Adipose Industries

di KillerQueen86
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Lavoro sotto copertura ***
Capitolo 2: *** Un incontro inatteso ***
Capitolo 3: *** Benvenuta a bordo ***



Capitolo 1
*** Lavoro sotto copertura ***


Note dell'autore: Eccovi il primo capitolo dell'episodio Adipose Industries (o Partners in crime se preferite il titolo originario). Naturalmente ora si entra veramente nella quarta stagione, e spero davvero tanto di non combinare pasticci e deludervi.

Disclaimer: Doctor Who e tutti i suoi personaggi non sono di mia proprietà (purtroppo), tutti i diritti sono dei legittimi proprietari, il mio è solo un divertimento.

 

 

Adipose Industries

 

Capitolo 1

Lavoro sotto copertura

 

Rose camminava sicura di sé tra i corridoi della Adipose Industries, aveva abbandonato i suoi comodi jeans e felpe, per un taulier a gonna nero, molto professionale, che sua madre le aveva procurato. Le sue comode scarpe da tennis avevano fatto spazio a delle scarpe con tacco, davvero poco adatte per correre. I capelli raccolti in uno chiffon e un paio di occhiali da vista, finti, che secondo il Dottore era un tocco di classe.

Lei e il Dottore avevano ricevuto una telefonata di Mickey che sospettava che l'Adipose Industries nascondeva qualcosa,  così avevano deciso di indagare meglio, e Rose era riuscita a entrare all'interno nel call center. Dopo due giorni di calma apparente che avevano messo a dura prova la pazienza del Dottore, qualcosa sembrava cambiare.

Entrò in un corridoio secondario, non c'era nessuno in quella parte della struttura, solo qualche guardia ogni tanto. Si avvicinò alla porta di sicurezza, vedendo che il Dottore aspettava pazientemente guardandosi attorno con disinvoltura.

"Spero non aspetti da molto." Gli disse facendolo entrare.

"Appena arrivato." Le rispose sorridendo.

Lo guidò attraverso il corridoio che aveva appena percorso.

"La conferenza è iniziata da poco, siamo ancora in tempo." Spiegò guardandosi attorno, camminando spedita con il Dottore che la seguiva. Due guardie li incontrarono e il Dottore con tranquillità tirò fuori la carta psichica.

"John Smith, sicurezza sul lavoro." Annunciò ai due che neanche si fermarono a controllare, il Dottore riposò la carta psichica e fece l'occhiolino a Rose.

"Ti piace proprio dirlo vero?" lo richiamò scherzando.

"Allora cosa hai scoperto?" le chiese poi.

"Oh nulla di che, ma sono riuscita a procurarti questo." Disse consegnandoli uno dei ciondoli che la società regalava ai suoi clienti.

"Oh brillante, non c'è che dire." Si complimentò prendendo con sé il ciondolo. Arrivarono a destinazione, la sala proiezioni era perfetta per non destare sospetti, almeno questa era la teoria del Dottore.

"Bene, ci vediamo quando hai finito." Disse Rose aprendogli la porta, il Dottore la guardò confuso.

"Perché, tu non vieni?" chiese

"Dottore, è meglio se mi tengo ancora questo posto." Disse sottovoce guardandosi attorno.

"Potrei fare qualche altra ricerca per conto mio." Continuò facendogli l'occhiolino, e il Dottore le sorrise orgoglioso di questo suo slancio autonomo.

"Oh Rose." La richiamò prima che la ragazza si allontanasse.

"Ti donano gli occhiali." Continuò sorridendole per poi entrare nella sala di proiezioni. Rose rimase interdetta per un po’ ripetendosi nella sua testa ciò che il Dottore le aveva appena detto.

Scosse la testa e si diresse alla sua postazione, cercando di non pensare a ciò che il Dottore le ha detto.

"Finalmente." Si avvicinò la sua collega, una ragazza simpatica, ma forze un po’ troppo appiccicosa.

"Allora, è quello il tuo famigerato amico?" chiese indicando la direzione da cui era arrivata, sicuramente l'aveva vista passare con il Dottore.

