I hate the love. That stupid love.

di giastinsmile
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Just me. ***
Capitolo 2: *** I want my life again. ***
Capitolo 3: *** I still turn to you. ***
Capitolo 4: *** Never thought he's the one who can save me. ***
Capitolo 5: *** I want you back. ***
Capitolo 6: *** I'll make you glad you came. ***
Capitolo 7: *** You're an asshole. I want you here. Now. ***
Capitolo 8: *** Errors are paid. ***



Capitolo 1
*** Just me. ***


Erano passati due mesi ormai, ma ancora non me ne capacitavo. Ne ero follemente innamorata. Quella volta Cupido aveva colpito me, ma non lui. O almeno l'aveva colpito superficialmente. Infatti a lui la freccia si era già staccata, mentre a me non se ne parlava di andarsene. Lui era il ragazzo più popolare della scuola, nonchè il più figo. Era stupendo sul serio, e tutte cadevano ai suoi piedi come delle ochette, ma per me era una cosa diversa. Eravamo sempre andati negli stessi istituti, sebbene lui avesse un anno più di me e quell'anno per lui era l'ultimo di 'high school'. Ne ero sempre stata innamorata, sin da quando avevo sei anni. Ci eravamo avvicinati per puro caso al'inizio di quello stesso anno scolastico, e dopo un mese di amicizia ci eravamo messi insieme. Eravamo stati insieme per due mesi. I due mesi più belli della mia vita. Lui mi prometteva che mi avrebbe dato la luna se fossi stata con lui. Ogni volta mi diceva 'Ti amo'. Facile dirlo a parole. Une bel giorno, un giorno normale all'apparenza mi arrivò la notizia, quella fottutissima notizia. Justin era andato a letto con Danielle, la puttana della situazione. Era la capo Cheer Lader, nonchè la sua ex. Lui diceva di odiarla e che era una stronza, ma siccome era il suo compleanno l'aveva invitato alla festa, e lui ovviamente era andato senza neanche esitare un secondo. E' lì che, tutte e due ubriachi, l'avevano fatto. Bel modo di odiare una persona, vero? Quante volte Justin si era scusato con me. Aveva provato di tutto, ma io ero sempre rimasta sulla mia strada. Ogni tanto davo qualche segno di cedimento, ma poi capivo che non ero pronta a perdonarlo. E nonostante tutto, dopo che lui si era ripreso del tutto, io ero ancora lì. Dopo 2 fottutissimi mesi.

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Capitolo 2
*** I want my life again. ***


I want my life again.


Mi squillò il telefono. Chi cavolo era che mi chiamava alle sette di un sabato mattina?
Risposi a malavoglia.
Io: ‘Pronto?’
X: ‘HOLLYYYYYY!’, urlò una voce squillante, troppo squillante.
Io: ‘Ma chi è?’
X:’ Cogliona sono Becky!’
Io: ‘Cazzo Rebecca, perché mi chiami alle sette di sabato?
Bec:’ Stai scherzando spero.’
Io: ‘Ho la voce di una che sta scherzando?’
Bec:’ Amò sono le 11, non le sette. Comunque oggi andiamo al centro commerciale?’
Io: ‘No mi dispiace, sono impegnata!’
Bec: ‘A pensare in Justin, come a una vedova a cui è appena morto il marito, vero?’
Io: ‘Vuoi la verità? Sì, sono impegnata a fare quello.’
Bec: ‘Holly, è da due mesi che non fai un cazzo! Non me ne fotti se devi pensare a Justin,  puoi pensarci pure al supermercato’
Io: ‘Comunque non posso venire lo stesso perché la macchina ce l’hanno i miei’
Bec: ‘Ce l’ho io. Ti passo a prendere alle tre in punto.’
Staccò la telefonata prima che potessi ribattere. Becky è sempre stata la mia migliore amica, o almeno sin da quando mi ricordo, e lei al contrario mio, aveva sempre odiato Justin.
Come aveva detto, alle tre mi citofonò alla porta, io uscii e salii sulla sua Mini.
Bec: ‘Ehi bellezza. Da quant’è che non toccavi la tua trousse dei trucchi?’
Io: ‘Ben due mesi, cara!
Bec: ‘Siccome te l’ho fatta riaprire io mi sento importante’
Io: ‘Sei sempre la solita :)’
Bec:’Hai con te dei soldi?’
Io:’Si, perché?’
Bec: ‘Bhè ci dobbiamo comprare qualcosa per la festa di stasera!’
Io: ‘Non hai capito bene. Io stasera non vengo a nessuna festa!’
Bec: ‘Come ogni sera devi rimanere in camera a pensare a Justin, no? Dai Holly non puoi farti rovinare la vita da quel coglione.’
Non la calcolai più, feci finta di niente e guardai fuori dal finestrino.
Ogni volta litigavamo, sempre per la stessa cosa. Ma come sempre, fu lei a rompere il ghiaccio.
Bec:’ Holly, scusa. Sai che quando penso a quell’idiota mi viene solo rabbia dentro. Cioè prima di stare con te si sarà portato a letto mezza scuola, e l’altra metà se l’è portata dopo che è stato con te, mentre tu stai ancora male per lui.’
Io: ‘Lo so che è un puttaniere, ma è fatto della stessa pasta di Chris’, dissi per istigarla.
Bec: ‘Intanto in 4 mesi non mi ha ancora tradito!’.
Chris era il suo fidanzato da 4 mesi, ed era il migliore amico di Justin. Era anche lui un puttaniere, ma era veramente innamorato di Becky, e da quando si era messo con lei era veramente cambiato.
Io: ‘Tanto per sapere.. C’è pure Chris a questa festa di stasera?’
Bec:’ Sai che non mi piace andare alle feste dove c’è lui’
Io: ‘Si, anche se non ho mai capito perché.’
Bec: ‘E’ presto detto. Io alle festa mi voglio divertire, e lui non fa parte del mio ‘Piano Divertimenti Sabato Sera’.
Ragazzi, questo si che si chiama vero AMORE.
Finalmente arrivammo allo ‘Stratford Iper Center’, che era il centro commerciale più grande della zona e lì comincio il nostro shopping sfrenato.
Decisi di andare alla festa, Becky in fondo aveva ragione.
Andammo nel nostro negozio preferito, e la mia migliore amica decise di sceglierlmi i vestiti. Siccome sapevo che mi avrebbe scelto, ehmm come dire, un po’ osè, decisi di cercare qualcosa anche da sola.
Non ero una ragazza che amava mettersi in mostra.
Bec mi aveva scelto, però, un vestitino carinissimo a maniche di pipistrello e delle scarpe col tacco che si abbinavano al vestito(che erano più o meno così http://www.facebook.com/photo.php?fbid=352739271447430&set=a.342894775765213.88472.149410291780330&type=3&theater).  Mi spedì in camerino, e in effetti mi piaceva come mi stava il tutto, anche se il vestito era un po’, anzi molto, più corto dei miei limiti. Ma in fondo che avevo da perdere? Niente ormai, quindi comprai tutto!
Bec: ‘Sono fiera di te, cara!’       Io:’ Oh, anch’io lo sono!’.
Prima non mi sarei mai osata di comprare un vestito così.
Becky aveva ragione, per due mesi mi ero completamente rinchiusa in casa. Uscivo solo per andare a scuola. Se mi decidevo che quel giorno doveva essere migliore, il mio morale cadeva subito di nuovo, perché vedevo Justin con una ragazza nuova, che molto probabilmente quella sera sarebbe finita nel suo letto.
Finito il nostro pomeriggio, Bec mi scarrellò con la sua auto fino a casa, dove sarebbe rivenuta a prendermi alle otto.
Mi preparai per bene, come non avevo mai fatto. Curai i minimi particolari, trucco, capelli liscissimi. Era tutto perfetto.
Per fortuna era già aprile, la temperatura era abbastanza mite e si stava perfettamente anche senza giacca.
Un po’ prima delle otto ero pronta e così mi misi a cazzeggiare in macchina sul computer. Solo in quel momento mi accorsi che in camera, sulle pareti c’erano ancora attaccate foto di me e Justin, che decisi di strappare.
Non doveva avere più niente a che fare con me. Rivoleva la mia vita di prima. Sì, la volevo di nuovo.

