Una nuova amica

di Kiarachu
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1 ***
Capitolo 2: *** 2 ***



Capitolo 1
*** 1 ***


“Hey, Lyds, saremo amici per sempre, vero? Non ci separeremo mai?”, chiese il fantasma alla ragazzina
“Ahahah…ma che sciocco che sei Beej! Certamente!”, rispose la quattordicenne abbracciando il suo amico speciale.
 

+++++

 
7 anni più tardi
 

“Ma, babes, mi avevi assicurato che ci saremmo visti per sempre! Perché devi andare?”, Beetlejuice chiese alla sua amica con una faccia preoccupata.

 

Lydia sospirò. “Hey, lo sai che devo andare al college, no? Non posso rimanere in questo buco di città per sempre, anche perché qui il college che m’interessa non c’è. Ti prometto che, di tanto in tanto, se posso, ti chiamerò anche da li, va bene? Ma non aspettarti di vedermi sempre perché condivido la mia stanza con un’altra ragazza e quindi…e poi comunque per le feste tornerò qui, quindi ci si vedrà comunque”, la ragazza lo rassicurò sorridendo.

 

Il fantasma fece un mezzo sorriso. “E va bene, dovrò accontentarmi…eheheh…beh intanto che tu non sei qui potrei fare un po’ di dispetti a Chuckie o Percy, no?”, disse con un ghigno.

 

La ragazza si accigliò. “Beej! Non pensarci nemmeno! Guarda che se la mia mamma mi racconterà qualcosa, potrei anche non chiamarti, va bene?”.

 

Il fantasma tremò a questa possibilità.. “Ok, babes! Non voglio rischiare di non vederti. Non farò scherzi…ma sarà dura resistere”, finì strizzando l’occhio.

 

La ragazza tentennò il capo e sospirò.. “Mi mancherai, BJ…ma vedrai che qualche volta ci si vedrà.”

 

E così fu…Lydia partì per il college e ogni tanto chiamava il suo specialissimo amico pronunciando il suo nome tre volte.

Ogni tanto si vedevano a Peaceful Pine, quando Lydia tornava per Halloween, Natale o qualche altra festa.

 

+++++

 

2 anni dopo

 

Beetlejuice si stava annoiando a morte. Era da un bel po’ che Lydia non lo chiamava e aveva notato una strana attività nella vecchia casa, da parte dei suoi genitori.

Questa cosa lo preoccupava, perché aveva paura che Lydia si fosse dimenticata di lui.

Era già successo in passato, con altre persone, e pareva quasi che i coniugi Deetz stessero preparando un trasloco.

 
Accigliandosi, guardò la situazione nella casa attraverso uno degli specchi e altri oggetti all’interno della magione.
Sembrava proprio che stessero per traslocare, e la cosa non gli piaceva per niente.
Voleva fermarli, ma la promessa fatta Lydia di non infastidirli lo bloccava.
Allora ebbe un’idea, e andò a guardare la stanza di Lydia da uno degli specchi del dormitorio, per vedere che stava succedendo al college.
 
Lydia stava parlando con la sua compagna di stanza nel salotto dell’appartamento, mentre Beetlejuice era nello specchio della stanza da letto.
 
L’amica era un'altra studentessa del college che frequentava Lydia ed era giapponese.
Aveva occhi a mandorla, di colore verde, una cosa che aveva ereditato da discendenti occidentali, che si erano sposati con i suoi parenti orientali.
 
Aveva un corpo ben proporzionato, con una bella tonalità di carnagione, sembrava quasi abbronzata.
I suoi capelli erano lunghi e neri, però li aveva leggermente ondulati, altra cosa ereditata dagli antenati occidentali.
Le piaceva molto raccoglierli in varie fogge, crocchia, coda di cavallo, treccia e via dicendo.
Era una ragazza molto popolare a scuola, ma anche molto indipendente e finora non aveva trovato il ragazzo giusto per lei. 
 
“…beh è veramente carino, molto gentile e divertente, ci sto proprio bene insieme…sai penso che sia quello giusto.”, disse Lydia alla sua amica.
 
Beetlejuice pensò che stesse parlando di lui, e sorrise. Aveva una cotta per quella ragazza da qualche anno a questa parte, anche se sapeva di non avere molte possibilità, visto che lei era viva e lui…beh un pochino morto…e poi erano amici da un sacco di tempo e non voleva rischiare di rovinare quell’amicizia.
Però sentendole dire questo la sua speranza si riaccese.
 
“Sai, son contenta per te! E poi i tuoi genitori si stanno per trasferire qui in città, vero? Così potrai andare a casa ed avere più tempo da dedicare a lui”, disse felicemente la sua amica.
 
Beetlejuice era raggiante. Non gl’importava se non sarebbe tornata alla vecchia casa a Peaceful Pine, per lui era uguale. Si sarebbe abituato alla vita di città, gli bastava stare vicino alla sua Lyds.
 
“Si, è proprio il mio tipo. La prossima volta che ci vediamo mi dichiarerò a lui, spero solo di non sbagliarmi e di rimanere delusa…ma mi sembra di aver capito che pure lui è interessato a me”, la ragazza gotica disse sorridendo.
 
La sua amica rispose, “Ma dai che son sicura che pure lui contraccambierà i tuoi sentimenti! Da quello che mi hai raccontato mi sembra proprio un gran bel tipo. Com’è che si chiama, che non ricordo?”
 
