Revolution Time

di RainySky
(/viewuser.php?uid=190451)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1. ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Extra! Le amiche di Marin ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10 Rev ***
Capitolo 11: *** Diamante dell'Alba ***
Capitolo 12: *** Capitolo 12 Rev ***
Capitolo 13: *** Capitolo 13 ***
Capitolo 14: *** Capitolo 14 ***
Capitolo 15: *** Capitolo 15 ***
Capitolo 16: *** Quello che di me rimane ***
Capitolo 17: *** Capitolo 17 ***
Capitolo 18: *** Capitolo 18 ***
Capitolo 19: *** Capitolo 19. ***
Capitolo 20: *** Capitolo 20. ***
Capitolo 21: *** Capitolo 21 ***
Capitolo 22: *** Capitolo 22 ***
Capitolo 23: *** Capitolo 23 ***
Capitolo 24: *** Capitolo 24 ***
Capitolo 25: *** Capitolo 25 ***
Capitolo 26: *** Capitolo 26 ***
Capitolo 27: *** Come tutto finì ***
Capitolo 28: *** Perchè alla fine gli opposti si attraggono ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1. ***


Anni passarono dalla distruzione dell’ Alice Academy, fu per colpa di alcune rivolte interne che questa crollò definitivamente, ma per sfortuna dei giovani possessori di un Alice era ora tempo di tornarci, poiché, ebbene sì:
L’Alice Academy era tornata.
La storia inizia con Lens Ryuga, chiamato dalla gente “Figlio di Nessuno” poiché i suoi genitori non sono mai stati trovati, il giovane è solidale; ma per il resto è distaccato, molto freddo, spesso pesante a parole, ed egoista, a meno che la persona in questione non sia un caro amico.
Lens era un tipo particolare: lui non aveva un solo Alice, ne poteva avere infiniti, il suo dono è chiamato Master Alice. Gli bastava osservare qualcosa di interessante per capire come se ne poteva ricreare una perfetta equivalente.
Tuttavia il suo dono di partenza non era dei migliori: Lens era un mutaforma, aveva una scelta fra tre animali, lupo, cavallo e lince.
Ovviamente è stupido sottolineare quale il suo preferito fosse, ma qualora fosse difficile indovinare si tratta del lupo; la forma in cui si trasformava era sempre la stessa: un grande lupo, più grande del normale, dal pelo nero che brilla sotto la luna, occhi profondi che sembrano scrutarti nell’anima.
Per quanto riguardava il cavallo era solito prendere le sembianze di un particolare Frisone, dall’innaturale colore bianco in alcune zone tendente al grigio, ok, non a macchie!
E la lince.. Nulla di particolare, ottimo per ingannare la gente, e così facendo imparare da esse molte cose.
 
A presentazioni fatte, torniamo a bomba sulla storia, Lens non ha mai avuto molti amici, ha passato 18 anni della sua vita da solo, senza nemmeno frequentare il liceo, ma solo seguendo delle lezioni private; come potesse permettersele era d’altra parte un mistero: come faceva un orfano ad avere i soldi per pagarsi delle lezioni ?
Questo era invece merito di un Alice del Furto, appreso tempo addietro da un ladro che entrò in casa sua, grazie a quest’ Alice poteva tranquillamente guadagnarsi i soldi rubandoli a sua volta da famiglie ricche.
La sua vita procedeva a questo ritmo, fino a quando un giorno davanti a casa sua non si presentò un uomo; un singolo uomo, che stava per cambiargli la vita.



_________
Ok qui se qualcuno vuole già silurarmi può farlo, perdonate se è corto ma sto rileggendo piano piano (e si dice buono buono ?_?) anche gli altri capitoli. Arriveranno, fatemi sapere se vi è piaciuto, se avete consigli o quant'altro, 
Denghiù!

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Lens era già fuori casa quando quest’estraneo arrivò, non ebbe paura, anzi gli si avvicinò spavaldo: << Cosa vuoi? >>
<< Tutti questi soldi e nemmeno un giorno di onesta vita lavorativa, vero ragazzo? >> ghignò questo.
<< Suppongo si possa dire così >>, Lens si guardò in giro, non capiva come poteva esserci un solo uomo, ammesso che questi sapeva realmente che tipo di individuo si trovava davanti << Sei masochista o cosa? >>.
L’uomo capì che probabilmente si riferiva al fatto che era solo, << Non sono masochista, sono solo sicuro che verrai con me, all’Alice Academy >>; ecco la parola chiave “Alice”, era stata ricostruita dunque? Ma perché era sicuro che Lens l’avrebbe seguito senza opporre resistenza? Diede uno sguardo veloce in giro, era notte fonde, e le cicale intonavano tranquillamente il loro canzonetto, l’acqua del ruscello scorreva impetuosa, a causa della pioggia della scorsa notte e il vento muoveva l’alta erba, posta quasi a coprire la sua casa.
Seguirono molti minuti di silenzio, nel quale il giovane non fece altro che pensare a dei buoni motivi per non ucciderlo sul momento, le sue riflessioni vennero stoppate dal tizio in borghese << Riflessioni interessanti le tue, ma lascia che ti dia qualche incentivo: hai già sentito parlare dell’Alice Academy? >>, Lens annuì flebilmente, non aveva davvero voglia di rimanere ad ascoltare le futili chiacchiere di quest’uomo, ma lui continuò << Allora dimentica tutto, perché l’accademia è ben cambiata dall’ultima volta, c’è un nuovo preside al comando, e questo muta completamente le carte in tavola. Si tratta di Natsu Hagren, ex-studente, eletto alla carica di presidente per le sue incredibili doti, e per la voglia di cambiare il… “vecchio” >>, si fermò cercando nel suo interlocutore un cenno di vita.
<< Ebbene quali sono questi cambiamenti? >>, domandò allora.
<< O.K. allora, c’è ancora la cosiddetta divisione in Ranghi, non più chiamate Stelle per la loro.. Infantilità suppongo. Esistono ora 6 Ranghi, in ordine dal minore al maggiore: Applicant, Beginner, Corporato. Questi primi 3 ranghi son i minori e danno minore possibilità di accesso a utilità, di solito non sono usati su studenti, a meno che questi non siano particolarmente problematici. Afhern e Guardian, sono i due ranghi seguenti, non ti elenco tutte le utilità, verrai a conoscenza del tuo rango e stop. In cima troviamo il Diamond Rank, il top per uno studente; ed infine qualcosa che potrebbe interessarti di più >>, fece una pausa, e riprese fiato, Lens alzò un sopracciglio; da quanto stavano lì ormai? << Il Godness Rank, un Rango speciale, che si può dare ad un solo studente in tutta l’accademia. Non ci sono requisiti particolari, se non quello di poter controllare più di due Alice >>.
Lens rimase a pensare, e venne a capo che questo era il Rango che gli veniva offerto se avesse accettato di entrare nell’Alice Accademy, tuttavia aveva dei problemi nel controllare le trasformazioni, era sempre stato il suo problema, lo stesso per cui non aveva mai accettato di entrare nel liceo.
Diede un’occhiata veloce al suo orologio da polso digitale, erano le 2 di notte, ed iniziava ad avere sonno; voleva tagliare corto, non rimase nemmeno a chiedere quali fossero gli altri cambiamenti << Mi aiuterete a controllare.. Un certo Alice? >>, la domanda lasciò spiazzato l’uomo.
<< Un “certo” Alice?, che tipo? >>, chiese incuriosito, ma il giovane scosse la testa ridendo.
<< Non te lo dirò certo qui >>, l’altro annuì avendo capito la situazione e gli fece cenno di salire sulla porche nera letteralmente spuntata dal nulla sulla strada sterrata; Lens salì cautamente e lo stesso poi fece il suo caro “amico”.
Il viaggio proseguì senza ulteriori chiacchiere, oltre al giovane che cercava di carpire l’Alice dell’uomo che era venuto a prenderlo, ma questo era riuscito più volte a bloccarlo, forse consapevole di cosa poteva fare o forse per puro caso, cose che potevano accadere no?
Dopo ben 6 ore di viaggio per giungere chissà dove fra i monti finalmente arrivarono all’Alice Academy, il grande cancello si aprì meccanicamente, facendo passare la lussuosa macchina nero scintillante; percorsero un grande tratto di strada, fra alberi e piccoli tratti di verde aperto, che davvero sembrava infinita....

_________
Ok anche questo è fatto, spero solo non sia una cosa da strapparsi i capelli T_T, il 3° arriverà.. Non lo so quando ma arriverà... Se qualcuno volesse farmi sapere cosa ne pensa ne sarei immensamente felice. Un mega bacio a chi pensa di continuare a leggere le strane avventure di Lens.

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


Alla fine arrivarono alla struttura principale, per quanto riguardava il liceo, struttura separata da quella elementare o media; nonostante questo era incredibilmente grande.
 Lens e l’accompagnatore scesero dalla macchina e vennero subito accolti dal Principale del Liceo, che appena lo vide fece un gran sorriso e un mezza riverenza, piegandosi su se stesso, dopo di ché si rivolse all’altro << Galun, questo dovrebbe essere il Master di cui ho sentito parlare da Hagren? >>, l’altro annuì << Dunque Ryuga, devo vedere se sei effettivamente tu, quindi sei sotto test, giusto ora. Sarei felice se mi mostrassi il tuo Main Alice >>, la richiesta lasciò letteralmente spiazzato il ragazzo, che appena arrivati aveva notato la scolaresca al seguito del Principale.
Parve quasi agitato, tant’è che iniziarono dei mormorii del tipo “Il suo Alice è talmente inutile?”, si può dire che questo  lo convinse ad usare il suo Alice del Mutaforma, puntando proprio sul Lupo, sperando di non perdere la pazienza visto il sangue che gli ribolliva frenetico nelle vene.
Si allontanò di un po’ dalla folla di curiosi per evitare che qualcuno potesse venire ferito, si appostò: il cielo diventò scuro e in breve un tuono cadde su Lens, causando un forte bagliore che impedì alla gente di guardare verso di lui per diversi minuti.
Quando la luce scomparve lo videro: un lupo grande e possente, di dimensioni ben diverse rispetto al normale, che a sua volta scrutava ognuno di loro con evidente rabbia.
Il Principale che stava prestando una gran attenzione ad ogni minimo risvolto della situazione, si accorse del fastidio di Ryuga per essere in una condizione simile dinanzi a tutti e si era preparato per il peggio, nel caso il grande Lupo si dimostrasse incapace di mantenere il controllo sulla sua parte animale e decidesse di attaccarli; ad un certo punto questi aprì le grandi fauci, di poco, lasciando tutti sbigottiti, ma al contrario di ogni aspettativa Lens non fece altro che sedersi e nonostante non si potesse vedere iniziò a parlare: << Principale, non amo particolarmente mostrarmi in questa forma, quindi se si spicciasse, mi farebbe un gran piacere >>, il nervoso stava prendendo il sopravvento sul ragazzo, ecco, sentire gli odori di tutte quelle persone, più intensamente del normale non era una cosa tanto … Carina!
Il Principale annuì prendendo atto di questo suo primo Master Alice, e il secondo qual era?
Disse al giovane che poteva riprendere le sue normali sembianze e gli chiese anche di manifestare il secondo Alice, ed una volta tornato umano, (trovandosi senza camicia), Lens prese fiato, si fece coraggio richiamando a sé tutta la pazienza che aveva e usò l’Alice del fuoco su una piazzetta deserta, il cui pavimento prese fuoco ma si spense dopo poco; il Principale ne era davvero estasiato, era già a conoscenza dell’Alice del Furto, dunque non gli chiese alcuna dimostrazione, tuttavia era curioso di vedere in che senso poteva creare equivalentemente qualcosa.
Lens annuì venendo a conoscenza della sua volontà e chiamò a sé uno degli studenti che erano lì presenti: << Potresti farmi vedere il tuo Alice? >>, domandò e lo studente non si perse in chiacchiere, ed immediatamente manifestò quello che sembrava un Alice per controllare l’ombra, Lens ne apparve incantato, era felice di poter copiare qualcosa del genere; chiese poi allo sfortunato studente di fargli da cavia e senza tanti convenevoli riutilizzò l’Alice appena visto… Avrebbe tanto voluto fargli fare qualcosa di estremamente bizzarro, ma si accontentò di un pensiero ed una risatina sottovoce.
Inutile dire che il nostro spavaldo e giovane ribelle aveva fatto colpo su insegnanti e Principale, dunque il Godness Rank era ora suo?
3 giorni seguenti alla sua ammissione gli venne data la notizia che tanto aspettava, relativa al suo Rango, che ad ovviare la cosa era giustamente il Godness, i docenti avevano appurato che gli spettava di diritto, poiché mai nessuno era riuscito a controllare così tanti Alice in una volta, ed era una cosa presso ché fantastica ed unica a loro dire, ma personalmente a Lens aveva sempre causato solo problemi.
E continuava a causarglieli: il giovane era allontanato da tutti nella classe dov’era stato messo, per l’esattezza la 4-B, ma la cosa non lo preoccupava… Probabilmente era meglio per lui rimanere solo senza quindi rischiare di mettere a repentaglio la vita di qualcuno, ed era davvero l’ultima cosa che voleva.
Al 89% i suoi poteri erano stati la causa della morte dei suoi genitori… Per tal motivo non poteva rischiare. Non di nuovo…

Erano le 10.43 di mattina, si trovava in classe, aspettando l’ora seguente e sopportando diversi insulti da parte di tre ragazzi.
Faceva di tutto per lasciarli perdere, ma ormai abbiam capito che la pazienza non è il suo forte, infatti si girò di colpo e li guardò ringhiandogli letteralmente contro, attirando così molti sguardi ostili. Nell’aula il ringhio canino rimbombò, l’attuale presidente studentesco Marin Forkswille s’avvicinò intimando a tutti di smetterla.
Lens annuì, i bulli se ne andarono e lui rimase ad osservare la strana aura che circondava la ragazza: felicità, tristezza, fedeltà, egoismo… Tutti fra loro opposti, quasi come se dovessero confondere la gente.
<< Credo che mi divertirò >>, disse di proposito ad alta voce guardando fuori dalla finestra, aveva “annusato” nell’aria la paura improvvisa di Marin, ma questo lo fece solo ridere di più.
 
“Mi divertirò sul serio, Marin”.

______
Yatta! Ecco un nuovo capitolo. Ho fatto di tutto per renderlo il meno monotono possibile, durante la presentazione del luogo, del Principale e... *rullo di tamburi* la mia Marin *.*, ok, io adoro questo personaggio! (coro di sottofondo: vai Marin, vai Marin!).
Ritornando seri, spero che anche questo capitolo possa piacere, e stimolarvi nella lettura.
Queste sono le prime volte che scrivo per un pubblico, ed è difficile cercare di indovinarne i gusti, ciò che può piacere o meno.. Faccio quel che posso, e ringrazio come al solito per chi volesse aiutarmi dandomi consigli!
A tal proposito.. @NikiRose grazie per aver recensito, sono felice che ti sia piaciuta :), la mia idea in effetti era di creare qualcosa di diverso, come per te io amo i personaggi di Alice Academy, (Natsume :Q_). Ma la mia testolina tende a viaggiare ed immaginare sempre cose diverse xD Spero ti possa piacere anche questo cappy!
Arigatou gozaimasu!

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


Era ormai passata una settimana e mezza da quando era stato ammesso, e i suoi problemi non accennavano a finire, grazie al cielo il Principale si era adoperato più volte per aiutarlo a tenere a bada il Master Alice.
Nonostante gli piacesse prendere forma del Frisone e girare per i grandi prati, tenerlo a bada non voleva dire non usarlo e nessuno poteva contestare, non era un pericolo per gli studenti, né per i professori, né per nessun dannato essere vivente, se non forse per quelli più microscopici: quelli schifosi che strisciano (brr).
Gli dava fastidio l’idea di dover rimanere all’Alice ancora per così tanto tempo (attualmente 3 mesi prima delle “vacanze”), soprattutto perché era spesso vittima di stupidi giochetti, e anche con tutti gli aiuti da parte dei professori e Insegnanti di controllo, sentiva che prima o poi sarebbe scoppiato. Lo percepiva, era del tutto naturale.
Quel giorno sembrò cominciare del tutto uguale a tutti gli altri, se non per una drammatica differenza: l’elettricità nell’aria che sembrava perseguitarlo, la tensione che gli percorreva il corpo minacciando alla sua stessa incolumità mentale forse. Entrò in classe, e come entrò vide il suo banco ribaltato ed una scritta non esattamente simpatica alla lavagna “I mostri-bastardi non sono ben accetti”; Lens scoppiò: tirò un pugno al muro che si crepò, tutti gli sguardi erano su di lui, la tensione elettrica sfuggì al suo controllo ed in men che non si dica si trovò nei panni del suo Lupo. Lens ebbe come l’impressione di sapere a prescindere chi gli avesse rotto i gemelli diversi ancora una volta, fu proprio per questo che con un balzo capitombolò sui 4 banchi messi in fondo alla classe, ringhiò non certo per non farsi sentire, con una voglia nel cuore di azzannargli il collo ad almeno uno di quei giovanotti che, fra parentesi, se la stavano facendo sotto.
Improvvisamente la stessa sensazione di tempo fa: amore, odio. Felicità, tristezza. Fiducia, freddezza. Lens girò il possente muso quel tanto che bastava per vedere Marin sulla soglia della classe accompagnata dal Principale; un botto improvviso sullo stomaco e Lens prese a guaire…
L’adrenalina salì veloce ma quando realizzò che colui che l’aveva attaccato non era altri che il Principale si rialzò a stento e saltò fuori dalla finestra rompendone il vetro.
Atterrò sullo sterrato del campo d’atletica e sfrecciò nei meandri della foresta.
Era solo.. Di nuovo.