_____________

Lo so che non è il capitolo migliore, ma è solo un capitolo di transizione e Justin arriverà presto ;)
Hope you like it xx

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Capitolo 3
*** I still turn to you. ***


He still turns to her.


Justin’s version
Mi sedetti accanto a lei e l’abbracciai. Lei si lasciò fare e si mise a piangere sulla mia spalla.
Vidi che aveva il vestito slacciato dietro, così glielo riagganciai, la aiutai ad alzarsi per portarla a casa, ma con i suoi tacchi 12 non riusciva a camminare ovviamente. Le feci togliere le scarpe e la presi in braccio.
Holly: ‘Dove mi porti?’
Io: ‘ A casa tua’
Holly: ‘Ma devo dormire da Becky!’
Io: ‘Lasciala divertire, allora. Ci parlo io, dormirai da me.’
Farfugliò un debole ‘ok’ con le labbra, e con quella voce spezzata che quasi non si sentiva più. La coricai un attimo sul divanetto e andai alla ricerca di Rebecca, che mi diede carta bianca.
Forse ne approfittavo un po’, ma non importa c:
Ero ancora innamorato di Holly, anche se lei non ne era convinta. Pensavo che Danielle fosse una puttana, e per me non avevo significato assolutamente niente.
La ripresi dal divanetto della discoteca dove si era addormentata come un angioletto. (certo che se ne vuole per addormentarsi in una discoteca!)
Le misi addosso la mia felpa e la misi in macchina, nel sedile di fianco a me. Si addormentò, ma dopo due minuti si svegliò di scatto, tutta sudata, come se si fosse appena svegliata dal peggiore degli incubi.
Hol: ‘Fammi scendere’ urlò. Fermai la macchina, scese velocemente e cominciò a vomitare il mondo. Per 10 minuti stetti a guardare lei stare male, e io non potevo fare niente. Mi sentivo impotente.
Volevo aiutare la ragazza che amavo, ma non sapevo come fare.
Quando il suo intestino era completamente vuoto (?), la feci risalire in auto, tutta traballante e lei cominciò a farfugliare frasi senza senso, con la tipica voce da ubriaca.
Holly: ‘ Sì, ho deciso che ieri ho comprati un nuovo cane, che magari scopa con Justin. Ah no, solo Danielle può scopare con lui. Un momento. Ma Justin sei tu! Sai che sei un gran figo?’ Ok, magari non diceva cose proprio senza senso. Che ero un figo si sapeva, me lo dicevano tutti. E tutte.
Holly: ‘Stasera lo facciamo? Lo so che vuoi… E sai anche che io ti amo, ma dimmi una cosa. Come è stato quella sera con Danielle? Bell vero? Eh, immagino brutto lurido bastardo.
MOMENTOOO. Mi aveva dato del lurido bastardo (che forse mi meritavo. Forse) ma aveva detto che era innamorata di me, e le cose che si dicono da ubriachi, si sa, sono le verità *-*
Mentre continuava a ‘parlare’ io l’ascoltavo interessato. Non mi interessava se era ubriaca. Io avevo bisogno di lei e il solo ascoltare la sua voce mi rallegrava l’umore.
Arrivato di fronte a casa mia parcheggiai la macchina sul marciapiede e la presi in braccio, perché di punto in bianco si era addormentata mentre faceva, o per meglio dire, cercava di fare un discorso filosofico sull’ amore.
Aprì la porta del condominio. Faticavo abbastanza, anche perché dovevo fare tutto da solo. Ero maggiorenne ormai da qualche mese e vivevo da solo in un appartamento nel centro di Stratford, mentre mia madre viveva un po’ in periferia.
Holly c’era stata molte volte, l’aveva arredata con me. Avevo passato dei momenti bellissimi con lei. Era una ragazza stupenda ed era impossibile annoiarsi quando eri in sua compagnia.
Tornando a noi. Fortunatamente  vivevo al primo piano così attraversai la rampa di scale che mi divideva da casa mia e aprii il portone, il tutto non lasciandola mai. Ero proprio un genio ;)
Lo poggiai delicatamente sul mio letto e la lasciai lì, mentre io mi andai a preparare per la notte. Poi andai a cercare quella maglia che adorava e che ogni volta che veniva a dormire da me indossava come pigiama.
La trovai subito, ma ero indecisa se mettergliela o no perché poi la mattina dopo, quando si sarebbe svegliata, si sarebbe mooolto arrabbiata.
Però d’altro canto non potevo farla dormire con quel vestito, così decisi di toglierglielo.
Era da tanto che non vedevo il suo corpo, che per me era sinonimo di perfezione. Gli misi con molta calma la maglietta, facendo attenzione a non eccitarmi troppo, perché quella era la conseguenza del suo magnifico corpo su di me. Mentre la mettevo comoda sulla sua parte del letto, si sveglio, fece uno di quei suoi sorrisi perfetti, che solo lei poteva fare e mi disse: ‘Grazie Justin’, per poi subito riaddormentarsi subito.
Aveva apprezzato quello che avevo fatto e speriamo che il giorno dopo si sarebbe ricordata, e soprattutto che non si sarebbe arrabbiata.
 

