La felicità non esiste

di Viola Doodle
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologue ***
Capitolo 2: *** Chapter I ***
Capitolo 3: *** Chapter II ***
Capitolo 4: *** Chapter III ***
Capitolo 5: *** Chapter IV ***
Capitolo 6: *** Chapter V ***
Capitolo 7: *** Chapter VI ***
Capitolo 8: *** Chapter VII ***
Capitolo 9: *** Chapter VIII ***
Capitolo 10: *** Chapter IX ***



Capitolo 1
*** Prologue ***


Mika era una ragazza speciale, diversa da tutte le altre e Niall lo sapeva, era anche la sua migliore amica e avrebbe dovuto confessarle di essere innamorato. Si, era innamorato di una persona che mai si sarebbe aspettato, non poteva ancora crederci. Sapeva anche che nel giro di poco Mika l'avrebbe scoperto, lei sapeva leggerti dentro, era come un superpotere. Lei lo utillizava anche senza chiedere il permesso ma non le importava. Sapeva leggere Niall come un giornale, sfogliarlo e privarlo di ogni segreto, per fortuna però non sapeva leggere la mente.

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Capitolo 2
*** Chapter I ***


“La felicità non esiste, di conseguenza, non ci resta che essere felici senza.” Balbettò la ragazza dai lunghi capelli dorati prima di chiudere con un tonfo la finestra della sua luminosa camera areata. Il ragazzo sdraiato sul letto tirò su un sopracciglio, come suo solito.
“Perché quel sopracciglio?” Ribatté con disapprovazione Mika.
“Perché tutte le volte che non sai cosa dire tiri fuori quella maledetta citazione …” Rispose Niall, il ragazzo dai capelli biondi immerso nel piumone del letto di Mika.
I due avevano molto in comune, oltre alla passione per la lettura, che li aveva fatti incontrare, andavano matti entrambi per moto e auto d’epoca. Si erano incontrati nel club di lettura per ragazzi della città, Mika lo frequentava da quando era bambina, suo padre l’aveva introdotta nel mondo della lettura. L’uomo di circa quarantacinque anni lavorava per una famosa casa editrice del luogo e ogniqualvolta ne aveva l’occasione portava la piccola con sé. La faceva giocare con le bozze e mentre lavorava Mika sfogliava libri pop-up per bambini. Niall invece era refrattario all’idea di entrare in un club per secchioni, come lui lo reputava, ma pur di rendere felice la sua ragazza di allora avrebbe sprecato un intero pomeriggio bazzicando in giro per quel luogo a lui sconosciuto. Tutto questo succedeva tre anni fa, quando i due avevano quattordici anni ciascuno. Niall ne dimostrava di più, infatti la sua ragazza sedicenne , Melanie, avrebbe voluto portare la loro relazione ad un livello più elevato, infondo aveva i suoi anni e ne aveva il diritto. Ma Niall andava matto per una cosa sola, la pizza. Il suo unico grande amore. Era una di quelle persone che per quanto potesse mangiare non avrebbe mai preso un kilo. E quando Melanie gli diceva di voler avere una relazione più intima lui rispondeva che avrebbe preferito un gelato. Nessun ragazzo avrebbe mai detto di no a Melanie, solo Niall ci riusciva ed era per questo che la ragazza rimaneva insieme a lui, era una sfida. Voleva convincerlo a desiderarla ma non c’era mai riuscita. E dopo l’ennesimo rifiuto di lui, Melanie aveva troncato per sempre quella storia inutile. Nessuno era stato male per quella rottura, né lui né lei. La rottura tra i due avvenne proprio quel giorno, il giorno in cui Niall conobbe Mika.
Melanie entrò sprezzante degli sguardi di tutti i ragazzi presenti nel club di lettura, era una ragazza meravigliosa. Lunghi capelli rossi le attraversavano la schiena, tantissimi capelli rosso fuoco, andava fiera di quella chioma fiammeggiante. Poi però il viso si addolciva grazie agli occhi verdi incorniciati da lunghe e folte ciglia nere, le labbra sottili luccicavano di gloss appena messo. Di due cose Melanie Gumbell andava fiera: dei suoi capelli e del suo ragazzo. Niall bello quanto lei se non di più la seguiva a ruota, i capelli biondi accoppiati con degli occhi di un colore che faceva invidia al mare lo rendevano il ragazzo che ogni ragazza avrebbe voluto al suo fianco. Mentre il ragazzo dagli occhi blu faceva spazio alla sua portentosa ragazza, la folla accalcatasi nel locale lo fece sbattere violentemente contro uno scaffale, una decina di libri lo seppellirono e nessuno accennava ad aiutarlo. Perché nessuno si degna di aiutarmi? Pensò il biondo mentre degli urletti di ragazzine si alzarono all’improvviso. Barcollando si rialzò e massaggiandosi la chioma folta si diresse verso la sala dedicata a Platone. Non ci sarà nessuno lì dentro spero! Aveva perso di vista Melanie ma poco gli importava della ragazza che lo comandava a bacchetta, Niall sapeva che quella storia era destinata a concludersi ma sapeva anche nessuno avrebbe sofferto. Lei voleva solo un passatempo e un ragazzo carino di cui vantarsi e per lui era solo una distrazione.
A passo incerto si addentrò nella sala color crema del club di lettura, si sedette su una poltrona imbottita e cominciò a leggere L’Apologia di Socrate, il primo libro che gli capitò sotto mano. Arrivato al secondo capitolo le palpebre si fecero pesanti e Niall si lasciò trasportare nel mondo dei sogni.
Aprì gli occhi, ancora intontito, cercò di mettere a fuoco la situazione ma riusciva solo a sentirsi ancora più stanco, certo L’Apologia non era un libro per un ragazzino.
“Abbiamo anche la versione facilitata di quello.” Una voce prese piede nell’universo sfocato in cui si trovava Niall in quel momento. Il ragazzo strizzò gli occhi e poi li strofinò con le mani. Mika era davanti a lui con una copia di un libro che probabilmente non avrebbe più nemmeno voluto studiare. Le dita affusolate di Mika sventolavano quel maledetto manuale di filosofia davanti agli occhi del biondo ancora nel mondo dei sogni, non sapeva che ore fossero, non aveva idea di quanto avesse dormito, ma non gli importava. Prese il libro dalle mani di Mika e un sorriso gli illuminò il volto. La ragazza arrossì leggermente e si sedette sul piccolo tavolo di fronte al ragazzo. Lui alzò un sopracciglio e lei rise.
“Mika.” Disse infine la ragazza.

“Niall.” Rispose l’altro arruffandosi i capelli biondi.

Angolo dell'autore
Ciao a tutti! Mi chiamo Viola, questa è la mia prima FF slash, anzi in assoluto la mia prima FF! Siate clementi! Ahahah ciancio alle bande, passiamo alle cose serie, adoro i 1D sono ragazzi meravigliosi sotto ogni aspetto. Spero solo vi piaccia quello che scrivo!

Chiudo!

