Aliann

di SweetButterfly
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 10 ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Ciao ragazzi...scusate se inserisco solo adesso la presentazione...ma ho dovuto prendere tempo per completare una cosa e intanto ho pensato cmq di pubblicare alcuni capitoli di questa storia. Allora questa è una delle tante storie che ho iniziato a scrivere e invece di fermarmi a metà come sempre, grazie all'appoggio di un' amica sto riuscendo a continuarla...a lei piace tantissimo dice che è "intrigante" xD spero possa piacere anche a voi. Sono ben accetta verso le critiche...sono costruttive, anche perchè sono una perfezionista, leggo e rileggo il capitolo prima di farlo vedere a qualcuno e ogni volta trovo sempre qualche difetto....alla decima volta che lo rileggo lo lascio così com'è, altrimenti nn mi fermerei più xD 
Per concludere vi lascio anche una specie di locandina con i volti dei miei personaggi, perchè ho pensato che avere un idea vaga di chi siano nn mi bastava e allora ho cercato dei volti che si avvicinassero ai miei personaggi...spero possano piacervi. 
xoxo SweetButterfly


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Mi chiamo Aliann e sono una viaggiatrice del tempo.
Potrei dire che la mia storia inizi all’età di due anni, ma non sarebbe del tutto vero. Ora so che viaggiare nel tempo produce strani effetti e uno di questi è stato vedere me stessa del futuro; vederla attraverso quella piccola finestra della mia camera da cui vedevo il mondo. Non riesco a trovare una spiegazione sensata, so solo che il mio viaggio è iniziato da me stessa. 

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Capitolo 2
*** Capitolo 1 ***


«Elly non sporgerti troppo!»
«Ma mamma c’è una bellissima giornata oggi,voglio sentire un po’ d’aria fresca.»
Quella mattina il sole splendeva sul giardino di fronte casa come fossimo in piena estate. Invece era solo l’inizio di una splendida primavera, nell’aria si sentiva il profumo dell’erba appena tagliata, il dolce cinguettio degli uccellini appollaiati sull’albero di ciliegio e sentire il calore del sole sulla pelle mi dava brividi di piacere.
«è pericoloso, quante volte lo devo dire? Non puoi uscire fuori»
Mia madre mi prese e mi portò sul letto,chiudendo la finestra e oscurandomi la vista da quella magnifica giornata, sbarrando le tende. Era dall’età di due anni che non mi era permesso uscire da casa, nemmeno aprire la finestra e assaporare l’aria primaverile.
«Non è giusto! Ho già undici anni, non sono più una bambina, perché non posso uscire? Fammi almeno stare in giardino di fronte casa. Prometto che non mi allontano.»
«No! Non puoi.»
«Uffa! Ti odio!»
Come spesso accadeva, a quelle parole, mia madre usciva dalla camera chiudendosi la porta alle spalle senza dire una parola. E io iniziavo a piangere abbracciata al mio cuscino. A quell’età sapevo solo che tutto questo era il frutto di un terribile evento,secondo i miei genitori, accaduto nella mia infanzia. Tutto ciò che io ricordavo era solo un viso; un viso di una giovane donna molto familiare.
«Elly vieni, vieni a vedere.»
Qualcuno mi stava chiamando,era lontano, mi faceva un cenno con la mano e indicava ai suoi piedi qualcosa. Sentivo il vento sulla pelle, il sole stava tramontando solcato già a metà dalle onde del mare. Onde del mare?
Mi guardai intorno e rimasi sorpresa. Ero su una spiaggia bellissima e totalmente deserta; il profumo del mare mi riempiva i polmoni e il cuore batteva all’impazzata. Ero fuori, fuori dalla mia casa, fuori dalla mia prigione. Inebriata di felicità iniziai a correre.
«Elly dove vai?Aspettami!»
La persona che mi chiamava iniziò a rincorrermi, ma non avevo paura, mi sembrava stesse ridendo e quella risata così familiare contagiò anche me. Esausta mi lasciai cadere e rivolsi il viso al cielo.
«Ma che ti prende?»
Guardai il mio inseguitore e capì che era un ragazzo. Aveva i capelli leggermente lunghi e arruffati e il viso sudato, ciò che mi sorprese però era il suo sorriso…era bellissimo, mi faceva sentire bene. E poi quei due occhi color del mare così profondi…sentivo un forte legame ma non ne capivo l’origine. Allungai una mano per cercare di sistemargli quel groviglio che aveva in testa ma…tutto sparì.
“toc toc”
Ma cos’era? Sembrava che qualcuno stesse bussando. Aprì gli occhi e mi ritrovai nella mia stanza da letto. Era notte fonda e quello era stato solo un sogno. L’immagine di me segregata in casa sotto la sorveglianza dei miei genitori era un ricordo della mia infanzia, ne ero sicura…ma il mare….e quel ragazzo….erano un sogno, assolutamente.
 “toc toc”
Ancora quel rumore. Possibile che stessi ancora sognando?
“toc toc”
No, quel suono era reale e non proveniva dalla porta, bensì dalla finestra. Mi alzai lentamente, poggiai i piedi nudi sul parquet freddo e guardai la finestra. C’era un’ ombra lì fuori. A metà tra lo spavento e la curiosità mi avvicinai tenendo in mano il mio cuscino; so che non era assolutamente un’ arma efficace contro un qualsiasi maniaco, ma pensai ingenuamente che un colpo ben assestato a qualcuno appeso alla finestra del primo piano di una casa fosse sufficiente. Mi avvicinai ancora e rimasi stupita da ciò che vidi. Lì fuori, appeso alla mia finestra c’era il ragazzo che avevo appena sognato. Notai però qualcosa di diverso, sembrava avere qualche anno in più, non era più il ragazzino del mio sogno. Stranamente alla sua vista la paura scomparve e senza pensarci più di due secondi aprì la finestra.
«Buonasera Aliann.»
«B-buonasera…ma come fai a sapere il mio nome?»
Grande entrata in scena Elly...dissi tra me e me. Prima d’allora non avevo mai balbettato in vita mia,e per di più lo facevo con qualcuno di cui sentivo avere una forte attrazione.
«è un segreto. Comunque non sono riuscito a mantenere la promessa e sono venuto a darti questo.»
Nella sua mano sembrò apparire magicamente una piccola scatola, con un sorriso me la porse e non sapendo cosa rispondere la presi.
«Spero ti piaccia, lo trovo adatto a te. Aprila.»
Staccai gli occhi da lui e cautamente aprì la scatola, all’interno c’era un braccialetto con dei piccoli ciondoli a forma di stella. Lo trovai immediatamente bellissimo.
«Allora? Ti piace?»
«è bellissimo. Ma perché lo regali a me?»
«Domani è il tuo compleanno, no?»
Vero…avrei compiuto sedici anni. In quel momento era l’ultimo dei miei pensieri. Ma come faceva a sapere del mio compleanno? Le domande aumentavano sempre di più.
«Ma come fai a saperlo?»
«Mi spiace, è un segreto. Ora però devo andare,mi sono già trattenuto abbastanza»
«Aspetta…non capisco…»
Le parole si bloccarono in gola, il ragazzo si stava avvicinando al mio viso, non riuscivo a muovermi. Con un bacio fugace sulla fronte mi salutò e scomparve nel buio di una notte senza luna.
La mattina dopo mi svegliai intontita,pensai che quello che era accaduto fosse stato solo un sogno, ma guardandomi il polso capì che era reale. Al polso avevo il dono di un bellissimo ragazzo di cui non sapevo nulla, neanche il nome.
Da quella notte il volto del ragazzo popolò i miei sogni, non saprei dire se fosse amore perché non l’avevo mai sperimentato. Penso che fosse più un’ ossessione, visto che non conoscevo nulla di lui e al contrario lui sapeva di me. Gli anni passavano e quel pensiero diventava sempre più forte; speravo ingenuamente che si facesse di nuovo vivo la notte prima dei miei compleanni, ma ciò non accadde mai.
Giunta però la notte dei miei vent’anni tutto cambiò.
Ero affacciata alla finestra e la luna piena irradiava il giardino di una luce blu quasi eterea. Notai dietro il tronco di un albero un movimento, guardai più attentamente e vidi il viso che mi era apparso all’età di due anni. Ciò che mi sorprese più di tutto però fu la somiglianza con il mio viso, cioè  avrei giurato di aver visto me stessa. Ma sapevo che questo era impossibile.  