Holly’s version
Mi svegliai e come prima cosa guardai il mio cellulare. Segnava le 11 e mezza. Avevo uno strano dolore alla testa, come se mi fosse passato un treno sopra. Cercai di alzarmi in piedi e di fare mente locale.
Oddio, ma quella non era casa di Bec! E la persona che dormiva a fianco a me non era lei!
Riconobbi quasi subito quella camera. Bhè, come non potevo riconoscerla?
 

 
_______________
Holaaa people.
Che bella è ‘All around the world’? E’ stupendaaaa.
Sto capitol fa cagare, lo so è solo che bhò il prossimo, anzi quello dopo il prossimo è stupendo, o almeno a me piace xD
Fatemi sapere se questo vi piace *-*

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Capitolo 4
*** Never thought he's the one who can save me. ***


Never thought he’s the one who can save me.

Arrivammo alla festa. Era vicino a Stratford (dove abitavo), ma era la discoteca più cool della zona.
Quella sera mi volevo divertire, molto.
Bec: ‘Tesoro ti dispiace se vado a ballare?’
Io: ‘Nono vai tranquilla ;)’, dissi incoraggiandola.
Rebecca era uno spirito libero, e anche se amava sul serio Christian, amava anche il divertimento con gli altri ragazzi. Io puntai verso il bar, dove avrei potuto bere un drink, ma indovina indovinello! Chi c’era seduto sullo sgabello?
C’era Justin che si baciava appassionatamente con una tipa.
Certo che il destino mi voleva proprio bene eh!
Andai a cercare Becky in mezzo alla pista da ballo, e la trovai accasciata a un ragazzo. La chiamai dalla spalla.
Bec: ‘Che vuoi?’
Io: ‘Me ne vado’
Bec: ‘ Holly resta, ti prego’
Io: ‘Bec, c’è Justin.’
Mi girai per andarmene ma lei mi bloccò il braccio.
Bec: ‘Sappi solo che se te ne vai non sarai più la mia amica di sempre, ma solo un infame’
Io: ‘Ok.. Resto! MA TU LASCIAMI!’.
Se ne ritornò a ballare con quello sconosciuto, mentre io decisi di affrontare la situazione, così andai al bar, dove nel frattempo Justin si era staccato da quella tipa e stavano semplicemente parlando.
Justin mi vide, e fece una faccia alla ‘Ho visto Gesù’, ma io lo ignorai.
Non potevo rischiare di guardare i suoi occhi e perdermi.
Mi sedetti a due sgabelli da lui e aspettai che il barman venisse a prendere l’ordinazione.
Come previsto Justin si avvicinò a me. Era bellissimo. Quegli occhi caramello, capelli dorati, naso a patata, fisico perfetto.
HOLLY BASTAAAAA!
Jus: ‘Ciao Holly’
Io: ‘Ciao..’ risposi secca, senza guardarlo in faccia.
Jus: ‘Sei bellissima’ , ma non come quella puttanella che stavi baciando poco fa.. Vero Justin?
Io: ‘Lo so..’ , diciamo che da parte mia era un modo per ringraziarlo ;)
Jus: ‘Sei da sola?’.
Juss, non ci casco nella tua trappola. Lo vuoi capire o no?
Finalmente arrivò il barman a prendermi l’ordinazione, così non dovetti più rispondere a quella terrificante conversazione.
Barman: ‘Cosa vuole signorina?’
Io: ‘Uno, anzi due margarita alla fragola’
Barman: ‘Ok! Arrivano subito’
Jus: ‘Wooooh. Ci diamo alla pazza gioia?’
Io: ‘Oh, ma che vuoi?’ chiesi con un tono scazzato.
Jus: ‘Te!’
Io: ‘Sai che non ti sopporto. Tornatene dalla biondina
Jus: ‘Io non voglio lei.. se la voglio magari è solo per stanotte, a te ti voglio per sempre
Cominciai a bere i miei cocktail e lo ignorai del tutto. Alla fine di tutte e due ero brilla quanto basta, così lo mandai a fanculo e mi misi a ballare con un ragazzo carino, che a sua volta mi offrì altri due cocktail.
Non capivo più niente, la testa mi girava da matti e mi lasciai trascinare da quel ragazzo.
Mi portò nel bagno degli uomini, ne chiuse uno a chiave e cominciò a sbottonarmi il vestito da dietro e a baciarmi violentemente prima le labbra e poi il collo.
Non capivo più niente. L’effetto dell’alchol l’aveva sempre vista su di me. Capivo dove voleva arrivare ma non trovavo la forza di dirgli ‘basta!’.
Senza aspettare un attimo penetrò nella mia intimità sbattendomi contro il muro. Gli davo dei colpi per spingerlo e allontanarlo da me, ma niente. Era troppo forte per me. Mentre lo faceva aveva un sorrisetto molto fastidioso e i suoi gemiti erano terribilmente fastidiosi.
Mi sentii fortunata a non essere più vergine, sennò sarei morta dal dolore.
Per fortuna, comunque il dolore mi fece trovare la forza di urlare. Urlavo ferocemente, nell’attesa che qualcuno mi salvasse.
Lui cercò di tapparmi la bocca, e io non potei più fare niente. Dopo altri cinque minuti il suo divertimento finì. Si riagganciò i pantaloni, e se ne andò ridendomi in faccia. Mi faceva male lo stomaco, probabilmente dovevo vomitare, così mi accasciai sul pavimento, con la cerniera del mio abito ancora aperto.
Stavo malissimo in quel momento, sia fisicamente che mentalmente. Mi abbandonai a me stessa, ma sentii qualcuno che correva e apriva tutte le porte del bagno
Justin’s version
Quel figlio di puttana non doveva neanche osare di avvicinarsi a lei. Era uscito dal bagno con quell’aria soddisfatta. Lo vedevo ogni sera, e ogni sera si comportava allo stesso modo.
Offriva dei drink alle ragazze, le invitava a ballare e quando erano proprio andate se le portava in bagno. La cosa strana è che usciva sempre da solo e lasciava le ragazze da sole a lacerarsi in bagno.
La cosa non mi aveva preoccupato più di tanto, ma toccando Holly aveva proprio sbagliato. Ora se la sarebbe dovuta vedere con me. Per fortuna la ragazza che era prima con me se n’era andata, quindi potevo tranquillamente occuparmi di lei.
Appena vidi uscire il minchione corsi verso il bagno.
Aprii tutte le porte per cercarla ma non la trovavo. Aprii l’ultima porta e lei era lì, debole, che stava piangendo accasciata sul pavimento.