_______
Salve ^.^ Probabilmente questo capitolo è terribilmente corto, non fucilatemi ma per stamane non riesco a fare di meglio (ho troppa fifa per i debiti xD), ci vediamo in pomeriggio con un altro capitolo :).
Riguardo a questo cappy mi scuso per le parolacce ed i giri di parole ma ho voluto rendere l'idea dell'odio per il diverso da parte dei suoi compagni e dell'ovvia frustrazione di Lens. Perchè mi scuso? Magari a qualcuno non danno fastidio, ma potrebbe essere che ad altre persone non siano tanto gradite...
Dunque godetevi anche questo e a presto :).
Sky!

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


Intanto Marin che era in classe a mettere a posto venne presa in disparte dai professori: << Cosa posso fare per voi? >> domandò lei cercando di capire che succedesse pure a loro.
<< Abbiamo un favore da chiederti Forkswille >> disse in primis il Principale, e siccome la cosa sembrava seria, uscirono dalla classe e la Presidentessa si chiuse la porta alle spalle, << Il tuo Alice, potrebbe.. Aiutare Ryuga a controllarsi >>; ora che ci pensava avevano ragione il suo Alice avrebbe potuto tenerlo .. calmo ? Era chiamato Alice della Voce, poiché donava al possessore una capacità naturale di calmare l’interlocutore con il solo uso delle parole. In qualche modo Marin provava pietà per il ragazzo, e quasi senza pensarci accettò.
“E’ davvero una cosa così indecente stare accanto a quel giovane? O per lo meno provarci, se ha dei problemi sono sicura che con l’aiuto di altre persone potrebbe tranquillamente risolverli… Ma chi sono io per avvicinarmi a lui improvvisamente?” pensò Marin uscendo dall’istituto e seguendo le tracce che Ryuga aveva lasciato quando si era buttato giù dalla finestra dell’aula. Portavano fin dentro la foresta nord, quella all’ombra della montagna Anskingrad, dove nessuno osava mai mettere piede, per paura, per superstizione o semplici leggende, alcuni dicevano addirittura che chi vi entrasse non faceva ritorno.
Arrivata al confine con la foresta Marin ci pensò bene se entrare o meno, ammettendolo, aveva un po’ di paura, sarebbe da pazzi non averne, l’oscurità fuoriusciva da ogni dove da quella foresta. Grazie al cielo, prima che potesse fare anche solo un passo al suo interno Lens sbucò fuori dal nulla e si fermò a guardarla << Che ci fai qua? >> domandò allora il giovane che sembrava aver ristabilito la lucidità della sua mente e pareva più calmo di quanto non lo fosse stato prima; tuttavia Marin notò le bruciature che il colpo del Principale gli aveva lasciato, provò ad avvicinarsi a lui, ma ad ogni suo passo Lens si allontanava.
<< Vorrei solo aiutarti Ryuga >> rispose, il volto serio del ragazzo si trasformò in un sorriso scettico. << Davvero pensi di riuscirci? >> con un tonfo sordo si sedette a terra.
Seguirono minuti interminabili, in cui i due si fissarono negli occhi, e Lens cercava di carpirne l’Alice di lei visto che aveva affermato di volerlo aiutare. Quando il sole fece capolino anche su quella zona della foresta questa all’improvviso s’illuminò di una luce pura, dal suo interno giungeva il suono dei cinguettii degli uccelli, la giovane rimase immobile cercando di capire se quella era ancora la Foresta di Anskingrad; osservandola Lens si mise a ridere e Marin lo fulminò con lo sguardo << Ryuga cosa c’è da ridere? Questo posto è assurdo! >>.
Il giovane scosse la testa, << Ed è qui che ti sbagli, questo posto è fantastico >>, indicò un sentiero << Hai mai provato ad entrare? >> la ragazza disse di no, come fosse una cosa ovvia; a quel punto lui si alzò e prendendole la mano la trascinò dentro la foresta. Dalle fantasie degli studenti si diceva che più ci si inoltrasse più diventava buio, mentre ora che ci faceva caso Marin vide che era sempre più illuminato; in lontananza si sentì il rumore di una cascata che s’infrange sulle rocce: arrivarono a destinazione, dove Lens voleva portarla, al bordo di un laghetto ove l’acqua scorreva limpida e, assaggiandola, convenne che era purissima. Il ragazzo si sedette su uno scoglio mettendo i piedi a mollo nell’acqua e poi guardò la Presidentessa << Allora, è così terribile? >>.
<< In effetti .. No >> sussurrò quasi sperasse che Ryuga non la sentisse ed in effetti fu così, il ragazzo non la voleva degnare nemmeno di uno sguardo, parve completamente disinteressato fino a quando non la fulminò con lo sguardo.
<< Le brave ragazze ora non dovrebbero andarsene? >> disse, Marin andò su tutte le furie e velocemente si girò pronta a ripercorrere la strada del ritorno << Ciao ciao, Miss A-Cup >>, Marin trasalì.
“Ora fa pure commenti sul mio seno ‘sto non-ho-parole-per-definirlo?”, prese una boccata d’aria e poi corse via e quando pensò di essere abbastanza lontana da lui, in qualche modo si sentiva osservata; qualche volta era caduta inciampando nelle radici degli alberi, e solo dopo una 20ina di minuti riuscì ad uscire da quell’incubo.
Appena fuori si trovò davanti un Frisone bianco, appollaiato quasi come per dire “Sali che sei tutta conciata”. Dopo tutte le cadute Marin aveva effettivamente male alla caviglia, salì in groppa al cavallo che premurosamente la riportò indietro ai dormitori femminili. Fortunatamente la strada da percorrere non fu tanta, e soprattutto non c’erano troppi studenti in giro visto che era ora di pranzo; c’era una sola cosa che Marin voleva fare in quel momento: dormire.

______
Come avevo promesso ecco un altro cappy e per oggi è quanto! :) domani non so se riuscirò a postare, magari qualcosa di corto.. Il vero inizio di tutto! Muahahah *risatina pazza e malefica*.
Questo cappy tratta molto di Lens e Marin e di come iniziano a conoscersi, anche se lei non lo sopporta poi tanto XD, ma tempo al tempo, da cosa nasce cosa.. (?_?). Va bene dai... Ah e se non si fosse capito io adoro i lupacchiotti belli teneri e coccolosi xD.
Alla prossima!

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Extra! Le amiche di Marin ***


POV Yumi
 
La posizione in cui trovammo Marin quel giorno lasciava un po’ desiderare, il caldo, si sa, fa brutti scherzi.
Vediamo se riusciamo a descrivervi il quadretto!
Davanti all’entrata dei dormitori femminili ci sono due statuette, dei busti direi, non so di cosa ma fanno anche abbastanza senso e insomma avevano le loro discrete dimensioni, che dire Marin ne stava abbracciando una in stato di trance e..
Kayaka richiamò la mia attenzione con una leggera gomitata << Guarda che non è in trance per il caldo >>, le si avvicinò e cominciò a punzecchiarla << Questa è partita proprio >>.
Avete presente quando un ghiacciolo si scioglie nelle vostre mani e disperatamente cercate di salvarlo?
Provate a immaginare al posto del ghiacciolo Marin aggrappata al busto ed intanto si scioglie per il caldo.
 
POV Kayaka
 
Ho sempre pensato che Marin fosse strana, ma ogni giorno, ogni anno che passa me ne convinco sempre di più ed ogni tanto mi fa persino paura. Nonostante questo la sua compagnia è gradevole, anzi, tralasciamo anche che è la presidentessa.
Così, anche oggi io e Yumi rischiammo di morire dalle risate vedendo una Marin paragonabile ad una scimmia aggrappata al busto davanti al dormitorio femminile; per sua fortuna c’eravamo solo noi!
La fatica che facemmo per staccarla da lì e portarla nella sua stanza ci fece sudare 7x4 camice.
Quando finalmente riuscimmo a posarla sul letto fu ancora più spaventoso, Marin cominciò a muovere le mani a destra e sinistra gridando “Pony!”.
<< Yumi, l’abbiamo persa, ce la siamo giocata per sempre! >>, la ragazza tirò fuori un fazzolettino bianco ed iniziò a soffiarsi il naso disperata, << Ok, come non detto >>, passai la mano sui capelli per addomesticarli un po’.
Forse è proprio per questo che tutte noi andiamo d’accordo e siamo amiche da sempre, d’altra parte ci assomigliamo molto caratterialmente.
<< Kayaka! Sembra si stia svegliando >>.
 
POV Marin
 
Quando mi svegliai mi sembrò di essermi ripresa da un sogno, in cui c’era un laghetto, un Frisone bianco e…
<< Ryuga! >> urlai alzandomi di scatto dal letto ed andando a sbattere la testa contro quelle di Yumi e Kayaka che mi stavano fissando allibite.
<< Siamo rimaste qui mezz’ora ad aspettare che ti svegliassi… >> disse Kayaka.
<< Ti abbiamo staccato dal busto senza bisogno di usare una chiquita… >>, Yumi aveva uno sguardo assassino.
<< … E la prima cosa che dici appena ti svegli è “Ryuga”!? >> tuonarono insieme guardandomi dall’alto verso il basso e costringendomi piccola piccola contro un angolino della parete, l’unica cosa che mi venne in mente di fare fu un sorriso veramente da schiaffi ma per mia fortuna bastò quello.
Kayaka, Yumi ed io ci conoscevamo da sempre, ne abbiamo  passate tante assieme ed assieme eravamo finite all’Alice Academy.
Kayaka aveva l’Alice della Corsa e Yumi l’Alice dell’Imprinting che consiste nella capacità di condizionare il pensiero delle persone ordinandogli cosa fare e cosa non fare.
<< Ma piuttosto come ci sei finita abbracciata alle statue all’entrata? >>, Kayaka si sedette sul letto guardandomi in attesa di una risposta, ma.. Non lo sapevo nemmeno io, notai che anche Yumi mi guardava.
<< Non lo so… Mi ricordo solo che un Frisone mi ha portato in groppa e poi mi sono addormentata… >>, le due si guardarono negli occhi e poi fecero un sorriso malizioso.
<< Ryuga ti ha portato qua? >>, mi sedetti raccogliendo le gambe al petto, perché Ryuga ? Yumi probabilmente capì che c’era qualcosa di cui non ero a conoscenza.
<< Non lo sai? Ryuga ha 3 forme oltre al Lupo, e pensa! Si dice che al Lupo si alterna un’altra fase! >>.
Ok, Lens mi aveva riportato indietro, e quindi dovevo ringraziarlo? Mai! Non lo sopporto, non lo posso proprio vedere!
Ma se così fosse, perché continuo a pensarci?

_____
Salve! :D Avevo detto che magari avrei postato qualcosa oggi? Non mi ricordo T_T la mia memoria col caldo va in panne xD
In ogni caso, detto o non detto ho postato questo piccolo Extra raccontato in prima persona da Kayaka, Yumi e Marin. Perchè è un "extra"? Bhe a dire la verità non l'avevo programmato nel corso della storia. Solo che stanotte mi sono svegliata pensando.. E poi gli altri personaggi come li introduco? Et voilà, ve li presento a spezzoni, quando serviranno raccontati dai vari punti di vista... Mi sembra che così prenda di più.. '-'
Fatemi sapere cosa ne pensate, mi fa sempre piacere :)
Sky!

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** Capitolo 7 ***


Ryuga venne convocato dal Consiglio Anziani del liceo, all’ultimo piano della struttura del liceo. Il Consiglio Anziani era composto da 8 persone: il Principale delle scuole elementari, quello delle medie, il Principale del liceo; c’erano poi il Presidente dell’Accademia, Natsu Hagren, il detentore del Diamond Rank, Derek Midgar, e altre 3 persone che non riuscì ad identificare. Una volta preso posto al centro degli Anziani, la “seduta” cominciò: << Ryuga Lens, sei stato convocato qui per la tua evidente cattiva condotta e pericolosità >>, ecco come doveva cominciare una cosa del genere, con le note dolenti.
<< D’altra parte il Rango di cui ti abbiamo dotato non è stato chiamato Godness a caso. Comunque sia sei stato revocato dagli studi e selezionato per qualcosa di più grande >> disse Hagren << Si tratta di una ricerca, una cosa che dovresti trovare per noi >>, Ryuga non fece alcun cenno, rimase nel suo religioso silenzio con la sua attenzione al massimo.
Il Principale delle medie prese la parola sovrastando la voce del Presidente << Si tratta di trovare 4 oggetti, nel perimetro dell’Accademy, che come sicuramente sai va da qui fino a dopo la valle circa 40km dopo il fiume. A valle ci sono 4 centri urbani, dove vivono i nostri studenti, professori ed operatori sanitari. Oltre a loro ci sono delle persone esterne che svolgono qui le loro attività commerciali. Ultimamente si sono verificati degli episodi in cui della gente X ha cercato di rapire alcuni dei nostri studenti, siano delle elementari, medie o del liceo; il perché potrebbe essere proprio in questi 4 oggetti >>.
Derek si alzò dal suo seggio e si fermò di fianco a Ryuga, gli mise fra le mani delle foto, delle bozze di come questi ipotetici oggetti, dal valore sconosciuto dovrebbero essere, infine dopo averle memorizzate si alzò << Lo farò, non credo di avere tanta scelta. Ma dite, si tratta di valore commerciale o di puro potere? >>.
La donna facente parte del gruppo di 3 più in disparte abbozzò un sorriso << Ryuga non convieni che potere richiami ricchezza, e viceversa? >>. Quello che aveva detto era perfettamente ovvio, l’aveva testato lui stesso quando viveva da solo e utilizzava l’Alice del Furto per prendere soldi dai malcapitati; un altro dei 3 si alzò << Puoi usare qualsiasi mezzo per trovarli, non c’importa. Tu trovali >> ordinò e al giovane balenò un’idea.
<< Io che benefici posso trarne? >>, e come se Hagren fosse preparato a questa domanda gli rispose secco.
<< Non vuoi conoscere il tuo passato? >>.
A quel punto Ryuga venne cacciato fuori dalla sala, con quelle parole che gli rimbombavano nella testa:
 
“Non vuoi conoscere il tuo passato?”
 