Il fantasma era tutto contento. Pensava proprio che stessero parlando di lui, e rimase terribilmente deluso quando Lydia rispose, “Si chiama Dean, ed è due anni più avanti di me. È così carino! Ci sto proprio bene insieme! Domani, quando ci vedremo a scuola, mi dichiarerò a lui. Accidenti…mi sembra di avere le farfalle nello stomaco da tanto agitata che sono! Che stupida!”, finì ridacchiando.
 
Beetlejuice non poteva credere alle proprie orecchie. La sua Lyds preferiva un altro uomo, ma non si scoraggiò molto.
Si disse che, in ogni caso, potevano rimanere amici e che si sarebbero visti altre volte.
In quel momento Lydia entrò nella camera e Beetlejuice le sorrise, dallo specchio.
Rimase inorridito nel costatare che Lydia non lo vedeva. Si era dimenticata di lui.
 
Sapeva che quel giorno poteva arrivare, ma sperava che avvenisse più avanti.
Sapeva che, allontanandosi dalla vecchia casa, la possibilità che Lydia si dimenticasse di lui era già aumentata e adesso che i suoi genitori si stavano per trasferire in città, Lydia si era dimenticata completamente di lui.
Peggio ancora stava assieme ad un ragazzo perfettamente normale.   

 

Beetlejuice fece una tristissima espressione. “Addio, babes, spero che un giorno ti ricorderai di me. Anche se so che è quasi impossibile, mi è già successo in passato. Ma non mi ero mai…innamorato…spero che il tempo risani le ferite del mio cuore”, finì piangendo e facendo sparire la sua immagine dallo specchio.
 
In quei giorni tenne d’occhio l’attività di trasloco dei genitori di Lydia. Portarono via solo alcune cose dalla casa, perché avevano deciso, in ogni modo, di tenerla come residenza di villeggiatura e avevano anche deciso di comprare dei mobili un po’ più moderni per l’appartamento in città.
 
Poi coprirono tutti i mobili con dei teli bianchi e se n’andarono.
Al fantasma non restò che starsene nel Neitherworld, ed i primi giorni di solitudine furono terribili per lui, perché continuava a pensare a Lydia e piangere in continuazione, sia perché aveva perso una carissima amica sia per il cuore infranto.
 
Ma poi i suoi amici, perfino il Mostro dall’altro Lato della Strada, lo consolarono, com’era successo altre volte.
E dopo un po’ tornò ad essere il Beetlejuice di sempre, anche se qualche volta rimembrava i bei tempi passati con Lydia.
 

+++++

 

Parecchi anni dopo…

 
La ragazza parcheggiò la macchina nel prato che circondava la magione.
Poi andò verso il vialetto, ed entrò nella casa. La prima stanza che vide fu la cucina. Era tutto impolverato e lurido, così sospirò guardandosi attorno.
 
“Mi sa che mi aspetterà un bel po’ di lavoro. Prima di tutto, però, darò un’occhiata alla casa.”
 
Andò nelle varie stanze, tutte ammobiliate come erano sette anni prima, quando i Deetz se n’erano andati. Non erano più tornati per le vacanze, e la casa ora era abbandonata, ma ancora abitabile, a parte la polvere e lo sporco.
 
Salì al secondo piano ed entrò nelle varie stanze; quando entrò in una camera in fondo al corridoio, disse tra se e se, “Questa deve essere la stanza da letto di Lydia. Wow…da davvero i brividi…eheheh…però non dovrei stupirmi più di tanto, visto che le piaceva molto Halloween
ed è sempre stata una ragazza gotica. Magari comincio a pulire questa stanza, potrei dormirci stasera. E devo ammettere che l’atmosfera non mi dispiace”, disse a se stessa, tirando giù i teli dal mobilio ed andando alla macchina per prendere scope ed altro per pulire.
 
Rimpianse di non avere nessuno che l’aiutava, ma alla fine non le dispiaceva molto.
La casa pareva perfetta per lei ed era sicura che si sarebbe fatta degli amici in poco tempo.
Aprì la finestra e cominciò a spolverare i vari mobili, cominciando dallo specchio.
Poi scopò fuori tutta la polvere, e mise delle lenzuola e coperte fresche sul letto a baldacchino, per dormire quella notte. Poi curiosò un po’ in giro, aprendo i cassetti della specchiera.
In uno trovò un quaderno nero con una scritta rossa “JOURNAL”.
 
Era incuriosita e prima di cominciare a leggerlo, chiamò Lydia sul cellulare.
 
“Pronto, Lydia? Si sono io, Kira. Si son arrivata, grazie. È davvero un posto perfetto, lontano dal paese così posso guardare le stelle tranquillamente senza temere per l’inquinamento luminoso. E la casa ha quell’atmosfera un po’ misteriosa che mi piace. Anche se passerò parecchi giorni a pulire…eheheh…ma non ha importanza.”
 
“Comunque, volevo chiederti: ho trovato un quaderno nero con su scritto “JOURNAL” in rosso nella tua stanza, e mi ha incuriosito. È il tuo diario? No? Ah…un racconto? Si…ah…posso leggerlo? Grazie! Mh mh, e se trovo dell’altro? Va bene. Grazie mille. Sì ti faccio sapere. Grazie e ciao!”
 
Così mise il quaderno sul letto, pensando di leggerlo quella sera, ed esplorò ancora la casa, togliendo man mano i teli e pulendo meglio che poteva.
Prima di passare alla magione, era andata al comune per far sapere che adesso era lei la proprietaria della casa e chiedere se l’acqua, corrente e gas arrivavano ancora lì.
 
