alla sua stanza.
Cercò di aprirla la porta, era chiusa.
Sospirò; se Eleonora si era addormentata era la fine, perché di certo Elena non si sarebbe alzata dal letto per nessun motivo, anche per andarle ad aprire.
"ELEONORAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA"
"Vattene via!"
"...APRIMI"
"NOOO"
"ELEONORA CAZZO, APRIMI"
"NO MI HAI ABANDONATA"
Anita stava per scoppiare, prese a pugni la porta e cominciò a urlare di farla entrare, ma niente di niente. Urlò più forte, diede calci alla porte, minacciò la sorella ma tutto quello che ottenne furono solo pianti mal soffocati. Anita decise di cambiare tecnica; prese un bel respiro e ribussò con più gentilezza.
"Sorellina cara, mi vuoi dire cosa è successo?"
"mi hai lasciato nel passo più importante della mia vita, mi hai tradito e abbandonato!"
Anita fece una smorfia di disprezzo, era andata via per qualche ora! Non l'aveva mica abbandonata, quanto faceva così la voleva strozzare…Chiuse gli occhi respirò piano per calmarsi
"Ele, mi dispiace, ora mi apriresti?"
"No"
“ IO HO PATITO LE PENE DELL'INFERNO! APRI QUESTA PORTA, APRI QUESTA CAZZO DI PORTA!"
"no"
"Eleonora cazzo ho sonno apri ‘sta cazzo di porta, merda!"
"che sboccata!" Anita si girò verso la voce che aveva parlato, forse lo spettacolo che aveva davanti era uno dei più orrendi della sua vita: Adrien portava come un sacco di patate Alec, che dal canto suo cercava di toccarli il sedere e Gabriel che urlava come una madre in preda al panico "salvate il ragazzo!".
Anita li guardò pietrificata finché non sparirono dietro un corridoio.
La ragazza si girò di nuovo verso la porta e gli diede un infinità di calci e pugni, per fare in modo che sua sorella si spaventasse e andasse ad aprire per una buona volta.
Quando vide che non serviva a nulla, ringhiò infuriata.
Alla fine si stufò e se ne andò bestemmiando verso la sala comune. Non aveva altra scelta, avrebbe dormito sul divano.

Alice ne era sicura: quella uscita con Gregor era stata la più bella e felice di tutta la sua vita.
Doveva riposarsi. Lentamente, fischiettando arrivò davanti alla sua stanza.
Cercò di aprire la porta, ma era chiusa.
Sospirò, perché se Iris si era addormentata era la fine; di certo Ladie non si sarebbe mai alzata dal letto per aprirle.
"SORELLAAAAAAAAAAAAAAAAA"
"Vattene via!"
"...APRIMI"
"NOOO"
"IRIS PER FAVORE"
"NO, MI HAI ABANDONATA"
Alice perse tutto il suo buon umore; ma cosa stava blaterando la sorella? Era andata via per qualche ora! Non l'aveva mica abbandonata, quanto faceva così la voleva strozzare!
Chiuse gli occhi respirò piano per calmarsi.
"Iris, per favore…"
"vattene via!"
"IRIS FAMMI ENTRARE"
"NO!”
“ LADIE, SE CI SEI AIUTAMI"
"NON C'é E’ DA SUO FRATELLO"
"APRIIIII!"
Non ebbe risposta, "Iris mi sto arrabbiando aprimi!"
"Questa scena l'ho già vista…"
Alice si girò verso la voce che aveva parlato.
Forse lo spettacolo che aveva davanti era uno dei più orrendi della sua vita: Adrien portava come un sacco di patate Alec, che dal canto suo cercava di toccarli il sedere e Gabriel che urlava come una madre in preda al panico "salvate il ragazzo!".
"Dove?" chiese la ragazza
"Anita l'ha fatta in versione più volgare." rispose il francese e , dopo averle rivolto un cenno con il capo, si allontano per entrare nella sua camera.
Alice guardò la porta ancora chiusa e si avvio a cerca Anita, magari lei sapeva cosa era successo.

Gabriel uscì dalla stanza dopo essersi assicurato che Adrien dormisse e non tentasse di toccare il suo Alec.
"Mi scusi cameriera" si rivolse a una ragazza bassetta e con lunghi capelli neri
"come ti posso aiutare?" gli rispose la cameriera.
Dopo un momento di pausa, Gabriel riprese a parlare, con un sorrisetto soddisfatto sul volto.
"Victoria potrai ingannare gli altri che non ti conoscono ma io sono tuo fratello. Perché ti sei travestita da cameriera? Non potevi venire come tutti a rappresentare la tua nazione?" sbuffò il ragazzo: a volte si chiedeva perché sua sorella fosse così stupida.
"Gabriel per favore, io sono una spia, poi una nazione"
"solo perché hai lavorato come spia non vuol dire che sei costretta a fare sempre questi sotterfugi"
"Gabriel tu non capisci!"
"perché non cerchi di fare amicizia?"
"come te e Alec? Ti ho visto!"
"allora?"
"Non puoi farlo... tu hai già me!"
"E’ normale innamorarsi e fare amicizia!"
Come risposta ebbe solo la faccia disgustata della sorella.
"Victoria..."
"Devo andare"
"VICTORIA PROVACI!"
Non ebbe risposta e rassegnato tornò in camera, spostò con poca grazia il francese e abbracciò il canadese.
Quando ormai credeva che aveva vinto senti un respiro caldo vicino all'orecchio
"Mio piccolo, stupido inglese, credevi che dormissi?" Gabriel si irrigidì
"Non essere così inflessibile" lo baciò sull'orecchio e d'istinto l’altro abbracciò il canadese ancora più forte.
Poi Adrien gli baciò il collo.
Gabriel chiuse gli occhi sentiva la lingua del francese sul suo collo, le mani del suo assalitore erano scese sotto la maglietta: era la fine, ne era certo.
"C-che succede?" disse con voce impastate il canadese "voglio stare in mezzo."
"Certo!" Gabriel si sposto subito; era salvo, il suo amore l'aveva salvato, inconsapevolmente.
Adrien gemette per vedere che era contrariato. Lanciò uno sguardo malizioso a Gabriel e si addormentò, incosciente di aver fatto ingelosire Alec e spaventare Gabriel.

"ANITAAAAAAAAAAA, DOVE SEIIIII? ANITAAAAAAAAAAAAAAA!"
"SONO QUI,ALICE STA ZITTA!"
"ECCO, LA GENTE STA CERCANDO DI DORMIRE"
"SE SEI QUI, PER ROMPERE VATTENE"
"ECCO VATTENE"
"Anita per favore, puoi venire?"
"No!"
"ANITA VATTENE SE NO QUI NON SI DORME"
Anita di controvoglia si alzò dal suo sacco a pelo e si avviò verso la disturbatrice mangia-patate, scavalcando tutti quelli senza una camera ( i nuovi arrivati) che si erano riuniti per dormire insieme nella sala comune.
Quando raggiunse la tedesca, lei fece il segno di seguirla e l’italiana, sbuffando, la seguì per il lungo corridoio che portava alle camere dei ragazzi.
Di colpò Alice si fermo.
"Che c'é?" chiese scocciata Anita
"Tuo cugino mi ha detto che hai litigato con tua sorella..."
"Quindi? Visto che siete amiche mi vuoi fare la predica?"
"No..."
"Allora che vuoi?"
"Allora, tua sorella non ti vuole fare entrare in camera..."
"QUINDI?" sbottò
"MI FAI FINIRE?"
"SE TI BLOCCHI SEMPRE NON E' COLPA MIA!"
"SEI TU CHE MI BLOCCHI!"
"GNGNGN"
Alice chiuse gli occhi, respirò piano e riprese a parlare "Neanche mia sorella mi fa entrare in camera."
"AHAHAHAHAH,SFIGATA!"
"HAI POCO DA RIDERE VISTO CHE ANCHE TE NON PUOI ENTRARCI! Allora tu ne sai qualcosa?"
"Se sapessi qualcosa, di certo non dormirei in sala insieme a quegli sfigati, ti pare? Ora vado a dormire!"
Anita si girò per andarsene, ma Alice la fermò appena tenendola per il polso, così da far irritare la ragazza ancora di più, infatti si girò di scatto e la buttò per terra.
"NON MI TOCCARE CRUCCA"
"MA CHE HAI? NON VUOI AIUTARE LE NOSTRE SORELLE?"
"NO, IO VOGLIO AIUTARE MIA SORELLA E BASTA!"
"Ragazze calmatevi"
Le due "combattenti" si girarono verso la voce che aveva parlato
"Andràs?" il ragazzo sorrise amaramente, aveva gli occhi lucidi e il viso sciupato e Anita aggiunse mentalmente che puzzava d'alcol.
"MA CERTO! IRIS TRAVA BENE PRIMA DI SPARIRE CON TE! CHE GLI HAI FATTO?" urlò la tedesca con un lampo di genialità, dimenticando la piccola litigata con l'italiana.
"ECCO, COSA HAI FATTO A MIA SORELLA!" aggiunse Anita attirando su di sè sia lo sguardo stupito di Alice che quello stranito di Andràs "Dai parla, Ungherese da strapazzo!"
"IO a Eleonora non ho fatto niente..."
"Allora ammetti che hai fatto qualcosa ad Iris"
"Per la verità..."
"Ho capito tutto! Prima importuni Iris per poi passare a mia sorella!"
"Non ho fatto nulla a tua sorella!"
"Quindi hai fatto qualcosa a mia sorella!"
Alice si avvicinò velocemente al ragazzo sbattendolo contro il muro, seguita a ruota da Anita che non voleva rimanere esclusa da quella discussione che si prospettava interessante.
"Prima ci abbandoni a casa di Austria per poi dare rifugio a coso!"
"Ecco…"
"coso, chi?" intervenne Anita, confusa
"coso, il polacco!"
"Sebastjan?"
"Sì, coso!"
"Prima ci dai una casa, un rifugio, una famiglia e poi ci smolli da Austria! Non che la cosa mi dispiaccia..."
"Alice, resta concentrata, dobbiamo picchiarlo!"
"Anita per favore, come sei rude!"
Un'altra voce era intervenuta, quella di Gregor che guardava con occhi compassionevoli l'amico messo alle strette dalle due ragazze.
"Su ragazze è tardi, di certo non vorrete svegliare tutti, venite in camera mia e di Andràs abbiamo un letto libero, visto che JOHANNES non c'é."
"Certo, Greg" sorrise Alice contenta
"io dormo da sola!" sentenziò Anita
Andràs sospirò; era salvo, doveva ricordarsi di ringraziare Gregor.