Affermare che non volesse conoscere il suo passato era assolutamente falso, era una cosa che bramava da tanto tempo, ma nessuno era stato mai capace di soddisfare questa sua richiesta.
Se ora, con il trovare solamente 4 semplici oggetti, poteva avere indietro il suo passato, la sua vita che per anni era rimasta nascosta dietro ad un velo nero e spesso, ora poteva essere almeno per metà alleggerito; Ryuga rivolse lo sguardo al cielo: come poteva permettere a queste persone di disporre così di lui?, da schiavo del destino che era fino a poco tempo fa, ora non è forse schiavo del Consiglio?
Una volta fuori dall’edificio rimase fermo, a contemplare il cielo buio della notte, la rabbia lo pervase in pochi istanti ed un urlo di dolore si trasformò in un ruggito che riecheggiò nell’aria per diversi istanti e si disperse, lasciando spazio al frusciare del vento che scompigliava le fronde degli alberi; quasi in insulto dall’ombra della montagna partì un ululato e Ryuga si scoprì a sorridere, che tiro meschino gli aveva giocato il fato.
______
Ok questo è il momento serietà, Lens è stra incavolato, il consiglio è una marmaglia di approfittatori scapestrati e tutte queste cose così.. Ma! E' comunque il momento che preferisco perchè è anche il preludio di... ?_? eh boh, lo saprete nella prossima puntata che credo sarà domani, dipende se le verifiche non mi fanno scherzi xD.
Chiedo perdono se questo è un tantino noioso come cappy, ma ogni tanto ci vuole.. "momento serietà".. 
Sky!
PS: Ho fatto una gaff paurosa giusto pochi minuti fa, avevo messo il testo conciato in una maniera inguardabile, mi scuso dunque con chi avesse visto... L'obobrio XD

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** Capitolo 8 ***


Notte Insonne Parte 1

<< Per sempre servo e mai libero >>, sussurrò fra sé e sé, suo malgrado qualcuno era giusto lì e lo osservava; Derek era appoggiato al muro, era più giovane di lui ma nonostante tutto pareva ben più saggio, e poi quel colore bianco dei capelli faceva quasi paura.
<< Ryuga, non è forse questo il destino che si riserva a quelli come te? >>, il giovane annuì e minaccioso si avvicinò allo studente modello.
<< E siccome questo destino mi riserva solo pene, perché non farmi un favore? Uccidermi non sarebbe meglio? >>, Derek scosse fragorosamente la testa, in effetti che beneficio ne trarrebbero loro dalla morte del cane di “corte”.
Derek cominciò a parlare: << Io personalmente non comprendo la smania di riavere i 4 Totem, non la comprendo e per quanto mi possa riguardare non mi tocca minimamente. Per quanto stupido possa sembrare, non è  un mito; accadde fin troppi anni fa.. I 4 Totem erano stati riuniti, l’odio s’impossessò di coloro che stavano attorno a questi oggetti, il primo che dovrai trovare comunque è il Diamante dell’Alba. Non starò qui a raccontarti nei minimi dettagli cosa questi facciano, tant’è vero che nemmeno io lo so. Comunque sia, i Totem portarono i loro scopritori ad uccidersi l’un l’altro nella folle corse al potere totale, temo di non poter dire che alla fine uno di loro si salvò. Si dice che Alexander si suicidò dopo averli ottenuti, la sua mente era stata portata alla follia, il suo sguardo non lasciava trapelare umanità. Non ne era rimasta. Una volta morto Alexander altre 4 persone si fecero avanti e nascosero questi oggetti infernali in 4 luoghi diversi; ma la loro dinastia era avida e attualmente questi Totem sono custoditi dagli eredi >>, così dicendo Derek lanciò in aria un altro sasso, facendolo cadere in terra; Ryuga aveva lo sguardo fisso su di lui, da come il Diamond l’aveva messa giù non sembrava che gli toccasse un compito facile.
<< Se come hai detto questi Totem portano alla pazzia, devo aspettarmi il peggio, sia da i loro attuali possessori, che da me e dal Consiglio. Quando li avrete tutti e 4, al primo cenno di follia… Vi ucciderò >>.
<< Attualmente era questo che ti volevo chiedere, ma vedo che hai già preso la tua decisione>>, si girò ed arrivò fin alla soglia dell’edificio, aprì la porta ed entrò <>.
Le ultime parole pronunciate da Derek riecheggiarono nell’aria, seguite dal rumore della chiusura della porta.
Perfetto, no? Si trovava con le mani legate, e la fune di quelle lunghe catene erano ora in possesso di Derek, la tortura era appena iniziata e sentiva già il peso di quel metallo immaginario gravargli sui polsi. Gli era stato chiaramente detto che avrebbe potuto aggirarsi liberamente per la scuola, qualora gli fosse stato utile per le sue ricerche, come faceva d’altra parte a sapere chi erano i rispettivi eredi delle 4 famiglie in considerazione? Derek gli aveva ordinato di partire dalla ricerca del Diamante dell’Alba, una gemma di medie dimensioni (in una scala piuttosto piccola, s’intende).
Non gli erano stati forniti dettagli sul cosa esattamente facessero questi oggetti, ma ormai v’era dentro fino al collo ed oltre.
La sua non è mai stata e mai sarà una vita libera purtroppo; una nube coprì in parte la luna e le passò davanti per poi proseguire nel suo percorso che mai sarebbe finito, proprio come il ciclo continuo della sua vita. Improvvisamente provò simpatia per le nuvole, che anche se subdolamente coprivano l’amica luna erano terribilmente sole, in particolare passò una nuvola dalla singolare forma che rimase impressa nella mente del giovane e non riuscì a paragonarla ad altro se non ad un procione (? Sorgono ora dubbi sulla sanità mentale del giovane ragazzo, che nel bel mezzo della notte s’immagina i procioni).
Ma spieghiamo ora questa sua allucinazione, il povero Ryuga non sgranocchiava carne da diversi giorni, gli venne un languorino .. Ed il dannato ne faceva brontolare lo stomaco, il quale a sua volta pareva più lo scoppio di un vulcano che un normale lamento.
Passati quegli attimi di follia totale immaginando anche dei wurstel con le zampe (singolare immagine della fame di Ryuga) ed una bistecca con il cappello di mago Merlino che intimava a destra e a manca: “Anacleto, guarda che ti trasformo in un uomo”; Ryuga sembrò riportato alla realtà ed alzando gli occhi si sentì come fissato dall’amica Luna, sbuffò << Sì sì mi rimetto a lavorare, basta poltrire promesso >>.
_______
Ecco... Personalmente stavo morendo dal ridere ad immaginarmi le scene della fame di Lens, forse proprio perchè mentre scrivevo io stessa avevo fame (e stavo guardando Mago Merlino XD).
W le mie stupide ispirazioni xD
Il prossimo cappy uscirà domani suppongo, credo, immagino, non lo so! (Per ora è uno fra i miei preferiti)
Godetevi anche questo dunque! Sky!

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** Capitolo 9 ***


Notte Insonne parte 2

Mosse un passo, incerto, e pian piano prese il ritmo, tornando a riflettere da mortale, step by step.
Mentre era convinto di non aver più nulla su cui pensare e riflettere, e si trovava in uno stato di apparente calma mentale gli passò per la zona desertica del suo pensiero una cosa sola, una parole breve, coincisa e terribilmente ovvia: Marin.
Aveva ripreso a camminare da poco quando nuovamente si fermò stupendosi di sé stesso. Aveva deciso forse che Marin lo divertiva così tanto? Che capacità sovrumana quella ragazza, più piccola di lui oltretutto.
Ryuga sorrise, mentre un conflitto si faceva largo in lui, il cuore gli diceva di andare da lei, la testa di scappare il più lontano possibile, da tutto.
Alla fine il cuore vinse e si trovò su un albero situato giusto nel giardino fuori dalla stanza di lei, la luce era accesa e Marin sveglia, seduta alla scrivania, probabilmente a studiare o a fare qualche conto come presidentessa; ogni tanto lei si scompigliava i capelli furibonda e gettava dei fogli di carta dentro il cestino che oramai strabordava. Questo ripetersi di azioni sembrava interminabile, tant’è che al giovane doleva lo stomaco da tanto aveva riso, forte e ripetutamente.
Afferrò un rametto e lo strappò, rigirandosi verso la finestra dove alloggiava la ragazza lo scagliò contro la finestra, questa sobbalzò e si voltò verso di lui. Lo vide seduto tranquillamente sull’albero e per poco non s’imbestialì, stava infrangendo il coprifuoco dopo tutto.
Aprì svelta la finestra, l’intenzione era sapere cosa volesse, ma questi s’intrufolò dentro la sua stanza e si mise tranquillamente a sedere sul letto sbirciando in giro.
Marin chiuse la finestra e tirò le tende, per sicurezza controllò anche se la porta era chiusa a chiave << Mi farai finire nei casini Ryuga! >>, era un urlo soppresso dalla paura stessa di urlare, si zittì e poi sospirò << Cosa vuoi? >>.
Il giovane sorrise e per tutta risposta si sdraiò sul letto, commentandone quanto fosse comodo, portò le mani dietro la testa << D’un tratto mi sei venuta in mente ed eccomi qua, niente di strano penso >>, Marin si trattenne dall’essere piuttosto aggressiva e si sedette sulla sedia, come non sapendo minimamente cosa fare.
Ryuga si alzò e le andò davanti, si abbassò verso di lei e i due si fissarono senza fiatare per lunghi istanti quando ad un certo punto dall’interno della maglietta a maniche corte del ragazzo non uscì fuori una medaglietta che sembrava tanto quella dell’esercito, giocò a favore di Marin che lui non se ne accorse e poté scorgerne qualche scritta.
 
Name: Ryuga Tusk
Age: 18
Sex: Male
Army: Black Squad
Blood: 0
Birth: Unknown
 
Marin rimase sconcertata, tanto che allungò la mano mossa da un inconscio impercettibile a quel movimento Ryuga si accorse della targhetta e la rimise velocemente dentro la maglietta alzandosi di scatto e fece un sorriso malizioso.
<< Se proprio vuoi sapere qualcosa su di me ti basterebbe essere un po’ più gentile, ti pare? >> disse prendendole il viso fra le mani, la ragazza rimase ipnotizzata dal suo sguardo fino a quando  non tornò alla realtà, ma anche così facendo non trovò modo di divincolarsi da Ryuga; a sua volta il ragazzo rimase completamente catturato dagli occhi di lei, quasi fosse un’azione normale le passò il pollice poco sotto l’occhio e Marin cominciava ad arrossire per quella situazione scomoda.
Poi di punto in bianco Ryuga vide i fogli dei compiti per cui lei si stava tanto arrovellando prima: erano semplici esercizi di matematica.
<< Quelli non ti riescono? >>, chiese ricomponendosi in una posa quanto meno decorosa, Marin annuì e si girò verso la scrivania, << Lascia che ti faccia vedere >>, il giovane si sporse sulla scrivania e prese a spiegarle come andrebbero risolte, da una situazione scomoda quale era quella di poco fa, ora si trovavano nella tranquillità più totale, non fosse che finita la spiegazione … << Adesso fammi vedere se hai capito, ogni volta che sbagli vedrò di fartelo ricordare >>.
Così aveva detto, e questo non fece altro che aumentarle l’ansia, come pensava di farle ricordare ogni suo errore in modo da non farglielo più ripetere? Non ci mise tanto a scoprirlo, poiché piazzò un errore già nei primissimi passaggi, Ryuga scosse la testa in tono di dissenso.
Notò che la ragazza tendeva a stare ricurva sulla sedia quella sera, allora quale miglior modo di metterla in riga, se non quello di passare la mano gelida sulla base della schiena? Le sollevò la parte bassa della maglietta e mise la mano contro la schiena calda di lei che sobbalzò, un po’ per il tocco, un po’ per l’imbarazzo.
La sua risposta fu un agitatissimo “va bene, va bene ho capito”, e lui aveva bofonchiato un qualcosa tipo “lo vedremo”, fatto sta che la ragazza non commise più errori per gran parte degli esercizi, ma quando fu tardi e di esercizi ne aveva fatti una 30ina cominciò ad accusare i segni della stanchezza.
In precedenza Marin gli aveva chiesto di tenerla sveglia fino a quando non avesse finito gli esercizi: viva il tradizionale caffè.
Si guardò in girò ed in un angolino vide la macchinetta, gli ci vollero 5 minuti nemmeno, ma in quei 5 minuti Marin già stava ronfando serenamente e farle bere il caffè fu davvero un’impresa degna di nota. Dovette appoggiare sul tavolo la tazza e sollevare la ragazza dal tavolo raddrizzandola sulla sedia, si fermò a guardare quanto ridicola fosse e poi le tirò due schiaffetti, lei saltò in aria lo fissò e poi guardò la tazza, senza ulteriori domande bevve il caffè d’un sorso e ricominciò a fare gli esercizi.
Lens si guardò in giro, possibile che non ci fosse un orologio in tutta la stanza? Evidentemente…
La ragazza stava ricurva sui fogli, Ryuga diede un’occhiata e poté vedere un errore fra le ultime righe, passò di nuovo la mano gelida sulla sua schiena, lei si riprese, finì velocemente, e giusto.
Poi crollò sui fogli, e s’addormentò profondamente, a quel punto il giovane la prese in braccio e la lasciò sul letto << Bel lavoro presidentessa >>.
Era troppo tardi per lui andare nelle sue stanze, sarebbe scattato l'allarme del coprifuoco; si sedette dunque per terra appoggiandosi contro il bordo del letto, e dopo poco, più che sedersi sembrò raccogliersi su se stesso come un cane al freddo.

_____
Ecco qua, mi spiace di aver diviso in due questa parte intitolata Notte Insonne, ma mi pareva troppo lungo per postarlo tutto insieme. Sono abbastanza soddisfatta del mio lavoro, a parte qualche incertezza nella prima stesura quando rileggo direi che mi piace ciò che vedo. E sono felice che ci sia chi segue costantemente questa storiella e spero vivamente rimanga così.
Grazie mille!
A domani con il prossimo capitolo, sempre nella logica del: spero, credo, forse, non lo so!
Sky!

Ritorna all'indice


Capitolo 10
*** Capitolo 10 Rev ***


*ER*
Credo che possiate chiamarlo un epic fail, mi scuso sinceramente con tutti quelli che hanno aperto i cappy in precedenza e han detto "Ma questa è pazza"...
Ermh.. Fra liceo, palestra, nuoto e altre cose simili sono stracotta... Giuro che sono davvero dispiaciuta *si butta a terra implorando il perdono*.
In poche parole, potete chiamarlo Epic Fail da stanchezza...
Scusate ancora.
_______

La luce cominciò a filtrare dalle tende colpendo negli occhi il povero ragazzo e facendolo svegliare con un mugugno di dissenso, gli ci volle un po’ per  collegare gli avvenimenti della notte prima e quando ci riuscì guardò verso il letto, la vide ancora lì, a dormire beatamente ma… Lei non ha scuola?
Si alzò barcollante e dolorante dal pavimento e le andò vicino, svegliandola, Marin sobbalzò e cadde giù dal suo caldo giaciglio per finire addosso a Ryuga.
I due rimasero fermi senza sapere cosa dire, poi Ryuga sfoderò lo stesso sorriso malizioso dell’altra sera << Se volevi saltarmi addosso bastava dirlo, sai? >>, lei imbufalita gli tirò un pugno sulla spalla e rotolò di lato per lasciare libero il petto di lui.
Anche per i minuti che seguirono ci fu silenzio; silenzio mentre lei andava in bagno e si metteva la divisa scolastica, e Ryuga si sedette sulla sedia, riprendendo in mano la targhetta che per sbaglio Marin aveva visto.
<< Cos’è quella? >>, chiese Marin, appena uscita dal bagno, la mise via in fretta.
<< Che ne dici di uno sguardo equo? >> rispose di getto, ovviamente sfrontato al massimo il ragazzo fiducioso, un velo di rossore ricoprì il viso di Marin, che si girò e prese la cartella.
Costrinse Ryuga ad uscire dalla finestra; saltò giù ed atterrò perfettamente dritto a terra, andò verso l’entrata dei dormitori ad aspettarla, ed infine si trovarono a camminare fianco a fianco.
Gli altri studenti li osservavano incuriositi, le studentesse fulminavano con lo sguardo Forkswille che a sua volta cercava di nascondersi dietro la sciarpa di lana, poi se ne accorse << Ma tu non vieni a lezione? >>.
<< Umh, no, sono stato revocato dagli studi >>.
Marin si fermò di colpo “Proprio ora che la classe mi sembrava essersi vivacizzata un po’…” arrossì da sola a quel pensiero e ricominciò a camminare.
<< Come mai? >>
<< Ho altre … cose da fare >>, disse infine e salutò la ragazza, una volta arrivati davanti all’istituto scolastico.
Girò i tacchi e si diresse in biblioteca, non aveva nemmeno una mezza pista da seguire per trovare il Diamante dell’Alba, forse in qualche libro della biblioteca poteva trovare qualche informazione.
L’edificio era piuttosto vecchio e malconcio, l’edera aveva coperto le finestre, tant’è che iniziava a dubitare fosse ancora aperta, il giovane; ancora fiducioso provò ad entrare, ed una vecchia signora lo accolse con uno sguardo piuttosto sospettoso, come per mettere a fuoco chi aveva davanti ed a quel punto sobbalzò << Ryuga, il nuovo guardiano? >>, gli corse in contro, per quanto le gambette gli permettessero di muoversi poco più veloce di un pinguino.
<< Guardiano di che? >>, disse educatamente, porgendole la mano per sorreggersi, pareva agitata.
<< Il guardiano della scuola no? Devi raccogliere i Totem, giusto?. Oh cielo, caro, seguimi >>, e così detto il ragazzo seguì la vecchia signora fino alla zona più malconcia dell’intera biblioteca. Pareva proprio che non facessero le pulizie da tanto, forse troppo tempo.
Lo portò davanti ad uno scaffale in particolare, di un caratteristico color ambra e ne tirò fuori 3 libri, che a differenza del luogo ove erano stati riposti, avevano un aspetto molto più… Recente.
L’anziana donna non disse niente e fece solo un sorriso, se  ne andò “zampettando” verso il suo fido bancone; Ryuga prese in mano il primo libro ed iniziò a sfogliarlo con disinvoltura: vi erano vari capitoli, sui più svariati argomenti riguardanti oggetti singolari spariti dalla faccia della Terra ormai da anni; fermò di colpo su una pagina, quella che gli interessava.

