Little foxes.

di Alopex
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo uno. ***
Capitolo 2: *** Capitolo due. ***
Capitolo 3: *** Capitolo tre. ***
Capitolo 4: *** Capitolo quattro. ***
Capitolo 5: *** Capitolo cinque. ***
Capitolo 6: *** Capitolo sei. ***
Capitolo 7: *** Capitolo sette. ***
Capitolo 8: *** Capitolo otto. ***
Capitolo 9: *** Capitolo nove. ***
Capitolo 10: *** Capitolo dieci. ***
Capitolo 11: *** Capitolo undici. ***
Capitolo 12: *** Capitolo dodici. ***
Capitolo 13: *** Capitolo tredici. ***
Capitolo 14: *** Capitolo quattordici. ***
Capitolo 15: *** Capitolo quindici. ***
Capitolo 16: *** Capitolo sedici. ***
Capitolo 17: *** Capitolo diciassette. ***
Capitolo 18: *** Capitolo diciotto. ***
Capitolo 19: *** Capitolo diciannove. ***
Capitolo 20: *** Capitolo venti. ***
Capitolo 21: *** Capitolo ventuno. ***
Capitolo 22: *** Capitolo ventidue. ***



Capitolo 1
*** Capitolo uno. ***


Chanel è una sedicenne dai lunghi capelli ramati che fanno uno splendido contrasto con i suoi occhi azzurri/grigi.
Ha una carnagione chiara e, posate sulle sue guance, ci sono delle piccole lentiggini. 
'Tante persone riunite in una piazza' sosteneva il suo fratellino minore ogni volta che si avvicinava a lui per darle il bacio della buona notte.

Jason ha 10 anni, dei folti capelli arancioni e, come la sorella, occhi azzurri/grigi.
I due fratelli sono molto legati tra di loro.

Jason passava quasi tutti i giorni in ospedale; All'età di 6 anni gli avevano diagnosticato un tumore al cervello.
Le cellule tumorali ormai erano già cresciute.
'Il piccolo ha una massa abnormale di tesuto che cresce in eccesso e in modo scordinato rispetto ai tessuti normali' aveva spiegato il dottore a Chanel.

Come ogni giorno la ragazza andò in ospedale a trovare il fratello.
Jason stava dormendo e lei si sedette su una sedia di fronte al letto.

nonostante leggesse molto, conosceva poco l'argomento tumori.
Preferiva immaginare che conoscere.
'L'immaginazione è più importante della conoscenza. La conoscenza è limitata, l'immaginazione abbraccia il mondo' si ripeteva ogni volta.

'Ciao' Chanel tornò alla realtà.
Il fratellino si era svegliato e presentava alla sorella un bellissimo sorriso.
'Come stai, piccolo?' chiese la ragazza abbracciando il fratello.
'Bene' i suoi occhi erano identici a quelli della sorella. 
Ogni tanto, a seconda del tempo, cambiavano tonalità e nello stesso instante anche quelli di lei lo facevano.
'Ieri la dottoressa aveva detto che mi avrebbe portato delle patatine fritte per pranzo, ma mi sono ritrovato la solita bistecca rinsecchita' disse ormai rassegnato.
La mano di Chanel si posò su quella di Jason.
'E tu non mangiarla, protesta!'
'Così poi mi porterà le patatine che mi aveva promesso!' disse mostrando tutti i denti che aveva.
I due si guardarono intesamente negli occhi.
'Con le volpi bisogna comportarsi da volpi' esclamarono in coro.
Chanel ripeteva quella frase al fratello talmente tante volte che ormai le rimbombava nella testa.
Le era entrata dentro e non sarebbe mai più uscita.

'Ormai mi è rimasta qui' le aveva detto il fratello indicandosi la fronte.
'Quella massa di tessuto ha compagnia li dentro' aveva pensato lei.

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Capitolo 2
*** Capitolo due. ***


La ragazza salutò il fratello dandogli un affettuoso bacio sulla fronte.
'Vai dal solito ragazzo?' chiese incuriosito alla sorella
'Si piccolo impiccione'.
Chanel mise la mano sui ricci del fratello e glieli scompigliò.
Si stava dirigendo alla porta quando la chiamò - 'Chanel!'
'Si?' la sorella si voltò per guardarlo.
'Ti voglio bene'
Il viso di Jason era bianco - 'Candido come la neve' pensava;
Erano gli occhi di un bambino innocente quelli che stava guardando - 'Glaciali, freddi. Un bambino che non merita tutto questo male, un bambino dal cuore d'oro' sosteneva.
E poi aveva quei bellissimi ricci arancioni, 'Capelli caldi. L'unica parte vivace nel suo viso, capelli allegri'. 
'Anch' io ti voglio bene Jason'.
 
Uscita dall'ospedale, come il suo solito, Chanel si avviò alla biblioteca.
La ragazza si specchiava davanti ad ogni vetrina per controlare che i capelli le stessero bene.
 
Era un giorno d'inverno quando lo vide per la prima volta:
Chanel abitualmente si recava alla biblioteca e passava ore e ore sui libri. Aveva deciso di leggere, per la settima volta, il suo libro preferito 'La solitudine è libertà'. 
Una frase la aveva maggiormente colpito: 'Gli uccelli cantano dopo una tempesta perchè l'uomo non riesce a sentirsi libero di gioire della luce del sole che gli rimane'.
'Jason è un uccello' aveva pensato.
Chanel non era l'unica ad aver deciso di leggere quel libro, un ragazzo alto dai capelli castani, contemporaneamente a lei, aveva allunguato il braccio per afferrarlo.
La mono di lui era sopra a quella di lei quando sentì dei brividi lungo la schiena.
Il castano afferrò il libro e glielo diede.
I loro sguardi si incontrarono e le loro menti si incrociarono.
 
Chanel entrò nella biblioteca.
Seduto al solito posto c'era il motivo per cui lei si trovava li.
Ogni giorno si sedeva poco distante dal ragazzo, prendeva un libro e ogni tanto alzava lo sguardo verso di lui.
Aveva l'aria di essere uno che studiava molto, era sempre immerso nella lettura e non distoglieva mai lo sguardo dal libro.
I lineamenti del suo viso erano molto sottili, ogni tanto mentre leggeva un dolce sorriso gli spuntava sulle labbra.
'Un uomo che legge ne vale due' pensava.
Anche quella giornata passò in fretta e per Chanel era già ora di tornare a casa, stava per uscire dalla biblioteca quando si accorse che appeso al muro c'era una lista.
Lesse il titolo ad alta voce 'I maggiori lettori' ;
La ragazza era certa che il nome scritto al primo posto era il suo: Liam Payne.

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Capitolo 3
*** Capitolo tre. ***


Erano le 6:00, quella mattina, quando Chanel andò al piano di sotto.
Il fratello sarebbe tornato a casa nel pomeriggio e decise di preparargli una torta al cioccolato.
Cercava di fare il minor rumore possibile per non svegliare il padre.
 
Max era un uomo molto forte all'apparenza, ma solo i due fratelli conoscevano la realtà.
 
 
'Aspetto un bambino' disse Margatet al marito.
'Ma è fantastico!' per la prima volta un bellissimo sorriso illuminò il volto di Max.
 
'Complicazioni durante il parto' ripetevano i dottori.
Chanel non sapeva che tipo di complicazioni fossero, ma le avevano fatto perdere la madre.
Le parole di lui scomparvero assieme a lei.
 
'La casa non poggia le fondamenta sul terreno, ma su una donna'.
Chanel prese il posto della madre e si prese cura del fratello.
'Papà associa Jason alla morte, per questo lo odia' si ripeteva.
La massa di tessuto nel cervello del ragazzo continuava a crescere e Max non aveva parole.
 
 
Qualcuno bussò alla porta e Chanel tornò alla realtà.
Andò ad aprire, davanti ai suoi occhi c'era un bellissimo bambino dal capelli arancioni che presentava uno splendido sorriso.
Jason saltò in braccio alla sorella e l'abbracciò più forte che poteva.
'Ho una sorpresa per te' gli disse mentre prendeva un foglio dalla sua tracolla.
Il giovane porse il disegno alla sorella;
Un ragazzo dai capelli castani teneva la mano di una ragazza dai lunghi capelli ramati.
Gli occhi di lei erano uguali al color del cielo.
In basso a destra c'era una scritta  e la lesse ad alta voce - 'Ti voglio bene Chanel. 
Jason'
'Anche io ti voglio bene, piccolo' Un lungo abbraccio riempì quell'imbarazzante silenzio.
'Che cos'è questo profumo?' disse il fratello interrompendo il contatto.
'Questa è la mia di sorpresa' Chanel mise giù il fratello e andò a sfornare la torta.
 
'Il dolce più buono che io abbia mai mangiato' La fetta nel piatto di Jason sparì prima ancora che lei avesse toccato la sua.
'Posso averne un'altro pò?'
'Certo, ma lasciane un pezzo anche per papà' il ragazzo abbassò lo sguardo e rimase in silenzio.
 
Chanel entrò nella camera da letto del padre con quello che era rimasto della torta al cioccolato.
Alzò le persiane per svegliarlo e posò il piatto sul comodino accanto al letto.
Max si stiracchiò, si mise a sedere e prese la colazione.
'Volevo solo dirti che Jason è tornato' disse lei mentre si dirigeva alla porta - ''Sarebbe carino da parte tua andarlo a salutare'.
 
Lungo il corridoio la ragazza passò davanti alla stanza del fratello, fece capolino; - 'Ho scoperto il suo nome' 
il piccolo si girò di scatto - 'E come si chiama?'
'Liam' gli occhi di lei cominciarono a sognare.

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Capitolo 4
*** Capitolo quattro. ***


Chanel si stava recando alla biblioteca quando, Improvvisemente, dei nuvoloni pesanti coprirono il cielo.
Una goccia d'acqua, saguita da tante altre, cadde sul corpo freddo di lei.
Il vento le sferzava i capelli sul viso, tanto che vedeva appena. I vestiti erano già bagnati fradici;
Qualche auto passava centrando le pozzanghere e schizzando l'acqua sui suoi pantaloni.
 
Entrò in biblioteca, i suoi capelli erano bagnati e le cadevano pesantemente sulla schiena.
Il ragazzo di nome Liam era già arrivato, gli diede un occhiata e si precipitò a prendere un libro.
Il forte rumore della pioggia rimbombava nella stanza e distraeva la lettura della ragazza che si era seduta in un angolo.
 
Un raggio di luce illuminò il volto di lei. Il sole era tornato e Chanel si avviò alla finestra per scaldare il suo corpo bagnato.
Due piccoli colibrì si posarono su un ramo.
'Gli uccelli cantano dopo una tempesta, perchè l'uomo non riesce a sentirsi libero di gioire della luce del sole che gli rimane' sussurrò qualcuno nell'orecchio di lei mentre gli posò una giacca sulle spalle. - 'Se non ti copri rischi di ammalarti' le disse il ragazzo.
Chanel era sconvolta e spaventata; Liam era davanti ai suoi occhi.
La ragazza lo ringraziò con un leggero filo di voce.
'Piacere, io sono Liam' il sorriso nel volto di lui illuminò quello di lei.
'Piacere mio, Chanel'. I suoi occhi stavano fissando quelli di lei.
'Stavo per uscire a fare una passeggiata nel parco qui vicino, mi fai compagnia?'
La ragazza annui, - 'Mi farebe piacere'.
 
