Unmei No Mondai

di DeMode
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1. ***
Capitolo 2: *** 2. ***
Capitolo 3: *** 3. ***
Capitolo 4: *** 4. ***
Capitolo 5: *** 5. ***
Capitolo 6: *** 6. ***
Capitolo 7: *** 7. ***
Capitolo 8: *** 8. ***
Capitolo 9: *** 9. ***
Capitolo 10: *** 10. ***
Capitolo 11: *** 11. ***
Capitolo 12: *** 12. ***
Capitolo 13: *** 13. ***
Capitolo 14: *** 14. ***
Capitolo 15: *** 15. ***
Capitolo 16: *** .16 ***
Capitolo 17: *** .17 ***
Capitolo 18: *** 18. ***



Capitolo 1
*** 1. ***


 
Ooooh finalmente mi sono decisa. Mi ero ripromessa di non postare mai fanfiction se non prima di averle finite, poiché personalmente ODIO leggere le fic a metà. Ma, d’altro canto, questa fic sta diventando un libro… XD dopo aver scritto quasi 40 pagine di word non so neanche se ne basteranno altre 40, non siamo neanche nel pieno della storia. Però, chi ben comincia è a metà dell’opera! Perciò ho deciso di suddividere la storia in “capitoli”, e cominciare a postarla…ah, questa non è la prima fanfic che scrivo, ma è la prima che sottopongo seriamente al giudizio altrui…siate clementi! XD no no scherzo, siate assolutamente sinceri…e visto che la storia è in corso, ogni consiglio eventuale è bene accetto. (specifico che le frasi tra asterischi sono pensate e non dette.)
 
(un piccolo consiglio lo do io, visto che ci sono! XD ho scritto questa storia ispirata dalle musiche di Yiruma, pianista e autore sudcoreano…specialmente nelle scene “romantiche” a mio parere le sue canzoni aggiungono un “brivido” particolare…poi vabè, per me potete ascoltarci anche i Children of Bodom! Ahahah XD)
 
Buona lettura! ;)

 
___________________________________________
 
 
Una stramba foresta di cristallo brillava al chiarore di un'enorme luna piena. Alberi e piante che parevano scolpiti dai più grandi artigiani di pietre preziose. Al di sopra, un cielo ancora più splendente della foresta stessa, illuminato da milioni di stelle e pianeti mai visti. Nami camminava scalza in un sentiero in mezzo a quella meraviglia, sperduta e spaventata come non mai. Non sapeva neanche lei come ci fosse finita, dormiva tranquillamente nel suo letto quando si ritrovò distesa in un prato in piena notte.
 
  "Nami...avanti, vieni da me...fai presto..."
 
Una voce di donna la chiamava insistentemente. Sarebbe voluta tornare immediatamente alla Sunny, infilarsi nel suo letto e rendersi conto che era stato tutto un sogno. Ma quella voce era così soave ed attraente, sentiva il bisogno di seguirla, quasi fosse ipnotizzata.
 
  "Io non so chi tu sia! e non ho idea di come fare per raggiungerti..."
 
  "Prosegui davanti a te, piccola Nami...tra non molto arriverai da me"
 
La rossa ebbe un attimo di esitazione, poi proseguì per il sentiero. Fin quando non sentì il rumore dell'acqua che scorre, e non scorse una luce in lontananza.
 
  "...E se fosse...?"
 
La ragazza prese a correre all'impazzata, arrivando in qualche secondo a raggiungere il luogo avvistato poco prima. Davanti a lei si materializzò un laghetto con una piccola cascata, attorniato da meravigliose piante scintillanti. Sul fondo Nami riusciva a vedere una flebile luce bianca.
 
   "Cos'è?..."
 
   "Finalmente sei arrivata..."
 
Un fascio di luce si sollevò improvvisamente dal centro del laghetto, aumentando la sua ampiezza nel giro di qualche istante. In via di dissolvimento, in mezzo alla luce Nami riusciva a distinguere una sagoma umana, che man mano si faceva sempre più nitida. La ragazza cadde a terra dallo stupore, guardava la scena ad occhi e bocca spalancati. Stava per urlare e chiamare in aiuto i suoi compagni, ma la figura si manifestò sospesa sul pelo dell'acqua e Nami, inspiegabilmente, si sentì più tranquilla.
 
  "Non avere paura, non ti farò del male...come potrei..."
 
A parlare a Nami era una donna molto bella, dai lunghissimi capelli lievemente mossi color salmone, la pelle bianchissima e l'abito lungo color avorio. Era una figura molto eterea, quasi divina. L'unica cosa che la rendeva leggermente terrena, era un meraviglioso fiore di un rosso acceso tra i capelli. La donna sorrise dolcemente.
 
  "Come sei cresciuta, Nami...sei diventata una bellissima donna, oramai..."
 
  "...C-come fai a sapere il mio nome?! eh-e da quanto mi conosci?!"
 
Disse con timore ma con grinta la ragazza.
 
  "oh, io ti conosco da sempre...guarda, hai i miei occhi..."
 
  "Sei per caso una mia parente?"
 
Domandò Nami curiosa, sollevandosi da terra. La donna socchiuse i grandi occhi castani e luminosi.
 
  "Ora è il momento di separarci, è meglio che vada..."
 
Nami scattò verso la donna tendendo una mano verso di lei, rischiando di cadere in acqua.
 
  "Aspetta!!! Non puoi lasciarmi così, con questo dubbio! ti prego!"
 
  "Mi dispiace, è tempo che io vada via...Sono sempre vicina a te, Nami..."
 
La donna cominciava lentamente a reimmergersi, Nami cadde a terra in ginocchio e qualche lacrima le rigò il viso.
 
   "...M-ma...Io non ti conosco...Dimmi chi sei…"
 
Chiese Nami con fare concitato, in un momento nel quale il pianto si stava per impossessare di lei.
 
   "Non devi piangere...Ora non posso dirti chi sono, mia piccola Lady...sappi solo che tu sei  
    una mia diretta discendente. Per il momento, devi tenere nascosto il nostro incontro...Ma
    molto presto, per una precisa ragione, scoprirai la verità..."
 
Nami guardava fisso davanti a se, senza riuscire a proferire parola. Le lacrime scendevano ormai copiosamente dai suoi
occhi mentre la donna scompariva nuovamente nel lago. All'improvviso, la ragazza venne colta da un sonno profondo e si addormentò, risvegliandosi pochi secondi dopo di colpo nel suo letto, alzandosi seduta di scatto.
 
   "ASPETTAAA!!!!..."
 
Gridò la rossa di soppiatto. Robin, che dormiva di fianco a lei, preoccupata la chiamò.
 
   "Nami? stai bene cara?"
 
Nami si voltò a guardarla, con gli occhi lucidi.
 
   "...N-non è niente..."
 
   "Hai fatto un brutto sogno? Ti và di parlarmene?"
 
   "..beh...ecco, io..."
 
Nami stava per raccontare il sogno alla sua compagna, quando le tornarono in mente le parole della donna.
 
   *Per il momento, devi tenere nascosto il nostro incontro...Ma molto presto, per una precisa
     ragione, scoprirai la verità...*
 
  "N-no, no, non era niente di speciale...e poi era solo un sogno, no? andiamo a fare  
   colazione, ho una fame! chissà cosa ha preparato Sanji oggi!"
 
Robin guardò l'amica in maniera perplessa, aveva capito che evidentemente quel sogno l'aveva scossa parecchio, ma non intendeva sforzarla a parlare.
 
   "ok, come vuoi...andiamo a fare colazione!"
 
 _________________________________________
 
Note dell’autore: ok, prima parte postata. So di non essere Dan Brown o J. K. Rowling, ma spero che non faccia così schifo. XD  a presto con la prossima parte! 

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Capitolo 2
*** 2. ***


Le ragazze aprirono la porta della cucina, erano già tutti in piedi.
 
  "Buongiorno ciurma!"
 
Esclamò la rossa sorridendo e agitando la mano in segno di saluto. Robin dietro di lei sorrideva. Tutti ricambiarono il saluto,
e Sanji cominciò a volteggiare con gli occhi a cuoricino.
 
  
   "NAMI-SWAAAN!!! ROBIN-CWAAAAN!!!! oggi vi ho preparato delle squisite crostate di  
   frutta fresca! Da bere, per la bella Nami il suo thè al mandarino...per l'affascinante Robin, la tisana di 
   erbe scelte..."
 
Le due ragazze risposero all'unisono "GRAZIE SANJI!"
 
  "DI NIENTE, MIE DEE!!!! <3" 
 
Nami cominciò a sorseggiare il suo thè, senza toccare la crostata di Sanji. Guardava in basso e ripensava al sogno della
notte prima. Rufy, seduto capotavola vicino a lei, fissava la crostata con un fiume di bava alla bocca. Fino a che non si 
decise a parlare.
 
  "Nami!! Non la mangi quella crostata??..."
 
La rossa alzò lo sguardo sul Capitano.
 
  "Mi pare che tu ne abbia già mangiato tre razioni, Rufy..."
 
  "ehm...si però...è talmente buona che vorrei anche la tua!!"
 
Disse frettolosamente coprendosi la testa con le mani e strizzando gli occhi, in attesa dell'abitudinario pungo in testa della
ragazza, che però non arrivò. il ragazzo sollevò la testa, stupito.
 
   "eh?...ma come..."
 
Il piatto della crostata di Nami era sotto il suo naso.
 
   "Mangiala pure, Rufy...io non ho molta fame..."
 
Il moro, un pò interdetto, divorò la crostata in un millisecondo (facendo attenzione che non lo vedesse Sanji) e rimise il piatto
vicino a Nami, inclinò la testa fino a raggiungere lo sguardo basso della ragazza ed inarcò le sopracciglia in un'espressione dubbiosa.
 
   "Che ti prende oggi?"
 
   "...eh? N-niente...assolutamente nulla, Capitano..."
 
Disse Nami voltando leggermente la testa. Al che Rufy si avvicinò con la sedia, tese una mano verso il viso di lei e posandola 
su una guancia la costrinse a guardarlo. La rossa, trovandosi il ragazzo così vicino, sussultò lievemente. Lui la guardava 
serio, si sentiva nuda davanti a quello sguardo.
 
   "Quando la mia Navigatrice ha qualcosa che non và, io voglio saperlo...altrimenti come 
    faccio a renderla felice?"
 
Dichiarò Rufy con estrema tranquillità, sorridendo lievemente ma senza staccare lo sguardo da quello della Navigatrice. Nami arrossì un poco, non si aspettava una frase così da Rufy. La disgrazia di Marine Ford, i due anni di separazione e le battaglie
nel nuovo mondo l'avevano maturato, non solo nel fisico. Poi sorrise anche lei.
 
   "Sei molto carino, Capitano...ma davvero, ho solo dormito male, tutto qui"
 
   "RAGAZZI!!!!!!!!! HO AVVISTATO UN'ISOLA!!!!!!! sembra bellissima!!!"
 
Chopper, che aveva terminato la colazione ed era salito sull'albero maestro di vedetta, irruppe in cucina ad avvisare tutti i 
suoi compagni. tutti corsero fuori a dare un'occhiata.
 
   "ma c'è un freddo terribile! dove siamo capitati?"
 
Disse Usopp cercando di scaldarsi con il fiato.
 
   "Andiamo a metterci una giacca ragazzi, o ci prenderemo un malanno!" 
 
   "Già, ho la pelle d'oca dal freddo...anche se io, LA PELLE NON CE L'HO!!! YOHOHOHOHOHOHO! Skull jooooke!!"
 
Tutti guardarono male Brook, e dopo qualche istante corsero a mettersi una giacca calda. 
 
   “SBARCHIAMO SBARCHIAMO SBARCHIAMO SBARCHIAMO SBARCHIAMO SBARCHIAMOOO!!!”
 
Rufy era entusiasta come sempre, ma Nami lo redarguì.
 
    “Devo ricordartelo io che hai una taglia di 400milioni di Berry sulla testa e sei uno degli uomini più ricercati del mondo?! 
     Prima di tutto ammainiamo le vele e le bandiere pirata, per non rischiare di incorrere in guai seri ancora prima di toccare
     terra…Ci fermeremo solo per fare rifornimento di provviste e registrare il magnetismo dell’isola...e scenderanno a terra 
     solo alcuni di noi, ben camuffati…tutto chiaro?”
 
    “CERTO NAMI-SAN!! Sei sempre così saggia ed intelligente!! Ti adoro quando dai disposizioni in modo autoritario! <3”
 
Esclamò Sanji. Rufy si rannicchiò in un angolino con un alone blu di delusione che gli volteggiava sulla testa.
 
    “Avanti Rufy, non fare il bambino! Sai che è pericoloso…non rischiamo guai inutili, mi sembra un’isola come tutte le altre,
    infondo non è niente di speciale…”
 
Ma improvvisamente davanti alla ciurma apparve un gigantesco cartellone in mezzo al mare.
 
“QUESTO CARTELLO SEGNA IL CONFINE TRA IL TERRITORIO DEL GOVERNO MONDIALE E LE ACQUE 
TERRITORIALI DI KEYLOS, ISOLA A STATUTO COMPLETAMENTE INDIPENDENTE. Se quello che vi serve è una 
vacanza in un luogo FUORI DAL MONDO nel quale non vi conosce nessuno, siete nel posto giusto! Vi auguriamo uno
splendido soggiorno!” 
 
I Mugiwara si guardarono uno con l’altro sbalorditi. 
 
   “com’è possibile che esista un’isola simile…non sarà una trappola della Marina?”
 
Si domandò Franky. Prontamente la più informata del gruppo, Robin, rispose per quanto possibile alla sua domanda.
 
   “No, non è una trappola. Avevo sentito parlare di quest’isola…non è facile arrivarci. O almeno, non è semplice trovare la 
   rotta per raggiungerla, poiché ne esiste solo una…i principali visitatori di quest’isola sono veri e propri turisti abituali,
   che ogni anno attraverso quella stessa rotta vengono a passare le proprie vacanze in tranquillità…Keylos non è un’isola 
   senza leggi né stato, ha un suo governo ed una sua legislazione, ma è totalmente indipendente dal resto del mondo.
   Per cui…”
 
   “Per cui?...”
 
   “tutti coloro che sbarcano qui, sono dei perfetti sconosciuti…ricorda un po’ Spa island…però essendo totalmente neutrale 
    ed estranea ai fatti che accadono nel resto del mondo, non c’è il pericolo di trovarsi nei guai in quanto pirati…”
 
Rufy salì sulla polena della Sunny, ed i suoi occhi brillavano come quelli di un bambino. Davanti a loro si parava una 
città tutta illuminata, con tantissime insegne e luci colorate, grandi strutture avelieristiche, edifici di ogni tipo, e perfino un 
enorme parco divertimenti. Inoltre, si poteva scorgere all’interno della città un grandissimo abete scintillante di luci multicolori.
 
   “wow…quest’isola è un sogno!!!…Gente ma oggi che giorno è?” 
 
 
   “mh…non lo so, ho perso il conto dei giorni.”
 
Disse Zoro sfregandosi una mano sul mento.
 
   “E QUANDO MAI TU NON TI PERDI IN QUALCHE MODO!!!”
 
Ribatterono Usopp, Chopper e Sanji con le bocche giganti e i denti da squalo. 
 
   “Oggi è 21 dicembre Rufy. Tra qualche giorno è Natale…”
 
Robin ricordò a tutto il gruppo che si stava avvicinando la festa più importante dell’anno. Nami riflettè qualche istante, 
poi sorrise a 32 denti saltellando felice sul posto.
 
   “AH-AAAAH!!! E’ VERO!!! Tra qualche giorno è la vigilia! Beh ma…”
 
Si fermò ancora a riflettere la rossa. Gli altri bloccarono i rispettivi entusiasmi e la guardarono in attesa.
 
   “…BEH?!”
 
   “Pensavo che…se questa è davvero un’isola nella quale nessuno ci conosce…visto che sembra così bella e vivace…
    Potremmo fermarci qui per qualche giorno e passarci le feste! Tanto non abbiamo alcuna fretta…Vi và?” 
 
   “SIIIIIIIIIIIIIIIII!!!!!!!!!!!!!!!!!!”
 
Risposero tutti, sollevando entusiasti i pugni al cielo.
 
   “Guarda Robin, è pieno di insegne di tanti negozi e centri commerciali! Shopping shopping shopping!!!” 
 
   “Chissà se c’è una bella biblioteca fornita…in una città così grande sarà pieno di librerie fornitissime!” 
 
Chopper si affacciò sorridente alla balaustra della nave insieme a Nami e Robin.
   
   “Anche io voglio vedere le librerie! E magari trovo anche qualche bottega di erbe officinali e curative!”
 
   “Chissà se ci sono negozi di spade ben forniti…”
 
   “NON PENSI AD ALTRO????” 
 
Esclamò Usopp.
 
   “Eh va bene, vorrà dire che mi dedicherò alle enoteche della città…”
 
   “O PENSI ALLE SPADE O PENSI ALL’ALCOL TU!!! Lasciamo stare…hey Franky, potremmo andare insieme a cercare 
    qualche officina che ci rivenda dei pezzi vecchi per costruire qualcosa! Che ne dici?”
 
  “Spiacente Nasolungo, vado con le ragazze e Chopper in biblioteca. Devo consultare dei libri di meccanica per completare
    il nuovo progetto che ho in mente! IL MIRABOLANTE SUPER MITICO DISTRIBUTORE DI BEV..”
 
Usopp interruppe il cyborg di colpo.
 
   “BASTA BASTA! Non voglio saperlo!... è una sorpresa no?! E NON CHIAMARMI NASOLUNGO!!! Andrò da 
    solo in cerca di pezzi…”
 
   “Yohohohoho! Se vuoi vengo con te! Però devi trovare dei pezzi per costruirmi un amplificatore per chitarra più potente!”
 
Si introdusse nell’argomento Brook, parandosi davanti al cecchino.
 
   “Non fai già abbastanza baccano così?!?! Ok ok, accetto…ho un pò paura di girare tutto solo in una città sconosciuta!” 
    Rufy tu con chi andrai?”
 
   “mh? Io…beh non so…”
 
   “Se vuoi puoi venire con me a fare scorte di cibo...MA FAI SPARIRE QUELLA BAVA DALLA BOCCA, IDIOTA!!!! Il cibo
    lo compriamo per la cambusa, è chiaro?!?!”
 
Rufy si ricompose e scese dalla polena.
 
   “E va bene, tutto chiaro. Ok, quindi Nami, Robin, Chopper e Franky andranno in giro per biblioteche e librerie, Usopp 
    e Brook in cerca di pezzi da riutilizzare, io e Sanji a fare rifornimenti di cibo, e…Zoro, tu che hai deciso?”
 
   “Beh…credo che verrò con te e il cuoco da strapazzo, magari girando per mercati troverò qualche buona enoteca.”
 
   “A CHI HAI DATO DEL CUOCO DA STRAPAZZO, TESTA DI MUSCHIO?!?!”
 
   “VEDI QUALCHE ALTRO CUOCO DA STRAPAZZO NEI PARAGGI?!?!”
 
Ringhiarono uno contro l’altro. Ma Rufy si pose in mezzo ai due.
 
   “Basta litigare, preparatevi ad attraccare! Ci aspettano dei giorni divertenti! Ihihihihih!” 
 
La Sunny arrivò nel grande porto e si posizionò attraccando sulla prima banchina disponibile. Una volta gettata l’ancora,
i Mugiwara si attrezzarono per sbarcare sull’isola. Chi non era impegnato nelle operazioni di attracco, osservava estasiato 
le decorazioni natalizie, le luci colorate e le tante persone a passeggio per le vie e per i negozi, con al seguito pacchi e 
pacchetti colorati di ogni dimensione.
 
   “Bene, l’attracco è completato, possiamo andare!”
 
Disse con entusiasmo Nami. Ma Usopp si mostrò dubbioso.
 
   “Ragazzi, dite che possiamo lasciare la Sunny incustodita?” 
 
   “Si, non preoccuparti. Il porto è sorvegliato, e qui non siamo i pirati di Cappello di paglia, siamo turisti come tanti. Sarà 
    sufficiente chiudere le porte a chiave…”
 
Rispose Robin, tranquillizzando tutti. I primi a scendere furono Usopp e Brook, seguiti da Zoro, Sanji e Rufy. Dopo qualche 
minuto scesero anche Nami e Chopper. Franky e Robin si apprestavano a chiudere a chiave tutte le porte.
 
   “Ti piace quest’isola Franky? È così viva…così normale…”
 
Disse la mora guardando il panorama con un sorriso accennato ed un velo di malinconia. Franky la osservò, comprendendo 
tutto sommato il suo stato d’animo.
 
   “E’ molto bella. Sarà memorabile passare il Natale come persone comuni e non come dei pirati ricercati…”
 
   “Cosa vorresti per Natale?”
 
Chiese l’archeologa, guardando il cyborg con i suoi profondi occhi azzurro mare. Franky si sentì colto di sorpresa.
 
   “Beh…io non saprei, per la verità…”
 
   “A me piacerebbe passare un Natale speciale da persona comune…passeggiare per le vie del centro, andare a comprare
    i regali, fare l’albero di natale, mangiare le castagne calde all’angolo della strada…Non che non passerei un Natale felice
    sulla Sunny in mezzo al mare, con voi ogni giorno è speciale…però…io non ho mai avuto una vita tranquilla…forse è il 
    mio destino, ma in questi giorni voglio godermi questa serenità, ed essere una persona come tante…”
 
Franky le sorrise e le mise entrambe le mani sulle spalle.
 
  
  “Ti capisco perfettamente. Ma non essere triste e malinconica, godiamoci questi giorni e basta. Farò personalmente in
   modo che sia un Natale speciale, va bene?” 
 
Robin sorrise dolcemente, annuendo. Entrambi si avviarono verso il resto del gruppo.
 
   “ROBIN-CWAN! Quanto ci avete messo, ero preoccupato! È tutto a posto?!
 
Chiese Sanji con fare preoccupato.
 
   “Che c’è, pensi che con me non sia abbastanza al sicuro?”
 
Domandò un po’ seccato Franky. Robin sorrise sommessamente.
 
   “Non ho detto questo, uomo di latta. Io mi preoccupo sempre per le mie Nami-Swan e Robin-Cwan! <3”
 
   “Va bene, forse è meglio avviarci! Cominciamo a distribuire i soldi di oggi…siccome è Natale, sono felice di stare qui, e
    i nostri ultimi bottini sono stati molto ingenti, sarò buona! Darò soldi ad ognuno di voi…e non dovrete rendermeli.”
 
    “EEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEHHH??????????????????????”
 
Gridarono tutti insieme. Rufy cominciò a correre avanti e indietro con le mani in testa.
 
    “CHOPPEEEEEER!!!! NAMI STA MALE, NAMI E’ MALATA, NAMI HA LA FEBBRE ALTA!!!!”
 
    “COSAAAAAAAA??? NAMIIII VAI IMMEDIATAMENTE SULLA SUNNY E METTITI A LETTO!!! MI HAI SENTITO???”
 
Anche il medico cominciò a correre freneticamente, terrorizzato. Fino a che un potente pugno della rossa non li stese.
 
    “LA VOLETE SMETTERE???? Sto benissimo, è che ora mi và così!! Preferite che vi chieda la restituzione con gli
    Interessi?....eh????...”
 
    “NO!!!!!!!!!!!!!! Ti chiediamo scusa, Nami.”
 
Dissero i due calmandosi. Nami distribuì i sacchetti con i soldi ad ogni membro. 
 
   “Bene ragazzi, ora sono le 11. Direi di incontrarci qui alla Sunny stasera per la cena, al massimo per le 20! Ok?” 
 
   “SIIIII!!!!”
 
E partirono, ognuno per la propria “missione”. 
 
_____________________________
 
Note dell'autore: eccovi servita anche una seconda parte! recensite recensite recensite! e ve ne prego, se fa cagare ditemelo, che sennò mi prendono le paranoie! ahahah...a presto! ;)
 

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Capitolo 3
*** 3. ***


“wow…questa biblioteca è molto più grande delle altre 6 che abbiamo già visto!”
 
“per forza, Chopper. Questa è la biblioteca di stato.”
 
Robin e Chopper commentavano estasiati la maestosità della settima biblioteca che visitavano. Franky si era diretto al
reparto “meccanica ed ingenieria”, non avendo ancora trovato ciò che cercava.
 
“qui c’è una mappa della biblioteca, possiamo individuare i reparti di nostro interesse e andarci senza girare a vuoto.”
 
Disse l’archeologa, indicando un grande pannello appeso alla parete.
   “WOW!! Ma è organizzatissima! Guarda, c’è un reparto per ogni disciplina medica! Questo è un sogno!”
 
Gli occhi della renna medico brillavano dallo stupore.
 
   “e c’è anche un reparto per ogni epoca storica conosciuta…molto interessante. Il reparto medico e il reparto storico sono
    adiacenti, possiamo andarci insieme, Chopper…Nami, il reparto cartografia è più distante, te la senti di raggiungerlo da
    sola?”
 
Nami era sovrapensiero. Quel sogno non l’abbandonava, a momenti le tornava in mente il volto di quella donna così simile
a lei, ma totalmente sconosciuta. Robin le scosse la spalla.
 
   “Nami? Tutto ok? Ti senti bene?”
 
   “eh? Oh, si si, tutto ok! Perdonami, ero sovrapensiero…comunque ho già consultato troppi libri per oggi, adoro studiare
    ma quando è troppo è troppo!”
 
Disse la rossa sorridendo divertita e con una mano sulla nuca.
 
   “credo che andrò in giro per negozi, ho bisogno di distrarmi con un po’ di shopping casuale.”
 
   “vuoi che ti accompagni? Se vuoi vengo con te…”
 
   “oh no no! Assolutamente no! Me la caverò da sola, e poi magari incontrerò qualcuno dei ragazzi!”
 
   “sei sicura Nami? Se vuoi posso venirci io con te!”
 
Aggiunse Chopper affacciandosi dalla spalla di Robin.
 
   “no, state tranquilli e consultate tutti i libri che volete…ci vediamo direttamente stasera alla Sunny! e poi, per qualsiasi
    cosa, abbiamo i lumacofoni portatili!”
 
   “hai ragione…ok, allora buona passeggiata.”
 
   “ciao Namiii! A stasera!”
 
La navigatrice si congedò, uscendo dalla biblioteca.
 
   “ed ora dove vado? Ci sarà pure qualche centro commerciale da queste parti…”
 
Nami camminava per le vie del centro, tutto era così caldo e vivace. E anche se la temperatura era molto bassa, l’aria di
festa, la felicità delle persone e quell’atmosfera così colorata e decorata la scaldava dentro.
 