Ritorna all'indice


Capitolo 11
*** Diamante dell'Alba ***


“Del Diamante dell’Alba si persero le traccia alla fine dello scorso Decennio, con un sanguinoso scontro che pose fine alla vita di 4 fra i personaggi più famosi dell’epoca, tra i quali Alexander De Frayer, un prestigioso studente ed archeologo; grazie ai suoi appunti siamo riusciti a comprendere un filo meglio ciò che il Diamante rappresenta e quali sono i pericoli in cui incorrono le persone a contatto con esso… Gli appunti di De Frayer parlavano del Diamante come se avesse un’anima e potesse decidere chi consumare e chi favorire, una sfumatura di questo gioiello ha sempre prediletto le anime perse, quelle per cui non ha più nessun senso la vita in sé, quelle che a loro volta hanno consumato altre vite con l’odio e la violenza…
Vedendola come De Frayer ce la propone, forse è un bene che il Diamante sia andato perduto, uno fra gli ultimi appunti dell’archeologo esprimevano la sua controversia nel riunire il Diamante con gli altri Totem (di cui viene trattato in altri capitoli)… L’appunto finale dello studente è particolarmente incisivo, dal momento che il tono in cui scrive appare spaventato, dicendo che quel gioiello malefico lo stava cambiando… Lo stesso giovane, la cui anima era indiscutibilmente pura, stava venendo guidato verso il baratro dell’oscurità più totale; potremmo dunque chiamare il Diamante, anche Gemma dell’Anima, a ben pensarci probabilmente se si chiama Diamante dell’Alba si deve il fatto al suo splendore quando viene posizionato dinanzi al sole del mattino ove le anime intrappolate risplendono… -Il gioiello non dovrà mai, mai, essere ritrovato, ne va de la salvezza dell’intera popolazione umana ed in particolare della nostra amata GAC; rimarrà custodito nel forziere illuminato dalle luci dei monti all’incrocio ove il soave profumo delle cibarie calde riempie il cuore dell’uomo che perse l’anima da giovane… E’ una profezia che solo il pavido potrà svelare, la pista per il tesoro dimenticato dai giusti e sempre e per sempre bramato dai malvagi- … A cosa si riferirà questa? Sono passati innumerevoli anni, e ancora non vi sono risposte…”

______
Come ho detto prima questo è una cosa a parte per non rendere il tutto troppo lungo, visto che stasera ho intenzione di postare anche un altro capitolo come modo per farmi scusare. Cercate di non prendere il tutto troppo formalmente, l'ho già fatto io mentre lo scrivevo. Immaginandomi il diario di "colui" xD Ok.. A fra poco xD

Ritorna all'indice


Capitolo 12
*** Capitolo 12 Rev ***


*ER 2*
Anche per questo non so davvero cosa dire, se buttarmi in un fosso o darmi fuoco su una pira ardente. Spero possiate essere comprensivi, ho avuto poco tempo, ho preso e facendo copia incolla il mio geniale neurone non ha pensato a mettere gli spazi...
Quindi in sostanza.. Cambia che ora potete leggere pacificamente i dialoghi... Anche qua mi scuso con chi si era messo a leggere e avrà pensato sempre la medesima cosa del cappy precedente.
Farò in modo che non succeda nuovamete!
Sorry!
______


Chiuse il libro appena questi passò ad un altro argomento che non gli riguardava, rimase a fissarne la copertina per diversi minuti, pensando alla frase di De Frayer, cosa aveva voluto dire?
S’avviò verso l’uscita con solo quel libro e la signora non gli fece nemmeno una domanda, a questo punto se ne andò fuori. Il caldo lo fece quasi sciogliere, il giovane immaginò di squagliarsi sugli scalini e di venir raccolto con un cucchiaio (assurdo..).
Dopo questa stupidata, notò con piacere del suo stomaco che era mezzogiorno, speranzoso di poter trovare della buona carne si avviò verso  le stanze per posare il libro ed andare tranquillamente a mangiare. Sulla via del ritorno, mentre era sovrappensiero si scontrò con Marin e finì lungo e disteso per terra << Dannazione >>, si rialzò spolverandosi per bene e riprendendo in mano il libro caduto lì di fianco, guardò la ragazza a terra e l’aiuto ad alzarsi.
<< Scusami Marin >>, disse, anche la ragazza una volta in piedi si pulì la gonna e lo guardò furiosa; fu in quel momento che Ryuga ci arrivò, forse lei poteva aiutarlo in quel indovinello << Hai da fare? >>.
La presidentessa rimane a pensarci per un po’, < >.
<< Vieni >>, decise di non andare nemmeno a posare il libro, si diresse in mensa con la ragazza e cercò un tavolo per due.
Lo trovò verso le finestre di vetro che fungevano da parete, aprì il volume alla pagine che aveva letto in precedenza e le evidenziò l’enigma in questione, poi si alzò e andò a prendere qualcosa per entrambi.
Tornando a sedersi notò che la ragazza si era interamente concentrata su quello che le aveva chiesto, le passò davanti al naso il sandwich e quasi non se ne accorse, le sfilò il libro fra le mani e questa alzò la testa mostrando una smorfia di disappunto tale che Ryuga scoppiò a ridere << Mangia >>.
Iniziò ad azzannare il suo panino con hamburger come se fosse un bambino e quello zucchero filato, senza nemmeno gustarne il sapore lo finì in poco più di 5 bocconi e stavolta si mise lui a leggere il libro, “GAC”, per certo era una sigla.
<< Vuol dire Gakuen Alice Academy >>, era piuttosto ovvio ora che gliel’aveva detto… Per un attimo si sentì inferiore alla ragazza che mostrò un sorriso spavaldo che lasciava intendere “ne so più di te, mister arroganza”.
<< Il resto sai a cosa potrebbe riferirsi? >>, chiese allora, sperando che avesse pronta una risposta, ma purtroppo lei scosse la testa e negli occhi poté vedere come un velo di delusione.
Ryuga si appoggiò con i gomiti al tavolo: non aveva fatto nessun passo in più, aveva solo scoperto la cosa più ovvia dell’intero indovinello, ma perché De Frayer diceva che per la salvezza della “GAC” il Diamante non doveva essere ritrovato? Derek gli aveva accennato della pericolosità di quei manufatti, ma poteva davvero essere tale?
Domande, domande senza risposte gli si stavano affollando dentro la mente, erano talmente tante che finirono per accavallarsi l’una sull’altra inesorabilmente; fu come un secchio d’acqua gelida e la sua mente divenne un po’ più elastica, De Frayer aveva sottolineato più volte il fatto che il gioiello anche chiamato Gemma dell’Anima risucchiasse l’anima dei “buoni”, adesso, il suo pensiero stava di molto banalizzando, ma in sostanza il messaggio passato era quello. Come poteva il consiglio permettere il ritrovamento di tale oggetto?
Marin guardava come il giovane che le stava di fronte, da sereno e spensierato era diventato cupo e pensieroso, allungò una mano verso di lui e la posò sul suo braccio, a contatto, le loro pelli sembravano di temperature opposte, era diventato improvvisamente gelido, nonostante la calura della giornata.
Ryuga alzò il viso in stato di trance, e i loro occhi s’incontrarono e scavarono negli angoli più remoti dei reciproci cuori, il ragazzo scosse la testa.
Si stava lasciando andare alla particolarità di quella ragazza, in qualche modo si sentiva attratto, inevitabilmente attratto come una calamita al suo opposto ed ancora non capiva quale fosse il suo Alice.
Dov’era finita la sua pessima reputazione, che lo faceva passare per uno difficile da avvicinare, una persona chiusa, senza cuore ed invece gli era capitato già altre volte di pensare a lei.
“Non va bene, non va bene”, strinse fra le sue mani i capelli e li tirò lievemente, la presa sul suo braccio di Marin si fece sentire un po’ di più, tanto che sul viso del giovane consumato dai dubbi e dalle domande affiorò un sorriso quasi ebete.
<< Grazie per l’aiuto che mi hai dato, ora se vuoi scusarmi >>, camminò fuori dalla mensa il più in fretta possibile focalizzando il suo pensiero sul Diamante.

Ritorna all'indice


Capitolo 13
*** Capitolo 13 ***


*Sky Space*
Dopo aver corretto il capitolo 10 e 12, di cui ancora sto pensando se magari è più efficente una pira ardente, fra i vari modi per farmi perdonare ho deciso di postare il capitolo 13 (sperando stavolta di aver guardato bene ogni cosa). Mi auguro che i precedenti incidenti non abbiano persuaso nessuno a lasciar perdere questa bizzarra storiella, che a breve credo troverà una fine..
Come ogni volta, godetevi il cappy!
Sky :)!
________


Ora il modo più semplice per trovare il Diamante sarebbe stato andare in città e cercare un posto simile a quello che De Frayer descriveva nel libro, non poteva aspettarsi di essere aiutato dal Consiglio poiché gli era stato categoricamente detto che ogni cosa dipendeva da lui, dunque se anche succedesse qualcosa legato al potere del gioiello, sarebbe stata colpa sua? Che fregatura!
Marin gli aveva dunque detto che GAC era la loro scuola, per la sicurezza della GAC… Probabilmente il gioiello era nascosto da qualche parte entro i loro confini. All’incrocio fra .. Incrocio.
Si diresse nella sala del consiglio studentesco intenzionato a cercare Derek, ed ovviamente, lo trovò impegnato in una vivace discussione con uno della gestione spese, gli si avvicinò e il ragazzo si girò sorridendogli << Cosa posso fare per te? >>.
<< Puoi darmi una mappa di Central Town? >>, l’altro senza fare ulteriori domande si dileguò tornando dopo poco con la mappa da lui chiesta, Lens ringraziò e occupò uno dei tavoli in fondo all’aula posandoci sopra la mappa.
“Incrocio… Incrocio…”, passò il dito indice sulla mappa cercando quell’incrocio che potrebbe essergli fondamentale per ritrovare il Diamante.
Infine lo trovò, “Diamine è l’unico!”.
Chiuse la mappa mettendola in tasca, uscì fuori raggiungendo uno dei taxi che facevano il servizio trasporto dall’Academy sino a Central Town.
Aprì la portiera dell’auto rossa e vi salì mettendosi comodo << Salve, può portarmi in qui? >>, indicò il luogo all’autista tramite GPS e questo annuì prendendo anche i suoi soldi.
L’Accademia non distava molto da Central Town, circa 30 minuti di macchina ed in questi minuti Lens provò a pensare a cos’avrebbe fatto quando si sarebbe trovato dinanzi al proprietario del Diamante.
Central Town era un gran bel posto, di notte si poteva vedere che era completamente illuminata e di giorno la luce del sole rifletteva contro le finestre delle abitazioni.
Central Town non era più un esclusiva di poche persone, di quelli della Gakuen, ma di qualsiasi persona volesse andare ad abitarci, era una vera e propria città.
Una cittadina piena di vita, le persone giravano felici fra i negozi, a fare compere o andando in posti di svago.
L’autista lo lasciò esattamente all’incrocio che gli aveva indicato. Il ragazzo si trovò in mezzo ad una folla di persone, cercò comunque di guardarsi intorno per trovare qualsiasi indizio che potesse aiutarlo, tentò di ricordarsi cosa diceva lo studente Alexander De Frayer.
custodito nel forziere illuminato dalle luci dei monti all’incrocio ove il soave profumo delle cibarie calde riempie il cuore dell’uomo che perse l’anima da giovane”.
Alzò lo sguardo verso il cielo, al di là delle abitazioni a metà strada fra il blu del cielo e la terra vide i monti, uno fra questi era completamente innevato e sembrava risplendere; partendo da questo indizio il giovane girò fra le case di quell’incrocio cercandone una che rivolgesse la facciata verso quella montagna imbiancata. Improvvisamente, sulla strada che stava seguendo, sentì il profumo di alcune torte appena sfornate, si girò allora dalla parte opposta a quella dove aveva sentito l’odore e fu allora che la vide.
Una casa quasi completamente diroccata, dove sarebbe pericoloso per chiunque viverci… Eppure pareva proprio abitata; si avvicinò alla piccola porta di un colore marrone muffa, bussò e senza nemmeno farlo apposta la fece cadere, avendone rotto i cardini. Vista la situazione non si fece scrupoli ad entrare facendo ovviamente il minor rumore possibile: l’interno della casa era pieno di ragnatele e all’occasione si scorgeva perfino qualche ratto, ma di forzieri nessun ombra.
Salì la scala guardando attentamente ogni passo che faceva, ogni tanto gli capitava di rompere un gradino e svariate volte si tagliò sulla caviglia o vi entrò qualche scheggia.
Più di una volta a Lens parve di essere seguito, ma continuò fino ad essere al 2° piano, il suo sguardo sfrecciò in ogni lato della stanza fino a trovare un bauletto d’oro, si avvicinò al comodino e aprì lentamente il bauletto.

Ritorna all'indice


Capitolo 14
*** Capitolo 14 ***


Salve salvino cari lettori :D Sono tornata alla carica con un nuovo capitolo, anche se forse un po' corto <.<, stanotte mi sono sognata come dovrebbe proseguire per cui mi metto subito all'opera sperando che il prossimo cappy sia pronto a breve =).
Ancora una volta buona lettura!
Sky =3
_______

Il Diamante era lì, dai colori ancora più singolari di quanto non apparissero nella foto, rosa, azzurro e bianco, tutti mischiati fra loro. Non era della grandezza che si era aspettato era leggermente più grande, diciamo.. Gli stava dentro la mano con qualche difficoltà; lo mise nel taschino davanti della camicia e si girò.
Si trovò davanti ad un uomo di poderose dimensioni il cui viso era nascosto nell’ombra << Ti consiglio di lasciarlo giù figliolo >>, il pavimento prese a scricchiolare sotto il peso dei due, la casa non sarebbe rimasta in piedi a lungo.
<< Vede, io lo farei, ma non ho scelta >>, rispose Lens rimanendo fermo sulla sua posizione, stavano rischiando grosso, l’uomo che aveva di fronte sembrò non capire la gravità della situazione e avanzò ancora verso di lui.
<< Metti giù quell’affare >>, prese in mano un bastone che era posato contro la parete e iniziò a rotearlo.
Lens indietreggiò di poco ed andò a sbattere contro una sedia, cadendo all’indietro ed un pezzo del pavimento crollò, si voltò nuovamente verso l’uomo appena in tempo per vedere il bastone arrivare verso lui, riuscì a scostarsi per non prendere il colpo in testa ma impattò sulla schiena.
Sbatté di nuovo contro al pavimento tossendo, “Questo non mi molla”, non c’era niente che potesse fare né trasformarsi né usare l’Alice del Fuoco, non vi erano Ombre in terra; si alzò di scatto buttandosi addosso a l’uomo che colto alla sprovvista cadde in terra ma subito le situazioni si ribaltarono, il suo avversario lo prese per i capelli sbattendogli violentemente il viso contro uno dei pilastri in legno che reggeva la casa.
Il viso di lui prese a sanguinare, come del resto la schiena e la caviglia, si tolse a fatica dalla presa ferrea di quell’armadio che era il suo avversario, la casa stava tremando sarebbe crollata nel giro di pochi secondi.
C’era una finestra rotta sul lato della casa che dava sulla strada, era la sua unica possibilità altrimenti non sarebbe riuscito.
Si rimise barcollante in piedi e si lanciò fuori dalla finestra, cadendo sul tettuccio di una macchina e sfondandolo per metà; la casa collassò su se stessa  nel giro di pochi secondi, portando fra le macerie anche il guardiano del Diamante che lo aveva assalito.
Scese dal tettuccio, togliendosi di dosso la maggior parte dei vetri sotto gli sguardi stupiti e spaventati della gente, che strano, non dovrebbero curarsi di queste cose con una scuola come l’Alice Academy lì vicino.
Si portò a tentoni fuori da Central Town. C’era qualcosa che non andava, qualcosa che gli faceva ribollire il sangue nelle vene, sì bhè, anche l’adrenalina. Se fosse poi, l’odore del sangue in sé per sé? Quando era ancora in mezzo alla folla qualcuno dei passanti si era ferito con i vetri e lui, quell’odore metallico che gelava il respiro lo sentiva bene… Forse fin troppo.
Man mano che camminava verso l’Academy stava sempre peggio, la vista gli calava vertiginosamente ed aveva iniziato a tremare. Si sedette rassegnato, non c’era altro che lui, Lens Ryuga, potesse fare se non aspettare con pazienza l’arrivo del Fato.
Il Consiglio stava per riavere il Diamante, come gliel’avrebbero strappato poi non era un problema suo.

