Trappola Doppia

di Dangerina15
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Divisione ***
Capitolo 2: *** Sempre un piacere Watson! ***



Capitolo 1
*** Divisione ***



POV WATSON

 

Erano già 3 o 4 mesi che non lavoravo più con il mio socio Sherlock Holmes. Da quando avevo sposato la mia dolce amata Mary, quell'uomo eccentrico ed egoista era sparito nel nulla. Sembra quasi che avesse ancora dei risentimenti verso di me. Sarà ancora arrabbiato con me per il matrimonio, pensavo eppure non mi sentivo affatto tranquillo. In un modo o nell'altro quel folle di un investigatore...consulente investigativo, era sempre riuscito a tirarmi dentro i suoi casi, ma stavolta era stato diverso. Chissà se aveva portato a termine il caso del professor Moriarty, chissà cosa stava combinando quel pazzo. Forse dovrei andare a Baker Street, vedere se sia caduto in depressione per mancanza di lavoro, riflettevo ancora, così presi la mia giacca e il bastone e lasciai alla mia assistente le indicazioni necessarie per chiudere lo studio.

Londra in pomeridiana era sempre un ottimo calmante, può far attenuare i cattivi pensieri e goderti quei raggi tenui del sole che illuminano il viso. Ma questa volta no: ero fin troppo preoccupato per il mio socio, così aumentai la velocità della mia camminata fin quando non arrivai di fronte alla porta di 221B di Baker Street.

Bussai.

Mrs Hudson aprì la porta e nel suo viso apparve un enorme sorriso.

<< Dr Watson, sono così felice di vederla.>>

<> le domandai cordialmente.

<< Si, dottore, e stavolta credo sia preoccupante. E' da più di una settimana che non lo vedo rientrare. Il suo appartamento è fin troppo silenzioso.>>.

Le parole di Mrs Hudson mi sorpresero; Holmes tranquillo? C'era qualcosa che non quadrava.

<< Stia tranquilla, signora Hudson, ci penso io.>>

<< Non so come farei senza di lei dottore.>>.

Sorrisi e mi congedai elegantemente dalla donna, salìì le scale e giunsi alla porta d'ingresso del mio ex appartamento. Mrs Hudson aveva ragione, era tutto fin troppo tranquillo, così aprì la porta ( che Holmes PUNTUALMENTE non chiudeva mai a chiave) e trovai tutto stranamente in ordine. Holmes che lascia il proprio appartamento in ordine?, strano non è da lui!, sussurrai tra me quando, girovagando per la stanza, scorsi dei fogli stropicciati sparpagliati sul tavolo, accanto alla sua pipa. Ne presi uno e cominciai a leggere: appunti, appunti, tutti sparsi, in confusione; tra essi si leggevano solo il nome del Professor Moriarty e quello del colonnello Moran. Poi, verso la fine del terzo foglio, lessi :

 

Victoria Station, partenza treno : 19.00, evacuare edificio prima di codesta ora.

 

In quel momento capìì tutto: Holmes voleva sventare un attentato di Moriarty alla stazione e voleva farlo da solo! Notai la data: è quella di quel giorno!

<< E' impazzito. Si farà uccidere, come sempre dopotutto.>> affermaii raccogliendo il resto dei fogli e scappando velocemente a Victoria Station.

 

POV HOLMES

 

Perchè non riesco a concentrarmi? Qualcosa mi attanaglia la mente. No, non posso permettermi distrazioni, c'è in ballo la vita di troppe persone, compresa la mia.

Pensavo e camminavo coperto dal mio giaccone, fumando la pipa. Avevo lasciato la mia preferita a Beker Street, non volevo che si rovinasse. Cercavo di distrarmi ma i miei pensieri erano rivolti alla persona a cui tengo di più: il Dottor John Watson. Non lo vedevo da mesi, ma non volevo rovinare la sua vita coniugale proprio adesso. Era così felice il giorno del suo matrimonio ( di cui ero del tutto contrario!) e non volevo coinvolgerlo in pericoli che potevano mettere a rischio la sua vita, non permettendogli una vita serena. Incredibile...io, il consulente investigativo più freddo e insensibile di Londra, alle prese con i rimorsi. Non sapevo cosa fare.

Per la prima volta avevo paura.

Paura di essere solo.

Di essere abbandonato.

Ma io ero ancora arrabbiato per il suo matrimonio. Gli avevo ripetuto centinaia di volte che il matrimonio non era altro che reclusione e sottomissione, ma lui non mi aveva mai dato retta. Se fosse andato tutto per il peggio, almeno da morto mi avrebbe dato ragione.