"Oh beh sì. Lavora per la sicurezza sul lavoro." Le rispose Rose cercando di essere il più cordiale possibile, anche se in realtà non vedeva l'ora di rimettersi a cercare indizi.

"E dimmi sai se per caso frequenta qualcuno?" Le chiese ancora avvicinandosi di più. Rose si sentì a disagio e anche infastidita. Aveva detto che non era impegnata con nessuno, quindi la sua collega non aveva minimamente pensato che il Dottore poteva essere impegnato con lei.

"Non proprio." Rispose un po’ scortesemente, distogliendo lo sguardo da lei.

"Mi potresti organizzare qualcosa allora."  Continuò ancora, Rose alzò lo sguardo al cielo esasperata, doveva porre fine a quella maledetta discussione.

"Mi dispiace, non credo proprio va contro una regola. Paragrafo 5 comma C." chiuse la discussione rimettendosi le cuffie. La vide sbuffare contrariata e rimettersi al suo posto.

 

Rose era da Jackie a dormire,  sul Tardis c'era tranquillità e silenzio, lui e Rose avevano cercato di parlare con uno dei clienti, senza ottenere molto, e mentre il Tardis elaborava i dati relativi all'energia che aveva letto poco prima per strada, poteva dedicarsi a quel piccolo oggetto della Adipose Industries.

Tirò fuori la sua lente d'ingrandimento, smontò il piccolo cilindro, appoggiandolo sulla console, iniziando ad analizzarlo.

"Oh molto affascinante." Disse a voce alta, poi di nuovo il silenzio concentrato sul quel piccolo oggetto, finché non sentì la porta aprirsi, alzò la testa e vide Rose entrare nel Tardis, si era cambiata e adesso era tornata ad indossare felpe e jeans, no che a lui dispiaceva, ma non era male con quel vestito.

"Che ci fai qui?" chiese scacciando via il suo pensiero fasciata da quel completo.

"Oh ciao anche a te Dottore." Gli rispose con ironia avvicinandosi a lui.

"Sai cosa intendo." Aggiunse lui guardandola.

"Dovresti essere a letto a dormire. Il patto con tua madre era questo." Le ricordò con calma.

"Non riuscivo a dormire e da sola mi annoiavo." Rispose lei mettendosi accanto a lui sbuffando. Il Dottore la guardò un po’ preoccupato.

Era capitato diverse volte che l'aveva sentita agitarsi nel sonno, invocare il suo nome e piangere, ma era passato del tempo e sembrava che adesso andava meglio. Anche i suoi mal di testa andavano diminuendo.

"Qualcosa non va?" chiese con preoccupazione, Rose lo guardò sorridendogli.

"Tranquillo Dottore, è solo che mi sento più a mio agio qui." confessò distogliendo lo sguardo da lui.

"Rose, hai promesso …" inziò lui con calma prendendola per le spalle per farla voltare verso di lui.

"Lo so, ma non riesco a dormire in quella stanza." Confessò lei tenendo comunque lo sguardo basso.

"Da sola." Aggiunse poi con voce sommessa, il Dottore sorrise dolcemente nel sentirla e si rese conto ciò di cui Rose gli stava chiedendo.

"Ti farò compagnia finche non ti addormenti." Le disse prendendole le mani, Rose alzò lo sguardo su di lui sorpresa.

"Scapperò all'alba prima che tua madre si svegli." Gli disse con ironia.

"Allora cosa hai scoperto?" chiese volgendo la sua attenzione al ciondolo dell'Adipose Industries.

"Oh nulla di che, il Tardis sta ancora elaborando i dati raccolti poco fa." Le spiegò con calma.

"Cosa credi abbia scatenato quei valori?" chiese ancora curiosa, guardando verso lo schermo del Tardis come quasi ad aspettarsi di riuscire a decifrare la scritta.

"Oh beh diversi fattori. Senza dubbio l'Adipose Industries è più di quello che vuole fare credere." Aggiunse il Dottore, togliendosi gli occhiali.

"Questo a cosa serve?" chiese ancora la ragazza indicando il piccolo ciondolo.

"Sembra proprio un congegno biodigitale." Spiegò.

