The Faberry Chronicles

di lifeawakening
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Grenade ***
Capitolo 2: *** Just The Way You Are ***
Capitolo 3: *** Our First Time ***
Capitolo 4: *** Runaway Baby ***
Capitolo 5: *** The Lazy Song ***
Capitolo 6: *** Marry You ***
Capitolo 7: *** Talking to the Moon ***
Capitolo 8: *** Liquor Store Blues ***
Capitolo 9: *** Count on me ***
Capitolo 10: *** The Other Side ***
Capitolo 11: *** Somewhere In Brooklyn ***



Capitolo 1
*** Grenade ***


NoteTraduttrice: Salve a tutti :) Questa fanfic sarà composta da 11 canzoni, quindi 11 capitoli, e conto di aggiornare un giorno si e uno no se tutto va bene. E' una traduzione quindi tutti i meriti vanno all'autrice lifeawakening (di cui ho già tradotto Deus Ex Machina e, se non la conoscete, correte a leggerla perchè è stupenda!). Consiglio di leggere i testi e ascoltare le songs durante la lettura! Spero vi piaccia! :)

Disclaimer: Ovviamente, purtroppo, nè io nè lei possediamo Glee o le canzoni di Bruno Mars. 

 


 

 Grenade (song)


 

Vieni e te ne vai
Questo è come vivi, oh
Prendi, prendi, prendi tutto,
Ma non dai mai niente
Avrei dovuto sapere che eri un problema sin dal primo bacio,
Avevi gli occhi spalancati
Perché erano aperti?

Ti ho dato tutto quello che avevo
E l’hai gettato nel cestino
L’hai buttato nel cestino, l’hai fatto
Darmi tutto il tuo amore, questo è tutto quello che ti ho sempre chiesto,
perché quello che non capisci è che

Prenderei una granata per te (yeah, yeah, yeah)
Metterei la mia mano su una lama per te (yeah, yeah, yeah)
Salterei davanti ad un treno per te (yeah, yeah, yeah)
Tu sai che io farei qualsiasi cosa per te (yeah, yeah, yeah) Oh, oh
Attraverserei tutto questo dolore, prenderei un proiettile dritto nel mio cervello,
Sì, morirei per te baby, ma tu non faresti la stessa cosa
No, no, no, no


Nero, nero, nero e blu picchiami finché non sarò insensibile.
Dì al diavolo che gli ho detto “Hey” quando torni da dove sei venuta
Pazza, cattiva,
Questo è proprio quello che sei, sì,
Mi sorridi mentre stai sabotando i freni della mia macchina

Rit.

Se il mio corpo fosse in fiamme, ooh tu mi guarderesti bruciare.
Hai detto che mi amavi ma sei una bugiarda
Perché non l’hai mai, mai, mai fatto baby…
Rit.




Rachel lentamente alzò la testa fino a catturare il suo stesso sguardo nello specchio del bagno. Rabbrividì e lasciò nuovamente cadere lo sguardo sulle ultime gocce che stavano scendendo sul lavandino dalla canotta bianca – ora rossa – strizzata.
 
La porta del bagno si aprì violentemente e si udì un sonoro colpo quando colpì con forza il muro. Rachel non si mosse. Ignorò il brusco rumore di passi che si fermò proprio dietro di lei. Dopo aver sufficientemente strizzato la camicetta, alzò gli occhi per vedere Quinn attraverso lo specchio.
 
"Perché l'hai fatto?" chiese Quinn, indicando il volto di Rachel coperto di granita.
 
"Ti riferisci al fatto che abbia deciso di prendere la granita al posto tuo o al fatto che ti abbia rivolto la parola stamattina?"
 
Quinn prese un respiro profondo mentre interiormente decideva la sua prossima mossa. Sospirando a denti stretti, Quinn raggiunse il lavabo e afferrò una manciata di fazzolettini di carta. Sentì una piccola mano avvolgersi intorno al suo polso quando si avvicinò al viso di Rachel per aiutarla a ripulirsi e udì un flebile "No".
 
Quinn alzò un sopracciglio. "Perché no?" chiese, "è il minimo che possa fare."
 
Rachel afferrò il mazzo di fazzoletti dalla mano di Quinn e li gettò nel cestino. "Tu", Rachel la accusò, puntando il dito contro Quinn, "sai bene quanto me che non vorresti essere qui in questo momento. Non fingere di essere preoccupata per me per essermi presa la granita al tuo posto".

Quinn tenne lo sguardo fisso su Rachel mentre lei bruna si voltò verso il lavandino e cominciò a lavare via il ghiaccio del suo viso. "Perché continui a fare così?" chiese Quinn senza alcuna malizia.

Rachel pulì dal suo sopracciglio un po’ di residuo appiccicoso prima di incontrare lo sguardo di Quinn di nuovo. "Perché, Quinn, io ti amo."

"Pensavo fossimo d'accordo che..."

"Noi?" Rachel la schernì, lasciando cadere una manciata di fazzoletti di carta nel lavandino, "Non siamo d'accordo su nulla, Quinn. Mi hai detto che mi amavi, e poi hai deciso che non valeva la pena rischiare di perdere la tua ritrovata popolarità. Tu, Quinn Fabray," Rachel praticamente gridò mentre affrontava la bionda, "sei una bugiarda! Non mi hai mai amata."

Quinn si morse l'interno della guancia mentre lottò per trattenere se stessa dal dire qualcosa, lasciando finire Rachel. "Non hai mai lottato per me, ancora non lo fai. Io, invece, ti amo ancora. Pertanto, non posso semplicemente stare a guardare mentre vieni oppressa dai bulli senza intervenire. Se questo significa prendermi una granita per te, così sia. Presto te ne renderai conto…"

Quinn osservò Rachel spegnersi come la bruna si voltò verso il lavandino per afferrare il suo cardigan rovinato. "Mi renderò presto conto di cosa, Rachel?"

Rachel appallottolò il cardigan tra le sue mani prima di gettarlo nel cestino con rabbia sopra i fazzoletti bagnati. "Ti renderai presto conto che sei un idiota, Quinn, e allora tornerai da me. Ti renderai conto che io valgo la pena." Rachel aggirò Quinn cercando di starle il più lontano possibile mentre lasciò il bagno.

Quinn sospirò raggiungendo il cestino ed estraendone il cardigan di Rachel e fece scorrere le dita sopra la stella macchiata di rosso.







 

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Capitolo 2
*** Just The Way You Are ***


Just The Way You Are (song)



Oh i suoi occhi, i suoi occhi
Fan sembrare che le stelle non brillino
I suoi capelli, i capelli
Sono perfetti senza provarci
Lei è così bella
E io glielo dico ogni giorno
Sì, lo so, lo so
Quando mi complimento con lei
Lei non mi crede
E’ fatta così, è cosi
Triste è pensare che non vede quello che vedo io
Ma ogni volta che lei mi chiede di guardare bene
Dico
 
Quando vedo il tuo volto
Non c’è una cosa che vorrei cambiare
Perché tu sei stupefacente
Proprio cosi come sei
E quando sorridi,
Il mondo intero si ferma e guarda per un po'
Ragazza perché tu sei stupefacente
Proprio cosi come sei

 
Le unghie, le unghie
Potrei baciarle tutto il giorno se mi lasciassero
La sua risata, la sua risata
Lei la odia ma io penso che sia proprio sexy
Lei è così bella
Ed io glielo dico ogni giorno
Oh lo sai, lo sai, lo sai
Non ti hai mai chiesto di cambiare
Se è la perfezione che stai cercando
Ti basta rimanere la stessa
Quindi non hai niente da chiedere
Se ti guardi bene
Lo sai che dire
 
Rit.