Le avevano risposto positivamente, e le avevano spiegato che bastava solo accendere i vari interruttori e girare le manopole e che avrebbero badato a mandarle le bollette a suo carico, dopo che lei ebbe fornito i suoi dati.
 
Era inoltre andata a fare un po’ di spesa, per prendere da mangiare e delle cose per pulire la casa, perché non era sicura se ce n’erano, ed in ogni caso anche ci fossero state sarebbero state inutilizzabili, dopo tutti quegli anni.
Così andò nello scantinato, dove le aveva detto Lydia, ed accese le resistenze dell’elettricità e girò le manopole per gas e acqua.
 
Dopo la stanza da letto pulì il bagno, perché voleva farsi un bel bagno per togliersi di dosso tutta la polvere che sicuramente avrebbe raccolto su di se.
Aprendo l’acqua della vasca e del rubinetto, venne fuori tutta arrugginita. “Ewww…meglio lasciarla scorrere…non voglio beccarmi il tetano, facendo il bagno.”
Poi continuò a pulire le varie stanze, riempiendosi di polvere e sporco.
 
Piazzò un mobiletto vicino al letto, ed una lampada sopra esso, per leggere il “libro” quella sera, poi si spogliò per fare il bagno, prendendo un pigiama blu con pipistrelli disegnati sopra, per cambiarsi.
Entrò nella vasca, che si stava riempiendo ed era piena di schiuma, e si rilassò un poco prima di cominciare a lavarsi.
“Aaaah…mi ci voleva proprio…ed ho fatto solo un terzo delle stanze che ci sono in questa villa. Mi chiedo come facesse la signora Deetz a stare dietro a tutto…beh domani continuerò nella mia impresa!”, disse Kira con determinazione.
Dopo essersi lavata via tutta quella polvere e sporco, si asciugò e andò nella sua stanza da letto.
 
Poi cominciò a leggere il racconto e pensò che Lydia avesse una gran fantasia.
“Beh, è scritto davvero bene, e che geniale idea quella di impostarlo come se fosse un diario. Così sembra ancora più reale. Secondo me è il racconto del suo amico immaginario…anch’io da piccola n’avevo uno. Ed il nome mi sembra proprio tipico di Lydia: Beetlejuice! Molto gotico e spaventoso…teheheh”, disse, ignara del fatto che non era fantasia.
 
Nel Neitherworld, Beetlejuice percepì che qualcuno lo stava chiamando dalla casa di Lydia e saltò giù dal letto, per guardare nello specchio collegato con quelli della casa.
Guardò dall’angolo dello specchio e vide che sul letto di Lydia c’era una ragazza che non conosceva, che stava leggendo il diario della sua vecchia amica.
 
“Dai…di il mio nome altre due volte…e sarò di nuovo fuori!”, disse ad alta voce, sperando che la ragazza lo sentisse.
 
Ma Kira era stanca. “Continuerò a leggere questo racconto domani…è molto divertente!”, disse, mettendo il diario sul comodino e spegnendo la luce.
 
Dall’altra parte il fantasma sospirò, e fluttuò di nuovo a letto.
“Non conosco quella ragazza, ma la sua voce non mi è nuova…mi sembra d’averla già sentita da qualche parte. Ma dove?”, si disse tra se e se, spremendosi le meningi.
 
Poi una lampadina gli si accese sulla testa, letteralmente.
 
“Ma certo! Adesso ricordo! È l’amica di Lyds! Ma…perché è nella casa? Se solo dicesse il mio nome tre volte…potrei almeno parlarle! Speriamo…”, finì accigliandosi e sperando con tutto il cuore che quella ragazza dicesse il suo nome e così lo evocasse
 
Poi torno a dormire sonoramente, sognando di Lydia, era da molti anni che non gli capitava ed era molto contento.   

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Capitolo 2
*** 2 ***


Kira si svegliò presto la mattina dopo, voleva proseguire con i lavori di pulizia, prima che arrivasse per posta tutta la sua attrezzatura per guardare le stelle.
Si era specializzata in astrofisica e avrebbe mandato le sue informazioni tramite internet al posto dove lavorava.
 
Prima di trasferirsi nella magione, si era interessata se a Peaceful Pine ci fosse la connessione ad internet, e quando aveva scoperto che c’era, ed aveva visto le foto del posto, aveva pensato che era perfetto per il suo lavoro.
Poi si era messa d’accordo col suo capo per farla lavorare così e aveva detto a Lydia che, finalmente, avrebbe potuto usare il regalo che le aveva fatto.
 
Si mise degli abiti comodi, perché aveva messo a lavare quelli che aveva il giorno precedente, e cominciò a pulire grossolanamente le altre stanze.
 
“Dopo che avrò tolto via il più grosso dello sporco, pulirò ben bene di nuovo e con minuzia!”, disse a se stessa mentre spolverava e spazzava la sala.
 
Beetlejuice la seguiva nelle varie stanze “possedendo” vari oggetti.
 
“Ewww! Sta pulendo TROPPO questa casa! Un po’ di polvere dovrebbe lasciarla!”, si disse tra se e se il fantasma amante della sporcizia.
 
Dopo un po’ che lavorava, Kira sentì come se ci fosse una presenza nella casa e inarcò le sopracciglia.
 
“Mmmh…forse è la stanchezza e il fatto che questa casa è maledettamente strana. E forse anche quel “diario” di Lydia. Aveva una bella fantasia per uscirsene fuori con un personaggio come Beetlejuice!”
 