__________
Vi piace? Fatemi sapere perfavoree!
Per chi vuole sono 1DBIEBAH su twitter xx
 

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Capitolo 5
*** I want you back. ***


I want you back. <3


Che ci facevo a casa di Justin? Reduce di una sbornia e in più con la sua maglietta che indossavo sempre quando stavamo insieme?
Non c’ero ricascata,vero? Era troppo per me. Mi alzai dal letto e mi misi a urlare, in modo che mi sentisse. Si svegliò immediatamente e mi corse incontro.
Jus: ‘Stai bene?’ E’ successo qualcosa?’ chiese ansimando.
Io: ‘Cosa ci faccio qui?!
Jus: ‘Eri sbronza e Rebecca voleva stare in discoteca, così le ho detto che volevo dormissi con me’
Io: ‘Potevi chiedermelo magari
Jus: ‘Eri a un livello dove non capivi già più niente
Io: ‘OKOK, ma ti prego, dimmi che non l’abbiamo fatto
Jus: ‘Non l’abbiamo fatto. Però tu volevi
Io: ‘Allora ero proprio andata eh!
Oddio! L’avevo veramente detto? Nella sua faccia si creò un’espressione cupa, e un po’ offesa.
Io: ‘Dio, scusa non intendevo dire quello. Ho formulat..
Jus: ‘E’ vero?’  mi chiese senza farmi finire di parlare.
Io: ‘Cosa è vero?’
Jus: ‘Che mi ami…
Io: ‘Coosa? No, è che… Cosa?’ mi uscì una voce un po’ stridula.
Jus: ‘L’hai detto tu ieri
Io: ‘Justin, ero ubriaca marcia. L’hai detto tu stesso
Rivolse il suo sguardo verso il basso, senza dire più una parola.
Io: ‘E’ meglio se mi dai il vestito, così torno a casa
Jus: ‘Holly, aspetta. Dobbiamo parlare, ti prego
Io: ‘Senti, ti ringrazio di avermi ‘accudito’ stanotte, però ora devo andare’
Jus: ‘Ti prego Holly
Cominciai a sclerare pian piano. Queste parole mi facevano quell’effetto.
Io: ‘Ma di che? Di che cosa dobbiamo parlare? Del fatto che sei ancora innamorato di me, ma che per dimenticarmi te ne scopate 150?’
Non rispose, avevo colpito il segno.
Io: ‘No, perché se è di questo che mi devi parlare puoi anche risparmiarti fiato’.
Presi il vestito che mi aveva appoggiato sul letto e mi rifugiai in bagno per cambiarmi. Il trucco della sera prima era completamente sbavato e sembravo un mostro, mentre i capelli erano rimasti liscissimi.
Mi misi vestiti e tacchi e uscii dal bagno. Senza salutare aprii la porta e feci per andarmene, ma Juss mi corse dietro.
Jus: ‘Dove vuoi andare?
Io: ‘In teoria a casa di Rebecca
Jus: ‘Vuoi veramente farti 10 km con dei tacchi 12?
Io: ‘Sì..
Jus: ‘Io ti posso portare in macchina
Io: ‘Ohhh, hai vinto. Portami in macchina, ma a patto che non mi rivolgi la parola
Jus: ‘Vabbè, non è un problema ;)’. Rideva sotto i baffi, aveva qualcosa in mente, ma non mi interessava perché in effetti 10 km con i miei tacchi non sarei mai riuscita a farli.
Non mi piaceva trattarlo così, però credevo fosse quello che si meritava. Scendemmo la rampa di scale e arrivati alla macchina cercò di aprirmi la portiera, ma io la bloccai.
Io: ‘
So fare da sola, grazie’. Salii sulla macchina, mi allacciai le cinture di sicurezza e lui partì.
Di punto in bianco si fermò, lì in mezzo alla strada.
 