Ritorna all'indice


Capitolo 15
*** Capitolo 15 ***


*Sky Space*
Il momento clue (chissà se si scrive così) visto dal punto di vista di un nuovo personaggio che è molto "Feel like a boss"  xD O, almeno così me lo immagino io, molto boss, molto figo ** etc etc :D
Il nostro Lens è davvero sfortunato in questi capitoli, ma chissà che il destino non abbia in mente un gran lieto fine almeno in qualcosa della sua complicata vita :D
Buona lettura!! =3
______


Si poteva annusare nell’aria l’odore inconfondibile della paura, lo sentivo bene, entrava a frotte dalla finestra e raggiungeva il mio sensibile naso. Non mi era capitato spesso di poter sentire qualcosa del genere, sembrava proprio che gli animali fossero in fermento presi da una corsa forsennata alla salvezza.
Ovviamente ero preoccupato, fra di essi potevo percepire un nuovo essere nella foresta nera e questo… Affare li metteva in serio pericolo; non era forse così?
Mi alzai dal davanzale della finestra ed uscì dal dormitorio, percorrendone i vuoti corridoi, se non erro c’era il discorso del Presidente d’istituto in questo momento, ma io avevo ben altri obiettivi primo fra i quali: fare in modo che Hagren mi ascoltasse e potesse in qualche modo condividere quella mia paura.
Anche se.. Le sue guardie del corpo non ti fanno passare nemmeno se gli pulisci le scarpe da.. “Da”.
Non che mi sarei mai abbassato a niente di simile, ma davvero non sapevo cosa fare; trovai possibile solo entrare dalla finestra e così avrei fatto. All’aria aperta notai che la paura era ben più palpabile e il cielo era stranamente scuro, sembrava stesse per piovere.
“Quelle non sono…?”, pensai guardando verso la palestra del liceo, c’erano due ragazze che guardavano al cielo o sbaglio? Bhè, qualcuno c’era. Quando mi videro corsero verso di me con uno sguardo un tantino impaurito e come biasimarle?
<< Daichi! >> urlò dalla distanza Kayaka che sembrava felice ma allo stesso tempo spaventata dal fatto che fossi lì << Sai cosa sta succedendo? >>. Bella domanda e questo voleva forse dire che non ero l’unico ad avere notato quanto sbagliato fosse quel momento.
Scossi la testa lentamente e i volti di Kayaka e Yumi si rattristarono << Mi spiace, posso solo dirvi che gli animali sono irrequieti e sembra essere colpa di qualche altro “affare” dentro la foresta nera >>.
Mi girai verso l’entrata della scuola e notai che si stava radunando una gran folla, composta dalle persone più influenti e con gli Alice più forti dell’intero liceo, fra loro mi parve di scorgere anche Marin, nonostante il suo sguardo sembrava disorientato. Derek Midgar guidava il gruppo, seguito da Hagren e i 3 “a parte” del Consiglio Anziani; erano uno più spregevole dell’altro: Ryousuke, Ayano e Kan.
Non avevo mai sentito parlare di loro fino a quando come 3 inseparabili entrarono nell’Academy e minacciarono Hagren di morte se non avesse seguito i loro ordini, ovviamente questa notizia non era mai trapelata ma per mia sfortuna io avevo visto tutto. Erano furbi, loro.
Midgar mi si avvicinò con aria piuttosto stanca << Senti qualcosa? >> mi chiese.
<< Paura >>, la mia risposta continuava ad essere quella perché solo quello sentivo. Midgar annuì e mi disse di come Ayano il cui Alice era la veggenza aveva visto un “qualcosa” sfondare il portone dell’Alice e far strage di studenti.
<< O almeno questo era il futuro prima che noi venissimo fuori >>, c’era qualcosa di strano nella sua voce, tremava ed era bassa, terribilmente bassa come se non volesse avere a che fare con tutto questo.
All’improvviso eccoli, i botti contro il portone di qualcuno o qualcosa che cerca a tutti i costi di entrare, ma come può sperare di buttar giù un portone di legno massiccio?
Bam!  Un altro botto ruppe la quiete della sera, probabilmente questo fu il colpo fatale, Hagren urlò a tutti di spostarsi indietro mentre il cancello cadeva inesorabilmente per terra alzando poi una coltre di polvere tale da costringere tutti quanti a chiudere gli occhi e coprirsi la bocca con la maglietta.
Quando la coltre scomparve potemmo intravedere ancora fuori dal cancello una sagoma dalle forme alquanto strane, alto 2 metri o più e si vedeva qualcosa.. Forse una coda, che “spazzolava” a velocità incredibile il terreno tenendo alta la polvere dietro di sé.
<< State attenti >> sussurrò Ryousuke, preparando nel palmo delle sue mani le scosse elettriche, mentre un bagliore rosso circondava Kan che comunque manteneva la calma.
L’essere mosse un passo, entrando dentro le mura dell’Accademia e i nostri riflettori lo illuminarono: gridi di stupore e di terrore si alzarono da tutti i presenti, tutti tranne Derek. Poteva permettersi questa calma?
Kayaka si strinse a me, prendendomi la mano e cercando, evidentemente, di ridurla una polpetta tanto la teneva forte. Yumi a sua volta era indietreggiata verso Kayaka; perfino io contro un mostro del genere potevo fare ben poco col mio Alice della Telecinesi.
Quell’affare era orribile, immagino si possa definire così: si ergeva possente su due zampe, piuttosto muscolose e lunghe; il busto era largo quanto un armadio e dunque pressoché impossibile da buttare a terra; aveva anche altro e potevano essere definite braccia con degli artigli da 5 cm almeno sulle … mani? Non mi vengono altri termini per definirle. Infine c’era il muso, uguale a quello di un Lupo, ma molto più allungato e con uno strano sorriso stampato.
Se ho reso bene l’idea ora capirete perché eravamo tutti pietrificati.
Si mosse, un passo, un rumore metallico strano. Marin sussurrò qualcosa mentre teneva lo sguardo fisso sul mostro, seguendo la direzione del suo sguardo vidi che al collo c’era qualcosa che rifletteva la luce, una medaglietta forse. Cercai di capire meglio cosa stava dicendo Marin, ma ancora una volta qualcosa mi impedì di sentire.
Stava iniziando a piovere e in più ci si mettevano anche i tuoni. Nessuno parlò, nessuno si mosse e ci inzuppammo per bene tutti, tanto che iniziai a sentire un odore di cane bagnato ripugnante; Kayaka era andata verso Marin senza troppo successo, la Presidentessa sembrava chiusa nel suo mondo.
Alla fine il suo urlo sovrastò tutto il resto, gelandomi perfino il sangue nelle vene << Leeens!! >>.

Ritorna all'indice


Capitolo 16
*** Quello che di me rimane ***


*Sky Space*
Lo so che è corto, lo so ^^ Ma è un .. qualcosa a parte, cioè no a parte. Ma esclusivamente dei pensieri di Lens. Ergo posto subito quello che dovrebbe seguirne, per cui tranquilli :D
_____


Fa freddo, tremo, tremo perché è l’unica cosa di cui Lupo non mi ha privato. Perché non posso alzarmi, parlare, cercare di riavere il controllo di me stesso e non posso vedere. So benissimo dove siamo, siamo arrivati alla Gakuen Academy, probabilmente ora siamo dinanzi al gruppo del Consiglio Anziani o magari peggio ancora davanti a tutti gli studenti. Cosa vuoi fare, Lupo? Non era forse bastato avere la mia anima ed il mio corpo, ora anche quello degli altri?
I pensieri affiorano, uno dietro l’altro, come una cascata e non riesco a tenerli a bada nonostante mi diano fastidio, nonostante non possa rispondere.
Non avrei mai voluto che succedesse questo, che qualcuno si facesse male. Nella mia misera vita, volevo solo una cosa: stare affianco a Marin. L’unica ragazza che abbia mai catturato la mia attenzione in.. In tutta una vita, l’amo? Molto probabile. Mi ama? Assai improbabile. Spero solo che non le succeda niente …
Posso solo ritornare nella mia oscurità, a tremare, a pensare a quanto sia stato tutto inutile.
 

Ritorna all'indice


Capitolo 17
*** Capitolo 17 ***


*Sky Space*
Come ho giusto promesso, poco fa, ecco l'altro capitolo per compensare il mini-mini-mini affare di prima xD.
E ci siamo signori, si arriva sempre più al capitolo che preferisco, magari lo metto stasera, magari no. Chissà D:
Spero ardentemente che la storia vi stia piacendo, insomma è un po' diversa.. E ripensandoci stamane, ho trovato un finale, ma non so quando arriverà.. 
In ogni caso, buona lettura!
______


Lupo aveva cominciato a muoversi a velocità impressionanti, prendendo slancio dai muri e da ogni altro oggetto solido e fisso al terreno che potesse trovare per cercare di assalire i 9 presenti senza alcun successo. Hagren l’aveva in pugno, tenendo alta la barriera e respingendo ogni suo assalto.
Inutile dire che il buio non giocava a loro favore e la pioggia li appesantiva mentre per Lupo sembrava tutto così facile, voleva solo uccidere; l’Alice di Marin in una situazione come questa era totalmente inutile ed era inutile già di suo: dopo aver riconosciuto in quel mostro ciò che rimaneva di Lens Ryuga non era riuscita più a far nulla, a proferire parola come se sperasse che fosse tutto un incubo. Ma non lo è, questo. L’animale con gli occhi iniettati di sangue continuava a lanciarsi sulla barriera, continuava a prendere scosse, continuava a soffrire, a far soffrire il corpo di Lens.
Dei presenti, solo Derek e Marin avevano avuto l’occasione di affezionarsi a lui in qualche modo, di quelli che combattevano anche Hagren, Kayaka, Yumi e Daichi volevano salvarlo, di quelli che lo colpivano Ryousuke, Ayano e Kan lo volevano morto per avere il Diamante custodito in uno zainetto del tutto rovinato sul suo dorso e fra i tagli si intravedeva il bagliore di quest’ultimo.
Subdoli, spregevoli, questo erano i 3 del Consiglio; disposti ad uccidere il loro stesso cane per arrivare ai loro scopi.
Continuava così da più di mezz’ora ormai, Lupo non voleva arrendersi non finché qualcuno non sarebbe finito a terra, morente. Un altro assalto e la barriera si infrange, Hagren era stato portato al limite. L’animale sfreccia all’interno del perimetro mirando a Kayaka, la travolge, finisce in terra. Arriva dall’altra parte del muro e di nuovo prende la spinta cercando di travolgere di nuovo la ragazza ma stavolta Daichi si mette in mezzo tenendo testa alla bestia. I due si contendono testa a testa, Daichi tenta di bloccare la sua avanzata tenendogli quelle braccia pelose ed impuntando i piedi nel terreno, ma Lupo aveva un arma in più, qualcosa che Daichi non aveva considerato e fu questione di un secondo. Dalla bocca del ragazzo prese vita un urlo che avrebbe squarciato i timpani di molti, cade in terra e subito viene soccorso da Yumi.
E’ il turno di Ryousuke che si era portato abbastanza vicino da poterlo colpire con le scariche, che di sicuro l’avrebbero ucciso e Derek non lo poteva permettere, si avvicinò all’uomo di mezz’età e gli tirò un colpo in testa facendolo cadere lungo e disteso, lo guardò con disprezzo << Stai lì e magari ti rialzeremo quando sarà finito >>, guardò anche gli altri due per assicurarsi che anche a loro fosse arrivato il messaggio. I due annuirono. Come già abbiamo detto: “erano furbi, loro”.
Lupo era fermo al limitare delle mura, riprendeva fiato, anche lui ne aveva bisogno evidentemente, Derek che intanto era concentrato sui 3 ex-membri del Consiglio, così aveva deciso di punto in bianco, si voltò di scatto quando sentì l’urlo soffocato del Presidente che cercava di fermare Marin dall’andare contro alla morte certa.
“Perché non posso salvarlo con il mio Alice?”, pensò lei fermandosi a qualche metro di distanza da Lupo e … Non fece nemmeno in tempo a parlargli che l’animale le fu addosso, scaraventandola a terra e rimanendo fermo su di lei.
Gli occhi dapprima canini dell’essere, assunsero una forma decisamente umana e quel colore dell’iride era per lei assolutamente inconfondibile, un colore che aveva spesso ammirato e di cui a volte si era vergognata. Ma era lui. Lens.
La presa delle mani sulle sue spalle si allentò, nonostante l’aspetto non accennasse a cambiare lentamente il ragazzo aveva riacquistato la ragione ed il controllo del suo corpo.. E forse la sua punizione fu vedere quello che stava per fare.
Si accorse della ragazza, la sua adorata Marin, stesa a terra sotto di lui il cui viso era ovviamente sofferente ma fece un sorriso comunque dolce; la ragazza si alzò di poco da terra, dolorante e abbracciò Lens, nonostante il suo aspetto a dir poco.. Peloso, ma il respiro nei suoi polmoni era tagliato, per colpa dell’impatto violento contro il terreno. Lens riuscì solo a vedere le labbra di lei che mimavano il suo nome, riuscì a vedere come si addormentava sotto di lui fino a che quando le forze vennero a meno, qualcuno, probabilmente Derek lo calciò via, non troppo forte.

Ritorna all'indice


Capitolo 18
*** Capitolo 18 ***


*Sky Space*
Muahahah eccolo... Il mio "capitolone" XD, chissà cosa succederà ora che Lens...?_?, mi sono emozionata a scrivere questo capitolo perchè cercavo io stessa di immaginarmi in una situazione del genere.. Se c'è qualche errore perdonatemi, so che in quanto capitolo importante avrei dovuto darci una maggiore attenzione, chiedo perdono in anticipo dunque XD. Vabè insomma, qui dovete ancora leggere, per cui... Buona lettura XD
Sky!
_____


Non era il futuro che Lens si sarebbe aspettato, non era niente di quello che avrebbe voluto, né desiderato. Fare uscire quel demone era l’ultimo dei suoi desideri, e dei suoi incubi ma inevitabilmente era diventato realtà.
Lens si svegliò di scatto, impaurito e completamente sudato tenendosi stretto al ventre le lenzuola del bianco letto dell’infermeria scolastica. I suoi occhi non lasciavano trasparire altro che il vuoto totale, sempre che questa possa essere considerata un’emozione. Solo dopo un colpetto sulla spalla si riprese e tornò in sé, guardando alla sua destra con uno sguardo assassino, il sole trapassava le tendine bianco latte o forse un tempo erano bianco latte. Un ragazzo dai capelli biondo sole e dalla struttura particolarmente possente, ma il cui volto era nascosto dall’ombra in un certo senso. Il suo sguardo serio si piegò in un sorriso smagliante << Ben svegliato, Ryuga >>.
Rimase seduto sul letto senza fare una piega, completamente immobile fino a che ritrovò la parola << Chi sei? >>.
<< Daichi Takeshi >> rispose di getto alzandosi dalla sedia e mantenendo  il suo sorriso, si avvicinò a lui e lo aiutò ad alzarsi; qualcuno della reparto infermieristica probabilmente l’aveva rivestito con qualcosa di più accettabile che la sua sola pelle. Una volta in piedi non ebbe problemi ad ergersi sulle sue sole “zampe”.
<< Grazie, Daichi. Credo di non aver bisogno d’altro >>, era già sulla porta pronto per uscire, la sola vista di quella stanza, di quei muri lo rendeva claustrofobico, l’altro gli si avvicina e gli tira un’altra pacca sulla schiena.
<< Ti prego, insisto >>, gli apre la porta e lo fa uscire con un calcetto causandogli una perdita d’equilibrio ed andando a sbattere contro qualcuno. Esatto. Lens era caduto addosso a Kayaka, che a sua volta era capitombolata su Marin; con una destrezza memorabile Daichi sfila da sotto il corpo del ragazzo Kayaka e fa rialzare gli altri due chiedendo scusa.
In qualche modo il biondo si era guadagnato l’antipatia di Marin e la simpatia incondizionata di Lens che non aveva ancora distolto lo sguardo, se pur triste, dalla giovane. Si girò verso Daichi domandandogli cortesemente di andare via da lì con Kayaka, ed infine i due rimangono soli.
Non c’è stato nemmeno il tempo per la mente di Lens per connettere gli eventi che in un secondo si era ritrovato abbracciato a lei, stringendola quanto forte potesse permettersi cercando le parole giuste per provarsi a scusare con lei. Per tutto quello che le aveva fatto passare, per tutto quello che aveva subito per colpa sua da quando è arrivato.
A sua volta Marin non sapeva né cosa fare né cosa dire e sussultò quando, probabilmente, una lacrima le cadde sulla spalla; allora spinse il ragazzo cercando di vederne il viso ma ovviamente per lui farsi vedere a mo’ di salice piangente non era il massimo delle ambizioni. Per qualche motivo a lui sconosciuto la Presidentessa cominciò a ridere e ricambiò l’abbraccio << Non devi sentirti in colpa >>.
Ryuga rimase di sasso a quella sua affermazione, insomma, come poteva dire una cosa del genere, in un momento del genere?
<< Davvero, non devi. Sto bene, non mi sono fatta niente.. E per ora l’importante è che tu sia finalmente sveglio >>, alt, finalmente sveglio? << Sei rimasto incosciente per circa 1 mese >>.
Si strinse lo stomaco del ragazzo e ormai il suo cervello nemmeno reagiva, spinse la ragazza contro al muro ed essendo ben più alto di lei si dovette abbassare di un po’; le guance di Marin erano in fiamme e per quanto la situazione fosse imbarazzante non riuscì a far altro se non guardarlo negli occhi.
<< L-Lens…? >>, lui le blocca ogni minima possibilità di comunicazione appoggiandosi contro di lei mentre la testa gli girò vertiginosamente, biascicò uno “sssht” e da brava la Presidentessa rimase in silenzio. Stettero a lungo così, fermi. Poi si rialzò e si appoggiò semplicemente con le mani al muro. << Sei pazza forse? Per me l’unica cosa importante è sapere che tu stai bene, che non c’è niente che ti preoccupa o ti da fastidio. Perché ho paura, paura che ti possa succedere qualcosa e che quel qualcosa possa causartelo io >>, prese fiato, strinse le mani in due pugni spingendole contro il muro e abbassò la testa al pavimento << .. E tutto questo perché sei importante per me. Non ho mai distolto lo sguardo da te nemmeno per un attimo, sei interessante, spiritosa, imbranata, puoi diventare improvvisamente seria se indossi le spoglie della Presidentessa che conosco e sei terribilmente carina. Marin.. >> sussurrò Ryuga, alzandole il viso con una mano e con un mezzo sorriso stampato in volto la baciò. Con tutta la passione e tenerezza che poteva trovare nei meandri del suo cuore, ma fu anche un bacio intriso di tristezza, paura ed incertezza. Era nuovo, tutto questo ma Marin non lo respinse, ricambiò il suo bacio afferrandogli la camicia ed alzandosi un po’ sulle punte. Lens non seppe se quel bacio durò solo alcuni secondi, diversi minuti o cosa, a lui sembrò un eternità.
Infine Marin si spostò e dalla bocca di Lens uscirono solo altre due parole << Ti amo >>.