Il fantasma sentì di nuovo il suo nome ed andò ad investigare, entrando in un oggetto nella stanza dove c’era Kira. “Oh avanti! Dai! Di per altre due volte il mio nome! Argh…è vero…non può sentirmi!”
 
La ragazza sentì nuovamente quella presenza, e si guardò attorno.
 
“Nulla fuori dall’ordinario…beh…continuiamo a pulire”, disse sorridendo e continuando a spolverare e spazzare.
 
Beetlejuce ebbe un’idea e fece un sorrisetto malvagio e si disse tra se e se, “Hei…lei non è i genitori di Lydia, quindi qualche scherzetto posso farlo. Mwahahah!”
 
Così si guardò intorno per vedere che poteva fare e notò un vaso su un mobiletto, con un disegno a strisce, così lo possedette e poi lo fece dondolare, non facendosi notare dalla ragazza, fino a che non cadde per terra, rompendosi in mille pezzi.
 
Kira gridò per lo spavento, girandosi di scatto verso il vaso. Era molto lontana da esso.
 
“Ma che cavolo…come…?”, disse, avvicinandosi al vaso, inarcando un sopracciglio.
 
Guardò ben bene il mobiletto e vide che era perfettamente dritto; era perplessa.
 
“Come cavolo ha fatto a cadere? Sto cominciando a pensare veramente che questa casa sia posseduta. Aspetta! Al costo di sembrarle una pazza, telefonerò a Lydia!”, e così tirò fuori il cellulare per telefonarle.
 
“Si, pronto? Ciao Lyds! Si, si, qui tutto bene grazie. Sto pulendo la casa mentre aspetto la mia attrezzatura. Si, dovrebbe arrivarmi a giorni. Ehm…non so come chiedertelo ma…quando abitavi qui si son verificati strani fenomeni? Tipo sentir presenze, od oggetti che cadevano da soli? Ah si? E…uhm…avete scoperto che cos’era? Ah ok…si, in effetti, ha senso. Grazie. Ah no, niente, è solo caduto un vaso mentre pulivo la stanza. Ed ero molto lontana. Beh, in ogni caso grazie. Ciao e ci si sente!”, e così chiuse la chiamata.
 
“Molto bene! Effettivamente questa casa è molto vecchia e non è così strano che ci siano degli assestamenti della struttura o dei mobili. Anche se non riesco ancora a capire la presenza. Magari son solo io che son stanca e sta casa è un po’ vecchiotta. Vabbè…andiamo avanti!”, e continuò a spolverare.  
 
Beetlejuice digrignò i denti.
 
“Accidenti! Assestamenti un corno! Ma mi farò notare alla fine. Ed in ogni modo non ho perso il mio “tocco”…quella ragazza sente la mia presenza…interessante”, disse sorridendo furbescamente, dopo aver ascoltato la ragazza.
 
 Kira continuò a pulire la casa e siccome Lydia le aveva detto che, se voleva, poteva tenere tutto ciò che era in quella casa – come vestiti ed altre cose – andò anche a curiosare negli armadi dei suoi genitori ed in soffitta, portando bracciate di vestiti sul tavolo di cucina per fare una cernita.
 
Rise molto vedendo quei vestiti così vecchi, e ne gettò via parecchi perché erano irrecuperabili.
 
“Wow…alcuni son ancora mettibili. Anche se non penso che li indosserò…hanno uno stile troppo vecchio. Però potrebbero essere del buon materiale per qualche costume per Halloween.”
 
Beetlejuice la stava seguendo per tutta la casa, aspettando l’occasione buona per agire di nuovo.
 
“Halloween! Ma certo! Manca un mese e mezzo…e adesso, se non ricordo male, in quell’occasione posso uscire dal Neitherworld anche se nessuno mi chiama. Ma spero che questa ragazza dica il mio nome tre volte prima di Halloween!” il fantasma finì di dire, accigliandosi.
 
Kira mise parecchi di quei vestiti a lavare e continuò la selezione. Aveva trovato diversi cappotti e vestiti eleganti, di sicuro appartenuti ai coniugi Deetz, ma anche vestiti da ragazzina, che erano di sicuro di Lydia.
Aveva perfino trovato il poncho che Lydia indossava quando ancora conosceva Beetlejuice.  
 
“Questo poncho ha come un’aura misteriosa intorno…non è molto forte, ma sembra simile all’aura che sento in questa casa. Che cosa strana. Era da un pezzo che non percepivo un’energia spiritica così forte. Quest’indumento è parecchio vecchio. Dopo tutto, chi lo sa, magari questa casa è DAVVERO posseduta. Però non posso dirlo per certo, perché è un’energia così diversa da quella che ero abituata a sentire in Giappone. Devo fare delle ricerche”, finì la giapponese.
 
Sua nonna materna era una sacerdotessa in un tempio scintoista in Giappone, ed era una potente medium. La madre di Kira non aveva ereditato quest’abilità, ma Kira sì, e spesso percepiva energie che gli altri non potevano percepire.    
 
Il problema era che sapeva interpretare solo le energie spiritiche giapponesi, ma non quelle americane, perché erano diverse per lei e non riusciva a capirle.
Avevano una “fluidità” diversa, più grezza rispetto a quelle giapponesi, e anche dopo anni passati in America, non riusciva a comprendere che le dicessero.
 
“Adesso che ci penso…anche quando ho conosciuto Lydia avevo percepito quest’energia venire da lei. Che cosa strana. E un'altra cosa bizzarra: quell’energia se n’era andata, ma ogni tanto ritornava. Soprattutto dopo le feste, quando lei veniva qua dai suoi genitori. Devo fare decisamente una ricerca”, la ragazza dai capelli corvini disse pensierosamente.
 