'Non parli molto èh?' disse Liam interrompendo il silenzio.
 'Il suo viso è ancora più bello visto da vicino' pensò.
- 'Preferisco leggere'.
Il ragazzo sorrise - 'Certo, ma ci sarà pur qualcos' altro che ti piace fare?'
'Ho sempre desiderato imparare a suonare il piano' Liam al suono di quelle parole si fermò. 'Ma non ne ho mai avuto la possibilità' preseguì.
'Ti piace la musica?' così dicendo il ragazzo, saguito da Chanel, andò a sedersi sull'erba ancora umida.
'Non potrei mai vivere senza musica, sarebbe come vivere senza aver mai provato Emozioni.' i due si sorrisero.
'A me, invece, piace cantare'.
'Allora dai, fammi sentire come te la cavi' rispose lei.
'Quando tu imparerai a suonare il piano lo farò' Ribattè Liam.
'Cos'è? ti vergogni oppure semplicemente non sei abbastanza bravo?' un sorriso malizioso si formò sul suo volto.
Il ragazzo si alzò in piedi e mise le braccia sui fianchi. - 'Ho forse la faccia di uno che non sa cantare?'
Chanel alzò la testa in modo da poterlo vedere bene - 'Vuoi la verità o preferisci una bugia?'
'Una bugia' disse ridendo. La ragazza si alzò e si mise di fronte a lui 'Oh si.'
Liam le piombò addosso facendola cadere, le mani di lui si muovevano veloci nel corpo di lei.
'Smettila ti prego, soffro il solletico' Chanel non riusciva più a smettere di ridere.
La ragazza approfittò di un piccolissimo momento di pausa per afferrare le mani di Liam.
Per la seconda volta, da li a pochi mesi prima, i loro sguardi si incontrarono e le loro menti si incrociarono.
 
Le ore passavano e i due ragazzi scoprirono di avere molte cose in comune.
'Forse è ora che ti riporti a casa, tua madre sarà preoccupata'.
Gli occhi della ragazza si fecero vuoti. 'Bè, non esattamente'.
'Scusa, mi dispiace' Liam sembrò capire.
'No, non ti preoccupare, non lo potevi sapere' lo tranquillizzò lei.
'Quanto tempo è passato?' Chiese incerto il ragazzo.
Nessuno le aveva mai fatto domande riguardo la sua vita privata e per la prima volta in tutta la sua vita riuscì a sfogarsi con qualcuno.
Chanel raccontò a Liam tutto ciò che le era successo e che le stava succedendo e lui la sapeva ascoltare.
Le sue parole diventarono lacrime; Il ragazzo la prese tra le sue braccia e la strinse forte a se facendola sentire a casa. 

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Capitolo 5
*** Capitolo cinque. ***


'Non ho paura della morte, ma di morire' le aveva detto Jason.
La sorella lo strinse forte a se. Pesanti lacrime scendevano sui loro volti.
Chanel uscì di casa con gli occhi ancora lucidi. Liam, come ogni giorno, da ormai due settimane, la stava aspettando.
La vedeva spesso piangere ma mai le aveva chiesto il perchè, era molto più bravo con gli abbracci che con le parole.
'Oggi Jason torna all'ospedale'. disse la ragazza staccandosi dall'amico.
'E io ti porterò da lui ogni giorno' il ragazzo sfiorò la guancia umida di lei - 'Me lo presenterai, vero?'.
'Ne sarebbe davvero felice'. Un grazioso sorriso illuminò il viso di Liam.
'I suoi occhi sorridono con lui' pensava. 
 
Chanel entrò nella stanza d'ospedale accompagnata da Liam.
Il fratello stava dormendo e i due si accomodarono sul letto accanto al suo.
I folti ricci di Jason gli coprivano il viso.
'Una volta ho fatto una torta con le carote' raccontò la ragazza 'Lui si rifiutò di mangiarla, disse che sarebbe stato come mangiare se stesso' Un sorriso, causato da quel ricordo, comparve sul suo volto - 'Sai, per i capelli'.
La risata di Liam sveglio il ragazzo dai capelli color carota.
'Buongiorno, piccolo' Disse la sorella avvicinandosi a lui.
'Abbiamo compagnia?' lo sguardo del ragazzo era rivolto a Liam.
'Scusa, non mi sono presentato. Piacere, Liam' 
Il fratello guardò la sorella con aria divertita per poi stringere la mano al ragazzo.
'Piacere mio, Jason'.
L'ora passò velocemente tra scherzi e risate e per i due era già ora di andare.
'Ah quasi dimenticavo' Liam prese un pacchetto regalo e lo porse a Jason che lo scartò velocemente.
'Chanel guarda, cioccolata!'.
 
'Credo che questa sera approfitterò del fatto che ho la casa libera per pulire un pò' disse la ragazza mentre si dirigeva in biblioteca con l'amico.
'Non credo proprio' rispose lui facendola girare su se stessa per poi fermarla davanti a se. Liam mise le mani sulla vita di Chanel, erano talmente vicini che i loro nasi si sfioravano. 
'Questa sera tu sei mia'.
 
La ragazza prese le lasagne dal frigo e le mise nel micronde.
Mentre guardava il piatto giarare e aspettava che la sua cena si scaldasse pensava a cosa avrebbe potuto mettersi per la serata.
Mangiò velocemente e si precipitò in bagno.
Si mise un leggero strato di fondotinta che quasi non si vedeva, matita nera e ombretto azzuro che evidenziava al meglio i suoi occhi chiari.
Legerri ricci ramati le ricadevano sulle spalle.
Per quella sera aveva deciso di indossare un semplice vestito bianco con un coprispalle nero.
 
Chanel bussò alla porta e subito dopo Liam le aprì.
Il ragazzo si immobilizzò alla vista di lei e la ragazza arrossì notevolmente.
'Entra pure'.
 
'Ho una sorpresa per te' 
Liam prese la mano di lei e la portò al piano di sopra, la trascinò con se per poi fermarsi davanti a una porta chiusa.
Il ragazzo le bendò gli occhi e la fece entrare.
Un leggero venticello accarezzò i capelli di lei.
'Ora posso tornare a vedere' scherzò.
Liam le tolse la benda.
I muri di quella stanza erano di un colore bianco acceso, un solo oggetto la riempiva: Un pianoforte.
Il ragazzo la fece sedere di fianco ad esso e si mise dietro di lei.
Le afferrò le mani dolcemente per poi poggiarle sui tasti del piano.
Chanel si volto per guardarlo e ancora un volta i loro nasi erano vicini.
Liam poggiò la bocca sull'orecchio di lei e le sussurrò: 'Quando le dita di una persona sfiorano i tasti di un pianoforte le note che eso emana sembrano stelle che brillano nell'aria e che solo tu puoi vedere'.

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Capitolo 6
*** Capitolo sei. ***


'Cara mamma, io papà a Jason siamo appena tornati dall'ospedale;
Erano mesi ormai che si lamentava per il dolore alla testa e dopo tante richieste papà ha ceduto.
Siamo partiti questa mattina, hanno fatto a Jason molte analisi.
Ha un tumore. Non so bene che cosa sia ma i dottori non ne sembrano entusiasti. 
Mi informerò'.
...
'Jason non morirà vero? Non può lasciarmi sola con papà.
Non dice una parola. Lui lo odia! Crede che sia la causa della tua morte'.
 
Chanel mise il suo vecchio diario nel cassetto, i suoi occhi erano lucidi e la gola le bruciava fastidiosamente.
Liam era accanto a lei.
Lui la guardò intensamente negli occhi e lei fece lo stesso. La ragazza ringraziò il cielo di essere seduta comoda nel suo letto;
I caldi occhi castani di Liam le facevano sempre tremare le ginocchia.
'Va tutto bene, ci sono io'.
 
Uno spesso strato di neve si era steso sul suolo.
I cespugli e gli alberi erano appesantiti da una coltre bianca.
Chanel e Liam si erano recati al bar sotto casa per bere una cioccolata calda.
Il corpo di lei era freddo e la bevanda la aiutò molto.
 
'Prendi questa' urlò Liam lanciando a Chanel una palla di neve!
Il ragazzo la colpì in piena faccia e il volto le diventò improvvisamente rosso.
'Vuoi la guerra? E che guerra sia'  Chanel raccolse della neve da terra.
'No scusa, non volevo colpirti'
Un sorriso maligno comparve sul viso ancora rosso di lei e andò verso Liam.
Erano uno accanto all'altro, Chanel teneva la sua arma nella mano e il ragazzo cercava di prenderla.
Il suo braccio era attorno alla vita di Chanel, allungava la mano libera per afferrare quella occupata di lei.
Entrambi si guardarono e per un istante smisero di fare quello che stavano facendo.
Liam accarezzò la guancia di Chanel.
'Sei...'
'Ehi Liam!!'
La frase del ragazzo fu interrotta da quattro voci in lontananza.
Tre ragazzi castani e uno biondo piombarono su di lui facendolo separare da Chanel.
'Che ci combini, bello!' disse il biondo strofinando la mano sui capelli dell'amico.
'Piacere, io sono Harry' disse uno rivolto alla ragazza.
I capelli di lui erano ricci e a Chanel ricordavano tanto le aiuole che sua madre curava ogni giorno.
'Piacere mio, Chanel' La ragazza non fece nemmeno in tempo a stringergli la mano che ne erano spuntate altre due.
'Piacere io sono Louis, bello, simpatico e chi più ne ha più ne metta' Al suono di quelle parole un sorriso spuntò sul suo volto e la sua risata eccheggiò nell'aria.
'Si dice che una buona risata allunghi la vita' disse il biondo facendosi largo tra i due.
'Piace, io sono Niall' Dei grandi occhi vivaci la stavano guardando.
Tutti i ragazzi erano attorno a lei, le facevano mille domande per conoscerla meglio.
Solo uno dei quattro era rimasto in disparte, teneva in bocca una sigaretta e non sembrava affatto interessato alla Ragazza.
'Potrebbe anche solo fingere' pensò.
Il ragazzo si girò a guardarla e lei distolse lo sguardo.
Per un attimo i due si guardarono.
La ragazza notò che gli occhi di lui erano uguali a quelli del padre.
'Non incontrarò mai più il suo sguardo' pensò.

