Sometimes things can change

di Rey_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo. ***
Capitolo 2: *** Just like I promised ***
Capitolo 3: *** I would run to you and hug you! ***
Capitolo 4: *** What are you doing? ***
Capitolo 5: *** I missed you a lot. ***
Capitolo 6: *** Would you live with me? ***
Capitolo 7: *** You'll love me. ***
Capitolo 8: *** Do you like him? ***
Capitolo 9: *** He will understand. ***
Capitolo 10: *** You're an idiot. ***
Capitolo 11: *** He hates me and I hate him. ***
Capitolo 12: *** Sorry, Sammie. ***
Capitolo 13: *** I won't to argue with you anymore. ***
Capitolo 14: *** I know that you like him. ***
Capitolo 15: *** There are a lot of things that you don't know about me. ***
Capitolo 16: *** You realize that you feel something for me. ***
Capitolo 17: *** I dont' give up easily. ***
Capitolo 18: *** I never tell you that you're beautiful when you get angry? ***
Capitolo 19: *** He'll never change. ***
Capitolo 20: *** All for you, baby. ***
Capitolo 21: *** I can't. ***
Capitolo 22: *** You're important. ***
Capitolo 23: *** I'll wait for you. ***
Capitolo 24: *** You're perfect. ***
Capitolo 25: *** Now you're mine, only mine. ***
Capitolo 26: *** You're the one. ***
Capitolo 27: *** We'll go on tour. ***
Capitolo 28: *** He had promised! ***
Capitolo 29: *** I missed you. ***
Capitolo 30: *** And if we were the exception? ***
Capitolo 31: *** Epilogo. ***



Capitolo 1
*** Prologo. ***




Prologo.

Era un giorno qualunque nel mio paesino sperduto. Un giorno che mi aspettavo passasse come tutti gli altri, tra le vacanze, le amiche e tutto il resto. Però non fu così.
Quel giorno, ancora con il pigiama addosso, fui costretta dalla mia migliore amica, nonché mia inquilina, Ronnie, ad andare a prendere la posta.
In quella dannatissima buca delle lettere trovai il più bel regalo che potessi ricevere. Trovai la lettera che stavo aspettando da due anni e per la quale ormai avevo perso le speranze. La lettera che riportò la felicità dentro di me, che mi fece rinascere il sorriso sul viso, che scacciò via tutte le mie nubi.
La sua lettera, la lettera del mio migliore amico.
Quando se n’era andato, due anni fa, mi aveva promesso che mi avrebbe scritto, dopo però aver trovato quello che cercava, dopo aver realizzato il suo sogno. Niente chiamate, messaggi, o altro.
Da quel giorno era come se si fosse spento qualcosa in me, andando via si era portato con se anche una parte di me e, senza di lui, io non potevo essere me stessa.
Poi un giorno come un altro, girando annoiata i canali della mia tv, notai con la coda dell’occhio un ragazzo biondo seduto su una scalinata in mezzo ad altri quattro ragazzi. Continuavo a cambiare canali automaticamente, ma la mia concentrazione si era soffermata su quello che aveva visto pochi secondi prima: mi sembrava assurdo, ma ero sicura di aver visto proprio quegli occhi, proprio quel sorriso e sentito quella risata che riecheggiava tutti i giorni nelle mie orecchie. Come un’idiota saltai in piedi e cominciai a tremare, costringendo il mio dito a premere il pulsante per tornare indietro. Tornai indietro di quattro canali e rimasi a bocca aperta. Davanti a me, sullo schermo della mia stupida tv, c’era lui. Sorridente e felice come non mai, che rideva ad una battuta del ragazzo moro che gli stava seduto accanto. Lo guardai ridere e fissai quegli occhi azzurri che per un secondo si erano posati sulla telecamera, incrociando virtualmente il mio sguardo. Rimasi immobile per dieci minuti, fino alla fine del programma, poi iniziò la pubblicità, che portò via con se quell’attimo di euforia che si era creato in me.
Da quel giorno passai quasi ventiquattrore su ventiquattro sintonizzata su quel canale ad aspettare che iniziasse quel programma. Era un talent show dove le persone cantavano per cercare di vincere il premio finale. Ma, sinceramente, non mi interessava tanto capire le dinamiche del gioco, io aspettavo trepidante quei cinque minuti in cui appariva lui, sorridente e spensierato, seduto tra gli altri quattro ragazzi che facevano parte del suo gruppo. Li sentii cantare, e mi resi conto che non avevo sentito mai nessuno di più fantastico. Forse il mio giudizio era un po’ di parte, perché il mio migliore amico era lì e la consapevolezza che lui ce l’aveva fatta mi riempiva di un orgoglio indescrivibile che mi spingeva a votare tutte le settimane per loro. Purtroppo però, il mio sostegno e i miei voti, non erano serviti a niente: non vinse il programma, arrivò solamente terzo. Però vinse un contratto con un’importante casa discografica e con i suoi amici, uno con la voce più bella dell’altro, incisero un disco che scalò le classifiche di tutta Europa in pochissimo tempo.
Diventò famoso e amato dalle persone come aveva sempre voluto e, come aveva promesso, dopo aver raggiunto il suo sogno, tornò da me.
O meglio, permise a me di tornare da lui.

HOLA C:
Ragazze, questo è solo il prologo.
Prometto che tutta la storia non sarà così noiosa ç.ç
In qualche modo dovevo pur spiegare come stavano le cose, no? 
Vabbè, parlo troppo.
Spero vi piaccia e che vi faccia incuriosire. C:
#With love.
-S.

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Capitolo 2
*** Just like I promised ***


Capitolo uno.
 
-Sam, vai a prendere la posta?- mi urlò dalla cucina Ronnie, mentre lavava i piatti. Avevamo appena finito di pranzare e quello, in teoria, era il mio momento di riposo. Ma non poteva essere tale, se avevi come coinquiline tua sorella e la tua migliore amica, che non ti lasciavano un attimo in pace. Sbuffai.
-Ron, ho ancora il pigiama. Non mi va di uscire.- gli urlai a mia volta con voce annoiata, mentre continuavo a leggere il mio libro.
-Oh andiamo, devi fare due passi! Per favore.- mi chiese con voce dolce. Alzai gli occhi al cielo. In quel momento sbucò mia sorella dalla cucina, che mi lanciò uno sguardo contrariato.
-Andiamo, musona. Che ti costa fare un favore alla tua amica?- mi chiese con un sorriso malefico. -Magari ti è arrivata la famosa lettera.- mi disse per poi scoppiare a ridere.
Fanculo, Jodi. Sapeva che quello era il mio unico punto debole, sapeva anche quanto ci stavo male che lui non avesse mantenuto la promessa. Era diventato famoso, che cosa mi aspettavo?
-Molto spiritosa.- mormorai alzandomi. Uscii fuori e fui colpita dall’aria fresca che tirava e mi strinsi le braccia al petto, controllando che non ci fosse nessuno in giro. Ovviamente, il mio pigiama consisteva in soli pantaloncini e canottiera, non mi andava che qualche estraneo mi vedesse così.
Aprii la buca delle lettere con aria annoiata e cominciai a scorrerle, per vedere di cosa si trattava questa volta.
Bolletta della luce, bolletta del telefono, pubblicità, lettera per Ronnie, lettera per Sammie, pubblicità…
Aspetta un attimo.
Lettera per Sammie.
Mi bloccai e sgranai gli occhi. Presi la lettera con mano tremante e lessi l’intestazione con la vista appannata dalle lacrime che mi avevano invaso gli occhi.
Era la sua lettera.
Proprio come avevo promesso.
Scritto a piccoli caratteri, con la sua grafia tremolante, in fondo a sinistra. Cominciai a tremare e il mio cuore si riempì di gioia e cominciò a battere forte. Allora la mia attesa non era stata inutile, lui mi aveva scritto!
Non vedevo l’ora di correre nella mia camera, di chiudermi dentro e di leggere cosa mi aveva scritto. Però una parte di me era anche terrorizzata dal possibile contenuto di quella lettera. Cosa avrei fatto se mi avesse scritto che non voleva più sapere niente di me, che quella era semplicemente una lettera d’addio?
Non avrei resistito anche a quello.
Due anni senza la sua presenza erano stati terribili, ogni giorno sembrava non trascorrere mai, mi sentivo vuota. Non osavo immaginarmi un’intera vita senza di lui. E se veramente, ora che aveva trovato il successo, aveva deciso di chiudere tutti i ponti e di dimenticarsi la sua vita passata, per guardare solo al futuro? Conoscendolo, sapevo che non l’avrebbe mai fatto. Ma il terrore mi invase e in quel momento non fui più così sicura di voler aprire quella lettera.
Tornai in casa ancora sconvolta e andai dritta in camera mia, posando la posta sul tavolino vicino all’entrata e ignorando gli sguardi sorpresi di Ronnie e Jodi. Mi fiondai sul letto e mi misi seduta a gambe incrociate, con la lettera poggiata delicatamente davanti a me.
-Ronnie, puoi venire un attimo?- urlai dalla mia postazione. Sentii la mia amica bisbigliare qualcosa a mia sorella e poi salire a passo svelto le scale e raggiungermi in camera mia.
-Chiudi la porta.- le ordinai come un automa. Lei obbedì e fece per dire qualcosa, ma io la interruppi alzando un dito, che poi indicò la lettera davanti a me. Lei sgranò gli occhi e mi guardò sorpresa.
-Non ci posso credere.- sussurrò portandosi una mano davanti alla bocca.
Figurati io, se ci potevo credere.
L’avevo aspettata talmente tanto, che mi sembrava impossibile che fosse arrivata, mi sembrava un sogno. Un sogno dal quale mi sarei svegliata presto e che mi avrebbe solo lasciato un senso di amarezza dentro.
-Beh, che aspetti?- mi chiese con voce stridula, prendendola e porgendomela. Guardai la sua mano tesa verso di me, ma non mi mossi. Lei capì e la allontanò da me, rigirandosela tra le mani e osservandola piena di curiosità.
-Ho paura.- sussurrai. Lei mi guardò teneramente.
-Sam, sono due anni che aspetti questa lettera. Di cosa hai paura, adesso?- mi chiese con voce dolce.
-Ho paura di quello che potrebbe esserci scritto dentro.- le dissi con voce stridula. Lei mi guardò come se fossi un’idiota.
-Oh andiamo, aprila. Se non lo fai rimarrai sempre con questo dubbio. Già ti ha abbandonata una volta, alla peggio casa potrebbe succedere? Supererai anche questa.- mi disse con voce impaziente. Era proprio lì che si sbagliava: io non avevo mai superato il fatto che lui se ne fosse andato, e sicuramente non sarei mai sopravvissuta a un taglio netto del rapporto. Che poi non sapevo neanche cosa ne fosse rimasto del nostro rapporto. Per me, almeno, era come sempre: gli volevo un bene dell’anima, era come un fratello per me e avrei fatto di tutto per lui.
Ma lui? Pensava ancora le stesse cose di me? L’unica cosa che mi rimaneva da fare per eliminare tutti i miei dubbi era aprire quella lettera.
Mi sporsi riluttante verso Ronnie e allungai una mano guardandola male. Lei mi passò la lettera e io rimasi a contemplarla per qualche minuto, rigirandomela tra le mani e continuando a leggere quella piccola scritta che aveva fatto in fondo a sinistra, il suo modo originale di firmare le lettere.
-E dai, aprila!- esclamò Ronnie con voce impaziente. La guardai per un secondo e accennai un mezzo sorriso. Lei odiava l’attesa, voleva sempre sapere tutto e subito, non sopportava l’ansia del mistero, la faceva andare fuori di testa. Lentamente e con le dita che mi tremavano, cominciai ad aprire la lettera. Dalla busta, scivolò un cartoncino blu che andò a finire contro il mio piede. Ronnie lo afferrò prima di me e, dopo un’accurata analisi di ciò che era, cominciò a saltare e ad urlare come una matta. Scattai in piedi e cercai di fermarla per non far insospettire mia sorella al piano di sotto. Non potei fare a meno di sorridere della sua sconfinata pazzia.
-Che c’è?- le chiesi. Lei mi fece un enorme sorriso.
-Vai a Londra!- urlò entusiasta. Le strappai dalle mani il cartoncino blu, senza parole: era un biglietto d’andata per Londra, insieme a un pass per il dietro le quinte del concerto dei One Direction, il suo gruppo, con allegato un indirizzo e un numero di cellulare. Lacrime di gioia mi riempirono gli occhi e abbracciai di slancio Ronnie, iniziando a saltare con lei. Sembravamo due idiote, ma in quel momento me ne fregai. Ero troppo felice, lui mi aveva mandato un mezzo per andare da lui, per rivederlo. Ed io non stavo più nella pelle.
Quando la nostra euforia si placò, Ronnie mi diede un sonoro bacio sulla guancia.
-Ora leggi la lettera, però.- mi disse, sempre entusiasta.
Già, la lettera. L’avevo quasi dimenticata.
Ora, riflettendo, non poteva esserci scritto niente di terribile, dato il fatto che il regalo era un biglietto per andare da lui, quindi potevano esserci scritte solo parole belle.
L’aprii e cominciai a leggerla emozionata. Non era proprio una lettera, si può più definire un biglietto. Lui non era mai stato bravo con le parole, preferiva i fatti.
Così fu sintetico, conciso, ma andò dritto al punto.
 
Sammie,
non sai come mi sento in imbarazzo a scriverti dopo tutto questo tempo. Mi sembra terribilmente stupido non poterti chiamare o abbracciare, come facevamo sempre. Mi dispiace di essere sparito così, ma dovevo farlo. Come mi avevi detto tu, dovevo credere in me e inseguire il mio sogno. Io l’ho fatto, e ci sono riuscito. Ma non sono mai riuscito ad essere completamente felice. Perché il mio sogno si stava realizzando, ma senza di te. E il mio sogno non potrà mai essere completo senza te. Per questo ti mando questo biglietto, per permetterti di raggiungermi e per rendere completa la mia felicità. So che probabilmente ce l’avrai con me perché ti ho lasciata così, senza spiegazioni, con uno stupido bigliettino. Ma sai come sono fatto, non sono bravo con le parole e non sarei mai riuscito a dirti che sarei dovuto andare via. A dire la verità, non ce l’avrei mai fatta a lasciarti guardandoti negli occhi. E, credimi, mi sono sentito a pezzi per questo. Ma so che non è una giustificazione valida. Per questo, con un altro bigliettino, cerco di ricominciare, di far ritornare la nostra amicizia come era prima.
Per favore, vieni da me. Ti aspetto.
Ti voglio bene.
 
                                                      Niall.
 
Ps. Volevo chiamarti, ma Louis mi ha detto che così sarebbe stato più ‘romantico’.




HOLA! C:
Allora, questa è la mia prima storia.
Lo so, probabilmente fa schifo, ma io ci provo lo stesso ç.ç
Beh, fatemi sapere cosa ne pensate. Se pensate sia il caso che mi uccida, ditemelo pure.
Ok, sono decisamente troppo tragica.
Vabbè, sparisco. :D
#With love.
-S.

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Capitolo 3
*** I would run to you and hug you! ***


Capitolo due.
 
 
-Sam, muoviti il taxi è arrivato!- mi richiamò mia sorella con voce irritata. Io, con il sorriso che non aveva mai abbandonato la mia faccia dopo aver aperto la lettera, uscii dal bagno e le schioccai un inaspettato bacio sulla guancia. Lei fece una smorfia disgustata, ma me ne fregai.
Ero al settimo cielo. Il taxi mi avrebbe portata all’aeroporto, dove insieme a Ronnie avrei preso l’aereo per Londra, dove finalmente avrei rivisto il mio migliore amico. Jodi era di cattivo umore solo perché lei non poteva venire con noi, per via del lavoro. Ma la ignorai, niente poteva scalfire il mio umore in quel momento. Ronnie già era in macchina e non riusciva neanche a stare ferma per quanto era elettrizzata. Le sorrisi, salutammo per l’ennesima volta la faccia imbronciata della mia sorellona e finalmente partimmo all’avventura.
 
Il viaggio verso Londra era stato più veloce del previsto. Quasi non mi ero accorta di essere in volo e avevo a malapena ascoltato il chiacchiericcio interminabile di Ronnie, seduta al mio fianco. Era riuscita a trovare un biglietto all’ultimo minuto e non aveva avuto bisogno di nient’altro. Anche perché se n’era andata di casa già da un bel pezzo e i genitori non la chiamavano mai. Era come se si dimenticassero di lei e di conseguenza a lei non importava niente di far sapere loro cosa succedeva nella sua vita.
Ronnie era entusiasta di fare quel viaggio con me, non riusciva a stare ferma per più di mezzo secondo e non capiva come facessi a stare così tranquilla.
Io non ero affatto tranquilla, cercavo solo di contenermi, ma dentro di me stavo facendo i salti di gioia e l’attesa mi stava logorando. Non vedevo l’ora di rivederlo e di poterlo stringere forte come una volta.
Scese dall’aereo, il clima di Londra ci travolse, come avevamo previsto stava piovendo. Ma, assistite dalla fortuna, trovammo subito un taxi che ci portò all’albergo che avevamo prenotato la sera prima. L’albergo non era molto grande, ma era abbastanza lussuoso. Appena entrate ci accolse un ragazzo con un viso simpatico che con un sorriso di cortesia ci consegnò le chiavi della stanza e ci aiutò a portare i bagagli. Dopo averlo ringraziato si chiuse la porta alle spalle e ci lasciò finalmente da sole a rilassarci.
Mi buttai stremata sul letto e Ronnie mi seguì, stendendosi accanto a me e abbracciandomi. Si era un po’ tranquillizzata, ma il sorriso non svaniva mai dalla sua faccia.
-Non pensi che dovresti dirgli che sei qui?- mi chiese dopo alcuni minuti di silenzio. Io sospirai e annuii. Ci stavo pensando anch’io, dovevo avvisarlo in qualche modo. Lei si alzò sorridendo e andò a cercare il mio cellulare. Quando lo trovò me lo lanciò, per poi tornare sul letto accanto a me, sedendosi a gambe incrociate.
-Che cosa gli scrivi?- mi chiese curiosa, mentre mi osservava digitare velocemente i tasti. Io scrollai le spalle e non le risposi. In realtà non sapevo neanche io cosa scrivergli, forse un messaggio semplice sarebbe stata la cosa più adatta.
‘Sono qui, non vedo l’ora di rivederti. Sam.’
Mi sembrava normale, semplice ed efficace. Così sorrisi soddisfatta e lo inviai. Ronnie mi strappò il telefono dalle mani per leggere e poi mi lanciò un’occhiata torva.
-Solo questo?- mi chiese facendomi una smorfia.
-Cosa dovrei dirgli?- le chiesi cercando di rimanere il più tranquilla possibile. Avevo mandato il messaggio solo da pochi secondi ma la paura che lui non rispondesse si stava già insinuando dentro di me.
-Non lo so! Qualcosa in più!- esclamò sgranando gli occhi. Io scrollai le spalle e distolsi lo sguardo. Ormai quel che è fatto è fatto, dovevo solo cercare di essere paziente e di non passare attraverso il telefono e costringerlo a rispondermi in fretta. Stavo impazzendo.
Decisi di andarmi a fare una doccia rilassante, per evitare di fissare continuamente il cellulare. La sua risposta arrivò dopo qualche minuto, lasso di tempo che mi sembrò interminabile, mentre ero sotto la doccia.
Ronnie fece un urletto eccitato ed entrò in bagno, aprendo la doccia senza preoccuparsi che mi stavo lavando.
-Ronnie!- protestai, ritirando la tenda. Le volevo bene e ci ero cresciuta insieme, quindi non era la prima volta che mi vedeva nuda, ma mi sembrava comunque imbarazzante e fuori luogo.
-Ma ti ha risposto!- piagnucolò Ronnie da dietro la tenda. Spalancai gli occhi e aprii la tenda di scatto, dimenticandomi improvvisamente di tutto l’imbarazzo. Uscii dalla doccia in fretta e furia e mi avvolsi in un accappatoio. Lei allungò una mano verso di me con un gran sorriso, presi il telefono elettrizzata e aprii il messaggio.
‘Grande! Sono contento. Vorrei correre subito da te e abbracciarti, ma non posso. Primo perché non ho la più pallida idea di dove tu sia, secondo perché i ragazzi mi tengono chiuso in casa. Ci vediamo domani, sarà facile trovarmi. Ti voglio bene.’
Dopo averlo letto, mi alzai di scatto e cominciai a saltellare e a sorridere come un’idiota. Rischiava di venirmi una paralisi facciale per quanto sorridevo. Ronnie mi guardava come se fossi impazzita, e forse era così, ma non mi interessava: ero troppo felice e impaziente di rivederlo, di guardarlo negli occhi e dirgli che mi era mancato, anche se ero arrabbiata con lui perché mi aveva abbandonata. Però, solo sapere che lui era lì, a pochi passi da me, che mi pensava e che mi voleva bene, mi faceva sentire la persona più felice del mondo. Mi sentivo leggera, senza preoccupazioni, solo quella di aspettare che il tempo passasse, magari il più velocemente possibile e immaginare come sarebbe stato il nostro incontro.
Quando tornai in me, mi asciugai e il sorriso non abbandonò più il mio viso per tutta la serata. Dopo essermi rivestita, raggiunsi Ronnie a letto e lei si addormentò stremata in pochi secondi. Io non riuscivo a seguirla nel mondo dei sogni, troppo agitata e con il pensiero costante che mancavano solo poche ore e poi avrei rivisto il mio migliore amico. Immaginai tutti i possibili modi in cui ci saremo incontrati, alle cose che ci saremo detti. Poi, finalmente, mi addormentai con il pensiero che, prima del concerto, mi aspettava mezza giornata con Ronnie e con tutta Londra a nostra disposizione.

La mattina ci svegliammo tutte e due con il sorriso stampato sulla faccia. Un sorriso che non ci abbandonò mai per tutto l’arco della mattinata. Ci vestimmo in fretta e in modo semplice e girammo tutto il giorno per i quartieri più famosi di Londra, visitando tutti i suoi monumenti e tutte le cose che un turista andrebbe a vedere se si trovasse a Londra.
Mi divertii così tanto che non pensai nemmeno una volta a quello che sarebbe successo quel pomeriggio: in quei momenti avevo solo bisogno di rilassarmi e di godermi il viaggio che sognavo di fare da molto tempo. Quando tornammo all’albergo, all’ora di pranzo, incontrammo il ragazzo che ci aveva accolte il giorno prima, che ci rivolse un bel sorriso luminoso. A Ronnie brillarono gli occhi e, osservandolo meglio, capii al volo che era il genere di ragazzo che le piaceva: alto, moro e con gli occhi scuri. Un ragazzo semplice e all’apparenza simpatico. Scossi la testa alla vista del sorriso seducente che gli rivolse prima di scoppiare a ridere e di trascinarmi in camera.
-Bene, bene. Credo di aver appena trovato qualcosa da fare mentre tu sei al concerto.- disse con voce divertita, senza smettere di sorridere. Mi rattristai all’istante.
-Oh, già. Tu non verrai con me.- dissi con voce un po’ preoccupata. Mi ero dimenticata del fatto che Niall mi aveva mandato un solo biglietto e un solo pass per il dietro le quinte. Probabilmente era già troppo così, solo che il pensiero che sarei dovuta andare tutta sola mi metteva i brividi. Però mi rasserenai all’istante quando pensai che tanto sola non sarei stata.
-Eh, no.- mi rispose Ronnie, distogliendomi dai miei pensieri. La guardai e lei mi sorrise dolcemente.
-Ma non preoccuparti, andrà bene.- mi disse dandomi un buffetto su una spalla. Io le rivolsi il sorriso migliore che potessi farle e mi andai a preparare.
Quando finii di prepararmi, uscimmo dall’albergo, non prima di permetterci di rivolgere un altro sorriso ammiccante verso il ragazzo e Ronnie mi accompagnò fino al luogo del concerto.
Quando arrivammo, rimanemmo sconvolte: centinaia di ragazzine urlanti si dibattevano davanti al palco, ragazzine con striscioni, magliette, tutte con le loro facce stampate sopra. Alcune avevano scritti i loro nomi sulle guance e sulla fronte.
Io, sinceramente, non conoscevo molto gli altri: quando li guardavo o li ascoltavo, mi concentravo solo su di lui, a cercare di scorgere il vero colore dei suoi occhi, falsato dalle telecamere e a sentire, tra le altre voci, proprio la sua, che si sentiva così poco. Aveva una voce bellissima, ma purtroppo non la faceva sentire spesso. Però anche gli altri erano molto bravi, ed anche piuttosto carini. Mi aveva colpita soprattutto il ragazzo riccio: il suo viso ti faceva subito simpatia, sembrava tenero, ma allo stesso tempo aveva anche un pizzico di mistero, proprio quello che piaceva alle ragazze. E poi i suoi occhi erano a dir poco fantastici: erano di uno strano colore verde-blu, per non parlare del sorriso, che era di una dolcezza infinita.
A parte lui, gli altri ragazzi mi sembravano simpatici, però nessuno di loro mi aveva colpita così tanto, forse per il fatto che io non mi basavo mai sull’apparenza, preferivo conoscerle le persone prima di giudicarle. Forse ne avrei avuta l’occasione, sempre se fossi riuscita a trovare Niall, cosa improbabile date le dimensioni della folla urlante davanti al palco. Non sarei mai riuscita a passare.
In poco tempo, persi di vista Ronnie, ma non mi preoccupai, sapevo che probabilmente si era dileguata, tornando all’albergo e lasciandomi sola in tutto quel casino. Feci un sospiro sconsolato e, a spintoni, cercai di avvicinarmi al palco, dove c’erano i buttafuori che lasciavano passare le persone che avevano il pass. Quando arrivai lì, il buttafuori, un uomo alto e grande di colore, mi guardò di sbieco.
-Prego?- chiese con voce annoiata. Arrossii e balbettai.
-Ehm…Dovrei passare.- dissi indicando la porta dietro di se, che era aperta e potevo scorgere persone indaffarate che correvano veloci da una parte all’altra. L’uomo alzò un sopracciglio e io mi resi conto che dovevo tirare fuori il mio tesserino.
-Ehm…Ho il pass…da qualche parte…- balbettai tastandomi le tasche dei jeans. Con orrore, mi accorsi che le mie tasche erano vuote e che il pass doveva essermi caduto. Sgranai gli occhi terrorizzata e cominciai a guardarmi intorno, cercando di scorgerlo a terra tra le centinaia di piedi che si muovevano frenetici. L’uomo si cominciava a spazientire, sbuffava e sbatteva il piede nervosamente a terra.
-Le giuro che l’avevo, era proprio qui.- dissi con voce strozzata, cercando di convincerlo. Doveva fammi passare, ero ad un passo da lui, non potevo rovinare tutto così, con la mia stupida sbadataggine cronica.
-Mi dispiace, ma senza tesserino non posso farti passare.- disse con voce autoritaria. In quel momento dalla porta aperta sbucò un ragazzo che ci osservò curioso.
Riconobbi all’istante quegli occhi verdi e quel sorriso che mi avevano colpito dal primo istante in cui li avevo visti.





HOLA C:
Sono di nuovo quì! :D
Allora, vorrei cominciare scusandomi per la schifezza del capitolo.
Capitemi, ho avuto pochissimo tempo per scriverlo perchè mia madre mi ha praticamente vieteto il computer. Però oggi sono riuscita a fregarla e a connettermi giusto in tempo per pubblicare il capitolo.
*si sente potente*
Vabbè, sparisco altrimenti divento peeeesante C:
Grazie, grazie, grazie a chi legge/ recensisce/segue! :D
#With love.
-S.
 

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Capitolo 4
*** What are you doing? ***


Capitolo 3 
 
 Il ragazzo continuò a guardarmi per qualche secondo, poi batté la mano sulla spalla del buttafuori e mi sorrise.
-Tranquillo, John. E’ con me.- disse facendomi l’occhiolino. Arrossii e cercai di sorridere.
Controllati, Sam.
 L’uomo grugnì una risata e mi lascio passare.
-Un’altra, Harry?- gli chiese con voce burbera. Il ragazzo si unì per un attimo alla sua risata e allargò le braccia. Ascoltai curiosa quello scambio di battute, senza capire.
Harry mi guardò, incatenandomi con i suoi occhi verdi, mi tese la mano e io gliela strinsi, un po’ intimidita. Al contatto, il mio cuore cominciò a correre forte e una morsa mi strinse lo stomaco.
-Piacere, Harry.- disse sempre sorridendo, mostrando due fossette e il mio cuore perse un battito.
Ma che diamine mi prende?
-Sammie.- risposi sussurrando. Lui sorrise di nuovo, mi poggiò una mano sulla schiena e mi guidò nel backstage. Sicuramente Niall gli aveva parlato di me, o fatto vedere una mia foto, quindi mi aveva riconosciuta ed ora mi stava portando da lui.
Si, certo. Si capisce che leggo troppi libri?
Camminammo in silenzio lungo un corridoio e ci fermammo davanti ad una porta bianca con sopra attaccato un cartellino con scritto ‘Harry Styles’. Lui mi guardò, mi fece di nuovo quel sorriso dolce e aprì la porta di quello che doveva essere il suo camerino. Mi fece entrare e richiuse la porta alle mie spalle. Mi guardai per un attimo intorno: la stanza era piccola, con un grande specchio che copriva tutto il muro destro e un divano bianco poggiato al muro sinistro. Mi voltai verso Harry e lo trovai a fissarmi assorto. Aggrottai la fronte e cercai di sorridere. Lui ricambiò al volo, con quel suo sorriso dolce che scatenò le farfalle dentro al mio stomaco.
-Dove sono gli altri?- chiesi con voce flebile. Lui ignorò la mia frase e scrollò semplicemente le spalle.
-Ora non servono, forse, dopo te li farò conoscere.- mormorò avvicinandosi lentamente.
Ok, questo era strano.
-Ehm…Harry…Credo che tu mi abbia scambiata per qualcun’altra.- mormorai un po’ a disagio. Lui però mi zittì posandomi un dito sulle labbra e ammorbidì lo sguardo. Il mio cuore prese a battere veloce e le mie gambe iniziarono a tremare. Lui si avvicinava sempre di più, fissandomi le labbra. Non riuscivo a capire cosa volesse fare, anche se ne avevo una vaga idea.
Ma era strano, perché non ci eravamo mai visti prima, non capivo perché si avvicinava così tanto.
A pochi centimetri dalla mia faccia, alzò lo sguardo e con aria annoiata si sfilò la maglietta, mostrando un fisico a dir poco perfetto. Sbarrai gli occhi, sconvolta, ma lui non mi diede neanche il tempo di elaborare una domanda, che mi afferrò per i fianchi e alzò il lembo del mio maglioncino.
Ma che cazz…?
Gli bloccai subito il braccio e cercai di allontanarlo da me, guardandolo contrariata. Lui mi guardò sorpreso e mi sorrise, cercando di convincermi. Intuii la sua mossa e gli bloccai il braccio che mirava ad accarezzare il mio viso. Lui si allontanò, sempre più sorpreso, non capendo il mio comportamento. Io continuavo a guardarlo male, avevo capito fin bene le sue intenzioni.
-Che cosa fai?- gli chiesi seccata, incrociando le braccia. Lui alzò le mani, come per arrendersi.
-Che cosa vuoi che faccia?- mi rispose con un’altra domanda. Continuavo a guardarlo stranita e lentamente cominciava a montare la rabbia.
Ma per chi mi aveva presa? Pensava che poteva trascinarmi nel suo camerino e fare di me il suo giocattolo?
Beh, aveva decisamente sbagliato persona.
Lui mi guardò, assumendo un’espressione strafottente.
-Perché pensi che ti abbia portata qui, per giocare a carte?- mi chiese prendendomi in giro e mettendosi a ridere. Arrossii di vergogna, ma anche di rabbia e mi scagliai contro di lui, mollandogli un sonoro ceffone sulla guancia, con tutta la forza che potevo. Lui barcollò all’indietro, guardandomi come se fossi pazza. Io ero furiosa e me ne fregai che per quel gesto avrei potuto passare dei guai.
-Ma chi ti credi di essere? Pensi che perché sei Harry Styles puoi trattarmi come vuoi?- gli chiesi urlando e scimmiottando il suo nome. Lui sbarrò gli occhi e rimase imbambolato.
Era evidente che nessuna ragazza aveva mai avuto questa reazione alle sue avance.
Probabilmente le ragazze erano entusiaste e felici che lui gli dedicasse attenzione.
Ma quella non era il genere di attenzione che desideravo io da un ragazzo.
Poi si riprese e mi riservò un’occhiata a dir poco glaciale.
-E tu, ragazzina, dovresti imparare a tirartela di meno. Sai quante persone vorrebbero essere al tuo posto?- mi chiese sempre con quell’aria da strafottente. Rimasi a bocca aperta.
Ma che gran pezzo di idiota!
Lui fece una risata sprezzante, interpretando male la mia reazione. Mi accorsi di come ero rimasta e chiusi di scatto la bocca, fulminandolo con lo sguardo.
-Beh, ti ha detto male. Io non sono una di quelle.- gli dissi con voce di ghiaccio. Non gli diedi neanche il tempo di rispondere, era meglio così, se non voleva essere picchiato. Lo guardai per l’ultima volta negli occhi, che in quel momento erano di un verde sconvolgente, gli passai accanto e me ne andai.
Quando mi chiusi la porta alle spalle, cominciai a risentire dell’accaduto. Mi tremarono le gambe, così mi accasciai a terra, con la testa tra le ginocchia e cominciai a respirare profondamente.
Il suo comportamento mi aveva veramente sorpreso, non me l’aspettavo. Mi erano arrivate voci su di lui, ma non gli avevo dato tanto ascolto. E poi mi era sembrato così gentile e disponibile all’inizio.
Invece era chiaro che si comportava in quel modo per cercare di sedurmi e di ottenere quello che voleva. Non avrei mai pensato che un ragazzo potesse fare quello che voleva così tranquillamente.
Ma era chiaro: lui era Harry Styles, e le ragazze avrebbero ucciso per trovarsi al mio posto.
Che cosa assurda.
Lacrime di rabbia mi invasero gli occhi e cominciarono a scendermi sulle guance.
Sei sempre la solita, Sam. Ti fai fregare da tutti.
Con la testa poggiata al muro, potevo sentire Harry dentro il camerino che si muoveva freneticamente, sbattendo le cose. Evidentemente era innervosito dal fatto che per una volta aveva trovato una ragazza che l’aveva rifiutato. Nel suo ideale di mondo questo non accadeva mai. Mi alzai lentamente, cercando di tenermi in equilibrio, e mi allontanai il più velocemente possibile da quel posto. Avevo paura che lui potesse uscire da un momento all’altro e non ce l’avrei fatta a guardarlo di nuovo negli occhi, tantomeno ad affrontare un altro litigio.
Uscii all’aria aperta e mi immersi nella folla che urlava davanti al palco.
Dopo un po’ di tempo si sentirono delle urla quasi disumane provenire dalla folla: i ragazzi erano saliti sul palco.
Io cercai di andare più avanti che potevo, poi mi fermai.
Lui era lì, sul palco, insieme ai suoi amici e stava sorridendo mentre faceva la cosa che più amava fare.
I suoi occhi azzurri brillavano e in quel momento, finalmente dopo due anni, mi sentii di nuovo felice.





HOLA C:
Sono riuscita a postare perchè non so come, ho convinto mia madre a farmi usare il computer. Solo per oggi, ha detto. Ma me la lavorerò bene...
*si sfrega le mani*
Comunque, il capitolo non ha avuto recensioni, ma ho deciso di postare lo stesso.
Ho capito che probabilmente fanno talmente tanto schifo che a nessuno viene voglia di commentare ç.ç
Ma non mi importa, io scrivo perchè mi piace.
Certo, sapere che qualcuno apprezza quello che fai sarebbe spettacolare, però non si può avere tutto dalla vita...D:
Cristo, quanto sono pesante.
Scusatemi, vi prego.
Ok, ok. Sparisco. D:
Beh, se non vi fa così tanto schifo, fatemi sapere cosa ne pensate C:
#With love.
-S.

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Capitolo 5
*** I missed you a lot. ***


Capitolo 4   
 
 
I suoi occhi erano fissi nei miei ed io annegai in quell’azzurro che mi era mancato più di ogni altra cosa.
Ricordati di respirare.
Lui mi sorrise e mi fece cenno di avvicinarmi. Come un automa aggirai le fan urlanti e cercai di arrivare a lui, ma fui sovrastata da un gruppo di ragazze che mi anticiparono e lo sommersero, chiedendo foto e autografi. In meno di un secondo lo persi di vista. Sbruffai e cercai di farmi avanti, ma non c’era verso. Si erano chiuse come un muro davanti a me.
Ma porco cazzo! (?)
Stavo escogitando un piano per uccidere qualcuna di quelle galline urlanti e raggiungere il mio migliore amico, quando accanto a me sbucò una mano che mi afferrò il braccio e mi trascinò dietro il palco. Mi girai e mi preparai a mangiarmi vivo chiunque l’avesse fatto, quando mi trovai davanti due occhi color cioccolato che mi scrutavano curiosi.
-Emh, ciao. Scusa per le cattive maniere ma tanto non ce l’avresti fatta a passare.- disse facendo spallucce, poi mi tese la mano.
-Io sono Liam. Niall mi ha praticamente spedito a prenderti perché lui è sommerso dalle fan.- continuò con voce dolce.
Sei il mio salvatore, ragazzo.
Io gli sorrisi mentre mi stringeva la mano, poi lo seguii dietro le quinte del palco. Mentre gli altri ragazzi  finivano di farsi le foto e cercavano di tenere a bada le ragazze, Niall si accorse di me e le ignorò completamente, avvicinandosi.
Io rimasi imbambolata dal suo sorriso e il mio cuore cominciò a battere forte.
Sembravo un idiota: non sapevo cosa fare, o dire. Me ne rimanevo lì immobile a fissarlo, quando dentro di me morivo dalla voglia di riabbracciarlo.

E allora perché non lo fai, brutta cretina?!
Lui capì che ero in difficoltà, così si avvicinò ancora di più e tese le braccia verso di me. Non me lo feci ripetere due volte e mi tuffai nel suo abbraccio chiudendo gli occhi che si erano riempiti di lacrime di emozione.
Lui mi strinse forte e sospirò.

-Sam.- sussurrò -Mi sei mancata.-. Io sorrisi e lo strinsi più forte, respirando il suo profumo.
-Anche tu.- gli sussurrai cercando di non piangere.
Nel frattempo gli altri ragazzi ci avevano raggiunto e ci stavano osservando in silenzio. Il ragazzo moro, Louis, si schiarì la voce e mise un braccio intorno alle spalle di Niall. Lui mi lasciò andare, rimanendo però accanto a me e guardò Louis scocciato. Lui gli sorrise e si voltò verso di me.

-Allora è lei, la nostra ragazza.- disse con voce divertita dando di gomito a Niall che arrossì. All’imbarazzo di Niall, gli altri tre scoppiarono a ridere. Poi Zayn fece un passo avanti e mi tese la mano.
-Finalmente riusciamo a conoscerti, Niall non fa altro che parlare di te.- disse ridendo. Io gli strinsi la mano e ascoltai meravigliata il suono della sua risata. Niall si schiarì la gola e mi guardò ancora un po’ imbarazzato.
-Ma guardati, sei cambiata tantissimo.- mi disse arrossendo. Io gli sorrisi e feci spallucce.
-Beh, sono sempre due anni che non ci vediamo.- gli dissi lanciandogli uno sguardo d’accusa.
Ecco, devi sempre rovinare tutto.
-Hai ragione.- rispose colpevole. Scrollai le spalle e gli sorrisi.
-Ne parliamo dopo.- gli sussurrai all’orecchio. Lui annuì e mi abbracciò di slancio, di nuovo.
-Oddio, mi sei mancata troppo, Sam. Ti giuro, non sapevo più come fare!- esclamò stringendomi forte.
Si, però se tu mi fai questi scatti improvvisi, non so cosa rimarrà precisamente del mio povero cuore… (?)
Feci una risatina e ricambiai l’abbraccio, sentendomi finalmente a casa.
-Allora, ragazzi, che si fa? Io sarei stanco, torniamo a casa?- chiese una voce alle mie spalle. Niall sciolse l’abbraccio ed io mi girai, trovandomi davanti la faccia sorpresa di Harry. Appena mi vide sbiancò e mi indicò.
-E lei…?- chiese con sguardo preoccupato.
-Oh, Harry. Lei è la mia amica, te l’avevo detto che sarebbe venuta, no? Sammie, lui è Harry.- disse presentandoci. Io gli lanciai uno sguardo di ghiaccio.
-Ciao.- mormorai mantenendo le distanze. Lui tornò subito in se e mi fece un gesto del capo.
-Ok, io direi di andare. Ho bisogno di una luuunga dormita.- disse Louis stiracchiandosi. Gli altri annuirono e Niall mi afferrò la mano, trascinandomi in macchina con loro.
 
 
 
Quando arrivammo nella loro casa…anche se era più opportuno chiamarla ‘reggia’, per quando era grande, Niall si fiondò con me al seguito nel salotto e si buttò sfinito sul divano, chiudendo gli occhi.
Gli altri ragazzi si sparpagliarono per la casa: Zayn si chiuse in bagno dicendo che andava a fare la sua visita quotidiana allo specchio, Liam si diresse silenziosamente in cucina e Harry sparì oltre le scale con sguardo basso, seguito a ruota da Louis.
Io rimasi per un po’ in piedi accanto al divano ad osservare Niall, quando lui aprì gli occhi e mi puntò addosso quel colore azzurro che fece per un attimo inciampare il mio cuore. Mi sorrise e mi fece segno di sedermi accanto a lui. Io lo accontentai e lui mi passò il braccio intorno alle spalle, stringendomi a se.
A causa dei ragazzi, non avevamo avuto modo di parlare, di chiarire e di ritrovarci. A dire la verità, in fondo al cuore ce l’avevo un po’ con lui per avermi abbandonata in quel modo, ma tutto l’affetto che provavo per lui soffocava quel sentimento. E poi ero troppo felice perché l’avevo ritrovato e, in pochi istanti, avevo capito che niente tra noi era cambiato e che tutte le mie preoccupazioni erano state inutili. Lui sospirò e mi sorrise.

-Credo che noi due dobbiamo un po’ parlare.- disse rassegnato.
-Già.- gli risposi sorridendo. -Però non mi va di affrontare argomenti pesanti, oggi. Dimmi solo perché te ne sei andato in quel modo e poi ti lascio in pace.- continuai con voce decisa. Lui chiuse gli occhi e poggiò la testa sulla mia.
-Non mi perdonerò mai per quello che ti ho fatto.- disse con voce triste. -Però non avevo altra scelta, tu non mi avresti lasciato andare e io dovevo assolutamente farlo.- continuò sempre a occhi chiusi. Io mi girai verso di lui e lo guardai finché non riaprì gli occhi e ricambiò lo sguardo.
-Io non ti avrei mai impedito di rincorrere il tuo sogno.- gli dissi contrariata. Lui distolse lo sguardo.
-Lo so. Però io…non ce l’avrei fatta ad andarmene, non dicendotelo guardandoti in faccia, ecco.- balbettò arrossendo.
Non ce la posso fare, è troppo tenero.
-Tu, solo con il tuo sguardo mi avresti convinto a rimanere. Quando me ne sono andato, è stato come se avessi lasciato una parte di me lì con te. E’ stato straziante.- mi disse con sguardo pieno di dolore. Feci per replicare ma lui mi posò un dito sulle labbra, capendo al volo la mia risposta.
-Lo so che anche per te non è stato facile, non sto cercando di fare la vittima. Mi dispiace, tornassi indietro, non lo rifarei, almeno non in quel modo.- mi disse sinceramente. Io lo guardai e decisi di perdonarlo. Gli carezzai la guancia e gli sorrisi.
Fanculo alla sfuriata che mi ero preparata.
Ora sono qui, con lui, non voglio pensare ad altro.

-Facciamo così: ora è tutto passato, io sono qui e siamo di nuovo insieme. Dimentichiamoci tutto e pensiamo a far ritornare la nostra amicizia come era prima.- gli sussurrai annegando nell’azzurro dei suoi occhi. Lui annuì sollevato e mi baciò la guancia.
-Ora rilassiamoci.- disse sbadigliando. -Sono stremato.- continuò chiudendo gli occhi. Mi strinse a se e poggiai la testa sul suo petto.
Poi, al battito sincronizzato dei nostri cuori, piano piano, scivolammo nel mondo dei sogni.






HOLA C:
I'm baaaack :D (?)
Scusate se vi ho fatto aspettare, ma mia madre mi impediva anche solo di accenderlo, il computer. E poi ho avuto una mareeeea di cose da studiare.
*passa una balla di fieno*
Vabbè, tornando al capitolo, scusate se fa un po' schifo ç.ç L'ho dovuto scrivere in fretta e furia.
Però, oh. Si sono ritrovatiiii :D
*saltella e batte le mani* (?)
Ok, non sto bene.
Sparisco. (?)
Grazie a tutte quelle che leggono e recensiscono! :D
#With love.
-S.

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Capitolo 6
*** Would you live with me? ***


Capitolo 5
 
 
 
-Che dite, li svegliamo?- sentii delle voci mormorare. Mi spostai impercettibilmente e sospirai. Poi mi stropicciai gli occhi e li aprii. Trovai chino su di me Louis che mi guardava con la sua faccia da bambino cresciuto. Appena vide il mio sguardo su di se si allontanò, affiancando Liam che era in piedi un po’ più dietro di lui.
-Oh, sei sveglia.- disse Louis regalandomi un sorriso. Ricambiai e cercai di alzarmi, ma qualcosa di pesante me lo impediva. Mi guardai intorno confusa e realizzai la situazione.
Mi ero addormentata sul divano accanto a Niall, che in quel momento ronfava beato. Il suo braccio destro era poggiato su di me e mi stringeva al suo petto, senza lasciare vie d’uscita. Guardai i tre ragazzi in cerca d’aiuto e loro si mossero tutti contemporaneamente verso di me.
Zayn afferrò da dietro il divano il braccio di Niall, Liam mi afferrò delicatamente e mi fece sgusciare via e Louis buttò giù Niall dal divano. Cadde a terra con un tonfo sordo e si svegliò all’istante con una smorfia di dolore.

-Ahi!- esclamò con la faccia da cucciolo. A quella vista i ragazzi scoppiarono a ridere facendo svegliare del tutto Niall. Lui si tirò su e li guardò contrariato massaggiandosi la coscia sinistra.
-Idioti.- mormorò con la voce ancora impastata dal sonno, stropicciandosi gli occhi. Sorrisi a quella vista estremamente tenera e sotterrai a fatica l’impulso di correre verso di lui e abbracciarlo.
Quando sembrò del tutto sveglio, puntò i suoi occhi azzurri su di me e mi sorrise.

-Oh, allora non era un sogno!- esclamò illuminando tutta la stanza con il suo bellissimo sorriso. Io non potei fare a meno di ricambiare e alzai le spalle, un po’ imbarazzata dagli sguardi degli altri ragazzi fissi su di me.
Lui si accorse del mio imbarazzo e si voltò verso Louis che per una volta era rimasto in silenzio semplicemente ad osservarci sospettoso. Il suo sguardo mi metteva in soggezione, così abbassai gli occhi e arrossii. Liam se ne accorse e lanciò un cuscino a Louis che lo guardò sorpreso. Si stava per scatenare una rissa, quando intervenne Zayn.

-Ragazzi, buoni.- disse mettendosi in mezzo a loro e lanciandogli uno sguardo serio. I ragazzi si scambiarono un’ occhiata che non prometteva niente di buono e poi scoppiarono a ridere contemporaneamente. Zayn scosse la testa e si rivolse a Niall.
-Amico, noi usciamo. Volevamo chiederti se ti va di venire con noi.- gli disse, quasi scusandosi. Niall aggrottò la fronte e mi lanciò uno sguardo veloce.
-Non lo so.- mormorò -Tu che vuoi fare?- mi chiese. Io scrollai le spalle.
-Beh, dovrei tornare all’albergo e far sapere a Ronnie che sono ancora viva. Tu vai, io prenderò un taxi.- gli dissi sorridendo. Lui mi guardò contrariato.
-Non se ne parla. Ti accompagno io.- disse afferrando la giacca. -Ragazzi, voi andate. Magari vi raggiungo più tardi.- continuò rivolgendosi ai tre che scrollarono le spalle e si avviarono verso la porta.
-Ehi, ehi. Ragazzi, aspettatemi. Dove volete andare senza di me?- chiese Harry sbucando da in cima alle scale. Alzai gli occhi al cielo e cercai di ignorarlo.
Harry si accorse della mia presenza e si ammutolì all’istante, lanciando sguardi interrogativi ai ragazzi, che però non colsero. Poi puntò i suoi occhi su di me ed io mi persi per qualche secondo nel verde del suo sguardo, dimenticandomi di tutto. Poi scossi la testa, per tornare in me, e lo fulminai per poi voltarmi verso gli altri. Incrociai subito lo sguardo di Louis che ci studiava, sempre più curioso. Però Niall ci interruppe.

-Allora ragazzi, ci vediamo più tardi.- disse afferrandomi la mano e portandomi fuori. Feci appena in tempo a salutare tutti con un sorriso e un gesto della mano libera, mentre il mio cuore impazziva per la stretta improvvisa della mano calda di Niall.
 


-Eccoci.- disse Niall, parcheggiando la macchina. Sospirai e gli sorrisi.
-Stavo pensando…- cominciò con voce imbarazzata. Lo interruppi con uno sguardo scioccato.
-Davvero? Tu…pensi?- gli chiesi scherzando. Lui mi fece una boccaccia e mi scompiglio i capelli.
-Molto spiritosa.- mormorò. Io gli feci l’occhiolino e gli feci segno di andare avanti. Lui arrossì.
-Beh, che ne dici di venire a stare da me? Insomma, non mi va che tu passi l’estate in albergo. Dopotutto sei venuta qui per me e poi la casa è grande…- non sapeva come andare avanti, andava alla disperata ricerca di una scusa plausibile, quando bastava che mi dicesse che mi ospitava in casa e basta.
Insomma, eravamo cresciuti insieme, la sua casa era come se fosse la mia e viceversa. Cos’era cambiato?

Il fatto che ora non siete più in Irlanda e che lui vive con altri quattro ragazzi, idiota.
Io lo fermai, posandogli una mano sulla spalla. Lui mi guardò speranzoso.
-Per me andrebbe bene. Però devo parlarne con Ronnie. Sono qui con lei, non posso lasciarla sola.- gli dissi. Lui sorrise.
-Oh, ma non è un problema. Può venire anche lei. Davvero, la casa è molto grande, c’è spazio per tutti.- disse con entusiasmo. Io scoppiai a ridere.
Ma si, facciamo una grande rimpatriata.
Andare a vivere con lui e tutti i suoi amici. Mi sembrava una cosa tanto strana.
Scrollai le spalle.
-Non lo so. Ne parlo con Ronnie e poi vediamo, ok?- gli dissi. Lui annuì e mi sorrise. Poi mi abbracciò ed io feci per scendere dalla macchina.
-Ci sentiamo più tardi.- gli dissi, per poi scendere ed entrare a passo svelto in albergo.
Quando salii in camera, trovai Ronnie sulla porta ad aspettarmi con un gran sorriso. Non mi fece neanche entrare, che cominciò a parlare a macchinetta.
-Allora, il ragazzo si chiama Justin, è stra-dolce e un sacco simpatico. Ho passato tutto il pomeriggio nella hall a chiacchierare con lui…- cominciò con voce entusiasta.
-Ronnie.- cercai di interromperla con voce ferma. Ma lei mi zittì con un gesto della mano.
-Lo so che tu hai cose più importanti da dirmi, ma lasciami raccontare. Poi sono tutta tua. Allora, stavo dicendo. Ho passato tutto il pomeriggio con lui, e non puoi sapere quanto è stato dolce e carino. Ha venti anni, quindi è praticamente perfetto. Mi ha dato il suo numero e mi ha chiesto di uscire, domani.- non si fermava più. Era anche divertente starla a guardare mentre si agitava e gesticolava, per rendere meglio il racconto, ma in quel momento avevo una cosa più urgente da dirle.
-Ronnie.- la richiamai. Ma lei non ne voleva sapere.
-Oh, lo so che è presto, che non lo conosco. Però è così bello! Quando mi ricapita una…-
-Cristo, Ronnie! Vuoi stare a sentirmi un attimo?- urlai. Lei si ammutolì e io sospirai di sollievo.
-Finalmente. Non ti fermavi più.- le dissi, ammorbidendo la mia accusa con un sorriso.
-Oh, scusa.- mi disse lei sorridendo imbarazzata.
-Credimi, vorrei veramente stare a sentire il tuo racconto. Ma c’è una cosa un po’ più urgente di cui parlare.- le dissi facendole segno di sedersi. Lei mi guardò preoccupata, ma io le feci segno con la mano di stare tranquilla.
-Ecco…Niall ha proposto di andare a vivere con lui. Noi due. Insieme ai suoi amici.- le dissi arrossendo. Lei mi guardò alzando un sopracciglio.
Brutto segno.
Però avevo poco tempo, quindi optai subito per le supplice.