Mise da parte lo scialle e continuò la cernita, mentre Beetlejuice la guardava dall’orologio che era ancora in quella stanza.  
 
“È una medium? Ma allora perché non riesce a vedermi o sentirmi? Mmmh…forse perché è orientale? Probabile…mi è capitato altre volte.”
 
Kira finì di scegliere i vestiti. Quelli recuperabili li mise nella cesta del bucato, mentre gli altri li divise in due gruppi: quelli da buttare e quelli da poter recuperare per fare stracci per la polvere o altro.
 
La ragazza aveva diversi hobby, uno dei quali era fare lavori a patchwork, ed alcuni di quei vestiti si prestavano molto bene a quello scopo.
Così tagliò rozzamente i vestiti di cotone per farne pezze, e tagliò in quadrati i vestiti per cucire la coperta che aveva in mente di fare nel tempo libero.
 
“Col fatto che lavoro in casa, ho molto più tempo da dedicare ad altro. Son proprio contenta che Lydia mi abbia regalato la sua vecchia casa!”, disse fra se e se Kira.
 
Beetlejuice tornò nel Neitherworld.
 
“Mi chiedo ancora perché Lyds abbia regalato a quella ragazza la casa. Magari è successo qualcosa ai suoi genitori? E col fatto che lei si è dimenticata di me, probabilmente non aveva voglia di tornare in “questo buco di città”, come aveva detto lei, anni fa. Non le do torto, Peaceful Pine è proprio un villaggetto, rispetto alla città. Anche se io preferisco lo stesso questo posto alla città. Qui è più facile spaventare la gente!”, finì ridendo sguaiatamente.
 
La ragazza orientale finì di tagliare i pezzi per la coperta e aveva pure caricato un'altra lavatrice di vestiti, e steso gli altri su in soffitta.
Era anche rimasta stupita del fatto che la lavatrice funzionasse ancora, anche se si era detta che n’avrebbe comprato un'altra. Ma prima avrebbe dato un’occhiata a quella; era anche molto brava con le cose “tecniche”.
 
Aveva teso delle corde da stendere sulle travi della soffitta, dove c’erano già degli “uncini” per quello scopo.   
“Per il momento va bene così, ma devo procurarmi uno stenditoio. Anche se effettivamente qui c’è molto più spazio ed è in ogni caso adatto per stendere i vestiti. Vedrò…”
 
Aveva pulito grossolanamente tutta la casa, così diede una pulita più approfondita a tutte le stanze, passando di nuovo con scopa e poi passando con l’acqua e detersivo.
Beetlejuice era “rientrato” in casa, ma poi era tornato velocemente nel Neitherworld, disgustato da tutta quella pulizia.
 
Kira aveva fatto un pranzo veloce e poi era tornata a pulire e mettere in ordine la casa, per poi andare al villaggio per comprare altre cose, tra cui lo stenditoio, e fare delle ricerche su quella villa.
 
Era andata in biblioteca ed aveva fotocopiato un sacco di giornali di vari anni, riguardanti quell’edificio, ed aveva preso in prestito alcuni libri di storia del posto e riguardanti quella magione.
 
Aveva ringraziato la bibliotecaria, una ragazza della sua stessa età che si chiamava Prudence.
Era venuto fuori che era una vecchia amica di Lydia e, dopo averla aiutata a fare le sue ricerche su quell’abitazione, avevano parlato del più e del meno, per poi scambiarsi i numeri di cellulare.
 
Quando Kira era tornata alla magione, prima si era fatta un bel bagno e poi aveva cominciato a leggere tutti quei libri ed incartamenti.
 
“Prudence è stata molto gentile, e mi ha pure raccontato un sacco di cose di questo posto MOLTO interessanti. È una ragazza un po’ strana, lo ammetto, ma quasi tutti i geek che conosco sono un po’ come lei. E, in ogni caso, era amica di Lydia, quindi suppongo che potremmo diventare amiche.”
 
Aveva preso parecchi appunti e letto tutti gli articoli che aveva fotocopiato, aveva letto anche i capitoli dei libri di storia locale riguardanti quella villa e aveva scoperto diverse cose interessanti.
 
“Accidenti! Comincio a pensare che le cose che Lydia abbia scritto in quel quaderno siano vere!” si disse ed andò a prendere il diario, per confrontarlo con gli articoli e altri appunti che aveva preso.
 
Con sguardo accigliato, andò a guardare diverse date sul “racconto” e le confrontò con gli articoli che aveva evidenziato, rimanendo turbata dalla somiglianza degli accadimenti.
 
“Potrebbe anche essere che Lydia si sia basata su i veri accadimenti e abbia inventato tutto il resto. Anche se il mio sesto senso mi dice che non è così. Ma a volte si sbaglia, o almeno lo spero”, la ragazza disse con voce preoccupata.
 
La cosa che la turbava di più non era il fatto che quelle cose potevano essere vere, ma il fatto che Lydia le avesse detto che quel diario fosse solo un racconto.
E le stava venendo un gran mal di testa per questi due pensieri contrastanti.
 
“Argh! Se solo ci fosse una maniera per…chiamare Beetlejuice, potrei scoprire se questo racconto è solo una storia inventata, oppure se è VERAMENTE il diario di Lydia”, disse mentre scorreva febbrilmente le pagine del diario.
 
Arrivò in fondo al quaderno e si congelò, guardando quella pagina con occhi sbarrati.
C’era una poesia…o meglio: una specie di formula, o per dirle tutta erano due, stesso principio, ma con qualcosa di differente.
 