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Capitolo 3
*** Capitolo 2 ***


«Buon compleanno!»
Mia madre piombò in camera mia quella mattina, seguita da mio padre. Li guardai con un espressione che la diceva lunga e tornai sotto le coperte; non mi andava per niente di festeggiare.
«Guarda, ho fatto una torta tutta per te!»
Mia madre si sedette sul letto mostrandomi la torta che aveva in mano, era una alle fragole, la mia preferita, ma ciò non bastava a cambiare il mio umore.
«Ovvio che sia solo per me. Mi tenete segregata in casa da sempre, le uniche persone che conosco siete voi.»
«Ma tesoro lo sai che lo facciamo per il tuo bene.»
Mio padre cercò in tutti i modi di guardarmi negli occhi per convincermi che quella fosse la verità, ma io mi nascosi ancora di più sotto le lenzuola. Sentivo la mano di mia madre che mi accarezzava la testa, era un tentativo poco convincente di farmi uscire fuori e darla vinta a loro,o almeno così la pensavo io.
«Lasciatemi in pace… non voglio festeggiare. Anzi non c’è proprio nulla da festeggiare»
Ero sul punto di piangere, me lo sentivo. Odiavo la mia vita, se non fosse stato per quell’ unico desiderio di poter rivedere quel ragazzo l’avrei fatta già finita. Mi guardai il braccialetto al polso, da quella notte non l’avevo mai tolto; sentivo come se tra me e il ragazzo misterioso ci fosse un legame tenuto insieme da quel piccolo oggetto tanto prezioso per me. I miei genitori mi avevano chiesto per molto tempo dove l’avessi trovato ed io avevo sempre risposto che non lo sapevo, che una mattina mi ero svegliata e il bracciale era lì al suo posto. E loro sembravano convinti di questa assurda spiegazione.
«Elly, non vuoi proprio alzarti? Oggi è il tuo compleanno, non dovresti passarlo rannicchiata nel letto. So che sei arrabbiata con noi, ma ti ripeto che lo facciamo per il tuo bene. Non vogliamo che ti accada qualcosa, sei nostra figlia e ti vogliamo bene. E anche se…»
«Mamma ho una sorella?»
Quella domanda mi era sorta spontanea, dopo aver visto quella ragazza così simile a me avevo mille dubbi in testa. Se avessi avuto una sorella a cui era permesso stare fuori, vivere nel mondo, avrei fatto di tutto per seguirla. Ricordavo ancora quel viso che mi fissava con uno sguardo pieno di comprensione, solo che prima di riuscire a parlarle lei era scomparsa.
I miei genitori si guardarono, in silenzio, ci misero più del dovuto per rispondere ma alla fine mia madre disse:
«No, non hai sorelle.»
«Sicura? Una sorella gemella?»
«No, sei solo tu nostra figlia.»
Ci mise più enfasi in quella frase, come ad indicare qualcosa di più, come se ci fosse un significato nascosto.
«Perché lo vuoi sapere? È successo qualcosa?»
Mio padre si fece avanti, con sicurezza, pronto per un interrogatorio.
«No niente, solo curiosità.»
I miei si guardarono ancora in silenzio,fu uno sguardo denso di significati. Per alleggerire l’atmosfera presi la torta e ringraziai mia madre con finto entusiasmo; ne assaggiai un pezzo e poi dissi che volevo cambiarmi, così uscirono dalla camera lasciandomi sola. Stavo prendendo un paio di jeans dall’armadio quando percepì la discussione tra mio padre e mia madre nella loro camera. Non capivo cosa stessero dicendo ma dal tono di voce era sicuramente una discussione; aprì la porta, la lasciai socchiusa e ascoltai attentamente.
«…sapevo che non era sufficiente. Hai visto il bracciale, no? Deve averglielo dato sicuramente quando stava dormendo.»
«No, non è possibile. Lo schermo è ancora intorno alla casa, non può essere entrato.»
«Avrà trovato un modo per aggirarlo. Sono anni che cerca di mettersi in contatto con lei; vuole farle capire la sua vera natura. Non possiamo permetterlo.»
«Dobbiamo eliminarlo.»
Seguì un silenzio pieno di tensione, sia per me che per loro. La mia vera natura? Uno schermo? Eliminarlo? Che senso aveva tutto questo? Ero così immersa nei miei pensieri che non badai alla discussione che avevano ripreso.
«…se stessa del futuro?»
«è possibile e ciò significa che è riuscita a sfuggirci e a compiere il suo destino. Dobbiamo tenerla d’occhio. Per adesso possiamo stare tranquilli, non sa ancora nulla. Dobbiamo soltanto impedire che si incontri con Matt e l’unica soluzione è eliminarlo.»
« Avremmo dovuto farlo quel giorno.»
«Sarah quel ch’è fatto è fatto. Rimedieremo al nostro errore al più presto così da non avere più rimpianti.»
«Lo spero.»
Quella discussione rendeva tutto ancora più confuso. E poi avevano nominato un certo Matt, che fosse “ quel ragazzo”? Volevano…volevano ucciderlo, per colpa mia. Al contrario della notte precedente il mio desiderio di rivedere quel ragazzo era cambiato in un profondo desiderio che non venisse a trovarmi mai più. Ma proprio in quel momento apparve davanti alla finestra,come fosse un fantasma. Avevo pregato che non si facesse più vedere in quella casa ed ora era lì semi trasparente che mi sorrideva.
«Ma che succede?»
«Aliann fidati di me. Devi scappare da qui.»
«Sei tu quello che deve andarsene. Vogliono ucciderti và via.»
«Non preoccuparti per me. Quella in pericolo sei tu; rispondi solo a questa domanda: vuoi uscire da questa prigione e vivere la tua vita?»
Mi spiazzò, sembrava che avesse letto nel profondo del mio cuore. Lo fissai dritto negli occhi.
«Si.»
«Allora pensa intensamente a me e al nostro incontro. Pensa a quel momento con tutto il cuore e chiudi gli occhi.»
Feci quello che mi aveva ordinato, l’immagine di quella notte comparve nella mia mente…l’aria fresca, il profumo di una notte d’estate, i suoi occhi, il suo sorriso. Pian piano sentì come una forza che mi spingeva a raggiungere quell’immagine, come se dovessi afferrarla e in una folata di vento mi ritrovai nel giardino. Ero nascosta dietro un albero ad osservare me stessa ricevere in dono il bracciale che ora avevo al polso.

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Capitolo 4
*** Capitolo 3 ***


Ero ancora ferma lì dietro, paralizzata da quella visione, quando il ragazzo salutò… penso me stessa… e mi venne incontro.
«Cosa… ma che…e quella sono io? Non capisco.»
Avevo una tale confusione in testa da non riuscire a godermi quel momento. Ero finalmente fuori, potevo sentire l’erba sotto i miei piedi. Il ragazzo, che probabilmente si chiamava Matt, mi prese per mano e mi trascinò via.
«Aspetta,ma dove stiamo andando? Cosa è successo?»
«Ti spiegherò tutto,promesso. Prima però dobbiamo andare via da qui.»
Mi lasciai trascinare per la città senza dire una parola; provavo svariate emozioni, passavo da una strana euforia allo spavento, per poi ritornare ad essere felice e ripiombare nello sconforto. Erano sentimenti così contrastanti da non trovare una spiegazione a tutto. Mi ero anche dimenticata di aver camminato a piedi nudi per così tanto tempo che adesso per il dolore non riuscivo a continuare. Intanto Matt continuava a tenermi la mano, come se io fossi una bambina piccola e lui il fratellone premuroso.  Finalmente sembrò capire la mia situazione, mi guardò negli occhi, comprensivo, poi lentamente posò una mano sulla mia guancia. Quel gesto mi sorprese così tanto da farmi arrossire e lui se ne accorse; sorrise e mi prese in braccio. Mi teneva delicatamente stretta a lui, come fossi di cristallo. Da quella vicinanza il suo viso era ancora più bello e poi, non ne ero sicura, ma sembrava felice.
Cullata dal suo dolce cammino poggiai la testa sulla sua spalla e mi addormentai. Non so quanto durò il nostro “viaggio”,ma sognai.
Sognai di nuovo quella spiaggia dove avevo visto per la prima volta Matt. A differenza del sogno precedente ero sola ed ero seduta a guardare il tramonto; però c’era qualcosa di strano, mi sentivo diversa. Guardai le mia mani, i miei piedi, ero…ero piccola…ero una bambina, potevo avere sei o sette anni.
«Elly!»
Mi voltai verso quella voce, due persone mi chiamavano, i loro visi però erano sfocati. Un uomo ed una donna mi stavano aspettando a braccia aperte, stranamente mi sentì subito felice e gli corsi incontro. L’uomo mi prese in braccio e tutti si misero a ridere, sembrava una famiglia felice…ma io come potevo farne parte?
«Mamma mamma, Matt ha raccolto tante conchiglie solo per me. Guarda che bella questa.»
Nella mia mano apparve una grande conchiglia bianca. Era stata la bambina a parlare, ma era strano perché quelle parole non erano uscite dalla mia bocca. Vivevo quel sogno sia dal punto di vista della bambina che da fuori, come uno spettatore anonimo.
Quel sogno svanì e aprì gli occhi. Mi trovavo in un letto matrimoniale in una lussuosa stanza d’albergo, lo si capiva anche dal biglietto lasciato sul comodino con l’intestazione “Gold Palace” e il numero dell’hotel. Su quel pezzo di carta, con una scrittura disordinata, c’era un messaggio per me.
“Sono uscito per risolvere un problema, torno il prima possibile. Matt”
Per cui il ragazzo si chiamava Matt, ora ne ero sicura. Non sapevo cosa fare, dovevo aspettare che ritornasse per chiedergli spiegazioni e di certo non potevo andarmene in giro alla cieca. Decisi di farmi una doccia, mi serviva proprio. Pensavo che la camera da letto fosse abbastanza grande, ma quando vidi il bagno non riuscì a credere ai miei occhi; era enorme con una grande vasca da bagno rotonda al centro. Presa dall’euforia aprì l’acqua, versai tutti i campioni di bagno schiuma dell’hotel e aspettai che si riempisse completamente. Appena pronta mi spogliai e mi gettai dentro. Che bella sensazione!
Sembrava come se tutta la tensione accumulata scivolasse via pian piano. Mi rilassai e chiusi gli occhi godendomi appieno quel momento.
«Aliann? Sei in bagno? Stai bene?»
Uscì da quello stato di dormiveglia con la voce di Matt leggermente allarmata fuori dal bagno; non so per quanto tempo fossi rimasta lì, l’acqua si era raffreddata.
«Si…tutto bene. Esco subito.»
Mi misi in piedi, attenta a non scivolare, presi l’accappatoio e lo indossai. Non avevo nient’altro con cui coprirmi. I miei vestiti erano sporchi ormai e così un po’ imbarazzata uscì dal bagno.
«E-eccomi.»
Matt mi guardò, non sembrava a disagio; era seduto sul letto e aveva in mano una busta con sopra il nome di un negozio d’abbigliamento.
«Ho preso un po’ di cose per te. Tieni, spero che la taglia sia giusta.»
Mi porse la busta con un sorriso da togliere il fiato. Quel gesto così premuroso verso di me mi rendeva felice.
«Grazie.»
Tornai in bagno e notai che non aveva comprato solo dei jeans e delle magliette ma anche qualche vestito e della biancheria intima un po’ troppo….per me. Presi la prima cosa che mi capitò tra le mani e mi vestì. Uscendo dal bagno gli feci notare che non avevo scarpe,senza rispondermi mi sorrise e mi porse un’altra busta. All’ interno c’erano almeno cinque paia di scarpe, da quelle sportive a quelle più eleganti con il tacco.
«Grazie, ma stai facendo troppo per me.»
«No, assolutamente. Farei questo ed altro per te.»
Quella frase non me la sarei mai aspettata,ora sì che ero imbarazzata. Volevo chiedergli del perché si comportasse così con me, ma non ci riuscì, così gli chiesi cosa fosse accaduto prima. Mi guardò serio, fece un profondo respiro e mi rispose.
«Ho tantissime cose da dirti e non so da dove iniziare. Ma se vuoi sapere tutta le verità su cosa sia successo…beh… vieni a sederti qui perché ci metterò tutta la notte.»
«Ok ma voglio sapere prima una cosa. Chi sono io?»
Lo guardai, sicura di me, pronta a qualsiasi risposta mi avesse dato. Ma la mia determinazione non bastò per credere a ciò che disse.
«Sei una viaggiatrice del tempo.»  

