Fenici di Melitot Proud Eye (/viewuser.php?uid=1469)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Cenere ***
Capitolo 2: *** Volo ***
Capitolo 1 *** Cenere ***
Nota:
hola! Ecco che mi inoltro anche nel fandom di Black butler -
pieno di incongruenze, astoricismi, character nastiness e chi
più ne ha più ne metta, ma l'importante
è riconoscerlo XD
Cominciamo con
una doppia flash, carica di angst tanto per cambiare (ma non solo!). La frase d'incipit è presa dall'anime, seconda serie, secondo episodio, ed è pronunciata da Lizzie.
Buona lettura,
e fatemi sapere cosa ne pensate ;)
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Cenere
«Si
dice che chi vede il cervo
bianco sarà pieno di felicità per
sempre.»
Ciel
Phantomhive ha fatto suoi, in
vita, cinismo e rassegnazione: erano mali necessari al funzionamento
della mente e del corpo, ceneri disperse su diorami di colore.
In
tutta sincerità, però, non credeva
(e qui si stupisce e si detesta, perché adesso, adesso
riscopre la speranza?) che gli sarebbero serviti dopo la sua
non-morte. Un diavolo ignora tristezza e sensi di colpa, ama il
dolore, realizza gli istinti. E' libero. Indossa maschere solo per
piacere.
Ma
lui non è un vero diavolo, che
riposi in pace Hanna Annafellows. Nelle viscere della terra, dove
tutto è ombra e lampo, i flagelli dell'umanità lo
guardano con
disprezzo. Sebastian viene biasimato e deriso e compatito per
i suoi errori. O no. E'–difficile spiegare.
Per
i nuovi fratelli di Ciel, una lama
a doppio taglio resta affascinante anche quando ti priva delle mani.
E
lui, da sempre tagliente.
Ciel
sa tutto questo con la testa ma
non col cuore, ed è qui che fiorisce la differenza. Oh,
l'ironia.
Lui non appartiene a questo mondo.
Quel
poco che gli rimane di buono
stringe la mano al redivivo cinismo e, mentre osserva la solitudine
stringere di nuovo il laccio, pensa che non resterà a lungo
all'inferno. Non ha bisogno di altri obblighi, reali o immaginari,
né
di un compagno che oscilli tra indifferenza e rancore.
(Se solo... se
solo–)
Non
è questo che aveva immaginato,
quando Trancy gli aveva spiegato il piano.
Cos'aveva...?
Si
volta, e nella luce rossastra la sua
ombra è sola.
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Capitolo 2 *** Volo ***
Nota:
ecco la seconda parte, carissimi. Ovviamente, sia "cenere" che "volo"
si riferiscono alle fenici (del titolo... chissà chi
dovrebbero essere!); dopo Harry Potter e Fanny/Fawkes siamo tutti
informati sulle fenici, quindi non starò a ripetervi
com'è che rinascevano le fenici secondo la leggenda...
Buona lettura, e se le due flash vi sono piaciute (o no), fatemi
sapere! Ci tengo molto :)
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Volo
«Sarò il vostro maggiordomo... per
l'eternità.»
Intorno e sopra e dentro
di lui ci son solo indifferenza e stanchezza.
Triste che debba finir tutto così. Ma
Ciel ha visto troppo nella sua lunga, lunghissima vita (eterna) per
aggrapparsi alla speranza, per credere alla svolta dell'ultimo
istante e aspettarsi qualcosa di meglio. Il mondo è un
avvicendarsi
di teatrini a carillon, sempre la stessa musica; riconoscerli per
ciò
che sono non significa esserne fuori. Nessuno lo è.
C'è chi domina e chi è dominato, ma
il fato domina tutti.
Sebastian non capisce, e questo è uno
dei suoi limiti. Non c'è creatura più schiava di
quella che si
crede libera.