"In pratica non sai a cosa serve, vero?" chiese lei con ironia, il Dottore si grattò la nuca nervoso e alzò lo sguardo verso l'alto.

"Beh, più o meno si." Ammise, facendo scappare a Rose una piccola risata.

"Stai ridendo di me, Rose Tyler?" chiese fingendo di essersi offeso.

"Non potrei mai farlo." Scherzò ancora lei, aggrappandosi al suo braccio e sorridendogli dolcemente.

"Allora Dottore, cosa sta nascondendo la Adipose Industries?" chiese la ragazza.

"Ci penseremo domani quando avremo tutti i dati. Adiamo adesso." Le disse prendendole la mano e conducendola fuori dal Tardis.

 

Fine

Capitolo 1

 

Note Finali: Allora come vi è sembrato il primo capitolo? Ho voluto incentrare tutto su Rose e il Dottore, ma non preoccupatevi Donna arriverà.

Spero non ci siano grossi errori di grammatica, in caso contrario vi chiedo umilmente scusa.

Mi raccomando aspetto i vostri pareri, alla prossima.

KQ

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Capitolo 2
*** Un incontro inatteso ***


Note dell'autore: Eccomi con il seconda capitolo di questa storia, volevo pubblicarla prima, ma il modem a sorpresa si è rotto, così ho dovuto aspettare quello nuovo. Comunque non voglio anticiparvi nulla, spero solo che vi piaccia.

 

 

Capitolo 2

Un incontro inatteso

 

Il Dottore, di prima mattina, entrò tranquillamente nella camera di Rose, mentre in cucina Jackie gli urlava di lasciarla dormire, ma quella era una giornata molto impegnativa e dormire era solo una perdita di tempo.

"Rose è ora di svegliarsi." Disse aprendo le tapparelle della finestra. Rose grugnì contrariata e si voltò dall'altra parte.

"Su Rose, devi alzarti." Le disse avvicinandosi.

"Sparisci." Gli disse tirandogli contro un cuscino.

"Su dormigliona, ti ho preparato la colazione." Le disse cercando di invogliarla. Vide Rose alzare la testa dal cuscino e guardarlo inarcando un sopraciglio.

"Tu mi hai preparato la colazione?" chiese sorpresa.

"Ohi, non guardarmi così. Sono migliorato in cucina." Si difesa.

"Non è questo, ma cucinare non è un'attività troppo "domestica" per te?" chiese con ironia mettendosi seduta.

"Su avanti muoviti, abbiamo del lavoro da fare." Disse cambiando discorso e buttandogli il suo vestito da lavoro.

"Devo tornare a lavorare lì anche oggi?" chiese lei guardando malamente il vestito che il Dottore le aveva lanciato.

"Devi farmi entrare anche oggi." Disse lui con tranquillità.

"Perché?" chiese lei ancora assonnata.

"Ti spiegherò tutto, ma ora muoviti." Disse uscendo dalla stanza con calma con le mani in tasca. Sapeva quanto Rose odiasse quel completo e quei tacchi, ma era vicino a scoprire cosa l'Adipose Industries stava nascondendo.

 

Aspettò impaziente l'orario di uscita di quella lunga e interminabile giornata, i suoi colleghi si stavano dirigendo fuori e lei a capo chino li seguiva, non doveva dare nell'occhio, ma la sua collega la prese sottobraccio di sorpresa.

"Allora Rose, che programmi hai per stasera?" le chiese gentilmente camminando con lei.

"O beh, le solite cose." Rispose educatamente cercando una scusa per scrollarsela di dosso.

"Non vedrai nessuno d'interessante?" le chiese ancora, riferendosi al dottore.

"No, starò a casa con mia madre a vedere un film. Tutto qui." Mentì spudoratamente sorridendole. La sua collega sembrava crederci e si allontanò avvicinandosi a un altro ragazzo più avanti. Rose sospirò sollevata e appena raggiunta la reception si allontanò dal gruppo di colleghi per entrare in un corridoio appartato.

Camminava guardandosi attorno, l'adrenalina di essere in quel posto quando non doveva la elettrizzava, questo era l'aspetto delle avventure con il Dottore che le piaceva di più. Raggiunse uno stanzino aprendo la porta, trovando il Dottore indaffarato a giocare con il cacciavite sonico e uno strano aggeggio.