 
"Forse mi sbagliavo!" Quinn urlò dall'altra parte del corridoio dopo la scuola. Rachel si fermò, il suo zaino aperto in mano mentre stava davanti al suo armadietto. Si girò verso Quinn, inarcando un sopracciglio. "Forse mi sbagliavo", Quinn ripeté mentre si fermò di fronte a Rachel.

Rachel fissò Quinn con uno sguardo vuoto prima di rigirarsi verso il suo armadietto e cominciare ad infilare i libri nel suo zaino.
 
Quinn esaminò rapidamente il corridoio deserto prima di riportare lo sguardo impotente sulla schiena di Rachel. "Ci ho provato, va bene? Ho passato le ultime due settimane pensando alle cose che potrei cambiare di te..." la schiena di Rachel si irrigidì notevolmente mentre si fermò dal mettere i libri in borsa.

Quinn frettolosamente continuò, "...atteggiamenti che potrei cambiare di te per farti diventare popolare. Abbastanza popolare perché nessuno abbia da ridire a vedermi con te... in quel modo..."

Le cinghie dello zaino di Rachel scivolarono dalle sue dita mentre si girò e fissò Quinn, con uno sguardo stupito. "Se stai tentando di calmarmi allora..."

"Ascolta soltanto", disse Quinn, interrompendo Rachel. "Ho pensato alle cose che potrei cambiare di te. Ma poi ho pensato a te. Davvero pensato a te. Ho pensato a quello che è successo tra noi... diventare amiche durante l'estate... poi sempre più legate l'una all'altra dopo le regionali..."

Rachel si morse le labbra, esortando in silenzio Quinn per continuare. "Poi ho ripensato a quando ho capito per la prima volta che io avrei potuto essere... sai..." balbettò Quinn, torcendosi le mani insieme mentre se ne stava di fronte a Rachel. "L'ho capito quando ho iniziato a determinare le mie azioni solo in funzione di vederti sorridere."

Rachel si appoggiò al suo armadietto, come un piccolo sorriso fece capolino sulle sue labbra. "Poi ho cominciato a pensare alla tua risata, e ai tuoi occhi, e poi solo al tuo viso in generale."

"Sembri disgustata, Quinn," Rachel disse a bassa voce, non perdendo il sorriso.

Quinn guardò intorno verso il corridoio ancora una volta prima di continuare. "Lo sono. Sono disgustata da me stessa e da tutta questa... situazione. Dopo aver preso l'ultima granita io... solo... Mi dispiace, Rachel. Ho capito che non voglio cambiare nulla di te. Io non ti chiederò mai di cambiare".

Rachel abbassò la testa, un sorriso pieno vestì il suo volto. "Grazie, Quinn."

Quinn si perse nel sorriso di Rachel e si ritrovò a sorridere di riflesso. "Allora, non sei più arrabbiata con me?"
 
Rachel alzò la testa e incontrò lo sguardo di Quinn. "Hai intenzione di ammettere che mi ami adesso? Possiamo stare insieme?"

La bocca di Quinn si spalancò. "Andiamo, Rachel! Io non..."

"Non mi ami?" Rachel chiese, lentamente raccogliendo il suo zaino. "Ne sei proprio sicura, Quinn?"

Quinn si morse le labbra come lei annuì lentamente. Le labbra di Rachel formarono una linea quando lei annuì. "Va bene, Quinn. Beh, visto che la maggior parte dei ragazzi del Glee ormai se n'è già andata, non intendo indugiare in terreno scolastico per stare con qualcuna che non mi ama. Apprezzo lo sforzo, però."

Come Rachel si voltò per andarsene, lo sguardo confuso di Quinn si trasformò in frustrazione. "Aspetta, te ne stai andando? Questo è tutto quello che ricevo per averti parlato della mia rivelazione?"

Rachel chiuse il suo armadietto e fece un paio di passi per allontanarsi da Quinn prima di voltarsi indietro. Lanciò a Quinn un sorriso smagliante. "Apprezzo che non voglia cambiare nulla di me, Quinn, sì. Ci stai arrivando. Buon lavoro! Ti basta?"

Quinn guardò Rachel allontanarsi, e sospirò. Si fermò e continuò ad osservarla per un po', fino a quando Rachel fu fuori dalla vista, prima di scappare verso l'allenamento pomeridiano con le Cheerio.





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Capitolo 3
*** Our First Time ***


Our First Time (song)




 Ragazza adesso siamo qui, in questa grande vecchia stanza vuota
Pensando chi farà la prima mossa
Facendo le nostre cose per un minuto
E ora, quando i nostri cuori battono forte
L'unica cosa da fare, è arrivare alla fine (ah, hmm)

Va bene (bene)
è okay (okay)
non devi essere emozionata (no, amore)
perché ti ho tutta la notte
non ti preoccupare, amore
Basta lasciarsi andare, lasciarsi andare, lasciarsi andare (io lo farò davvero)
piano, piano

E' la nostra prima volta
Lasciati andare, lasciati andare, lasciati andare (io lo farò davvero)
piano, piano
E' la mia prima volta con te
E lo voglio fare bene
(è la nostra prima volta)


I vestiti non sono necessari, per quello che abbiamo programmato
Ooo ragazza tu sei il mio desiderio, il tuo desiderio è un ordine
Ti tratto come una principessa, oh ragazza sei così deliziosa
Come il gelato in una giornata estiva ti mangerò prima di scioglierti
 
Rit.

Possiamo fare piano (possiamo fare piano)
Possiamo fare veloce (possiamo fare veloce)
Tutto quello che devi fare è chiedere a me, ragazza (chiedere, ragazza)
Le candele sono accese (le candele sono accese)
I nostri corpi sono desiderosi (corpi desiderosi)
Non vedo l'ora di amarti
Sono pronto, amore, sono così pronto, amore!

 
 






"Quinn," Rachel gemette mentre chiuse le dita nel tessuto del top rosso della Cheerio.

"Hmm?" chiese Quinn, lasciando dolci baci leggeri lungo tutta mandibola di Rachel.

Rachel gettò la testa all'indietro contro la tastiera del pianoforte, dando a Quinn maggiore accesso al suo collo. "Non credo che..."

"Lasciati andare, Rachel," Quinn borbottò mentre sentì Rachel deglutire attraverso il tocco delle labbra. Nonostante la sua voglia irrefrenabile, però, Quinn riuscì a chiedere "Ma va bene quello che...?"

Rachel tentò di afferrare le spalle di Quinn come i baci di Quinn iniziarono a spostarsi più in basso. "Sì, sì va bene, è solo..."

Quinn si fermò, alzandosi sui gomiti per incontrare lo sguardo di Rachel. "La tua prima volta?"

Rachel annuì tremante. "E so che tu hai... esperienza..."

Quinn si mise a ridere e scosse la testa, dando un bacio veloce al mento di Rachel. "Non proprio. Rallento un po', okay? Fidati di me".

Rachel annuì lentamente e lasciò che Quinn le sfilasse la camicetta rosa. Gemette come Quinn gettò il suo reggiseno rosa preferito sopra il pianoforte. Rachel si spinse contro Quinn prima di mormorare "Non sono un'esperta, ma non dovresti essere mezza nuda anche tu?"

Quinn ridacchiò contro il petto di Rachel, facendo venire alla bruna la pelle d'oca. "Buon punto". La bionda aprì la cerniera del top da Cheerio e lo gettò alle sue spalle, seguito a ruota dal suo reggiseno. Tornò di nuovo su Rachel ed entrambe gemettero al contatto.

"Va ancora bene?" chiese Quinn come sentì Rachel contorcersi sotto di lei.