Justin’s version
Decisi di fermarmi in mezzo alla strada perché era l’unica occasione per farmi ascoltare da lei. Le porte erano chiuse, non poteva uscire e quindi era costretta ad ascoltare me. Come avevo previsto si infuriò, e non poco.
Holly: ‘Ma che cazzo fai?
Io: ‘Sto cercando di farmi ascoltare da te
Holly: ‘Non mi interessa quello che mi devi dire. Tu ora apri la macchina e mi fai scendere
Cercò insistemente di aprire la porta, ma per fortuna era bloccata.
Holly: ‘Justin, cazzo. Aprimiiiii!’ disse sempre più ansiosa.
Io: ‘Nope. Ora mi ascolti’
Holly: ‘Non ascolto niente se non riparti subito’
Io: ‘Va bene, va bene. Non è un problema. Io riparto, però tu stasera vieni a cena con me
Holly: ‘Sogna. Sei un ricattatore!’
Jus: ‘Potrò pure essere un ricattatore, ma non parto veramente
Holly: ‘Allora va beneeee. Basta che riparti subito
Partii senza più dire niente. Finalmente dopo due mesi si era rassegnata e aveva accettato una fottuta cena.
Lo lasciai sotto casa di Becky e me ne andai un po’ a casa di Chris, dove c’erano pure Chaz e Ryan, a giocare un po’ alla Play.
 
Holly’s version
Brutto bastardo. Era riuscito ad ingannarmi. E in più quella sera sarei dovuta andare a cena con lui.
Mi sentivo in una trappola. Ero in una trappola.
Ne avevo parlato con Rebecca, che si era un po’ arrabbiata e giustamente, tutte e due sapevamo come sarebbe andata a finire.
Me ne andai a casa mia nel pomeriggio, salutai i miei genitori e andai a dormire un po’ perché aveva ancora quell’insopportabile mal di testa.
Alle sette mi risvegliai e mi andai a fare una doccia, si quelle che durano un’ora e ti lavano anche il cervello tra un po’. Mi tolsi il trucco dalla faccia che era rimasto dalla sera prima e mi rifeci una piega decente.
Mi vestii con questo vestito:  http://24.media.tumblr.com/tumblr_m5hcb9pPP71r1tgzro1_500.jpg  e queste scarpe:  http://a7.sphotos.ak.fbcdn.net/hphotos-ak-snc7/426755_307648482623176_1344567403_n.jpg .
Come promesso Justin arrivò alle 8,00. Mi suonò il campanello e andai ad aprire. Era lì, davanti a me con un mazzo di fiori. 14 gigli, per essere precisi. 14 era il numero che in qualche modo ci aveva sempre portato fortuna, mentre il giglio era il mio colore preferito. Sembrava un dio, era bellissimo. Stupendo.
Non volevo illudermi, però sembrava che facesse sul serio e che a me ci tenesse verame
nte.


_____________
Oooook, ditemelo se fa schifo. Io non mi offendo…
Questo capitolo fa schifo e lo so, ma ho già scritto il prossimo e a me piace molto *-*
Domani finisce la scuola per me feiqoalsckjjewgfhuaj **
Anche se mercoledì iniziano gli esami.. Ahhh note dolenti.
Vabbè, aggiornerò al più presto anche se ho gli esami.
Vorrei avere più amiche Beliebers, quindi seguitemi su twitter
1DBIEBAH  
Bacioni, alla prossima :)

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Capitolo 6
*** I'll make you glad you came. ***


I’ll make you glad you came. 

Non potei far altro che sorridere vedendolo lì, davanti alla mia porta, vestito elegantemente e un mazzo di fiori.
Aveva un’ espressione tesa, perché aspettava di vedere la mia, prima di sfociare anche lui in un enorme sorriso. Uno di quei sorrisi che il sole poteva solo inviadare.
Jus: ‘Questi sono per te
Io: ‘L’avevo capito!’ Ed ecco come la mi mia nota di dolcezza se ne andò a farsi fottere, ma il suo sorriso ancora non si spense.

Justin’s version
Voleva fare la scontrosa, ma da quel sorriso avevo capito che ci teneva.
Prese i fiori e mi disse di aspettare, perché era ancora senza scarpe.
Dopo due minuti uscì con la borsa e con delle scarpe che la rendevano alta quasi quanto me. Le aprii la portiera dell’ auto e lei si sedette, poi me ne andai dall’altra parte e salii anch’io.
Cara Holly, stasera ti renderò onorata d’essere venuta a cena con me.
Durante il tragitto regnava il silenzio, ma non era il silenzio tra due sconosciuti. Era silenzio tra Justin e Holly. Non un silenzio pieno di tensione, ma un silenzio che ci doveva essere perché Dio aveva deciso così. Avevo prenotato un tavolo in un semplice ristorante di Stratford, anche perché se avessi strafatto si sarebbe arrabbiato (lo so che è strano, ma era fatta così).
Quando arrivammo, scendemmo dall’auto ed entrammo nel locale.
Mi avvicinai al bancone, seguito da Holly, dove c’era un cameriere vestito molto elegantemente.
Cameriere: ‘Salve signore, come la posso aiutare?
Io: ‘Ho prenotato un tavolo per due
Cameriere: ‘A che nome?
Io: ‘Bieber
Cameriere: ‘Certo signore, vi accompagno’.
Ci accompagnò e ci sedemmo al nostro rispettivo tavolo.
Ora che me la ritrovavo di fronte non sapevo che dire o che fare.
Ero come paralizzato, ma per fortuna fu lei a rompere a rompere il ghiaccio.

