Note dell'autore: Eccomi con
il seconda capitolo di questa storia, volevo
pubblicarla prima, ma il modem a sorpresa si è rotto, così ho dovuto aspettare
quello nuovo. Comunque non voglio anticiparvi nulla, spero solo che vi piaccia.
Capitolo 2
Un incontro inatteso
Il Dottore, di prima mattina, entrò tranquillamente nella
camera di Rose, mentre in cucina Jackie gli urlava di lasciarla dormire, ma
quella era una giornata molto impegnativa e dormire era solo una perdita di
tempo.
"Rose è ora di svegliarsi." Disse aprendo le
tapparelle della finestra. Rose grugnì contrariata e
si voltò dall'altra parte.
"Su Rose, devi alzarti." Le disse
avvicinandosi.
"Sparisci." Gli disse tirandogli contro un
cuscino.
"Su dormigliona, ti ho preparato la colazione."
Le disse cercando di invogliarla. Vide Rose alzare la testa dal cuscino e
guardarlo inarcando un sopraciglio.
"Tu mi hai preparato la colazione?" chiese sorpresa.
"Ohi, non guardarmi così. Sono
migliorato in cucina." Si difesa.
"Non è questo, ma cucinare non è un'attività troppo
"domestica" per te?" chiese con ironia mettendosi seduta.
"Su avanti muoviti, abbiamo del lavoro da
fare." Disse cambiando discorso e buttandogli il suo vestito da lavoro.
"Devo tornare a lavorare lì anche oggi?" chiese
lei guardando malamente il vestito che il Dottore le aveva lanciato.
"Devi farmi entrare anche
oggi." Disse lui con tranquillità.
"Perché?" chiese lei ancora assonnata.
"Ti spiegherò tutto, ma ora muoviti." Disse
uscendo dalla stanza con calma con le mani in tasca. Sapeva quanto Rose odiasse
quel completo e quei tacchi, ma era vicino a scoprire cosa l'Adipose Industries
stava nascondendo.
Aspettò impaziente l'orario di uscita di quella lunga e
interminabile giornata, i suoi colleghi si stavano dirigendo fuori e lei a capo
chino li seguiva, non doveva dare nell'occhio, ma la sua collega la prese
sottobraccio di sorpresa.
"Allora Rose, che programmi hai
per stasera?" le chiese gentilmente camminando con lei.
"O beh, le solite cose." Rispose educatamente
cercando una scusa per scrollarsela di dosso.
"Non vedrai nessuno d'interessante?" le chiese
ancora, riferendosi al dottore.
"No, starò a casa con mia madre a vedere un film. Tutto
qui." Mentì spudoratamente sorridendole. La sua collega sembrava crederci
e si allontanò avvicinandosi a un altro ragazzo più avanti. Rose sospirò sollevata e appena raggiunta la reception si
allontanò dal gruppo di colleghi per entrare in un corridoio appartato.
Camminava guardandosi attorno, l'adrenalina di essere in
quel posto quando non doveva la elettrizzava, questo era l'aspetto delle
avventure con il Dottore che le piaceva di più. Raggiunse uno stanzino aprendo
la porta, trovando il Dottore indaffarato a giocare con il cacciavite sonico e
uno strano aggeggio.
"Io lavoro e tu stai tutto il giorno a
giocare." Lo richiamò con ironia, il Dottore si rivolse a lei sorridendo.
"Mi stavo annoiando." Disse rimettendo in tasca
il cacciavite e lo strano aggeggio.
"Sono usciti tutti?"
chiese avvicinandosi a lei.
"Si." Gli rispose uscendo
da quello stanzino con lui al suo seguito, iniziando a camminare.
"Avrei potuto benissimo cercare io senza destare
sospetti." Si lamentò Rose, mentre camminavano.
"Scordatelo." La richiamò il Dottore,
"Con la tua capacità di richiamare i guai, saresti capace
di scatenare una guerra intergalattica." Continuò lui con la sua solita
calma.
"Ansi, per essere precisi, una volta ci sei andata
molto vicino." Le ricordò.
"Quella volta la colpa è stata di Jack e tua."
Incalzò lei.
"Mia??" chiese scioccato
il Dottore.
"Si, Jack ci ha provato con
la regina, mentre tu avresti potuto avvertirmi che accettare un ballo dal
principe equivaleva ad una sorta di proposta matrimoniale." Gli ricordò la
ragazza.
"Avresti dovuto saperlo." Si difese lui.
"Se non fosse stato per Jack, saremmo morti tutti e due." Continuò lei.
"Oh tu e Jack sarete la causa della mia fine, lo
so." Disse sbuffando, con ironia. Rose non resistette
gli sorrise e gli strinse la mano. Ripensò a Jack, era da tanto che non lo
sentiva, aveva nostalgia di lui, era sempre divertente viaggiare con lui, una
volta sul Tardis lo avrebbe chiamato.