"Io lavoro e tu stai tutto il giorno a giocare." Lo richiamò con ironia, il Dottore si rivolse a lei sorridendo.

"Mi stavo annoiando." Disse rimettendo in tasca il cacciavite e lo strano aggeggio.

"Sono usciti tutti?" chiese avvicinandosi a lei.

"Si." Gli rispose uscendo da quello stanzino con lui al suo seguito, iniziando a camminare.

"Avrei potuto benissimo cercare io senza destare sospetti." Si lamentò Rose, mentre camminavano.

"Scordatelo." La richiamò il Dottore,

"Con la tua capacità di richiamare i guai, saresti capace di scatenare una guerra intergalattica." Continuò lui con la sua solita calma.

"Ansi, per essere precisi, una volta ci sei andata molto vicino." Le ricordò.

"Quella volta la colpa è stata di Jack e tua." Incalzò lei.

"Mia??" chiese scioccato il Dottore.

"Si, Jack ci ha provato con la regina, mentre tu avresti potuto avvertirmi che accettare un ballo dal principe equivaleva ad una sorta di proposta matrimoniale." Gli ricordò la ragazza.

"Avresti dovuto saperlo." Si difese lui.

"Se non fosse stato per Jack, saremmo morti tutti e due." Continuò lei.

"Oh tu e Jack sarete la causa della mia fine, lo so." Disse sbuffando, con ironia. Rose non resistette gli sorrise e gli strinse la mano. Ripensò a Jack, era da tanto che non lo sentiva, aveva nostalgia di lui, era sempre divertente viaggiare con lui, una volta sul Tardis lo avrebbe chiamato.

 

Salirono sul tetto, senza essere visti dagli scagnozzi della Foster, voleva dare un'occhiata nei vari uffici, ma il Dottore aveva un altro piano.  Si avvicinarono al carrello usato dai puli vetro e ci salì, Rose lo guardò per un attimo e poi lo seguì.

"Allora qual è il piano?" chiese.

"Dobbiamo entrare nell'ufficio della Foster e capire cosa nasconde, e soprattutto con chi abbiamo a che fare." Disse attivando il carrello che iniziò a scendere, Rose guardò per un attimo sotto per pentirsene immediatamente, fece un passo indietro, cercando di non guardare ancora giù.

"Tutto bene?" le chiese vedendola preoccupata.

"Si, è solo un po’ troppo alto per i miei gusti." Si lamentò la ragazza aggrappandosi al suo braccio.

"Tranquilla andrà tutto bene." Le disse sorridendo.

Si fermarono di fronte all'ufficio della Foster, ma prima che il Dottore riuscisse ad aprire la finestra, qualcun altro entrò nell'ufficio, quindi si nascose, trascinando anche Rose.

"Credevo avessi detto che non c'era nessuno." La riproverò prendendo lo stetoscopio dalla tasca della giacca.

"Scusa, ma non si è fatta vedere per tutto il giorno, quindi pensavo che non ci fosse." Si difese la ragazza a voce bassa, ma il Dottore che cercava di ascoltare la zittì, concentrandosi su ciò che veniva detto in quella stanza.

"D'accordo." Borbottò contrariata, mentre attendeva con calma qualche segno del Dottore.

Spinta dalla curiosità, si alzò un po’, tanto per vedere l'ufficio attraverso la finestra. Una giovane ragazza stava seduta legata alla sedia e alla sua scrivania la Foster, che dal cassetto tirò fuori qualcosa, attirando anche l'attenzione del Dottore.

"Che diavolo è quello?" chiese Rose sorpresa nel vedere un piccolo esserino che si agitava tutto eccitato, sulla scrivania.

"Quello … quello è un Adipose." Rispose il Dottore sorpreso quanto lei.

Rose notò qualcosa con la coda dell'occhio e per istinto guardò verso la porta dell'ufficio, e rimase sconvolta nel vedere Donna.

"Dottore." Rose tirò la manica del Dottore cercando la sua attenzione.

