Fell in love with my best friend

di Greenfields
(/viewuser.php?uid=186647)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** The beginning ***
Capitolo 2: *** Something new ***
Capitolo 3: *** A happy ending ***



Capitolo 1
*** The beginning ***


 

- Cavolo, buttati!
- Ma perché? Infondo non so se le piaccio.. devo ancora capire se può esserci qualcosa!
- Muoviti - lo spinsi, e lui si alzò e le andò a parlare.
Era sempre stato timido, ma dopo qualche incoraggiamento tirava fuori il suo lato supersexy, che mandava tutte fuori di testa. Pure me. Era triste vederlo stare con un'altra, ogni volta che lo vedevo lanciare a qualcuna quegli sguardi, avrei voluto saltargli davanti ed acciuffare l'aria, dicendo: "Aha! L'ho preso! Questo sguardo è mio!". Le ragazze lo vedevano solo come Charlie Bennett, il ragazzo più fico della scuola, non come lo guardavo io, come Charlie, il mio migliore amico dal tempo dell'asilo. Purtroppo ero già cotta di lui da un paio di anni, ma non ne sapeva nulla. Questo anche grazie al mio indiscusso talento da attrice.
- Eva! Evangeline! - mi urlò qualcuno all'orecchio. Mi voltai infastidita:
- Si, questo è il mio nome.
- Come siamo aggressivi! Ma non ti ricordi di me?
- Dovrei? - risposi altezzosa. Mi dispiacque per lui, ma era capitato nel momento sbagliato.
- Sono Trevis.
Mi girai, sconvolta. Trevis. Il ragazzo più stronzo che avessi mai incontrato. L'unico che mi aveva fatta piangere, l'unico che mi aveva lasciata. Un colpo per il mio gigantesco ego, insomma.
- Tr.. Trevis? Sei davvero tu?
- Ciao piccola.. - mi si avvicinò e mi diede un leggero bacio sulle labbra.
Lo guardai dal basso all'alto, e dissi:
- Ti sembra il caso?
- Sai, ti ho pensata sempre..
- Certo, mentre ti portavi a letto una bella italiana, eh?
Era dovuto partire per l'Italia per due anni e, da bravo stronzo, mi aveva lasciata una settimana prima della sua partenza, per avere un "po' di libertà" come l'aveva definita lui. Certo, perché io lo tenevo legato al letto con una corda.
- Non essere così scorbutica
- Certo che no, amore - gli carezzai il viso, con uno sguardo che intendeva dire tutto il contrario
- Tanto ti riavrò. Sarai mia.
- Si, aspetta e spera.
Si allontanò, e continuai a guardare il mio sogno, che stava ancora parlando con Quella ma aveva uno sguardo preoccupato. Aveva visto tutto.
La mia vita era complicata? No, guai.
La verità è che forse mi divertiva, avere una vita caotica e fuori dal normale, così tanto da incasinare sempre tutto. Ero popolare, a scuola. Non come Witney, ma lei era conosciuta per essere.. una donna dai facili costumi, o, come si usa dire, una che la da a tutti. Nonostante tutto era la mia migliore amica, e noi due insieme eravamo emulate da tutte le nostre compagne. Lei era la tipica bionda, mentre io avevo i capelli color ebano, come li definiva lei. Come sempre era nel mezzo della pista, che dava sfoggio del suo nuovissimo, nonché provocantissimo abito rosso. Vedevo che ballava vicino ad un ragazzo, e che la fidanzata di quest'ultimo la fulminò con lo sguardo e attirò a se quel povero bambolotto. Wit lo guardò afflitta, come se le avessero appena tolto il gioco dalle mani, e mise il broncio. Iniziai a ridere, mentre si incamminava nella mia direzione.
- Ancora in bianco?
- Dobbiamo andare in altri locali, qui sono sempre tutti occupati.
Risi sotto i baffi. Lei continuò:
- Ma tanto tu stravedi già per qualcuno, no? Che te ne può interessare? - mi rabbuiai. Lei sapeva della mia cotta per Charlie, ma non faceva nulla per alleggerirmi il peso.
- Ho visto Trevis - buttai li, come fosse nulla.
Strabuzzò gli occhi - Cosa?
- Già.. 
- Che ti ha detto?
- Si è avvicinato con i suoi soliti occhi da cascamorto, e mi ha detto che mi ha sempre pensata e bla bla bla..
- E tu?
- Gli ho chiesto se mi pensava anche mentre scopava con le italiane - risposi con nonchalance.
Scoppiò a ridere - Sei unica
- Beh, unica magari no, ma sicuramente fuori dal normale - risposi soprappensiero, seguendo con lo sguardo Charlie - Almeno lui si divertirà, stasera.
Mi poggiò una mano sulla spalla, per confortarmi. Sapeva davvero essere un'ottima amica. I due si avvicinarono.
- Voi dovreste essere le amiche di Charlie! Piacere, - mi porse la mano - sono Greta.
Si, Greta, fammi ancora quel sorrisino compiaciuto e ti farò diventare CRETA. Idiota. Poi che voce stridula e da topolino aveva!
Sorrisi, cordiale - Piacere, Evangeline - Grazie, grazie, grazie a Dio sapevo nascondere così bene i miei sentimenti, sennò avrei potuto a malapena controllare la voce, dalla gelosia.
Witney, menefreghista si guardò intorno, e non appena vide Joe, le si illuminarono gli occhi, mi guardò come se aspettasse il permesso:
- E che aspetti? Vai, muoviti! - le urlai sopra la musica.
Iniziò a saltellare di gioia come una bambina a Natale e scossi la testa in modo teatrale, portandomi una mano sulla fronte. Se ne andò senza fiatare.
- E' un po' strana.. - si permise di commentare Cretina. Ops, la avevo davvero chiamata così? Già, e mi piaceva.
Charlie, per prevenire la mia reazione cercò di sdrammatizzare, e disse:
- Se lei è strana, devi ancora conoscere Line! - usò il mio nomignolo, accarezzandolo con la voce, ma forse era una mia sensazione.
Sorrisi, dandogli uno scappellotto, e, mentre si preparava per contrattaccare, gli dissi:
- Le donne non si toccano nemmeno con un fiore, e poi non vorrai mica lasciarLa da parte? - riferendomi a lei. Frecciatina.
- No - le sorrise e la abbracciò. Non doveva sortire questo effetto il mio riferimento. Mannaggia a me e alla mia boccaccia!