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Capitolo 7
*** Capitolo sette. ***


Chanel stava camminando lungo il marciapiede, quella mattina a scuola era stata prorio dura;
Le ultime due ore di storia l'avevano distrutta.
A casa, ad aspettarla ci sarebbe stato suo fratello Jason.
Improvvisamente un auto si fermò davanti a lei.
Non riusciva a vedere il volto di chi la guidava perchè i vetri erano oscurati.
Non fece nemmeno in tempo a pensare di aver paura che questi si abbassarono.
Il riccio scese dall'auto e aprì la portiera nella parte opposta alla sua - 'Salta su dai!' Chanel obbedì confusa. - 'Che ci fai da queste parti?'
'Sono venuto a prenderti, ti porto da Liam' la ragazza corrugò la fronte 'Siamo tutti li, abbiamo preparato il pranzo' proseguì il ragazzo.
'Mi spiace ma mio fretello si aspetta che io torni a casa'
Harry distolse per un attimo lo sguardo dalla strada e guardò la ragazza. 'Mi spiace tanto ma Liam mi ha raccomandato di non portarti a casa'.
Chanel iniziò a diventare nervosa. 'Sarà successo qualcosa a Jason?' 
Decise di stare zitta e non dire una parola, era preoccupata e cercava di non farglielo notare.
'Tutto ok?' La ragazza annuì.
Dopo 10 minuti di viaggio passati in silenzio, finalmente, arrivarono.
Chanel piombò fuori dall'auto prima ancora che Harry potesse compiere il suo atto da gentil uomo e andare ad aprirle.
Bussò alla porta e il ragazzo con gli occhi uguali a quelli di suo padre le aprì.
'Dov'è Liam?' chiese velocemente - 'Ciao anche a te' un ghigno comparve sul volto del ragazzo. 
'Ti ho chiesto dov'è!' Il moro le fece segno di entrare, sembrava piuttosto infastidito dal suo comportamento.
'Come mai tanta fretta?' Chiese divertito il riccio che era entrato subito dopo di lei. 
I due ragazzi si guardarono e sorrisero - 'Ciao Zayn' 'Ciao Harry'.
Liam raggiunse Chanel. - 'Potete lasciarci soli per un momento?' disse rivolto ai due.
'Certo, tutta tua' disse Zayn alzando le mani.
'Cosa è successo?' la ragazza aveva già le lacrime agli occhi.
 
Liam si era diretto all'ospedale per portare a casa Jason.
Il piccolo sembrava distrutto, si reggeva in piedi a fatica, il viso era più bianco del solito, segno che aveva appena vomitato.
Il ragazzo lo prese in braccio e lo cargò sull'auto, dove si addormentò.
Non appena arrivarono a casa Liam prese le chiavi che Chanel le aveva dato e aprì la porta.
'La chemioterapia lo ha proprio distrutto' pensò guardando il giovane scendere a fatica dall'auto.
Jason si avviò alle scale e fece i primi tre scalini con fatica.
Nello stesso istante in cui Liam andò verso di lui per aiutarlo il piccolo cadde atterra.
Il suo piccolo corpo era raggomitolato sul pavimento.
 
'Ora si è ripreso ma deve rimanere in ospedale per altre due settimane'.
Chanel si inginocchiò a terra, le mani sul viso.
Niall entrò nella stanza, era l'unico ad aver sentito i singhiozzi di lei.
'Ehi, va tutto bene?' Il biondo guardò preoccupato l'amica rannicchiata a terra.
Chanel istintivamente si alzò e abbracciò l'amico più forte che potè.
Niall era sconvolto ma avvolse la ragazza tra le sue braccia senza aver bisogno di una spiegazione.
Poco dopo anche Liam si aggiunse all'abbraccio.
Erano li, insieme, e il resto sembrava non contare.
Il biondo era preoccupato ma non chiese mai alla ragazza il motivo per cui stesse piangendo.
'Su dai, ora vai di la e mangia qualcosa' Niall le sorrise e la ragazza venne contagiata.
'La pasta ormai sarà fredda' disse Liam.
'Non ti preoccupare, la scaldo con il micronde' così dicendo l'amico tornò in cucina.
I due ragazzi rimasero soli. Un'ultima fredda lacrima scese sulla guancia di lei che venne asciugata dalle labbra calde di lui.

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Capitolo 8
*** Capitolo otto. ***


'Com'era la mamma?' 
I due fratelli erano seduti, uno accanto all'altro, sul letto d'ospedale.
'Era una bellissima donna, solare e sempre sorridente!' spiegò - 'Aveva lunghi capelli castani e occhi verdi, verdi come l'irlanda, la sua terra'.
'Aveva due anni quando venne ad abitare qui, ha sempre voluto tornarci, 'Dopo la nascita di Jason andremo tutti in Irlanda' diceva'.
Il piccolo abbassò la testa, delle soffici lacrime caddero silenziose sulla coperta.
'Ho infranto il suo sogno' disse strofinandosi gli occhi.
Chanel prese il suo viso tra le mani, guardandolo capì che oggi i suoi occhi erano di un bellisimo azzurro cielo con contorni neri.
'Tu eri il suo sogno'.
 
La ragazza stava correndo. 
Il vento le spostava le lacrime facendole bagnare i capelli che danzavano nell'aria.
Sarebbe andata da Liam, era l'unico a saperla consolare.
Lui l'avrebbe stretta a se e lei avrebbe capito che tutto sarebbe andato bene.
Chanel bussò alla porta e subito dopo questa si aprì.
Due occhi color nocciola stavano guardando i suoi color cielo. Un cielo, pieno di nuvole, un cielo in tempesta.
Pesanti goccie d'acuqa scendevano sulle guancie di lei.
'Vieni qui' Il ragazzo aprì le braccia e la strinse a se.
'Mi sento inutile'
'Ma non lo sei, sei la persona più fantastica che io abbia mai conosciuto'.
Alzò la testa per riuscire a vederlo.
'Ti amo' pensò. 
'Ti voglio bene' disse. 
 
Chanel stava disfando le valige, lei e i ragazzi si sarebbero trasferiti da Liam per qualche giorno.
Qualcuno bussò alla porta di quella che sarebbe stata la sua nuova camera.
'Avanti'.
Il biondo entrò mostrando un bellissimo sorriso, si sedette sul letto e si mise a fissare la ragazza.
'Si?' 
'Come va con Liam?' Chanel arrossì a causa di quella domanda improvvisa.
'Perchè me lo chiedi?' Cercava di essere il più naturale possibile ma a quanto pare l'amico aveva capito tutto.
'Ti piace, non è vero?' La ragazza abbassò la testa rassegnata.
'Da che cosa l'hai capito?' chiese.
'Quando lo guardi i tuoi occhi riflettono tutto ciò che c'è di bello nel mondo'.
 
Non appena Chanel finì di disfare le valigie scese a preparare la cena per i ragazzi.
Era intenta a tirare fuori le lasagne dal forno. -'Cosa c'è per cena?' lei, che non aveva sentito l'arrivo di Zayn, si spaventò e si bruciò la mano.
'Ma sei stupido o cosa?' Le urlò la ragazza.
Lui sembrava divertito. 
Liam seguito da Harry Louis e Niall raggiunse i due amici.
'Che cos'è successo?' 
Anche Harry sembrava divertito da quella situazione;
Zayn si stava rotolando atterra dalle risate mentre Chanel era seduta su una sedia e si guardava la mano con un espressione addolorata.
'Non ti preoccupare, Zayn è fatto così'  disse Louis mentre le metteva la mano sotto l'acqua fredda.
 
 
 
Era notte fonda quando Chanel si svegliò improvvisamente a causa di un brutto sogno, aveva bisogno d'acqua.
La ragazza stava andando verso le scale quando una porta chiusa attirò la sua attenzione;
Percorse il corridoio finchè non si trovò davanti ad essa.
La prima volta che l'aveva varcata una benda copriva i suoi occhi.
Entrò e senza pensarci due volte si sedette di fronte al pianoforte.
Le dita di lei premevano leggere sui tasti bianchi e neri.
Chiuse gli occhi, una dolce e delicata musica l'accompagnò nel buio.
'Hai imparato' una voce spezzò quel silenzio cullato dalla musica e la ragazza tornò alla realtà.
Liam le stava sorridendo sull'uscio della porta.
'Si, e ora, come promesso, tu devi cantare'
Il ragazzo si sedette accanto a lei. - 'La conosci  'Cry me a river?' 
Chanel annuì.
La voce di Liam volava leggera nella stanza, cantava guardandola negli occhi.
Il cuore le batteva forte, quasi volesse uscire.
La voce di Liam volò leggerà nel suo petto, gli mise una mano sulla guancia.
Il ragazzo smise di cantare e un improvviso silenzio piombò nella stanza.
Il viso di lui era sempre più vicino a quello di lei. - 'Ora vado!' disse lei alzandosi improvvisamente.
Si diresse a grandi passi verso la porta e uscì. 
Liam rimase solo ed iniziò a suonare.
La musica riempiva, ancora una volta, la stanza proprio come il profumo di Chanel che continuava ad alleggiare anche dopo che se n'era andata.

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Capitolo 9
*** Capitolo nove. ***


Il piccolo Jason estrasse una collana dal cassetto e la porse alla sorella che ci infilò una bellissima perla azzurra.
 
I due svolgevano quell'azione da quando il tumore era stato diagnosticato a Jason.
Le perle erano un regalo della madre, perle Irlandesi.
 
 
Quella mattina a casa Payne tutto era tranquillo, Chanel, dopo aver fatto colazione, si diresse in bagno;
Si mise una fascia fra i capelli, prese spazzolino e dentifricio dal cassetto e si lavò i denti.
La porta era rimasta aperta così anche Louis entrò - 'Giorno' disse con un sorriso raggiante sul volto.
Lei le fece un cenno con la testa e lo guardò compiere i suoi stessi movimenti.
I due amici erano molto affezzionati.
Lui, nonostante l'età, si comportava ancora come un bambino e lei lo seguiva sempre:
Qualsiasi cosa Louis facesse anche Chanel, dopo pochi secondi la faceva.
Come Peter Pan e la sua ombra.
Louis sputò nel lavandino e subito dopo anche Chanel fece lo stesso.
Il dentifricio, che un attimo prima era nella bocca di lei, andò a finire sui capelli di lui!
'Che schifo, questa me la paghi'.
Fu per questo motivo che la tranquillità di quella mattina diventò caos!
Il ragazzo prese lo shampoo e lo puntò verso la ragazza in preda alle risate!
'No ti prego, non l'ho fatto apposta'
Louis strinse forte il prodotto così lo shampoo andò a finire sul pigiama di Chanel.
Nel giro di pochi secondi tra urla e risate il bagno si riempì di sapone così come i capelli, il viso e i vestiti dei ragazzi.
Liam, sentendo tutto quel baccano si diresse al piano di sopra e mise fine all'amichevole litigata fra i due.
 
Liam fece sedere la ragazza sulla sedia, le tolse la fascia che aveva tra i capelli e si mise a spazzolarli delicatamente.
'Come faceva sempre la mamma' sussurrò.
 
Quel pomeriggio la ragazza aveva deciso di sistemare la sua camera.
Stava spolverando la scrivania quando il suo cellulare cominciò a suonare.
- 'Pronto?' chiese incerta.
- 'Pronto, sono Elisabeth, la dottoressa di Jason'
Chanel iniziò ad agitarsi, era preoccupata. - 'E' successo qualcosa? Lui sta bene?'
- 'Si tutto ok è solo che...'
- 'Che?' Era confusa, confusa ma felice di sapere che tutto andava bene.
'La massa di tessuto nel cervello di Jason continua a crescere, diventa sempre più grande, non gli rimane molto'.
Gli occhi della ragazza si riempirono di lacrime come non le era mai successo prima, il cuore le batteva forte.
In quel momento, pensò, poteva battere per entrambi.
'Quanto gli rimane esattamente?'.
'Tre mesi'.
Chanel sapeva che quel momento sarebbe arrivato e lo temeva molto.
Buttò il cellulare atterra e si piombò sul letto mettendo il viso tra le braccia.
In quell'istante Harry entrò nella stanza 'I ragazzi sono usciti a fare la spesa, mi annoio, facciamo qualcosa?'
La ragazza non riusciva a pronunciare nemmeno una parola, alzò il viso per farsi vedere e senza parlare le diede la risposta.
'Oddio, Chanel, che cosa è successo?' Il ragazzo andò a sedersi sul letto assieme all'amica e le accarezzò i capelli.
Il silenzio eccheggiò nella stanza per due minuti, minuti che ad Harry sembravano ore.
'Ti è mai capitato di sentirti inutile?' riuscì a chiedere 'Ti è mai capitato di voler impedire una cosa? Una cosa impossibile da ostacolare?'
'Niente è impossibile' rispose il ragazzo.
'Tranne la morte'.
 