Rachel annuì in silenzio, "Sì, ho solo - non mi ricordo come tu sia riuscita a trascinarmi in tutto questo. Dovrei essere arrabbiata con te."
 
Quinn sorrise e aprì la cerniera della gonna di Rachel, mentre con la lingua iniziò a scendere verso il basso come in un'inesistente caccia al tesoro su Rachel. Rachel rimase a bocca aperta. "No, davvero, sono veramente arrabbiata... con te..."

Quinn diede un piccolo morso all'interno della coscia di Rachel, guadagnandosi un sussulto da parte di Rachel. "Che cosa stavi dicendo?" chiese Quinn, solleticandola piano con le dita.

"Cosa? Perché stai ancora parlando, Quinn? Non dovresti fare qualcos'altro?"

Quinn ridacchiò e tornò a concentrarci sul basso. "Ti farà un po' male all'inizio, ma farò piano, te lo prometto."







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Capitolo 4
*** Runaway Baby ***


NoteTraduttrice:  Come avrete notato, i capitoli sono brevi... una media di circa 500/600 parole (testi delle canzoni esclusi). Ma c'è un motivo... Chi ha aperto la fonte, sicuramente se ne sarà già accorto. The Faberry Chronicles nasce come una sorta di oneshot divisa in undici sotto-capitoli nominati ciascuno col titolo di un brano di Bruno Mars. Io ho deciso di pubblicare ogni parte separatamente in modo da poter aggiungere i testi. Capisco l'inutilità di pubblicare un testo in America perché ovviamente l'inglese è la loro lingua madre e possono carpirlo semplicemente ascoltando la canzone. Ma qui siamo in Italia ed è normale che la maggior parte delle persone ascoltino musica straniera semplicemente perché è orecchiabile, non capendo però un piffero di testo e fregandosene del significato. Così facendo, ho dato spazio e incisività anche alla traduzione delle canzoni, che sono fondamentali in questa fanfiction e richiamano tantissimo la trama. So di aver sacrificato la "gioia" di leggerla tutta insieme e so che può essere noioso aspettare un aggiornamento! Proprio per questo ho deciso di rilasciare i capitoli così frequentemente (un giorno sì e uno no), sperando di non scontentare nessuno.
Un bacio a tutti (ma soprattutto a ImAliceBicorn per l'"ispirazione" ahahah) e buona lettura, Claude :) 





Runaway Baby (song)

 

Beh guarda un po' qui, guarda un po' qui
Ah cosa abbiamo?
Un'altra cosa carina pronta da afferrare
Ma piccola lei sa
Un lupo travestito da pecora
Perché alla fine della notte
E' lei che stringerò

Ti amo così tanto
Ecco cosa dirai
Mi dirai
Piccolo, piccolo non andare via
Ma quando gioco non rimango mai
Ad ogni ragazza che incontro ecco cosa dico:
Fuggi, fuggi, fuggi via piccola
Prima che ti colpisca con il mio incantesimo
Faresti meglio ad andare, andare, andare via tesoro
Perché tutto ciò che hai ascoltato è vero
Il tuo povero piccolo cuore finirà solo
Perché il signore sa che sono un girovago
Quindi faresti meglio a correre correre correre via piccola


Bene fammi pensare, fammi pensare
Ah cosa dovrei fare?
Così tanti giovani e desiderosi conigli
Che vorrei inseguire
Adesso perfino adesso mi stanno mangiando il palmo della mia mano
C'è solo una carota e la divideranno

Rit.

Vedi non proverò a farti male
No no, no voglio solo sfruttarti piccola
Yup yup
Vedi non proverò a farti male
No no, no voglio solo sfruttarti piccola
Se hai paura faresti meglio a correre (meglio correre)

Rit.

 
 


"Sei un essere disgustoso".

Quinn si voltò dal suo armadietto, lanciando a Rachel uno sguardo selvaggio mentre cercò di fare un cenno verso le cinque Cheerios intorno al suo armadietto.

"No," Rachel scattò, indicando le altre Cheerios, "Non mi interessa chi sia presente. Quinn Fabray sei la più grande bugiarda che abbia mai..."

Quinn stampò una mano sulla bocca di Rachel prima di trascinarla a distanza dal gruppo delle Cheerios sghignazzanti, in un angolo appartato. "Che diavolo di problemi hai?" sibilò Quinn, spingendo con forza Rachel.

Rachel sbatté il piede a terra prima di lanciare uno schiaffo a Quinn in pieno viso. "Mi hai usata."

Quinn guardò a bocca aperta Rachel, gli occhi smeraldo-nocciola offuscati dalla rabbia. "Scusa?"

"Hai fatto sesso con me! Hai preso la mia," la voce di Rachel si abbassò, "verginità! E poi sei letteralmente fuggita dopo che ti ho detto che ti amo."

"Ti ho detto che io non ti amo." Rachel aprì la bocca per parlare e Quinn alzò gli occhi. "Quante volte devo continuare a dirtelo? Io non ti amo! Hai solo bisogno di stare lontano da me. Vai via, tutto qui. Vai".

"Se non ricordo male, sei stata tu ad assalirmi nella sala coro," Rachel le ricordò triste.

Lo sguardo di Quinn si addolcì. "Ho cercato di avvertirti prima che tutto questo iniziasse. Non sono un bene per te, Rachel. Non voglio legami. Mi piaci, certo. Ma non ho intenzione di stare con te. La sala del coro era... un momento di mancanza di giudizio".

Quinn si pentì della triste scelta di parole non appena lasciarono la sua bocca. Gli occhi di Rachel si offuscarono di lacrime come fece un passo indietro rispetto a Quinn. "Pensavo che fossi cambiata, pensavo che fossi migliorata! Perché non puoi ammettere di amarmi?" Rachel chiese. "Io non posso parlare per te, Quinn, ma quello che abbiamo fatto... è stato speciale per me. E tu l'hai rovinato. Spero che tu riesca a convivere con te stessa."
 
Rachel si voltò e iniziò a correre verso il corridoio. Quinn si appoggiò al muro emettendo un sospiro profondo. Si asciugò gli occhi, ricacciando le lacrime indietro, rifiutando di lasciarsi andare e piangere "Non sto cercando di farti del male..." mormorò a se stessa, lasciando cadere la testa all'indietro contro il muro "Sembra che accada e basta..."








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Capitolo 5
*** The Lazy Song ***


The Lazy Song (song)

 

Oggi non ho voglia di fare niente
Voglio solo stare nel mio letto
Non mi va di prendere il telefono
Quindi lasciate un messaggio dopo il beep
Perché oggi giuro che non farò niente

 
Uh, mi metterò in piedi a fissare il ventilatore
Accenderò il televisore
Infilerò le mani nei pantaloni
Nessuno mi dirà che non posso, nah
Starò sdraiato sul divano indossando la mia Snuggie
Metterò MTV per imparare la dougie
Perché nel mio castello io sono l’uomo
Oh Oh, sì, l’ho detto
L’ho detto
L’ho detto perché posso

Rit.
 
Domani mi sveglierò e farà esercizi con il P90X
Farò del bel sesso con una bella ragazza
E lei griderà, “questo è grande” (Oh mio dio
questo è grande)
Potrei fare un po' di casino in giro e prendere la laurea
Scommetto che il mio vecchio sarà così fiero di me
Mi dispiace ma dovrai aspettare

Rit.
 
No, non mi pettinerò
Perché non vado da nessuna parte
No no nooo
Mi limiterò a pavoneggiarmi nel mio vestito perfetto
E lascerò tutto lì dov’è
Yeah yeah yeahhh
 
Rit.


