capitolo 3
Rigirai un
paio di volte il ciondolo tra le mani. Era molto più piccolo di quanto mi
ricordassi. L’ultima volta che glielo avevo visto addosso era al Concilium.
Argomento trattato: la mia morte.
Traccia
ripetutamente il contorno del ciondolo e il complesso bassorilievo con le dita.
Chiusi gli
occhi stringendolo. Lo lanciai lontano da me. Il mio ricordo doveva essere
sepolto con il ciondolo.
“Selene.”
Dissi vedendolo rotolare vicino al tessuto pesante della tenda. Fuori da essa
si sentiva solo lo scoppiettio del fuoco nel falò dell’accampamento.
Quanto è
dolce il sapore della vendetta , vero? Ho pregato perché tutto ciò accadesse,
pensai. Sorrisi. Mi sdraiai sul sottile materasso di paglia e foglie. Caddi
nelle braccai di Morfeo. Non ebbi incubi o visoni indotte dal Passeggero
Oscuro. Stavo bene, in fine.
Alba.
Spalancai gli occhi. Percepivo un odore. La Bestia aveva fame. Si agitava come
non mai. Sangue. Si avvicinava sempre di più alle mie spalle. Strinsi il pugno:
la pelle improvvisamente divenne squamosa fino ad intravedersi piccole piume
blu. Stavo per attaccare: le unghie si allungarono a dismisura diventano
artigli.
Avvicinati,
continuava a ripetere il Passeggero Oscuro. Lo sentivo era dietro di me, mi
voltai.
Si sentì
solo in rumore di vetro infranto sul terreno. La mia “preda” sussultò per la
paura vedendo l’arto sinistro trasformato. La guardai. Una bambina. Doveva
avere al massimo otto anni, aveva gli occhi lucidi come se dovesse piangere da
un momento all’altro. Il contenuto della
brocca, iniziò ad espandersi allontanando i frammenti di argilla dall’epicentro
della caduta: acqua. La bambina corse via piangendo, l’avevo spaventata a
morte. Mi sdraiai sfruttando gli ultimi istanti di buio per rilassarmi.
Inutile, il Passeggero Oscuro vendicava il “suo” pasto mancato. Era ossessionato dalla fama insaziabile di
carne. Sbuffai e mi alzai. Il braccio
ridiventò normale, le piume blu aderirono alla pelle prima di scomparire del
tutto. Mi tolsi la camicia bianca ancora macchiata di sangue del cervo, era
umida. Ero rientrato abbastanza tardi con la notte senza destare sospetti e
troppo stanco anche per badarci. Ogni cosa ha il suo tempo, mi ripetevo in
continuazione. Forse una di quelle cosa che il mio co-pilota non gradiva
affatto. Sposta il ciuffo di capelli
rossi ribelli dal viso prima di percepire due altri odori. Umani, di sicuro. Spostarono
i lembi della tenda entrando. Una ragazzina sui tredici anni e la bambina che
avevo spaventato a morte. Si nascondeva dietro alla ragazza dai capelli neri
con lo sguardo basso. Portava un'altra brocca e un paio di indumenti puliti. Gli
appoggiò senza parlare sulla branda provvisoria. Mi guardò con la coda dell’occhio,
ricambiai. Arrossì immediatamente, abbassando ancora di più lo sguardo.
Fantastico
Valerius,oggi sei diventato l’attrazione principale delle ragazzine, dissi tra
me e me.
“ Melissa mi
ha detto che ti aspetta da lei, adesso.” Disse prima di uscire seguita dalla
bambina silenziosa. Mi diedi una rinfrescata e indossai i panni lindi sproporzionati
sul mio corpo. Dovetti arrotolare le maniche della maglia.
La vita nell’accampamento
proseguiva sempre monotona: i bambini che corrono,gli uomini che cacciano e il
Passeggero Oscuro che fa altrettanto. Ci eravamo stabiliti in mezzo alla
foresta da un paio di giorni, costretti a migrare a causa degli attacchi degli
Immortali, per scampare alla morte certa. C’era stata una piccola battaglia
molti degli uomini più forti e preparati alla guerra erano stati uccisi. Il mal
contento da giorni era di famiglia tra le persone. Giunsi davanti alla tenda di Melissa, la capo
clan. Suo marito era morto nella battaglia lasciandole il comando.