Chanel raccontò tutto all'amico impedendogli di riferire la cosa agli altri ragazzi, eccetto a Liam, che già sapeva tutto.
 
 
La ragazza si tolse la maglia e i pantaloni, mise il tutto su una sedia e si infilò il pigiama.
Quella giornata l'aveva proprio distrutta tanto che non appena chiuse gli occhi si addormentò.
 
In quella casa, in quella stanza, in quella sedia, in quei pantaloni c'erano delle bellissime perle irlandesi raggruppate dolcemente, una vicina all'altra, in quella piccola tasca.
1452 perle.
Ogni perla che veniva aggiunta era un passo verso la morte di Jason.
1452 passi.

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Capitolo 10
*** Capitolo dieci. ***


'...E così il piccolo Jason riuscì, finalmente, a vedere quella piccola e tenera volpe'.
La madre era seduta accanto al letto, si sfiorava il pancione con le dita.
Raccontava ogni sera una sua storia alla figlia.
Amava scrivere, era una sua grande passione. 
Chanel era stesa sul letto, sembrava pensare ad altro.
Erano tutte storie diverse quelle che scriveva:
l'ambientazione, il tempo e le vicende erano sempre differenti, ma c'era un cosa che le univa: Il protagonista.
'Jason! questo sarà il suo nome' disse mettendosi a sedere. La sua piccola manina sfiorò la pancia della madre.
 
Liam era seduto sul bordo del letto, fissava la ragazza ormai da dieci minuti.
Si muoveva in continuazione cercando di riprendere sonno, voleva recuperare quel bellissimo sogno causato dal ricordo.
Si accorse della presenza di lui solo quando aprì gli occhi per controllare l'orario.
'Finalmente sei sveglia' disse con un sorriso.
'Da quanto sei qui?'
'Da parecchio, ero salito per dirti che la colazione è pronta, ma dal sorriso sul tuo volto ho capito che stavi facendo un bel sogno, non volevo svegliarti' 
'Fra soli tre mesi Jason se ne andrà e non lo vedrò mai più' La ragazza abbassò la testa cercando di trattenere le lacrime.
Ormai le scendevano costantemente.
Liam scosse la testa. - 'Rimarrà qui dentro' disse sfiorandole il petto.
 
'Erano qui, ne sono sicura!'.
Chanel si mise in punta di piedi per riuscire ad afferrare la scatola; Conteneva le vecchie storie della madre.
Lo scaffale era troppo alto, cercava di farsi più grande. Allungava il braccio e le dita delle mani ma ancora non riusciva ad afferarla.
Liam, divertito, si avviò verso di lei.
Era davanti alla ragazza, Il braccio sinistro le avvolse le vita. 
I due erano talmente vicini che Chanel riusciva a sentire il suo profumo.
Il braccio destro salì sfiorando delicatamente quello di lei.
Senza fare il minimo sforzo riuscì a prenderla.
'Ecco a lei, signorina' disse sorridendo. 
 
Chanel era distesa sul divano immersa nella lettura.
Zayn entrò in salotto e accese la TV senza preoccuparsi della ragazza.
'Ehm scusa, io starei leggendo!' 
'Da quando lo sai fare?' disse senza nemmeno rivolgergli uno sguardo.
'Si molto simpatico, davvero. Non è che potresti guardarla in camera tua?'
'No, questa mi piace di più' Un ghigno comparve sul suo volto.
'Per favore!' disse la ragazza con insistenza.
Zayn spense la TV sbuffando - 'Non hai nient'altro da fare? Perchè invece di leggere non ti dedichi a uno sport estremo? così non sarò costretto a sopportare la tua presenza ogni giorno!'
'Ho provato tantissimi sport estremi, ma ora vorrei provare l’ebbrezza del vuoto assoluto. Per cortesia, mi faresti entrare dentro la tua testa?'
Il ragazzo non sembrava divertito quanto lei, uscì dalla stanza e Chanel fu di nuovo sola.
Stava posando il foglio dentro la scatola, accanto al divano, per prenderne un'altro, quando Louis entrò nella stanza.
- 'Cosa leggi di bello?'
'Storie di mia madre, amava scrivere' disse sorridendo.
'Posso dare un'occhiata?' - 'Fai pure'.
Il ragazzo stava sfogliando un piccolo quaderno quando distolse lo sguardo da esso. 'Chi è questo Jason? E' ovunque!' chiese divertito
'Mio fratello, ora ha dieci anni'.
Chanel raccontò tutti i dettagli del piccolo protagonista, tralasciando la malattia.
Louis sembrava piuttosto interessato, la riempiva di domande.
'Ha i capelli arancioni?' Chiese con stupore. 'Certo, dei bellissimi ricci arancioni!'
'Come le carote' disse Liam entrando in salotto.
'Lo devo conoscere!' un bellissimo sorriso si illuminò sul volto di Louis, così come i suoi occhi.
'Ti piacerà'.

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Capitolo 11
*** Capitolo undici. ***


'Ma è una donna bellissima!' il biondo rimase stupito vedendo la foto di Margaret sul comodino della ragazza.
Un viso dai lineamenti sottili stava mostrando uno splendido sorriso al di la dell'obbiettivo. 
Chanel prese in mano la fotografia - 'Era una madre fantastica, sempre pronta a lottare per i sogni delle persone che ama, i miei, ad esempio'.
Niall abbassò il viso dispiaciuto. 
Insieme si misero ad osservare la foto, due bellissimi occhi verdi sorridevano.
'Come è successo?' chiese intimidito il Biondo.
'Complicazioni durante il parto' la sua risposta le ricordò quella dei dottori.
'Diceva che dopo la nascita di Jason saremo andati tutti in Irlanda, la sua terra'.
Gli occhi color cielo di lui si illuminarono - 'Irlanda hai detto?'
Un sorriso spuntò sul volto della ragazza dopo aver notato la reazione di Niall 'Si, hai capito bene'.
Chanel posò la fotografia sul comodino accanto a una collana.
1454 perle.
 
La ragazza si svegliò improvvisamente!
Delle piccole orribili immagini le vorticavano nella mente, colpendosi forte la testa cercava di scacciare quel brutto sogno.
Liam era rannicchiato a terra sanguinante, un uomo mascherato si stava dirigendo verso di lei.
Il rumore di uno sparo, poi... il nulla.
'Ho bisogno di lui, ora più che mai' sussurrò.
Senza pensarci due volte Chanel si alzò dal letto.
Si trovava davanti alla stanza di Liam. Bussò, sperava che il ragazzo fosse ancora sveglio.  
'Avanti' La dolce voce di Liam la rassicurò.
'Disturbo?' 
'Assolutamente no' disse il ragazzo mettendo da parte il libro che stava leggendo.
Era seduto sul letto e fece spazio all'amica.
'Tutto ok?' Chiese preoccupato osservando Chanel che si accomodava accanto a lui.
'Liam, tu non mi abbandonerai, vero?' I due si guardavano intensamente negli occhi.
Il ragazzo l'accolse, al caldo, tra le sue braccia.
'Mai, piccola, mai!' Dolcemente, gli accarezzava i capelli.
'Che stavi leggendo di bello?' disse la ragazza interrombendo l'imbarazzante silenzio.
Chanel prese il libro che Liam aveva apoggiato sul letto e lesse il titolo ad alta voce 'La solitudine è libertà'
'Il mio preferito' disse sorridendo.
Insieme pronunciarono la frase che gli aveva fatti conoscere, la frase che aveva dato inizio alla loro forte amicizia, la frase che gli aveva fatti innamorare;
'Gli uccelli cantano dopo la tempesta, perchè l'uomo non riesce a sentirsi libero di gioire della luce del sole che gli rimane'.
Liam mise la mano sulla guancia di Chanel
Il cuore di lei batteva talmente forte che temeva le uscisse dal petto.
I loro visi erano sempre pià vicini.
Il cuore di lui batteva talmente forte che temeva le uscisse dal petto.
Risciva a sentire il suo profumo.
I loro nasi si sfioravano, si guardavano intensamente negli occhi come non avevano mai fatto prima.
In quella stanza, due cuori battevano all'impazzata.
I bellissimi occhi marroni di lui si specchiavano in quelli azzurri di lei.
'Ti amo' pensò Chanel
'Ti amo' la voce di Liam le rimbombò nel petto.
Le loro labbra fredde e morbide, finalmente, si incotrarono.
In quella stanza, i due cuori che prima battevano all'impazzata diventarono una cosa sola.
 
 
Una leggera soffiata d'aria entrò dalla finestra che il ragazzò aveva aperto durante la notte.
I due amici dormivano dolcemente uno accanto all'altro.
Liam strinse forte a se la ragazza che rabbrividì a causa del leggero venticiello.
Il petto del ragazzo venne accarezzato dolcemente dai soffici capelli di lei.
'Rimmarrai con me?' sussurrò.
'Fino alla fine'.

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Capitolo 12
*** Capitolo dodici. ***


Zayn irruppe nella stanza - 'La colazione è pronta!'
Si fermò di scatto non appena vide che l'amico non era solo.
Fece un occhiolino rivolto a Liam, diede un occhiataccia a Chanel e si precipitò giù dalla scale.
La ragazza si mise a sedere e si stiracchiò.
'Buon giorno, piccola' disse Liam accarezzandogli la guancia.
'Buon giorno anche a te, bello'
I due scesero le scale mano nella mano accompagnati da un sonoro brusio che proveniva dalla cucina.
'Vi dico di si, gli ho visti con i miei occhi!' 
'Io non ci credo!'
'Ma potrebbe essere vero, perchè no!'
'Si, ha ragione'.
I pettegolezzi terminarono non appena Liam e Chanel entrarono nella stanza.
'Che ti avevo detto' disse Zayn, rivolto a Louis, dopo aver visto i due amici che si tenevano per mano.
Chanel arrossì e con tutti gli sguardi puntati addosso si mise a sedere.
'Bè, Pensavate di tenercelo nascosto?' chiese Louis ai due.
'Assolutamente no, avevamo intenzione di dirvelo'.
Chanel annui mentre beveva la sua tazza di the.
'Congratulazioni amico, ce l'hai fatta, finalmente' Niall gli scompigliò, divertito, i capelli.
'Quando possiamo conoscere Jason?' chiese ansioso Louis all'amica.
Lei si illuminò e diede un occhiata improvvisa al calendario. 'Domenica 19 Dicembre'. 
Il piccolo sarebbe tornato a casa.
'Oggi!'.
 