Salirono sul tetto, senza essere visti dagli scagnozzi
della Foster, voleva dare un'occhiata nei vari uffici, ma il Dottore aveva un
altro piano. Si avvicinarono al carrello
usato dai puli vetro e ci salì, Rose lo guardò per un attimo e poi lo seguì.
"Allora qual è il piano?" chiese.
"Dobbiamo entrare nell'ufficio della Foster e capire
cosa nasconde, e soprattutto con chi abbiamo a che fare." Disse attivando
il carrello che iniziò a scendere, Rose guardò per un attimo sotto per
pentirsene immediatamente, fece un passo indietro, cercando di non guardare
ancora giù.
"Tutto bene?" le chiese vedendola preoccupata.
"Si, è solo un po’ troppo
alto per i miei gusti." Si lamentò la ragazza aggrappandosi al suo
braccio.
"Tranquilla andrà tutto bene." Le disse
sorridendo.
Si fermarono di fronte all'ufficio della Foster, ma prima
che il Dottore riuscisse ad aprire la finestra, qualcun altro entrò nell'ufficio,
quindi si nascose, trascinando anche Rose.
"Credevo avessi detto che non c'era nessuno."
La riproverò prendendo lo stetoscopio dalla tasca della giacca.
"Scusa, ma non si è fatta vedere per tutto il
giorno, quindi pensavo che non ci fosse." Si difese la ragazza a voce
bassa, ma il Dottore che cercava di ascoltare la zittì, concentrandosi su ciò
che veniva detto in quella stanza.
"D'accordo." Borbottò contrariata, mentre
attendeva con calma qualche segno del Dottore.
Spinta dalla curiosità, si alzò un po’, tanto per vedere
l'ufficio attraverso la finestra. Una giovane ragazza stava seduta legata alla
sedia e alla sua scrivania la Foster, che dal cassetto tirò fuori qualcosa,
attirando anche l'attenzione del Dottore.
"Che diavolo è quello?" chiese Rose sorpresa
nel vedere un piccolo esserino che si agitava tutto eccitato, sulla scrivania.
"Quello … quello è un Adipose." Rispose il
Dottore sorpreso quanto lei.
Rose notò qualcosa con la coda
dell'occhio e per istinto guardò verso la porta dell'ufficio, e rimase
sconvolta nel vedere Donna.
"Dottore." Rose tirò
la manica del Dottore cercando la sua attenzione.
"Aspetta sto cercando di ascoltare." Si lamentò
voltandosi verso di lei.
"C'è una sorpresa." Disse indicando la porta
davanti a lei, il Dottore seguì l'indicazione e incrociò lo sguardo con Donna,
sorpresa quanto loro di essersi incontrati.
"D-Donna?" disse sorpreso il Dottore.
"Che diavolo ci fa qui?" chiese Rose mentre la
rossa si agitava tutta, cercando di comunicare con loro.
Il Dottore e Donna tranquillamente, continuarono a
comunicare tra loro, Rose li osservava divertita, una scena così era da
ricordare in eterno, quando però si rese conto che l'attenzione della Foster era stata attirata
da loro.
"Dottore?" tentò di chiamarlo, strattonandolo
nuovamente per il braccio.
"Rose aspetta." Le disse tenendo gli occhi su
Donna che gli stava spiegando qualcosa.
"Dottore, è davvero importante." Continuò la
biondina, strattonando ancora il suo braccio e vedendo che la Foster li
osservava con attenzione. Finché anche Donna non incrociò il suo sguardo.
"Vi abbiamo interrotto?" chiese
sarcastica la donna spostando lo sguardo tra Donna e il Dottore.
"Credo sia un buon momento per andare." Suggerì
Rose, il Dottore si voltò verso Donna dicendole di scappare.
"Tieniti forte." Le disse, tirando fuori il
cacciavite sonico e puntado prima verso la serratura della porta e poi verso
l'alto aumentando la velocità di salita di quel carrello. Arrivarono in alto e uscirono dal carrello.
"Come diavolo ha fatto Donna a trovarci?"
chiese Rose che non aveva seguito la loro
"discussione".
"Stava indagando sulle Adipose Industries." Rispose
rientrando nel palazzo, prese la mano di Rose e insieme iniziarono a scendere
le scale.
"Detesto queste scarpe." Si lamentò Rose, che cercava di sopportava i dolori delle scarpe con il tacco. A
metà strada si scontrarono con Donna che saliva le scale.
"Oh mio Dio, non ci credo." Disse e strinse
entrambi in un abbraccio.
"E' così bello rivederti." Disse Rose.
"E' così brillante." Disse sciogliendosi
dall'abbraccio, guardò il Dottore e poi Rose, e di nuovo il Dottore.
"Hai lo stesso vestito." Fece notare.
"Non si cambia mai?" chiese
sarcastica verso Rose.
"Possiamo rimandare a dopo le conversazioni
inutili?" si lamentò il Dottore, poi guardò in giù notando che la Foster e
i suoi li stavano raggiungendo.