Niccolò cercò di liberarsi dall'abbraccio della sorella senza successo. Ladie era peggio di una cozza! Girovagò con lo sguardo e incontrò quello dell’ amico che sonnecchiava; Jude il suo unico amico.
Si erano incontrati grazie ad una associazione per recupero giovani, dove erano stati mandati per forza dai loro parenti e subito era nato un amicizia.
Tutte due erano in cerca di libertà, tutti e due amavano leggere, infatti odiavano le persone fastidiose che impedivano loro di farlo.
Amici di bevute e di sbandate pazzesche.
Amici per la pelle.
Pensando al suo amico gli ritornò in mente quella strana ragazza e la sua proposta:
****
"NICCOLO'"
"CHE C'E' ALEXA?"
"Te lo dico chiaro e tondo, mi piace Jude e tu devi trovare il modo di farmi mettere insieme a lui!"
"Scusa?"
"Niccolò mi sembravi più intelligente! Tu devi far in modo di farmi mettere con Jude, vuoi anche un disegno?"
"NO"
La ragazza si irritò
"Tu sei il suo unico amico, lo devi fare, ti conviene!"
"Mi stai minacciando?"
"No, ma ho una proposta da farti"
"Io voglio stare con Jude, tu vuoi essere dipendente da tua sorella, io sono abbastanza potente per darti tutto il sostegno che vuoi"
"..."
"Allora?"
"Non so..."
"Non ho tutto il tempo"
"Ci sto!"

****
Niccolò sbuffò, ora cosa doveva fare?

Victoria, chiusa nella sua stanza della servitù, abbracciava il cappellino da marinaretto del suo antenato; lei doveva tornare indietro nel tempo.
Doveva riuscire a prendere quei dannati fogli per essere indipendente da suo fratello.
Anche se lui si ostinava a dire che era uno Stato, nessuno la considerava tale, doveva riprendere quei fogli ed essere indipendente, rifarsi una vita.
Sbuffò raggomitolandosi ancora di più al cappello; solo diventando una nazione a tutti gli effetti, sarebbe riuscita a fare amicizia con gli altri Stati e non spiarli e imparare ogni loro vizio.
Sì, sarebbe tornata indietro per impadronirsi di quei fogli.

La mattina seguente...

"Cosa avete deciso?" chiese Johannes, subito, senza troppi giri di parole
"Io ho deciso che vengo" disse subito Astrid, suscitando lo stupore di tutti i suoi parenti. Di solito stava anni a pensare su una cosa di così rilevante importanza
"Anch'io vengo!" disse Claire
"Anch'io" disse Alin
"Allora anch'io" chiarì subito Annika, fulminando con lo sguardo Alin
"AHAHAAH Zeynel IL MAGNIFICO VIENE!"
"Allora anch'io" disse la greca
"io e Gregor veniamo!" disse Alice
"anch'io" disse smortamente Iris
"Anch'io!" disse subito timidamente Andràs
"Vengo!" dissero Alec, Gabriel e Andrian
"Anche noi!" disse Hayao abbracciando la sorella e la ragazza
"Anch'io disse Alexa
"Io non lo so..." disse Eleonora
"se tu non ci vai non ci vado neppure io" dichiarò Anita
"Allora ci vado"
"anch'io" disse Einar
"IO ci vengo, ho un conto in sospeso con qualcuno..." disse Javier
"Anch'io vengo"
In poche parole tutti accettarono.
Johannes tirò fuori da una scatola una palla di sfera luminosa e disse a tutti di toccarla
"Mica vogliamo fare una seduta spiritica!" si lamentò Alexey
"Sta zitto e metti la mano" urlò Johannes; aveva aspettato fin troppo, non voleva altre interruzioni.
Girò una manovella e poi schiacciò un pulsante "bene, ragazzi ci vediamo tra 100 anni nel passato"

Nessuno dei presenti si immaginava a che cosa andassero incontro, ma, come si dice? La curiosità uccide gli uomini.













***ANGOLO AUTRICE***
Allora per cominciare ringrazio COSMOPOLITA per il suo essenziale aiuto.
Poi chiedo scusa del ritardo ma ho avuto problemi, appena posso rispondo alle recenzioni.
Questo capitolo non mi piace per niente! ecco, così se vi fà schiffo capirò.
Ah, il prossimo capitolo o il prossimo sarà special (si, vi ricordate il premio messo per il capitolo special di Anita? spero di si, perché chi ha vinto ora sta per ritirare il suo premio!) *yeah*
a presto :3


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Capitolo 10
*** *Special_Alec* ***


ALEC









“Tua sorella è proprio carina."
Questa era la frase che lo perseguitava da anni.

Alec cominciò ad odiare le ragazze da quando nacque sua sorella; in quel periodo tutte le attenzioni erano rivolte a quella bambina.
Va bene, forze era esagerato, Alec non odiava le ragazze da quando era nata Alexa, ma fu colpa sua se iniziò a mal sopportarle...

"Alec, vieni a giocare con me?" chiese una ragazzina dai capelli biondi a caschetto
"Certo Amelia."
Amelia era la migliore amica di Alec, non era una nazione, abitava nella casa accanto alla sua e ogni giorno lo veniva a trovare: i suoi genitori erano i capi di Alexa.
"A-amelia noi saremo amici per sempre?"
"Certo!"
"Ed odierai mia sorella?"
"Ma..."
"Allora siamo d'accordo! Saremo amici per la pelle…"
Alec sorrise e abbraccio l'amica.
La sua unica e vera amica.

