Life in Broadway di Cimb904 (/viewuser.php?uid=84051)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Cap. 1 ***
Capitolo 2: *** Cap. 2 ***
Capitolo 3: *** Cap. 3 ***
Capitolo 4: *** Cap. 4 ***
Capitolo 5: *** Cap. 5 ***
Capitolo 1 *** Cap. 1 ***
Il brusio della gente che camminava di fretta lungo i
marciapiedi di New York era sempre lo stesso ogni mattina. In genere
era stressante e rumoroso, ma, dopo un anno passato ad ascoltarlo
ininterrottamente, ormai era diventato un sottofondo abituale a quello
che era il mio lavoro.
Ebbene si, lavoravo su un marciapiede, esattamente come una prostituta
con l’unica differenza che non era il mio corpo ad essere venduto, ma
la mia mente e la mia arte.
Giorno dopo giorno la mia vita aveva preso le sembianze di uno strano
rituale che era destinato a ripetersi inesorabilmente. Mi svegliavo
presto, facevo una doccia e uscivo dal mio appartamento per raggiungere
una delle vie principali che portavano ai vari teatri di Broadway.
Lungo la strada mi fermavo ad un chioschetto tenuto da un ragazzo
abbastanza stravagante eppure abbastanza gentile, il quale aveva ormai
imparato in che modo amavo prendere il caffè. Il suo nome era Noah, ma
si faceva chiamare da tutti Puck e aveva una simpatica cresta da gallo
che troneggiava sulla sua testa e di cui andava anche abbastanza fiero.
“Buongiorno Quinn, cappuccino con doppio zucchero pronto per te, come
ogni mattina.” Sorrisi gentilmente mentre Puck mi porgeva il bicchiere
e gli lascia i soldi in una mano.
“Grazie Puck, buona giornata anche a te”. Salutavo il giovane e
continuavo lungo la mia strada, sorseggiando di tanto in tanto la
bevanda dal bicchiere.
Arrivavo a destinazione puntuale alle 8 del mattino e mi mettevo subito
a lavoro. Lasciavo lo zainetto a terra e prendevo il mio strumento,
posando poi la custodia aperta di fronte ai miei piedi. Alle 8 e dieci
minuti iniziavo a suonare.
Ebbene si, ero un’artista di strada e mi guadagnavo da vivere suonando
il violino sui marciapiedi di Broadway.
In quella zona non c’erano molti altri miei colleghi perché preferivano
tutti dividersi i parchi o i luoghi turistici, in modo da guadagnare di
più. Fare un lavoro del genere a Broadway era considerato un suicidio,
perchè suonare in mezzo a gente che viveva di musica e teatro, in
genere, non rendeva molto. Infatti, tra le migliaia di persone che mi
passavano davanti ogni giorno, in pochi si fermavano veramente ad
ascoltarmi, mentre gli altri mi lasciavano qualcosa per pura pietà,
probabilmente immaginandosi al mio posto in caso avessero fallito con
la loro carriera. Non mi lamentavo però, quel posto era tranquillo e
guadagnavo abbastanza da potermi permettere una vita senza stenti.
Suonavo tutte le melodie che mi venivano in mente e spesso improvvisavo
anche qualcosa che avevo scritto io, dando libero sfogo a tutto ciò che
mi passava per la mente. Alle 9, puntuale come ogni mattina, arrivava
il motivo per cui avevo iniziato seriamente ad amare quel lavoro e quel
posto. Passava molta gente interessante per le strade di Broadway, ma
una in particolare mi aveva folgorata.
Avevo visto i suoi occhi per la prima volta qualche mese fa e, da
allora, si era fermata ad ascoltarmi tutti i giorni alla stessa ora.
Si trattava di una ragazza, quasi sicuramente un’attrice o una cantante
che lavorava in uno dei teatri e ogni giorno si fermava ad ascoltarmi
per qualche minuto, prima di lasciarmi una banconota da dieci dollari
nella custodia e proseguire per la sua strada. Era una persona un po’
stravagante, ma a Broadway era difficile non incontrare gente così. Era
piccolina, ma aveva delle gambe incredibili che spesso lasciava
scoperte indossando degli strani vestitini che la facevano sembrare una
bambina e, allo stesso tempo, una seduttrice. Quando si fermava davanti
a me, mi osservava rapita e ascoltava con attenzione le parole del mio
violino, regalandomi poi un sorriso meraviglioso prima di allontanarmi
e raggiungere il suo teatro.
Dopo quell’incontro, ogni giorno, suonavo pensando ai suoi occhi color
nocciola.
All’ora di pranzo raccattai i soldi sparsi nella custodia e misi il
violino a posto, iniziando a camminare verso il chioschetto di Puck per
mangiare qualcosa prima di rimettermi al lavoro, anche se, in genere,
nel primo pomeriggio non passava quasi nessuno, quindi mi prendevo un
paio d’ore per fare un pisolino veloce al parco.
“Sto scaldando il tuo hot dog, Quinn, fra un paio di minuti è pronto..”
Sorrisi ancora al ragazzo con la cresta e mi accomodai su una panchina,
accanto al chioschetto. Mentre Noah preparava il mio hot dog, arrivò un
ragazzo, vestito in modo stravagante (ok, smetto di ripeterlo, visto
che sono circondata da tipi stravaganti!) e si avvicinò al giovane.
“Kurt! Che ci fai qui? Hai scordato il pranzo oggi?” Il ragazzo era
uscito da uno dei teatri, indossava dei pantaloni veramente molto molto
stretti, una camicia in seta, gilet e cravatta e aveva un quintale di
lacca sui capelli, tanto che stavano totalmente immobili sulla sua
testa.
“Lascia stare Puck, Rachel stamattina era così petulante che sono
letteralmente scappato di casa mezz’ora prima di lei.. E mi sono
scordato il pranzo, si.”
Noah ridacchiò e prese dal frigo una cola light, porgendola al giovane
attore.
“Cosa ti preparo?”
“Un panino con qualcosa che sia dietetico per favore..”
“Roast-beef va bene?”
“Posso accontentarmi..” Sospirò il giovane, venendo nella mia
direzione, per poi sedersi accanto a me sulla panchina, degnandomi a
malapena di uno sguardo.
Restò qualche secondo in totale silenzio, prima di parlare.
“Oh ma io lo so chi sei!” Disse, osservandomi curioso.
“Uhm..?” Alzai un sopracciglio, osservandolo a mia volta.
“Ma si, sei la ragazza che suona il violino! Oh mamma, Rachel ti adora,
sta sempre a dire che sei bravissima, che hai delle dita magiche e bla
bla bla…”
Restai spiazzata per un momento e spalancai la bocca a causa di tutti
quei complimenti. Era strano, era da tanto tempo che qualcuno non
diceva cose così belle sulla mia musica..
“Emh.. grazie mille..?”
“Kurt Hummel, piacere di conoscerti, interpreto Peter Allen in “The boy
from Oz”, ruolo ricoperto prima dal grande Hugh Jackman!” Gli
brillavano gli occhi mentre parlava del suo ruolo a Broadway.
“Quinn Fabray, suono il violino sul marciapiede..” Ridacchiai
leggermente, mentre gli stringevo la mano “Piacere di
conoscerti.” Kurt sorrise leggermente e si voltò verso Puck,
il quale si stava avvicinando per portarci i nostri panini..
“Puck sai chi è lei?” Il ragazzo con la cresta lo osservò curioso.
“Certo che lo so, lei è Quinn-cappuccino-doppio-zucchero!” Ridacchiai
leggermente e presi il mio hot dog, dandogli un morso. Stavo proprio
morendo di fame!
“Ma no! Lei è la violinista di cui parla sempre Rachel!”
“Di cui parla sempre Rachel quando non c’è Finn..” I due risero,
lasciandomi abbastanza confusa.
“Emh.. scusate, ma.. chi è questa Rachel?” Kurt e Puck si scambiarono
uno sguardo di intesa, prima di rivolgersi a me.
“E’ la mia coinquilina, nonché protagonista del remake di “Funny Girl”
nel teatro accanto al mio..”
“Ah capisco..” Diedi un altro morso all’hot dog e osservai i due.
“Ora la capisco.. Devo ammettere che Rachel ha buon gusto!” Alzai un
sopracciglio e osservai Puck “Non c’è dubbio, Finn non può reggere il
confronto!” Parlottavano tra loro come se io non fossi presente,
spettegolando come due adolescenti riguardo al fatto che questa loro
amica, che era fidanzata, si era presa una cotta per me ascoltandomi
suonare. Dopo una decina di minuti, il giovane si alzò e si voltò verso
di me.