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Capitolo 5
*** Capitolo 4 ***


Avevo sempre saputo che la mia vita non era normale, ma fino a questo punto non ero mai arrivata. D’accordo  che non potevo spiegarmi cosa fosse accaduto, ma questo era troppo. Una viaggiatrice del tempo? Io? Ma ciò non poteva assolutamente essere vero, era pura fantasia.
E se quella ragazza fossi stata davvero io? No, ma che sto pensando, viaggiatori del tempo e cose del genere non esistono.
«Aliann so cosa stai pensando, ma per favore fidati di me.»
Lo guardai senza parlare, mi avvicinai e mi sedetti sul letto accanto a lui. Prese la mia mano e quel calore pervase tutto il mio corpo. Non riuscivo a guardarlo negli occhi, nonostante per me fosse un momento difficile, il mio cuore batteva all’impazzata.
«Ti prego guarda nel profondo del tuo cuore e capirai che è la verità.»
Fissavo ancora i miei piedi, non potevo guardarlo.
«Io…non ci riesco…non…»
«Aliann…»
«Non capisci che per me è difficile?!»
Scattai in piedi,in lacrime, urlando contro di lui.
«Ho sempre vissuto in quella casa, circondata solo dall’affetto dei miei genitori. Poi sei comparso tu e hai stravolto la mia vita. Mi hai fatto uscire dalla mia prigione, hai comprato per me tutti questi vestiti, sei stato così gentile…e ora che ti chiedo una spiegazione mi dici questo? Mi sono fidata di te,mi sono…»
Mi bloccai, non so se tutto quello che era uscito dalla bocca avesse un senso, ma ciò che stavo per dire era troppo. Possibile che mi fossi innamorata di lui? Dopo così poco tempo?
Lui non si mosse, restò seduto e abbassò la testa.
«Aliann non ti sto mentendo, non potrei mai farlo. Sei una viaggiatrice del tempo come me e provieni da un’antica dinastia di viaggiatori del tempo. Coloro con cui hai vissuto sino ad ora non sono i tuoi veri genitori,loro…loro hanno distrutto la tua vera famiglia. Lo hanno fatto solo per avere te,per tenerti sotto il loro controllo affinché il tuo destino non si compisse.»  
«Il mio destino?»
«Aliann tu sei la reincarnazione dell’angelo Alexiel, la dominatrice del tempo. Secondo una profezia tu avresti liberato il mondo dagli ultimi angeli caduti,coloro che hanno combattuto al fianco di Lucifero.»
«Ma…che stai dicendo?»
Questo era davvero assurdo;quindi oltre alla storia della viaggiatrice del tempo avrei dovuto credere alla storia della reincarnazione?
Mi tremavano le gambe, era come se il mio corpo riconoscesse che tutto ciò era reale.
«Aliann io sono…»
Matt stava per dire qualcosa quando qualcuno bussò alla porta. Andò ad aprire e vidi un ragazzo dall’aspetto direi alquanto strano. Aveva i capelli così biondi da sembrare bianchi, un viso delicato e perfetto, due occhi azzurri, anzi glaciali e una bocca rosea, sembrava quella di una donna. E poi era vestito completamente di nero…così in contrasto con il suo viso.
«Buonasera Matt.»
Entrò in camera con un grande sorriso stampato sul volto, quando mi vide mi squadrò dalla testa ai piedi senza rivolgermi la parola.
«è lei?»
Matt sembrava rasserenato dalla sua presenza, forse erano amici. Mi guardai allo specchio per vedere quale aspetto avessi e vidi una ragazza dai lunghi capelli lisci e neri, due occhi scuri e arrossati per le lacrime, un viso sottile e segnato dalla stanchezza e un corpo magro coperto da indumenti leggermente grandi. Tutto sommato ero ancora io, non ero cambiata.
«Si è lei. è Aliann.»
Il ragazzo dai capelli diafani mi guardò ancora una volta con un espressione scettica sul viso.
«Ne sei sicuro Matt?»
Iniziò a girarmi intorno, guardandomi attentamente, come fossi un cavallo da corsa messo all’asta.
«Ma che succede?»
Chiesi in preda al panico, cosa voleva quel tizio da me?
«Certo ma se vuoi controllare,fai pure.»
Li guardai entrambi, quella situazione non mi piaceva.
«Togliti la maglietta.»
«COSA?»
Lo guardai sconvolta da ciò che aveva detto, guardai Matt in cerca d’aiuto ma lui sorrideva. Ma che diavolo stava succedendo? Mi ero fidata di lui,ed ora mi stava voltando le spalle.
«Ho detto togliti la maglietta.»
«NO!»
Gridai infuriata,mi avevano teso una trappola. Non avevo via d’uscita.
«Senti non voglio farti nulla, devo solo vedere la tua spalla.»
«La mia spalla? Perchè?»
«Oh…quante domande. Girati e fammi vedere.»
Rassegnata mi voltai e tirai su la maglia lasciando scoperte le spalle. Il ragazzo si avvicinò e posò una mano sulla spalla destra.
«Ma che fai?!»
«Zitta!»
Una luce intensa sembrava provenire dalla sua mano; dopo pochi secondi tutto finì e si allontanò. Mi guardai di nuovo allo specchio e vidi che nel punto su cui aveva posato la mano ora c’era uno strano simbolo, sembravano due S incrociate tra loro.
«Ma…Ma cos’è? Che mi hai fatto?»
«Io niente, è solo la conferma che tu sei la reincarnazione di Alexiel. Peccato però, non le rendi per niente giustizia. Lei aveva dei lunghi capelli biondi e setosi, un viso che sembrava scolpito nel marmo, due occhi così profondi e azzurri come il cielo…che ricordi…era l’angelo più bello che avessi mai visto.»
Matt scoppiò a ridere dopo quelle parole; non ero in vena di essere presa in giro in quel momento.
«Scusate tanto se non sono all’altezza, ma non ho scelto io di essere la sua reincarnazione.»
Che nervi! Conoscevo quel ragazzo si e no da pochi minuti e già non lo sopportavo.
«Scusa ma tu chi sei?»
«Che maleducato, non mi sono presentato. Chiedo scusa.»
Si inchinò di fronte a me con un sorriso compiaciuto e disse:
«Il mio nome è Lizrael e sono un angelo. Ti aiuterò a compiere il tuo destino.»
E così mi ritrovai a pensare che forse sarebbe stato meglio continuare a vivere in quella casa senza sapere la verità.