 
 
Il lunedì successivo Rachel decise di non andare a scuola. Le sei in punto arrivarono e passarono mentre Rachel giaceva nel suo letto, profondamente addormentata. Finn, Tina, Mercedes, Kurt, e infine Quinn mandarono un messaggio tutti quanti per sapere dove fosse Rachel. I loro sms vennero ignorati.

Rachel si appollaiò sul divano nella sua Snuggie zebrata [*] verso mezzogiorno. Accese la TV su MTV e rabbrividì. "Che diavolo è la dougie [**]?"

Un'ora più tardi Rachel era sdraiata al contrario sul suo letto, fissando il ventilatore al soffitto. Si era ormai spogliata della maggior parte dei suoi vestiti quando si rese conto che, per diamine, si stava ribellando già abbastanza saltando la scuola, perché non approfittarne del tutto? Alla fine afferrò il cellulare e lo scagliò al soffitto quando questi non smetteva di avvertirla di avere messaggi non letti. Da quando Quinn si preoccupava per lei, in ogni caso?

Rachel scoprì che un ventilatore a soffitto non può distruggere un telefono cellulare.

Un'ora dopo invece, Rachel scoprì le gioie di ballare la dougie in null'altro che una lunga camicia mezza abbottonata e calzini. Il tutto accompagnato dalla famosa entrata in scivolata con sottofondo musicale di 'Old Time Rock and Roll' [***].

Più tardi, mentre Rachel si applicava il ghiaccio alla caviglia, pensò che avrebbe pregato i suoi padri di non chiederle come avesse fatto il loro vaso preferito a finire da integro-sul-tavolino a in-frantumi-accanto-alla-porta. La scivolata sulle calze sembrava molto più facile da vedere che da fare, pensò ricapitolando mentalmente la sua pigra giornata di sciopero passata a ballare.

Mentre controllava Facebook dal suo laptop, rifletté brevemente sui vantaggi di diventare una "bugiarda e manipolatrice" lei stessa e di tentare di rendere Quinn gelosa. Dopo aver googolato i tratti distintivi di una manipolatrice, decise che forse non era la strada migliore.

Ancora su Facebook, Rachel sentì un piccolo 'tin' dalla chat. "Puck?" si domandò Rachel .

Il ragazzo, che stava a quanto pare marinando anche lui la scuola , aveva invitato Rachel ad una festa per il Venerdì successivo. Si morse le labbra prima di chiedergli se ci sarebbe stata anche Quinn.
 
Un minuto dopo Rachel scoprì che Quinn aveva appena confermato. Dopo aver ricevuto da Puck consigli su come impegnare il tempo quando si salta la scuola, accettò il suo invito alla festa. Chiuse Facebook e riportò la tv su MTV.

"Beh," iniziò, guardando la caviglia, "devo essere brava a ballare la dougie se voglio partecipare adeguatamente il mio primo party liceale."









* La Snuggie è una coperta con le maniche.. adoro queste americanate.. eccola qui

** Per capire cosa sia la dougie vi consiglio questo video in cui Heather Morris (Brittany) e Harry Shum (Mike Chang) ci insegnano come ballarla.

*** Immaginatevi Rachel che entra in scivolata vestita come Tom Cruise in "Riscky Business" col sottofondo di "Old Time Rock 'n Roll" e si schianta mandando in frantumi il vaso ahahahhaahah!!








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Capitolo 6
*** Marry You ***


Marry You (song)

 
 

E’ una bellissima notte,
Stiamo cercando qualcosa di stupido da fare.
Hey baby,
Penso di volerti sposare.

E’ lo sguardo nei tuoi occhi,
O forse è questo succo che mi fa ballare?
Chi se ne frega baby,
Penso di volerti sposare.

 
Beh, conosco questa piccola cappella sul viale dove possiamo andare,
Nessuno saprà,
Dai ragazza mia
Chi se ne frega se siamo messi male ho le tasche piene di soldi e possiamo fare quello che vogliamo,
Due bicchieri di Patron (tequila),
Ed andiamo baby.
 
Non dire no, no, no, no, no;
Di solo sì, sì, sì, sì, sì;
E andremo andremo andremo
Se sei pronta, come lo sono io.

 
Rit.
 
Vado a prendere un anello lascia che il coro delle campane suoni oooh,
Allora cosa vuoi fare?
Corriamo e basta
Se ci svegliamo e vorrai rompere con me andrà bene
No, non ti biasimerò;
E’ stato divertente ragazza.
 
Rit.
 
Di solo lo voglio
Dimmelo adesso baby

 



 
"Ho bisogno di un anello!" Quinn tuonò da sopra le spalle di Finn. Lei agitò le gambe freneticamente avanti e indietro mentre teneva una bottiglia vuota di vino a mo' una spada. "Più veloce, scudiero!"

Finn finse di galoppare per tutta casa di Puckerman con Quinn sulle spalle. Rachel - che aveva rifiutato di bere persino un sorso di alcol, al contrario di Quinn che aveva bevuto di tutto e anche di più - si precipitò fuori dalla cucina con Tina alle calcagna. Si fermò appena Finn la vide e le nitrì.

"Finn? Quinn? Che diavolo state facendo voi due?"

Quinn sorrise a Rachel prima di saltare giù da Finn e camminare un po' sbilenca verso Rachel infilando la bottiglia di vino nella tasca dei pantaloni. "Eccoti qui, impertinente fanciulla."

Rachel alzò un sopracciglio. "Come, scusa?"

Quinn in fretta passò in rassegna la stanza prima di avvistare gli anelli di plastica di un pacco di sei birre 'Coors Light' sul tavolo. Lei sorrise mentre oltrepassò Rachel, li raccolse, e ne strappò uno. Dopo qualche lamento e maledizione, Quinn riapparve davanti a Rachel. Si lasciò cadere in ginocchio e alla festa di quel Venerdì notte cadde il silenzio.

Rachel chiuse gli occhi e gemette. Quinn infilò l'anello fatto in casa sul dito di Rachel. "Senti, Rachel... shhhhh!" Quinn urlò, agitando il braccio in avanti per zittirla . "Rachel, Rachel... Rachel, ascolta."

La bruna fissò la bionda seduta in ginocchio davanti a lei, la stessa ragazza di cui le era capitato di innamorarsi. Non riusciva a rimanere arrabbiata con la bionda di fronte a lei. "Sto ascoltando, Quinn."

Quinn sorrise raggiante e Rachel sentì un rossore insinuarsi nelle guance che non aveva niente a che fare con la metà del McKinley che presenziava alla proposta di Quinn.
 
"Tu mi devi rispondere subito. Dimmelo adesso! Morirò se non ti sposerò in questo esatto momento, Rachel. Mi limiterò a morire! Credo di volerti sposare, Rachel Barbra Berry! Anzi no! So quello che faccio!"
 
La sala esplose in acclamazioni ubriache e in un unanime "awww" del club Glee. Rachel aprì la bocca per parlare, quando Quinn si alzò in piedi, premendo un dito sulle labbra della bruna. "Non dire di no. Non puoi dire di no! Piccola, dai. Fuggiamo e facciamolo! Nessuno potrà mai saperlo" Quinn biascicò, avvicinandosi a Rachel in un sussurro.

Rachel voleva uccidere Quinn per tre motivi. Uno, l'umiliazione che avrebbe dovuto affrontare a scuola il Lunedi. Due, l'anello di plastica al dito la stava facendo sanguinare. E tre, perché lei e Quinn erano passate dal paradiso all'inferno in pochi giorni e ora, Quinn le stava chiedendo di sposarla.

"Dicono che la mente ubriaca dica la sobria verità, sai," Kurt sussurrò da dietro Rachel con uno sguardo compiaciuto sul volto.