Dopo quell’ episodio, dieci anni dopo, accadde l’imprevisto...
"Tua sorella è proprio carina."
"Non è vero!"
"Non sarai mica geloso!"
"Solo che tutti non fanno altro che ripetere come è carina."
"Per me sei carino anche tu!"
Alec diventò tutto rosso, Amelia ridacchiò e poi l'abbracciò,
“Scusa, ma devo andare a casa adesso…"
"A domani!"
"Certo."
La ragazza uscì dalla stanza e si avviò verso la camera di Alexa
"Ale?"
"ciao Amy!"
"ciao Alexa."
"Ti ho chiesto di venire qui per chiederti un favore."
"Dimmi pure."
Alexa la fissò solennemente, poi disse
"Voglio piacere a mio fratello!"
Amelia era sbigottita "Eh?"
"Credo che non mi sopporta, non mi parla mai, mi evita..."
"Allora..."
"Tu sei la sua migliore amica A-I-U-T-A-M-I."
"D'accordo"
"SEI LA MIGLIORE" detto questo Alexa si scaraventò su Amelia "SEI LA MIGLIORE, SEI LA MIGLIORE, S-E-I L-A M-I-G-L-I-O-R-E"
"DAIIIIIIIIIIII DIVENTA ANCHE MIA AMICA."
"C-certo."
"Allora siamo bff"
"Sì, sai sei la mia unica amica femmina!"
Dopo quella affermazione la porta si spalancò e entrò nella stanza Alec. Non lo aveva mai visto così arrabbiato, prima di quel giorno
"MI HAI MENTITO, AVEVI DETTO CHE ODIAVI MIA SORELLA!"
"M-"
"Pff, sembrerebbe di no, fratello" intervenne Alexa con un po’ di superbia
Alec aveva gli occhi lucidi; per lui quella scena era come una pugnalata dritta nel cuore "VOI DONNE SIETE TUTTE FALSE, LO DOVEVO CAPIRE."
"No, fratello sei un perdente! E’ ovvio che Amelia preferisce me ad uno sfigato come te, sei brutto non hai amici e il tuo stato fa schifo!"
"In realt-"
Ad ogni parola che sua sorella diceva, Alec si sentiva ancora di più montare dalla rabbia. Come si permetteva di rivolgersi a lui in quel modo?
"E’ cosi Amelia? mi ritieni un perdente, PREFERISCI QUELLA OCA DI MIA SORELLA?"
"Certo, infatti ti ha tradito."
"SIETE DELLE PUTTANE."
"E BASTA! SIETE INSOPORTABILI NON VI SOPORTO PIU', ME NE VADO!" la ragazza stufa di quella conversazione, se ne andò sbattendo la porta della camera con forza, lasciando i fratelli da soli. Non ne poteva più di sentire le urla di quei due bambini viziati…poi, quelle “puttane”…non avrebbe mai creduto che Alec fosse stato capace di dire quelle parole a lei, a LEI; una volta erano amici…
"Lo sai che ascoltare le converzazione altrui e male educazione?" riprese a parlare Alexa, una volta che furono di nuovo soli
"Lo sai che non si rubano gli amici degli altri?"
"Una persona non si ruba, è lei che sceglie con chi stare."
"Stai dicendo che preferisce stare con te che con me?"
"Certo" ribatté, come se fosse la cosa più ovvia del mondo
"SCOMETTO CHE HAI SBATTUTO LE TUE CAZZO DI CIGLIA E HAI INVENTATO UNA SCUSA E LEI CI HA CREDUTO."
"ILLUDITI."
"Domani tornerà da me!"
"MA NOI DONNE NON ERAVAMO TUTTE FALSE?"
"NO SOLO TU."
"PRIMA HAI DETT-"
La interruppe, era davvero furioso "ERO ARRABIATO E ORA STA ZITTA"
dopo questo usci dalla stanza. Alexa sospirò; l'aveva fatto di nuovo, lei voleva veramente essere amica di suo fratello ma rovinava sempre tutto solo per far vedere che era migliore di lui. Che patetica.

Il giorno seguente Amelia non tornò da Alec e neanche quello dopo e quello ancora: passarono anni e Amelia non tornò.
Alec all'inizio pensava si fosse semplicemente offesa, molte ragazze si divertivano ad esserlo, ma il tempo passava e lei non si faceva viva.
Il ragazzetto l'aveva aspettata per molto tempo, una volta aveva lasciato anche la finestra aperta perché aveva sentito da qualche parte che i bambini a volte sparivano e andavano in una strana isola; alcuni però, tornavano a casa volando, ma se trovavano la finestra chiusa se ne andavano.
La tristezza divenne depressione, la depressione divenne rabbia e la rabbia restò dentro Alec.
Rabbia per aver litigato per una sciocchezza con la sua migliore amica, rabbia verso la sorella e tutte le ragazze.
Rabbia, rabbia, rabbia.
Una volta per la troppa rabbia nel corpo picchiò la sorella per l'ennesima litigata e mentre la picchiava e sentiva le sue grida sorrise.
Ricordava che più urlava, più la picchiava e lui ne era felice, perché era tutta colpa sua se Amelia se ne era andata.
Forse l'avrebbe rotto tutte le ossa se non intervenne il suo capo, Alexa se la cavo solo con un naso rotto e molti lividi nel corpo.
Odiava le ragazze, non le capiva: prima ti dicono che sei importante e poi se ne vanno senza dirti niente, le odiava con tutto se stesso.

Quando cominciò a frequentare il liceo, Alec scelse una scuola per soli ragazzi, almeno nessuno lo avrebbe paragonato alla sorella e non avrebbe visto tutte quelle ochette della sua specie.
Alec non si era ancora ripreso dall'abbandono di Amelia, forse l'amava, ma ormai tutto era perduto.

"Hey ragazzo, come mai così triste? Scommetto che hai un bellissimo sorriso."
Quella frase la pronunciò un ragazzo della sua scuola, Josè, il rappresentate della Cuba, la sua salvezza.
Josè era un fiume di vita, aveva un bellissimo sorriso i suoi occhi erano color del mare, il mare che tanto amava, il mare dove lo portava tutti i giorni dopo la scuola, dove gli insegnò a cavalcare le onde.
Dove il ragazzo abbronzato l'aveva baciato e si era dichiarato.
Sempre nello stesso giorno l'aveva fatto suo, l'aveva amato e l'aveva ridato il sorriso.

"Alec, promettimi che non perderai il tuo sorriso"
"...che stai dicendo?"
Josè teneva tra le braccia Alec e insieme stavano guardando il tramonto, si sentiva solo i rumore dei loro battiti accompagnati dalle onde
"devo tornare a Cuba e non potremmo più vederci.”
"Che stai dicendo?"
"non possiamo più vederci"
"mi stai lasciando?"
Non rispose
"Allora?" lo intimò irritandosi
"..Sì"
"potremmo stare insieme anche se tu stai a Cuba no?"
"non è così semplice..."
"Non ti merito? NON PENSI CHE ABBIA SOFERTO ABBASTANZA?" la voce usci stridula e due lacrime cominciarono a scendere seguite da altre.
Josè l'abbraccio, gli promise che sarebbe tornato, lo baciò, lo coccolò finchè Alec si calmò.
"Allora tornerai?"
"Sicuro!"
"Come faccio a esserne sicuro?"
"perché ti amo." e detto questo fece ricontrare di nuovo le loro lingue in una danza lenta e romantica. Un bacio d'addio.

Alec si strinse a Gabriel e Adrien gli sorrise.
Poi gli disse: ci vediamo di là.
Amelia non era tornata, Josè non era tornato.
Ora non meritava un po’ di felicità?
Finalmente aveva trovato qualcuno che lo amava di nuovo, non uno ma due persone e di certo questa volta non sarebbe rimasto solo.
Questa volta si sarebbe fatto amare da tutte e due.
Non avrebbe più provato quel senso di vuoto.














***ANGOLO AUTRICE***
HEM... si questo é il capitolo speciale su Alec, piaciuto?
non vi precuparte il prossimo capitolo sarà nel passato, così non disperate ragazze :9
Chiedo scusa di non aver risposto alle vostre recenzioni, SCUSATE rimedierò al più presto. chedo venia ;_;
Un'altra cosa importante! il prossimo capitolo speciale sarà dedicato a Gregor Edelstein (l'OC di cosmopolita, se lo merita! ha coretto anche questo capitolo)
Allora cose sul capitolo: Amelia ha dieci anni, José sedici anni umani.
Che fine ha fatto José? tornerà?
Perché Amelia é andata via senza lasciar traccia? si scoprirà?
Certo che si scoprirà é_é.
Spero che il capitolo vi sia piaciuto, lo spero di tutto cuore :3.
A presto. 














***ANGOLO AUTRICE***
HEM... si questo é il capitolo speciale su Alec, piaciuto?
non vi precuparte il prossimo capitolo sarà nel passato, così non disperate ragazze :9
Chiedo scusa di non aver risposto alle vostre recenzioni, SCUSATE rimedierò al più presto. chedo venia ;_;
Un'altra cosa importante! il prossimo capitolo speciale sarà dedicato a Gregor Edelstein (l'OC di cosmopolita, se lo merita! ha coretto anche questo capitolo)
Allora cose sul capitolo: Amelia ha dieci anni, José sedici anni umani.
Che fine ha fatto José? tornerà?
Perché Amelia é andata via senza lasciar traccia? si scoprirà?
Certo che si scoprirà é_é.
Spero che il capitolo vi sia piaciuto, lo spero di tutto cuore :3.
A presto. ***ANGOLO AUTRICE***
HEM... si questo é il capitolo speciale su Alec, piaciuto?
non vi precuparte il prossimo capitolo sarà nel passato, così non disperate ragazze :9
Chiedo scusa di non aver risposto alle vostre recenzioni, SCUSATE rimedierò al più presto. chedo venia ;_;
Un'altra cosa importante! il prossimo capitolo speciale sarà dedicato a Gregor Edelstein (l'OC di cosmopolita, se lo merita! ha coretto anche questo capitolo)
Allora cose sul capitolo: Amelia ha dieci anni, José sedici anni umani.
Che fine ha fatto José? tornerà?
Perché Amelia é andata via senza lasciar traccia? si scoprirà?
Certo che si scoprirà é_é.
Spero che il capitolo vi sia piaciuto, lo spero di tutto cuore :3.
A presto. ******** 

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Capitolo 11
*** Girone uno ***