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Capitolo 6
*** Capitolo 5 ***


Dalla scoperta del mio destino passarono vari giorni. Viaggiai tra paesi e tempi così diversi da non rendermi conto dove fossi realmente. Viaggiai al fianco di Matt e Lizrael assimilando ogni minima informazione. Conobbi la storia di Alexiel una sera mentre noi tre passeggiavamo per le strade di Londra, circondati da una folla festante che aspettava il nuovo anno.
Ero ancora terrorizzata dalle grandi folle così non appena il mio viso accennava il minimo disagio, Matt afferrava stretta la mia mano. Avevo sviluppato una sorta di dipendenza da lui, quindi anche solo il suo contatto fisico mi faceva stare bene.
« Lizrael posso farti una domanda?»
Lui aveva con me ancora quell’atteggiamento di superiorità, ma si impegnava davvero molto per insegnarmi tutto ciò che dovevo sapere su cosa  fosse una viaggiatrice del tempo e su cosa significasse essere la reincarnazione di Alexiel.
«Visto che sino ad ora hai ascoltato diligentemente senza fare domande, ti do l’onore di chiedermi qualsiasi cosa tu voglia.»
Mi sentì lusingata da quelle parole, in un modo tutto suo mi aveva elogiato come allieva. Gli sorrisi e lo ringraziai;  sembrò sorpreso e distolse lo sguardo da me. Io ero ancora mano nella mano con Matt quando chiesi cosa fosse accaduto ad Alexiel. Il volto di Lizrael si rabbuiò.
«Sapevo che un giorno o l’altro l’avresti chiesto.»
Prima di cominciare a parlare fece un profondo respiro e volse lo sguardo al cielo.
«Lei era l’angelo più bello del Paradiso, il più luminoso di tutti ed era stata nominata “Dominatrice del Tempo”.  Al suo fianco aveva una schiera di angeli fedeli che l’amavano, solo ad uno di loro era permesso di starle vicino e di aiutarla nello svolgere il suo compito. Quell’angelo era estremamente devoto a lei e senza minimamente accorgersene iniziò a provare un forte sentimento che sulla Terra era chiamato amore. Tutto ciò andò avanti fino a che Lucifero non iniziò la sua battaglia.  Alexiel era la più potente di tutti per cui fu lei ad assumere il comando per difendere il Paradiso. L’angelo al suo fianco fece di tutto per farla desistere da suo scopo, confessò anche il suo amore,ma lei non sembrò capire quale fosse il vero significato di quelle parole. “Anche io ti amo fratello mio”, rispose così e scomparve per sempre dalla mia vista.»
Quel racconto mi lasciò senza parole, guardai prima il volto triste di Lizrael, poi Matt, ma lui non volle incontrare i miei occhi.
«Lizrael lei era…»
Mi guardò dritto negli occhi con un espressione sofferente che non potrò mai dimenticare.
«Si! Era mia sorella! Ero innamorato di mia sorella e per questo mio peccato sono stato punito perdendola. Per salvare tutti sacrificò se stessa. Gettò Lucifero giù dal Paradiso, tutti gli angeli che si erano alleati con lui invece furono esiliati sulla Terra. Poco dopo venni a conoscenza della profezia secondo cui la sua anima si sarebbe reincarnata  e così decisi di scendere sulla Terra per cercare colei che avrebbe riportato tutto al giusto equilibrio.»
Lasciai la mano di Matt e mi avvicinai a Lizrael, sembrava soffrire così tanto da farmi ricredere su tutto quello che avevo pensato di lui fino ad ora. Senza pensarci lo abbracciai, so che mi avrebbe allontanato se mi avesse visto di fronte a sé, per cui lo abbracciai alle spalle.
«Mi dispiace.»
Per qualche secondo rimanemmo così, poi Lizrael sembrò tornare in sé.
«Ehy, smettila con queste smancerie.»
Per la prima volta mi  sorrise e io con gli occhi pieni di lacrime gli rivolsi il sorriso più felice che potessi fare. Oh no! Matt! Avevo dimenticato, stranamente, della sua presenza; non volevo fraintendesse tutto. Mi voltai verso di lui e con mia grande sorpresa stava ridendo.
«5…4…3…2…1…Happy New Year!!!»
E così il nuovo anno arrivò. Il mondo era in festa ed io finalmente ero felice e stringevo le mani delle due persone più importanti della mia “nuova” vita.
Avremmo passato quella notte in un hotel a cinque stelle e per di più Lizrael aveva prenotato una suite solo per noi tre.
«Wow…è…stupendo!»
Lasciai  Matt e Lizrael alla porta e mi precipitai nella stanza; guardai dappertutto e non riuscì a credere di essere in un posto del genere. Ritornai da loro, sembravano felici. Lizrael si avvicinò e mi sussurrò all’orecchio una frase che mi lasciò spiazzata.
« Perché stasera non festeggiamo solo noi due, nella mia camera?»
Divenni così rossa in viso che Matt preoccupato mi chiese se stessi bene. Lizrael scoppiò a ridere.
«Ahahah…non ci posso credere…ahahah…ci hai creduto.»
Io ero stata così gentile con lui, mi ero ricreduta ed ora mi faceva questo? Quindi mi trattava ancora nello stesso modo?
Prima di scoppiare in lacrime mi chiusi in camera e non uscì da lì nemmeno alla voce allarmata di Matt.

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Capitolo 7
*** Capitolo 6 ***