"Aspetta sto cercando di ascoltare." Si lamentò voltandosi verso di lei.

"C'è una sorpresa." Disse indicando la porta davanti a lei, il Dottore seguì l'indicazione e incrociò lo sguardo con Donna, sorpresa quanto loro di essersi incontrati.

"D-Donna?" disse sorpreso il Dottore.

"Che diavolo ci fa qui?" chiese Rose mentre la rossa si agitava tutta, cercando di comunicare con loro.

Il Dottore e Donna tranquillamente, continuarono a comunicare tra loro, Rose li osservava divertita, una scena così era da ricordare in eterno, quando però si rese conto che l'attenzione della Foster  era stata attirata da loro.

"Dottore?" tentò di chiamarlo, strattonandolo nuovamente per il braccio.

"Rose aspetta." Le disse tenendo gli occhi su Donna che gli stava spiegando qualcosa.

"Dottore, è davvero importante." Continuò la biondina, strattonando ancora il suo braccio e vedendo che la Foster li osservava con attenzione. Finché anche Donna non incrociò il suo sguardo.

"Vi abbiamo interrotto?" chiese sarcastica la donna spostando lo sguardo tra Donna e il Dottore.

"Credo sia un buon momento per andare." Suggerì Rose, il Dottore si voltò verso Donna dicendole di scappare.

"Tieniti forte." Le disse, tirando fuori il cacciavite sonico e puntado prima verso la serratura della porta e poi verso l'alto aumentando la velocità di salita di quel carrello.  Arrivarono in alto e uscirono dal carrello.

"Come diavolo ha fatto Donna a trovarci?" chiese Rose che non aveva seguito la loro "discussione".

"Stava indagando sulle Adipose Industries." Rispose rientrando nel palazzo, prese la mano di Rose e insieme iniziarono a scendere le scale.

"Detesto queste scarpe." Si lamentò Rose, che cercava di sopportava i dolori delle scarpe con il tacco. A metà strada si scontrarono con Donna che saliva le scale.

"Oh mio Dio, non ci credo." Disse e strinse entrambi in un abbraccio.

"E' così bello rivederti." Disse Rose.

"E' così brillante." Disse sciogliendosi dall'abbraccio, guardò il Dottore e poi Rose, e di nuovo il Dottore.

"Hai lo stesso vestito." Fece notare.

"Non si cambia mai?" chiese sarcastica verso Rose.

"Possiamo rimandare a dopo le conversazioni inutili?" si lamentò il Dottore, poi guardò in giù notando che la Foster e i suoi li stavano raggiungendo.

"Muoviamoci." Disse prendendo per mano Rose e trascinandola con sé.

"Proprio come hai vecchi tempi." Disse la biondina afferrando il braccio della rossa e portandola con sé.

 

Dopo aver rischiato di schiantarsi al suolo, i tre correvano per gli uffici, Rose ci aveva perso le speranze, aveva lasciato le scarpe nel carrello prima che si ribaltasse e ora girava per quei corridoi a piedi nudi. In una degli uffici furono raggiunti dalla Foster e dai suoi due scagnozzi.

"Ma bene." Disse la donna fermandosi, e togliendosi gli occhiali.

"Eccovi finalmente." Continuò osservandoli con attenzione.

"Salve." Salutò Donna riprendendo fiato.

"Il sono il Dottore e lei è Rose molto piacere." Disse il Dottore sorridendo.

"Io sono Donna." Continuò la rossa stando al gioco.

"Un trio di piccoli criminali, con tanto d'infiltrata." Disse guardando Rose dalla testa ai piedi.

"Avrei dovuto puntare su di te e non sulla giornalista." Continuò senza distogliere lo sguardo.

"Beh sa com'è, non do mai nell'occhio." Rispose Rose scherzando.

"Naturalmente non siete di queste parti, giudicando dalla vostra tecnologia sonica." Disse la Foster rivolgendosi al Dottore.

"Oh certo." Disse il Dottore iniziando a cercare tra le tasche.

"Ho ancora con me, la sua penna sonica." Disse mostrandola.

"Bella mi piace, che ne pensi?" disse avvicinandola prima a Rose.