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Capitolo 3
*** Chapter II ***


Niall richiuse gli occhi e ricominciò a sonnecchiare beato tra le coperte morbide del letto di Mika, la ragazza intanto rimase a fissarlo dormire con i suoi grandi occhi grigi. Era stupendo, Niall si imbarazzava ogni volta che qualcuno gli faceva un complimento, arrossiva e nascondeva il viso nelle grandi felpe che di solito portava. Fissare Niall dormire era terapeutico ma lei si sentiva un imbecille lo stesso a fissarlo così.
“Perché mi fissi?” Sbottò il ragazzo senza aprire gli occhi.
“Perché sei bello.” Rispose Mika pregando che il ragazzo non aprisse gli occhi. L’azzurro glaciale che esplodeva negli occhi di Niall era come un invito per lei, appena vi si immergeva sentiva una voglia irrefrenabile di scavare nell’anima del ragazzo per poterla leggere e scoprire quel poco ancora che non sapeva di Niall.
“Non è vero” Aggiunse l’irlandese sorridendo imbarazzato cercando di non sembrare troppo idiota.
“Hai le guance in fiamme” Ridacchiò Mika sedendosi sulla poltrona accanto al letto su cui era ancora sdraiato Niall.
“Vuoi sapere perché ho le guance in fiamme!?” Esplose il ragazzo mettendosi a sedere a gambe incrociate sul letto.
“Illuminami” Mika adorava fare arrabbiare Niall anche perché erano poche le volte che ci riusciva, il biondo riusciva a farsi sempre scappare un sorriso.
“Spero solo tu non faccia come tuo solito! Mi fai venire i brividi!” Quel suo strano accento scandiva ogni singola parola. Mika sapeva a cosa alludeva Niall e non esitò un secondo a fare l’esatto contrario di quello che le aveva appena ordinato il biondo. La ragazza dai grandi occhi prese un respiro profondo, chiuse gli occhi e li riaprì di colpo facendo sobbalzare Niall.
“Leggermente imbarazzato, insicuro, non ti rendi conto della persona speciale che sei, nonostante tutto sei felice ora. Che novità …” Mika lesse l’anima di Niall come fosse un libro scritto a caratteri cubitali ed esposto nella piazza principale della città. Il biondo dagli azzurri odiava quando si intrufolava dentro di lui senza nemmeno chiedere il permesso, ma era anche consapevole che la ragazza, per qualche assurdo motivo, era in grado di farlo. E lui di certo non avrebbe mai potuto impedirle di sviluppare quel suo grande potere, anche se avrebbe preferito che leggesse qualcun altro. Mika si guardò intorno meravigliandosi di quanta pace ci fosse nella sua camera, se non fosse per il biondino scalmanato che ora saltava sul letto per raggiungere il soffitto con la testa. Poi collegò il cervello e si avvicinò al ragazzo ansante che ancora saltava tra le coperte. La ragazza fece la faccia più torva che riuscì a fare cercando di non farsi ammaliare dalla tenerezza di Niall.
“Come hai fatto a entrare?” Mika non aveva collegato il fatto che Niall fosse addormentato in casa sua senza che nessuno l’avesse fatto entrare perché Liam sarebbe rientrato solo dopo cena.
“Dalla finestra” Niall spostò il suo sguardo sulla grande finestra alle spalle di Mika, lei si girò e con movimenti fluidi e repentini sgattaiolò a chiuderla spostando un’enorme quantità d’aria. Chiusa la finestra scattò verso il biondo ancora assonnato.
“Questo è il secondo piano Niall! Come hai fatto a entrare!?” Sbuffò Mika usufruendo degli ultimi rimasugli di pazienza che le erano rimasti.
“Sono un tipo atletico io, mi sono arrampicato sull’albero. Dovresti chiudere le finestre quando esci di casa.” Niall si alzò dal letto e cominciò a saltellare per la stanza e vedendo che Mika non capiva il motivo della sua agitazione il biondo iniziò ad urlare Ho fame! Lo fece circa per dieci secondi, quando la pazienza di Mika si esaurì del tutto.
La ragazza si ritrovò a correre verso la cucina a preparare qualcosa di buono per l’adorabile biondino che le ronzava attorno. Nonostante tutto il fastidio che Niall le provocava a volte, la sua presenza la faceva stare bene, la faceva sorridere e solo con lui poteva sentirsi se stessa, senza contare ovviamente il fratello.
Mika preparò la cena in dieci minuti e poteva sentire i gorgoglii rumorosi provenire dallo stomaco di Niall anche a due metri di distanza.
“Non mi hai mai detto perché tu e Liam vivete qui da soli mentre potreste farvi mantenere benissimo dai vostri genitori dato che abitano a mezz’ora da qui.” Niall ogni tanto faceva dei discorsi seri, anzi ogni poco, però li faceva e Mika ogni volta ne rimaneva sconvolta.
“Come ti è venuta ‘sta domanda?” Chiese la ragazza inclinando la testa da un lato accentuando la sua sorpresa per quella domanda inaspettata.
“Così, chiedevo.”
“Beh, - esordì Mika poggiando la forchetta nel piatto – diciamo che Liam non è mai andato molto d’accordo con nostra madre, non ne ho mai capito il motivo, ma tutte le volte che si vedeva si rispondevano male e a volte non si parlavano per giorni. Così appena compiuti i diciotto, con i soldi di una borsa di studio, si è comprato questo appartamento, e io di certo non l’avrei mai lasciato andarsene da solo!” Mika rise tra se pensando al suo fratellone che tanto amava.
“Davvero costa così poco questa casa?” Niall si guardò intorno ammirato aspettando una risposta.
“Si, cioè no, è di nostro zio quindi ci fa tipo un affitto ridotto, o una cosa del genere. Devi chiedere a Liam per le questioni burocratiche!” La risata contagiosa di Niall invase la casa fino ad allora silenziosa, e Mika non poté fare a meno di riservare uno sguardo ammirato al sorriso del biondo.
Il cigolio della porta d’ingresso smorzò le risate ai due che si guardarono sospetti credendo stesse per avvenire un’intrusione da parte di qualche banda di sbarbatelli di città. Liam aprì la porta di casa riluttante, scaraventò il suo giubbotto inzuppato sul pavimento freddo dell’ingresso e si levò le scarpe senza nemmeno aiutarsi con l’uso delle mani. Sbuffò sonoramente e si addentrò in casa.
“Piove” si limitò a dire. Poi senza guardare in faccia nessuno si precipitò in camera sua buttandosi rovinosamente sul letto.
Un risolino sommesso scappò a Mika, intanto Niall aveva terminato la sua cena e si era alzato in cerca del suo giubbotto.
“Scappo!” disse prima di schioccare un bacio sulla fronte a Mika. Il ragazzo dagli occhi blu si diresse verso l’uscita ostacolata dai vestiti fradici di Liam.
Tutti di molte parole oggi … Pensò Mika prima di andare a sparecchiare la tavola sulla quale aveva cenato praticamente solo Niall. Recuperò le stoviglie e le mise nella lavastoviglie facendola partire, sistemò il centro-tavola poi si affrettò a recuperare il giubbotto di suo fratello abbandonato per terra. Mise le converse di Liam in un angolo e si catapultò al piano di sopra.
Angolo dell'autore
Buonasera di nuovo a tutti! 
Volevo solo far sapere una cosa a chi vorrebbe leggere ancora: Non amo le cose avventate e troppo veloci, quindi prima che succeda davvero qualcosa di interessante passerà un pò di tempo, spero che leggiate lo stesso in molti.

Chiudo!

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Capitolo 4
*** Chapter III ***