Sento il rumore delle onde, è così rilassante, l’aria fresca mi accarezza la pelle, si sta così bene qui…non voglio andarmene.
« Elly andiamo, dammi la mano.»
Apro gli occhi e mi ritrovo sulla spiaggia  del mio sogno. Sono una bambina, una bambina piccola a cui il fratello maggiore porge la mano.
« Mamma e Papà ci stanno aspettando».
Non riesco a vedere il volto del bambino di fronte a me, la luce del sole è troppo forte.
Nonostante tutto sento di potermi fidare di lui, di volergli bene e afferro e la sua mano. Quella stretta mi è familiare…le nostre mani si sono già incontrate.
“toc toc”
«Aliann posso entrare? Sei sveglia?».
Mi sveglio e mi ritrovo sul letto di una costosa stanza d’albergo. Matt è fuori la porta, mi sta chiamando.
A quel suono le lacrime iniziano a scendere sul mio viso e non hanno intenzione di fermarsi; corro verso la porta, la apro e mi getto su Matt.
«Aliann?»
È leggermente sorpreso dal mio abbraccio, ma dopo un po’ sento le sue braccia che mi cingono la vita. Mi riporta dentro la stanza e chiude la porta. È buio, ci sono solo le luci della città che filtrano dalle finestre. Nascondo ancora di più il viso pieno di lacrime nella sua spalla e non riesco a lasciarlo andare. Ho bisogno di quell’abbraccio più di ogni altra cosa al mondo in quel momento.
« Cos’è successo?»
Non riesco a parlare, non so nemmeno io perché sto facendo tutto questo.
«Aliann»
Con una mano cerca di sollevarmi il viso e incontro i suoi occhi…sono preoccupati. Non so cosa fare, so solo che voglio Matt accanto a me, non voglio di nuovo essere sola. Ho bisogno di lui…i nostri volti sono così vicini che posso sentire il suo respiro sulle guance. Voglio Matt, voglio che rimanga con me per sempre. Io……io….io lo amo.
Voglio che lui lo sappia, basterebbero due semplici parole ma nessun suono esce dalla mia bocca. Lui mi guarda ancora preoccupato, chiudo gli occhi non voglio vedere così il viso della persona che amo. So esattamente a che distanza si trovano le nostre labbra, basterebbe mettermi in punta di piedi. Ma posso farlo? Posso baciarlo?
Io….lo amo.
Con tutto ciò nella mente mi faccio coraggio e lo bacio. Matt si irrigidisce, lentamente mi allontana, prende le mie mani intorno al suo collo e le stringe nelle sue.
«Aliann non possiamo»
Lo guardo sorpresa , cosa vuol dire che non possiamo?
«P...perchè?Io…io...non mi vuoi?»
Matt non mi guarda, i suoi occhi sono altrove, ha un’espressione strana sul viso. Sospira prima di rispondere.
«No, non è questo. Semplicemente non possiamo perché….»
Si è fermato; non riesce a continuare. Cosa c’è di così terribile da impedirci di stare insieme? Io lo amo, lo amo così tanto.
«Perché? PERCHÉ?»
Anche se gli urlo contro Matt sembra non volermi rispondere. Scoppio a piangere, sfuggo alla sua presa e colpisco sempre di più il suo petto con i miei deboli pugni.
«Sono tuo fratello.»
…………………………………………………………………………………………………………………………..
Cosa?
…………………………………………………………………………………………………………………………..
Ha sussurrato qualcosa.
…………………………………………………………………………………………………………………………
Quelle parole non vogliono giungere alle mie orecchie.
……………………………………………………………………………………………………………………………
F….fratello………………….
…………………………………………………………………………………………………………………………….
Qualcuno mi sta chiamando, sento una voce che pronuncia il mio nome. No, non voglio ascoltarla. Voglio stare qui, è così buio e tranquillo.
«ELLY!»
Con uno scossone Matt mi riporta alla realtà. È allarmato. NO. Basta. Non guardarmi così.
«Lasciami»
Non voglio che mi tocchi. Matt sconvolto molla la presa.
«Elly…..»
Si ferma, vorrebbe dire qualcosa ma non ci riesce. Si volta senza dire niente, apre la porta, mi guarda un ultima volta e poi la chiude dietro di sé.
Dopo quell’immagine non ricordo più nulla. Ho un vuoto così ampio nella mia testa da aver risucchiato ogni singolo ricordo di quella notte. I giorni seguenti non furono così differenti da quella singola e buia notte.
Ho vissuto quei giorni come fossi un automa, ascoltavo Lizrael in silenzio, assimilando ogni informazione. Matt non mi era più accanto come prima. Ed io sentivo la sua mancanza non potendo far altro che reprimere quel sentimento. Non riuscivo nemmeno a guardarlo negli occhi, né a toccarlo. Non mi era più permesso.
Ma questa mia “tragica situazione” cambiò finalmente dopo una lunga giornata estiva sulle spiagge di Beverly Hills.
«Buongiorno mondo!»
Lizrael ultimamente sembrava felice, ogni mattina aveva un gran sorriso stampato sul viso. Si era rivelato essere il tipo di persona che amava la vita in ogni suo aspetto; anche se si fosse trovato nella mia situazione ne sarebbe uscito con un sorriso entusiasta sul volto. Mi ricordai però che lui si era trovato in una situazione del genere in fondo. Comunque dopo ciò che era successo con Matt, Lizrael si era avvicinato molto di più a me. Quella mattina era venuto a svegliarmi nella mia camera spalancando le finestre e facendo entrare quella fastidiosa luce di un mattino appena cominciato.
«Su alzati. Oggi niente discorsi noiosi su viaggi nel tempo e angeli. Oggi ci si diverte.»
Lo guardai sperando capisse che non ne ero entusiasta. Ero ancora mezza addormentata, non capivo dove prendesse tutta quella energia appena sveglio.
«No, voglio dormire. Và via.»
Mi girai dall’altra parte, pronta a riprendere un sonno profondo.
«E no! Oggi non voglio vedere quella faccia.»
Si gettò letteralmente sul letto, facendomi sobbalzare.
«Ma che fai?»
Presi il cuscino e lo colpì dritto in faccia.
«Questa me la paghi»
Non avevo mai sentito quel tono scherzoso da parte di Lizrael, lo guardai sorpreso.
«Soffri il solletico, vero?».
«Cosa? No fermo. Non osare toccarmi.»
Sembravamo due bambini lì sul letto a punzecchiarci l’un l’altro; era da tanto che non ridevo in quel modo.  Ad un tratto Lizrael si fermò, avevo gli occhi chiusi quindi non ne capì il motivo finché non vidi la sua espressione e la posizione in cui eravamo. Io ero stesa sul letto e Lizrael era sopra di me; le sue gambe bloccavano le mie e le mani stringevano i polsi vicini alla mia testa. Ci guardammo negli occhi a lungo, quel suo sguardo così intenso mi stordiva. Improvvisamente si avvicinò al mio viso, cosa voleva fare?
Era sempre più vicino, possibile volesse baciarmi? Mi aveva trattato sempre in modo freddo e distaccato, cosa aveva adesso? Prima che toccasse le mie labbra spostai il viso.
«No…non farlo…»
Sussurrai quelle parole, mentre il mio viso diventava completamente rosso. Era una reazione così infantile.
«Allora? Andiamo?»
Matt apparve sulla porta. Vedendo quella scena si paralizzò. Lizrael sembrò tornare in se, mi lasciò andare e scese dal letto.
«Certo andiamo. Elly ci raggiunge giù nella hall.»
Uscirono entrambi e mi lasciarono sola, seduta sul letto, scossa da ciò che era appena accaduto. Capì che quella situazione non poteva andare avanti; avrei fatto di tutto per far tornare le cose a come erano prima. A qualunque costo.

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Capitolo 8
*** Capitolo 7 ***


Non avevo mai visto il mare, se non nei miei sogni. Era uno spettacolo stupendo.
Come aveva detto Lizrael quel giorno ci saremmo solo divertiti; una pausa ci voleva ogni tanto.
« Andiamo!»
Presa dall’euforia gettai le mie cose sulla sabbia e mi tuffai; l’acqua era così bella…non avevo pensato minimamente al fatto che non sapessi nuotare, così senza rendermene conto mi ero allontanata dalla riva fino a non sentire più la sabbia sotto i miei piedi. Nel panico iniziai ad agitarmi e inesorabilmente ad affogare. Urlavo ma come risultato ingerivo solo acqua. La vista mi si stava offuscando, quando una mano forte prese il mio braccio e mi portò a galla.
« Elly!»
La voce era familiare, il tocco della mano del mio salvatore sul viso era troppo familiare. Aprii gli occhi e trovai il volto di Matt di fronte al mio. Era Matt.
Era venuto a salvarmi….come sempre.
Lo abbracciai forte.
«Grazie…grazie Matt….ti amo»
Non mi rispose, mi prese in braccio e mi portò a riva. La gente sulla spiaggia era tutta concentrata su di noi.
«Stai bene?»
Lizrael ci aspettava con in mano il mio asciugamano. Matt mi posò a terra e mi lasciò alle cure di Lizrael; appena mi ripresi un po’ notai che era sparito.
«Dov’è Matt?»
«Non lo so…»
Per la prima volta non sapeva cos’altro rispondere.
Trovammo Matt all’albergo, dopo una mattinata alquanto singolare.  Avevo passato tutto il tempo seduta sulla spiaggia a guardare l’orizzonte e a pormi mille domande senza trovarne una risposta. Lizrael rimase vicino a me in silenzio fino a che verso mezzogiorno mi disse che avremmo fatto meglio a rientrare. Io e la mia pelle non eravamo abituate a prendere così tanto sole ed infatti non mi sentivo proprio bene.
Raggiungemmo la camera di Matt e lo trovammo lì sdraiato sul letto a guardare la Tv. Lizrael aveva sempre ragione…Maledizione!
«Sapevo fossi qui. Come mai sei sparito in quel modo prima?»
Matt sembrava arrabbiato, si girò verso di noi controvoglia e cercò in tutti i modi di non incontrare i miei occhi.
«Avevo bisogno di rimanere solo e se non vi dispiace ne avrei bisogno anche adesso».
A quel punto capii che dovevo prendere una decisione, anche se mi avesse fatto male.
«Lizrael ci puoi lasciare un attimo da soli? Devo scambiare due parole con mio fratello».
Lizrael uscì dalla stanza senza dire una parola e così rimanemmo io, Matt e il mio dubbio coraggio.
«Senti so che non vuoi parlarmi, ma io sì. Il fatto che io….ecco…»
Adesso era così difficile pronunciare quella parola…forse mi ero finalmente convinta che ciò che provavo non era Amore, ma solo affetto, come “si conviene ad una sorella minore” avrebbe detto Lizrael. Matt continuava a fissare la Tv in silenzio, così continuai un po’ più convinta.
«Mi sono innamorata di te perché sei il primo ragazzo che ho conosciuto in vita mia. Sono una ragazzina in preda agli ormoni in fondo.»
Mi misi a ridere, anche se sembrava più una risata isterica che divertita.
«Sei mio fratello e ti voglio bene come tale. Perciò non ti preoccupare è passato tutto. Questo tempo mi è servito per capire i miei sentimenti; spero tu capisca. Ok, ora vado a farmi una doccia. Mi serve proprio….Ci vediamo dopo».
Aprii la porta e prima che uscissi dalla camera Matt mi chiamò.
«Elly?»
«Si?»
Risposi senza voltarmi.
«Ti voglio bene anche io».
«Lo so».
Chiusi la porta alle mie spalle e una lacrima scese sul mio viso.