“Non per essere scortese, ma dovrei proprio andare… E’ stato un piacere
averti conosciuto Quinn, grazie a te stasera potrò torturare Rachel per
benino!” Sorrisi al giovane attore e sorrise anche lui.
“Anche per me Kurt.” Prese il suo panino e lasciò qualche soldo tra le
mani di Noah, prima di iniziare a saltellare tutto allegro verso il suo
teatro.. Lo osservai sbalordita, prima di voltarmi verso il ragazzo del
chioschetto..
“Davvero siete amici?” Puck rise di gusto e annuì.
“Eravamo insieme al liceo, il suo fratellastro è il mio migliore amico
e gestisce con me l’impresa “Puckzilla-Hudson” di pulizia piscine
attiva in tutta la contea..”
“Wow.. è un’impresa importante, ne ho sentito parlare.. Come mai lavori
anche qui?”
“Il chioschetto è il modo in cui ho iniziato a guadagnare soldi qui a
New York e mi è dispiaciuto separarmene.. Così, quando posso, torno a
lavorare qui..” Sorrise e mi offrì una bibita presa dal frigo.
“Grazie.. Beh, io ora devo proprio andare.. Ci vediamo domani Puck..”
Mi salutò con un cenno.
“Ciao Quinn cappuccino-doppio-zucchero..”
Camminai verso il parco e mi accomodai su una delle panchine, di fronte
al lago. Presi poi dallo zainetto la mia macchina fotografica e iniziai
ad osservare il parco attraverso l’obiettivo, cercando qualche
dettaglio che mi colpisse, tuttavia ero sovrappensiero, tanto che feci
qualche scatto distratto dei primi fiori della stagione che iniziavano
a sbocciare, per poi perdere interesse e concentrarmi sulla mattinata
appena trascorsa. Pensai alla ragazza dagli occhi nocciola, pensai alla
musica che mi suonava in testa e pensai a questa Rachel, provando ad
immaginare come fosse, cosa le piacesse di me e del mio violino..
Sospirai leggermente e chiusi gli occhi, rilassandomi completamente
sulla panchina, in attesa che arrivasse l’orario per ricominciare a
suonare..
_________________
Angolino di Crim:
Saaaaalve a tutti xD Ok, non so cos'è questa cosa, ma dopo aver letto
il tweet di Jane Lynch in cui diceva di aver girato la sua ultima scena
con Dianna.. beh ho avuto bisogno di scrivere qualcosa che riguardasse
Quinn >____< (giusto per smettere un pochettino di
piangere dopo le ultime spettacolari puntate...)
In ogni caso, so benissimo di aver l'altra fiction in sospeso e state
tranquilli perchè non è assolutamente abbandonata in quanto ho delle
idee in progetto, ma l'ho accantonata per un attimo in quanto ho
sentito il bisogno di scrivere questa cosa xD Beh.. fatemi sapere cosa
ne pensate e grazie mille a chiunque leggerà e commenterà :) Bacioni..
-Crim.
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Capitolo 2 *** Cap. 2 ***
Tornai a casa quando era ormai già buio e lasciai lo
zainetto e il violino sul letto, filando in bagno per una bella doccia
calda. Lascia che l’acqua mi scorresse sulla pelle, dandomi sollievo
dopo una lunga giornata sulla strada, prima di prendere un asciugamano
e uscire dal box frizionandomi i capelli. Tornai in camera da letto e
indossai degli shorts e una canotta per poi dirigermi verso il cucinino
in cerca di qualcosa di commestibile. Nel momento stesso in cui aprii
il frigo, sentii il cellulare squillare e risposi.
“Pronto?”
“Fabray chiudi quel dannato frigo! Scommetto che ti sei dimenticata che
dobbiamo uscire insieme stasera!” Restai in silenzio per un secondo,
prima di sospirare e chiudere la porta del frigorifero.
“Ammettilo Santana, hai messo delle telecamere nel mio appartamento!”
Sentii una risatina dall’altro lato del telefono.
“Come se ne avessi bisogno, sei talmente monotona e abituale che non ci
vuole niente a prevedere le tue mosse!” Riflettei un attimo sulle sue
parole prima di sospirare e camminare seccata verso la finestre. Odiavo
ammetterlo, ma aveva ragione.
“Dove andiamo? Giuro che se mi porti in un altro locale gay
impazzisco!”
“No, tranquilla, non ho bisogno di cacciare stasera, ho conosciuto una
persona che non vedo l’ora di presentarti! E poi potresti divertirti
anche tu nei locali dove ti porto!” Sbuffai ancora.
“Chi sarebbe questa ragazza?” Chiesi, cambiando discorso “Non vorrai
farmi fare un’uscita a tre con voi due!? Non ho voglia di tenervi la
candela!”
“No, no, anche lei porta un gruppetto di amici suoi, chissà magari
incontri qualcuno di interessante…”
“Va bene.. Dammi qualche minuto e ti raggiungo.” Mi avvicinai
all’armadio, cercando qualcosa da indossare.
“Non devi raggiungermi da nessuna parte, sono sotto casa tua, muoviti!”
Chiusi la chiamata e lasciai il cellulare sul letto, sospirando.
Santana era la mia migliore amica, ma l’avrei ammazzata senza problemi!
Uscii di casa dopo un quarto d’ora, indossando un semplice vestitino
azzurro e lasciando sciolti i miei capelli corti, nei quali si potevano
ancora intravedere alcuni piccoli rimasugli delle meches rosa che avevo
fatto l’anno precedente. Santana era seduta al posto di guida e teneva
le braccia incrociate al petto, scocciata.
“Ci ho messo poco J.Lo, non lamentarti!” Aprii la portiera e salii dal
lato del passeggero, allacciando la cintura di sicurezza.
“Sei sempre la solita, Fabray.” Mise in moto e partì, immettendosi per
le strade trafficate di New York.
“Allora.. Dove stiamo andando? Spero in qualche locale non troppo
affollato, lo sai che non mi piace la confusione..”
“Si, tranquilla, è un bar vicino Broadway, Brittany, la ragazza che sto
frequentando, lavora in uno dei teatri come ballerina… E si vede,
credimi! Ha un corpo…”
“Santana! Evita per favore!” Alzai gli occhi al cielo e sospirai. Alla
fine, nonostante fossi una nullità, tutta la mia vita sembrava ruotare
sempre e solo attorno a Broadway.
“Si, scusa.. In ogni caso siamo arrivate..” Commentò parcheggiando al
lato della strada. Scesi dall’auto e l’aspettai.
“Qual è? ” Chiesi, osservando le varie insegne dei vari locali.
“Quello lì..” Ne indicò uno e iniziò a camminare a passo spedito,
probabilmente impaziente di appiccicarsi al corpo della sua ultima
conquista. Sospirai e mi limitai a seguirla, entrando insieme a lei nel
piccolo pub. Santana si guardò un po’ intorno, prima di sorridere e
attirare l’attenzione di un gruppetto seduto ad un tavolo in fondo. Una
biondina si avvicinò subito a noi e, con molta tranquillità, si sporse
verso la mia amica, lasciandole un delicato bacio sulle labbra.. A
guardarle restai sorpresa per un attimo: erano teneressime! E tenero
non è il genere di soprannome che si addice ad una persona come
Santana.
“BrittBritt, lei è Quinn, una mia carissima amica.” La biondina mi
osservò con curiosità e i suoi occhi celesti e limpidi come il cielo mi
fecero sorridere. Era la persona perfetta per Santana, una ragazza
tanto dolce che faceva uscire fuori il lato tenero della mia amica
latina.
“Piacere di conoscerti Brittany..” Le sorrisi e allungai una mano per
stringere la sua.
“Piacere mio! Venite che vi presento gli altri!” Ci prese allegramente
per il braccio tutte e due e ci guidò verso il tavolo dove stavano
seduti i suoi amici. Non appena arrivammo, spalancai la bocca sorpresa
e lo stesso fecero altre tre delle persone che mi trovavo di fronte.
“Alloooora..” Brittany si strinse al braccio della mia amica e osservò
gli altri “Lei è Santana e la sua amica si chiama Quinn, proprio come
una regina!” Ridacchiò leggermente e iniziò a fare il giro dei nomi dei
suoi amici.
“Loro sono Mike, Tina, Blaine, Kurt, Puck, Sugar, Artie, Finn e
Rachel..” Kurt e Puck si riscossero quando sentirono il loro nome e mi
rivolsero un sorriso, scambiandosi un’occhiata complice. La ragazza che
si chiamava Rachel invece, quella che, stando alle parole dei suoi
amici, aveva una cotta per me, altri non era che la ragazza dagli occhi
nocciola, colei che ogni mattina si fermava ad ascoltarmi e, allo
stesso tempo, fermava il mio cuore..