   **Nami! Nojiko! Rientrate, la cena è in tavola!**
 
   **Ma mamma, stiamo costruendo una casetta per i gattini randagi!**
 
   **Poche storie, è buio e fa freddo! E poi è la vigilia di Natale, a chi lo volete lasciare questo bel tacchino al mandarino?**
 
   **TACCHINO AL MANDARINO??? Arriviamo!!!**
 
   **Bellemer dove l’hai rubato questo bel tacchino?**
 
   **NAMI!!! non dirlo neanche per scherzo, io sono un Marine! E poi rubare è reato, ricordatelo!**
 
   **Io non voglio rubare…voglio prendere in prestito! Possiamo iniziare a mangiare? Ho fameee!**
 
   **No Nami, stiamo aspettando un ospite…oh! dev’essere lui, Nojiko puoi andare ad aprire?**
 
 
 **Mamma Mamma! È arrivato Gen-san! E ha portato dei regali! E anche…UN ALBERO DI NATALE!!! Che bello!!**
 
 **WOW!!! È già decorato!! Com’è bello! GRAZIE GEN-SAN!!**
 
 **Non dovete ringraziare solo me, è un regalo mio e del Dottore. Avanti, metteteci sotto i vostri regali! Me li ha consegnati
  Babbo Natale in persona proprio poco fa!**
 
  **Tu conosci Babbo Natale Gen-san??**
 
  **Oh si Nojiko, e lui vi conosce molto bene…Babbo Natale conosce tutti i bambini del mondo!**
 
  **Bene, ora basta con Babbo Natale, sediamoci a tavola o il tacchino al mandarino fuggirà!**
 
  **Tacchino al mandarino? Suona bene!**
 
  **Oooh e sentirai come suona nel palato!...ah, Genzo…grazie…dell’albero, dei regali…hai reso le bambine molto felici.**
 
  **Ma figurati…vedervi felici rende felice anche me. Ora mangiamo!**
 
 
Nami si bloccò di soppiatto e sorrise. 
 
   “Anche i mugiwara dovrebbero avere un albero di Natale…”
 
Disse tra se e se. Ma ad un tratto qualcosa attrasse la sua attenzione. Un gruppo di persone si erano accalcate
davanti ad una vetrina, e guardavano ammaliate. Decise di avvicinarsi per dare una sbirciatina. Sgomitando riuscì a farsi
largo nella piccola folla per guardare. Una contorsionista si esibiva nell’entrare dentro un pacco regalo natalizio
di dimensioni decisamente impraticabili per una persona normale.
 
   “SUGOOOOOIII!!!! Hey, magari anche quella tizia è di gomma! He he!”
 
Nami si voltò di scatto, quella voce e quel modo entusiasta di esprimersi le era molto familiare. Difatti, ad un paio di metri
da lei anche Rufy assisteva allo spettacolo.
 
  “Rufy! Che fai qui? Non dovevi essere in giro per mercati con Sanji e Zoro?”
 
  “NAMI!! E tu non dovevi essere in biblioteca con Robin, Chopper e Franky? Comunque io…mi annoiavo, così ho
   cominciato a guardare le vetrine, e…”
 
  “E ti sei perso…”
 
  “no! Non è vero! Io…mi sono volutamente allontanato da quei due!”
 
  “Si, certo…piuttosto, ora che li hai lasciati da soli si scanneranno…non voglio neanche pensarci!”
 
  “Nami…”
 
  “…mh?”
 
  “…io…ho fame!”
 
In un millisecondo la testa del capitano fumava, e un bernoccolo cresceva sulla sua testa.
 
 
 
  “Pensavo stessi per dire qualcosa di serio! comunque, è ora di pranzo, anche io ho una certa fame…ti và se
  mangiamo insieme da qualche parte?”
 
  “SIIIIIIIIIIII!!!!!!!!!!!! Ti adoro quando sei propositiva!!! Andiamo, SI MANGIAAA!!!”
 
  “…che cosa…a-adori?”
 
Nami rimase sul posto, lievemente stupita da ciò che aveva appena detto il suo capitano. Ma non fece in tempo a
chiedere delucidazioni, perché Rufy si era già posizionato in un tavolo per due della veranda di un grazioso
ristorantino all’aperto.
 
  “mh, deve averlo sentito da Sanji…si, non c’è altra spiegazione…e va bene, andiamo a mangiare.”
 
La navigatrice si sedette di fronte a Rufy, prontamente arrivò il cameriere. Con un rapido gesto, accese un piccolo arnese
al centro del tavolo, a forma di candela-centrotavola, che rendeva l’atmosfera più intima.
 
  “Buongiorno signori, avete già deciso? Se posso permettermi, vi consiglio il Menù odierno, il “True Love Menù”!
   Spaghetti al pomodoro rosso cuore, pollo in salsa dolce di mandorle, insalata di petali di fiore e dessert di
   cioccolato a forma di cuore, personalizzabile su richiesta! Il tutto accompagnato da un ottimo vino ovviamente…
   Davvero romantico!”
 
Nami sobbalzo, e arrossendo tentò di manifestare il suo disappunto.
 
   “No, vede, io e lui non st…”
 
   “BUOOOONO! Mi piace, lo prendiamo!”
 
   “Ok, ottima scelta signori. Il vostro menù sarà pronto quanto prima!”
 
   “MA VERAMENT…”
 
   “Fate presto, mi raccomando! Abbiamo fame qui! Ihihih!”
 
Il cameriere si dileguò all’interno del locale, oramai era troppo tardi per Nami. La rossa si poggiò una mano davanti
agli occhi in segno di disperazione, ma anche un po’ per nascondere il proprio imbarazzo.
 
   “Nami che hai? Stai forse poco bene?”
 
   “No…no…lascia perdere….”
 
   “ah..ok!”
 
Nami guardava in basso, senza proferire parola. Il suo imbarazzo toccò livelli ancora sconosciuti, non
riusciva neanche a posare lo sguardo su Rufy senza colorarsi di un rosso acceso. Possibile che quello zuccone
non capisse? Possibile che per lui fosse tutto normale? Si erano accomodati in un ristorantino romantico, avevano
appena ordinato un menù appositamente studiato per gli innamorati, e lui si comportava come se nulla fosse. E se
qualcuno dei loro compagni li avesse visti in quella situazione? Cosa avrebbero pensato?
 
   “Nami…”
 
   “…s-si?”
 
   “sei imbarazzata, non è vero?”
 
 
 
 
Nami sollevò la testa e guardò il suo capitano a bocca aperta. Allora non era del tutto idiota, aveva capito.
 
   “Beh…un pò…”
 
   “Non volevo metterti in imbarazzo…mi spiace. Se vuoi disdiciamo l’ordine e andiamo da un’altra parte.”
 
La ragazza ci pensò. E alla fine decise che non valeva la pena rovinarsi la giornata per un pranzo.
 
   “…Ma no, va bene qui. E poi le cose che ci sono nel nostro menù sembrano deliziose!”
 
   “ihihihih! Già, non vedo l’ora che arrivi da mangiare! HO FAMEEE!”
 
   “MODERATI! Siamo pur sempre in un localino discreto, e non mi và di attirare l’attenzione…anzi, dovremmo
   confonderci con la clientela comune e sentirci più a nostro agio…”
 
   “che vuoi dire?...”
 
   “beh…tanto per cominciare non essere sguaiato! E non fissare qualsiasi persona passi vicino al nostro tavolo.
    In fin dei conti…sei qui con me…”
 
    “aaaah, capisco…sei gelosa! Le fidanzate sono gelose, me lo diceva sempre Ace.”
 
    “tralasciando il fatto che io…n-non sono gelosa… NON SONO LA TUA FIDANZATA!!!”
 
    “ma poco fa hai detto che dovremmo entrare nella parte, e che qui stiamo insieme.”
 
    “…si ma…”
 
    “UUUUH E’ ARRIVATO IL CIBO!!! PANCIA MIA FATTI CAPANNA!!!!”
 
 Anche stavolta Nami non riuscì a finire di parlare. Anche se non avrebbe saputo cosa dire. Non riusciva a capire
neanche lei il motivo per il quale aveva chiesto a Rufy di “confondersi” tra le altre coppie presenti nel ristorante,
come se lo fossero anche loro. Alla fine, il ragazzo non aveva tutti i torti in ciò che aveva detto. Consumarono il pasto in
silenzio. Rufy era troppo impegnato a mangiare, e Nami era troppo impegnata a sentirsi in imbarazzo.
 
   **Ma per quale motivo devo sentimi in imbarazzo? Sto solo pranzando in un ristorante, devo comportarmi in maniera
     naturale, altrimenti ci noteranno tutti e mi sentirò ancora più a disagio…**
 
Si disse la rossa, che prese a mangiare con più gusto.
 
   “Oh, menomale…”
 
   “Eh? Che c’è?”
 
   “Beh…non toccavi cibo.”
 
   “…Per caso mi stavi osservando perché volevi allungare le tue manacce sul mio pranzo?!”
 
   “No, l’ho fatto perché ero preoccupato per te.”
 
Esclamò il ragazzo, mentre Nami sollevava lo sguardo.
 
   “Anche se non sembra, sto sempre attento che non ti manchi mai nulla. Forse non faccio clamore come Sanji, ma in
   silenzio mi interesso di ogni cosa…”
 
Nami rimase con la forchetta immobile vicina alla bocca, sbalordita. Il suo capitano quel giorno la stava sorprendendo.       
   “…D-davvero…davvero ti preoccupi in questo modo?...”
 
   “Certamente! Che domande sono?! Hey guarda!!!!! Arriva il cuore di cioccolato, yuhuuu!!
 
Il cameriere posò sul tavolino i due cuori di cioccolato, Nami li osservò attentamente.
 
   “C’è scritto qualcosa…ma chi l’ha scritto?! Sembrano geroglifici! Vediamo…copt…capt…captain…m-ma! C’è scritto
    CAPTAIN e NAVIGATOR! Ma come…?!”
 
   “Ihihihih! Ti piace? Poco fa quando mi sono alzato per cercare il bagno…sono andato dal cameriere simpatico!”
 
Per l’ennesima volta in quelle poche ore, Nami rimase a bocca aperta per “colpa” di Rufy. Non voleva ammetterlo, ma
quel gesto anche se poteva imbarazzarla le aveva fatto piacere. Non avrebbe mai pensato che Rufy potesse pensare
di fare qualcosa del genere per lei, pensava fosse troppo impegnato a pensare al cibo o ai combattimenti. In realtà, non lo
credeva in grado. Senza rendersene conto le brillavano gli occhi ed un ampio sorriso le era comparso in volto.
 
   “Avanti Nami, mangiamolo! Sembra squisito!”
 
   “…Si!...wow è veramente buono! Era tanto che non mangiavo del cioccolato…”
 
   “Ti piace il cioccolato?”
 
   “Si! La mia mamma non poteva comprarcelo spesso, non avevamo molti soldi…ma Genzo lo comprava sempre a me e
    a Nojiko per natale…”
 
    “Ti manca, vero?”
 
    “Chi, Genzo? Beh è naturale…lo considero mio padre. Comunque che ne dici se andiamo via da qui?”
 
Rufy annuì, pagarono il pranzo e ripresero a passeggiare per le vie del centro.
 
    “Sai…ti vuole molto bene, Genzo…tiene alla tua felicità più di qualsiasi altra cosa. è arrivato a minacciarmi!”
 
    “Che cosa?! Minacciarti??”
 
    “Ahahahah! si, forse non te ne ho mai parlato. Ma infondo è una cosa tra me e lui…”
 
    “Beh ora voglio saperlo!”
 
    “…non so se è il caso! Insomma, è una faccenda tra uomini e…”
 
    “RUFY SPUTA IL ROSPO!! Cosa vi siete detti tu e Genzo? E quando?”
 
    “E va bene…è successo una delle sere della festa sulla tua isola, io cercavo il melone col prosciutto e mi sono
    perso! camminando sono arrivato vicino ad una tomba su una scogliera, dove ho trovato Genzo che parlava
    con la persona che riposava lì…”
 
    “…Bellemer…”
 
    “Genzo ha notato la mia presenza, e mi ha detto ‘Ragazzo…Nami salperà con te sulla tua nave, affronterà pericoli
     e disagi, ma questo è quello che vuole fare e non posso impedirglielo…tuttavia…se il sorriso sparirà dal suo volto,
     io ti cercherò fino in capo al mondo, e te la farò personalmente pagare’…io gli chiesi perché mai sarebbe dovuto
     succedere, ma lui non mi fece neanche finire che mi disse minaccioso “PROMETTIMELO!!!”, ed io glielo promisi.
     Me lo ricordò anche il giorno dopo, e gli ho detto che non l’avrei mai scordato…”
 
La navigatrice si perse ancora una volta per qualche istanti nei ricordi dei momenti passati con Bellemer, Nojiko e Genzo,
ovvero coloro coi quali non aveva legami di sangue ma che considerava sua madre, suo padre e sua sorella.
Rufy ad un tratto deviò verso una vetrina, col solito entusiasmo da bambino. Nami lo osservò, sorridendo.
 
   **…A volte sei proprio un bambino…sei capriccioso, ed egoista…ma al contempo sei il ragazzo più dolce che
   conosca, Monkey D. Rufy…**

________________________________

note dell'autore: ooooh e chi è che ve li posta 3 capitoli in 10 minuti?? XD spero di completarla questa storia, un giorno o l'altro...il bello deve ancora arrivare! XD  a presto! ^___^  

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Capitolo 4
*** 4. ***


I due ragazzi si divertivano un sacco, ridevano continuamente e scherzavano su ogni cosa. Nami era bene a conoscenza
dell’allegria contagiosa di Rufy, ma tutta quella situazione rendeva la ragazza estremamente euforica. Entrarono in negozi
di ogni genere e provarono di tutto e di più, abbigliamento, scarpe, occhiali, cappelli, perfino abiti da sera. Nami rimase
colpita da un negozio in particolare: era un negozio di costumi e maschere. Nella vetrina facevano bella mostra un abito
da piratessa ed uno da pirata, ma all’interno si potevano vedere decine e decine di costumi di ogni genere.
 
   “Rufy entriamo qui!!”
 
   “mh? Cos’è?...WOW! un negozio di costumi! Si ci sto!!”
 
Una volta dentro cominciarono a provare i costumi più stravaganti e colorati.
 
   “Nami mi aiuti ad indossare questo?”
 
   “cosa sarebbe quella massa informe di gomma piuma?!”
 
   “beh aiutami e lo scopriremo!”
 
   “ma questo…è un costume da dugongo di Alabasta! Ahahahahah che carino!”
 
    “ihihihih i miei seguaci di Alabasta! AH!...UUUH! AH!...AH! AH!”
 
Rufy prese ad imitare i simpatici animaletti, abbozzando goffamente delle mosse di kung-fu, mentre Nami rideva a crepapelle
con le lacrime agli occhi e le mani sulla pancia. Per caso urtò una gruccia, sivoltò per guardare cosa aveva urtato e ne rimase
fulminata.
 
   “wow, che bello…Hey Rufy, provo un costume!”
 
Nami si dileguò nel camerino. Ma l’attenzione di Rufy venne attirata da un costume dalla vistosa giacca rossa decorata
con dettagli dorati.
 
   “che costume sarà…oh, c’è una targhetta…’Gold Roger’…GOLD ROGER??? QUESTO DEVO PROVARLO!!!”
 
Anche Rufy si addentrò in uno dei camerini. I due ne uscirono sorridenti nello stesso istante. Si voltarono uno verso
l’altra e si osservarono, come se si fossero visti per la prima volta e non riuscissero a staccarsi gli occhi di dosso.
Rufy indossava camicia e pantaloni blu notte con una fascia in vita, un fazzoletto bianco arricciato al collo, e l’inconfondibile
giacca rossa del Re dei Pirati. Nami indossava un bellissimo vestito bianco, ampio e lungo, con le maniche a sbuffo e una
delicata scollatura sul decoltè.
 
   “…Rufy…s-stai…benissimo…quegli abiti sembrano fatti su di te…mi sembra di averti sempre conosciuto così…”
 
Rufy continuava a fissare la sua navigatrice. Era imbambolato, non se lo spiegava ma non riusciva a muovere un
neanche un muscolo.
 
   “Rufy?...”
 
   “eh? Oh, scusa…è che…s-sei…”
 
   “che c’è? Mi sta male?”
 
   “no, per niente! sei molto bella Nami…”
 
 
I due si guardavano ammaliati, tutto intorno a loro sfumava, come se non esistesse. Improvvisamente il ragazzo notò
qualcosa per terra, e lo raccolse. Era un fiore fermacapelli.
 
   “Credo faccia parte del tuo costume Nami…”
 
Rufy le sistemò il fiore tra i lunghi capelli, da un lato. Era ancora più graziosa con quel fermaglio, e lui guardandola ancora
una volta sentì un tuffo al cuore. Non riusciva a fare a meno di pensare che la SUA navigatrice fosse la più bella navigatrice
del mondo in quel momento. Senza rendersene neanche conto, prese a giocherellare con un ciuffo dei capelli di Nami. La
ragazza arrossì, il suo petto stava per esplodere, la sua testa era fuori uso, il suo stomaco si contorceva.
 
   “Mi…mi sei mancata, Nami…”
 
   “…cosa?”
 
   “Quando siamo stati lontani, quando Kuma ci ha spediti ai capi opposti del mondo, quando ho saputo che Ace era
    stato catturato, quando è…morto…mi siete mancati tutti…ma tu di più…Lo so, non è bello che un capitano parli
    così…ma è la verità…”
 
   “…Rufy…”
 
   “No ascoltami. Non sono riuscito a proteggerti allora…nè te, nè gli altri…non permetterò mai più a nessuno di nuocervi.
   La nostra vita è pericolosa, ma ora sono molto più forte, e vi proteggerò a costo della mia vita. Voi siete la mia vita, ora…”
 
   “…sei cresciuto in fretta, Monkey D. Rufy…sono io che sento di dovermi scusare profondamente con te, perché quando
    Hai dovuto subire lo shock della perdita di tuo fratello, io non c’ero…non ero…n-non ero lì con te…”
 
Dagli occhi di Nami cominciarono a scorrere calde lacrime, quelle che solo il suo maestro Haredas su Weatheria aveva
compreso, quelle che non credeva che sarebbe mai riuscita a mostrare al suo capitano. La ragazza abbasso il capo.
Rufy posò le sue mani sulle spalle della navigatrice e con un gesto secco ma delicato si strinse a lei in un abbraccio.
Nami spalancò gli occhi dalla sorpresa, e si sentì sciogliere in un calore mai provato.
 
   “Hey non scherzare! Non è mica colpa di qualcuno di noi se Kuma ci ha divisi, non l’abbiamo deciso noi…non
    Potevi essere con me neanche volendolo! Non voglio rivangare il passato, volevo solo dirti che m-mi sei mancata…”
 
Nami fece scivolare lentamente le braccia fini lungo i fianchi del ragazzo, le sue mani bianche ed affusolate si infilarono
sotto la giacca di Rufy, incontrandosi al centro della schiena del capitano. Non erano mai stati così vicini. Non si erano
mai abbandonati a queste “smancerie”. Erano sempre stati molto legati, ma forse si resero conto solo in quel momento
di quanto realmente lo fossero. Rimasero così uniti per qualche secondo, che sembrò una vera eternità. La serenità che
entrambi provavano in quel momento, il calore nuovo di quel contatto, era qualcosa che li faceva stare bene.
Ma bruscamente, la commessa del negozio ruppe l’incanto, seccata dal fatto che i ragazzi continuavano a provare abiti
senza avere la minina intenzione di comperarli.
 
   “EH-EHM…scusate, potreste andare a tubare da un’altra parte?! Questo è un negozio di costumi, non casa vostra!”
 
Così i due si scusarono, e cambiandosi uscirono dal negozio. Rufy prese a frugare nella tasca della sua felpa.
 
   “Hey…guarda qui! Ihihihih!”
 
   “…ma quello…è il fiore fermacapelli dell’abito che ho provato! L’hai rubato?!”
 
Esclamò la ragazza ridendo.
 
   “SSSHHH! Fai piano, siamo ancora troppo vicini al negozio…comunque si, l’ho rubato! Ihihih non sarò un professionista
   come te, ma se mi ci metto anche io sono capace sai! E poi, ti stava troppo bene…doveva essere tuo!”
 
  
 
   “…me lo stai regalando?”
 
   “…mmmh, si…mettiamola così…”
 
Disse Rufy lievemente arrossito, con le mani in tasca, guardando in alto come se nulla fosse. Nami guardò il
suo nuovo fermacapelli, come una bambina alla quale hanno appena regalato qualcosa di meraviglioso. Sorrise, e
se lo risistemò tra i capelli. Con delicatezza, sempre passeggiando, si avvicinò al capitano prendendogli un braccio
da dietro ma senza stringere, quasi a non volerglielo far notare.
 
   “…grazie, capitano…”
 
Lui, senza girarsi, rivolse lo sguardo verso Nami. Quando la vide, così tranquilla e sorridente, si sentì in pace con il mondo.
In quel momento, anche il suo sogno di diventare il Re dei pirati passava in secondo piano. Infondo, su quell’isola, non
erano Rufy cappello di paglia con una taglia di 400mln di Berry e Nami la gatta ladra con una taglia di 16mln.
Erano solo Rufy e Nami, un ragazzo ed una ragazza di 20 anni, come tanti altri. Qualche metro più indietro, Franky con
Chopper sulle spalle addormentato come un bambino, e Robin al suo fianco, passeggiavano sorseggiando un caffè bollente.
Robin, avendo notato Rufy e Nami da lontano e avendo fatto da spettatrice alla scena del fermacapelli, sorrise.
 
   “che hai da ridere Robin? Hai visto qualcosa di divertente?”
 
   “…guarda là, Franky…proprio davanti a noi…”
 
   “…ma sono…non sono Rufy e Nami? Forza, avviciniamoci!”
 
   “hey…dove vai?”
 
Disse la donna afferrandogli il grosso braccio con una mano.
 
   “sta qui…non vedi che stanno benissimo da soli? Non li trovi adorabili?”
 
   “vuoi dire che…ooooh! Non sapevo che tra loro…”
 
   “oh, ma in realtà non lo sanno neanche loro…o forse chissà, lo stanno scoprendo…in ogni caso, godiamoci la nostra
     passeggiata e il nostro caffè bello caldo. E poi entriamo in quel negozio di scarpe…”
 
   “ma ne abbiamo girati 20 Robin!! Pensavo che la tua unica fissazione fossero i libri! E va bene…non posso
    scontentare una signora, ti pare?”
 
   “che gentiluomo…sei da sposare…”
 
Robin prese a sorseggiare il caffè osservando discretamente una vetrina, mentre Franky rimase imbambolato.
Poco distante, Nami notò in una piazza un mercato di alberi di natale, di ogni tipo e dimensione, ed ebbe un’illuminazione.
Corse verso la piazzetta, lasciando Rufy sul posto.
 
   “Dai, vieni con me!”
 
   “Dove vai??”
 
   “e non fare domande!”
 
I due ragazzi raggiunsero la piazza in un baleno. C’erano abeti di ogni genere, colorati, di ogni materiale, ed anche veri e
e propri alberi con vaso e terra.
 
   “che ne dici di questo?”
 
Chiese nami indicando un abete sintetico color ghiaccio.
 
   “vuoi prendere un albero di natale?!”
 
   “beh non lo abbiamo sulla Sunny…mi sembra l’occasione buona per comprarne uno! La mia idea è di fare una sorpresa
    agli altri…io e te, ora, compreremo un albero di natale e degli addobbi, andremo sulla Sunny, e prepareremo l’albero
    di natale!”
    “CHE GRANDE IDEA!!!”
    “Mi fa piacere che tu sia collaborativo! Allora, che te ne pare di questo che ti ho indicato? E’ originale!”
    “Naaaa, io voglio qualcosa di tradizionale! E poi, non mi piacciono le cose artefatte…adoro le cose autentiche!”
    “Ok, ho capito, andiamo al reparto abeti veri!”
Dopo qualche passo, i due ragazzi si ritrovarono davanti una corsia enorme di magnifici abeti.
   “Questo.”
Rufy teneva la mano su un ramo di un preciso albero. Nami, che stava guardando degli abeti più avanti, si voltò.
   “Come mai quello?”
   “Non c’è un perché. Voglio questo e basta. Per intuito.”
   “CHE C’ENTRA L’INTUITO NELLA SCELTA DI UN ALBERO DI NATALE?! E vabene…hey scusi!! prendiamo questo!”
Il commesso legò per bene l’albero ad un carretto per facilitarne il trasporto. Poi Nami scelse addobbi e luci e Rufy caricò
tutto sul carro. Dopo di chè, si avviarono alla Sunny, facendo attenzione che nessuno dei loro fosse nei paraggi.

__________________________________

note dell'autore: quarto capitolo...un pò zuccheroso...però le cose cominciano a farsi interessanti... XD ma non abbastanza! nei prossimi capitoli credo che l'attenzione si sposterà un pò su qualche altro Mugi...altrimenti si rischia di diventare monotoni. a presto! ;) 

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Capitolo 5
*** 5. ***


  “Mi spieghi perché devo tirarlo solo io questo coso? Pesa!”

   “Non vorrai far trasportare pesi ad una ragazza?! Tu sei un uomo, io non ho abbastanza forza per trascinare quel carro!”

   “…Però la forza per tirarmi i pugni ce l’hai eccome…”

Disse Rufy sottovoce, sperando che Nami fosse sovrappensiero. Per sua sfortuna non era così, e il ragazzo si becco un
sonoro pugno in testa con conseguente bernoccolo. Qualche tempo dopo i due arrivarono sul ponte della Sunny.

   “Scusa Nami, ma ora che ci penso…come facciamo ad entrare?! Franky ha chiuso tutto!!”

   “Secondo te ti avrei fatto fare tutta questa fatica per poi scoprire che non possiamo entrare? Guarda qui…”

   “Hai un mazzo di chiavi…hey!!! E perché io che sono il capitano non ho le chiavi della mia nave?!”

   “Perché sbadato come sei non durerebbero una settimana.”

   “Non è vero io non s...!!”

   “Poche storie, andiamo! Piazzeremo l’albero nella sala relax. Ho comprato degli addobbi anche per la cucina,
   io andrò a sistemare quelli, mentre tu porterai l’albero in sala relax e lo pianterai nel vaso. Pensi di farcela?”

   “Sono un giardiniere nato io!”

   “Si, certo…andiamo, altrimenti non avremo abbastanza tempo per decorare l’albero.”

 Nami lasciò Rufy all’entrata della grande sala relax con l’acquario, e si diresse verso la cucina con un paio di scatoloni.
In poco tempo decorò magistralmente la cucina, dandole tutt’un altro aspetto.

   “E’ perfetta! Gli altri saranno entusiasti…ora è meglio che vada a vedere a che punto è Rufy, c’è troppo silenzio…”

La rossa entrò nella stanza, e trovò Rufy intento ad aggiungere della terra al vaso dell’albero. Incredibilmente non
c’era nulla fuori posto, tutto era in ordine. L’albero era al suo posto, perfettamente piazzato nel vaso e posizionato al
centro della stanza.

   “Sono colpita…non hai combinato disastri! Bravo…”

   “Dovresti fidarti di me…”
   “Oh, ma io mi fido…metto la mia vita nelle tue mani…ma quando si tratta di pasticciare sei il vero Re!

    Avanti…cominciamo!”

Passarono un paio d’ore a giocare con gli addobbi e 10 minuti per decorare l’albero. Nami selezionava palline e
fiocchetti, e con cura li appendeva ai rami dell’abete. Rufy si fermava di tanto in tanto a guardarla. Canticchava
stupide canzoncine di natale e sorrideva, tutta concentrata a sistemare gli addobbi con precisione.

   “Che fai? Sei uno scansafatiche!”

   “E’ faticoso osservare con quanta precisione maniacale appendi quei cosi!”

   “E’ la stessa precisione che metto in tutto…se fossi approssimativa nel portarti dove vuoi andare, ora saremmo
    ancora nell’est blu, non credi?”