Beetlejuice era ritornato a “possedere” la casa, appena aveva sentito il suo nome, ed era rimasto piacevolmente shockato nel costatare che la sua amica aveva scritto la formula per chiamarlo.
 
In realtà la “formula” non serviva, l’importante era che si pronunciasse tre volte il suo nome.    
Kira ansimò e si accigliò un poco a sentire di nuovo la “presenza” e pensò che magari fosse un segno.
Si ricordò anche che effettivamente non sentiva quella sensazione tutto il giorno, come se andasse e venisse, e i suoi sospetti crebbero ancora di più.
 
La ragazza inspirò profondamente per calmarsi.
 
“Dai Kira…potrebbe essere solo una tua paranoia. Forse potrei telefonare a Lyds…no…meglio di no. Potrebbe anche pensare che sono impazzita. Le ho già telefonato troppo per queste cose. Questa volta devo…beh…vedermela da me. Va bene. Posso farcela!”, disse con voce un po’ tremante, ma determinata.
 
Così andò nella sua stanza, perché si ricordava che sul diario c’era scritto che quando Lydia chiamava Beetlejuice, lo faceva dalla sua stanza.
Tirò un bel sospiro e, mettendosi al centro sella stanza, recitò la formula:
 
Anche se so che è pericoloso,
Io evoco qualcosa di spaventoso,
Spettri, fantasmi, io mi libero, orsù
Beetlejuice, Beetlejuice, Beetlejuice!
 
La finestra della stanza si spalancò da sola, come se ci fosse stato un vento improvviso, lampi e fulmini solcarono il cielo, la stanza si trasformò radicalmente sotto i suoi occhi esterrefatti e mentre lei guardava tutte queste meraviglie, il fantasma apparve con un gran rumore dietro di lei.
 
Kira sentì la sua presenza e si girò all’improvviso, quasi sul punto di gridare, quando Beetlejuice disse, “È ora di entrare in scena!”, spalancando le braccia e ghignando, per poi avvicinarsi velocemente fluttuando verso la ragazza.
 
Per lei fu troppo e svenne sul colpo, quasi sfracellandosi sul pavimento, se non fosse stato che il fantasma fu più veloce e la prese in tempo, per poi depositarla sul letto di Lydia.
 
Beetlejuice era un pochino preoccupato. Anche se non conosceva Kira, era la sua unica speranza di conoscere che era successo a Lydia, e non voleva che la ragazza orientale si facesse male.
 
Cominciò a dare dei leggeri colpi sulle guance a Kira, per svegliarla.
 
“Hei…uhm…Kira? Sveglia…accidenti. Ma perché ogni volta è sempre la stessa storia! È anche per questo che preferisco i bambini…si spaventano meno facilmente quando mi vedono la prima volta”, disse accigliandosi.
 
La ragazza dai capelli corvini mugolò e si stiracchiò.
 
“Mmmh…ma che cavolo…”, borbottò poi aprì gli occhi, vedendo il fantasma chinato sopra di lei.
 
Sbarrò gli occhi e cominciò a gridare, e Beetlejuice spiccò un salto indietro per lo spavento.
 
Per fermare la ragazza urlante disse imperiosamente, “Hei! HEI! La vuoi piantare? Mi stai assordando! Ti giuro che non ti farò nulla di male. Te lo giuro…nel nome di Lydia”, il fantasma finì seriamente.  
 
Quando disse quest’ultima frase, Kira boccheggiò, smettendo di urlare, e guardò l’entità spiritica con occhi spalancati, poi fece un gran respiro ed esalò l’aria lentamente, cercando di ricomporsi.
Beetlejuice stava lontano un metro dal letto, con la testa china e lo sguardo triste, pensando a Lydia.
 
Kira guardò il fantasma per un po’ e poi disse, “Sei…Beetlejuice, vero? È…incredibile…e…uhm…scusa per la mia reazione. È vero che sono abituata a manifestazioni spiritiche…ma…beh…non me lo aspettavo.”
 
“Adesso…ehm…oddio…ahahah…è tutto così assurdo! Adesso che ti ho evocato…beh…non so proprio cosa fare! Non…non pensavo che saresti arrivato! Una cosa però voglio saperla: tu sai dirmi perché Lydia ha sostenuto che quel suo diario è un racconto? E anche quella cosa del vaso…sei stato tu, vero? Perché lei mi ha detto che erano solo assestamenti dei mobili?”, la ragazza chiese risolutamente.
 
Beetlejuice era perso nei suoi pensieri, ma si riprese quando sentì quelle domande e disse, con un tono stranamente serio, “Si, il vaso l’ho rotto io. Son riuscito a rientrare in “possesso” di questa casa quando tu hai letto il diario la notte scorsa, pronunciando il mio nome, ed ho fatto di tutto per farti accorgere di me. Sei una medium, vero?”
 
“Comunque per rispondere all’altra domanda…Lydia si è…dimenticata di me, e i suoi ricordi son stati modificati in modo tale che si ricordasse delle cose successe con me, come se fossero una sua fantasia. È per quello che ha sostenuto che il diario è un racconto.”
 
“Si ricordava di quello che aveva scritto, ma per lei era diventato un racconto. È…una cosa che succede spesso con quelli che hanno a che fare con me. Si dimenticano di me”, finì sospirando, per trattenere le lacrime, mentre pensava a Lydia.
 