Mercedes sbuffò tra le risate accanto a Kurt da dietro Rachel. "Ma per favore, come se Q potesse innamorarsi di Rachel."

Rachel abbassò la testa imbarazzata, come il resto della stanza scoppiò a ridere insieme ai ragazzi del Glee. Rachel si morse le labbra e scosse la testa mentre si voltò per lasciare la stanza quando Quinn le afferrò il polso e le sollevò il mento. "Per favore, non lasciarmi." Rachel incontrò gli occhi di Quinn e vide un lampo di qualcosa che sicuramente non era alcol. "Non hai risposto alla mia domanda ancora."

Rachel guardò l'anello di plastica al dito e la speranza dietro il volto di Quinn. "Dì solo Lo voglio".

Rachel avrebbe poi realizzato che avrebbe potuto dare la colpa dell'intera nottata all'alcol. Si sarebbe resa conto che avrebbe potuto ricattare le Cheerios per farle tacere e che i ragazzi del Glee non avrebbero mai detto nulla. Nessuno di quei pensieri attraversò la sua mente, però, quando sussurrò dolcemente "Lo voglio".








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Ci sono tre o quattro capitoli che mi piacciono più di tutti gli altri! Ma questo è decisamente il migliore in assoluto secondo me! Quindi spero abbiate apprezzato anche voi :D 
Claude

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Capitolo 7
*** Talking to the Moon ***


Talking to the Moon (song)

 

So che sei là fuori da qualche parte da qualche parte lontano
Ti rivoglio indietro
Ti rivoglio indietro
I miei vicini pensano che io sia pazzo
Ma loro non capiscono
Tu sei tutto quello che ho
Tu sei tutto quello che ho
 
Di notte, quando le stelle illuminano la sia stanza
Mi siedo da solo

A parlare alla Luna
Cercando di arrivare da te
Nella speranza che tua sia dall’altro lato
Parlando anche tu con me
Oppure io sono solo un pazzo che si siede da solo
A parlare alla Luna

 
Mi sento come se fossi famoso
Le chiacchiere della città dicono che sono impazzito, sì
Sono impazzito ma loro non sanno quello che so io
Perché quando il sole va giù qualcuno mi risponde, sì

Rit.
 
Mi hai mai sentito chiamarti?

Rit.
 
So che sei là fuori da qualche parte
Da qualche parte lontano

 




 
Quinn sedette sul davanzale della finestra della sua camera da letto. Le sue mani erano intrecciate in grembo, seduta all'indiana col pigiama rosso ripiegato alle caviglie. Era illuminata dall'unica luce della casa in quel momento, la luce della luna.

"Oggi mamma mi ha chiesto con chi parlo ogni notte," disse con una risata tranquilla, appoggiando la testa contro il muro dietro di lei, "Non ero sicura di cose rispondere, quindi ho solo detto la verità."

Gli occhi di Quinn tracciarono i crateri della luna, come sospirò. "E' il solo modo che ho per far si che tu mi ascolti veramente... beh", Quinn si fermò ridendo amaramente, "in realtà, sto parlando con una fottuta luna e sto solamente pregando affinché tu possa sentirmi. So che non è possibile ma... ma è passata una settimana, okay? Una settimana da quella maledetta festa. Mi manchi".

Quinn si interruppe, inghiottendo un singhiozzo. "Mi manchi. Ci ho provato così tanto, non mi riconosci nemmeno questo? Sei troppo occupata a nasconderti dietro gli angoli e saltare il Glee... "Sospirò di nuovo, lasciandosi cadere la testa tra le mani. "Sei lì, Rachel? Puoi sentirmi? Se puoi... Mi manchi. Ne abbiamo passate tante ultimamente, e sono cresciuta, cambiata... penso di essere pronta, Rach. Va bene? Sono ancora in tempo per una chance?"

Quinn attese alcuni minuti, aspettando realmente una risposta prima di coprirsi gli occhi con le mani e gemere. "Sono stata così stupida".

La bionda si alzò per andare a letto. Fece una pausa tuttavia e diede un ultimo sguardo alla bianca luna. "...ma ti amo".
 

- - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - 

 
Rachel giaceva nel suo letto di fronte alla finestra aperta. La luna si rifletteva nei suoi occhi mentre lei sospirava piano. Fece scivolare la mano sotto il colletto della camicia del pigiama verde e tirò fuori la catenina d'oro che era stata contro il suo petto, nascosta sotto la camicia, per tutta la settimana passata. Gentilmente infilò un dito nell'anello di plastica appeso alla catenina.

Si affievolì mentre inconsciamente contava i crateri della luna. "Beh, forse è il momento di smetterla di evitarti e semplicemente... andare avanti." Annuì lentamente prima di alzarsi e avviarsi scalza alla finestra.

Appoggiò la mano contro il telaio della finestra e guardò con nostalgia il cielo notturno. "Ho sempre fatto finta che tu fossi dall'altra parte della luna, che potessi rispondermi. Sono stata così stupida... il mio amore non corrisposto è sempre stato basato solo su una mancanza di giudizio e su proposte alticce. E' il momento di lasciarti libera, Quinn Fabray. Mi dispiace di aver pensato che fossi dall'altra parte della luna". Rachel lentamente tirò le tende e la luce della luna si affievolì nel buio contro di loro.

Rachel abbassò la testa mentre le sue dita sentivano la ruvidità familiare dell'anello di plastica sotto la sua camicia da notte. Si morse il labbro, lentamente si voltò e riaprì le tende quel tanto che bastava per far passare un piccolo raggio di luna. Appena sufficiente per illuminare i suoi occhi mentre scivolava nel sonno.






 

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Capitolo 8
*** Liquor Store Blues ***


Liquor Store Blues (song)

 
 

In piedi davanti a questo negozio di liquori
Il whiskey mi esce da tutti i pori
Sento che sto correndo in un blocco
Biglietti di Lotto e birra a buon mercato
È per questo che mi puoi prendere qui
Prova a graffiare la mia strada fino alla cima

Perché il mio lavoro non mi ha fatto andare da nessuna parte
Quindi non ho nulla da perdere
Portami in un posto dove non mi interessa
Questo sono io e il mio negozio di liquori
Bevo un bicchiere per il mio dolore
Uno per la mia tristezza
Oggi sono incasinato
Domani sarò okay


Io e la mia chitarra
Cantiamo per le luci della città
Provate a vivere con più di quanto ho io
Perché una Citrus '68
Non pagherà l'affitto
Rimango qui finché non chiamano la polizia

Rit.

Ecco che arriva Junior Gong
Sto volando alto come superman
E pensando che ho eseguito l'intero blocco
Non so se
Sia la marijuanna
Che mi fa sentire in cima
Mi sento come...

Rit.





 
Rachel, vestita con un impermeabile nero e un abito nero, esitante si avvicinò al negozio di liquori di Lima. Sapeva che quel luogo l'avrebbe fornita di una sufficiente quantità di liquore per ubriacarsi per bene, aveva chiesto all'esperto: Puck.

Si tolse gli occhiali da sole scuri mentre fissò il palazzo incombente sul marciapiede. Prese un respiro profondo, irrigidendo le spalle mentre si preparava a camminare al suo interno. Continuò a trattenere il respiro quando una familiare latina vestita in uniforme da Cheerio uscì dal negozio di liquori con un sacchetto in mano. Santana oltrepassò Rachel, poi si fermò, e fece un'inversione a U. Si girò sui talloni e si fermò davanti alla diva più bassa, tenendo gli occhi fissi su Rachel e sul fatto che stesse trattenendo il respiro.

"Non respirare non ti rende invisibile, nana."

Rachel gemette. "Santana, io sinceramente speravo che non avrei incontrato nessuno del McKinley qui."