Chanel Liam e Jason si trovavano davanti alla casa della ragazza.
Era intenta a cercare le chiavi nella sua borsa - 'Ero sicura di averle messe qui'
'Non è che le hai lasciate in macchina?'
'Oh no, eccole' disse lei mostrandogliele.
Jason aprì la porta, il padre era immobile davanti a lui, e lo osservava.
Il sorriso sul volto del piccolo si spense e si precipitò in camera.
Il ragazzo si avviò verso Max - 'Piacere, io sono Liam' così dicendo allungò il braccio aspettandosi di ricevere un'amichevole stretta di mano.
I due si fissarono. Il sorriso nel volto del ragazzo cominciò a cedere.
'Papà, ti prego' la voce di Chanel era debole e tremante. 
Max si avviò alla porta e uscì sbattendola forte.
La ragazza prese la prima cosa che le capitò a tiro e la scaraventò a terra.
Il piatto, che poco prima si trovava nel tavolo, ora era in mille pezzi sul pavimento.
Tanti erano i pezzi di vetro quante le lacrime che scendevano sul suo viso.
Chanel si rannicchiò a terra, prese quello che ne rimaneva tra le mani e lo strinse forte.
La bianca porcellana si sporcò di rosso.
'Fermati!' Liam si precipitò verso di lei - 'Va tutto bene'
'Mio padre è uno stupido!' la ragazza nascose il viso sul petto di lui.
 
Liam stava fasciando la mano di Chanel quando qualcuno bussò alla porta.
'Jason, dovrebbero essere loro, vai ad aprire?' Urlò al fratello.
'Vado subito'.
'CAROTE' esclamò Louis non appena lo vide.
Il piccolo, divertito e spaventato allo stesso tempo si mise a correre per tutta la casa e il ragazzo lo rincorreva.
'Ti prenderò e ti mangerò!' - 'E invece no, sei vecchio! Io sono più veloce di te!'
I ragazzi guardavano divertiti la scena.
Louis scese le scale, teneva il piccolo in braccio, si ribellava.
'Lasciami andare, brutto mangia carote!!' 
Il ragazzo inciampò e così i due cadderro a terra.
Si guardarono per un secondo prima di riempire la stanza delle loro risate.

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Capitolo 13
*** Capitolo tredici. ***


Zayn si avvicinò al piccolo, era seduto a terra in preda alle risate.
Gli porse una mano per aiutarlo ad alzarsi - 'Piacere, io sono Zayn'
Prima ancora che Jason potesse rispondere Chanel gli piombò davanti - 'Loro sono Harry e Niall' 
Il ragazzo cadde a terra di fianco a Louis che stava assistendo alle presentazioni.
Sbuffando, si rialzò in piedi.
 
Quella sera tutti i ragazzi avrebbero cenato da Chanel.
Louis e Jason stavano giocando assieme. 'Chi disegna più carote vince!'
Il piccolo era in vantaggio, si limitava a fare un segno con una matita arancione.
Il ragazzo, invece, si impegnava molto - 'Oh no, mi stai battendo!'
Chanel li guardava divertita mentre saliva al piano di sopra per prendere una tovaglia.
Stava aprendo il cassetto quando improvvisamente una collana, che era certa essere di Niall, venne agganciata al suo collo.
La prese tra le mani e la guardò;
Uno spesso filo nero teneva sospeso sul suo collo un trifoglio, Simbolo d'Irlanda.
'Niall' sussurrò voltandosi.
Il biondo la guardava, la sua bocca era un sorriso di cui anche gli occhi partecipavano.
'Grazie' i due si abbracciarono.
'Sarà come se tua madre fosse sempre con te'.
 
Un leggero profumo di biscotti eccheggiava nell'aria, Chanel lottò parecchio per non farli mangiare, prima del previsto, a Niall e a Harry.
La cena era pronta e i ragazzi erano seduti a tavola.
Tutti avevano una porzione di arrosto, patate e verdura. Chi più chi meno;
Il piatto di Niall era colmo di cose e in quello di Jason mancavano le carote.
Louis si divertiva a mangiarle davanti a lui in modo evidente.
Fu una cena molto rumorosa, la passarono tra chiacchiere e risate.
Jason, non appena ebbe finito si mangiare si sedette in braccio a Louis, era stanco e posò la testa sul petto del nuovo amico.
'E quella cos'è?' disse indicando la nuova collana della sorella.
Tutti la guardarono - 'Un mio regalo' esclamò il biondo divertito.
'Simbolo dell'irlanda' spiegò Louis.
'La terra della mamma! Ci andremo un giorno?' Una leggera speranza si intravedeva nel suo sguardo.
La sorella si guardava attorno, sapeva che non ci sarebbe stata l'occasione.
'Ti giuro che un giorno io e te ci andremo' Rispose Louis accarezzando una guancia al piccolo.
'Non fare promesse che non puoi mantenere' pensò lei.
 
Fu il rumore di un vaso gettato a terra a svegliare Jason quella notte.
Corse nella stanza della sorella ma scoprì che era vuota.
Si avviò al piano di sotto preoccupato.
Chanel era rannicchiata sul pavimento, le mani tra i capelli.
Dei forti singhiozzi riempivano la stanza.
'Ehi!' Il piccolo si sedette accanto a lei, teneva in mano le perle, una in più del giorno prima. Un passo in più.
La sorella alzò la testa e improvvisamente lo strinse forte a se - 'Non lasciarmi sola'
'Ti osserverò da lassù, sarò il tuo angelo custode'.
 
 
Scusate per il ritardo ma la mia vena creativa era andata in vacanza ed è tornata da poco.
Scusate anche se è corto come capitolo,
la creatività è tornata per metà.

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Capitolo 14
*** Capitolo quattordici. ***


La mattina dopo i due fratelli si svegliarono, addolorati, sul pavimento.
Chanel sentiva un forte dolore alla schiena.
Il padre non era ancora tornato, viaggiava per giorni interi. 
Quando i due figli non erano ancora nati, era solito farlo in compagnia della moglie.
Viaggiare gliela ricordava molto. 
Max amava Margaret più della sua stessa vita.  
 
Era una mattina di settembre, la donna stava tornando a casa dal lavoro, portava al collo una collana di perle.
La via in cui si trovava la sua casa era coperta di petali. Formavno un lungo tappeto rosso che terminava davanti al cancelletto.  
Curiosa, apri la porta. La casa era buia, una sola candela la illuminava.
Vide la figura del marito scendere le scale, teneva in mano qualcosa di piccolo.
Si fermò davanti a lei, si mise in ginocchio e aprì la piccola scatola che teneva in mano - 'Margaret, vuoi sposarmi?'
Una caloroso 'Si' riempì la stanza di luce più di quanto potesse fare quella candela.
 
Chanel era sdraiata sul divano intenta a leggere un libro. 
Qualcuno bussò e Jason andò ad aprire.
Liam e Louis si trovavano al di la della porta - 'Ciao piccolo' dissero in coro.
La ragazza posò il libro e andò a salutarli.
Liam le diede un afettuoso bacio sulla fronte, notò gli occhi, ancora lucidi, di lei.
Prese il suo volto tra le mani - 'Tutto bene?' 
Annuì.
Jason prese la mano del ragazzo e lo portò di sopra, Louis rimase solo con l'amica.
Il piccolo chiuse la porta della camera e si girò verso Liam.
- 'Quando io non ci sarò più ti prenderai cura di lei?' entrambi avevano le lacrime agli occhi.
'Lo prometto'.
Jason stava per uscire dalla stanza ma il ragazzo lo fermò - 'Non dire niente a Louis, è molto affezzionato a te, glielo diremo con calma'.
 
Chanel, quella sera, entrò nella stanza del padre, il letto era ancora da fare.
Una pila di camicie erano poste ordinatamente su una sedia.
Odiava l'odore che emanava quella stanza, odore di odio, odore di un padre che abbandona i propri figli.
O forse... dolore.
La parte sinistra del letto era occupata da un mucchio di vestiti che appartenevano alla moglie, non gli aveva mai tolti da li.
Tirò le coperte fin sopra ai cuscini, con un piede spinse una scatola che si trovava sotto al letto.
La prese, si mise a sedere e la aprì;
Trovò delle bellissime scarpe bianche con fiori rosa, insieme ad esse, una lettera:
'Alla donna più bella del mondo.
Alla mia ragione di vita.
Alla madre di una bellissima figlia.
Alla madre di un futuro e fantastico bambino.
A te regalo queste scarpe, perchè tu possa compiere migliaia di altri passi, perche tu possa andare avanti'.
 
 
 
Sinceramente, a parere mio, questo è il più brutto capitolo che abbia scritto. .-.

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Capitolo 15
*** Capitolo quindici. ***


La casa era buia, Chanel  e Jason dormivano.
Diversi rumori caratterizzavano quella tarda serata;
La pioggia sbatteva forte sulle pareti, il suono di una chiave infilata nella serratura, lo scricchiolio della porta che si apriva.
Max tornò a casa quella notte, si tolse la giacca e la gettò sul divano.
I suoi capelli erano bagnati, pesanti goccie d'acqua ricadevano sul suo viso.
Salì le scale e si diresse in camera sua, si fermò davanti alla porta non appena vide che Chanel stava dormendo nella parte destra del letto.
Teneva un foglio in mano.
Il suo sguardo passò dalla figlia alla scatola aperta ai piedi del letto.
Lasciò cadere le chiavi che teneva in mano.
Il tonfo fece svegliare di colpo la ragazza che si alzò non appena lo vide.
Si guardarono per alcuni secondi ma poi il silenzio venne spezzato.
Un altro rumore caratterizzava quella tarda serata:
Le sue urla.
Lesse ad alta voce la lettera vche teneva in mano la sua stradala evidenziando alcune frasi - 'Alla madre di un futuro e fantastico bambino!' Lo guardava dritto negli occhi.
'Papà, Jason sta morendo! Pensi che la mamma sia felice?' Chanel, per la prima volta, vide una lacrima scendere lentamente sulla guancia di Max.
Era certa che non fosse semplice acqua. 
'Tu la ami e lei ama te!' l'uomo scosse la testa. - 'Lei ti ama, ama tutti noi.'
Sembrava fissare il vuoto. - 'Jason ha bisogno di te' tremava.
Margaret non c'era e Max non aveva parole.
'E' solo un bambino papà! Lui non è la causa della morte di tua moglie, è il frutto del vostro amore.
L'unica cosa di lei che ti rimane.'
Fece un respiro profondo, il suo silenzio la innervosiva.
- 'Parla papà, ti prego' era l'unico filo di voce che le rimaneva.
Max andò verso di lei e aprì le braccia.
'No! Non toccarmi.' La ragazza uscì dalla stanza in lacrime.
 
Era buio, la pioggia cadeva pesantemente come le lacrime dal suo viso.
 
- 'Pronto?' La voce di Liam era debole, quella chiamata lo aveva svegliato, era mattina presto.
'Chanel è sparita!' La voce del bimbo tremava.
'Arrivo subito'.
 
Il ragazzo bussò alla porta e subito si aprì.
Jason era in lacrime davanti ai suoi cinque amici, Louis lo accolse tra le sue braccia.
'Va tutto bene piccolo, la troveremo'.
Liam prese la giacca, ancora bagnata, dal divano. - 'Questa non è sua'.
'E' di papà, è tornato ieri notte' spiegò.
Il ragazzo corse subito al piano di sopra ed entrò nella stanza di Max.
'Lei dov'è?' l'uomo lo fissava immobile.
'Chanel, dov'è?'
Max scese dal letto e aprì la finestra senza badare alla presenza del ragazzo.
'Lei dovrebbe amare i suoi figli'.
Così dicendo Liam uscì dalla stanza.
 