Liam salì velocemente le scale, aprì la porta di camera sua e senza nemmeno mettersi il pigiama si abbandonò alla comodità del suo letto. Stanco com’era avrebbe potuto benissimo addormentarsi anche per strada. Non si rese conto del tempo che passò, aveva perso ogni cognizione. Si ritrovò tra le braccia di Mika cullato dal suo canto dolce. Liam adorava la voce della ragazza e non passava giorno in cui si trattenesse dal dirle che doveva farci qualcosa con quel suo grande dono. Un’altra cosa che Liam adorava era farsi cullare dalla sorella, era una cosa che lo rilassava molto, poteva sentire la mano di Mika insinuarsi tra i suoi capelli ancora umidi e si trattenne dal fare le fusa.
“Mamma lo faceva solo con te.” Sbottò il ragazzo all’improvviso facendo sobbalzare Mika. Era vero e lo sapevano entrambi. La madre dei due Payne, Ross, non era mai stata affettuosa con il grande della casa. Il padre era rude e conservatore e per la madre tutto quello che Liam faceva non era abbastanza. Ogni giorno il ragazzo si ripeteva che appena avesse potuto sarebbe fuggito da quella casa, avrebbe trovato un posto tutto suo e si sarebbe portato Mika con sé. Lei non lo sapeva ma al compimento dei suoi diciotto anni metà della casa sarebbe stata di sua proprietà. Liam le voleva fare una sorpresa che l’avrebbe resa molto felice, Mika era tutto ciò che di bello rimaneva al ragazzo, era la sua piccola, la sua sorellina.
“Mamma ti vuole bene, solo che le riesce difficile dimostrartelo.” A quelle parole Liam cominciò a calmarsi sempre più, le palpebre si erano fatte d’un tratto molto pesanti e tutti i muscoli avevano cominciato a rilassarsi, poi il ragazzo capì che non era a causa delle parole della sorella che si stava quasi addormentando.
“Smettila di fare così.” Disse spezzando il silenzio.
“Di fare cosa?” Chiese con finta innocenza la ragazza.
“Di controllare le mie emozioni.” Rispose secco Liam. Mika aveva il potere di farti passare da uno stato di totale agitazione alla calma più assoluta, riusciva a renderti felice e triste contemporaneamente. Solo lei lo sapeva fare, era un dono che coltivava sin da piccola, e a volte quella sua grande capacità lo terrorizzava.
“Cerco solo di calmarti.” Sorrise per poi continuare a lavorare sui capelli leggermente mossi del fratello.
I Payne non avevano assolutamente nulla in comune, Mika, bassina e formosa, portava una cascata di onde dorate che incorniciavano perfettamente degli occhi che passavano dal grigio all’azzurrino a seconda del tempo. Le labbra carnose e il naso leggermente a patata arricchivano il suo viso rendendola interessante agli occhi della gente. Liam dal canto suo, era un ragazzo al quanto imponente con il suo metro e ottanta di statura, che superava di venti centimetri la sorella, Mika adorava le sue spalle così larghe e muscolose, il viso del ragazzo era perfetto, occhi color cioccolato fondente e capelli castano chiaro morbidi e lasciati ricci sulle punte, labbra sottili e incorniciate da delle tenerissime fossette ai lati. Forse l’unica cosa che avevano in comune era il naso leggermente a patata.
Liam sentì la porta sbattere poi si riaddormentò e Mika lo lasciò a crogiolarsi tra le coperte calde.
Salve a tutti! Allora che ne pensate, so che non molta gente mi segue, forse perchè sono nuova ma sappiate che faccio il possibile per scrivere al massimo delle mie capacità! Spero vi piaccia!
Chiudo!

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Capitolo 5
*** Chapter IV ***


Niall uscì dalla casa dei Payne un po’ scosso, Sono stato via un anno e Liam non mi ha degnato nemmeno di uno sguardo! Era il mio migliore amico e adesso che non mi vede da un sacco di tempo non si è nemmeno accorto della mia presenza! Niall era assorto nei suoi pensieri, talmente assorto che quasi non vide un cassonetto dell’immondizia che avrebbe potuto ucciderlo. Il biondo si era allontanato dalla città per quasi un anno, aveva partecipato ad uno scambio culturale con uno studente degli Stati-Uniti d’America. Era eccitatissimo, non vedeva l’ora di conoscere la famiglia con la quale avrebbe dovuto vivere per un anno intero. La sua eccitazione affievolì quando si ritrovò prigioniero di una famiglia Amish della Pennsylvania centrale. A causa delle regole ferree sull’uso delle tecnologie che doveva rispettare, era davvero difficile mantenere i contatti con la sua famiglia e con i fratelli Payne che lo trattavano come uno di famiglia. A Niall andava bene sentirli una volta al mese, a volte anche ogni due. Era tornato da qualche giorno e Mika era stata felicissima di riabbracciarlo e saltargli addosso come faceva sempre, Liam invece si era allontanato da casa per lavoro ed era tornato solo quella fatidica sera, ma evidentemente aveva deciso di ignorarlo completamente. Il biondo arrivò a casa e si abbandonò al calore del suo divano.
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Liam si svegliò di scatto trovando Mika stretta in un abbraccio con il suo peluche. La ragazza si era addormentata subito dopo di lui, nel suo letto, e con il suo peluche tra le braccia. Il ragazzo aveva un pensiero fisso in mente, e non avrebbe aspettato che la sorella si svegliasse per scacciarlo, così prese a scuoterla dolcemente sussurrando il suo nome con una splendida voce calda e invitante.
“Mika, svegliati dai. Ho bisogno di chiederti una cosa. Mika …” Liam continuava imperterrito a chiamare la sorella che non accennava ad aprire gli occhi, il ragazzo cos’ accese la lampada del comodino e cominciò a parlare, sapeva che Mika era sveglia anche se quest’ultima non aveva la minima intenzione di aprire quei maledettissimi occhi.
“So che mi senti quindi parlo. Per caso c’era Niall con te di sotto prima?” Le parole uscirono di corsa dalle labbra di Liam, come se avesse paura di una risposta affermativa.
“Si certo, è tornato sabato, lo sapevi no?” Mika parlò con voce roca, una voce smorzata dal sonno e dall’insistenza del fratello nello svegliarla. A quelle parole Liam avrebbe voluto morire, scavarsi una buca profondissima e per affondarvi dentro. Era il suo migliore amico e non l’aveva cagato di striscio. Non l’aveva nemmeno visto a dir la verità, era rimasto sconvolto dal viaggio di lavoro che aveva appena fatto, recarsi in una città lontanissima solo per recuperare degli inutili fogli gli sembrava troppo e si era licenziato. Così ora si ritrovava senza lavoro e senza Niall, non lo vedeva da così tanto, gli mancava parlare con lui, guardare per ore i suoi capelli scompigliati. A Liam mancava l’amico con cui aveva condiviso ogni cosa e voleva riabbracciarlo assolutamente.
“Si, lo sapevo, ma me n’ero completamente dimenticato. Mi odia.” Si rimproverò Liam portandosi le mani al viso, aprendo giusto un poco le dita per vedere la sorella mentre gli spiegava la situazione.
“Ma no, lo sai che Niall non se la prende mai. Avrà capito che eri stanco morto.” Le parole di Mika non facevano altro che farlo sentire ancora di più un’idiota.
“Vado da lui!” Liam si alzò dal letto deciso ad andare in fondo.
“Ma sono le due del mattino!” Mika tentò di farlo ragionare ma Liam era già fuori dalla stanza con il giubbotto tra le mani.
Il ragazzo si fece coraggio ed uscì dalla porta d’ingresso afferrando l’ombrello lanciatogli dalla sorella prima di uscire.
Mika aveva letto Liam ancora e l’aveva trovato pieno di sensi di colpa e dispiacere, ma Niall avrebbe capito, era un ragazzo fantastico e di certo non avrebbe messo fine ad un amicizia solo per una stupida dimenticanza.
Liam camminava a testa bassa per le strade cercando di non fuggire come una ragazzina ogniqualvolta sentiva una macchina avvicinarsi a lui, erano le due e sette minuti e un pazzo maniaco non ci avrebbe pensato due volte a prenderlo e portarlo in qualche posto sconosciuto. Liam era una ragazzo forte ma non come sembrava, dentro era un tenerone e odiava la violenza.    
Si ricordava perfettamente la strada per arrivare alla casa di Niall, il ragazzo era irlandese e i genitori gli avevano comprato un appartamento tutto suo per potergli permettere di studiare in Inghilterra. Liam arrivò davanti alla porta rossa dell’appartamento ed esitò prima di bussare, aveva paura che il biondo l’avesse presa male sul serio.
Salve gente e buongiorno mondo!
Bene la storia è ancora in alto mare, non vorrei spaventare ma dovrete aspettare un pò di più! 
Chiudo!