La faccia di Santana si contorse con disgusto mentre guardò verso il negozio di liquori. "Hai visto quei ragazzi? Da dove cazzo pensi che vengano? Non rispondere", disse, alzando la mano libera per segnalare a Rachel di non parlare. "La vera domanda è perché sei qui, Rachel io-non-bevo-nemmeno-una-goccia-di-alcool Berry?"

Rachel incrociò le braccia al petto. "Per tua informazione, sono qui a bere molto più di una goccia. Sono pronta a prendermi una sbronza con i fiocchi."

Santana sogghignò. "Missione segreta, giusto?"

Rachel si strinse nelle spalle. Santana guardò con desiderio la sua auto prima di sospirare. "Ecco". Affidò la sua borsa del peccato a Rachel, che quasi cadde sotto il suo peso. "Prendi la mia roba. Ti riderebbero in faccia, documento falso o no, agente Scully."

Rachel guardò la borsa di liquori come se stesse cullando un bambino alieno. "T-ti ringrazio, Santana. Sono certa che faranno dei miracoli per me."
 
 
Santana alzò gli occhi come si avvicinò a Rachel. "Sì, certo, come vuoi. Basta che dopo restituisca ciò che non bevi, ossia tutto, a Q per me così che almeno qualcuno possa goderne."

Rachel si voltò per l'affronto, e si preparò a confutare l'osservazione di Santana, ma la latina era già salita nella sua auto e stava partendo. Rachel sorrise al sacchetto mentre si sedette sul marciapiede sul lato del negozio. "Questo mi aiuterà sicuramente a uscire dagli schemi."

Venti minuti dopo, una macchina rossa fece una brusca frenata davanti al negozio di liquori. Quinn si gettò fuori dalla macchina vestita in tuta e con i capelli sparati e spettinati. Si guardò intorno, quasi rinunciando a trovare Rachel quando vide paio di ballerine nere battere il tempo insieme sull'asfalto.

Quinn girò l'angolo con cautela per vedere una Rachel Berry, vestita tutta di nero, cullare una bottiglia di vodka Armadale in grembo. Quinn tirò un sospiro di sollievo quando vide che non era stata ancora aperta. "Che diavolo stai facendo?"

Rachel saltò dallo spavento, quasi colpendo il sacchetto di carta, appoggiato accanto ai suoi piedi. Si ricompose in fretta e si stampò uno sguardo falsamente indifferente sul viso. "Sto bevendo davanti ad un negozio di liquori. Mi è stato detto da fonti attendibili che l'unico modo per dimenticarmi di te è quello di prendermi una sbronza epica e rimanere così per un po'."

Quinn si voltò a guardare la strada prima di lasciarsi cadere verso il basso, sedendosi accanto a Rachel nel vicolo. "Vedo che non ti stai impegnando per niente, però."

"Ti ha detto Santana dove trovarmi?". Quinn annuì. "Eri preoccupata?"

Quinn sbuffò, girando la testa a guardare Rachel. "Certo che ero preoccupata. Sapevo che non è da te fare qualcosa di così stupido. Avevo ragione".
 
Rachel sospirò mentre rigirava la bottiglia tra le mani. "Mi sono resa conto, con mio grande disappunto, che non voglio dimenticarmi di te. Né voglio andare avanti. In più ho lasciato a casa il mio fischietto anti-stupro, e non ci si dovrebbe ubriacare in luoghi pubblici a meno di avere il proprio fischietto anti-stupro a portata di mano."

Quinn sorrise dolcemente mentre strappò la bottiglia dalle mani di Rachel per rimetterla nel sacchetto. "Santana sarà felice di riavere tutto indietro".

Rachel si limitò ad annuire. Quinn rimase con lei, e ogni volta che Rachel tirava un sospiro di rassegnazione, il cuore di Quinn si spezzava ancora di più.





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Capitolo 9
*** Count on me ***


Count on me (song)

 
 

Se ti dovessi trovare in mezzo al mare
Ti cercherei in tutto il mondo per trovarti
Se ti dovessi perdere nel buio e non potessi vedere
Sarei la luce per guidarti

Scopri che si fa così
Quando ci chiamano gli amici in aiuto
Puoi contare su di me, come quando conti 1, 2, 3
Ed io sarò lì
e so che se io avessi bisogno di te
potrei contare 4,3,2
e tu saresti lì
perché questo dovrebbero fare gli amici
ooooooh, oooohhh yeah yeah


Se ti dovessi girare e rigirare
e non riuscissi a dormire
ti canterei una canzone
e se dovessi dimenticare quanto tu sia importante per me
te lo ricorderei tutti i giorni

Rit.

Troverai sempre la mia spalla quando piangerai
Non ti lascerò mai
Non ti dirò mai addio

Rit.

Puoi contare su di me perché io posso contare su di te

 
 



Il mercoledì mattina era andato abbastanza bene per Rachel fino a quel momento. Aveva anche pensato che sarebbe stata in grado di affrontare Quinn senza provare risentimento, umiliazione, o qualsiasi altro sentimento simile.

E rimase con quell'idea fino a quando lo sportello dell'armadietto si chiuse su di lei, quasi prendendole la mano. "Le chiedo umilmente scusa!". Rachel urlò, volgendosi per affrontare il suo assalitore. Si trovò faccia a faccia con Karofsky e con due grandi tazze di granita appiccicosa. Rachel deglutì e chiuse gli occhi. Velocemente pensò a quale fosse il bagno più vicino con il sapone più adatto per quel tipo di macchia. Si rese conto che si era messa a pensare al lavaggio e alla smacchiatura e non era nemmeno stata ancora colpita dalla granita.

Aprì gli occhi per vedere Karofsky fissare un punto preciso dietro di lei. Prima che Rachel potesse girarsi, il ragazzo gigante ringhiò, "Sei fortunata, Berry," prima di voltarsi e avviarsi nella direzione opposta. Rachel rimase scioccata mentre si guardò i vestiti, assicurandosi che lei davvero non fosse stata colpita.

Lentamente si voltò e vide Quinn appoggiata agli armadietti a metà del corridoio, le braccia conserte e un sorriso stampato in faccia. Rachel sorrise muovendo solo le labbra in un "grazie" verso Quinn. La bionda annuì in risposta prima di voltarsi e dirigersi in classe.

Più tardi quel giorno, quando Rachel si ritrovò con 50 cent in meno per pagare il pranzo, Quinn apparve dietro di lei con una banconota da un dollaro e un sorriso per la signora del pranzo, dicendole di tenere il resto.

Fu solo quando Quinn si offrì di aiutare Rachel a fotocopiare alcuni spartiti durante il glee, ed erano nel corridoio lontano dal resto del club, che Rachel chiese a Quinn,

"Sto morendo?"

Quinn scoccò a Rachel uno sguardo incredulo. "Cosa? Perché lo chiedi?"

Rachel alzò le spalle mentre si fecero strada lungo il corridoio. "Non riesco proprio a capire perché ti stia comportando da così buona amica nei miei confronti oggi".
 
Un sorriso piccolo comparve sulle labbra di Quinn come tenne la porta della sala professori aperta perché la bruna potesse passare, "Eccolo qui il problema, proprio qui," Rachel alzò le sopracciglia. "Non capisci perché io sia così gentile con te, ed ecco dove giace il problema."

Rachel ridacchiò, "Sono impressionata dal tuo vocabolario e dalle tue buone maniere, Quinn. Ma io ancora non ti seguo... "

Quinn si mise davanti a Rachel e posò la mano sulla spalla della ragazza, impedendole di muoversi. "Voglio che tu sappia di poter contare su di me, Rach, Non voglio dover sentire da Santana o da Tina che stai male, o sei depressa, o hai bisogno di qualcuno. Voglio che tu mi chiami e me lo dica. O, meglio ancora, voglio essere il motivo del tuo non essere depressa".