Vidi che Joshua si aggirava vicino all'entrata, così dissi:
- Charlie, io vado da Joshua.. non.. - guardai Charlie, per fargli capire che dovevo portare il nostro amico, esageratamente sbronzo, a casa - non si regge in piedi - continuai. Annuì e mi dileguai, lasciandoli alle loro cose.
- Joshua! Joshua! - Lo trovai per terra, che vomitava - Ehi.. - mi avvicinai e gli misi una mano fredda sulla fronte - vieni, idiota, prendiamo un taxi e torniamo all'istituto.
Salimmo sulla macchina e dopo aver pagato l'autista che ci aveva guardati durante tutto il tragitto con diffidenza, ci incamminammo verso verso i dormitori, sapendo di aver superato il coprifuoco, ma essendo certi anche che il controllore non sarebbe mai passato. Lo appoggiai sul letto:
- Ora dormi, eh? Io vado.
- Mh.. Ok.. Grazie Line..
- Prego, Josh.. Prego..
Stavo per aprire la porta quando bussarono, sussurrai:
- Merda.. Jo!
- Si? - anche da ubriaco la voce da assonnato gli riusciva benissimo.
- Posso entrare? - chiese il professor Jenkins. 
Proprio ora doveva entrare? Mi infilai nel letto di Charlie, e finsi di dormire, mentre, impassibile Joshua faceva il possibile per non far vedere che era ubriaco marcio.
- Si..
La porta si aprì.
- Dormite?
- Da un po'.. - rispose Joshua.
- E il signor Bennett?
Feci finta di russare, e Joshua fece un cenno della testa, come per dire: è li, che fai non lo vedi?
Jenkins annuì e se ne andò.
Sospirai e sussurrai a Joshua:
- Josh, io rimango per un po', perché se mi vede uscire sono guai - ma tanto non mi ascoltava, pensai, e poi Charlie stanotte non tornerà.
Non appena toccai il letto, crollai dal sonno.
Fui svegliata da dei mormorii sommessi:
- Line, se vuoi venire a letto con me va bene, ma dammi un po' di tregua.. ho già dato stanotte.. - sghignazzò - e poi mica c'è bisogno che ti infili nel mio letto! Bastava che me lo dicessi!
- Sei.. il più grande.. idio - sbadigliai - ta di tutti i tempi. Fammi andare, va, che se Jenkins mi trova qui è la fine..
Mi ricordai troppo tardi che mi ero tolta il vestito troppo stretto, ed ero già in piedi. Charlie e Joshua strabuzzarono gli occhi. Arrossii, e mi infilai sotto il lenzuolo. Iniziarono a fare commenti idioti:
- Se avessi saputo che eri così bella, ieri sera non mi sarei addormentato.. - Joshua.
- Io sarei tornato prima e mi sarei infilato direttamente nel letto.. - Charlie.
- Passatemi quel maledetto vestito e giratevi, maiali!
Scoppiarono a ridere, e io mi unii a loro.
Uscii dalla camera e Charlie mi venne incontro.
- Che fai?
- Ti accompagno, e magari, visto che eri così impaziente.. - fece uno sguardo eloquente.
- Smettila di fare l'idiota - sorrisi, quanto avrei voluto che dicesse per davvero - com'è andata con..? Cosa?
Scoppiò a ridere, e, visto che eravamo appena arrivati davanti alla mia stanza, gli tappai la bocca, lo spinsi addosso alla porta ed aprii, intenta ad entrare il più velocemente possibile.
- Ma ti sembra il caso di ridere così!? E' mattina, dormono tutti! - mi guardava in un modo strano - Cosa guardi?
- Sei stata sexy, prima.
- Si.. certo. Sei sicuro che Cretina non di abbia drogato?
- Come l'hai chiamata? - rise.
- Beh, un nomignolo come altri.
- Comunque no, non mi ha drogato. Lo sanno tutti che sei una delle ragazze più belle della scuola, Line.
- Se continui così mi spoglio e vengo a letto con te. Ora - mi misi a ridere.
- Sono qui.
Lo guardai, alzando un sopracciglio. Faceva sul serio? Decisi di testarlo. Mi avvicinai, e appena mii vide così determinata, indietreggiò, mentre io avanzavo. Continuando così si ritrovò disteso sul letto, e ci mettemmo a ridere. Io lo provocai:
- Vedi, non sei ancora pronto per questo - e indicai la mia persona. Gli tirai un bacetto e gli feci un occhiolino. Mi voltai per andare in bagno e cambiarmi, segretamente dispiaciuta che per lui quello fosse solo un gioco tra amici. Ad un certo punto non sentii più il pavimento sotto i piedi, e mi accorsi che mi aveva presa in braccio, neanche fossi uno zaino.
- Mettimi giù!
- Ssssh!
Mi buttò sul letto e iniziò a farmi il solletico.
- Smettila! Dai! Lo sai che odio il solletico! - risi.
Si fermò, e sputò parole che non capii:
- Inizio a frequentarmi con Greta.
Rimasi interdetta da quelle parole, e stupita, ma solo dopo dei momenti, provai dolore. Un dolore così forte che sembrò mi schiacciasse, che mi mozzasse il fiato. Riuscii a sorridere, come?
- Che.. bello!
- Beh, si.. Insomma, lei è carina ed è un po' che le vado dietro..
- Sono contenta - mentii.
- Non è vero - mi scoprì. Riusciva a capire che mi passava per la testa, e mi si fermò il cuore quando pensai che avrebbe potuto capire i miei sentimenti. Continuò - Tu la odi.
Fui rasserenata dal fatto che avesse frainteso il mio disappunto, e gli diedi ragione.
- Già, è insopportabile. Ma se ti rende felice..
- Sei fantastica - sorrise.
- Ora, caro il mio cavaliere senza macchia e senza paura, mi dovrei fare la doccia.
- Vado?
- Se vuoi rimanere va bene, ma la tua ragazza che direbbe?
Fece la sua meravigliosa risata e disse:
- Va bene! A dopo!
Andai in bagno, chiusi la porta e piansi.
Spazio autrice:
Salve a tutti! Sono nuova e terribilmente impaurita da questa mia pazzia. Questa storia è venuta fuori senza che me ne rendessi conto, e no, prima che me lo chiediate non ero posseduta e so anche che le mie battute sono pessime (si, doveva essere una battuta).
Bando alle ciance! Spero davvero che vi sia piaciuto almeno un po', e se potreste lasciarmi una recensione, la accetto volentieri, perchè sono affamata di critiche e desidero davvero tanto migliorare la mia scrittura!
A presto!
G.