-Lo so che ti sembrerà strano. Però, ti prego! I ragazzi sono simpatici e la casa è grandissima. Non sarà così male e poi io potrò recuperare il tempo perso con Niall.- le dissi facendole gli occhi dolci. Lei sbuffò e mi guardò male. Odiava quando tentavo di convincerla così. Io lo sapevo, ma sapevo anche che era l’unico modo.
-Ma ti senti? Vorresti andare a vivere da sola con cinque ragazzi. La Sammie di un mese fa si sarebbe presa a schiaffi al solo pensiero.- mi disse sconvolta. Io feci spallucce e continuai a supplicarla con lo sguardo.
-Lo so, ma così potrei stare più vicino a lui. E poi non ci sarebbe neanche la spesa dell’albergo e sai che sarebbe diventato un problema. Ti prego, almeno proviamo. Se non va, ti giuro che ce ne andiamo subito. Però proviamo.- le chiesi.
Era la mia ultima speranza, ma cominciavo a rilassarmi perché vedevo dal suo sguardo che si stava per arrendere. Dopo qualche minuto di silenzio, in cui mi osservò attentamente, acconsentì con un sospiro.

-Va bene. Va bene. Ma ti avviso che io non ci sarò molto, ora ho anch’io qualcosa da fare.- disse tornando a far splendere il suo sorriso.
-Tipo perseguitare quel ragazzo?- le chiesi ridendo.
-Esatto!- disse lei con entusiasmo.
Io le saltai addosso abbracciandola.
-Grazie.- le sussurrai al orecchio prima di baciarle la guancia. Lei mi scompigliò i capelli e fece un risolino.
-Quando andiamo?- chiese fingendosi annoiata. Sorrisi.
-Adesso.- le dissi decisa.





HOLA C:
Vi prego, scusatemi per l'incredibile banalità del capitolo! Veramente, non volevo neanche pubblicarlo per quanto mi sembra stupido, solo che non sapevo in che altro modo scriverlo ç.ç
*si deprime*
Spero che continuiate a leggere anche dopo questa schifezza, davvero.
Ok, ora sparisco.
#With love.
-S.

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Capitolo 7
*** You'll love me. ***


Capitolo 6
 
 
Quando mi svegliai, mi ci vollero alcuni minuti per realizzare che non era stato tutto un sogno, che ero lì veramente, nella casa del mio migliore amico, nella mia nuova camera. Mi alzai sbadigliando e sorrisi alla vista di Ronnie ancora addormentata nel letto accanto al mio. In punta di piedi uscii dalla camera, attenta a non svegliarla, e mi diressi verso la cucina. L’unica stanza che mi ricordavo come arrivarci. La casa era silenziosa, segno che tutti gli altri stavano ancora dormendo. Quando entrai in cucina, mi resi conto che mi ero sbagliata. Non stavano proprio tutti dormendo.
Harry era seduto sul tavolo e stava facendo colazione. Stavo per fare dietro-front velocemente, prima che mi vedesse, ma andai a sbattere contro un mobile ed imprecai a mezza bocca. Harry si voltò curioso e appena mi vide gli spuntò un sorrisetto strafottente sul viso. Lo ignorai e, visto che ormai ero lì e la mia idea di non farmi vedere era andata in fumo, mi avvicinai al frigo in cerca di qualcosa per placare il mio stomaco che brontolava. Harry continuava a guardarmi, senza dire niente, ma con una faccia da schiaffi talmente invitante, che non so cosa mi trattenne dall’accontentarla. Dopo un po’ che cercavo invano qualcosa per il mio povero stomaco, Harry si schiarì la gola e parlò.
-Se cerchi qualcosa da mangiare, lì non troverai niente. Non so se te ne sei resa conto ma questa è una casa dove abitano solo ragazzi. La spesa non è il nostro forte.- mi spiegò con voce distaccata.
Feci spallucce e ignorai il suo sguardo, sbattendo l’ultimo sportello che avevo aperto.
Perfetto. Che bel modo di aprire la giornata.
E se il buongiorno si vede dal mattino…
All’improvviso trovai Harry dietro di me, a pochi centimetri di distanza. Sbarrai gli occhi e mi allontanai in fretta, fulminando con lo sguardo il sorriso strafottente che aveva stampato sul viso e odiando a morte il rossore sulle guance che mi aveva provocato la sua vicinanza improvvisa.
-Però siamo bravi a fare altre cose…- mormorò con voce maliziosa. Sbruffai e mi allontanai ancora di più.
-Che fai? Cerchi un altro pugno in faccia? Perché posso anche dartelo subito, senza che ti sforzi tanto.- gli dissi acida. Lui scoppiò a ridere e fece un passo avanti, verso di me. Io lo assecondai, facendone uno indietro.
-Perché scappi? Hai paura?- mi chiese sempre con lo stesso tono. Schioccai la lingua e mi trattenni dal ridere.
-Ma per piacere! Non dire fesserie.- gli dissi con voce glaciale. Lui fece spallucce.
-E allora perché ti allontani?- mi chiese sorridendo provocante.
-Perché non voglio fare a botte di prima mattina, riccio. Quindi non ti conviene avvicinarti tanto.- gli dissi. Ma lui non mi ascoltò e continuò a camminare verso di me, fino ad arrivarmi a un palmo dal naso. Io trattenni il respiro e cercai di rallentare il mio cuore che era partito in quarta. Intrecciò il suo sguardo al mio e alla vista di quel verde sconvolgente per un secondo dimenticai anche come mi chiamavo.
Sveglia! Ma cosa ti prende?
-Nessuno mi dice di no.- sussurrò a denti stretti, facendo un mezzo sorriso. Mi ripresi all’istante e scoppiai a ridere. Una risata quasi isterica, piena di nervosismo.
-Beh, mi dispiace, ma ne hai appena trovata una che lo fa.- gli dissi facendo spallucce. Lui sorrise, cosa che non prometteva niente di buono.
-Io non ne sarei così sicuro.- mi disse avvicinandosi ancora di più. Io indietreggiai di un passo e alzai un sopracciglio, incrociando le braccia al petto.
-Ah, si?- gli chiesi scettica. Lui annuì e mi sorrise, di nuovo.
-Prima o poi cederai ed io sarò pronto ad approfittarne.- mi disse malizioso. Scoppiai a ridere di nuovo alla vista della sua sicurezza.
-Si, come no. Sai cosa, Harry? È la convinzione che fotte la gente. Ti consiglio di stare attento.- gli suggerii con un finto sorriso. Lui scacciò via le mie proteste con un gesto della mano e ridusse di nuovo le distanze. Questa volta non mi tirai indietro e lo lasciai fare. Con un dito percorse delicatamente il profilo della mia guancia e sorrise, mettendo in mostra le fossette.
-Sono pronto a scommettere che entro la fine dell’estate tu ti innamorerai di me.- sussurrò inchiodandomi con lo sguardo. Io schioccai la lingua e gli tesi la mano.
-Preparati a perdere, allora.- gli dissi decisa. Lui sorrise e alzò un sopracciglio, scettico. Non credeva che facessi sul serio. Io avvicinai ancora di più la mano, finché lui non la strinse nella sua.
-Bene. Ti avviso che il gioco sporco è il mio preferito.- mi avvertì maliziosamente. Io rimasi impassibile.
-Non mi preoccupa la cosa.- gli dissi sicura. A quel punto lui sorrise e, con la mia mano ancora stretta nella la sua, mi tirò verso di se e mi schioccò un veloce bacio all’angolo della bocca.
-Si comincia.- dichiarò sussurrando. Io mi allontanai di scatto e lo colpii sul petto.
-Ti odio.- gli dissi con cattiveria.
-Ancora per poco.- mi disse ammiccando e sorridendo, prima di lasciarmi da sola con la mia rabbia. Ancora non sapevo in che razza di situazione mi ero cacciata.
 
 
-Buongiorno, bellezza.- mi salutò Louis entrando in cucina. Io gli sorrisi.
-Ciao.- mugugnarono Liam e Zayn ancora mezzi addormentati.
-Buongiorno, ragazzi.- gli dissi con un gran sorriso. I tre presero posto al tavolo e cominciarono a fare colazione.
-Umh…Dov’è Niall?- chiesi arrossendo. Liam mi guardò e fece un sorrisetto.
-Sta dormendo. Ho provato a svegliarlo, ma…- fece per dire.
-Lo so.- lo interruppi con un sorriso. –Quando parte è impossibile svegliarlo.-
Lui sorrise e annuì.
-Ci metterò un po’ ad abituarmi al fatto che forse tu lo conosci meglio di noi.- disse scuotendo la testa. Io sorrisi e feci spallucce.
-Beh, io ci provo.- mormorai uscendo dalla cucina e avviandomi verso la stanza di Niall. Aprii delicatamente la porta e mi affacciai.
Stava dormendo a pancia in su e il suo faccino era così dolce che non so cosa mi trattenne dal correre da lui. Entrai in punta di piedi e mi misi seduta accanto a lui. Gli carezzai la guancia lentamente e poi passai ai capelli. Lui si mosse, mormorando qualcosa, ancora nel bel mezzo del sogno. Sorrisi.
-Niall- lo chiamai con voce delicata.
-Dai, svegliati.- continuai, scuotendolo.
-Ancora cinque minuti, mamma.- mormorò lui, sotterrando la testa sotto al cuscino. Scoppiai a ridere e lui, al suono della mia risata inaspettata, si svegliò del tutto e si tirò su. Mi guardò con aria confusa e poi si aprì in un bellissimo sorriso.
-Oh, ciao.- mormorò. Ricambiai il sorriso.
-Buongiorno.- gli dissi-
-Quant’è che provi a svegliarmi?- mi chiese, mentre si chinava su di me per schioccarmi un dolce bacio sulla guancia. Io arrossii e il mio cuore perse un battito.
-Non molto.- gli risposi. Poi mi alzai e lo stesso fece anche lui, infilandosi le pantofole. Si tirò su e si stiracchiò.
-Allora, come hai dormito nella tua nuova stanza?- mi chiese con un gran sorriso. Io feci una risatina.
-Molto bene.- gli risposi. Lui si illuminò.
-Allora c’è la possibilità che tu rimanga qui tutta l’estate?- mi chiese con un faccino a dir poco dolce.
Come si fa a dirgli di no?
Annuii e lui mi abbracciò di slancio, stringendomi forte. Io affondai la testa nel suo petto e sorrisi.
Quanto mi è mancato.
-Ok, ho una leggera fame. Andiamo a mangiare.- disse afferrandomi la mano e portandomi al piano di sotto.
Si, sarei rimasta lì. Tutta l’estate. Con il mio migliore amico.






HOLA C:
Eccovi il capitolo! :D
Non mi esprimo su quello che ho scritto, vi dico solo che l'ho fatto in 10 minuti, quindi ci potrebbe essere qualche errore ç.ç
Però boh, mi piace troppo la scena tra Sammie e il nostro Hazza.
Ora cominciano i problemiii... LALALALA (?)
Capitemi, sono gasatissima perchè ho appena finito di vedere il loro DVD che mi ha regalato mia cugina (che amo, ovviamente).
Cioè, è qualcosa di spettacolare! Calcolate che stavo piangendo come una deficente davanti alla tv. Mio fratello mi ha preso per pazza, che novità v.v
Ragazze compratelo, ne vale veramente la pena.
Non mio fratello, il DVD! (?)
Ok, sto sclerando e sto diventando peeeeesante ç.ç
Sparisco.
Un gigantesco grazie a chi legge e recensisce! :D
GRAZIE. ^^
#With love.
-S.

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Capitolo 8
*** Do you like him? ***


 
Capitolo 7
 
 
Scesi le scale fischiettando. Quel giorno ero proprio di buon umore, non so perché. Entrai in salone, dove trovai Liam e Louis sul divano a guardare la tv. Li salutai con un sorriso, che loro ricambiarono al volo.
-Ciao, ragazzi. Avete per caso visto Ronnie?- chiesi. Non la vedevo dalla mattina. Liam scrollò le spalle.
-Aveva un appuntamento con un certo Justin.- disse, spostando lo sguardo sulla tv.
-Si, Zayn l’ha accompagnata. Doveva uscire anche lui.- aggiunse Louis, regalandomi un gran sorriso. Io mi accomodai tra di loro.
-Mmh…E Niall?- chiesi. Liam fece di nuovo spallucce.
-Non lo so. Ha detto che aveva da fare ed è uscito.- mi rispose.
-A proposito di Niall…- cominciò Louis con un tono di voce che non prometteva niente di buono. Arrossii all’istante e mi feci piccola piccola. Liam si voltò verso di me, curioso.
-Cosa c’è tra di voi?- chiese Louis. Sgranai gli occhi.
Cosa c’è tra di noi?
In che senso, precisamente?
-Già. Ancora non ci ho capito niente.- si aggiunse Liam con tono curioso. –Spiegaci come stanno le cose.- continuò sorridendo.
Mi schiarii la gola, imbarazzata.
-Ragazzi, non capisco dove volete andare a parare.- sussurrai, sempre più rossa in viso. Louis mi diede una spallata.
-Andiamo, che hai capito. Lui ti piace?- mi chiese direttamente.
Dio, ho sempre odiato queste domande.
-Come ‘mi piace’? Certo che mi piace, è il mio migliore amico!- esclamai, cercando di rimanere sul vago.
Il fatto era che io avevo sempre evitato questa domanda, anche quando la facevo a me stessa.
Anche perché non sarei mai riuscita a trovare una risposta decente.
Lui era il mio migliore amico da sempre. Lo conoscevo quasi meglio di me, sapevo tutto di lui e viceversa.
E ci era sempre andato bene così, nessuno dei due si era mai posto qualche problema.
Perché dovevamo cambiare le cose?
-Mmh…Non cercare di fregarmi.- mi ammonì Louis. –Dimmi la verità.- Continuò con un sorrisetto malizioso.
Guardai Liam, in cerca di aiuto, ma lui mi sorrise dolcemente e mi fece segno di parlare.
-Davvero, ragazzi. Non capisco…- dissi guardandoli allarmata. Louis sorrise e mi poggiò un braccio intorno alle spalle.
-Dicci solo se lui ti piace. Insomma, cosa provi per lui?- mi chiese, cercando di rendermi le cose più facili.
Solo che così peggiorava solo la situazione.
Ma un pacco di affari vostri no, eh?
E poi siamo noi femmine le pettegole.
Sospirai e cercai di essere il più sincera possibile.
-Non lo so, davvero. Tra noi le cose sono sempre state così. Siamo migliori amici, quasi come fratelli. Anche se…- mi bloccai, arrossendo.
-Anche se?- chiese Liam, cercando di spronarmi. Scrollai le spalle.
-Anche se a volte, non lo so, sembra che tra noi ci sia di più. Però in realtà non è così. Noi siamo solo amici, davvero. Almeno per quello che penso io.- dissi tutto d’un fiato.
Ero stata il più sincera possibile. Eravamo solo amici. Migliori amici.
La pensavo veramente così, almeno credo.
-E lui?- chiese Louis. Scrollai le spalle, un po’ innervosita.
-Lui non lo so. Credo che la pensi come me. Non lo so, ragazzi. Chiedeteglielo. Ma che avete oggi? Due nonnette pettegole si sono impossessate di voi?- gli chiesi, cercando di alleggerire l’atmosfera e di spostare il discorso su qualche altro argomento. Loro scoppiarono a ridere e Louis mi scompigliò i capelli.
-Secondo me, però, per lui non è così semplice la cosa.- mormorò Liam, guardandomi attentamente. Io ricambiai per un attimo lo sguardo e arrossii. Alzai le spalle.
-Non lo so, Liam. Non mi sono mai posta questo problema. A me sta bene così.- sussurrai.
Stai mentendo.
No, non sto mentendo. Zitta!
Ma bene, ora anche le discussioni con la mia coscienza. Di male in peggio, Sammie.
-Sicura?- chiese Louis, accorgendosi del mio tentennamento. Io scrollai le spalle e distolsi lo sguardo.
Quando finisce questa tortura?
-Ciao, ragazzi.- la voce di Harry ci interruppe. Mi voltai di scatto e penso che per la prima volta in assoluto, quel giorno fui felice della sua presenza.
Piacere che durò si e no circa due secondi.
Lui si accorse di me e mi fece l’occhiolino, sorridendo maliziosamente. Alzai gli occhi al cielo e cercai di ignorarlo.
-Oh, ciao Hazza. Stavamo parlando con Sammie di…- cominciò Louis. Lo pizzicai sul braccio.
-Ahi!- esclamò, voltandosi sorpreso verso di me. Gli intimai con lo sguardo di non continuare, ma lui non capiva.
-Di cosa stavate parlando?- chiese Harry curioso, sedendosi sulla poltrona di fronte a noi. Arrossii ed evitai il suo sguardo fisso su di me.
-Ehm…Dei programmi per quest’estate. Tu cosa vorresti fare?- la buttò lì Liam, salvandomi per l’ennesima volta. Sospirai di sollievo e incrociai lo sguardo indagatore di Louis.
Questo ragazzo pensa decisamente troppo.
-Mmh…Per me è indifferente.- rispose Harry, non convinto del fatto che quello fosse realmente l’argomento di cui stavamo parlando. –Basta che ci siano ragazze e a me va bene tutto.- continuò con un sorrisetto malizioso.
Beh, che ci si poteva aspettare?
Alzai di nuovo gli occhi al cielo. Lo facevo troppo spesso in sua presenza. Louis si mise a ridere, seguito a ruota da Liam.
Mah, io non ci trovo niente di divertente.
Mi alzai.
-Ok, ragazzi. Io esco, vado a cercare Ronnie.- annunciai. Da quando il riccio ci aveva raggiunti, il salone per me era diventato una stanza decisamente troppo affollata. Liam si alzò con me.
-Ti accompagno, così magari dopo raggiungiamo Niall.- mi disse sorridendo. Annuii e ricambiai il sorriso.
-Ciao, Louis.- salutai, sottolineando esplicitamente il suo nome. Tanto per far capire che il saluto era rivolto solo a lui.
Molto maturo da parte tua, Sammie.
Lui mi baciò sulla guancia e mi salutò con un sorriso. Feci per raggiungere Liam, che già era arrivato alla porta, ma una mano mi afferrò il polso e mi trattenne. Mi voltai e incrociai gli occhi verdi di Harry fissi nei miei.
-A me non mi saluti?- sussurrò, avvicinando il suo viso al mio. Arrossii all’istante e il mio cuore partì in quarta.
Ma merdina! Perché deve farmi quest’effetto?
Lui si avvicinò sempre di più, finchè il suo respiro non mi solleticò le labbra. Avrei dovuto respingerlo, ma il mio cervello in quel momento era andato. Come ogni volta in cui lui mi si avvicinava.
Terra chiama Sammie!
Ti sta a due centimetri dalla faccia, vuoi svegliarti?
Tornai in un secondo alla realtà, appena in tempo per sentire le sue labbra morbide poggiarsi sulla mia guancia. Mi schioccò un bacio veloce e poi mi lasciò andare. Io rimasi immobile per qualche altro secondo, poi ebbi il buon senso di fulminarlo con lo sguardo.
-Ciao, bellezza.- mi disse ammiccando. Non gli risposi, mi girai e raggiunsi Liam che ci stava osservando curioso dalla porta.





HOLA C:
Scusate il ritardo bellezze, ma la scuola mi sta uccidendo ç.ç
Non vedo l'ora che sia sabato.... Finalmente ESTATE! :D
Anche se a dirla tutta un po' mi dispiace.
Insomma, non vedrò più tutti i miei compagni, i ragazzi del quinto che finiscono e se ne vanno, i professori... (?)
Hahahah! L'ultima era una graaan cazzata! XD
Ok, passando al capitolo.
Sammie cerca di mettere in chiaro come stanno le cosa tra lei e Niall.
Anche se di chiaro non c'è proprio niente perchè neanche lei lo sa cosa pensa (?)
Si, insomma sta messa bene la ragazza.
E Harry...Beh, Harry è sempre lo stesso. Il pervertito che si deve mettere in mezzo.
Povero, però. Magari nella realtà è un ragazzo dolcissimo (?)
Chissà perchè tutti lo descrivono come un puttaniere...
Oddio, ma quanto parlo oggi?! O.o
Vi ho praticamente scritto un monologo.
Ok, ora sparisco.
Grazie a tuuuuutte quelle che leggono e recensiscono C:
#With love.
-S.

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Capitolo 9
*** He will understand. ***


Capitolo 8
 
 
-Sammie, svegliati.- sentii mormorare, mentre due mani mi scuotevano leggermente.
Biascicai qualcosa e mi rigirai nel letto.
-Andiamo, Sammie. Devo raccontarti di Justin!- esclamò la voce entusiasta di Ronnie.
Su, Sammie. Tanto non ti darà pace finchè non le darai retta.
Sbruffai infastidita e aprii gli occhi. La trovai sopra di me, con un gran sorriso e gli occhi lucidi.
Gli occhi da innamorata.
La guardai contrariata.
-Ronnie, non dirmi che siamo già arrivate a questo punto.- mormorai.
Era tipico di lei farsi prendere da un ragazzo così in fretta. Ed era anche bello da una parte. Ma dall’altra, era una fregatura. Perché per i ragazzi era diverso e lei andava troppo veloce, molto spesso spaventandoli e allontanandoli.
Solo pochi si accorgevano di quanto lei fosse speciale.
-Oh, Sammie. E’ perfetto.- esclamò, buttandosi sul letto accanto a me. Sospirai e mi tirai su, pronta ad ascoltare il resoconto del loro appuntamento.
-Prima che tu inizi a raccontare, sappi che ce l’ho con te perché non mi hai detto niente. Voglio dire, se non ti confidi con me, che sono la tua migliore amica, con chi lo fai?- le chiesi offesa. Lei scoppiò a ridere e mi abbracciò.
-Dai, Sam. Non ti ho detto niente perché sapevo che tu avevi già troppo a cui pensare.- mi sussurrò all’orecchio, baciandomi la guancia. Tenni ancora per un po’ il broncio, poi con un sospiro sorrisi.
-Ok, questa volta te la faccio passare.- mormorai. –Ora racconta.- le ordinai con entusiasmo. Lei sorrise e partì con il resoconto dettagliato dell’uscita con il suo Justin.
 
 
 
Dopo due ore di chiacchiere finalmente Ronnie era crollata, stanchissima, dopo essere stata tutto il giorno a gironzolare per la città con Justin.
A quanto diceva lei, quel ragazzo era ‘adorabile’, ma dovevo vederlo con i miei occhi, per esserne sicura. L’importante, però, era che lei fosse felice.
E in quel momento lo era di sicuro.
Stavo ascoltando la musica con le cuffiette, quando Harry entrò nel salone. Appena mi vide, fece un sorriso strafottente e si mise seduto accanto a me, sbattendo la sua spalla con la mia. Alzai gli occhi al cielo e mi spostai di qualche centimetro. Lui, sempre sorridendo, mi sfilò una cuffietta dall’orecchio e se la infilò lui, mettendosi ad ascoltare la mia musica. Lo guardai alzando un sopracciglio, ma lui mi ignorò.
-Ma che musica ascolti?- disse facendo una smorfia.
-Non rompere, riccio. Mi rilassa.- gli risposi acida. Lui si mise a ridere.
-Andiamo, senti le nostre canzoni, sono molto meglio!- esclamò strafottente. Io alzai di nuovo gli occhi al cielo.
-Non lo faccio solo perché si sente troppo la tua voce, credimi.- gli dico, più acida che mai.
Ok, questa te la potevi anche risparmiare.
Puoi commentargli tutto, ma alla sua voce proprio non puoi dire niente.
Lui si mise a ridere.
-Cosa hai da ridire ora sulla mia voce?- mi chiese. Io scrollai le spalle e arrossii.
Ti sei fregata da sooola…LALALA (?)
-Oh, lasciami stare.- borbottai, senza rispondere alla sua domanda. –Tanto non ce le ho le vostre canzoni sull’Ipod, non le sentirei comunque.- continuai mentendo.
Hai tutto il loro CD.
Lo so, stai zitta.
Ancora le vocine nella testa.
Stai peggiorando, Sammie.
Lui alzò un sopracciglio.
-Ah, si?- chiese scettico. Io annuii decisa. Lui fece una risatina e mi sfilò l’Ipod dalle mani, alzandosi di scatto e allontanandosi. Diventai rossa dalla rabbia e mi alzai.
-Non provarci, Harry.- gli intimai puntandogli un dito contro. Lui fece un sorrisetto e cominciò a scorrere le canzoni.
Oh, merda.
Feci per riprendermelo, ma lui mi allontanò con una risata. Tenendolo in alto, in modo che io non potessi arrivarci, cominciò a scorrere tutte le canzoni. Quando arrivò alla cartella dove tenevo le loro. Scoppiò in una risata fragorosa. Si portò le mani sulla pancia e si piegò in due, ridendo ancora più forte.
-E queste qui come ci sono finite?- mi chiese tra un sussulto e un altro. Alzai gli occhi al cielo.
-Ora dammelo!-  esclamai esasperata, allungando una mano verso di lui. Lui smise di ridere e sorrise malizioso.
-Cosa?- chiese avvicinandosi a me, con un sorriso provocante stampato sul suo bel faccino. Ritirai il braccio e alzai gli occhi al cielo, facendo impercettibilmente un passo indietro.
-Sei sempre il solito pervertito. Ridammi il mio Ipod.- gli ordinai, fingendomi indifferente. Ma lui si stava avvicinando e il suo sguardo fisso nel mio cominciava a mandarmi in confusione.
 Non volevo ammetterlo, ma era evidente che non mi era del tutto indifferente.
E, per mia sfortuna, l’aveva capito anche lui.
-Si, ma ti piaccio.- disse ignorando la mia richiesta. Sorrise, sicuro di se e mi afferrò per la vita. Deglutii tesa e cercai di rimanere il più immobile possibile mentre la sua bocca si avvicinava pericolosamente alla mia.
-Ma per favore!- esclamai contrariata cercando di tirarmi indietro. Ma lui non mi mollò e mi strinse ancora di più a se. Potevo sentire il suo respiro sulle mie labbra e un brivido mi percorse la schiena. Lui se ne accorse, perché sorrise e si avvicinò ancora di più.
-Ammettilo, Sammie. Tu sei attratta da me. Smettila di fingere.- mi disse continuando a sorridere mettendo in mostra le sue splendide fossette.
Se solo non fosse stato così stronzo avrei potuto ammettere che il suo sorriso mi faceva battere forte il cuore.
Ma lui era quello che era, quindi era inutile fare certi pensieri.
E poi c’era Niall.
Avevo detto ai ragazzi che lui per me era solo un amico, ma era veramente così?
Mi sentivo più confusa che mai.
E la vicinanza di Harry, in quel momento, peggiorava la situazione.
-Ma smettila.- borbottai arrossendo. Lui rise.
-Non ti devi nascondere. Niall capirà.- disse facendo spallucce.
-Cosa devo capire?- chiese proprio Niall raggiungendoci con un gran sorriso. Mi allontanai di scatto da Harry e arrossii.
-Ehm…- balbettai, cercando in fretta qualcosa da dirgli.
Ma il mio cervello, quando doveva darmi una mano, si scollegava automaticamente. Lui attendeva, curioso.
-Che questa ragazza non può passare tutto il tempo con te. Devi dividerla con i tuoi amici, altrimenti impazzirà!- scherzò Harry, poggiandomi un braccio sulle spalle. Cercai di rimanere al gioco e non mi spostai. Niall fece un sorrisetto e si avvicinò. Spinse Harry e mi afferrò per la vita, abbracciandomi.
-Nah, lei è solo mia. Mi dispiace.- disse facendogli la linguaccia. Harry scoppiò a ridere ed io sospirai di sollievo. Niall mi baciò la guancia e mi lasciò andare.
-Ehi, ragazzi. Che facciamo? Io mi sto annoiando.- mormorò Louis entrando in salotto e buttandosi sul divano.
-Che ne dite se ci guardiamo un film?- chiese Liam raggiungendoci.
-Si, ma no Toy Story.- esclamò Zayn con una smorfia. Io scoppiai a ridere alla vista del broncio di Liam.
-Si, ma neanche un horror, allora. Altrimenti questa notte non faccio dormire nessuno con le mie urla.- minacciò Ronnie, sedendosi accanto a Zayn.
-Facciamo un film divertente?- proposi io. I ragazzi annuirono, tutti sorridendo.
-Io vado a prendere le pop corn!- esclamò Niall sparendo in cucina.
Beh, chi altro poteva farlo?
Gli altri ragazzi si misero a litigare per scegliere il film, ed io mi misi accanto a Liam, cercando di evitare lo sguardo di Harry puntato su di me.





HOLA C:
Ecco il capitolo, bellezze :D
Aaaallora. 
Bene, bene. Sembra proprio che Sammie cominci a tentennare.
Non è più così sicura di quello che pensa il suo cervellino(?)
E, ovviamente, Harry è pronto ad approfittarne...
Eheheh...*si sfrega le mani*
Bien, spero vi piaccia.
Un enorme GRAZIE  a chi legge e recensisce.
Siete fantastiche, davvero. C:
Ora sparisco.
#With love.
-S.

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Capitolo 10
*** You're an idiot. ***


  
Capitolo 9
 

 
-Ragazzi, che ne dite se stasera usciamo?- chiese Louis, mentre ce ne stavamo tutti seduti passivamente sul divano. Ognuno immerso nei suoi pensieri. Zayn ed Harry si risvegliarono all’istante, tutti è due amanti delle feste scatenate. Io rimasi impassibile.
Non mi piaceva tanto andarmene ad ubriacarmi per i locali pieni di gente. Niall, accanto a me, sorrise e scrollò le spalle.
-Per me va bene tutto, sempre meglio che restarcene qui a non fare niente.- rispose, stringendo la presa sulle mie spalle, perché lo assecondassi. Io scrollai di nuovo le spalle e guardai gli altri ragazzi, sperando che non acconsentissero anche loro.
-Io devo uscire con Danielle stasera. Però voi andate pure.- disse Liam, distratto dal cellulare.
-Io ci sto.- si aggiunse Zayn, passandosi una mano tra i capelli.
-Anch'io.- disse Harry, come se fosse una cosa ovvia.
-Tu vieni, Ronnie?- chiese Louis alla mia amica. Lei gli sorrise.
-Certo, porto anche Justin.- rispose lei con entusiasmo.
Perfetto.
-Rimani solo tu, Sammie.- disse Louis facendomi un sorriso dolce. Alzai gli occhi al cielo e sbuffai.
-Va bene, va bene. Andiamo a divertirci!- dissi con finto entusiasmo. Niall scoppiò a ridere e fece per baciarmi la guancia, mentre io mi voltavo verso di lui. Le sue labbra finirono al bordo delle mie. Mi allontanai di scatto e lo vidi arrossire. Il mio cuore accellerò improvvisamente e cercai di sorridergli, facendo finta di niente.
Mantieni la calma, è stato puro caso.
Lo so, non c’è bisogno di puntualizzare ogni cosa.
-Bene, allora andiamo a prepararci. Questa sera dobbiamo essere bellissime.- esclamò Ronnie prendendomi per mano e trascinandomi in camera.
Perfetto.
 
 
 
 
 
HARRY’S POV.
 
 
 
La guardavo sorridere e scherzare con Niall all’altro lato del locale, mentre la bionda mi stava avvinghiata al collo e non mi lasciava respirare.
Alzai gli occhi al cielo e affondai la testa tra i suoi capelli, respirando l’odore di alcool che l’avvolgeva, provocando il sorriso malizioso di Zayn, accanto a me, che era impegnato anche lui a tenere a bada l’entusiasmo della ragazza che si era buttata tra le sue braccia. La bionda provò a baciarmi sulla bocca, ma io mi scostai, riportando lo sguardo su Sammie.
Lei incrociò il mio sguardo per qualche secondo e, alla vista della ragazza che mi stava ballando praticamente addosso, la sua espressione si fece incredibilmente fredda e si voltò velocemente verso Niall.
Si scuso con un sorriso, quel sorriso dannatamente tenero, e si avviò verso l’uscita.
D’istinto, mi scrollai di dosso bruscamente la ragazza e la seguii, sotto lo sguardo scioccato di Zayn. Quando uscii fuori, la trovai subito seduta su una panchina mentre guardava sorridente la luna che splendeva alta nel cielo.
Mi avvicinai a lei, mettendo su la mia maschera da strafottente che sapevo lei odiava tanto. Mi misi seduto accanto a lei e cominciai a guardarla. Lei mi ignorò e rimase in silenzio, senza degnarmi di uno sguardo. Sapevo che se non avessi fatto qualcosa probabilmente saremmo rimasti così, senza dire niente.
A lei piaceva il silenzio e non mi avrebbe mai dato la soddisfazione di rivolgermi la parola senza un buon motivo. Così cominciai a canticchiare a mezza bocca, per infastidirla.
Dopo alcuni minuti sospirò esasperata e mi lanciò un brave sguardo.
-Che c’è, la bionda ti ha mollato?- mi chiese, portandosi le gambe al petto. Feci un sorrisetto e posai un braccio sulle sue spalle. Lei si irrigidì e mi fulminò con lo sguardo, però non sciolse la presa, cosa che mi fece sorridere ancora di più.
-No. L’ho mollata io.- le risposi facendole il verso.
Dio, mi odiavo da solo quando mi comportavo così.
Ma con lei mi veniva spontaneo, non poteva essere sempre così perfetta, doveva avere qualche punto debole, qualche difetto.
E se era così, io li avrei portati a galla.
Lei si scrollò via il mio braccio dalle spalle e si allontanò di qualche centimetro.
-Cosa? Non era abbastanza per te?- mi chiese con voce glaciale. Feci spallucce e le sorrisi.
-No, è che era troppo facile. A me piacciono le sfide.- le risposi ammiccando verso di lei. Sbuffò facendo una smorfia e si alzò.
-Sei un idiota.- mormorò scuotendo la testa. La guardai sorpreso e mi alzai, piazzandomi davanti a lei.
-Scusa?- le chiesi.
Avevo sentito bene, ma volevo che lo ripetesse, per sentirmi in diritto di insultarla a mia volta. Incrociai le braccia e la guardai fisso negli occhi. Quegli occhi incredibilmente profondi e caldi, che diventavano di ghiaccio e inespressivi ogni volta che si posavano su di me. Lei alzò le spalle, coraggiosa fino alla fine, e mi guardò indifferente.
-Ho detto che sei un idiota.- disse con voce ferma e decisa. La guardai alzando un sopracciglio e lasciai che continuasse a parlare.
-Non riesco a capire come fai ad avere amici così fantastici. Non capisco come possano volerti bene. Tu sei solo capace di giocare con i sentimenti delle persone…- disse indicando la porta del locale, riferendosi alla ragazza che mi stava aspettando dentro, per poi tornare con lo sguardo su di me.
-Sei solo un ragazzino menefreghista.- continuò con voce triste, distogliendo lo sguardo. A quel punto, la rabbia divampò dentro di me. Si era fatta un’idea ben precisa della mia persona. Ma il fatto che mi faceva infuriare era che io non ero affatto come mi descriveva lei, forse un po’, ma ce l’avevo portata io a pensare quelle cose, con il mio comportamento stupido.
Ero arrabbiato perché lei mi aveva giudicato, classificato come un ragazzino immaturo già dal primo incontro e non mi aveva dato l’occasione per farla ricredere, non che io l’avessi cercata.
Preso in contropiede dalla rabbia che cresceva dentro di me, feci un passo verso di lei, puntandole un dito contro.
-Ah, si? E lo sai invece tu cosa sei?- le chiesi guardandola male. Lei rimase impassibile, aspettando che finissi la frase.
-Sei solo una stronzetta insignificante.- le dissi con disprezzo.
Lei rimase spiazzata. Spalancò gli occhi e indietreggiò di qualche passo barcollando, colpita dalla cattiveria delle mie parole.
Io mi pentii all’istante di quello che avevo detto e tutta la rabbia scivolò via quando la vidi mordersi il labbro inferiore e cercare di fermare il tremore della voce.
-Bene. Se sono così insignificante per te, fammi il favore di non rivolgermi più la parola.- mi sussurrò, evitando di incrociare il mio sguardo.
Poi mi superò e rientrò nel locale sbattendo la porta.
Rimasi fermò lì per alcuni minuti, come un coglione.
Perché era così che mi sentivo: un perfetto coglione che non riusciva ad essere se stesso davanti alla persona forse più buona e comprensibile che conoscevo. Ero uscito dal locale e l’avevo raggiunta solo per parlare e magari avvicinarmi un po’ a lei.
Invece avevo fatto l’unica cosa che ero riuscito a fare da quando l’avevo conosciuta: ferirla.







HOLA C:
Allora, voglio subito dire che questo capitolo non mi convince tanto, quindi non siate cattive con me se fa così tanto schifo ç.ç
Ho provato a scrivere un pezzo dal punto di vista si Harry, ma, boh, non so se mi sia venuto tanto bene.
Comunque questi due non sono tanto normali u.u
Ora spiegatemi perchè dovevano litigare così!?
Che poi mi sembro un idiota perchè me la sto prendendo con loro per una cosa che praticamente gli ho fatto fare io (?)
Ok, sto decisamente sclerando. O.O
Sparisco.
Grazie a chi legge e recensisce.
Siete fantastiche, davvero. C:
#With love.
-S.

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Capitolo 11
*** He hates me and I hate him. ***


Capitolo 10
 
Rientrai nel locale sbattendo la porta e dirigendomi velocemente verso il bar, senza guardare nessuno.
‘Sei solo una stronzetta insignificante.’
Le parole di Harry riecheggiavano ancora crudeli nella mia testa.
Si, me l’ero cercata. L’avevo insultato prima io.
Ma lui, nelle sue parole, ci aveva messo una serietà e una durezza che le rendevano ancora più taglienti e che mi avevano fatto tremare il cuore.
-Dammi qualcosa di forte.- dissi al barista, senza guardarlo in faccia.
Scusa, tu non eri quella a cui NON piaceva andare in giro ad ubriacarsi?
Per un cazzo di volta, puoi lasciarmi in pace?!
Il barista mi mise un bicchiere davanti che afferrai e mandai giù d’un fiato, senza neanche sentirne il sapore. Sbattei il bicchiere vuoto sul tavolo.
-Un altro.- gli ordinai. Mentre il barista riempiva il mio bicchiere, una mano calda si posò sulla mia.
-Che cosa stai facendo?- mi chiese Niall, guardandomi seriamente. Io scrollai le spalle e mandai giù il secondo bicchiere, chiedendone subito un altro.
Dovevo cacciare via dalla testa quelle parole e quello sguardo freddo che non accennavano a lasciarmi in pace.
-Non lo vedi?- gli chiesi retoricamente. Lui alzò gli occhi al cielo e mi bloccò la mano, che stava per afferrare il bicchiere. Io lo fulminai con lo sguardo e mi scrollai dalla sua presa.
-Si, lo vedo. E non mi piace, che cosa ti prende?- mi chiese con sguardo serio. Io scrollai le spalle di nuovo e presi il mio bicchiere, per allontanarmi.
-Niente, ok? Non siamo venuti qui per divertirci?- gli chiesi, per poi lasciarlo lì e immergermi nella folla che ballava al centro della pista.
 
Mezz’ora dopo, ero sul bancone del bar che ballavo e cantavo come una pazza scatenata e c’erano tutti ragazzi ai miei piedi che facevano commenti entusiasti.
All’improvviso, due braccia forti mi afferrarono e mi tirarono giù. Io feci una risatina idiota e mi appoggiai al ragazzo che mi teneva stretta a se.
-E’ ora di tornare a casa.- mormorò la voce infastidita di Niall al mio orecchio.
-No, non voglio tornare a casa.- mugugnai. Niall fece una smorfia ed iniziò a trascinarmi verso la porta.
-Non fare storie e cammina. Questa me la dovrai spiegare, Sam.- disse con voce frustrata.
Mi accorsi subito di quando raggiungemmo la porta, perché una ventata di aria fresca mi travolse e rabbrividii. Mi girava la testa e mi tremavano le gambe, non riuscivo a stare in piedi.
-Niall, devo sedermi.- sussurrai chiudendo gli occhi.
Sentii un sospiro e un aumento della stretta.
Poi fu tutto nero.
 
 
 
Mugugnai qualcosa e mi rigirai nel letto.
Un momento, come ci sono arrivata nel letto?
Mi alzai di scatto e aprii gli occhi, ma fui colta da un forte capogiro, che mi costrinse ad affondare di nuovo la testa nel cuscino.
Dio, che mal di testa!
Una mano mi sfiorò la schiena e mi tirai di nuovo su, più lentamente.
Ero nella mia stanza e Niall era seduto accanto a me, che mi fissava con sguardo contrariato. Sospirai e mi strofinai gli occhi.
-Uhm…Ciao.- mormorai. Lui sospirò rumorosamente e non rispose. Io arrossii.
-Cosa ho combinato?- chiesi timidamente. Lui mi guardò, torvo.
-Non lo so. Spiegamelo tu.- disse con voce fredda.
Ecco sei riuscita a far arrabbiare anche lui.
Sei proprio un fenomeno, Sammie.
Abbassai lo sguardo e scrollai le spalle.
-Non me lo ricordo.- mentii.
L’ultima cosa che mi ricordavo, in realtà, erano le parole di Harry. Quelle erano ben impresse nella mia mente.
E poi il desiderio ardente di rimuoverle che mi aveva colto all’improvviso.
-Che ti ha detto?- mi chiese Niall, dopo vari minuti di silenzio. Io lo guardai confusa.
-Chi?- gli chiesi.
-Harry. Ho visto che parlavate fuori, poi tu sei rientrata e ti sei ubriacata.- mi rispose. Io arrossi e distolsi lo sguardo.
Merda.
-Non mi ha detto niente, non è per lui che l’ho fatto.- mentii con decisione. Lui sospirò.
-E allora perché?- mi chiese. Io scrollai la spalle, di nuovo.
-Perché volevo farlo.- gli risposi semplicemente. Lui mi lanciò uno sguardo scettico.
-Non ti credo neanche un po’.- mormorò. Io sbruffai.
-Niall, mi dispiace, ok? Giuro che non lo farò più. Non so cosa mi è preso ieri, davvero. Però, possiamo passarci sopra per una volta?- gli chiesi cercando di restare calma. Lui sospirò e annuì.
-Grazie.- sussurrai sollevata. Ma lui non rispose e rimase con lo sguardo basso, pensieroso. Alzai gli occhi al cielo.
-Che c’è?- gli chiesi dolcemente. Lui scrollò le spalle ed evitò il mio sguardo.
Quando faceva così, era perché c’era qualcosa che lo preoccupava e non voleva dirmelo. Sospirai di nuovo e gli poggiai due dita sotto al mento, costringendolo a guardarmi negli occhi.
-Avanti, dimmelo.- insistetti. Lui sospirò e arrossì.
-Sarai sincera?- mi chiese sussurrando. Io annuii.
-Che c’è tra te e Harry?- mi chiese tutto d’un fiato e puntando i suoi occhi su di me, attento alla mia reazione.
Io sbarrai gli occhi e arrossii, mentre il mio cuore accelerava inspiegabilmente.
E ora che c’entra questa domanda?
Lui continuava ad osservarmi attentamente e questa volta fu il mio turno di distogliere lo sguardo. Scrollai le spalle.
-Niente. Cosa ci dovrebbe essere?- borbottai visibilmente turbata.
Beh, dopo ieri sera, non c’è proprio un bel niente…
Spegnetela, vi prego.
Lui mi afferrò il mento e mi costrinse ad incrociare il suo sguardo dolce.
-Sam, lo sai che puoi dirmi tutto, vero?- mi chiese con un sorriso tenero. Io annuii.
-Si, ma non c’è niente da dire. Io odio lui e lui mi odia, punto.- affermai un po’ innervosita.
Ora ci mancava anche che lui sospettasse qualcosa.
Che palle!
Ma avrò mai un attimo di pace io?
-Non voglio impicciarmi, sono affari tuoi. Ma non vorrei che tu soffrissi. Conosco bene Harry, e so anche bene come tratta le ragazze…- borbottò arrossendo.
A quel punto sorrisi, intenerita dalla sua preoccupazione.
-Stai tranquillo. Non c’è niente tra di noi e mai ci sarà.- dissi sicura. Lui alzò la testa verso di me e mi stupì con un sorriso più bello e luminoso del solito.
-Bene. Non voglio che prenda in giro anche te.- disse. Io gli sorrisi, nervosa.
-Tranquillo, non ne avrà l’occasione.- gli dissi facendo una smorfia. Lui annuì e sorrise, di nuovo.
Poi qualcuno bussò alla porta e ci interruppe.
La testa di Liam sbucò e ci sorrise.
-Ehi, ragazza. Vedo che ti sei ripresa.- esclamò entrando. Gli sorrisi e mi alzai dal letto.
-Già. La prossima volta credo che verrò con te e Danielle.- mormorai facendo una smorfia. Lui scoppiò a ridere.
-Penso sia proprio meglio.- disse facendomi l’occhiolino. Io gli sorrisi e Niall alzò gli occhi al cielo.
-Ehm…Niall. Oggi te la rapisco. Passeremo un pomeriggio solo io e lei, ok?- chiese con un sorriso. Io ricambiai con uno molto entusiasta.
Chissà cos’ha in mente…
-Questa ragazza ha bisogno di una pausa ogni tanto…- mormorò facendomi l’occhiolino. Io sospirai di sollievo.
Meno male che c’è qualcuno che mi capisce, ogni tanto.
-Su, vai a prepararti.- mi ordinò con un sorriso. Annuii, salutai Niall con un veloce bacio sulla guancia e mi chiusi in bagno.
 









HOLA C:
Buongiorno, bellezze! :D
Aaah, non potete capire quanto sto bene oggi!
Finalmente libera, senza preoccupazioni.
Modalità vacanza on! (?)
Ok, passiamo al capitolo.
Bene, bene. La nostra Sammie fa baldoria e porta Niall a sospettare qualcosa...
Chissà cosa succederà... u.u
Ok, me ne vado che è meglio.
GRAZIE a tutte quelle che leggono e recensiscono.
Siete belliiiiissime, davvero C:
#With love.
-S.

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Capitolo 12
*** Sorry, Sammie. ***


Capitolo 11
 
 
 
 
 
 
Ero accoccolata al petto di Liam e ascoltavo il battito del suo cuore regolare. Dopo un intero pomeriggio passato a camminare per le vie della città a divertirci e a non pensare a niente, avevamo deciso di tornarcene a casa e riposarci.
Io ero esausta e fortunatamente tutti i ragazzi erano usciti, quindi la casa era silenziosa.
Stavo quasi per addormentarmi quando la vibrazione del telefono ci fece sobbalzare e lui si svegliò scattando. Io lo guardai e scoppiai a ridere alla vista della sua faccia confusa.
-Sei Liam, stavi dormendo e ti sei svegliato perché il tuo cellulare sta squillando.- gli suggerii con un sorriso. Lui ci mise qualche secondo a tornare sulla terra e poi fece un’espressione tenerissima.
-Oh, giusto.- disse ricambiando il sorriso e afferrando il cellulare. Gli si illuminarono gli occhi all’istante e arrossì, illuminando la stanza con un sorriso.
-Devo andare, è…-
-Danielle!- finii la frase per lui indovinando. Lui mi sorrise di nuovo e mi diede un buffetto sulla guancia, per poi alzarsi.
-Scusami, lo so che era il nostro pomeriggio, ma…- cominciò a scusarsi, con la sua voce dolce. Io lo bloccai e gli sorrisi.
-Tranquillo, vai e divertiti! E salutami Danielle.- gli dissi facendogli l’occhiolino. Lui sorrise sollevato e mi baciò la guancia per poi avviarsi a passi svelti ed eccitati verso la porta.
Mi alzai anch’io e scossi la testa sorridendo mentre lo guardavo svanire oltre il giardino. Poi sentii un risolino dietro di me e mi voltai. Il sorriso mi scomparve all’istante, rimpiazzato da un’espressione glaciale.
Ma non erano usciti tutti?
-Se vuoi puoi continuare a fare con me quello che stavi facendo con Liam.- mi disse con voce provocante. Alzai gli occhi al cielo e lo fulminai.
-Puoi scordartelo, Styles.- gli dissi con odio, rimangiandomi la promessa di non parlargli più.
Oh, ma finchè gli dico cose cattive, posso farlo.
Lui mi guardò, continuando a sorridere strafottente.
-Oh, capisco. Forse vuoi qualcosa di più.- mi disse avvicinandosi malizioso. Indietreggiai, mantenendo le distanze.
Quando si avvicinava troppo non rispondevo più dei miei istinti, non so se in senso buono o cattivo, quindi era meglio stargli alla larga.
-Lasciami in pace, Harold.- gli dissi, voltandomi e avviandomi verso le scale. Lui mi raggiunse con passi svelti e mi bloccò da dietro, stringendomi un polso e tirandomi verso di lui.
Lo fulminai con lo sguardo e sciolsi velocemente la sua presa.
-Non mi toccare.- sibilai. Lui fece un sorrisetto, ma non si allontanò.
-Andiamo, non dirmi che ce l’hai ancora con me per l’altra sera…Ero ubriaco!- esclamò, per niente dispiaciuto. Io lo fulminai con lo sguardo e mi allontanai.
-Non mi interessa se eri ubriaco o meno. Hai fatto quel che hai fatto e non ti è nemmeno venuta la minima voglia di scusarti. Quindi lasciami in pace.- gli dissi. Lui sbuffò.
-Andiamo, Sammie. Quanto sei permalosa. Perché te la prendi tanto?- mi chiese. Strabuzzai gli occhi.
-Perché non ce la faccio più! Da quando sono qui non fai altro che darmi fastidio e rovinarmi le giornate. Ti costa tanto ignorarmi? Dopotutto sono solo ‘una stronzetta insignificante’.- gli dissi facendogli il verso.
-Perché non puoi perdonarmi per quello che ho detto e darmi un’altra possibilità?- mi chiese facendo gli occhi dolci.
-Perché non te lo meriti.- gli risposi fredda, evitando il suo sguardo che sapevo mi avrebbe fatto perdere il filo del discorso.
-Tu sei troppo fredda con me. Sono sicuro che se te l’avesse detto Liam già l’avresti perdonato.- borbottò lui, mettendo il broncio.
-Beh, fatti due domande e datti anche le risposte. Ci sarà un motivo, no?- gli chiesi retoricamente. Lui sbuffò di nuovo.
-Mi spieghi cosa ti ho fatto?- mi chiese frustrato.
-Ma mi stai prendendo in giro? Già che dal primo giorno, hai cercato di…Oh, Dio che schifo non farmici ripensare. Poi, non è che hai pensato di scusarti o cosa. No, hai continuato a rendere la mia permanenza qui un inferno! Io ti odio!- gli urlai contro. Gli occhi mi si riempirono di lacrime.
Si, perché io sono l’unica idiota a questo mondo che quando si arrabbia, piange.
-Sammie….- mugugnò.
-Non insistere. Con me hai chiuso.- gli dissi, prima di allontanarmi velocemente e di chiudermi in camera.
Ora ci mancava anche questa.
 