Rachel alzò i bordi degli spartiti tra le mani e portò il suo sguardo verso gli occhi di Quinn, "Ti stai proprio impegnando, non è vero?"

Quinn annuì, "Sì, mi sbagliavo prima. Ti ho detto solo bugie, E... tu non sei stata una mancanza di giudizio, io non voglio che tu stia lontana da me. Voglio che tu sappia che puoi contare su di me, in tutto e per tutto, Senza condizioni, senza eccezioni."

Rachel guardò a bocca aperta Quinn. La bionda rise come prese lo spartito dalla mano di Rachel e lo mise nella fotocopiatrice, spinse alcuni pulsanti e borbottò "Uno, due, tre..." Come le copie cominciarono ad uscire, Quinn sorrise a Rachel, "E' una magia."

Rachel annuì, incrociando le mani in grembo, "Proprio una magia,"

Dopo aver ottenuto una ventina di copie delle canzoni, Rachel si fece strada attraverso la porta della sala, fermandosi quando non sentì Quinn, "Stai venendo?"

Si voltò indietro e vide Quinn arrestare la fotocopiatrice e iniziare a camminare verso Rachel, "Sì, sono proprio qui,"

Rachel era raggiante.






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Capitolo 10
*** The Other Side ***


Nota: Penultimo capitolo :D



The Other Side (song)

 
 

La verità è io che sono complicato
Tu sei ferma nelle tue decisioni
Vai per la tua strada, amore
Mentre io rimango al sole


E' meglio che tu non capisca
Perché non sai cosa vuol dire
finché non lo provi

Tu sai che ho aspettato dall'altra parte
e tu, tutto quello che devi fare è oltrepassare la linea
 Avrei potuto aspettare tutta la vita
Ma tu dovevi decidere
Sai che io
Io stavo aspettando, stavo aspettando dall'altra parte

Potevamo vivere insieme per sempre

Chi avrebbe chiesto di più
Saresti potuta morire se avessi voluto
Ma, amore, per che cosa?

Rit.

Se dicono che la vita è un sogno
Chiamala insonnia
Perché la vita non è il paese delle meraviglie
E sicuramente non è Narnia
E una volta che oltrepassi la linea
non cambiare idea
Sì sono un mostro
Ma non sono Frankenstein
E francamente mi sento pazzo
Non posso spiegare cosa sento dentro
Se sapessi come ero fuggiresti e ti nasconderesti
Molti hanno provato ad andare nella notte
attraversare la linea e tornare in vita
Ma questo è il prezzo da pagare quando si vive dall'altra parte

Rit.

E' meglio che tu non capisca





 
"Non siamo nel paese delle meraviglie o a Narnia o in qualche posto simile, lo sai, vero?"

"Certo che lo so, Quinn. Ma comunque. E' un passo importante vedere la tua camera e la tua casa per la prima volta."

"Okay, ma-" Quinn sollecitò, mettendo una mano sul collo di Rachel per fermare la ragazza più piccola dall'entrare dentro, "non potremo più tornare indietro dopo questo".

Rachel sorrise con calma quando lasciò scivolare la chiave dalla mano di Quinn e la sfilò dalla serratura della candida porta bianca. "Quinn, non devi fare così. Se questo è un passo troppo grande per te allora possiamo solo..."

"No", Quinn disse, "è solo che l'ultima persona che ho portato a casa era Puck e…"

Gli occhi di Rachel si illuminarono quando capì. "Oh! Oh... Quinn, questo... "Rachel si affievolì, per una volta non sapendo cosa dire. Optò per portare le braccia intorno alla vita di Quinn e stringere la bionda più strettamente che poté. "C'è una grande differenza tra me e Puck, lo sai."

"Non puoi farmi rimanere incinta?" Quinn chiese, cercando di mantenere una faccia seria.

Rachel si staccò dall'abbraccio e alzò gli occhi. "Okay, due differenze importanti. Uno, non posso metterti incinta. Due, nonostante il fatto che siamo nelle fasi iniziali della nostra relazione, io non sono qui solo per il sesso."

Quinn sorrise e abbracciò Rachel prima di aprire la porta. Rachel sorrise raggiante, come cominciò ad avviarsi verso l'entrata. Quinn improvvisamente sbatté la mano contro lo stipite della porta, però, impedendo a Rachel di entrare del tutto. "Aspetta, tu non sei qui solo per il sesso?". Rachel ridacchiò mentre si mise in punta dei piedi e baciò Quinn sulla guancia. Intrecciò le dita insieme e trascinò la bionda attraverso l'ingresso. "Andiamo, Quinn. Sono impaziente di incontrare tua madre e vedere la tua collezione di animali di peluche."

Quinn rimase ferma sulla soglia di casa, si morse il labbro e tirò la mano di Rachel per impedirle di proseguire. Rachel subì il contraccolpo, quasi perse l'equilibrio e si voltò. Quinn rise al broncio di Rachel. "Solo un'ultima cosa, te lo prometto, poi potremo continuare"

Rachel sollevò anche l'altra mano in modo che entrambe afferrassero quella di Quinn. "Certo. Dimmi?"

"Grazie per avermi dato un'altra possibilità... per noi e per... tutto. Mi dispiace per-"

Rachel premette un dito sulle labbra di Quinn prima di sostituirlo con le labbra. Sorrise nel bacio e si tirò indietro. "Se ti scusi ancora una volta, sarò costretta a sospendere i baci."

Quinn lasciò cadere la testa in avanti in una risata prima di baciare Rachel di nuovo. "Non voglio. Pronta a incontrare la mia mamma? Vedere la mia stanza?"

Rachel annuì con entusiasmo, rimbalzando sui tacchi. Varcò la soglia della casa dei Fabray e si assicurò di avere una buona presa sicura quando strinse la mano di Judy Fabray.









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Capitolo 11
*** Somewhere In Brooklyn ***



Nota: E siamo giunti all'ultimo capitolo! Grazie per avermi seguita nella traduzione! Se vi può interessare, vi lascio il link alla traduzione di Should Have Asked For Directions, che sto betando. E' forse la faberry più bella e conosciuta. Io la amo con tutto il cuore e ve la consiglio! Bene, ho salutato, fatto un pò di pubblicità, vi posso anche lasciare.. E che il faberry sia sempre con voi, Claudia :D 
 



 
Somewhere In Brooklyn (song)

 

 

Lei è coperta di pelle e oro
21 anni
L'ho persa nel freddo
Non è carino che stia là fuori
Da qualche parte, da qualche parte, da qualche parte a Brooklyn
Lei è da qualche parte, da qualche parte, da qualche parte a Brooklyn

Piccola Miss Perfezione
Seduta alla fermata del treno
Nike rosse con la punta alta
Ascoltando hip-hop
Mentre noi stiamo aspettando
Di iniziare a conversare
Prima di poter parlare
E' arrivato il treno

oooooh, oooooh
Prossima fermata Brooklyn
oooooh, oooooh
Ora sto cercando


Rit.

Sulla strada calciando i sassi
Girando intorno allo stesso isolato
Prati puntinati di fiori
Cercando in ogni negozio all'angolo
Picchiettando sulla spalla delle persone
Chiedendo se la conoscono
Ogni giorno è la stessa cosa
E' di nuovo sul treno

Rit.