"Molto elegante non c'è che dire." Rispose lei sorridendo.

"Molto particolare, non trovi Donna?" continuò il Dottore mostrandola a Donna.

"Decisamente." Rispose lei.

"E se lei si firmasse con il suo vero nome, sarebbe?" chiese il Dottore.

"Direttrice Cofelia della flotta asilo nido, classe intergalattica." Rispose la donna.

"Una specie di baby sitter, allora." Aggiunse Rose.

"Una baby sitter che usa umani come surrogati." Continuò il Dottore osservando il loro nemico attentamente, anche se non sembrava poi così pericoloso.

"La prima famiglia adiposiana, mi ha chiesto di allevare una nuova generazione, perché il loro pianeta di origine è andato perduto." Spiegò la donna.

"Perduto? Da quando i pianeti si perdono?" chiese Donna.

"Oh la politica non mi riguarda. Sono qui solo per prendermi cura dei piccoli, per conto dei loro genitori." Continuò la Foster.

"Quindi, fatemi capire bene." Intervenne Donna.

"Questi piccoli cosini sono fatti di grasso, quella donna Stacy Cambel, non è rimasto niente di lei." Spiegò Donna.

"Oh in caso di necessità, l'adipose può fagocitare capelli, occhi, ossa e organi interni. Malgrado non faccia loro bene, poveri piccoli." Spiegò con serenità, come se si trattasse di una cosa normale.

"State dicendo che possono mangiarsi intere persone." Intervenne Rose disgustata e arrabbiata.

"Già, che n'è stato della povera Stacy Campbell." Continuò Donna con enfasi.

"Inseminare un pianeta di Livello 5 è contro la legge galattica." Disse il Dottore con freddezza e guardando direttamente la signorina Foster.

"Mi sta forse minacciando?" chiese la donna, per nulla intimidita.

"Sto solo cercando di aiutarla. E la sua unica chance." Continuò il Dottore. Dal suo tono e dal suo sguardo, Rose si rese conto che si stava per scatenare la sua rabbia.

"Perché se non metterà fine a tutto questo, allora interverrò io." Concluse sempre con un tono freddo.

"Non credo che riesca a fermare i proiettili." Minacciò invece la donna, le due guardie del corpo, puntarono i fucili contro di loro e il Dottore si mise per istinto davanti Rose e Donna.

"Oh no, nono no, un ultima cosa, prima di morire." Disse con ironia cercando nelle tasche della giacca.

"Sa che succede, se si puntano due dispositivi sonici identici, uno contro l'altro?" chiese tenendo sia la penna sia il cacciavite sonico.

"No." Rispose stancamente l'altra, Donna guardò Rose confusa.

"Neanche io, scopriamolo ora." Continuò il Dottore per poi puntare il cacciavite contro la penna sonica, causando un forte rumore, talmente forte da spaccare uno dei vetri con la scritta Adipose Industries.

"Muoviamoci." Disse Donna spingendolo così da interrompere il rumore.

"Avrei voluto non scoprirlo." Aggiunse Rose, correndo dietro i due.

 

 

Fine

Capitolo II

 

Note finali: So quanto il suo arrivo era atteso da molti di voi, e spero tanto di non aver deluso nessuno di voi.

Alla prossima e ricordatevi: Recensite, recensite, recensite

KQ

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Capitolo 3
*** Benvenuta a bordo ***


Note dell'autore: Eccovi il terzo e ultimo capitolo di questa storia, che spero vi sia piaciuta, io come sempre aspetto impaziente le vostre recensioni (positive o/e negative che siano).

Buona lettura.             

 

 

Capitolo III

Benvenuta a bordo

 

Il Dottore condusse, Rose e Donna ai piani inferiori, fino ad arrivare allo stanzino in cui si era nascosto per tutto il giorno. Il Dottore iniziò a buttare fuori tutta la roba che c'era all'interno.

"Ti sembra un buon momento questo?" chiese Rose, appoggiandosi alla parete per riprendere fiato.

"Bella soluzione rinchiudersi in un ripostiglio, mi piace." Disse Donna accanto a lei.