 
 
 
-Ehi, facciamo due chiacchiere.- mi disse Louis battendo la mano sul divano, nel posto vuoto accanto a lui. Aggrottai la fronte e mi avvicinai con un sorriso curioso. Era la prima volta, da quando l’avevo conosciuto, che lo vedevo rimanere serio per più di dieci secondi. Ed era strano.
E anche preoccupante.
Mi misi accanto a lui, continuando ad osservarlo incuriosita, e lui mi poggiò un braccio sulle spalle, avvicinandomi a se con un’espressione pensierosa.
-C’è qualcosa che devi dirmi?- mi chiese incatenandomi con lo sguardo. Per un secondo mi persi nello sconvolgente azzurro dei suoi occhi, poi scossi la testa e mi allontanai un poco, per guardarlo meglio in faccia.
-Perché me lo chiedi?- gli domandai sorpresa.
-Non lo so.- mi rispose, scrutandomi attentamente. -Ho notato che a volte ti comporti in modo strano.- continuò. Io lo guardai alzando un sopracciglio.
-Si?- gli chiesi, invitandolo a continuare. Non riuscivo a capire dove volesse andare a parare. Ero sempre stata me stessa con loro, avevo sempre cercato di essere carina e gentile con tutti.
Beh, a parte uno.
Si, ma ho i miei buoni motivi.
-Si, sei strana. A volte diventi fredda, soprattutto con uno di noi.- disse indicando con il mento Harry, che stava parlando al telefono nel giardino di fronte a noi.
Appunto. Non ho fatto nemmeno in tempo a pensarlo.
Sbuffai e mi rabbuiai all’istante.
-Non è vero.- protestai lanciandogli uno sguardo contrariato. Lui mi guardò in modo eloquente e io sbuffai di nuovo, fulminando Harry da lontano, che non si accorse di nulla perché stava discutendo animatamente con qualcuno.
Probabilmente con la sua nuova ‘fiamma’. Soffocai l’istinto di alzarmi e strappargli quel maledetto telefono dalle mani e tornai a concentrarmi su Louis che mi stava osservando con un sorrisetto saccente stampato sul suo bellissimo viso.
-Si, invece. Quando c’è lui nei paraggi ti chiudi sempre a riccio e il sorriso ti sparisce dal viso. È molto che ci faccio caso, quindi non provare a mentirmi.- mi intimò dandomi un buffetto sulla guancia.
Io abbassai lo sguardo e scrollai le spalle, senza negare.
Tanto è inutile. Ha capito tutto.
Lui sorrise e sospirò soddisfatto.
-Lo sapevo. Ora dimmi, che cosa ti ha fatto per spingerti ad odiarlo?- mi chiese guardandomi fisso negli occhi. Io arrossii violentemente e alzai le spalle, serrando le labbra.
Da dove parto?
Da come ci siamo conosciuti, o da quello che mi ha detto l’altra sera?
Ce ne sono tante da dire, ragazzo.
Lui fece una risata secca e mi costrinse ad alzare il viso verso di lui.
-Eh, no. Ora me lo dici. Che ha combinato?- mi chiese con una voce ed uno sguardo che non ammettevano repliche. Sbuffai e scrollai di nuovo le spalle, arrossendo sempre di più.
-C’è stato solo un malinteso il giorno in cui ci siamo conosciuti e mi sono accorta che è un perfetto idiota. Poi, andando avanti, la situazione è peggiorata ed io sono ancora più convinta dell’idea che mi sono fatta. Tutto qui.- dissi secca e decisa. Lui mi guardò male.
-Ehi, non parlare così del mio migliore amico!- esclamò fingendosi arrabbiato, per poi far tornare a splendere il suo sorriso.
-Beh, è quello che è stato con me.- borbottai a voce bassa, ripensando a com’era andata quel giorno. Mi salì di nuovo il nervoso a pensare a cosa voleva fare con me e soprattutto a cosa faceva ogni volta che si portava una ragazza come me nel suo stupido camerino.
Mi irritava in un modo assurdo e incomprensibile.
All’improvviso Louis si allontanò da me e mi guardò scioccato, ma sempre con un sorriso divertito in faccia. Quasi potevo vedere la lampadina illuminarsi, mentre capiva tutto. Batté le mani e scoppiò in una risata sorpresa.
-Non ci posso credere! Sei la ragazza del rifiuto!- esclamò saltando in piedi e indicandomi. Liam e Zayn, che stavano giocando ai videogiochi seduti sul divano accanto al nostro, si voltarono di scatto verso di me e mi fissarono sbalorditi. Io arrossii e tirai Louis per il braccio, facendolo risedere accanto a me. I ragazzi si accorsero del mio imbarazzo e distolsero lo sguardo, tornando a giocare. Ma sapevo che stavano ascoltando curiosi.
-Tu cosa ne sai?- gli chiesi sussurrando. Lui continuava a ridere come un bambino così gli mollai un pugno su una spalla.
-Ahi!- esclamò massaggiandosi il punto in cui l’avevo colpito e smettendo finalmente di ridere.
-Tu cosa ne sai?- ripetei a denti stretti. Lui fece spallucce.
 -Ce l’ha detto lui. E poi si vedeva che una ragazza l’aveva rifiutato: era irascibile e non gli si poteva dire niente. Non succede mai, quindi deve esserci rimasto male. Però non ci aveva detto che eri tu! Ecco perché era così sorpreso quando ti abbiamo conosciuta!- disse tutto con voce sempre più sorpresa mentre ricomponeva tutte le tessere del puzzle. Io mugugnai qualcosa, irritata al solo pensiero che per loro non era una novità che si comportasse in quel modo con le ragazze.
-E brava la nostra Sammie.- esclamò porgendomi la mano per battere il cinque. Io alzai gli occhi al cielo e lo accontentai, provocando un suo sorriso soddisfatto.
Nel frattempo Liam e Zayn avevano smesso di fingere di giocare e si erano voltati verso di noi per ascoltare la nostra conversazione. Zayn mi fissava a bocca aperta, non sapendo bene cosa dire.
Ma è così assurdo che una ragazza dice no ad Harry Styles?
Ehm…SI!
-Cioè, fammi capire.- disse Liam pensieroso. –Il primo giorno, Harry ti avrebbe portata in camerino, senza nemmeno conoscerti, per fare sappiamo cosa, e tu…- ma non finì la frase.
-Cosa?- lo interruppe la voce scioccata di Niall alle nostre spalle. Ci voltammo verso di lui, che mi guardava con sguardo interrogativo. Io abbassai lo sguardo e annuii.
Sul suo viso si fece largo un’espressione arrabbiata che non avevo mai visto.
-Adesso mi sente.- disse con voce tagliente, prima di avviarsi a grandi passi verso il giardino, per raggiungere Harry.
Mi alzai di scatto e gli andai dietro afferrandolo per un braccio, l’ultima cosa che volevo era che litigasse con il suo amico per me. Non potevo permetterlo. Gli altri mi seguirono prontamente, con espressioni divertite stampate sul viso.
-Niall, per favore, lascia stare.- lo implorai trattenendolo per un braccio. Lui non mi degnò di uno sguardo e sciolse facilmente la mia presa.
-Non esiste. Questa me la deve spiegare.- affermò a denti stretti, accelerando il passo. Sbuffai e guardai implorante i ragazzi, in cerca di aiuto. Ma loro mi guardavano divertiti, impazienti di vedere come sarebbe andata a finire.
Niall non era per niente un tipo irascibile, anzi. Quindi nessuno sapeva come diventava quando era arrabbiato. Perfino io l’avevo visto arrabbiato una sola volta in quindici anni di amicizia.
Niall raggiunse Harry e gli picchiettò sulla spalla. Il riccio si voltò verso di lui e gli fece segno di aspettare un attimo. Niall lo ignorò e gli strappò il telefono di mano, interrompendo la chiamata sotto gli occhi sbalorditi di Harry, che poi spostò lo sguardo interrogativo su di noi.
Io li guardavo un po’ spaventata e Harry non riusciva a capire qual’era la causa che aveva scatenato la rabbia che divampava dagli occhi del biondino davanti a lui.
-Niall? Ma che…?- provò a chiedere. Ma Niall lo interruppe con un gesto della mano e mi afferrò, trascinandomi davanti ad Harry.
-Ora. Sai quanto sono buono e paziente, sai anche che non mi arrabbio facilmente, che le faccio passare tutte, soprattutto a te che sei il più piccolo. Ma questa me la devi spiegare.- disse con voce tagliente, stringendo il mio braccio e lanciandogli uno sguardo a dir poco furioso.
-Niall…- provai a dire, ma lui mi fulminò con lo sguardo e le parole mi morirono in gola.
-No, Sammie. Sei stata zitta per tutto questo tempo, penso che cinque minuti in più non ti facciano male, no?- disse con voce di ghiaccio.
Era infuriato e potevo capirlo. Non si era mai rivolto a me con quel tono di voce.
Harry ci guardava senza capire e continuava a lanciarmi sguardi interrogativi, che io evitavo prontamente. Avevo fatto un casino, sapevo che non dovevo dire niente a Louis.
-Niall, mi spieghi cosa sta succedendo?- chiese Harry, con voce calma, cercando di tranquillizzarlo con lo sguardo.
-No, sei tu che devi spiegarmi una cosa.- gli rispose, diventando sempre più rosso dalla rabbia.
Sembrava come se da un momento all’altro dovesse scoppiare.
-Cosa?- chiese Harry più confuso che mai.
-Spiegami cosa hai cercato di fare con lei, il primo giorno che l’hai vista.- disse continuando a stringermi il braccio. Harry sgranò gli occhi e mi lanciò uno sguardo di accusa. Io abbassai il mio e arrossii, consapevole del putiferio che avevo scatenato.
-Beh…- cominciò a dire Harry. -Sai come sono fatto…- continuò. Non sapeva come spiegarsi e si stava arrampicando sugli specchi. Niall schioccò la lingua.
-So benissimo come sei fatto! Diamine, ma anche con lei! L’unica ragazza che…- arrossì.
‘L’unica ragazza che’ cosa?
-L’unica ragazza che mi ero raccomandato di non toccare!- esclamò con voce frustrata.
Cosa significa?
-Ma io non sapevo ancora chi era!- esclamò a sua volta Harry, cercando di giustificarsi.
-Non mi interessa. Questa volta non hai giustificazioni. Devi solo ringraziare il cielo che lei ti ha detto di no e non è cascata nella tua trappola, perché in quel caso adesso non ti stavo parlando così.- gli disse a denti stretti. Poi mi lasciò il braccio e senza aggiungere altro si girò e tornò dentro casa, chiudendosi in camera.
Sospirai, turbata e fulminai con lo sguardo i ragazzi, che non avevano fatto niente per placare gli animi. Sentii Harry sospirare e soffocare un grido di frustrazione.
-Sei contenta? Sei anche riuscita a farmi litigare con Niall!- esclamò esasperato. Mi voltai verso di lui e sgranai gli occhi.
-Cosa? Guarda che devi ringraziare il cielo che sono stata zitta tutto questo tempo!- gli dissi quasi urlando. Lui mi guardò male.
-Beh, non potevi continuare a tenere quella boccaccia chiusa?- mi chiese con cattiveria.
-Ma ti rendi conto di cosa dici?- gli chiesi sorpresa.
Ma brutto idiota, non capisci che il problema sei tu?
Che se non ti fossi comportato da idiota tutto questo non sarebbe successo?
Lui mi guardò, aspettando che continuassi. Scossi la testa, e lo fulminai con lo sguardo, pronta a sfogare la mia rabbia.
-Ragazzi, ragazzi. Buoni!- esclamò Liam preoccupato, mettendosi tra di noi. Zayn mi afferrò un braccio per trattenermi e io lo lasciai fare. Io ed Harry ci stavamo fulminando.
Se gli sguardi potessero uccidere non so chi sarebbe andato in fumo prima.
-Hazza, calmati. Non è colpa sua.- gli disse Louis tranquillo, posandogli una mano sulla spalla. A quelle parole Harry mi liberò dal suo sguardo e si voltò verso Louis in cerca di spiegazioni.
-E’ stata colpa mia, lei non voleva neanche dirmelo. Ho dovuto tirarglielo fuori con le pinze.- spiegò facendo spallucce. Harry si rilassò e gli lanciò un’occhiataccia. Cercai di sciogliere delicatamente la presa di Zayn che mi lasciò andare all’istante con un sorriso.
-Certo amico, che con tutte le ragazze che c’erano, proprio lei dovevi sceglierti?- gli chiese Zayn accennando una risata, per cercare di alleggerire la tensione.
-Già.- mormorò Harry amareggiato. Louis mi sorrise.
-Bene. Ora chiedile scusa.- disse rivolgendosi ad Harry. Lui sgranò gli occhi.
-Cosa? E perché?- chiese sorpreso, alzando la voce. Liam fece un risolino e si allontanò.
-Ti tocca, amico…- mormorò Zayn seguendo Liam.
-Per averla accusata ingiustamente. E per esserti comportato da ‘idiota’.- aggiunse facendomi l’occhiolino. Io gli feci un mezzo sorriso e spostai lo sguardo su Harry, che si mordeva un labbro.
Non voleva farlo, ma era quasi obbligato dallo sguardo serio di Louis. Dopo un po’ sbuffò e mi rivolse uno sguardo freddo.
-Scusami, Sammie.- mormorò a denti stretti. Louis gli diede una pacca sul sedere e sorrise.
-Bravo, Hazza.- si congratulò con un gran sorriso. Io scossi la testa.
-Vado a parlare con Niall.- annunciai, avviandomi verso la porta di casa. Ma Harry mi fermò, afferrandomi un braccio. Lo guardai sorpresa e lui mi liberò subito dalla presa.
-No, devo farlo io.- sussurrò. Poi raggiunse Niall chiudendosi la porta alle spalle.



HOLA C:
Lo so, questa storia sta diventando un caaasino.
Non ci si capisce più niente.
A Harry piace Sammie?
E a lei piace lui?
E Niall?
Beh, vi chiedo solo un po' di pazienza ragazze, con l'andare avanti dei capitoli si capirà meglio.
Cooomunque, quì si vede un Niall arrabbiato e un po' gelosetto (?)
Mmh...
Va bien, sparisco.
Spero vi piaccia ç.ç
#With love.
-S.

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Capitolo 13
*** I won't to argue with you anymore. ***


Capitolo 12
 
 
 
 
Dopo essere stati chiusi in camera per più di mezz’ora a ‘chiarire’, Harry e Niall furono richiamati all’ordine da Louis perché avevano in programma un concerto privato.
Harry, passandomi accanto mi fulminò con lo sguardo, senza dirmi niente.
Niall fece un debole sorriso e mi carezzo la guancia, senza dirmi niente anche lui.
Oh, andiamo.
Qualcuno mi dice cosa sta succedendo?
Dalle loro facce, sembrava che le cose si fossero un po’ sistemate, ma non potevo essere sicura di niente.
Infatti, l’esibizione andò uno schifo.
Harry era nervoso, aveva cantato male e per la prima volta le fan avevano fischiato e tirato oggetti non identificabili.
Era stato un disastro.
Ed era tutta colpa mia.
In quel momento avevo quasi paura ad aprire la porta e a vedere in che condizioni si trovavano i ragazzi.
Mi sentivo terribilmente in colpa: avevo scatenato io tutta quella tensione tra i ragazzi e, anche se loro avevano più o meno chiarito, era evidente che Harry ce l’aveva ancora con me.
Non a torto, dovevo ammettere. L’avevo fatto litigare con uno dei suoi migliori amici.
Presi un bel respiro ed entrai nella stanza. I ragazzi erano tutti silenziosi e con il volto inespressivo. Zayn e Liam neanche si accorsero che ero appena entrata, invece Louis alzò lo sguardo e mi fece un debole sorriso. Mi misi accanto a Zayn e gli posai una mano su un ginocchio. Lui alzò lo sguardo, insieme a Liam e io cercai di tirarli un po’ su con un sorriso.
-Mi dispiace tanto.- sussurrai sentendo una morsa stringermi lo stomaco. Zayn scrollò le spalle e mi sorrise.
-Già.- disse Louis alzandosi e avvicinandosi a me. Si accomodò accanto a me sul divano e allargò le braccia, cercando un po’ di conforto. Gli sorrisi teneramente e lo circondai con le braccia. In quel momento sbucò dalla cucina Niall con un pacchetto di patatine in mano. Quel ragazzo mangiava in ogni singolo momento.
-Ehi.- mi salutò sorridendo.
-Ciao, biondino.- gli dissi facendogli l’occhiolino. Lui mi regalò uno dei suoi grandi sorrisi e si buttò sul divano accanto a Liam, passandogli un braccio intorno alle spalle. Sembrava quello meno turbato, non so perché.
Ne mancava solo uno e io potevo benissimo immaginare il suo stato d’animo.
Deglutii, sapendo cosa dovevo fare.
-Dov’è Harry?- chiesi timidamente. Louis sospirò e sciolse l’abbraccio.
-E’ in camera sua. Si è chiuso lì dentro e ha detto che non vuole parlare con nessuno.- disse con voce triste guardando verso il vuoto.
-Probabilmente starà affogando nella depressione, leggendo le peggiori cose che le persone scrivono su di lui.- disse Liam con voce monocorde, voltandosi verso di me e facendo spallucce.
E’ arrivato il momento, Sam.
Sospirai e mi alzai.
-Vado a parlarci.- annunciai con voce decisa. I ragazzi spostarono tutti lo sguardo su di me, visibilmente sorpresi, senza però provare a fermarmi. Niall fece una smorfia e Louis sorrise, sembrava quasi soddisfatto della mia reazione.
Ma in quel momento non ci pensai tanto e mi avviai verso la stanza di Harry. Bussai delicatamente alla porta e aspettai che rispondesse.
Dopo qualche minuto di silenzio socchiusi la porta e mi affacciai.
Harry era seduto a terra, con le gambe strette al petto, poggiato al letto e mi dava le spalle. Non riuscivo a vedere il suo viso, ma dai piccoli sussulti che gli scuotevano il corpo capii che stava piangendo.
Una morsa mi strinse lo stomaco e fui sul punto di tornare indietro e lasciarlo solo.
Merda, merda, merda!
Su, Sammie. Non essere codarda.
Deglutii, un po’ imbarazzata.
-Posso entrare?- sussurrai. Lui non si voltò e fece spallucce, così mi feci coraggio ed entrai, chiudendomi la porta alle spalle. Mi avvicinai e mi accomodai a terra accanto a lui. Aveva il cellulare in mano e stava scorrendo la pagina del suo twitter. Avevo paura a guardarlo negli occhi, non sapevo cosa avrei trovato.
Non fare l’idiota e guardalo.
Con un sospiro mi feci coraggio e alzai lo sguardo verso di lui.
Aveva il viso arrossato e gli occhi gonfi. Le lacrime gli scorrevano silenziose sul viso.
Era una scena orribile: già vedere un ragazzo piangere era piuttosto strano, ma vedere lui, sempre strafottente e sicuro di se, così triste e vulnerabile in quel momento, fu un inaspettato colpo basso.
Si, Sammie. Anche lui ha un cuore e dei sentimenti.
Lo so, non c’era bisogno di dirlo.
Lui non ricambiò lo sguardo e si morse il labbro inferiore per cercare di fermare le lacrime.
Oh, merda.
Non ce la posso fare.
Sospirai di nuovo e gli sfilai delicatamente il telefono dalle mani. Lui mi lasciò fare, senza muoversi di un centimetro. Guardai lo schermo del telefono e cominciai a leggere. C’erano insulti di tutti i tipi. Quelle persone che si chiamavano ‘fan’ avevano scritto le peggiori cattiverie che si potessero dire.
Scossi la testa e spensi il telefono, tornando a guardarlo. Lui alzò gli occhi e per un secondo incrociò il mio sguardo contrariato, poi tornò a contemplarsi le scarpe, sempre in silenzio.
-Perché ti fai questo?- gli chiesi sospirando. Lui fece spallucce e mi guardò con quegli occhi verdi che rischiarono di mandare all’aria tutto il discorso che mi ero preparata.
Resta. Concentrata.
-Quello che scrivono sono assurdità. Le persone che pensano quelle cose non meritano assolutamente di essere ascoltate, ne tantomeno meritano le tue lacrime. Non puoi buttarti giù per un’esibizione andata male…- mi bloccai e arrossii.
Avanti, Sammie. Digli veramente quello che pensi.
Presi un respiro profondo e mi buttai.
-Tu hai una voce bellissima e sei un bravissimo cantante. Non permettere alle persone che ti vengono contro al primo errore di rovinare il tuo umore. Tu devi credere in te stesso, fregatene di quello che dicono gli altri.- gli dissi tutto d’un fiato senza mai staccare gli occhi dai suoi.
Ok, era decisamente strano parlare con lui in quel modo. Dopo interi giorni che avevamo passato ad urlarci contro mi sembrava una cosa innaturale.
E ancora più assurdo era fargli dei complimenti, però quelle cose le pensavo veramente e lui in quel momento aveva bisogno di sentirsele dire.
Lui fece spallucce di nuovo e distolse lo sguardo.
-Non la pensano tutti come te.- disse con voce debole. Gli afferrai il viso con una mano e lo costrinsi a voltarsi verso di me.
-Ascoltami, non te ne deve fregare niente. Tu sei Harry Styles, dannazione! Ci sono milioni di persone che ti amano lì fuori e che non desiderano altro che incontrarti e sentirti cantare. Non puoi farti condizionare da quattro idiote che non sanno cosa dire.- esclamai con voce decisa. Lui mi guardò e scosse la testa.
-Si, ma oggi le ho deluse tutte.- sussurrò tristemente. Schioccai la lingua e lo guardai storto.
-Piantala, per favore. Nessuno è perfetto, a tutti può capitare una giornata storta. Le tue vere fan lo sanno e lo capiscono. Smettila di deprimerti e torna a sorridere. Ormai quel che è fatto è fatto, continuare a pensarci non ti farà cambiare le cose.- gli dissi seriamente. 
Lui finalmente incrociò il mio sguardo, facendomi perdere nell’incredibile verde dei suoi occhi che in quel momento erano pieni di una dolcezza che non credevo gli appartenesse. Improvvisamente mi mossi verso di lui e il mio sguardo lo implorò di assecondare i desideri in quel momento incontrollati del mio corpo.
Ma che diamine fai, Sam?
Fermati, fermati, fermati!
Shh, non voglio sentirti.
Come se mi avesse letto nel pensiero, allargò le braccia e si sporse leggermente verso di me. Non me lo feci ripetere due volte e mi tuffai tra le sue braccia, affondando la testa nel suo petto. Lo strinsi forte e lui fece lo stesso, poggiando le sue labbra sui miei capelli. Brividi di non so cosa mi percorsero la schiena e sentii chiaramente il battito del suo cuore accelerare, proprio come il mio.
-Sono stanca di litigare con te, non mi piace urlarti contro.- mormorai, un attimo prima di rendermi conto di cosa avevo detto e di portare una mano alla bocca, sperando che non avesse sentito.
Ma brava, Sam. Ora digli anche che te lo sogni tutte le notti e che ogni volta che sorride o che ti guarda manda in tilt il tuo cuore.
No, aspetta.
COSA ?!
-Nemmeno a me.- sussurrò a sua volta, bloccando per un secondo il mio cuore.
Rimanemmo in quella posizione in silenzio per alcuni minuti, poi lui finalmente fece un debole sorriso.
-Sai, pensavo che qualcuno prima o poi sarebbe venuto a consolarmi e mi sarebbe passata. Ma non avrei mai immaginato che saresti venuta proprio tu. Grazie, Sam.- mi disse regalandomi uno dei suoi perfetti sorrisi, mostrando quelle fossette che mi scatenavano sempre le farfalle nello stomaco.
Io ricambiai il sorriso e arrossii.
Sveglia, stiamo parlando di Harry Styles. Ti dice qualcosa questo nome?
TU LO ODI.
Ma che ti prende?
Dio, ma c’è un modo per spegnerla?!
Mentre discutevo con la fastidiosa vocina nella mia testa, si alzò di scatto e mi tese la mano per aiutarmi. L’afferrai e con delicatezza mi tirò su, senza mollare la presa. Mi guardò, per la prima volta senza nascondersi dietro la sua maschera da strafottente, e mi sorrise di nuovo.
-Pace fatta?- mi chiese stringendo la mia mano. Io gli sorrisi e annuii. Stava per dire qualcosa, quando la porta si spalancò ed entrò Louis con un grande sorriso sulla faccia.
Qualcosa mi dice che stava ascoltando la conversazione…
Ci osservò curioso e io lasciai subito la mano di Harry, allontanandomi di qualche passo. Louis sentì all’istante l’imbarazzo che aleggiava nella stanza e distolse lo sguardo da noi, buttandosi sul letto dove dormiva con Harry. Lui mi guardò ancora per qualche secondo, poi si girò verso l’amico.
-Mi sento offeso. A me non permetti mai di consolarti, perché a lei si?- chiese mettendo il broncio. Scoppiai a ridere insieme ad Harry che si buttò sopra di lui facendogli il solletico.
Gli altri ragazzi, al suono della risata inaspettata di Harry, ci raggiunsero in camera correndo.
Ma bene. Stavano ascoltando anche loro.
Niall mi vide ridere e gli spuntò anche a lui uno splendido sorriso sul viso.
-E’ evidente. Perché lei è una persona speciale.- disse Harry rispondendo alla domanda di Louis.
Frena.
Io.
Sono speciale.
Per lui.
Hahaha.
Non è divertente.
Rimasi paralizzata dalla sua risposta, ma nessuno ci fece tanto caso perché si buttarono tutti su di loro e cominciarono a giocare come dei bambini. Louis fece finta di piangere.
-Così mi ferisci, amico.- gli disse colpendolo sullo stomaco. Harry si piegò in due e rotolò fuori dal letto, ridendo.
-Sei un idiota, Lou. Lo sai che io amo solo te!- esclamò con voce strozzata, massaggiandosi la pancia. Gli altri ragazzi si calmarono e si alzarono continuando a ridere.
-Così va meglio.- disse Louis aiutando Harry ad alzarsi e stringendolo in un abbraccio. Harry mi guardò da dietro Louis e mi sorrise. Ricambiai al volo e ignorai il mio cuore che aveva cominciato a correre veloce.
Niall si avvicinò a lui, ed io sorrisi come un ebete quando li vidi stringersi la mano e sorridersi, come se non fosse successo niente.
-Bene, ora che ci amiamo tutti e siamo di nuovo felici, che ne dite se andiamo a mangiare qualcosa?- chiese Niall mettendosi teatralmente una mano sullo stomaco. Scoppiai a ridere e mi avvicinai a lui, prendendolo a braccetto.
-Si, andiamo a mangiare che il bambino ha fame.- dissi sorridendogli. Lui mi schioccò un dolce bacio sulla guancia e mi sorrise.
-Grazie, amica. Senza di te questi qui mi lascerebbero morire di fame.- disse guardandoli male.
-Ma smettila, che stai sempre a mangiare!- esclamò Zayn passandosi una mano sui capelli. Liam lo guardò alzando un sopracciglio.
-Almeno lui non passa le ore davanti allo specchio.- lo stuzzicò con un sorriso, accorrendo in difesa dell’amico. Zayn fece il finto offeso, però Liam non aveva tutti i torti. A quel punto intervenni io.
-Dai bambini, smettetela di litigare.- dissi scherzando. -Andiamo di sotto che tra poco iniziano i cartoni.- continuai con un sorriso. Zayn mi guardò e scosse la testa.
-Questa te la potevi pure risparmiare.- mormorò. Io gli feci una boccaccia e scrollai le spalle.
Poi scendemmo di sotto e Niall si fiondò insieme all’inseparabile Liam in cucina.
Io seguii Zayn sul divano e mi accomodai accanto a lui.
Nemmeno due secondi e fui travolta da Louis che si buttò su di noi.
-Louis, così mi soffochi!- esclamai ridendo. Lui cominciò a farmi il solletico e cominciai a ridere come una matta, seguita a ruota da Zayn che nel frattempo aveva acceso la tv e stava guardando una partita di calcio.
-Zayn, aiutami!- lo implorai con le lacrime agli occhi.
-Amico, se ci provi puoi dire addio ai tuoi capelli perfetti.- lo minacciò Louis. Zayn alzò le braccia a mo’ di resa.
-Se la mette così, mi dispiace Sam, ma dovrai cavartela da sola.- mi disse cercando di non ridere. Grugnii di fatica e sbuffai.
Louis era veramente pesante e mi stava schiacciando sul divano, non sarei mai riuscita a liberarmi da sola. E poi continuava a farmi il solletico e ridendo le possibilità di liberarmi diminuivano.
-Così impari a rubarmi il ragazzo.- mi sussurrò nell’orecchio con voce malefica. Risi più forte e Louis aumentò la stretta.
-Basta, basta. Ti prego!- implorai con un urlo scherzoso.
-Andiamo, Lou. Lasciala stare e prenditela con quelli della tua taglia.- gli disse Harry afferrandolo per i fianchi e tirandolo via da me. Riuscii a tirarmi su e cominciai a respirare profondamente, godendomi la faccia sorpresa di Louis.
-Harry? Ti metti contro di me?- gli chiese con espressione sconvolta. Stava per scoppiare a ridere, si vedeva. Ancora qualche secondo e non avrebbe più resistito. Così si alzò e sospirò.
-Mi deludi, amico.- disse con sguardo basso. Harry lo guardava ridendo sotto i baffi. Poi Louis si avviò verso la cucina continuando a sospirare teatralmente e Harry si voltò verso di me.
-Grazie.- gli sussurrai sorridendogli.
-Grazie a te.-  disse ricambiando il sorriso, poi seguì Louis in cucina.
Si, il mio cuore sta battendo forte.




HOLA C:
Scusate il ritardo, dolcezze.
E' che questa storia mi sta mandando in fumo il cervello.
Comunque, Sammie si è smascherata e loro sono riusciti finalmente a parlare in modo civile (?)
*balla la conga*
Si, è tutto chiarito, tutti sono felici, si sposeranno e...
No, credo di aver sbagliato storia.
Si, che si sono chiariti è vero.
Però che sono tutti felici...Mmh..
C'è ancora qualcosa da sistemare, insomma.
Ok, sparisco.
Spero non vi faccia tanto schifo ç.ç
GRAZIE a chi legge e recensisce.
#With love.
-S.

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Capitolo 14
*** I know that you like him. ***


Capitolo 13
 
 
 
 
-Buongiorno, bellezza.- mi disse Harry quando entrai in cucina. Era poggiato ai fornelli e stava bevendo una tazza di the. Mi stropicciai gli occhi e lo guardai, ancora confusa dal sonno.
-Ciao.- mormorai. Lui scoppiò a ridere e io lo guardai aggrottando la fronte.
-Sei buffa appena sveglia.- mi disse osservandomi attentamente. Io feci spallucce e mi accomodai su una sedia. Quella mattina sembrava più simpatico del solito.
-Che c’è per colazione, riccio?- azzardai la domanda. Lui alzò un sopracciglio, non aspettava altro.
-Beh, nel frigo c’è il latte, qui ci sono i fornelli. Alza il tuo bellissimo fondoschiena e preparati la colazione.- disse facendo spallucce.
Chissà quale altra risposta ti aspettavi.
 Mi alzai sbruffando e lo fulminai con lo sguardo.
-Sempre il solito simpatico.- mormorai, mettendo sul fuoco un po’ di latte. Lui si avvicinò, potevo sentire il suo respiro alle mie spalle, ma cercai di ignorarlo.
-Non è cambiato niente, sai.- disse ad un tratto. Mi fermai e lo guardai. Lui ricambiò lo sguardo e scrollò le spalle.
-Ti ringrazio per ieri. Ma io sono sempre io. Non è cambiato niente.- ribadì, sfoderando di nuovo il suo sorriso strafottente.
Ecco, sapevo che era troppo bello per essere vero.
Io sospirai e lasciai perdere il latte. D’un tratto mi era passata la voglia di fare colazione, volevo solo uscire da quella cucina e non vedere più quella sua stupida faccia, che in quel momento era più vicina del dovuto. Mi allontanai e feci una risata amareggiata.
-Perché devi sempre rovinare tutto?- gli chiesi frustrata. Lui per un attimo sembrò pentito di quello che aveva detto e mi fissò con quei suoi occhi incredibilmente verdi. Feci per andarmene, ma lui mi afferrò la mano.
-Aspetta…- mormorò. Mi girai verso di lui, in quel momento più vicino del dovuto. Stava per dire qualcosa, quando qualcuno sulla porta si schiarì la voce. Mi girai e trovai Louis a guardarci curioso. Sciolsi velocemente la presa di Harry e mi allontanai da lui.
-Ragazzi, noi andiamo in piscina. Venite anche voi?- ci chiese con un gran sorriso. Io sospirai.
-Vado a prendere il costume.- gli dissi passandogli accanto. Lui scoppiò a ridere e mi diede un buffetto sulla guancia.
-Così mi piaci, ragazza!- esclamò. –Hazza, vieni anche tu?- chiese, rivolgendosi a Harry, che era rimasto in silenzio a fissarmi.
Dì di no.
Dì di no.
Dì di no.
Ti preeego.
-Certo.- disse lui infine, con un sospiro e un gran sorriso.
Ecco.
Vedo che la fortuna sta dalla mia parte.
 
 
 
 
Arrivammo in piscina e i ragazzi corsero automaticamente in acqua, tuffandosi e schizzandosi come dei bambini.
Io li guardavo sorridendo mentre sistemavo le nostre cose sui lettini che avevamo prenotato. Purtroppo ero l’unica ragazza al momento, perché Ronnie mi aveva dato buca per uscire con il suo Justin, ed Eleanor, che aveva detto ci avrebbe raggiunti, ancora non si faceva vedere.
Mentre i ragazzi continuavano a giocare in acqua, stesi il mio asciugamano su un lettino e mi misi a prendere il sole, con le cuffiette nelle orecchie. Ma sapevo che non potevo rilassarmi a lungo.
Non quando nei paraggi c’è un ragazzo di nome Harry Styles.
Dopo la quarta canzone che ascoltavo, il sonno cominciava a farsi sentire, così chiusi gli occhi e decisi di schiacciare un pisolino.
Certo, come se fosse possibile.
Una cascata di acqua gelata scivolò lungo il mio corpo caldo e mi fece sobbalzare. Mi alzai in piedi di scatto e mi tolsi le cuffiette, pronta a mangiarmi vivo chiunque fosse stato, anche se avevo già qualche sospetto.
Proprio come pensavo, trovai Harry a pochi passi da me, piegato in due dalle risate con ancora il secchio in mano. Per alcuni secondi mi soffermai ad osservarlo sotto la luce del sole, in costume da bagno, con il suo fisico a dir poco perfetto e i suoi occhioni verdi che brillavano alla luce del sole.
A vederlo così divertito e ascoltando la sua risata spensierata, non potei fare a meno di sorridere.
Ma la cosa non durò che una frazione di secondo, prima di ricordarmi cosa aveva appena fatto.
Idiota, riprenditi.               
-Harry? Ma che diavolo fai?- gli urlai contro. Lui continuava a ridere, quasi non riusciva a parlare.
-Dovevi vedere la tua faccia.- disse con le lacrime agli occhi. Lo fulminai con lo sguardo.
-Oh, sono sicura che tu non vorrai più vedere la tua dopo quello che ti farò se ti prendo.- lo minacciai partendo all’attacco. Lui sgranò gli occhi divertito e cominciò a scappare, correndo tra gli ombrelloni e scatenando le proteste infastidite delle persone.
-Dai, stavo scherzando.- urlò cercando di placare la mia rabbia, continuando a correre.
-Beh, io no.- gli risposi accelerando il passo. Non smetteva di ridere, cosa che mi stava letteralmente dando ai nervi. Stavo per raggiungerlo e lui se ne rese conto, perché inchiodò e si girò verso di me a braccia aperte. Gli finii addosso e lui mi strinse velocemente a se.
-Se volevi abbracciarmi, bastava chiedere.- mi sussurrò all’orecchio con la sua solita voce maliziosa. Alzai gli occhi al cielo e gli pizzicai un fianco. Lui mi lasciò andare all’istante, però poi mi afferrò e mi prese in braccio. Cominciai a  scalciare.
-Mettimi giù, pezzo di idiota!- esclamai colpendolo sulla schiena. Lui rise.
-Non ci penso proprio.- mormorò avviandosi verso il bordo della piscina. Sbarrai gli occhi, terrorizzata. Avevo capito fin troppo bene cosa voleva fare.
-Oh, no.- mormorai. Lui sorrise, mostrando le fossette.
-Oh, si.- disse con voce divertita.
-Ti prego non farlo, Harry!- lo supplicai. Lui scoppiò a ridere e non rispose, buttandosi in acqua insieme a me.
Non sapevo nuotare, forse avrei dovuto dirglielo.
Rimasi qualche secondo sotto, finché lui si rese conto che c’era qualcosa che non andava e mi afferrò per i fianchi, tirandomi su e trascinandomi fino al bordo della piscina, facendomi sedere.
Appena mi lasciò, ripresi fiato e lo colpii sul petto. Mi lanciò uno sguardo preoccupato, io tossii e mi schiarii la gola, avevo bevuto un bel po’ d’acqua e mi bruciava la gola.
-Tutto bene?- mi chiese con sguardo preoccupato.
Ma che domanda del cazzo!
Lo fulminai e continuai a respirare profondamente. Nel frattempo gli altri ci avevano raggiunti e ci stavano guardando sorridenti. Niall si avvicinò, cercando di non ridere e mi posò una mano sul ginocchio.
-Hai bevuto?- mi chiese con un gran sorriso. Lo guardai male e annuii. Lui scoppiò a ridere, scatenando di conseguenza le risate degli altri.
Non si poteva resistere alla sua risata, era troppo contagiosa. Sapeva farti ridere anche nel peggiore dei momenti.
Harry mi guardò sorpreso.
-Non sai nuotare?- mi chiese. Io lo fulminai di nuovo e scossi la testa, provocando una sua risatina strafottente.
-Questa me la paghi, Styles.- lo avvisai con cattiveria e con voce rauca, prima di alzarmi e avviarmi verso il mio asciugamano.
-Dai, non prendertela, Sam!- mi urlò dietro Liam. Mi voltai verso di lui, che mi stava sorridendo.
-Su, rimani con noi. Faremo in modo che Harry non ti affoghi.- mi assicurò Zayn facendomi segno di unirmi a loro. Non mi andava di farmi pregare, così con un sorriso tornai sui miei passi e mi rimisi seduta sul bordo della piscina, rimpiangendo il giorno in cui mia madre voleva trascinarmi a prendere lezioni di nuoto.
Mentre i ragazzi presero a giocare e a schizzarsi come dei bambini, Niall si avvicinò e uscì dall’acqua, sedendosi accanto a me.
Sorrise e mi diede una spallata giocosa. Lo guardai curiosa e gli sorrisi anch’io.
-Allora?- mi chiese con un sorrisetto malizioso. Aggrottai la fronte.
-Ti piace Harry, eh?- mi chiese continuando a sorridere, facendo però una piccola smorfia. Avvampai e mi schiarii la gola.
-Ma che diavolo dici?- gli chiesi con voce nervosa.
E questa da dove gli esce fuori?
Lui fece una risata e mi scompigliò i capelli. Io mi ritrassi, guardandolo male.
-Ti conosco, Sam. E vedo come lo guardi.- mi disse, con una nota frustrata nella voce.
-Niall, non dire fesserie. Per favore.- lo supplicai con un’altra risatina nervosa.
-Andiamo, a me puoi dirlo. Non ti prendo in giro, lo sai.- mi disse con un sorriso dolce. Strabuzzai gli occhi.
-Non ho paura che tu mi prenda in giro, Niall.- gli assicurai.
-E allora ammettilo!- esclamò con un gran sorriso.
-Ammettere cosa?- gli chiesi.
-Che ti piace!- esultò battendo le mani. Scossi velocemente la testa.
-Non mi piace.- gli dissi, cercando di rimanere calma, ma la mia voce tremò nell’ultima sillaba.
-Si, invece.- disse annuendo.
-No.-
Si, invece.
-Si.-
Si, ha ragione.
Oh, ma che palle!
Ti ci metti anche tu?!
Si, perché ti piace e non vuoi ammetterlo.
Ancora?!
-Ti dico di no.- cantilenai. Lui scoppiò a ridere.
-Puoi ripeterlo quanto ti pare. Io lo so che ti piace.- disse sicuro di se. Sbruffai.
Tanto è inutile negare.
-Non…- mi bloccai arrossendo. –Non ti da fastidio?- gli chiesi, ammettendo tra le righe che aveva ragione.
Lui arrossì improvvisamente e mi lanciò uno sguardo profondo. Io mi persi nell’azzurro ghiaccio dei suoi occhi, finche lui non scrollò le spalle e sorrise.
-Il cuore è il tuo, decidi tu cosa farci.- mi sussurrò sfiorandomi la guancia con una carezza. Deglutii e cercai di sorridergli. Lui ricambiò, sembrava abbastanza tranquillo.
Decisamente più tranquillo di me.
In quel momento il mio cuore faceva le capriole e non riuscivo a stare ferma, mi stavo torturando le mani.
Lui se ne accorse e mi fermò, poggiandomi una mano sulle mie. Con l’altra mi afferrò il mento e mi costrinse ad incrociare il suo sguardo. Arrossii e sorrisi, nervosa.
-Tra noi non cambia niente, ok?- mi chiese sussurrando. Io annuii e lui sorrise.
-Sei la mia migliore amica e lo sarai per sempre.- mi assicurò, sfiorandomi una guancia e spostandomi una ciocca di capelli dietro l’orecchio.
Si, è sempre stato così e lo sarà per sempre.
Niente di più.
Niente di meno.
E va decisamente bene così.
Credo.
-Ok.- annuii, poi feci un sorrisetto.
-Però non è vero che mi piace Harry.- borbottai facendogli la linguaccia. Lui scoppiò a ridere di gusto.
-Si, si. Certo.- disse sorridendo maliziosamente. Io alzai gli occhi al cielo e lo spinsi, facendolo cadere in acqua.
Nemmeno mezzo secondo che i ragazzi se ne accorsero, e si buttarono subito su di lui. Scatenando una lotta sott’acqua.
Io incrociai per un attimo lo sguardo di Harry, che mi sorrise e mandò in tilt il mio cuore.
Oh, merda.
Credo proprio che Niall abbia ragione.
Merda, merda, merda.
Accetta la realtà, Sammie.







HOLA C:
Ok, sto mettendo il capitolo perchè non so se nei giorni prossimi potrò aggiornare ç.ç
Ci sono rimasta un po' male, visto che quasi nessuno si è cagato il capitolo prima.
Insomma, solo due recensioni (vi adoro ragazze)!! :(
Vabbè, posto lo stesso per le povere anime a cui interessa questa storia (?)
*passa una balla di fieno*
Ok, sparisco.
Spero vi piaccia.
Soprattutto perchè Niall è riuscito a capire tutto *parte un applauso*
E pare anche che l'ha presa piuttosto bene.
Bah u.u
Bien, a presto ragazze.
Recensite, mi raccomando :D
#With love.
-S.

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Capitolo 15
*** There are a lot of things that you don't know about me. ***


Capitolo 14
 
 
 
 
-Ragazzi, che si fa ora?- chiese Louis con un sorriso raggiante. Quel ragazzo non si stancava mai. Era quasi il tramonto e, dopo aver passato tutta la giornata in piscina, ero stremata. Invece lui continuava a camminare senza sosta per il parco, sempre con il sorriso stampato sulla faccia. Non capivo dove prendesse tutta quell’energia.
-Che ne dite se ci facciamo un giro sulla ruota panoramica?- chiese con voce entusiasta, indicandola e stringendo la mano di Eleanor, che ci aveva raggiunti da poco. I ragazzi annuirono subito, anche loro entusiasti.
Merda.
Io odiavo la ruota panoramica, soffrivo di vertigini. Per me, anche salire su uno scalino significava giramento di testa e attacchi di panico.
Si, lo so. Ce li ho tutti io i problemi: non so nuotare, soffro di vertigini, ci manca che sono allergica all’aria che respiro e sono al completo. (?)
Però solo al pensiero di quell’altezza, di restare ferma lì, sospesa in aria, mi faceva venire la nausea.
In meno di tre secondi immaginai tutti gli scenari più tragici possibili e già cominciavo a sudare freddo. Nel frattempo si erano formate le coppie.
Si, perché quella ruota panoramica non era normale come tutte le altre: con la cabina collegata saldamente alla ruota.
No, erano semplicemente sedili da due, chiusi con una sbarra di ferro arrugginita. Cosa che peggiorava drasticamente la situazione. Louis ed Eleanor si avviarono a passo spedito, seguiti a ruota da Zayn e la sua ‘nuova fiamma’ della giornata. Io mi trascinai dietro Liam e Niall che si stuzzicavano ridendo come due bambini e, quando si misero in fila, mi fermai a qualche metro da loro. Liam mi lanciò uno sguardo curioso.
-Che fai lì?- mi chiese. Io scrollai le spalle.
-Io non ci salgo su quel coso.- borbottai. Zayn scoppiò a ridere davanti alla mia faccia imbronciata.
-E perché?- continuò Liam.
-Soffre di vertigini.- mi anticipò Niall sorridendomi. Io lo fulminai.
-Allora rimango io con te.- si offrì Eleanor con un sorriso dolce. Louis mi lanciò uno sguardo da cucciolo.
-No, vai. Altrimenti Louis mi uccide.- dissi facendogli l’occhiolino. Lui scoppiò a ridere e Eleanor gli strinse la mano.
-Sicura?- mi chiese ancora, mentre gli altri già erano saliti. Annuii e le sorrisi.
-Tranquilla, vi aspetto qui. Nel frattempo…- stavo per dire che avrei fatto un giro. Ma ovviamente non finii la frase.
-Nel frattempo sali anche tu e ti diverti con noi.- mi interruppe la voce di Harry, che mi arrivò dietro e mi mise un braccio intorno alle spalle, spingendomi verso i sedili.
Eleanor fece un risolino e si accomodò accanto a Louis, che non riusciva a stare fermo per quanto era entusiasta. A volte sembrava un bambino, l’eterno Peter Pan.
Io puntai i piedi e lo fulminai con lo sguardo.
-Non ci penso proprio. Tu vai, io lì non ci salgo.- ribadii con voce decisa. Lui scoppiò a ridere e riprese a spingermi. Era molto più forte di me, dato anche il fatto che ero la metà di lui, quindi non gli ci voleva molto sforzo per trascinarmi.
-Su, non fare la bambina. Da lassù c’è una bella vista.- disse, assumendo la sua solita faccia provocante. Alzai gli occhi al cielo e incrociai le braccia al petto.
-Non insistere. E poi c’è una bella vista anche da qui.- borbottai. Scoppiò di nuovo a ridere e mi spinse fino ai sedili, facendo segno al signore che controllava di aspettare.
-Ma smettila! E poi i posti sono da due, quindi non mi fanno salire da solo.- disse, praticamente scaraventandomi sul sedile. Feci per rialzarmi e scappare velocemente, ma lui mi trattenne seduta e con un sorriso malizioso abbassò la sbarra di ferro che doveva fare da ‘protezione’ e bloccò tutte le vie di fuga. Lo guardai terrorizzata.
-Oh, Harry, ti prego non farmi questo. Fammi scendere.- lo implorai. Lui scosse la testa lentamente e mi regalò un sorriso angelico.
-Troppo tardi.- disse facendo spallucce, mentre il rumore metallico della ruota che si metteva in moto rimbombava nelle mie orecchie.
Giuro che se quando scendo sono ancora viva, lo prendo a pugni.
Il cuore cominciò a martellarmi nel petto e un vuoto sostituì il mio stomaco.
Ringrazia che non hai mangiato niente a pranzo.
Harry mi diede una spallata giocosa e io riuscii a trovare la forza per fulminarlo un’ultima volta, prima di aggrapparmi saldamente alla sbarra di ferro e ripetermi, quasi come un mantra, di non guardare per nessun motivo in basso. Harry fece un risolino davanti alla mia posa rigida e si mise comodo, godendosi la scena.
-Dovresti vederti. Sei davvero buffa.- mormorò, soffocando una risata.
Che imbecille.                               
Vorrei vedere te al posto mio.
Riuscii a lanciargli una brave occhiata: era praticamente spaparanzato sul sedile e si godeva il panorama con le mani dietro la testa e un sorriso perfetto stampato su quel viso perennemente provocante.
-Ti odio, Harry Styles.- gli dissi con voce fredda, per l’ennesima volta.
Ormai gliel’avevo ripetuto così tante volte che non faceva più effetto. Anche perché detto da una persona in preda al panico, che trema come una foglia, perde tutto il significato.
Lui fece un risolino e la ruota cominciò a girare.
Chiusi gli occhi e deglutii. Harry rimaneva in silenzio, forse troppo divertito dalla mia faccia per dire qualcosa. Dopo qualche minuto di silenzio assoluto, lo stridore metallico della ruota che si fermava rimbombò nelle mie orecchie e il dondolio del sedile mi mandò il cuore in gola.
-Eccoci.- disse Harry sospirando. Dal suono della sua voce capii che stava sorridendo, quindi in teoria non avrei dovuto preoccuparmi.
Certo, come se con lui puoi essere sicura di qualcosa.
-Che succede?- chiesi sempre ad occhi chiusi. Lo sentii sospirare.
-Ci siamo fermati.- mi spiegò con voce annoiata.
-E perché?- chiesi con una nota di panico nella voce.
Domanda molto intelligente.
Complimenti, Sam.
-Perché forse è cosi che funziona una ruota panoramica?- mi disse, sfottendomi.
Giusto.
Dopo qualche minuto, sentii la sua mano calda afferrare delicatamente la mia e scioglierla dalla presa sulla sbarra. La intrecciò con la sua e poi fece la stessa cosa con l’altra mano.
Lo lasciai fare, troppo spaventata e tesa per respingerlo.
Si, certo.
Trova un’altra scusa.
Si avvicinò e sentii il suo respiro sul viso e il suo dolce profumo invadermi le narici.
Mela.
Mi piace la mela.
Basta!
-Respira e apri gli occhi. Questo devi vederlo.- mi soffiò a un palmo dal viso. Scossi velocemente la testa.
Puoi anche scordartelo.
Lui sospirò di nuovo e mi afferrò il mento con una mano.
-Avanti, ne vale la pena.- insistette. Sospirai e lentamente aprii un occhio e poi l’altro e incrociai subito il verde smeraldo dei suoi occhi. Eravamo a pochi centimetri di distanza e, quando realizzò che avevo fatto per una volta quello che mi aveva chiesto di fare, mi regalò uno splendido sorriso mettendo in mostra le fossette.
Respira e non arross…
Come non detto.
Cercai di contenermi e lo guardai contrariata.
-Beh, se ti riferivi al tuo viso, ti ricordo che sfortunatamente lo vedo tutti i giorni. Non c’era bisogno di farmi salire fin qui.- gli dissi fingendomi irritata. Lui sbuffò e mi fece voltare verso lo spettacolo che si stava svolgendo sotto i nostri occhi.
-Sei sempre la solita acida. Intendevo questo.- mormorò indicandomi il tramonto sul mare.
Con la coda dell’occhio lo vidi sorridere soddisfatto davanti alla mia faccia sbalordita.
Rimasi per qualche minuto a contemplare il sole che si lasciava svanire dietro l’acqua.
Non lo volevo ammettere, ma era piacevole in quel momento stare con lui.
No, ferma.
Spero stai scherzando!?
-Wow. Non ti facevo così romantico, Styles.- lo stuzzicai con un sorriso. Ma lui non mi assecondò e rimase serio.
-Ci sono tante cose che non sai di me, Sam.- mi disse prima di lanciarmi uno sguardo profondo e incatenandomi con il verde smeraldo dei suoi occhi.
In quel momento sembrava più bello del solito e, quando mi sorrise, non potei fare a meno di ricambiare e di perdermi per l’ennesima volta nei suoi occhi.
Merda.
Più vado avanti e più peggioro.
Datti una regolata, Sammie.