GIRONE UNO












"E-Eleonora?" 
Anita aprì gli occhi, bianco, ovunque si girava vedeva bianco.
Le mani era rosse e fredde, Anita capì che era sdraiata sulla neve,"Eleonora, Aksel, Clara, Astrid, Annika!" si sentì rimbombare la sua voce ma niente risposta.
Paura era quello che provava Anita in questo momento, l'ho stava rivivendo ma questa volta era sola e di certo Aksel no l'avrebbe salvata.
Anita si alzò e cominciò a correre, il paesaggio si muoveva velocemente ma rimaneva sempre bianco e freddo e lentamente delle lacrime cominciarono a bagnarli le guance.
Si rivedeva molti molti anni fà con sua sorella in mezzo alla neve stanche e infreddolite, mica si erano sbagliati ed erano entrati in un suo incubo?.
Si, proprio uno dei suoi incubi che da quando era stata portata in Italia popolavano i suoi sogni: Si ritrovava in un posto freddo e tutto bianco da sola e cominciava a correre poi cadeva e non si alzava più, veniva i suoi capi e gli ridevano in faccia dicendoli che era una ragazza debole e stupita.
Proprio come si trovava adesso: un posto bianco e freddo senza nessuno. 
Le lacrime continuarono a scendere le guance si erano tinte di un rosso e il fiato stava diventando corto, mentre stava correndo continuava a chiamare i suoi fratelli e inveiva contro Johannes.
Ad un certo punto Anita non si accorse di una radice che usciva da quel paesaggio di bianco e inciampò cadendo di faccia nella neve, ora ne era sicura la sfortuna l'ha inseguiva.
Cercò di alzarvi ma le mancavano le forse, la faccia cominciò a bruciarle per il contatto con la pelle, ora si sarebbe scoperto se una nazione poteva morire.
Anita ormai stanca per la corsa chiuse lentamente gli occhi, prima di serrare del tutto le palpebre vide  una figura corere verso di lei  e stava dicendo qualcosa:"E-ehy, res- sto venen-", prima di morire si impazziva? sembrava di si...
 
 
 
 
 
 
"A-Anita? ANITAAAAAA"
Eleonora aprì gli occhi e si trovo davanti un ragazzo che la stava guardando 
"AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA CHI SEI?" la ragazza saltò sul posto e si accorse che si trovava in una stanza ed era sopra un letto
"calmati, il dottore ha detto che non ti devi affaticare" mentre diceva queste parole girò la testa di lato
"Quale dottore? dove sono? chi sei?" 
"risponderò a tutte le domande ma rimettiti sotto le coperte"
"perché?"
il ragazzo non rispose e senza guardarla gli indicò il petto, Eleonora abbasso lo sguardo sul suo petto e si accorse che era in reggiseno
"AAAAAH SEI UN MANIACO!" e detto questo si ributtò sotto le coperte e si coprì fino sopra la testa "voglio mia sorella!"
"Anita é tua sorella?" chiese sempre pacato il ragazzo anche se si capiva che era molto offeso del comportamento della ragazza " comunque non sono un maniaco, il dottore ha detto di spogliarti perché i vestiti erano bagnati e potevi ammalarti"
"siamo in estate!" 
"siamo in pieno inverno fra pochi giorni sarà natale"
"che anno siamo?"
"venti dicembre 2012"
"Dov'è mia sorella?"
"eri da sola in mezzo alla neve ed eri in t-shirt e pantaloncini, a proposito che ci facevi in mezzo alla neve?"
"Non c'era mia sorella?"
"No, rispondi alla mia domanda"
"...mi ero persa" si, era una bugia ma di certo non poteva dire che veniva dal futuro a uno perfetto sconosciuto "ora raccontami tutto, cosa é successo?"
"stavo ritornando a casa quando ti ho visto per terra e mi sono preucupato quindi ti ho portata a casa mia e ho chiamato un dottore"
"...non sei un maniaco?"
"Ti sembro un maniaco?"
"...No" 
"Quindi smettila di fare questa domanda" detto questo si alzò "ti porto qualcosa di caldo"
 
 
 
 
 
 
 
 
"Hey, svegliati" 
"nnn-
"ragazza svegliati"
"Zeynel sta zitto"
"Non sono Zeine... sono Feliciano"
Elena si mise sedere e guardò il ragazzo che la stava fissando sorridendo
"Oh, posso dirti che proprio bella?"
"..."
"Come ti chiami splendore?"
"Elena"
"Elena che bel nome, quando ti ho trovato davanti alla porta svenuta mi sono preucupato molto, sono contento che stai bene!, all'inizio avevo paura sai Doitsu dice sempre di non fidarmi delle persone che non conosco ma tu sei davvero bella e poi eri in difficoltà"
"ho sonno"
"Hai già dormito per tre ore, Doitsu non vuole che si dormo tanto perché dice che mi rilasso troppo e salto l'allenamento"
"chi é Doitsu?"
"E' Germania"
"una nazione?"
"si anch'io sono una nazione!"
"Quale?"
Feliciano sali sopra il letto e con fare da grande generale annunciò "Io sono Feliciano Veneziano Vargas discendente di Nonno Roma rappresento Nord Italia" dopo essersi  presentato guardò la ragazza che si era rimessa a dormire.
Quindi quello strano ragazzo era l'antenato di Eleonora? Di sua cugina la morta-vivente? Quella che non sorrideva mai e che stava sempre attaccata a sua sorella, no non é possibile, aspetta anche Anita discendeva da lui? 
"Feliciano?"
"Si bellissima?" il ragazzo che si era rattristito si rianimò
"Hai un fratello?"
"Si Lovino Romano Vargas, lo conosci?"
"Non proprio"
"Scusa, bellissima io sono molto contento di averla a casa mia, vuoi mangiare un piatto di pasta sta sera con me?"
"...Si"
"SI, vado a prepararla! PASTAAAAAAAAA"
detto questo usci dalla stanza e Elena si rimise a dormire.
 
 
 
 
 