Oh, oh, oh, oh, ohh
Mi chiedo se ci incontreremo ancora

oh, oh, oh, oh, ohh
Spero che lo faremo
da qualche parte a Brooklyn

 




 
Quinn si fece largo tra la folla dell'aeroporto. Era lì. Era proprio lì accanto a lei! Indossava qualcosa di dorato, come al solito, e quella giacca di finta pelle che Quinn le aveva regalato per Natale tre anni prima.

Quinn diede un colpetto sulla spalla di un uomo mentre gli chiese frenetica, "Mi scusi signore, ha visto-"

"Levati dai coglioni, biondina".

Quinn gemette come attraversò le porte scorrevoli dell'aeroporto e si ritrovò nell'aria fredda di Brooklyn. La neve cadeva piano, i taxi e le luci della città creavano un bagliore che ipnotizzò Quinn. Smise di correre e osservò la scena davanti a lei. Era perfetto, tutto quello che si aspettava dalla sua prima volta a New York, meno un dettaglio molto importante.

"E' così ingiusto!" Urlò Quinn, calciando una lattina di soda vuota e avviandosi giù per le strade sconosciute di Brooklyn, infilando le mani tremanti nelle tasche del cappotto color cammello.

Quinn era una ventunenne con la testa sulle spalle, su questo non aveva alcun dubbio. E se c'era qualcosa che conosceva della vita, era che Rachel Berry amava New York. La combinazione RachelBerry + NewYork equivaleva ad una Rachel Berry eccitata, e quando Rachel era eccitata, Dio solo sa quanto avrebbe potuto sguazzare nella sua eccitazione prima di rendersi conto che Quinn non era più con lei. Dieci minuti più tardi Quinn aveva una mappa in una mano e un caffè, che sembrava che avesse granelli di sabbia al posto dello zucchero, nell'altra. Altri venti minuti dopo, mentre si fermava alla terza fermata del treno, prese un altro sorso di caffè. Sì, decisamente sabbia.

Due ore e quattro sosia di Rachel dopo, Quinn zoppicò verso l'aeroporto. Era stata ignorata, presa a parolacce, e inviata nella direzione sbagliata per cinque volte. I suoi occhi verdi si riempirono di lacrime quando guardò su per le luci di Brooklyn, sorridendo verso di lei con le loro decine di colori, promettendo felicità che non riusciva a trovare.
 
"Rachel?" Quinn debolmente chiamò, desiderano per la centesima volta di non aver lasciato il suo cellulare in valigia. Desiderando di non aver lasciato che quella stupida signora paffuta e i suoi dieci ragazzi si mettessero tra lei e Rachel. "Se solo non fosse così dannatamente bassa..." borbottò Quinn. "Che schifo di benvenuto a New York, voi stronzi!" Gridò Quinn, calciando un'altra lattina di soda vuota a terra.

"Quinn?" la testa di Quinn scattò quando udì la voce frenetica di Rachel. "Quinn! Oh mio Dio, non posso- Oh mio Dio!" Quinn alzò gli occhi dalla lattina a terra per osservare dall'alto in basso la proprietaria dei piedi che si erano fermati davanti a lei. Proprio di fronte all'aeroporto. "Quinn!"

Quinn colse un lampo di castano e oro come Rachel si gettò tra le braccia di Quinn, baciando la bionda furiosamente ovunque le sue labbra potessero arrivare. Quinn nascose il viso tra i capelli di Rachel e sospirando sussurrò "Pensavo di averti perduta."

Rachel si tirò indietro e sorrise sollevata come strofinò un po' di sporco dal naso di Quinn. "Dove sei stata?"

Quinn estrasse la mappa dalla tasca e l'aprì in modo che Rachel potesse vedere il percorso e le X che Quinn aveva disegnato in rosso. "Ovunque".

Rachel si morse il labbro, mentre stringeva a sé Quinn in mezzo al marciapiede. "Hai vagato per tutta Brooklyn per trovarmi?"

"Sapevo che eri da qualche parte a Brooklyn. Solo che non credevo di star girando a vuoto per poi scoprire che mi stavi aspettando al punto di partenza."

Rachel sorrise mentre abbracciò Quinn di nuovo. Tirò la bionda verso le loro valigie sul tratto di marciapiede su cui Rachel era rimasta seduta ad aspettare. "Non è così che avevo immaginato il nostro primo viaggio a New York".

Quinn alzò gli occhi. "Tu dici? Spero solo che questo non sia il modo di New York di farmi capire che non mi vuole qui".
 
Rachel afferrò la mano di Quinn con la sinistra, e Quinn sentì il familiare sfregare contro l'anello che Rachel indossava in quella mano. "Fidati di me, appartieni a questo posto più di chiunque altro, Quinn."

Quinn si chinò e prese la sua valigia. "Tu credi?"

Rachel annuì, prendendo la propria valigia e fermando un taxi. "Ne sono certa. Non c'è nessuna New York senza Rachel Berry, e non c'è nessuna Rachel Berry senza Quinn Fabray. Ora andiamo, cerchiamo il nostro appartamento."

Il loro appartamento si rivelò di gran lunga più carino di quanto avessero pensato che fosse, grazie ai loro genitori. " E' fantastico..." mormorò Rachel, fissando con gli occhi spalancati il più grande condominio che avesse mai visto in vita sua.

Quinn annuì, altrettanto sgomenta mentre il suo sguardo vagò a sinistra. "Hey, Rachel, siamo proprio accanto ad un negozio di alimentari!"

Rachel corrugò le sopracciglia mentre seguì lo sguardo di Quinn. "Guarda, ci siamo."

"Pensi che potrei solo..."

"No, Quinn. Tu non sei ancora autorizzata ad avere una granita".

Quinn gemette mentre trascinò la sua valigia su per i gradini del palazzo seguendo Rachel. "Dai, se non fosse stato per quella famosa granita, non saremmo nemmeno qui oggi!"

Rachel la ignorò mentre entrò dal portone principale dell'edificio. Quinn osservò Rachel come si voltò e sorrise a Quinn attraverso le porte di vetro. Tese una mano alla bionda ed usò l'altra per tenere la porta aperta.

Quinn intrecciò le loro dita e si fecero strada fino alla loro nuova casa insieme. Appena Quinn prese in consegna le chiavi dell'appartamento dalla portineria, tornò indietro con la mente alla conversazione che lei e Rachel avevano avuto il loro ultimo anno.


 
"Hai deciso dove andrai a vivere, Quinn?" Rachel chiese esitante, guardando Quinn dalla sedia della sua scrivania. La bionda, appoggiata alla testiera del letto di Rachel con una guida ai Test d'Ammissione ai College aperta sulle ginocchia, si strinse nelle spalle con noncuranza. "Sì, ho deciso."

Rachel si morse le labbra, lanciando velocemente uno sguardo agli opuscoli dell'appartamento di New York che lei e i suoi papà avevano scelto. "Allora... dove?"

Quinn sospirò, chiuse la guida e focalizzò la sua attenzione su Rachel. "Da qualche parte a Brooklyn".

"Da qualche parte a Brooklyn?" Rachel ripeté lentamente, "Ma... dove...?"

Quinn si strinse nelle spalle ancora una volta, avvicinandosi a Rachel e prendendo la mano della ragazza. "Da qualche parte. Non lo so. Non mi hai ancora detto quale appartamento hai scelto".



Quinn fece scorrere le dita sui numeri d'oro sulla porta della loro nuova casa dopo che Rachel le corse avanti eccitata. Posò un bacio sulle sue dita e poi un altro sui numeri d'oro. "Tutto questo vale molto più di quello che qualsiasi popolarità al liceo avrebbe mai potuto darmi."

"Stai venendo, Quinn?"

"Sì", dichiarò Quinn con un sorriso mentre guardò Rachel saltare sul divano del salotto. "Sono proprio qui".






 





FINE





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