Fenici

di Melitot Proud Eye
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Cenere ***
Capitolo 2: *** Volo ***



Capitolo 1
*** Cenere ***


Nota: hola! Ecco che mi inoltro anche nel fandom di Black butler - pieno di incongruenze, astoricismi, character nastiness e chi più ne ha più ne metta, ma l'importante è riconoscerlo XD
Cominciamo con una doppia flash, carica di angst tanto per cambiare (ma non solo!). La frase d'incipit è presa dall'anime, seconda serie, secondo episodio, ed è pronunciata da Lizzie.
Buona lettura, e fatemi sapere cosa ne pensate ;)
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Cenere



«Si dice che chi vede il cervo bianco sarà pieno di felicità per sempre.»

Ciel Phantomhive ha fatto suoi, in vita, cinismo e rassegnazione: erano mali necessari al funzionamento della mente e del corpo, ceneri disperse su diorami di colore.
In tutta sincerità, però, non credeva (e qui si stupisce e si detesta, perché adesso, adesso riscopre la speranza?) che gli sarebbero serviti dopo la sua non-morte. Un diavolo ignora tristezza e sensi di colpa, ama il dolore, realizza gli istinti. E' libero. Indossa maschere solo per piacere.
Ma lui non è un vero diavolo, che riposi in pace Hanna Annafellows. Nelle viscere della terra, dove tutto è ombra e lampo, i flagelli dell'umanità lo guardano con disprezzo. Sebastian viene biasimato e deriso e compatito per i suoi errori. O no. E'–difficile spiegare.
Per i nuovi fratelli di Ciel, una lama a doppio taglio resta affascinante anche quando ti priva delle mani. E lui, da sempre tagliente.
Ciel sa tutto questo con la testa ma non col cuore, ed è qui che fiorisce la differenza. Oh, l'ironia. Lui non appartiene a questo mondo.
Quel poco che gli rimane di buono stringe la mano al redivivo cinismo e, mentre osserva la solitudine stringere di nuovo il laccio, pensa che non resterà a lungo all'inferno. Non ha bisogno di altri obblighi, reali o immaginari, né di un compagno che oscilli tra indifferenza e rancore.
(Se solo... se solo–)
Non è questo che aveva immaginato, quando Trancy gli aveva spiegato il piano.
Cos'aveva...?

Si volta, e nella luce rossastra la sua ombra è sola.

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Capitolo 2
*** Volo ***


Nota: ecco la seconda parte, carissimi. Ovviamente, sia "cenere" che "volo" si riferiscono alle fenici (del titolo... chissà chi dovrebbero essere!); dopo Harry Potter e Fanny/Fawkes siamo tutti informati sulle fenici, quindi non starò a ripetervi com'è che rinascevano le fenici secondo la leggenda...
Buona lettura, e se le due flash vi sono piaciute (o no), fatemi sapere! Ci tengo molto :)
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Volo




«Sarò il vostro maggiordomo... per l'eternità.»

Intorno e sopra e dentro di lui ci son solo indifferenza e stanchezza.
Triste che debba finir tutto così. Ma Ciel ha visto troppo nella sua lunga, lunghissima vita (eterna) per aggrapparsi alla speranza, per credere alla svolta dell'ultimo istante e aspettarsi qualcosa di meglio. Il mondo è un avvicendarsi di teatrini a carillon, sempre la stessa musica; riconoscerli per ciò che sono non significa esserne fuori. Nessuno lo è.
C'è chi domina e chi è dominato, ma il fato domina tutti.
Sebastian non capisce, e questo è uno dei suoi limiti. Non c'è creatura più schiava di quella che si crede libera.
Un tempo Ciel discuteva e gridava e si rodeva perché non riusciva a provare il punto, a portarlo oltre; e questo era uno dei suoi limiti. Poi ha imparato che non tutte le cose sono fatte per cambiare.
(Un ragazzino può trasformarsi in un mostro, ma come trasformare un mostro in un ragazzino?)
Sebastian è convinto di essere libero perché nulla si oppone al suo caos; e mentre drena un altro filone di colore dal mondo, non si accorge di personificare la propria gabbia.
Collare con catena interiore. La vera libertà – e qui è l'anima dell'ultimo Phantomhive a parlare, quel poco che resta, ibrido, plumbeo e sorprendentemente vivo – sarebbe perseguire qualcosa di più alto del godimento personale. Distaccarsi dal dovuto (trito) e dalla tradizione, puntando a nuovi obiettivi.
Ma se Ciel è cambiato lo è anche nella percentuale di fiducia, e non crede che questo sia fattibile da soli più di quanto pensi di poter volare fino ai Cancelli Dorati. Chiuso col Positivismo di secondo '800, chiuso con le bende. Non ripeterà al tormento (consolazione) della sua esistenza che la libertà di due diavoli andrebbe cercata nello spogliarsi di zanne, artigli e malefico intento.
Sarebbe imbarazzante.
Ed è anche qui, in fondo, che si scrive il loro finale.

«...per l'eternità.»
«L'eternità è troppo lunga per non volere di più da te, Sebastian.»

La falce lo trapassa, schizzando sangue e record sul pavimento. Il diavolo in lui pensa dannazione–finalmente–Sebastian–sul serio?
Buffo aver avuto ideali più alti da mostro che da umano, aggiunge la scheggia Phantomhive, irriducibile, dura e concentrata come diamante sotto la pressione di un vulcano. Ascendere dopo la caduta? Davvero?
La falce si ritira. Volto nuovo e parole vecchie per il mietitore, nessun piacere da ambo le parti.
Oh sì, il tempo logora tutti.
Chissà dov'è Sebastian.
Il vecchio contratto vibra, si stiracchia.
Almeno all'addio avrebbe potuto mostrare la sua faccia, il miserabile bastardo. Ciel non potrebbe vederla, perché dopo secoli di perfezione sensoriale la vista sfoca in modo sorprendentemente rapido, ma significherebbe qualcosa.
Si sente cadere a terra. Il legame si spezza, srotolandosi e fiammeggiando nell'etere come la banderuola di un soldatino.
E Ciel è furioso, amareggiato. Squallido scoprire quanto, alla fine, la mancanza del contratto lo faccia sentire solo. Triste scoprire di aver sperato nell'ultimo istante, dopo tutto...
Il grigio si espande, lo abbraccia.
Lento, braccia distese come le ali di un gabbiano, sprofonda. Scorre via insieme alle energie malinconiche dell'universo.
Non è la caduta della crociera, angoscia sospesa sul vuoto. E' libero, finalmente.
Neanche un addio, Sebastian?
Libero e grigio come cenere.
...Del resto, sei sempre stato più diavolo di me.

All'ultimo istante, una mano afferra la sua.




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Postscriptum.
Se ci avete capito poco e niente: alla fine dei conti Ciel non è tagliato per fare il diavolo e cerca di cambiare, se non la sostanza, il modo di essere suo e di Sebastian; con pessimi risultati (o no).

La frase d'incipit è tratta dall'anime, II serie, ultimo episodio; la pronuncia Sebastian quando lui e Ciel sono sul dirupo fiorito di rose, pochi secondi prima della conclusione. A metà flash ne ritrovate un pezzettino, ma la risposta è farina del mio sacco. E se volete vederci implicazioni yaoi, beh... chi sono io per dirvi cosa dovete pensare? ;)

Disclaimer (che dimentico sempre): non possiedo i personaggi né l'anime né la frase sopracitata.

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