"Ehy Bastardo svegliati non puoi dormire nel mio campo di pomodori!"
Javier si svegliò e guardò il ragazzo abbastanza arrabbiato davanti a se
"Oh, ti sei svegliato bello addormentato? levati dal mio campo!"
"Chi sei?"
"LA FATA TURCHINA, SONO IL PROPRIETARIO DEL CAMPO DI POMODORI, VATTENE O CHIAMO LA POLIZIA  E LI' SARANNO GUAI STRON-" il ragazzo si fermò sentendo il suo cellulare squillare con una canzoncina che parlava di pomodori che fece sogghignare Javier mentre si alzava da terra
"FELICIANO CHE VUOI?" Javier capì che quel ragazzo era molto impulsivo e maleducato "HAI UNA RAGAZZA IN CASA TUA? NON DEVI DARE RIFUGIO A CHI NON CONOSCI" In quello aveva ragione pensò Javier "uhm, é carina? come hai detto che si chiama Elena? io invece ho trovato un teppista!" Javier alzò un sopracciglio Elena si trovava con questo Feliciano, perché non erano tutti insieme? 
"OH COME TI CHIAMI?" 
"Javier"
"Questo teppista si chiama Javier che conoscerà Arthur?" a vista d'occhio non sembra molto forte poteva pistarlo pensò Javier "Cosa la ragazza ha detto che lo conosce e se posso ospitarlo? ma é scema? cosa? uhm va bene, ci vediamo domani" sospirò e attaccò il telefono
"Javier o come ti chiami alza il culo e seguimi oggi é il tuo giorno fortunato"
Javier non aveva voglia di seguire quel ragazzo così maleducato gli ricordava qualcuno... ovviamente non voleva rimanere fuori così decise di seguirlo 
"Ora mi spieghi che cazzo stavi facendo nel mio orto vestito così leggero, siamo in pieno inverno!"
"Mi sono perso"
"Fin lì ci ero arrivato anch'io genio!, ma perché nel mio orto!"
Ma quella furia dai capelli ramati era fissato col il suo orto, persona detestabile "non mi ricordo"
"Sei proprio scemo, ma bada che se non ti rendi utili ti butto fuori di casa!"
Javier alzò gli occhi al cielo era davvero petulante é noioso quel ragazzo.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
"Grazie di avermi portato in casa tua"
"AHAHAHAH di niente!"
"io sono Anita"
"Io sono Dan ovvero Danimarca"
la ragazza perse un battito lui era l'antenato di Aksel, come poteva aver abbandonato Aksel, non li sembrava cattivo..."hai un figlio o un nipote di nome Aksel?"
Dan gli rivolse una faccia molto stupita ma poi sorrise " no, però é un bel nome!" quindi loro non erano ancora nati "Chi é il tuo fidanzatino?" Anita arrossì e si strinse nella coperta che Dan gli aveva dato e si sistemo meglio nella sedia "MA CHE DICI?" 
"ora mi spiego molte cose, sei scapata di casa per trovare questo Aksel senza il consenso dei tuoi genitori!" Anita sorrise assomigliava molto ad Aksel anche lui si creava storie assurde, anche se quella assomigliava molto a quella di Clara "Ho indovinato non é vero?" Anita non si era accorta che Dan si era avvicinato e per lo spavento cadde dalla sedia provocando una gorssa risata del altro.
"Su raccontami la tua storia" 
"Ora hai finito di prendermi in giro! 
Dan si avvicino a Anita e l'aiuto ad alzarla mentre le sfoderava uno dei suoi sorrisi 
"Su non essere timida non chiamerò i tuoi genitori, basta che mi racconti di questo Aksel!"
Anita sbuffo e girò lo sguardo dalla parte oposta ma Dan non demorse "Daiii me lo devi! ti ho salvato! DAIIIIIII" 
la ragazza si arese dalle lamentele di Dan "Ok ma smettila di strusciare la testa sulla mia spalla!" 
"Oh sapevo che avresti ceduto!"
"sta zitto se no non ti dico niente!" ottenuto il silenzio Anita prese un grande sospiro e cominciò a parlare "Allora, diciamo che Aksel per me é come un fratello, ci conosciamo da quando eravamo piccolissimi e mi ha salvata da una morte certa, poi sono dovuta trasferirmi in un altro paese e ho litigato con Aksel in quel periodo sono stata davvero male, ho pianto molto sentivo il cuore a pezzi e credevo d'impazzire sopratutto perché ho dovuto vivere per un certo periodo con Javier! é un ragazzo davvero antipatico! pieno di se senza parlare che é un grande stronzo, poi con qui sorrisi sornioni! l'ho picchierai a sangue e questo mi ha fatto ancora star peggio! Finalmente riesco a far pace con Aksel ma sembra che ha occhi solo per Javier! stanno sempre insieme e parlano, DI CHE CAZZO PARLANO! Javier é uno stronzo di prima categoria pensa una volta ha detto che non merito il suo saluto invece Aksel é l'opposto sempre pronto ad aiutare gli altri"
mentre stava parlando Anita gesticolava e il suo ciuffo si muoveva avanti e indietro segno che si stava arrambiando, quando finì il suo discorso come risposta ebbe una grossa risata.
"CHE HAI DA RIDERE?"
"Secondo me sei inamorata sia di Aksel e di Javier, ah l'amore" e gli diede uno schiriccoto sulla guancia facendo arrabiare sempre di più la ragazza
"MA SEI PAZZO?!" Urlò la ragazza cacciandoli via la mano "LA RISPOSTA E' SI!" detto questo mise su un adorabile broncio facendo ridere il ragazzo
"Mi ricordi qualcuno, ragazzina ma non ricordo chi, comunque io devo andare in america in una riunione natalizia degli stati! pensa sara una festa in maschera"
"portami con te!" non era una richiesta era un ordine, Anita sperava che andando alla riunione generale delle nazioni avrebbe trovato il resto del gruppo e sopratutto sua sorella
"ti annoieresti"
"no, portami"
"i tuoi genitori saranno in pensiero per te"
"non ho i genitori" 
Dan non sapeva come ribattere guardò la ragazza che aveva un viso serio ma allo stesso tempo supplichevole, gli rivolse un sorriso amaro e si avvicino a lei, gli voleva chiedere cosa era successo ma non voleva di certo aprirle delle ferite così rimase zitto e per un po si guardarono, magari stava mentendo ma i suoi occhi si vedeva un velo di dolore.
"Mi dispiace..."
"anche a me"
"facciamo così ti porto così se ammetti che ti piacano quei due ragazzi ti porto!"
"MA NON E' VERO"
"Questo mi conferma la mia teoria"
"S-STA ZITTO" 
"ahahahahah" 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
"Grazie per la cioccolata calda"
"di niente"
Eleonora esamino il viso del ragazzo che si era seduto vicino a lei sul letto, assomigliava tanto ad Einar, avevano gli stessi occhi i lineamenti del viso erano gli stessi anche quando parlava avevano la stessa voce.
"Ho qualcosa in faccia?" 
"Cosa?"
"Ho detto se ho qualcosa in faccia, e da un po che mi guardi"
Eleonora arrossi si doveva essere imbambolata a guardarlo "E-Ehm n-no assomigli a una persona"
"Al tuo ragazzo? da come mi guardavi deduco che si tratti di lui, si chiama Einar?"
"ecco io no... lo conosci?"
"No ma quando ti ho trovato stavi ripetendo quel nome come una ossessa"
"Ecco io..."
"mi dispiace di essere stato invadente"
"non precuparti, mi hai salvato la vita...Comunque io sono Eleonora"
"Sono Hans, rappresento l'Islanda" 
Eleonora stava per sputare tutta la cioccolata che stava bevendo  per la sorpresa, ora si spiegavano molte cose! Era l'antenato di Einar ecco perché si assomigliavano
"Comunque Eleonora io devo andare in america, quindi chiama i tuoi genitori e fatti venire a prendere"
"Non ho genitori"
"con chi abiti?"
"con mia sorella"
"chiamala" 
"non mi ricordo il numero"
"allora io vado e ti lascio in una centrale di polizia"
"NO NON MI LASCIARE HO PAURA" Eleonora cominciò a tremare al sol pensiero di stare da solo in un posto che non conosceva
"..."
"per favore"
"ci devo pensare"
"ti prego"
"va bene"
"grazie" la ragazza fece un sospirò di sollievo e si butto sul letto 
"vado nella mia camera, buona notte Eleonora" 
"grazie ancora, buona notte Hans"
Appena Hans uscì dalla stanza si raggomitolo su stessa e cominciò a piangere, Anita l'aveva abbandonata ma la cosa strano che non era arrabbiata con lei ma con Einar, lui l'amava, almeno l'ho credeva visto che voleva fare, deglutii, si ecco voleva farlo e poi non c'era a salvarla.
Si rigirò sul letto sperando che Morfeo la prendesse nel suo mondo ma la cosa non successe, per tutto ripenso ad Einar le sue lebbra leggermente rosse per il bacio che gli aveva dato, gli occhi lucidi per il desiderio e lei che scappava.
Perché era scapata? aveva paura, non nella cosa che stava per fare ma per le cose che potevano succedere dopo. 
Paura di essere abbandonata dal unico persona che l'amava e dopo cosa sarebbero diventati? di certo non sarebbe stata sua sorella, allora cosa? la sua fidanzata? no non era pronta si diceva anche se una parte di lei l'ho voleva, voleva Einar voleva quel cambiamento.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
"Elenaaaa" Feliciano strillo il nome della ragazza
"Mh?"
"la pastaaaaaa é pronta" 
"...arrivo" con estrema lentezza la ragazza arrivò nella sala da pranzo e sempre con estrema lentezza si sedette guardò Feliciano che aveva già finito il suo piatto
"Non mangi?"
"si ora incomincio"
"Oh allora domani raggiungeremo mio fratello e con il tuo amico andremmo in america per una festa in maschera! anche se abbiamo detto che era una riunione se no Germania non sarebbe venuto anche Austria non sarebbe venuto così l'abbiamo cammufata, come siamo intelligenti! si é solo una scusa per passare il natele tutti insieme!"
Elena sorrideva al ragazzo é intanto in tanto annuiva per farli capire che stava ascoltando anche se stava pensando ad altro
"Hai capito?"
"si"
Sarai una mia ospite!"
"ah"
"sono contento di ospitare una ragazza tanto bella!"
"Sono impegnata"
"Oh dovevo immaginarlo sei davvero bella, chi é il fortunato?"
"Zeynel" rispose come se la cosa fosse ovvia
"come é fortunato, cosa ha detto?"
"scusa?"
"quando vi siete dichiarati!"
"Perché mi sarei dovuta dichiarare? io sono fidanzata con lui, no lui con me"
Feliciano la guardò con aria stupita, certo che quella ragazza era strana
"ma allora non vi amate?"
"Zeynel é tropo stupito per dichiararsi"
"Oh, che peccato"
"Ma so che mi ama"
"come?"
"Una volta quando eravamo piccoli un bambino prepotente mi stava picchiando e Zeynel mi ha difeso e poi mi ha detto che ero una stupida che solo lui mi poteva dare noia e se un altro ci avesse provato a toccarmi dovevo chiamarlo perché lui é il grande capo Zeynel ed anche se sono una gattara avrebbe fatto tutto per me, dopo avere fatto questo discorso mi porto sulle spalle fino ad arrivare in ospedale"
"oh" sopirò Feliciano colpito
"ma la conferma l'ho avuto da poco"
"che ha fatto?"
"ha cercato di pettinarmi" detto questo sorrise e si alzò per andare in camera lasciando un Feliciano depresso, perché ovviamente non poteva sapere che fin da piccola aveva voluto dei capelli lisci e non mossi,disordinati, indomabili questo Zeynel l'ho sapeva e fin da piccolo aveva cercato di pettinarla e di consolarla dicendo che così era molto più bella poi aggiungeva che quei capelli si intonavano benissimo con il casino del suo stato.
Si ributto sul letto sperando di entrare nel suo mondo dove Zeynel aveva abbastanza coraggio di dichiararsi.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
"MA CHE STAI FACENDO! NON SAI NEANCHE APPARECCHIARE?!?!?"
Javier alzò gli occhi al cielo ignorando Lovino, così aveva detto che si chiamava li strano ragazzo
"NON IGNORARMI!, DOVE STAI ANDANDO, L'HO SAI CON CHI STAI IGNORANDO?"
"Lovino Romano Vargas"
"ALLORA NON SEI COSI' SCEMO! SAI ANCHE COSA RAPPRESENTO?"
una ragazza con il ciclo? penso il ragazzo fra se e se 
"NON LO SAI E NON TE NE ANDARE MENTRE TI PARLO! SONO IL RAPPRESENTATE DEL SUD ITALIA!"
Quelle parole ebbero il potere di bloccare Javier, QUEL ESSERE ERA IL MOTIVO DELLA DISTRUZIONE DELL'IMPERO SPAGNOLO? LO SAPEVA CHE IL SUO ANTENATO ERA TONTO MA NON COSI' TANTO! AVEVA PREFERITO LUI CHE LA SUA PATRIA!. 
La cosa era inaccettabile, si girò verso Lovino che intanto stava continuando ad urlare e più lo guarda più un senso di stress e rabbia cresceva, si avvicino al ragazzo che si era fermato e lo stava guardando impaurito. 
Appena Javier era abbastanza vicino al ragazzo gli tirò un pugno in faccia facendolo cadere e poi l'ho prese per il collo e l'ho alzò 
"TU SEI IL MOTIVO DELLA DISTRUZIONE DELLA SPAGNA! UN BAMBINO CHE GIOCA A FARE IL GRANDE, COMA HA FATTO A PREFERIRE TE CHE LA SUA PATRIA!"
"A-Antonio m-mi a-m-" Javier non gli fece finire la frase e l'ho butto contro la parete, LORO SONO NAZIONI I SENTIMENTI SONO INUTILI, si riavvicino di nuovo al ragazzo che aveva un labbro spaccato ed stava perdendo del sangue dalla testa, l'ho guardo con disprezzo e cominciò a tirargli  dei calci nella pancia mentre rideva.
Quel Lovino era l'antenato di quella smorfiosa di Anita, di quella ragazza che era venuto nella sua vita cercando di cambiarla e poi quando si accorse che era troppo diffide se ne andò distruggendo quei pochi sentimenti che aveva tirato fuori, senza nessun ritegno l'odiava picchiare il suo antenato era una bella soddisfazione, magari avrebbe picchiato anche l'antenato di Aksel, doveva ammettere che era molto carino, scopabile ma il carattere era uguale a Anita, quel sorriso odioso la sua rista grassa si vedeva che erano fratelli, ringhiò fra i denti  aumentò la forza dei suoi calci.
Dopo un po si fermò Lovino era svenuto non c'era più gusto, ora uguale ad Anita fisicamente stessi occhi, stessi capelli quanto l'odiava! odiava lei e suo fratello.
Frustato uscì dalla casa e si avviò verso la spiaggia senza badare agli sguardi inorriditi della gente, aveva le scarpe sporche di sangue ma era troppo nervoso per cambiarle doveva sopprimere le sue inutili emozioni.
Appena arrivato nella spiaggia si sede per terra e comincio ad urlare prese un sasso é l'ho lanciò nell'acqua seguito da un altro e un altro.
"Su ragazzo non fare così, sei abbastanza intelligente per capire che con l'emozioni non si va lontano" disse una voce femminile mentre gli fermava il braccio
"chi sei? e che vuoi?"
la donna fece una risata civettuola "non importa chi sono, sappi che se mi seguirai il tuo sogno si realizzerà, la Spagna ridiventerà una grande potenza" gli susurò allo orecchio con le sue labbra rosse mentre i lunghi capelli neri ricadevano sulla spalla
"...Come?"
"Pronto ad iniziare una guerra?" sorrise maliziosa la donna.
 