“Quinn-cappuccino-doppio-zucchero non sapevo fossi amica della nuova
fidanzata di Brittany..” Noah ridacchiò leggermente mentre gli altri lo
guardavano abbastanza sorpresi per il nome che aveva usato per
chiamarmi.
“Non lo sapevo neanche io Puck..” Ricambiai il sorriso, sedendomi
accanto a Santana e Brittany al tavolo con loro.
“Vi conoscete?” Il ragazzo che stava accanto a Rachel, Finn, parlò al
suo amico.
“Si, Quinn è una mia cliente abituale..” Usò un tono abbastanza
malizioso, guadagnandosi una marea di occhiatacce.
“Prendo il cappuccino al suo chiosco ogni mattina..” Fui veloce a
chiarire come stavano davvero le cose, mentre Puck se la ridacchiava di
gusto.
“Oh allora lavori anche tu a Broadway!” Il ragazzo asiatico, forse si
chiamava Mike, si rivolse a me e annuii..
“Beh si.. diciamo che lavoro a Broadway…”
“E in che spettacolo sei? Sei un’attrice o balli?” Continuò a
tempestarmi di domande e arrossii leggermente. I ragazzi di quel gruppo
avevano tutti dei lavori importanti, avrei scommesso che anche
l’asiatico era uno dei ballerini di un qualche teatro e la cosa mi
imbarazzò abbastanza. Per la prima volta mi vergognai di quello che
facevo. Quelli erano dei veri artisti e io solo una violinista che non
era riuscita a sfondare..
“Mike..” Tutti si voltarono verso la ragazza mora, Rachel “Stai facendo
troppe domande, così la metti in imbarazzo…” Sorrise e mi sciolsi
totalmente a quella visione..
“Giusto Rach, hai ragione.. Mi dispiace Quinn..” Il sorriso
incoraggiante della mora mi tranquillizzò, così sorrisi anche io.
“Ah non preoccuparti Mike.. In ogni caso non faccio parte di uno
spettacolo, sono un’artista di strada e lavoro da quelle parti, tutto
qui..”
“Che forza!” Gli occhi dell’asiatico mi osservarono con ammirazione “Ho
sempre pensato fosse un lavoro bellissimo, stare a contatto con la
gente e ballare per tutto il giorno!” Sorrisi per l’entusiasmo del
giovane e annuii.
“E che cosa fai di preciso? Balli?” A parlare stavolta era stato il
ragazzo col papillon seduto accanto a Kurt. Probabilmente era il suo
fidanzato.
“No, ecco a dire il vero suono.. Il violino…” Non appena pronunciai
quella frase, gli sguardi di tutti, fatta eccezione per quello del
bietolone spilungone che continuava tranquillamente a sorseggiare il
suo drink, si voltarono verso Rachel, la quale, per l’imbarazzo, lasciò
sprofondare il viso nella sciarpa colorata che indossava quella sera.
Spostarono poi, tutti insieme, lo sguardo verso di me, lanciandomi la
stessa occhiata curiosa ed eloquente. Ricevetti una gomitata
leggera da sotto il tavolo e mi voltai verso Santana.
“Mi devi spiegare un paio di cosette, Q…” Mi disse sottovoce, mentre io
sospiravo e annuivo. Quella sarebbe stata una serata veramente lunga!
Fortunatamente, dopo le domande iniziali, le acque sembravano essersi
calmate. Infatti, dopo aver chiesto quasi le stesse cose a Santana,
avevamo ordinato la cena e mangiato parlando semplicemente del più e
del meno. La mia amica, dopo aver parlato con Brittany, si voltò verso
di me, spiegandomi perché quel gruppetto si riuniva spesso in quel
posto.
“Britt dice che è un locale di karaoke, ma non è molto frequentato, per
questo ci vengono, perché così possono cantare e ballare quanto
vogliono per tutta la serata..” Annuii leggermente e compresi la
situazioni. Quei ragazzi amavano il lavoro che facevano. Infatti non si
limitavano a esibirsi nei teatri ma, quando avevano tempo, venivano in
questo posto a cantare e ballare per puro divertimento.
I primi ad appropriarsi del microfono furono Kurt e il suo ragazzo,
Blaine, i quali si esibirono in una canzone di Pink: “Fucking perfect”.
Mi soffermai ad ascoltarli, restando incantata dalle loro voci. Kurt
faceva degli acuti perfetti, veramente degni di Broadway e Blaine era
uno showman nato!
“Che lavoro fa il fidanzato di Kurt?” Chiesi a Brittany, attirando
anche l’attenzione di Rachel..
“E’ un cantante anche lui, ma non di teatro. Sta lavorando con un
produttore per incidere il suo album di debutto.. Presto sarà l’idolo
delle teenagers!” Rachel ridacchiò leggermente ascoltando le parole
della biondina.
“Si, peccato che poi tocchi a noi sopportare la ragazzina gelosa e
isterica per eccellenza!” Si riferiva a Kurt. Sorrisi anche io,
contagiata dalla sua risata cristallina e, per qualche secondo, i suoi
occhi si specchiarono nei miei.. Santana si accorse di quell’occhiata e
ridacchiò leggermente, iniziando a parlare all’orecchio di Brittany per
non farsi sentire.
“Perché non canti qualcosa anche tu, Quinn?” La mora ignorò lo
spettegolare delle due ragazze e continuò a rivolgersi a me.
“Ah no, meglio di no guarda… Non sono una grande cantante..”
“Dai prova! Non puoi essere peggio di Mike!” La ragazza dagli occhi
nocciola ridacchiò mentre il ballerino la fulminava con lo sguardo..
“Meglio di no dai, almeno per stasera mi risparmio l’umiliazione… Però
mi piacerebbe sentire cantare te” Ammisi, osservandola “Lavori anche tu
a Broadway, giusto?” Annuì e le si illuminarono gli occhi.
“Canto molto volentieri appena Snooki e Mike del Jersey Shore scendono
dal palco!” Mi voltai per osservare Kurt e Blaine intenti a cantare una
canzone di un qualche musical che non conoscevo, mentre Rachel aveva
iniziato a sbuffare irritata.
“Finisce sempre così, se prendono in mano il microfono loro è finita!”
La vidi alzarsi mentre il suo fidanzato bietolone non la guardava
neanche, ma era intento a sorseggiare una birra parlando di lavoro con
Puck. Sospirai e mi alzai anche io, seguendo i movimenti della mora.
Non interruppe i due ragazzi nel bel mezzo dell’esecuzione, ma gli fece
finire la canzone prima di aggredirli.
“Kurt vorrei cantare anche io se non ti dispiace, è da mezz’ora che hai
sequestrato il microfono e non hai neanche chiesto un riscatto per
lasciarlo libero!” Il giovane sbiancò del tutto e scese velocemente dal
palco.
“Oh mamma, Rachel, non toccheremo il microfono per tutta la serata,
basta che non inizi con uno dei tuoi monologhi!” La diva sorrise
compiaciuta e salì sul palco, iniziando a maneggiare col computer per
scegliere una canzone da cantare. Partì una melodia che non conoscevo e
mi appoggiai con la schiena al muro laterale del palco, osservandola.
Si trattava di un brano lento, così Mike e Tina, Brittany e Santana e
Kurt e Blaine scesero in pista per ballare.
Osservai le coppiette felici, distraendomi per un attimo da Rachel, ma,
non appena iniziò a cantare, non potei far altro che focalizzare
nuovamente tutta la mia attenzione su di lei, chiedendomi se fosse
veramente la sua la voce che sentivo..
Non poteva essere però… quella voce non poteva appartenere ad un essere
umano.. quella voce apparteneva a un angelo..
__________________
Angolo di Crim:
Ecco il secondo capitolo xD Emh.. che dire? Boo.. xD Non so che piega
sta prendendo questa storia, la lascio andare e basta xD Ahahah e in
ogni caso non poteva mancare un po' di sano e puro Brittana *______* xD
Beh, alla prossima :) Grazie a tutti coloro che hanno commentato, letto
e aggiunto la storia ai preferiti ^^
Crim.
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Capitolo 3 *** Cap. 3 ***
Scesi dall’auto di Santana, salutando lei e Brittany e rientrai nel mio
appartamento, chiudendomi la porta alle spalle. Lasciai la borsa sul
divano e mi buttai sul letto, chiudendo gli occhi e sospirando. Non
riuscivo a smettere di pensare a Rachel, ai suoi occhi che vedevo ogni
mattina, alle sue gambe… e, in particolare, alla sua voce, che
finalmente avevo avuto l’occasione di sentire..
Non era solo musica.. era magia.
Mi alzai di scatto e presi il violino dalla custodia, iniziando a
ripetere la melodia che aveva cantato quella ragazza, tuttavia, per
quanto riuscii a riprodurre le note, la voce del mio strumento non era
minimamente paragonabile a quella di quell’angelo dagli occhi nocciola.