Un tempo Ciel discuteva e gridava e si
rodeva perché non riusciva a provare il punto, a portarlo
oltre; e
questo era uno dei suoi limiti. Poi ha imparato che
non tutte
le cose sono fatte per cambiare.
(Un ragazzino può trasformarsi in un
mostro, ma come trasformare un mostro in un ragazzino?)
Sebastian è convinto di essere libero
perché nulla si oppone al suo caos; e mentre drena un altro
filone
di colore dal mondo, non si accorge di personificare la propria
gabbia.
Collare con catena interiore. La vera
libertà – e qui è l'anima dell'ultimo
Phantomhive a parlare, quel
poco che resta, ibrido, plumbeo e sorprendentemente vivo
– sarebbe perseguire qualcosa di più alto del
godimento personale.
Distaccarsi dal dovuto (trito) e dalla tradizione, puntando a nuovi
obiettivi.
Ma se Ciel è cambiato lo è anche
nella percentuale di fiducia, e non crede che questo sia fattibile da
soli più di quanto pensi di poter volare fino ai Cancelli
Dorati.
Chiuso col Positivismo di secondo '800, chiuso con le bende. Non
ripeterà al tormento (consolazione) della sua esistenza che
la
libertà di due diavoli andrebbe cercata nello spogliarsi di
zanne,
artigli e malefico intento.
Sarebbe imbarazzante.
Ed è anche qui, in fondo, che si
scrive il loro finale.
«...per l'eternità.»
«L'eternità è troppo lunga per
non volere di più da te, Sebastian.»
La falce lo trapassa, schizzando sangue
e record sul pavimento. Il diavolo in lui pensa
dannazione–finalmente–Sebastian–sul
serio?
Buffo aver avuto ideali più alti da
mostro che da umano, aggiunge la scheggia Phantomhive,
irriducibile, dura e concentrata come diamante sotto la pressione di
un vulcano. Ascendere dopo la caduta? Davvero?
La falce si ritira. Volto nuovo e
parole vecchie per il mietitore, nessun piacere da ambo le parti.
Oh sì, il tempo logora tutti.
Chissà dov'è Sebastian.
Il vecchio contratto vibra, si
stiracchia.
Almeno all'addio avrebbe potuto
mostrare la sua faccia, il miserabile bastardo. Ciel non potrebbe
vederla, perché dopo secoli di perfezione sensoriale la
vista sfoca
in modo sorprendentemente rapido, ma significherebbe qualcosa.
Si sente cadere a terra. Il legame si
spezza, srotolandosi e fiammeggiando nell'etere come la banderuola di
un soldatino.
E Ciel è furioso, amareggiato.
Squallido scoprire quanto, alla fine, la mancanza del contratto lo
faccia sentire solo. Triste scoprire di aver sperato nell'ultimo
istante, dopo tutto...
Il grigio si espande, lo abbraccia.
Lento, braccia distese come le ali di
un gabbiano, sprofonda. Scorre via insieme alle energie malinconiche
dell'universo.
Non è la caduta della crociera,
angoscia sospesa sul vuoto. E' libero, finalmente.
Neanche un addio, Sebastian?
Libero e grigio
come cenere.
...Del resto, sei sempre stato più
diavolo di me.
All'ultimo istante, una mano afferra la
sua.
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Postscriptum.
Se ci avete capito
poco e niente: alla fine dei conti Ciel non è tagliato per
fare il diavolo e cerca di cambiare, se non la sostanza, il modo di
essere suo e di Sebastian; con pessimi risultati (o no).
La frase
d'incipit è tratta dall'anime, II serie, ultimo episodio; la
pronuncia Sebastian quando lui e Ciel sono sul dirupo fiorito di rose,
pochi secondi prima della conclusione. A metà flash ne
ritrovate un pezzettino, ma la risposta è farina del mio
sacco. E se volete vederci implicazioni yaoi, beh... chi sono io per
dirvi cosa dovete pensare? ;)
Disclaimer
(che dimentico sempre): non possiedo i personaggi né l'anime
né la frase sopracitata.
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