Holly’s version
Era tipo congelato. Non parlava!
Caro Justin, se mi hai portato, anzi trascinato qui almeno parla!
Io: ‘Bhè, qual è il motivo di questa scena?
Tossì, come per schiarirsi la voce, e poi iniziò a parlare finalmente.
Jus: ‘Holly.. Io ti amo!’
Ohoh mi amava ;) Se non avessi dovuto fare la dura gli sarei già saltata addosso. Era così.. PERFETTO.
Io: ‘Justin non cominciare con questa pagliacciata ancora, eh!
Jus: ‘Non è un problema, parliamo d’altro. Sono felice che tu sia venuta'
Io: ‘Lo sono anch’io. In fondo chi lo dice che non possiamo essere amici?

Justin’s version
Amico? Io non volevo essere suo amico e lei lo sapeva bene.
Ormai sapeva tutti i miei punti deboli, e di conseguenza come farmi stare male anche con una semplicissima frase.
Io: ‘G..g..g..già, giusto’ dissi balbettando.
Holly: ‘Dai raccontami un po’ come va la tua vita
Voleva giocare su questo fatto? Volve farmi stare male?
Bene, cara Holly. L’hai voluto tu.
Io: ‘Bhè è un po’ duro, ma vado avanti. Sai com’è.. Quando hai tutta la scuola che cade ai tuoi piedi
Holly: ‘Immagino
Io: ‘Già... Non sai che stress!’. Aveva una faccia delusa, e devo dire che anch’io conoscevo i suoi punti deboli.
Io: ‘E te invece?’
Holly: ‘Vuoi la verità? La mia vita è il contrario della tua, infatti non mi sono mai scopata nessuno dopo di te’.
Ops. Colpito e affondato.

Holly’s version
Gli avevo fatto fare la figura del puttaniere. Forse non se lo meritava, ma fa lo stesso.
Restammo tutta la sera a sputtanarci a vicenda. Era una gara a chi umiliava di più l’altro. Mi aveva stremato, ma credo di averlo anch’io ridotto alla stessa condizione.
Appena finito di mangiare mi alzai, senza alcuna ragione, desiderosa di andare solo fuori e prendermi una boccata d’aria.
Amavo quel ragazzo, ma di sicuro non potevo negare che era uno stronzo.
Uscii dal ristorante e mi sedetti su una panchinetta del giardino del locale. Dopo una manciata di minuti lo vidi uscire. Non si fermò neanche un secondo per vedere dov’ero e camminò con un passo spedito. Non sapendo che fare lo seguii fino ad arrivare alla macchina. Ovviamene non mi aprì la portiera, anzi dovetti cercare di salire mentre lui la metteva in moto.
Io: ‘Justin, ma che maniere sono queste?
Jus: ‘Dopo che mi hai insultato dicendomi di tutto e di più e ti devo ancora aprire la porta?
Io: ‘Non intendevo questo, ma almeno potevi aspettare che io sia entrata prima di partire’.
Dopo alcuni minuti di silenzio rifermò la macchina in mezzo alla strada.

 
 
 
 
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Hola chicas. (?)
Come state? Io sto facendo gli esami scritti e ho poco tempo, e voglia, di scrivere D:
Avete sentito il nuovo album di Justin? Cioè ogni canzone è più ehgfiwqeuhgfb dell’altra. Sono tutte stupende. Poi quella con la Minaj è meravigliosa, anche se continuo a pensare che ha sbagliato a dedicare una canzone a Maria Yater. Voleva solo farsi notare e c’è riuscita persin troppo bene! Cioè BIEBER LE HA DEDICATO UNA CANZONE! Vabbè ahahah. Un bacio, alla prossima :)
P.s. fatemi sapere se il capitolo vi piace grugwhseosf C:

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Capitolo 7
*** You're an asshole. I want you here. Now. ***


You're an asshole. I want you here. Now.

Io: ‘No, ma cos’è sta mania di fermare le auto oggi?’
Jus: ‘Io ti avevo invitato per una cena amichevole, e tu è così che mi ripaghi?
Io: ‘
Tu pensi che sia mia la colpa vero?
Jus: ‘ Lascia stare. Con te non si può neanche parlare
Non gli risposi più, quella affermazione non era degna di risposta, ma almeno ripartì.
Jus: 'Siamo arrivati’. Mi guar
dai attorno.
Io: ‘Ma questa non è casa mia!!’
Jus: ‘Giusta intuizione, Holly. Brava
Io: ‘Mi vuoi spiegare che diavolo ci faccio sotto casa tua?’
Jus: ‘Mi sto semplicemente comportando da bastardo, che tu dici che sono’
Io: ‘Oh, Justin. Non immagini che cosa sto pensando io ora
Jus: ‘Dillo, tanto oramai non abbiamo più nulla da perdere
Io: ‘Sei un puttaniere. Una merda e un coglione.’
Jus: ‘E tu sei una stronza, e sei tu quella che mi fa sentire una merda. Ma io ti voglio qui. Ora!’.
 