 








*** NOTE AUTRICE*** 
COME VA? ECCO IL NUOVO CAPITOLO, CORRETO DA ME! QUINDI SARA' PIENO DI ERRORI QUINDI CHIEDO VENIA.
DEDICO QUESTO CAPITOLO A COSMPOLITA PERCHE' HA DEI PROBLEMI E SPERO CHE RIUSCIRA' A RISOLVERLI AL PIU' PRESTO 
E TUTTE QUELLE BRAVE RAGAZZE CHE SONO NEL GRUPPO DELLA STORIA SU FB!
COLGO L'OCCASIONE ANCHE PER DIRVI: 
1 ABBIAMO CREATO SEMPRE SU FB I NOSTRI OC OVVERO QUESTO: 
http://www.facebook.com/anitaromana.vargas
2
 ORA SIAMO NEL VIVO DELLA STORIA! 
3 FORSE ALCUNI DI VOI AVRANNO CAPITO CHE CI SARA' UNA FESTA IN MASCERA (VESTITO DI LUSSO E A COPRIRVI IL VOLTO DEL VOSTRO OC UN BELLISSIMA MASCHERA)                             POTETE  DIRMI COME VOLTE IL VOSTRO VESTITO NELLA RECENZIONE O PER MESSAGGIO PRIVATO O NON DIRMELO COSI' IL VOSTRO OC SARA' NUDO! DECISO DA ME
4 A PRESTO 

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Capitolo 12
*** Il ricordo è il dolore di un amore finito. ***






Il ricordo è il dolore di un amore finito.


 







Il ragazzo guardò quel luogo così familiare, ma anche così diverso...
Come poteva spiegarsi? quella strada che portava fuori dal bosco, la Villa color panna con le persiane di un splendente salvia. Lo aveva già visto da qualche parte.

Sconsolato decise di avvicinarsi verso quell’enorme villa che si era trovato davanti; non era difficile arrivarci, il problema era scavalcare l'enorme cancello di ferro che si trovava davanti. 
Ora che ci pensava, quel cancello gli ricordava quello che c'era davanti alla villa di Gregor.
Solo quando si avvicinò al grande cancello scorse campanello, lo schiacciò per poi ritornare a guardare davanti a sé.
Dopo un paio di minuti, vide arrivare una signora dai lunghi capelli castani con una padella in mano.
-GILBERT TI HO DETTO CHE NON VERRAI CON NOI!- e detto questo gli lanciò la padella che lo colpì in testa, facendolo svenire. 

Si svegliò di colpo, aveva fatto uno strano sogno: aveva litigato pesantemente con Iris, poi viaggiato nel tempo, si era trovato in un bosco da solo e infine una ragazza l'aveva quasi ucciso con una padella. 
Un incubo.
Si dette sul letto e si guardò intorno: la scrivania era ordinata, non c'erano vestiti per terra, la parete era color panna e non verde; quindi non era nella sua camera. Era nella camera degli ospiti di Gregor.
-Ti sei svegliato, Elizabeta credeva che fossi un altro ragazzo, scusala- era nella camera degli ospiti di Gregor e il ragazzo che aveva parlato era molto simile a lui. Accanto allo sconosciuto, c’era Astrid; aveva sbattuto molto forte la testa, era l'unica spiegazione.
-Grazie Roderich, posso rimanere da sola con lui?- chiese la ragazza all’uomo, lui annuì e se ne andò.
-Come hai capito, lui è l'antenato di Gregor, invece quella signora che ti ha accolto invece è la tua, ci accompagneranno in America, credo che lì incontremo gli altri.- sorrise in modo quasi materno -Come ti senti?-
Come si sentiva? Stanco, dolorante, disperato e ferito, aveva rivelato il suo segreto a Iris, ma la ragazza invece di capirlo, l'aveva attaccato dicendo che stava mentendo. 
Ecco come si sentiva. Ed era colpa di Astrid.
-Come mi sento? COME MI POSSO SENTIRE? HO RICEVUTO UNA PADELLATA IN TESTA!, SONO STATO SBATUTO IN UNA MACCHINA DEL TEMPO E IRIS MI HA SPEZZATO IL CUORE PER COLPA TUA!- mentre le urlava in faccia le prese il coletto della camicia strattonandola un po’.
La mascella era tirata, i capelli cadevano disordinati sul viso e gli occhi pieni di rabbia erano fissi sul viso di Astrid, che era rimasta impassibile per tutto il tempo.

-Andràs, capisco come ti sent...-
-No, non lo capisci, tu hai una famiglia dove tornare la sera, una casa, nessun capo che ti obbliga a mentire e abbandonare le persone a cui tieni. Non sai cosa vuol dire vedere la persona che ami crescere lontana da te: vedere le sue lacrime, le sue ristate, mentre compie le sue avventure e tu non puoi fare niente se non guardarla e ammirarla da lontano-
-...Chi te lo dice?- rispose Astrid sibilando e mettendosi una mano sul cuore
-A- Astrid?-
La ragazza in questione si liberò dalla stretta del ragazzo e si alzò andando verso la finestra.
-Domani partiremo per l'America, Roderich ha deciso di accompagnarci, ma in cambio dobbiamo aiutarlo a fare le valigie e altre mansioni. Visto come ti sei comportato, ne deduco che sei stanco, ti lascio riposare.- detto questo si girò verso la porta e si avviò con passo svelto l'uscita.