Ritorna all'indice


Capitolo 19
*** Capitolo 19. ***


*SkySpace*
Come avevo promesso circa un oretta fa, ecco un piccolo cappy che non vede il diretto continuo del capitolo precedente. Ma una piccola interruzione della storia che vede l'entrata della piccola Mimì.
L'episodio precedente che vedeva Marin e Lens impegnati in quel fatidico discorso non si protrarrà qui, però forse, chissà magari nel prossimo :D.
Dunque dunque, buona lettura.
Da una Sky stanca sfinita e sciolta dal caldo xD!.
PS: proprio perchè sono sfinita se ci sono errori perdonatemi vi prego >.<
______

Gli erano bastate due parole, solo due parole per mandare in confusione Marin.
Marin che aveva guardato a Lens come un amico ed una persona davvero particolare ma che in altre occasioni le aveva fatto mancare il respiro e battere il cuore. Si era presa cura di lui per tutto il mese in cui era rimasto senza sensi, nei momenti in cui aveva la febbre, si dimenava e anche quando era tranquillo era con lui, e in quei momenti aveva pensato che era incredibilmente bello.
Quel bacio però… Quelle parole… Erano giorni ormai che non riusciva a pensare ad altro, di conseguenza ogni volta che in lontananza vedeva Lens girava i tacchi e correva nella direzione opposta.
 
Quanto a lungo avrebbe continuato ad evitarlo? Quanto a lungo non avrebbe incrociato lo sguardo di Lens?
Incominciava a pentirsi di quello che aveva fatto e ogni tanto dava la colpa a Daichi per averlo spinto fuori a quel modo, per aver acconsentito ad andare via con Kayaka…
Doveva trovare un momento per parlare, ma forse, ormai era impossibile.
Venne richiamato nuovamente dal Consiglio, fra loro ovviamente, Ryousuke, Ayano e Kan non attesero nel saltargli addosso e fare la loro perfetta ramanzina sul quanto lui fosse inutile se ogni volta succederà come per il Diamante e soprattutto per il terribile pericolo che rappresentava per ogni singolo studente della Gakuen.
<< E cosa vorreste fargli? Metterlo in isolamento? Fustigarlo in pubblico? >> chiese a quel punto Hagren chiaramente alterato, evidentemente riserbava ancora un po’ di dignità.
<< L’isolamento non sarebbe male >> ribatté Ryousuke, che fra i 3 era il più scontroso e violento.
Derek intanto si era alzato silenziosamente dal suo seggio ed era andato da Lens che ormai era estraniato da questo dibattito botta e risposta fra i membri del Consiglio; gli fece un sorriso dispiaciuto e gli diede una pacca sulla spalla << Forse ora, è meglio che esci. Abbiamo tante cose di cui parlare, temo. Per il resto stai tranquillo, ti tireremo fuori da questa situazione >>.
Lens percorse a rallentatore le rampe delle scale fino al piano terra del liceo, da dove si trascinò stancamente verso il prato, quel prato dannatamente immenso e verdeggiante dove stava un'unica grande quercia, (la foresta Nera iniziava più sul retro). Di solito era lì che si metteva per riposarsi, soprattutto in queste giornate di tremendo caldo, e solitamente nelle giornate di caldo sembrava più uno zombi che si dondolava in giro dicendo: “Acqua, vi prego! Acqua!”
In ogni caso oggi il suo prezioso spazio all’ombra era occupato, da chi?
Una bambina delle elementari, tutta rannicchiata su se stessa, singhiozzando. Non era nelle sue intenzioni andare da lei, non lo era finché la piccola non alzò la testa e con gli occhi pieni di lacrime lo fissò; con un sospiro si diresse da lei e si sedette.
Le arruffò i capelli e le sorrise << Cos’è successo ermh…? >>, la fissò aspettando il suo nome.
<< Mimì >>, Ah! Che nome tenero per una piccolina.
Ripeté la domanda <<  Che è successo? >> , forse era la domanda sbagliata perché lei riprese a piangere; a quel punto Lens si rialzò, prese in braccio Mimì e se la mise in spalle. Lei rise, avrà avuto 6/7 anni. Di sicuro.
<< Ti faccio fare un giro al liceo, che ne dici? Importante per un giorno! >>, disse Lens nel tono più gentile e squillante che potesse trovare, addio riposino, benvenuto caldo torrido.
I due girarono insieme per i corridoi attirando l’attenzione di molti altri studenti e dei suoi compagni di classe, mentre giravano ovviamente non faceva mancare qualche commento simpatico per far tornare il sorriso a Mimì.
<< Oni-san.. A te non mancano i tuoi genitori? >>, Bam! Colpo secco.
Lens si fermò in mezzo al corridoio e fece scendere Mimì abbassandosi alla sua altezza << Certo, ma purtroppo io… Sono abituato. Ora comunque ci sei tu no? >> rispose con un sorriso.
<< Certo Oni-san! >>, gli diede un bacio sulla guancia e poi schizzò via di nuovo verso le elementari, sorridente e felice.
Il ragazzo ancora seduto contro al muro sentì dei passi avvicinarsi ed alzò lo sguardo velocemente, Marin.
<< Non era carinissima quella piccola? >>, era tornata con il suo coraggio?

Ritorna all'indice


Capitolo 20
*** Capitolo 20. ***


*SkySpace*
Buooongiorno, buongiorno! :D Appena svegliata, appena sfornato qualcosa di nuovo.
Approfitto del fatto che oggi i bimbi sono in piscina per scrivere , e sì, sto facendo progressi. Se in meno di 20 min sforno una pagina e mezza come minimo oggi DOVREI fare 10 pagine XD. Anche se dubito per la mia devozione alla pigrizia (ave pigrizia!).
Comunque eccoci con il cappy 20! Sembrano tutti felici e contenti.. Ma fino a quando potrà durare?
Buona lettura!
Sky!
____

Lui seduto, lei in piedi, a guardarsi e scrutarsi per carpire le intenzioni dell’uno e dell’altro. Poi Marin fece un sorriso sforzato << Ascolta, domani mattina io, Kayaka, Yumi e Daichi andiamo a Central Town. Ti va di venire? >>, un’uscita con le sue pazze amiche cosa poteva desiderare di più? Il nostro vispo giovine si accorse subito che ovunque ci fosse Kayaka c’era anche Daichi.. Eh, chissà.
Con la morte  nel cuore  Sapendo che non avrebbe avuto altra opportunità per stare con Marin e sapendo anche che non sarebbero esattamente stati insieme, accettò.
Così, com’era arrivata, Marin se ne andò lasciandolo seduto sul freddo pavimento.
L’indomani Lens si fece trovare davanti all’ingresso della scuola insieme a Daichi, ovviamente le ragazze erano in ritardo. Entrambi i ragazzi mantenevano un silenzio stressante fino a ché Daichi non prese l’iniziativa << Erhm.. E’ successo qualcosa? Fra te e Marin dico.. >>, fulminato con uno sguardo glaciale, non ebbe risposta ma il giovane prese quella reazione per un palese sì e capì perfino che gli stava dando la colpa di qualcosa. Perspicace, lui.
Quando quello scomodo silenzio ricadde fra i due amici-ma-non-proprio, una figura piccola e snella si stava avvicinando verso di loro saltellando, i capelli dorati raccolti sotto il cappellino e il sorriso stampato in volto.
<< Onii-san! >>, urlò Mimì e il medesimo sorriso comparve anche sul viso del freddo Lens (che cccarino quando si scioglie).
La piccola gli saltò in braccio e lui immediatamente la posizionò sulle sue spalle << Ciao Mimì >>, lei prese a fischiettare e dondolarsi contenta.
<< Oh, la carinissima piccola >> disse Marin quando li vide poi salutò decentemente, sia Lens che Daichi; dietro di lei c’erano Kayaka e Yumi che parlavano vivacemente di qualcosa.. Discorsi da ragazze.
Il ragazzo aveva deciso che in quella giornata si sarebbe sforzato di osservare Daichi e Kayaka, per vedere se fra loro c’era qualcosa. Anche se ogni tanto sembrava più che non si sopportassero.
<< Andiamo? >> dissero le due pettegole amiche in coro, tutti annuirono e Lens rimise a terra la piccola Mimì.
<< Mi verrai a salutare anche domattina? >> chiese allora per non farla rattristare e lei con un sorriso ancora più solare rispose di sì, trotterellando via verso l’istituto delle elementari.
Il gruppo prese un pullman che passava fortunatamente di lì e si sedettero in fondo: sui 3 posti si sedette Daichi accompagnato immediatamente da Kayaka e Yumi (le inseparabili) e quindi, ovviamente, a Ryuga toccò stare seduto vicino a Marin che all’inizio era indecisa se mettersi vicino a lui o in un altro posto da sola e proprio quando lo stava per fare il ragazzo le prese il polso tirandola seduta vicino a lui.
<< Hai iniziato ad odiarmi così tanto da volermi stare il più lontano possibile? >>, le guance di Marin s’infiammarono per la vergogna ma non rispose << Marin… >>, disse allora usando lo stesso tono di quando l’aveva baciata e le aveva confessato i suoi sentimenti.
Ancora nessuna riposta, ci rinunciò per la durata del viaggio, magari a Central Town sarebbe stato più fortunato; si appoggiò bene allo schienale e mise le braccia lunghe e distese sui braccioli (invadendo anche quello di Marin che si ritrovò senza). Proprio quando chiuse gli occhi per riflettere sui suoi numerosi problemi dovette riaprirli: Marin gli stava stringendo la mano anche se era girata, sicuramente per nascondere il suo viso rosso pomodoro.
Con un nuovo sorriso di soddisfazione, Lens la strinse a sua volta e non aveva la minima intenzione di lasciarla andare.

Ritorna all'indice


Capitolo 21
*** Capitolo 21 ***


*SkySpace*
Ecco, oggi non mi dilungherò molto.. Che sono stanca e a pezzi, dunque. E' il massimo che sono riuscita a scrivere e spero non vi spiaccia. Sto cercando di scrivere un altro capitolo da mettere stasera. Lo spazio di Marin e Lens fra poco finirà e ricomincerà il girone dell'inferno rofl, basta spoilerare.
Godetevi il cappy :)
Sky!
________


Una volta arrivati a Central Town il gruppo si separò, dividendosi in altri gruppetti più piccoli e andando in giro per i fatti propri. Kayaka si dileguò verso il centro trascinandosi dietro Yumi, Daichi prese una stradina per chissà dove lasciando ovviamente Lens e Marin da soli.
I due andarono in giro insieme senza troppi problemi, fermandosi solo al bar per un breve periodo.
<< Sei già stanca ? >>, chiese mangiandosi il suo gelato al cioccolato e alla menta e Marin gli fece un sorriso da sfida.
<< Scherzi ? >>, a sua volta il ragazzo sorrise e guardandosi in giro notò una sala giochi e gli si accese una lampadina.
<< Come te la cavi con i giochi ? >>. Intanto era arrivata la cameriera e stava pagando sia per il suo gelato sia per il frappè di lei. << Non male, mi esercito con Yumi di solito >>, grazie alla sua risposta si alzarono andando spediti verso il Game Center.
Entrarono e rimasero per alcuni istanti pietrificati sull’ingresso: quel posto era davvero immenso, quasi labirintico. Lens le prese la mano e la guidò fra i corridoi pieni di gente, gruppi di amici o coppie; non mancò il motivo di fulminare alcuni ragazzi che facevano commenti o strani sguardi sulla sua Presidentessa preferita. La fece sedere davanti ad uno schermo immenso e lui fece altrettanto sedendosi accanto a lei, le pagò anche la partita e prima di iniziare fece un sorriso << Facciamo una scommessa, chi vince può chiedere all’altro qualsiasi cosa >>.
<< Niente cose strane però >>, si portò la mano al cuore prima di cominciare e si girò appena in tempo per vedere l’ “1” della partenza. Le due macchine, una rossa e l’altra blu, sfrecciarono ad alta velocità sulla strada irta di ostacoli; ogni tanto Lens, sempre tenendo il pedale schiacciato si girava a dare qualche spintarella a Marin cercando di farle perdere il controllo, voleva vincere e sapeva già cos’avrebbe chiesto.
Entrambe le auto erano a pochi metri dall’arrivo e proprio in quel momento Lens sbandò andando a sbattere contro Marin facendole perdere il controllo per pochi istanti ma anche questi pochi gli bastarono per vincere la gara.
<< Ehi, non vale! >> aveva urlato e per risposta Lens gli aveva fatto solo una linguaccia, poi arrendendosi gli chiese cosa voleva fare.
<< Tu seguimi >>. La portò in una zona del parco di Central Town più isolata, vicino ad un fiumiciattolo ed entrambi si sedettero su una panchina lì vicino, né lontani né vicini l’uno all’altra.
<< Ascolta, mi spiace per quel bacio. So che non avrei dovuto… E dal momento che ho vinto vorrei chiederti una cosa >>, si spostò sulla panchina e si avvicinò a Marin fino a sfiorarle le labbra, poteva sentirne il cuore battere all’impazzata e il respiro affannato, aveva già portato una mano contro il petto di Lens come per essere pronta a spingerlo via e quando se ne accorse ovviamente l’abbracciò solamente.
<< Vorrei sapere cosa ne pensi tu, di me >>.
Altre parole che mandarono in confusione i pensieri di Marin, che fino a quel momento si erano placati grazie al divertimento avuto insieme, cosa poteva rispondergli? Come poteva comportarsi insieme a lui? Cosa provava per lui?
Erano le solite domande, da giorni e giorni; le solite senza risposte da sempre. Senza nemmeno accorgersene cercò la mano di lui stringendola, cercò il calore di lui trovandolo e forse questa era già una risposta più utile di quanto lei non pensasse: lo stava cercando.
Aveva bisogno di lui?
Stretti in un abbraccio, su una panchina nel mezzo del nulla e proprio nel mezzo del nulla cominciava a capire cosa le era sempre rimasto nascosto o aveva sempre rinnegato.
L’amore.

Ritorna all'indice


Capitolo 22
*** Capitolo 22 ***


*SkySpace*
Siamo quasi alla fine signori, ed un capitolo così non potevo farlo mancare visto che la storia girava attorno anche ai 4 oggetti e non solo a Lens e Marin. Ci sarà da sistemare la questione di Daichi (che voi direte quale sarà mai, o chi ha già intuito non so). Tuttavia i prossimi capitoli non vedranno altri che Lens e Daichi e tutti gli altri colpi di scena che da qui fino alla fine non mancheranno mai.
Eh si, ormai mancano pochi capitoli e sto pensando ad una fine in grande stile.
Comunque, buona lettura!
Sky!
______


Infine il tanto agognato giorno della fine delle lezioni era arrivato. Tutti insieme i liceali convinsero Hagren a portarli in vacanza al di fuori dell’accademia: possibilmente un luogo caldo, di mare. Dove potevano divertirsi, fare il bagno, prendere il sole… Insomma si erano sbizzarriti con le richieste.
Ed in quel caldo pomeriggio tutti erano a fare le valigie, pronti per l’imminente partenza serale. Tutti tranne qualcuno che ormai abbiamo ben imparato a conoscere, era giunta l’ora per Ryuga di ricevere sia la sua ricompensa sia la sua punizione per la notte in cui mise in pericolo l’intera Gakuen; si era preparato ad andare al patibolo ovviamente solo come un cane ed invece si ritrovò affiancato da un Daichi più spavaldo ed aggressivo che mai.
<< Se proveranno solo ad alzare un dito giuro che gli rompo le falangine una alla volta >> aveva ringhiato quasi come Lupo e questo mise di buon umore il ragazzo più sfortunato dei due, anzi no, dell’intera Academy.
Approfittando dell’assenza degli studenti il Consiglio si sarebbe tenuto al piano terra e meno male, altrimenti si sarebbero sciolti entrambi sulle scale ben prima di arrivare; una volta entrati nella sala però notarono subito qualcosa di spaventosamente diverso.
Hagren aveva lo sguardo volto al pavimento, dall’angolazione della porta si potevano vedere le mani di quest’ultimo legate dietro alla sedia e dalla tempia gli colava un rivolo di sangue eppure era perfettamente cosciente.
I Principali erano tutti in disparte in un angolo più “remoto” della sala e Ryousuke, Ayano e Kan troneggiavano su di loro con uno sguardo di vittoria, << Che avete fatto? >> chiese Lens di petto.
<< Non è ovvio? Abbiamo tolto dal potere chi non era capace di gestirlo >> ed ecco spiegato il motivo di un Natsu cosciente ma totalmente affranto e incapace di rispondere, di agire e chissà, forse di pensare.
Lens doveva andare davanti al loro tavolo, separandosi dunque dall’accompagnatore che lo salutò con una pacca ed uno sguardo d’intesa.
Kan accese un computer e il proiettore sul muro, smanettò per diversi minuti finché dei file cominciarono a “sfilare” sul telo bianco. Il cuore di Lens smise di battere.
“Esplosione nel cuore della campagna: villa salta in aria con i suoi proprietari”
“Banda di ladri rapina una banca di massima sicurezza. Si firmano come i Black Squad”
“I Black Squad colpiscono ancora. 18 morti in un esplosione in città”
“Identificati alcuni membri della Black Squad: Ryuga Lens e Itachi Kagure”
“R. Lens ha la peggio in uno scontro a fuoco. Arrestato”
“R. Lens rilasciato dopo 2 anni di prigionia”
“Il corpo di Itachi Kagure ritrovato”
Delitti, innumerevoli delitti. Tutti compiuti da parte sua, con l’aiuto della Black Squad, che ancora continua ad esistere. Delitti che avevano rivendicato senza problemi; poi però lui aveva cambiato vita, le circostanze l’avevano costretto ad agire così perché era sempre stato schiavo di qualcuno.
Si girò e vide Daichi impassibile nel suo terrore, poi Ryousuke richiamò la sua attenzione << Cosa succedesse se tutte queste cose, le venissero a sapere in tutto l’istituto? Sappiamo entrambi che gli unici in possesso di questi documenti siamo noi della Action Shooter, d’altra parte noi stessi ci siamo presi la briga di torturarti durante quei 2 anni. Noi ti abbiamo reso così oggi, e nemmeno ringrazi >>, scosse la testa con disappunto e continuò il suo pallosissimo discorso dicendo come se ne infischiasse di cosa ne pensava l’Academy e che non potendo contare più sul ragazzo per la ricerca di tutti gli oggetti avrebbe mandato Daichi e Ryuga alla ricerca del Monocolum… << E quando avrete finito, dal momento che non ci servirete più, sarà mio personalissimo piacere uccidervi entrambi >>.
Stavolta non ci sarebbe stato Derek ad aiutarli, i Principali se ne infischiavano e Hagren era K.O.
C’era solo una cosa che potevano fare: obbedire.