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Capitolo 6
*** Chapter V ***


Niall era ancora steso sul divano con la tele accesa, le immagini di un programma demenziale sui problemi di alcuni ragazzi italo-americani scorrevano sullo schermo e il biondo non poté fare a meno di ridere della loro idiozia. Prese il cellulare, ne scrutò lo schermo illuminato strizzando gli occhi per la luce, le due e sedici. Poi dei battiti attutiti riempirono il silenzio. Niall spense la tele per sentire meglio, facendo precipitare l’appartamento nel buio più totale. Si alzò dal divano, prese un ombrello e puntandolo verso la porta con fare minaccioso la aprì, trovandosi di fronte agli occhi un infreddolito Liam in cerca di perdono. Lo sguardo truce del biondo si addolcì alla vista dell’amico, e lo sguardo di Liam si illuminò.
“Che ci fai qui?” Chiese Niall stropicciandosi un occhio.
“Mi dispiace non averti cagato prima, non ti avevo visto.” Liam abbassò lo sguardo imbarazzato, si sentiva un idiota e aveva solo voglia che Niall lo prendesse a schiaffi così da fargli capire che non avrebbe dovuto non notare il suo migliore amico.
Niall rimase in silenzio, non disse nulla, si limitò ad accendere la luce per vedere meglio il ragazzo che gli si era parato davanti. Poi si avvicinò a Liam e lo strinse in un abbraccio fraterno. Non si scambiavano un contatto da un anno e un brivido percorse le schiene di entrambi. Liam più alto stringeva l’irlandese per il collo e Niall massaggiava la schiena del moro con il palmo della mano. Stretti l’uno nelle braccia dell’altro faticavano a smettere di pensare che la lontananza era stata davvero insopportabile. Niall si sarebbe voluto prendere a botte da solo per essersela presa tanto con Liam, il quale era solo stanco e troppo irritato per accorgersi di lui.
“Mi dispiace davvero. Mi sei mancato.” La voce di Liam era soffocata nella spalla dell’altro e quindi, quasi non era percepibile. La risata rumorosa di Niall riempì il vuoto imbarazzante provocato dall’affermazione di Liam.
I due erano amici, molto amici, ma non si erano mai lasciati andare così tanto a inutili smancerie. In fondo erano ragazzi e i ragazzi non si abbracciano, non si scambiano parole dolci. Però in quel momento Liam pensò che quelle fossero le parole giuste da dire, e dire all’amico che gli era mancato era il minimo.
“Anche tu, molto.” Detto questo Niall si staccò a fatica dal corpo, ormai non più infreddolito, del dolce ragazzo dagli occhi scuri. I due si precipitarono sul divano, avevano molto di cui parlare, molto da scambiare, molto da confidarsi. A Liam era mancato particolarmente il fatto di non poter dire tutto quello che pensava a una persona che non fosse sua sorella. Certo Zayn gli era rimasto vicino sempre, ma con Niall era diverso. Con Niall si sentiva sempre al sicuro e protetto, anche se tra i due Niall era il più immaturo e fragile, sempre in cerca di protezione. Liam si era sempre chiesto come un ragazzo così nostalgico quale era Niall fosse riuscito a vivere un anno intero lontano da tutto e tutti.
“Cavoli casa tua è sempre la stessa, che bello poterci rimettere piede!” Esclamò Liam guardandosi  intorno in cerca di qualcosa di nuovo, qualcosa che fosse cambiato. Ma tutto era rimasto lo stesso, lo stesso tappeto verde sul pavimento, lo stesso divano di pelle bianca, lo stesso disordine organizzato che caratterizzava Niall.
“Anche la tua non è cambiata di una virgola!” Rispose Niall.
La serata, anzi nottata, passò velocemente e i due si ritrovarono a parlare di tutto come se Niall non fosse mai andato via.
“Ti sei fatto più alto o sbaglio?” Liam si alzò in piedi facendo cenno a Niall di alzarsi per misurarsi con lui, Niall lo affiancò e di fatto il biondo aveva acquistato più di dieci centimetri in altezza.
“Si non c’è dubbio, ti sei alzato di parecchio, quasi mi superi!” Niall sorrise, un sorriso un po’ imbarazzato e seguito da una risata soffocata, Liam notò quel sorriso. Gli era mancato anche quello. Però stranamente ora gli sembrava più bello, più luminoso e magnifico. Distolse lo sguardo dal ragazzo che si alzò e gli porse una bottiglia di aranciata.
Un trillo sonoro interruppe i loro discorsi: un messaggio appariva sul telefono di Niall. Melanie. Quasi non gli venne un colpo. Il suo incubo era tornato a tormentarlo. Niall non era stronzo, e non amava particolarmente fare lo stronzo, ma quella ragazza lo aveva sfinito a tal punto da rovinargli gli ultimi anni di scuola media. Lui la odiava, frivola fino al midollo. Mi hanno detto che sei tornato … Recitava il messaggio, erano passati quattro anni da quando avevano troncato la loro relazione, se cos’ si poteva definire. Hai vent’anni cosa vuoi ancora da me! Pensò Niall noncurante dello sguardo assorto che Liam gli riservava.
Come ha fatto a sapere che ero partito?
Come ha fatto a sapere che sono tornato?  
Mi segue, non c’è dubbio! Ha ingaggiato un investigatore privato per seguire le mie mosse!
Pensieri contorti e idioti attanagliavo la mente di Niall.
Il biondo rispose con un semplice Si, per poi chiedersi per quale assurdo motivo aveva ancora il suo numero in memoria.
“La tua ragazza?” Sospirò Liam ancora seduto in un angolo del divano.
“Il mio incubo …” Niall era serio ma Liam rise comunque procurandosi un’occhiataccia da parte del ragazzo ancora scosso da quel messaggio delle tre e mezza del mattino.
“Melanie?”
Niall annuì in silenzio.
“Ho paura Liam cazzo! Quella è una psicopatica! Chissà cosa vuole?! Magari me la vuole far pagare perché non abbiamo mai scopato! Porca troia!” Niall cominciò a camminare nervosamente avanti e indietro e Liam non aveva idea di come potesse fare per calmarlo. Così si alzò andando a fermare Niall prendendolo per le braccia e strattonandolo per farlo tornare in sé.
Liam affondò i suoi occhi dalle sfumature dorate in quelli celesti dell’amico, lo sguardo più intenso che Niall avesse mai visto, quasi si spaventò, poi riprese il controllo sulla sua mente e si butto sul divano. Niall raccontò a Liam i dettagli della loro rottura e su come lei lo assillava da circa due anni a questa parte, per fortuna era partito. Fece leggere a Liam il messaggio e poi chiese consiglio all’amico.
“Dovresti fartela, è figa …” Sbottò Liam. Il biondo gli diede dello scemo per poi cominciare a prenderlo a cuscinate con tutta la forza che aveva in corpo. Liam notò i muscoli delle braccia di Niall. Non erano come se li ricordava, il biondo non era mai stato muscoloso, né tantomeno capace di atterrarlo. Liam era più grosso ma Niall era più forte. Il moro si diede dell’idiota, si accorse che era troppo concentrato a notare il muscoli di Niall che si flettevano per tentare di vincere quella battaglia con i cuscini, infatti perse schiacciato dalla superiorità fisica di Niall.
“Ti ho battuto! Ahah! Non ti avevo mai battuto!” Niall si accasciò sfinito e con il fiatone accanto ad un altrettanto ansimante Liam.
“Ma sei andato in palestra cazzo?” Chiese Liam portandosi il ciuffo morbido all’indietro. Niall arrossì appena alla domanda di Liam, poi rispose.
“ Sono stato un anno con gli Amish Liam, non fanno altro che coltivare orti, tagliare legna e allevare buoi!” Il biondo si portò una mano sugli addominali scolpiti e si beò della risata profonda di Liam. Gli era sempre piaciuta la sua risata.
Liam si addormentò poco dopo sul divano insieme a un Niall ancora più stanco di lui. Mika non sarebbe stata in pensiero per il fratello, lo sapeva con il suo migliore amico.
Salve popolo di internet!
Mi davverissimo (?) piacere avere le mie prime seguitrici e preferitrici (doppio ?) davvero mi è rimasto un sorrisini ebete stampato in faccia quando ho visto che mi seguivate! Tanto Love! Comunque parlando d'altro, qualcosa sta cambiando tra Liam e Niall e di certo il "potere" di Mika scoverà qualcosa prima o poi! Spero vi piaccia!
Chiudo!