"Muoviamoci." Disse prendendo
per mano Rose e trascinandola con sé.
"Proprio come hai vecchi tempi." Disse la
biondina afferrando il braccio della rossa e portandola con sé.
Dopo aver rischiato di schiantarsi al suolo, i tre
correvano per gli uffici, Rose ci aveva perso le speranze, aveva lasciato le
scarpe nel carrello prima che si ribaltasse e ora girava per quei corridoi a
piedi nudi. In una degli uffici furono raggiunti dalla Foster e dai suoi due
scagnozzi.
"Ma bene." Disse la
donna fermandosi, e togliendosi gli occhiali.
"Eccovi finalmente." Continuò osservandoli con
attenzione.
"Salve." Salutò Donna riprendendo fiato.
"Il sono il Dottore e lei è
Rose molto piacere." Disse il Dottore sorridendo.
"Io sono Donna." Continuò la rossa stando al
gioco.
"Un trio di piccoli criminali, con tanto d'infiltrata."
Disse guardando Rose dalla testa ai piedi.
"Avrei dovuto puntare su di te e non sulla
giornalista." Continuò senza distogliere lo sguardo.
"Beh sa com'è, non do mai nell'occhio." Rispose
Rose scherzando.
"Naturalmente non siete di queste parti, giudicando
dalla vostra tecnologia sonica." Disse la Foster rivolgendosi al Dottore.
"Oh certo." Disse il Dottore iniziando a
cercare tra le tasche.
"Ho ancora con me, la sua penna sonica." Disse
mostrandola.
"Bella mi piace, che ne pensi?" disse
avvicinandola prima a Rose.
"Molto elegante non c'è che dire." Rispose lei
sorridendo.
"Molto particolare, non trovi Donna?" continuò
il Dottore mostrandola a Donna.
"Decisamente." Rispose
lei.
"E se lei si firmasse con il suo vero nome,
sarebbe?" chiese il Dottore.
"Direttrice Cofelia della flotta asilo nido, classe
intergalattica." Rispose la donna.
"Una specie di baby sitter, allora." Aggiunse
Rose.
"Una baby sitter che usa umani come surrogati."
Continuò il Dottore osservando il loro nemico attentamente, anche se non
sembrava poi così pericoloso.
"La prima famiglia adiposiana, mi ha chiesto di
allevare una nuova generazione, perché il loro pianeta di origine è andato
perduto." Spiegò la donna.
"Perduto? Da quando i pianeti si perdono?"
chiese Donna.
"Oh la politica non mi riguarda. Sono qui
solo per prendermi cura dei piccoli, per conto dei loro genitori." Continuò la Foster.
"Quindi, fatemi capire
bene." Intervenne Donna.
"Questi piccoli cosini sono fatti di grasso, quella
donna Stacy Cambel, non è rimasto niente di lei." Spiegò Donna.
"Oh in caso di necessità, l'adipose
può fagocitare capelli, occhi, ossa e organi interni. Malgrado non faccia loro
bene, poveri piccoli." Spiegò con serenità, come
se si trattasse di una cosa normale.
"State dicendo che possono mangiarsi intere
persone." Intervenne Rose disgustata e arrabbiata.
"Già, che n'è stato della povera Stacy Campbell."
Continuò Donna con enfasi.
"Inseminare un pianeta di Livello 5
è contro la legge galattica." Disse il Dottore con freddezza e guardando
direttamente la signorina Foster.
"Mi sta forse minacciando?" chiese la donna,
per nulla intimidita.
"Sto solo cercando di aiutarla. E la sua
unica chance." Continuò il Dottore. Dal suo tono e dal suo sguardo, Rose
si rese conto che si stava per scatenare la sua rabbia.
"Perché se non metterà fine a tutto questo, allora
interverrò io." Concluse sempre con un tono
freddo.
"Non credo che riesca a fermare i proiettili."
Minacciò invece la donna, le due guardie del corpo, puntarono i fucili contro di
loro e il Dottore si mise per istinto davanti Rose e Donna.
"Oh no, nono no, un ultima
cosa, prima di morire." Disse con ironia cercando nelle tasche della
giacca.
"Sa che succede, se si puntano due dispositivi
sonici identici, uno contro l'altro?" chiese tenendo sia la penna sia il
cacciavite sonico.
"No." Rispose stancamente l'altra, Donna guardò
Rose confusa.
"Neanche io, scopriamolo ora." Continuò il
Dottore per poi puntare il cacciavite contro la penna sonica, causando un forte
rumore, talmente forte da spaccare uno dei vetri con
la scritta Adipose Industries.
"Muoviamoci." Disse Donna spingendolo così da interrompere
il rumore.
"Avrei voluto non scoprirlo." Aggiunse Rose,
correndo dietro i due.
Fine
Capitolo II
Note finali: So quanto
il suo arrivo era atteso da molti di voi, e spero tanto di non aver deluso
nessuno di voi.
Alla
prossima e ricordatevi: Recensite, recensite, recensite
KQ