"E' tutto il giorno che ci lavoro." Disse spingendo contro la parete in fondo, che si spostò mostrando un congegno alieno.

"Allora non hai giocato per tutto il giorno." Disse con ironia Rose, avvicinandosi, mentre Donna si metteva appoggiata allo stipite della porta.

"Foster dispone di un computer, che si estende per tutto l'edificio, con triplo sigillo." Spiegò il Dottore mettendosi gli occhiali e guardando sia Rose sia Donna.

"Ma ora che ho questo, posso entrarci." Disse prendendo la penna sonica e iniziando a lavorare sul computer.

"Per prima cosa avremmo bisogno di un po’ di privacy." Disse collegando due fili elettrici, per poi posarli di nuovo.

"A che serve questo computer?" chiese Rose, oddervandolo con attenzione.

"Dovrebbe essere una specie d'induttore, di grosso trasmettitore per le mini capsule dell'Adipose." Spiegò il Dottore senza spostare lo sguardo dal computer.

"Anche se non capisco perché ha cablato tutto il palazzo." Disse ancora staccando dei fili, ne consegnò un po’ a Rose e un po’ a Donna, mentre lui lavorava con la penna.

"Siete cambiati molto." Disse Donna improvvisamente, Rose si voltò a guardarla, e vide che li stava osservando con molta attenzione.

"Spero in meglio." Disse Rose con ironia.

"Tu sembri più vecchio." Disse rivolta al Dottore, e brontolò qualcosa.

"E tu, dio mio, sei così magra che una volata di vento ti potrebbe portare via." Le disse alei osservandola ancora e mettendola un po’ in difficoltà.

"Sei sempre così gentile Donna." Le ripose con ironia.

"E' successo qualcosa?" chiese poi a Rose con malizia, indicando il Dottore, la biondina arrossì di colpo e abbassò lo sguardo.

"E' complicato." Le rispose imbarazzata.

"In che senso?" chiese innocentemente il Dottore che non aveva capito l'argomento.

"Quindi, viaggiate sempre solo voi due?" chiese ancora osservandoli.

"Si." Ripose secco il Dottore.

"Beh c'è stata Martha per un po’." Aggiunse Rose.

"Oh si, Martha Jones, davvero brillante." continuò il Dottore.

"E adesso lei dov'è?" chiese Donna.

"E con la sua famiglia, al sicuro." Rispose il Dottore, tornando serio. Rose sapeva, che si sentiva in colpa per tutto quella che la famiglia Jones e Martha avevano passato in quell'anno sotto il controllo del Maestro.

"Dopo che ho quasi distrutto la sua vita." Aggiunse quasi sottovoce, concentrandosi di più su ciò che stava facendo.

"In che senso?" chiese Donna guardando sia il Dottore sia Rose.

"E' una lunga storia." Rispose Rose distogliendo lo sguardo da lei, non sentendosi pronta ad affrontare l'argomento.

"Invece tu, il giro del mondo?" chiese il Dottore cambiando discorso.

"E' più facile a dirsi che a farsi." rispose un po’ sconsolata la rossa.

"Credevo che quel singolo giorno con voi, avesse potuto cambiare tutto." Continuò con aria sognante.

"Volevo fare tante cose, e invece la mattina dopo sono tornata la stessa di sempre." Continuò.

"Vi ho cercato così tanto, ho provato anche a chiamarti." Disse Donna verso Rose che le sorrise timidamente.

"Oh già il telefono, scusa ma ne ho cambiati almeno una decina." Si scusò sorridendo timidamente.

"Avrei dovuto immaginarlo." Sbuffò ancora la rossa.

"Ho sbagliato a rifiutare la vostra offerta." Continuò.

"Quale offerta?" chiese senza capire il Dottore, Rose alzò gli occhi al cielo sconsolata.

"Quella di viaggiare con noi, Dottore." Le suggerì Rose, il Dottore si girò si colpo verso Donna.

"Tu vuoi venire con noi?" chiese innocentemente.

"Certo che vuole venire con noi, altrimenti perché ci avrebbe cercato tutto questo tempo." Rispose Rose per Donna.

"Ah … ok." Disse un po’ confuso.