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Capitolo 7
*** Chapter VI ***


Mika si svegliò con il solito torpore nelle gambe, si alzò in piedi e una fitta atroce alla testa le annebbiò la vista rendendo tutto di una tonalità cupa di grigio. Le capitava spesso, segno di pressione bassa, o alta, non se lo ricordava anzi lo ignorava completamente. Una musica di sottofondo accompagnò il suo risveglio, riconobbe subito le voci, provenivano dal garage. La ragazza non si azzardò per nulla a raggiungere il fratello. Prima fece una sana colazione poi si cambiò e infine notato il rumore crescente proveniente dal garage, decise di raggiungere Liam.
Non lo trovò da solo però. Niall teneva saldamente la sua chitarra tra le mani, Zayn e Harry si scambiavano l’unico microfono in possesso dei fratelli Payne, Liam rideva seduto su una sdraio di plastica logorata dal tempo e un Tomlinson dai pantaloni rossi batteva su una pianola giocattolo.
Mika roteò gli occhi e pregò che nessuno l’avesse vista arrivare per poter tornare al tepore del suo letto. Così non fu però.
“Mika!” Urlò Harry troppo convinto.
“Harry, cosa diavolo state facendo?” Ingraziò Mika cercando di sembrare un minimo interessata.
“Ora che Niall è tornato abbiamo messo su una band!” Il ragazzo scoppiò a ridere precedendo le risate della ragazza.
“No davvero ci chiamiamo One Defection!” Aggiunse Louis dal fondo del garage.
“Ahah molto divertente Tomlinson, davvero.” Mika odiava quando prendevano in giro la sua band preferita: I One Direction, dei ragazzi meravigliosi che facevano un’ottima musica.
“Almeno loro non sono una squallida band da garage come voi …” Aggiunse Mika stufa di quegli insulti.
“Eddai scherzavo! Un po’ di senso dell’umorismo!” Louis gridò cercando di sopraffare le urla di Zayn, ma Mika stava già girando i tacchi.
“Cos’è sta cosa?” Harry sfilò una bacchetta da batteria da uno scaffale facendone cadere i piatti che scivolarono a terra provocando un baccano che fece tornare Mika sui suoi passi.
“Minchia Harry sempre casini combini!” Sentenziò Louis.
“Chiamasi batteria, caro Harry!” Disse Zayn con il suo solito filo di sarcasmo che Mika trovava incredibilmente affascinante.
“Liam non sapevo suonassi la batteria.” Harry si avvicinò al ragazzo seduto sulla sdraio per fargli i complimenti.
“Non la suono, è di Mika.”
Harry, Zayn e Louis si voltarono verso Mika stupiti. Come se non volessero credere che una ragazza pigra come lei sapesse suonare uno strumento.
“Facci sentire!” Esclamò Louis pronto a prendere in giro la ragazza fino alla morte.
“Ho smesso di suonarla da due anni, non so se ne sono in grado ancora.” Dissimulò Mika.
Subito dopo partì un coro di Dai facci sentire!  E Mika, che non vedeva l’ora di andarsene da quel garage, si avviò verso lo sgabello di pelle imbottito passando davanti a Louis, e, per quanto lei lo trovasse un ragazzo davvero infantile e immaturo per i suoi 21 anni, non poté fare a meno di pensare che si ritrovasse un sorriso davvero meraviglioso contornato da delle labbra sottili ma incredibilmente invitanti. Si diede uno schiaffo mentale per quei pensieri e cominciò a suonare. Sapeva che quello che aveva appena detto era una grande cazzata, anche se aveva smesso di suonare era perfettamente in grado di dimostrare quello che sapeva fare. E così fu. Prese in mano le bacchette e cominciò a battere sui piatti e sui tamburi come se fosse la cosa più naturale al mondo. Mika era nata per suonare la batteria, le mani erano sincronizzate perfettamente tra loro e con i piedi che battevano sui pedali. Suonò per trenta secondi che bastarono a far capire a Louis che sarebbe dovuto stare zitto. Finito il momento di gloria poi uscì dal garage lasciandosi alle spalle una scia di bocche aperte.
Uscita Mika dal garage i cinque non emisero un suono, continuavano a guardarsi smarriti, però non si seppero trattenere molto a lungo infatti dopo dieci secondi già stavano facendo casino. Harry rincorreva Louis con il microfono finto in mano, Zayn batteva talmente forte sui piatti della batteria da far tremare la terra sotto i piedi. Niall rideva, come sempre e Liam li guardava, crogiolandosi nella consapevolezza che niente sarebbe mai cambiato.
Mika voleva bene a tutti loro, chi più chi meno, ma non l’avrebbe mai ammesso.
--
Tutti lasciarono il garage della famiglia Payne con un sorriso stampato in faccia, erano felici di aver di nuovo con loro il piccolo e tenero Niall, di poter sentire di nuovo la sua risata, di poter godere di nuovo dei suoi abbracci da orso. Però nulla era paragonabile al senso di completezza che ora assaliva Liam, erano tutti estasiati dal ritorno di Niall ma Liam era quello più sereno e felice, anche se non lo dava a vedere.
Harry e Zayn salutarono il biondino e si diressero verso casa mentre Louis era intenzionato ad andare a dare fastidio a Mika per un po’ di tempo, Liam e Niall rimasero ancora un po’ a suonare beati la chitarra.
“Non ne sono capace e mai lo sarò!” Liam mise il broncio, un broncio tanto tenero che Niall non poté far altro che ridere dell’amico continuando a vantarsi della sua bravura con lo strumento.
“Serve solo un po’ di pratica!”
“Non diventerò mai bravo come te!” Si lamentò il moro avvicinandosi a Niall a grandi falcate.
“Certo, io sono il migliore …” Liam rise e i suoi lamenti divennero un sorriso dolce incorniciato dalle suo profonde fossette.
“Allora, Melanie si è fatta più sentire?” Liam avanzò quella domanda che teneva stretta tra i denti da tutta la mattina aspettando con ansia che lui e il biondino rimanessero soli per porgergliela.
“Si, stasera usciamo.” Niall rispose con una freddezza che immobilizzò il moro sedutogli davanti. Forse il biondo aveva paura della sua reazione, magari non l’avrebbe presa bene, anche se non si sarebbe potuto spiegare il perché. Nessuno emise un suono, nessun movimento, nessuno respiro. L’aria era carica di tensione.
“Non ci puoi uscire.” Disse calmo Liam. “Stai scherzando!” aggiunse poi.
“No, mi ha chiamato, dice che è cambiata. Non le credo ma uscirci non costa nulla.” Niall dissimulò, era intento a sistemare gli accordi della sua chitarra nuova.
“Dimentichi quello che ti ha fatto passare però.” Continuò il moro a denti stretti.
“Tu non c’eri.”
Liam si sentì esplodere dentro, Io non c'ero? Si ripeté mentalmente il ragazzo, Niall sapeva benissimo di avere mentito, Liam c'era e c'era sempre stato per lui.
“Hai dimenticato che hai passato tre anni della tua vita a parlarmi di quanto la odiavi e di quanto ti avesse fatto sentire una merda starci insieme? Non importa se fossi presente al momento Niall, io c’ero dopo! Quando avevi bisogno di sfogarti io c’ero cazzo!” La voce di Liam si era caricata di rabbia e il ragazzo si sentiva come una bomba pronta ad esplodere in mille pezzettini. Come può aver dimenticato che ero la spalla su cui piangeva? Pensò il moro stringendo i pugni.
“Non capisco perché ti scaldi tanto Liam! È solo Melanie! Ora c’ha ventanni, ne avrà fatto qualcosa della sua vita!” Liam ora era in piedi davanti al biondo che si alzò a sua volta, il ragazzo dagli occhi scuri lo superava in altezza ma gli occhi gelidi di Niall lo fecero vacillare.
“Non voglio che tu soffra come hai sofferto per quella troia.” Il tono di Liam era tornato il suo, dolce e caldo, quasi avvolgente.
“Liam, - Niall prese un profondo respiro – non ho una relazione stabile da anni ormai, ho dimenticato cosa vuol dire stare con una ragazza, ho dimenticato cosa vuol dire amare qualcuno. Voglio provare di nuovo quelle sensazioni.” Niall distolse lo sguardo, si sentiva in imbarazzo, a diciannove anni era difficile ammettere una cosa del genere, soprattutto davanti a un Liam appena uscito da una relazione durata tre anni.
“Però se ti fa stare male, le do fuoco.” Liam riuscì a guardare di nuovo Niall negli occhi, degli occhi meravigliosi, pieni di tenerezza, degli occhi perfetti per l’irlandese.
“Avrò sempre bisogno della tua protezione, zio.” Niall si buttò tra le braccia del moro cogliendolo alla sprovvista.
Non si erano mai abbracciati in dieci anni di amicizia e da quando era tornato dall’America, si erano scambiati già due volte abbracci fraterni e avvolgenti. Forse perché Niall era stato lontano per così tanto che Liam non voleva più lasciarlo andare via. Gli era mancato, tanto, si era sentito come un’ape senza pungiglione, privo di una parte di sé. E se le api muoiono senza quella parte di loro, Liam aveva aspettato Niall per un anno ed ora che erano di nuovo insieme non avrebbe permesso a nessuno di portarglielo via.  
“Zio?!?” Liam era stranito.
“Scherzavo.” Niall rise e Liam si abbandonò cullato dal suono della sua voce.
“Ah e mi dispiace per Danielle.”Aggiunse con un filo di voce l’irlandese provocando una smorfia di dolore sul viso di Liam che subito si trasformò in un sorriso, non di felicità certo, ma Liam sapeva che come lui c’era per Niall, Niall c’era per lui.
L’aveva amata, Danielle, pensava sarebbe stato per sempre. Per fortuna Niall non sapeva il vero motivo per cui avevano rotto quel così bel rapporto. Liam non gliel’avrebbe mai detto, e sperava che anche la ragazza riuscisse a tenerselo per sé. 