Kira si accigliò, vedendo quanto il fantasma fosse triste. Aveva letto abbastanza del diario da capire quanto fosse legato a Lydia, e si era accorta del suo sospiro e degli occhi lucidi.
Il suo sesto senso, e un po’ d’intuito femminile le avevano fatto capire parecchie cose, e che il suo comportamento era inusuale.
 
“Hei, vieni qua, dai, siediti”, disse gentilmente, sedendosi e dando una lieve pacca sul letto, vicino a lei, sorridendo.
 
Beetlejuice la guardò smarrito, con gli occhi ancora lucidi, e si avvicinò lentamente al letto, per poi sedersi di schianto vicino alla ragazza.
Il fantasma respirava affannosamente, aveva un’espressione accigliata e le spalle cascanti, insomma era la figura della tristezza.
 
Resto senza fiato e s’irrigidì un po’ quando Kira lo abbracciò, non si aspettava un gesto così da qualcuno che aveva appena conosciuto.
Rimase fermo, come congelato, con lo sguardo fisso davanti a se, per lo shock.
 
“Heheheh…non ti mordo mica eh, non preoccuparti.”, disse Kira con gentilezza.
 
Beetlejuice si riscosse e cominciò a singhiozzare, prima lentamente e poi sempre più forte, versando calde lacrime per l’amica perduta.
 
“S-s-ssi è d-d-dimenticata d-d-di meee…la m-m-mia L-L-Lyds! M-m-mi manca t-t-tantoooo!”, il fantasma balbettò tra le lacrime, mentre Kira gli massaggiava la schiena, dicendogli parole di conforto.
 
Dopo un bel po’ Beetlejuice si riprese un pochino, tirò fuori un fazzoletto lurido dalla tasca della sua giacca a strisce e si soffiò rumorosamente il naso.
 
“Scusa…non so che mi è preso. Di solito…non son così triste. E di solito non mi lascio andare così davanti ad un estraneo. Senza offesa eh”, disse in tono contrito.
 
Quando Kira vide il fazzoletto, fece una faccia disgustata, ma poi rise.
 
“Scusa…beh…credo che per quel tuo comportamento inconsueto, c’entri io. È una cosa legata alle mie capacità di medium. Non pensavo funzionasse anche con gli spiriti occidentali. In ogni caso mi dispiace tantissimo che Lydia si sia dimenticata di te. Ma se non sbaglio, quando era al college son sicura che ti abbia chiamato un po’ di volte, vero?”
 
Il poltergeist annuì lentamente all’ultima domanda, tirando su col naso ancora una volta.
 
“Si, avevamo fatto un patto. Poi ha cominciato a chiamarmi sempre meno, e poi i suoi genitori si son trasferiti in città. È stata quella volta che ho scoperto che si era dimenticata di me.”
 
“Quando ho visto che i suoi stavano preparando il trasloco son venuto nello specchio della sua stanza al college e l’ho sentita parlare con te di quel suo ragazzo. E quando…quando è entrata in camera e non mi ha visto, ho capito che mi aveva completamente dimenticato”, finì sospirando tristemente, accigliandosi.
 
Ovviamente non menzionò che il suo cuore si era spezzato brutalmente perché l’amava, e non solo lei si era dimenticata di lui, ma si era pure messa insieme con un tipo qualunque.    
 
L’intuito femminile di Kira le diceva che c’era qualcos’altro, ma non fece pressione, perché si rendeva conto che il povero spirito era sconvolto gia così Magari glielo chiederò più avanti, pensò la ragazza.       
 
“Stava parlando di Dean, per caso? Quando lei ha finito il college si sono sposati. Adesso vivono nell’appartamento che era dei genitori di Lydia, in città.”, disse casualmente Kira.
 
Alla parola “sposati”, Beetlejuice s’irrigidì un po’ e si sentì malissimo dentro, ma si riprese quasi subito, per non dare a vedere i suoi veri sentimenti verso Lydia.
 
“Ah…si è sposata…buon per lei. I suoi genitori devono essere felici”, disse con mezzo sorriso, pensando anche agli scherzi che aveva fatto a Charles e Delia.
 
Adesso fu il turno di Kira per diventare triste.
 
“Erano felici quando si è sposata, ma son morti un anno fa, in un incidente. Lydia mi ha regalato questa casa, affermando che non voleva più tornaci. Troppi ricordi. Aveva un rapporto strano con i suoi genitori, ma in fondo gli voleva bene.”
 
A quella notizia Beetlejuice rimase shockato.
 
“Sono…morti? In un incidente? Che è successo? E…beh…capisco che dovete essere parecchio amiche se ti ha regalato questa casa”, disse facendo un mezzo sorriso.
 
Kira annuì. “Si…siamo molto amiche. A proposito…tu conosci Prudence? Lavora alla biblioteca. In ogni modo si, son morti in un incidente d’auto circa un anno fa. Lydia era rimasta shockata. Ma non era colpa loro. Son stati colpiti da un guidatore ubriaco. Lui si è solo beccato uno strappo, mentre Delia e Charles son morti sul colpo. Che tragedia”, finì incupendosi in volto.
 
Il fantasma sorrise lievemente alla menzione di Prudence.
 
“Prune? Ma certo che la conosco! Era una delle migliori amiche di Lydia. Un pochino troppo studiosa, forse, ma simpatica! Abbiamo avuto le nostre avventure. Chissà se si ricorda di me…o meglio…se si ricorda di Betty Juice! Mwahahah!”
 
Kira rise, contagiata dalla sua allegria.
 