'Non può essere sparita!'
Disse Zayn, chiaramente, in preda al panico.
Niall si sedette su una sedia, appoggiò le braccia sula tavolo e ci nascose il volto.
Harry prendeva a pugni il muro.
Louis cercava di consolare il suo piccolo amico.
Liam  provò a chiamare Chanel ma nello stesso momento la suoneria del suo cellulare riempì la stanza.
'Io non ce la faccio' Zayn si alzò in piedi e si diresse verso la porta,
'Dove vai?'
'A cercarla'.
 
Chanel era bagnata e le gambe le facevano male;
aveva camminato tutta la notte.
Una macchina si fermò davanti a lei.
Aveva freddo, il vento trapassava i suoi abiti bagnati.
Zayn scese dall'auto - 'Che cosa ti è saltato in mente?'
La ragazza non badò a quelle parole e proseguì per la sua strada.
'Dove credi di andare?' fermò Chanel afferrandole il braccio.
'Lasciami Zayn, non ho bisogno di te'
'Nemmeno io ho bosogno di te! Ma Niall, Harry,Louis, Liam e Jason si!'
Chanel si fermò di scatto.
Il ragazzo la prese in braccio, la teneva al caldo.
Appoggiò il suo volto sul suo petto.
'Il padre che non ho mai avuto' pensò.

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Capitolo 16
*** Capitolo sedici. ***


Zayn aprì la porta e fece entrare la ragazza.
Niall alzò la testa, ci mise un pò per capire che Chanel era tornata;
Aveva tenuto, per tutto il tempo, il volto fra le braccia e ora la luce gli offuscava la vista.
Liam si alzò non appena la vide e Harry smise di prendere a pugni il muro, la candida pelle bianca era macchiata di rosso.
Jason le corse in contro e la guardò con gli occhi ancora lucidi.
- 'Non lasciarmi solo ancora una volta'.
Si staccò dalla sorella e fece spazio a Liam.
Prese il suo volto tra le mani e la guardò in silenzio con un'espressione vuota.
'Liam...' il ragazzo mise un dito sulla bocca di lei.
Staccò una mano dalla guancia della ragazza e la mise sul suo fianco spingendola delicatamente verso di se.
'Non ho mai avuto tanta paura' gli sussurrò.
Harry piombò fra i due spingendo via il ragazzo. Mise le sue mani sporche e ferite sulle spalle di lei. 
- 'Non farlo mai più, hai capito?' 
Chanel prese le sue mani avvicinandole agli occhi - 'Mi dispiace!'.
'Meglio se sali in camera tua' le disse Louis cercando di allontanarla dai ragazzi 'Vai, a riposarti'.
 
Si stava accomodando nel letto quando improvvisamente la porta si aprì.
Niall fece capolino - 'Disturbo?'
'Certo che no, entra pure' il ragazzo chiuse appena la porta e si fece avanti.
'Volevo solo dirti che io non ho avuto paura come gli altri'
Chanel si alzò e andò verso di lui 'Ah si? E come mai?' 
Il biondo prese fra le mani la collana che aveva al collo - 'Sapevo che tua madre era con te'.
Niall venne scaraventato atterra, Max si trovava davanti alla figlia.
Le strappò la collana, la buttò atterra e la pestò davanti agli occhi del ragazzo.
Perfino gli amici che erano rimasti di sotto sentirono il colpo che Max diede alla figlia, in viso, con la mano aperta.
'Ti odio!!' quella parola uscì dalla sua bocca altrettanto rumorosamente come lo schiaffo che aveva appena ricevuto.
Il padre uscì dalla stanza e lasciò soli i due amici.
Entrambi erano rannicchiati atterra.
La ragazza era in lacrime, Niall prese la collana ancora intatta e la mise sul comodino.
'stai bene?' riuscì a chiedere. Il viso di Chenel era nascosto, lo alzò per farsi vedere, la mano del padre era impressa sul suo volto.
I ragazzi piombarono nella stanza. 
'Che cosa diavolo è stato?' chiese sconvolto Zayn.
Liam vide la ragazza in lacrime e si diresse verso di lei
'Piccola..' si interuppe non appena vide lo stampo sulla sua guancia - 'Ma che cosa...'
Chanel nascose il viso sul suo petto.
Jason era immobile davanti alla porta, guardava sconvolto la sorella.
'E' stato lui?' chiese attirando l'attenzione.
Le lacrime scesero ancora più velocemente del suo viso e tutti lo notarono.
'Jason!' scosse la testa in cerca di spiegazioni. - 'Ti ho chiesto se è stato lui!' Ormai anche il piccolo urlava.
Annuì.
Un espressione di rabbia si ipadronì del suo volto, erano tutti in attesa di scoprire che cosa stesse per fare.
Louis aveva un idea ma sperava non fosse quella giusta.
Lo era.
Jason corse nella stanza del padre e spalancò la porta 'Lurido vigliacco' era la prima volta che gli rivolgeva la parola, la prima volta che lo guardava negli occhi.
'Fermo!' Louis lo prese in braccio cercando di farlo calmere, si muoveva ferocemente.
'Non la devi toccare hai capito? non puoi fargli del male!' urlava talmente tanto che temeva la sua voce fosse sparita da un momento all'altro.
'Lei si prende cura di noi, è così che la ringrazi?' Max, come al solito, non parlava.
'Per me è come la mamma!' L'uomo al sentir pronunciare quelle parole si immobilizzò, andò verso di lui ma Luois, che ancora lo teneva in braccio riuscì a spostarlo in tempo.
Chanel era davanti alla porta 'Vattene papà!'. 

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Capitolo 17
*** Capitolo diciassette. ***


Quella mattina i ragazzi arrivarono a casa di Chanel, molto presto;
Liam aveva una copia delle chiavi.
I due faretelli erano ancora a letto, il ragazzo prese due vassoi dalla credenza e in ognuno ci mise una ciambella e un bicchiere di latte.
Ne diede uno a Louis e, insieme, si diressero al piano di sopra.
Liam entrò nella stanza della ragazza - 'Buon giorno piccola'.
Si sedette sul bordo del letto, gli sistemò i capelli mettendoli dietro le orecchie e le baciò la fronte.
 
Louis piombò nella stanza del piccolo - 'Buon giorno mondo!' disse con tutta la voce che aveva.
Jason si sedette e si strofinò gli occhi per vedere che cosa succedeva, sembrava ancora nel mondo dei sogni.
'Su dai, mangia e preparati!'
'Ma dove andiamo?' chiese addentando la ciambella.
'Usciamo, non ti va un giro al parco?'
Suo padre non lo aveva mai portato e quello era il suo desidero più grande.
'Ogni bambino merita il divertimento, anche chi è malato'. pensava la sorella.
 
Jason e Louis passeggiavano mano nella mano - 'E poi voglio andare sull'altalena, mi spingerai forte forte, vero?!'
'Certo, ti farò toccare il cielo'.
Arrivarono al parco e, come previsto, Jason si piombò sulla giostra.
Muoveva buffamente le gambe cercando di andare più in alto.
Louis non la smettava di ridere, afferrò il pezzo di legno dove era seduto e lo tirò verso di se, andando ogni volta sempre più in dietro.
Mollò la presa e il piccolo volò, i ricci arancioni si muovevano leggermente nel vento.
Sul suo volto c'era un bellissimo sorriso, un sorriso che nè suo padre nè la malattia lo poteva togliere.
Louis era il suo migliore amico, con lui si sentiva bene, si sentiva vivo.
La notte si chiudeva in camera e pensava a lui.
Non voleva lasciarlo. - 'Ma non posso abbandonare nemmeno la mamma' pensava.
Le ore passavano e per i due era ora di andare 'Dai piccolo, andiamo, è tardi e i ragazzi saranno in pensiero'.
 
Una distesa di grano attirò l'attenzione dei due mente stavano tornando a casa.
'Prendimi se ci riesci!' Jason, seguito da Louis si buttò nel campo e iniziò a correre.
'Dove credi di andare, insetto, vieni subito qui!' Il ragazzo lo raggiunse e lo afferrò per il braccio.
Jason cercava di scappare mentre lui lo teneva forte.
Il giovane mollò la presa e Louis cadde.
Una fragorosa risata fece eco nel campo così anche il ragazzo atterra venne contagiato.
Prese una spiga, se la mise in bocca, infilò le mani sotto la testa e guardò il cielo.
Anche Jason fece lo stesso.
'Che cosa credi ci sia lassù?' domandò
'Tutto quello che desideri'.
 
 Chanel era stesa sul letto, aveva posato una fotografia sul cuscino e la guardava affascinata.
Una giovane donna teneva in braccio una bimba, entrambe sorridevano.
'Non è più come una volta' pensò.
Il vetro si bagnò e nello stesso istante Zayn entrò nella camera - 'La cena è pronta'
la ragazza lo guardò, un'altra lacrima scese dal suo viso.
'Ancora piangi? Ma non sai fare altro?'
Chanel si alzò di scatto e andò verso di lui - 'La vuoi tu la mia vita?'
'C'è chi sta peggiò' disse alzando le spalle.
Teneva in mano la foto di sua madre. - 'E questa cos'è?'
il ragazzo cercò di prenderla ma lei non mollò la presa.
Entrambi insistevano. - 'Lasciala!' - 'Voglio vedere cos'è!'
Nello stesso istante i due si arresero, la fotografia finì atterra, in mille pezzi.
'Mi dispiace' disse rivolto alla ragazza.
Chanel si rannicchiò sul pavimento, i resti della foto attorno a lei.
'Io ti odio! Avevo ragione, sei proprio come mio padre!'
Zayn fece finta di non sentire. - 'Chi era la donna nella foto?'
'Mia madre.'
'E lei dov'è?'
Le lacrime iniziarono a scendere, di nuovo.
'E' morta! Proprio come succederà a Jason!'
'Ma che cosa stai dicendo?'
'Mio fratello ha un tumore, gli rimangono ormai 3 mesi, resterò sola con mio padre'
Il ragazzo restò in silenzio.
'Allora? La vuoi o no la mia vita?'
Il rumore di una lacrima silenziosa fece voltare di colpo la ragazza.
Louis era davanti alla porta. 

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Capitolo 18
*** Capitolo diciotto. ***


'Louis..' il ragazzo corse fuori dalla stanza e Chanel lo seguì.
Entrò in quella di Jason e chiuse la porta dietro di se, bussò. - 'Posso entrare?'
Interpretò i singhiozzi come un 'si'.
Louis era in ginocchio ai piedi del letto, la testa era nascosta tra le braccia.
Lei si avvicinò e gli accarezzò i capelli. - 'Perchè non me lo hai detto prima?'
'Cercavo il momento più adatto per farlo'.
Rimase in silenzio.
Venne trascinata atterra e in un attimo si trovò tra le sue braccia.
'E' troppo piccolo per andarsene, perchè proprio a lui? Perchè proprio a noi!' la sua voce era interrotta costantemente da singhiozzi.
'La vita è così, non si possono cambiare le cose.' Vederlo così gli spezzava il cuore.
'E tu perchè sei così...folle? Perchè proprio a te?' La ragazza accenò un sorriso.
'A volte mi domando se sono pazzo io o se seno pazzi gli altri' Un lacrima gli scendeva piano piano sulla guancia, scomparve non appena incontrò il suo sorriso.
'Chanel, io non voglio che se ne vada'
L'amica gli accarezzo una guancia - 'Ricordi la prima volta che ci siamo conosciuti? Ricordi che cosa aveva detto Niall?'
Si mise a pensare e i suoi occhi si illuminarono. Annuì.
'E chi era la causa di quella mia risata?'
'Io'
'E quindi adesso scendi! Vai e fallo ridere.' 
Si alzò di scatto e andò verso la porta.
'Si dice che una buona risata allunghi la vita' disse tra se.
 