Mi fermai di scatto, notando che qualcuno mi osservava da lontano. Feci finta di niente e proseguìì per la mia strada quando improvvisamente l'individuo mi attaccà ma non riuscì ad avere la meglio.

<< Ti manda il Professore per uccidermi, non è così? Oh beh, meglio per me.>> accennai alla vittima sdraiata a terra, dolorante, con il mio solito sarcasmo.

<< Sei...prevedibile, Holmes.>> risponde l'altro, sghignazzando.

Rimango perplesso. Prevedibile, nessuno me lo aveva mai detto.

<< E tu non sei altro che un'altra povera vittima nelle mani di quel Napoleone del crimine.>> ribattei .

<< Pensi davvero che riuscirai a fermare i suoi piani? Come sei ingenuo...>>.

Quella frase che mi fece capire tutto. Ero stato uno stupido.

Lasciai l'individuo a terra e corsi per strada, dirigendomi a Cavendish Place.

Ci ha tenuti distanti apposta, per impedire di farci lavorare insieme e di trovarci così due contro uno. Watson è una preda facile se preso da solo, pensai tra me.

Arrivai velocemente alla nuova dimora di Watson e bussai ripetutamente, sperando che fosse Watson ad aprire.

Ma non fu così. Anzi una sorpresa mi aspettava a casa del mio socio e unico amico.

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Capitolo 2
*** Sempre un piacere Watson! ***


POV HOLMES

 

<< Salve, Mr Holmes.>>

<< Professore.>> risposi accennando un saluto toccando il mio cappello.

Entrai lentamente in casa, tenendo d'occhio qualsiasi movimento egli potesse compiere. Sembrava tranquillo, fin troppo tranquillo.

Non vedevo Watson, ma non vedevo neanche Mary e questo mi preoccupava.

<< Stia tranquillo, Mr Holmes, la signora Watson non c'entra in questa faccenda. E' una storia che riguarda solo noi.>> intervenne in professore, accomodandosi in una sedia di cashmire.

Non era solo; con lui vi erano tre giganteschi uomini, di cui due si misero ai margini della porta ed uno accanto al professore.

<< Un uomo d'onore, professore, ma non credo che questa affermazione corrisponda perfettamente alle sue dinamiche.>> risposi sorridendo. Presi una tazza di tè dal tavolo e cominciai a sorseggiarla. << Ingegnoso davvero il trucco di Victoria Station. Voleva far credere che avrebbe causato un esplosione alla stazione, ma non lo avrebbe mai fatto, non era nei suoi piani. La domanda che mi pongo adesso è: per quale motivo ci ha divisi? >>

Dovevo prendere tempo e studiare un piano. Era impossibile uscire da quella maledetta stanza. E poi, che fine aveva fatto Watson, dovevo capire dove lo aveva indirizzato. Il professore sorrise e si

.alzò, camminando lentamente attorno a me.

Spero solo che Watson abbia fatto ciò che penso, dissi tra me aggrappandomi all'ultimo spiraglio di speranza che avevo.

<< I suoi stati d'animo la tradiscono, Holmes. E' stato lei a coinvolgere il dottore. Poteva benissimo lasciarlo alla sua vita coniugale ma lei ha deciso di tirarlo dentro fino in fondo.>>. Moriarty sapeva dove colpirmi, qual'era il mio punto debole. La sua psicologia mentale era davvero un'ottima tecnica che funzionava fin troppo bene e, purtroppo, anch'io non volendo ne stavo divenendo vittima. Ma ero ancora lucido, e cercavo di controbattere tentando dei diversivi.

<< Holmes, lei non è ancora morto perchè il rispetto che provo verso di lei è incredibile.>> riprese ancora Moriarty. << Perchè non si unisce a me. Insieme potremmo fare grandi cose.>>.

<< Darei la mia vita per vedere la sua fine.>> sussurrai gelido.

 

 

POV WATSON

 

Victoria Station non è lontana da qui, in qualche minuto dovrei farcela, pensai tra me accellerando la mia camminata. Tenevo in mano gli appunti di Holmes, non avevo avuto tempo di metterli nella borsa quando una folata di vento ne fece cadere uno. Tornai a prenderlo ma notai che non era appunti, era una lettere.

 

Al dottor John Hemish Watson.

 

Era indirizzata a me.