Justin’s version
Non so come mai l’avevo detto, ma la voglia di risentirla mia era troppa e non ce la facevo più.
Al contrario di quello che pensavo si avvicinò a me e mi baciò. Le nostre labbra combaciavano perfettamente, come se fossero complementari e si muovevano a ritmo di una sinfonia.
Un bacio delicato, che a poco a poco si trasformò in qualcosa di selvaggio.
Sentivo il suo respiro fresco accarezzare il mio viso e la cosa mi piaceva.
Non sentivo il sapore delle sue labbra da due mesi e mi erano mancate come a Bugs Bunny mancavano le carote (?).
Io: ‘Vuoi salire?
Accennò un sì con la testa, così scendemmo dall’auto ed entrammo nel condominio.
Sembrava agitata, ma non poteva mai esserlo quanto lo ero io.
L’amavo, questo era sicuro e non stare per così tanto tempo al fianco della persona che si ama non è poi così bello.
Era in silenzio dietro di me e mi seguì fino alla camera da letto dove riprese a baciarmi.
Ci buttammo sul letto e mi misi sopra di lei, continuando a baciarla.
Mi fermi poi un secondo e la guardai negli occhi.
Io: ‘Sei sicura?’ le chiesi. Lei riprese a baciarmi, quindi lo interpretai come un ‘sì’.

 Holly’s version
Non sapevo perché lo facevo, ma in quel momento la mia testa ed il mio cuore decisero che doveva andare così.
Lo ribaltai e a questo punto ero io sopra.
Cominciai a sbottonargli la camicia e a toccargli delicatamente i muscoli.
Quando gliela tolsi completamente, cominciò lui a sbottonarmi il vestito da dietro e a togliermelo con delicatezza per non sgualcirlo.
Lo buttò per terra e mi baciò il collo. Mi lasciava dei piccoli bacini, fino ad arrivare al seno. Mi uscì un piccolo gemito, ma lui mi fermò subito con un bacio.
Le mie mani  a questo punto andarono più in giù e gli sbottonarono cerniera e bottone dei jeans. Cercai di abbassarglieli, ma il resto lo fece lui.
Mi slacciò con molta delicatezza il reggiseno e cominciò a baciare i miei seni. L’unica cosa che rimaneva era togliersi le mutande, ma era come se poi avessimo esagerato. Era come se non volessimo arrivare più avanti.
Se avevamo sbagliato ormai l’avevamo già fatto, quindi tanto valeva sbagliare del tutto.
Presi io l’iniziativa e cominciai a giocherellare con l’elastico dei boxer.
Aveva capito cosa volevo fare e gli angoli della sua bocca si inarcarono all’insù con un sorriso, che notai mentre mi baciava.
Jus: ‘Ti amo!’, mi disse, ma non gli risposi.
Gli abbassai le mutande e glieli sfilai del tutto e prima che potessi fare qualcos’altro fece lo stesso con le mie mutandine.
Fui io questa volta ad accennare un sorriso mentre lo baciavo.
Eravamo tutti e due completamente nudi, che aspettavamo questo momento da tempo.
Presi in mano il suo amichetto e cominciai a portarlo su e giù.
Capii che gli piaceva dalla sua espressione di goduria.
Quando lo sentii ben eretto mi misi a cavalcioni su di lui e cominciammo a muovere i nostri bacini in sintonia. Avanti e indietro, avanti e indietro.
Entrava letteralmente dentro di me. Mi faceva male, ma quel male piacevole. Si mise a urlare e capii che era arrivato all’orgasmo. Così cominciò a spingere ancora di più ansimando.
Stavo arrivando, lo sentivo anch’io. Ormai era dentro, ma l’eccitazione saliva sempre di più. Dopo poco arrivai anch’io finalmente e spingevamo sempre di più tutte e due, consapevoli del fatto che se uno dei sue avesse mollato, avremmo finito tutto.
Quando eravamo sfiniti, la finimmo e ci accasciammo sul letto.
Lo baciai per l’ultima volta. Tra di noi non ci dovrebbe essere stato più nessun bacio. Non ero intenzionata a rimettermi con lui.
Aspettai che si riaddormentasse e quando sembrò essere completamente nel mondo dei sogni mi rivestii e me ne andai.
Togliendo il fatto che erano le due e che il giorno dopo c’era scuola, ma non mi andava il fatto che si svegliasse, mi vedessi lì e che poi pensasse che tutto, tra noi, si fosse aggiustato.
Niente si era aggiustato. Io quel puttaniere non lo volevo. Non era parte di me. O meglio, non lo era più.
Il giorno dopo tutto si sarebbe dimenticato, ne ero certa.

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Holaaaa. Che ne pensate? Fatemi sapere. Per chi volesse ora su twitter sono @makehimfall
RECENSITE, PLEASE CC;

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Capitolo 8
*** Errors are paid. ***


Errors are paid.