   “ihihihih! Hai ragione…hai tutto quello che io non ho. L’albero mi sembra completo! Però questo fiocco non è dritto…”

Disse il moro, spostandosi proprio dietro Nami, facendo passare le mani intorno ai fianchi della ragazza ed arrivando
ad un fiocco rosso, raddrizzandolo per bene. Nami era nuovamente immobilizzata, come durante l’abbraccio al negozio
di costumi. Smise di sistemare un fiocco poco sopra, e prima che Rufy potesse sfilare le braccia le bloccò con le sue
mani, senza fare forza.

   “…eh?”

   “…Rufy…puoi…abbracciarmi ancora?”

Senza dire una parola, il ragazzo fece aderire il suo petto alla schiena di lei, avvolgendole la vita con le braccia, senza
stringere troppo. Poggiò le labbra e il naso sul capelli della ragazza, e chiudendo gli occhi inspirò il delicato profumo di
mandarino che emanava. Nami poteva sentire distintamente il battito accellerato del cuore di Rufy fondersi col suo. Il
ragazzo scostò leggermente la testa di lato, avvicinandosi all’orecchio di lei.

   “…così va bene?”

Nami si voltò lentamente, e le mani intrecciate di Rufy finirono sulla schiena di lei, che gli poso le sue mani sul petto.
Potevano nuovamente perdersi uno dentro gli occhi dell’altra.

  “…che cos’è?”

  “…mh? Cosa intendi?”

  “questo calore…l’ho sentito anche al negozio di costumi…è lo stesso calore che sento quando sei in pericolo e voglio
  Proteggerti…ma è più…rilassante…mi rende calmo ed agitato allo stesso momento…tu mi rendi così…confuso…”

Gli occhi di Nami brillavano e tremavano dall’emozione.

  “cosa mi prende, Nami? Tu sai rispondere sempre a tutte le mie domande…tu mi capisci più di chiunque altro…
  Solo Ace mi capiva come mi capisci tu…so che non sei Chopper e non puoi diagnosticarmi nulla…ma mi dici
  cosa ho?”

  “Rufy, io non so cosa ti prenda…ma non mi da fastidio…a te da fastidio?”

Il moro spalanco lievemente gli occhi, poi scosse frettolosamente la testa.

  “allora va bene così…”

La ragazza posò la fronte sull’incavo del collo di Rufy. Lui la strinse un po’ di più. Nami sorrise, si sentiva come una bimba
Sotto le coperte abbracciata al suo orsacchiotto preferito. Quella era una tranquillità forse mai provata.

  “…sento una musica…è tutto così…irreale…”

  “già…”

  “ora sento delle voci…che strano…eh?! DELLE VOCI?!?!? Oh Dio, stanno tornando!!!”

La ragazza sollevò d’improvviso la testa, Rufy la guardò spiazzato. Lei si staccò in una frazione di secondo. Qualche istante
Dopo la porta della grande sala relax si aprì. Nami e Rufy si guardarono, tirando un sospiro e cercando di assumere degli
Atteggiamenti del tutto normali, tentando di nascondere l’imbarazzo. Fortunatamente nessuno fece caso a loro. Tutti
rimasero estasiati dall’ambiente che gli si presentò davanti. Franky si tolse gli occhiali da sole, ed osservò stupito.

  “ragazzi! Ma…avete fatto l’albero di natale!”

Robin si portò al fianco del Cyborg.

  “che meraviglia…Nami hai studiato tu la disposizione degli addobbi? Complimenti, lavoro eccellente!”

La ragazza sorrise imbarazzata.

  “Nami-Swaaan! Sei stata magnifica! Come sempre! Estrosa, geniale, sei un’artista! Perché per festeggiare non mi
  dai un bacio? Su su, non essere tim…”

Ma la rossa si scansò e trascinando Rufy per un braccio lo mise al centro dell’attenzione.

  “Hey ragazzi, non ho fatto mica tutto da sola! Io e Rufy l’abbiamo fatto insieme!”

Tutti allora si cogratularono col capitano, tra ampi sorrisi e pacche sulla spalla. Sanji e Zoro oltre ai complimenti gli
Riservarono anche un bel pugno sulla testa, per averli lasciati soli ed essere sparito nel nulla.
Robin si avvicinò a Nami, che defilata dal resto del gruppo guardava davanti a se con un’espressione intenerita e sorridente.

  “…e così avete fatto insieme l’albero di Natale? Molto romantico…”

Nami si sentì rabbrividire. E se Robin li avesse visti? *no…non può essere…per la città siamo stati attenti, e alla Sunny
Sono arrivati tutti insieme…tranquilla Nami, hai ingannato per tanto tempo…puoi farcela…* pensò.

  “eh? Come dici? Ma no, ci siamo trovati in giro ed è stata un’idea per passare il tempo!”

  “ottimo passatempo…hai caldo Nami?”

  “mh? No…perché me lo chiedi?”

  “sei tutta rossa…ma non mi sembra che tu abbia la febbre…”

Disse la mora, guardandola di traverso e sorridendo un po’ maliziosamente. Nami abbassò il capo. Si rese conto di non
essere più in grado di ingannare nessuno, tantomeno i suoi più cari amici.

  “tranquilla, non ne farò parola con nessuno…ma tu devi tranquillizzarti, ok?”

Nami divenne un peperone. Vedendo gli altri ancora impegnati, prese l’amica per un braccio con l’intenzione di portarla
fuori. Le ragazze si diressero sul ponte della nave.

  “Robin…come hai fatto?”

  “a capire che c’era qualcosa di strano? Beh…per la verità non è stata solo intuizione…ho visto te e Rufy passeggiare per
  Le vie della città. Eravate molto vicini, e tu gli tenevi un braccio.”

Nami aveva fatto male i suoi conti, qualcuno li aveva visti.

  “…ci ha visti qualcun altro? Ti prego Robin…sii sincera…”

  “con me c’erano Chopper e Franky…Chopper era addormentato sulle spalle di Franky e perciò non ha visto nulla…”
  “e Franky?”

  “si, lui vi ha visti…ma ti assicuro che la sua bocca è sigillata.”

La Navigatrice si portò una mano sul cuore. Lievemente corrucciata, abbassò lo sguardo.

  “perché sei triste? Non è andata bene la giornata?”

  “oh…no…la giornata è andata fin troppo bene…”

Disse Nami, ripensando ai momenti appena trascorsi. Un calore la pervase.

  “ti va di raccontarmi com’è andata? Con me puoi parlare, lo sai…”

La rossa ebbe qualche attimo di esitazione, poi sorrise ed annuì all’Archeologa. Ma in pochi secondi, Chopper e Usopp
spuntarono dalla porta della sala relax.

  “ragazze! Dov’eravate finite? Tutti vi cercavano! Specialmente Rufy!”

Nami sussultò.

  “Rufy mi cercava?”

  “oh si, stava cercando proprio te!”

Usopp non fece neanche in tempo a finire la frase, che Nami era già corsa all’interno della sala. Vide il Capitano da lontano,
parlava con Brook. Era sorridente ed allegro. Si fermò qualche istante ad osservarlo, quell’immagine le riempiva il cuore.
Il moro si girò e la vide. Allora chiese scusa a Brook e le si avvicinò.

  “tutto bene?”

  “si…dovrei chiederlo io a te…poco fa ti ho scansato in malomodo…”

  “ma che dici! L’hai fatto perché stavano arrivando gli altri…se non ci fossi tu mi caccerei così spesso nei guai!”

Nami arrossì ancora.

  “io vado in camera mia con Robin…ci vediamo per cena…”

  “ok! A tra poco…”

La rossa si voltò e camminò verso la porta, mentre Rufy continuava ad osservarla. Dietro di lui arrivò Franky.

  “è carina la nostra Navigatrice, eh?”

  “eh? Nami dici?”

  “hai qualche altra Navigatrice?”

Rufy strabuzzò gli occhi.

  “NO!! NO!!”

Il cyborg gli mise una mano sulla spalla, sorridendo.

   “hey hey, calmati capitano! In pratica era una domanda retorica!”

   “…una domanda che?!”

   “mh, lascia stare…comunque Rufy…se hai bisogno di parlare…”

   “parlare di cosa?”

   “beh sai…di rimorchiare…io sono più grande di te, sono un esperto! Posso darti qualche dritta…”

   “che vuol dire rimorchiare? Come si fa con le navi in avaria dici?”

Il Carpentiere sospirò, convinto oramai che il Capitano fosse senza speranza. Si avviò verso l’uscita.

   “…hey Franky”

L’uomo si voltò di scatto, sollevando la montatura degli occhiali scuri e guardando il moro, che gli si avvicinò.

   “se avrò voglia di palrare con qualcuno di Nami, tu sarai il primo a saperlo.”

Il Capitano sorpassò il cyborg ed uscì per primo dalla sala relax. Franky lo guardò e sorrise compiaciuto.

   “allora non sei del tutto sciocco, capitano…”

__________________________________

note dell'autore: quinto capitolo! piccola precisazione...quella che io chiamo "sala relax" è quella grande stanza con l'acquario, non ho idea di come si chiami in realtà XD vabè, passiamo al capitolo...ancora non siamo sugli altri Mugi, a parte qualche accenno alla Franky/Robin di tanto in tanto...abbiate pazienza, piano piano arrivano anche gli altri! XD e non pensiate che il proseguo sarà tutto rosa e fiori come questi capitoli...non voglio anticipare nulla! XD spero solo di continuare ad interessarvi! :) a presto! 

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Capitolo 6
*** 6. ***



Nami e Robin entrarono nella loro stanza. Nami aveva in mano delle buste colorate, con dentro tanti pacchi. Ne tirò fuori
Uno, e lo aprì. Dentro c’era un piccolo albero di Natale, praticamente in miniatura, tutto decorato e con delle piccolissime luci.
Lo posò sulla scrivania, di fianco alla foto che ritraeva Bellemer inseme a lei e Nojiko da bambine.

   “che carino…”

Disse Robin osservando l’oggetto.

   “ti piace? L’ho preso per dare un tocco di natale anche alla nostra stanza!”

   “hai proprio buon gusto, Nami.”

   “non ci crederai, ma l’ha scelto Rufy. Ha stupito anche me, che tra tante cianfrusaglie sia andato a scelgiere una cosa
    Così delicata! E' un idiota ma...oggi mi ha stupita spesso…”

Nami si sedette sul letto di fianco a Robin.

   “beh il nostro capitano non è un tipo banale…ci stupisce sempre…”

   “si, è vero…ma oggi è stato veramente sorprendente…ho conosciuto un lato di Rufy che non pensavo esistesse…ed
    Ora che so che esiste...non mi lascia indifferente…”

   “hai scoperto che oltre ad essere il tuo capitano, oltre ad essere un amico, oltre ad essere uno dei pirati più forti di questa
   Nuova era, è anche un ragazzo di 20 anni che prova e trasmette emozioni?”

La Navigatrice osservò l’amica, e sentendosi terribilmente imbarazzata portò entrambe le mani sul viso per coprirselo.

   “ahahahah, si! È proprio così! È strano…è così…strano…”

Nami raccontò alla sua “sorellona” tutti gli avvenimenti della giornata. Non senza un certo imbarazzo, ma sapeva di
fare la cosa giusta. Aveva bisogno di raccontare a qualcuno quella confusione, quel calderone di sentimenti che entrambi
non riuscivano a comprendere, che entrambi forse provavano per la prima volta in vita loro.
 
“…cosa devo fare io ora secondo te?”

  “solo stare tranquilla…e vivere tutto ciò che viene…e da un rapporto come il vostro può venire solo del buono.”

  “ma…non so neanche io cosa sto provando…è stato tutto così…improvviso…”

  “beh…a mio parere non è proprio così, tra di voi c’è sempre stato un rapporto speciale…”

  “si ma…questo è diverso…è fatto di contatti fisici, di emozioni forti, di sguardi…i suoi occhi neri mi spogliano di ogni
   convizione…smontano ogni mia bugia, ogni mia sicurezza…ma al contempo mi fanno sentire protetta…”
 
  “e non è sempre stato così?”

La mente di Nami corse. Corse a qualche anno prima, quando lei, intenta a fuggire da una nave appena svaligiata rubò
Una scialuppa, e come dal cielo piombò un tizio su un’altra scialuppa…ed in una frazione di secondo si guardarono. Tornò
col pensiero nel suo villaggio. Al momento nel quale lei voleva mandare via quel ragazzo sconclusionato inseme alla sua
ciurma, quel ragazzo che l’aveva inseguita fino lì solo per andarsela a riprendere. Quel ragazzo che aveva continuato a
confidare in lei anche se lei li aveva traditi tutti e gli aveva rubato anche la nave. Il pensiero si posò sul momento in cui lei in
lacrime invocò il suo aiuto, e lui la guardò intensamente, togliendosi l’adorato cappello di paglia e posandolo vigorosamente
sulla sua testa. Uno sguardo davanti al quale, forse per la prima volta in vita sua, si era sentita indifesa e bisognosa di
protezione. Poi Nami ripensò allo sguardo pieno di orgoglio, del momento in cui lui riemerse dalle macerie di Arlong Park,
gridando disperatamente “NAMI!!! TU SEI UNA MIA NAKAMA!!!!”. Realizzò che non era la prima volta che quello sguardo
la spogliava di quell’involucro di durezza e decisione. Probabilmente un debole per quegli occhi l’aveva sempre avuto.

  “forse hai ragione, Robin…”

  “non perderti mai nulla, questo è l’unico consiglio che ti posso dare…cerca sempre di vivere ogni bel momento che ti
   viene donato…non ti dico di forzare le cose con lui, questo no…però non aver paura…il natale poi, è così romantico…”

Sospirò Robin sorridendo dolcemente. Nami fece una faccetta furba e con le orecchie da volpe si avvicinò all’amica.

  “mmmh signorina archeologa, non è che mi sta nascondendo qualcosa? Avanti! Io ti ho detto tutto di me…ora tocca a te!”

  “ahahah hai ragione! Beh vedi, oggi sono stata molto bene con Franky…è un vero genteman.”

  “uuuh la nostra Robin ha un debole per i cyborg?!”

  “sono una tipa così stramba, non posso che avere gusti particolari! Comunque…ecco, tra noi non è successo nulla…
   Però…c’è un bel feeling.”
  
  “sarai stramba, ma non sei esente dai sentimenti! Ma…Franky ti piace? Fisicamente dico…”

Robin arrossì. credeva di non potersi mai imbarazzare oltre un certo limite, ma Nami sfatò questa sua convizione.

   “…m-ma che dici?! Beh comunque…ecco…a me piace…uff cosa mi costringi a dire! Mi sento una ragazzina!”

Le ragazze scoppiarono a ridere.

  “e tu che mi dici? Rufy a livello prettamente fisico ti piace?”

  “b-beh…”

  “che c’è? Ora fai la timida?”

  “non è semplice! È che io non l’avevo mai guardato con questi occhi…però…Rufy è carino…”

  “sei attratta da lui?”

  “e-ecco…si…oggi mentre mi abbracciava…eravamo così vicini…sentivo…attrazione…se non foste arrivati forse…”

Proprio in quell’istante qualcuno bussò alla porta.

  “HEYYY!!! Ragazze, è pronta la cena! Se non vi sbrigate Rufy si farà fuori anche la vostra parte!”

  “Usopp, dì a Rufy che se osa allungare le sue manacce di gomma sulla mia cena e su quella di Robin dovrà vedersela
   con me! Arriviamo tra un minuto!”

Le ragazze si sorrisero a vicenda.

  “ok, ora mi cambio in men che non si dica e andiamo a cena…puoi aspettarmi Robin?”

La mora annuì sorridente. Nel frattempo, Usopp era tornato in sala da pranzo.

  “Beh Nasolungo? Dove sono le mie Dee?!”

  “chiamami ancora Nasolungo e ti faccio divorare da una delle mie piante carnivore! Comunque mi hanno detto che stanno
  arrivando…e Rufy, Nami mi ha detto di riferirti che se osi allungare le tue manacce di gomma sul suo pasto e su quello
   di Robin, dovrai vedertela personalmente con lei!”

Rufy rise di gusto.

   “ok! Ricevuto!”

   “eccoci!”

   “scusate il ritardo, ciurma.”

Le due donne fecero il loro ingresso in sala da pranzo. Sanji, da bravo gentiluomo, scostò le poltrone dal tavolo e fece
accomodare entrambe le ragazze, che ringraziarono. Rufy osservava Nami, con un’espressione indecifrabile.
  
   “che guardi?!”
  
  “carino questo vestito!”

Sfortunatamente per lui Sanji stava passando proprio lì dietro. Il biondo gli posò seccato e minaccioso un piede sulla nuca.

   “Cosa sono questi atteggiamenti da mandrillo Rufy?! Se non fosse che ho visto coi miei occhi i tuoi progressi in
   combattimento, potrei continuare a pensare che tu in due anni sull’isola delle donne non ti sia affatto allenato…!!!”

Rufy la prese a ridere, tutti la presero a ridere. Tutti tranne Nami.
 
 **L’sola delle donne…già…Quella Boa Hancock della Flotta dei sette…mi è sembrato che lei e Rufy fossero molto amici…**

Nami assunse un’aria pensierosa e preoccupata. Usopp, di fianco a lei, se ne accorse.

  “Hey Nami!”

  “mh?”

  “tutto ok? Mi sembri distratta…”

  “no! No…è tutto ok, stavo solo pensando alla…alla cartina di quest’isola che dovrò disegnare!”

  “mmmh…sarà…”

Rispose Usopp non del tutto convinto. Era inutile, Nami non riusciva proprio più a farla a nessuno. Una come lei, che aveva
mentito, rubato e tradito per così tanti anni, non era più in grado di mentire, se non a se stessa forse. La ciurma consumò
la cena comunque in allegria, come sempre. Tutti furono nuovamente entusiasti delle decorazioni natalizie ideate interamente
da Nami per la cucina. Dopo aver mangiato a crepapelle, essendo tutti parecchio stanchi, decisero di avviarsi ognuno alle
proprie stanze. Robin prese in braccio Chopper, che dopo la cena si era addormentato sulla sedia. Franky ne osservò
attentamente ogni gesto, con quanta dolcezza sollevava delicatamente la piccola renna e sostenendolo con le braccia gli
posava la testolina sulla sua spalla, curandosi sempre che non si svegliasse. Il Carpentiere le si avvicinò.

  “Ti pesa? Se vuoi posso portarlo io…”

  “oh no no…Chopper è piuttosto leggero. E poi ho paura che si svegli se lo passo a qualcun altro…”

  “ok, allora ti accompagno…”

L’Archeologa gli sorrise, annuendo, ed insieme uscirono dalla sala da pranzo. Franky aprì con la sua chiave la camera dei
ragazzi, entrambi entrarono. Robin si avvicinò al lettino di Chopper, poi si voltò verso Franky.
 
  “Franky, potresti aprire le coperte del letto di Chopper? Io non ce la faccio…So che essendo una renna ha il pelo, però per
   evitare che prenda freddo vorrei rimboccargliele…”

  “oh…certamente”

Il cyborg sollevò le coperte, e l’archeologa con estrema delicatezza sfilò il grande cappello della piccola renna, lanciandolo
ai piedi del letto, per poi posare lentamente Chopper sul materasso, rimboccandogli le coperte con molta cura. Franky la
osservava notevolmente colpito. La donna infine diede un lieve bacio sulla fronte alla renna, ricordandogli immediatamente l’immagine di una mamma col suo bambino.

  “Saresti un’ottima mamma…”

  “lo pensi davvero? Mi fa piacere sentirtelo dire…è un bel complimento…”

  “beh, forse un giorno lo sarai davvero…”

La donna sorrise dolcemente al carpentiere, che ricambiò. Entrambi uscirono silenziosamente dalla stanza.

  “sai Franky…io, a parte Sauro e mia madre che mi sono goduta molto poco e comunque solo fino all’età di otto anni, prima di voi non ho mai avuto nessuno
   che mi volesse bene…non mi sembra vero di poter avere finalmente una famiglia…e comportarmi da sorella maggiore,
   o da mamma in determinate situazioni, per me è un piacere…”

   “già…anche per me è così…mi sento un po’ il padre in questa ciurma! Io e te siamo i più grandi…”

   “a parte Brook…”

   “ah già, Brook è molto più grande di entrambi! Ma nello spirito è un ragazzino…i più maturi siamo io e te, sulla Sunny…”

Affermò il Cyborg, arrossendo lievemente e guardando da un’altra parte per sconfiggere l’imbarazzo.

  “si…mi piace…io e te, mamma e papà di questa ciurma…”

Robin sorrise al solo pensiero, e Franky cominciò a sudare inspiegabilmente. L’uomo la accompagnò alla sua stanza, e
lei accortasi del suo vistoso imbarazzo tagliò corto, diede la buonanotte ed entrò nella sua camera.
________________________________________

note dell'autore: ed eccovi anche il sesto...mi sono ripromessa di scrivere un nuovo capitolo ogni volta che aggiorno...speriamo di riuscire a mantenere il ritmo. XD abbastanza FrankyXRobin questo sesto capitolo... ma del resto, è la coppia dopo Rufy e Nami che mi ispira di più! ora vi lascio... se ce la faccio aggiorno un altro capitolo entro oggi, vediamo. come dico sempre oramai, speriamo che non faccia proprio schifo! XD a presto! Rock On! :p (non chiedetemi perchè l'ho scritto, mi andava... ò_ò)

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Capitolo 7
*** 7. ***


Sanji si apprestava a sparecchiare, ma Nami lo bloccò.

  “Hey Sanji, vai pure a dormire, hai lavorato abbastanza per oggi. Qui ci penso io!”

Sanji cominciò a volteggiare con gli occhi a cuore.

  “OH NAMI-SAN!!! Come sei gentile con me!! Ma non devi disturbarti tesoro, in un fidanzamento c’è condivisioneeeee!!!”

Sanji volò letteralmente verso la rossa per abbracciarla, ma lei, ritirando i piatti sporchi dal tavolo si scansò ignorandolo completamente.

  “Sanji vai a letto…hai decisamente bisogno di dormire.”

  “e tu resti qui tutta sola?”

  “si…ma non preoccuparti. Sono ancora nel pieno delle forze, al contrario di voi! Ora và, è un ordine.”

Disse Nami al cuoco voltandosi per poggiare i piatti sporchi dentro il lavandino. Sanji, davanti ad un ordine di Nami, non
poteva che obbedire.

  “eh va bene…non posso disattendere un tuo ordine! Buona notte, Nami-San! E grazie.”
Nami sorrise al cuoco, che uscì dalla sala da pranzo perdendo un po’ di sangue dal naso. La ragazza continuò a
sparecchiare la tavola, quasi in modo automatico. La sua mente era troppo affollata per pensare a cosa stesse facendo.
prendendo un piatto e delle posate si tagliò con la punta di un coltello, facendo cadere il tutto per terra, rompendo
rumorosamente il piatto.
 
“oh no! Speriamo di non aver svegliato nessuno…maledizione…!”

Imprecò la rossa, maledicendosi. Improvvisamente qualcuno aprì la porta.

  “chi c’è?? Avanti esci fuori, ho sentito il rumore!! Sei venuto a rubare il nostro cibo?!?! Ti distruggo!!!”

Nami si sollevò lentamente da dietro il tavolo. Rufy era sulla porta in posizione da battaglia.

  “Nami! Allora sei tu…cosa è stato quel rumore?”

  “ho…ho rotto un piatto…”

  “allora ti aiuto a raccogliere!”

Nami tentò di bloccarlo con le mani, e Rufy vide il taglio che si era provocata.

  “ma tu ti sei ferita…fa vedere”

  “e smettila! È un taglietto, non è nulla di grave!”

  “ti ordino di farmelo vedere! Sono il Capitano!”

  “con me non funziona, idiota!”

Per tutta risposta il ragazzo si prese un bel pungo in testa. Ma nonostante questo, insistette. In un secondo prese alla
sprovvista la Navigatrice, afferrando la mano ferita.

  “perde sangue, ma non è grave…”

  “caspita, che bravo! Non ci voleva Chopper per capirlo…”
 
Il moro portò delicatamente la mano di lei vicino alle labbra, chiuse gli occhi ed in un gesto che sembrava quasi un
baciamano cominciò a succhiare il sangue fino a bloccarne il flusso. La ragazza rimase pietrificata, un brivido caldo le viaggiò
lungo la schiena, e guardandolo arrossì ancora. Poi lui riaprì gli occhi e sollevò lo sguardo, abbassando lievemente la mano
di lei. Si guardarono per lunghi istanti. Lei ritrasse con delicatezza la mano, portandola al petto.

  “d-devo finire di ritirare…”

  “no, faccio io!”

  “tu combini qualche disastro…per stasera è già sufficiente un piatto rotto.”

  “no, ti prometto che starò attento…e poi puoi stare qui a controllarmi! Siediti ed ammira il casalingo che c’è in me!”

La rossa rise di gusto, infondo non le dispiaceva osservare Rufy preso dalle faccende di casa. Si accomodò in una delle
poltrone della cucina, mentre Rufy raccolse i cocci del piatto, ritirò il resto degli utensili e li sistemò in ordine nel lavandino.
poi aprì l’acqua, regolò la temperatura, versò nella vaschetta un goccio di detersivo e cominciò a fregare con cura il primo
piatto. Nami posò un gomito sul tavolo, e piegando leggermente la testa la sostenne con la mano. Sorrise lievemente.
dietro un personaggio così buffo, stupido e sconclusionato, avventato, impavido, estremamente forte e coraggioso,
c’era un ragazzo dolce e premuroso, che non ha paura di fare “cose da donna” come le faccende di casa, come non ha
paura di piangere, di ammettere le sue fragilità. Le tornò in mente il momento in cui seppe di Ace. A quanto aveva desiderato
di potersi smolecolare per arrivare il più presto possibile da lui. A quanto fosse stato difficile smettere di piangere davanti
ai maghi di Weatheria per fargli credere che il suo pianto fosse tutta una sceneggiata. E a quanto fosse stato ancora più
difficile nascondere il pianto ad Haredas, suo maestro. L’unico col quale riusciva un po’ a sfogarsi. L’unico che aveva capito
ancor prima di sapere.
  
  **oi oi oi, signorina Nami…una ragazza bella come te non può piangere così spesso.**

  **…c-che cosa vuoi, Haredas?...lasciami sola…**

  **Nami-san…oramai sei una nipotina per me. Come può un nonno ignorare il malessere della sua nipotina?**

  **…s-sono triste…capita…**

  **pensi al tuo capitano, non è così? Oramai è passato un anno da quando sei arrivata qui…immagino ti manchi.**

  **…m-mi mancano tutti…**

  **ma lui di più, Nami-san…lo so, ci sono passato anche io…sono stato giovane anche io tanto tempo fa! Hehehe!**

  **…mh? Cosa vuoi dire Haredas-san?**

  **oi oi oi, lascia stare! La vita è meglio viverla che sentirsela raccontare…dai, vieni con me…dobbiamo scendere.**
 
Nami sospirò, ricordando quei due anni così terribili per la lontananza ma al contempo così stimolanti, per le cose
apprese e le persone conosciute. Rufy la guardò perplesso, mentre continuava a lavare i piatti.
 
  “hey ? Bella addormentata? Devo portarti al tuo letto?”
 