Sospirai e mi decisi a lasciar perdere, tornandomene a letto. Sapevo
bene che la mattina seguente avrei dovuto alzarmi presto, ma non
riuscii a chiudere occhio lo stesso.
“Maledizione..” Mormorai tra me e me, nascondendo il viso sotto il
cuscino “Maledizione a te, Rachel Berry..”
La mattina seguente camminavo per i marciapiedi di Broadway con lo
zaino e il violino sulle spalle e la stessa espressione di uno zombie
protagonista di Resident Evil. Alzai gli occhi solamente quando
raggiunsi il chiosco di Puck e mi ritrovai ad imprecare quando vidi lì
davanti una coppietta di mia conoscenza.
“Buongiorno Quinn!” Kurt mi corse incontro non appena mi vide arrivare
e mi circondò le spalle in un abbraccio leggero e breve, osservandomi
con occhi contenti. Blaine invece era rimasto dov’era prima,
limitandosi a salutarmi con un cenno della mano e un sorriso (un saluto
decisamente più adeguato!)
“Emh… Buongiorno a te Kurt..” Il ragazzo mi trascinò allegramente
davanti al chioschetto, mentre io ero ancora troppo sconcertata per
reagire.
“Ciao Quinn-cappuccino-doppio-zucchero!” Il giovane con la cresta
ridacchiò “Anche se, dalla faccia che hai stamattina, ti consigliere un
bel caffè forte e ristretto!” Sbattei per un attimo le palpebre,
alzando gli occhi verso Noah.
“Ok, prendo il ristretto, ma lo voglio sempre con doppio zucchero..”
Dissi prima di voltarmi verso Kurt. Stavo iniziando a riprendermi,
anche se sarei stata meglio dopo la mia dose di caffeina.
“Oggi inizi a lavorare presto, Kurt?” Chiesi mentre aspettavo che Puck
preparasse la mia bevanda.
“Eh? No, a dire il vero oggi lavoro solo di pomeriggio, in realtà io e
Blaine eravamo usciti per una passeggiata..” Sorrise tranquillamente,
anche se sembrava nascondere qualcosa e il fatto che il suo ragazzo
sbadigliasse assonnato mi fece sospettare ancora di più…
“Caffè forte e ristretto con doppio zucchero pronto per te!” Noah mi
servì il bicchiere e iniziai a sorseggiare avidamente quella bevanda,
non curante del calore che mi pizzicava la lingua e la gola.
“Capisco..” Dissi, dopo la prima sorsata “E siete usciti così presto?”
“Si, si, a Blaine piace molto l’aria mattutina…” Il giovane col
papillon alzò gli occhi al cielo mentre il suo fidanzato gli assestava
una gomitata nelle costole “Giusto Blaine?”
“Oh si, giustissimo Kurt!” Sorrisi leggermente e bevvi un’altra sorsata
di caffè fino a svuotare del tutto il bicchiere.
“Beh, vi auguro una buona passeggiata allora, io purtroppo devo andare
a lavoro..” Parlare con loro due mi aveva fatto fare tardi rispetto
alla mia solita tabella di marcia e la cosa mi dava uno strano
fastidio. Quelle della puntualità e della precisione erano state due
abitudini che avevo preso quando mi ero trasferita a New York. Mi
piaceva iniziare a suonare alla stessa ora ogni mattina probabilmente
per il fatto che l’orario era l’unica cosa familiare che mi era
rimasta. Dopo il diploma avevo lasciato la mia famiglia per inseguire i
miei sogni, ma, quando ero stata abbandonata anche da loro, tutto mi
era crollato addosso. Per questo motivo, arrivare ogni mattina alla
stessa ora, era una sorta di rito che, facendomi sentire gli stessi
suoni e gli stessi odori, mi faceva sentire a casa.
“Grazie mille, Quinn. Ci vediamo presto!” I due ragazzi mi salutarono,
prima di prendersi per mano e allontanarsi. Salutai anche Noah e mi
allontanai a passo rapido dal chioschetto, cercando di raggiungere il
mio posto il prima possibile. Feci in fretta a lasciare lo zainetto e a
prendere il violino, prima di iniziare a suonare con ben 10 minuti di
ritardo.
Stavo lavorando solo da mezz’ora, con la mente totalmente svuotata e le
mani che vagavano incontrollate, riproducendo una melodia che non
sapevo neanche di conoscere ma che era stata creata dentro me. Aprii
gli occhi per un attimo, giusto per controllare se qualcuno mi stesse
ascoltando e per poco non feci cadere lo strumento quando mi accorsi
che Rachel era davanti a me e mi fissava estasiata.
Ero abituata ad avere lei e i suoi occhi in testa mentre suonavo,
tuttavia trovarmela davanti ad un orario diverso rispetto a quello in
cui veniva di solito mi scombussolò leggermente, tanto da farmi
sbiancare. Chiusi gli occhi per qualche secondo, cercando di
tranquillizzarmi, e continuai a suonare, lasciando ancora libero sfogo
alle note che risuonavano nella mia anima e, quasi senza accorgermene,
mi ritrovai a riprodurre la melodia che Rachel aveva cantato la sera
precedente..
Schiusi le palpebre, senza staccare le mani dal violino, e mi specchiai
nello sguardo nocciola della ragazza di fronte a me, la quale mi
osservava con un sorriso dolce stampato sulle labbra e negli occhi,
sorriso che ricambiai con spontaneità, continuando a suonare senza
staccarmi dalle sue iridi.
Seppi che erano arrivate le 9 e 10 quando vidi la mora prendere dalla
borsa una banconota da dieci dollari per lasciarla nella custodia del
mio violino, lanciandomi un’ultima occhiata prima di allontanarsi verso
il suo teatro. Ci misi qualche minuto ad assimilare quello che era
appena successo e, quando presi coscienza del gesto dell’attrice, mi
fermai di botto e osservai i soldi nella custodia.
Senza riflettere raccattai tutte le mie cose e iniziai a correre nella
direzione in cui era sparita Rachel, cercando di raggiungerla, ma la
ragazza sembrava essersi volatilizzata. Sbuffai esasperata e
feci per tornarmene al mio posto quando il suo viso mi apparve davanti
agli occhi, stampato sui cartelloni di uno dei teatri. “Funny girl”,
avevo trovato il teatro in cui la giovane attrice lavorava.
Restai impalata davanti la porta per qualche minuto, indecisa su come
comportarmi. Di certo non potevo entrare lì dentro e cercarla…
Probabilmente era impegnata con le prove e probabilmente la sicurezza
non mi avrebbe fatto neanche raggiungere il palco..
Meditai sul da farsi per un po’, prima di lasciare lo zainetto a terra
e prendere il violino, iniziando a lavorare lì, di fronte al teatro di
Rachel Berry.
Staccai puntuale per l’ora di pranzo e raccolsi le mie cose, senza
tuttavia andare via. La verità era che mi ero messa a suonare lì in
modo da poter parlare con Rachel quando avrebbe lasciato il teatro e,
ora che sarei dovuta andare al chioschetto di Puck per il mio solito
pranzo, mi ritrovai ad essere combattuta.
Fortunatamente il caso mi fu favorevole e, dopo qualche minuto di
indecisione, la mora uscì dal teatro e potei leggere la sua espressione
di sorpresa quando si accorse che ero lì..
“Quinn.. Ciao..” Mi si avvicinò un po’ titubante, sorridendomi
leggermente. Era strano, fu come se i muscoli del suo viso fossero
tanto forti da comandare anche quelli del mio, facendo sorridere anche
me..
“Ciao.. io..” Mi schiarii la voce e presi dalla tasca il motivo per cui
ero lì “Io volevo ridarti questi…” Le porsi la banconota da dieci
dollari che aveva lasciato nel mio violino quella mattina, distogliendo
lo sguardo dai suoi occhi limpidi.
“Oh no Quinn, davvero non c’è bisogno..”
“No! Non posso accettare i tuoi soldi, Rachel.. E’.. strano..” Mi
scrutò attentamente, anche se cercavo di evitare il suo sguardo.
“Non te li ho dati per pietà, l’ho fatto perché la tua musica merita
davvero…” Mi morsi leggermente il labbro inferiore e alzai gli occhi
per osservarla.
“Ti ringrazio… Ma non posso accettare lo stesso..” Commentai, tendendo
di nuovo la mano verso di lei. La sentii sospirare leggermente prima di
prendere la banconota che le tendevo, permettendo alle nostre dita di
sfiorarsi..