 

 

The beginning

 

 

- Cavolo, buttati!

- Ma perché? Infondo non so se le piaccio.. devo ancora capire se può esserci qualcosa!

- Muoviti!

Lo spinsi, e lui si alzò e le andò a parlare.Era sempre stato timido, ma dopo qualche incoraggiamento tirava fuori il suo lato supersexy, che mandava tutte fuori di testa. Pure me. Era triste vederlo stare con un'altra, ogni volta che lo vedevo lanciare a qualcuna quegli sguardi, avrei voluto saltargli davanti ed acciuffare l'aria, dicendo: "Aha! L'ho preso! Questo sguardo è mio!". Le ragazze lo vedevano solo come Charlie Bennett, il ragazzo più fico della scuola, non come lo guardavo io, come Charlie, il mio migliore amico dal tempo dell'asilo. Purtroppo ero già cotta di lui da un paio di anni, ma non ne sapeva nulla. Questo anche grazie al mio indiscusso talento da attrice.

- Eva! Evangeline! - mi urlò qualcuno all'orecchio.

Mi voltai infastidita:- Si, questo è il mio nome.

- Come siamo aggressivi! Ma non ti ricordi di me?

- Dovrei? - risposi altezzosa.

Mi dispiacque per lui, ma era capitato nel momento sbagliato.

- Sono Trevis.

Mi girai, sconvolta. Trevis. Il ragazzo più stronzo che avessi mai incontrato. L'unico che mi aveva fatta piangere, l'unico che mi aveva lasciata. Un colpo per il mio gigantesco ego, insomma.

- Tr.. Trevis? Sei davvero tu?

- Ciao piccola.. - mi si avvicinò e mi diede un leggero bacio sulle labbra.

Lo guardai dal basso all'alto, e dissi:- Ti sembra il caso?

- Sai, ti ho pensata sempre..

- Certo, mentre ti portavi a letto una bella italiana, eh?

Era dovuto partire per l'Italia per due anni e, da bravo stronzo, mi aveva lasciata una settimana prima della sua partenza, per avere un "po' di libertà" come l'aveva definita lui. Certo, perché io lo tenevo legato al letto con una corda.

- Non essere così scorbutica

- Certo che no, amore - gli carezzai il viso, con uno sguardo che intendeva dire tutto il contrario

- Tanto ti riavrò. Sarai mia.

- Si, aspetta e spera.Si allontanò, e continuai a guardare il mio sogno, che stava ancora parlando con Quella ma aveva uno sguardo preoccupato. Aveva visto tutto.
La mia vita era complicata? No, guai.

La verità è che forse mi divertiva, avere una vita caotica e fuori dal normale, così tanto da incasinare sempre tutto. Ero popolare, a scuola. Non come Witney, ma lei era conosciuta per essere.. una donna dai facili costumi, o, come si usa dire, una che la da a tutti. Nonostante tutto era la mia migliore amica, e noi due insieme eravamo emulate da tutte le nostre compagne. Lei era la tipica bionda, mentre io avevo i capelli color ebano, come li definiva lei. Come sempre era nel mezzo della pista, che dava sfoggio del suo nuovissimo, nonché provocantissimo abito rosso. Vedevo che ballava vicino ad un ragazzo, e che la fidanzata di quest'ultimo la fulminò con lo sguardo e attirò a se quel povero bambolotto. Wit lo guardò afflitta, come se le avessero appena tolto il gioco dalle mani, e mise il broncio. Iniziai a ridere, mentre si incamminava nella mia direzione.- Ancora in bianco?- Dobbiamo andare in altri locali, qui sono sempre tutti occupati.

Risi sotto i baffi.

Lei continuò:- Ma tanto tu stravedi già per qualcuno, no? Che te ne può interessare? - mi rabbuiai.

Lei sapeva della mia cotta per Charlie, ma non faceva nulla per alleggerirmi il peso.

- Ho visto Trevis - buttai li, come fosse nulla.Strabuzzò gli occhi

- Cosa?- Già.. - Che ti ha detto?

- Si è avvicinato con i suoi soliti occhi da cascamorto, e mi ha detto che mi ha sempre pensata e bla bla bla..

- E tu?

- Gli ho chiesto se mi pensava anche mentre scopava con le italiane - risposi con nonchalance.

Scoppiò a ridere - Sei unica

- Beh, unica magari no, ma sicuramente fuori dal normale - risposi soprappensiero, seguendo con lo sguardo Charlie

- Almeno lui si divertirà, stasera.

Mi poggiò una mano sulla spalla, per confortarmi. Sapeva davvero essere un'ottima amica. I due si avvicinarono.

- Voi dovreste essere le amiche di Charlie! Piacere, - mi porse la mano - sono Greta.

Si, Greta, fammi ancora quel sorrisino compiaciuto e ti farò diventare CRETA. Idiota. Poi che voce stridula e da topolino aveva!

Sorrisi, cordiale: - Piacere, Evangeline - Grazie, grazie, grazie a Dio sapevo nascondere così bene i miei sentimenti, sennò avrei potuto a malapena controllare la voce, dalla gelosia.

Witney, menefreghista si guardò intorno, e non appena vide Joe, le si illuminarono gli occhi, mi guardò come se aspettasse il permesso:

- E che aspetti? Vai, muoviti! - le urlai sopra la musica.

Iniziò a saltellare di gioia come una bambina a Natale e scossi la testa in modo teatrale, portandomi una mano sulla fronte. Se ne andò senza fiatare.

- E' un po' strana.. - si permise di commentare Cretina. Ops, la avevo davvero chiamata così? Già, e mi piaceva.

Charlie, per prevenire la mia reazione cercò di sdrammatizzare, e disse:

- Se lei è strana, devi ancora conoscere Line! - usò il mio nomignolo, accarezzandolo con la voce, ma forse era una mia sensazione.

Sorrisi, dandogli uno scappellotto, e, mentre si preparava per contrattaccare, gli dissi:

- Le donne non si toccano nemmeno con un fiore, e poi non vorrai mica lasciarLa da parte? - riferendomi a lei.

Frecciatina.- No - le sorrise e la abbracciò.