-Scusami, puoi rimanere?-
La ragazza si fermò davanti alla porta, si girò verso il ragazzo e sorrise in modo quasi materno e si risedette in fondo al letto.
-Sai mi scaldo sempre quando penso a Iris.-
-Perché non gli dici chiaramente quello che provi?-
-Sì, visto come mi ha trattato per un nonnulla! cosa dovrei dirle? Iris non passa giorno in cui non ti pensi, ti ho già spiegato come mai ti ho dovuto lasciare- qui il ragazzo fece una pausa e si mise una mano fra i capelli -Amo i tuoi sorrisi, il tuo sguardo sempre imbarazzato e le nostre litigate! Ti ricordi la promessa che ti ho fatto da bambino?- un altra pausa dove cominciò a ridere e alcune lacrime scapparono dalle ciglia, rigandogli il volto -Ti sposerei, perché non posso immaginare una vita senza di te. Non posso certo dirglielo!- disse sconsolato e cominciò a piangere, senza più trattenersi.
Astrid sorrise e stava per rispondere con il suo modo pacato, quando la porta si spalancò facendo entrare un Elizabeta in lacrime. -Che dolce, se tutti gli uomini fossero come te! Mi dispiace di averti lanciato una padella!- superò Astrid, che rimase basita dal comportamento della donna, e abbracciò Andràs -quella ragazza è molto fortunata e scommetto che tua mamma è fiera di te, per avere un figlio così dolce- Dopo averlo stritolato si alzò di scatto, si mise una posizione che a parere di Alfred sarebbe molto "HERO" -Soldati!- Astrid si girò per vedere con chi stava parlando la donna -Dobbiamo aiutare.... come ti chiami?- 
Il ragazzo ridacchiò -Andràs- 
Elizabeta urlò - Ma che bel nome! Ho deciso, anche mio figlio voglio chiamarlo così! Ma torniamo a noi! C'è una festa a casa di Alfred, dove noi stiamo andando e ci sarà anche Iris, me l'ha detto Francis perché lei con altri vostri amici credo, sono finiti lì, ah, dopo me lo dovete spiegare!- mentre la ragazza continuava a parlare, Astrid arrivò alla conclusione che era davanti alla regina delle comari -Quindi tu andrai alla festa in maschera e sarai bellissimo. Ovviamente, la conquisterai!- finito il suo discorso prese Andràs per la mano e si scaraventò fuori dalla stanza urlando qualcosa sull'amore.








-Bene, amour, partiamo per l'avventura!- 
-Signor Francis per favore, stiamo andando solo in America-
-Alec che strazio che sei, prendila con lo spirito delle tue dolci compagne- e indicò Iris e Anastasya. 
La prima vestita con un abito a sbuffo bianco e con un cappello di paglia, la seconda con un abito uguale a Iris, a parte per il colore giallo e con il solito fiocco in testa.
-Siamo state obbligate da te a vestirci così.- ringhio la russa
-Ahahah ma care, state BENISSIMO- disse abbracciandole con un sorriso, ma ricevete in cambio dei ringhi. 
-Ragazzi come mai questo astio? Dovreste ringraziarmi! Oltre a darvi preziosi consigli sulla moda, vi porto con me in America! Siamo o non siamo un gruppo musicale? Su, ringraziate il fratellone Francia-.
I tre ragazzi dovettero sfoderare uno dei loro miglior finti sorrisi e ringraziarlo: aveva ragione. Gli pagava il viaggio per andare in America e gli avevano anche mentito, di certo non potevano dirgli che venivano dal futuro… giusto?
Alec e le due ragazze si erano ritrovati mentre giravano senza meta per Parigi e di comune accordo (Comune nel senso che le due ragazze si erano messe d’accordo e avevano trascinato a forza Alec) e avevano deciso di trovare l'antenato di Adrien.
La ricerca non durò molto; i tre ragazzi, mentre giravano per Champs-Elysées, avvistarono un tipico uomo di mezza età, secondo Anastasya francese, che stava importunando delle ragazze e secondo Alec era proprio uno spreco. 
Quando l’uomo venne rifiutato dalle ragazze si mise una mano sulla fronte con fare drammatico, molto da Adrien.
L’uomo, quando vide il gruppo basito, ridacchiò e si avvicinò alle ragazze porgendo loro due rose, che furono strappate dalla mano del francese da Alec, più per averle lui che per altro.
-Oh, mes petites roses, posso aiutarvi?- sorrise e le fece degli impeccabili baciamano. –Sono Francis, ma forse mi conoscete meglio come Francia- 
-Sì, ecco signor Francis, noi siamo….- cominciò Alec ma Anastasya lo interruppe urlando –…un gruppo musicale e ci stavamo chiedendo se volesse essere il nostro solista- e ricevette delle occhiatacce da parte dei suoi compagni.
- Mon Dieu, sapevo di cantare tremende bene… alla faccia del sopracciglione! Ma non saprei… fatemi sentire qualcosa!- detto questo li obbligò a salire sulla sua macchina e lì portò alla sua villa.
Ovviamente lì improvvisarono una canzone.
Anastasya aveva cominciato a cantare “Ti amo” e a suonarla con una chitarra, prestata agevolmente da Francis, convincendo Iris a farle da “corista” e Alec, piuttosto riluttante, alla tastiera. Stranamente la loro sceneggiata convinse Francis, lasciando basito Alec.
-Vorremo esibirci in America…- 
-Che coincidenza sono invitato a una festa laggiù, potremmo fare il nostro primo concerto là- disse felice l’uomo –Così il bruco dovrà rimangiarsi i suoi insulti riguardo alla mia voce- poi si girò verso Anastasya – Cherie, tu suonerai solo la chitarra, vero?- 
-Certo- 
-Allora domani partiamo, ora vi darò dei vestiti perché siete proprio conciati male- disse arricciando il naso.



Quando finalmente salirono sull’aereo privato di Francis. Quest’ultimo era occupato a parlare con Alec; Iris lanciò uno sguardo caricò di frustrazione alla russa.
-MA SEI PAZZA? UN GRUPPO MUSICALE? DAVVERO?-
-Non urlare, ci sentirà! Comunque, ero nel panico-
-Stare zitta no?-
-Intanto stiamo andando in America-
-Chi ti dice che sia il posto giusto?-
-Istinto-
-Ti sei persa nella casa di Alexa, il tuo istinto fa schifo-
-Mi ha chiamata Hayao e lì con Jude, Sebastjan, Alexey, Zeyne e Niccolò.-
-Quando aspettavi a dirlo?-
-Sta calma, me ne ero dimenticata-
-Come fa a sopportarti Hayao lo sa solo lui, mica lo minacci?-
-Certo che no! Ti dirò e stato lui a chiedermi di uscire e a corteggiarmi. Invece Andras come fa a sopportati?-
-Infatti non mi ha sopportato abbastanza e mi ha abbandonata-
-Ma che stai dicendo?-
-Sta zitta non ne ho voglia di parlarne, soprattutto con te- disse l’albina sdraiandosi sulla poltrona
-Non importa, io parlo e tu ascolti: ho saputo della storia dell’abbandono, ma Hayao nelle sue missioni segrete, ha visto l’ungherese che ti spiava, che chiedeva di te a Gregor, che ti lasciava rose… anche Hayao me le lascia, non è romantico? Una volta ti ha regalato anche un vestito… Hayao poi me ne ha regalato uno. Poi c’è anche una voce che gira sul fatto che ti ha lasciato per proteggersi dal suo capo. Hayao ha detto che farebbe lo stesso per me perché ha detto che sono la sua ragazza guerriera. Comunque quella donna è spaventosa!… Iris? cosa hai? Perché stai piangendo?- 
La ragazza si alzò velocemente dal suo posto richiudendosi nella sua cuccetta.




Mai si era sentita così vuota.







-Eleonora, ti amo- 
Gli sussurrò ad un orecchio, mentre con le mani spinse violentemente il bacino contro il suo. La ragazza cacciò fuori un gemito inaspettato e prese ad ansimare quando il ragazzo cominciò a strusciarsi sul suo corpo in modo felino.
Le sorrise e portò una mano sui suoi seni stringendoli, poi velocemente le tolse il reggiseno.
-Sei bellissima- disse con voce rocca e la baciò.
La ragazza prese a sfregarsi sull’ addome nudo del ragazzo, provocandogli strane scosse fredde.
-E- Eleonora- 
La ragazza gli mise una mano sulla spalla e rossa in viso cercò di sorriderli, poi a un certo punto cominciò a scuotergli la spalla violentemente –R- ragazzo, ti senti bene? ragazzo, ragazzo!- 
Einar aprì gli occhi di scatto e si mise seduto con tanta velocità sbastendo la testa contro il tizio davanti a lui.
-Che male!- si lamento questo ultimo. 
-Lituania, si è svegliato!-
-Ho visto, signor Russia-
-Fagli alcune domande e poi prepara le cose, domani partiamo!-
-S- Scusami!-
-Ti sei ripreso meno male! ti ho trovato svenuto mentre stavo andando dal signor Russia e ti ho portato con me-
-La ringrazio molto signor…-
-Sono Toris, piacere-
-Einar-
-Scusa la domanda scortese ma chi è Eleonora? S-stai invocando il suo nome da quando ti ho trovato- chiese tremando –Non è per farti gli affari tuoi ma Natalia, v-voleva saperlo e non voglio deluderla- davanti allo sguardo interrogativo del ragazzo aggiunse –è la sorella minore del mio capo, è m- molto carina…-
Einar sorrise –E’ una mia amica.-
-G- Grazie, vuoi che ti porto qualcosa?-
-Un bicchiere d’acqua-.
Lo strano ragazzo uscì lasciandolo solo, a quel punto, si lasciò cadere con la schiena sul letto, ma che razza di sogni faceva?!? 
Arrossì ripensando al suo sogno, era un ragazzo, era normale, no?.