Sette e un quarto. La mattina ero arrivata a casa alle tre, e per fortuna i miei non si erano accorti di niente.
Per aver dormito a malapena quattro ore, ero abbastanza riposata per affrontare un’altra noiosa giornata di scuola. Per di più con LUI.
Mi preparai come ogni mattina e quando fui pronta presi borsa e chiavi e uscii di casa.
Quando stavo con Justin mi veniva sempre a prendere lui davanti a casa, ora il tragitto lo facevo a piedi.
Non so come mai, ma mi venivano sempre questi paragoni tra la mia vita con Justin e la mia vita dopo Justin.
Dovevo dimenticarlo, e dovevo farlo subito.
Realmente, non potevo andare avanti così. Non volevo stare con uno che probabilmente pensava veramente tutte le cattiverie che mi aveva detto la sera precedente, prima di fare la cazzata di andare a letto con lui.
Tra tutti questi pensieri contorti arrivai a scuola.
Fuori vidi subito Becky che mi aspettava come al solito, ma questa volta aveva un sorrisetto malizioso che non mi piaceva affatto.
Bec: ‘Ma buongiorno!
Io: ‘Non è un buon giorno sinceramente
Bec: ‘Bhè, vedo che la delusione per Justin ti è passata
Io: ‘ Cosa intendi?’ ,chiesi alzando un sopracciglio.
Bec: ‘Notte brava ieri, eh? ;)
Io: ‘E tu come fai a saperlo?
Bec: ‘Ti ricordo che il mio fidanzato è il suo migliore amico
Io: ‘ E gli ha già raccontato tutto?’ chiesi perplessa.
Bec: ‘Sì. Diciamo che si è spaventato dopo che stamattina non eri accanto a lui’
Io: ‘Si aspettava anche che restassi lì tutta la notte? Come se niente fosse?’
Bec:
Certo. Se tu passi tutta la notte con lui è ovvio che devi restare. Sei scappata Holly. Lui si è spaventato. E lo sai che non si è spaventato solo perché non eri lì.. Lui ti ama.’
Io: ‘Bec, tu non capisci. Non puoi capire! Ho sofferto abbastanza per lui, non ci voglio tornare insieme.’
Bec: ‘Tesoro, lo sai che io ti sostengo sempre e in tutto, ma non potevi pensarci un po’ prima?’
Io: ‘Oh Becky, cazzo! Tu non capisci. Tu vivi la tua vita perfetta con il tuo Christian, mentre io la mia vita perfetta con il mio Justin l’ho già finita da un bel pezzo. Non la posso, e non la voglio ricominciare’
Bec: ‘Holly io ti capisco, e solo che..’ E solo che..? Non le lasciai finire la frase.
Io: ‘Ma va’ al diavolo’. Me ne andai via da lei piangendo ed entrai a scuola, ma devo dire che quel giorno il destino mi voleva proprio bene.
Mi scontrai con Chris.
Chris: ‘Ehi, ma non sei stanca? Cioè stanotte..
Io: ‘Vaffanculo’ gli urlai in faccia e me ne andai via pure da lui.
Mi dispiaceva trattare così i miei migliori amici, soprattutto se non avevano fatto niente.
Andai in bagno da sola, mi asciugai le lacrime e mi aggiustai il trucco, ma la campanella suonò.
Entrai in classe due minuti in ritardo, ma per fortuna il prof. di scienze, il più pignolo, non era ancora arrivato.
Dopo un’ora di scienze e una di analisi matematica arrivò finalmente l’intervallo, anche se non sapevo se ne ero felice o dispiaciuta.
Per prima cosa andai a cercare Becky nei corridoi, per scusarmi, ma ovviamente era con Justin e Chris.
Feci finta di niente e , siccome non mi avevano ancora visto, cercai di fare dietro-front, ma Chris si girò in quell’istante e mi vide.
Chris: ‘Hollyyyyy!’ mi urlò da dietro.
Mi rigirai cercando di fare un sorriso, e me ne uscii uno che più falso di così non si poteva.
Io: ‘Ehi!’ dissi avvicinandomi. ‘Bec, Chris mi volevo scusare con voi per prima, non volevo trattarvi così.’
Bec: ‘Tranquilla tesoro non è un problema
Chris: ‘Concordo con lei. Ehi, ma non hai sete? Io tantissima!’ disse rivolto a Bec, facendo un finto colpo di tosse.
Bec: ‘Sì Chris, andiamo al bar
Che bastardi! Avevo detto CHIARAMENTE a Rebecca che non volevo essere messa in mezzo a queste cose. E lei ovviamente fa il contrario.
Fulminai la mia migliore amica con lo sguardo, mentre lei mi mandò un bacio all’aria.
Così rimasi lì, cercando di non guardare Justin negli occhi. Era chiaramente imbarazzato,  almeno quanto lo ero io, se non di più.
Jus: ‘Ehi..
Io: ‘Ehi..
Jus: ‘Ti dispiace guardarmi negli occhi?
Io: ‘Ok, come ti pare’ . Alzai lo sguardo verso i suoi magnifici occhi nocciola.
Jus: ‘Perché te ne sei andata ieri notte?
Io: ‘Perché mia madre si sarebbe posta delle domande sul fatto che non fossi tornata a casa, mentre mio padre nel frattempo chiamava la polizia.
Jus: ‘Al diavolo, Holly. Non te n’è mai fregato niente dei tuoi e di quello che facevano, e ora di punto in bianco hai paura di loro?’
Riabbassai lo sguardo alla sua maglietta e non gli risposi.
Jus: ‘Non rispondere non cambierà la situazione’
Io: ‘Juss, ma non lo capisci che abbiamo fatto una cazzata?
Jus: ‘Ieri mi avevi detto che eri d’accordo però..
Io: ‘Ero sotto effetto
Jus: ‘Ma che dici? Mica ti ho drogato
Io: ‘Il tuo bacio è come una droga per me’ . Oddio! L’avevo detto veramente? Me ne pentii subito.
Gli spuntò un piccolo sorriso sulla faccia.
Jus: ‘Quindi se ti baciassi qui, adesso?’ mi chiese avvicinandosi pericolosamente e cingendomi i fianchi.
Io: ‘ Justin ti prego non farlo
Jus: ‘Ma io lo voglio. E pure te lo vuoi, non negarlo
Io: ‘N-n-n-n-n-n-no’ risposi balbettando, ma ormai era troppo tardi. Le sue labbra erano nuovamente sulle mie e le nostre lingue avevano ripreso quella danza che la notte prima era stata interrotta. Non trovai ovviamente la forza di fermarlo e lo lasciai continuare, finche non risuonò la campanella.
Jus: ‘Lo vuoi capire che la questione tra me e te non si chiuderà mai?
Detto questo se ne andò sorridendo e mi lascio lì, imbambolata. Vittima un’altra volta di quella droga, vittima di un bacio, vittima di lui.



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Buongiornooooo!
Com'è? Vi piace questo capitolo? 
Posso avere almeno 2 RECENSIONI? 
Perchè ho visto che di visualizzazioni nel primo capitolo ce ne sono 500, in quelli seguenti 200! Visualizzazioni credo che siano tante, però mi piacerebbe sapere anche il vostro parere, vorrei avere dei consigli. Non vi costa niente scrivere 10 parole no? 
*ve lo chiede con gli occhi dolci*
Va bene, basta :) Un bacio.


 

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