Ritorna all'indice


Capitolo 23
*** Capitolo 23 ***


*SkySpace*
Chi di voi si è chiesto quale sia l'intero passato di Ryuga Lens, ex-membro di maggior influenza dei Black Squad ?
Me lo chiedevo anche io quando non sapevo bene come collocarlo XD e ora sta giungendo il momento di svelarlo, forse. In questo momento sto scrivendo parecchio per cui magari metto un altro capitolo.
Ora godetevi anche questo e mi raccomando fatemi sapere cosa ne pensate. Cosa sarà questo fantomatico Monocolum? Avranno delle risposte? O sono tutti talmente fetenti da non considerare nemmeno i mille pericoli di Ryuga?
Buona lettura!
Sky!
______


Stava dormendo beato quando una gomitata del suo compagno non lo svegliò giusto giusto all’alba e ovviamente, come ormai tutte le mattine da quando erano partiti, Daichi aveva uno sguardo da fesso, chissà cosa pensava.
Si tirò fuori dal sacco a pelo con le ossa doloranti e si guardò in giro: il verde di quella foresta ormai li aveva avvolti del tutto, forse non sarebbero stati in grado di tornare indietro. Forse non ci sarebbe stato bisogno di un viaggio del ritorno nemmeno dopo.
Una volta raccolte le loro cose, sacchi a pelo e provviste si rimisero in marcia, sperando di essere fuori a breve da quel posto labirintico ed immenso. Gli era stato espressamente detto che la loro meta sarebbe stato un antica rovina, scavata nella montagna; purtroppo non la parte del montagnone  di Anskingrad che si volgeva verso l’Academy, bensì quello sul lato opposto del versante e dopo già 7 giorni di marcia incessante non vi erano arrivati.
Ogni tanto Lens si prendeva la briga di trasportare il peso dei “bagagli” ed il compagno sulla groppa del Frisone, altre volte semplicemente usufruiva della Lince per procurarsi da mangiare ma mai aveva lasciato andare Lupo e mai, probabilmente, l’avrebbe fatto. Come già era accaduto per i 4 oggetti non gli era stata data nessuna indicazione su cosa facessero e i pericoli che ne potevano derivare, in pratica i 3 dell’ Action Shooter pensavano solo una cosa: “Se muoiono, pazienza. Un giorno saranno rimpiazzabili”.
Non vedevano la luce del sole da 4 o 5 giorni ormai, talmente si erano addentrati e Daichi cominciava ad accusare colpi, non erano il genere di cose adatte ad un tipo come lui ma si rifiutava di lasciarlo andare avanti da solo.
Più e più volte capitò ai due di pensare di fuggire nella foresta, verso est e di rimanerci ma entrambi sapevano che se l’avessero fatto ci sarebbero state ripercussioni sugli altri studenti della Gakuen e magari un giorno perfino sulla sua piccola Mimì il cui sorriso spesso l’accompagnava nella camminata.
Le suole delle loro scarpe erano completamente rovinate, di conseguenza spesso e volentieri un sasso più antipatico di altri gli tagliava il piede. Altre volte invece erano talmente fortunati da riuscire a trovare delle foglie piuttosto resistenti e ne mettevano in gran quantità sotto le scarpe, pregando che reggessero il più a lungo possibile; in pratica erano ad un passo dall’orlo di un precipizio.
Al 10° giorno tutto filava liscio e per grazia ricevuta videro a qualche decina di metri di distanza da loro la fatidica entrata alle rovine di un castello o quello che non ne rimane comunque << Tu rimani fuori Daichi >>, nonostante il ragazzo non fosse d’accordo alla fine dovette arrendersi.
Presa una torcia e nient’altro che la buona sorte Lens si addentrò in quelle rovine dall’aspetto un po’ spettrale.
Gli interni erano pieni di muffe e piante rampicanti, alcuni dei muri erano crollati e i pavimenti in legno erano altamente instabili ma il giovane continuò ad avanzare incurante dei problemi e degli ostacoli, incurante delle ferite che si procurava; se non durante l’esplorazione sarebbe morto una volta tornato, forse per Daichi c’era ancora una speranza. Remota speranza.
Scese con cautela delle piccole e scivolose scalinate per poi trovarsi davanti ad un muro bianco, con una zona d’esso, piuttosto centrale di colore più scuro; guardandosi in giro prese in mano uno dei massi caduti da cui uscirono diversi insetti e lo lanciò contro quella zona della parete che cadde collassando su se stessa e la sua vista si aprì su un posto del tutto diverso: un vero e proprio appartamento sotto le rovine.
Il focolare era acceso, e il parquet era tenuto benissimo, i muri di un pulito lucente  così come per i mobili.
Facendo attenzione vi entrò cercando un qualche oggetto particolare che potesse attirare la sua attenzione, girando per le varie sale arrivò a quella che era probabilmente la cucina e vi trovò due persone, non giovani, non anziane, che stavano pranzando.
<< Ryuga, tesoro vuoi del caffè? >>, parlò la donna guardando nella sua direzione.
Si erano accorti di lui.
Sapevano come si chiamava.

Ritorna all'indice


Capitolo 24
*** Capitolo 24 ***


*SkySpace*
Voilà, 3° capitolo della serata. Non  mi dilungherò ancora a descrivere, ma la battaglia finale sta arrivando. Una battaglia di opinioni e di potere.
Chi ne uscirà vincitore? Saranno le ombre del passato di Lens, o il presente schiacciante degli Action Shooter? e Marin e tutti gli altri?
Ci saranno tutte le risposte giuro!
Buona lettura, 
Sky!
____

Giusto per la serie del bravo ragazzo che rispetta le regole Daichi aveva silenziosamente seguito l’amico, intenzionato a non farlo morire e a non perderlo di vista, lo affiancò immediatamente quando la signora lo chiamò. Vedendolo poi sorrise pure a lui << Gradisci anche tu? >>.
Scosse la testa, restò a guardare come l’amico quasi attratto da qualcosa di impercettibile si mosse verso un mobiletto vicino al tavolo: foto; ne prese in mano una e la rigirò fra le mani per poi sussurrare più e più volte “Impossibile” ma la signora sembrava proprio pronta ad ogni evenienza << Sei tu da piccolo, Lens e nell’altra foto ci siete tu … E Itachi >>.
Sussultò. I due signori gli lasciarono contemplare le foto e si rivolsero a Daichi con un sorriso stampato in volto << Cosa ci fate qui giovanotti? Soprattutto così conciati >>, cercò di raccogliere le parole, le migliori che avesse, che non lo facessero balbettare stupidamente.
Tentativi sprecati maldestramente << I-Il Monocolum.. Cercavamo quello e i nostri “superiori” ci hanno indirizzato qui >>, gli occhi dei due che prima lasciavano trapelare felicità si rattristarono, così come il resto del volto. Il signore si alzò, sparendo per qualche istante e tornando poi con un anello a forma di cane-lupo, richiamò Lens e gli disse di indossarlo. Senza troppe domande lui obbedì e quando lo mise il cane-lupo prese vita sul palmo della sua mano, staccandosi dall’anello ed iniziando a correre libero e felice, esattamente il contrario del giovane.
<< Questo è il Monocolum. Mi chiedo perché i vostri “superiori” vi abbiano chiesto di cercarlo, visto che da sempre è solo il possessore dell’Alice della Metamorfosi a poterlo attivare ed usare. E’ un’immensa fonte di potere, tanto grande quanto letale se, per l’appunto, chi lo usa è uno sconsiderato >> si sedette di nuovo e sorseggiò il suo caffè con calma inquietante.
La signora si alzò e abbracciò dunque, il figlio, con le lacrime agli occhi << Prendilo, portalo ai tuoi superiori se serve >>. Fu in quel momento che Lens si svegliò dal suo letargo e scosse violentemente la testa.
<< No! >>. Daichi sapeva benissimo a cosa si riferiva, perché portare un gioiello di famiglia a degli schiavisti con poco più di una nocciolina al posto del cervello? Si avvicinò al compagno di viaggio per tranquillizzarlo con lo sguardo e poi si mise a raccontare ai genitori tutta la vicenda che li aveva condotti fin da loro.
Margaret, così si chiamava la signora li squadrò entrambi e poi si girò verso il marito << Wilfred credi che l’A.S. li ucciderà veramente? >>, lui annuì.
<< Abbiamo già visto cosa fanno e come lo fanno. Se vi hanno mandato via è perché stanno spostando lì il quartier generale in attesa del vostro arrivo. Avrete bisogno di un esercito >>, perché stava per iniziare un'altra guerra? Ne sarebbero stati esattamente in mezzo, come al solito.
 
Wilfred prese in disparte Daichi per dare istruzioni sul loro ritorno che avrebbe visto la separazione del duo Daichi/Lens, in quanto gli serviva man forte sul “fronte” dove avrebbero incontrato i rinforzi che l’A.S. stava mandando, anche l’ultima volta era andata così ed avevano perso.
Margaret invece stava facendo vedere al figlio come grazie al Monocolum sarebbe riuscito a controllare l’instabilità di Lupo e della sua seconda fase, giocando su questo sarebbe tornato come Lupo e avrebbe tenuto occupati i 3 pilastri dell’Action Shooter.
Non gli diedero i dettagli del piano altrimenti si sarebbe fatto distrarre, dunque era come calciarlo fra le loro grinfie senza nulla “fra le mani”.
Una volta fuori dalle rovine rimase fermo a contemplare la brezza leggera che si era alzata ed il fruscio degli alberi, com’era solito fare all’Academy vicino alla Foresta Nera, da qualche parte un gufo aveva iniziato a far sentire il suo “lamento” o almeno così il suo orecchio lo percepiva.
Mentre nel suo cuore si faceva largo un’altra sensazione, “Marin non tornare”.
Chissà se il Fato benevolo avrebbe ascoltato ed esaudito il suo desiderio.

Ritorna all'indice


Capitolo 25
*** Capitolo 25 ***


*SkySpace*
Per favore leggete!
Siamo pressoché alla fine, credo sia questione di 2 capitoli, per la verità questo doveva essere il penultimo ma ho voluto approfondire.
Insomma è la battaglia finale, cosa pensate succederà? :)
INOLTRE! Chi è interessato in una possibile 2 serie? Ci stavo pensando, ma sinceramente non so. Se anche fosse si ho in mente un'altra storia per ora. Fatemi sapere, mi farebbe piacere sapere cosa ne pensate e se vorreste una FF su qualcosa in particolare, ci posso sempre pensare! Scusate inoltre se troverete qualche errore!
Detto questo scusate il dilungamento.. Ed ecco a voi l'inizio della battaglia!
Sky!
_____


Cosa sarebbe successo ora proprio non riusciva ad immaginarselo, nei giorni passati sulla via del ritorno ne aveva passate di tutti i colori: da un grizzly inferocito ad uno scivolone dentro una voragine apertasi all’improvviso nel terreno, e ora era davanti a quel portone che un tempo avrebbe accolto con feste degne del migliore dei cani, invece adesso era seguito da una 20ina di agenti pronti a fare irruzione ad un suo comando.
Il cancello si aprì lentamente, con uno scricchiolio alquanto inquietante che calzava a pennello la situazione: la desolazione di quando era partito era scomparsa, tutti gli studenti erano ormai tornati. Entrò dentro la Gakuen non appena ci fu anche solo una piccola fessura per evitare che qualche agente meno furbo si facesse vedere all’apertura, una volta dentro molti degli studenti si fermarono a guardare le condizioni pietose con cui si ripresentava. Piuttosto scioccante. Non seppe nemmeno dire quando arrivò, sta di fatto che la piccola Mimì gli si era buttato addosso facendolo capitombolare a terra, facendogli soffrire per le ferite ma Mimì era Mimì.
La piccola gli si strofinò addosso felicemente finché lui non la costrinse ad alzarsi, gentilmente.
Si rialzò con lei mezzo zoppo e andò dai 3 capi dell’A.S. che lo guardavano con un’aria solenne del tipo “Noi abbiamo vinto. Tu hai perso” e già questo gli fece perdere le staffe.
Ryousuke fu quello che parlò per primo << Il Monocolum? >>, lui alzò la mano facendo vedere bene il dito e l’anello << Forza passamelo, ora >>.
Il giovane Lens sfoderò un sorriso maligno ed indietreggiò di qualche passo, pronto ad alzare la voce ed i toni della conversazione con ogni agente nemico/amico lì presente << Scordatelo >>.
Le porte si spalancarono di nuovo, stavolta per mezzo di uno sfondamento di massa e i suoi sottoposti si riversarono in piazza affiancandosi a lui, ognuno di loro era uno specialista degli Alice. Bhè che novità tutti lì erano degli specialisti.
Lens sfoderò la sua unica arma, appoggiato dal fatto che il Monocolum ora l’avrebbe aiutato a tenere il controllo della “bestia”; in pochi istanti il suo aspetto mutò diventando quello del famigerato Lupo ma per prima cosa rigirando lo sguardo notò che ancora la piccola Mimì era bloccata poco dietro i suoi uomini.
Non era una cosa di cui andava fiero, quella maledizione, la gente ne aveva paura e se ne allontanava, questo l’abbiamo imparato. La piccoletta gli si avvicinò prendendogli la lunga coda pelosa e la tirò sfoderando di nuovo il suo sorriso innocente, poco dopo iniziò a “scodinzolare” e la incitò ad andarsene.
Libero di quel piccolo peso si riconcentrò sui suoi avversari che avevano la meglio in base al numero delle presenze ma in quanto alla qualità? Lupo, o meglio, Lens fu il primo a scagliarsi all’attacco cercando in ogni modo di poter affondare i suoi artigli; vendetta, solo questo lo guidava e forse anche un po’ di compassione per tutti gli altri studenti.
Dopo di lui partirono all’attacco i suoi seguaci, correndo contro gli agenti dell’A.S. colti totalmente alla sprovvista, perché alla sprovvista? Semplice no? Erano tutti con gli occhi fissi sul Lupo, su un apparente ma cosciente demonio.
Un tuono. Un lampo. Di nuovo. Cominciò a piovere, violentemente e, sinceramente, iniziò anche a sentirsi uno sgradevole odore di cane bagnato. Era fermo su una scalinata e si ergeva su tutti gli altri con i suoi occhi fissi su Ryousuke l’unico dei 3 bastardi che mai gli avesse dato così tanto fastidio, ripartì all’assalto riuscendo a sbatterlo a terra ma gli mancava una cosa: la convinzione.
Si fermò troppo a pensare e quel troppo  gli costò un calcione che lo spinse via; mentre stava ad ansimare a terra un urlo femminile si alzò dalla folla, il sangue di tutti gelò compreso il suo.
Una voce che anche se terrorizzata sapeva riconoscere.
Tornò velocemente alle sue sembianze normali, consapevole che per un po’ non sarebbe più riuscito a riusare Lupo.
<< Lasciala! Non la devi nemmeno toccare Ryo! >>, stretta fra le braccia di Ryo stava Marin a rischio soffocamento. Cosa avrebbe fatto ora Lens? Pensando che potesse succederle qualcosa?