 

Watson,

Se in questo momento sta leggendo questo scritto, allora i miei insegnamenti non sono stati vani. Sono mesi che non mi assiste più ma desidero avvertirla di tenere sempre gli occhi aperti. Moriarty la conosce e sa che...insomma...ha capito cosa voglio dire. Sono sempre stato contrario al suo matrimonio e continuo tuttora ad esserlo ma ho scelto di lasciarla vivere senza pericoli. Però gradirei che mi desse una mano a terminare il caso. Victoria Station, come lei ha letto negli appunti, era solo un diversivo, voleva attrarla in una trappola e dividerci, in modo da eliminarci più facilmente. Se adesso è arrivato a questo punto, sa benissimo che mi sono diretto alla sua abitazione. Venga quando le è più comodo. Anche se non è comodo venga comunque.

Stia attento per strada, Cordialmente

Sherlock Holmes

Una mente geniale. Matto ma geniale.

Posai la lettera nella tasca del cappotto e invertii direzione: Cavendish Place mi aspettava. Holmes aveva bisogno di me.

Io avevo bisogno del mio vecchio socio e del mio vero mestiere.

 

 

POV HOLMES

 

Moriarty mi aveva stremato. I suoi energumeni mi avevano legato ad una sedia e Moriarty non faceva altro che parlarmi di Watson e Irene Adler.

La mia musa e il mio socio e amico. Continuava a ripetermi che mi avevano abbandonato, che ero solo e che non avevo speranza di poter smascherarlo.

Pian piano mi stavo convincendo di tutto ciò che diceva. La stanchezza, la paura e il rimorso stavano lentamente prendendo il sorpravvento.

<< Mio caro Holmes, credo che adesso sia giunto il momento di dirci addio.>> concluse il professore girandosi di spalle.

Non risposi. Non ne avevo la capacità. Sembravo in preda ad un sonnifero ma in cuor mio aspettavo il momento giusto per liberarmi e fuggire alla meno peggio. In un attimo di distrazione dei tre colossi che mi circondavano, slegai i polsi e atterrai quello alla mia sinistra. Gli altri si avventarono su di me, ma con un abile mossa, riuscii a farli scontrare tra loro e a metterli fuori gioco. Dovetti appoggiarmi al muro, vedevo tutto offuscato.

<< Strano che non si sia accorto del tè che conteneva un erba capace di stordire i sensi.>>.

Me ne ero accorto eccome.

<< Caro professore...lei non si è accorto di aver perso il suo tacquino con tutti i suoi appunti e progetti futuri.>> ripresi boccheggiando e sorridendo.

Ero riuscito a sottrargli il tacquino mentre lui mi attorniava con i suoi giochetti mentali.

<< Adesso basta, Holmes. La mia pazienza ha raggiunto il limite.>> replicò il professore, ansioso di riavere il suo tacquino. Estrasse una revolver e la puntò su di me.

Cercai la mia senza trovarla. Watson mi ricordava sempre di prenderla ma lui non lavorava più con me.

<< E' stato un vero piacere, Holmes.>>.

<< Anche per me, professore.>>. La voce di Watson risonò dalle spalle del professore.

Ero fiero del mio fido assistente.

 

POV WATSON.

 

Tenevo il revolver sulla schiena di Moriarty. Feci cenno ad Holmes di spostarsi ma lui mi fece capire di non esserne in grado.

<< Cosa crede di fare, dottore?>> mi domandò sghignazzando Moriarty. << Pensan davvero di farmi paura. >>.

<< Io no, ma Scotland Yard potrebbe causargli qualche preoccupazione.>> risposi e tutta Scotland Yard riuscì a catturare il Napoleone del crimine. Appena fu portato fuori, mi precipitai da Holmes, accasciato su una sedia ansimante.

<< Quante volte vorrà farsi uccidere ancora, Holmes?>> lo rimproverai. Mi sorrise con il suo solito sarcasmo.

<< Sempre un piacere Watson...>> mi rispose.

Come potevo essere stato così stupido. Cadere nella trappola di Moriarty.

<< Holmes, come sapeva che Victoria Station era un diversivo?>>.

<< Elementare, Watson. Victoria Station è stata chiusa proprio qualche giorno fa per mancanza di fondi per cui era impossibile che Moriarty progettasse qualcosa in un luogo deserto. E poi non rientrava nei suoi canoni.>> mi spiegò velocemente prima di dar segni di debolezza e di svenire.

Lo riportai a 221B di Baker Street, con la promessa di essere ancora al suo fianco.

Glielo dovevo da sempre.

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