Wella! Il primo litigio della Niam! Che teneri! Grazie a tutti quelli che mi seguono e spero di ricevere a breve recensioni anche se non c'è molto da recensire perchè ammetto che per far succedere qualcosa ci metto un pò! Ma vi ho avvertiti! Grazie a chi legge e a chi mi preferisce! spero vi piaccia anche questo capitolo!
Chiudo!

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Capitolo 8
*** Chapter VII ***


Louis camminava in punta di piedi, era intenzionato a farsi odiare più che mai quel giorno. Dare fastidio a quella ragazza lo intrigava, e ovviamente lo divertiva come non mai. Si avvicinò al salotto, dove Mika leggeva appassionata un libro di spionaggio. Il ragazzo si fermò proprio dietro di lei sorprendendosi della sua innata capacità di non farsi sentire.
“Incendio!” Urlò Louis a due centimetri dal timpano della ragazza. Lei saltò in aria, si alzò di cinque centimetri dal divano facendo cadere il libro per terra e, imprecando verso Dei sconosciuti, si rivolse a Louis.
“Troia Tomlinson sei proprio un cazzone!” Mika sbraitava procurando le risate congenite de ragazzo dagli occhi blu.
Un ragazzo non può essere così idiota pensava Mika cercando a tastoni il libro sul pavimento.
“Lo prendo come un complimento!” Louis rise di gusto e si sedette sul divano insieme a Mika che ancora tremava per lo spavento appena preso. Il ragazzo adorava spaventare la piccola della gang, era uno sport che amava da sempre praticare, le voleva bene certo, e glielo dimostrava facendole perdere attimi di vita.
“Non dovresti idiota!” Mika sbatté un cuscino dritto sul naso al ragazzo che stordito capì di avere esagerato stavolta.
“Non ci sento più!” Mika rise facendo capire a Louis che non si sarebbe dovuto preoccupare per lei, facevano sempre così, da anni. Lui le dava fastidio, lei lo insultava poi ridevano come dei bimbi alle prese con il più demenziale dei giochi istruttivi. Una routine che si ripeteva ormai quasi ogni giorno.
Louis accese la TV e insieme guardarono uno show di una televisione locale.
--
Liam salutò il biondo con la mano, il secondo ricambiò con uno dei suoi splendidi sorrisi. Liam non si era mai arrabbiato così tanto con Niall, non avevano mai fatto molte cose prima della partenza dell’irlandese e solo ora Liam se ne rendeva conto. Forse la loro non era una vera amicizia, erano solo conoscenti, amici di amici, il ragazzo smise di pensarci e cominciò a rivivere mentalmente la litigata di poco prima con Niall. Si era comportato da idiota e lo sapeva, gli aveva sbattuto in faccia il fatto che non fosse capace di rimorchiare, in fondo lui cosa poteva fare se non vantarsi delle sue lunghissime relazioni. La più corta? Nove mesi all’età di 13 anni, durante il terzo anno di scuola primaria. Liam si sentiva uno schifo, si chiese come avesse potuto perdonarlo dopo quello che gli aveva detto.
Basta! Si urlò mentalmente Liam mentre raggiungeva sua sorella in salotto.
Entrò e trovò Mika e Louis incollati al televisore, ipnotizzati.
“Cos’è quella roba?” Chiese schifato.
“Stanno per eleggere la nuova Little Miss America! Shhh!” lo zittì Louis tornando immediatamente a rivolgere lo sguardo alla tele.  Liam trattenne a stento le risate.
Il presentatore incoronò una nana vestita di giallo truccata come una baldracca e con una faccia completamente da prendere a schiaffi.
Liam scoppiò in una risata fragorosa che riempì la sala.
“Doveva vincere la bionda!” Si lamentò il ragazzo seduto sul divano.
“Te l’avevo detto che avrebbe vinto quella!Fregato, mi devi … - Mika ci pensò un attimo – cosa avevamo scommesso?” Chiese infine incontrando l’azzurro di Louis.
“Niente, dimmi quello che vuoi.” Rispose sconfitto il ragazzo.
“Te lo farò sapere.”
Per due interminabili secondi su Mika prevalse l’istinto di leggere Louis come una rivista, non le era mai interessato ma avere di fianco una persona sulla quale non aveva ancora sperimentato il suo potere le faceva salire in corpo una voglia irrefrenabile di scoprire cosa stesse provando in quel momento. Però se l’avesse fatto come l’avrebbe spiegato a Louis? Gli unici a conoscenza di quel suo grande segreto erano Niall e Liam, e non poteva sbandierarlo al mondo. Come l’avrebbe presa Louis? Come l’avrebbero presa Zayn e Harry?
Male.
Come l’aveva presa Niall molti anni prima, quando Mika gliel’aveva confessato. Non si erano parlati per settimane, poi lui tornò da lei scusandosi del suo comportamento idiota.
No, non l’avrebbe saputo nessun altro. Mai.
La ragazza distolse il suoi occhi grigi da quelli azzurri di Louis e si alzò dal divano dirigendosi verso il fratello.
“Vi ho sentiti litigare, che gli hai fatto?” Sussurrò la ragazza premurandosi di non essere sentita da Louis che era ancora intento a guardare il dopo-vittoria della bimba dal vestito giallo.
“Esce con Melanie. L’ho rimproverato, cosa avrei dovuto fare?” Si limitò a dire Liam e senza pensarci ancora si sedette dove un attimo prima stava spaparanzata la sorella.
“Ti fermi a pranzo?” Chiese d’un fiato il moro a Louis.
“Certo.” Rispose l’altro senza distogliere lo sguardo dal televisore.
Mika, indignata, salì al piano di sopra lasciando i due ragazzi a scambiarsi opinioni sulla bambina che avrebbe dovuto vincere.
--
Niall era pronto per la serata, o almeno così credeva. Si sentiva un idiota, un grandissimo e orribile idiota. Liam aveva ragione, lei l’aveva fatto stare male, ma che ci poteva fare, era masochista lui. Oh quanta ragione aveva Liam! Niall lo sapeva, ma non voleva ammetterlo davanti a lui. La loro amicizia era cambiata da quando era tornato dalla Pennsylvania, in meglio? In peggio? Bo, era cambiata e basta. E Niall non sapeva come farla tornare come prima, o forse non voleva. In quel momento però non doveva e non voleva pensarci.
Mentre si infilava la sua polo migliore e i suoi pantaloni più stretti, Niall pensava solo a come avrebbe dovuto salutare quella ragazza tanto odiosa. Aveva una paura folle di fare qualcosa di stupido, qualcosa di cui avrebbe potuto pentirsi.
Infilò un paio di scarpe a caso, blu, non ci stette a pensare su. Non pensava molto in quell’ultimo periodo, avrebbe dovuto farlo di più, magari si sarebbe reso conto della grande cavolata che stava per fare.
Entrò a passo svelto nel locale dopo aver infilato le chiavi dell’auto in tasca, si guardò intorno, si chiese come avrebbe fatto a riconoscerla tra tutta quella gente. Poi, pochi secondi dopo, sentì una mano calda sfiorargli il sedere perfettamente definito dai pantaloni beige. Si girò di scatto pronto a maledire chiunque avesse osato toccare il suo prezioso fondoschiena. Incontrò due occhi meravigliosi, verdissimi, una cascata di capelli scuri, un viso che non si sarebbe mai potuto dimenticare. Il viso che apparteneva al suo incubo peggiore.