HOLA C:
Lo so, questo capitolo è una schifezza, ed è anche mooolto corto.
Solo che sto praticamente litigando con mio fratello per farmi stare cinque minuti al computer e sono riuscita a scrivere solo questo.
Non odiatemi, per favore ç.ç
Vedrò di farmi perdonare, promesso C:
Comuque, GRAZIE a chi legge e recensisce.
Siete fantastiche, davvero.
#With love.
-S.

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Capitolo 16
*** You realize that you feel something for me. ***


Capitolo 15
 
 
Tornati a casa, mi dileguai frettolosamente nella mia stanza.
Ero totalmente in imbarazzo e non sapevo perché.
Sapevo solo che ogni volta che Harry mi guardava, il mio cervello si scollegava dal corpo e il mio cuore prendeva il via.
E, soprattutto, mi ritrovavo sempre a fissare le sue labbra, presa in contropiede dalla voglia irrefrenabile di baciarle.
Ed era una cosa alquanto imbarazzante, alla quale dovevo cercare di sfuggire.
Assolutamente.
-Che ha Sammie?- sentii chiedere da Louis, mentre salivo le scale in fretta e furia.
-Non lo so.- rispose semplicemente Harry e quasi potevo vederlo scrollare le spalle. Mi chiusi la porta alle spalle e mi ci poggiai, chiudendo gli occhi. Sospirai.
Non può piacermi Harry.
Io lo odio.
Lui mi odia.
E’ una cosa totalmente impossibile.
Sentii bussare alla porta e sobbalzai, tornando alla realtà. Mi scostai e l’aprii un poco, affacciandomi. Mi trovai davanti gli occhi sorridenti di Niall e le sue guance rosse.
-Mi fai entrare?- mi chiese con voce dolce. Sospirai e aprii di più la porta, facendolo passare. Lui si buttò sul letto, facendomi segno di raggiungerlo. Con un altro sospiro mi avvicinai e mi rannicchiai contro il suo petto. Lui mi accolse tra le sue braccia e fece una risatina.
-Mi ricordo quando tutte le sere ti intrufolavi in camera mia e ci mettevamo sul letto a raccontarci storie dell’orrore.- sussurrò carezzandomi i capelli. Risi anch’io al ricordo.
Ci mettevamo sempre così, l’una stretta tra le braccia dell’altro e ci raccontavamo storie inventate sul momento, spesso addormentandoci abbracciati per poi svegliarci nel cuore della notte, dopo essere stati tormentati da qualche incubo.
Lui sospirò ed io lo guardai. Aveva uno sguardo tormentato ed io non ne capivo il motivo.
-Che ti succede, Sam?- mi chiese con voce dolce. Gli lanciai uno sguardo interrogativo e lui scrollò le spalle.
-Non sei felice, vero? C’è qualcosa che ti preoccupa.- mi disse, leggendomi negli occhi. Io sospirai e affondai il viso nel suo petto.
-Sto bene, Niall. E’ solo che è un periodo un po’ strano…- mormorai contro la sua maglietta.
-Lo so. E’ per Harry, vero?- mi chiese. Io alzai gli occhi al cielo.
-Perché dobbiamo parlare sempre di lui?- gli chiesi con un lamento.
-Perché è per lui che tu stai così.- mormorò –E non negarlo.- aggiunse quando feci per ribattere. Sospirai.
-Non riesco a capire cosa provo.- mugugnai arrossendo. Lui fece una risatina.
-Lui ti piace.- sussurrò. Mio malgrado, annuii.
-E allora?- mi chiese non capendo. Lo guardai.
-Allora non vuol dire niente. Si, mi…- che orrore -…piace. Però finisce lì. Insomma, tu lo conosci meglio di me, no?- gli chiesi arrossendo. Lui fece una smorfia.
-Che significa, Sam? Tutti possono cambiare. E lo so che sono stato io il primo a dirti che non tratta bene le ragazze. Ma forse l’ho fatto solo…- si bloccò, arrossendo.
-L’hai fatto solo…?- cercai di spronarlo. Lui distolse lo sguardo e le sue guance si fecero sempre più rosse.
-L’ho fatto solo perché forse ero un po’ geloso. Forse non volevo che tu ti innamorasi di lui. Non volevo che cominciassi a passare tempo con lui, lasciandomi da parte.- disse tutto d’un fiato.
-Ecco, l’ho detto.- disse con un sospiro, visibilmente sollevato. Come se si fosse liberato di un peso enorme.
Ed io ero ancora più confusa. Sprofondai il viso nel suo petto.
-Lo vedi? Ora non ci capisco più niente. Che cosa vuoi dire con questa cosa?- gli chiesi, cercando di fare chiarezza nel mio cervello.
Lui scrollò le spalle.
-Non voglio dire niente. Solo che avevo paura da perdere il rapporto con la mia migliore amica.- disse.
-Non capisco.- ammisi infine, dopo qualche minuto di silenzio. Lui alzò gli occhi al cielo.
-Non te lo so spiegare, ok? Ti dico solo che se lui ti piace veramente, non ti devi tirare indietro solo perché io ti ho spaventata tempo fa.- disse con un sorriso. Chiusi gli occhi.
-Mi sta scoppiando la testa.- sussurrai –Quindi cosa dovrei fare io?- continuai riaprendo gli occhi e puntando lo sguardo su di lui, che scrollò le spalle.
-Non lo so. Dico solo di magari provare a dargli una chance. Non è tanto male e so di per certo, che se trova quella giusta è capace di amarla con tutto il suo cuore.- disse con voce da attore da film. Schioccai la lingua.
-E cosa ti fa minimamente pensare che io sia quella giusta per lui? Andiamo, siamo stati a litigare fino a due secondi fa!- gli dissi. Lui sorrise.
-Proprio per questo. Lo vedo da come ti stuzzica e da come ti gira sempre intorno.- disse con voce maliziosa. Io scrollai la testa.
-Fidati. Quello non vuol dire niente. Non sono fatta per lui. Lui è tipo da cambiarne una al giorno. Ed io non le sopporto queste cose.- mugugnai frustata. Lui scrollò le spalle.
-Fai come vuoi. Io ti ho detto come la penso.- disse chiudendo gli occhi e mettendosi comodo.
-E ora che fai?- gli chiesi. Lui aprì un occhio e fece spallucce.
-Dormo. Ti da fastidio?- mi chiese arrossendo leggermente. Io sorrisi, intenerita, e mi accoccolai contro il suo petto.
-No, affatto.- gli dissi, prima di sbadigliare. Lui sorrise, soddisfatto.
-Buonanotte, Sam.- disse prima di baciarmi i capelli.
-Notte, biondino.- gli risposi io. Poi scivolai nel mondo dei sogni.
 
 
 
 
 
 
Scesi le scale fischiettando. Ero piuttosto di buonumore, la notte avevo dormito più che bene, stretta tra le braccia di Niall.
Al mio risveglio, però, lui non c’era e in quel momento la casa era piuttosto silenziosa, segno che i ragazzi probabilmente non c’erano, o erano ancora nel mondo dei sogni.
Quando entrai in cucina, capii che purtroppo non ero sola.
Ma questo qui non esce mai di casa?
Harry era poggiato al bancone della cucina e stava leggendo attentamente il giornale.
Si, lo so. Può sembrare strano.
Quando sentì i miei passi alzò lo sguardo e sorrise immediatamente. Evitai di alzare gli occhi al cielo come mio solito e lo ignorai, dirigendomi direttamente verso il frigorifero, in cerca di qualcosa da mangiare. Lo sentii soffocare una risata.
-Buongiorno, Sam.- mi disse educatamente. Non lo degnai di uno sguardo.
Non perché mi sentivo particolarmente maleducata o perché ce l’avevo con lui.
Evitavo di guardarlo perché sapevo che incrociando i suoi occhi per solo mezzo secondo, avrei perso tutta la concentrazione e l’autocontrollo che erano in me.
-Mi hanno detto che sei di buonumore di mattina, insomma.- mormorò facendo una risatina. Io feci un gesto annoiato con la mano, senza guardarlo. Mi avvicinai ai fornelli, per mettere su un po’ di latte.
Lui era proprio lì e, quando lo sfiorai con la spalla, il mio cuore accelerò impercettibilmente. Deglutii e mi spostai.
Con la coda dell’occhio lo vidi sorridere e riavvicinarsi.
-Perché ieri sera sei scappata?- mi chiese sussurrando. Lo guardai per mezzo secondo, evitando però di perdermi nei suoi occhi.
-Non sono scappata.- risposi in un sussurro. Lui sorrise.
-Si, invece. Da quando siamo scesi dalla ruota panoramica, non mi hai più degnato di uno sguardo.- borbottò. Io alzai gli occhi al cielo.
-Solo perché avevo passato decisamente troppo tempo con te. Mi stava venendo la nausea.- risposi acida. Lui rise.
-Si, certo.- disse maliziosamente.
Mi costrinsi a guardarlo, cercando di mantenere salda la mia concentrazione. Gli scoccai un’occhiataccia, che lo fece ridere ancora più forte.
-E’ solo per quello, Styles. E forse anche perché volevo evitare di picchiarti per avermi fatto salire su quella dannata ruota panoramica.- aggiunsi riflettendo.
Bugie.
Ti sei allontanata solo perché avevi paura che potesse piacerti più del solito la sua compagnia.
Taci.
Devi accettare la realtà, Sammie.
Lui.
Ti.
Piace.
Lui si avvicinò improvvisamente e mi ritrovai il suo volto a pochi millimetri di distanza. Deglutii e sentii le mie guance andare in fiamme. Non voglio nemmeno pensare allo stato del mio povero cuore in quel momento.
-Sei sicura?- mi sussurrò all’orecchio. Le sue labbra così vicine mi provocarono un brivido che mi percorse tutta la schiena. Il mio cuore accelerò e le gambe cominciavano a cedere.
Ignorai i desideri del mio corpo, che in quel momento erano decisamente contrastanti con quello che diceva il mio cervello e mi costrinsi ad indietreggiare.
-Sicurissima. Ora, lasciami fare colazione.- balbettai indietreggiando. Ma lui mi bloccò, riavvicinandosi.
Ok, così non posso resistere.
Chiusi gli occhi e feci un respiro profondo, per poi riaprirli ed affogare nel verde smeraldo dei suoi, incredibilmente vicini.
-Io dico che è perché ti sei accorta che provi qualcosa per me.- sussurrò sorridendo maliziosamente.
Bingo!
Feci una risatina nervosa.
-Non dire…fesserie…- la mia voce si affievolì, mentre le sue labbra continuavano ad avvicinarsi. Il mio cuore prese il via, batteva talmente veloce che probabilmente lo poteva sentire anche lui. Lo vidi chiudere gli occhi ed avvicinarsi ancora di più.
Si, stava per baciarmi.
-Ehi, cugino! Sono arrivato!- una voce alle nostre spalle ci fece sobbalzare e ci allontanammo di scatto. Io arrossii violentemente e cercai di respirare profondamente, mentre lui si girò a fulminare il ragazzo che era sulla porta.
Un ragazzo che gli assomigliava come una goccia d’acqua. E aveva lo stesso sorrisetto strafottente e malizioso che aveva sempre lui.
Si, proprio il cugino.
-Ciao, Mattie.- mormorò Harry infastidito, avvicinandosi a lui e stringendogli la mano. Il cugino gli sorrise.
-Vedo che ti dai da fare.- mormorò ammiccando verso di me. Alzai gli occhi al cielo e lo stesso fece Harry.
-Ci stavo provando…- mormorò in un soffio. Io lo fulminai, poi il cugino si avvicinò a me, sorridendo. Mi tese la mano.
-Molto piacere, dolcezza. Io sono Mattie, il cugino di Harry.- mi disse.
Si, fino a lì c’ero arrivata.
Io gli strinsi la mano, cercando di sorridere.
-Sammie.- gli dissi solo.
Lui afferrò la mia mano e mi baciò il dorso, in un gesto che doveva sembrare galante.
Ma che a me sembrò soltanto viscido. Sotterrai l’istinto di alzare gli occhi al cielo e di ritirare frettolosamente la mano e feci un sorrisetto. Il meglio che riuscii a fare.
Grazie al cielo ci pensò Harry a liberarmi. Con un gesto brusco afferrò il braccio del cugino, sciogliendo la sua presa e gli diede una pacca sulla spalla, cercando di sembrare amichevole. Ma in fondo al suo sguardo, c’era un non so che di irritato.
-Allora, quanto tempo ti fermi?- gli chiese con voce monocorde. Il cugino non mi staccò gli occhi di dosso e sorrise.
-Più del previsto.- disse con voce maliziosa.
Ma è di famiglia il fatto di essere così dannatamente pervertiti?
Harry gli diede una pacca più forte sulla spalla, beccandosi una sua occhiataccia. Sospirai.
-Ok, vi lascio soli. Vado…ehm…a fare qualcosa.- mormorai con una scrollata di spalle.
L’importante era uscire da quella stanza per togliermi di dosso gli occhi di quel Mattie che non mi avevano abbandonata nemmeno per un secondo. Harry mi sorrise.
Non un sorriso strafottente o malizioso.
Un sorriso normale.
Sincero.
Che ne provocò uno mio, altrettanto sincero.
-Finiamo dopo.- mi sussurrò, prima di scoppiare a ridere. Lo fulminai.
Ecco, deve sempre rovinare tutto.
Feci per uscire dalla cucina, quando Mattie mi richiamò.
-Ehi, Sammie.- mi disse con voce allegra. Mi girai verso di lui e lo trovai a sorridere.
-Voglio conoscerti meglio.- mi disse –Magari un giorno di questi usciamo, che dici?- mi chiese con un altro sorrisetto. Arrossii.
Ma anche no.
Harry si fece scuro in volto e si irrigidì.
Bene.
Mi piace questa cosa.
Cercai di sorridere cordialmente.
-Non lo so. Ho molto da fare in questi giorni.- gli risposi. Harry si rilassò e mi sorrise. Io feci spallucce ed uscii velocemente da quella situazione decisamente opprimente.
Ora ci mancava anche il cugino.
Un solo Styles mi basta e avanza.





HOLA C:
Ok, quì cominciano a capirsi un po' di cosucce.
Niall sembra rassegnato al fatto che il cuore di Sammie ormai sia occupato, nonostante lei non lo voglia ammettere.
E Harry...Harry boh, è ancora un po' incomprensibile (?)
Ok, non vi sto a fare il riassunto, l'avete appena letto XD
Scusate se non ho postato ieri, ma ero al mare!
Si, finalmente mi sono fatta il primo bagn...ino(?)
Puahahaha! Sto diventando pervertita anch'io.
No, scerzavo. Finalmente mi sono fatta il primo bagno di quest'estate 2012! :DD
E poi, come una persona normale (?), sono riuscita a bruciarmi i piedi.
Si, perchè di solito uno si brucia le spalle, il viso, il petto.
Io no.
Io mi brucio i piedi u.u
Ok, sparisco perchè il mio 'HOLA' sta diventando più lungo del capitolo ç.ç
Spero vi piaccia.
Lasciate qualche recensione, please? C:
#With love.
-S.

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Capitolo 17
*** I dont' give up easily. ***


Capitolo 16
 
 
 
Ronnie mi afferrò improvvisamente per il braccio e mi trascinò nella nostra stanza. La guardai confusa.
-Ok, ora basta. Mi sono stancata di vederti solo di sfuggita. Cavolo abitiamo sotto lo stesso tetto e non ci vediamo mai. Oggi, non mi interessa di niente e di nessuno. Tu sei tutta mia.- mi disse sorridendo. Le sorrisi e le feci una boccaccia.
-Guarda che non è colpa mia se non ci vediamo mai. Tu te ne stai sempre in giro con il tuo Justin!- esclamai. Lei arrossì e fece un gesto con la mano.
-Si, lo so. Hai ragione. Però io ora voglio sapere cosa succede. Perché ho parlato con Liam e quel ragazzo mi ha messo la pulce all’orecchio. Non è che ti piace Harry?- mi chiese direttamente.
Oh, merda.
E che ne sa Liam?
Arrossii violentemente e abbassai lo sguardo. Ronnie squittì e mi abbracciò di slancio.
-Non ci posso credere! Lui ti piace, ti piace, ti piace.- cantilenò saltellando. La fulminai con lo sguardo.
-Piantala. Non ho detto che mi piace.- mormorai frustrata.
-Lo so, ma è così!- esclamò battendo le mani. Alzai gli occhi al cielo e la feci sedere sul letto. La guardai seriamente.
-Non lo so, ok? E non mi va neanche di parlarne. Tu, invece? Come va con Justin?- le chiesi. Lei fece una smorfia.
-Non lo so. Comincia a stancarmi. E’ troppo protettivo e non mi lascia un attimo in pace.- mugugnò.
Ecco, lo sapevo.
Non durava mai niente con lei, prima o poi si stancava di tutto.
L’unica persona di cui non si era ancora stancata ero io, e speravo con tutto il cuore che non succedesse mai.
-Ok, ma non parliamo di me.- si riprese subito, facendomi un gran sorriso.
-Dimmi, dimmi. Che cosa mi sono persa?- mi chiese.
Eh, facile a dirlo.
Sono troppe cose, ragazza.
Feci spallucce e lei mi lanciò un’occhiataccia.
-Ok, non vuoi dirmelo tu? Io ti faccio le domande. A cui sei costretta a rispondere.- mi disse con aria minacciosa. Mio malgrado, annuii. Tanto sapevo che non sarei potuta scappare. E poi era la mia migliore amica, era un dovere dirle tutto.
-Bene.- disse sfregandosi le mani.
Ok, comincia a farmi paura.
-Allora, con chi vuoi cominciare?- mi chiese. La guardai male.
-Ron, mi stai spaventando. Dimmi cosa vuoi sapere e facciamola finita.- le dissi cercando di ridere. Lei scosse la testa.
-No, devo sapere tutto. E per evitare che tu tralasci qualcosa ti farò domande dirette e ben precise.- disse sicura. Annuii.
-Ok. Ti piace Harry?- mi chiese.
Si.
No.
Sii.
No.
Si.
Ok.
-Si.- dissi infine. Lei sorrise.
-E Niall?-mi chiese. Sospirai.
-E’ il mio migliore amico.- le risposi.
-Solo quello?- mi chiese lei, osservandomi attentamente.
-Si.- risposi, cercando di mostrarmi sicura.
-E chi è quel tizio che è appena arrivato?- mi chiese. Scrollai le spalle.
-Il cugino di Harry.-
-E perché ci stava provando con te?- mi chiese ancora. Alzai gli occhi al cielo.
-Non lo so, Ronnie. Mi sono stancata.- le dissi alzandomi. Lei mi guardò sorpresa.
-Si, mi piace Harry, il mio cuore e il mio cervello sono completamente andati. E non ci posso fare più niente. Sembra che qui tutti vogliano sapere solo questo. Ora lo sai, la finiamo, per favore?- le chiesi spazientita. Lei rimase a bocca aperta e guardò dietro di me. Chiusi gli occhi per un secondo.
Ti prego, ti prego.
Fa che non ci sia lui alle mie spalle.
Titubante, mi girai e tirai un sospiro di sollievo. Sulla porta, c’era Louis che mi fissava a bocca aperta. Cercai di sorridergli, nervosa. Lui fece per andarsene, direzione stanza di Harry.
Oh, non ci pensare nemmeno.
Lo afferrai al volo per un braccio e lo trascinai nella stanza, chiudendo la porta. Lo feci sedere sul letto, sembrava imbalsamato e gli schioccai le dita davanti agli occhi, per farlo riprendere. Lui mi guardò sorpreso.
-Ti…ti piace Harry?- mi chiese. Alzai gli occhi al cielo.
-Dio, non vi sopporto più. Cosa ve ne frega a voi?- sbottai spazientita.
Perché tutti vogliono sapere se mi piace o no?
Insomma, cosa gli cambia?
-Beh, è strano.- mormorò Louis poggiandosi due dita sotto al mento.
-Voglio dire, fino a due ora fa siete stati a litigare e tu non facevi che ripetere che lo odiavi…- continuò, quasi parlando tra se e se. Poi mi lanciò un’occhiataccia.
-Allora mi hai mentito.- mi accusò. Alzai di nuovo gli occhi al cielo e mi misi accanto a lui, passandomi una mano tra i capelli.
-No, Lou. Non ti ho mentito. L’ho scoperto da poco anch’io.- gli dissi cercando di ridere. Lui sorrise.
-Bene. Sono contento. Ci voleva proprio una ragazza seria per il mio Hazza.- disse alzandosi.
-Vado a dirglielo, così…- fece per dire. Lo guardai terrorizzata e lo bloccai per un braccio.
-Non pensarci neanche. Louis, lui non lo deve venire a sapere. Per nessun motivo.- gli dissi con voce seria. Lui mise il broncio.
-E perché?- mi chiese.
-Perché no. Forse, se vorrò, un giorno glielo dirò io. Tu stanne fuori.- gli intimai. Lui annuì, tristemente.
-Come vuoi.- sussurrò.
-Ora vado da Eleanor, visto che voi siete antipatiche con me.- disse facendoci la linguaccia. Gli sorrisi e gli scompigliai i capelli.
-Fai il bravo.- mi raccomandai. Lui sorrise e mi baciò la guancia, poi salutò Ronnie e con un sorriso uscì dalla stanza.
-Secondo me la prima cosa che fa, è andare a dirlo a Harry.- mormorò Ronnie. Scossi la testa e sorrisi.
-Nah, mi fido di lui. Non lo farebbe mai.- le risposi sicura.
Ho ragione?
Vero?
VERO?!
-Ok, che facciamo?- le chiesi. Lei sorrise e si alzò.
-Andiamo a fare shopping!- esultò battendo le mani. Sbruffai.
Dovevi aspettartelo, Sam.
 
 
 
 
Dopo un’intera mattinata passata tra negozi e negozi, Justin chiamò Ronnie per uscire e lei mi abbandonò, mandando a farsi fottere la promessa che saremmo state tutto il giorno insieme.
Me ne tornai a casa un po’ sconsolata, sperando che non ci fosse nessuno.
O perlomeno che non ci fosse quella persona che meno vedevo e meglio stavo.
Speri inutilmente, tanto sai che lo troverai a casa.
Ed è per questo che ti stai sbrigando a tornare.
Ignorai la vocina nella mia testa, tanto ormai si era messa contro di me e non potevo farci più niente. Aprii la porta di casa e, senza guardare niente e nessuno, puntai le scale, diretta in camera mia.
Ma, ovviamente, non ci arrivai.
-Ciao, Sammie.- mormorò una voce. Mi voltai e trovai Mattie poggiato allo stipite della porta della cucina, che mi guardava con un sorrisetto malizioso stampato sulla faccia.
Lo stesso sorrisetto che aveva sempre Harry.
Harry.
Perché diavolo devo sempre andare a pensare a lui?
Io non te lo dico, capiscilo da sola.
Cercai di sorridere e lui si avvicinò.
Mi poggiò un braccio sulle spalle, guidandomi verso il salotto e mi fece sedere sul divano, accanto a lui.
Mi sorrise, di nuovo.
-Allora, conosciamoci un po’ meglio.- disse con un sorriso. Cercando di non sembrare maleducata mi scrollai dalla sua presa e gli sorrisi.
-Cosa vuoi sapere?- gli chiesi cordialmente.
Non so perché, ma questo tizio non mi piace.
Lui scrollò le spalle e continuò a sorridere.
-Ce l’hai il ragazzo?- mi chiese con voce maliziosa.
Ma certo, andiamo subito al sodo.
Scossi la testa e lui sorrise di più.
-Bene. Allora ti va di uscire con me? Mi piaci, Sammie. Sembri una in gamba.- mormorò.
Oh, ma grazie.
Peccato che con me non attacca.
Gli sorrisi.
-Vedi, non credo che…- feci per dire.
-Oh, Mattie lasciala stare.- mormorò Harry entrando. Lo guardai, ma lui non ricambiò lo sguardo e puntò gli occhi su Mattie.
-Non fa per te, fidati.- gli disse Harry, sedendosi tra di noi e allontanandolo.
-E tu cosa ne sai, cugino?- gli chiese Mattie infastidito. Harry si voltò per un secondo verso di me e mi sorrise.
Il mio cuore perse un colpo e le mie guance andarono in fiamme.
-Lo so e basta. Cercatene un’altra.- gli disse scrollando le spalle. Mattie sorrise.
-Sai che se mi dici così, mi spingi ancora di più verso lei…- mormorò. Mi alzai e schioccai la lingua.
-Ok, basta parlare di me come se fossi un oggetto. Mattie, Harry ha…- non ci credo che sto per dirlo. -…ragione. Non credo che tu possa piacermi. Quindi piantatela.- dissi innervosita. Harry sorrise, sollevato da non so cosa, e mi lanciò uno sguardo indecifrabile. Alzai gli occhi al cielo.
-E tu smettila di fissarmi, mi dai sui nervi!- esclamai. Lui mi guardò sorpreso.
-Si, oggi sono nervosa. Avete beccato proprio la mia giornata storta…- mormorai, facendo per andarmene.
-Sammie.- mi richiamò Mattie con voce calma.
-Che c’è?- sbottai girandomi verso di lui.
-Sappi che io non mi arrendo facilmente.- disse con un sorrisetto malizioso, beccandosi un’occhiataccia di Harry. Alzai gli occhi al cielo e lo ignorai, andandomene in camera.
Io non ce la posso fare così.
Troppo, troppo stress.




HOLA C:
Ok, lo so.
Potevo fare di meglio, ma anche il mio cervello è andato in vacanza e sembra non produrre più niente di buono ç.ç
Comunque, in questo mini-capitolo, sembra che Harry sia...un po' geloso?
Bah.
Sarà tutto da vedere ^^
Bien, spero vi piaccia.
GRAZIE a chi legge e recensisce.
Siete davvero, davvero, davvero, dolciosissime (?) C:
#With love.
-S.
 

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Capitolo 18
*** I never tell you that you're beautiful when you get angry? ***


Capitolo 17
 
 
 
 
-Ehi, biondino.- salutai Niall entrando in salone. Era come suo solito spaparanzato sul divano a vedere una partita di calcio.
-Ciao, Sam.- mi rispose lui illuminandomi con un sorriso. Mi avvicinai e mi misi accanto a lui, accoccolandomi al suo petto. Lui mi strinse a se e sorrise.
-Allora, che si dice?- mi chiese. Scrollai le spalle.
-Niente di che.- risposi. Lui rise e mi scompigliò i capelli.
-Senti…Ma il cugino di Harry, quanto ha intenzione di rimanere?- gli chiesi portando lo sguardo su di lui. Lui mi guardò e fece spallucce.
-Non lo so, chiedilo a lui. Perché?- mi chiese. Arricciai il naso.
-Non mi piace.- mormorai. Lui scoppiò a ridere.
-E perché?- mi chiese.
-Perché è viscido.- mormorai facendo una smorfia.
-Concordo con lei.- disse Liam entrando e sedendosi accanto a me. Lo guardai e gli sorrisi. Niall fece spallucce.
-Non so che dirvi. Ancora non ho avuto modo di parlarci.- disse con un sorriso.
-A proposito di parlare…- mormorai girandomi verso Liam e guardandolo attentamente.
-Cosa sei andato a dire a Ronnie, ieri?- gli chiesi. Lui mi guardò sorpreso e fece una risatina nervosa.
-Ehm…Perché che le ho detto?- chiese passandosi una mano tra i capelli. Lo fulminai.
-Lo sai benissimo cosa le hai detto. Ora, sputa il rospo, chi lo ha detto a te?- gli chiesi. Lui sorrise e indicò immediatamente Niall, che arrossì sotto il mio sguardo. Fece una risatina nervosa.
-Non ci credo. E perché l’hai fatto?- gli chiesi. Lui alzò le mani.
-Oh, lo sai che io dico tutto a Liam…- mormorò arrossendo.
Ah, già.
Le bromance.
Lo guardai male.
-Quella era una mia confessione! Non dovevi dirlo a nessuno!- esclamai contrariata. Lui mi sorrise, con la faccia da cucciolo e provò ad abbracciarmi.
-Dai, Sam. L’ho detto solo a Liam.- mormorò con voce dolce. Mi scansai.
-Non provare a fare il ruffiano con me.- dissi incrociando le braccia. –Ora sono arrabbiata.- borbottai mettendo il broncio. I due scoppiarono a ridere e Liam mi passo un braccio sulle spalle.
-Dai, Sam. Non prendertela. Tanto l’avrei capito da solo. Ti si legge praticamente in fronte.- mi disse. Sbiancai.
-Dici davvero? E’ così evidente?- gli chiesi preoccupata.
Ma la domanda che più mi premeva era: ‘L’aveva capito anche Harry?’.
Lui fece spallucce.
-Nah, non è così tanto evidente. E non ti preoccupare, Harry non se ne accorgerebbe neanche se glielo urlassi in faccia.- mormorò ridendo. Niall si unì a lui.
-Già. Ha intorno così tante ragazze che ci provano con lui, che ormai non ci fa più caso.- mormorò maliziosamente.
-Io non ci sto provando con lui.- borbottai. Lui rise.
-Oh, no. Ma prima o poi lo farai.- mi sussurrò Liam con sguardo malizioso. Stavo per ribattere, quando la porta di casa si aprì ed entrò una Ronnie infuriata.
-Ti ho detto di lasciarmi in pace, Justin! Non ti voglio più vedere!- urlò al diretto interessato con una cattiveria che non credevo le appartenesse.
-Andiamo, Ron. Non fare così.- mormorò Justin con la faccia da cane bastonato. Ronnie gli riservò uno sguardo a dir poco gelido.
-Fanculo, Justin. E’ finita.- gli disse chiudendogli la porta in faccia e correndo in camera, sbattendo la porta. Sospirai e mi alzai.
-Vado a vedere cosa è successo.- mormorai.
Entrai in camera e la trovai agitata, mentre buttava tutte le sue cose nella sua valigia. Mi poggiai al muro, guardandola in silenzio, finchè lei non si accorse di me.
-Che vuoi?- mi chiese con tono alterato.
-Sapere che cosa stai combinando.- le risposi tranquilla. Lei mi lanciò un’occhiata e continuò a buttare vestiti su vestiti dentro la valigia.
-Me ne torno a casa. Mi ha stancato questo posto.- disse con voce di ghiaccio. Alzai un sopracciglio e mi avvicinai, cercando di afferrarle un braccio e di calmarla. Lei si scrollò via la mia presa.
-Lasciami stare, Sam.- sibilò. Rimasi a bocca aperta.
-Stai scherzando? Ora perché mi devi trattare così? Ti sto solo chiedendo cosa è successo!- esclamai. Lei mi lanciò uno sguardo contrariato.
-Mi sono stancata, ok? Di tutto. Di Justin, di questo posto, dei tuoi stupidi amici, di questa casa, di…- urlava sbracciandosi, poi si bloccò, guardandomi. Incrociai le braccia al petto.
-Di me?- le chiesi. Lei abbassò lo sguardo.
-Avanti dimmelo. Ti sei stancata anche di me?- le chiesi di nuovo. Lei non parlò.
-Su, Ronnie. Sono la tua migliore amica. Puoi dirmi tutto, lo sai.- le dissi con voce tagliente. Lei incrociò per un secondo il mio sguardo.
-Ho solo bisogno di un periodo di pausa, Sam. Non prendertela, voglio tornare a casa.- mormorò calmandosi. Annuii.
-Ok. Fai come vuoi.- le dissi, prima di lasciarla sola, richiudendomi la porta alle spalle.
 
 
 
Ronnie partì la sera stessa, riuscendo a prenotare un aereo all’ultimo minuto. Salutò i ragazzi in modo molto formale, come se non li conoscesse per niente e me con un abbraccio veloce e freddo.
-Ti chiamo appena arrivo.- mi sussurrò. Annuii.
-Salutami Jodi.- le dissi. Lei annuì a sua volta e cercò di sorridere.
-Certo. E…Scusa, Sam. Non volevo andasse a finire così.- mormorò, e per un attimo il suo sguardo si fece dolce come una volta. Io le sorrisi, poi lei si girò e salì sul taxi, diretta in Irlanda.
Lontano da quel posto.
Lontano da tutti.
Lontano da me.
-Dai, Sam. Ci siamo noi con te.- sussurrò Niall abbracciandomi. Feci spallucce.
-Tanto sapevo che prima o poi sarebbe successo.- mormorai e poi sorrisi.
-Sto bene, tranquillo. Ora rientriamo ed ordiniamoci una bella pizza.- dissi cercando di mostrarmi entusiasta. Lui mi illuminò con un sorriso.
-Così mi piaci, ragazza.- esclamò correndo in casa e afferrando il telefono.
-Ehm…Io passo. Devo uscire stasera.- mormorò Harry passandosi una mano tra i capelli. Zayn fece un risolino.
-Hai un appuntamento, Hazza?- gli chiese maliziosamente. Harry puntò per un secondo lo sguardo su di me, ma io non lo assecondai cominciando a scherzare con Liam. Solo che le mie orecchie erano puntate sul loro discorso.
-Fatti gli affari tuoi.- gli rispose Harry con una smorfia. Mattie fece una risatina.
-Posso venire anch’io? Magari ne rimedio una che ci sta…- mormorò alludendo al mio rifiuto. Harry scrollò le spalle.
-Fai come vuoi.- gli disse infastidito. Poi i ragazzi ci salutarono e uscirono.
Rimanemmo io, Niall, Louis, Liam e Zayn e quella fu decisamente una serata tranquilla e divertente. Loro cercarono di non farmi pensare a cosa era successo con Ronnie e ci riuscirono anche.
Si, volevo bene a tutti loro e finalmente potevo dire di aver trovato la mia famiglia.
 
 
 
 
 
La notte mi svegliai di scatto, disturbata dal rumore di una porta che sbatteva. Mi alzai borbottando qualcosa e mi diressi in bagno.
Appena uscii dalla stanza, mi scontrai con qualcuno.
No, non uno qualsiasi.
Proprio quel qualcuno.
Mi risvegliai all’istante, mentre lui mi afferrava per i fianchi per non farmi cadere. Appena mi sentii salda sui miei piedi mi allontanai.
-Ehi, dove te ne vai in giro a quest’ora?- mi chiese lui guardandomi dritta negli occhi.
Quel verde smeraldo mi stava facendo perdere la concentrazione. Distolsi lo sguardo e mi avviai verso il bagno.
-Vado in bagno, Harold.- mugugnai. Lui rise e mi afferrò la mano, avvicinandomi a se.
-Che vuoi?- gli chiesi, odiando il battito accelerato del mio cuore. Lui sorrise.
-Solo parlare, stai tranquilla.- disse lasciandomi e alzando le mani a mo’ di resa.
-Ecco, io non ne ho voglia. Quindi lasciami in pace.- gli dissi acida.
Perché, Sam?
Non puoi provare a dargli una piccola possibilità?
No.
Non ti ricordi che è appena tornato da un appuntamento?
Non mi stressare anche tu.
-Dai, Sam.- brontolò mettendo il muso. Alzai gli occhi al cielo.
-Ma perché vuoi sempre parlare quando io non ne ho voglia?- chiesi esasperata, più a me stessa che a lui. Lui sorrise ed io sbruffai.
-Che è successo alla tua amica?- mi chiese. Feci spallucce.
-Ha litigato con il suo ragazzo. Credo si siano lasciati.- gli risposi. Lui alzò un sopracciglio.
-E com’è? Sembrava così tanto presa da lui.- commentò.
-Non lo so. Forse era solo un idiota. Sai, ce ne sono tanti da queste parti…- mormorai ammiccando verso di lui. Lui sorrise, per niente offeso.
-Quando la smetterai di dire che mi odi e ti accorgerai che in realtà io ti piaccio?- mi chiese con voce maliziosa.
Oh, ma io già me ne sono accorta…
Ok, piantala.
Feci una risatina, nervosa.
-Non dire fesserie, Harry.- lo implorai. Il suo sorriso si allargò e si avvicinò ancora di più a me. Deglutii tesa, mentre lui si chinava sempre di più su di me, sempre con quel sorrisetto strafottente stampato sulla faccia.
-Non dirle tu, Sam. E ammettilo, senza fare tante storie.- mormorò a un soffio dalla mie labbra. Deglutii di nuovo ma non riuscii a rispondere.
Nel momento in cui lui chiuse gli occhi e catturò le mie labbra con le sue, il mio cervello si scollegò dal corpo.
E in pochi secondi mi ritrovai a baciarlo.
Le sue labbra morbide e calde giocavano con le mie e il mio cuore prese il via, come le mie gambe che cominciarono a tremare.
Lui mi spinse all’indietro, facendomi sbattere la schiena contro il muro e si avvicinò ancora di più, non lasciandomi neanche lo spazio per respirare. Io infilai le mani fra i suoi riccioli e li accarezzai, lentamente. Lui si staccò dalla mia bocca e affondò il viso nei miei capelli.
In quei pochi secondi la parte razionale di me si risvegliò e costrinse il mio cervello a rimettersi in moto.
Smettila, Sam.
Con te ci sta solo giocando.
Riprenditi!
Con un sospiro di frustrazione costrinsi le mie mani a poggiarsi sul suo petto e a spingerlo via. Fu una spinta debole, quasi inutile. Ma lui se l’aspettava, quindi si allontanò subito sorridendo vittorioso.
Dio, quanto voglio prenderlo a schiaffi.
-Non provarci mai più.- gli intimai puntandogli un dito contro e fulminandolo con lo sguardo.
Sapevo che in parte era anche colpa mia, che avevo ricambiato il bacio, ma in quel momento me ne fregai.
Avrei litigato con me stessa più tardi.
Lui fece spallucce, indifferente alla mia flebile minaccia e sorrise di nuovo. Con quel sorriso angelico che avrei voluto strappargli dalla faccia.
-Non posso garantirti niente.- disse alzando le mani davanti a se. Io alzai gli occhi al cielo.
-Ti ho mai detto che ti odio?- gli chiesi frustrata.
-Ti ho mai detto che sei bellissima quando ti arrabbi?- mi rispose lui prontamente.
Io rimasi imbambolata per alcuni secondi, sorpresa dalla sua risposta e dal suo sguardo sincero. Poi mi ricordai con chi stavo parlando e tornai in me.
-Risparmia le tue frasi per qualcun’altra, Styles. Con me non attaccano.- mentii distogliendo lo sguardo e avviandomi di nuovo verso il bagno, meta che ancora non ero riuscita a raggiungere.
Lui non mi rispose ma mi raggiunse a passo svelto e mi afferrò da dietro.
-Ne sei sicura?- mi sussurrò all’orecchio, provocandomi piccoli brividi che mi percorsero la schiena. Me lo scrollai di dosso e mi allontanai da lui.
-Lasciami in pace.- borbottai senza voltarmi prima di entrare in bagno e chiudergli la porta in faccia.
Che diavolo ho fatto?






HOLA C:
Ebbene si, è successo.
L'altra volta mi sono sentita in colpa, perchè li ho fatti interrompere da quel viscido di Mattie.
Però stavolta no...
SI SONO BACIATI! *.*
*balla la conga*
Ok, la pianto.
Ragazze, lascereste qualche recensione in più, per favore?
E' che mi piacerebbe sapere cosa ne pensate.
A parte le mie seguitrici (?) che io adoro, ovviamente, ci sono taante persone che leggono ma non lasciano nemmeno un piccolo commento.
Voglio dire, se perdete tempo a leggere il capitolo, due minuti in più per recensirlo non vi uccidono! ;)
Ok, ora sparisco.
Spero vi piaccia ç.ç
#With love.
-S.

Ps. Se vi va, passate a leggere anche l'altra mia Ff! :D

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Capitolo 19
*** He'll never change. ***


Capitolo 18
 
 
 
 
La mattina dopo alzai gli occhi dalla mia tazza di latte quando sentii il rumore di passi entrare in cucina.
Ero pronta a sorridere e dare il buongiorno a chiunque fosse entrato, si probabilmente anche al riccio, ma mai mi sarei aspettata che il mio buonumore sarebbe stato spazzato via in mezzo secondo.
E questa chi è?
Una ragazza bionda tinta, con gli occhi azzurri e con una sola maglietta e gli slip addosso mi fissava con aria curiosa. La guardai alzando un sopracciglio. Aveva addosso una maglietta di Harry, quindi non mi ci voleva molto a fare due più due.
E’ una delle solite puttanelle che si porta a casa.
Ma certo, ieri aveva un appuntamento.
Logico che se l’è portata a casa.
Stronzo.
Prima si bacia con me e poi se la spassa con la bionda.
Irritata da non so cosa mi alzai ignorandola e buttai il resto del mio latte nel lavandino.
-Buongiorno, gente!- esclamò Niall entrando in cucina.
Mi voltai verso di lui e gli rivolsi un sorriso tirato. Lui mi raggiunse e mi schioccò un dolce bacio sulla guancia. Poi si accorse della biondina che se ne stava seduta in silenzio.
Solo Dio sa i grilli che passavano nel suo povero cervello vuoto in quel momento.
-Oh…ciao.- le disse Niall. Lei sorrise, mettendo in mostra denti perfettamente bianchi.
-Ehm…chi sei?- continuò arrossendo leggermente. Alzai gli occhi al cielo e sbruffai quando la vidi rivolgergli un altro sorriso civettuolo.
-Sono Christine.- rispose ammiccando. Il biondino arrossì sempre di più.
Se si azzarda a balbettare lo prendo a pugni.
-Uhm…e cosa ci fai qui?- le chiese ancora.
Ma cos’è, un interrogatorio?
Alzai gli occhi al cielo e lo guardai contrariata.
-Oh, ma per piacere. Ancora non l’hai capito? E’ una delle tante amiche che Harold si porta a casa.- mormorai a bassa voce. Dubitai che lui mi avesse sentito, ma a dire quelle parole il mio cuore tremò.
Fanculo.
Proprio in quell’istante Harry entrò in cucina e ci guardò con sguardo sorpreso. Io abbassai gli occhi, poi lui si girò verso la sua amica.
-Oh, Chris, sei ancora qui?- le chiese. Alzai lo sguardo e lo vidi rivolgerle un sorriso disgustoso. Poi le poggiò una mano sulla schiena attirandola a se e schioccandole un veloce bacio sulla guancia.
Che schifo.
Lei gli sorrise.
-Si, non sapevo come tornare a casa.- disse facendo spallucce. Io guardai per un attimo Niall che mi lanciò uno sguardo dispiaciuto. Poi sentii gli occhi di Harry su di me e mi voltai verso di lui. Mi stava fissando con uno sguardo indecifrabile.
Ok, non fargli vedere che ci stai male.
-Allora ti accompagno io.- le disse con un sorriso, lanciandomi un’occhiata furtiva che io ignorai prontamente, dando il buongiorno ai ragazzi che mancavano all’appello.
-Ehi bella gente, Dj Malik è qui presente!- esclamò Zayn entrando in cucina con un gran sorriso.
Ti prego. Queste cose di prima mattina no.
Lo guardai scuotendo la testa mentre Niall rideva.
Si, lui rideva sempre. Anche alle battute di Zayn, purtroppo.
Dopo di lui entrò Liam che salutò tutti con un bel sorriso e me con un leggero bacio sulla guancia.
-Bene, ragazzi. Vado ad accompagnare Christine. A dopo.- disse Harry, lanciandomi altri sguardi furtivi.
Ma che diamine vuole?
Beh, dopo questa, si può anche dimenticare la mia voce.
Non gli rivolgerò più la parola.
Giuro.
Si, come no.
-Ci si vede, ragazzi.- cinguettò la bionda.
-Oh, non credo molto presto, cara.- mormorai con un sorrisetto. Harry mi fulminò con lo sguardo e Zayn mi diede una gomitata sulle costole.
Beh, che ho detto di tanto strano?
Quando Harry finalmente se ne andò portandosi via quell’ochetta senza cervello, sospirai di sollievo e sorrisi ai ragazzi, che però mi guardarono male.
-Che ho fatto?- chiesi innocentemente.
-Hai traumatizzato quella ragazza.- mi disse Liam contrariato.
-Già, non vorrà più venire qui.- aggiunse Zayn lanciandomi un’occhiataccia. Scrollai le spalle.
-Tanto non l’avremmo rivista comunque. Lo conosciamo tutti Styles, no? Avete per caso visto per più di una volta una delle ragazze che si è portato a letto?- li zittii. Cominciavo ad irritarmi.
-Beh, ha ragione.- intervenne Niall. Gli sorrisi e lui ricambiò illuminandosi.
Ecco perché ti adoro, ragazzo.
Era sempre pronto ad offrirti una spalla d’appoggio.
-Certo che se si è anche scomodato a riaccompagnarla, deve essere una cosa seria.- rifletté Zayn.
Tuffo al cuore.
Niall mi lanciò un’occhiata indecifrabile. Poi Zayn alzò le spalle.
-Peccato. Ci avrei provato volentieri.- continuò ammiccando.
-Sei disgustoso.- commentai rimediando un suo sorriso malizioso.
-Beh, magari è cambiato.- mormorò Liam sempre pronto a vedere del buono in tutto.
No, fidati.
Non cambierà mai.
-Tzè, ma per favore.- dissi allontanando l’idea con un gesto della mano, innervosita.
-Io dico che saresti pronta a rovinare la scena ad Hazza con ogni ragazza che si porta a casa.- mormorò Louis senza guardarmi e tenendo poggiata la testa sulla mano. Socchiusi gli occhi.
Ti prego, non dirlo.
-Solo perché sei gelosa.- concluse tra uno sbadiglio e l’altro. Scoppiai a ridere, una risata un po’ nervosa.
-Io gelosa?! Louis, torna a dormire!- gli dissi. Ma la mia voce tremò nell’ultima sillaba e lui se ne accorse, perché alzò di scatto la testa e cominciò ad osservarmi attentamente. Deglutii e cercai con lo sguardo qualcosa per cambiare discorso.
Louis, hai fatto bingo.
Taci.
Liam, santo Liam, si accorse che ero in difficoltà e mi salvò, intervenendo nel discorso.
-Ok, basta. Cambiamo discorso. Che si fa oggi?- chiese mostrando entusiasmo. I ragazzi si lanciarono immediatamente nel discorso e io sospirai di sollievo. Lui però si avvicinò a me.
-Poi mi dici che sta succedendo.- mi sussurrò all’orecchio. A malavoglia annuii. Avevo bisogno di sfogarmi con qualcuno, e di Liam mi potevo fidare.
Li lasciai chiacchierare e me ne andai in camera mia, buttandomi sul letto.
Harry Styles.
Ti odio con tutto il cuore.
 
 
 
 
 
 
-Ehi, Sam. Dove sono gli altri?- mi chiese Harry, quando lo incrociai sulle scale. Lo ignorai e passai oltre. Lui sbruffò e mi seguì.
-Mi hai sentito? Dove sono gli altri?- mi chiese ancora. Lo ignorai di nuovo.
Sono usciti.
Ma io con te non ci parlo.
Lui sospirò e mi afferrò per un braccio. Mi districai dalla sua presa e lo fulminai con lo sguardo.
-E ora che ti ho fatto?- mi chiese mormorando.
Che mi hai fatto?
E me lo chiedi pure?
Non gli risposi e mi avviai verso il salone, buttandomi sul divano. Lui mi seguì e con un sospiro si mise accanto a me.
-Perché ora ce l’hai con me? E’ per il bacio?- chiese mettendo il broncio.
No, brutto stronzo, è per quello che hai fatto dopo il bacio.
-Sam, parlami, dannazione!- esclamò frustrato. Mi girai per un secondo verso di lui.
-Non ce l’ho con te, Harold. Non mi va di parlarti e basta.- lo liquidai tornando con lo sguardo sulla televisione.
-Si, invece. Sei più nervosa del solito. Spiegami che hai.- mi disse.
-Io non ti devo spiegare proprio niente. Non ho voglia di parlare con te, punto.- gli dissi con voce monocorde. Lui sbruffò
-Beh, io si. E voglio sapere che ti prende. Se è per il bacio, mi dispiace. Giuro che non era mia intenzione, non so cosa mi è preso.- disse facendo una smorfia.
Ma bene, quindi gli ha anche fatto schifo.
Mi voltai verso di lui e lo incenerii con lo sguardo.
-Oh, scusami tanto se non sono all’altezza di quella Christine.- sibilai. Lui soffocò una risata.
Oh, merda.
Avevo parlato senza pensare, facendogli capire palesemente che ero gelosa. Chiusi gli occhi e sperai con tutto il cuore che lui lasciasse cadere il discorso.
-E’ per questo, allora?- mi chiese. Lo ignorai e lui si avvicinò.
-Sam, Christine non è la mia ragazza.- mi disse sorridendo.
Questo lo so, idiota.
Non mi ci vuole tanto a capire che con lei ti ci diverti e basta.
Non gli risposi e il suo sorriso si allargò. Batté le mani e scoppiò a ridere.
-Non ci credo, sei gelosa!- esclamò continuando a ridere. Lo fulminai con lo sguardo.
-Sei proprio fuori strada.- sibilai alzandomi. Feci per andarmene ma lui si alzò di scatto e mi bloccò, continuando a ridere.
-Aspetta, ti devo spiegare…- disse. Mi scrollai dalla sua presa.
-Non voglio sentire niente, Harry. Lasciami in pace.- mormorai. Lui si calmò.
-No, davvero Sammie. Hai frainteso tutto.- disse. Io feci spallucce.
-Non mi interessa. Ti ho detto di lasciarmi in pace.- gli dissi con voce flebile, allontanandomi con passo tremante.
Non volevo sentire una parola di più. Lui si era divertito, usandomi come il suo giocattolino, ora basta.
E poi era una cosa impossibile: ogni volta che quel ragazzo mi si avvicinava, si scatenava una lotta contrastante dentro di me.
Una parte di me avrebbe voluto inspiegabilmente buttarsi tra le sue braccia, l’altra, quella che grazie al cielo continuava a prediligere, mi ricordava ogni volta che razza di persona era.
Non che fosse un ragazzo cattivo, no. Era semplicemente stronzo.
E purtroppo lui non poteva farci niente.
Era meglio che mi tenevo a distanza da lui.







HOLA C:
Ok, ho capito che di lasciare recensioni non ne avete proprio voglia.
Peccato, perchè mi farebbe davvero piacere sapere cosa ne pensate u.u
Passando al capitolo, Sammie è riuscita a sputtanarsi un'altra volta.
Certo che è proprio furba la ragazza ù.ù
E Harry...Harry non si smentisce mai.
Anche se questa volta, poverino, è solo vittima di un gigantesco equivoco, poi capirete perchè ^^
Comunque, ora scappo.
Ragazze, non mi va di fare come tante altre persone che dicono: 'a tot. recensioni continuo', perchè così non mi piace, sarebbe come ricattarvi.
Però, davvero, lasciate qualche piccolo commento, altrimenti mi sembra di scrivere per i muri ç.ç
#With love.
-S.

