Breath

di Ginger Johnes
(/viewuser.php?uid=178153)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Profezie mancate ***
Capitolo 2: *** Primo incontro ***
Capitolo 3: *** Principessa ***
Capitolo 4: *** Profumo ***



Capitolo 1
*** Profezie mancate ***


31 ottobre.
I ragazzi di tutte le case erano riuniti nella Sala Grande per degustare i prelibati cibi che si servivano, ormai, da decenni su quelle immense tavolate. I soliti chiacchiericci, le solite risate, le solite esplosioni (causate ormai dal prevedibile e amato Seamus Finnigan) rendevano ogni pasto una festa.
A fine cena, Silente si alzò per parlare. Bastò questo gesto per zittire tutti gli studenti che in lui riponevano una grande stima e rispetto. Un sorriso caloroso e sereno si aprì sul suo viso, poi iniziò:
“Cari studenti, domani come ben sapete è il giorno di Ognissanti e noi insegnanti chiediamo la vostra partecipazione per rendere omaggio ai nostri cari fantasmi che ci vegliano ogni giorno qui, a Hogwarts. Pertanto, le lezioni termineranno a mezzogiorno esatto, pranzerete, e chi desidera potrà intrattenere tutti noi con piccoli spettacoli.”
Fece una pausa, guardò gli studenti e si rallegrò nel vedere che tutti erano molto eccitati per il grande giorno. Notò, con falsa preoccupazione, che i gemelli Weasley erano i più esaltati. Scosse la testa, con fare ras-segnato. Harry lo notò ma subito fu rassicurato perché il vecchio preside gli fece l’occhiolino. Harry gli sorrise; gli voleva bene come un padre e ormai lo conosceva abbastanza per dire che gli faceva piacere avere dei burloni per studenti; aiutavano a rasserenare l’aria di quella che era pur sempre una scuola.
Fu grazie a questo che notò un piccolo gesto di impazienza, insieme ad una leggere preoccupazione che gli si stampò sul viso. Non fece in tempo a pensarci troppo che Silente riprese.
“Come ultima cosa, prima di potervi lasciare andare nei vostri dormitori, chiedo gentilmente che i prefetti di Tassorosso mi seguano nel mio studio.”
I prefetti si alzarono, seguiti da un lieve chiacchiericcio.
“Credete che sia successo qualcosa?” chiese Hermione.
“Non ti preoccupare, di sicuro avviseranno anche gli altri prefetti. In fondo dovranno tenerci a bada domani”. Disse Fred.
I gemelli si scambiarono un’occhiata complice e risero sotto i baffi. Ginny scosse la testa, rassegnata. Ron non prestava loro attenzione, come al solito troppo preso dal poco che restava della cena. Hermione lo rimproverava e sbuffava, con quell’aria da saputella che ormai tutti avevano imparato ad amare. Harry, però, si sentiva inquieto.
Nessuno di loro si sarebbe aspettato che il giorno di Ognissanti sarebbe stato l’inizio del cambiamento della loro vita.

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Primo incontro ***


Ognissanti.

Fred e George erano esaltati a livelli indescrivibili. Avevano piazzato scherzi in ogni parte possibile del castello e ogni tanto si dedicavano a giri di perlustrazione per vedere le facce dei poveri studenti che, ignari delle conseguenze, si imbattevano in crostatine canarine o pasticcetti svenevoli.
La loro ultima invenzione era dedicata alle ragazze: si trattava di un ciondolo portafoto. Non appena lo si apriva esplodeva della vernice. Lo avevano messo in mezzo ad un corridoio semivuoto, si erano nascosti per benino e aspettavano esaltati.
Passarono pochi minuti quando una studentessa del primo anno di Serpeverde, Melissa Tharon, notò il ciondolo e senza esitazioni lo prese e lo aprì. Uno schizzo di vernice verdastra schizzò sui suoi vestiti.
I gemelli non riuscirono a trattenere le risate.

“Maledetti cialtroni antipatici!” gridò lei, rossa di vergogna e rabbia.