“Va bene Quinn..” Sorrise per tranquillizzarmi e sorrisi anche io, più
serena “Ti andrebbe di uscire con noi anche stasera? Brittany porterà
sicuramente Santana e sarebbe forte se ci fossi anche tu..” Mi
concedetti un attimo per riflettere su quella proposta, voltando la
testa di lato “Potresti portare il tuo violino!” Alzai gli occhi.
“Il violino?” Vidi i suoi occhi brillare per l’idea che le era appena
passata per la testa.
“Si, se hai il violino puoi cantare insieme a noi..”
“Il mio violino non canta…”
“Però lui è la tua voce..” Stavolta fu lei ad abbassare lo sguardo,
imbarazzata “E hai una voce meravigliosa…” Aprii leggermente la bocca e
arrossii anche io per quello strano complimento, voltando la testa di
lato per cercare di nascondere l’imbarazzo.
“Mi farebbe piacere..” Dissi alla fine, rialzando gli occhi verso di
lei “Ci vediamo stasera allora..” Alzò lo sguardo anche lei e annuì
contenta, prima di farmi un cenno e sparire all’interno del teatro.
Presi un bel respiro e mi appoggiai con la schiena al muro, ignara del
fatto che due ragazzi avevano seguito con entusiasmo tutta la scena.
Arrivai a casa al solito orario e lasciai sul letto il violino e lo
zainetto con la macchina fotografica, entrando quasi subito sotto la
doccia. Sotto il gentile getto dell’acqua calda finalmente mi rilassai
e mi lasciai massaggiare il corpo e l’olfatto dal bagnoschiuma alla
vaniglia. Uscii un quarto d’ora dopo, indossando l’accappatoio e presi
il cellulare, digitando il numero di Santana.
“Q? Va tutto bene? E’ successo qualcosa?” La latina rispose
preoccupata, probabilmente per il fatto che era sempre lei a cercare me
e quasi mai il contrario.
“Calmati J.Lo, è tutto ok..” Tirò un sospiro di sollievo dall’altro
lato del telefono.
“Diamine! Mi hai fatto prendere un colpo…”
“Esagerata!” Commentai, andando verso il frigo “Ho capito che non ti
chiamo mai, ma così esageri…”
“Era per enfatizzare!” Sorrisi mentre prendevo un succo di frutta dal
frigo.
“Senti.. Stamattina ho incontrato gli amici di Brittany..”
“Oh a proposito! Brittany è qui e ti manda i saluti!” Sentii la risata
leggera della biondina mescolarsi a quella più cupa di Santana e
sorrisi, felice per la mia amica.
“Ciao Quinnieeeee!”
“Ciao anche a te Britt..” Ridacchiai “I tuoi amici mi hanno invitata al
locale stasera, volevo chiedere a Santana se poteva passarmi a
prendere..”
“Certo che passiamo a prenderti, Quinnie!” Santana riprese il telefono
dalle mani di Brittany.
“Hai accettato di uscire di nuovo con gli amici di Britt? Hai battuto
la testa per caso?” Sospirai leggermente.
“No, Santana. Mi hanno chiesto di uscire e ho accettato, tutto qui..”
Ci fu un momento di silenzio.
“E chi ti ha chiesto di uscire esattamente?” Rimasero in silenzio tutte
e due, aspettando la mia risposta.
“Emh.. Rachel..”
“Lo sapevo! Cazzo, Quinn! Lo sapevo!” Alzai gli occhi al cielo.
“Cosa sapevi, Santana?”
“Che c’è qualcosa tra te e la nana!” Mi morsi il labbro inferiore e
sospirai.
“No, San.. Non hai capito. Lei lavora a Broadway e ogni tanto la vedo…
E stamattina l’ho vista di nuovo e mi ha chiesto di venire al locale,
tutto qui. E poi…”
“E poi?”
“E poi lei è fidanzata, quindi scordati qualsiasi idea ti stia passando
per la testa in questo momento!” Le sentii ridacchiare
entrambe e sospirai esasperata.
“Siamo da te tra mezz’ora, Q.. Fatti trovare pronta!” Chiuse la
chiamata e sospirai ancora, avvicinandomi all’armadio per decidere che
cosa indossare. Scelsi un altro vestitino, stavolta tendente al bianco
panna e lo indossai velocemente, asciugando poi i capelli e indossando
un cerchietto abbinato. Presi poi la custodia del violino e, visto che
c’ero, agguantai anche lo zainetto con la macchina fotografica e chiusi
l’appartamento, uscendo in strada. Santana e Brittany erano già lì nel
solito suv nero della mora. Salutai con un cenno e mi accomodai sui
sedili di dietro.
“Ciao ragazze..” Dallo specchietto retrovisore Santana mi lanciò uno
sguardo eloquente.
“Cos’è quella valigia Quinnie?” Gli occhi luccicanti della bionda mi
osservavano con curiosità, così sorrisi.
“E’ il mio violino.. Più tardi al locale ti faccio sentire qualcosa..”
La ballerina batté le mani entusiasta e si sporse per dare un bacio
sulla guancia di Santana, così, senza un vero motivo. La latina arrossì
e si lasciò sfuggire anche lei uno dei suoi rari e dolci sorrisi..
“Sei cotta, J.Lo!” Fece una smorfietta e mise in moto, iniziando a
guidare verso il locale.
“Pensa per te, Fabray.”
Arrivati al locale raggiungemmo gli altri, i quali ci salutarono molto
calorosamente, specialmente Kurt e Puck. Rachel era seduta di nuovo
accanto a Finn, tuttavia il posto dall’altro lato era vuoto, così mi
fece cenno di raggiungerla per accomodarmi di fianco a lei.. Mi morsi
il labbro inferiore e mi sedetti.
“Ciao! Che bello che sei venuta..” Mi rivolse un sorriso dolcissimo e
mi sciolsi completamente.
“Ciao..” Ricambiai il sorriso e riuscii a notare Kurt e Puck intenti a
confabulare tra loro. Sospirai esasperata, intuendo che quei due
stavano tramando sicuramente qualcosa.
Mangiammo tranquillamente, chiacchierando del più e del meno, finché
non vidi Kurt e Blaine alzarsi e dirigersi verso il palco. Rachel però
fu più rapida e li fermò.
“Vorrei iniziare io stasera, se non vi dispiace..” L’attore di Broadway
la osservò dalla testa ai piedi.
“Dammi un buon motivo per cui dovresti iniziare tu, Barbra. Ricordi? I
turni sono fissi. Iniziamo io e Blaine, poi tu, poi tutti gli altri.”
Alzai un sopracciglio osservando quella scena con sorpresa. Avevano
addirittura dei turni per cantare in un locale? Erano matti!
“Lo so, Kurt, però.. ecco è che vorrebbe cantare anche Quinn..” Quando
fece il mio nome, si voltarono tutti a guardarmi, tanto da farmi
arrossire fino alle punte dei capelli.
“Oh…” L’occhiata dell’attore fu più che eloquente “In questo caso va
pure, vi ascolteremo con attenzione…” Prese la mano del suo ragazzo e
lo trascinò al tavolo, sedendosi con lui. Imbarazzata, mi alzai e
raggiunsi Rachel sul palco, prendendo la custodia del violino…
“Allora.. Cosa vuoi cantare, Quinn?” Mi morsi leggermente il labbro
inferiore, osservandola in tutta la sua bellezza. Rachel indossava un
vestitino blu molto semplice eppure stranamente eccitante. Era piccola,
ma aveva delle gambe meravigliose, che sembravano non finire mai..
“Emh… Quello che vuoi, Rach.. Inizia a cantare che ti seguo senza
problemi…” Sorrise come se non stesse aspettando altro che quella
risposta e le brillarono gli occhi, mentre faceva partire una base
musicale. Si trattava di una canzone che già conoscevo, “Make you feel
my love” nella versione di Adele.. Sorrisi, lasciando che la voce della
diva si impossessasse delle mie orecchie e del mio cuore mentre cantava
la prima strofa, per poi accompagnarla col mio violino nel ritornello…
Il risultato fu qualcosa di assolutamente stratosferico..
______________
Angolo Crim:
Ecco qua il terzo capitolo, a voi commenti e insulti vari xD In ogni
caso per la canzone immaginate qualcosa del genere
http://www.youtube.com/watch?v=TQM14fMZ9lE ma provate a metterci la
voce di Rachel xD Beh, grazie a tutti coloro che come sempre leggono e
recensiscono :)
Alla prossima ^^
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Capitolo 4 *** Cap. 4 ***
Il suono incessante della sveglia mi riscosse dal dolce torpore del
sonno come una secchiata d’acqua gelata in pieno viso. Aprii gli occhi
ma ero ancora così stonata da non riuscire a realizzare di dovermi
alzare. Gli eventi della serata precedente mi tornarono subito in
testa, quasi come un’altra doccia fredda simbolica. Quando io e Rachel
avevamo “cantato” insieme avevamo attirato l’attenzione di tutti i suoi
amici, compreso quel bietolone di Finn.. Erano rimasti tutti incantati
dal risultato che avevamo ottenuto combinando il nostro modo di fare
musica, tanto che, a fine esibizione, vennero tutti a
congratularsi con noi e a chiederci di fare un altro pezzo. La diva era
entusiasta, tanto che, in un attimo di gioia, mi strinse forte a se,
lasciandomi completamente senza fiato.