Non doveva sortire questo effetto il mio riferimento. Mannaggia a me e alla mia boccaccia! Vidi che Joshua si aggirava vicino all'entrata, così dissi:

- Charlie, io vado da Joshua.. non.. - guardai Charlie, per fargli capire che dovevo portare il nostro amico, esageratamente sbronzo, a casa - non si regge in piedi - continuai. Annuì e mi dileguai, lasciandoli alle loro cose.

- Joshua! Joshua! - Lo trovai per terra, che vomitava - Ehi.. - mi avvicinai e gli misi una mano fredda sulla fronte - vieni, idiota, prendiamo un taxi e torniamo all'istituto. Salimmo sulla macchina e dopo aver pagato l'autista che ci aveva guardati durante tutto il tragitto con diffidenza, ci incamminammo verso verso i dormitori, sapendo di aver superato il coprifuoco, ma essendo certi anche che il controllore non sarebbe mai passato.

Lo appoggiai sul letto:- Ora dormi, eh? Io vado.

- Mh.. Ok.. Grazie Line..

- Prego, Josh.. Prego..

Stavo per aprire la porta quando bussarono, sussurrai:- Merda.. Jo!

- Si? - anche da ubriaco la voce da assonnato gli riusciva benissimo, forse perchè stava davvero morendo di sonno..

- Posso entrare? - chiese il professor Jenkins. Proprio ora doveva entrare?

Mi infilai nel letto di Charlie, e finsi di dormire, mentre, impassibile Joshua faceva il possibile per non far vedere che era ubriaco marcio.

- Si..

La porta si aprì.

- Dormite?

- Da un po'.. - rispose Joshua.

- E il signor Bennett?

Feci finta di russare, e Joshua fece un cenno della testa, come per dire: è li, che fai non lo vedi?

Jenkins annuì e se ne andò.

Sospirai e sussurrai a Joshua:- Josh, io rimango per un po', perché se mi vede uscire sono guai - ma tanto non mi ascoltava, pensai, e poi Charlie stanotte non tornerà.

Non appena toccai il letto, crollai dal sonno.Fui svegliata da dei mormorii sommessi:

- Line, se vuoi venire a letto con me va bene, ma dammi un po' di tregua.. ho già dato stanotte.. - sghignazzò - e poi mica c'è bisogno che ti infili nel mio letto! Bastava che me lo dicessi!

- Sei.. il più grande.. idio - sbadigliai - ta di tutti i tempi. Fammi andare, va, che se Jenkins mi trova qui è la fine..

Mi ricordai troppo tardi che mi ero tolta il vestito troppo stretto, ed ero già in piedi. Charlie e Joshua strabuzzarono gli occhi. Arrossii, e mi infilai sotto il lenzuolo. Iniziarono a fare commenti idioti:

- Se avessi saputo che eri così bella, ieri sera non mi sarei addormentato.. - Joshua.

- Io sarei tornato prima e mi sarei infilato direttamente nel letto.. - Charlie.

- Passatemi quel maledetto vestito e giratevi, maiali!Scoppiarono a ridere, e io mi unii a loro.Uscii dalla camera e Charlie mi venne incontro.

- Che fai?

- Ti accompagno, e magari, visto che eri così impaziente.. - fece uno sguardo eloquente.

- Smettila di fare l'idiota - sorrisi, quanto avrei voluto che dicesse per davvero

- Com'è andata con..? Cosa?

Scoppiò a ridere, e, visto che eravamo appena arrivati davanti alla mia stanza, gli tappai la bocca, lo spinsi addosso alla porta ed aprii, intenta ad entrare il più velocemente possibile.

- Ma ti sembra il caso di ridere così!? E' mattina, dormono tutti! - mi guardava in un modo strano

- Cosa guardi?

- Sei stata sexy, prima.

- Si.. certo. Sei sicuro che Cretina non di abbia drogato?

- Come l'hai chiamata? - rise.

- Beh, un nomignolo come altri.

- Comunque no, non mi ha drogato. Lo sanno tutti che sei una delle ragazze più belle della scuola, Line.

- Se continui così mi spoglio e vengo a letto con te. Ora - mi misi a ridere.

- Sono qui.

Lo guardai, alzando un sopracciglio. Faceva sul serio? Decisi di testarlo. Mi avvicinai, e appena mii vide così determinata, indietreggiò, mentre io avanzavo. Continuando così si ritrovò disteso sul letto, e ci mettemmo a ridere.

Io lo provocai:- Vedi, non sei ancora pronto per questo - e indicai la mia persona. Gli tirai un bacetto e gli feci un occhiolino. Mi voltai per andare in bagno e cambiarmi, segretamente dispiaciuta che per lui quello fosse solo un gioco tra amici. Ad un certo punto non sentii più il pavimento sotto i piedi, e mi accorsi che mi aveva presa in braccio, neanche fossi uno zaino.

- Mettimi giù!

- Ssssh!

Mi buttò sul letto e iniziò a farmi il solletico.

- Smettila! Dai! Lo sai che odio il solletico! - risi.

Si fermò, e sputò parole che non capii:

- Inizio a frequentarmi con Greta.

Rimasi interdetta da quelle parole, e stupita, ma solo dopo dei momenti, provai dolore. Un dolore così forte che sembrò mi schiacciasse, che mi mozzasse il fiato. Riuscii a sorridere, come?

- Che.. bello!

- Beh, si.. Insomma, lei è carina ed è un po' che le vado dietro..

- Sono contenta - mentii.

- Non è vero - mi scoprì. Riusciva a capire che mi passava per la testa, e mi si fermò il cuore quando pensai che avrebbe potuto capire i miei sentimenti. Continuò - Tu la odi.Fui rasserenata dal fatto che avesse frainteso il mio disappunto, e gli diedi ragione.

- Già, è insopportabile. Ma se ti rende felice..

- Sei fantastica - sorrise.

- Ora, caro il mio cavaliere senza macchia e senza paura, mi dovrei fare la doccia.

- Vado?

- Se vuoi rimanere va bene, ma la tua ragazza che direbbe?

Fece la sua meravigliosa risata e disse:- Va bene! A dopo!

Andai in bagno, chiusi la porta e piansi.






Spazio autrice:

Salve a tutti! Sono nuova e terribilmente impaurita da questa mia pazzia. Questa storia è venuta fuori senza che me ne rendessi conto, e no, prima che me lo chiediate non ero posseduta e so anche che le mie battute sono pessime (si, doveva essere una battuta).