“Betty Juice? No aspetta…lasciami indovinare…è una tua trasformazione, vero?”, disse ricordando alcune cose lette nel diario.
 
A quella sua domanda il fantasma si trasformò in Betty e cominciò a fare pose e a dire cose sciocche, facendo ridere ancora di più la ragazza.
 
Quando Kira si riprese, le dolevano i fianchi dal gran ridere, ed aveva le lacrime agli occhi.
 
“O miei Dei…ahahah…è da TANTISSIMO tempo che non ridevo così di gusto. Grazie. Mi hai allungato la vita così, teheheh.”
 
Beetlejuice sorrise e si ritrasformò in se stesso.
 
“Ahahah…beh grazie! Era…da un pezzo che non mi trasformavo in Betty. Mi piacerebbe davvero sapere se Prune si ricorda di me oppure no. Di solito si dimenticano anche gli altri di me, ma vale la pena controllare.”
 
Kira lo guardò perplessa. “Prune? Dici Prudence? Perché la chiami così? Se vuoi potrei provare a chiederglielo casualmente. Aspetta!”, finì sorridendo e prendendo il cellulare.
 
Quindi selezionò il numero di Prudence.
 
“Pronto? Ciao, sono Kira…ti ricordi…si esatto. Volevo solo levarmi una curiosità…sai che ti ho raccontato che ho letto un racconto di Lydia che ho trovato qui in casa – ovviamente dopo averle chiesto il permesso – e mi son ricordata che parla anche di te, di una certa Bertha e di una ragazza che si chiama Betty Juice.”
 
“Per curiosità, esisteva veramente? O è solo un personaggio del racconto? Te lo chiedo perché è scritto talmente bene che sembra vero ed è difficile distinguere la realtà dalla fantasia. È anche per quello che ho fatto quelle ricerche lì da te. Ah ok…come pensavo. Grazie. E scusa se ti ho disturbata. Ci si sente. Ok, buona serata!”, finì sorridendo e riagganciando il cellulare.
 
Beetlejuice aveva uno sguardo speranzoso, che però si tramutò in uno triste quando Kira scosse la testa.
 
“Ha sostenuto che Bertha era un'altra amica di Lydia, ma che non ricorda di una ragazza con quel nome. Potrei indagare più a fondo, quando la vedrò la prossima volta”, chiese la giapponese al fantasma.
 
Lo spirito scosse la testa.
 
“No, fa lo stesso. Ora che ho avuto le mie risposte, puoi anche rimandarmi a casa, così non dovrai più preoccuparti di avermi tra le scatole”, finì sospirando tristemente.
 
A questa sua affermazione, Kira si accigliò.
 
“Ma e chi ti dice che non voglio più averti qui? Io non l’ho certo detto! Sei simpatico e almeno così potresti farmi compagnia. Qui è bello, e mi piace la solitudine, anche per il lavoro che faccio, ma dopo un po’ stufa essere sempre qui da soli. Che ne dici?”, finì sorridendo al fantasma.
 
Lo spiritello fece tanto d’occhi.
 
“Stai scherzando? Davvero non vuoi cacciarmi da qui? È…strano…sai…non sono mai stato amico di una persona adulta. Di solito i miei amici erano quasi tutti bambini o ragazzini. Lydia è stata una specie d’eccezione, anche se alla fine si è lo stesso dimenticata di me. Mmmh…ma si dai! Proviamo! Basta che tu non mi chieda di darti una mano a pulire la casa. Son rimasto disgustato da quanto bene tu l’abbia pulita. Potevi ben lasciare un pochino di polvere qua e la eh…”, finì con tono schifato.
 
Kira si mise a ridere e portò avanti il braccio, per stringere la mano del fantasma.
 
“Patto fatto, allora! E ti prometto di non chiederti di aiutarmi con le pulizie. Leggendo il diario di Lydia sapevo già quanto tu possa essere nauseato dalla pulizia in generale”, finì con un sorrisetto compiaciuto.
 
Il poltergeist le strinse la mano e sorrise.
 
“Bene! È…bello avere di nuovo un amico con cui parlare. Ah…hei! Vuoi conoscere i miei amici nel Neitherworld? E così posso farti vedere il mio appartamento!”, disse in tono eccitato, prendendole la mano.
 
La ragazza sbatté un attimo gli occhi.
 
“Aspetta! Ehm…sono…mostri vero? Sono quelli di cui parla Lydia nel diario? Non ricordo…mi sembra che siano Ginger, Jacques e
il Mostro dall’altro Lato della Strada? Non son pericolosi, vero?”, chiese cautamente.
 
Beetlejuice fece tanto d’occhi.
 
“Ma no che non sono pericolosi! Ehm…beh…forse il Mostro…ma no…in fondo si arrabbia solo con me! Eheheh…allora? Andiamo?”, finì di dire con gli occhi che gli brillavano di gioia.
 
Kira sorrise al suo entusiasmo e sospirò.
 
“E va bene, ma vedi di non deludermi eh”, disse, mentre salivano l’alta scala che conduceva al Neitherworld.
 
La ragazza rimase un po’ sorpresa dal fatto che Beetlejuice fluttuasse, mentre fischiettava un motivetto, ma poi si ricordò che era un fantasma e quindi si diede mentalmente della stupida, doppiamente E poi, in ogni caso, non è la prima volta che incontro uno spirito. Ok…è la prima volta che incontro uno spirito d’origini americane…ma è pur sempre uno spirito, pensò la medium.
 
Poi si aprì la porta e lei restò senza fiato, sorpresa dalla vista che le si parò davanti.

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