  “eh? Mica sto dormendo! Ero sovrapensiero…piuttosto, dove hai imparato a fare le faccende?”
 
  “quando ero piccolo Dadan costringeva me ed Ace a fare alcune faccende…ma noi volevamo andare a giocare e
   siccome fare le faccende era noioso facevamo tiro al piattello con i piatti! Ihihihih! Poi negli ultimi due anni ognitanto,
   tra un allenamento e l’altro, io e Rayleigh stavamo al palazzo reale dell’isola delle donne, e quando finivamo di mangiare
   ci offrivamo di dare una mano a mettere in ordine, per ripagare l’ospitalità. Ed è lì che ho affinato le mie
   spiccate doti!”
 
Nami si incupì.
 
  “…Senti Rufy…a proposito…a proposito di questi ultimi due anni…”
 
La ragazza abbassò lo sguardo, e sotto il tavolo coi pugni strinse forte la stoffa del suo vestito.
 
  “…come sei stato sull’isola delle donne?”
 
  “benissimo! Si mangiava alla grande! Ma praticamente non sono stato là per tanto tempo…Rayleigh mi ha allenato a
  Rusukaina, un’isola vicina…della quale sono diventato il sovrano! Ihihih!”
 
Nami non commentò. Una volta terminato il lavoro, Rufy si sedette sul tavolo, di fianco alla Navigatrice, che alzò lo sguardo verso di lui.
 
  “io ho finito…se vuoi possiamo andare a dormire.”

  “si, è tardi…Rufy ascolta…”

  “sono tutto orecchie!”

  “non fare lo scemo!…dicevo…domani…ecco, volevo fare un giro per centri commerciali…ti và di…”

  “si, verrò con te! Ad una condizione…”

La rossa rimase sorpresa, e lo fu ancora di più quando Rufy abbassò la testa avvicinandola bruscamente alla sua, guardandola dritta negli occhi con quello sguardo nero e penetrante.

  “dobbiamo andare anche al lunapark. Altrimenti non ci sto. Che ne dici?” 

Disse il ragazzo con voce roca, prendendole un ciuffo di capelli rossi e giocandoci con delicatezza. Nami avvampò ed annuì.

  “v-va bene ci sto…”

Rufy fece uno dei suoi sorrisi a 32 denti e si sollevò.

  “bene! Allora è deciso, domani passeremo la giornata insieme per negozi e attrazioni mozzafiato!”

  “hey hey! Non voglio sentirmi male! Non mi porterai su quei cosi a testa in giù?!”

Rufy si alzò dal tavolo con un balzo, e di spalle ridacchiò. Anche Nami si alzò in piedi.

  “hai paura, Gatta Ladra?”

  “si, Re dei Pirati! Come tutte le persone normali ho paura!”

Il ragazzò si voltò verso di lei e sorrise ancora.

  “pensi che io ti farei fare qualcosa che potrebbe metterti in pericolo? Ci sono io con te, no? Tu di me ti fidi, perciò…”

  “…e va bene, tanto parlare con te è come parlare con un muro! Ora andiamo a letto…”

I due si apprestarono ad usicre dalla sala da pranzo, spegnendo tutte le luci, e si diressero sul ponte. Rufy accompagnò Nami fino alla porta della sua camera. L’atmosfera era piuttosto tesa.
 
  “…bene, sono arrivata…ora apro la porta…e vado a letto…”

  “…o-ok…buona notte…”

  “…perfetto…a d-domani allora…”
 
La ragazza si voltò leggermente per aprire con delicatezza la porta, sapeva che c’era Robin che dormiva e non voleva svegliarla. Ma ad un tratto si sentì tirare per un braccio. Rufy la girò un poco, quel tanto che bastò per schioccarle un timido bacio sulla guancia. Un bacio fugace, quasi impalpabile. Lui la guardò quasi intimorito, lei se ne accorse e gli sorrise, chiudendo la porta dietro di se. Nami si sfilò velocemente i vestiti e si mise sotto le coperte. Il letto era già caldo, Robin le aveva acceso la coperta termica. Diede uno sguardo all’amica che dormiva placidamente nel letto di fianco al suo. Una volta posata la testa sul cuscino, impiegò pochi secondi ad addormentarsi. Nello stesso momento Rufy appese il suo cappello ad un angolo della spalliera del suo letto, come faceva sempre. Si tolse la felpa, e a petto nudo si sdraio sulla branda, coprendosi. Ma non aveva freddo, anzi era piuttosto accaldato. Si mise le mani dietro la nuca e guardò il soffitto. Gli altri ragazzi dormivano profondamente, e anche lui avrebbe dovuto dormire. Ma sentiva tutta la cena salire e scendere. Non aveva mai avuto problemi di digestione, ma Il suo stomaco era teso e si contorceva in maniera quasi impercettibile ma costante. Non era così doloroso, ne aveva passati di dolori nella sua vita, quello non era nulla. Se non fosse stato per quella sensazione di dolce tensione continua ed inesorabile, avrebbe potuto addormentarsi in un battibaleno.

  **non capisco…ho mangiato bene, non posso avere già fame…no, questa non è fame…sono agitato…sono     teso…non come     quando sono arrabbiato…non come prima di una battaglia…non ho mai provato una cosa simile…**
___________________________________

note dell'autore: pronto anche il capitolo numero 7...non so quanto possa rispecchiare i personaggi questa volta, Rufy che fa le faccende senza fare disastri è un pò strano da immaginare! :D però volevo rendere l'idea che avesse imparato tante cose oltre che l'utilizzo dei tipi di Haki, in questi due anni di separazione! XD il prossimo capitolo sarà diverso, come ho già anticipato...spero di postarlo quanto prima! a presto! ;) Rock On! XD (oramai è vizio. ù_ù) 

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Capitolo 8
*** 8. ***



La nottata passò in un soffio, ed i Mugiwara si alzarono per la colazione.

  “NAMI SWAAAAN! Sei stata magnifica!! È tutto pulito e riordinato alla perfezione! Sei la moglie perfetta…”

Disse Sanji riferendosi alla Navigatrice con un aria da sciupafemmine.  

  “grazie, ma i complimenti dovete farli a Rufy, non a me.”

Tutti spalancarono le bocche dallo stupore.

  “EEEEEEH??? RUFY???”

Nami annuì con sicurezza.

  “io mi sono tagliata un dito con un piatto che ho rotto, Rufy era lì e si è offerto di fare il lavoro al posto mio.”

Proprio in quel momento, il Capitano entrò dalla porta, dando un caloroso buongiorno a tutti i suoi Nakama. quando si accorse che lo guardavano tutti con gli occhi spalancati rimase sul posto.

  “beh? Che c’è? Perché siete tutti imbambolati?!”

Usopp si avvicinò al ragazzo, passandogli un braccio attorlo alle spalle.

  “Hey Rufy, ma è vero che ieri notte hai fatto le faccende al posto di Nami?”

  “CHE C’E’ NON CREDI A QUELLO CHE TI DICO?!?!?”

Gli gridò Nami con la bocca da squalo. Rufy rispose con tranquillità.

  “si, è così! Nami si era fatta male, io non avevo sonno, e così mi sono offerto.”

  “e non hai rotto niente? Nessun piatto o bicchiere…non hai versato resti per terra o distrutto qualche parte    della cucina…”

  “no. E non capisco perché vi stupiate così tanto, anche io devo crescere prima o poi. UUUUH LE FRITTATINE   CON LO SCIROPPO DI
FRUTTI DI BOSCO!!!!!!!!!!! CHE FAME!!!!!!!”

La ciurma rimase come stordita ma per poco, giusto fino a che Rufy non cominciò ad abbuffarsi, e tutti realizzarono che era tutto nella norma.

Nami, che come al solito era di fianco a Rufy, timidamente gli toccò un braccio per attirare la sua attenzione.

  “Buongiorno, Capitano…”

Rufy si girò e rispose felice e a bocca piena, schizzando pezzettini di frittella dappertutto.

  “BVUOVRONVRO NAWI!”

  “BAKA!!! Non si parla a bocca piena!”

Disse seccata la rossa scagliando un potente pugno sulla testa del ragazzo.
Arrivò il momento di uscire. Visto che la giornata era fredda ma soleggiata, Franky, Robin e Chopper avevano deciso di esplorare l’isola a bordo della SUPER-MOTOCICLETTA di Franky. Sanji aveva convinto Usopp ad accompagnarlo in giro per locali in cerca di belle ragazze. L’avevano proposto anche a Zoro, ma lui era intenzionato a cercare fabbri specializzati in spade o negozi ben forniti. Brook era in piena fase artistica ed affermò di avere estremamente bisogno di una giornata da solo in riva al mare, accompagnato solo dalla sua chitarra e da qualche spartito da scrivere. Intanto Rufy si stava avvicinando a Nami per dirle che l’avrebbe aspettata sul ponte. Lei annuì, e corse in camera a prepararsi. Rufy attendeva impaziente poggiato sulla balaustra della nave, di fronte alla porta della stanza di Nami. Batteva con insistenza il piede a terra come a tenere un qualche ritmo, probabilmente quello del battito del suo cuore, lievemente accelerato. Si mise le mani in tasca e guardò per aria. Quando un rumore attirò la sua attenzione. Era il rumore della porta della camera di Nami, lei era pronta. Aveva un paio di stivaletti color cioccolato all’altezza della caviglia, senza molto tacco, delle parigine nere con delle righe orizzontali arancioni, un paio di shorts color jeans coperti in gran parte da un grazioso cappottino nero con i bottoni arancioni a forma di mandarino. Una sciarpa al collo e una borsa a tracolla dello stesso colore degli stivaletti. In testa, un grazioso baschetto nero alla francese. I capelli raccolti in una grande treccia laterale, due curiosi orecchini arancioni a forma di mandarino, e due ciuffi sciolti sul davanti le contornavano il viso illuminato. Rufy stette a guardarla per qualche secondo.

  “che c’è? Non ti piaccio?”

  “no affatto! Stai molto..bene…”

  “anche tu…quel cappotto ti dona…”

  “questo? È di Rayleigh…mi piaceva e me l’ha regalato! Ha detto che non ha più l’età per portarlo!”

Rufy aveva un paio di scarpe nere sportive, dei jeans scuri un po’ sbiaditi, ed il cappotto nero doppio petto con il colletto alla
coreana di Rayleigh che tanto gli piaceva. Anche lui stava piuttosto bene, con quei vestiti e con quei capelli neri e disordinati.
Nami non potè fare a meno di constatarlo tra se e se.
 
  “e il tuo cappello? L’hai dimenticato? Non è da te…”
 
  “no, non l’ho dimenticato…ho deciso di lasciarlo qui perchè ho paura di perderlo sull’ottovolante! Ihihih!”
 
  “oddio non cominciare! Prima andiamo a fare shopping, ti avviso! Il lunapark a fine giornata!”
 
  “ahahahah che fifona!”
 
I due si avviarono verso la scala per scendere dalla nave, quando Sanji li vide da lontano, che ridevano e scherzavano, e
soprattutto che USCIVANO INSIEME. Improvvisamente una strana aura lo attorniò, come un fuoco.
 
  “ggggrrr…RUUUFYYYY!!!!!!! DOVE VAI CON…”
 
Ma qualcosa lo bloccò. Era Robin, che lo aveva afferrato per un braccio.
 
  “hey, Sanji…è una così bella giornata…perché ti agiti così?”
 
  “ROBIN-CWAN!! Ecco vedi, Nami-san sta uscendo con Rufy…ma non uscendo in quel senso, no, stavano solo parlando..
   però io volevo proteggere la mia N… *aspetta, non posso dire queste cose a Robin, altrimenti potrebbe ingelosirsi…
   e poi perché mi sta chiedendo tutto questo? Forse è già gelosa…ma allora…ALLORA…ROBIN MI…MI…* ”
 
Sanji cominciò a sanguinare dal naso, e dei cuoricini di fumo uscivano dalla sua sigaretta.
 
  “Sanji? Ti senti bene?”
 
Il cuoco sentì un sottofondo strappalacrime di violini, e si preparava ad abbracciare con passione la donna, guardandola
con gli occhi scintillanti.
 
  “Robin-Cwan…posso portarti in un bel ristorantino oggi?”
 
  “oh, mi spiace Sanji, ma Franky è giù che mi aspetta…passeremo la giornata insieme a visitare l’isola.”
 
Il ragazzo biondo divenne di pietra e si frantumò in pochi secondi. Una volta ricomposto, prese a piangere, tirando
coi denti un bordo del polsino della camicia.
 
  “ah Sanji…non prendertela per Nami…tu le vuoi molto bene, lei è una bellissima ragazza e non può non piacere, ma non
   la ami veramente, Sanji-san…per te è una persona importante, ma pensaci bene…forse c’è un’altra persona nel tuo
   cuore, o ci sarà…ma non è Nami. Tu ne sei consapevole, infondo. A stasera, Gamba Nera…”
 
Sanji rimase di sasso. Pietrificato. D’un tratto gli venì in mente un paesaggio. Un deserto, delle tempeste di sabbia, un’oasi
In lontanalza. Un turbine di pensieri si impadronì di lui in un attimo.
 
  *mi sento arido…forse è la rappresentazione del mio stato d’animo…arido come il deserto…e quell’oasi sono
   Nami e Robin…delle visioni non reali, non nella mia vita, non come avrei voluto. O forse quell’oasi è reale, è solo
   questione di pazienza…forse posso arrivarci…o forse no…*
 
Il ragazzo, capo chino e sguardo basso, scese sconsolato e pensieroso dalla nave. Davanti a lui, Usopp e Zoro.
 
  “Finalmente Sanji! Ci hai messo un’eternità! Pronto per rimorchiare??”
 
Ma Sanji passò davanti a lui e Zoro senza prestargli molta attenzione.
 
  “no, non me la sento più…ho bisogno di stare da solo…ci vediamo stasera…”
 
Usopp rimase sbalordito, e non da meno fu Zoro.
 
  “hey cuoco, ma che hai? Ti sei rammollito?”
 
  “non ho voglia di battibeccare Zoro, davvero…scusami…”
 
E si allontanò, sguardo basso e mani in tasca. Usopp spalancò la bocca, a dir poco scioccato. Zoro provò preoccupazione
per quel cuoco, non era davvero da lui. Non era in in se stesso, non c’era altra spiegazione. Ma la volontà di un uomo và
sempre rispettata, così Zoro trascinò via Usopp, intento a voler seguire Sanji a tutti i costi per capire cosa avesse.
 
  “Zoro! Lasciami! Vuoi davvero lasciarlo andare così?? Guardalo, è affranto!!”
 
Lo spadaccino prese per il colletto del giubbotto il cecchino, guardandolo dritto negli occhi con fare deciso.
 
  “ascoltami bene Nasolungo, Sanji ha detto che VUOLE STARE DA SOLO, e noi esaudiremo la sua volontà. Non credi che
  essere amici significhi soprattutto avere rispetto delle scelte altrui? E poi tutti abbiamo bisogno di solitudine, ognitanto.”
 
Usopp annuì, un po’ contrariato ma consapevole che Zoro non aveva tutti i torti.
 
______________________________________

note dell'autore: ooooh ecco svelato il protagonista di questo capitolo e anche del prossimo! il nostro Sanji Gamba Nera! cosa succederà al nostro Sanji-kun in preda alla malinconia? lo scopriremo (penso tra pochissimo) nel prossimo capitolo! :D Rock On!  ^___^

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Capitolo 9
*** 9. ***



Sanji camminava per il lungomare di Keylos City, capitale dell’isola. Addobbi e musiche natalizie rendevano l’atmosfera
Gioiosa, ma il ragazzo non riusciva ad avvertire tutto questo. Ad un tratto, si trovò davanti ad una piazzetta con un mercatino
Natalizio. Decise di avvicinarsi, giusto per dare un’occhiata, magari sarebbe servito a distrarlo un po’. Una bancarella in
Particolare attirò L’attenzione del biondo, un banchetto di miniature di ogni tipo di animale. Riconobbe tantissime creature
Incontrate nel suo viaggio, re del mare, mostri marini, il Kraken, uccelli giganti, animaletti di ogni genere in scala. Ne prese
uno in mano.
 
  “…questo è…”
 
  “hey ragazzo! Hai occhio, quella riproduzione è fatta veramente alla perfezione! Hai mai visto un vero dugongo di
  Alabasta?”
 
Sanji sollevò la testa e guardò la commessa.
 
  “oh, si…ne ho visti…sono stato ad Alabasta, tempo fa…”
 
Sanji sentì improvvisamente un calore all’altezza delle gote. Gli venne in mente un sorriso. Un paio di occhi grandi e grigi.
 
  “sai ragazzo, se vuoi comprarne uno ti conviene acquistarlo oggi, questi dugongi di solito non li vendiamo! Li abbiamo
  fatti fare dagli artigiani dell’isola in onore dei Reali di Alabasta, che saranno in visita di piacere per Natale qui a Keylos!”
 
Il cuoco sollevò di colpo la testa, con un’espressione stupita e gli occhi spalancati.
 
  “c-come ha detto??? I Reali di Alabasta saranno qui per Natale???”
 
  “si ragazzo…ma cos’hai? Và tutto bene?”
 
  “e ci sarà anche la Principessa???”
 
  “ah, parli della Principessa Nefertari Bibi? Si certo, lei e suo padre insieme ai suoi più stretti collaboratori arriveranno
   Proprio oggi…ma come mai ti interessa tanto? Ah capisco, sei un fan della principessa!”
 
Nel frattempo un ragazzino si avvicinò alla commessa della bancarella, tirandole vigorosamente la gonna.
 
  “mamma mamma!! L’ho vista!!”
 
  “chi hai visto Jack?”
 
  “la Principessa di Alabasta! È arrivata al porto! È bellissima!”
 
Sanji prese il bambino per le spalle e lo sollevò, spaventandolo a morte.
 
  “DA CHE PARTE E’ IL PORTO???”
 
Il bambino, terrorizzato, indicò una direzione con il braccio teso. Sanji dette uno sguardo, e vedendo distintamente ma in
Lontananza le banchine e le navi capì che la direzione era quella, posò il bambino per terra, de cadde dalla paura, spense
La sigaretta in un posacenere e cominciò a correre all’impazzata. Tutti, passanti e commercianti, rimasero senza parole.
Il solo pensiero di rivederla, di rivedere il suo sorriso così dolce, di sentirsi chiamare “Sanji-kun” da lei, lo mandava fuori di
testa.
 
  “…Bibi…sono qui, Bibi-chan!!!”
 
In un paio di minuti, il cuoco arrivò al porto. Un grande corteo attorniato da centinaia di persone in festa era a pochi metri
Da lui. Strizzò l’occhio cercando di capire se fosse il giusto corteo.
 
  “quella testa…quei capelli sembrano…ma certo, E’ IGARAM!!!”
 
Corse fino ad arrivare alla folla, tentando di intrufolarsi tra la gente in delirio. Avrebbe potuto scansare centinaia di persone
Con un solo colpo, ma sapeva di non poter fare una cosa del genere. Sgomitando riuscì ad introdursi nelle prime file, e lì,
la vide. Aveva un elegante abito lungo di chiffon color champagne, i capelli fluenti legati in una mezza coda, gli occhi
brillanti e l’andatura regale. Lui ne rimase ammaliato, per qualche istante non sentì gli schiamazzi e le gomitate attorno
a lui. Il cuore sembro schizzargli dal petto quando lei volse lo sguardo proprio dalla parte dove era lui.
 
  “BIBI!!!!!!!!!!!!BIIIIIB…”
 
Il biondo venne atterrato da una manata sulla faccia, e sommerso dalla gente che gridava per attirare l’attenzione della
Principessa. Bibi percepì qualcosa. Controllò con più attenzione, ma non vide nulla di particolare e continuò a salutare
Le persone come se nulla fosse.
 
  *eppure io ho sentito qualcosa…e se fosse?...no Bibi…smettila di sognare…*
 
Il re, Nefertari Cobra, dette uno sguardo a sua figlia.
 
  “Bibi, qualcosa non và? Mi sembri turbata…”
 
  “eh? No papà, và tutto bene…sono solo un po’ stanca.”
 
Il corteo proseguì per qualche altro metro, fino ad arrivare ad una carrozza trainata da quattro cavalli bianchi. Il primo a salire
Fu Re Cobra, che tese una mano verso la figlia aiutandola a prendere posto. Dopo di loro, vi salì il presidente di Keylos
Insieme alla sua consorte. Lo staff reale salì a bordo di altri mezzi di scorta al corteo. La carrozza partì, e Bibi dette un
Ultimo sguardo nella direzione nella quale aveva sentito chiamare il suo nome così forte, così disperatamente. Ebbe
Un brivido ed abbassò lo sguardo. Qualcosa le diceva che qualcuno aveva realmente tentato di attirare la sua attenzione.
Nel frattempo, Sanji si riprese dalle botte subite, alzandosi con una mano sulla testa.
 
  “ahi…che mal di testa…Bibi!! Dov’è??”
 
Guardò in ogni dove, ma del corteo non c’era più traccia. Chiese a delle ragazze con in mano una foto di Bibi con il suo
Autografo.
 
  “scusate ragazze…posso farvi una domanda?”
 
  “hey, bell’imbusto! Vuoi portarci a bere qualcosa? Sei carino sai?”
 
Una di loro si avvicinò suadente al ragazzo, ma Sanji si scostò.
 
  “no no, siete fuori strada…io volevo solo sapere da che parte è andato il corteo. Ho visto che avete in mano una foto di
   Bibi, e così…”
 
  “ah, poverino! Non sei riuscito ad avere l’autografo perché sei svenuto! Sono sicura che se Bibi ti avesse visto avrebbe
  Fermato il corteo per soccorrerti, gentile come è!”
 
   “voi la conoscete bene? Sembrate sapere molto di lei…”
 
  “oh no, magari! Conoscerla di persona è il mio sogno, lei è così bella ed elegante! È il nostro idolo!”
 
Una seconda ragazza intervenne.
 
  “noi siamo del posto, e quando abbiamo saputo che la Principessa Bibi sarebbe passata di qui per Natale non ci siamo
   Fatte sfuggire l’occasione di vederla di persona! Sapete che si dice in giro che Bibi abbia scelto quest’isola per cercare
   Un abito da sposa? Pare che stia per sposare l’ex capo dei ribelli, ora ufficiale dell’esercito! mi pare si chiami Koza…”
 
Sanji strinse i pungi con rabbia, e rivolse uno sguardo infuriato alla ragazza.
 
  “quello che…quello che stai dicendo non è possibile…NON E’ LA VERITA’…sono solo chiacchiere!!”
 
  “e tu come fai ad esserne sicuro? Neanche io ho la certezza di quel che dico, ma…”
 
  “NON E’ POSSIBILE E BASTA!!! Ed ora ditemi dov’è diretto il corteo, devo raggiungerlo!!!”
 
  “il corteo è andato al palazzo presidenziale, da quella parte…troverai tutte le indicazioni strada facendo.”
 
Una terza ragazza più calma e distaccata indicò una direzione.
 
  “ma, ragazzo…scordati che ti facciano passare, voglio dire, è un incontro tra capi di stato…come pensi che possano
   Accedervi dei comuni mortali come noi? Sei completamente pazzo…”
 
Sanji la guardò, poi sorrise.
 
  “si, hai ragione…sono pazzo…completamente, meravigliosamente pazzo…devo andare, grazie di tutto!”
 
Il cuoco si mise a correre nella direzione indicatagli. Era incredibile che proprio in quel giorno nel quale aveva perso
Ogni speranza con quelle che ogni giorno credeva di considerare “le sue Dee”, riapparisse proprio Bibi. Tra tutte, proprio lei.
Non vedeva l’ora di trovarsela davanti, quello scricciolo di ragazza, all’apparenza così fragile e delicata ma talmente forte da
Entrare in un organizzazione criminale segreta e rischiare la sua vita col solo scopo di salvare il suo regno. Aumentò il passo
ancora e ancora, fino a che non arrivò davanti al grande palazzo presidenziale. Con il fiatone, d’istinto fece per entrare
dall’entrata principale, ma si bloccò.
 
  **non posso entrare da qui…non mi faranno mai entrare…non mi conoscono…se solo ci fosse Igaram…**
 
Allora prese a camminare circondando il muro di cinta del palazzo, fino a che non vide una pianta rampicante che arrivava
Fino al punto più alto del muro. Decise di arrampicarsi per scavalcarlo, giungere nel giardino ed andare alla ricerca di Bibi
Evitanto di venire scoperto dalla polizia statale e di cacciarsi nei guai. Il ragazzo si guardò intorno e constatando che
Non c’era nessuno nei dintorni, cominciò la scalata. La pianta era un roseto di rose bianche, colmo di spine. Sanji si ferì le
Mani ed il corpo così tante volte da non essere nemmeno riuscito a contarle. Strappò anche i vestiti che indossava.
Arrivato sul muro, prima di saltar giù, vide tra le rose bianche tutte pressochè uguali, un meraviglioso bocciolo di rosa color
bianco Avorio che brillava di una luce tutta sua. Sembrava un’enorme perla.
 
  “sei mia…ti porterò da lei…”
 
La colse, se la sistemò tra i denti, e con un balzo scese dall’altra parte del muro di cinta. Con circospezione attraversò il
Giardino. Nascosto dietro ad un albero, notò un paio di guardie avvicinarsi. E anche se sembravano intente a parlare tra
Loro, Sanji pensò che fosse più prudente nascondersi sull’albero. Avrebbe potuto metterle fuori gioco in un nanosecondo,
ma non era lì per combattere, per nessuna ragione. Tirato un sospiro di sollievo, diresse lo sguardo ad una finestra aperta
del palazzo dalla quale vedeva svolazzare delle tende. Vide una sagoma aggirarsi nella stanza. La sagoma si soffermò
proprio davanti alla finestra. Sanji udì una risata. Una risata dolce e controllata. La sagoma si mise la mano davanti alla
bocca. Solo lei era così educata da fare una cosa del genere. Il ragazzo si protrasse su di un ramo per vedere bene,
perdendo quasi l’equilibrio.
 
  “…è lei…finalmente ti ho trovata…ma con chi ride? Non sarà…..”
 
Bibi si spostò, e Sanji udì un rumore di porta. Probabilmente era uscita, o era andata in bagno. Il ragazzo si decise a
Saltare. In un secondo, era sul cornicione della finestra. Quando uno strano verso risuonò nelle sue orecchie.
 
  “QUAH!”
 
  “Karl! Amico!”
 
Il biondo scese dal cornicione, sorridente. Di Koza, per sua fortuna, nessuna traccia.
 
 “Karl!!! Stai bene?? È entrato qualcuno?? Chi è là??”
 
Bibi tornò di corsa nella stanza da letto del suo piccolo appartamento, e non potè credere a ciò che aveva davanti. Con
Gli occhi lucidi si mise le mani sulla bocca, spostandone poi una sul cuore, che batteva così forte che pensava di stare per
Morire.
 
  “…Sanji-kun…non è un sogno…non è un altro sogno, sei proprio tu…”
 
Sanji le sorrise dolcemente. Lei, quasi a voler constatare che fosse tutto vero, corse tra le sue braccia, in lacrime, e
Lo strinse forte, come per non lasciarlo andare via. Lui le mise un braccio sulle spalle ed uno sul capo, carezzandoglielo
Molto dolcemente.
 