Bando alle ciance! Spero davvero che vi sia piaciuto almeno un po', e se potreste lasciarmi una recensione, la accetto volentieri, perchè sono affamata di critiche e desidero davvero tanto migliorare la mia scrittura!A presto!
G.

 

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Something new ***


- Evangeline, che ne dici? - mi chiese Witney.

- Wit, lo sai che durante questo genere di lezioni mi spengo.

- Si.. - sbadigliò - Smith è davvero terribile.

- Già - alzai svogliatamente la testa, mentre mi sistemavo i capelli con una mano.

Vidi un ragazzo che si avvicinava verso me e Witney.

- Bellino.. - Witney.

- Tieni a freno gli ormoni, tigre - dissi mentre ci alzavamo per raggiungere la mensa.

- Come sei scorbutica. Da quando ti sei innamorata sei davvero noiosa. Anche se sei rimasta un po' pazza, a volte sei davvero una noia. Prima ti divertivi un sacco!

- L'amore non corrisposto fa male.

- Ecco, siamo pure poetesse - si sedette al nostro solito tavolo - Stasera usciamo.

- Ma è lunedì! Sei un mostro!

- Tempo fa saresti venuta con me senza pensarci due volte..

- Va bene, usciamo!

- Ciao - si intromise quel ragazzo.

Alzai la testa. Era davvero carino. Sorrisi.

- Ciao

- Come va? - era impacciato.

- Bene, tu? Vuoi sederti? - si voltò indietro, come se cercasse coraggio. Guardai un quella direzione e vidi una ragazza che gli sorrise, incitandolo a proseguire. Notai una traccia di rammarico e dispiacere, che però riusciva a nascondere bene. Me ne accorsi perché ero sempre stata brava a leggere le persone. Sorrisi a quel ragazzo moro, con quegli occhi color cioccolato che avevano fatto sicuramente innamorare quella ragazza dai capelli biondo cenere.

- Si, grazie - in quel momento arrivò Charlie, abbracciato a Greta, e mi incupii un attimo, per poi tornare subito a sorridere al mio nuovo conoscente.

- Che classe fai..? - lasciai la domanda in sospeso per chiedergli il suo nome.

- Si, scusa, sono Grant. Sono della G.

- Salve ragazzi! - Charlie - Ciao pure a te - mi sorrise.

- Ciao Charlie.

- E tu saresti..? - rivolto a Grant.

- Sono Grant.

- Piacere, Charlie - gli tese la mano.

Grant sembrava stupito da quel comportamento, perciò gli chiesi:

- Cosa succede?

- Niente.. è che pensavo foste.. montati.. - arrossì capendo ciò che aveva detto - ma non tu - si affrettò a correggersi.

Scoppiai a ridere - Si, possiamo dare questa impressione, ma non è vero - risi ancora. Lo guardai, in attesa di una spiegazione per quel comportamento.

- Hem.. Voi.. stasera andate alla festa di Trevis?

- Non lo so.. - guardai Witney con aria interrogativa - forse qualcuno mi voleva portare, ma non ne sono sicura. Vero Wit?

Le andò di traverso l'acqua - Ci divertiremo. Dai, non fare la guastafeste - sorrise implorante.

Sbuffai e mi rivolsi a Grant. Sapevo dove voleva arrivare - A questo punto si, ci saremo.

Prese un respiro per farsi coraggio e disse - Ti va se ci andiamo insieme?

Sembrava di essere alle medie, quando eravamo alle prime armi. Witney scoppiò a ridere per il modo in cui me lo chiese. La fulminai con lo sguardo, mentre con la coda dell'occhio vidi la ragazza bionda che, non capendo la reazione della mia migliore amica, si stava arrabbiando, pensando che stessimo trattando male il suo Grant. Mi rivolsi al mio nuovo amico:

- Con piacere. Passi da me alle otto?

Stordito da quella risposta balbettò - S..si..

Sorrisi - Bene. La mia stanza è la 348, blocco C - gli scrissi il numero della camera su un tovagliolo di carta.

- Beh.. Si, grazie! - sorrise gioioso. Aveva appena rimediato un appuntamento con una delle ragazze più carine della scuola, e tornò dalla sua amica sventolando il fazzoletto come un trofeo. Risi.

Quando mi girai tutti mi guardavano come fossi impazzita.

- Cosa c'è?

- Come cosa c'è? A tutti i ragazzi che ti hanno chiesto di uscire prima di dargli un appuntamento hanno dovuto sudare sette camicie, e a lui, che viene qui, come un cucciolo smarrito, gli dici in quel modo? - Joshua parlava stupito.

- Solo perché lui stasera si metterà con quella ragazza - indicai la biondina.

- Bella, si - apprezzò Joshua.

- Non pensarci nemmeno, Josh. Lei è cotta di lui. E stasera io gli farò capire cosa prova per la sua migliore amica.

- Sei diventata una specie di cupido?

- No, Charlie, ma l'amore va vissuto in due, perché sennò fa solo male.

- E' diventata una poetessa? - si immise Herik.

- E' quello che ho detto io - commentò Witney.

- Lo è sempre stata - mi irrigidii. Quella era la voce che non avrei più voluto sentire. Trevis.

Sbuffai. Continuò - Che succede, principessa, non ti va che io sia qui? - mi abbracciò.

- Sinceramente? No. Per niente.

- Sei scorbutica.

- Perspicace, eh? Smettila, Trevis.

- Possiamo parlare in privato?

- Si - guardai i visi preoccupati dei miei amici. Di Witney, Joshua, Herik, Joe, Charlie. E quello menefreghista di Greta. La avrei uccisa. - Torno dopo, eh?

Annuirono. Mi alzai e mi aggiustai la gonna della divisa.

- Non c'è bisogno che la aggiusti, tanto sarà disordinata tra poco.

Rimasi interdetta da quel sussurro così poco casto e dissi:

- Se pensi che ci sarà altro oltre le parole, ti sbagli. Andiamo.

Uscimmo, e vidi tutti gli sguardi curiosi dei miei compagni che si erano stupiti dal vederci di nuovo insieme. Incrociai lo sguardo preoccupato di Grant. Gli sorrisi e decisi di osare e ammiccare. Ci rimase di sasso. Ero piacevolmente sorpresa dall'effetto che gli avevo fatto.