I due fratelli stavano infilando una perla dentro la collana.
Di giorno in giorno diventava sempre più grande.
Lo spazio diminuiva e il tessuto nel cervello di Jason cresceva.
- 'Che cosa state facendo?' chiese Louis ai due.
'Quello che facciamo ormai da parecchi anni, ogni giorno infiliamo una perla qui dentro.' spiegò il piccolo.
'Da quando hanno diegnosticato il tumore a Jason' 
Quelle piccole perle azzurre caratterizzavano la sua crescita.
Sebbene fossero fatte di porcellana erano molto più vive di lui.
'Questa volta lo voglio fare io, posso?' 
La ragazza gli porse la perla e Louis la prese.
Jason avvicinò il filo a lui e il ragazzo la aggiunse alla collana.
'1460' sussurrò lei.
Erano 1460 perle, tutte riunite in una sola collana.
Vicine, come se si dovessero tenere compegnia, la compagnia che avrebbe sostituito quella di Jason.
 
'Larte, insieme alla musica è l'ultima forma di magia che esiste' ripeteva in continuazione Zayn.
Quella mattina si era svegliato presto, aveva preso una tela, dei colori e si era messo a pitturare.
Avevano dormito tutti da lui, Jason compreso.
'Che cosa fai?' Il piccolo era sceso al piano di sotto per un bicchiera d'acqua.
Il ragazzo alzò le spalle - 'Niente di speciale, disegno'.
Si avvicinò cautamente a lui e sbirciò quello che aveva fatto;
Una giovane ragazza dai capelli rossi e dagli occhi azzurri, molto simili a quelli del piccolo, piangeva.
Dai suoi occhi uscivano lacrime dai mille colori, ogni colore era un dolore diverso.
Una ragazza dalla vita difficile, una vita che Zayn non avrebbe mai voluto.
'Ma quella è...'
Il ragazzo si affrettò a rispondere prima che Jason potesse finire la frase 'Niente di speciale'.
Rimasero in silenzio per un pò.
Il giovane osservava ogni sua mossa, era meravigliato da tanta bellezza.
'Si è lei, ne sono sicuro' continuava a ripetersi.
'Vuoi favorire?' Il ragazzo gli sorrise e gli porse un pennello.
'Oh no, rovinerei tutto'
Zayn scosse la testa 'Non lo farai, nell'arte le buone intenzioni non hanno il minimo valore.'
Insieme sorrisero e iniziarono a pitturare.
Jason tinse il pennello di rosso e lo spalmò sul volto dell'amico.
'Come ti è saltato in mente?' 
'Cos'è che dicevi? Sbaglio o nell'arte le buone intenzioni non hanno il minimo valore?'
Il ragazzo guardò il piccolo e poi il pennello che teneva in mano 'Ah si?'
Un'enorme striscia di nero si seccò piano piano sul braccio di Jason.
 
Chanel si svegliò con l'intenzione di preparare la colazione a tutti.
Si mise a sedere,si stiracchiò e scese dal letto facendo attenzione a non svegliare Liam.
Si diresse al piano di sotto facendo il minor rumore possibile. 
Una tela, posata sul tavolo, attirò la sua attenzione, si avvicinò.
Su di essa vi era raffiguarata una ragazza, piangeva.
Quel disegno era il più bello che avesse mai visto. 'Mi assomiglia' disse.
In un angolo, disegnato da mani meno asperte, c'era un piccolo bambino con delle ali enormi, osservava la ragazza.

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Capitolo 19
*** Capitolo diciannove. ***


Chanel aprì l'armadio in cerca di qualcosa di caldo da mettere.
Un lungo vestito bianco ricamato in pizzo attirò la sua attenzione.
Era rimasto li da parecchi anni.
Lo prese e lo sbattè forte, la polvere che volò nell'aria le provocò un lungo colpo di tosse.
Lo aprì davanti a se e lo ammirò:
Era privo di spalline e il corpetto era molto aderente.
Il punto in cui esso terminava e la gonna iniziava era ornato di rose bianche.
'Riesco a sentire il suo odore' sussurrò.
Istintivamente si tolse i vestiti, un colpo d'aria entrò nella stanza e il suo freddo corpo fu scosso da un brivido.
La veste le calzava a pennello, la gonna era lunga e le arrivava fin sotto ai piedi.
Andò verso lo specchiò e fissò la sua immagine. - 'Quanto vorrei assomigliare a lei' disse fra se.
La ragazza aveva attaccato, nell' armadio, una foto della madre;
Indossava quel lungo abito bianco.
Dietro di lei c'era un vecchio edificio e, di fianco ad esso un alto campanile;
Le campane erano in festa.
L'uomo di fianco a Margaret era stato tagliato dalla foto.
Chanel la osservò. - 'Quanto vorrei essere bella come te'.
'Ma tu sei bellissima, oh se lo sei!' Liam la guardò immobilizzato.
La ragazza si voltò di scatto -'Non si usa più bussare?' disse scherzando.
Lui fece finta di non sentire e si avvicinò a lei, mise le sue mani attorno alla ragazza - 'Amore, sembri una principessa'.
 
Liam aveva insistito tanto a portare fuori Chanel, voleva passare un bellissimo pomeriggio in sua compagnia.
Ultimamente le appariva fredda, distaccata e triste.
'E' normale' pensava. 
Louis e gli altri ragazzi rimasero a casa insieme a Jeson, cosa che rallegrò il piccolo.
 
Chanel teneva in mano un cestino, un delizioso profumo di crostata gli accompagnò lungo il bosco.
'Credo che qui vada bene' disse lei.
Liam distese una coperta sul suolo - 'Si accomodi madam'.
La ragazza sorrise e subito dopo obbedì 'Mangiamo in fretta, ho voglia di esplorare'.
Porse la crostata di mele che aveva preparato quella stessa mattina a Liam.
'Sei un ottima cuoca'.
Lei annuì compiaciuta assaggiandola - 'Proprio come quella che faceva mia madre'
 
Il sole entrava nel bosco facendosi spazio fra i rami, batteva forte sui loro capelli.
A causa di quella bellissima giornata gli occhi di lei erano di un azzurro chiaro con dei dolci contorni neri.
'Facili da confondere con il cielo' pensava lui.
 
'Vieni a cercarmi' gridò la ragazza;
Non appena finì di mangiare corse fra gli alberi e si nascose dietro uno di essi.
'Hai voglia di giocare a nascondino? Ti avverto che sono molto bravo' 
Liam si avviò in cerca di lei, la vide subito.
'Ti ho trovata' gridò indicandola. - 'No non è vero, quella non sono io!'
'Ah no? Un albero oggi ha deciso di infilarsi una scarpa?'
Chanel rise, rise come non faceva da parecchio tempo.
'Oh guarda, è pure capace di ridere' Il ragazzo si avvicinò a lei.
'Vediamo se sei bravo anche a prendermi' Liam riuscì ad afferrarla per il braccio e la strinse forte a se.
'Mi dispiace' le disse sorridendo.
Il ragazzo la guardò e le accarezzò una guancia - 'Sei bellissima'.
Un lungo e dolce bacio li portò via da quel bosco.
 
I ragazzi erano seduti su un ponte con i piedi rivolti all'acqua. 
'La giornata più bella in assoluto' disse Chanel. 'Sei riuscito a farmi sorridere, mi hai portato in un altro mondo'
'Missione compiuta' Insieme sorrisero e rimasero in silenzio per un pò.
Chanel osservava la sua immagine riflessa nell'acqua;
Aveva un viso pulito senza neanche l'ombra di trucco, i lunghi capelli ramati le ricadevano sulle spalle.
'Liam, tu credi veramente che io sia bella? Insomma, non credi abbia bisogno di un pò di...'
Lui scosse la testa. 'Non hai bisogno di trucco per coprirti il viso, essere come sei è abbastanza'.

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Capitolo 20
*** Capitolo venti. ***


Questo capitolo è composto da piccole immagini che vagano nella mia mente da ormai parecchio tempo. Dagli inizi.

Spero di riuscire a mostrarvele in modo chiaro.

 
 
Il sole se ne stava andando, un esplosione di colori caratterizzava quella splendida serata.
Il cielo era composto da molte sfumature che variavano dal rosso al nero.
Chanel e Liam varcarono la porta di casa.
Tutte le finestre erano chiuse, essa appariva isolata, triste.
'Siamo tornati!' gridò la ragazza entrando.
Vuoto, silenzio.
Un biglietto posto sul tavolo sembrava fare più rumore di tutti i ragazzi messi assieme.
'Siamo all'ospedale, Jason non si regge in piedi.
Respira a fatica.
Louis.'
Le gambe di lei cedettero, cadde atterra in lacrime!
'No!' con le mani si copriva il viso.
 
La strada scorreva velocemente e Chanel la guardava in silenzio.
Liam la stava portando all'ospedale.
Fissava il vuoto in cerca di conforto, centinaia di ricordi la invadevano.
Per ognuno di esso una lacrima diversa.
 
'Chanel guarda, il mare!'
Gli occhi di Jason brillavano, brillavano come il sole nel cielo in quella calda giornata di agosto.
Un bellissimo sorriso si era impadronito del suo volto, era la prima volta che vedeva il mare, la prima volta che si sentiva libero.
 
'Una rosa rossa per la donna più bella del mondo'.
Il piccolo aveva raccolto quel fiore mentre tornava a casa da scuola.
Lo regalò a lei.
 
'Ehi, cosa succede?' chiese Jason alla sorella in lacrime.
'Niente, sei ancora troppo piccolo per capire'.
Mise la piccola mano sul suo mento e le alzò il viso.
'Io mi prenderò cura di te'.
 
'Questa mattina sono salita in soffita e guarda cosa ho trovato'.
Il fratello era disteso sul letto d'ospedale.
Chanel gli mostrò una scatola, lui la prese e la aprì;
Conteneva un lungo filo e delle perle azzurre, parle irlandesi.
'Erano della mamma' la ragazza accennò un sorriso.
Il piccolo ne prese una e la infilò nella collana - 'Aggiungeremo una perla ogni giorno, sarà un passò in più verso la mamma'.
Una perla, un passo.
 
'Io non ho amici, nessuno mi vuole bene perchè sono malato'. Gridò Jason.
 
'CAROTE' esclamò Louis non appena lo vide.
Il piccolo, divertito e spaventato allo stesso tempo si mise a correre per tutta la casa e il ragazzo lo rincorreva.
'Ti prenderò e ti mangerò!' - 'E invece no, sei vecchio! Io sono più veloce di te!'
I ragazzi guardavano divertiti la scena.
Louis scese le scale, teneva il piccolo in braccio, si ribellava.
'Lasciami andare, brutto mangia carote!!' 
Il ragazzo inciampò e così i due cadderro a terra.
Si guardarono per un secondo prima di riempire la stanza delle loro risate.
Aveva trovato un amico.
 