Toris rientrò con un bicchiere e una brocca d’acqua, seguito da una ragazza dai lunghi capelli biondi quasi bianchi e dei occhi ghiacciali che lo fissavano con sufficienza.
-E-Ecco l’acqua! lei è Natalia. Natalia, lui è Einar-
-Piacere- disse il ragazzo prendendo il bicchiere d’acqua ma non ebbe risposta.
La ragazza lo studiò in silenzio e senza dire niente si girò verso la porta e urlò
-FRATELLONE MI PIACE PORTIAMOLO CON NOI IN AMERICA- 
Einar quasi sputò l’acqua che stava bevendo, Toris fece cadere la brocca.
Soltanto l’urlo felice di Ivan risuonò nella casa.

-Annika! Astrid! Aksel?! Einar? ANITA! ELEONORAAAA- sconsolata Claire si sedette per terra era ormai quasi un ora che urlava i nomi dei suoi famigliari invano. Dov’era finita? 
-Ehi sei pazza? Potesti svegliare i vampiri!- una voce maschile la fece sobbalzare. –Non ti sedere in mezzo alla strada per andare al castello!- 
Ascoltò la voce e si alzò finalmente vedendo il ragazzo biondo che la stava raggiungendo era uguale proprio a…-Alin!- e gli saltò addosso –Meno male che ci sei tu! Ero così spaventata, ora che siamo insieme potremmo cercare gli altri-
-Mi dispiace ma non sono Alin, sono Alex- la ragazza, rossa e imbarazzata, si staccò da lui –Scusa, assomigli molto a Alin-
-Capisco, desolato di non essere il tuo fidanzatino ma posso aiutarti a cercare “gli altri”- Claire diventò di un grazioso color rosso peperone –Non stiamo insieme! Beh stavamo insieme… ma non importa! Mi aiuterai? grazie mille- disse velocemente stringendogli la mano. 
-Non preoccuparti…?-
-Claire-
-Non preoccuparti, con la magia ci riusciremo-
-… magia?-
-Certo, su andiamo!- la prese per una mano e corse verso il castello che prima Claire non aveva notato, o forse non c’era?.
-Ma dove siamo?- 
-In un castello- disse girandosi di scatto il ragazzo, accompagnato da un fulmine, cosa che sorprese Claire. Erano dentro un castello, e fuori c’era anche il sole.
-Si, ma dov’è il castello?- insistette la ragazza
-Qui- e di nuovo un fulmine
-Allora! IN CHE NAZIONE SIAMO E PERCHE’ C’E’ ‘STO FULMINE?!- 
Alex sbuffò –Se rappresento la Romania dove saremo mai? E i fulmini sono un tocco di bellezza!- 
-Sei l’antenato di Alin?!? Ecco perché gli somigli! E poi, non lo sapevo che rappresenti la Romania- disse scocciata.
Alex si bloccò in mezzo alla stanza, quella del trono secondo Claire, visto che c’era un trono -Hai detto che sono un antenato?-
-Ehm, si?-
-Sei venuta dal futuro?-
-…Può darsi-
-La leggenda…- la prese per le spalle –racconta tutto!- accompagnato dal solito fulmine
-Ehm c-cosa?-

Claire, seduta sul trono raccontava tutto quello che era successo in quei giorni, mentre fissava il ragazzo impegnato a disegnare qualcosa per terra.
-…Questo è tutto-
-Interessante, ora vieni dentro al cerchio- la ragazza gli si avvicinò un po’ tremante 
-Ora devi concentrarti e pensare al mio discendente, ricordare tutte le cose che avete fatto insieme belle e brutte così ci trasporteremo da lui, devo verificare una cosa…-
Claire si posizionò dentro il cerchio –Riguarda la leggenda?-
-Sì-
-E non mi vuoi dire di che si tratta?-
-No, almeno non ancora. Perché la magia funzioni non devi avere paura-
-Perché dovrei avere paura?-
-Fai troppe domande! Concentrati e fai come ho detto-
Claire fece il broncio, ma assecondò il ragazzo visto che voleva rivedere il suo Alin.
-Chiudi gli occhi- e obbedì
-Pensa al primo vostro incontro- 

Claire ricordò quel ragazzo che vagava vicino alla sua casa sull’albero accompagnato da una volpe.
Aveva lo sguardo smarrito e balbettava qualcosa. Gli occhi di uno strano grigio scuro, guardavano velocemente a destra e a sinistra ma non si accorse della radice che usciva dal terreno e inciampò sbucciandosi il ginocchio. Cominciò a piangere e a lamentarsi con la volpe. A quel punto, lei scese con un fazzoletto bagnato per curargli la ferita come le aveva insegnato Astrid; si avvicinò velocemente e il bimbo in un primo tempo la guardò spaventato, ma quando gli “curò” la ferita e gli lasciò un leggero bacio sul ginocchio, i suoi occhi divennero rosa.

-Pensa al momento più bello passato insieme-

Claire rabbrividì sentendo la voce dell’antenato di Alin così vicino, ma si concentrò sul ricordo che si stava creando nella sua mente.
Era il compleanno di Alin e per portargli il suo regalo, dei biscotti fatti da lei, era dovuta scappare da Annika. 
L’aveva ringraziata sorridendole e ora si trovano sdraiati sul prato dietro al castello dove abitava Alin, mano per la mano. 
Il biondo le disse, senza staccare gli occhi dal cielo, che era felice e le strinse di più la mano. Passarono qualche minuti senza dire nulla e poi successe qualcosa che secondo Claire era, è e sarà sempre la cosa più bella sua vita. Alin si alzò di scatto, gli occhi color pervinca fissi su di lei, si avvicinò al suo viso e la baciò.

-Pensa al momento più brutto-

In quel ricordo pioveva, Alin piangeva, lei piangeva o forse erano le gocce di pioggia che cadevano sul suo viso e quindi lui non stava piangendo; perché lei non voleva farlo piangere, l’amava e Aksel le aveva detto che quando ami una persona non la fai mai piangere.
Si convinse che era un’ illusione, colpa della pioggia così come la sua voce roca che le diceva che non poteva più essere il suo fidanzato e di certo non era caduto in ginocchio davanti a lei tenendosi la testa fra le mani e non stava tremando e non gli stava ripetendo scusa, di perdonarlo. 
Lui non aveva fatto niente, era tutta colpa sua.
Ora si sarebbe alzato e le avrebbe detto che si trattava semplicemente di uno scherzo, che l’amava e l’avrebbe baciata come l’ultima volta.
Invece rimase in ginocchio mentre la pioggia cadeva e lei in piedi davanti a lui zitta con delle lacrime che gli rigavano il volto e il cuore che si frantumava.
O forse era il rumore dei tuoni?

Delle lacrime prepotentemente caddero dagli occhi, Alex l’abbraccio da dietro e sparirono in una nube gialla.



















Spazio dell’ autrice scema:
quanto è passato, più di un mese? :°D
Inizio con un sonoro PERDONATEMI!
Scusate per l’ orribile ritardo, sapete la scuola, la vita sociale... çWç 
Okay, questo capitolo mi piace ben poco,  troppi ricordi e poi non frutto tutti i personaggi çUç mi rifarò promesso!
 Ma torniamo al
brutto capitolo:
Allor gli occhi di Alin;  
Grigi= Paura
Rosa=imbarazzo
Viola=Amore.
Ah, per lo scorso capitolo mi avete fatto notare che Javier non si sarebbe comportato così (rispondo qui poi risponderò a tutti promesso!) avete ragione avrebbe massacrato Lovino in modo più calmo ma ho pensato che Lovino é la "colpa" per cui la Spagna ha perso la sua grandezza. Quindi secondo me Javier quando ha visto il moccioso che é (amo Lovino ma é un pochino moccioso...) si é arrabiato e si fogato senza controllarsi. Ma per lui ho grandi cose in mente! 

Ringrazio  tutte le ragazze di fb, siete un amore e mi diverto un mucchio con voi! :3
 Ovviamente  il capitolo é leggibile grazie alla mitica COSMOPOLITA!   ha corrrrrreto il capito quindi ringraziamola <3 

 
Alla prossima!
XOXO

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