Ma i Weasley, non appena la ragazza si allontanò, tra le risate posero a terra un nuovo ciondolo, identico al primo, aspettando un’altra “vittima”.
Una ragazza passò di lì a poco. I gemelli non l’avevano mai vista. Aveva i capelli biondo scuro, lunghi fino al seno e raccolti in una treccia. Non un solo capello era fuori posto, solo il ciuffo era lasciato in libertà e le incorniciava il viso dolcemente. Era senza divisa e non riuscirono a identificare di quale Casa fosse.
Vide il ciondolo a terra, lo prese e se lo riguardò tra le mani. Accennò un sorrisetto e lo aprì. Non successe nulla. Lo riposò a terra e se ne andò.

Fred e Georg si guardarono allibiti. Non appena la ragazza girò l’angolo, i due si fiondarono sul ciondolo e lo aprirono. Vennero imbrogliati dal loro stesso trucchetto e, mentre cercavano di darsi un contegno e di ripulirsi dalla vernice, una risata arrivò dalle loro spalle.
La ragazza dalla lunga treccia era dietro di loro. Aveva assistito a tutta la scena e ora rideva. Non rideva per deriderli, anzi, sembrava fosse un po’ dispiaciuta ma molto divertita. Se ne andò con il sorriso sulle labbra.

“Ma come ha fatto? Era a prova di incantesimo accidenti!” George non sapeva darsi risposta.

Fred non rispondeva. Era rimasto li, come uno stoccafisso. Fece un veloce incantesimo per ripulirsi e corse dietro alla ragazza. Riuscì a raggiungerla e lei si girò a guardarlo, prima ancora che lui la chiamasse.
Avrebbe voluto chiederle chi era e come aveva fatto a non cascare nell’imbroglio e che incantesimo aveva usato.
Le parole gli morirono sul nascere. Lei lo guardava. Gli occhi erano neri, così neri che per distinguere la pupilla bisognava immergersi completamente in quell’oscurità. Sarebbero stati inquietanti se non trasmettessero un senso di pace, nonostante la serietà del viso.

Un minuto di silenzio che sembrava un’eternità. Fred si sentiva strano, era certo che quegli occhietti lo stavano esaminando. Lei stava cercando di capire chi era, com’era fatto dentro. Un sorriso dolce, quasi complice, di una complicità che lui non poteva comprendere in quel momento, si aprì sul suo viso. Stava per ricambiare quando una voce alle sue spalle lo riportò alla realtà.

“Fred, vieni con noi al campo di Quidditch a vedere lo spettacolo dei fantasmi?” era Ron, insieme con lui Harry, Hermione, Ginny e George.

Quando si rigirò verso la ragazza, lei era sparita.

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Principessa ***


Gli studenti erano riuniti nella Sala Grande per il pranzo. Harry, Ron, Hermione, Ginny e tutti gli altri stavano ancora parlando dell’evento del giorno precedente. George, dopo la tremenda figuraccia del ciondolo, non parlava. Fred, al contrario, continuava a guardarsi intorno. Stava esaminando ogni viso di ogni studenti di ogni Casa.
La vide seduta al tavolo di Tassorosso. Era troppo intenta a leggere un libro dalla copertina verde smeraldo per accorgersi che lui la stava fissando. Aveva quasi un modo regale nel mangiare e nel leggere contemporaneamente. Sembrava quasi una nobile.

“Chi stai fissando?” chiese George incuriosito.

“Nessuno in particolare” rispose Fred, quasi imbarazzato.

“È quella ragazza con la treccia bionda vero? L’ho notato ieri. Sembri molto interessato”. Ginny era un’ottima osservatrice e Fred quasi la fulminò con lo sguardo.

“La smorfiosa di ieri? Guardala, si crede chissà chi!” George non aveva ancora accettato l’idea che non fosse caduta nello scherzo.

“Non darle della smorfiosa solo perché è stata più abile di noi.” Era la prima volta che Fred era in disaccordo con George e subito aggiunse “secondo me è stata geniale. Devo sapere come ha fatto”.
Finito il pranzo Fred cercò di andarle incontro ma nella confusione la perse di vista. Stava per tornare nel dormitorio quando la vide seduta su una panca nel corridoio intenta a leggere il libro che aveva visto durante il pranzo. Le si avvicinò.