Ps. GRAZIE a quelle che recensiscono sempre.
Vi adoro C:

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Capitolo 20
*** All for you, baby. ***


Capitolo 19
 
 
 
-Siamo a casa!- urlò Louis entrando. Io alzai a malapena lo sguardo verso di lui, mentre tutti gli altri lo raggiungevano e si spargevano per la casa.
Niall venne dritto verso di me e notò subito l’atmosfera tesa tra me e Harry, che mi sedeva di fronte. Si era piantato lì e non aveva distolto lo sguardo nemmeno un secondo, aspettando che gli dicessi perché ce l’avevo con lui.
Io mi ero infilata le cuffiette e avevo messo la musica a palla, ignorando ogni suo tentativo di parlare.
Niall ci osservò per qualche minuto in silenzio, poi sospirò.
-Ok, cos’è successo?- ci chiese alternando lo sguardo tra me e Harry. Mi si in pausa la musica e feci spallucce e Harry mi lanciò uno sguardo contrariato.
-Non mi vuole parlare.- mormorò frustrato. Io alzai gli occhi al cielo e Niall mi guardò.
-Perché non gli parli?- mi chiese. Borbottai qualcosa e mi alzai.
-E ora dove vai?- chiese Harry. Mi voltai verso di lui con sguardo di ghiaccio.
-In camera mia per non vedere più quella tua facciaccia.- sibilai, prima di andarmene e chiudermi in camera.
Niall mi raggiunse in meno di un minuto e si mise sul letto accanto a me.
-Cosa ti ha fatto?- mi chiese. Io arrossii.
-Mi ha baciata.- mormorai frustrata. Lui sbarrò gli occhi.
-Da-davvero?- balbettò. Annuii lanciandogli uno sguardo. Lui mi sorrise.
-Ok, è solo per questo?- mi chiese ancora. Sbruffai.
-No, Niall. Non è per questo. Quel…- non trovavo un aggettivo adatto. Soffocai un grido di rabbia. –Dopo avermi baciata, se n’è andato beatamente a letto con quella bionda lì!- esclamai.
La bocca di Niall si spalancò formando una O precisa, poi scosse la testa.
-No, non ci credo. E’ un po’ stronzo, ma non fino a questo punto.- mormorò incredulo. Grugnii di rabbia.
-Beh, credici. L’aveva detto che aveva uno schifo di appuntamento, no? Ecco ha chiuso in bellezza.- sussurrai guardandolo frustrata. Lui fece per alzarsi.
-Ok, è ora di fare un bel discorsetto…- mormorò, avviandosi verso la porta. Mi alzai e lo bloccai velocemente.
-No, Niall. Davvero, non mi interessa.- gli dissi con voce seria. Lui sbruffò.
-Andiamo, Sam. Smettila di dire cazzate!- sbottò lui. Lo guardai sorpresa.
-Ti ha baciata e poi ti ha ferita. Come migliore amico ho il dovere di dirgliene quattro.- mormorò. Per poco non scoppiai a ridere davanti al suo sguardo deciso.
-Ti ringrazio, Niall. Ma non ce n’è bisogno.- gli dissi. Lui mi guardò.
-Davvero, è stata colpa mia. Non permetterò più che succeda una cosa del genere. Sapevo che per lui non avrebbe significato niente quel…- deglutii e arrossii. -…quel bacio. Però l’ho lasciato fare comunque. Sono stata un idiota. Però starò più attenta, promesso.- gli dissi cercando di convincerlo. Lui scosse la testa e si accomodò sul letto, facendomi segno di mettermi accanto a lui. Lo accontentai e lui mi guardò seriamente.
-Sei sicura? Io non voglio che tu soffra.- sussurrò. Gli sorrisi e gli baciai la guancia.
-Io non sto soffrendo, sto bene. E’ stato solo uno stupido errore.- gli dissi facendo spallucce.
Bugiarda.
Tu taci, non voglio sentirti.
-Ok, allora chiudiamo il discorso.- sussurrò. Poi sorrise, facendo la faccia da cucciolo.
-Ora andiamo a mangiare?- mi chiese. Scoppiai a ridere e gli scompigliai i capelli.
-Sei sempre il solito…- mormorai prendendolo a braccetto e portandolo in cucina, dove c’era Mattie.
Appena mi vide, mi sorrise, malizioso. Cercai di non alzare gli occhi al cielo e lo ignorai.
Tale e quale a Harry.
-Ciao, ragazzi.- mormorò, puntandomi lo sguardo addosso. Niall gli sorrise e si tuffò praticamente dentro al frigorifero. Mattie mi si avvicinò e sorrise, di nuovo.
-Allora, che si dice, Sammie?- mi chiese. Io gli lanciai uno sguardo frettoloso e feci spallucce.
-Senti, lo so che non ti piaccio.- cominciò.
Molto perspicace, ragazzo.
-Però, che ti costa darmi una possibilità? Voglio dire, nemmeno mi conosci.- mormorò. Lo guardai di nuovo.
In fondo aveva ragione, l’avevo giudicato al primo sguardo.
E poi diciamocelo l’avevo già messo nel reparto persone-da-evitare non appena avevo capito che era il cugino di Harry.
Quindi potevo anche provare a dargli una possibilità, no?
Era un bel ragazzo, molto simile ad Harry. Solo che i suoi occhi non dicevano niente. Erano marroni, piatti, vuoti.
Quelli di Harry, invece, erano verdi come il mare, profondi, nei quali…
Ok, piantala.
-Allora?- mi riportò alla realtà la voce di Mattie. –Ti va di uscire, stasera?- mi chiese, sorridendo. Io ci pensai un po’ su.
Sai una cosa?
Lui si porta le bionde a casa, fregandosene di me?
Io allora esco con Mattie.
Mi girai verso di lui e gli sorrisi.
-Hai ragione, ti ho giudicato presto.- gli dissi. Il suo sorriso si allargò, decisamente troppo simile a quello di Harry.
-E’ un sì?- chiese visibilmente entusiasta.
-Certo.- gli dissi. Lui sorrise ancora.
-Vedrai, non te ne pentirai.- mormorò maliziosamente, passandomi accanto e lasciandomi un bacio sulla guancia. Sotterrai l’impulso di pulirmi e lo guardai uscire trionfante dalla cucina.
Poi mi voltai verso Niall, che era risbucato dal frigorifero e mi stava guardando in modo palesemente contrariato.
-E ora che hai intenzione di fare?- mi chiese con voce secca. Io lo guardai colpevole e scrollai le spalle. Lui sbruffò e mi lanciò un’occhiataccia.
-Sai una cosa, Sam? Mi avete stancato, tutti e due.- mormorò. Io lo guardai, aspettando che continuasse.
-Andiamo, lui ti piace e tu piaci a lui, e vi state facendo i dispetti come se foste bambini dell’asilo.- borbottò. Io distolsi lo sguardo e feci di nuovo spallucce. Lui si avvicinò e mi costrinse a guardarlo negli occhi, poggiandomi due dita sotto al mento. Il suo sguardo era dolce.
-Perché non rendi le cose semplici e non gli dici quello che provi?- mi chiese. Io scossi la testa velocemente e mi allontanai.
-Perché è inutile. Non è come dici tu, Niall.- gli dissi. Fece per ribattere, ma io lo interruppi. –No, se gli piacevo, non avrebbe fatto quello che ha fatto.- gli dissi.
-E poi Mattie non è tanto male.- continuai facendo mio malgrado una smorfia.
Si, certo.
Lui schioccò la lingua.
-Me se ieri mi hai detto che non ti piace. Che è viscido.- disse facendomi il verso. Io scrollai le spalle.
-Ho cambiato idea.- mormorai. Lui scosse la testa.
-Sei incredibile.- mormorò con un sorrisetto. Io ricambiai e lui mi si avvicinò, abbracciandomi.
-Ok, fai come vuoi. Sappi però che io ci sono sempre.- sussurrò. Io chiusi gli occhi e mi abbandonai alla sua stretta. –Sei hai bisogno di qualcosa, qualsiasi cosa, corri da me, ok?- continuò. Io annuii.
-Grazie, Niall.- sussurrai. Lui fece una risatina.
-Tutto per te, piccola.- disse baciandomi la fronte. Poi si staccò e mi lasciò andare.
-Ti voglio bene.- gli dissi. Lui scoppiò a ridere.
-Lo so.- mormorò scompigliandomi i capelli.
-Ragazzi, stiamo aspettando soltanto voi. Venite o no a guardare il film?- ci chiese Zayn affacciandosi. Io lo guardai.
-Chi ha scelto il film, stasera?- gli chiesi allarmata. Lui fece una smorfia.
-Liam.- disse. Io e Niall alzammo gli occhi al cielo in contemporanea.
-Non dirmi che…- fece per dire Niall. Zayn annuì, sconsolato.
-Si, è quello che pensi.- mormorò. Sbruffai e Niall fece una smorfia. Li presi a braccetto e li portai dagli altri.
-Dai, facciamolo contento per una volta.- dissi con un sorriso. Zayn alzò gli occhi al cielo e sprofondò nel divano. Io lo imitai, mantenendomi a debita distanza da Harry e Mattie, che mi lanciarono entrambi un’occhiata eloquente.
Ho fatto una cazzata.
Me lo sento.




HOLA C:
Lo so, questo capitolo non vi dice niente.
Però, se mi arriva qualche recensione e se qualche povera anima (?) se lo caga, il prossimo non sarà solo un capitolo.
No, sarà IL capitolo.
Capitemi, ci sarà un punto di svolta ^^
Ok, parlo troppo.
Decisamente.
Ora sparisco e scappo a scriverlo.
GRAZIE a chi legge e recensisce C:
A presto, spero.
#With love.
-S.

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Capitolo 21
*** I can't. ***


Capitolo 20
 
 
 
HARRY’S POV.
 
 
 
-Allora, Mattie. Stasera si esce?- sentii chiedere da Zayn. Mattie fece una risatina alquanto inquietante. Addrizzai immediatamente le orecchie, ascoltando la sua risposta pieno di curiosità.
-Eh, si!- esclamò entusiasta Mattie.
-E’ una cosa seria, allora.- disse Liam, sorridendo.
Quant’è ingenuo quel ragazzo, Mattie non è certo tipo da cose serie.
Lui con le ragazze ci gioca e basta.
Proprio come me.
-Scherzi, amico? Stasera si va a segno!- mormorò con un gran sorriso, alzando la mano per farsi battere il cinque da Liam, che lo guardò con una smorfia e non ricambiò il suo entusiasmo.
In quel momento mi insospettii e decisi che era arrivato il tempo che mi intromettessi nella conversazione.
Entrai in cucina e salutai i ragazzi. Mattie mi lanciò uno sguardo strano, seguito a ruota da Liam.
Mentre Louis mi guardava con il suo solito sguardo indagatore e con quel sorrisetto angelico che non gli abbandonava mai la faccia.
-Allora, di chi stavate parlando?- chiesi, aprendo il frigo e prendendo una bottiglia d’acqua. Mattie si schiarì la voce.
-Stasera Mattie esce con la nostra Sammie.- annunciò Louis, attento alla mia reazione.
Sgranai gli occhi e per poco non mi strozzai.
-Si cugino, stasera mi diverto!- disse facendo un sorriso malizioso, cercando di coinvolgermi nel suo entusiasmo, come facevamo sempre. Ma stavolta non era lo stesso.
Una vaga sensazione di fastidio mi invase lo stomaco.
-E cosa vorresti fare con lei?- gli chiesi con voce seria. Purtroppo per lui, non afferrò il mio umore e sorrise di nuovo.
-Ci esco e poi mi diverto bene bene. E’ una gran bella ragazza! Non so come hai fatto a non pensarci tu, cugino!- esclamò, sfottendomi.
-Oh, lui ci ha pensato.- mormorò Louis a bassa voce. Solo io lo sentii e lo fulminai con lo sguardo.
Ringraziai il cielo che Niall non fosse lì, perché sarebbe rimasto sconvolto e sarebbe sicuramente uscito di testa.
Ma c’ero io al posto suo, e nessuno poteva immaginare che la mia reazione sarebbe stata molto simile alla sua.
Mi avvicinai a lui con aria minacciosa.
-Che cosa vorresti fare tu con Sammie?- gli chiesi alzando il tono di voce. Lui sgranò un poco gli occhi, come gli altri, sorpresi dalla mia reazione. Alzò le mani davanti a se.
-Ehi, cugino. Che ti prende? Te l’ho già detto, voglio solo divertirmi.- disse con la sua voce da strafottente. Alzai gli occhi al cielo e mi sentii invadere da una rabbia incontrollabile.
-Non provare neanche a pensarci!- lo minacciai quasi urlando. Lui sgranò gli occhi.
Già, Harry. Che cosa ti prende?
-Ehi, stai calmo! E fai poco il santarellino, che sei peggio di me.- mormorò, cercando di sovrastare la mia rabbia. Mi bloccai e lo guardai, lui sorrise.
-Andiamo, lo sappiamo tutti che l’hai baciata, l’altra sera.- mormorò. Avvampai.
-E allora?- gli chiesi, mentre gli sguardi sorpresi dei ragazzi si posavano tutti contemporaneamente su di me. Lui fece spallucce.
-Peccato che poi però sei andato a letto con Christine. O almeno è quello che pensa lei.- disse accennando una risata.
-Sei un pezzo di merda.- sussurrai. Lui sorrise, strafottente.
-Non è colpa mia se lei è saltata alla conclusione più ovvia. Comunque, grazie per avermi presentato Chris. E’ molto brava, peccato che tu non l’abbia potuto vedere…- continuò maliziosamente.
Mi sentii ribollire dalla rabbia.
-Ecco chi è che è andato con Chris.- mormorò Liam, mettendosi una mano sotto il mento. Poi si girò verso di me.
-Perché non hai detto la verità a Sammie, Harry? Ci è rimasta parecchio male.- mi chiese con sguardo sincero. Mi bloccai.
Non sapevo neanche io perché non le avevo detto niente.
Sei un coglione, Harry.
-Perché è un codardo. Ha paura di quella ragazza, si vede. Ha paura di innamorarsi.- disse Matte.
Colpito e affondato.
Lo fulminai con lo sguardo e lui mi sorrise.
-Peccato, perché ormai è troppo tardi. E’ caduta tra le mie braccia.- disse facendo spallucce. Feci un passo avanti e lo guardai seriamente.
-Non provare neanche ad alzare un dito con lei, hai capito?- lo minacciai con voce fredda.
Solo al pensiero che lui facesse i suoi comodi con Sammie, che la usasse e poi la buttasse via come faceva con tutte le ragazze, mi dava ai nervi. Altamente.
Lui scoppiò in una risata divertita.
-Non sei di certo tu a dirmi cosa devo fare!- esclamò cominciando a ridere.
Diventai rosso dalla rabbia e mi scagliai su di lui, pronto a colpirlo, ma Louis intervenne prontamente e mi bloccò le braccia.
Sembrava quello più pronto alla mia strana reazione, gli altri non se lo aspettavano minimamente.
-Tu prova a toccarla e io ti spezzo le gambe.- lo minacciai urlando.
-Io faccio quello che mi pare! Potevi pensarci prima, Harry.- mi disse con un sorriso strafottente.
Scossi la testa per riordinare i pensieri e lo fulminai con lo sguardo.
-Non ti mettere contro di me, Mattie.- sibilai. Lui mi guardò alzando un sopracciglio.
-Sai che quando c’è qualcosa a cui tengo, non ascolto più ragioni.- gli dissi.
-Tu prova a farle del male, poi te la vedrai con me.- continuai con voce glaciale. Lui fece una risatina, ma nel fondo dei suoi occhi, si poteva scorgere un accenno di paura.
-Sai cosa ti dico? Non ne vale la pena.- disse alzando le mani.
E’ qui che ti sbagli.
Una come Sam non la ritrovi più.
Dolce, simpatica, con la battuta pronta. E capace di tenere testa a chiunque.
Anche a uno come me.
-Ecco, bravo. Lasciala stare e vai a farti fottere. Non ti voglio più vedere qui.- sibilai, distogliendo lo sguardo da lui, per posarlo su Louis e fargli capire che ero calmo e che poteva anche lasciarmi.
Però lui non mi diede retta e continuò a tenermi saldamente le braccia, finché Mattie, scuotendo la testa, uscì dalla cucina dirigendosi verso la sua camera.
Speravo a fare le valigie.
Doveva andarsene al più presto, se non voleva finire con la faccia rovinata dai miei pugni.
-Che ci siamo persi?- mormorò Zayn puntandomi lo sguardo addosso. Io mi districai dalla presa di Louis e scrollai le spalle.
-Niente. Non vi siete persi niente di niente. Lasciatemi stare.- dissi ancora innervosito, dirigendomi anche io verso la mia camera. Dovevo riflettere e capire da dove diavolo erano uscite fuori quelle sensazioni che ancora in quel momento mi scombussolavano i pensieri.
 
 
 
 
 
 
SAMMIE’S POV.
 
 
 
Mi preparai per tutto il pomeriggio, per uscire con Mattie. Non sapevo perché ci mettevo tanto impegno, forse era per tenere lontano dalla testa la vocina che continuava a ripetermi che stavo per fare una cazzata.
Lo sapevo da sola, ma volevo farlo comunque.
Volevo far vedere ad Harry che, come a lui non importava niente di me, a me non importava niente di lui.
Che se quel bacio per lui non era stato niente, per me era stato ancora meno.
Peccato che queste erano solo mie autoconvinzioni, che non valevano niente.
Dentro di me sapevo che erano tutte bugie.
Quel bacio, era stato il più bel bacio che avessi ricevuto, forse solo per il fatto che era stato lui a darmelo.
Però non potevo certo ammetterlo, non quando sapevo che lui, solo pochi minuti dopo era andato a farsi i suoi comodi con quella bionda, senza pensare minimamente a me.
Scesi al piano di sotto e, ovviamente, lo incontrai. Se ne stava andando in salone, con una lattina di coca cola in mano. Appena sentì il rumore dei miei passi, alzò lo sguardo e mi sorrise.
Lo ignorai, affacciandomi in cucina e poi in salone e notando che come al solito eravamo rimasti soli.
Ma che bello.
Lo seguii sul divano e mi misi seduta lontano il più possibile da lui, aspettando Mattie, che doveva già essere lì.
Dopo un po’ lui si schiarì la gola ed io incrocia il suo sguardo che era già puntato su di me da un bel pezzo.
-Che vuoi?- gli chiesi fredda. Lui mi sorrise.
-Chi stai aspettando?- mi chiese. Io scrollai le spalle.
-Mattie. Dobbiamo uscire, stasera.- gli dissi, osservandolo attentamente. Lui si irrigidì, ma nascose tutto con l’ennesimo sorriso.
-Se n’è andato.- mi disse con voce monocorde, distogliendo lo sguardo. Alzai gli occhi al cielo.
-E saresti così gentile da dirmi dove, così lo raggiungo?- gli chiesi con voce acida. Lui mi inchiodò con lo sguardo.
-Se n’è andato a casa, Sammie. A casa sua.- disse, facendo impercettibilmente una smorfia.
-Stai scherzando?- gli chiesi.
-Ti sembra che sto scherzando?- mi chiese retoricamente. Chiusi gli occhi e presi un respiro profondo.
-E perché se n’è andato?- gli chiesi, sempre ad occhi chiusi.
Non sapevo perché, ma avevo la vaga sensazione che c’entrasse qualcosa.
Come sempre, dopotutto.
-Abbiamo litigato.- disse con una nota frustrata nella voce.
Appunto.
Aprii gli occhi e lo osservai attentamente. Era nervoso, si passava la mano tra i capelli ed evitava il mio sguardo.
-Perché avete litigato, Harry?- gli chiesi, quasi stanca di discutere con lui.
Tanto riusciva sempre a rovinare i miei piani, in un modo o nell’altro.
-Non sono affari tuoi.- borbottò, arrossendo lievemente.
Ok, sto perdendo la pazienza.
Sam, ricordati che non vuoi uccidere nessuno.
Scattai in piedi e mi piazzai davanti a lui, attirando la sua attenzione e incrociando finalmente il suo sguardo.
-E invece credo proprio di si! Avevamo un dannatissimo appuntamento, vuoi dirmi perché se n’è andato?- urlai frustrata.
Me la stavo prendendo per niente, in fondo non volevo neanche uscirci con lui.
Ma il fatto che Harry riuscisse sempre a rovinare tutto quello che organizzavo, mi stava mandando in bestia.
Lui mi guardò sorpreso ma io non riuscivo a stare ferma, così cominciai a camminare avanti e indietro davanti al divano, per evitare di prenderlo a pugni.
Lui continuava a guardarmi senza dire niente, così dopo un po’ mi fermai davanti a lui e incrociai le braccia al petto, in attesa di una risposta. Ero stufa dei suoi giochetti, ero arrivata al limite.
O mi diceva chiaro e tondo quello che aveva intenzione di fare con me, o qualcuno non ne sarebbe uscito vivo.
-Vuoi dirmi perché diavolo avete litigato, o rimarrai tutto il giorno a fissarmi come un idiota?- gli chiesi frustrata. Lui mi lanciò un’occhiataccia e si alzò, sovrastandomi.
Era altro almeno una spanna più di me e in quel momento la sua vicinanza mi metteva a disagio.
Così mi allontanai, continuando a guardarlo male.
-Ti ho detto che non sono affari tuoi.- ribadì. -Dovresti solo ringraziarmi per averlo mandato via.- continuò con voce glaciale. Sbarrai gli occhi e schioccai la lingua.
-Oh, ma certo. Ora devo anche ringraziarti!- esclamai sbalordita. Lui fece spallucce.
-Si, dovresti. Voleva fare solo i suoi comodi per poi andarsene da solo. Credimi, ti ho salvata da una spiacevole situazione.- disse facendo un sorrisetto strafottente.
-Certo, voleva fare i suoi comodi. Come qualcun altro…- dissi alludendo al suo bacio.
-Piantala, Sam. Ti ho detto che Chris non è la mia ragazza. E se proprio vuoi saperlo, non è venuta a letto con me. Ma con Mattie.- mi disse arrabbiato.
Rimasi a bocca aperta. Lui fece un gesto con la mano e alzò le spalle.
-Si, proprio così. Per lui saresti stata la sua troietta di turno.- disse. La mia mano mirò velocemente al suo viso e gli stampai le mie cinque dita perfettamente sulla guancia.
Lui mi guardò sorpreso, mentre lacrime di rabbia cominciavano a spuntare dai miei occhi. Le ricacciai giù e lo fulminai con lo sguardo.
-Io non sono la troietta di nessuno.- gli dissi con voce fredda. Lui mi guardò con uno sguardo pieno di cattiveria.
-E’ quello che voleva fare di te. Penso che sia quello che vogliano fare di te tutti i ragazzi!- esclamò, preso in contropiede dalla rabbia. Forse non le pensava veramente quelle cose, le aveva dette solo per ferirmi.
Ma certo, continua a illuderti, Sam.
Fece un sorrisetto strafottente davanti al mio silenzio e la mia mano partì di nuovo, improvvisamente dotata di vita propria. Ma lui mi bloccò, afferrandomi entrambi i polsi.
-Non provarci.- mi intimò con voce seria.
-Sei uno stronzo!- sputai le parole fuori dalla bocca con tutta la cattiveria che avevo in corpo, ma non lo scalfirono minimamente.
-Se questo è il ringraziamento per averti risparmiato una serata con un totale imbecille, penso proprio che la prossima volta mi farò gli affari miei.- mormorò con un mezzo sorriso amareggiato. Schioccai la lingua.
-Senti chi parla! Da quando sono qui non faccio altro che passare serate con un perfetto imbecille! E poi, tu non sei nessuno per giudicare, ricordati che hai fatto praticamente la stessa cosa con me!- gli dissi tutto urlando, ormai fuori di me. Lui mi riservò uno sguardo a dir poco freddo, continuando a tenermi ferma per i polsi.
-Perché? Perché ti ho baciata? Beh, volevo farlo, ok? Da tanto tempo. E scusa, se per una volta ho cercato di esserti di aiuto.- urlò frustrato. Scoppiai in una risata amara.
-Ma sentilo! Non ero insignificante per te? Che c’è, ora ti preoccupi anche?- gli chiesi sarcastica. Lui si bloccò per un attimo e poi distolse lo sguardo, allentando un po’ la presa, senza però lasciarmi.
-A volte le cose possono cambiare.- mormorò per poi alzare gli occhi e posarli su di me.
Mi incatenò con lo sguardo ed io per un attimo annegai in quel verde smeraldo che mandava sempre a puttane la mia concentrazione.
Riprenditi, Sam.
Non sapevo più che dire, avevo perso il filo del discorso. Così optai per la scenata isterica, che con lui andava bene in tutti i casi.
-Ma che cosa stai dicendo? Devi smetterla di rovinarmi la vita!- esclamai con le lacrime agli occhi, cercando di liberare i miei polsi dalla sua presa forte. Ma lui non mi lasciò e scosse la testa.
-E’ tutta colpa tua. Se tu non…- si bloccò e mi guardò. –Se tu non fossi tu, tutto questo non sarebbe successo.- continuò con voce frustrata.
Le lacrime stavano per uscire fuori e io non avevo proprio voglia di piangere davanti a lui.
-‘Tutto questo’ cosa? Devi solo lasciarmi in pace!- gli dissi, quasi con voce supplicante. Il suo sguardo si fece subito serio, quasi colpevole.
-Non posso.- sussurrò inchiodandomi con lo sguardo.
-Perché? Perché non puoi semplicemente…- ma non mi lasciò finire la frase.
Mi tirò velocemente verso di se e le sue labbra si incollarono alle mie, nel bacio più dolce e sentito che avessi mai ricevuto. Un bacio che aveva il sapore delle mie lacrime, che ormai non riuscivo più a trattenere.
Quello era un bacio inaspettato in tutta la sua tenerezza. Un bacio che però tutti e due avevamo bramato, un bacio che metteva in chiaro i nostri sentimenti.
Ormai erano alla luce del sole, non potevo più nascondermi dietro stupide scuse.
In quel momento, mentre il mio cuore batteva frenetico, potevo sentire le sue labbra morbide e delicate giocare con le mie. Mi stava baciando con così tanta tenerezza e dolcezza che in un secondo mi pentii di tutte le volte che gli avevo urlato contro, che l’avevo trattato male, che gli avevo dato dell’idiota. In quel secondo dimenticai tutto.
In quel momento c’eravamo solo io e lui, uniti da un sentimento che mai avrei pensato potesse nascere tra di noi.




HOLA C:
Ok, non mi viene niente da dire.
Lascio a voi i commenti ^^
Dico solo che io AMO questo capitolo e AMO Harry.
Ora scappo, oggi ho solo il tempo di postarvi il capitolo.
Bien, spero vi piaccia ç.ç
Lasciate qualche recensione, please? C:
#With love.
-S.



 

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Capitolo 22
*** You're important. ***


Capitolo 21
 
 
 
-Che cosa stiamo facendo?- sussurrai tra le sue braccia, quando si staccò. Lui sorrise, mostrando le fossette e mi carezzò le guance, lisciandomi i capelli all’indietro. Scrollò le spalle, puntando il suo sguardo nel mio.
-Quello che avremmo dovuto fare tempo fa.- sussurrò. Io lo guardai e lui sorrise di nuovo.
-E ora che facciamo?- chiesi ancora.
-Se proprio vuoi fare qualcosa, puoi darmi un altro bacio.- mormorò maliziosamente. Alzai gli occhi al cielo, ma lo accontentai. Lui fece una risatina e si staccò.
-Ecco. Ora sono felice.- disse soddisfatto.
Quelle parole mi colpirono.
Forse per lui era una semplice esclamazione dovuta al bacio, ma per me erano molto di più.
Stretta tra le sue braccia, sentivo il cuore battere forte, pieno di un qualcosa di caldo, bello, brillante. Non sapevo descrivere lo stato in cui mi trovavo.
-Perché non mi hai detto subito che con Christine non era successo niente?- gli chiesi. Lui scrollò le spalle.
-Non lo so. Tu sei saltata a quella conclusione e poi non volevi parlarmi. Quindi ho lasciato perdere.- disse distogliendo lo sguardo. Lo guardai male.
-Lo so, sono stato un idiota. Come sempre, del resto, no?- mi disse con un sorrisetto. Io risi e gli sfiorai la guancia. Il suo sguardo si fece serio e fece per baciarmi, ma io mi tirai indietro.
-Harry, devi dirmi una cosa.- cominciai. Lui mi guardò curioso.
-Devi promettermi che non ti tirerai indietro da un giorno all’altro.- gli dissi seria. Lui sorrise, dolcemente.
-Non ho intenzione di lasciarti andare un’altra volta, Sam.- sussurrò. Io sorrisi.
-Sei sicuro? Guarda che sei ancora in tempo.- gli dissi.
Bugiarda.
E’ ormai da tempo che il tuo cuore è andato.
Lui sorrise, più sicuro che mai.
-Io ora voglio solo te. Te e basta.- disse, chiudendo il discorso. Sorrisi e annuii.
-Ecco, ora le tue parole sono ben stampate nella mia testolina, sappilo.- gli dissi, cercando di alleggerire l’atmosfera troppo seria.
Non ero abituata a fare questo genere di discorsi con lui.
Non credevo saremmo mai arrivati a questo punto.
Lui rise e sfiorò le mie labbra con le sue. Arrossi e mi schiarii la gola.
-Dio, perché mi sento così in imbarazzo?- chiesi, più a me stessa che a lui. Lui rise e mi carezzò i capelli.
-Perché finalmente ti sei lasciata andare, con me. E non ti sembra vero.- mi rispose facendo spallucce.
Beccata in pieno.
-Hai ragione.- mormorai arrossendo. Lui scoppiò di nuovo a ridere e mi baciò la fronte.
-E’ che in questo momento mi sembri una persona totalmente diversa, non ti riconosco più.- continuai. Il suo sguardo si fece profondo.
-Io sono sempre lo stesso. Devi solo imparare a conoscermi.- disse. Lo guardai male.
-Non te ne uscire con queste frasi filosofiche. Non attaccano con me, riccio.- gli dissi con un sorrisetto. Lui scoppiò a ridere, piegando la testa al’indietro.
-Ok, ok. Tregua. Io sono sempre lo stesso. Solo che adesso…- si bloccò e un leggero rossore si fece largo tra le sue guance.
NO!
Harry Styles che arrossisce è troppo.
Lo guardai attentamente e lui distolse lo sguardo, passandosi una mano tra i capelli.
-Solo che adesso…?- lo spronai, alzandomi sulla punta dei piedi per incrociare il suo sguardo. Si schiarì la gola.
-Solo che adesso…beh…ci sei tu. E tu sei importante, ecco.- balbettò. Rimasi a bocca aperta.
Non avrei mai creduto che un giorno avrei potuto vedere Mr Harry sono sicuro di me Styles arrossire e balbettare, così nervoso e in imbarazzo.
Mi sembrava quasi impossibile.
Piantala di pensare a queste cose futili.
Rifletti su quello che ti ha appena detto.
Già, è vero.
‘Tu sei importante.’
Oh, cavolo.
Inaspettatamente sorrisi e i miei occhi si fecero lucidi.
-Che hai detto?- gli chiesi. Lui mi fulminò con lo sguardo.
-Hai sentito.- mi rispose a denti stretti. Sorrisi, più crudele che mai.
-Si, ma voglio risentirtelo dire.- mormorai. Lui alzò gli occhi al cielo e mi pizzicò un fianco.
-Sei cattiva.- borbottò. Io sorrisi e lui prese un respiro profondo.
-Sei importante per me, Sam. Lo sei sempre stata, ma non ho mai voluto ammetterlo. E ora sono stanco di giocare.- disse tutto d’un fiato.
-Contenta?- mi chiese con una smorfia. Annuii tutta sorridente e affondai il viso nel suo petto, per nascondere l’effetto che le sue parole avevano avuto su di me. Lui mi strinse a se e rimanemmo in silenzio in quella posizione per quella che mi sembrò un’eternità.
Ma a me andava bene così.
Più che bene, a dir la verità.
-Quindi basta giochetti e dispetti inutili, vero?- sussurrai contro la sua maglietta. Lo sentii sorridere.
-Fidati di me, per una volta.- sussurrò con voce dolce dolce.
Stavo per dire qualcosa, ma fui interrotta dalla voce dei ragazzi che erano appena arrivati.
-Siamo a casa!- urlò Louis dalla porta, seguito dalle risate degli altri. Rimasi per un secondo immobile, poi decisi di sciogliere il suo abbraccio.
Ora arrivava la parte difficile. Lui mi guardò un po’ innervosito.
-Facciamo finta di niente, ok?- gli chiesi, con voce nervosa. Lui aggrottò la fronte e mi seguì in salone.
Appena prima che i ragazzi si girassero verso di noi, lui mi afferrò la mano e la strinse. Lo guardai sorpresa, ma i ragazzi non se ne accorsero. Lui mi si avvicinò.
-Non voglio nascondermi ancora.- mi sussurrò all’orecchio. Rabbrividii e sorrisi, nervosamente.
-Neanch’io. Però andiamoci piano, ok?- ribattei. Lui mi guardò per qualche secondo e poi annuì.
Non volevo dimostrarmi molto preoccupata, però ero un po’ nervosa dalla possibile reazione di Niall.
Insomma, le cose tra noi erano messe in chiaro, però non avevo idea di come l’avrebbe presa.
-Oh, ciao ragazzi.- ci salutò Zayn, buttandosi sul divano accanto a Liam. Io gli sorrisi.
-Come mai siete insieme da più di dieci secondi e ancora non vi state scannando?- chiese Liam sarcastico. Harry strinse ancora più forte la mia mano e gli fece una smorfia.
Io guardavo Niall, che ci stava osservando attentamente, aspettando il momento in cui avrebbe abbassato lo sguardo sulle nostre mani allacciate.
-Perché siamo stanchi di litigare.- rispose Harry, lanciandomi uno sguardo insieme ad uno splendido sorriso, che io ricambiai prontamente. Louis ci osservò alzando un sopracciglio.
-Voi due non me la raccontate giusta…- mormorò passandosi una mano sotto il mento. Io continuavo a tenere d’occhio Niall e quasi potei vedere una lampadina illuminarsi sopra la sua testa, quando notò la mia mano stretta in quella di Harry.
Spalancò gli occhi e gli spuntò un debole sorriso sul viso. Sempre in silenzio, si avvicinò a Louis e ci indicò. Louis ci guardò da capo a piedi e io feci per sciogliere la presa, ma Harry mi strinse forte la mano, impedendomelo. Arrossii fino alla punta dei capelli quando Louis si illuminò e scoppiò a ridere, battendo le mani. Zayn e Liam saltarono in piedi ed ebbero la stessa reazione di Louis, mentre Niall continuava ad osservarci in silenzio, ma con un sorriso visibilmente soddisfatto sul viso. Sospirai di sollievo quando nei suoi occhi vidi solo felicità e soddisfazione.
-Non ci credo!- esclamò Louis continuando a ridere. Liam ci fissò a bocca aperta e ci indicò.
-Ma siete voi, o due spiriti si sono impossessati di voi, facendoci questo scherzetto?- chiese. Zayn aggrottò la fronte e gli diede una pacca sulla spalla.
-Liam, risparmiatele certe cose.- mormorò. Ma Liam lo ignorò, continuando a guardarci. Io sorrisi imbarazzata.
-Certo che sono loro Liam. E finalmente ce l’hanno fatta.- intervenne Niall avvicinandosi con un sorriso. –Ero quasi stufo dei vostri dispetti. Harry, ti ci voleva tanto ad essere sincero?- continuò, rivolgendosi ad Harry, che arrossì.
No, dai.
Due volte in un giorno solo è decisamente troppo.
Io lo guardai sbalordita, stringendogli la mano.
-Scusa, che vuole dire?- gli chiesi. Harry evitò il mio sguardo e fece una risatina nervosa.
-Mah, niente…- mormorò. Gli strinsi la mano e lo guardai sorridendo. Poi Niall mi si avvicinò e mi strinse tra le braccia.
-Finalmente ti vedo felice.- bisbigliò al mio orecchio. Gli sorrisi e gli baciai la guancia.
-Lo sono.- dissi annuendo e lui mi illuminò con un sorriso.
-Bene. Ora ci vuole proprio un bell’abbraccio di gruppo!- esclamò Louis buttandosi su di noi. Zayn e Liam lo seguirono a ruota e tutti e sei ci stringemmo tra di noi. Tra risate e battutine sarcastiche.
Incrociai per un attimo gli occhi sorridenti di Harry e il mio cuore si riempì di calore.
Si, finalmente sono felice.
 
 
 
 
 
 
 
HOLA C:
Ragazze, SCUSATE.
E’ successo un piccolo casino:
Mi si è fuso il computer ç.ç
Ciò vuol dire che probabilmente non riuscirò ad aggiornare molto spesso.
Oggi ci sono riuscita perché avevo il capitolo già pronto e l’avevo messo nella chiavetta, ho praticamente sottratto il computer a mia zia e l’ho postato.
Però non so quante altre volte riuscirò a farlo.
Vi chiedo solo un po’ di pazienza. ç.ç
Comunque, passando al capitolo.
Quasi non ci credo che quei due possano essere così dolci tra di loro :3
Così abituata a vederli litigare, non mi sembrano loro O.o
Vabbè, sto parlando troppo.
GRAZIE a tutte quelle che leggono e recensiscono.
E SCUSATE se non ho potuto rispondere a tutte le vostre recensioni. *chiede umilmente perdono*
IO VI ADORO, lo sapete, no? C:
Bien, spero vi piaccia ç.ç
#With love.
-S.
 
Ps. Seguitemi su Twittah!
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Capitolo 23
*** I'll wait for you. ***


Capitolo 22
 
 
 
 
La mattina dopo mi svegliai con qualcosa di leggero che mi sfiorava la guancia. Aprii gli occhi lentamente e mi stiracchiai, trovandomi davanti un verde smeraldo splendente. Richiusi gli occhi e sorrisi.
-Ciao.- mormorai con la voce ancora impastata dal sonno. Lui soffocò una risata.
-Buongiorno.- mormorò avvicinandosi. Aprii un poco gli occhi e lui mi baciò dolcemente sulla fronte. Sospirai di sollievo e sorrisi di nuovo.
Ehm, non vorrei allarmarti.
Ma lui è nel tuo letto.
Mi alzai di scatto e lo guardai sospettosa. Lui mi lanciò uno sguardo curioso e si tirò su. Mi osservai attentamente.
Ero vestita, e fino lì andava tutto bene.
Lui no, ma quelli erano dettagli.
Un attimo.
Fermati.
Non è vestito?!
Spalancai gli occhi.
-Harry, che cosa ci fai nel mio letto? NUDO!?- urlai sconvolta. Lui soffocò un’altra risata.
-Abbiamo dormito insieme.- disse facendo spallucce. Sbarrai gli occhi.
-Cosa?!- chiesi sempre urlando. Lui si lasciò andare ad una risata mentre mi scompigliava i capelli.
-Ieri Louis ha tirato fuori le birre e tu dopo un po’ sei crollata sul divano, così ti ho portata a letto.- mi spiegò. Mi tirai fino al mento il lenzuolo per coprirmi, imbarazzata.
-E sei rimasto qui?- gli chiesi. Lui annuì, con un sorriso.
-Si, ma non è successo niente. Abbiamo solo dormito.- precisò. Sospirai di sollievo e mi rilassai. Lui si avvicinò ancora di più e il suo respiro sul viso mi fece rabbrividire.
-E perché sei nudo, allora?- gli chiesi. Lui fece spallucce.
-Io dormo sempre nudo.- spiegò, per poi liquidare le mie proteste con un gesto della mano e lanciarmi uno sguardo serio. -Perché, cosa pensavi fosse successo?- mi chiese maliziosamente. Feci una risatina nervosa e cercai di rimanere immobile.
-Non fare l’idiota. Sai che non mi ricordo niente quando mi ubriaco.- cercai di giustificarmi. Lui sorrise, mostrando le fossette e si avvicinò ancora di più, portando le sue labbra ad un soffio dalle mie.
-Beh, stai tranquilla. Non è successo niente.- mormorò. Poi il suo sorriso si allargò e il mio cuore perse un colpo.
-Però se vuoi, possiamo rimediare.- sussurrò maliziosamente. Mi scappò un’altra risatina nervosa e deglutii, mentre lui eliminava la distanza tra di noi. Le sue labbra si incollarono alle mie ed io finii di nuovo con la testa sul cuscino. Lui si spostò sopra di me e fece per infilare una mano sotto la maglietta del mio pigiama, carezzandomi dolcemente la pancia con la sua mano morbida e calda.
Lo bloccai, spaventata, e lui si staccò, lanciandomi uno sguardo contrariato.
-Che c’è?- mi chiese. Io scrollai le spalle e cercai di sorridere, arrossendo imbarazzata.
-Ecco…io…- balbettai.
Ma perché non si apre una voragine sotto i miei piedi e non mi inghiotte, quando ne ho bisogno?
Lui continuava a fissarmi, sempre sopra di me e la sua vicinanza mi stava mandando in ebollizione. Così lo scansai e mi tirai su, stringendomi le gambe al petto.
-Non credo sia il caso, ecco.- mormorai, senza guardarlo. Lui si tirò su e mi osservò per un po’.
-Perché?- chiese intestardendosi. Gli lancia uno sguardo veloce e arrossii.
-Non è il caso e basta, Harry.- gli risposi innervosita. Lui si avvicinò e mi sfiorò la guancia con un dolcissimo bacio.
-Non ti piaccio abbastanza?- chiese incerto.
Ok, questo ragazzo comincia a preoccuparmi.
Prima arrossisce due volte nell’arco di mezz’ora.
E adesso mi diventa anche insicuro?
Nah, è impossibile.
Lo guardai, intenerita dal suo broncio. Gli poggiai due dita sotto il mento e lo costrinsi a guardarmi negli occhi.
Inutile dire che quando incrociai il suo sguardo, il mio cervello si trasformò in poltiglia e il cuore accelerò incredibilmente.
-Ehi, dov’è andato a finire Harry Styles?- gli chiesi, sottolineando esplicitamente il suo nome. Lui mi lanciò uno sguardo da sotto le sue lunghe ciglia e arrossì leggermente.
-Non lo so. E’ che tu…- si bloccò, distogliendo lo sguardo. –Ecco, mi hai rifiutato la prima volta, poi ogni volta che provavo a baciarti, e anche ora!- esclamò frustrato. Sorrisi dolcemente.
-Non prenderla sul personale. E’ che io…- arrossii.
Sono vergine!
Ecco l’ho detto.
L’hai solo pensato, idiota.
Lui sorrise e capì.
-Ok, non dirmelo.- sussurrò e poi distolse lo sguardo.
-Harry…- mormorai con voce nervosa. Lui mi guardò e sorrise, di nuovo allegro.
-Non devi sentirti costretta a fare niente.- mi assicurò. Sospirai di sollievo e lui si avvicinò, stampandomi un dolcissimo bacio a stampo.
-Io aspetterò tutto il tempo che vuoi.- mi assicurò con voce dolce. Non potei fare a meno di sorridere e lui mi baciò di nuovo, con più trasporto. Dopo un po’ si staccò e io gli feci un sorrisetto.
-Non ti ci facevo così dolce e paziente.- mormorai. Lui sorrise e si passò una mano tra i capelli.
-Perché lo sai che dovrai aspettare a lungo, vero?- gli chiesi scherzando. Lui sbarrò un poco gli occhi.
-Quanto a lungo?- chiese nervoso. Scoppiai a ridere e gli baciai la guancia.
-Idiota.- mormorai, poi mi alzai e cercai di non guardarlo, ricordandomi improvvisamente che lui era ancora nudo.
-Vestiti e scendi a fare colazione, prima che Niall si divori tutto. Ti aspetto giù.- gli dissi con un sorriso. Lui annuì ed io uscii dalla stanza, chiudendomi la porta alle spalle. Mi ci appoggiai contro e cercai di far tornare il mio respiro regolare.
Insomma, avevo appena detto di no al mio…
Ragazzo.
Perché Harry era il mio ragazzo, no?
Scossi la testa per cercare di riordinare i pensieri.
-Ehi, che stai facendo?- mi chiese Zayn, osservandomi. Lo guardai per un attimo sorpresa.
-Niente.- risposi infine, arrossendo lievemente. Lui mi sorrise.
-Dai, andiamo a fare colazione. Niall è sceso dieci minuti fa e rischiamo già di non trovare più niente.- mormorò prendendomi a braccetto e trascinandomi in cucina.
-Buongiorno, ragazzi.- salutai tutti con un sorriso. Niall ricambiò al volo.
-Ciao.- esclamò con la bocca piena, sputacchiando qualche mollica qua e là. Feci una smorfia e Louis lo colpì sulla testa.
-Sei disgustoso.- mormorò. Niall sorrise e si concentrò di nuovo sulla sua tazza di cereali. Mi misi seduta accanto a lui e cominciai a stuzzicare qualcosa.
-Dov’è Harry?- chiese Liam. Senza motivo, a sentire solo il suo nome il mio cuore accelerò e arrossii.
-In camera mia.- risposi sovrappensiero. Quattro paia di occhi si voltarono contemporaneamente verso di me, fissandomi sconvolti. Arrossii ancora di più.
-Che c’è?- chiesi. Zayn fece una risata maliziosa.
-Certo che non perde tempo, il ragazzo.- commentò. Lo fulminai con lo sguardo, così come fece Niall, che poi guardò me.
-Ehi, non pensate male. Non è successo niente. Ha solo dormito lì.- li rassicurai, guardando fisso Niall, che sospirò di sollievo e mi fece un debole sorriso.
-Non farmi prendere questi colpi di prima mattina.- mi sussurrò. Io alzai gli occhi al cielo, cominciavo ad innervosirmi.
-Oh, piantala. E anche se fosse?- gli sussurrai di rimando. I ragazzi ci stavano praticamente ignorando e la nostra chiacchierata sentivo che si stava trasformando in qualcosa di serio. Lui sbarrò un poco gli occhi, ma cercò di mantenere il controllo della voce.
-Che intendi dire?-mi chiese.
-Che intendo dire…Io e Harry ormai…- mi bloccai, non sapendo se pronunciare quelle parole. –Insomma, più o meno stiamo insieme.- dissi, quasi come se fosse una domanda. Lui mi guardò.
-E allora?-mi chiese. Scrollai le spalle e arrossii.
-E allora…Prima o poi dovrà anche succedere, no?- gli chiesi, sempre sussurrando ed evitando il suo sguardo.
-No.- rispose lui, come se fosse la cosa più ovvia. Lo guardai, aggrottando le sopracciglia.
-Ma che stai dicendo? Perché no ?- gli chiesi. Lui distolse lo sguardo e girò con il cucchiaino i cereali nella sua tazza.
-Sei troppo piccola.- mi rispose infine. Scoppiai a ridere.
-E tu sei troppo stupido. Niall, ho quasi diciotto anni.- gli dissi. Lui mi lanciò uno sguardo veloce.
-E’ uguale. E’ troppo presto.- mi disse deciso. Schioccai la lingua.
-E chi l’ha deciso?- gli chiesi innervosita. Lui scrollò le spalle e mugugnò qualcosa.
-Sai che ti dico?- cominciai, con voce acida. –Ho quasi diciotto anni, decido io cosa farne della mia…Oh, insomma hai capito.- gli dissi, arrossendo sempre di più. Lui mi lanciò un’occhiataccia.
-Fai come vuoi, io sto solo cercando di…- si bloccò.
-Di…?- lo spronai. Lui sbuffo.
-Al diavolo. Sto solo cercando di proteggerti.- mi disse. Io sorrisi.
-Ancora con questa storia?- gli chiesi. Lui scrollò le spalle.
-Io non ti sto dicendo che lui ti farà soffrire, so solo che non vorrei che tu ti sentissi in obbligo di fare cose che non vuoi. Devi farlo solo quando ti senti pronta tu, ecco.- cercò di spiegarsi. Io gli sorrisi e gli bacia delicatamente la guancia.
-Questo lo so. E non devi preoccuparti, lui ha detto che aspetterà.- gli sussurrai. Lui annuì e sorrise debolmente, proprio nel momento in cui Harry ci raggiunse in cucina.
Neanche a dirlo, aveva avuto il buonsenso di indossare solo un paio di boxer e in quel momento mi sentii andare a fuco le guance.
Distolsi lo sguardo e mi schiarii nervosamente la gola.
-Buongiorno, ragazzi.- esclamò lui, lanciandomi uno sguardo ammiccante. Lo fulminai, visibilmente in imbarazzo.
-Ciao, Hazza!- lo salutò Louis, buttandosi su di lui. Harry scoppiò a ridere e mi si avvicinò, stampandomi un bacio sulla fronte. Arrossii e il mio cuore fece una capriola.
-Ok, mi ci vorrà un po’ per abituarmi…- mormorò Liam, guardandoci.
-Già, decisamente troppa dolcezza. Non è da te, Harry.- commentò Zayn, facendo una smorfia. Feci una risatina e gli feci la linguaccia. Lui ricambiò con un sorriso luminoso.
-Allora, che facciamo oggi?- chiese Louis.
Proprio in quel momento suonò il campanello.
-Vado io!- annunciò Niall, alzandosi e raggiungendo la porta a passo svelto. Quando l’aprì, rimase bloccato per qualche secondo, poi sul suo viso si dipinse un’ espressione più che sorpresa.
-Jodi?!- esclamò.
-Ciao, straniero.- mormorò una ragazza.
Al suono di quella voce scattai in piedi e raggiunsi la porta correndo. La guardai per un secondo, abbronzata e raggiante, e mi buttai tra le sue braccia. Lei scoppiò a ridere e mi scompigliò i capelli.
-Che diavolo ci fai qui?- le chiesi, appena sciolse l’abbraccio. Lei mi sorrise e alzò le spalle.
-Mi mancava la mia sorellina.- disse semplicemente. Le sorrisi di nuovo e le baciai la guancia.
-Oh, mi sei mancata anche tu.- le dissi intenerita. Lei sorrise di nuovo. Poi lanciò uno sguardo furtivo a Niall, che la guardava ancora imbambolato.
-Ehi, che c’è biondino? Non mi riconosci più?- gli chiese con un sorriso. Lui scosse la testa velocemente e cercò di sorridere.
-No, è che è un sacco di tempo che non ci vediamo. Sei…cambiata.- mormorò arrossendo. Lei sorrise.
-Oh, andiamo. Abbracciami!- esclamò allargando le braccia. Lui la strinse in un goffo abbraccio e poi lei passò ad osservare i ragazzi, che ci avevano raggiunti e ci stavano lanciando sguardi curiosi. I suoi occhi si posarono sugli addominali scolpiti di Harry in bella vista.
Una sensazione di fastidio mi invase lo stomaco.
Oh, no.
Quello è il MIO Harry.
Mi spostai automaticamente davanti a lui, coprendole la visuale e lui mi strinse in un abbraccio da dietro. Il mio cuore perse un colpo e Jodi ci guardò alzando un sopracciglio.
-Allora, non mi presenti ai tuoi amici?- mi chiese lei, riacquistando il sorriso. Annuii e glieli indicai, mentre facevo i loro nomi.
-Allora, lui è Louis, Zayn e Liam. Poi, beh, Niall lo conosci. E lui…- mi bloccai, incrociando gli occhi verde smeraldo di Harry e il mio cervello andò in tilt. Lui mi sorrise e si sporse verso mia sorella, tendendogli la mano, che lei strinse prontamente.
-Io sono Harry. Piacere di conoscerti.- le disse, con il suo solito sorrisetto. A lei brillarono gli occhi per un secondo. Con un colpo che sembrava tutto tranne che disinvolto, feci sciogliere la loro presa, beccandomi un’occhiata divertita di Harry.
-Bene. Ragazzi, lei è mia sorella Jodi. E ora io e lei ci chiudiamo in camera perché dobbiamo parlare.- dissi, sciogliendo l’abbraccio di Harry e afferrando Jodi per la mano, trascinandola con me.
Lei salutò tutti con un sorriso splendente e mi seguì con una risata.
Bene.
E’ meglio mettere in chiaro un bel po’ di cose.
 