  “la mia piccola Bibi…tutto mi sarei aspettato oggi, tranne che di avere la possibilità di vivere questo momento…”
 
La ragazza sollevò la testa per guardare Sanji. Piangeva disperatamente. Karl guardava innocente la scena.
 
  “…e-eh…e l-lo dici a me…c-che ci fai qui? Ti credevo per mare con gli altri…”
 
  “siamo tutti qui per una piccola sosta…gli altri sono in giro per la città, non sanno che ci sei anche tu…ero solo quando
   L’ho saputo, e sono corso subito da te…senza avvisare nessuno…lo so, ho fatto una pazzia…”
 
  “Sanji tu sei pieno di tagli…stai sanguinando…che hai fatto?”
 
Bibi si scostò dal corpo del ragazzo e lo osservò per bene.
 
  “oh…mi sono ridotto ad un colabrodo, hehe…è successo durante l’arrampicata del muro…scusa se mi presento da te in
   Questo…questo s-stato…m-ma…AH!!!”
 
Il cuoco avvertì una fitta all’addome e si accasciò, tra le urla disperate di Bibi e di Karl.
 
  “KARL PRESTO VA’ A CHIAMARE AIUTO!!! SERVE UN MEDICO!!!”
 
Il papero corse fuori dalla camera in cerca di un dottore, mentre Bibi strinse a se Sanji, quasi privo di sensi.
 
  “non parlare Sanji-kun…non devi sforzarti…ora arriva il dottore e ti medica le ferite…starò io qui, mi prenderò cura
   Di te…proprio come tu facevi con me sulla Going Merry…”
 
Karl tornò in compagnia di un medico e alcuni infermieri. Presero il cuoco, e lo sdraiarono sul letto della ragazza. Bibi
Lo spogliò con delicatezza dei vestiti. Si sentiva un po’ in imbarazzo, ma doveva rendersi utile, lui si era ridotto così solo
Per arrivare da lei. Il dottore gli medicò tutte le ferite, compresa una ferita più profonda scoperta una volta eliminati gli
Abiti; la ferita per la quale probabilmente Sanji, per mancanza di forze, aveva perso i sensi. Una volta finita la medicazione,
l’equipe se ne andò, specificando alla principessa che di qualsiasi cosa avrebbe avuto bisogno, sarebbe bastato chiamare.
Sanji riposava serenamente sul letto. Bibi avvicinò una sedia dello scrittoio al letto, e gli prese una mano tra le sue. Senza
Stringere, mai avrebbe voluto svegliarlo. Lo trovava così bello mentre dormiva. Lentamente si alzò, ed avvicinò il suo viso
A quello di lui, guardandolo intensamente. Arrossì lievemente. Con i polpastrelli gli carezzò i tratti del viso, soffermandosi su
una guancia, per poi risalire. In prossimità della fronte, si fece coraggio e gli scostò i capelli che abitualmente gli coprivano
l’occhio, notando inoltre che l’occhio scoperto non era quello che conosceva lei, ma l’altro. Una volta liberata la fronte dai
biondi capelli, gli dette un piccolo bacio. Sorrise, poi si rimise a sedere sulla sedia, e continuando a tenergli una mano, posò
la testa sul materasso, addormentandosi senza neanche rendersene conto.
 
___________________________________________

note dell'autore: ...allora, so che Bibi non sta molto simpatica in generale...so che molti mi ucciderebbero per averla "accoppiata" con Sanji... XD  però io li vedo benissimo...insomma, secondo me veramente Sanji non è innamorato nè di Nami nè di tutte le altre che insegue! XD non voglio dire che sia innamorato di Bibi, ma nei suoi confronti l'ho visto diverso, ecco tutto...dolce, forse come con nessun'altra. vabè mi son dilungata come al solito! XD cià, alla prossima! :p  Rock On!  ^o^ 
  

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Capitolo 10
*** 10. ***


  “ooooh guarda questa vetrina!! E questa! E questa! E quest’altra! Oddio potrei impazzire qui dentro!”
 
  “…sei già pazza Nami…”
 
Rufy sentì una fitta sulla testa, e del fumo cominciò a salire al cielo.
 
  “AHIA!!! Prima o poi mi sfonderai la testa con questi pugni!”
 
  “tanto è vuota…”
 
Il Capitano camminava in silenzio, mentre Nami di fianco a lui canticchiava e sbavava su ogni vetrina come una bambina
Nel paese dei balocchi. Rufy le picchiettò una spalla.
 
  “hey Nami…”
 
  “mh?”
 
  “pensi davvero che io sia una zucca vuota?”
 
Nami osservò Rufy, quasi dispiaciuta. Come aveva potuto farsi una domanda simile? È vero, glielo diceva spesso, ma
Sapeva bene di avere un’enorme stima di lui. Allora lo fermò praticamente in mezzo alla gente che camminava, gli si
avvicinò sorridendo, gli posò le nami sulle guance e lo guardò per qualche secondo. Poi lo abbracciò portando le braccia
dietro il suo collo, e prese a sussurrargli all’orecchio.
 
  “…pensi davvero che avrei lasciato il mio villaggio per seguirti in capo al mondo se non avessi pensato veramente che sei
  il miglior capitano di questo mondo?”
 
  “posso anche essere un bravo capitano…ma oltre il capitano?”
 
  “beh, oltre il capitano…c’è un mondo intero…c’è una persona che nella mia vita è un pilastro portante. Come puoi anche
   Solo pensare che io possa vivere con te ogni giorno senza apprezzarti profondamente come persona? Eh?”
 
   “ma dici sempre che sono un idiota…”
 
   “vedi Rufy, tu fai l’idiota…so bene che non sei un vero idiota. E poi il mio baka è affettuoso, al di là dei pugni! A parte
    Tutto, non pensarci neanche…non potrei desiderare una ciurma miglioe! E una persona migliore al mio fianco…ok?”
 
Nami strinse lievemente la presa, mettendosi in punta di piedi per afferrarlo meglio, quasi da appendersi a lui. Rufy allora
Sorrise e le cinse la schiena, stringendola a sua volta.
 
  “suppongo che abbia pensato troppo allora…ehm, Nami…sai che siamo in mezzo alla gente, vero?”
 
  “e allora?”
 
  “non ti importa?”
 
  “ a te importa?”
 
  “no…ma pensavo che a te…”
 
  “sssshhh…l’hai detto anche tu, stai pensando troppo, non è da te…ora voglio solo che mi stringi, non mi importa chi
   ci vede…”
 
Il ragazzo allora sollevò leggermente la sua Navigatrice, stringendola come lei gli aveva chiesto. Posò una mano sui
I capelli di lei, smuovendoli leggermente ed inebriandosi ancora una volta del dolce profumo di mandarino che emanavano.
Improvvisamente Rufy si sentì spingere all’indietro, come se Nami stesse cercando di schiacciarlo. Si prese qualche silenzioso istante Per cercare di capire cosa stava succedendo, se solo avesse proferito parola in quel momento probabilmente Nami
L’avrebbe pestato come Sanji pesta la carne prima di metterla in padella. Ma nel tempo che aveva perso a pensare, la pressione
Era notevolmente aumentata e il ragazzo cominciò inevitabilmente ad indietreggiare.
 
  “…ehm…N-Nami…scusa ma….perchè…perché mi spingi?”
 
Nami continuava la sua opera in silenzio, nascondendo la faccia nell’incavo del collo di Rufy, ma con lo sguardo ben puntato
su un solo Obbiettivo: il negozio di abiti per uomo, proprio dietro di loro. Sapeva che Rufy non ci sarebbe mai entrato di sua spontanea Volontà, neanche sotto tortura. Quindi voleva portarcelo senza che lui lo capisse. Purtroppo per lei, quando giusero
sotto lo stipite della porta d’ingresso della raffinata boutique, Rufy si accorse che davanti a loro c’erano delle grandi vetrate
a specchio, e potè finalmente capire le intenzioni della ragazza. Preso dal panicò, tentò di puntare i piedi e di aggrapparsi
allo stipite.
 
  “NO!!!!!!!!!!! NO!!!!!!!!!!!!! TI PREGO TUTTO MA NON UN NEGOZIO DI ABITI DA PINGUINO!!!!!!!!”
 
La ragazza puntò le mani sul petto di lui e si preparò a spingere con più vigore.
 
  “eddai!!! Voglio vederti con uno di quegli abiti!! Che ti costa, dannazione!!!”
 
  “Nami io ODIO quegli abiti, mi hai mai visto vestito così?!?!? Io non ci entro, voglio andare alla cioccolatteria qua davanti!!!”
 
La rossa, che cominciava ad avere un’espressione scocciata, spinse con tutta la forza che aveva. Ma non aveva calcolato,
ahimè, che Rufy è fatto di flessibilissima gomma. Difatti, le braccia del ragazzo cominciarono ad allungarsi. I commessi,
che già osservavano interdetti la scena, rimasero sbalorditi ed a bocca aperta.
 
  “gggnnn….mmmmh!!!!!!!!! POSSIBILE CHE PENSI SOLO A MANGIARE??? CHE NE SARA’ DEL MIO DESIDERIO DI
   VEDERTI CON UN BELL’ABITO ELEGANTE, EH???”
 
  “COMPRATELO TU UN ABITO ELAGANTE, SE PROPRIO CI TIENI!!! IO SONO ELAGANTE ANCHE CON I MIEI JEANS!!!”
 
  “ELEGANTE NON ELAGANTE, TESTA DI RAPA!!! LO VEDI??? NON SAI NEANCHE COSA VUOL DIRE!!!!”
 
D’improvviso Nami si accorse dello sguardo schifato dello staff del negozio, e tutte le forze le mancarono. Il corpo di Rufy
Le venne addosso come l’elastico di una fionda, scaraventando entrambi dall’altra parte della strada, in mezzo ai passanti
Sbigottiti. I due ragazzi, aiutati da alcuni passanti, si tirarono su acciaccati. Ma per quanto potesse essere acciaccata, Nami
Si avvicinò minacciosa più che mai al capitano, che la guardava sempre più terrorizzato. Era conscio che stava per avere
Una cospiqua razione di pugni dalla ragazza. Qualche secondo dopo, infatti, si ritrovò con il viso gonfio e tumefatto. Nami
Lo prese per l’orecchio e tirandoglielo lo trascinò via, camminando con un passò così pesante che sembrava pesasse tre
Tonnellate.
 
  “…come hai potuto farmi fare una figura…del genere? COME???”
 
  “…a-ah…ahi…ahia Nami! Lasciami l’orecchio!”
 
  “NO!!!! Non lo lascio fino a che non avrai pagato per l’imbarazzo nel quale mi hai messo!!!”
 
Alla parola “pagare” pronunciata da Nami, il ragazzo rabbrividì.
 
  “…ma…Nami…i soldi mi servono…ti prego!”
 
Per tutta risposta, gli arrivò l’ennesimo pugno in testa.
 
  “BAKA!!! Non intendevo un pagamento in denaro!!”
 
Nami finalmente mollò la presa sul suo orecchio, che oramai aveva assunto un colore violaceo, e Rufy tirò un sospiro di
Sollievo per non dover pagare utilizzando del denaro. La rossa camminava davanti a lui, incredibilmente nervosa. A Rufy
Sembrava di poter vedere dei piccoli fulmini attorno al suo corpo, tanta era la tensione. Osservò con più attenzione, corrugando
La fronte. Ad un tratto, Nami si bloccò. Rufy fece altrettanto, rischiando però di finile addosso di nuovo.
 
  “che…c-che ti prende Nami?”
 
Nami rimase immobile là davanti, senza muovere neanche un muscolo. Rufy cominciò a preoccuparsi, e si spostò davanti a
Lei per guardarla in faccia. La prese per le spalle, scuotendola leggermente.
 
  “hey? Nami? Nami ti prego…”
 
La ragazza aveva lo sguardo perso nel vuoto, e nonostante Rufy cercasse di incontrarlo lei sembrava guardare il nulla,
come se fosse ipnotizzata. Nella testa di Nami risuonò una serie di voci sovrapposte e sussurrate, come se tante persone
si affollassero e bisbigliassero nella sua mente. Si mise le mani sulle orecchie e si piegò leggermente in avanti, respirando affannosamente.
 
  “…basta…esci dalla...mia testa…BASTA!!!!!!!!!!”
 
Strillò la ragazza terrorizzata. Rufy, più terrorizzato di lei, ebbe l’istinto di stringerla a se il più velocemente possibile.
Il corpo di Nami era terribilmente teso e freddo, come se fosse di pietra. Rufy cercò di rilassarsi, tentando così di trasmetterle
Quanto più calore possibile.
 
  “è tutto a posto, Nami…rilassati…ci sono io qui…puoi sentirmi?”
 
Nami cominciò a rilassarsi, mentre i suoi occhi si riempivano di lacrime.
 
  “Ru…Rufy…mandali via…ti prego…”
 
  “chi devo mandare via Nami? Siamo soli…ci siamo solo io e tu, devi stare tranquilla…”
 
Le voci nella testa di Nami si affievolirono col passare dei secondi, come se si stessero allontanando. Il respiro della ragazza
Era tornato quasi regolare, mentre Rufy continuava a stringerla a se. Il silenzio piombò nell’inconscio della rossa, un terribile
E gelido silenzio, rotto solo dal respiro oramai regolare di Nami, quasi schiacciata al petto di Rufy, come a volersi a tutti i
Costi sottrarre a qualcosa.
 
  “ben presto…è quasi giunto il momento.”
 
Quella voce, quella donna. Non poteva vederla, ma Nami sapeva che era lei. Spalancò gli occhi, e spasmodicamente prese
A tirare e stringere il cappotto di Rufy.
 
  **…sembra fuori di se…**
 
Rufy non fiatava. Si limitava a pensare. Anche lui era spaventato, molto spaventato. E quel che è peggio, si sentiva
Estremamente impotente davanti a quello che stava succedendo a Nami. Improvvisamente la ragazza ebbe come un
Mancamento, perse le forze e svenì. Il moro la sorresse, tenendola per le spalle e prendendola di seguito in braccio. Vide
Poco distante una panchina libera, nei paraggi non c’era nessuno perciò adagiò la ragazza sulla panchina e si inginocchio
Di fianco. Guardandola con preoccupazione, le sfilò il berretto dalla testa, e scostandole dei ciuffi di capelli dalla fronte posò
La mano su quest’ultima, per assicurarsi che non avesse la febbre. Ricordò quanto fosse stato terribile la volta che Nami
Aveva avuto la febbre…gli venne in mente di chiamare Chopper con il lumacofono portatile, magari non era molto distante.
Ma in quel momento, Nami aprì lentamente gli occhi.
 
  “Nami!”
 
  “…Rufy…d-dove sono?...”
 
La ragazza si sollevò e si mise seduta, portandosi una mano alla testa la sfregò sugli occhi.
 
  “…ho un gran ma di testa…”
 
  “Nami mettiti sdraiata! Sei svenuta, non sforzarti! Io vado in quel chioschetto e ti prendo qualcosa da mangiare!”
 
Disse il ragazzo indicando un chioschetto poco distante. Nami, ancora stordita, mise i piedi per terra per potersi alzare,
ma Rufy la bloccò prontamente.
 
  “mi hai sentito? Stai giù!”
 
  “la vuoi finire? Sarà stato un calo di zuccheri, sto bene…ora mi alzo e al chiosco ci andremo insieme…”
 
Rufy la guardò serio. Quello sguardo così serio che quasi la spaventava. Infondo Rufy lo sfoderava così poche volte.
 
  “ho detto che tu stai qui, e io vado a prendere qualcosa da mangiare. Ed ora sdraiati.”
 
Sentenziò infine Rufy, alzandosi e dirigendosi verso il chioschetto. Per Nami non ci fu neanche il tempo di replicare. 

______________________________________

note dell'autore: ok, per farmi perdonare dell'introduzione di un personaggio in generale poco apprezzato come Bibi, torniamo alla nostra adorata sdolcinatezza e simpatia targata RuNami! XD capitolo un pò più corto, poichè il materiale comincia a scarseggiare...ho fatto un piccolo strappo alla regola del "prima di pubblicare un capitolo scriverne uno nuovo" XD però ora fino almeno a lunedì, niente aggiornamenti. buon fine settimana e a presto! ;)  Rock On! 

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Capitolo 11
*** 11. ***


La Rossa si poggiò lentamente sulla panchina, senza fiatare. Portò lo sguardò in alto, verso il cielo. Guardava le nuvole 
Spostarsi velocemente, come se qualcuno le tirasse con una corda. Ad un tratto le parole della donna le ripiombarono
In mente, come un sasso che si schianta sul pelo dell’acqua, per poi sprofondare lentamente, così quelle parole scendevano 
Fino alla sua anima e le gelavano il sangue.
 
  “…che mi sta succedendo…”
 
Ma qualcosa la distrasse. Una sensazione la pervase. Guardò con più attenzione il cielo. Poi percepì un vento, 
una brezza sostenuta.
 
  “sta arrivando…la pioggia…”
 
In men che non si dica Rufy tornò dalla ragazza con un sorriso enorme, due bicchieroni e una serie di pacchetti e buste.
 
  “ti sei ripresa!”
 
  “mh…che profumino…cosa hai comprato?”
 
  “hai fame eh? Ecco tieni”
 
Il ragazzo le porse uno dei due bicchieroni con il consueto fare entusiasta.
 
  “cosa è?”
 
  “visto che ti piace tanto il cioccolato, ho pensato che un frappè ti avrebbe fatto piacere! Ci ho fatto mettere anche una bella
   Dose di panna montata e dello sciroppo, è un concentrato di energie!”
 
  “…questo è un concentrato di calorie…”
 
Sibillò Nami seccata. Osservò attentamente gli altri pacchetti, saranno stati almeno 10, se non di più.
 
  “e il resto dei pacchetti cosa è?”
 
Rufy aprì uno dei pacchetti ed infilandoci la mano tirò fuori un cosciotto caldo caldo.
 
  “sono cosciotti! Avevo fame, mi serviva qualcosa per arrivare almeno fino a cena! Hehehe!”   
 
  “…hai preso 10 pacchi di cibo e sono tutti cosciotti per te?”
 
Il ragazzo cominciò a chiedersi dove aveva sbagliato, perché a giudicare dall’espressione di Nami aveva sicuramente sbagliato.
 
  “…beh…io ho pensato che…che tu tieni alla linea e…e il frullato sarebbe andato bene…no?”
 
Rufy sudava freddo, mentre Nami sembrava farsi gigantesca e si preparava a sferrare il consueto pugno.
 
  “AHIA!!...uff...a te non piace la carne…però se vuoi un cosciotto te lo do…”
 
In risposta ricevette un altro sonoro pungo, e un bernoccolo si sovrappose a quello appena spuntato.
 
  “…pensavi alla mia linea?! Certo, la scelta di un frappè al cioccolato con panna montata è perfetta!!...ora andiamo via.”
 
  “perché?”
 
  “vuoi stare tutto il giorno qui?! Tzè…fa come vuoi, io me ne vado!”
 
La rossa prese a camminare per conto suo, e Rufy goffamente cercò di inseguirla ingurgitando quanti più cosciotti possibile 
Nel minor tempo possibile, affinchè non fossero d’intralcio. 
 
  “eddai Nami! Aspettami! Non fare l’offesa!”
 
La ragazza non rispose.
 
  “ok scusa…che devo fare, mettermi in ginocchio?!”
 
Nami si girò di scatto, fulminandolo con lo sguardo.
 
  “lo faresti?”
 
  “beh…se serve a risolvere il problema…”
 
 
La navigatrice si avvicinò velocemente al capitano, così velocemente che sembrava volasse. Senza che lui potesse evitarlo,
gli tirò uno schiaffo. Non così forte, non aveva la potenza necessaria. Però Rufy lo sentì eccome, il dolore di quello schiaffo.
Mettendosi una mano sulla guancia, si voltò a guardarla, sbalordito.
 
  “…ma…m-ma…perché?...”
 
  “…perché il Re dei pirati non si inginocchia passivamente solo per scavalcare un problema…il Re dei pirati i problemi li
   Affronta, sempre. Che si tratti di salvare un amico in pericolo o che si tratti di una discussione banale come questa…Un 
   uomo come te, i problemi li ha sempre guardati in faccia. Ma i problemi della vita non consistono solo nello sconfiggere 
   il nemico di turno. A volte bisogna sapersi confrontare senza combattere…I problemi non si risolvono solo combattendo,
   Rufy…” 
 
il ragazzo rimase sorpreso da quelle parole della sua navigatrice, ma capì perfettamente il discorso e sorrise. Nami fece altrettandto. All’improvviso, qualche goccia di pioggia cominciò a cadere, ed entrambi guardarono in alto.
 
  “comincia a piovere…strano, era una bella giornata…”
 
  “tra poco la pioggia aumenterà, se non vogliamo bagnarci come pulcini ci conviene ripararci da qualche parte.”
 
Neanche detto, cominciò a piovere a dirotto. Rufy allora prese per mano la rossa e la trascinò via.
 
  “vieni! Andiamo sotto quel gioco per bambini!”
 
La ragazza non fece una piega e lo seguì. I due si abbassarono e si sedettero per terra, riparati da un grande elefante che 
Nelle belle giornate ospitava decine di bambini intenti ad arrampicarsici. Dal nulla, Rufy prese a ridere di gusto. 
 
  “AHAHAHAHAHAH!! Hai tutti i capelli da una parte attaccati alla faccia!!! Sembri il fratello di Caribou, quello con l’iguana 
   In testa!! Ahahahahahah!” 
 
La ragazza ringhiò stizzita.
 
  “tu non ti sei visto?? Ti sei appena passato la mano nei capelli per portarteli all’indietro, sembri Crocodile!...pfahahahah!”
 
I due giovani continuavano a ridere di gusto, tirando fuori somiglianze sempre più improponibili. Ma purtroppo per loro, dal 
Soffittò dell’enorme elefante di ghisa, cominciò a gocciolare copiosamente.
 
  “oh no! Maledizione! Ora piove anche qui sotto! Che facciamo?!”
 
Esclamò la ragazza ponendo le mani sopra la testa per ripararsi in qualche modo.
 
  “ok, torniamo sulla Sunny!”
 
La navigatrice si sentì letteralmente trascinata fuori, Rufy le teneva la mano ed i due avevano cominciato a correre. lui si 
Voltò sorridente a guarda la ragazza, che a sua volta rideva. Erano bagnati fradici, ma non importava molto. Correre sotto 
La pioggia mano nella mano era un’esperienza da assaporare, non potevano badare al fatto che fossero bagnati. 
Arrivati in prossimità del porto, Rufy fece per imboccare una direzione, ma Nami lo strattonò per un braccio.
 
  “dove vai baka! La nave è dalla parte opposta! Hai il senso dell’orientamento di Zoro!”
 
Rufy rispose solo con una risatina. Anche Nami rise, non sapeva bene perché, ma quella situazione la rendeva euforica.
Salirono le scale per arrivare sul ponte, e sempre correndo raggiunsero il corridoio esterno all’interno del quale vi era
La porta della camera di Nami. La ragazza poggiò la schiena al muro di legno massello, e Rufy si piegò in avanti, sostenendosi
Con le mani sulle ginocchia. Una volta ripreso un po’ di fiato, il ragazzo rialzò lo sguardo. Nami era ancora appoggiata alla
Parete e sorrideva placidamente. Un sorriso spontaneo, bellissimo. Le guance leggermente imporporate, i capelli ancor
Più mossi del normale. Aveva sciolto l’iniziale treccia laterale, che oramai era irrimediabilmente zuppa d’acqua. 
 
 
   “…ridi?”
 
Disse lui tranquillo, avvicinandosi leggermente. Lei lo guardò negli occhi.
 
  “si…è stato divertente, devo ammetterlo…”
 
Rufy era oramai a pochi centimetri dal corpo della ragazza, che fissava come se non avesse mai visto nulla di più bello.
Sempre sorridendo, le scostò un ciuffo dei lunghi capelli incollato al viso. A lei scappò una risatina.
 
  “…scommetto che sembro ancora il fratello di Caribou!”
 
Lui si fece più serio. Le passò il dorso della mano sul viso, mentre le guance di lei passavano da un porpora leggero
Ad un rosso acceso. Non riusciva a dire una parola, quegli occhi neri erano come delle catene dell’acciaio più resistente.
 
  “no, no…non so a cosa o a chi tu possa assomigliare ora…però sei bella, questo lo so…”
 
Il capitano le prese il mento, e con molta lentezza avvicinò il suo viso a quello della navigatrice. I loro cuori battevano 
All’unisono, era quasi una magia. Improvvisamente non sentivano più freddo, né umidità. Nami chiuse gli occhi, e Rufy,
oramai a pochi centimetri dalle sue labbra, la guardò ancora una volta. Poi, in un soffio, fece aderire le sue labbra a quelle 
di lei. Una sensazione terribilmente strana li pervase. Un calore improvviso, come se si fossero teletrasportati improvvisamente in una spiaggia sotto un sole cocente. Nami prese il viso di Rufy tra le mani, e quando i due si staccarono per riprendere fiato e 
guardarsi, lei gli accarezzò dolcemente le guance. 
 
  “…fallo ancora…”
 
A quella richiesta Rufy non seppe dire di no, anzi sentiva l’esigenza di farlo ancora, e ancora, e ancora. Lui era un tipo 
Istintivo, viveva di sensazioni. E quella sensazione era forse la migliore che aveva provato da moltissimo tempo. Cinse 
La ragazza per i fianchi e la sollevò da terra, quel tanto che bastava perché Nami avesse una prospettiva più alta del
Viso bagnato del ragazzo. Negli ultimi anni nei quali erano stati separati Rufy era cresciuto anche di altezza, ma solo
In quel contesto Nami se ne rendeva veramente conto. Stavolta fu lei ad avvicinare il viso ed a baciarlo, staccandosi
Quasi immediatamente con il respiro leggermente affannato.
 
  “Rufy…vieni nella…mia camera…”
 
Rufy si irrigidì e spalancò leggermente gli occhi, guardando la ragazza che sembrava posseduta da un demone passionale.
 
  “…eh?! Perché? Io ho fame, voglio andare in cucina!”
 
Nami si incupì improvvisamente, ed un’aura rossa e terrificante attorniava il suo corpo e bruciava dello stesso colore nei
Suoi occhi. Rufy la guardava col viso tirato e delle scroscianti lacrime, mentre si preparava a ricevere il colpo. Perché era
Chiaro, Nami stava per picchiarlo selvaggiamente, e come la maggior parte delle volte lui non capiva perché. 
 
  “…mettimi giù.”
 
Disse secca la ragazza. Rufy rimase interdetto.
 
  “cosa? Ma perché?”
 
  “Rufy…METTIMI GIU’.”
 
Il capitano allentò la presa sui fianchi, e Nami posò i piedi per terra. Guardava sempre in basso, e Rufy cominciava a preoccuparsi
Per non aver ancora incassato nessun pugno. Con non poco timore tentò di richiamare la sua attenzione.
 
  “…N-Nami?...”
La ragazza prese un gran respiro a bocca aperta, sembrava volesse risucchiare tutta l’aria del pianeta. In un nanosecondo
Rufy avvertì un fortissimo calore, come se qualcosa di incandescente gli fosse arrivato in pieno volto ad una velocità spaventosa.
 
  “SEI UN IDIOTAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!”
 
Come al solito, Nami era l’unica che riusciva a far male a Rufy con un solo pungo (a parte nonno Garp, ovviamente), e il 
Moro finì spiaccicato alla prima parete subito dietro di lui. 
 