'Siamo arrivati!'
Chanel scese dall'auto.
I ricordi a poco a poco svanivano.
Accompagnata da Liam entrò in ospedale.
I ragazzi erano seduti, in silenzio, di fianco alla stanza numero 117, la stanza di Jason.
Non appena li videro si alzarono, Louis per primo.
Era un ragazzo sempre allegro e il sorriso non lo abbandonava mai, quella volta non era così.
La ragazza le corse in contro, lui l'abbracciò più forte che potè, i singhiozzi erano ormai costanti.
Ognuno aveva bisogno dell'altro.
'Mi dispiace' Harry le accarezzò la spalla.
'Noi ti staremo vicini, dobbiamo farci forza' disse Niall.
Zayn sembrava troppo addolorato per parlare.
Jason era riuscito a spezzare il suo grande cuore, una lacrima lo testimoniava.
D'un tratto una donna uscì dalla stanza, era alta con lunghi capelli neri, indossava un camice bianco.
'Come sta?' Chiese la ragazza.
L'infermiera scosse la testa - 'Gli rimangono ormai pochi giorni'.
Chanel entrò d'impulso nella stanza, jason fissava il soffitto.
'Non te ne andare ti prego, rimani con me! Comportati da volpe' le lacrime continuavano a scendere.
Quel giorno nella stanza numero 117 i due fratelli capirono che era ormai arrivata l'ora di separarsi.
 
Era notte fonda quando la ragazza venne svegliata dal rumore dei passi.
Si alzò e andò al piano di sotto.
Louis indossava il cappotto, era pronto per uscire.
I suoi occhi erano rossi così come il suo viso.
'Non te ne andare'. disse.
Si girò di scatto e non appena la vide scosse la testa. - 'Devo!'
'Non puoi fare più niente ormai'.
Il ragazzo aprì la porta, fece per uscire ma Chanel lo fermò.
'Lasciami' gridò
'No!'
'Gliel'ho promesso!' la voce di Louis rimbombò nella stanza. Fece compagnia alla ragazza che osservava l'amico mentre si addentrava nel buio.
 
'Dove mi stai portando?' Chiese il piccolo ancora assonnato.
'Andiamo in Irlanda'.

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Capitolo 21
*** Capitolo ventuno. ***


Le stade erano buie e desolate.
Quella notte in quell'auto regnava il silenzio;
Il piccolo si era accovacciato sul sedile posteriore, dormiva.
I suoi bellissimi ricci arancioni erano ormai spariti. 
'Capelli caldi. L'unica parte vivace nel suo viso, capelli allegri'.
Le lacrime cadevano lungo le guance di Louis - 'Non può essere vero!' ripeteva scuotendo la testa.
 
Il finestrino davanti era aperto e l'aria sfiorava delicatamente la calva testa del piccolo.
Jason rabbrividì.
Non riusciva a dormire; temeva di non svegliarsi più.
Osservava ogni movimento dell'amico che, come lui, piangeva.
'Non voglio andarmene' disse d'un tratto.
'E io non voglio che tu te ne vada'.
 
'Che meraviglia!' Il piccolo rimase incantato alla vista del mare.
La sabbia gli solletticava i piedi, aveva una tremenda voglia di correre.
'Che bellissimo posto il mondo' disse.
Louis fissava l'orizzonte 'Lo visiterò tutto per te, sara come se i tuoi occhi fossero i miei'.
'Credi che in paradiso troverò mai un amico come te?' 
Il ragazzo si inginocchiò davanti a lui e prese il suo freddo fiso tra le mani - 'Solo se tu lo desideri'.
Jason pianse, pianse come non aveva mai fatto. Si buttò fra le sue braccia 'Ho paura, ti prego dimmi che rimarrai con me'.
'Fino alla fine'.
 
 
'Jason!' gridò Chanel alla vista del fratello, le corse in contro.
'Piccolo, come stai?' disse accarezzandogli una guancia.
'Louis mi ha portato in Irlanda, ho visto il mare!'
'Ti ringrazio'. Chanel strinse forte il ragazzo.
'Non è nulla, solo una promessa'.
 
'Posso entrare?' Harry bussò alla porta.
Chanel era davanti allo specchio, con una mano si teneva i capelli e nell'altra reggeva una forbice.
'Che stai facendo?' Un sonoro ZAC lo immobilizzò.
Gran parte dei sui capelli caddero silenziosamente sul pavimento.
'Perchè lo hai fatto, sei pazza?'
'E' per le persone che fanno le chemioterapie, dopo un po' perdono i capelli e visto che i miei sono tanti ne faccio una parrucca per loro'.
 
Quella sera Chanel rimase a casa con Zayn. Gli altri ragazzi avrebbero passato la notte in ospedale.
Dormiva tranquillamente quando una chiamata la svegliò.
'Louis, va tutto bene?'
'Vieni qui! Svelta o non farai in tempo a salutarlo!' Piangeva.
La ragazza corse velocemente nella stanza di Zayn.
'Ti prego portami in ospedale'.
 
'Non puoi andare più in fretta?' gridò lei.
'Taci! Sto facendo del mio meglio'.
 
'Chanel, lei dov'è?' la voce del piccolo era un sussurro.
 
Un respiro.
 
'Corri per favaore!'
'Ci sto provando'.
 
'Arriverà presto, vedrai, resisti!'
 
Un respiro
 
Chanel scese dall'auto.
'Svelto, vieni!'
 
Tutti i ragazzi erano in lacrime, Louis gli teneva la mano.
'Liam, prenditi cura di lei'.
'Promesso'.
 
Un respiro.
 
'Louis, in qualsiasi posto io stia andando,non troverò mai nessuno migliore di te'.
 
Un respiro.
 
Chanel entrò in lacrime.
Con una mano si indicò gli occhi - 'Anche senza vederti saprò di che colore sono'.
Prese la sua piccola mano e la mise sul cuore - 'Per te'.
'Salutami la mamma'.
'Addio piccola volpe'.
 
1470 perle.
 

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Capitolo 22
*** Capitolo ventidue. ***


Chanel entrò nella stanza del padre, piangeva.
'Jason se nè andato!'
'Mi dispiace'
Le parole di Max tornarono con la morte del piccolo.
La ragazza restò immobile davanti alla porta, ascoltava la voce del padre che vagava leggera nell'aria.
Una voce fredda, triste.
Scosse la testa 'Taci!'
L'uomo si alzò dal letto e andò verso la figlia - 'Piccola, mi dispiace! Ho sofferto molto per la morte di tua madre'.
La voce di Chanel era un grido 'Pensi che per Jason sia stato facile vivere senza una presenza materna e con un padre muto?'
Max stava per parlare ma fu subito interrotto. - 'Smettila! Io non voglio sentirti'.
La ragazza uscì dalla stanza e andò nella sua.
Sul letto c'era una valigia aperta, l'armadio era vuoto. 
'Dove vai?'
'Lontano da te'.
 
Centinaia di fiori erano posti accanto ad una piccola bara bianca.
Liam teneva stretta a se la ragazza e louis le teneva la mano.
Niall era accovacciato sull'erba del cimitero, si teneva le mani tra i capelli e si nascondeva il viso.
Zayn posò la mano sulla sua spalla. 
Chanel si avvicinò al piccolo, lo salutò per l'ultima volta mentre la bara calò lenatmente nel sottosuolo.
'Addio' sussurrò.
 
La ragazza bussò alla porta.
Lei e gli altri avevano preso in affitto una nuova casa.
'Così non ci separeremo mai' disse Harry.
Louis aprì.
'Ciao' disse Chanel accennando un sorriso.
Il ragazzo prese il suo viso fra le mani e la guardò intensamente negli occhi, come se non vedesse altro.
Come se al posto del suo volto ci fosse stato quello del suo piccolo amico deceduto.
I loro occhi erano così dattanatamente uguali.
Un filo di voce uscì dalla bocca del ragazzo. - 'Ciao piccolo Jason'.
 
L'urlo di Chanel, proveniente dalla sua stanza, rimbombò nell'intera casa.
Scaraventò una collana contro il muro.
1470 perle irlandesi finirono atterra.
'Che succede?' Louis entrò nella stanza.
'Ho bisogno di lui'.
'Piccola, lui sta meglio lassù'.
Il ragazzo prese il filo sul pavimento e ci infilò una perla azzurra.
'Un giorno senza di lui' sussurrarono in coro.
 
Chanel era sola in casa, stava leggendo quando qualcuno bussò alla porta.
Aprì ma non vide nessuno, una busta bianca sullo zerbino attirò la sua attenzione.
La prese e tornò dentro.
'Cara Chanel, 
volevo scusarmi per il mio comportamento.
Ti ho visto per la prima volta in un giorno d'inverno, sorridevi e liam ne era la causa.
Liam, uno dei miei migliori amici. Come posso fargli questo?
Ogni notte mi chiudevo nella mia stanza e piangevo, non mi era mai successo prima, era una cosa strana.
Scusa se ti ho sempre trattato male ma volevo mantenere le distanze.
Una mattina di poche settimane fa Jason vide il mio disegno, capì subito che quella ragazza eri tu.
Credo sia l'unico che abbia scoperto la verità. Avevo paura.
Mi chiedevo spesso come un bambino così piccolo potesse averlo scoperto.
Speravo non dicesse niente e lui sapeva anche questo. Non disse una parola.
Scusa se quel giorno ho rotto la foto di sua madre, non volevo farlo, ero solo cuorioso.
Scusa se mi nascondo dietro ad un corpo da duro.
Scusa se mi sono innamorato di te.
Zayn'.
 
Le foglie cadevano dagli alberi in quella particolare giornata d'autunno.
La ragazza, come era solita fare, andò al cimitero per trovare il fratello.
Stava per ore davanti alla sua tomba e pensava.
Pensava e piangeva.
Quel giorno non era diverso dagli altri, nessusa cosa era cambiata. Forse qualcuno.
'Mi manchi' sussurrò con le lacrime agli occhi.
'Dicono che le lacrime più amare versate sulle tombe sono per le parole inespresse e per le azione mai compiute'.
Chanel si voltò di scatto. Zayn era davanti di lei.
Lo guardò negli occhi, ed erano diversi - 'Ho già detto che mi dispiace?'
La ragazza si buttò fra le sue braccia e si lasciò coccolare da quel tenero abbraccio.
Aveva trovato un amico.
 
Erano ormai passati mesi dalla morte di Jason.
Louis Harry Niall Zayn e Liam scoprirono di avere una passione in comune: Il canto.
'Siete una cosa impressionante ragazzi'.
La settimana dopo partirono insieme per partecipare ad un programma televisivo: 'XFactor'.
Avevano partecipato assieme ai provini e gli avevano superati.
 
Arrivarono terzi ma il loro successo fu pazzesco.
Firmarono un contratto con la Syco Music.
 
'La voce è insensibile 
Provo a gridare a pieni polmoni 
Ma questo rende tutto più difficile 
E le lacrime scendono sul mio viso'
Fecero concerti per tutto il mondo.
'Questo è per te Jason' sussurrò Louis.

FINE.

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