Appena usciti mi fermai e si girò. Il cortile era deserto.

- Ti ricordi di noi, Evangeline? Ti ricordi le nostre scappatelle, i nostri baci, quello che abbiamo fatto sotto quell'albero? O in camera tua?

- Si, lo ricordo - risposi impassibile. Ero diventata più forte, anche se ancora arrossivo ai commenti e ai riferimenti dei luoghi in cui avevamo fatto sesso.

- E non ti viene voglia di rifarlo? Di sentirmi?

- A te è venuta voglia di sentirmi, in Italia? A te è venuta voglia di passare con me l'ultima settimana prima della tua partenza?

- Te l'ho spiegato.. sono stato st.. - lo interruppi.

- Sono stato stupido, l'ho rimpianto, ogni volta pensavo a te. Ma non ti fermavi - sorrisi - Continuavi a portarti a letto ogni ragazza di questo istituto, e te ne importava il giusto di me, che piangevo nella mia stanza. Ormai è passata, io sono andata avanti, e ho capito che più di dolore quelle lacrime erano di nervosismo perché sei stato il primo ragazzo a lasciarmi, quando gli altri li ho sempre piantati io. Sei stato una bomba per la mia autostima.. ma ora è passata! Finalmente è finita e siamo tutti contenti, no?

- No. Io voglio tornare con te.

- E io no.

- Dimmi perché, almeno.

- Perché no. Perché non voglio stare con te, non voglio.

- Perché.

- Non ti amo.

- Io si.

- E' solo un'infatuazione.

- No.

- Si. Ora tocca a te, pensare che c'è qualcosa che non va, perché sono io l'unica ragazza che ti ha respinto, vero?

Stette zitto per un attimo e disse:

- Dammi una ragione migliore.

- Che ti ho detto che non ti amo non basta?

- No.

- Allora amo un altro.

- Non è vero.

Mi misi a ridere - Certo, tu sai meglio di me che non è vero che mi sono innamorata.

- Ma tu amavi me - sembrava solo un bambino capriccioso.

- Era passione, Trev, solo tanta passione.

Suonò la campanella.

- Devo andare - e lo lasciai li.

Mi sentii abbracciare. Mi girai scocciata, pronta a gridargli contro quando vidi che era Charlie. La mia rabbia si sciolse come un ghiacciolo al sole, trasformandosi in un cuore di cioccolata ripieno di glassa alla fragola.

- Hei.. - gli sorrisi

- Com'è andata?

- Bene..

- Ne parliamo oggi? Vengo a studiare da te.

- Certo.

E scappò via correndo, come se dovesse fare qualcosa di estremamente importante. Io mi incamminai verso il mio armadietto e vi trovai davanti la ragazza bionda. Sorrisi, soddisfatta di aver indovinato ancora un'altra volta i sentimenti delle persone.

- Ciao, tu sei l'amica di Grant?

A quel nome le si illuminarono gli occhi.

- Si

- Posso fare qualcosa?

- Smettila di fare questo tono carino, lo so che non sei così.

- Posso almeno sapere come ti chiami?

- Io sono Beth. E non devi far soffrire Grant.

- Beh, stasera ci divertiamo.

- Non farlo soffrire, oppure te la vedrai con me.

- Addirittura le minacce? Lo devi amare davvero tanto.

- Io.. io non..!

- Oh, ma non prenderla come presa in giro! Io ti ammiro per questo, e stasera succederà qualcosa di speciale. Grant è vergine?

Si, lo ammetto, ero stata troppo precipitosa, e lei si infuriò, capendo tutto il contrario di ciò che volevo dire.

- Si, ma tu non ci farai niente, chiaro? Se ti azzardi a toccarlo..

- Sai, è venuto lui da me.. - decisi di farla ingelosire, ottenendo esattamente ciò che volevo.

- Si! Ma lui ci tiene davvero a te! - se ne andò piangendo.

Spiazzata da quella reazione entrai in classe, pronta a sorbirmi un'altra ora di noia mortale, ma armata di sorriso, domandai scusa al professore, e presi posto.

Alla fine della lezione, dopo aver riferito a Witney tutto ciò che era successo, la implorai di lasciare libera la nostra camera, in modo da poter stare soli io e Charlie.

- Va bene, rompiscatole. Sono sicura che succederà qualcosa, e tu vedi di farlo accadere!

- Di cosa stai parlando? - e si dileguò tra i nostri compagni, ridendo.

Arrivata alla stana infilai la chiave nella serratura ed entrai. Appoggiai il mazzo sulla scrivania insieme alla mia borsa e mi stesi sul letto, pensando a ciò che aveva detto la mia amica. Decisi che mi sarei tolta la mia divisa per mettermi in vestiti più comodi. Mentre mi toglievo la camicetta entrò Charlie.

- Witney, non avevi detto che non saresti venuta..? - mi girai, con la camicia in mano.

Arrossii - Charlie.. Se continui a vedermi così sembra che lo faccia apposta.

- Perché non è così?

- Certo, sono innamorata di te! - mi dichiarai.

Si mise a ridere, e come previsto non mi credette. Iniziammo a studiare, ma sentivo che c'era qualcosa che non andava. Volli aspettare che me lo dicesse lui per non forzarlo e ad un certo punto si decise a parlare:

- Sai volevo chiederti una cosa..

- Ci siamo arrivati - sorrise.. timido?

- Si.. cos'è successo oggi con Trevis? - gliene importava il giusto, anche se vedevo che voleva sapere.

Gli raccontai di come si era svolta la vicenda, e gli spiegai l'episodio avvenuto nel corridoio con Beth, e commentai dicendo che le persone commettono cose folli per amore. A questa frase rimase zitto, e continuai.

- Ora, vuoi dirmi cosa succede per davvero?

- Ci sto arrivando.. sembra.. sembra che tu sia innamorata, quando parli dell'amore.. è.. è così?

- Mi stai chiedendo se mi sono innamorata?

- Si.

- Beh.. si Charlie, mi sono innamorata.





Angolo autrice.