  “…sei irrimediabilmente BAKA, non c’è altra spiegazione!!!”
 
Urlò la rossa, imbarazzata e furibonda. Rufy si risollevò da terra, con svariati bernoccoli, massaggiandosi la guancia. 
 
  “…ma Nami…”
 
  “ZITTO!!!!!!!!!!! Devi solo stare zitto…..”
 
La navigatrice si voltò, dando le spalle a Rufy, e mise una mano sulla maniglia della porta con l’intenzione di aprirla. 
 
  “…vado in camera mia…”
 
Abbassò la maniglia e la porta si aprì, scricchiolando un poco. Nami fece un passo verso la sua stanza, sempre a testa bassa.
 
“aspetta dai…Nami…ti pre...”
 
Il tonfo sordo della porta che si chiudeva davanti a lui non lo fece terminare. Rufy non si era mai sentito così demoralizzato.
Restò per qualche secondo con la mano sollevata verso la porta della stanza di Nami e lo sguardo fisso. Poi si allontanò,
con un atteggiamento da cane bastonato. 
 
_______________________________________
 
note dell'autore: ...deficiente di un Rufy! XD vi giuro che scrivendo questo capitolo mi sono incavolata anche io! ahahahah XD però è così carino, così ingenuo...poi voglio vedere quando arriva il "momento" quanto sarà ingenuo! XD (dovete sapere che posso dire che i personaggi nella mia storia oramai hanno vita propria, quindi non so neanche io bene come si comporteranno! XD ok sono pazza, ho bisogno di dormire. ò_ò) a presto! :D Rock On! 

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Capitolo 12
*** 12. ***


  “hey, capitano!”
 
Franky si aggirava sul ponte senza niente da fare.
 
  “mh? Franky! Sei già tornato?
 
  “già…io, Robin e Chopper stavamo visitando l’isola, ma la giornata si è guastata e siamo tornati sulla Sunny.”
 
Il moro abbassò nuovamente lo sguardo, e Franky si interrogò sull’atteggiamento del capitano. Rufy fece per andarsene,
ma il cyborg si mise davanti a lui, sbarrandogli il passo.
 
  “non posso farti passare, capitano.”
 
Rufy sollevò il capo per guardare Franky, senza minimamente capire che intenzioni avesse ma soprattutto cosa potesse
Volere da lui in un momento come quello.
 
  “perché sei così giù, capitano? E non chiedermi come ho fatto ad accorgermene…è talmente evidente che c’è qualcosa
  Che non và.”
 
Rufy indietreggiò di qualche passo, invitando Franky a sedersi alla base dell’albero maestro insieme a lui. Non aveva preventivato
Di confidarsi con qualcuno, per la verità non era sua abitudine confidarsi, poiché non aveva quasi mai nulla da tenere per se.
Ma stavolta era diverso, e il peso che sentiva sullo stomaco era veramente troppo grande. E poi era stato lui stesso a dire al
Carpentiere che gli avrebbe parlato di Nami qualora ne avesse avuto bisogno. E in quel momento, ne aveva bisogno.
 
  “allora? Non sono abituato a vederti così…che succede?”
 
  “…oggi sono uscito con Nami…”
 
Franky sorrise malizioso, dando due o tre pacche sulla spalla al capitano.
  “hey hey hey! Sei uscito con la bella navigatrice! Ce l’hai fatta! Era scontato…”
 
Rufy si voltò di scatto, guardando stupito il cyborg.
 
  “e non fare quella faccia Rufy, io sono un uomo…anche se il mio corpo è quasi tutto robotizzato, il mio cuore e la mia testa
   Sono gli stessi di quando ero un giovanotto ed avevo la tua età! Ho visto come la guardi…provi qualcosa.”
 
Il ragazzo arrossì lievemente e si abbassò il cappello sugli occhi. Non sapeva neanche lui se Franky avesse ragione,
sapeva però che da quando si erano riuniti, lui aveva l’esigenza di averla vicina quanto più possibile. E poi c’era quel bacio…
il suo primo bacio.
 
  “ed ora capitano, mi vuoi dire perché sei così a terra? Insomma, sei uscito con la ragazza che ti piace, è SUPER!”
 
  “beh ecco…la giornata è andata bene ma…sul finale è successo qualcosa…”
 
  “avanti, spara fratello.”
 
Il capitano raccontò al cyborg come erano andate esattamente le cose, scena del bacio e successiva lite compresi. Di primo
Acchito Franky scoppiò un una fragorosa risata.
 
  “AHAHAHAHAHAHAHAHA!!!! ODDIO, NON POSSO SMETTERE!!! Ahahahah capitano, mi dispiace ammetterlo ma sei
  Stato proprio BAKA! Ahahahaha”
 
Il cyborg continuava a ridere con le lacrime, tenendosi la pancia e piegandosi leggermente in avanti. Rufy lo guardò serio e
Si alzò di scatto in piedi.
 
  “senti, se mi hai chiesto di confidarmi per potermi prendere in giro potevo anche tenermi tutto per me, Franky!”
 
  “ma no, capitano, dai…ora mi ricompongo…è che veramente, visto oggettivamente da fuori è un siparietto niente male!”
 
  “oggetti cosa?”
 
  “mh, lascia stare…comunque Rufy, è normale che la pupa abbia reagito così…”
 
  “la pupa? Nami è grande e vaccinata…”
 
  “ok, ho capito, devo utilizzare un linguaggio più semplice!...Utilizzo linguaggio base. Mecha.”
 
Rufy sorrise entusiasta con gli occhi luccicanti.
 
  “W-W-WOOOOOOOOOOOOOOOOOW!!! LINGUAGGIO DA ROBOOOOOT!!”
 
  “ora, Rufy…”
 
Franky si tolse gli occhiali scuri e battendo la mano sulla panca di fianco a lui invitò il ragazzo a prendere posto, e Rufy si sedette.
 
  “dimmi…hai provato a parlare con Nami dopo quello spiacevole inconveniente?”
 
  “no, no…era furibonda, ho provato a fermarla ma se avessi insistito mi avrebbe sicuramente picchiato!” 
 
  “mh…se non avessi avuto fame, saresti andato in camera di Nami come ti aveva chiesto?”
 
  “ecco…beh si, anche se sicuramente lei si sarebbe messa a disegnare e io mi sarei annoiato…”
 
Il carpentiere guardò il capitano come se fosse un alieno, non poteva credere a quello che aveva sentito.
Ok, Rufy era sempre stato un tipo piuttosto ingenuo, probabilmente non aveva mai avuto modo di avere delle esperienze
con delle donne…ma sembrava non sapesse minimamente di cosa si stesse parlando.
 
  “Rufy…hai un’idea di cosa volesse fare con te in camera sua Nami?”
 
  “beh…mi baciava ed improvvisamente mi ha chiesto di andare nella sua camera…forse per compagnia? Robin non
   c’era, magari voleva qualcuno con se…”
 
Il carpentiere, sempre più incredulo, cadde a terra facendo un rumoroso tonfo. Poi si alzo di scatto, risedendosi con tranquillità
di fianco a Rufy.
 
  “Ascoltami attentamente…Nami voleva portarti in camera tua perché voleva fare l’amore con te.
   Hai mai sentito l’espressione “fare l’amore”?
 
Rufy si passò una mano sul mento, con un aria pensierosa.
 
  “mmmh…si si! Una volta Ace prima di partire per il suo viaggio me ne parlò…”
 
  “e cosa ti disse tuo fratello?”
 
  “beh…mi disse che dopo essere diventato un grande pirata avrebbe cercato una donna con cui condividere la vita…”
 
  “e cos’altro?”
 
  “che…che si sarebbe sposato…e avrebbe fatto l’amore con lei, si!”
 
Escalmò Rufy, contento di essersi ricordato esattamente quelle sante parole del suo adorato fratellone.
 
  “e ti ha mai spiegato cosa vuol dire fare l’amore?”
 
Rufy scosse la testa a destra e a sinistra un paio di volte, con aria innocente.
 
  “Nami voleva unirsi a te…fisicamente…carnalmente…”
 
  “C’ENTRA LA CARNE????”
 
  “no no, la carne non c’entra Rufy! Ok, è un termine troppo complicato…sarò più terreno. Quanto un uomo fa l’amore con
   Una donna, ecco…è una cosa difficile da spiegare…ma lascia andare tutti i suoi istinti…è una cosa che viene naturale
   Ad ognuno di noi, in una situazione del genere…”
 
  “ma è una bella cosa? Non capisco…se è una cosa fisica, non è che mi becco qualche pugno in testa?”
 
  “oi, Rufy…fare l’amore con una donna, specialmente se è la donna che ami, è la cosa più bella che ci possa essere.”
 
  “più bello di mangiare un piatto prelibato di Sanji a base di carne?”
 
  “Si.”
 
  “più bello di un sonnellino sulla polena al tramonto?”
 
  “Si si”
 
  “anche più bello di vincere contro un avversario impossibile?”
 
  “BASTA RUFY, SE HO DETTO CHE E’ LA COSA PIU’ BELLA COSA PENSI CHE VOGLIA DIRE?!?!”
 
Rufy si alzò di scatto, con decisione.
 
  “ok. Ora vado da lei e le dico che voglio fare l’amore!”
 
Un ombra si staglio dietro Rufy, che incassò un bel colpo sulla nuca e cadde con la faccia a terra.
 
  “sei pazzo?? Non puoi andare da una donna e dirle “ciao, facciamo l’amore?”, non funziona così!”
 
  “e perché no scusa? Se è una cosa così bella non vedo perché non posso chiederle di farlo!”
 
  “si si, è una cosa bella, ma se le dici così ti prende per un pervertito e prenderai così tante botte da non riconoscerti più”
 
Rufy inclinò leggermente la testa di lato, inarcando le sopracciglia.
 
  “…è così complicata questa faccenda, non ci sto capendo più niente…”
 
Franky si avvicinò al capitano guardandolo serio.
 
  “Rufy. A te piace Nami, giusto?”
 
  “si.”
 
  “cosa hai provato quando l’hai baciata?”
 
  “calore…tanto calore…eravamo fradici di pioggia, ma io avevo caldo…il cuore mi stava sfondando il petto…e avevo voglia
  di baciarla sempre…il suo profumo è così buono…”
 
Rufy non guardava più Franky, ma un punto indefinito davanti a se. Il cyborg sorrise, mettendo una mano sulla spalla del
Ragazzo.
 
  “allora è tutto ok, capitano.”
 
  “mh?”
 
  “tutto verrà da se…fai sempre quello che ti senti…e non aver timore se Nami dovesse chiederti di entrare in camera sua.”
 
  “ma Nami ora è arrabbiata con me…molto arrabbiata…”
 
  “senti, ho un’idea. Un’idea per farti perdonare. Vuoi fare una sorpresa a Nami?”
 
Rufy si illuminò.
 
  “si!! Assolutamente si!!”
 
  “bene. Allora lascia fare a me, poi ti spiegherò tutto. Ci metterò una solo una decina di minuti. Aspettami qui.”
 
Il moro annuì, eccitato dall’idea di Franky. Il carpentiere corse verso l’agrumeto di Nami, fermandosi in mezzo a due grandi
Alberi carichi di frutti.
 
  “qui mi sembra perfetto.”
 
Aprì lo scomparto all’altezza dello stomaco e tirò fuori una tovaglia rossa di seta, la stese e vi posizionò sopra dei piatti, delle
Posate ed un cesto con alcune cibarie di svariato genere, e concluse il tutto con dei cuscini, delle candele profumate e dei
petali di rosa.
 
  “Rufy!! Puoi venire!”
 
 
 
Chiamò Franky a gran voce. Rufy corse, mangiato vivo dalla curiosità. Rimase sbalordito, quella piccola “tavola da picnic”
era davvero gradevole, il profumo di mandarino si mischiava al profumo dei petali di rosa e delle candele, creando una
flagranza delicata. Vicino al cesto del cibo c’era una coperta ripiegata. Franky la indicò.
 
  “quella, la lascio nel caso ci sia freddo…sai, senza vestiti…ihihih”
 
Rufy osservò il carpentiere con una faccia da baccalà, poi Franky lo redarguì.
 
  “perché diamine sei ancora qui? Vai a chiamare la tua bella, su!”
 
Il capitano sorrise felice, e corse come un pazzo verso la stanza della navigatrice.

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note dell'autore: oooh sono riuscita in extremis a postarvi un altro capitolo! :D ora almeno fino al fine settimana purtroppo non potrò portarmi avanti con la storia, quindi non potrò postare...passando alla storia, menomale che c'è lo zio Franky a metterci una pezza! XD chissà come andrà la sorpresa ideata dal carpentiere di bordo...Nami perdonerà Rufy? mah, vi lascio con questo dubbio! XD come dice Marzullo, ognuno di voi si faccia una domanda e si dia una risposta! ù_ù  XD  a presto!! Rock On! :D 

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Capitolo 13
*** 13. ***


Si trovò davanti, e senza neanche riflettere bussò. Nami si alzò svogliata dal suo scrittoio e si diresse verso la porta.
 
  “mmh…chi è?!”
 
Niente. Nessuna risposta. Nami aprì la porta e qualcosa che neanche vide la tirò fuori dalla stanza.
 
  “M-MA CHE..?!?! RUFY!!!”
 
  “ssshhh! Vieni con me, ho una sorpresa!”
 
Nami non ebbè neanche la forza di opporsi, e lo seguì. Entrarono nell’agrumeto, ed arrivarono all’angolo imbandito. La rossa
spalancò gli occhi portandosi le mani alla bocca.
 
  “…s-sei arrabbiata? Il tuo agrumeto è un posto così bello…quasi quanto la mia polena!...però sulla polena veniva difficile…”
 
Rufy non terminò la frase, perché Nami gli si fiondò al collo, commossa. Rufy la guardò di sbieco senza muoversi.
 
  “…a-allora non sei arrabbiata…non sei più arrabbiata con me, Nami?”
 
  “…no…non lo sono…questa sorpresa io…non me l’aspettavo! Proprio no…dai sediamoci!”
 
I due si ritrovarono come qualche ora prima, la serata si era rasserenata ed un cielo splendente brillava sopra le loro teste.
Mangiarono a volontà, risero e scherzarono per lungo tempo, poi Nami si sdraiò e prese a guardare il cielo stellato.
 
  “Rufy tu credi alle stelle cadenti?”
 
  “beh io si, ma tu sei una navigatrice, sei una mezza scienziata, non puoi credere a certe cose!”
 
  “e perché no? Io non sono solo una navigatrice…”
 
  “no infatti…”
 
Disse Rufy adagiandosi di fianco a Nami con la testa sorretta da un braccio piegato. Nami girò lo sguardo verso di lui, senza
però muoversi. Il ragazzo sfoderò uno dei suoi sorrisi.
 
  “sei la migliore navigatrice del mondo!”
 
Nami sorrise teneramente, poi riprese a guardare il cielo.
 
  “si…sono una buona navigatrice…però sono anche una persona…una ragazza…ho tanti sogni e desideri…credo in tante
   cose, anche non prettamente scientifiche…e si, credo anche alle stelle cadenti…forse è la parte più infantile di me, ma
   mi piace mantenerla, anche se non la mostro spesso…sono cresciuta troppo in fretta, la mia infanzia è finita presto, e
   non ho avuto una vera adolescenza…e alcuni aspetti di questa fase della vita, li sto vivendo adesso…”
 
  “Nami tu credi nel destino?”
 
Chiese il ragazzo interessato.
 
  “beh…si, io credo che certe cose accadano perché è destino che sia così…ma credo anche che il futuro e quindi il nostro
   destino ce lo creiamo noi…credendo nei nostri sogni e lottando per realizzarli…”
 
Nami voltò la testa e sorrise ancora una volta al capitano, che la guardò sorridendo a sua volta.
 
  “si, sono totalmente d’accordo.”
 
Calò qualche istante di silenzio. Rufy batteva nervosamente le dita della mano che gli reggeva la testa su quest’ultima, indeciso se fare a Nami una domanda. Alla fine, dopo aver lentamente degluttito, si fece coraggio.
 
  “Nami…”
 
  “si?”
 
  “penso che il nostro incontro sia stato uno di quegli avvenimenti scritti nel destino…non trovi?”
 
Nami intrecciò le mani sulla pancia, prendendo un respiro. Le sue guance si erano lievemente arrossate, era carino da parte
di Rufy credere in una cosa simile.
 
  “si…il nostro incontro è stato sicuramente frutto del destino…insomma, tu sei letteralmente piombato dal cielo! Potevi
   atterrare in qualsiasi punto, invece sei atterrato nella scialuppa di fianco alla mia…e non molto tempo dopo sei di nuovo
   caduto dal cielo proprio davanti a me! È stato come se il cielo stesso ti stesse portando da me…”
 
Rufy si avvicino strisciando un poco alla ragazza, abbassando un poco il viso ed avvicinandosi all’orecchio di lei per sussurrare.
 
  “…allora dimmi se anche questo è un segno del destino…”
 
Il moro prese a darle dei piccoli bacetti partendo dalla guancia ed abbassandosi successivamente al collo. Nami chiuse gli
occhi, portando una mano sui capelli di Rufy per incoraggiarlo a continuare. Rufy si portò con il viso sopra la rossa, guardandola
con quegli occhi di velluto nero, Nami non potè fare a meno di arrossire.
 
  “N-Nami…io…”
 
Lei posò un dito sulle labbra sottili del ragazzo. Poi spinse i loro volti ad avvicinarsi e le loro labbra a congiungersi ancora.
Quel calore li reinvestì come un treno a tutta velocità. Era un bacio passionale, istintivo, profondo. Entrambi schiusero le labbra
e Nami fu la prima a liberare gli istinti, a lasciarli liberi di percorrere le loro voglie. Rufy la seguì, come il migliore degli allievi.
Nami si staccò, senza interrompere il contatto fisico. Entrambi ansimavano lievemente, come dopo una corsa.
 
  “…Rufy…”
 
  “…voglio fare l’amore, Nami…”
 
Quella frase risuonò violentemente nella testa di Nami. Si sentì bloccata, tanti ricordi orrendi le tornavano in mente.
A quando quell’infame di Arlong, quando era solo una ragazzina, la costringeva ad avere rapporti intimi con lui contro
la sua volontà. A quando si intrufolava nel suo letto, sfiorandole le gambe con quelle mani sporche del sangue di innocenti.
A quando le diceva “hey ragazzina…avanti, svegliati…ora ci divertiamo…”. Quello non era fare l’amore. Non era neanche
sesso. Quello era qualcosa di schifoso, qualcosa di sporco, qualcosa che si era sempre tenuta dentro. Si prese qualche istante
per riflettere.
 
  **…lui non è Arlong…lui non è quel bastardo…lui è Rufy, è colui che mi ha salvato…colui che mi ha protetta...colui per
   Il quale provo dei sentimenti…**
 
Nami si sollevò, facendo mettere seduto anche Rufy, che poggiò la schiena ad un albero. Poi con dei movimenti agili e rapidi
la ragazza si portò a cavalcioni sulle gambe del capitano. Rufy la guardò negli occhi, posando le sue mani sulle cosce nude
della ragazza, che portava degli shorts, per poi farle scorrere lentamente fino ai fianchi di Nami, che a quel gesto così
semplice ma così sensuale tirò d’istinto la testa lievemente indietro chiudendo gli occhi. La ragazza poi fece scorrere dal bassi
le mani sulla camicia del ragazzo fino ad arrivare al primo bottone. Prese a sbottonare, lentamente, fissando con sensualità
il moro.
 
  “…Nami io…mi sento…strano…”
 
  “…cosa vorresti fare ora, Rufy?”
 
Disse la rossa aprendo l’ultimo bottone e spalancando la camicia di Rufy. Prima che il ragazzo potesse risponderle, lei
si sfilò la felpa che indossava, rimanendo in reggiseno di pizzo. Rufy si sentì pervaso da mille istinti, prese un
forte colorito rosso, ed in un attimo afferrò Nami per la schiena avvicinandola velocemente a lui e baciandola con una
passione che neanche Nami si aspettava. Dopo averla baciata con veemenza, la prese intrecciando le mani sotto le cosce
della ragazza, sollevandola ed adagiandola sulla seta color porpora della “tovaglia” di Franky. Lei gli circondava il collo con un braccio e con l’altra mano gli accarezzava il viso, sfiorandogli le labbra e tracciandone il contorno, per poi scendere sul mento, sul collo, sui pettorali, fermandosi lì per un istante. La mano di Nami scivolò sul primo bottone dei pantaloni di Rufy, che ebbe un lieve sussulto, continuando ad osservare curioso e coinvolto ogni gesto della bella navigatrice. La ragazza sbottonò il primo automatico dei pantaloni, poi
si avvicinò sinuosamente al collo del capitano, baciandolo come se stesse assaporando qualcosa di squisito. Rufy si lasciò
prendere da quella incredibile sensazione di benessere. Nami concluse il lavoro, sbottonando l’ultimo bottone dei pantaloni
di Rufy. Il ragazzo se ne accorse, e gli venne come spontaneo sfilarseli completamente. La ragazza gli sorrise, e riavvicinò
i loro corpi per l’ennesimo bellissimo bacio appassionato. Rufy, non sapeva neanche bene lui il perché fece salire una mano
fino all’abbottonatura del reggiseno della ragazza, sbottonandolo e sfilandoglielo di dosso. Quello che aveva davanti lo
mandava in visibilio. Si ricordava di aver già visto delle ragazze nude. Aveva visto Nami un paio di volte, nei bagni di Alabasta
e quando Mr. 2 aveva preso le sue sembianze. Si ricordava di aver provato un brivido molto forte, un imbarazzo. Di certo
non era indifferente come quando Hancock si denudò per mostrargli il tatuaggio che aveva sulla schiena. Hancock era molto
bella, non poteva certo negarlo…ma Nami lo faceva uscire da se stesso, lo scomponeva, lo…eccitava. Si, forse era un
termine imbarazzante. Però era questo che sentiva, eccitazione, voglia di toccarla, baciarla. Di guardarla mentre si torceva
lievemente quando lui le baciava il collo per poi scendere sui suoi seni bianchi e morbidi. Di sentire il suo respiro affannato
quando lui faceva aderire il suo corpo a quello di lei, e la ragazza poteva sentire la sua eccitazione premere su di lei.
Nami si denudò completamente, privandosi anche della biancheria. Rufy, seguendo l’esempio, fece altrettanto. Nami invito
Rufy a sedersi ed a posare nuovamente la schiena contro un albero, e lui eseguì. Come una vera gatta, a carponi si avvicinò
al collo del ragazzo posando lievemente le sue labbra umide e carnose sul collo di lui, facendole scivolare gradualmente.
collo, petto, ventre. Rufy non capiva più neanche dove si trovava, si sentiva come dopo una grossa bevuta. Era ubriaco.
di eccitazione, di passione, d’amore. Nami arrivò sotto l’ombelico, e baciando lievemente il ventre di lui un paio di volte
sollevò poco lo sguardo, chiamando il ragazzo.
 
  “Rufy…ti fidi di me?...”
 
Rufy annuì senza parlare, e Nami proseguì nell’attuazione della sua idea. Quando fece quello che aveva desiderato fare
per tutto il tempo, Rufy rimase sorpreso. Aveva pensato che Nami volesse mangiare una parte di lui. Ma l’incertezza durò
il tempo di un respiro. Rufy ora provava piacere, vero piacere. Prese ad ansimare lievemente, senza esagerare perché non
voleva farsi sentire. Istintivamente mise una mano sulla testa della ragazza, accompagnandola nei movimenti, dapprima lenti,
ed in seguito più veloci e ritmati. Rufy arrivò al culmine, emettendo un verso soffocato. Nami si sollevò soddisfatta, sorrise al
ragazzo che la guardò con bramosia. Lui la prese per i fianchi e se la mise nuovamente a cavalcioni. Lei gli accarezzò i
capelli. E lui le affondò le dita delle mani nella schiena, provocandole un brivido.
 
  “…ti desidero…come non ho mai desiderato altro…”
 
Entrò in lei, lentamente, ma sempre con estrema passione. Si guardarono per tutto il tempo negli occhi, chiamandosi a vicenda.
Raggiunsero il piacere estremo insieme, come se fossero all’unisono. Nami si accasciò su Rufy, e lui la strinse più forte che
poteva. Quello che aveva condiviso era stato molto bello, aveva ragione Franky. Ma soprattutto, era stato così intenso e
profondo. Nessuno dei due si era mai sentito più legato ad una persona, fisicamente ma anche con l’anima. Era quello
“fare l’amore”? i due ragazzi si adagiarono poi sulla seta rossa, Rufy afferrò la coperta lasciatagli da Franky e coprì la
ragazza per prima. Ma lei Scostò la coperta e lo invitò ad inserirsici dentro ed a coricarsi di fianco a lei. Non se lo fece ripetere.
 
  “Dormiamo qui fuori Nami? Hai freddo?”
 
 
Nami abbracciò il ragazzo, cingendogli la vita e nascondendo il viso contro il suo petto. Lui sorrise ampiamente e la strinse
a sua volta.
 
  “se dormiamo abbracciati non avrò freddo…”
 
Passò qualche secondo, e Rufy cominciava a pensare che da troppo tempo era immobile.
 
  “Nami...non sto tanto comodò”
 
La ragazza si innervosì, ma invece del classico pungo optò per un più efficace e comodo pizzico sul fianco.
 
  “…facci l’abitudine, Baka! Succederà di nuovo…”
 
  “faremo ancora l’amore, Nami?”
 
  “a te è piaciuto?”
 
  “oh…è stata la cosa più incredibile che abbia mai fatto…”
 
  “anche più di un combattimento con un avversario stimolante?”
 
  “tu sei più stimolante di un avversario da combattere, mia cara…”
 
I due risero di gusto, addormentandosi in poco tempo.
 
 _________________________________________

note dell'autore: heylààà! no, non sono morta! XD solo che non riuscivo ad accedere ad EFP, da dicembre... O__O  però, spero di essermi fatta perdonare con questo capitolo intenso e un pò...bollente. :p non ve lo aspettavate da Rufy, eh?? :D quel furbacchione! ...non so quando riuscirò ad aggiornare di nuovo, ho finito le scorte (cosa che mi ero ripreomessa di NON fare, e per questo mi fustigherò da sola! XD). beh, che dire...scusate ancora per il ritardo, a presto e ovviamente...ROCK ON!!! :D

 
 

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Capitolo 14
*** 14. ***


  “mmmh…smettila…”
 
Nami sentiva un fastidioso picchiettio sulla testa. Sospettava, anzi era sicura, che Rufy volesse punzecchiarla per far si
che si svegliasse. Ma mai svegliare il can che dorme…
 
  “…mmh…non russare, lo so che sei sveglio…se lo fai ancora, giuro che ti prendo a pugni…”
 
Il picchiettio non accennava a diminuire. Allora la rossa carico il pugno e lo scaraventò sulla faccia del capitano, affossandogli
La testa nella terra.
 
  “TE L’AVEVO DETTO!!!!!!!!!!!”
 
  “AJAAAAAAA!!!! Nami che diamine ti prende???? Che bel risveglio!!!!”
 
  “ti ho avvisato, hai continuato a picchiettarmi la testa e ne hai pagato le conseguenze!!!”
 