"Posso quindi?" Chiese ancora conferma.

"Ovvio che puoi, non vediamo l'ora." Continuò Rose e Donna  la stinse a con entusiasmo.

 

I tre si ritrovarono all'ingresso della ditta, il Dottore buttò la penna sonica, mentre la polizia aveva circondato il posto e si stava apprestando a capire cosa era successo. A loro si avvicinò la giornalista ancora legata alla sedia.

"Ehi voi tre, siete completamente matti." Inveì contro di loro.

"Mi avete sentito: Matti. Vi denuncerò per la vostra pazzia." Disse infine andandosene via, sia il Dottore sia Rose la guardarono confusi e divertiti.

"Certe persone non riescono proprio ad accettarlo." Disse Donna con ironia.

"Beh, noi non siamo tra quelli." Continuò Rose prendendo la mano del Dottore.

"Giusto?" chiese rivolta verso Donna.

"Giusto. Tardis, andiamo." Disse entusiasta trascinandoli con sé, il Dottore fece subito strada anche lui divertito e contento che Donna si unisse a loro. Si fermarono, dove avevano parcheggiato il Tardis e Donna strillò contenta.

"Oh Mio Dio, questa è la mia macchina." Disse indicando la macchina parcheggiata vicino al Tardis.

"Direi che questo è il destino." Disse affrettandosi ad aprire il porta bagagli.

"Hai una macchina blu?" chiese Rose osservandola e poi guardando il Dottore.

"Ha una macchina blu." Ripeté sorridendo.

"Sono preparata a tutto, ho fatto le valigie secoli fa." Disse ignorando completamente Rose, tirando fuori i suoi bagagli.

Il Dottore si sentiva leggermente confuso, la macchina vicino al Tardis, Donna che non smetteva un attimo di tirare fuori i bagagli e soprattutto di parlare, un fastidioso formicolio dietro la nuca, come se ci fosse qualcosa di strano in tutto quello.

"Ok, inizio a portare qualcosa dentro, e preparare del te caldo per tutti." Disse Rose entrando con due delle valigie di Donna, mentre lei continuava a parlare di vaccini e pianeta dei capelli.

"Non stai parlando molto." Disse la rossa davanti alla porta del Tardis, osservandolo preoccupata.

"E solo …" cercò di trovare le parole giuste, Donna si avvicinò a lui.

"Preferisci che rimanga qui?" chiese con calma la rossa, mostrando la sua dolcezza.

"No, davvero, no." Rispose subito il Dottore.

"E solo che viaggiare con me, nel Tardis, non è sempre sicuro." Iniziò a parlare ripensando a quello che Rose era stata costretta a subire per colpa sua.

"Può diventare difficile, e molto pericoloso." Disse con sincerità. Donna annuì e guardò alle spalle del Dottore, verso la porta del Tardis.

"Qualcosa non va con lei?" chiese preoccupata tornando a guardarlo.

"Sono successe molte cose dall'ultima volta che ci siamo visti. Rose ha pagato il prezzo più alto." Continuò a spiegare sentendosi ancora più in colpa.

"Allora avrà bisogno di una spalla amica, oltre a te." Disse Donna sorridendo prendendo sottobraccio il Dottore.

"Forza andiamo." Continuò trascinandolo con sé.

Dopo che tutte le valigie fossero messe a bordo, e scelto la prima destinazione, il Tardis scomparve come sempre, lasciando dietro di sé una volata di vento. Qualcuno entrò in quel vicolo, avvicinandosi al punto in cui c'era la macchina.

"Mi dispiace tanto Donna." Disse una Rose vestita con una giacca viola e una maglietta fucsia, sul suo volto pallido e stanco risaltavano le occhiaie. Guardò ancora per un po’ verso dove sorgeva il Tardis, per poi fare marcia indietro scomparendo nel nulla.

 

Fine

 

Note finali: Allora che ne pensate del finale? Non sapevo bene come cambiarlo, visto che Donna incontra Rose, spero quindi che vi piaccia e che vi abbia incuriosito un po’.

Comunque penso di aggiornare tra due settimane con "I Focolai di Pompei", alla prossima.

KQ

 

 

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