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Capitolo 9
*** Capitolo 8 ***


Rimasi sotto la doccia per quasi un’ora. Volevo scrollarmi di dosso tutte le emozioni di quella giornata. Quando uscii finalmente mi sentii diversa, come se una nuova me fosse spuntata da un momento all’altro. Mi asciugai i lunghi capelli e li annodai con una treccia che arrivava a metà schiena. Presi uno dei tanti vestiti che mi aveva regalato Matt e uscii dalla camera. Bussai alla porta affianco alla mia, la stanza di Lizrael, ma non ricevetti risposta. Forse si era già sbrigato; mi aveva detto che quella sera era importante…avrei conosciuto due persone che mi avrebbero aiutato durante la mia missione e mi aveva pregato di non fare tardi. Dovevamo essere pronti per le sette. Andai verso la porta di Matt e appena bussai lui mi aprii.
«Aliann? Già pronta?»
Lui era ancora nella fase di preparazione, si vedeva che era appena uscito da sotto la doccia e per di più indossava solo un jeans, non curandosi del suo petto nudo. Distolsi lo sguardo imbarazzata.
«Lizrael è con te? Ho bussato alla sua camera ma non risponde»
Sembrava sorpreso.
«Veramente no. Mi ero preoccupato fosse lui alla porta che diceva di sbrigarmi»
«Ok, allora muoviti…vado a vedere di nuovo se è lì»
Mi salutò e chiuse la porta solo quando mi allontanai.
Di fronte alla stanza di Lizrael mi bloccai. Ebbi una strana sensazione…la spalla destra iniziò a bruciare. Portai la mano sotto il vestito, a contatto con la pelle e scoprì che il simbolo delle due S incrociate, ciò che mi designava come reincarnazione di Alexiel, emanava calore. L’intensità del dolore cresceva, mi inginocchiai lì nel corridoio premendo la mano sulla spalla. Calciai la porta e urlai per chiamare Lizrael. Quando mi aprii il dolore scomparve.
«Aliann? Cosa è successo?»
Aveva un espressione strana, come fosse stato un bambino appena smascherato dalla madre dopo aver combinato un guaio.
«La spalla…il simbolo bruciava. Andava in fiamme letteralmente»
Non dava la minima impressione di essere sorpreso, anzi, sembrava aspettasse quelle parole.
«Non preoccuparti, è tutto a posto. Tra poco capirai»
Lo guardai, incerta se potessi fidarmi di quelle parole; ma in fondo dopo tutto questo tempo si era dimostrato un bravo ragazzo. Afferrai la mano protesa verso di me e mi alzai.
«Pronta?»
Gli sorrisi.
«Certo e Matt lo è…quasi»
Si mise a ridere e come due cretini continuammo a ridere insieme. Le nostre mani erano ancora intrecciate.
«Sei davvero bella stasera»
Lo guardai sconcertata.
« E cos’era quello? Un complimento?»
Risposi divertita, ma non appena notai la sua espressione seria capii che non stava scherzando.
«Dico sul serio…sei bellissima»
Adesso sì che ero imbarazzata.
«Beh…ecco…mi hai detto che dovevamo incontrare due persone importanti e volevo fare bella figura»
Il viso cominciava a tingersi di rosso e Lizrael sfiorò la mia guancia con le dita, per poi soffermarsi sulle mia labbra socchiuse. Non ci avevo ancora fatto caso, ma era davvero bello…aveva un viso perfetto. Angelico…certo, non poteva essere altrimenti…risi tra me e me.
Ad interrompere quel momento arrivò Matt che non nascondeva per niente la sua impazienza.
«Non vorrei disturbarvi ma Lilith e Samael ci stanno aspettando. Andiamo!»
Lizrael tornò in sé, lasciò  la mia mano e raggiunse Matt.
«Mi hanno detto che sono a Barcellona, ci aspettano per le sette della giornata di ieri»
«Ok perfetto. Andiamo in camera mia»
Li seguii nella stanza e chiusi la porta alle spalle. Vidi Matt concentrarsi, chiuse gli occhi  e quando li riaprii vidi che erano di un colore differente; una luce diversa li illuminava. Non erano più puri e azzurri come li ricordavo io, erano seducenti e pericolosi, uguali al colore delle fiamme.
«Trovati!»
Sorrise compiaciuto, prese la mia mano e la strinse forte; poi vidi Lizrael avvicinarsi e poggiargli una mano sulla spalla. In un attimo tutto svanii. Mi ritrovai in un vortice di immagini e il vento mi scompigliava i capelli facendoli uscire dalla treccia ordinata che avevo fatto. Pochi secondi dopo mi ritrovai in una piccola via tra due edifici, in fondo si vedevano le persone passeggiare per la via principale della città.
«Ma…siamo a Barcellona?»
Dissi con voce incredula, mi girai verso Matt e vidi che il suo viso era tornato normale, mi guardò sorridendo.
«Esatto!»
Non potevo credere ai miei occhi…stavo camminando per le affollate e colorate strade di Barcellona.
«Sbrighiamoci, ci aspettano a casa di Maria Consuelo»
«Oh….ma davvero? Che coincidenza!»
Lizrael sembrò impaziente di incontrare questa donna e Matt lo prendeva in giro, ma cosa stava succedendo?
Arrivammo davanti ad una piccola casa stracolma di fiori, erano ovunque. Mi accorsi che più ci avvicinavamo più la spalla iniziava a bruciare. Lizrael bussò alla porta e un anziana signora venne ad aprire. Era una vecchietta tutta pelle e ossa, non capivo come riuscisse a reggersi in piedi.
Lizrael la guardò con una strana espressione…era dolce e….non so come dire…romantica.
«Maria…»
Sussurrò e strinse in un abbraccio la vecchietta.
«Lizrael…no cambió en absoluto»
La voce dell’anziana signora sembrava così fragile.
«Tu eres hermosa como siempre»
« Mentiroso!»
Risero di gusto entrambi, poi ci fece accomodare in casa e il mio bruciore alla spalla non fece che aumentare. La signora scomparve in cucina seguita da Lizrael lasciandoci in salotto. Parlavano entrambi in spagnolo per cui non capii cosa stessere dicendo.
«Chi era quella?»
Sussurrai a Matt, incuriosita dalla scena a cui avevo appena assistito.
«Una vecchia fiamma di Lizrael»
«COSA?»
Spalancai gli occhi…cioè…quella vecchietta era stata con Lizrael? E quando? Non riuscivo a comprendere quella situazione.
«Ma…ma...»
«Hey…non meravigliarti. Alla nostra età era una bella donna…la più bella di Barcellona»
Rise al ricordo. Ma quando l’aveva incontrata? Sicuramente in uno sei suoi viaggi nel tempo. Matt continuò il suo racconto.
«Lizrael ha vissuto migliaia di anni sulla Terra, ed ovviamente in tutto questo tempo per cercarti aveva anche le sue distrazioni. Solo che Maria non è stata una semplice distrazione, ha vissuto con lei per molti anni. Quando ha notato che la sua vicinanza la faceva soffrire se né andato . E oggi è il loro primo incontro dopo tanto tempo».
Ascoltavo Matt e osservavo quella saletta accogliente con divano e tende anch’esse con immagini di fiori. Maria doveva amare i fiori proprio tanto. Sul camino c’era un’unica e singola foto di due ragazzi. Mi avvicinai e sorpresa capii che il ragazzo era Lizrael, che non era cambiato per niente, mentre la bellissima ragazza affianco a lui doveva essere Maria. Era davvero bella, capelli ricci e lunghi color ebano, due occhi da gatta che ammaliavano e un sorriso sgargiante.
«Perché è andato via? Sembravano così felici».
Mi voltai verso Matt e vidi che i due ex-amanti erano tornati in salotto.
«Penso tu lo possa capire».
Mi disse Lizrael con un sorriso triste. A dir la verità non capivo affatto e lo guardai in attesa di una spiegazione. Fece un profondo respiro e guardò intensamente Maria.
«Rimanere tutta la vita accanto alla persona che ami e vedere che invecchia inesorabilmente a differenza di te che rimani giovane e perfetto… fa male»
Mi si accese una lampadina e capii che la loro storia d’amore era stata intensa. In quel momento alle loro spalle apparvero due figure e non appena incrociai i loro occhi la mia spalla si incendiò. Sembrava avessero appoggiato qualcosa di bollente lì e non volessero toglierla.
«Aaaaaaah»
Urlai per il dolore e mi accasciai a terra.
«Fatelo smettere!»
Ero in preda alle convulsioni, Lizrael e Matt mi vennero incontro preoccupati.
«Elly…resisti! Finirà subito»
Ma prima che potessi guardare in faccia Matt e credere alle sue parole, svenni.

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Capitolo 10
*** Capitolo 9 ***