  “ma che stai dicendo?? io non ho fatto un bel niente!!! Ero ancora nel mondo dei sogni e stavo sognando tanti cosciotti!!!”
 
Nami si sentì picchiettare di nuovo, ma Rufy era troppo distante e per quanto potesse allungarsi, le sue braccia erano entrambe
vicine al corpo. La ragazza realizzò che Rufy diceva la verità, non era colpa sua e si era beccato un pugno per niente.
 
   “m-ma che?!...ROBIN!!!”
 
La donna era in piedi davanti ai due, e ridacchiava di gusto. Rufy e Nami si voltarono di scatto.
 
  “era ora che vi accorgeste di me!”
 
  “R-Robin!! Da quanto sei lì?!”
 
  “hey ciao Robin, come và??”
 
  “buongiorno Rufy. E buongiorno anche a te, Nami. Sono qui da una decina di minuti…più o meno da quando hai sentito
   picchiettarti la testa. Ah, vi consiglio di rivestirvi, qualcuno potrebbe vedervi…sono già tutti in piedi.”
 
La donna si allontanò sorridente con andatura sinuosa, scese gli scalini arrivando sul ponte.
 
  “la tua sorpresa è stata un successo, Franky.”
 
Il cyborg le sorrise compiaciuto.
 
  “hehe…avevi qualche dubbio?…è stata un’idea super, dolcezza...”
 
  “dolcezza?”
 
Franky si sollevò gli occhiali e guardò interdetto Robin, ridacchiando successivamente.
 
  “mh? Ah già, probabilmente Robin la dura non è tipa da queste smancerie…”
 
Robin sorrise, e con passo quasi felpato e molto sensuale si avvicinò al carpentiere, che la osservava interessato senza
avere idea di cosa avesse intenzione di fare. La mora gli posò delicatamente una mano sul voluminoso petto, alzando la testa e guardando dritto negli occhi Franky, che sussultò. Lo fissava con quello sguardo di ghiaccio, che in quel momento pareva incandescente. L’uomo si riabbassò gli occhiali, visibilmente imbarazzato, ma questa volta Robin non si fece frenare dal
“disagio” di lui. Lei si mise in punta di piedi e lentamente fece risalire la mano fino al viso dell’uomo e dietro il collo, per poi fare una leggera pressione alla quale Franky, in evidente imbarazzo, non riuscì ad opporsi. Anzi, non tentò neanche di opporsi. si limitò
A guardare l’archeologa con la bocca socchiusa dallo stupore, incapace di fare altro. I suoi occhi si chiudevano lentamente, ed istintivamente passò un braccio dietro la schiena della donna, posandovi lievemente la grossa mano, quasi a non volersi far scoprire.   Quando i due furono talmente vicini da sentire sul viso il respiro l’uno dell’altra, Robin si bloccò scostandosi leggermente verso un orecchio di Franky.
 
  “…è vero, normalmente non amo essere chiamata con nomignoli come “pupa” o “dolcezza”…ma per te faccio un’eccezione,
  Cutty Flam…”
 
La donna tornò con il viso allineato a quello di lui, con un rapido gesto sollevò gli occhiali da sole e sfiorandogli le labbra con le sue. Franky si sentiva impazzire, non provavadelle sensazioni del genere da tempo. In un attimo, fece pressione sulla schiena
della donna, sollevandola un poco, traendola a se e baciandola con una passione così intensa che Robin, che pensava di dirigere il gioco, si sentì soggiogata a sua volta. I due si separarono e lei, piacevolmente stupita, carezzò il volto del cyborg che le sorrise con complicità.
 
  “…io invece adoro sentirmi chiamare con il mio vero nome…da te…”
 
La donna sorrise a sua volta, e si scostò.
 
  “vado in cucina, la colazione dev’essere pronta da un pezzo…”
 
Sorpassò Franky, dandogli una repentina pacca sul sedere, alla quale Franky sussultando si voltò di scatto.
 
  “…so quali sono i tuoi punti deboli, Cutty Flam…ci vediamo là…”
 
E si allontanò con quell’andatura lenta e cadenzata, con i capelli leggermente mossi da una leggera brezza mattutina. Franky
la osservò a lungo, percorso da brividi di ogni genere, fino a che non entrò dalla porta della cucina.
  “hey Franky!”
 
Rufy spuntò dalla scalinata intendo ad abbottonarsi la camicia. Franky si voltò.
 
  “Rufy…come và? Dov’è la navigatrice?”
 
Il ragazzo si avvicinò di velocemente al carpentiere, col viso illuminato da uno sfavillante sorriso gli diede una serie di
pacche sulla spalla.
 
  “Nami è ancora nell’agrumeto, voleva fare con calma…amico ti devo ringraziare, la tua sorpresa è stata un successo!”
 
  “AH AH AH!!! Ne dubitavi, capitano?? Io sono un SUPER organizzatore di soprese!”
 
  “ihihih! Ora ho una gran fame!! Vado a mangiare, spero per Sanji che si sia impegnato stamane!!”
 
Il ragazzo si precipitò spalancando la porta della cucina e Franky potè udire il suo bizzarro capitano gridare “SANJIII!!! HO FAMEEEEE!!!!!!!!!!!!”
 
Allora anche Franky decise di andare a fare colazione, quando Nami finalmente scese dalla scalinata dell’agrumeto.
 
  “buongiorno Franky!”
 
Disse la rossa raggiante, sistemandosi un orecchino.
 
  “hey, navigatrice! Ti trovo bene stamattina! Nottata riposante?...”
 
Chiese l’uomo con fare sarcastico.
 
  “mh? Beh…Più rinvigorente di quanto si possa immaginare…”
 
Sussurrò Nami con un sorriso assorto, mentre Franky si dirigeva verso la cucina.
 
  “sveglia bella addormentata, o ci daranno per dispersi!”
 
la ciurma si ritrovò al completo intorno al grande tavolo, ma quel tavolo, fatta eccezione per le bevande, era eccezionalmente semi-vuoto. Rufy giaceva con la testa spiaccicata sul piano del tavolo e con la bava alla bocca, un forte mormorio dello stomaco e un
alone blu di depressione sulla testa. Tutti si guardavano perplessi e preoccupati. Gli ultimi arrivati, Franky e Nami, rimasero sulla porta, decisamente interdetti.
 
  “cosa succede ragazzi? Cosa sono quei musi lunghi?”
 
Chiese il carpentiere. Zoro gli rispose secco.
 
  “quell’idiota di cuoco non è rientrato stanotte…ed ora siamo senza colazione.”
 
Usopp gli tirò uno scapellotto sulla nuca.
 
  “TI PREOCCUPA SOLO LA COLAZIONE???”
 
  “come può essere sparito?! Non è da lui sparire così, gli è successo qualcosa!”
 
Esclamò Nami preoccupata. Chopper si alzò dalla poltrona e si diresse verso la porta.
 
  “io vado a cercarlo! Magari ha bisogno di cure, non posso starmene qui impalato!”
 
 
  “vengo anche io.”
 
Disse senza indugio Rufy.
 
  “Sanji è un membro della mia ciurma, sono il capitano e se ha bisogno di me io devo esserci.”
 
  “allora vengo con voi ragazzi!”
 
Anche Usopp si alzò di scatto dalla sedia per seguire gli altri due compagni, quando il lumacofono della nave suonò.
Tutta la ciurma si girò di scatto. Nami, la più vicina alla mensola del lumacofono, tese lentamente il braccio verso l’apparecchio.
 
  “…r-rispondo?”
 
Tutti annuirono insieme con la testa, e Nami, degluttendo nervosamente, sollevò la cornetta del lumacofono, portandolo alla
bocca.

____________________________

Note dell'autore: salve salve! PERDONO, chiedo umilmente perdono. l'aggiornamento si è fatto attendere, lo so. è solo che non sono particolarmente ispirata, e lo si capisce anche da questi capitoli (questo e il prossimo, che posterò tra poco) di "transizione". qualche accenno Franky x Robin, che è una coppia che mi ispira parecchio ultimamente. vabè, un pò dipende dal momento della storia, abbastanza tranquillo e di passaggio, per poi arrivare a momenti più "agitati". a tra poco con il prossimo capitolo ;) ROCK ON!

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Capitolo 15
*** 15. ***


 
  “…p-pronto?”
 
Qualche secondo di silenzio. Poi una voce.
 
  “Nami-san, sei tu? Sono Sanji!”
 
  “SANJI!!! Ma dove sei?? Eravamo tutti terribilmente preoccupati!”
 
  “hehe, scusatemi, ho avuto un piccolo imprevisto e non ho potuto avvisarvi…”
 
  “ma dove sei?? Veniamo subito a prenderti!! Devi preparare la colazione, ho fame!!!!!”
 
Rufy prese la cornetta dalla mano della rossa, che lo stese con un pugno.
 
  “Rufy sei tu? Perdonatemi se vi ho lasciati senza colazione ragazzi, prometto che mi farò perdonare! Comunque ho una
  sorpresa per voi…sono con una persona.”
 
  “hey hey, con chi??? Non fare scherzi Sanji!!”
 
Chiese interessato Usopp.
 
  “sta tranquillo Nasopp, è un’amica! Ora ve la passo…”
 
  “hey ciurma! Come state?”
 
Nami fece cadere la cornetta dalle mani, e Zoro, grazie ai suoi portentosi riflessi, la recuperò al volo.
 
  “…B-Bi…Bibi…BIBI!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!”
 
  “Nami!! Stai bene?? State tutti bene?? Ragazzi che emozione!”
 
Usopp, Rufy e Chopper cominciarono a ridere e ballare, presi dalla felicità. Zoro sorrise sorpreso.
 
  “RAGAZZI E’ LA NOSTRA BIBI!!!!!!!!!!!! Ma si può sapere dove sei?? E perché c’è Sanji con te??”
 
Esclamò Usopp.
 
  “oh, è una storia complessa, vi spiegherà Sanji…sappiate solo che anche io sono a Keylos City in questo momento, e
  non vedo l’ora di rivedervi!”
 
  “DICI DAVVERO????? Dimmi dove sei!!! Voglio vederti subito!! Non ci credo!!”
 
La navigatrice non stava più nella pelle, stringeva la cornetta del lumacofono e sorrideva a 32 denti.
 
  “anche io lo voglio! Tra poco riaccompagnerò Sanji alla vostra nave, così potrò riabbracciarvi!”
 
 Rispose la principessa di Alabsta. Brook si avvicinò lentamente a Franky, intento a chiedergli se avesse idea di cosa stava succedendo, troppo timoroso di domandarlo ai diretti interessati.
 
  “Hey Franky…”
 
Disse lo scheletro sgomitando sul fianco del cyborg, che rispose senza neanche voltarsi.
 
  “mh? Ah scheletro…che hai da blaterare?”
 
  “ecco…mi chiedevo…hai idea di quello che sta succedendo?”
 
  “E SE LO SAPESSI NON SAREI COSI’ SORPRESO, NO??? Perché non chiedi a loro?!”
 
  “Ve lo dico io cosa succede.”
 
Intervenì la solita Robin.
 
  “la principessa di Alabasta, Nefertari Bibi, è qui. E la ciurma di cappello di paglia è molto amica della principessa Bibi…anzi, direi       
   direi che l’intero regno di Alabasta è amico e debitore di Rufy e i suoi…”
 
  “oooh…davvero? Rufy e gli altri sono amici dei reali di Alabasta? Caspita…e la principessa è molto bella? Potrei chiederle
  di diventare la mia regina! Yohohohoho!”
 
  “finiscila, NON LA TROVERAI MAI UNA FIDANZATA SCHELETRO!! Comunque non lo sapevo…Rufy e gli altri non ne hanno mai   parlato.”
 
  “già, immagino che non ne parlino perché non è un bene che si sappia che la principessa di Alabasta ha un rapporto così stretto     
   Con dei pirati…però lei è stata anche nella ciurma, per un periodo.”
 
Franky e Brook rimasero notevolmente stupiti. Una principessa nella ciurma di cappello di paglia era una cosa che ai loro occhi appariva piuttosto stravagante.
 
  “e tu come le sai tutte queste cose?”
 
Chiese il carpentiere. Robin chiuse gli occhi, come a rivedere le scene del passato scorrere nella sua mente.
 
  “sia io che lei, per ragioni differenti, abbiamo fatto parte della stessa organizzazione criminale. Quella comandata da Crocodile.”
 
I due ora rimasero letteralmente a bocca aperta.
 
  “ora non è il momento di parlarne…prepariamoci ad incontrare la principessa.”
 
Nel frattempo la telefonata proseguiva, ma il monopolio di quest’ultima era oramai di Nami.
 
  “avanti Nami! Fammici parlare!”
 
Esclamò col broncio Rufy.
 
  “lasciami in pace! Due amiche che non si vedono e non si sentono da così tanto tempo hanno un mucchio di cose da dirsi!”
 
  “e allora?! Tra poco la vedrai! Potrete parlarvi per giorni interi!”
 
  “vale anche per te! Ed ora lasciami parlare con Bibi, se non vuoi botte!!!”
  “ahahahahah non siete cambiati per niente!”
 
Si aggiunse Bibi nella conversazione.
 
  “hehe, si Rufy è sempre idiota! La sua stupidità è cresciuta di pari passo con la sua taglia!”
 
Rufy rispose alla provocazione, ma si tenne ben lontano dalla ragazza, fiutando già nell’aria la reazione.
 
  “…invece la tua taglia è rimasta uguale ma la tua avarizia si è centuplicata!...”
 
Nami divenne di uno strano colorito rosso scuro, sembrava di poterla vedere fumare dalle orecchie. Ora si, che si era arrabbiata.
Portò la cornetta alla bocca e sussurrò all’amica.
 
  “…scusa Bibi, puoi attendere qualche secondo in linea?...”
 
Dopo di che posò la cornetta sulla mensolina del lumacofono, si alzò di scatto e si diresse furibonda verso Rufy, che si sentì minuscolo alla vista di Nami che si avvicinava inesorabilmente, e si faceva sempre più grande, enorme.
Dall’altra parte del telefono, Bibi teneva la cornetta in mano e guardava Sanji con sguardo stupito.
 
  “che succede Bibi-chan?”
 
  “eh…ecco, credo che Nami abbia provvisoriamente abbandonato la cornetta per suonarle di santa ragione a Rufy!”
 
  “Bibi mi senti? Sono Zoro.”
 
  “hey Zoro! Come stai?”
 
  “aaah Bibi-chan, quel marimo sta fin troppo bene.”
 
  “ORA RISPONDI PER ME STUPIDO CUOCO?!”
 
Sanji si sollevò dal letto nel quale era sdraiato in un secondo.
 
  “A CHI??? A CHI HAI DETTO STUPIDO EH???”
 
  “ORA BASTA! Neanche voi due siete minimamente cambiati uno con l’altro eh?”
 
S’intromise Bibi per sedare la lite tra i due.
 
  “senti Zoro, io e Sanji siamo al palazzo presidenziale, Sanji ha avuto un piccolo infortunio e stanotte ha dormito qui, l’ho fatto
   Curare dai medici del palazzo. Dateci il tempo di organizzarci e arriviamo alla vostra nave, ok?”
 
  “Ricevuto. A dopo allora.”
 
Lo spadaccino chiuse la conversazione posando la cornetta sul lumacofono, cosa che attrasse l’attenzione di tutti, compresi i due litiganti Rufy e Nami.
 
  “…Zoro…hai chiuso la conversazione?...”
 
  “si l’ho chiusa.”
 
A quel punto Nami mollò la presa su Rufy, che oramai era praticamente pesto, e si spostò verso Zoro.
 
  “…ALLORA LE VUOI ANCHE TU EH?????????????????”
 
  “non c’è bisogno che continui a parlare con Bibi, tra un paio d’ore sarà qui.”
 
Nami sorrise come se si fosse dimenticata di tutto.
 
  “ah si?! Oddio allora devo andare a prepararmi! Ah e comunque…”
 
La rossa scaraventò un potente pugno sulla testa dello spadaccino, provocandogli un grosso bernoccolo.
 
  “questo è per aver chiuso la conversazione senza chiedermelo! Robiiiin vieni andiamo a prepararci!”
 
Zoro sbuffò, e Robin si diresse fuori dalla cucina insieme ad una Nami raggiante.
 
  “ragazzi anche noi dobbiamo andare a prepararci!”
 
Disse entusiasta Usopp.
 
  “siii dai! Bibi sarà qui tra poco!”
 
Ribattè Chopper.
 
  “io sono pronto!”
 
Il capitano disse la sua. Usopp lo guardò storto.
 
  “ma fammi il piacere! Vuoi farti almeno una doccia?!”
 
  “ma che m’importa! Mica stiamo andando ad una cena di gran galà! Sta venendo a trovarci un’amica!”
 
  “ogni scusa è buona per non farti la doccia eh?!”
 
Ma Franky, con il suo possente corpo d’acciaio, trascinò tutti fuori dalla cucina.
 
  “avanti tutti fuori di qui! andate a prepararvi per l’arrivo della vostra amica, scansafatiche…muoversi!”
 
  “ma non sono io il capitano?! Sono io quello che deve dare ordini!”
 
  “fai finta che io sia tuo padre. Senza chiamarmi papà però…”
 
  “mmmh…va bene, ci sto…papà!!!”
 
Rufy sgattaiolò velocemente in camera, prima che Franky potesse afferrarlo.
 
  “vi informo che dopo la doccia tirerete a lucido la cucina. Ho sentito da Zoro che Sanji ha avuto un piccolo infortunio. Quindi
   Gli faremo trovare la cucina pulita! È chiaro??”
 
Usopp, molto attento a ciò che aveva detto, lo punzecchiò.
 
  “perché ‘tirerete a lucido’ e ‘gli faremo trovare’? tu partecipi solo al lavoro concluso?!”
 
  “ehm…ecco…e va bene, vi aiuterò!”

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Note dell'autore: altro capitolo, strettamente collegato a quello precedente. ribadisco, sono poco ispirata e mi scuso profondamente se questi capitoli non sono all'altezza del resto :(  però è tutta transizione...quindi passerà anche questa fase XD ed ora, buona lettura;) ROCK ON!!!

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Capitolo 16
*** .16 ***


 
 Bibi si alzò dal letto nel quale era seduta, ma Sanji, che era sdraiato proprio lì, le prese la mano.
 
  “dove vai?”
 
Le chiese dolcemente. Lei sorrise.
 
  “come dove vado? A fare la doccia, a prepararmi…dobbiamo sbrigarci, no?”
 
  “naaa…che fretta c’è?”
 
Sanji la trasse su di se, ma senza essere brusco, e lei si adagiò sul suo petto guardandolo negli occhi. Lui prese ad accarezzarle i lunghi capelli.
 
  “i tuoi occhi grigi mi sono mancati da morire, Bibi-chan…”
 
  “tutto questo…mi lascia senza parole…”
 
  “che vuoi dire? Ti senti in imbarazzo?”
 
  “no non è questo…è che non mi sarei mai aspettata tutto questo…di potervi riabbracciare…o di poterti guardare ancora negli   occhi Sanji-kun…”
 
  “prima o poi sarei tornato dal mio viaggio…”
 
  “ma questo non vuol dire che saresti tornato da me…il mondo è pieno di donne bellissime…molto più di me…ed infondo io non sono…non sono la tua ragazza…non sono nessuno per te…”
 
Sanji prese improvvisamente il volto di Bibi tra le mani e la guardò intensamente, quasi da farle paura.
 
  “non dirlo più. Io non ti ho mai scordata. Posso fare il cascamorto con tutte le donne del mondo, ma se c’è stata una persona con la quale non ho mai fatto veramente il cascamorto, sei tu. Tutto quello che ho fatto per te, ogni mio gesto, ogni mio sguardo verso di te è stato diverso. Quindi ai miei occhi sei sempre stata speciale…se solo penso alle volte che stavi male per quel che succedeva nel tuo paese…avrei voluto farti dimenticare tutto quello che stavi passando, ci provavo dedicandoti attenzioni, preparandoti dolci e pietanze squisite, ma dentro di me mi sentivo inutile perché non potevo fare di più…”
 
  “Sanji…”
 
  “sai, mi è successo di sognare il momento in cui ti hanno sparato a Drum…ma nel mio sogno non ti rialzavi…ed io mi sentivo morire…quella volta ti sei messa davanti a me per proteggermi…ti sei presa una pallottola per me…quando ti ho vista cadere a terra, ho pensato che se fossi morta avrei ucciso con le mie mani chi ti aveva sparato…”  
 
  “ma mi hanno colpita solo di striscio…”
 
  “ma avresti potuto morire! Io..io…”
 
  “Sanji-kun, sono qui ora…e quella pallottola la riprenderei altre 100 volte al posto tuo…”
 
Gli disse lei cercando di tranquillizzarlo e sorridendogli placidamente. Lui la strinse a se senza dire nulla.
 
  “…possiamo restare qui, Bibi-chan?”
 
  “non essere sciocco Sanji, non vuoi rivedere gli altri?”
 
Il cuoco si scostò leggermente e la guardò rassegnato ma sereno.
 
  “hai ragione…certo che voglio vederli. Sei sempre così saggia!”
 
  “beh sono una principessa, e ti ordino di alzarti!”
 
Esclamò lei alzandosi. Sanji si sollevò e si mise a sedere.
 
  “agli ordini, principessa…”
 
Nel frattempo, sulla Thousand Sunny fervono i preparativi. Usopp fu il primo ad essere pronto.
 
  “Hey ragazzi, io vado in cucina a cominciare a mettere ordine!”
 
  “bravo Nasopp, fai le faccende.”
 
Si intromise Zoro con fare ironico e un po’ sarcastico.
 
  “VUOI CHE TI FACCIA SGRANOCCHIARE DA UNA PIANTA CARNIVORA???”
 
  “la tua pianta la faccio a fette. Anzi, potrei potarla.”
 
Franky si avvicinò ai due ragazzi con fare sentenzioso.
 
  “la volete finire voi due? E tu Zoro sbrigati, il lavoro in cucina attende anche te.”
 
Zoro, che era sdraiato sul suo letto con le braccia dietro la nuca, guardò di traverso il cyborg.
 
  “eh? Si, e magari mi metto anche il grembiulino…”
 
  “se ci sarà da farlo lo farai.”
 
Franky guardò Zoro con lo sguardo più autoritario che avesse mai sfoderato, tutti nella stanza poterono percepirlo. Dopo qualche istante, Zoro chiuse gli occhi e sospirò.
 
  “uff…va bene…lo faccio solo perché il cuoco da strapazzo si è fatto male. Infondo, in una famiglia bisogna collaborare…”
 
Franky sorrise soddisfatto. Nel frattempo Rufy era uscito dalla doccia, e Zoro si apprestò a dargli il cambio.
 
  “wow Franky…nessuno è mai riuscito ad imporsi così su Zoro!”
 
  “no Usopp, non mi sono affatto imposto. Zoro ha solo ammesso che siamo una famiglia e dobbiamo aiutarci…”
 
Rufy, sorridendo, diede un paio di vigorose pacche sulla spalla al carpentiere, che si voltò a guardarlo.
 
  “e tu sei il papà, non è vero Franky? Hehehe!”
 
  “si ma non voglio che mi chiami così neanche per scherzo, te l’ho già detto!”
 
  “che c’è? Hai paura di diventare padre per davvero?”
 
Quelle parole pronunciate in maniera così innocente da Usopp lo trafissero. All’improvviso gli tornò in mente una scena di qualche sera prima. Nico Robin con in braccio Chopper addormentato. Nico Robin che lo posa delicatamente sul suo letto e gli rimbocca le coperte. Nico Robin che gli dà un delicato bacio sulla fronte.
 
  **Saresti un’ottima mamma…**
 
  **lo pensi davvero? Mi fa piacere sentirtelo dire…è un bel complimento…**
 
  **beh, forse un giorno lo sarai davvero…**

Nico Robin che gli sorride dolcemente, e lui che ne rimane ammaliato come mai prima.

  “ma se Franky è il papà di questa famiglia, la mamma chi è?”

Rufy pose la sua domanda esistenziale del momento. Franky sussultò e un pò lo maledisse. Chopper si fece largo tra le gambe dei compagni, e sorridendo alzò la zampetta intento a chiedere la parola.

  “io ho la risposta! Nico Robin!”

Usopp e Rufy lo guardarono straniti e con le sopracciglia inarcate.

  “Nico Robin mamma? Lugubre e macabra com’è?”

Franky si sentì ribollire il sangue nelle vene. Il piccolo Chopper rispose ancora una volta.

  “non capite, Robin sarebbe un’ottima madre! Bisogna sempre andare al di là delle apparenze!”

  “ma per essere la mamma di questa ciurma…”

Usopp spostò lo sguardo su Franky, sguardo che si fece lievemente malizioso.

  “…dovrebbe sposare Franky…tu che ne dici, cyborg?...”

Franky restò immobile, poteva sentire il calore delle vampate di caldo date dall’imbarazzo salirgli fino alla punta dei capelli, che per l’occasione aveva riportato al vecchio stile. Divenne rosso in viso, senza riuscire minimamente a rispondere. La sua mente cavalcava a briglia sciolta, e ad un tratto si ritrovò su una spiaggia. Davanti a lui c’erano delle file di sedie bianche, decorate con fiori bianchi e color pesca, e sopra di lui troneggiava un arco addobbato con gli stessi fiori. Si voltò leggermente, e dietro di lui potè notare un piccolo altare e due sedute bianche. Poi si sentì chiamare. Quella voce, era certo di averla riconosciuta.

  “Franky…”
 
  “Ro…Robin…”

 La guardò attentamente. Era un’autentica visione. Aveva un abito lungo e bianco di seta, molto semplice e senza fronzoli, con una profonda ma elegante scollatura sul davanti. Quell’abito era proprio come lei, senza fronzoli, concreto, elegante. Sexy…la donna avanzava lentamente verso di lui, e una musica di violino riempiva l’atmosfera. Brook, sistemato a lato dell’altare, suonava una meravigliosa melodia. Le sedie erano improvvisamente piene. C’erano proprio tutti, e tutti erano sorridenti. La sua ciurma, la Franky Family, la Galley Company. Man mano che Robin si avvicinava, Franky poteva scorgere tutti i dettagli. Non riusciva a toglierle gli occhi di dosso. Aveva i capelli legati in un’acconciatura, decorata anch’essa con gli stessi fiori che decoravano il resto, e anche il bouquet era composto con quei fiori. Al collo portava un filo di perle. Non aveva bisogno di gioielli per essere più bella, ma quel filo di perle contribuiva con il resto dell’abbigliamento a conferirle delle sembianze quasi eteree. Oramai era a pochi passi da lui. sorrideva dolcemente, e lui realizzò finalmente ciò che stava accadendo.
 
  “…R-Robin…io..io e tu…ci stiamo per…sposare?”

La donna raggiunse la sua posizione al fianco dell’uomo, e portandosi delicatamente una mano alla bocca rise lievemente. Poi afferrò una mano del cyborg e lo penetrò con lo sguardo. Come prima di quel bacio sul ponte.

  “certo sciocchino…Iceburg ha accettato di celebrare le nostre nozze, in quanto sindaco…”

  “ICEBURG?!”

Franky si voltò di scatto verso l’altare, e vide l’amico-nemico sorridergli.

  “Franky, come stai? Finalmente metti la testa a posto…puoi baciare la sposa…”

Il cyborg lo guardò sbalordito, come per attendere un ulteriore permesso.