Salve a tutti! Non ho molto da dire, infatti non dirò niente!
Grazie a tutte le persone che leggono e seguono!
Chiudo!

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Capitolo 9
*** Chapter VIII ***


Niall si svegliò nel suo letto, il suo meraviglioso e caldo letto. La testa pulsava e le orecchie stridevano, prese il cellulare dal comodino:
14.30
Il biondo si alzò traballante e si sedette sul bordo del letto prendendosi la testa tra le mani. Solo in un secondo momento si accorse della polo bianca stropicciata che aveva addosso e dei pantaloni ormai sgualciti che cingevano le sue gambe. Solo ricordi offuscati di quella sera, forse perché aveva voluto bere troppo per dimenticare di essere là. Un ricordo riaffiorava:
La mano di lei sul suo sedere, lo massaggiava come se fosse il cucciolo più bello, poi lui che le urla dietro come una teenager di fronte al suo idolo. Lei lo guarda ancora maliziosamente nonostante i suoi rimproveri. Uno sbuffo, un bacio, uno schiaffo. Lui aveva schiaffeggiato lei. Per averlo baciato ovvio. Gli faceva ribrezzo, la odiava, avrebbe voluto vederla sprofondare. Poi litri di alcool e il padrone del bar che gentilmente l’aveva riportato a casa. Niall rise ripensando a quello che aveva fatto. Poi pensò a come l’avrebbe presa Liam. L’irlandese odiava bere, odiava ubriacarsi, era un tipo da birra non da vodka, però era giovane, e ogni tanto ci stava.
Il telefono trillò e le orecchie di Niall scoppiarono di dolore a quel suono. Un messaggio: Liam. Al ragazzo scappò un sorriso.
Una ragazza ha postato su facebook una foto di te che schiaffeggi Melanie …
Niall rise e stranamente le sue mani cominciarono a sudare, odiava quando succedeva, sudava ma aveva freddo, una sensazione insopportabile. Rispose al messaggio con un: Ero stufo. Avevi ragione, non sarei dovuto uscirci.
--
Mika si alzò dal letto, uno Styles selvatico passò davanti alla porta della sua camera ma non gli diede peso. Ormai la gente che girava per casa sua era incalcolabile. Batté due volte le mani e la luce che stava sulla lontana scrivania si accese. Strofinò gli occhi con entrambe le mani poi volse lo sguardo al ragazzo che se ne stava appoggiato alla porta della sua camera. Moriva dalla voglia di leggerlo, esattamente come il giorno prima, quegli occhi azzurri erano così invitanti da farle girare la testa.
Lo fece.
Trovò qualcosa che non si aspettava però.
Un velo di tristezza, Louis si sentiva vuoto dentro ma non aveva il coraggio di ammetterlo.
Mika abbassò gli angoli della bocca, come se la tristezza di Louis l’avesse contagiata. Il ragazzo abbassò le sopracciglia e si avvicinò al letto su cui ancora stava seduta la ragazza dai capelli dorati.
“Guarda che ha fatto Niall ieri sera!” Il suono soave che uscì dalla bocca di Louis fece distogliere Mika dai suoi pensieri. La ragazza guardò il telefono che Louis le porse, un’immagine di Niall con una mano stampata sulla faccia di una ragazza che non riusciva a riconoscere.
“Chi è quella?” Chiese Mika con la voce smorzata ancora dal risveglio.
“Melanie.” Si limitò a dire lui guardandola nella speranza di riuscire ad ottenere una reazione.
Risata, una clamorosa e forte risata si sprigionò dalla ragazza. E Louis si unì a lei, come sempre.
“Vuoi … far parte della band?” Una domanda inaspettata interruppe quelle risate lasciando interdetta la ragazza che si grattò i capelli arruffati. Chissà in quale stato orribile era, e Louis la vedeva così, che imbarazzo, lui era perfetto come sempre mentre lei appena sveglia non osava immaginare in che modo fossero sistemati i suoi capelli. Mika non sapeva che dire.
“Volete che faccia parte della band? Non vorrei essere di peso, voi siete tutti grandi amici, io sarei l’unica ragazza. Non vorrei interrompere i vostri momenti insieme.” Mika abbassò lo sguardo. Le sarebbe davvero piaciuto ricominciare a suonare ma aveva paura di deludere e di farsi odiare dai ragazzi. E non voleva perderli. Erano amici da tanto ormai.
“Non ne ho parlato con gli altri ma … io sono il leader! E poi che dici?! Sai da quanti anni interrompi i nostri momenti? Da sempre!” Louis la buttò sul ridere e Mika sorrise sprofondando nel letto ancora caldo. La ragazza notò le spalle larghe di Louis e si meravigliò dei suoi pensieri a riguardo. Non ne aveva mai fatti, non su Louis, su Niall qualche volta, era il suo migliore amico, era normale. Mika affondò i suoi occhi nell’azzurro di quelli di Louis, senso di colpa e infelicità, questo c’era.
“Cos’hai Louis?” Mika avanzò quella domanda senza rifletterci davvero, in fondo avrebbe potuto chiederglielo qualsiasi essere umano, perché Louis avrebbe dovuto sospettare del potere di Mika. La ragazza però voleva davvero sapere cosa turbasse quel ragazzo tanto odioso quanto dolce.
“Nulla cosa dovrei avere?” Louis finse un sorriso sperando che Mika credesse a quella smorfia che era lontana anni luce da un vero sorriso.
“Chiedevo, sei rimasto qui a dormire?” Mika non l’aveva sentito andarsene e un po’ ne era felice, avrebbe avuto paura nel sapere Louis in strada di notte, già non era affidabile di giorno, figurarsi con il buio.
“Si, mamma Liam aveva paura uscissi con il buio.” Louis soffocò una risata, stavolta una vera risata, un sorriso che fece sciogliere Mika. Si maledisse per lo stato con il quale si proponeva a Louis quella mattina.
“Eleonor.” Una parola sussurrata. Quasi Louis aveva paura a proferirla.
“Eleonor cosa?” chiese la ragazza non sapendo dove volesse arrivare Louis.
“Niente.” Louis se ne andò lasciando Mika insoddisfatta e preoccupata.
Buongiorno gente!
Lo so, lo so siamo all'ottavo capitolo e ancora non è successo nulla. Mi dispiace, ci metto un pò a contestualizzare io!
Comunque ringrazio quelli che leggono, recensiscono, mi seguono e mi preferiscono!
Alla prossima!
Chiudo!