Ritorna all'indice


Capitolo 26
*** Capitolo 26 ***


*SkySpace*
Dite, era così che vi immaginavate il capitolo? Muahah secondo me no, ma non è finita credo di inserire un altro capitolo prima della fine. Voglio darvi un consiglio: io personalmente quando ho scritto questo cappy ho ascoltato delle canzoni in particolare le track 15, 9 e 1 di HP7 pt 2. Sinceramente ho trovato in questo modo delle grandissime ispirazioni, la musica a modo suo mi ha dato molto nella stesura di questa FF. (Ave musica! XD)
Insomma non so se è normale ma mi è scappata pura la lacrimuccia verso il finale di questo cappy T_T
Basta basta!
Buona lettura e alla prossima!
Sky!
_____


Immaginate un mondo dove non esistano stranezze, un mondo dove non ci siano guerre, un mondo in cui regni la parità fra ogni singolo uomo. Un mondo in cui il diverso non è anormale ma semplicemente speciale. Dite, ci siete riusciti? Io stesso faccio fatica ad immaginare qualcosa del genere, io più di chiunque altro.
Io, Lens Ryuga, la cui vita è stata rovinata da uno sfortunato Alice, che mi ha reso diverso, che mi ha reso odiato.
A distanza di anni mi trovo invece a cercare di salvare vite umane senza sapere quante sono le possibilità di successo, non ho mai desiderato nulla di tutto questo, ho sempre chiesto ben altro ma ho anche imparato una lezione: quando chiedi qualcosa ti sarà dato sempre l’opposto, quindi forse è meglio tenere i propri desideri per sé stessi, del resto io non avevo chiesto di incontrare Marin.
Non avevo chiesto che della gente morisse sempre per causa mia. Intorno a me c’è solo distruzione: muri dell’Academy completamente distrutti, corpi senza vita sparsi per tutto il campo di battaglia sia all’interno che fuori dagli edifici, colpi di Alice Dell’Elettricità o del Fuoco che viaggiano a velocità indicibili da una parte all’altra, studenti e insegnanti che cercano di salvarsi la pelle.
Lupo era così calmo che iniziavo a chiedermi se effettivamente fosse ancora vivo ma il suo mugolio di risposta mi faceva sorridere in un certo qual modo; ma ora non avevo occhi solo che per una scena che mi gelò le vene, per l’urlo che bloccò tutti.
Marin che minacciava di essere uccisa da quel folle e pazzo di Ryousuke. Fra me e lui avevo sempre avvertito delle scintille di odio incredibilmente intense, scintille che continuavano a scontrarsi ed ora erano entrate in uno stato della collisione da cui non si poteva tornare indietro.
<< Lasciala! Dio mio, lasciala! >> avevo urlato una volta tornato in me, consapevole del fatto che non sarei riuscito a riutilizzare Lupo per diversi minuti o più; di sicuro tremavo al solo pensiero che potessero far del male alla ragazza che più a questo mondo amavo, ma cosa potevo fare se non continuare a tremare?
Impotenza, totale impotenza, questo provavo e provo. Sentivo nell’aria la mia stessa paura ed il battito del mio cuore che andava talmente forte da immaginare che si fermasse da un momento all’altro. Come avrei anche potuto lontanamente immaginare di vivere una vita senza quella ragazza dallo sguardo dannatamente profondo e divertente allo stesso tempo, il cui sorriso sapeva sciogliermi come pochi sapevano fare o forse come nessuno aveva mai fatto. Non potevo.
<< Qualsiasi cosa Ryousuke… Qualsiasi cosa >>, notai una scintilla di vittoria negli occhi del mio rivale mortale, mi stavo lasciando andare, stavo facendo perdere la guerra contro gli A.S.
Il silenzio regnava e potei sentire una lacrima solcarmi il viso, l’ultima volta che avevo pianto era per allergia diamine.
<< Sai già cosa voglio >> rispose lui amaro, in quel momento esistevamo solo io e lui in quella bolla di sofferenza, il mio prezzo era la liberazione di tutti i presenti e nonostante non fossi esattamente nella condizione di contrattare l’A.S. accettò.
Gli studenti, i professori e perfino i suoi agenti sfilarono silenziosamente fuori dalle mura mentre il destino calava velocemente su di me; chi si era permesso di scrivere il mio Fato? Perché non mi era stata data possibilità di cambiarlo?
Anche se non vincerò io questa guerra, Wilfred, Margaret, Daichi e il grosso delle loro forze stava per arrivare. Nulla era ancora perduto.
I morti non verranno mai ringraziati abbastanza, mai nulla potrà  sostituirli; chissà se lo stesso principio valeva per me. Avevo anche sottovalutato Kan, me ne resi conto solo quando piegato a terra vidi la sua scure di un azzurro limpido e cristallino “Ecco cosa fai allora, materializzi oggetti”.
Chiusi gli occhi ed il mondo stesso si chiuse con me, lasciando solo l’urlo del silenzio.

Ritorna all'indice


Capitolo 27
*** Come tutto finì ***


*SkySpace*
Ok basta, il prossimo è la fine, giuro. Sono così spaventata dal fatto di aver finito che non ne sono convinta xD.
Questo è un EXTRA, che però fa capire alcune cose.
Ovviamente ora mi metto sotto a scrivere l'ultimo capitolo, spero di ricevere qualche altra recensione.
Mi fanno sempre piacere!
Buona lettura,
Sky!
___


Come tutto finì (The battle)
 
POV Wilfred

Fui fiero di mio figlio, giovane coraggioso ed incosciente unico nel suo genere. Quando entrammo dentro l’Academy riuscimmo a respingere quei pochi pazzi dell’Action Shooter che continuavano a opporre resistenza, mentre i più saggi si arresero pressoché subito quando videro l’imponenza di noi ribelli.
Probabilmente il suo sacrificio ci aveva anche aiutati a distrarli e a salvare più persone di quante mi aspettassi, chissà come sarebbe potuta finire questa battaglia senza la presenza di Lens.
Grazie a lui tutti noi ci preparammo ad una nuova era dell’Alice Academy, un’era dove gli A.S. non erano inclusi e dove avremmo contato solo su persone che si meritavano della fiducia di tutti noi per ricostruire questo posto in macerie.
Non sono stato un gran padre, poiché permisi l’avvenire di tutto questo e perché lasciai che il peso della responsabilità cadesse sulle spalle di mio figlio.
 
POV Marin
 
Non immaginavo, quando Lens chiese la liberazione di tutti noi che stesse semplicemente andando a morire.
Durante il periodo di vacanza avevo preso la  mia decisione riguardo ai miei sentimenti verso di lui e solo ora mi rendo conto che non potrò mai rivelarglieli. Avevo appena incominciato a scoprire cosa fosse l’amore e già mi era stato tolto, quanto sa essere ingiusta la vita.
Sia io che lui avevamo imparato a scoprire cose nuove, l’essere amati, l’essere apprezzati e il fatto che l’uno era indispensabile all’altro, ed io lo ero per lui da molto prima che lui lo diventasse per me. Contorto vero?
Lo è come i miei sentimenti ora. Come sarà la mia vita da ora in poi?
Nemmeno io ve lo so dire.
_________________  
 
Grazie al suo sacrificio Lens riuscì a portare alla Gakuen uno stato di pace che non si era mai visto da anni.
Ma cosa succederà ora?
A volte la magia di un istante coperto dal mistero sconvolge i pensieri di un intero anno, e più.

Ritorna all'indice


Capitolo 28
*** Perchè alla fine gli opposti si attraggono ***


*SkySpace*
Eccoci alla fine miei cari lettori. Non vi anticipo niente, ma vi dico solamente che sono felicissima di aver finito una storia che come mia prima FF non mi dispiace davvero, voi cosa ne pensate? Vi aspettavate di più nel finale? eheheh.
Davvero, cosa ne pensate di una 2 serie? Potrei pensarci e migliorare parecchi aspetti.
Infine vorrei ringraziare chi fino ad ora mi ha seguito in questa esperienza, in particolare NikiRose e Lelly99 che più e più volte han recensito e spero di vedere, oltre alle loro recensioni, anche quelle di persone nuove, siano critiche o positive, mi farebbero pur sempre piacere. Perchè il miglior modo per uno scrittore di migliorare siete proprio voi! :)
Grazie mille, spero vogliate seguire anche le mie future storie.
Buona lettura, buona fine storia.
Sky!
_____


<< Erhm >>, tossì l’uomo che stava di fronte alla donna della reception, emanava una strana aura di paura ed irrequietezza. Il volto era coperto da un lungo cappuccio nero e gli occhi velati da degli scurissimi occhiali da sole. Insomma, occhiali da sole, dentro un hotel. Gli inservienti non sapevano davvero cosa pensare, se avere paura e pensare che fosse un rapinatore o provare pietà pensando che fosse semplicemente una persona piuttosto diversa e particolare. Pareva stanco e bramava con lo sguardo, anelava ad una delle chiavi degli alloggi.
Quando poi ebbe compilato tutti i moduli, pagato e lasciato alcuni documenti propriamente coperti dalla privacy del cliente strappò dalle mani della donna la chiave della stanza 426. La più isolata, la più silenziosa, la più elegante. Le cose non vanno fatte male, se devono essere fatte.
Arrivato in camera l’uomo, datato sulla 20ina dai documenti rilasciati alla reception, si tolse la felpa buttandola sul letto e successivamente, in bagno si sfilò anche la canottiera, rivelando un disegno inciso sul suo petto, un disegno dello stesso pesante colore del metallo.
Si mise davanti allo specchio e con l’indice cominciò a tracciarne i bordi, fino a ridisegnare ogni punto dell’incisione che poteva tranquillamente essere riconosciuta come un grande lupo accucciato.
Lo sguardo dell’uomo, dapprima tranquillo cambiò radicalmente facendo scorgere delle tracce di rabbia e odio, anche la posa del lupo cambiò mettendosi in posizione d’attacco, come se fosse pronto a scagliarsi contro una preda invisibile.
Era quello il segreto che cercava di nascondere? In effetti guardando con più cura alcuni tratti del disegno  si potevano scorgere anche sul collo. Aprì il rubinetto tappando il buco del lavandino e quando la vaschetta fu piena di acqua gelata vi tuffò il viso rinfrescandosi nel senso letterale della parola, le idee.
Asciugatosi poi le gocce d’acqua si tastò il mento, sfregando l’incolta barbetta che vi era cresciuta; tornò nella camera da letto e da una delle borse tirò fuori la schiuma da barba con l’ovvio intento di toglierla.
Si tolse la fascia nera dal braccio scoprendo una orribile cicatrice, estesa in lungo, la cui precisione lasciava senza parole.
Il corpo era palesemente quello di un uomo che ne aveva passate di tutti i colori durante la sua esistenza e che ora si trovava in quell’hotel con un obiettivo preciso da raggiungere nei giorni seguenti.
Il mattino dopo, rivestitosi con la sua classica felpa nero catrame uscì, percorrendo le affollate strade di questa Central Town, o era Central City? Non erano certo questi i quesiti del nostro uomo di cui andiamo seguendo le vicende, tutt’altro.
Fermò diversi passanti, cercando qualcuno disposto a portarlo alla GAC ma l’unico risultato ottenuto fu degli sguardi terrorizzati e persone che prendevano la strada opposta appena lo vedevano arrivare sulla loro via.
Insomma, non era la classica persona con cui si voleva avere a che fare.
Passò per una delle vie più in vista della città, trovandone un edificio crollato, circondato dal nastro giallo con la scritta “Warning” ed un cartello più sulla destra con scritto “Vietato l’accesso ai non addetti”, ovviamente lavoratori. L’uomo vi si fermò davanti come preso da un’inspiegabile attrazione, si tolse il cappuccio incurante dei passanti, sfiorandosi un’estremità del tatuaggio dal color metallico e alcuni flashback cominciarono a passargli davanti agli occhi come se stessero succedendo in quel momento.
Un ragazzo che si butta da una finestra atterrando su di una macchina e la casa pericolante che collassa su se stessa.
Tornato alla realtà scosse la testa e guardò alla sua destra, dove il suo fedele compagno canino stava tranquillamente seduto << E tu? Cosa ne pensi, Lupo? >>.
<< Wof! >> fu la sua risposta, tutt’altro che utile, ma divertente. L’uomo gli accarezzò il muso affettuosamente e riprese il suo cammino. Venne intercettato da un tassista che si offrì gentilmente di portarlo dove lui desiderava andare da diverso tempo, per ricercare alcuni ricordi perduti dopo circa 2 anni di coma profondo.
Ci vollero diversi minuti, o forse fu più di qualche semplice minuto, per arrivare a destinazione. Il tassista lo lasciò davanti all’entrata, una lussuosa entrata dorata, ben tenuta e da fuori si poteva benissimo scorgere il verdeggiante prato dove però c’erano delle zone nere, infiammate.
Una fiamma nera che agli occhi di molti pareva spenta, ma non ai suoi occhi dove le fiamme apparivano ben visibili e perfino il loro calore sembrava reale.
Un altro flashback occupò la mente dell’uomo facendolo barcollare.
Il ragazzo della visione di prima che urlava qualcosa, circondato da una folla bloccata, dinanzi a lui solo un uomo.
Scuotendo la testa avanzò verso il cancello e lo aprì lentamente sperando di non avere altri flashback, non era facile sostenerne uno a breve distanza dal precedente.
Mosse passo dopo passo seguito dal canino scodinzolante, inadatto ad un lupo. Arrivò ad una scalinata dove venne fermato da un uomo << Voi siete? >> domandò questi e senza avere risposta riprese a parlare << Io sono Galun. Fedelissimo servo di Natsu Hagren, attuale Presidente dell’Alice Academy, e non posso farvi entrare se non specificherete il vostro intento >>, più formale di così si moriva.
 
Un uomo mi stava davanti, stava davanti a me nel mio piccolo paradiso terrestre e mi stava proponendo un biglietto di sola andata per la famosa Alice Academy
 
Proprio quando l’uomo stette per cadere venne soccorso da Galun, il quale, rendendosi conto che qualcosa non andava lo fece sedere su uno scalino e gli offrì un bicchiere d’acqua che l’uomo bevve in un sorso solo.
<< Grazie >> mormorò, con un tono roco che lasciò Galun spiazzato, era un tono che, a quanto pare, gli tornava familiare.
L’uomo si guardò in giro con sguardo perso, completamente perso nei suoi pensieri. La sua attenzione venne catturata da un albero che dava sulle finestre dei dormitori, si alzò e con passo deciso vi si avvicinò.
Posò sulla corteccia dell’albero le mani.
 
“Cosa ci fai qui, Ryuga?! Mi farai finire nei casini!”
“Mentre passeggiavo mi è venuto in mente il tuo nome, ed eccomi qui”
 
“Il tuo nome? Il nome di chi?”, pensò l’uomo appoggiandosi all’albero.
<< Mi scusi, ma non può stare qui >>, una voce femminile lo richiamò alla realtà.
<< Ah, mi spiace. Potrei sapere il tuo nome? >> domandò, riconoscendo una certa familiarità con la voce del flashback.
<< Marin >> rispose secca e senza che se ne accorgesse sul volto di lui comparve un sorriso che trasmetteva calore, amore..
Il viso di lei sbiancò << E il tuo nome sarebbe? >>
<< Perché non me lo dici tu? >>, uno scintillio sulla felpa di lui attirò l’attenzione della giovane 18enne, una targhetta militare.
Poco dopo una corsa forsennata ed una bambina che gli si appese alle gambe urlando “Oni-san!”.
 
Mi saluterai ancora così?


<< Mimì… >> sussurrò scompigliandole i capelli. Marin singhiozzò cercando poi di nascondersi dietro i suoi libri.
<< Così non vale però, non puoi ricomparire dopo 2 anni come se niente fosse >> pianse lei e si gettò fra le sue braccia che la accolsero con dolcezza e tenerezza. << Lens! >>.
<< Sì? >>, disse sussurrandole nell’orecchio con tanta dolcezza che Marin avrebbe potuto sciogliersi.
<< Lo sai che ti odio? >>, la posizione di lui lasciava a desiderare e non poteva muoversi come avrebbe voluto, da una parte Mimì e dall’altra Marin. << Lo sai che ti amo? >> aggiunse subito dopo riscoppiando fra le lacrime.
<< 2 anni a pensare che tu fossi morto, senza tue notizie. Senza niente che mi potesse dire che c’eri ancora. Perché non ti sei fatto sentire? >>, bloccò il suo terribile lamento con un bacio, come evidentemente era suo solito fare.
<< Sssht, ssht, perdonami. Ma non è mia intenzione lasciarti di nuovo >>. Marin sorrise e ricambiò il bacio di quello che ormai era il suo Lens.
In un mondo in cui oramai avrebbero potuto vivere insieme senza altri intoppi.
I sentimenti sono l’arma più forte che un uomo possiede e sia Marin, sia Lens che Daichi e Kayaka questo lo sapevano bene. Se i sentimenti sono forti, nulla e nessuno può cancellarli, anche a distanza di anni.
O no…?
___________


Sarei lietissima a chi decidesse di leggere la mia nuova ff, "io controllo la mia vita", ulteriori informazioni sul foglietto illustrativo XD!
Un mega bacione sulla scala dei baciometri, vostrissima Sky o.o!

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=1075204