Mi svegliai con il suono di alcune voci che provenivano da dietro la porta. Aprii gli occhi e mi ritrovai in una piccola camera da letto con un profumo di fiori nell’aria; c’era un comò con una vaso ricolmo di ogni tipo di fiore possibile e l’odore non era nauseante….anzi rinfrescava l’aria. Insieme a me in quella stanza c’era Maria, l’anziana proprietaria di casa e vecchia fiamma di Lizarel.
«Cos’è successo?»
La signora alzò lo sguardo dalla corona di fiori che stava creando e mi sorrise.
«Todo Bien?»
Non capivo cosa stesse dicendo, non parlavo spagnolo e Maria era lì ad aspettare una risposta.
«E…io….non capisco»
Dissi imbarazzata sperando mi comprendesse. Poi la porta si aprii ed entrò Matt.
«Aliann? Ti sei svegliata…come va?»
«Cos’è successo? Non ricordo….»
Lo guardai spaesata, avevo una tale confusione nella testa.
«La spalla ti fa ancora male?»
Vero! La mia spalla andava in fiamme prima; ricordavo di aver incrociato due paia di occhi e che il dolore era divenuto insopportabile.
«Chi erano quelli?»
Chiesi a Matt spaventata. Lui prese la mia mano e si sedette al bordo del letto…mi accarezzò la testa premurosamente e nei suoi occhi vidi solo sollievo.
«È tutto a posto Elly…ogni cosa ha il suo tempo. Prima riprenditi»
Mi rilassai e chiusi gli occhi, c’era Matt qui con me, potevo stare tranquilla.
«La mano va bene?»
«Cosa?»
La mano? Cosa aveva la mia mano? Aprii di nuovo gl’occhi e vidi che era fasciata.
«Ma…..ma…»
Delle immagini apparvero nella mia mente, erano immagini sfocate ma c’era Lizrael che teneva la mia mano e con un coltello incideva un simbolo a da lì fuoriusciva del sangue. Mi raddrizzai poggiandomi alla testiera del letto.
«Che cosa avete fatto?»
Urlai quelle parole. Matt sospirò senza dire nulla e fece un cenno a Maria che era ancora seduta sulla sua poltroncina intenta a finire la sua creazione. Uscì dalla stanza e poco dopo entrò Lizrael, appena lo vidi gli urlai contro.
«Cosa mi hai fatto?»
Dietro di lui apparvero un uomo e una donna, riconobbi subito i loro occhi. Erano le due figure che avevo visto prima di svenire. Mi zittii all’istante; quei due ragazzi erano di una bellezza sovraumana. Erano affascinanti, sexy e pericolosi. La ragazza era alta, magrissima e con dei capelli straordinari: lunghi, ricci e soprattutto color delle fiamme. Gli occhi erano altrettanto rossi e ammalianti e una bocca rossa seducente. Indossava un jeans nero attillato e una giacca di pelle nera che contrastava con i suoi capelli. Pensai subito alla famosa espressione “Femme Fatale”….tutto di lei era fatale. Quegli occhi  però li avevo già visti, ma non ricordai dove. Il ragazzo affianco a lei veniva quasi oscurato dalla sua presenza, ma non appena gli diedi la giusta occhiata capii che lui era molto più sexy e pericoloso. Ciò che catturò la mia attenzione furono gli occhi, di un verde-azzurro magnetico e mi stavano fissando. La bocca si aprii in un ampio sorriso seducente e malizioso; distolsi lo sguardo.
«Aliann calmati. Ho dovuto prendere un po’ del tuo sangue per darlo a loro, così tu potrai stargli vicina senza avere problemi»
Il mio sangue? E cos’erano…vampiri? Ma che diavolo stava succedendo?
Il ragazzo nuovo si avvicinò sempre sorridendo.
«Tu devi essere Aliann»
Diamine…anche la sua voce era perfetta, così profonda e sensuale.
«Io sono Samael e lei è Lilith»
Mi prese la mano e la baciò. Spalancai gli occhi, sorpresa da quel gesto. Le guance divennero rosse….lo capii dall’espressione imbarazzata di Matt e quella divertita di Lizrael.
«Basta con questi convenevoli…te la senti di affrontare il tuo primo viaggio stasera, si o no?»
Aveva parlato Lilith e come mi aspettavo la sua voce era squillante e tenebrosa allo stesso tempo. Aveva un senso di ambiguità in tutto.
«Io non……non lo so»
Sussurrai impacciata davanti a quella donna perfetta.
«Benissimo…..abbiamo finalmente la possibilità di rintracciare i demoni e lei non sa che fare»
Imbarazzata mi feci ancora più piccola e rossa di quanto già non fossi. Per fortuna Matt venne in mio soccorso.
«Lilith! Sarà pronta per stasera….è ancora scossa per quello che è accaduto, fatemi parlare con lei e vedrete che non ci saranno problemi.»
Lilith uscii stizzita dalla stanza, seguita da Lizrael che mi salutò con un sorriso. Samael uscii per ultimo.
«A dopo, ma petit!»
Finalmente fummo soli….io ero leggermente spaventata da quella serie di eventi, avevo così tante domande da fare ma non trovavo il giusto ordine per far si che Matt riuscisse a rispondermi chiaramente.
«Aliann…»
Sussurrò prima di fare un profondo respiro e guardare le nostre mani intrecciate.
«Perché avete preso il mio sangue?»
Fu la prima domanda che uscii dalla mia bocca.
«Abbiamo dovuto legarti a Lilith e Samael così non sentirai più nulla alla spalla. Essendo tu la reincarnazione di Alexiel e quindi l’ultima speranza di liberare la Terra dai demoni o Angeli Caduti, come li vuoi chiamare, hai la facoltà di individuarli  e quel dolore intenso che provi alla spalla è il simbolo del Tempo che si attiva. E puoi ben capire quando si attiva.»
Ascoltai la spiegazione di Matt attentamente…quindi se prima alla vista di Samael e Lilith si era attivato, vuol dire che….che loro erano….
Matt si accorse della mia espressione sconvolta.
«Aliann non preoccuparti loro sono dalla nostra parte, lavorano al fianco di Lizrael da molti, moltissimi anni.»
«Cos’era quel discorso sul mio primo viaggio nel tempo?»
Fu l’altra domanda che riuscii a fare con tutto il caos che avevo nel cervello.
«Niente di pericoloso, ci sarò anche io…dobbiamo solo andare a casa di una contessa del XIX secolo»
COSA? Matt vide la mia faccia alquanto sorpresa e si mise a ridere.
«Dobbiamo solo andare lì e incontrare questa donna, una vecchia conoscenza di Lizrael. Sarà lei ad ospitarci durante la nostra missione. Dobbiamo avere un appoggio e qualcuno di cui fidarci; e poi ci dovrà insegnare le buone maniere per partecipare alla soirée e al ballo del marchese di Cholmondeley. Lilith e Samael pensano di aver individuato un demone in quella famiglia. E infine dobbiamo incontrare la contessa Harewood per scegliere gli abiti adatti»
«Abiti?»
Domandai perplessa.
«Certo, non possiamo andarcene in giro nel 1816 in jeans e maglietta. Non vogliamo attirare l’attenzione»
Ok…ora potevo svegliarmi da quel sogno assurdo. Quella sera avrei dovuto incontrare una contessa morta da centinai di anni e imparare il bon ton del XIX secolo?
Totalmente assurdo e assolutamente entusiasmante.

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Capitolo 11
*** Capitolo 10 ***