HOLA C:
Non odiatemi, vi prego ç.ç
Lo so che sono in un incredibile ritardo, solo che in questi giorni ho avuto una maaaarea di cose da fare.
E poi il mio cervellino era andato in pausa e non riuscivo a pensare a niente ç.ç
Ok, a voi non interessa, quindi passiamo il capitolo.
Bene, sto odiando Sammie.
Cioè...BRUTTA CRETINA (?)
Come fai a dire di no ad uno come HARRY STYLES?
Cristo, è una cosa innaturale O.o
Che poi, se volevo, potevo anche farle dire di si subito e buonanotte ai suonatori (?)
Ma poi la cosa diventava troppo semplice, decisamente non da me.
Quindi ho anche aggiunto l'arrivo della sorella, che porterà un po' di scompiglio.
Oh, si. Quei due non avranno mai pace.
Anche perchè questa storia è programmata per durare nei secoli dei secoli (?)
Amen.
HAHAHA.
Ok, dopo questa sparisco.
Spero vi piaccia e che lascerete qualche recensione ç.ç
Ho deciso che se non ricevo un tot. recensioni (che non vi dico quante sono), non continuerò.
Lo so, sono cattiva.
Ma praticamente non mi si caga nessuno e questa cosa mi fa rimanere male D:
Ok, a presto.
#With love.
-S.

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Capitolo 24
*** You're perfect. ***


Capitolo 23
 
 


Mi chiusi in camera con mia sorella e le feci un sorriso raggiante.
Solo in quel momento, avendola di nuovo di fronte a me, mi resi conto di quanto mi era mancata.
Lei si accomodò sul letto, in tutta la sua eleganza e si legò i lunghi capelli biondi in una coda alta, poi mi guardò, pronta a concentrarsi.
-Allora? Dai raccontami.- esordì, tutta eccitata. Le sorrisi e mi misi accanto a lei.
-Beh, che vuoi sapere?- le chiesi un po’ in imbarazzo. Erano tante le cose da raccontare e non sapevo da dove iniziare. Lei allargò le braccia.
-Che ne so! Sono due mesi che non ci vediamo, qualcosa avrai da dirmi!- esclamò. Le sorrisi e prima che le potessi rispondere, sul suo viso si fece largo un’espressione maliziosa.
-Aspetta, dimmi prima una cosa. Quel riccio, il ragazzo dagli addominali scolpiti…- fece per dire. Mi irrigidii.
-Ho capito, Harry. Allora?- le chiesi fredda. Ma lei non afferrò e arrossì lievemente.
-Si, quello. E’ impegnato?- mi chiese.
-Si.- le risposi secca, decisa. Lei mise il broncio, ma poi si riprese subito.
-Oh, vabbè. Io non sono gelosa.- mormorò maliziosamente, per poi scoppiare a ridere. Io alzai gli occhi al cielo.
-Beh, tu non sarai gelosa. Ma lui non è sulla piazza.- le dissi con voce fredda. Lei si fermò e mi guardò stupita.
-Tu…Lui…Stai con quel figo stratosferico?!- esclamò urlando. Le tappai la bocca con una mano e annuii.
-Non ci posso credere!- esclamò ancora. Alzai gli occhi al cielo.
-Beh, lo so che è strano che la tua sorellina sfigata sia riuscita a trovare un ragazzo perfetto come lui, ma è così. E tieni le mani a posto. E’ MIO.- precisai con voce seria. Lei scrollò le spalle e alzò le mani davanti a se a mo’ di resa.
-Ok, ok. Tranquilla. Ne punterò un altro.- mormorò. Poi il sorriso tornò a splendere sul suo viso.
-Vabbè, dai raccontami.- disse. Io arrossii e distolsi lo sguardo.
-Dai, dai. Dimmi come vi siete messi insieme.- mi chiese, mettendosi comoda sul letto con un sorriso entusiasta. Deglutii, tesa.
-Beh, in teoria non so ancora cosa siamo. Cioè, è difficile da spiegare. Comunque, non è ancora niente di ufficiale.- balbettai arrossendo. Lei sorrise.
-Si, ma a quanto pare lui ti piace parecchio. Tanto da scatenare la tua gelosia.- mi stuzzicò. Le lanciai un’occhiataccia.
-Io non sono gelosa.- borbottai. Lei scoppiò a ridere.
-Ma se stavi per uccidermi solo perché l’ho guardato!- esclamò divertita. Avvampai.
-Non centra niente.- borbottai tra me e me. Poi decisi di cambiare discorso.
-Piuttosto, a te come va con Alex?- le chiesi, ricordandomi del ragazzo con cui usciva all’inizio dell’estate. Lei sbuffò e fece un gesto con la mano.
-Ha detto che voleva una pausa di riflessione. Tradotto: ho un’altra che è migliore di te. Non ci vuole tanto per capirlo.- rispose cinica, ma in fondo ai suoi occhi potei scorgere un lampo di dolore. Mi avvicinai e la strinsi in un abbraccio.
-Mi dispiace.- le sussurrai all’orecchio. Lei scrollò le spalle e sciolse velocemente l’abbraccio con un sorriso.
-E’ tutto a posto. Io mi riprendo in fretta.- esclamò. Già, era questo che ci differenziava di più.
Lei era sempre pronta a sorridere alla vita, prendendo tutto quello che veniva con filosofia, dicendo che ‘sono tutti scherzi del destino.’
Io, invece, mi ostinavo a credere che fossi una sfigata cronica e che non avrei mai trovato un ragazzo a cui sarei potuta piacere.
Beh, fino a quel momento almeno.
Mi ritrovai ad arrossire e darmi della stupida per i miei pensieri e decisi di cambiare argomento.
-E Ronnie?- le chiesi improvvisamente. – Come sta?- continuai.
Non ci eravamo sentite più molto spesso. Giusto una telefonata ogni tanto.
Qualcosa si era rotto tra di noi, così, senza motivo. Forse solo per la stanchezza di un’amicizia che andava avanti da troppo tempo. Lei mi lanciò uno sguardo comprensivo.
-Tutto a posto. Devo dire che quando l’ho vista entrare in casa, tutta furiosa, mi è preso un colpo. Ma cosa diavole le è successo?- mi chiese. Io scrollai le spalle.
-Stava uscendo con un ragazzo. Le sembrava quello giusto, credo. Poi è uscita fuori di testa, così senza motivo. Ha chiuso con lui e…- mi bloccai, reprimendo il senso di angoscia che mi stava invadendo lo stomaco.
-E ha chiuso anche con me, a quanto sembra.- continuai in un soffio. Jodi mi fece alzare il viso verso il suo, poggiandomi due dita sotto al mento.
-Ho sempre pensato che quella ragazza fosse strana. Sam, è lei che è sbagliata. Tu non centri niente.- mi disse con voce saggia. Alzai le spalle.
-Non lo so. Se ha deciso di chiudere i ponti così qualcosa avrò pure fatto che non andava…- riflettei. Lei scosse la testa.
-Senti, io non so quello che avete combinato qui. Ma tu non devi darti colpa del suo carattere incredibilmente lunatico. E’ sempre stata così ed io ho sempre avuto paura che un giorno o l’altro scoppiasse, mandando all’aria tutto.- mormorò. Annuii.
-Beh, ora è successo.- le dissi, facendole un debole sorriso. Lei mi illuminò con uno dei suoi.
-Ok, ora basta parlare di queste cose tristi. Diamine, sono qui! A Londra, con la mia sorellina! E quando ricapita una cosa del genere? Dobbiamo andare a divertirci!- esclamò, scompigliandomi i capelli. Feci una risatina.
-E sentiamo, cosa vorresti fare?- le chiesi. Lei si mise una mano sotto al mento e pensò per qualche minuto in silenzio.
-Allora, per prima cosa andremo a fare shopping per i migliori negozi di Londra, mi guiderai tu. E poi, stasera, si va in discoteca!- esultò alzandosi in piedi.
La mia voglia di acchittarmi e ballare scatenata per tutta la notte era pari a zero.
Ma per lei, la mia sorellona che non vedevo da due mesi, l’avrei fatto.
E poi chi l’avrebbe detto che non mi sarei divertita?
 
 
 
Dopo aver passato un intero pomeriggio per le vie più affollate di Londra, tornammo a casa con le mani piene di pacchetti.
Spalancammo la porta ancora ridendo e trovammo i ragazzi che poltrivano tutti annoiati sul divano. Appena entrai, gli occhi di Harry puntarono i miei e una morsa strinse il mio stomaco.
-Finalmente!- esclamò Niall. Mi voltai verso di lui e vidi che stava mangiando le ultime briciole del suo pacchetto di patatine.
-Credevamo vi foste perse. Ma dove siete state?- ci chiese Zayn, passandosi una mano tra i capelli. Feci un sorriso stanco.
-Beh, Jodi mi ha praticamente trascinata per tutti i negozi di Londra.- dissi facendo una smorfia. Mia sorella scoppiò a ridere.
-Beh, si. Doveva comprarsi qualcosa di decente. Stasera, ragazzi, noi andiamo in discoteca. Chi viene con noi?- chiese con entusiasmo. I ragazzi saltarono tutti in piedi.
-Io, ovviamente.- rispose Zayn, già avviandosi verso il bagno.
-E anche io.- si aggiunse Louis, seguito da Liam.
-Ehi, vorreste lasciarmi da solo qui?- chiese Niall, imbronciandosi.
-No, biondino. Verrai anche tu.- gli rispose mia sorella, prendendolo a braccetto e trascinandolo fuori dal salotto. Eravamo rimasti solo io ed Harry, come al solito.
In quella casa, sembrava che tutti avessero la mania di lasciarci da soli, in ogni singolo momento.
Se prima odiavo questo fatto, in quel momento non c’era cosa migliore che potessi desiderare. Lui si alzò dal divano e mi si avvicinò lentamente.
Sembrava un felino che andava incontro alla sua preda ed io in quel momento mi sentivo un topolino indifeso in balia dei suoi occhi magnetici.
-E, ovviamente, io non ti lascio andare da nessuna parte senza di me.- mormorò ad un soffio dalla mie labbra. Feci una risatina nervosa, mentre lui mi posava delicatamente una mano sulla guancia e mi avvicinava a se. Un mandria di rinoceronti cominciò a scalciare nel mio stomaco, e il mio cuore cominciò a battere talmente forte, che sicuramente anche lui lo sentì e sorrise, soddisfatto.
Mentre poggiava le sue labbra morbide e calde sulle mie, sentii le mie gambe diventare gelatina e mi mancò il respiro per un secondo.
-Non ti azzardare a sparire più così, per un giorno intero.- mi ammonì, con un sorriso dolce. Cercai di rimettere in moto il cervello e di tirare fuori una risposta decente.
-Perché, ti sono mancata?- gli chiesi con un sorrisetto. Lui alzò per un attimo gli occhi al cielo.
-Lo sai. Perché devi farmelo dire?- mormorò, affondando il viso nel mio collo. Piccoli brividi corsero lungo la mia schiena e mi trovai ad intrecciare le mie dita tra i suoi capelli, per avvicinarlo di più a me. Lo sentii sorridere e posarmi un dolce bacio sul collo.
-Perché mi piace sentirtelo dire.- gli risposi dopo un po’. Lui sbruffò e mi inchiodò con lo sguardo. I suoi occhi erano talmente vicini ai miei che potevo vedere ogni singolo particolare delle sue iridi verde-blu, e sentii quasi di affogarci dentro, per quando erano profonde. Si avvicinò ancora di più.
-Si, mi sei mancata. Da morire. E non voglio più passare un’intera giornata senza di te.- mi soffiò sulle labbra. Il mio cuore perse un colpo, ma lui non mi diede il tempo di rispondere, azzerando la funzione del mio cervello, posando le sue labbra sulle mie. Stava per approfondire il bacio, quando Louis lo richiamò da sopra le scale.
-Harry, piantala di ficcare la lingua in gola a Sam e vieni a prepararti! Guarda che ti lasciamo qui!- lo minacciò, prima di richiudersi in bagno. Scoppiai a ridere, seguita da Harry, che mi schioccò un altro bacio veloce.
Poi si staccò, con un sorrisetto.
-Vado a farmi bello per te, piccola.- mormorò sempre ad un soffio dalle mie labbra. Poi scoppiò a ridere di nuovo, come se avesse fatto una battuta che solo lui aveva capito e piegò la testa all’indietro, mostrando il suo collo lungo e perfetto. Fui tentata di baciarlo di nuovo, ma mi trattenni. Lui mi lasciò andare.
-A-anch’io…- balbettai, rossa di vergogna.
Anch’io.
Ma certo.
Che risposta del cazzo.
Lui rise di nuovo, sfiorandomi la guancia con la mano e guardandomi profondamente.
-Non ne hai bisogno, sei perfetta così.- mi sussurrò, per poi regalarmi un altro dei suoi sorrisi e staccarsi del tutto.
Rimasi imbambolata per qualche secondo. Poi, grazie al cielo, intervenne mia sorella.
-Si, si. Molto romantico. Ma stasera lei sarà più che perfetta. Vedrai riccio, farà strage di cuori.- disse ammiccando, afferrandomi per un braccio e trascinandomi su per le scale. Mi voltai un’ultima volta verso Harry e vidi che mi stava guardando con un’espressione mista tra il divertito e il preoccupato.
Finchè il preoccupato non ebbe la meglio, ma io sparii oltre le scale, troppo tardi per chiedergliene il motivo.
 
 
 
 
 




HOLA C:
Ok, lo so che questo capitolo è una merda.
Forse il più corto che io abbia scritto.
Solo che volevo farne uno incentrato solo sulla sorella, senza riuscirci.
Quell'Harry spunta sempre fuori a rovinare i miei piani u.u
Comunque, nel prossimo ci saranno un sacco di momenti ‘Hammie’. :3
Potete perdonarmi?
Dai, dai *fa gli occhi dolci*
Ok, ora scappo.
Se recensite in fretta, posterò presto il continuo, così smetterete di odiarmi ç.ç
Bien, spero vi piaccia.
#With love.
-S.

Ps. La storia ha raggiunto le 100 recensioni in totale! *.*
Wo-ooh (?)

Pps. Passate a leggere anche l'altra mia Ff?
L'ho appena iniziata C:

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Capitolo 25
*** Now you're mine, only mine. ***


Capitolo 24
 
 
 
 
Mia sorella mi scaraventò praticamente dentro al bagno, facendomi sedere e cominciando ad armeggiare con i trucchi e la mia faccia. Sbuffai.
-Jodi, davvero, non credo che serva. Voglio dire, è una serata tra amici, non sono necessari tutti questi preparativi…- borbottai,  cercando di fermarla. Ma lei non mi sentì neanche.
-Piantala di rompere e stai ferma. Ho detto che a te ci penso io, devi essere bellissima.- mugugnò. Sospirai e chiusi la bocca, tanto quando si metteva in testa una cosa non c’era niente che potesse dissuaderla.
Armeggiò con il mio viso ancora per un po’, poi mi lasciò stare e mi fece alzare. Feci per girarmi verso lo specchio, per vedere cosa aveva combinato sul mio viso, ma lei mi bloccò per le spalle, scuotendo la testa.
-Oh no, no. Non puoi assolutamente guardarti allo specchio.- mi disse con un’espressione indaffarata.
-Perché, cos’hai combinato?- le chiesi con una nota acuta nella voce. Lei scoppiò a ridere della mia preoccupazione.
-Niente, idiota. Solo che non ti riconosceresti e rimarresti imbambolata.- mormorò con un sorrisetto soddisfatto. Alzai gli occhi al cielo.
-Sei incredibile.- mormorai. Lei fece una risatina.
-Lo so.- disse dandomi un buffetto sulla spalla. Poi mi trascinò in camera e mi mostrò il vestito che avrei dovuto indossare. Alzai un sopracciglio, scettica.
-E tu pensi che io dovrei entrare in quel coso?- le chiesi. Lei scoppiò a ridere e annuì avvicinandosi. Feci un passo indietro.
-Non ci pensare neanche. E poi quando l’hai preso? Non ti ho vista che lo compravi.- le dissi. Lei scosse le spalle e sorrise.
-Ho i miei metodi per fregarti, sorellina.- disse ammiccando. Feci una risatina nervosa.
-Beh, fai come vuoi. Ma io non esco conciata così.- affermai con decisione. Lei alzò gli occhi al cielo.
-Ma piantala, non sai neanche come ti sta!- esclamò, sfilandomi la maglietta che avevo addosso per poi costringermi ad indossare il vestito.
Feci una smorfia, guardandomi.
Il vestito era lungo appena sopra il ginocchio, blu scuro, stretto e con una scollatura sulla schiena vertiginosa. Poi, per completare il tutto, mi porse anche un paio di scarpe con i tacchi dello stesso colore.
La guardai scandalizzata.
-Spero stai scherzando.- le dissi. Lei fece un gesto secco con la testa e mi mollò le scarpe.
-Mettile senza fare tante storie.- mi disse. Le guardai tra le mie mani.
Dovevano essere alte almeno venti centimetri, e io non sarei mai riuscita a camminarci, troppo abituata a scarpe da ginnastica e ballerine. Scossi la testa, con una risata.
-Ok, Jodi. Il vestito può anche andare. Ma non intendo uccidermi su questi trampoli.- le dissi con voce nervosa. Lei mi sorrise, dolcemente.
-Sorellina, fai uno sforzo per una volta.- mi supplicò. Feci un’altra risatina nervosa.
-Perché tutto questo, Jodi?- le chiesi improvvisamente. Lei mi guardò, per un attimo intenerita.
-Perché per una sera voglio che noi due siamo bellissime. Voglio sentirmi in cima al mondo, voglio sentirmi gli sguardi apprezzanti dei ragazzi e quelli invidiosi delle ragazze. Voglio essere bella per una sera. E tu dovrai esserlo con me.- mi disse tutto d’un fiato, con gli occhi che le brillavano.
Non capivo il perché di quella voglia improvvisa, ma era lei a chiedermelo. Lei che aveva fatto sempre tutto per me ed io, senza proferire altra parola, la accontentai e mi infilai ai piedi quelle trappole mortali. Lei fece un sorriso soddisfatto che io ricambiai con uno un po’ più intimidito.
In quel momento ero ancora al sicuro, seduta sul bordo del letto, non osavo neanche immaginare la fine che avrei potuto fare facendo un solo passo.
-Ok, ora vado a prepararmi.- disse Jodi, illuminandomi con un sorriso.
-Bene, almeno ora posso vedere come mi hai fatta conciare?- le chiesi, quasi supplicandola con lo sguardo. Lei scosse la testa con un sorrisetto.
-Non se ne parla. Scoprirai se stai bene o no, quando incrocerai lo sguardo del tuo amichetto che ti sta aspettando di sotto.- mormorò maliziosamente. Arrossii violentemente.
-Jodi…- cominciai. Lei mi zittì con un gesto della mano.
-Smettila di protestare e fidati di me per una volta. Aspettami di sotto, cinque minuti e sono pronta.- mi disse chiudendosi in bagno. Deglutii e provai a fare un passo.
Avevo paura di sembrare un tirannosauro. Feci qualche passo indeciso e non so come riuscii ad arrivare alla porta della stanza. Mi ci aggrappai ed uscii, avviandomi per il corridoio. Finché camminavo su una superficie piana, sembrava andasse tutto bene, ma di fronte a me molto presto si presentarono le scale e mi ritrovai a deglutire decisamente terrorizzata di rotolare giù e mandare all’aria tutta la serata.
Grazie al cielo, proprio in quel momento sbucò Liam dalla sua stanza.
Quel ragazzo era sempre stato il mio salvatore, fin dal primo momento in cui ci eravamo incontrati ed io lo adoravo per questo. Feci un sospiro di sollievo, mentre lui mi fissava a bocca aperta.
-Oh, Liam. Meno male che ci sei tu. Aiutami a scendere queste dannate scale, per favore.- lo implorai con un sorriso. Lui rimaneva immobile, con la bocca aperta e un dito puntano su di me. Mi stava squadrando da capo a piedi, con uno sguardo che mi fece arrossire.
-Che c’è?- gli chiesi in imbarazzo. Lui si riprese e scosse la testa.
-Beh, Sam. Non…cioè…Stai benissimo.- balbettò, indicandomi di nuovo. Alzai gli occhi al cielo e lo presi a braccetto.
-Grazie, ma smettila di fissarmi. Mi stai mettendo in imbarazzo.- sibilai. Lui scoppiò a ridere.
-Non è colpa mia, sei tu che attiri gli sguardi. Se non fossi fidanzato e tu non fossi impegnata con quell’idiota di Harry, credo proprio che ti sbaverei dietro, stasera.- commentò, passandosi una mano sotto al mento. Scoppiai a ridere e gli diedi una spintarella sulla spalla.
-Ma smettila!- esclamai, provocando la sua risata.
-Oh, beh. Non posso dargli torto.- esordì una voce alle mie spalle. Mi girai e mi ritrovai Zayn, con una camicia bianca che lo faceva sembrare ancora più carino del solito, che mi fissava, anche lui a bocca aperta. Alzai di nuovo gli occhi al cielo e lui si avvicinò, prendendomi a braccetto dall’altro lato.
Gli sorrisi, riconoscente.
-Stai veramente bene, Sam. Stasera sembri…quasi una ragazza, ecco.- mormorò. Lo guardai male.
-Perché, le altre sere cosa ero?- gli chiesi contrariata. Lui scoppiò a ridere e mi pizzicò la guancia.
-Dai, hai capito che intendevo.- disse facendo un gesto della mano.
-Sai, fare i complimenti non è il suo forte.- mi bisbigliò Liam all’orecchio. Scoppiai a ridere e scossi la testa, sconsolata. Nel frattempo ero riuscita a superare l’ostacolo delle scale ed eravamo arrivati in salotto. I ragazzi mi lasciarono le braccia, spargendosi per la casa, ma presto non feci più caso a loro.
Davanti a me c’era Harry.
Camicia bianca, aperta fino al terzo bottone, che scopriva un accenno dei suoi pettorali scolpiti. Aveva i pantaloni neri e le solite scarpe, ma tutto insieme aveva un effetto bellissimo.
Sembrava quasi…quasi un modello di quelli che si vedono nei servizi fotografici sui giornali.
Quelli dannatamente perfetti, senza neanche una sbavatura, niente.
Si, lui era perfetto.
Poi, quando mi vide e si aprì in un sorriso raggiante, mettendo in mostra le fossette e illuminandosi tutto, capii che non era esattamente così.
Quei modelli erano perfetti. Perfetti nel senso di fighi, boni, scopabili, o tutti gli altri modi in cui potevano essere chiamati.
Ma lui no.
Lui era bello. Nel vero senso della parola.
Era bello quando sorrideva, quando faceva le sue battutine sarcastiche, quando mi lanciava i suoi sguardi maliziosi.
Tutto di lui era bello.
Soprattutto quel sorriso e quello sguardo che anche in quel momento stavano catturando il  mio cuore, rendendolo totalmente suo.
Mi osservò mentre mi avvicinavo a lui e per un secondo ebbi la soddisfazione di vederlo arrossire e sgranare un poco gli occhi, per poi deglutire ed aprirsi in un altro splendido sorriso, che arrivò fino agli occhi, facendoli splendere, verdi più che mai.
Mi fermai a pochi passi da lui, ma lui coprì la distanza in un secondo, squadrandomi ammirato da capo a piedi.
Mi sentii le guance andare a fuoco e abbassai lo sguardo, improvvisamente timida.
-Ciao.- mormorò lui, cercando di incrociare il mio sguardo.
-Ehi.- mormorai io. Lui sembrava quasi senza parole.
-Beh, avevo una cosa da dirti, ma il mio cervello in questo momento è andato letteralmente a farsi fottere.- disse quasi frustrato. Alzai lo sguardo verso di lui e lo vidi passarsi una mano tra i capelli, continuando a risalire il mio corpo con gli occhi.
-Cazzo, Sam. Sei…Dio, sei bellissima.- disse con voce meravigliata. Arrossii fino alla punta dei capelli e scossi lentamente la testa. Lui mi afferrò il mento con una mano e i suoi occhi, così incredibilmente vicini, fecero sobbalzare il mio cuore.
-Dico sul serio. Sei…sei perfetta.- sussurrò di nuovo, con gli occhi che gli brillavano. Ero senza parole, inutile dirlo, perché nei suoi occhi leggevo la totale sincerità delle sue parole e sentivo piano piano le gambe farsi di gelatina. Lui sembrò quasi capire e si avvicinò ancora di più, stringendomi un braccio intorno alla vita. Mi sfiorò il viso con la mano.
-Anche se, senza questo trucco, saresti stata ancora più bella.- soffiò.
Ecco, lo sapevo.
Fanculo Jodi.
-Che c’è? Ti sei morsa la lingua?- mi chiese facendo una debole risata. Gli sorrisi e distolsi di nuovo lo sguardo.
-Sei bellissimo anche tu.- mi ritrovai a sussurrare, disegnando cerchietti immaginari sul suo petto, carezzando la stoffa leggera della sua camicia. Lui rise e si chinò su di me, lo sguardo incredibilmente serio.
-Grazie. Ma credo che stasera tu sia insuperabile.- soffiò sulle mie labbra, che si schiusero. Feci per ribattere, anche se non credo che la mia risposta sarebbe stata tanto normale, ma lui me lo impedì, incollando le sue labbra morbide sulle mie.
Come al solito, il suo bacio fu caldo, passionale e quando lo approfondì, ormai il mio stomaco era in balia di una tempesta di farfalle e il mio cuore volava veloce verso il suo, senza controllo.
Qualcuno si schiarì la gola.
-Hazza, capiamo che ami fare conquiste, ma almeno vai a baciare le altre ragazze fuori casa. Voglio dire, se Sam ti…vede…- balbettò Niall, dietro di noi, e la sua voce si affievolì quando mi staccai e gli lanciai un sorrisetto imbarazzato.
-Sam?- chiese a bocca aperta, facendo scorrere lo sguardo velocemente sul mio corpo.
-Ok, comincio seriamente a preoccuparmi. Sono così tanto irriconoscibile?- chiesi, guardandoli male. Harry scoppiò a ridere e mi baciò i capelli e Niall scosse la testa velocemente, riprendendosi.
-No, è che…non ti avevo mai vista vestita così…- balbettò.
-Da ragazza, lo so.- finii la frase per lui, lanciando uno sguardo complice a Zayn, che mi fece l’occhiolino.
-Ora basta, però. Mi state mettendo in imbarazzo. Sono sempre Sam, piantatela di fissarmi.- dissi loro, con sguardo serio. Scoppiarono tutti a ridere, davanti al rossore delle mie guance ed io li fulminai con lo sguardo, per poi unirmi anch’io alla loro risata.
-Eccomi, eccomi. Non mi lasciate qui!- squittì mia sorella, scendendo velocemente le scale, riuscendo a stare in equilibrio sui suoi tacchi vertiginosi. Le lanciai una breve occhiata e le sorrisi. Zayn e Niall fecero un fischio, osservandola.
Aveva un vestito più corto del mio, più stretto, che metteva in mostra tutte le sue curve al punto giusto.
Era veramente bellissima.
-Jodi…wow!- riuscii solo a dire. Lei mi illuminò con un sorriso soddisfatto e fece un giro su se stessa, facendosi ammirare da ogni angolazione.
-Vado bene?- chiese conferma. Io annuii con vigore.
-Più che bene.- sussurrò imbambolato Niall, per poi rendersi conto di quello che aveva detto e arrossire violentemente. Scoppiarono tutti a ridere e Jodi gli fece l’occhiolino.
Mi schiarii la gola e decisi di salvare il mio amico.
-Bene. Io direi di andare. Louis?- chiesi, notando che era l’unico che mancava. Harry si riavvicinò e mi posò un braccio sul fianco, continuando a lanciarmi sguardi indecifrabili.
-Oh, lui ci raggiunge lì. E’ passato a prendere Eleanor.- mi informò Liam. Annuii e feci un gran sorriso.
-Ok, allora andiamo!- esclamai. Tutti mi sorrisero e si avviarono verso la porta. Fuori ci aspettavano due taxi che prendemmo al volo e che ci portarono direttamente in discoteca.
Nel giro di pochi minuti cominciammo a scatenarci e a goderci finalmente una serata tutti insieme e senza pensieri.
 
 
 
 
Stavamo ballando ormai da più di due ore, senza sosta, e la stanchezza cominciava a farsi sentire, così come il dolore ai piedi.
Ma la cosa che mi bruciava di più in quel momento, era il comportamento di mia sorella. Da quando eravamo arrivati, non aveva staccato neanche un secondo gli occhi da Harry, nonostante avessi precisato che lui era esclusivamente MIO.
Ballavamo tutti in gruppo, si, ed io mi stavo divertendo anche con gli altri ragazzi, ma lei ballava solo intorno a lui, guardava solo lui.
Forse era solo la mia immaginazione paranoica, ma sembrava proprio così.
Mentre Zayn con una risata mi faceva girare, incrociai l’ennesimo sguardo di Harry fisso su di me che sembrava dire ‘vieni qui, ho bisogno di te’, ma io lo ignorai bellamente e lo vidi soffocare una risata, mentre Jodi gli si avvicinava ancora di più.
A sua discolpa, potevo dire che era un po’ brilla e probabilmente avrebbe fatto lo stesso con ogni ragazzo che le si fosse parato davanti.
Ma lui non era ogni ragazzo, lo doveva sapere bene.
Harry riallacciò il suo sguardo col mio e allargò le braccia a mo’ di resa ed io gli feci un sorrisetto, proprio nel momento in cui la musica cambiava e il dj faceva partire un lento.
Niall mi afferrò improvvisamente per i fianchi e mi fece girare, avvicinandosi ai due. Alzò gli occhi al cielo e, quando Jodi fece per afferrare Harry, le prese le mani e con nonchalance la allontanò stringendola a se.
Harry, finalmente libero, sospirò di sollievo e mi fissò.
-Mi tocca fare sempre tutto a me.- borbottò Niall, mentre gli dava una spintarella verso di me. Per poco non scoppiai a ridere e feci per rigirarmi, ma le sue braccia forti mi afferrarono per i fianchi e mi allontanarono dal gruppo, trascinandomi ad un lato isolato della pista.
Lanciai uno sguardo ai ragazzi.
Louis con la sua Eleanor, Niall che stringeva per i fianchi Jodi e Liam e Zayn, rimasti soli, che improvvisarono un lento tra di loro, scatenando le occhiate divertite delle persone intorno.
Scoppiai a ridere insieme ad Harry, prima di riportare gli occhi su di lui.
-E’ tutta la sera che mi sfuggi.- mormorò. Lo guardai alzando un sopracciglio.
-Non sono io quella che si è scelta un altro ballerino.- gli dissi acida. Lui soffocò una risata.
-Se è per questo, neanche io. Se avessi scelto, quella saresti stata sicuramente tu.- mi disse con un sorrisetto malizioso. Feci spallucce.
-Comunque, qui è pieno di gente. Non posso stare solo con te. Non esisti solo tu, sai?- gli chiesi sarcasticamente. Soffocò un’altra risata e scosse la testa. Poi fece per sciogliere la presa.
-Che fai?- gli chiesi contrariata. Lui mi guardò alzando un sopracciglio, mentre provava ad allontanarsi.
-Beh, abbiamo ballato per trenta secondi, ora devi passare a qualcun altro o crederanno che io sia il tuo preferito.- mi disse, stando al gioco. Alzai gli occhi al cielo e lo ritirai verso di me. Lui mi lasciò fare e mi strine per i fianchi, mentre io poggiavo la testa nell’incavo del suo collo.
L’unica cosa positiva delle trappole che portavo ai piedi era che erano abbastanza alte da poter guardare Harry negli occhi senza dovermi alzare in punta di piedi. Lo sentii sospirare e poi grugnire qualcosa, frustrato. Alzai gli occhi verso di lui e vidi che stava fulminando qualcuno con lo sguardo.
-Che c’è?- gli chiesi. Lui posò per un attimo gli occhi su di me, per poi tornare a bruciare con lo sguardo qualcuno alle mie spalle.
-Dici che è pieno di gente, ma a quanto pare stasera guardano tutti te.- mormorò, con una punta di gelosia nella voce. Seguii il suo sguardo, che puntava ad un gruppetto di ragazzi che ci…o meglio, mi stavano fissando non lontani da noi. Alzai gli occhi al cielo e gli afferrai il mento con la mano, costringendolo ad incrociare il mio sguardo.
-Ignorali e pensa a goderti la serata.- gli dissi seriamente. Lui sbruffò e annuì.
-Non mi riesce semplice divertirmi, quando nella stessa stanza ci sono decine di persone intente a fissare il culo della mia ragazza come se volessero mangiarlo.- mormorò frustrato, alzando la voce e continuando a fulminare quei tizi.
Rimasi a bocca aperta.
-Che hai detto?- gli chiesi con voce meravigliata. Lui mi guardò, confuso.
-Che ho detto?- ripeté. Lo incitai con lo sguardo a ripensare alle sue parole. Lui capì, perché arrossì leggermente e si schiarì la gola, nervoso.
-Non mi riesce semplice divertirmi?- chiese, nervosamente. Io scossi la testa e mi scappò un sorriso.
-No, quello dopo.- gli dissi.
-Decine di persone che ti fissano il culo?- chiese ancora. Scossi di nuovo la testa.
-Quello dopo ancora.-
-Come se volessero mangiarlo?- Si passò una mano tra i capelli.
Gli scoccai un’occhiataccia.
-Harry.- lo rimproverai con lo sguardo. Lui sorrise e alzò impercettibilmente gli occhi al cielo, esasperato.
-E va bene. Ho detto che sei la mia ragazza. Perché, non lo sei?- mi chiese incerto. Il mio sorriso si allargò e mi brillarono gli occhi.
-Se tu lo vuoi.- gli risposi semplicemente. Lui alzò gli occhi al cielo e mi rubò un bacio veloce e dolcissimo.
-Certo che lo voglio. Te l’ho detto. Ora tu sei mia, solo mia.- ribadì, con un meraviglioso sorriso. Nascosi di nuovo la testa nell’incavo del suo collo, per nascondergli le piccole lacrime che rischiavano di uscire dai miei occhi emozionati. Lui mi strinse a se e sentii il suo cuore accelerare improvvisamente.
Dopo un po’ sorrise.
-Comunque, tanto per fartelo sapere, sei carina quando diventi gelosa.- mi stuzzicò ridendo. Alzai gli occhi su di lui ed incrociai il suo sguardo furbo.
-Io non sono gelosa.- affermai. Lui scoppiò a ridere e mi scostò i capelli dal viso, facendomi arrossire.
-Si, certo. Ho visto come fulminavi tua sorella, prima. Sembrava che da un momento all’altro l’avesti fatta a pezzi.- continuò ridendo. Sbuffai.
-Non è vero.- borbottai. Lui rise di nuovo, piegando la testa all’indietro. Poi mi guardò, aspettando le mie proteste.
-Oh, piantala. Non è vero. Se vuoi puoi anche…- feci per dire frustrata. Ma lui mi zittì, lanciandomi uno sguardo serio e facendo morire le mie parole sulle sue labbra, che catturarono le mie con un guizzo veloce. Istintivamente feci per tirarmi indietro, ma lui non me lo permise, affondando una mano tra i miei capelli e stringendomi a se. Gli morsi un labbro e lui rise, senza staccarsi.
Continuammo quella dolce lotta per qualche altro secondo, finché, presa dal desiderio di lui, mi lasciai baciare, sconfitta.
Ma avevo comunque vinto.
Avevo lui, e lui aveva me.
Da quella lotta eravamo usciti entrambi vincitori.












HOLA C:
'Evviva, ho appena scritto un altro capitolo fantastico!!'
Non prendetemi per pazza, l'ho dovuto scrivere per una valida ragione.
Lei capirà u.u
Scusate il ritardo, volevo postare ieri, davvero.
Però poi mio fratello mi ha praticamente trascinato al cinema a vedere 'The amazing Spiderman'.
E il bello che lui non l'ha neanche visto perchè stava sempre con le mani davanti agli occhi, cacasotto com'è.
Comunque, bel film, bella storia, bell' ATTORE. ^^
Bene, tornando a noi.
No, seriamente.
Questo capitolo mi piace più del solito.
Boh, forse perchè Sam capisce finalmente quanto è presa da lui, e lui capisce quanto è preso da lei.
Insomma, avete capito? O.o
Poi sono dolciosissimi (?) :3
Questo è decisamente il capitolo più tenero che ho scritto.
Penso mi sia venuto il dibete mentre lo scrivevo ç.ç
Ok, ok, ora evaporo.
GRAZIE a tutte quelle che leggono e recensiscono.
Siete FANTASTICHE *.*
Bien, spero vi piaccia ç.ç
#With love.
-S.





Ps. Passereste a leggere l'altra mia Ff? C:
Pps. Seguitemi su Twittah!
 
Sono @S_Yolo_1D (come quì C:) 
 
Ricambio tutte! :D

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Capitolo 26
*** You're the one. ***


Capitolo 25
 
 
 
 
Mi rigirai nelle coperte, intorpidita, mugugnando qualcosa. Sentii una risata soffocata al mio orecchio e una mano che mi scostava delicatamente i capelli dal viso. Mi rigirai di nuovo e sbattei le palpebre, più volte, prima di mettere a fuoco il viso di Harry a pochi centimetri da me.
-Buongiorno.- mormorò con una risatina. Sospirai e richiusi gli occhi, mentre lui mi posava un dolce bacio sulla fronte.
-Che ore sono?- chiesi con la voce impastata dal sonno.
-Le due.- rispose tranquillamente. Mi misi seduta di scatto, sorpresa, ma fui presa da un capogiro e costretta a ributtare la testa sul cuscino.
-Dio, che mal di testa.- mi lamentai. Lui rise.
-Vorrei anche vedere. Ieri ti sarai scolata mezzo bar.- mormorò lui, guardandomi divertito. Mi posai una mano sulla fronte e lo guardai seriamente.
-Sono stata così pessima?- gli chiesi.
-Devo rispondere per forza?- mi chiese lui a sua volta.
Il mio buono proposito di non toccare nemmeno un goccio d’alcool era andato a farsi fottere quando mia sorella aveva invitato Harry a ballare e, lui, senza riuscire a staccarsi da lei, aveva accettato.
Furiosa, mi ero diretta la bancone del bar e avevo chiesto qualcosa di molto forte, per evitare di andare ad uccidere mia sorella.
Poi mi ricordavo solo che qualcuno mi aveva afferrata a peso morto e mi aveva trascinata in casa, buttandomi su un letto, sul quale ero crollata pochi secondi dopo.
Mi ripresi dai miei pensieri e fulminai Harry con lo sguardo, allontanandomi da lui.
-Ti sei divertito con Jodi?- gli chiesi, con voce fredda. Lui soffocò una risata, osservando la mia espressione furiosa.
-Beh, conosco ballerine migliori.- sussurrò, avvicinandosi a me e baciandomi il collo. Mi scostai, stizzita, e lo fulminai di nuovo.
-Allora potevi tornare da me, invece che scatenarti con lei.- lo accusai offesa. Lui fece una risatina.
-Sei davvero adorabile quando sei gelosa.- soffiò, ad un centimetro dalle mie labbra. Non so come riuscii a rimanere concentrata e a schioccare la lingua, con espressione infastidita.
-Non sto scherzando, Harry. Sono incazzata.- lo informai con voce monocorde. Lui mi guardò stupito.
-Che sono queste parole, signorina?- mi riprese scherzando. Irritata dal suo comportamento, feci per alzarmi.
-Dove vai?- protestò, ritirandomi giù.
-Lontano da te. Quando ti deciderai a prendermi sul serio, fammi un fischio e deciderò se tornare a parlarti.- gli dissi irritata. Lui mi guardò, cercando di convincermi con lo sguardo. I suoi occhi si fecero dolci e sporse il labbro all’infuori, imbronciandosi. Alzai gli occhi al cielo.
-Oh, no. Non provarci. Vai a fare gli occhi da cucciolo a qualcun altro.- gli dissi, incrociando le braccia al petto e distogliendo lo sguardo. Lui si avvicinò ancora di più, mettendosi seduto accanto a me, e mi sfiorò il profilo della guancia con un dito, facendomi rabbrividire.
-Scusa.- mormorò, soffiando sulle mie labbra. Non lo guardai neanche.
-Vaffanculo.- gli risposi sussurrando. Lui non riuscì a trattenere un sorriso divertito.
-Io ti chiedo scusa e tu mi mandi a fanculo?!- chiese, fintamente scioccato. Annuii, restando sulle mie. Lui ripartì all’attacco giocando con i miei capelli.
-Mi dispiace, davvero. E’ che tua sorella è così…- si bloccò-…esuberante.- disse infine. Lo guardai alzando un sopracciglio.
E quella doveva essere una valida giustificazione per averle permesso di buttarsi tra le sue braccia?
-Voglio dire, hai visto quanto era ubriaca? Mi si era attaccata come un polipo, non riuscivo ad allontanarla!- continuò.
-E allora? Che facciamo, la prima ragazza ubriaca che si butta tra le sue braccia te la porti a letto per poi venirmi a dire ‘Scusa, Sam. E’ colpa sua’? Vaffanculo, Harry.- ribadii, stizzita. Lui sbuffò e mi carezzò la guancia, cercando di calmarmi.
-No, gelosona. E poi mi pare che nel mio letto ci sia tu in questo momento.- mi fece notare. Io sbuffai e lo guardai esasperata.
-Non vuol dire niente! Non so neanche come ci sono arrivata in questo dannato letto! Per quanto ne so, avresti pure potuto divertirti con mia sorella nella sua stanza e poi essere tornato qui per darmi il buongiorno e fare finta di essere una ‘coppia felice’.- borbottai, spazientita.
Lui alzò gli occhi al cielo, esasperato.
Ah, certo.
Lui esasperato!
-Bene. Non sai come sei finita qui? Te lo dico io.- cominciò, lanciandomi uno sguardo serio.
-Ieri, dopo che ti sei scolata Dio solo sa cosa, hai iniziato a ballare e a ridere come un idiota. Grazie al cielo, tua sorella mi aveva liberato, attaccandosi a qualche altro ragazzo, visto che non ricordava neanche il suo nome, dubito che stesse ballando con me per fare un dispetto a te. Così sono venuto da te, ti ho presa, trascinato su uno stupido taxi e portata a casa. Non hai fatto nemmeno in tempo a poggiare la testa sul cuscino, che sei crollata, ronfando. E se proprio vuoi saperlo, si. Sono stato tutta la notte qui. A dormire. Con te.- precisò. Arrossii, capendo che stavo litigando con lui per niente, solo per uno stupido capriccio da bambinetta gelosa.
Si, perché ero gelosa.
Tremendamente gelosa di lui e avrei dovuto capirlo prima e spiegarlo bene a mia sorella.
Altra persona con cui avrei dovuto litigare molto presto.
-Ok, scusa. Mi calmo.- gli dissi chiudendo gli occhi.
-Non so perché, ma noi due non resistiamo due giorni interi senza litigare.- mugugnò lui, ancora infastidito. Gli lanciai uno sguardo colpevole e lui fece un debole sorriso, carezzandomi la guancia.
-Hai ragione. Diciamo che non è proprio colpa tua e non è giusto che me la prenda con te.- mi arresi. Poi feci per alzarmi.
-Vado a litigare con mia sorella e a mettere le cose in chiaro.- mugugnai, sbruffando. Lui mi trattenne per un braccio. Mi voltai verso di lui e annegai nel suo sguardo implorante.
-Aspetta, prima facciamo pace noi.- sussurrò, avvicinandomi a se. Lo lasciai fare, alzando gli occhi e sorrisi, quando posò le sue labbra sulle mie in un bacio veloce.
-E come vorresti fare pace, sentiamo.- sussurrai sulle sue labbra. Lui sorrise, maliziosamente.
-Beh, una mezza idea ce l’avrei…- mormorò, infilando una mano tra i miei capelli e avvicinandomi ancora di più a se.
-Mmh?- mugugnai io. Lui annuì e approfondì il bacio, stringendomi a se.
-Sai.- disse, staccandosi un po’. Lo guardai.
-Dovresti sapere.- disse, per poi interrompersi e darmi un altro veloce bacio.
-Che.- altro bacio.
-Sei l’unica.- un altro bacio. Il mio cuore perse un colpo.
-E che.- un altro ancora.
-Non ti tradirei mai.- a quel punto lo afferrai per il collo e feci in modo che non si staccasse più da me per dire certe idiozie. Lui rise e mi lasciò fare, risalendo con la mano il profilo dei miei fianchi, fino ad arrivare alle spalle e poi al collo, provocandomi piccoli brividi che mi risalirono la schiena.
-Non fare certe promesse, poi saresti costretto a mantenerle.- gli ricordai. Lui rise.
-Perché, credi che non ne sarei capace?- mi chiese lui. Io scossi la testa, con un sorriso furbo sulle labbra.
-Sappiamo tutti e due come sei fatto. Non riusciresti a stare lontano dalle ragazze nemmeno per due secondi.- gli dissi, prendendolo in giro. Lui mi guardò alzando un sopracciglio.
-Scommettiamo?- chiese, tendendomi la mano e illuminandosi in un sorriso fiero.
-E cosa vuoi scommettere?- gli chiesi. Lui sorrise.
-Che starò lontano dalle altre ragazze.- mi spiegò. Io alzai un sopracciglio e gli strinsi la mano.
-Vedremo.- mormorai. Poi lui con un guizzo veloce si chinò su di me e mi rubò un bacio. Lo spinsi via.
-Non dovevi stare lontano dalle ragazze?- gli chiesi ridendo. Lui fece spallucce e mi baciò di nuovo.
-Ho detto che starò lontano dalle altre ragazze, non dalla mia ragazza.- spiegò. Io scossi la testa.
-Sei incredibile.- commentai, alzandomi. Lui mi sorrise, mostrando quelle adorabili fossette.
-Lo so.- rispose, strafottente. Gli tirai un cuscino in faccia.
-Andiamo a fare colazione.- dissi sbuffando. Lui si alzò e mi affiancò, afferrandomi la mano e intrecciando le dita tra le mie. Lo guardai sorpresa.
-Che c’è?- mi chiese lui, leggermente in imbarazzo. Scossi la testa e gli sorrisi.
-Niente, niente.- dissi, per poi seguirlo in cucina, con la mano stretta nella sua e un senso di profonda pace e calore nel cuore.
 
 
 
-Ehi, piccioncini.- ci salutò Zayn, quando facemmo il nostro ingresso in cucina, mano nella mano. Gli feci una smorfia e lui mi fece l’occhiolino.
-Buongiorno.- esclamai, contemporaneamente ad Harry. Mi lanciò uno sguardo complice e Louis ci guardò facendo una smorfia.
-Siete disgustosi.- commentò. Lo guardai alzando un sopracciglio e lui alzò gli occhi al cielo.
-Andiamo, fino a due giorni fa vi stavate scannando ed ora camminate addirittura mano nella mano. Non mi abituerò mai a questa cosa.- continuò, mettendo il broncio. Scoppiai a ridere e lasciai la mano di Harry, per andare da lui e abbracciarlo.
-Che c’è, piccolo Louis, sei geloso?- gli chiesi scherzando.
-Certo che è geloso, Sam. Tutti vorrebbero avere me.- disse Harry, con un sorriso strafottente. Schioccai la lingua e Zayn scoppiò a ridere, mentre Liam scuoteva sconsolato la testa.
-Chi ha detto che sono geloso di te?- gli chiese Louis lanciandogli uno sguardo malizioso e stringendomi i fianchi, facendomi sedere sulle sue gambe. Scoppiai a ridere dell’espressione rigida di Harry e mi accucciai contro il suo petto, mentre Harry ci fulminava con lo sguardo.
-Buongiorno, ragazzi.- mormorò un assonnato Niall, entrando in cucina, stropicciandosi gli occhi.
-Ciao.- lo salutarono tutti in coro. Io sorrisi, intenerita dalla scena.
Stava praticamente ciondolando con un occhio aperto ed uno chiuso, e per poco non si schiantò contro un muro, Harry lo prese al volo e lo fece girare per il verso giusto, guardandolo preoccupato.
-Ehi, amico. Non hai dormito?- gli chiese Liam, con voce preoccupata. Niall scosse la testa, mentre crollava sulla sedia accanto a quella in cui eravamo seduti io e Louis. Gli scompigliai i capelli biondi e lui mi fece un debole sorriso, senza neanche capire chi fossi, probabilmente.
-Che hai combinato stanotte, Niall?- gli chiesi. Lui fece spallucce e poggiò la testa su una mano, sbadigliando.
-Ho fatto compagnia a Jodi. Non voleva tornare a casa, così siamo andati a fare un giro. Poi lei si è addormentata su una panchina ed io ho dovuto praticamente trascinarla fino a casa.- spiegò, sbadigliando di nuovo.
No, così era troppo.
Prima ci provava con il mio ragazzo, poi stressava anche il mio migliore amico.
Ok, che era giovane e che non le era mai capitata una vacanza da sola, in una grande città.
Ma non potevo fargliele passare tutte lisce.
Nonostante fosse la più grande tra noi, in quel momento ero sicura che avrei dovuto farle una bella tirata d’orecchie e farla tornare alla normalità.
La ragazza seria e simpatica che era.
Non la, mi dispiace dirlo, troietta irresponsabile che era diventata da quando era lì.
Mi alzai dalle gambe di Louis, che mise il broncio, e mi avviai a passi spediti verso la sua stanza. Una mano mi fermò stringendomi il polso.
-Dove vai?- mi chiese Harry.
-A litigare con mia sorella.- annunciai. Niall fece un lamento e si portò la testa tra le mani.
-No, ti prego non svegliarla proprio ora. Ho dovuto subire i suoi deliri fino a cinque minuti fa. Grazie al cielo si è addormentata. Mi ha rubato il letto, ma almeno ha smesso di cantare.- mi pregò, puntando gli occhi nei miei. Sbuffai e mi fermai, avvicinandomi ad Harry impercettibilmente.
-Niall, dovevi venire a chiamare me. Non dovevi prenderti la responsabilità anche di Jodi. Lei è mia sorella, tu hai fatto già tanto per me.- gli dissi con voce dolce. Lui fece spallucce.
-Beh, non è che tu stavi tanto meglio.- mi disse, con un sorrisetto furbo. Alzai gli occhi al cielo.
-Quelli sono dettagli.- gli dissi, non riuscendo però a trattenere un sorriso. Lui scoppiò a ridere.
-Si, come no. Comunque, non è stato un peso. Io mi sono divertito. Solo che ora sono…- uno sbadiglio lo interruppe.- Sono solo un po’ stanco, ecco.- mi assicurò.
-Beh, amico. Ti presto la mia stanza. Vai a farti una dormita.- gli disse Harry. Niall si alzò, ciondolante e si avviò verso le scale.
-Grazie, Hazza.- mormorò mentre ci passava accanto. Poi si fermò e si voltò a guardarci sospettoso.
-Aspetta. Posso andare tranquillo, non è che trovo qualche sorpresa nel letto?- chiese con una smorfia disgustata. Scoppiai a ridere, seguita da Harry.
-Mah, se fosse sono stati silenziosi. Io dalla mia stanza non ho sentito niente.- commentò tranquillamente Zayn.
-Nah, io non credo che abbiano fatto qualcosa. La mia Sam non si concederebbe mai ad Hazza, vero?- chiese Louis, facendo gli occhi da cucciolo. Gli sorrisi e Harry sbruffò, fulminandolo con lo sguardo. Gli pizzicai un fianco e lui mi fece una smorfia.
-Allora?- chiese di nuovo Niall, che si reggeva in piedi per miracolo.
-No, no. Vai tranquillo.- gli dissi. Lui non se lo fece ripetere due volte e sparì oltre le scale.
-Brava, Sam.- si complimentò Louis, facendo una smorfia ad Harry, che ricambiò prontamente.
-Grazie.- gli risposi. Harry alzò gli occhi al cielo.
-Non cantate vittoria tanto presto. Prima o poi cederai.- mi stuzzicò, baciandomi improvvisamente il collo. Rabbrividii e sorrisi.
-Bisogna vedere quanto poi.- gli risposi prontamente. Lui fece un sorrisetto e prese a baciarmi come si deve.
-Ah, siete disgustosi.- sentii mormorare da Zayn, che si alzò e uscì dalla cucina, seguito da Liam e dai borbottii di Louis. Risi sulle labbra di Harry e mi lasciai baciare.
Non avrei mai pensato, da come ci eravamo conosciuti, che saremmo finiti a questo punto.
Quell’estate più andava avanti e più si faceva perfetta.
Poi pensai che di lì a poco si sarebbe svegliata mia sorella e il mio umore calò a picco.
Possibile che ci doveva essere sempre qualcosa che rendeva la mia felicità impossibile?