“Ehm..ciao. Scusa il disturbo ma ieri non mi sono nemmeno presentato. Piacere io sono Fred Weasley.” E abbozzò un timido sorriso.

Lei gli rivolse un sorriso caloroso, si scostò i capelli dal viso e chiuse il libro. “Oh, piacere mio. Mi chiamo Diana Owens e sono stata maleducata a non presentarmi ieri. Spero tu possa perdonarmi”.

Fred pensò ancora di più che fosse una principessa.

“Se non sono indiscreto, vorrei sapere come hai fatto a non cadere nel tranello del ciondolo”.

“Mi spiace, è un segreto”. Sorrise ancora. Era il più bel sorriso che lui avesse mai visto. Poi aggiunse “perdonami ma ora devo proprio andare. È stato un onore, Fred Weasley”.

Lui rimase seduto a guardarla finchè lei non scomparve dietro l’angolo.

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Profumo ***


Era passata una settimana dalle presentazioni e Fred aveva spesso invitato Diana a passare del tempo assieme. Lei, per tutta risposta, lo congedava dicendogli che doveva studiare.

Quel pomeriggio, come tutti i pomeriggi, i gemelli stavano lavorando al Tiri Vispi Weasley.

“Fred, è inutile che continui a pensare a quella secchiona. Perché non ti concentri su qualche preda più..come dire..facile? Ci sono tante ragazze a scuola che pur di farsi vedere con..”

“George, sinceramente non mi interessano le solite ochette. E poi io la invito solo perché mi sembra sempre sola e sicuramente potrebbe aiutarmi a studiare”.

Fred cercava di darsi un tono. Non voleva darla vinta al fratello anche perché avrebbe significato accettare di essere preso in giro fino alla fine dei suoi giorni.
Stavano servendo un paio di ragazzini quando Fred si accorse che qualcuno entrava nel negozio. Si sorprese di come in tutto quel baccano di voci riuscì a captare quella piccola presenza, quel passo felpato. Poi la vide.

Diana stava curiosando interessata per il negozio, con la sua solita treccia perfetta e i suoi movimenti delicati.
Fred notò di essersi imbambolato a guardarla quando lei gli rivolse un sorriso caloroso, accompagnato da un timido cenno con la mano.

“Buongiorno signorina, in cosa posso esserle utile?” Fred cercò di essere il più naturale possibile, ma la presenza di quella ragazza lo metteva in agitazione.

“Molto professionale devo dire” disse lei scherzando “comunque sono qui che mi guardo un po’ in giro. Ho notato che avete tantissimi scherzi. Ma non vedo il ciondolo.” Sorrise proprio quando passò George che la ignorò completamente. Lei si mise a ridacchiare.

“Non l’ha ancora mandata giù vero?”

“L’hai colpito nel profondo, ci vorrà un po’”. Fred si era messo a suo agio. “dunque, cos'hai notato di interessante?”

“Beh, ho visto quei filtri d’amore e volevo saperne di più”. Lo disse nel modo più innocente possibile.

“C’è..c’è un ragazzo che ti interessa?”

“Può darsi. Ma non gli darei mai un filtro così scarso.”

Fred non la capiva. Prima era tutta sorrisi e gentilezze, poi faceva la dispettosa con George e ora insultava le loro creazioni.

“Scadenti? Perché mai?”

“Chiudi gli occhi e dimmi che profumo senti.”

Lui chiuse gli occhi e cercò di concentrarsi. Sentì le mani di lei che gli prendevano il viso e fu sicuro di essere diventato così rosso da far concorrenza al fuoco.

“E’ inodore” disse lui alla fine.

“Esatto. Per essere davvero efficace deve profumare di gelsomino.”

“Come fai ad esserne sicura? Ne hai mai fatta una?”

“Fidati che lo so. In ogni caso prenderò delle Pasticche vomitose per il disturbo”.

Diana pagò e se ne andò, salutandolo con uno dei sorrisi più belli e misteriosi che Fred avesse mai visto.

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=987713