Suonammo ancora e ancora, finchè lo spilungone del suo ragazzo non vene
a reclamarla per portarsela via, lasciandomi con la bocca secca e la
voglia di sentire ancora quell’angelo cantare.. Provai a chiedere a
Puck come mai il suo amico avesse così tanto fretta di andare via e la
risposta che ottenni fu come una coltellata dritta nella schiena.
“Finn aveva.. sai.. un certo tipo di prurito che solo una donna può
grattare, se capisci cosa intendo..” Ero rimasta totalmente spiazzata
da quella risposta, tanto che me ne ero rimasta in silenzio per il
resto della serata, finchè Santana non mi aveva chiesto se volevo un
passaggio, visto che stava andando via. Mi ero allora fatta
riaccompagnare a casa e mi ero fiondata a letto, provando a cancellare
quelle parole dalla mia testa, ottenendo scarsi risultati..
Riuscii alla fine a farmi una doccia e a vestirmi per poi uscire di
casa col violino e lo zaino sulle spalle. Fortunatamente, quando
intravidi il chioschetto di Puck, mi resi conto che non c’era ancora
nessuno, quindi, per lo meno, avrei avuto una colazione tranquilla.
“Cappuccino pronto per te Quinn…” Sorrisi leggermente, nonostante il
mio viso mostrasse l’espressione opposta alla felicità, e presi il
bicchiere, iniziando a sorseggiare la bevanda.
“Grazie Puckerman..” Bevvi ancora dal bicchiere, prima di prendere
dalla tasca il dollaro che dovevo al ragazzo.
“Esci di nuovo con noi questa sera? Wow.. Sai non sapevo fossi così
brava con quel coso..” Indicò la custodia del violino “Hai un talento
assurdo!” Mi sorrise gentilmente e ricambiai, abbassando lo sguardo..
“Grazie Puck.. ma per stasera passo.. Credo che resterò a casa..”
Gettai il bicchiere ormai vuoto nel cestino e mi morsi leggermente il
labbro inferiore, pensierosa..
“Sei sicura? Piaci a tutti nel gruppo, non farti nessun tipo di
problema..”
“No.. Non è per quello… è che… avevo già un impegno, tutto qui..” Mi
sforzai di regalargli un sorriso sincero.
“Va bene allora.. Ci vediamo a pranzo, Quinn..” Annuii e gli feci un
cenno con la mano, iniziando a camminare verso il mio posto. Lasciai la
custodia e lo zainetto e presi il mio strumento, osservandolo per
qualche secondo. Poi, con un sospiro, iniziai a suonare.
Dopo circa mezz’ora avevo rimesso il violino nella custodia, prendendo
gli otto dollari che avevo guadagnato fino ad allora, e mi ero
accomodata sulla panchina presente lì vicino, sospirando ancora.
Purtroppo non riuscivo a concentrarmi, avevo la testa completamente
altrove e questo influiva molto sulla qualità della mia musica e sulla
mia voglia di lavorare. Avevo bisogno di svuotare il cervello e di
rilassarmi, così presi la macchina fotografica e iniziai a guardare la
strada tramite l’obiettivo.
Mi colpì il viso di un ragazzo tutto concentrato che stava passando di
fretta davanti a me, così fui rapida a metterlo a fuoco e a scattare.
Cercai ancora qualche soggetto interessante, finchè non vidi un paio di
gambe bellissime camminare tranquillamente lungo il marciapiedi. Non
alzai l’obiettivo per vedere a chi appartenessero semplicemente per la
paura di perdere il perfetto mix di luce e contrasto che esse
attiravano. Feci diversi scatti prima di sollevare l’inquadratura,
centrandola sul viso del mio soggetto.
Per poco non mi cadde la macchina dalle mani quando mi apparve davanti
l’espressione curiosa di Rachel Berry.
“Rachel!” Posai la macchinetta nello zaino e mi alzai in piedi,
osservando la ragazza ferma davanti a me..
“Quinn, ciao.. Oggi non suoni?” La vidi mordersi il labbro inferiore
con un leggero imbarazzo.
“No.. Ho la testa un po’ altrove…” Chiusi gli occhi.. “Non riesco
proprio a concentrarmi oggi..” Si accomodò sulla panchina e mi sedetti
anche io, senza però osservarla.
“Sai.. Penso di capirti, anche io sono molto pensierosa oggi..” Voltai
lo sguardo e osservai il suo viso corrucciato in un’espressione seria.
“Va tutto bene?” Annuì leggermente e mi guardo, sorridendomi.
“Si..” La vidi torturarsi le dita, senza perdere la sua espressione
pensierosa e sentii il cuore accelerare all’istante.. Era bellissima.
“Senti.. Se non stai lavorando.. Ti andrebbe di venire in teatro ad
assistere alle prove?” Alzò gli occhi e mi osservò “Sempre se ti va,
ecco…”
Sorrisi allegramente e annuii.
“Si. Mi piacerebbe molto..” Fu investita da una scarica di entusiasmo e
fece allargare il mio sorriso.
“Davvero?”
“Certo, Rachel. Ho sempre desiderato vedere l’interno di un teatro di
Broadway..”
“Non sei mai stata in un teatro di Broadway?” Sgranò gli occhi, come se
quella fosse la più grave delle eresie.
“Si beh.. Non ho molto tempo per vedere uno spettacolo intero..” Mi
morsi il labbro inferiore. La verità era che non avevo neanche
abbastanza soldi per comprare il biglietto.
“Oh.. spero troverai il tempo per venire a vedere il mio “Funny girl”..
Sai, ormai abbiamo quasi finito le prove e presto inizierà la stagione
degli spettacoli.. E dobbiamo andare anche a vedere “The boy from Oz”,
la rappresentazione di Kurt.. E poi c’è Brittany che lavora
in “The lion King”, quello è davvero un musical che voglio
assolutamente vedere! E Mike è in “Billy Elliot, un’altra pietra
miliare..” Rachel si fermò solo quando iniziai a ridacchiare
leggermente.. “Scusa.. Lo so, che quando attacco a parlare non mi fermo
più..”
“No, figurati..” Le sorrisi dolcemente “Il tuo entusiasmo è
coinvolgente invece… Lo ami davvero questo lavoro…”
“Si..” Le si illuminarono gli occhi “E’ sempre stato il mio sogno
lavorare qui… Quando mi hanno dato la parte in “Funny girl” sono
svenuta… Letteralmente! Ho firmato il contratto al pronto soccorso!”
Scoppiai a ridere e lo stesso fece anche lei “Si, a pensarci bene è un
po’ bizzarra come cosa..” La osservai ridere e mi si riempì il cuore
della sua stessa gioia.
“Sai.. E’ quasi un anno ormai che lavoro qui e nel giorno vedo passare
un sacco di gente..” Mi ascoltò senza staccare gli occhi dai miei “E
posso dirti che le persone che passano da qui sono tutte bizzarre..
Quindi suppongo sia una dote necessaria per lavorare a Broadway..”
Annuì e mi sorrise.
“E’ vero.. Cioè forse non è la dote necessaria per lavorare qui, ma di
sicuro è la dote necessaria per avere davvero successo in questo
lavoro.” Annuii e presi il cellulare per controllare l’ora, rendendomi
conto che era già arrivato il momento in cui Rachel doveva andare via..
“Sono le 9 e 10..” La mora annuì e si alzò, restando ferma davanti a
me.
“Vieni con me allora?” Ci pensai ancora per un attimo, prima di
raccogliere le mie cose e annuire.
“Vengo..” Nella mia condizione non potevo permettermi di perdere una
giornata di lavoro, per questo motivo avrei rinunciato alla domenica,
che in genere mi tenevo libera, per fare un turno extra.
Seguii la mora fino al suo teatro ed entrammo all’interno. Come avevo
immaginato il giorno prima c’era una guardia di sicurezza che salutò
cordialmente Rachel ma sembrava non volere far passare me..
“Oh, no Steven, lei è una mia carissima amica, ti prometto che non darà
fastidio…” L’omone mi osservò per qualche secondo, prima di sospirare e
annuire.
“Andate pure, miss Berry..”