HOLA C:
Bene, noto con piacere che le recensioni sono calate a picco u.u
Così come la mia stima per Jodi.
Basta, la odio.
Ma io dico, come ti permetti di piombare nella vita di Sammie e rovinargliela?!
Grr *si prepara ad andare ad uccidere Jodi*
Io l'avevo detto che avrebbe fatto solo casini quella!
L'avevo detto, si! >.<
E vorrei scusarmi con le persone a cui avevo detto che non ci sarebbero stati più problemi.
Erano balle. MUAHAHAH!
Ok, basta sclerare.
Ritornando al discorso recensioni:
il capitolo prima ne ha ricevute dieci (no, dico DIECI *.*), quello prima di questo, invece, solo 5.
Capisco che siamo tutte in vacanza e che la voglia di recensire una stupida storia manca.
Però, dai, un piccolo sforzo! C:
Voglio dire, 40 tra le preferite, 7 tra le ricordate, 57 tra le seguite e nessuno trova un po' di tempo per far sapere a questa povera sfigata (?) cosa ne pensa?
Ci sto rimanendo un po' male, ad essere sincera D:
Vabbè, basta con questa depressione.
Sparisco, che è meglio.
Spero vi piaccia ç.ç
#With love.
-S.

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Capitolo 27
*** We'll go on tour. ***


 
Capitolo 26
 
 
 
Quando i ragazzi uscirono, dicendomi che avevano un importante incontro con i loro manager per discutere di non so cosa, erano ormai le sei del pomeriggio, e decisi che la cara Jodi aveva anche dormito abbastanza. Salii a passo pesante le scale, provando a tirare giù un discorso decente per dirle che non mi piaceva affatto come si stava comportando, che era cambiata, e che quella non era la sorella che ricordavo di avere.
Arrivata davanti alla camera di Niall, aprii la porta e mi affacciai, ma Jodi non c’era. Così pensai che avesse raggiunto la nostra stanza rendendosi conto di aver rubato il letto al povero Niall.
Entrai di filato nella stanza e la vidi armeggiare con la sua valigia ai piedi del letto. Quando le passai accanto, alzò lo sguardo e mi sorrise. Mi buttai sul letto e la osservai per qualche secondo.
-Sei in partenza?- le chiesi con voce monocorde. Lei mi guardò di nuovo e annuì.
-Si, te l’ho detto che mi sarei fermata solo un paio di giorni. Domani devo tornare al lavoro.- mi spiegò. Io annuii.
-Oh, bene. Due giorni per rovinare la vita a Sam e poi torna tutto alla normalità.- mugugnai a voce bassa, dubitando che lei potesse sentirmi. Sbuffò e continuò a piegare e mettere vestiti nella valigia.
Decisi di ignorarla per un po’, per vedere se si rendesse conto da solo che c’era qualcosa che non andava.
Afferrai il mio I-Pod e feci partire una canzone a caso, lanciando sguardi furtivi verso Jodi di tanto in tanto. Ad un certo punto, lei si fermò e mi guardò. Poi sospirò, lasciò perdere la valigia e si stese sul letto accanto a me. Mi tolse una cuffietta e mi lanciò uno sguardo implorante.
-Ce l’hai con me, vero?- mi chiese. Non la guardai neanche e alzai le spalle.
-Non lo so. Dimmelo tu.- le risposi. Lei sospirò di nuovo.
-Mi dispiace…- cominciò. A quel punto scattai. Mi misi seduta e le rivolsi uno sguardo di ghiaccio.
-Oh, no. Non ci provare. Non pensare che con un mi dispiace risolverai le cose.- la informai. Lei chiuse gli occhi.
-Stammi a sentire, Sam.- implorò. Scossi la testa e mi uscì una risatina amara.
-No, stammi a sentire tu.- le dissi. Lei aprì gli occhi e mi puntò con lo sguardo. Io per un secondo dimenticai quello che stavo per dirle, perché nel suo sguardo c’era così tanto dolore che non avevo mai visto negli occhi di nessuno.
Cercai di ignorarlo, troppo arrabbiata con lei per passarci sopra di nuovo.
-Ci sono passata sopra la prima volta,che te lo sei praticamente mangiato con gli occhi. Ma ci stava, non lo sapevi. Poi, quando in discoteca ti sei spalmata praticamente su di lui, però grazie al Cielo è riuscito a liberarsi e a venire da me. Poi, però, la mia pazienza ha un limite. Merda, lo sapevi Jodi! Te l’avevo detto che era il mio ragazzo, non potevi risparmiare almeno lui?! Lo hai portato di nuovo via da me e ti giuro, eri talmente brilla che per un secondo mi sono vergognata io al posto tuo. Poi vengo anche a sapere che hai fatto passare la notte in bianco a Niall! Cavolo, ti sei approfittata anche di lui, perché sapevi non sarebbe stato in grato di dirti di no!- le dissi tutto d’un fiato, prima con voce bassa e tranquilla, poi piano piano iniziando ad urlare, vedendo che lei teneva gli occhi bassi ed evitava di incrociare il mio sguardo.
-Lo so, Sam.- mugugnò.
-Ecco, lo sai! Lo sapevi che sono…- mi bloccai, non credendo che lo stessi ammettendo ad alta voce.-…merda, lo sai che sono gelosa di lui. L’avevi capito. E ti avevo chiaramente espresso che lui è mio, e devi stargli alla larga. Ma tu, no. Tu sei Jodi, puoi fare quello che vuoi, vero?- le chiesi sarcasticamente.
-Sam, non dire così che mi fai sentire in colpa.- mugugnò. Scoppiai a ridere.
-Jodi tu devi sentirti in colpa. Per quanto mi riguarda, ora, devi anche chiedermi scusa. Per avermi rovinato un’intera serata con il mio ragazzo, per aver stressato il mio migliore amico, e per essere diventata una persona che non riconosco più.- le dissi, elencando il tutto con le dita. Lei mi fissò, con uno sguardo incredibilmente colpevole.
Bene.
-Ok, Sam. Mi dipiace.- disse scandendo bene le parole. –Mi dispiace di essere venuta qui e di averti rovinato l’estate. Mi dispiace che tu pensi sia cambiata, mi dispiace per tutto, davvero.- si scusò, incatenandomi con il suo sguardo sincero. Incredibilmente, tutta l’arrabbiatura e la frustrazione scivolarono via in un secondo, quando vidi i suoi occhi riempirsi di lacrime.
-Non voglio fare la vittima.- mormorò, asciugandosi gli occhi frettolosamente. –Ma se sono cambiata, c’è un valido motivo. La mia vita fa schifo, Sam. Ho un lavoro di merda, il mio ragazzo mi ha lasciato, le mie amiche sono partite e praticamente sparite. Lo so che venire qui e fare finta che la tua vita sia la mia è stato sbagliato. E’ che ho visto quanto tu sei felice con loro, mi è bastato solo un tuo sguardo, e ho sentito il desiderio di essere felice come te. E l’unico modo era…- balbettò. Io la interruppi, con uno sguardo stanco.
-Jodi, non provare nemmeno a dirlo. Se secondo te l’unico modo di essere felice è rubarmi il ragazzo, o gli amici, allora credo proprio che tu abbia qualche problema.- le dissi. Lei fece un debole sorriso.
-Credimi, ne ho di problemi. Ma non era rubandoti il ragazzo che volevo essere felice. Non so davvero cosa mi è preso. Sono andata fuori di testa, scusami.- ripeté, con sguardo sincero. Sospirai.
-Senti, non so perché, ma non sono arrabbiata. Solo che non posso passarci sopra così facilmente. Tu ci hai provato con lui. Io non credevo ne fossi capace. Quindi, facciamo così, tu te ne torni a casa, ci prendiamo un po’ di tempo, e piano piano torneremo ad essere come prima, ok? Ora devo sbollire.- le dissi. Lei annuì.
-Però, ti prego. Dimmi che non mi odi.- supplicò. Io scossi la testa e le sorrisi.
-No, Jodi, non ti odio. Come potrei odiarti?- le dissi. Lei sorrise e mi strinse in un abbraccio. La lasciai fare per un po’, poi mi scansai con un sorriso.
-Allora, ti serve una mano per fare le valigie?- le chiesi. Lei annuì e così, in silenzio, la aiutai a raccogliere tutte le sue cose e a metterle nella valigia.
Non ero sicura che perdonarla così in fretta fosse stata la mossa più giusta, ma lei era sempre mia sorella ed io le volevo bene.
Lei era stata pronta a perdonarmi tutto quello che le avevo fatto in passato, anche se era niente in confronto a quello che aveva fatto lei, però era sempre lei, la ragazza che c’era stata quando i nostri genitori erano assenti, e non potevo di certo tagliare i ponti con lei, quando era l’unica famiglia che avevo.
Dovevo starmene buona e cercare di metterci una pietra sopra, almeno credo.
 
 
 
 
Quando i ragazzi rientrarono, ero passivamente sdraiata sul divano a guardarmi uno stupido programma di cucina alla tv.
-Ehi, Sam!- mi salutò Liam sedendosi accanto a me. Gli sorrisi, mentre Louis si buttava con molta nonchalance sopra di me, quasi soffocandomi.
-Lou, così non respiro!- protestai, colpendolo sulla schiena. Lui scoppiò a ridere, ma non si spostò.
-Dov’è?- esordì una voce. –Dov’è la mia Sam?- chiese Harry, entrando nel salotto. Alzai la manina, cercando di farmi vedere da dietro Louis, che continuava a ridere come un idiota. Harry mi vide e corse verso di noi, afferrando Louis e liberandomi dal suo peso.
-Sei un idiota, Lou. Ora vuoi anche soffocarmela?- gli chiese, con un vago sorrisetto. Poi si chinò su di me e mi stampò un bacio sulle labbra.
-Ciao.- soffiò con un sorriso malizioso. Gli carezzai la guancia e lo riavvicinai a me, baciandolo di nuovo.
-Ciao.- lo salutai. Lui fece una risatina.
-Ah, andiamo! Di nuovo? Dateci un attimo di tregua!- esclamò Zayn, con voce disgustata, raggiungendoci sul divano. Scoppiai a ridere e mi scostai da Harry, mentre entrava anche Niall. Mi lanciò uno sguardo insieme ad uno splendido sorriso.
-Ehi, dov’è Jodi?- chiese guardandosi intorno con aria leggermente preoccupata. Gli sorrisi.
-Tranquillo, è tornata a casa. Domani doveva tornare a lavoro.- lo informai. Lui si imbronciò per un attimo.
-Oh, avrei voluto salutarla…- mormorò. Sbarrai gli occhi.
-Dici davvero?- gli chiesi incredula. Lui scrollò le spalle e arrossì lievemente.
-E’ mia amica anche lei, sai? Non esisti solo tu…- mi disse divertito,catapultandosi su di me e cominciando a farmi il solletico.
Scoppiai a ridere.
-Ah, bene! Fa sempre piacere saperlo!- esclamai ridendo. Lui dopo un po’ si fermò e mi scompigliò i capelli, regalandomi uno splendido sorriso. Poi mi strinse in un abbraccio da orso.
-Lo sai che tu sei la più importante.- mi sussurrò all’orecchio. Risi e gli baciai la guancia.
-Lo so, lo so.- gli risposi alzando gli occhi al cielo e scatenando la sua risata.
-Ok, ok. Basta. Ora lasciala a me.- si intromise Harry, sedendosi accanto a me e prendendo velocemente il posto di Niall, quando si staccò. Mi passò velocemente un braccio intorno alle spalle e mi sorrise.
-Allora, com’è andata?- mi chiese. Io sospirai e poggiai la testa sulla sua spalla.
-Bene, diciamo. Le ho detto quello che pensavo e lei mi ha spiegato più o meno perché si è comportata in quel modo. Poi è dovuta andare, perché stava facendo tardi all’aeroporto.- gli spiegai. Lui sorrise, sollevato.
-Quindi è tutto a posto?- mi chiese.
-Diciamo di si, ora devo solo sbollire un po’ la rabbia.- risposi, dopo averci pensato un po’ su. Il suo sorriso si allargò, mettendo in mostra le fossette.
-Bene, perché io avrei un idea per farti sbollire…- cominciò.
-Frena gli animi, riccio. Prima dille quello che ci hanno detto oggi…- lo interruppe Zayn, lanciandomi uno sguardo vagamente preoccupato. Harry si irrigidì, fulminandolo con lo sguardo ed io lo guardai preoccupata.
-Perché, che succede?- chiesi. Harry sbuffò.
-Grazie, Zayn.- sibilò sottovoce. Lo guardai.
-Harry?- chiesi con una nota acuta nella voce.
-Oh, Sam non andare nel panico. E’ solo che…- cominciò Liam.
-Solo che…?- ripetei, guardandoli uno per uno negli occhi, lasciandomi per ultimi i più belli, di un verde splendente pieno di paura in quel momento.
-Mi dite cosa diavolo sta succedendo?!- esplosi, dopo l’ennesimo silenzio imbarazzante.
-Dobbiamo andare in tour tra quattro giorni, Sam.- mi informò Louis. Lo guardai e sospirai impercettibilmente.
-Tutto qui? Mi avete quasi fatto prendere un infarto.- li accusai, poggiandomi una mano sul cuore. Poi guardai Harry, che non ricambiò lo sguardo e la preoccupazione tornò.
-Che c’è?- gli chiesi, pizzicandogli un fianco. Lui non rispose e mi lanciò una lunga occhiata.
-Beh, domani partiamo, andiamo a salutare le nostre famiglie…- continuò Zayn.
-Oh. Beh, mi mancherete. Ma tanto tra una tappa e l’altra ci rivediamo, no?- chiesi conferma. Non capivo il perché di quel silenzio improvviso.
Voglio dire, era normale che andassero in tour, erano cantanti!
E mi sarebbero mancati, si, ma il modo di vederci l’avremmo trovato comunque.
-Il tour è in America, Sam.- mi disse Niall, fissandomi negli occhi. Spalancai la bocca.
Era stato come ricevere uno schiaffo in faccia.
Come quando devi strapparti un cerotto e dici ‘un colpo secco e non farà male.’ E sembra così, poi però dopo qualche secondo sale su il dolore.
-In…in A-america?- balbettai, voltandomi immediatamente verso Harry, che guardava la mia mano intrecciata nella sua.
Liam annuì ed io spostai lo sguardo su di lui.
-In America. E dovremo rimanerci quasi due mesi.- mi disse.
Altro schiaffo in faccia.
Due mesi.
In America.
E io in Inghilterra.
Da sola.
Senza di loro.
Senza Harry.
Scoppiai in una risatina isterica ed Harry finalmente incrociò il mio sguardo.
-State scherzando, vero?- chiesi loro. Tutti abbassarono gli occhi e la mia risata si spense.
-No…- sussurrai fissando il vuoto. Harry mi strinse la mano.
-Mi dispiace, Sam.- sussurrò, baciandomi la fronte.
Scossi impercettibilmente la testa.
-Beh, però potrai venire a trovarci!- esclamò Niall, cercando di sdrammatizzare. Harry gli lanciò un’occhiata di fuoco, mentre io lo guardavo inespressiva.
-Ok, io direi che è il caso di andare a mangiare qualcosa…- mormorò Louis, guardando me ed Harry in modo eloquente e afferrando Niall per un braccio. Liam capì al volo e li seguì.
-Nah, io non ho fame.- disse Zayn, senza muoversi.
-Io invece credo che tu dovresti mangiare qualcosa.- disse Louis, lanciandogli sguardi inequivocabili.
-Ma io non ho fame!- protestò Zayn. Liam spazientito, gli afferrò il braccio.
-Zayn muovi quel culo e lascia questi due a parlare da soli. Per favore.- sibilò. Zayn capì e arrossì lievemente.
-Oh, si. Scusa.- mormorò, prima di uscire dalla stanza con gli altri, che si chiusero la porta alle spalle, lasciandoci finalmente soli. Mi accoccolai contro il suo petto e mi lasciai stringere in silenzio per alcuni minuti.
-Non posso stare così a lungo senza te.- sussurrai con voce strozzata. Lui sospirò e mi carezzò i capelli.
-Lo so, Sam. Credimi, non sai quanto ti capisco.- mormorò frustrato.
-Che facciamo?- gli chiesi.
Avevo un disperato bisogno che lui trovasse una soluzione, anche la più stupida. Ma non dovevamo separarci.
-Non lo so.- rispose lui, non aiutandomi minimamente. Sbuffai e mi alzai guardandolo negli occhi.
-Ok, tanto devi andarci per forza, no?- gli chiesi. Lui annuì, suo malgrado, e io sbuffai di nuovo.
-Ecco, tu vai, divertiti, fai impazzire le Directioners, però devi promettermi una cosa.- gli intimai con sguardo serio. Lui annuì di nuovo, fissandomi con un lampo di curiosità negli occhi.
-Dovrai fare il bravo, Harold.- gli dissi. Lui per poco non mi scoppiò a ridere in faccia. Mi afferrò per i fianchi e mi buttò sul divano, mettendosi sopra di me e schioccandomi un dolce bacio sulle labbra.
-Su questo non ci sono problemi. Te l’ho detto, io le altre nemmeno le guardo.- mi disse, percorrendo il contorno delle mie labbra con il pollice.
-Bene. Perché quando torni, io ti voglio tutto per me. E non voglio sentire che sei andato con qualche troietta. Perché lo sai che i ragazzi me lo direbbero.- lo minacciai, con un sorriso. Lui scosse la testa e mi baciò di nuovo, poi si fece serio.
-Si, però neanche tu devi guardare gli altri ragazzi.- mugugnò. Scoppiai a ridere e lo baciai di nuovo, e lui mi strinse in un caldo abbraccio.
Mi rilassai in quel calore, evitando di pensare che di lì a poco lo avrei dovuto salutare per poi non rivederlo per un arco di tempo che sembrava un’eternità.









HOLA C:
*schiva un pomodoro*
*schiva una scarpa*
*poi un altro pomodoro*
Ok, lo so. Ci sarebbe da odiarmi.
Riesco a mandare via Jodi, in un modo relativamente tranquillo direi, però creo un altro casino.
Muahaha! L'ho detto che questi due non avranno pace.
Ebbene, si.
Ci sarà questo fantasmagorico (?) tour in America.
E si sa che Sam non potrà stare tanto tranquilla...
Voglio dire, conosciamo tutti Harry, no?
Però vabbè, sto parlando troppo.
Chi lo sa, magari è diventato un santarellino...(?)
HAHAHA.
Questa era divertente.
Bene, volevo dirvi che mancano 2 o 3 capitoli, compreso l'epilogo, e poi anche questa storia giungerà al termine.
*scende la lacrimuccia*
Lo so, lo so.
Vi mancherò (?)
Si, certo.
Oook, ora sparisco perchè sto sclerando di brutto.
Ah, ma vi siete rese conto di una cosa?
11 RECENSIONI *.*
No, dico. IO VI AMO! :3
Vi devo quasi minacciare per farvi lasciare qualche recensione, però...
Ok,ok. Me ne vado.
Spero vi piaccia ç.ç
#With love.
-S.

Ps. Tra un po' di giorni parto, me ne vado al mare. :DD
Yeeeaah! (?)
Quindi non so se riuscirò ad aggiornare tanto presto ^^
Non odiatemi.
Love yaaah C:

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Capitolo 28
*** He had promised! ***


Capitolo 27
 
 
 
 
-Dai, Sammie, alzati. Non puoi rimanere lì a vita. Sono tre settimane che sembri una morta vivente!- mi strillò mia sorella, scuotendomi.
Erano tre settimane che erano partiti ed io avevo deciso di tornarmene a casa mia.
La casa a Londra era decisamente troppo grande e troppo vuota per me da sola.
E poi si sentiva troppo l’assenza delle urla impazzite dei ragazzi.
Non avrei potuto resistere, così presi il primo aereo per l’Irlanda ed eccomi qui.
Dopo i primi imbarazzanti momenti con Jodi e Ronnie, momenti di assoluto silenzio e di saluti a mezza bocca, sembrava tutto tornato alla normalità e dopo pochi giorni era come se non fosse successo niente tra di noi.
Loro mi avevano chiesto scusa per l’ennesima volta ed io avevo deciso che era il momento di perdonarle in tutto e per tutto e metterci finalmente una pietra sopra.
E poi ero troppo occupata a sentire la mancanza di Harry, per provare qualsiasi altro sentimento negativo.
-Lasciami in pace.- mormorai con tono drammatico, affondando la testa sotto al cuscino. Jodi sbuffò.
-Ron, pensaci tu. Io devo andare a lavoro!- urlò alla mia amica, che probabilmente era al piano di sotto, per poi baciarmi i capelli e stringermi affettuosamente un spalla. Poi si alzò dal letto e finalmente mi lasciò sola. Sentii dei passi veloci salire le scale e poi la mia amica buttarsi a peso morto sul letto accanto a me.
-Allora, che hai intenzione di fare?- mi chiese, con voce relativamente tranquilla. Io feci spallucce.
-Niente. Restarmene qui finchè non tornano.- mormorai contro il cuscino. Lei soffocò una risata.
-Oh, beh. Non so se ti conviene. Sai, se rimarrai tutti i giorni i camera tua, per più di un mese, senza mai uscire alla luce del sole, quando lui tornerà, sarai talmente brutta e stressata che non ti riconoscerà e scapperà a gambe levate.- mi disse, con voce divertita.
Mi alzai di scatto e la fulminai con lo sguardo.
-Grazie per aver aggiunto un altro incubo alla lista di quelli da fare la notte.- le sibilai. Lei scoppiò a ridere.
-Perché, quanti altri ne hai?- mi chiese. Io ci pensai su.
-Qualcuno, ma fondamentalmente la storia è sempre la stessa.- mormorai, distogliendo lo sguardo.
-Ah, si? Raccontamela, magari ti aiuta.- mi disse con un sorriso. La guardai per un attimo.
-Non è tanto difficile da capire, prova a immaginare.- le dissi. Lei guardò il soffitto, portandosi una mano sotto al mento.
-Vediamo…Lui che se ne va con qualche bionda lì in America e poi ti lascia?- chiese. Rimasi a bocca aperta e poi riaffondai il viso nel cuscino.
-Ci hai preso in pieno.- mugugnai, sull’orlo della disperazione. Lei scoppiò a ridere e mi carezzò i capelli.
-Andiamo, Sam. Devi fidarti di lui. Se ti ha detto che sei l’unica, è così.- mi assicurò lei. Io mi rigirai a pancia in su, fissando il soffitto.
-Lo so. Io mi fido di lui. E’ di tutte le ragazze di questo mondo che non mi fido.- mugugnai. Lei rise, di nuovo.
-Mi sembra di sentir parlare mia madre.- commentò con una smorfia.
-Ron, ti voglio bene, ma ti prego, non paragonarmi a tua madre.- le dissi rabbrividendo. Lei scoppiò a ridere di gusto e mi diede un buffetto sulla guancia.
-No, no. Ritiro quello che ho detto.- mormorò tra le risate. Mio malgrado, non riuscii a trattenere un sorriso. Lei lo vide e si illuminò.
-Lo vedi? Stai sorridendo, è un passo avanti!- esclamò battendo le mani. Alzai gli occhi al cielo e mi tolsi le coperte di dosso per alzarmi e dirigermi verso il bagno. Ronnie si alzò dietro di me e mi seguì. Entrai in bagno, aspettai che entrasse anche lei e poi chiusi la porta. Sbuffai, quando la vidi appollaiarsi sulla tazza, osservandomi attentamente mentre mi preparavo per farmi una bella doccia. Aprii l’armadietto accanto allo specchio per prendere la spazzola e la vidi sussultare quando notò le lamette accanto al deodorante. Alzai gli occhi al cielo ed incrociai il suoi occhi nello specchio.
-Stai scherzando, vero?!- le chiesi, trattenendo una risata esasperata. Lei mi sorrise e fece spallucce. Mi voltai verso di lei e la guardai come se fosse impazzita.
-Andiamo, hai pensato davvero che potessi fare una cosa del genere?- le chiesi sbalordita.
-Mi manca ma, Cristo, come ti è venuto in mente?- urlai sorpresa. Lei scoppiò a ridere e alzò le spalle.
-Beh, non si può mai sapere.- disse. Scossi la testa e alzai gli occhi al cielo.
-Sei un idiota.- mormorai, per poi sentire il mio cuore sussultare a quelle parole.
Era quello che ripetevo sempre alui.
Dio, Sam, come sei drammatica.
Lo so, hai ragione.
Beh, dacci un taglio.
Scoppiai a ridere tra me e me.
Tanto per rimanere in tema, no?
-Ora perché ridi?- mi chiese Ronnie. Scossi la testa e pensai che stavo davvero impazzendo.
Oltre che sentire vocine nella mia testa, che già era preoccupante di suo, avevo anche cominciato a rispondergli.
Se qualcuno lo fosse venuto a sapere mi avrebbero di certo rinchiuso in un qualche manicomio e poi buttato la chiave.
Sovrappensiero, infilai una mano sotto il getto dell’acqua della doccia e, deciso che era abbastanza calda, mi spogliai velocemente e mi intrufolai nella cabina, sospirando di sollievo.
-Beh, visto che sei momentaneamente uscita dal tuo stato di zombie…Che hai intenzione di fare oggi?- mi chiese Ronnie, alzando la voce per superare il rumore dell’acqua.
-Non ne ho idea.- mugugnai. La sentii sbruffare.
-Dai, Sam. Inventati qualcosa, non mi va di starmene tutto il giorno dentro casa.- borbottò.
-Tu esci, a me non va. E poi sto aspettando la sua chiamata.- le risposi.
-Oh, ma certo! Passiamo tutto il pomeriggio sedute sul divano fissando il telefono finchè non squillerà. Hai un cellulare, può trovarti anche fuori casa.- mi informò con voce esasperata.
Aveva ragione, da quando ero tornata a casa ero uscita si e no due volte. Me ne stavo sempre davanti alla tv o al computer per sapere cosa combinavano, visto che ogni volta che mi chiamava o aveva poco tempo, o passavamo il tempo a parlare di cretinate come nostro solito.
Però, solo sentire la sua voce mi faceva stare bene, quindi mi accontentavo.
Dopo un po’ uscii dalla doccia e mi asciugai.
-Non lo so, Ron. Oggi non ho tanta voglia di uscire.- le risposi infine. Lei sbruffò.
-Stai uccidendo la tua vita sociale, sappilo.- mi sibilò. Io risi.
-E quando mai ne ho avuta una?- le chiesi. Lei fece un gesto con la mano.
-Dettagli.- mi rispose.
-Beh, io esco uguale. Sei ancora in tempo per ripensarci.- mi disse, guardandomi con quegli occhi da cucciolo a cui sapeva faticavo a resistere.
Alla fine scossi la testa e mi scusai con un sorriso. Lei alzò gli occhi al cielo e mi baciò la guancia.
-Ricordami di dire a quel riccio di restituirmi la mia amica, dato il fatto che l’ha fatta sparire.- borbottò uscendo. Io risi.
-Ti voglio bene!- le urlai dietro.
-Si,si.- rispose lei.
 
 


-Sam, ho una sorpresa per te!- squittì mia sorella, entrando in salotto e parandosi davanti alla tv, dove io stavo guardando un interessante partita di calcio.
-Togliti, stavo guardando la tv.- le dissi, facendole segno di spostarsi. Lei mi ignorò, saltellando come un idiota.
-Vedrai che ne sarai felicissima!- urlò di nuovo. Spostai per un secondo lo sguardo su di lei.
-Se non è Harry materializzatosi improvvisamente sul vialetto di casa nostra, non mi interessa. Quindi, visto che sicuramente non è così, fammi vedere quella dannata partita.- le risposi, con aria annoiata. Lei alzò gli occhi al cielo e spense la tv.
-Ehi!- protestai alzandomi.
-Dio, a volte mi sembri un ragazzo.- commentò –Che cosa ci troverai di bello in venti idioti che si litigano un pallone…- continuò con espressione contrariata. Scrollai le spalle.
-Veramente sarebbero ventidue. E poi…- feci per ribattere. Ma una voce allegra giunse dalla porta.
-Allora, dov’è il mio zombie preferito?- chiese la ragazza entrando in casa. Quando mi vide, fece prima una mezza espressione disgustata, per poi aprirsi in uno splendido sorriso.
-Eleanor?- chiesi sorpresa.
Mi sembrava strano vederla lì, nel salotto di casa mia, in tutta la sua bellezza. E, soprattutto, senza il suo Louis al seguito. Lei mi sorrise  e allargò le braccia.
-In persona.- mi rispose con un sorriso dolce. Corsi ad abbracciarla e lei scoppiò in una risata allegra, stringendomi velocemente a se, per poi allontanarmi e osservarmi con una lunga occhiata. Arrossii e abbassai lo sguardo.
-Sei uno straccio.- commentò. La guardai e le feci una boccaccia, che lei ricambiò prontamente.
-Grazie, mi sei mancata anche tu.- le risposi sarcasticamente. Lei scoppiò a ridere e mi lasciò andare, guardandosi intorno curiosa, per poi sedersi sul divano e farmi segno di seguirla. Con un sospiro mi accomodai accanto a lei.
-L’hai sentito?- mi chiese. Io annuii.
-Ci ho parlato fino a mezz’ora fa.- la informai con un mezzo sorriso. Lei mi carezzò la guancia.
-Sente anche lui la tua mancanza.- mormorò. Io feci spallucce.
-Sicuramente non quanto me.- mormorai in risposta.
-Oh, su questo potrei giurarci. Non credo che lui si stia deprimendo dentro una camera d’albergo.- si intromise Jodi, con voce divertita. La incenerii con uno sguardo
Sempre pronta a tirarmi su di morale, insomma.
Lei capì al volo e si ritirò in cucina, lasciandomi sola con l’unica persona che poteva veramente capirmi in quel momento.
-Non ascoltare tua sorella.- sussurrò con un sorrisetto –Louis è esasperato, dice che non fa altro che parlare di te. E poi sta sempre con la testa tra le nuvole, non gli sembra più lui. Si sta preoccupando.- mi disse. Io feci spallucce e lei mi sorrise, dolcemente.
-Devi avergli proprio fatto un bell’effetto, Sam. L’hai cambiato. E in buono, sono fiera di te.- mi disse. Io feci una risatina.
-Lo so, lo so. Sono stata brava.- scherzai. Lei si unì alla mia risata, raggiante come al solito.
-Come fai a stare così tranquilla, El? Io sto impazzendo, non credo che resisterò un altro mese.- le dissi, improvvisamente seria. Lei fece spallucce e mi sorrise.
-Ci sono abituata. Non credere che io non senta la loro mancanza come la senti tu. E’ solo che riesco a controllarmi. E a non trasformarmi in uno zombie vivente.- mi disse con voce seria e lanciandomi un’occhiata eloquente. Io alzai gli occhi al cielo e arrossii.
-Non ci posso fare niente.- borbottai in imbarazzo. Lei rise, illuminandosi.
-Tu no, ma io si.- mi informò. La guardai sospettosa.
-Che intendi dire?- le chiesi. Lei mi fece l’occhiolino.
-Aspetta e vedrai. Intanto, vai a vestirti e a renderti presentabile.- mi ordinò.
-Perché?- le chiesi.
-Dobbiamo andare a prendere Danielle all’aeroporto, abbiamo una piccola sorpresa per te.- mi informò con uno sguardo malizioso. Mi scappò un sorriso speranzoso.
-Dai, muoviti o faremo tardi.- mi disse, spingendomi verso la mia camera.
Mi preparai in fretta e furia e dopo circa venti minuti eravamo già all’aeroporto, elettrizzate, almeno io, Eleanor sembrava calmissima, ad aspettare l’arrivo di Danielle.
Quando vidi i suoi capelli incredibilmente ricci spiccare tra tutte le altre teste, il mio sorriso si allargò e Eleanor dovette trattenermi per una mano, per evitare che cominciassi a saltellare per vedere quale fosse questa grande sorpresa.
Quasi mi aspettassi di vedere un’altra massa di ricci spuntare dietro Danielle. Ma così non fu e, mentre lei si avvicinava tutta sorridente verso di noi, sola, il mio sorriso si spense. Le due si salutarono calorosamente, stringendosi in un abbraccio.
-Ciao, Sam!- esclamò Danielle, abbracciando anche me. Cercai di tirare fuori un sorriso, tanto per non farla rimanere male, ma quello che ne uscì fu solo una brutta smorfia. Lei scoppiò a ridere, seguita a ruota da Eleanor.
-Come mai è così delusa?- chiese Danielle a Eleanor, come se neanche potessi sentirle. Io le ignoravo, intenta a guardare passare tutte le persone, sperando che da un momento all’altro potesse spuntare una testa bionda ossigenata, o un idiota con le bretelle, o un paio di occhi verdi di cui sentivo terribilmente la mancanza.
El mi guardò sconsolata.
-Le avevo detto che avevi una sorpresa con te.- la informò. Danielle mi illuminò con un sorriso.
-Scommetto che ti aspettavi che ti portassi uno dei ragazzi, vero?- mi chiese ridendo. Eleanor si unì subito a lei ed io sbruffai fulminandole con lo sguardo.
-Bello. Simpatiche. Prendete in giro una povera ragazza, mandando in frantumi i suoi sogni.- borbottai, facendo aumentare le loro risate. Poi Danielle si fermò e cominciò a rovistare nella sua sgargiante borsa rossa.
-Vedrai, questa ti piacerà di più...- mormorò, praticamente infilando la testa dentro la sua grande borsa. Alzai un sopracciglio, scettica, finchè lei non tirò fuori tre cartoncini blu che riconobbi subito.
-Si va in America!- esclamarono Danielle e Eleanor insieme, con un gran sorriso.
Rimasi decisamente senza parole.
Poi dici perché le adori.
 
 
 

 
-Sam, piantala di saltellare. L’aereo è partito. Rilassati e vedrai che il tempo passerà in un attimo.- bisbigliò Danielle al mio fianco, afferrandomi una mano per cercare di tenermi ferma.
Era dalla sera prima che saltellavo elettrizzata, da quando mi avevano mostrato i tre biglietti grazie ai quali in quel momento eravamo su quell’aereo e grazie ai quali presto avrei rivisto i ragazzi.
E avrei riabbracciato Harry.
-Scusa, non riesco a stare ferma!- squittii a voce più alta del normale.
-Shh.- mi rimproverò lei, portandosi un dito davanti alla bocca e indicandomi Eleanor accanto a lei, che dormiva. Le sorrisi imbarazzata, senza però smettere di agitarmi.
Non riuscivo a stare ferma, solo al pensiero che dopo poche ore l’avrei rivisto andavo in fibrillazione.
-Non gli hai detto niente, vero?- mi chiese con sguardo serio. Scossi la testa.
Le ragazze mi avevano consigliato, anzi, categoricamente vietato, di non dire nulla. Perché doveva essere una sorpresa in tutto e per tutto, anche per gli altri ragazzi.
Quando mi aveva chiamata la sera, per darmi la buonanotte, avevo fatto finta di niente. Ma ovviamente lui aveva intuito che c’era qualcosa che gli nascondevo, sembrava che non riuscissi a tenergli segreto niente. Ormai ero un libro aperto anche per lui.
-Bene.- annuì Danielle, poi afferrò la borsa e cominciò a tirare fuori i giornali che aveva comprato all’aeroporto.
-Ora facciamoci un po’ di cultura!- scherzò, passandomene uno.
Neanche a dirlo, erano giornali di moda. Sbuffai e cominciai a sfogliarne uno, con aria annoiata.
-Ehi, che fate?- mormorò Eleanor, stiracchiandosi.
-Ma buongiorno!- esclamai, quasi urlando. Lei fece una smorfia e Danielle mi lanciò un’occhiataccia, insieme a tre quarti delle persone che erano sull’aereo.
-Passamene uno, mi sto annoiando.- sussurrò Eleanor indicando i giornali. Danielle gliene tirò uno e lei cominciò a sfogliarlo, leggendo silenziosamente.
Dopo un po’ di minuti in cui tutto era relativamente calmo, Eleanor ebbe un sussulto e spalancò gli occhi, rivolgendomi uno sguardo che sembrava…terrorizzato.
-Che c’è?- le chiesi, guardandomi intorno. Danielle si sporse verso di lei e guardò la pagina del giornale in cui si era fermata Eleanor.
Ebbe quasi la sua stessa reazione, poi le tolse il giornale di mano e lo chiuse con uno scatto, dando una gomitata alla mora, che tornò alla realtà e mi lanciò un’occhiata preoccupata, prima di ricomporsi e fare finta di niente.
-Che succede?- chiesi, cercando di afferrare il giornale. Danielle lo allontanò da me.
-Niente, non ti preoccupare. Cose stupide.- balbettò, passandolo ad Eleanor che lo allontanò ancora di più.
-Non essere stupida e passami quel giornale.- le dissi seriamente.
-No.- rispose Eleanor, ritirandolo a Danielle. Le fulminai con lo sguardo.
-Danielle, dammi quel maledetto giornale. Ora.- le ordinai con sguardo di ghiaccio. Lei deglutì e con riluttanza mi accontentò.
-Grazie.- mormorai afferrandolo e cominciando a sfogliarlo.
Alla pagina venti mi bloccai, il cuore che ebbe un sussulto.
-Sam, vedrai che è solo un’invenzione dei paparazzi.- cercò di togliermi il giornale le mani Danielle. Con uno strattone lo tenni stretto tra le mani, continuando a leggere e a fissare la foto in bella vista.
Il sorriso di Harry spiccava, mentre abbracciava una ragazza più alta di lui, con i capelli incredibilmente rossi.
Lui era bello, bello come sempre.
Ma era tra le braccia di un’altra fottuta ragazza.
Mi immobilizzai, con il cuore che mi andava in frantumi.
-Lo sapevo…- sussurrai, lasciando scivolare il giornale a terra. Eleanor mi si fece subito vicino, abbracciandomi.
-Sam, mantieni la calma. Vedrai che non è niente, lui…- cercò di consolarmi. Mi scrollai di dosso il suo braccio.
-Lui, un cazzo! L’aveva promesso!- urlai, con le lacrime agli occhi. Eleanor mi lanciò uno sguardo pieno di tristezza.
-Sam, non saltare subito a conclusioni sbagliate. Devi prima parlarci.- mi disse Danielle, cercando di calmarmi.
-Non ci penso nemmeno! Io a quel fottuto stronzo non gli rivolgo più la parola!- urlai di nuovo. Danielle sospirò e scosse la testa, cominciando a digitare qualcosa sul cellulare.
Probabilmente lo stava avvisando, gli stava dicendo che l’avevo beccato, ma me ne fregai, in preda ad un dolore che non avevo mai provato prima.
-Perché? Non poteva resistere? E’ così tanto…- balbettai, senza trovare le parole, il mio cervello proiettava quell’immagine senza sosta.
Il suo braccio attorno ai suoi fianchi, il suo sorriso che illuminava tutto quello che aveva intorno.
Chiusi gli occhi e cominciai a tremare.
In quel momento avevo bisogno solo di una persona.
Quella persona che mi avrebbe presa tra le braccia, stretta a lui e mi avrebbe detto che sarebbe andato tutto bene.
Peccato che quella persona era la stessa per la quale il mio cuore stava andando in mille pezzi.









HOLA C:
*corre a nascondersi per evitare di venire uccisa*
Ok,ok. LO SO.
Me lo potevo risparmiare, ma tanto era quasi scontanto che sarebbe successo.
Ditemi la verità, l'avevate capito tutte, vero? u.u
Però, chi lo sa?
Non tutto è come sembra.
Come si dice...
L'APPARENZA INGANNA.
Però non posso assicurarvi che tutto finisca per il meglio.
Perchè sta per finire, sì.
Dovrebbero mancare due capitoli, compreso l'epilogo, credo.
Beh, la buona notizia è che vi libererete di me (D:)
La cattiva è che dovrete aspettare un altro po', perchè me ne vado in vacanza e non credo che riuscirò ad aggiornare prima della prossima settimana.
Non odiatemi, vi prego! D:
Bien, vado di fretta che mia madre sta stressando.
Spero vi piaccia e che lascerete qualche recensione ç.ç
#With love.
-S.

Ps. Se non vi siete ancora stancare di me, passereste a leggere l'altra mia Ff? C:

Link: http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1139519&i=1

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Capitolo 29
*** I missed you. ***


Capitolo 28
 
 
 
 
Quando arrivammo all’aeroporto, trovammo Liam e Louis ad aspettarci. Non badarono neanche a me e, quando Louis fece per avvicinarsi, Eleanor lasciò immediatamente la mia mano, che mi stava stringendo, per buttarsi tra le braccia del suo ragazzo. Lo stesso fece Danielle e quando Liam la strinse a se, la scena fu talmente tenera e commovente che un groppo in gola mi impedì quasi di respirare.
Avevo fatto in modo che rovinassero la sorpresa ai ragazzi.
Anzi, aveva fatto in modo.
Era colpa sua se ora i ragazzi mi guardavano con occhi pieni di tristezza e preoccupazione.
Colpa sua se non avevo più pronunciato parola per tutto il viaggio.
Colpa sua se in quel momento avevo il cuore in mille pezzi.
-Sam.- cominciò Louis. Io lo ignorai, tamburellando un piede nervosamente a terra. Tanto sapevo che stava per giustificarlo, doveva pur provare a proteggere il suo migliore amico.
Ma io non lo avrei ascoltato, ero troppo furiosa. Lui sospirò e lasciò Eleanor, per avvicinarsi a me e costringermi a guardarlo nei suoi occhi cristallini.
-Stammi a sentire. Non so quale foto tu abbia visto, ma io ti assicuro, ti giuro, che non ha fatto niente di male. E’ stato tutto il tempo con noi, facendoci sentire la tua mancanza più del dovuto.- mi disse con sguardo serio.
Inspiegabilmente, i miei occhi si riempirono di lacrime e Louis mi abbracciò.
-Stai tranquilla, Sam. Vedrai che ci parlerai e ti spiegherà tutto.- bisbigliò. Scossi la testa e sciolsi l’abbraccio.
-No, Lou. Lui…Cristo erano in un fottuto ristorantino romantico, da soli, non c’è niente da spiegare! La stava abbracciando. Nello stesso modo in cui abbraccia me!- sbottai. Lui scosse la testa.
-E’ impossibile, è stato tutto il tempo con noi.- ribadì. Mi scappò una risata amara.
-Beh, l’avrete perso di vista una serata e…puff! Addio Sam.- mormorai, distogliendo lo sguardo. Liam si avvicinò scuotendo la testa.
-Ti stai sbagliando, Sam. Ne sono sicuro. Non l’avrebbe mai fatto, non a te.- mi assicurò.
Chi sa perché, neanche a Liam riuscii a credere. Nonostante fosse il ragazzo di cui mi fidavo più ciecamente.
La paura e la tristezza di averlo perso, bruciavano, facendomi pensare solo al peggio.
-E allora perché lui non è qui?- gli chiesi, senza trovare niente per ribattere. Lui distolse lo sguardo.
-Aveva da fare…- mormorò. Risi.
-Ma certo…Da fare con qualche puttanella…- mormorai sconsolata.
-Sam!- mi chiamò una voce. Mi voltai speranzosa e vidi Niall corrermi incontro. Quando mi fu a pochi centimetri di distanza mi afferrò e mi strinse in un abbraccio da orso.
-Cosa diavolo è successo?- chiese, guardando i ragazzi. Io mi allontanai un poco, senza sciogliere l’abbraccio, trovando conforto in quel calore familiare, nonostante non fosse quello di cui avevo realmente bisogno.
-Il tuo amico Harry è tornato ad essere l’Harry di una volta. L’avevo detto che non sarebbe mai cambiato.- mormorai. Lui sgranò gli occhi e soffocò un grido di frustrazione.
-Giuro che stavolta lo ammazzo.- mormorò, con gli occhi rivolti al soffitto. Poi li abbassò su di me e mi asciugò una lacrima che era riuscita a sfuggirmi.
-Non pensarci tanto, lo farò prima io.- gli dissi. Lui mi sorrise debolmente.
-Qui nessuno ammazzerà nessuno. Ora andiamo a casa e ci parli, come una persona adulta.- mi ammonì Louis, afferrandomi per un braccio e trascinandomi fuori dall’aeroporto.
Neanche a dirlo, non feci in tempo a mettere piedi fuori dalla  porta, che una massa di capelli ricci e due occhi smeraldo mi immobilizzarono sul posto.
-Sam! Perché non mi hai detto saresti venuta? Sarei corso a prenderti!- esclamò, con un gran sorriso, avvicinandosi a me e sporgendosi per abbracciarmi.
Lo fulminai con lo sguardo e le mie cinque dita finirono all’istante stampate sul suo viso.
Mi fissò a bocca aperta, del tutto sorpreso, mentre i ragazzi ci guardavano in silenzio. Gli puntai un dito contro, cercando di rendere la mia voce il più ferma possibile, nonostante il mio cuore mi stesse implorando di avvicinarmi a lui e stringerlo tra le braccia.
Per una volta decisi di dare retta al cervello, che mi consigliava di picchiarlo, o urlargli contro. Lui aprì la bocca per dire qualcosa, lanciando occhiate confuse ai ragazzi, che distoglievano lo sguardo.
-Tu.- sibilai –Razza di stronzo, non provare nemmeno a toccarmi, ne a rivolgermi la parola.- gli ordinai, con sguardo gelido. La sua bocca si aprì ancora di più, ci mancava poco che la sua mascella gli arrivasse ai piedi.
-Ma cosa stai dicendo?- chiese. Io lo fulminai di nuovo con lo sguardo.
-Ti sto dicendo che sei uno stronzo, e che avevo ragione a pensare che non dovevo fidarmi di te…- borbottai. I suoi occhi si spalancarono ancora di più e fece un passo avanti, allungando una mano verso di me. Io mi scostai, disgustata.
-Sam, non capisco cosa sta succedendo.- mormorò, fissandomi negli occhi. La sua espressione sembrava talmente sincera che per un secondo tentai di credergli. Poi, però, mi ricordai con chi avevo a che fare e ritornai in me, distogliendo lo sguardo dalla morsa dei suoi occhi.
-Vallo a chiedere alla tua amichetta cosa sta succedendo, e lasciami in pace.- sibilai, facendo per oltrepassarlo e allontanarmi da lui.
Ma, ovviamente, non mi lasciò fare, afferrandomi il polso e trattenendomi, mentre i ragazzi cominciavano ad allontanarsi a passo spedito verso il bar lì accanto, probabilmente per lasciarci soli, liberi di parlare.
Proprio quello che non volevo accadesse.
Lanciai uno sguardo implorante a Niall, che fece per tornare indietro, ma Louis lo afferrò e lo trascinò con loro, sparendo dietro la porta del bar.
-Sam, mi spieghi cosa ti ho fatto?- mi chiese, con voce seria. Sciolsi bruscamente la sua presa, incrociando le braccia al petto e allontanandomi da lui di qualche passo.
-Lo sai benissimo cosa mi hai fatto. E avevi promesso che non ci saresti cascato.- sibilai con voce rotta. Lui sbarrò gli occhi e allargò le braccia.
-Credimi, se ti dico che non ho idea di cosa tu stia parlando.- mi disse sinceramente.
Non ci cascai e cominciai ad allontanarmi ancora di più da lui. La sua vicinanza, nonostante fossi furiosa e ferita, mi faceva sempre lo stesso effetto. Rischiavo di crollare tra le sue braccia da un momento all’altro, e non potevo proprio permettermelo.
-No, non ti credo più. Mi avevi fatto una promessa, che ovviamente hai mandato all’aria. Ora però ti prometto io una cosa: tu non mi rivedrai più, è finita. Chiuso. Fine. Stop.- gli dissi, fissandolo seriamente negli occhi. Lui fece una risatina nervosa.
-Sam, spero stai scherzando…- mormorò.
-Non è per niente uno scherzo. E l’hai voluto tu.- gli dissi. Lui scosse la testa e cercò di riacciuffarmi, ma io sgusciai via.
-Non toccarmi.- sibilai.
-Sam, smettila. Mi stai facendo preoccupare.- mi disse con tono serio.
-Vaffanculo, Harry.- gli risposi io, indietreggiando ancora di più.
-Sai cosa ti dico? Mi hai stancato. Sei arrivata qui arrabbiata con me e non vuoi neanche dirmi cosa ti ho fatto. Ti stai comportando da bambina, Sam.- mi disse, visibilmente spazientito. Per poco non gli mollai un altro ceffone.
-Ma che gran faccia tosta!- esclamai –Dovresti saperlo bene perché ce l’ho con te, idiota!- gli urlai contro.
-Non sono certo io quella che se ne va alle cenette romantiche con altre persone!- continuai, sempre urlando. Lui mi guardò vagamente confuso.
-Io non sono andato a cena proprio con nessuno.- sussurrò.
Ma certo, continua a negare!
Mi scappò una risatina amara.
-Oh, certo. Peccato che una tua foto sia in bella vista sulle pagine di tutti i giornali. Sei disgustoso.- commentai, con una smorfia.
Poi, senza dargli il tempo di rispondere, gli buttai addosso il giornale che tenevo tra le mani e corsi via.
Lontano da lui.
Lontano da quegli occhi che rischiavano di farmi cedere da un momento all’altro.
Lontano dalle sensazioni che provavo solo grazie alla sua vicinanza.
Lontano dal mio cuore spezzato a causa sua.
 