Quando tornammo nel salotto per parlare con gli altri li vidi sistemati nel piccolo spazio vicino al camino intenti in una discussione. Tenevo stretta la mano di Matt nella mia e nascondevo metà del mio corpo dietro il suo…mi sentivo giudicata non appena i loro occhi si posavano su di me. Si accorsero di noi e smisero di parlare. Lizrael ci venne incontro.
«Le hai spiegato tutto?»
Chiese con voce seria, tenevo bassa la testa per non incontrare i suoi occhi…per non incontrare i loro occhi e vedere le loro espressioni scettiche.
«Si…è pronta, non dovete preoccuparvi.»
A quelle parole sentì dei borbotti provenire dai due nuovi arrivati e imbarazzata provai ad alzare lo sguardo incontrando gli occhi di Lizrael. Mi guardavano fiduciosi…arrossì e spostai lo sguardo dall’altra parte. Matt si accorse della mia reazione e strinse ancora di più la stretta sulla mia mano, voleva che non mi preoccupassi di niente…voleva farmi sapere che lui era lì con me. Di rimando guardai il suo viso e quando i nostri occhi si incontrarono sorridemmo entrambi.
«Bene…allora possiamo andare! Non sprechiamo tempo!»
Fu Lilith a parlare, con una voce spazientita, appena la vidi capii che non mostrava la minima simpatia per me. Ero lì giusto come oggetto da usare per portare a termine il loro compito e poi da gettare via. Mi sentivo così insignificante paragonata a lei.
Incontrai di nuovo i suoi occhi e capii dove li avevo visti…era stato quello stesso pomeriggio, prima di arrivare a Barcellona, erano gli stessi occhi che aveva Matt poco prima di saltare nel tempo.
Mille domande si formarono nella testa…ma avevo paura a scoprire la risposta, così le lasciai così, sperando che svanissero così come erano apparse. Lasciai la mano di Matt e lui mi guardò preoccupato.
«Sto bene» lo rassicurai con un sorriso.
«Allora sistemo due cose con Lizrael e possiamo andare, aspetta qui»
Matt segui Lizrael in cucina lasciandomi in compagnia di Lilith e Samael. La prima si andò a sedere sul divano accavallando le gambe da far invidia a qualunque modella. Samael si avvicinò e mi sorrise, io imbarazzata abbassai lo sguardo prima di perdermi nel mare dei suoi occhi.
«Quindi Matt ti ha spiegato tutto.»
«Si» risposi impacciata.
«Dovrai imparare moltissime regole sulle buone maniere da tenere durante una conversazione…ad esempio, quando si parla con un galantuomo è maleducato non guardarlo in faccia»
Mi prese il mento delicatamente fra le sue dita e mi fece voltare in modo da incontrare il suo viso, che si trovava a pochi centimetri dal mio. Io sorpresa da quella immediata vicinanza invece di allontanarlo mi bloccai. Ci guardammo negli occhi intensamente….io perché immersa nei suoi occhi e lui aveva un espressione che non capivo; come se cercasse qualcosa aldilà del mio viso, come se ci fosse qualcosa di nascosto da scoprire. Così vicino Samael era perfetto….da mozzare il fiato ed infatti mi ricordai di respirare solo in quel momento.
«Samael…»
Lilith pronunciò il suo nome quasi come un rimprovero. Lui mi lasciò andare con un sorriso stampato sul volto e si andò a sedere accanto a quella donna perfetta. Rimasi lì in piedi, mezza tramortita sperando che quei due finalmente arrivassero. Per fortuna dopo un po’ Matt ritornò in salotto e mi venne incontro.
«Siamo pronti….io però devo andare con Lilith e Samael, tu mi raggiungi tra un po’ con Lizrael, ok?»
«Perché?» lo fissai preoccupata.
«Perché loro non sono in grado di saltare nel tempo, devono avere un viaggiatore del tempo come tramite…tu sarai quello per Lizrael…tutti insieme non possiamo andare. Cinque persone attirerebbero subito l’attenzione nel guardino di Lady Harewood.»
Ascoltai la spiegazione e mi sentì un tantino infastidita dal fatto che Lilith potesse andare via con Matt. Ma lasciai da parte quella sensazione e gli dissi che era tutto a posto…avevo capito cosa fare. Lizrael venne verso di me e mi chiese se ero pronta, gli dissi di sì, non potevo dire altro…di certo non potevo dire di sentirmi come un pesce fuor d’acqua e che quello che stavamo per fare mi sembrava ancora impossibile ma gli sorrisi sperando abboccasse alla mia bugia.
«Noi andiamo allora…raggiungeteci fra cinque minuti.»
Lizrael gli fece un cenno e Matt chiuse gli occhi per concentrarsi. Samael si sistemò dietro di lui posando una mano sulla sua spalla senza distogliere lo sguardo da me e quando si accorse che lo stavo guardando anche io mi sorrise. Lilith si avvicinò a Matt e fece scivolare la sua mano in quella di mio fratello. C’era una strana intimità in quel gesto, vidi le loro mani intrecciate e l’espressione di Lilith compiaciuta mentre osservava da vicino il viso di Matt. In meno di un secondo scomparvero in una folata di vento e rimanemmo solo io e Lizrael in quel minuscolo salotto, che ora sembrava essersi ingrandito.
Fissavo ancora il punto in cui erano spariti quando Lizrael prese la mia mano e mi ricordò della sua presenza.
«Non preoccuparti per Matt, Lilith e Samael sono due buoni amici»
Mugugnai qualcosa in risposta, poi mi voltai e mi accorsi che Lizrael aveva sul viso uno strano sorriso. Mi posò una mano sulla guancia accarezzandomi dolcemente, io arrossì. Ricevere tante attenzioni dal sesso opposto dopo vent’anni di solitudine era un tantino troppo, il mio cuore partiva all’impazzata e non dava cenno di fermarsi. Per fortuna Lizrael parlò svegliandomi da quello stato confusionale.
«Possiamo andare…ora concentrati su Matt. Immagina di essere di fronte a lui e vuoi abbracciarlo. Chiudi gli occhi  e cerca di afferrare la sua figura»
Feci come mi aveva detto ma scioccamente alzai il braccio e afferrai una mano solo che non era di Matt ma di Lizrael, che mi guardava divertito.
«Non ti stai concentrando!»
«Si invece!» risposi come una bambina indispettita.
Feci in profondo respiro, chiusi gli occhi e vidi Matt di fronte a me…era lì che mi tendeva la mano, pronto ad afferrarla.
«Brava…ora immaginati vicino a lui, immagina di poterlo toccare.»
Sentii Lizrael avvicinarsi e stringere le mie mani delicatamente nelle sue e poi quella sensazione di libertà, il vento che scompigliava i capelli e infine la terra bagnata sotto i piedi. Aprii gli occhi e mi ritrovai in un giardino di un palazzo, al tramonto.
«Ce l’hai fatta…»
Lizrael mi sorrise e mi abbracciò...io sorpresa da me stessa e da quella reazione lo abbracciai ridendo di gusto.
«Ce l’ho fatta!»
Ad interrompere il nostro abbraccio arrivarono i nostri compagni di viaggio: Samael, Lilith e il mio Matt.
«Elly sei stata bravissima!»
Gli sorrisi e gli corsi incontro abbracciandolo. Mi sentivo a casa tra le sue braccia…non c’era posto dove potessi sentirmi più a mio agio. Mi baciò la testa e sussurrò qualcosa al mio orecchio, ma io non capii, perché dalla porta del palazzo apparve una signora, una cameriera probabilmente, che cacciò un urlo. Lizrael gli andò incontro e non capii cosa disse ma la cameriera sembrò tranquillizzarsi.
«Ragazzi andiamo!»
Lizrael ci fece cenno di seguirlo e così ci inoltrammo in quel posto da favola.
Passammo dalla cucina un posto buio, non molto grande e decisamente sporco per i miei gusti ma a quel tempo, anzi in questo tempo, deve essere normale. Incontrammo altre cameriere per il tragitto intente nella pulizia della casa. Passammo per un corridoio lungo, non molto decorato, ogni tanto c’era uno specchio e qualche sedia….doveva essere destinata alla servitù quella parte del palazzo. Finalmente uscimmo da lì e ci ritrovammo in un ampio salone con un portone a destra e una lunga scalinata a sinistra in marmo che portava ai piani superiori…doveva essere l’entrata. I muri erano pieni di dipinti: paesaggi e ritratti di persone di alto rango, visto i loro abiti e soprattutto le loro espressioni. Quei dipinti sembravano animati, come se ci stessero seguendo e giudicando ogni nostro minimo movimento. Attraversata l’entrata giungemmo in una stanza che a mio parere doveva essere il salotto dove la contessa accoglieva gli ospiti. C’erano due grandi finestre che davano sul giardino ben curato, la luce non era molta a causa del tramonto, ma la stanza era ben illuminata. La cameriera  disse di accomodarci e aspettare la contessa che sarebbe arrivata subito. Samael e Lilith andarono verso la finestra e in silenzio ammirarono il paesaggio, o almeno credo facessero quello…in ogni caso erano lì in piedi vicino alla finestra silenziosi. Lizrael si accasciò sulla poltrona…sembrava avere molta confidenza con quel posto. Io e Matt ci accomodammo sul divano davanti ad un piccolo tavolino con dei fiori. Erano violette…mi accorsi però che nel giardino c’erano una sacco di fiori e quel poco spazio che avevamo percorso era disseminato di vasi con ogni tipo di fiore. Mi ricordai della casa di Maria. Era una coincidenza che due donne che conosceva Lizrael amassero in quel modo i fiori? Quella domanda girava ancora nella testa quando la porta si aprii e la cameriera annunciò l’entrata di Lady Elizabeth Harewood contessa di Wiltshire.
Entrò una donna bellissima, dai capelli scuri raccolti in una complicata acconciatura, era abbastanza giovane, notai dal suo viso. Non aveva più di tren’anni. Aveva un vestito blu con un corpetto e una gonna non molto ampia. Le spalline erano decorate con delle piccole rose blu…e le stesse rose decoravano il suo petto…per poi lasciare spazio alla fantasia leggermente color argento sulla gonna. Era bellissimo…anzi lei era bellissima. Appena vide Lizrael un sorriso apparve sul suo volto e sempre mantenendo il contegno da contessa gli si avvicinò porgendogli la mano. Lizrael si alzò fece un inchino e diede un bacio un po’ troppo lungo su quella mano delicata.
«Mi siete mancata Lady Harewood»
«Oh…potete benissimo chiamarmi Lady Elizabeth, come avete sempre fatto.»
«Non vorrei essere scortese.»
Sorrisero entrambi e notai che c’era molta più confidenza tra di loro di quanta ne dessero a vedere.
«Bene…lasciate che vi presenti i miei compagni di viaggio»
Fece un cenno verso di noi e ci alzammo…Lilith e Samael si avvicinarono.
«Le presento Lilith e Samael che sicuramente ricordate di aver già visto in mia compagnia»
I loro nomi vennero accompagnati da un leggero inchino…poi Lizrael passò a noi.
«Loro invece sono Matt ed Aliann…i nostri importanti viaggiatori del tempo»
Matt si inchinò.
«È un vero piacere fare la vostra conoscenza Lady Harewood»
Io leggermente impacciata feci un inchino senza pronunciare parola…non sapevo cosa dire davanti ad una contessa.
Lady Harewood ci sorrise dolcemente, sembrava una persona così affabile a differenza del suo aspetto.
«Vi prego non date importanza all’etichetta…so che nel vostro tempo tutte queste formalità sono svanite...vi invidio molto. E soprattutto invido i vostri abiti, sembrano così comodi, l’opposto di queste gabbie di stoffa»
«O no, i vostri abiti sono stupendi...sarebbe un sogno poterne indossare uno»
Parlai senza pensarci e subito me ne pentii…tutti mi guardarono. Chi con una aria contrariata come Lilith, chi divertita come Lizrael. Lady Harewood rise divertita da quella situazione.
«E lo indosserete signorina Aliann…non preoccupatevi. Ma poi non venite da me a lamentarvi, vi ho avvisato»
Le sorrisi…con la contessa sentivo di poter stringere un vero rapporto,  sarebbe stata la sorella maggiore che avevo tanto desiderato.

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