Quella mattinata fu sicuramente una delle più emozionanti di tutta la
mia vita. Adesso capivo perché quando le persone parlavano di Broadway,
parlavano del luogo in cui nasceva la magia. La scenografia era
meravigliosa, le luci, le musiche.. Tutto era il contorno perfetto per
la voce perfetta di Rachel..
All’ora di pranzo il regista mandò tutti in pausa per un’ora e
l’attrice scese subito dal palco, avvicinandosi a me.
“Allora?” Quando eravamo arrivate si era cambiata e aveva indossato dei
pantaloncini e un top, per essere più libera durante le prove. Così
adesso era in piedi davanti a me, con un sorriso stanco ma felice, gli
occhi pieni di speranza e il sudore lungo il collo a rendere lucida la
sua pelle abbronzata.. In un istante mi si asciugò la bocca e una
vampata di calore mi scombussolò lo stomaco.
“Amh..” Mi schiarii la voce “Sei stata incredibile… Tutto questo è
incredibile! E’ magico…” Sorrise soddisfatta e prese l’asciugamano
dalla sua borsa, tamponandosi leggermente il sudore.
“Sono contenta ti sia piaciuto.. Vieni a pranzo con me?” Ancora una
volta lessi la speranza nei suoi occhi. Mi sarebbe piaciuto veramente
molto passare del tempo con la mora, tuttavia avevo davvero un impegno
importante..
“Mi dispiace… E’ che purtroppo ho un appuntamento…”
“Oh..” La speranza divenne delusione “E non ci sei neanche stasera?”
“Scusa, Rachel..” Raccolsi le mie cose e puntai i miei occhi in quelli
della mora “Oggi non posso proprio… Ma se vuoi possiamo pranzare
insieme domani..” Sorrise e annuì.
“Si, si, certo.. Beh.. a domani allora..” Si morse leggermente il
labbro inferiore e mi si attorcigliò lo stomaco: Era bellissima!
“A domani, Rach..” Le rivolsi un ultimo sorriso, prima di uscire dal
teatro.
Raggiunsi la casa della persona che dovevo incontrare in circa dieci
minuti e suonai il campanello, attendendo con ansia che venissero ad
aprirmi. Quando si spalancò la porta, mi ritrovai davanti agli occhi
una giovane donna con i capelli mori e un sorriso cordiale stampato sul
volto.
“Ciao Quinn..” Sorrisi timidamente anche io…
“Buongiorno, Shelby..” Dietro di lei spuntò una bambina di circa
quattro anni e i suoi occhietti verdi mi fissarono intensamente..
“Mami…” Mi chinai leggermente e presi quel piccolo angioletto tra le
braccia..
“Ciao Beth.. Mi sei mancata tanto…”
___________
Angolo di Crim.
Scrivo di fretta, quindi scusatemi se ci sono errori o altro. Come
semrpe ringrazio tutti coloro che hanno letto, commentato o inserito la
storia tra le preferite, o seguite o ricordate. Grazie davvero tanto.. Ah e mi rendo conto di non sapere bene come funzionano le prove nei teatri di Broadway, quindi date semplicemente per buono il fatto che lasciano entrare Quinn senza troppi problemi >_<
Alla prossima.
Crim
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Capitolo 5 *** Cap. 5 ***
Dopo aver preso Beth da casa di Shelby, ci eravamo fermate
in un fast food per prendere qualcosa da mangiare ed eravamo andate al
parco, il posto che lei amava di più. Beth era la mia bambina perfetta.
Quel piccolo esserino aveva illuminato il mio mondo più di un sole e
riusciva a darmi la forza di affrontare ogni giornata. Ero rimasta
incinta durante l’ultimo anno di liceo e mia madre aveva provveduto
subito a cacciarmi di casa. Così mi ospitò Santana fino al diploma, poi
ci trasferimmo entrambe a New York e qui partorii. Tuttavia le cose non
andarono proprio come avevo previsto. Non venni ammessa alla Julliard,
alla quale avevo fatto domanda per il corso di violino, così io e Beth
fummo di nuovo ospitate da Santana, la quale era entrata alla NYU. Quei
mesi furono difficili e lì capii davvero il valore della mia migliore
amica. Santana ci accudì e sopportò me e i pianti di Beth giorno e
notte. Per questo motivo, avevo deciso di trovarmi un lavoro e una
casa, ma, ancora una volta, le cose non andarono liscissime. Per il
primo periodo riuscii solo a racimolare qualche soldo lavorando in vari
fast food, ma non era abbastanza, così iniziai a suonare il violino nei
parchi e, in seguito, mi spostai a Broadway e riuscii ad affittare un
appartamento per me e per Beth, ma, ancora una volta, le cose andarono
storte. Quando Santana non poteva tenerla, ero costretta a portare la
piccola con me a lavoro e purtroppo, un giorno, un assistente sociale
passò da lì e si accorse di noi. Chiese un mandato, visitò il mio
appartamento e, alla fine, decise di togliermi la mia bambina perfetta
finchè non avessi trovato il modo di accudirla a dovere. Allora, ancora
una volta, era arrivata Santana a salvarci, portando con sé Shelby. Lei
era stata l’insegnante del Glee club al nostro liceo e, quando aveva
saputo della mia gravidanza, mi aveva parlato della sua. Mi aveva
raccontato di come avesse accettato di affittare il suo utero ad una
coppia di uomini molto gentili che desideravano tantissimo un bambino.
Tuttavia, dopo quella gravidanza, aveva avuto dei problemi che
l’avevano portata a diventare sterile. Quando mi aveva parlato, mi
aveva detto che abbandonare la sua bambina era stata la cosa di cui si
pentiva di più e che dovevo fare di tutto per tenermi la mia. Shelby
aveva contattato i servizi sociali, richiedendo l’affido temporaneo di
Beth, in questo modo potevo ancora vedere la mia bambina perfetta e,
trovato un lavoro stabile, l’avrei riavuta.
“Mami ci sono gli ‘coittoli..”
“Scoiattoli tesoro..” Stesi la tovaglia per il pic-nic e mi sedetti
accanto a Beth, la quale era tutta concentrata ad osservare uno
scoiattolo.
“ ‘Coiattoli..” Ripetè la bambina, facendomi sorridere.
“Facciamo una foto allo scoiattolo?” La sua testolina bionda si voltò
nella mia direzione e mi sorrise allegramente.
“Siiii!” Presi la macchina fotografica dallo zainetto e inquadrai il
piccolo scoiattolo, mettendolo per bene a fuoco, prima di scattare.
“Ecco qui.. Guarda tesoro..” Le feci vedere la foto e sorrise ancora,
fissandomi con i suoi meravigliosi occhietti verdi, così simili ai
miei.
“E’ bellissimo mami.. Mi compri uno ‘coiattolo?” Sorrisi leggermente.
“Poi lo chiediamo a zia Shelby, tesoro..” Presi uno dei panini dal
sacchetto del fast-food e ne tagliai un pezzettino, avvicinandolo poi
alla bocca di Beth. La piccolina, mangiò distrattamente, mentre
continuava a tenere gli occhi fissi sui vari animaletti che abitavano
il parco.
“Mami..” Le feci mangiare un altro boccone, mentre il suo viso si era
concentrato a guardare le persone che passavano dal parco.
“Dimmi amore..” Alzò uno dei suoi ditini paffuti e indicò un punto
davanti a noi.
“C’è zia Sanny…” Appena sentii quelle parole, alzai gli occhi e mi
ritrovai davanti ad un gruppetto di persone che ci fissavano con
insistenza. Restai a bocca aperta quando mi resi conto che si trattava
di Santana, Brittany, Rachel e Kurt.
Quella mattina Santana aveva raggiunto Brittany al suo teatro,
portandole dei cioccolatini e un mazzo di rose. Sapeva quanto la sua
paperella fosse stressata per le ultime prove della prima del suo
spettacolo, per questo, per quel pomeriggio, aveva deciso di rapirla e
portarla un po’ al parco. La sua Britt andava matta per le papere e,
fortunatamente, Central Park ne era piena, così aveva organizzato una
tranquilla mattinata in mezzo al verde, alla natura, alle coccole e
alle papere. Stavano per andare via all’ora di pranzo, quando la
ballerina si era accorta che due dei loro amici stavano passeggiando da
quelle parti. Rachel e Kurt si erano trovati fuori dai teatri per la
loro pausa pranzo e avevano deciso di fare un giro insieme, per
prendere un po’ d’aria fresca. Stavano arrivando i primi mesi estivi e,
ora che la temperatura era più calda, ma non ancora afosa, avevano
tutti pensato di approfittare di Central Park. Così Brittany e Santana
avevano raggiunto Rachel e Kurt e, dopo qualche chiacchiera, avevano
deciso di andare a pranzo insieme e, mentre discutevano per decidere in
quale locale andare, la diva aveva detto una frase che aveva fatto
voltare tutti…
“Quella… non è Quinn?”