 
 
-Dio, Sam! Finalmente ti ho trovata!- esclamò una voce alle mie spalle. Ero seduta su quella panchina da tutto il giorno. Non mi ero mossa di mezzo millimetro, troppo occupata a riflettere sull’accaduto.
Avevo davvero lasciato Harry?
Davvero avevo chiuso con lui?
E lui davvero non aveva fatto niente per fermarmi?
Quelle domande mi colpivano il cuore come pugnalate, e ormai l’avevano ridotto a brandelli. Strizzai gli occhi, per evitare di piangere e osservai la faccia preoccupata di Niall a pochi centimetri dalla mia. Mi strinse velocemente in un abbraccio, sospirando di sollievo.
-Sono ore che ti stiamo cercando, ci hai fatti preoccupare!- esclamò al mio orecchio. Io sciolsi l’abbraccio e lo guardai confusa.
-Quanto tempo è che…quanto tempo è passato?- gli chiesi, tornando lentamente alla realtà.
-Da quando Harry ci ha raggiunti al bar sconvolto? Quattro ore.- mi informò. Ma il mio cervello era andato in poltiglia già da quando aveva fatto il suo nome. Chiusi gli occhi e scossi la testa, massaggiandomi le tempie che mi pulsavano.
-Mi dispiace, ho perso la connessione col tempo.- dissi. Lui mi scompigliò i capelli e mi abbracciò di nuovo.
-E’ tutto a posto, ora chiamo gli altri e dico loro che ti ho trovata.- mi disse, sedendosi accanto a me, senza mollare la presa e digitando frenetico sui tasti del suo cellulare. Parlottò al cellulare per qualche minuto, poi chiuse la chiamata e tornò a guardarmi.
-Bene, ora andiamo a casa.- disse, tirandomi su. Scossi la testa e mi allontanai da lui.
-No, non vengo.- gli dissi. Lui mi lanciò uno sguardo confuso.
-E perché?- mi chiese.
-Perché c’è Harry. E io non lo voglio più vedere.- affermai. Lui mi osservò per qualche secondo, poi strinse le labbra, come se volesse trattenere una risata. Mi afferrò il braccio e cominciò a trascinarmi.
-Che fai? Ti ho detto che non voglio venire!- esclamai contrariata. Lui scosse la testa divertito.
-Io mi chiedo come fareste voi due se non ci fossi io…- mormorò lui, tra se e se.
-Devi parlare con lui.- affermò, lanciandomi una veloce occhiata. Puntai i piedi.
-Non ci penso nemmeno.- dichiarai. Lui scosse la testa e mi tirò più forte.
-Credimi, Sam. Devi parlare con lui. E’ stato tutto un grande errore, quando capirai cosa è successo ti metterai a ridere.- affermò convinto.
-Io non credo proprio.- commentai, bloccandomi. Lui mi tirò, trascinandomi verso una via che portava a un complesso di casette molto carine.
-Niall, se non vuoi davvero piangere la morte del tuo amico, lasciami andare.- ci riprovai con voce seria. Lui scosse la testa, ridendo.
-Non ci penso neanche.- dichiarò. Continuammo a camminare per qualche altro minuto e superammo tre traverse. Arrivati alla quarta, girammo a sinistra e percorremmo un vialetto che portava ad una mega villa con un enorme giardino davanti.
-Niall…- cominciai. Lui mi ignorò e mi costrinse a salire le scalette che portavano alla porta.
-Ascoltami bene.- mi disse, fermandosi e poggiandomi le mani sulle spalle. –Tu ora vai lì dentro, ci parli e vedrai che si risolverà tutto.- mi assicurò. Sbarrai gli occhi.
-Ma stai dicendo sul serio?! Lui va a spassarsela con un’altra ragazza ed io dovrei ancora rivolgergli la parola? Ma da che parte stai, tu?- esclamai, sconvolta. Lui mi diede un buffetto sulla guancia.
-Dalla tua, piccola idiota. E’ per questo che ti dico di andare lì dentro e di ascoltare cosa ha da dirti.- mi disse, aprendo la porta e spingendomi dentro. Feci per rigirarmi ma lui mi sbatté la porta in faccia. Rimasi a bocca aperta, fissando la porta chiusa davanti a me.
Non ci posso credere.
Mi ha chiusa dentro casa.
In una casa sconosciuta, all’interno della quale in questo momento c’è uno stronzo che gira.
Con il quale lui è convinto che io debba parlare.
Ma io lo uccido e basta, se me lo ritrovo davanti!
Sentii dei passi dietro di me e faticai a trovare il coraggio di voltarmi.
-Sam.- sussurrò la sua voce.
Ok, mantieni la calma e non aggredirlo.
Mi voltai verso di lui, lentamente, ed incrociai i suoi occhi freddi. Teneva in mano il giornale che gli avevo tirato addosso, aperto sulla pagina dove spiccava la foto di lui con quella ragazza.
Dove avevo letto l’articolo che aveva fatto a pezzi il mio cuore.
Nuova fiamma per il cantante dei One Direction Harry Styles.Il titolo spiccava al centro, per poi lasciare spazio ad altre parole, una più dolorosa dell’altra.
-E’ questo l’articolo che hai letto?- mi chiese, indicandolo. Annuii, senza proferire parola. Lui sospirò e fece un passo avanti.
-Ed è questa la foto che ti ha sconvolto tanto?- chiese ancora, indicandomi la foto di lui, al chiaro di luna, con la ragazza dai capelli rossi, mentre si stringevano in un caloroso abbraccio.
Annuii di nuovo, strizzando gli occhi.
-Ed è per questo che mi hai mandato a fanculo, facendomi sentire il ragazzo più idiota del mondo?- chiese ancora.
-La pianti di fare domande e arrivi al punto?- riuscii a sussurrare, spazientita. Lui fece un altro passo verso di me ed io non riuscii a tirarmi indietro come volevo, il mio corpo era attratto dal suo come una calamita, non potevo stargli alla larga più di tanto. Lui fece un debole sorriso.
-Ti stai sbagliando.- mi informò. Lo guardai male.
-Qui, se c’è una persona che ha sbagliato, sei tu.- ribattei, incrociando le braccia al petto. Lui sorrise di nuovo, facendo un altro passo avanti e arrivando a pochi centimetri da me.
-Quella.- disse indicando il giornale –Non è la mia ragazza.- disse. Schioccai la lingua.
-Beh, se è per questo neanche io lo sono più.- gli ricordai. Lui scosse la testa, continuando a sorridere, sicuro di se.
-Sam, quella lì, la ragazza che stavo abbracciando, è mia cugina.- mi rivelò, avvicinandosi ancora di più. Non mi feci fregare e riuscii a fare un passo indietro.
-Si, come no. Poi sei passato a trovare anche tua zia e poi tua nonna, già che c’eri.- mormorai sarcasticamente. Lui scosse la testa, divertito.
-Non mi credi?- mi chiese. Scossi la testa, facendo un altro passo indietro.
-No.- dissi sicura.
-Non ti fidi di me?- chiese ancora rabbuiandosi un poco.
-Niente mi assicura che tu non mi stia mentendo di nuovo e che non ti sia divertito alle mie spalle per tutte e tre le settimane che siamo stati lontani.- borbottai.
-Eri sicura che se fossi andato con qualche troietta i ragazzi te l’avrebbero detto.- mormorò, citando le mie stesse parole. Feci spallucce.
-L’hanno fatto?- chiese lui. Mio malgrado, scossi la testa e il suo sorriso si allargò.
-E allora? Perché non vuoi credermi?- mi chiese. Mi imbronciai.
-Perché voi maschi siete tutti uguali, non ci si può fidare di voi.- borbottai. Lui rise leggermente e si avvicinò di più. Ormai era arrivato ad un palmo dal mio viso e una morsa mi strinse lo stomaco, facendomi sussultare.
-Sam, era veramente mia cugina.- cominciò con tono serio –Vive qui da dieci anni e mi era sembrata un buona occasione per rivederla. Nella foto non si vede, ma c’erano anche i suoi due fratelli con noi.- mi informò.
-E se credi davvero a quello che scrivono sui giornali, invece che alle mie parole, allora penso che il problema qui sia un altro.- continuò, rabbuiandosi.
Non volevo ammetterlo, ma stavo davvero cominciando a credergli.
Dopotutto mi aveva fatto una promessa e, anche se era un pervertito, idiota e tutti gli altri difetti che potevo trovargli, lui era sempre stato sincero.
E aveva sempre rispettato la sua parola.
Perché avrebbe dovuto continuare a mentire?
A mentire a me?
-E quale sarebbe il problema, sentiamo?- chiesi, cercando di restare concentrata, nonostante i suoi occhi verdi mi stessero scavando dentro come trivelle.
Mi sentivo nuda, scoperta, mi stava leggendo dentro come non aveva mai fatto nessun’altro.
-Tu non ti fidi di me.- sussurrò, soffiando sul mio viso. Io scossi la testa.
-No, è diverso. Io mi fidavo di te. Sei tu che hai permesso che accadesse il contrario.- gli ricordai. Lui scosse la testa a sua volta, sorridendo amaramente.
-No, Sam. Se tu ti fidavi di me, non avresti fatto quella scenata, non avresti creduto alle prime voci che giravano su di me, saresti corsa da me e mi avresti chiesto spiegazioni.- mormorò. Alzai le spalle.
-Cosa avresti fatto tu, se mi avessi visto insieme ad un altro?- gli chiesi. Lui sembrò pensarci un po’ su.
-E’ diverso.- affermò alla fine. Mi scappò una risata.
-E in cosa è diverso? E’ la stessa identica cosa. La gelosia ha avuto la meglio sulla razionalità.- conclusi, dichiarando a me stessa che era stato tutto un grosso equivoco.
Ci pensò su di nuovo, poi annullò la distanza tra di noi con un passo, afferrandomi improvvisamente per la vita.
All’istante, appena le sue mani sfiorarono leggere i miei fianchi, mi sentii viva.
Finalmente in pace con me stessa e piena di un calore nel cuore indescrivibile.
Solo quando lui mi strinse tra le sue braccia, capii davvero quanto mi era mancato.
-E’ tutto risolto quindi?- mi chiese, affondando la testa tra i miei capelli. Chiusi gli occhi e mi lasciai stringere, respirando il suo odore dolce che tanto mi era mancato. Annuii distrattamente.
-Mi dispiace di averti urlato contro e di non averti ascoltato.- mormorai, poggiando la fronte sul suo collo. Lui mi strinse ancora di più.
-Io avrei fatto di peggio.- confessò, con una debole risata. Mi unii a lui per qualche secondo, poi tornammo entrambi in silenzio, lasciando il tempo ai nostri cuori di ritrovarsi.
-Mi sei mancata.- sussurrò al mio orecchio, provocandomi piccoli brividi che risalirono la mia schiena.
-Anche tu.- sussurrai a mia volta.
Poi, finalmente, tutta la distanza tra noi fu completamente annullata dalle sue labbra che si poggiavano sulle mie.
Avete presente la sensazione di quando siete stati troppo sott’acqua, mantenendo il respiro, e finalmente tornate a galla, prendendo una grande boccata d’aria?
Ecco, fu così che mi sentii.
Come se tornassi a respirare dopo tre estenuanti settimane fatte della sua assenza.









HOLA C:
*alza la mano, colpevole*
Lo so ragazze, sono in ritardiiiisssimo.
Però, capitemi!
Sono ancora in vacanza! :DD
Però, domani sera torno a casa, e prometto che mi dedicherò solo agli ultimi due capitoli finali della Ff.
*scende una lacrimuccia*
Si, perchè ho deciso di allungarla di un altro capitolo, dove faranno pace PER BENE (capite a me ^^), e poi ci sarà l'epilogo e poi dovremo dire addio a questi fanciulli (?) D:
Neanche a dirlo, oggi vado di freeeetta, quindi scappo subito.
Scusate per la schifezza del capitolo, non so a voi, ma a me non piace per niente. Solo che sono stata quasi costretta a pubblicarlo u.u
Prometto che mi farò perdonare C:
#With love.
-S.



Ps. Passereste a leggere l'alra mia Ff? C:
Ecco il link: http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1139519

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Capitolo 30
*** And if we were the exception? ***


Capitolo 29
 
 
 
 
-Sam, svegliati.- mormorò una voce dolce, femminile. Aprii un occhio e mi ritrovai Eleanor china su di me, che mi scuoteva le spalle.
Ma che è questa mania che hanno tutti di svegliarmi?
Non è colpa loro se tu stai sempre dormendo.
Sbuffai e aprii anche l’altro occhio, concentrandomi sul sorriso entusiasta che aveva stampato in faccia.
-Che c’è?- le chiesi. Il suo sorriso si allargò e mi tirò via le coperte, tendendomi una mano per alzarmi.
-I ragazzi hanno una giornata libera, hanno deciso di portarci al mare, tutti insieme.- mi informò. Sbuffai di nuovo e afferrai la sua mano, mettendomi in piedi.
-E io non posso restare a casa a dormire?- mugugnai. Lei scoppiò a ridere.
-Non essere sciocca, il tour sta per finire, quando ci ricapita di essere a Los Angeles?- chiese retoricamente.
Da una parte aveva ragione.
Eravamo in America, con i nostri ragazzi e avevamo l’opportunità di andare a divertirci per una giornata intera, senza preoccupazioni.
Sbuffai e mi stiracchiai. Lei soffocò una risata e mi spinse verso il bagno.
-Dai, muoviti. O ci lasceranno qui.- mi disse.
-Perché c’è anche questa possibilità?- chiesi scherzando. Lei fece una smorfia divertita.
-Nah, non credo che Harry ti mollerebbe nemmeno per un secondo.- mi informò. Mi ritrovai ad annuire e a sorridere come un ebete, solo a sentire il suo nome.
Dopo che avevamo chiarito quel piccolo equivoco, dovuto tutto alla mia impulsività e alla mia stupida gelosia, le cose tra noi erano tornate come prima, se non meglio.
Non mi aveva più lasciata nemmeno per un secondo. Ogni volta che aveva un concerto, o un’intervista, qualsiasi cosa, mi portava con se e appena finito mi rapiva letteralmente e ce ne stavamo sempre da soli.
A parte le rare volte che Louis e Niall reclamavano la loro amica e costringevano Harry a farmi passare del tempo anche con loro.
Con la scusa che doveva riposarsi si chiudeva sempre in camera, ovviamente con me, e passavo il tempo a dirci frasi schifosamente dolci e a guardarci film strappalacrime, anche se poi alla fine facevamo tutto tranne che guardare il film.
Mi riscossi dai miei pensieri.
-E ora perché sei arrossita?- mi chiese Eleanor, stupita. Scrollai le spalle e mi morsi il labbro, per evitare di farmi sfuggire il sorriso emozionato che stava venendo a galla. Eleanor scosse la testa e mi spinse verso il bagno.
-Ormai è andata, povera ragazza.- mormorò, mentre mi chiudeva la porta alle spalle.
-Muoviti e non dimenticarti il costume!- mi urlò dall’altra parte della porta. Mugugnai qualcosa e mi preparai in fretta e furia, più per l’impazienza di scendere al piano di sotto e perdermi negli occhi di Harry, che per altro.
Mi infilai in fretta un paio di pantaloncini di jeans e una canottiera sopra il costume e mi precipitai per le scale, finendo addosso a qualcuno.
-Ehi!- esclamò Harry, accogliendomi tra le sue braccia. Arrossii all’stante.
-Scusa.- mormorai. Lui scoppiò a ridere e mi stampò un bacio sulle labbra.
-Buongiorno.- mormorò con la sua voce roca, baciandomi di nuovo.
-Poche smancerie, ragazzi. Dobbiamo muoverci.- ci ammonì Zayn, afferrandomi per un braccio e sciogliendo la presa di Harry, che lo fulminò con un’occhiata tutt’altro che amichevole. Mi trascinò in macchina e fui raggiunta all’istante da Harry, che prese posto accanto a me, afferrandomi la mano. Gli sorrisi, mentre Zayn scuoteva la testa sconsolato.
-Allora, dove stiamo andando?- chiesi curiosa.
-Oh, in una spiaggetta molto carina. Vedrai, Sam, ti piacerà. E poi ti prenderai un po’ di pausa dalla bocca di Harry. A volte siete disgustosi.- commentò Niall, facendo una smorfia divertita. Io gli feci una boccaccia e poggiai la testa sul petto di Harry, che mi strinse dolcemente a se.
Non era colpa mia se eravamo inseparabili.
Non riuscivamo a farne a meno.
Dopo un’oretta di viaggio arrivammo in una zona semi-deserta, dove si apriva ai nostri piedi un’enorme spiaggia baciata dal sole splendente. Sorrisi, meravigliata e tirai Harry per la mano, che ricambiò il mio sorriso.
Mentre gli altri ragazzi si sistemavano sulla spiaggia, cominciando a stuzzicarsi tra di loro e a giocare a pallavolo, io mi diressi a passo svelto verso il mare, immergendo i piedi nell’acqua gelata e tirando un sospiro di sollievo.
Harry mi raggiunse e mi abbracciò da dietro, poggiando il mento sulla mia spalla.
-Mi mancherà questo posto.- mormorò, respirando l’aria salmastra e godendosi il sole splendente di quella parte dell’America.
A Londra potevamo anche sognarcelo un sole così.
-Ci torneremo.- gli risposi, sicura. Lui si lasciò scappare una risatina e mollò la presa.
Appena si allontanò un poco, rilassandosi, lo spinsi con forza, facendolo cadere in acqua. Scoppiai a ridere della sua espressione sorpresa, mentre si tirava su sgocciolante.
Un lampo di sfida gli apparve negli occhi.
Scoppiai di nuovo a ridere e cominciai a correre lontano da lui. Lui rimase ancora per qualche secondo immobile, guardandomi incredulo, con quella sua faccia sorpresa che mi faceva ridere sempre di più. Poi partì all’inseguimento tra la sabbia.
Sapevo che mi avrebbe raggiunta, non ero molto veloce e poi le risate mi toglievano fiato, però continuai a correre più veloce che potevo, spaventata dalla sua possibile vendetta.
Come avevo previsto mi raggiunse dopo pochi secondi e mi afferrò per i fianchi buttandomi a terra. Rotolammo per qualche centimetro tra la sabbia che bruciava e poi lo ritrovai sopra di me, tutto sgocciolante.
Non feci nemmeno in tempo a rendermene conto che cominciò a farmi il solletico, scatenando ancora più risate, ormai avevo le lacrime agli occhi. Lui però non smetteva e dopo un po’ iniziò a ridere anche lui.
-Basta, basta. Mi arrendo!- gli dissi tra le risate. Lui mi guardò divertito.
-Oh, no. Adesso me la paghi.- disse deciso, continuando a farmi il solletico.
-Ti prego, non ce la faccio più.- dissi ormai senza fiato. Lui dopo un po’ si fermò e io gli posai le mani sul petto, ascoltando il battito accelerato del suo cuore.
-Stavo per morire.- ansimai con un sorriso, cercando di riprendere fiato. Lui mi asciugò una lacrima che era sfuggita e sorrise, mostrando quelle fossette che adoravo tanto.
-Ma smettila!- disse scompigliandomi i capelli, poi scosse i suoi, bagnandomi il viso e scoppiando a ridere.
Poi mi guardò, improvvisamente serio.
Sapevo cosa voleva fare, riconoscevo quello sguardo all’istante.
Ogni volta scatenava le farfalle nel mio stomaco e mi faceva tremare le gambe.
Infatti, appena elaborai il pensiero, cominciò ad avvicinarsi e a socchiudere gli occhi.
Il mio cuore accelerò ancora di più, se possibile, e incrociai appena un attimo il suo sguardo, prima che i suoi occhi si chiudessero del tutto.
Chiusi anche i miei e mi preparai a quel dolce contatto e alle sensazioni che di conseguenza scatenava in me.
Quando sentii le sue labbra morbide e umide posarsi sulle mie, mi sciolsi completamente. Infilai una mano tra i suoi capelli bagnati, accarezzandoli e lui mi strinse forte.
Quel bacio era di una dolcezza assoluta, sapeva di mare, di fragole, di lui.
Quando finì, quando lui si allontanò un poco da me, sentii come un vuoto insinuarsi nel mio cuore e mi travolse il desiderio ardente di baciarlo di nuovo. Ma mi trattenni, perché uno sguardo ancora più intenso si era fatto largo nei suoi occhi.
-Sam, devo dirti una cosa.- prese fiato.-Io ti…- cominciò a dire, con voce tremante. Sgranai gli occhi e gli portai una mano alla bocca, bloccando le parole che sapevo stava per dire. Scossi la testa, spaventata.
-Non dirlo, ti prego.- lo supplicai con voce strozzata.
Lui capì che avevo intuito cosa stava per dire e mi guardò confuso.
-Perché?- mi chiese allontanandosi e poggiando la testa su un braccio. In quella posizione era bellissimo e dovetti fare appello a tutta la mia forza di volontà per non saltargli letteralmente addosso.
Continuava a guardarmi con sguardo interrogativo e in quell’instante sentii di poter annegare nel verde dei suoi occhi.
Intrufolai la mia faccia nell’incavo del suo collo, dove posai un dolce bacio e inspirai il suo profumo, prima di tornarlo a guardare seriamente.
-Perché quando finirà, farà male ricordare questo momento.- gli dissi abbassando lo sguardo.
Sapevo che lui non avrebbe capito le mie paure, ma io non potevo permettergli di dirmi quelle due famose parole: il loro ricordo mi avrebbe ucciso, se poi lui un giorno se ne fosse andato.
Lui sgranò gli occhi, sorpreso dalla mia risposta.
-E perché dovrebbe finire?- mi chiese sconvolto. Feci spallucce ed evitai il suo sguardo caldo.
-Perché niente è per sempre.- sussurrai tristemente. Lui sospirò e mi posò un dito sotto al mento e riportò il mio viso all’altezza del suo, riallacciando i nostri sguardi.
-E se noi fossimo l’eccezione?- mi chiese dolcemente.
A sentire quelle parole, cariche di sentimento, i miei occhi si riempirono di lacrime e il mio cuore cominciò a volare verso di lui.
In quell’istante era diventato suo, completamente.
Io ero totalmente in balia dell’amore che provavo per lui, ma che avevo cercato di reprimere fino a quel momento.
Lui vide le lacrime cercare di straripare dai miei occhi e sorrise, con il sorriso più tenero che potesse avere, baciandomi dolcemente la punta del naso. Chiusi gli occhi e respirai profondamente il suo profumo.
Lui mi abbracciò forte e sprofondò il viso tra i miei capelli, sospirando.
Dopo alcuni minuti passati in quella posizione, il suo cuore parlò.
-Ti amo.- sussurrò tra i miei capelli. Io chiusi gli occhi e lacrime di gioia cominciarono a scorrere silenziose sulle mie guance.
Fatti coraggio, Sammie.
E’ questo il momento giusto.
-Ti amo anch’io.- sussurrai senza guardarlo. Con la coda dell’occhio lo vidi sorridere e sentii il battito del suo cuore accelerare, frenetico. Mi baciò i capelli e fece una risatina.
-Che giorno è oggi?- chiese, con uno sguardo malizioso. Aggrottai le sopracciglia, stupita da quella domanda.
-Il ventisette agosto, perché?- gli chiesi. Il suo sorriso si allargò.
-Te l’avevo detto che prima della fine dell’estate ti saresti innamorata di me.- disse scoppiando a ridere. Io sbruffai e lo fulminai con lo sguardo, mordendomi un labbro per evitare di sorridere.
-Non sei divertente.- mugugnai. Lui scoppiò di nuovo a ridere e mi baciò la fronte.
-Lo so. Ma tu sei adorabile quando ti arrabbi.- mi disse con un bellissimo sorriso. Sentii il sangue colorarmi le guance e lui si spostò su di me, premendo le sue labbra sulle mie. A dire la verità, in quel momento, molto altro di lui era premuto su di me.
Diversi punti strategici del nostro corpo erano in contatto.
Sentii le farfalle nello stomaco e poi un po’ più giù, mentre il bacio si faceva sempre più profondo. A fatica, mi staccai, riprendendo fiato.
-Harry…- mormorai, il respiro affannoso. Lui mi ignorò, passando le labbra sul mio collo. Sospirai di piacere.
-Harry.- ci riprovai.
-Mh?- mugugnò, zittendomi con un altro bacio.
-Siamo in una spiaggia.- riuscii a ricordargli.
-Ci sono anche i ragazzi.- continuai. Lo sentii piano piano arrendersi. Mi stampò un altro bacio sulle labbra e si tirò su, con un sorriso pieno di desiderio.
-Ok, la smetto.- mi disse, con un bellissimo sorriso. Mi tirai su anch’io e gli baciai la guancia.
Lui mi afferrò improvvisamente e intrappolò le mie labbra con le sue come sapeva fare solo lui. Con una risata mi staccai.
-Harry!- lo rimproverai. Lui abbozzò un sorriso.
-Scusa, non ne posso fare a meno.- confessò, passandosi una mano tra i ricci. Scoppiai a ridere e lui puntò gli occhi nei miei.
-Ragazzi, ci degnate della vostra presenza?- sentii una voce urlare. Harry si tirò su di scatto, appena in tempo per essere colpito dalla palla che aveva lanciato Louis. Harry la afferrò e lanciò all’amico uno sguardo di fuoco.
-Louis Tomlinson.- cominciò, con voce di ghiaccio. –Ti sei appena messo contro Harry Edward Styles, preparati alla guerra!- esclamò, cominciando a correre verso di lui, con la palla in mano. Louis scoppiò a ridere e cominciò a scappare. Scossi la testa, sorridendo, mentre li osservavo rincorrersi come due bambini. Eleanor e Danielle mi raggiunsero, sedendosi accanto a me sulla sabbia.
-Allora, che stavate combinando?- mi chiese Danielle, elettrizzata. Le lanciai un’occhiataccia.
-Non sei troppo impicciona, ragazza?- ribattei, provocando la risata di Eleanor e il broncio di Danielle. La colpii con una spallata giocosa e a lei tornò all’istante il sorriso.
-Mi ha detto che mi ama.- confessai, emozionata.
Dirlo ad alta voce a qualcun altro, faceva uno strano effetto. Danielle rimase a bocca aperta e le brillarono gli occhi.
-Non ci credo.- mormorò Eleanor, più che sorpresa. Io annuii con un gran sorriso. Danielle fece un urletto e mi abbracciò di slancio.
-Wow! Non credevo che le parole Harry Styles e amore un giorno potessero fare parte della stessa frase.- scherzò ed io le pizzicai un fianco facendola scoppiare a ridere. Eleanor mi afferrò una mano e me la strinse, visibilmente felice per me.
-E tu che gli hai detto?- mi chiese. Arrossii e mi schiarii la gola.
-Che lo ama anche lei! E’ ovvio, El!- esclamò Danielle, con un sorriso luminoso e battendo le mani. Scossi la testa, ormai rassegnata all’eccessivo entusiasmo di quella ragazza. Non capivo come facesse ad andare d’accordo con Liam, sempre così tranquillo e riflessivo.
Neanche a dirlo Liam ci raggiunse, insieme a Zayn, mentre Niall giocava con gli altri due. Danielle non diede nemmeno il tempo a Liam di sedersi che si buttò tra le sue braccia. Lui la accolse nel suo abbraccio con una risata divertita e la strinse a se.
-Oh, Liam. L’amore è nell’aria, oggi!- esclamò, con una risata divertita. Zayn scosse la testa ed io gli feci l’occhiolino.
-Ma che dici, Dan. Sei impazzita?- le chiese Liam, sorridendole dolcemente. Lei non gli rispose e lo baciò, con una tale passione che ci costrinse a distogliere lo sguardo da quella scena decisamente troppo intima.
-Ragazzi, ci sono le camere d’albergo per queste cose.- li riprese Louis, avvicinandosi e aiutando Eleanor ad alzarsi, per poi stringerla in un abbraccio.
-Ed è proprio quello che andremo a cercare noi, vero dolcezza?- le chiese scherzando. Eleanor gli fece una boccaccia e lui scoppiò a ridere.
-Ragazzi, io avrei fame. Che ne dite di tornare a casa?- chiese Niall, raggiungendoci insieme ad Harry. Io mi tirai su, aiutando Zayn a fare lo stesso, mentre i due piccioncini si calmavano e si ricomponevano.
-Si, anche io dovrei fare una cosa a casa.- intervenne Harry, lanciandomi uno sguardo profondo, inequivocabile. Arrossii fino alla punta dei capelli e deglutii nervosamente. Louis si accorse di quello scambio di sguardi e scoppiò a ridere.
-Pare che sia arrivata l’ora…- mormorò maliziosamente, beccandosi una gomitata dalla ragazza. La ringraziai mentalmente, mentre Niall alzava gli occhi al cielo.
-Va bene, farete tutto quello che volete. Ma io ho bisogno di cibo. Ora.- esclamò, passandosi teatralmente una mano sullo stomaco. Con una risata lo presi sottobraccio e ci avviammo tutti insieme verso le macchine, dritti nella villa che i ragazzi avevano comprato a Los Angeles.
 
 
 
 
Mi infilai sotto la doccia, cercando di rilassarmi e di scacciare via quella fastidiosa sensazione che mi invadeva lo stomaco.
Sentivo che dovevo fare qualcosa, e sapevo anche cosa.
Solo che non mi sentivo pronta, ero spaventata, terrorizzata all’idea di quello che avrebbe potuto significare.
Cercai di non pensarci e di concentrarmi solo sul battito accelerato del mio cuore e sull’espressione che Harry aveva mentre mi diceva che mi amava.
Cioè, lui mi ama.
Me l’ha detto!
Si, idiota, puoi anche smetterla di ripeterlo.
Non ascoltai la vocina antipatica nella mia testa, ero talmente felice in quel momento, che niente avrebbe potuto rovinare il mio umore.
Uscii dalla doccia e mi avvolsi nell’accappatoio blu che mi aveva prestato Harry, essendomi dimenticata il mio a Londra. Uscii dal bagno dirigendomi in camera e raggiunsi l’armadio, alla ricerca di qualcosa da mettere.
Mentre ero praticamente immersa tra i vestiti, sentii bussare alla porta.
-Un attimo!- gridai. Ma chiunque era dall’altra parte, non mi ascoltò, perché sentii la porta aprirsi e poi richiudersi. Mi voltai di scatto e osservai Harry, l’espressione indecifrabile, poggiato sulla porta con entrambe le mani dietro la schiena.
Con delicatezza, fece girare la chiave che con uno scatto chiuse la porta.
Chiudendo tutto il mondo fuori.
Deglutii nervosamente e mi strinsi nell’accappatoio, mentre Harry mi fissava con quegli occhi caldi che rischiavano di farmi scoppiare il cuore.
-Ehi.- gli dissi, cercando di rompere quel silenzio che mi metteva decisamente in imbarazzo. Il suo viso finalmente si distese in un sorriso ed io sospirai di sollievo, ricambiando.
-Che c’è?- gli chiesi. Lui scrollò le spalle e fece un passo avanti, le braccia lungo i fianchi.
-Volevo stare un po’ con te.- sussurrò con la sua voce roca. Io deglutii e sentii rimbombarmi il cuore nelle orecchie.
-Beh, dammi cinque minuti. Mi vesto e…scendo…- la mia voce nervosa si affievolì, mentre sul suo viso si faceva largo un sorriso che conoscevo bene.
Un sorriso pieno di desiderio e in quel momento capii cosa intendeva quando diceva che voleva stare un po’ con me.
Deglutii di nuovo, cercando di scacciare via quella stupida paura che avevo.
Le farfalle cominciarono a svolazzare nello stomaco, mentre lui cominciava ad avvicinarsi a me, con un sorriso leggermente insicuro sulle labbra.
Quando arrivò a pochi centimetri da me, chiusi gli occhi e sospirai, il suo profumo dolce che mi fece tremare le mani e sentii il suo respiro sulle labbra, che si schiusero automaticamente.
Mi afferrò il viso con entrambe le mani, con delicatezza, ed io aprii gli occhi, per perdermi come mio solito nel verde smeraldo dei suoi.
In quel momento il suo sguardo era incredibilmente dolce, insicuro, pieno di un desiderio incontrollabile, che tutti i miei dubbi sparirono all’istante.
Io volevo lui, quasi quanto lui voleva me.
-Ti amo, Sam.- sussurrò, soffiando sulle mie labbra. –E vorrei che tu ti fidassi di me, che tu…- continuò, con un velo di impazienza nella voce.
Lo interruppi con un bacio e lo guardai seriamente.
-Io mi fido di te, Harry. Non ho più paura, voglio stare con te.- confessai, senza distogliere lo sguardo nemmeno per un secondo. Lui sbarrò un poco gli occhi.
-Sei…sei sicura?- chiese, titubante. Sorrisi e lo baciai di nuovo.
-Voglio te, Harry.- sussurrai, più sicura che mai. Lui sorrise e non se lo face ripetere due volte. Mi afferrò le guance e mi baciò, come sapeva fare solo lui.
Il mio cuore batteva talmente forte che rischiava di uscirmi dal petto, mentre lui mi prendeva tra le braccia e con delicatezza mi poggiava sul letto, senza interrompere il bacio.
Tutte le insicurezze e le paure scivolarono via, rimpiazzate dal desiderio bruciante e dall’amore che provavo per lui.
Nessuno, e dico nessuno, al mondo poteva essere più felice di me in quel momento.








HOLA C:
Ebbene sì, questo è l’ultimo capitolo D:
Ci sarà l’epilogo e poi fine, chiuso, addio.
Non ci posso pensare che dovrò salutare questi fanciulli (?) e dovrò smettere di scrivere di loro.
No,no, cambiamo discorso D:
Beh, come avrete capito, E’ SUCCESSO.
Solo che…beh…*tossisce*... non l’ho descritto perché mi sentivo in imbarazzo.
Non sono proprio un’esperta in questo genere di cose, quindi fate largo alla fantasia e immaginate voi come è realmente finito il capitolo ^^
Bene, mi prendo un piccolo spazio per ringraziare di cuore le 56 persone che hanno messo questa storia tra le preferite,
le 9 tra le ricordate,
e le 75 tra le seguite.
Nel prossimo e ultimo ‘Hola’ ringrazierò tuuuutte le altre ragazze che sono state con me in questa storia.
Ah, ho deciso che se non ricevo un numero minimo di recensioni (che conosco solo io) non continuo.
Stiamo diminuendo, ragazze.
E a mali estremi, estremi rimedi u.u
Bien, spero vi piaccia ç.ç
#With love.
-S.


#Facciamoci un po' di pubblicità (?)
Beh, per chi non si fosse ancora stancato di me, ho un'altra Ff in corso.
Passate a leggerla! C:
Link: http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1139519&i=1

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Capitolo 31
*** Epilogo. ***


Epilogo
 
 
Oggi, sei anni dopo.
 
 
 
-Dai, Niall, per favore!- piagnucolo, mettendo il broncio. Lui incrocia le braccia al petto e si appoggia comodamente allo schienale del sedile della macchina che ho appena guidato in fretta e furia per trovare una farmacia aperta.
-Non ci penso neanche. Queste non sono cose che può fare un ragazzo.- ribadisce per l’ennesima volta, evitando di incrociare il mio sguardo. Mi aggrappo alla sua maglietta e faccio gli occhi dolci, sbattendo più volte le palpebre. Lui mi lancia un’occhiata veloce e poi sbuffa, arrendendosi. Mi scappa un sorriso vittorioso.
-Non capisco perché non hai portato Harry, è lui il diretto interessato!- dice, facendo una smorfia.
-Perché non vorrei fargli prendere un infarto prima del dovuto.- ribatto, con una nota nervosa nella voce. Poi lo spingo verso lo sportello che lui apre alzando gli occhi al cielo.
-Prima o dopo che differenza fa?- mugugna tra se e se, balzando giù dalla macchina nuova di zecca che mi ha regalato Harry per il mio ventiquattresimo compleanno.
Un regalo piuttosto costoso, ma dato il successo che stanno avendo i ragazzi, lui non si fa problemi a spendere soldi per, come dice lui, ‘cose essenzialmente utili’ come una macchina ultimo modello di non so cosa che costa un occhio della testa.
I problemi saranno altri, sempre che Niall riesca ad entrare in quella maledetta farmacia.
-Dai, biondino. Muoviti, stanno per chiudere!- mi lamento. Lui mi lancia un’occhiata di fuoco.
-Giuro che se incontro qualcuno che conosco, ti uccido.- mi minaccia, poi chiude lo sportello, si infila il cappuccio della felpa e si avvia a grandi passi verso la farmacia.
Lo guardo sparire dietro la porta e rimango finalmente da sola con i miei pensieri e le mie paure.
Sto per avere una crisi di nervi e non è una bella cosa, devo assolutamente scoprire il perché del mio strano ritardo e delle nausee mattutine.
Anche se ne ho una precisa idea, ma ho paura solo a pensarci.
Ho ventiquattro fottutissimi anni, un ragazzo meraviglioso, degli amici fantastici e una vita praticamente perfetta.
Perché essere così agitata, allora?
Tutta colpa del contenuto della bustina bianca che tiene Niall tra le mani in questo momento.
Si precipita in macchina sbattendo lo sportello e scrollandosi le poche gocce d’acqua che sono riuscite a bagnargli i capelli perfettamente biondi.
Me la porge ed io la guardo terrorizzata. Lui sbruffa e ritira la mano, poi mi guarda negli occhi, sobbalzando.
-Dio, Sam. Sembri spiritata, riprenditi!- esclama preoccupato. Gli lancio uno sguardo disperato, lasciando trasparire dai miei occhi tutto quello che provo. Lui sorride dolcemente e si avvicina per prendermi tra le braccia.
Affondo la testa nel suo petto e mi impongo di non piangere. Lui mi carezza i capelli e mi stringe forte.
-Sam, qualsiasi cosa succede, io ci sarò. Andrà tutto bene.- mormora, cercando di rassicurarmi.
Sarà il calore del suo abbraccio,
sarà la sua voce dolce,
sarà la sicurezza di avere lui e dell’amore di Harry, ma mi fido.
Mi tiro su e cerco di sorridere. Lui asciuga una lacrima traditrice che è riuscita a sfuggirmi e sorride dolcemente.
-Va bene, andiamo a fare questo benedetto test.- mormoro. Lui sorride, un velo di preoccupazione negli occhi.
-Ce la fai a guidare?- mi chiede. Gli lancio un’occhiataccia facendolo ridere e metto in modo, guidando dritta fino a casa.
Forza e coraggio, Sam.
Quando arriviamo, riesco a tirare fuori dalla borsa le chiavi e cerco di aprire la porta. Ma le mani mi tremano così forte che non riesco a girare la chiave. Niall sospira e mi blocca, facendolo al posto mio.
Entro in casa e mi precipito in bagno con la scatola del test stretta tra le mani. Lui mi segue e si siede sul mio letto, mentre io sbatto la porta alle mie spalle.
Faccio tutto quello che devo fare e deglutisco, tenendolo tra le mani tremanti.
-Allora?- mi chiede Niall dall’altro lato della porta. Esco dal bagno, tenendo quella specie di bastoncino cautamente in mano. Gli lancio un’occhiata spaventata.
-Non lo so, l’ho fatto tre secondi fa. Dagli tempo!- esclamo sull’orlo di una crisi isterica. Lui cerca di calmarmi con lo sguardo, mentre batto nervosamente un piede a terra. Non riesco a stare ferma, mentre lui è seduto passivamente sul letto, il ritratto della tranquillità, almeno in apparenza.
-Dio, non posso guardare!- esclamo, allungando il test verso di lui. Lui fa una smorfia disgustata.
-Ti prego, Niall. Non ce la faccio.- lo imploro. Lui mi accontenta, afferrando il test, liberandomi di un peso enorme e mi fa segno di sedermi accanto a lui. Lo raggiungo sul letto e poggio la testa sulla sua spalla. Con un sospiro mi stringe in un abbraccio, stampandomi un bacio in fronte.
-Devi stare tranquilla, ho detto che andrà tutto bene, ok?- mi sussurra con voce dolce. Io annuisco e chiudo gli occhi.
Rimaniamo in silenzio, aspettando.
Dopo qualche minuto, Niall sospira.
-Ci siamo.- sussurra, con un leggero tremolio nella voce. Serro gli occhi e affondo il viso nell’incavo del suo collo.
-Come diavolo funziona questo coso? Cosa sono queste linee rosse?- chiede, spazientito.
Già il fatto che ha usato il plurale parlando di linee mi fa salire il cuore in gola.
-Leggi le istruzioni.- sussurro in preda al panico. Sembra che tutta l’agitazione che ha trattenuto fino ad adesso, venga fuori tutta insieme. Balza in piedi ed io lo guardo mentre afferra nervosamente la scatolina sul comodino.
La legge attentamente e poi si blocca, lasciandola scivolare a terra.
Alza lo sguardo verso di me e mi fissa con i suoi occhi azzurri.
L’espressione mista tra lo sgomento, la felicità, l’emozione e un filino di paura.
-Allora?- chiedo con voce acuta, alzandomi e piazzandomi davanti a lui, il cuore a mille e le mani che tremano.
Lui mi fissa, poi sorride, l’emozione che prevale su tutto.
-Wow, diventerò zio.- esclama, con un sorriso meravigliato.
Mi si gela il sangue.
OH. DIO.
 
 
 
 
 
Sono seduta composta sul divano quando Harry rientra in casa. Ho la schiena rigida, dritta e le mani poggiate passivamente sulle gambe. Sono letteralmente un pezzo di ghiaccio, sconvolta dalla mia scoperta e consapevole che la mia vita sta per subire un drastico cambiamento.
Ora sono proprio curiosa di vedere come glielo dici.
Pare che la vocina malefica appaia nella mia testa sempre nei momenti meno opportuni.
Harry, appena mi vede, si apre in un bellissimo sorriso e si precipita accanto a me, schioccandomi un dolcissimo bacio sulla guancia.
-Ciao, piccola.- mi saluta con la sua voce roca. Tento un sorriso e afferro la mano che mi tende intrecciando le dita alle sue.
-Com’è andata?- gli chiedo, ricordandomi che è di ritorno dal viaggio fatto per andare a trovare la madre.
Io mi sono rifiutata, dicendo che mi sentivo poco bene.
Scusa stupida, ma necessaria. Avevo bisogno di rimanere da sola e fare quel benedetto test, cosa che non sarei riuscita a fare con Harry sonolatuaombra Styles che mi girava intorno.
Lui scrolla le spalle e sorride di nuovo, sembra troppo euforico per i miei gusti.
Beh, qualsiasi cosa sia successa, l’entusiasmo passerà in fretta non appena gli dirai che l’hai incastrato.
Sempre pronta a tirare sul il morale, vero?
Perfetto, ora gli rispondo anche.
Scuoto leggermente la testa per tornare in me, mentre Harry risponde alla mia domanda.
-Bene. Mia madre non ha fatto altro che abbracciarmi e coccolarmi. Una meraviglia!- esclama, mettendosi comodo sul divano. Io gli sorrido, sentendomi un po’ in colpa per non averlo accompagnato.
-E tu che hai fatto?- mi chiede. Io deglutisco nervosamente e cerco di mantenermi sul vago.
Tanto prima o poi dovrai dirglielo.
Taci, lo so.
-Mah, sono stata a casa a non fare niente. Mi ha fatto compagnia Niall.- gli dico, mantenendo un tono di voce tranquillo.
Lui annuisce e cala il silenzio, ognuno perso tra i suoi pensieri.
-Ti devo dire una cosa.- esordiamo all’unisono, lui con una voce entusiasta, io con espressione gelida. Scoppia a ridere ed io mi lascio andare ad una risatina nervosa, passandomi una mano tra i capelli.
-E’ una cosa piuttosto importante.- continuo con voce tremante, torturandomi le mani, incredibilmente sudate. Lui mi sorride, elettrizzato per non so cosa e mi afferra di nuovo la mano, stringendola tra le sue, calde e morbide.
-Prima tu, allora.- mi concede con un sorriso impaziente.
Sento il cuore rimbombarmi nelle orecchie e prendo fiato.
Lui attende in silenzio fissandomi con i suoi occhi magnetici.
-No, è meglio che parli prima tu. Potresti rimanere sconvolto.- mi arrendo sbuffando.
Codarda.
Lui aggrotta impercettibilmente le sopracciglia, ma non se lo fa ripetere due volte.
Sorride emozionato e arrossisce lievemente, afferrandomi entrambe le mani stringendole forte.
Sento che le sue stanno tremando leggermente e comincio a preoccuparmi. Lui prende un respiro profondo e punta i suoi occhi verdi nei miei.
-Ecco, Sam. E’ tanto tempo che stiamo insieme…- comincia.
-Sei anni e quattro mesi, si.- lo interrompo, stupendomi anch’io di quanto tempo sia passato.
Ma con lui sento che non ne avrò mai abbastanza.
-Si, ma non interrompermi. Ho tutto il discorso in mente.- mi riprende lui con un sorrisetto che sembra quasi imbarazzato. Annuisco e gli faccio segno di continuare, vagamente preoccupata dal fatto che per quello che deve dirmi si è addirittura preparato un discorso.
-Oggi, passando del tempo con mia madre e il suo compagno, ho capito una cosa.- ricomincia, deglutendo. –Come ti ho già detto molte volte, io ti amo.- confessa, abbassando lo sguardo.
E’ vero, me l’avrà ripetuto un milione di volte, ma sentirselo dire fa sempre lo stesso effetto.
-Hai dovuto passare del tempo con tua madre per capirlo?- chiedo confusa. Lui scoppia a ridere e mi zittisce con un bacio veloce.
-Ti ho detto di stare zitta. Ascoltami e basta.- ribadisce lui, con un altro meraviglioso sorriso. Annuisco di nuovo e serro le labbra, facendolo ridere di nuovo.
-Stavo dicendo…- ricomincia lanciandomi un’occhiataccia divertita. –Vedendo come si amano loro ho capito quanto io amo te e mi sono reso conto che non posso più fare a meno di te. Ogni minuto che passava oggi, era come se mi mancasse l’aria e il tempo sembrava non scorrere mai, mentre io non vedevo l’ora che venisse il momento di salutare mia madre e di correre a casa, da te. Oggi ho ripensato a tutti i momenti passati con te, a come mi odiavi quando ci siamo conosciuti, a come mi hai rifiutato un milione di volte e a quando ho rischiato di perderti per quello stupido articolo. Ecco, quella volta mi sono sentito morire e non voglio assolutamente riprovare una sensazione del genere, mai più.- dice tutto d’un fiato, lanciandomi uno sguardo veloce.
Sono completamente senza parole, è la confessione più lunga che mi abbia mai fatto, sapevo che mi amava, ma non avevo mai capito fino a che punto.
-Mia madre, mi ha detto una cosa: ‘Se tu la ami così tanto, non lasciartela sfuggire.’. Lì per lì mi è sembrata una cosa stupida, certo che non ti lascio sfuggire! Poi, però, ci ho pensato bene e ho capito che io ti voglio mia, solo mia, perché ormai sei entrata nel mio cuore e io ti amo con tutto me stesso.- continua, emozionato.
Con un movimento veloce mi asciuga una lacrima che è riuscita a sfuggire e sorride dolcemente. Io mi ricompongo e lui si schiarisce la gola, sistemandosi i ricci che gli ricadono morbidi sulla fronte.
-Quindi, quando mi ha dato questo, non ho avuto più dubbi…- comincia a dire, infilandosi una mano nella tasca dei jeans, alla ricerca di qualcosa.
Quando tira fuori una scatolina di velluto nero dal contenuto inequivocabile, sento il mio cuore fermarsi.
Sto per svenire.
Non adesso, idiota!
Lui mi lancia uno sguardo indecifrabile e si morde il labbro inferiore, aprendo la scatolina e mostrando un semplice anello con un piccolo diamante che brilla, riflettendo la luce in mille colori diversi.
-Vuoi passare il resto della tua vita con me, Sammie?- mi chiede, incatenandomi con lo sguardo.
Mi guarda con quegli occhi smeraldo incredibilmente insicuri e dolci che in questo momento vorrei dire un milione di cose.
Alcune sarcastiche, altre schifosamente dolci.
Ma come un idiota mi ritrovo ad accennare un semplice –Si.- con le lacrime agli occhi.
Il suo sorriso si allarga talmente tanto che ho paura possa scoppiargli la faccia, mentre mi infila l’anello all’anulare sinistro, con gli occhi lucidi anche lui.
Lo guardiamo tutti e due meravigliati ed io muovo le dita, giocando con i riflessi della luce.
Lui mi guarda, ed è solo un secondo.
Mi afferra il viso con foga e mi bacia con una tale passione da mandarmi il cuore in gola.
Io ricambio il bacio e finiamo tutti e due sdraiati sul divano, lui sopra di me.
-Ti amo, ti amo, ti amo.- ripete sulle mie labbra, che fremono, bramose del contatto con le sue.
-Aspetta, aspetta.- mi ferma di nuovo lui, accennando una risata. Mi tiro su e gli lancio un’occhiata contrariata.
Lui mi sfiora le labbra con un dito, facendomi venire i brividi.
-Cos’è che dovevi dirmi?- mi chiede, riportandomi alla realtà.
Deglutisco e scaccio via tutte le mie paure.
Io lo amo.
Lui mi ama.
Non c’è niente che potrebbe cambiare le cose, ormai ne sono sicura.
Gli sorrido, osservandolo attentamente.
-Ehm, come te la cavi con i bambini?- gli chiedo, la mia mano sinistra che si sposta automaticamente sulla pancia.
Lui sbarra gli occhi, con un sorriso meravigliato, e capisco che avevo ragione.
Niente cambierà le cose, potrebbero solo migliorare.
 
 
 
 
                                                                            The end.
 
 
 
 
 
HOLA C:
Allora, vi avverto che quest’ultimo ‘Hola’ potrebbe essere pericolosamente lungo e schifosamente sdolcinato, peggio dei miei capitoli che fanno venire il diabete :3
Quindi, mettetevi comode.
Sempre che abbiate voglia di leggerlo XD
Ho talmente tante cose da dire e tante persone da ringraziare, che non ho la più pallida idea di dove cominciare.
Direi di partire con un enorme
 
GRAZIE!
 
generale a tutti quelli che hanno letto questa storia,
che volenti o nolenti (?) hanno sopportato i miei piccoli momenti di sclero,
che non hanno vomitato (almeno spero) quando ho postato capitoli orrendi
e che hanno avuto pazienza, aspettando sempre il nuovo capitolo senza mettermi fretta.
Ovviamente ringrazio le lettrici silenziose che, anche se forse non l’ho mai detto, sono state importanti.
Perché ogni volta che vedevo il numerino delle visualizzazioni crescere, mi veniva la voglia di scrivere.
Ma più di tutte, vorrei ringraziare le ragazze che hanno recensito questa storia.
Chi solo una volta,
chi solo per chiedermi di passare da loro,
chi solo due o tre volte e poi hanno lasciato perdere,
e chi, non so con quale coraggio, mi ha seguita dall’inizio alla fine, recensendo ogni capitolo, o quasi.
GRAZIE, davvero C:
 

noemiss, callmewithmyname_,_PolS, VL_, emilola1D, Lets_do_this1D, Liamismysmile, AmyPayne_Belieber, _HaroldsEyes_, MrsPayne_96,, Ilikeguyswhoeatcarrots, Chooser_23, Miss F, TooMuchFarAway, AmOLui, directioners_, believeindreams, _Marziuz_, I_Am_Directioner, laragazzadicarta, In Love With You_1D, Ginny_Gemma, Meg96, xniallfreehug, booscarrots, Beandlou, MonieGemma1D, abigail_malik, NikiTomlinson, RobbyDirectioner, _marti_1D, Giuli1D, 1D_Giulia

 
 
Rileggendo tutte le vostre recensioni mi sono emozionata.
Sappiate che siete state fondamentali per me e vi voglio bene, ad ognuna di voi :’)
 
Caspita, dover modificare questa storia da ‘non completa’ a ‘completa’ è più difficile di quanto pensassi.
‘Non fare la minchiona, devi solo cliccare su un quadratino!’
No, invece.
Non è così semplice.
Questa storia è stata molto importante per me.
E’ stata la prima che ho iniziato a scrivere e ci ho messo davvero il cuore, odiandomi quando mi sembrava di non riuscire a scrivere niente di decente, e sentendomi incredibilmente soddisfatta quando VOI mi facevate ricredere con le vostre recensioni meravigliose.
Questa storia mi rimarrà per sempre nel cuore, non c’è niente da fare.
Come un viaggio meraviglioso impossibile da dimenticare.
Dio, sento che da un momento all’altro scoppierò a piangere e non ne ho per niente voglia.
Non è la prima Ff che finisco, ma mi sembra incredibilmente più tosta questa volta.
Beh, direi che sia il caso che la smetta e che mi dilegui.
Ovviamente, non è un addio :)
Ho un’altra Ff in corso (http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1139519&i=1), che mi farebbe piace se la passaste a leggere,
e presto ne posterò un’altra.
Perché scrivere è una delle poche cose che mi fa stare bene.
E non smetterò mai di farlo.
#With love.
-S.

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