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Capitolo 10
*** Chapter IX ***


“Liam, posso parlarti?” Louis entrò in cucina a testa bassa, Liam non l’aveva mai visto tanto serio.
“Certo amico, siediti.” Louis si sedette di fianco al moro su uno degli sgabelli alti della cucina dei Payne.
“Ehm … -esitò prima di proferire parola- i miei si stanno separando, la situazione a casa è insostenibile. Ho bisogno di parlarne con qualcuno.” Louis prese un profondo respiro prima di portare i suoi occhi azzurri sul viso del moro che era rimasto alquanto scosso dall’ultima affermazione.
Rimasero in silenzio per un po’, un silenzio nel quale sul bancone di marmo cominciarono a schizzare lacrime salate, quelle di Louis. Non singhiozzava, le lacrime scendevano e basta, rigando il viso del ragazzo.
“Rimani qui, abbiamo la stanza degli ospiti.” Liam si avvicinò al ragazzo dagli occhi blu colmi di lacrime, lo strinse tra le sue braccia possenti. Louis affondò il viso nella camicia di Liam, il quale gli accarezzava teneramente i capelli.
“Però lo dici tu a Mika!” Aggiunse Liam provocando un piccolo sorriso sulle labbra di Louis.
“Chi mi vuole?” Azzardò Mika sentendo pronunciare il suo nome.
“Louis rimane da noi per un po’.” Liam sorrise pregando che la ragazza non cominciasse a imprecare.
“Va bene.”
Liam, stupito dall’accettazione della sorella, lasciò soli i due in cucina, Mika prese da bere e lo offrì anche a Louis, il ragazzo tentava di mascherare il proprio umore davanti alla piccola di casa, ma tanto a Mika non si poteva nascondere nulla.
Ancora tristezza.
Ancora senso di colpa e di vuoto.
L’umore del ragazzo non era cambiato di una virgola, Mika però avrebbe aspettato che Louis le raccontasse da solo quello che sentiva. Passarono dei minuti interminabili nei quali Mika per sviare allo sguardo di Louis si era affaccendata a mettere in ordine qualsiasi cosa le capitasse sotto mano.
Intanto Louis giocherellava con il bicchiere pieno di coca-cola, lo stomaco chiuso non l’avrebbe digerita.
“I miei si separano. Non posso rimanere a casa mia, crollerei.” Louis non aveva distolto lo sguardo dal suo bicchiere. Odiava farsi vedere in difficoltà, ecco perché era così dannatamente idiota con tutti, era una maschera e Mika lo sapeva bene.
“Oh.” Un sospiro, solo un misero sospiro uscì dalle labbra rosse della ragazza.
“Già, mi dispiace molto. Dillo, me lo dicono tutti, solo questo sa fare la gente. Dispiacersi.” Aggiunse Louis, dato che Mika non aveva intenzione di aprire bocca.
“No, non mi dispiace.” Sussurrò Mika sottovoce. Louis incontrò gli occhi della ragazza che quel giorno erano stranamente verdi.
“Non ti dispiace?” Chiese stranito.
“No, tu sei qui, è questo che conta.”
Silenzio.
“E poi non la penso come te Louis, se i tuoi non vanno d’accordo perché continuare a stare insieme? So che dentro quella tua testaccia c’è qualcosa di funzionante, quindi cerca di capirli.- Mika si fermò a prendere fiato- Sono felice che tu stia qui.”
Louis rimase senza parole, completamente interdetto, felice ma senza uno straccio di risposta da dare alla ragazza, che lo lasciò a bere la sua coca-cola in pace.
--
Niall avrebbe dovuto pranzare con Mika quel giorno, ma la ragazza era rimasta a casa per un motivo che il biondo ignorava. Un ragazzo moro alzò una mano, Liam. Gli fece cenno di avvicinarsi e pranzare con lui e Niall non poteva essere più felice. Erano bastate due frasi di Liam per scaldare il cuore all’irlandese: Ti lascio il mio panino e domani c’è chimica, stasera mi aiuti a studiare.
Niall si sorprese di quanto la seconda frase non fosse una domanda bensì un’affermazione, il ragazzo non avrebbe potuto sottrarsi alla volontà di Liam. Un po’ perché in chimica andava malissimo, un po’ perché era il suo Liam e voleva passare sempre più tempo con lui.
Liam era felice della risposta affermativa di Niall al suo invito, anche se sapeva che non gli avrebbe mai detto di no.
E allora cosa causava tutta quella felicità che cresceva sempre di più ogniqualvolta Niall gli sorrideva, gli parlava o semplicemente gli stava vicino. Liam lo sapeva, eccome se lo sapeva. Avrebbe voluto anche ammetterlo a se stesso e agli altri ma Niall di sicuro non era come lui, gliel’avrebbe confessato altrimenti.
“Cos’ha tua sorella?” Chiese il biondo con il viso immerso nel panino datogli da Liam.
“Louis si trasferisce per un po’ da noi, e visto che oggi non aveva niente di importante da fare a scuola è rimasta ad aiutarlo con il trasloco.”
“Mi dispiace per Lou.” Gli occhi azzurri dell’irlandese si rattristarono improvvisamente e Liam non poteva fare a meno di trovarlo incredibilmente tenero. Senza pensarci Liam poggiò la sua mano su quella del biondo, Niall sentì il calore del ragazzo attraversargli tutto il braccio. Il battito cominciò a farsi incontrollato e l’irlandese non sapeva spiegare quello che gli stava accadendo. Si limitò a rivolgere un tenero sorriso al suo amico, il quale provò le stesse sensazioni.
--
Louis non si era mai sentito così solo. Mai in vita sua aveva provato simili sensazioni. Odiava i suoi genitori tremendamente, perché l’avevano lasciato solo, l’aveva abbandonato costringendolo a trasferirsi dai Payne. Perché non poteva avere una famiglia normale, con dei normali genitori e una normale vita famigliare?
“Che minchia c’è qua dentro?!” Mika stava trasportando un grosso scatolone. L’avrebbe portato Louis se solo la ragazza fosse stata meno testarda e non si fosse opposta. Lei era la solita femminista che si oppone a far fare tutto il lavoro pesante all’uomo, e così aveva trasportato uno scatolone enorme da sola su per le scale. Ben le stava, pensò il ragazzo dagli occhi azzurri.
“I miei vestiti.” Rispose Louis non smettendo un minuto di cercare un difetto sul viso della ragazza, si meravigliò esplodendo in un sorriso, Mika non ne possedeva nemmeno uno, almeno Louis la vedeva così.
“Impossibile!” Sbuffò la ragazza appoggiando per terra lo scatolone.
“Perché?”
“Là ci sono i tuoi vestiti, qui ci sono i tuoi vestiti, in quella borsa ci sono i tuoi vestiti! Che cazzo Louis!” La ragazza sgranò gli occhi.
“Che c’è, ho molti vestiti.” Si limitò a spiegare il moro.
“Non ci staranno tutti là dentro.” Rispose Mika indicando un armadio a muro incapace visibilmente di contenere l’immensità dei vestiti di Louis.
“Merda.”
“Ho un armadio che non uso. Puoi usare quello, però è in camera mia. Mettici le cose meno indispensabili e bussa prima di entrare!” La ragazza abbandonò la stanza e Louis si sentì invadere da un senso di accoglienza immenso. Nonostante l’acidità della ragazza le aveva offerto lo stesso il suo armadio e di questo Louis ne era felice, estremamente.

Ciao! 
Pensavo di chiuderla con lo scorso capitolo questa FF dato che non mi entusiasmava più come prima, ma ho deciso lo stesso di continuare grazie a una persona davvero speciale. E' stata la mia prima vera "fan" su EFP e questo non lo dimenticherò.
Comunque spero che vi piaccia e che continuiate a seguirmi!
A presto un bacio!

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