“Eve” dissi
raggiungendo l’entrata. La figlia di Melissa non rispose scostando il lembo
della tenda. Un getto d’aria calda mi
investì.
“Melissa”
dissi cercando di scusarmi per il clamoroso ritardo.
“ Idiota di
una chimera. Cosa credevi di fare uccidendola?” mi chiese indicando il cadavere
di Selene.
“Non l’ho
uccisa io, l’ho trovata.” Risposi.
“Si. Vai a
raccontare la palla a qualcun altro. Tutti sanno che la volevi morta e puff … è morta per davvero!”
“Eve. Calmati
, per favore.” La rimproverò Melissa.
“Come fai a
saperlo che la volevo morta?”
“Le persone
parlano nell’accampamento, non sarebbe la prima volta che ciò accade..” Melissa
la interruppe mandandola fuori.
Piccola stronzetta
dalla lingua biforcuta, pensai.
“Che ha tua
figlia? È più ingestibile del solito?- domandai ma non ci fu nessuna risposta- Parliamo
di cose serie. La puoi svegliare? “
Melissa
aggrottò le sopracciglia.”Perché lo stai facendo?”
“Può essere
utile come merce di scambio. Il Concilium è ancora stabile grazie a lei, non la
getterebbero via così.”
“Io non ne
sarei così tanto sicura.” Rispose. Melissa si allontanò lasciandomi solo nella
tenda.
Voleva veramente
fare quel rito su Selene? Perché era disposta a così tanto?
"Troppe domande
ti stai ponendo Valerius. Nulla è certo tranne io." Il Passeggero Oscuro si
intromise nel filo dei suoi pensieri richiamandolo all’attenzione.
“Stai zitto.”
Dissi ad alta voce.
“Hai detto a me!” rise di gusto.
Un urlò
agghiacciante mi trapassò le orecchi distandomi dalla mia interessantissima
lettura. Poco dopo seguito dal passo veloce di Melissa. Aveva tutto l’occorrente per il rito: me,
Selene e il terzo incomodo.
Le urla
provenivano dal corpo martoriato di un soldato a servizio degli Immortali, era
tenuto da altri due uomini . il soldato si agitava come un pesce fuor d’acqua. Appena
vide il corpo della ragazza si stupì. Anch’io d'altronde per la sua
espressione.
I soldati in
genere non hanno consulenza con gli Immortali e nessuno a parte me e gli
Immortali stessi l’hanno mai vista, pensai. Venni interrotto da un improvviso dolore
alla mano. Melissa e il suo dannatissimo coltello nero. Strinsi i palmo della
mano facendo scendere il mio sangue in una bacinella di bronzo.
“Non c’è di
che per il sangue. Potevi almeno avvisarmi.” Dissi a Melissa fasciandomi la
mano con un pezzo di straccio.
Il soldato
si agitava ma i suoi movimenti erano impediti dai lacci di pelle intorno ai
piedi e ai polsi.
La voce
della capo clan riecheggiò nella tenda intonando un canto monotono. Enochiano ,solo
pochi lo sapevano parlare ed usare, io ero tra uno di quelli.
Il rito
consiste nel trasferire il corpo di una persona in quello di un'altra curandola
o in questo caso riportarla alla vita. Nel secondo caso il corpo del morto
ritorna in vita ,la vittima immolata muore.
Il sangue ,
il questo caso il mio, è il collegamento tra i corpi. La vittima viene segnata
sul petto da simboli in enochino. Di solito il rito è possibile farlo solo tra
consanguinei, in casi particolari se sei una chimera, il gioco è fatto. Forse è anche per questo che la stronza di
Selene mi dava la caccia? Domandai fra me e me.
Melissa
finì, il soldato che prima si agitava ora era fermo immobile come morto.
La donna le
tastò la carotide in cerca del battito. Nulla.
“Morto- disse – il rito a funzionato. Avvisatemi appena si sveglia. Vaan … ti
devo parlare.” Detto questo uscì. Era notte.
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