Santana fu la prima a voltarsi e si accorse subito di me e mia figlia
“E’.. con una bambina? Chi è?” Kurt e Rachel si voltarono subito verso
Santana, la quale si morse il labbro inferiore, indecisa sul da farsi.
Gli altri volevano sapere chi fosse quella bambina così simile a me e
l’ispanica non sapeva se dire loro la verità oppure no… Alla fine
giunse alla conclusione che era meglio se fossi stata io stessa a dare
quella risposta.
“Dovreste chiederlo a lei, non a me..” Dopo quella frase, si voltarono
tutti di nuovo verso di me, solo che stavolta videro che mi ero accorta
di loro e che Beth li stava indicando col ditino.
Mi morsi il labbro inferiore e un moto di terrore si manifestò per
qualche attimo sul mio dito. Cosa avrei detto loro? Sicuramente stavano
già chiedendo a Santana chi fosse Beth e, se conoscevo bene la mia
migliore amica, lei gli avrebbe detto che dovevano chiederlo
direttamente a me. Avrei potuto dire che si trattava di mia sorella o
di una cuginetta o qualche altro parente. Tuttavia, mentre pensavo, la
piccola si era alzata in piedi e aveva iniziato a gambettare verso
Santana, la quale sorrise e la prese in braccio.
“Ciao zia Sanny!”
“Ciao Beth…” Mi alzai anche io e li raggiunsi, ma, prima che potessi
dire qualcosa, mia figlia parlò ancora.
“Zia, mami mi ha pottata a mangiare al parco e abbiamo fatto le foto
agli ‘coiattoli!” Santana le sorrise dolcemente, mentre le mascelle
degli altri tre toccarono terra. Sospirai leggermente e abbassai lo
sguardo.
“Beth, tesoro..” Ottenni l’attenzione della bambina “Loro sono degli
amici di mamma e zia.. Perché non ti presenti?” La piccola annuì
convinta e si voltò verso Rachel, Kurt e Brittany.
“Mi chiamo Beth Fabray e ho tanti così anni!” Alzò quattro dita mentre
i ragazzi davanti a lei la osservavano ancora con sorpresa. La prima a
riprendersi, tuttavia, fu la cantante, la quale fece un passo verso
Santana e Beth e le sorrise con dolcezza, facendo sciogliere anche me.
“Sei bellissima, Beth.. Io mi chiamo Rachel e questi due dietro di me
sono Kurt e Brittany..”
“Lo sai piccolina? Brittany è la mia fidanzata!” Commentò Santana,
mentre la biondina sorrideva e annuiva convinta.
“Fidanzata come Cenerentola e il principe?” Chiese la piccola, con gli
occhietti verdi che luccicavano.
“Proprio come loro!” Kurt restò sorpreso anche per la mutazione della
latina, la quale, quando vedeva Beth, diventava di una dolcezza unica,
proprio come le succedeva quando vedeva Brittany.
“Però zia e Brittany sono più belle di Cenerentola e il principe…” Sia
Santana che la sua ragazza sorrisero teneramente e si immersero in una
sessione di coccole dedicate a Beth.
“Vuoi vedere le paperelle Beth? Sono gli animali preferiti di
Brittany..”
“Anche i miei!” Rispose la bimba, battendo le mani
allegramente e, piano piano, le tre si allontanarono di qualche metro,
avvicinando al laghetto. Kurt prese il telefono, dicendo di dover
chiamare Blaine, e si allontanò dal lato opposto, così mi ritrovai da
sola davanti alla diva..
“Rachel… Uhm.. Beth è..”
“Quinn.. sta tranquilla..” Il suo sorriso mi sciolse ancora “Non devi
parlarmene a forza se ti senti a disagio” Quel maledetto sorriso che
non accennava a sparire dalle sue labbra… e dal mio cuore “E’ veramente
bellissima.. E ti somiglia molto, ha i tuoi stessi occhi…”
Mi morsi leggermente il labbro inferiore e abbassai lo sguardo.
“Ti ringrazio..” Inaspettatamente, la sua mano prese la mia e sentii le
sue dita accarezzarmi piano la pelle.
“Non devi ringraziarmi, Quinn… Non ho fatto nulla..” Alzai lo sguardo e
mi incantai ad osservare i suoi occhi nocciola che esprimevano una
dolcezza unica. Lentamente, lasciò la mia mano e si voltò ad osservare
Brittany, Santana e Beth, intente a dar da mangiare alle papere del
laghetto “Vuole molto bene a Santana…”
“Lei ci ha ospitate..” Dissi d’un tratto, conscia del fatto che mi
stavo aprendo con lei “Prima che trovassi un appartamento.. Santana ci
ha ospitate.. Poi però mi hanno tolto Beth, perché non posso garantirle
stabilità economica.. e adesso è in affido temporaneo…”
“Oh..”
“Si, però.. Voglio riprendermela.. Lei è la mia bambina perfetta, la
cosa migliore che io abbia mai fatto…” Rachel sorrise e si avvicinò di
più a me, tanto che dovetti ricordare a me stessa di respirare.
“Sai.. Ti ammiro molto.” Con quelle parole mi colpì tantissimo. Lei era
una star di Broadway, una cantante con una voce incredibile e una
carriera promettente e stava dicendo a me, una vagabonda, un’artista di
strada, che mi ammirava molto? “Non ho mai conosciuto mia madre.. Lei
affittò l’utero ai miei papà e poi sparì dalla mia vita senza neanche
farsi mai conoscere… Mi sarebbe piaciuto, sai? A volte mi chiedo se le
somiglio o se ho ereditato da lei l’amore per il canto… Non lo so, sono
tutte domande a cui non avrò mai risposta…” Abbassai gli occhi “Ma Beth
si. Beth saprà di avere i tuoi occhi e il tuo sorriso perché tu hai
scelto di starle accanto e stai combattendo per essere parte della sua
vita..” Posò la mano sulla mia guancia e mi accarezzò piano con le sue
dita e fu allora, quando sentii che erano umide sulla mia pelle, mi
resi conto che stavo piangendo.
Mi feci indietro di scatto, osservando prima Kurt, Poi Brittany e
Santana. Fortunatamente nessuno dei tre sembrava essersi accorto di
quella scena, così fui rapida ad asciugarmi del tutto le lacrime,
tenendo lo sguardo basso.
“Scusa Quinn.. Non volevo intr..”
“No! Rachel davvero..” Alzai gli occhi, ancora un po’ rossi e sorrisi
“Grazie..”
Dopo l’incontro al parco, passai l’intera giornata sola con Beth, non
prima di aver promesso a Rachel di pranzare con lei il giorno dopo. Ero
rimasta colpita dalle sue parole, perfino la sua storia mi sembrava
familiare, ma, in quel momento, non riuscii a fare i giusti
collegamenti. Rientrammo nel mio appartamento dopo cena, Beth mi si era
addormentata in braccio e, a dirla tutta, ero parecchio stanca anche
io. Ci coricammo insieme nel mio letto e dormimmo per tutta la notte.
Purtroppo la mattina seguente dovevo lavorare, così fui costretta a
riportare la piccola da Shelby, la quale ci accolse con la sua solita
dolcezza.
“Zia Shelby, mami mi ha portata al parco e mi ha fatto
conoscere i suoi amici.. E c’era anche zia Santana..”
La donna prese in braccio la mia bambina e sorrise.
“Davvero piccola? Allora adesso facciamo colazione e mi racconti tutto!
Va a lavarti le mani..” Le diede un bacetto sulla fronte e la mise a
terra. Allora Beth annuì e mi salutò stringendosi alle mie gambe.
“Ciao mami..” Chiusi gli occhi e le accarezzai piano la testolina
bionda..
“Ciao, amore mio..” Si staccò da me dopo un po’ e filò dentro casa.
“Quinn.. L’hai presentata ai tuoi amici?” Annuii leggermente e Shelby
mi strinse forte a se “Sono fiera di te…” Sussurrò al mio orecchio e,
per la seconda volta in meno di due giorni, mi ritrovai a piangere come
una bambina mentre la persona che più somigliava ad un genitore nella
mia vita, mi stringeva tra le sue braccia.
________
Angolo dell'autrice.
Alloora.. Beh niente da dire, finalmente si capisce un po' di più della
storia di Quinn, Beth e del ruolo di Santana nella loro vita. In questo
capitolo credo ci sia il secondo vero contatto tra le anime di Quinn e
Rachel (il primo c'è stato quando hanno cantato insieme) e niente... Ci
vediamo al prossimo capitolo, grazie mille a tutti coloro che leggono e
recensiscono ^___^ Alla prossima
Crim.
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