  “avanti capo! Che aspetti! Bacia la donna che ami!”

La Franky Family incitava il carpentiere, ancora incredulo. Quando lui sentì una mano posarsi delicatamente sul suo viso.

  “che c’è? Non ti piaccio più, Cutty Flam?...”

Gli chiese Robin con sguardo languido. Uno sguardo al quale Franky si sentiva robollire la cola nello scomparto dello stomaco.
Allora con decisione afferrò la donna per un fianco e la sollevò, fino ad avvicinarla al suo viso, quel tanto che bastava perché si scambiassero uno sguardo pieno di passione. Avvicinava lentamente il viso al suo, le labbra alle sue, oramai mancavano pochi millimetri, poteva già sentire il fiato di lei lambirgli le labbra. Quando l’uomo si sentì toccare prepotentemente un braccio.

 _________________________________________

Note dell'autore: HEYLA'A'A'!!! come và, miei cari? XD lo so, sono una cattivona...all'inizio vi ho abituati ad aggiornamenti frequenti, ed ora aggiorno ogni morte di papa... XD sto cercando di ritrovare l'ispirazione perduta...e anche se ancora quello che scrivo non mi sembra all'altezza, qualche piccolo progresso c'è...vero?? vero?? XD ahahah torniamo seri...ok, non c'è quasi nulla di RuNami in questi ultimi capitoli...però prometto che torneranno presto XD in questi giorni ho letto delle fanfic Franky x Robin, e sono rimasta fulminata da loro. quindi in questi ultimi cap c'è molto di loro. e chiedo scusa ancora a chi odia il fatto che abbia accoppiato Sanji-kun con Bibi XD in questi capitoli sono presenti anche loro due XD però sono in arrivo novità...staremo a vedere! :p a prestissimo, ROCK ON!!


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Capitolo 17
*** .17 ***



Franky stava davanti ai ragazzi rosso in viso e con un sorriso del tutto ebete.

  “ma che gli prende? Ora ci penso io!”

Senza pensarci due volte Rufy con un balzo pestò il piede sinistro di Franky, saltandoci sopra a piedi uniti.
 
“…AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAIIIIAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA!!!!!!!! RUFY MA SEI
  SCEMO????????????????? VUOI FRATTURARMI UN PIEDE????????”

Il capitano lo guardò stupito e un pò dispiaciuto, mentre Usopp e Chopper in un lampo si erano nascosti dietro una branda,
spaventati dalle urla dei cyborg.

  “ma io credevo fossi d’acciaio!!! Sei un robot, non pensavo di farti così male!!”

  “SONO UN UOMO COME TE, BAKA!!! È vero, alcune parti di me sono in robustissimo acciaio…”

Franky assunse con fierezza la sua solita posa.

  “ma ragazzo mio, sono un uomo! Fatto di carne ed ossa, oltre che di SUPER acciaio e circuiti!”

Rufy, Usopp e Chopper, con le stelline agli occhi, riservarono un caloroso applauso di ammirazione al carpentiere, che improvvisamente si fece serio.

  “ok, la scenetta è finta, a lavoro. Tutti in cucina!”

Mentre Zoro era ancora in doccia, i quattro si diressero nella grande cucina, e si divisero i compiti. Chopper riordinava e puliva accuratamente il grande tavolo, Usopp puliva per terra, Rufy lavava i piatti sporchi. Franky si diresse verso il frigo, ed aprendolo ne osservò con attenzione il contenuto per svariati secondi.

  “hey Franky, cosa stai facendo?”

Chiese curioso Rufy. Usopp rivolse uno sguardò fulminante al carpentiere.

  “non lo vedi Rufy? Perde tempo! Mentre noi sgobbiamo!”

Franky si voltò verso il cecchino, e sorridendo si sollevò gli occhiali con decisione.

  “tzè…volete digiunare ancora? Volete per caso saltare un altro pasto?”

Tutti smisero momentaneamente le loro faccende e guardarono con attenzione l’uomo.

  “Sanji non c’è, e quando arriverà non dovrà comunque sforzarsi…quindi, cari ragazzi, oggi e fino a quando Sanji non si sarà rimesso…IO  CUCINERO’ PER VOI!!!!!!!!”

Il cyborg assunse fiero per l’ennesima volta la sua super-posa, ma non ci fu il solito entusiasmo. Bensì tanto stupore. Rufy, Chopper e Usopp guardavano sbigottiti Franky, che aspettava la solita acclamazione, senza successo stavolta.

  “ehm…scusa Franky ma…sicuro di saper cucinare?”

Usopp pose la domanda che tutti avrebbero voluto pronunciare in quel momento.

  “dici a me, ragazzino? Certo che so cucinare, sono un SUPER cuoco! Mai quanto Sanji, questo è ovvio…però a Water Seven cucinavo per tutti i ragazzi della Franky Family, e…nessuno è mai morto.”

I tre ragazzi caddero a gambe all’aria dallo sconcerto.

  “NON VOGLIO MORIRE AVVELENATO!!! SONO GIOVANE, HAI CAPITO???”

Urlò Usopp in preda ad un attacco isterico contro il cyborg. Franky gli diede le spalle e con molta flemma si diresse ancora verso il frigo, aprendo lo sportello principale ed inginocchiandosi.

  “non hai scelta cecchino, l’unica persona che può cucinare oltre Sanji su questa nave è Nami…se hai i soldi per pagarla, affidati pure a lei…”

Un alone blu di terrore era sceso sulle teste dei tre ragazzi, il cyborg aveva perfettamente ragione. Nami si sarebbe fatta pagare, e anche piuttosto bene, questo era certo. Ripresero quindi fischiettando a fare ognuno le proprie faccende, e il carpentiere con un sorriso sollevò gli occhiali da sole e proseguì anche lui col suo compito. Franky tirò fuori alcuni ingredienti e li pose sul piano di fianco ai fornelli. Poi da uno scaffale afferrò una grossa padella e la pose su un fornello. Quando qualcuno entrò dalla porta della cucina.

  “yohohohoh! Ragazzi, che succede? Vi siete dati alle faccende!”

Brook richiuse la porta dietro di se, ed Usopp gli puntò un dito contro.

  “BROOK DOVE ERI FINITO??? Noi qui stiamo lavorando!!!”

Lo scheletro si sedette su una sedia e prese a sorseggiare il solito thè.

  “scusatemi ragazzi, è che avevo un appuntamento con 3 splendide ragazze…è stata una botta di vita! Anche se…SONO MORTO DA UN BEL PEZZO!!! YOOOOHOHOHOHOHOHOHOHOH!!!”

Tutti lo guardarono perplessi, poi lo scheletro si alzò in piedi.

  “potrei apparecchiare, che ne dite?”

Gli altri annuirono, e così anche lo scheletro ebbe il suo compito da svolgere. Nel frattempo Franky aveva cominciato a
cucinare, e in contrasto con tutte le aspettative negative, il profumo si faceva davvero ottimo anche se nessuno lo voleva ammettere. Quando Chopper ebbe un sussulto ed un’illuminazione.

  “Franky, non abbiamo pensato a Robin! Poteva cucinare lei!”

Usopp e Rufy annuirono concordando con la piccola renna, ma Franky li zittì.

  “non dite sciocchezze. Robin non può cucinare.”

  “eh…e perché scusa?”

Domandò Usopp guardando il cyborg da lontano. Lui gli rispose continuando a fare ciò che stava facendo.

  “semplice, perché non voglio che faccia le faccende. Non voglio che tocchi un piatto o una pentola, voglio che si riposi e si diverta in questi giorni. E non chiedeteglielo perché ve la faccio pagare!”

Nessuna risposta.

  “hey, mi avete sentito babbei?? Non osate chiedere a Nico Robin di alzare un dito, sono stato chiaro??”

All’improvviso Franky sentì un tocco delicato percorrergli la schiena sotto la camicia, e realizzò. Robin era proprio dietro di lui, ed evidentemente aveva sentito tutto. Il cyborg andava a fuoco peggio che il cibo che stava cucinando in quel momento.
 Scattosamente si voltò, e la vide sorridente proprio lì di fianco.

  “…R…R-Robin…s-sei q-qui…..”

  “adoro gli uomini che non disdegnano le faccende…soprattutto quelli che cucinano…”

Franky sorrise nervosamente, si era fregato da solo. Aveva distrutto la sua figura di uomo virile per lasciar posto a quella dell’uomo “casalingo”. E anche se era quello che intendeva fare, il fatto che lei lo sapesse lo metteva in imbarazzo. L’uomo si accorse che i ragazzi osservavano anche troppo spudoratamente la scena, allora decise di cacciare tutti fuori.
 
  “CHE AVETE DA GUARDARE???? LE FACCENDE SONO FINITE!!! FUORI!!!!! Vi chiamo io quando è pronto!!!”

  “ma Franky-san, io non ho finito di apparecch..”
 
  “FUORIIIIIIIIII!!!!!!!!!!!!!!!!!”

I quattro, letteralmente aggrediti, si catapultarono fuori dalla cucina. Franky sospirò, per darsi una calmata.

  “non dovevi essere così duro con loro, non credi?”

  “se la sono cercata.”

  “sei in imbarazzo?”

  “…m-ma…ma che dici??? N-no…io non..”

  “volevi risparmiarmi le faccende, ma ti da fastidio che ti abbia sentito fare quei discorsi sul risparmiarmi le fatiche domestiche. Non è così, Cutty Flam?”

Franky spense il fornello, il cibo era cotto a puntino, poi si voltò verso la donna con un’aria indecifrabile. Lei continuava a fissarlo sorridente.

  “ho indovinato…”

Lui arrossì, ma stavolta non distolse lo sguardo, che anzi si fece più deciso.

  “guarda che io dicevo sul serio, trovo molto sensato che un uomo si dedichi anche alle faccende domestiche…e tutto questo non fa che aumentarne il fascino, e anche la virilità…”

Lei posò una mano sul petto voluminoso di lui, quando lui posizionò una delle sue grandi mani sotto il sedere della donna, avvicinandola al suo corpo, quasi con prepotenza. Lei sussultò, aveva ancora una volta perso il controllo della situazione. Si sentiva in balia del carpentiere e delle sue intenzioni. Poi lui la sollevò lentamente, facendo aderire il corpo di lei al suo, quasi facendoli strisciare uno contro l’altro, fino a far avvicinare i due volti uno all’altro. sempre guardandosi con intensità e passione, lei gli carezzò il viso con entrambe le mani, e lui dischiuse le labbra, quasi a voler dire qualcosa che non riusciva ad uscire dalla sua bocca.

  “…che ti avevo detto? Non perdi certo di virilità…”

Si sorrisero, poi lei lo baciò ancora una volta, sempre con ardore. Lui ricambiò subito. Ma si staccarono presto.

  “e se mollassimo la cucina? Oramai è tutto in ordine...la cucina è pulita, la tavola è quasi apparecchiata, il pranzo è pronto…”

Chiese Franky, senza toglierle per un istante gli occhi di dosso.

  “mh…che intenzioni hai?...”

Lui si allungò un poco, cominciando a darle dei piccoli baci sul collo e sotto l’orecchio. Robin chiuse gli occhi e tirò lievemente il capo indietro, per godersi al meglio quelle piccole perle di desiderio che il cyborg le stava donando. Poi lui le sussurrò all’orecchio.
 
  “…penso che le mie intenzioni ti siano piuttosto chiare, Nico Robin…”

  “che uomo passionale…sotto l’indistruttibile acciaio c’è un uomo romantico e rovente… ”

  “lascia che ti dimostri quanto…” 

Franky fece per baciarla ancora ma lei, ponendogli un dito sulle labbra, lo bloccò. Lui spalancò leggermente gli occhi.

  “che ti prende? Non lo vuoi anche tu?”

  “ora non c’è tempo. Bibi e Sanji stanno per arrivare, non possiamo sparire…c’è tempo per il resto…”

Disse lei sorridendo languida ancora una volta, e passandogli il dito sulle labbra umide.

  “sei crudele…non puoi stroncare il desiderio di un uomo così!”

  “dai, non fare il ragazzino…e poi sono certa di potertelo riaccendere in qualsiasi momento, quel desiderio…”

  “mi dai almeno un altro bacio?”

Robin gli prese il volto tra le mani sottili, lui chiuse gli occhi bramoso di sentire ancora una volta le sottili labbra dell’archeologa sulle sue, di sentire il suo sapore. Ma tutto questo non arrivò. Allora Franky spalancò gli occhi per capire, e si rese conto che Robin era sparita dalla sua presa e si avviava verso la porta.

  “hey!!! Perché vai via?! Ho fatto qualcosa di sbagliato??”

  “no, niente, mi và solo di farti aspettare. E poi, l’attesa accresce il desiderio, Cutty Flam…”

Disse la donna guardandolo con la coda dell’occhio mentre apriva la porta della cucina, lasciando il cyborg letteralmente senza parole, e richiudendola dietro di se una volta uscita. Franky sorrise e si ricalò gli occhiali da sole sugli occhi.

  “hehe...spiacente ammetterlo Franky, ma te l’ha fatta…quella donna mi farà impazzire…”

Disse a se stesso Franky, intento a finire di apparecchiare.

Nello stesso momento, Bibi e Sanji si apprestavano ad uscire dal palazzo presidenziale. Destinazione Thousand Sunny.

  “Bibi-sama, è sicura di voler andare a piedi? Guardi che possiamo avvisare il cocchiere, la carrozza sarebbe pronta in un attimo!”

Chiese un uomo alto dai bizzarri capelli bianchi. Sanji intervenì.

  “Igaram non preoccuparti, ci sono io con lei!”

  “è proprio questo che mi preoccupa.....ed in ogni caso, sei ferito, come pensi di poterla proteggere? Meglio che vi accompagni una         scorta…”

Bibi si alzò in piedi di scatto, e si rivolse con fermezza verso Igaram.

  “non voglio alcuna scorta, Igaram. Voglio fare una passeggiata, sarò libera di fare una passeggiata con Sanji, no?”

  “m-ma vede, Bibi-sama..”
 
 “niente storie, non mi accadrà nulla. Sono stata in situazioni molto peggiori e me la sono cavata…non ci accadrà nulla. Andiamo Sanji-kun. Ci vediamo!”

La ragazza afferrò una borsa, si infilò un paio di occhiali da sole e prese il cuoco per mano, trascinandolo letteralmente via. Una volta fuori,
Bibi sospirò.
 
  “ogni volta è così…”

Sanji la guardò perplesso, osservando che ancora lei non aveva lasciato la sua mano.

  “così come, Bibi-chan?”

  “non posso uscire, non posso frequentare gente, non posso fare attività che non siano proprie di una principessa…”

La ragazza guardava per terrà avvilita. Sanji, di fianco a lei, poteva intravedere i suoi occhi tristi dietro le scure lenti. Allora le strinse leggermente la mano. Lei se ne rese conto e si girò a guardarlo.

  “non ci pensare ora, ok? Oggi passerai una giornata diversa, promesso.”

Bibi arrossì leggermente e sorrise al ragazzo, stringendogli a sua volta la mano. Continuarono a passeggiare così, parlando delle avventure passate insieme, di quando erano Nakama, e ridendo a crepapelle. Si ritrovarono in una grande piazza colma di tanta gente, soprattutto turisti. I due si bloccarono, non sapendo da che parte proseguire. Bibi frugò nella sua borsa a tracolla, recuperando una cartina di Keylos City ed aprendola.

  “vediamo…secondo la cartina ci troviamo nella piazza principale, quindi…dobbiamo proseguire per di là, sempre dritti ed arriveremo al porto…”

  Ma Sanji era distratto. In mezzo alla folla intravide un uomo alto e snello, dalla carnagione scura, con un mantello nero ed una camicia bianca. Ma la caratteristica che più attrasse l’attenzione del cuoco furono i capelli lisci di un colore rosso scuro, ed una serie di tre cicatrici sull’occhio sinistro. Quell’uomo aveva un che di familiare. In un attimo, sparì tra la folla. Sanji lo cercò con lo sguardo, senza però ritrovarlo. Bibi si accorse che Sanji era distratto da qualcosa, allora gli scosse leggermente la spalla.

  “Sanji-kun? Tutto ok? Il porto è da quella parte…”

  “..eh? oh si, scusa Bibi-chan! Andiamo…”

  “c’è qualcosa che non và?”

  “assolutamente no, mio piccolo fiore del deserto! Andiamo pure…”

A quelle moine la ragazza si tranquillizzò, credendo che per Sanji fosse veramente tutto ok, visto che quello era il suo atteggiamento normale. Prima di proseguire, Sanji dette un ultimo sguardo in quella stessa direzione.

  **eppure…quell’uomo…**

______________________________

Note dell'autore: eeeeh oggi vi sto viziando! XD altro capitolo...sembrava un cap come gli altri, e invece, sul finale...chi sarà mai l'uomo misterioso? XD la descrizione non lascia molti dubbi, ma cosa ci farà lì Mr. X? come dice Ruggeri in una famosa canzone , MISTERO! XD alla prossima, spero presto...ROCK ON!!!

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Capitolo 18
*** 18. ***


Bibi e Sanji arrivarono al porto in poco tempo. Il cuoco continuava a rimugginare sul misterioso individuo avvistato poco prima
nella piazza principale della città.

  “Sanji-kun…”

La ragazza richiamò la sua attenzione. Lui si voltò a guardarla e notò un’espressione perplessa sul viso di lei.

  “e quel faccino?”

  “non fare il finto tonto. Cos’hai visto in quella piazza Sanji?”

  “…niente Bibi-chan…”

  “non sei bravo a mentire.”

Sanji sospirò. Frugò nella tasca del suo pantalone e tirò fuori una delle sue sigarette. L’accese, pensieroso. Bibi lo guardava con un velo di preoccupazione negli occhi.

  “Sanji…”

  “è che credo di aver visto una persona famosa in quellapiazza…

  “beh, non sarebbe strano…qui in tanti passano le vacanze…c’è gente di ogni tipo…comunque chi era?”

  “è questo il problema, è una persona dall’aria familiare…ma l’ho visto di sfuggita, e non sono riuscito a collegare il suo volto ad un nome.”

A quel punto Bibi decise che non avrebbero raggiunto la nave fino a che Sanji non si fosse tolto questo dubbio. Quindi lo trascinò silenziosamente verso una panchina lì vicino, ed entrambi si sedettero.

  “perché ci siamo seduti ora?”

  “perchè voglio che mi parli di questa persona che hai visto. Magari posso aiutarti.”

Sanji la guardò per qualche istante, poi fece un tiro di sigaretta e guardando davanti a se in una direzione imprecisata prese a parlare.

  “aveva un mantello nero e una camicia bianca…i capelli lisci e rossi…e delle cicatrici su un occhio.”

Bibi parve sconvolta dalla descrizione dell’uomo.

  “…c-capelli rossi e…cicatrici su un occhio?”

  “si, esatto…”

Il biondo osservò la ragazza letteralmente sbalordita, e cominciò a chiedersi se l’uomo che aveva visto non fosse veramente qualcuno di molto famoso.

  “l’uomo che hai visto…l’uomo che hai visto era…Shanks il Rosso…”

Sanji scattò in piedi come se avesse una molla sotto il sedere.

  “ECCO CHI ERA!!!! Si, era proprio lui!! non lo conosco di persona ma la sua fama è enorme, e durante i due anni di separazione dagli altri vidi
la sua foto su un giornale, in un articolo che parlava della guerra di Marineford!”

  “cosa ci fa qui uno come lui? uno dei quattro imperatori…”

  “Bibi-chan, lui è l’uomo del cappello di Rufy.”

La ragazza lo guardò stranita.

  “che vuol dire?”

  “Shanks è l’uomo che donò il cappello a Rufy, è a lui che Rufy ha fatto la promessa di diventare il Re dei pirati. Non capisci?? Quando Rufy saprà che anche Shanks è qui, non starà nella pelle dall’entusiasmo!”

Esclamò Sanji gesticolando freneticamente. Bibi si alzò di scatto con un’espressione seria in volto. Sanji la seguì attentamente con lo sguardo senza toglierle un attimo gli occhi di dosso, chiedendosi a cosa stesse pensando. La ragazza si mise di spalle e rimase per qualche istante immobile. Il cuoco cominciava a preoccuparsi.

   “avanti, alzati!”

La ragazza si rivolse al biondo con tono autoritario, tanto che il ragazzo cominciava a pensare seriamente che se la fosse presa per qualcosa, anche se francamente non immaginava cosa. Comunque si alzò, così come gli era stato “intimato” di fare, continuando a fissarla. Dopo qualche istante Bibi si voltò di scatto, con un’espressione festosa in volto ed un sorriso a 32 denti.

   “corriamo da Rufy!”

Sanji sussultò a quel sorriso così meravigliosamente allegro e si sentì avvampare, specialmente quando Bibi lo afferrò per un braccio e lo trascinò in una direzione in particolare, quella delle banchine del porto. Ovviamente il biondo non oppose resistenza, godendo appieno di quel contatto così piacevole ed anche di quella sua reazione imbarazzata, quasi adolescenziale. In fin dei conti lui, in quel ristorante con quel vecchio e quella manica di cuochi maleducati, un’adolescenza vera e propria non l’aveva mica avuta.
Percorsero qualche metro, ma persero di vista la zona delle banchine, mentre gli si parò davanti una sorta di boschetto.
 
  “questo è un problema…”
 
Sentenziò Bibi perplessa.
 
   “Sanji-kun, ci conviene chiedere a qualcuno da dove possiamo passare per arrivare al più presto al porto. Io non posso… mi riconoscerebbero e probabilmente creeremmo tumulto per nulla. Puoi occupartene tu?”
 
Il biondo annuì alla ragazza sorridendo, e dopo essersi voltato verso più direzioni scorse una persona su una panchina ad un centinaio di metri da loro, intenta a leggere un libro.
 
   “bene, vado a chiedere informazioni a quella ragazza, tu aspettami qui ok?”
  
La principessa sorrise in segno di approvazione, e il biondo in pochi istanti grazie alle sue allenatissime gambe arrivò nei pressi della panchina. Si avvicinò con discrezione, osservando però con insistenza la persona alla quale avrebbe dovuto rivolgersi. Era una ragazza, capelli neri a grandi boccoli, abbastanza ribelli, pelle chiara, fisico snello. Abbigliamento sportivo, in pandance verde militare, grandi occhiali neri ed espressione intricata. Sanji riuscì a scorgere qualche immagine e qualche scritta sulle pagine che la ragazza era intenta a leggere, era un libro di cucina.
 
   “mi scusi, signorina…non vorrei interromperla, ma mi servireb….”
 
La ragazza alzò lo sguardo sul cuoco, sfilandosi i grandi occhiali da sole e mostrando due enormi occhi verde oliva, che facevano contrasto con quella pelle così chiara. Era indubbiamente una bellissima ragazza, ma stranamente non fu propriamente questo particolare che pietrificò Sanji.
 
  “m-ma tu sei…”
 
  “ah! Tu sei quello di ieri. Sei ancora vivo allora.”
 
Disse con tono inespressivo la ragazza.
 
  “si, ora ricordo…tu eri una delle ragazze alle quali ho chiesto informazioni ieri riguardo il corteo e il palazzo presidenziale…”
 
Aggiunse Sanji continuando ad osservarla.
 
  “già, sono proprio io. Vedo che ci sei riuscito…”
 
Sanji la guardò un po’ interdetto. La ragazza indico la figura di Bibi, che nel frattempo era intenta ad accarezzare un gatto. Non si era nascosta molto bene a quanto pare.
 
   “parlo di lei.”
 
   “aaah! Beh si…io e lei siamo..amici…anche se voi mi avrete preso per un pazzo…”
 
La ragazza si alzò, chiudendo bruscamente il libro con un suono sordo ed appendendo gli occhiali sulla cintura dei pantaloni.
 
   “io non ti ho preso per un pazzo. Io sono solita non giudicare le persone senza conoscerle. Per me eri uno che chiedeva indicazioni, e infatti te le ho date.”
 
   “ehm…sembra incredibile, ma ora mi toccherà chiederti altre indicazioni!”
 
Disse il biondo ridacchiando, con una mano dietro la nuca. La ragazza lo guardò con gli occhi sbarrati.
 
   “hey, non mi avrai presa per una del centro informazioni per turisti senza senso dell’orientamento?”
 
Per un istante a Sanji venne in mente Zoro, e dentro di se pensò che francamente conosceva chi aveva meno orientamento di lui.
 
  “oh no no, è tutta una coincidenza…una coincidenza divertente!”
 
La ragazza sorrise sommessamente, era quasi un sorriso di rassegnazione. Una rassegnazione positiva, piacevole.
 
   “eh va bene, dove devi andare stavolta?”
 
   “mi serve sapere la strada più breve per arrivare al porto.”
 
La mora indicò un sentiero con un dito uno dei sentieri che attraversavano il boschetto.
 
   “vedi quel sentiero? Percorretelo tutto, ed arriverete dritti al porto.”
 
Sanji osservò la direzione indicatagli ancora per un attimo e sorrise.
 
   “grazie mille!”
 
   “non ci vorrà molto, il porto non è lontano da qui. io ci lavoro, quindi ci passo la maggior parte della mia giornata…”
 
   “lavori al porto? Non ti vedo molto adatta a fare lo scaricatore…sembri così delicata…”
 
La ragazza rivolse al biondo uno sguardo inacidito.
 
   “OVVIAMENTE non faccio lo scaricatore di porto. Lavoro nel ristorante di proprietà del mio patrigno, sono un aiuto cuoco. Ma un giorno diventerò la cuoca migliore del mondo…”
 
Sanji la guardò spalancando gli occhi. Anche lei era una cuoca.
 
    “ecco perché leggevi un libro di cucina…”
 
    “spiavi le mie letture…incredibile. Comunque ti conviene andare biondino, la principessa ti fissa quasi da volerti attirare a lei come una calamita…”
 
   “oh…hai ragione. Ti ringrazio ancora…”
 
La ragazza si era già avviata verso la parte opposta, salutandolo di spalle con un gesto del braccio. Lui la guardò allontanarsi ancora un po’, ripensando a quante analogie fosse riuscito a scovare tra loro in così pochi minuti di conversazione.
 
   “Sanji!!”
 
Bibi chiamò a gran voce il cuoco, che si voltò di scatto.
 
   “arrivo cara!! Tutto risolto!”
 
Sanji spiegò il tragitto alla ragazza, ed i due cominciarono a percorrere il sentiero come se nulla fosse. Anche se Sanji non riusciva a non pensare a quell’incontro. Quella ragazza così scorbutica, almeno rispetto alla dolcezza di Bibi. Era così diversa da lei…
 
 
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 Note dell'autore: salve salve! visto? sono ancora viva! XD dovete scusarmi, se lo scorso periodo mi mancava l'ispirazione in questo periodo mi manca il tempo! XD poi vabè, francamente non mi pronuncio sul fatto che l'ispirazione sia tornata o meno...lo lascio decidere ai prossimi capitoli. cooomunque! altro capitolo sul versante Sanji. mi piaceva l'idea di aggiungere un pò di pepe alla sdolcinata storia che sta coinvolgendo Sanji e Bibi! XD tranquilli, tra poco torneranno anche Rufy e Nami...arriveranno prima o poi sti due alla nave, no?! XD ora vi lascio, spero di riaggiornare presto...non vi prometto nulla! XD ma mi impegnerò! ROCK ON! :D
 
 
 
 
 
 
 

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