Salve a tutti! Dovrei trovare un nome simpatico prima di scrivere a fine di ogni capitolo.. vabè, vedremo di trovarlo..
E' entrato in scena Grant, e la nostra Evangeline si è improvvisata cupido! Beth è davvero cotta.. chissà cosa succederà alla festa di Trevis!
Ora sarebbe il caso di scrivere cose come.. "lasciate una recensione", "vi prego scrivete qualcosa", ma mi sembra una cosa tanto disperata che vi dirò che se recensite mi fate davvero felice, perchè ci tengo davvero ad una vostra opinione!
Ho postato il secondo capitolo dopo poco tempo perchè vi volevo incuriosire, spero di esserci riuscita!

Alla prossima!
Vostra Greenfields                     

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** A happy ending ***


- Ah.. posso sapere di chi?

- Non ci crederesti

- E' Trevis?

- Secondo te lo avrei trattato in quel modo, se mi fossi innamorata di lui?

- Il fatto è che ti conosco bene, e so che ti piace farti desiderare.

- Hai ragione, ma non è lui. Ma sei geloso?

- Come vedo la mia teoria è confermata. Riesci a leggermi negli occhi tutte ciò che provo, - commentò tra sé e sé - si, sono geloso.

- E perché?

- Sei la mia migliore amica! - e mi abbracciò - Facciamo un patto, ok?

- Si

- Stasera, tornati dalla festa mi dirai chi è, e lo saprò, come tu saprai di chi sono innamorato io.

- Di Greta?

- No! Non te lo dico! - toccandomi con un indice il naso.

- Io non te lo dirò mai, nemmeno sotto tortura.

- Oh si, che me lo dirai. Abbiamo fatto un patto.

- Anche se succedesse qualcosa di irreparabile?

- E' Joshua? - gli si fermò il battito.

- Te lo dirò stasera - e gli feci l'occhiolino.

Prima che potesse aggiungere qualcosa, gli squillò il cellulare.

- Gre.. Calma.. sono da Eva.. basta, si ora arrivo..

Chiuse la chiamata.

- Devo andare, a stasera.

Lo lasciai andare da quella strega, sperando per la sua felicità, ma sapendo che non sarebbe mai stato bene con lei. 

Quando tornò Witney le lanciai un'occhiata assassina.

- Cos'hai detto a Charlie?

- Io? Nulla! Perché?

- Dimmi la verità.

- Mi fai paura.

- Dovresti averne.

- Ok, ok.. Gli ho detto di ragionare su ciò che prova per te, perché secondo me, almeno per lui, non siete semplici amici.

- Davvero? - mi illuminai. Non capii la mia reazione, e nemmeno lei la comprese, ma in quel momento non mi importava.

- Non mi uccidi?

- No! E' fantastico! E lui?

- Ha detto che ci avrebbe pensato.

Sorrisi - Prepariamoci.

- Ma cosa succede?

- Mi volevi più euforica, eccomi qua. Stasera gli dirò quello che provo, così sarò più libera. Spero solo che lui mi dica che non è innamorato di Greta. Va bene chiunque, ma non lei.

Ci preparammo con calma, provandoci molti vestiti, e lei mi disse:

- E' bello fare queste cose con te, Line. Sei fantastica, solare, e quando ti diverti fai divertire pure gli altri. Sono contenta di esserti amica.

- Da dove viene tutto questo affetto?

- Goditelo ora, perché confessioni come queste da parte mia sono rare! - mi venne incontro e ci abbracciammo.

Bussarono alla porta, ed andai ad aprire.

- Hem.. Ciao - era Grant.

- Ciao Grant! Sono pronta, andiamo!

Uscii e lo presi sotto braccio.

- Sei bellissima.

- Grazie, anche tu sei davvero bello. Ti va se passeggiamo fino a casa di Trevis? Almeno parliamo un po'.

- Certo - sorrise.

Conversammo per un po', ma arrivati vicino alla casa della festa, entrai in argomento Beth.

- Ci tiene davvero, a te

- Si, siamo amici da quando eravamo davvero tanto piccoli.. - scorsi un luce nei suoi occhi.

- Sai, - guardavo di fronte a me - mia madre dice sempre una cosa.

- Cosa?

- Che gli occhi delle persone brillano quando parliamo della persona che amiamo, o del nostro sogno.

- Ah si?

- Si. Se tu avessi potuto vedere i tuoi occhi mentre parlavi di Beth, ti saresti accorto che brillavano.

Si fermò. Mi fermai anche io.

- Davvero?

- Si, Grant - sorrisi

- Ma mi piaci tu.

- Beh, ne sono lusingata, ma so come si sente lei, perché ti ama. Oggi è venuta da me a minacciarmi di non farti soffrire. Quando a pranzo sei venuto a parlarmi, lei aveva una sorta di angoscia negli occhi. Era leggibile, almeno per me.

Al suo silenzio, continuai:

- Sai, non è strana una cosa del genere. Quando condividiamo cose importanti con una persona, quando troviamo in questa persona la capacità di leggerci con un solo sguardo, beh, lei è la persona giusta. Mi dispiace, ora, di averti stravolto la serata. Posso fare qualcosa?

- Io.. beh.. non me ne ero mai accorto.. è strano..

- Posso confidarti un segreto?

- Certo.

- Anche io sono innamorata del mio migliore amico. Ma lui sta con una ragazza, e nonostante ciò, stasera io gli rivelerò questi miei sentimenti. Non pensare che io ti abbia usato, anzi. Mi sono fatta usare da te, così che tu capissi cosa provi per lei. Non arrabbiarti, io ci tengo, vorrei rimanere tua amica, perché penso che tu sia davvero un ragazzo buono e gentile. Mi innamorerei volentieri di te.

- Mi dispiace a me, di averti usata per capire questa cosa.. posso chiederti un ultimo favore?

- Sicuro!

- Mi puoi spiegare i tuoi sentimenti per lui?

- Beh.. se ti può servire per capire cosa provi per lei.. io penso che Charlie sia la persona più buona ed altruista del mondo, quando sto con lui mi sento completa, e ad ogni nostro contatto sento di poter toccare le stelle. E' il mio rifugio durante una tempesta è l'orizzonte che mi accoglie quando mi allontano, è la persona di cui mi fido, e di cui mi potrò sempre fidare, so che potrò contare su di lui, qualunque cosa accada.

- Grazie - mi abbracciò.

Lo strinsi forte e dissi:

- Abbiamo appena capito che siamo innamorati dei nostri migliori amici, andiamo a prenderci una sbronza da capogiro?

Scoppiò a ridere:

- Non pensavo ci fosse un tuo lato così.

- Oh, ci sono molti miei lati che non conosci, Grant! - risi.

- Provocante, miss Houten!

- Grazie mister..?

- Guais.

- Mister Grant Guais - nel frattempo eravamo entrati, ed io avevo già in mano un drink, e Grant una birra. Gli chiesi:

- Che fai, finisci questa e vai a parlare con Beth, o ci vai dopo?

- Non lo so, tu che mi suggerisci?

- Vacci ora, perché potrebbe pensare che lo dici solo perché sei ubriaco.

- Non sono ubriaco! - disse, ridendo.

- No, ma se continui così ti ci ridurrai ben presto! - risi.

- Grazie Geline. Anche se ti conosco da un giorno sento che siamo buoni amici.

- Pure io lo penso, Grant. Ora abbracciami e vai da Beth!

Detto questo mi abbracciò e lasciò la birra sul tavolo e si avventurò tra una giungla di corpi agitati alla ricerca della sua amata Beth.

- Ce l'hai fatta a diventare cupido? - una voce d'angelo mi parlò dopo un quarto d'ora passato a riconoscere volti tra le persone e rifiuti ad inviti dei maschi.

- Beh.. - dissi, indicando Beth e Grant che proprio in quel momento si stavano dirigendo verso di noi mano nella mano - Guardali. Penso proprio di esserci riuscita - sorrisi soddisfatta.

- Geline!

- Grant, dimmi!

- Dille che è vero che la amo! Non ci crede!

- E perché non ci crede?

- Perché pensa che io sia innamorato di te, o che tu lo sia di me.

- No, Beth, io non sono innamorata di lui, ma di un altro.

- Ma il discorso di oggi..? - iniziò Beth.

- Era per voi, la sorpresa.. Vi devo spiegare tutto? Andate a fare la coppetta innamorata, perché io il mio compito di cupido per stasera l'ho combinato, chissà se riuscirò a conquistare il mio, di ragazzo.

- Chi è? - Beth.

- Te lo dirà lui.. dopo - riferendomi a Grant.

- Line, andiamo all'istituto? - mi chiese Charlie.

- E Greta?

- Ti spiego dopo.

Salutai tutti, salimmo su un taxi e tornammo al campus. Witney avrebbe passato quella notte dai suoi genitori, perciò avevo la camera libera, e per avere un po' di tranquillità andammo nella mia stanza.

- Mi perdonerai se mi tolgo il vestito, Charlie?

- Si..

- Charlie, cos'hai? - urlai dal bagno.

- Niente..

- Dimmii la verità - lo raggiunsi, dopo aver legato i capelli ed aver indossato un paio di pantaloncini e una maglietta.

- Ho.. ho lasciato Greta.

- Perché?

- Perché non potevo stare con lei, sapendo che amavo un'altra.

- Ah..

- Ti ricordi quando oggi mi hai chiesto se ero geloso?

- Si.. Ti ho chiesto il perché.

- Non solo perché sei mia amica.. ma soprattutto perché.. perché provo qualcosa di più.. - oddio, lo stava dicendo veramente? - provo qualcosa di più che semplice amicizia per te. Sei tu la ragazza che amo, Line.

Lo aveva detto. Mi amava. Il mio cuore esplose come i fuochi d'artificio nella notte di capodanno, producendo scintille di tutti i colori, e ricongiungendosi di un pezzo che aveva perso, essendosi donato a Charlie. Dopo la sua confessione mi sentii finalmente completa, come un puzzle che aveva da tempo perso una parte e che la ha appena ritrovata.

Sorrisi come un'idiota.

- Line.. - appena sentii il mio nome pronunciato da quella bocca non mi trattenni dal baciarlo.

Nell'atteso istante del tocco fra le nostre labbra, capii che avevo fatto bene a non perdere le speranze, e a soffrire perché il dolore aveva reso più magico quel momento.

- Charlie, io ti amo.

Alzò la testa, e mi guardò con degli occhi lucenti e ridenti, - ti amo.

Ansanti, e affannati facemmo l'amore, sussurrando i nostri nomi e mettendoci a nudo, continuando a ripetere i sentimenti che provavamo l'uno nei confronti dell'altra. Ci addormentammo, sfiniti, e la mattina fui svegliata da delle carezze sulla schiena.

- Buongiorno, amore.

- 'Giorno, Charlie - mi guardò con un'aria strana - ti amo - aggiunsi con un'aria interrogativa, incerta se se lo volesse sentir dire. Approvò, e io continuai - Amore, lo sai quanto mi piacerebbe rimanere a letto con te, a coccolarti e a stringerti fino a non lasciarti andare più via, ma abbiamo lezione, e dobbiamo andare.

- Ah, se non ci fossi tu..! Sarei finito!

- Già..

Mi baciò. A quel contatto inaspettato e così nuovo, arrossii, scaturendo in lui la voglia di abbracciarmi. Rimanemmo in quella posizione per minuti, o forse ore, forse anni, fino a quando la prepotente suoneria del mio cellulare ci avvisava la fine di quei momenti stupendi.

- Witney, ti ammazzo. Cosa c'è?

- Puoi parlare? - Charlie mi prese il telefono e disse:

- No, non può. E' troppo impegnata a baciarmi.

Perfino io riuscii ad udire l'urlo emozionato della mia migliore amica, che ci intimò di raggiungerli al cortile, per parlargliene. Chiusa la telefonata, comunicai a Charlie:

- Forse sarebbe stato meglio se non glielo avessi detto..

- Mi rendo conto solo ora del guaio in cui siamo finiti. Anzi, sei finita. Perché Wit chiederà tutto a te!

- Sei perfido - mi girai dalla parte opposta, mentre mi abbottonavo la gonna e lui i pantaloni della divisa. Non c'era più vergogna tra di noi, quella sopravvenuta nell'ultimo periodo a causa della mia infatuazione non più gestibile.

- No, ho un istinto di autoconservazione.

- Dovresti conservare me, però.

- Sarai sempre il mio primo pensiero.

Lo baciai.

Quando raggiungemmo gli altri Witney mi saltò addosso, perché voleva sapere tutte le novità, e di dettagli. Al nostro gruppo si aggiunsero Grant e Beth, felicemente fidanzati, allietati come tutti della mia relazione con Charlie. Solo una persona non ne era contenta, Greta.

Ma ora che avevo trovato quella felicità non me la sarei lasciata sfuggire facilmente.

 

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=1080390