Strade inaspettate

di angyp
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** domenica ***
Capitolo 3: *** Piccole scoperte ***
Capitolo 4: *** Segreti ***
Capitolo 5: *** Tra colleghi... ***
Capitolo 6: *** Nubi all'orizzonte ***
Capitolo 7: *** L'aria che tira sta cambiando ***
Capitolo 8: *** La nuova arrivata ***
Capitolo 9: *** Confidenze ***
Capitolo 10: *** Decisioni e riflessioni ***
Capitolo 11: *** Minacce ***
Capitolo 12: *** Inseguimento e fuga ***
Capitolo 13: *** Il racconto di Molly ***
Capitolo 14: *** Vigliacco! ***
Capitolo 15: *** La verità di Gideon e lo smarrimento di Remus ***
Capitolo 16: *** Tonks a tutta forza! ***
Capitolo 17: *** Un altro duro colpo ***
Capitolo 18: *** Disperazione ed incredulità ***
Capitolo 19: *** Tonks non si arrende! ***
Capitolo 20: *** La strana alleanza ***
Capitolo 21: *** Il primo Natale di Teddy ***
Capitolo 22: *** Plenilunio ***
Capitolo 23: *** Il trio in Francia ***
Capitolo 24: *** Remus scappa ***
Capitolo 25: *** Il complice di Samantha ***
Capitolo 26: *** Attentato nella notte ***
Capitolo 27: *** La pozione Niente-Lupo ***
Capitolo 28: *** L'arresto e il pentimento ***
Capitolo 29: *** Visite spiacevoli ***
Capitolo 30: *** Il sogno e il risveglio ***
Capitolo 31: *** L'ultima speranza ***
Capitolo 32: *** Lo scontro finale ***
Capitolo 33: *** La fine di un incubo ***
Capitolo 34: *** Il confronto ***
Capitolo 35: *** Ritorno a casa ***
Capitolo 36: *** Fratelli ***
Capitolo 37: *** Strade inaspettate ***
Capitolo 38: *** Le ultime, importanti, decisioni ***
Capitolo 39: *** Un'altra vita ***
Capitolo 40: *** Epilogo ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Avete presente la terribile battaglia di Hogwarts? Beh,immaginate che molte persone possano tornare in vita, cioè le persone uccise da Mangiamorte o Voldemort stesso... quindi ritornano in vita: Lily, Severus, Remus, Tonks, Fred, James, Sirius, Silente, i fratelli di Molly, Ted Tonks, i folletti, Dobby... tutti insomma!Tranne le persone morte, durante gli anni, per cause naturali, e i "cattivi", cioè quelli che hanno fatto del male e distrutto molte vite.
Il ritorno non è stato semplice, o voluto da tutti, così come afferma la "Storia dei tre fratelli" riguardo alla Pietra della resurrezione, ma dopo un po' di tempo tutti hanno ripreso con gioia le loro vite e la possibile normalità. 
Non ricordano nulla del periodo in cui erano "morti", ma ricordano bene il loro passato e i momenti precedenti la loro fine. 
Il tutto per lasciare spazio a nuove prospettive e ... nuovi problemi!

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Capitolo 2
*** domenica ***


Capitolo 1 Domenica
Erano passati 5 mesi dal 2 maggio,giorno che lo aveva visto protagonista e vincitore una volta per tutte. Harry non riusciva più a dormire,nonostante si fosse girato e rigirato nel letto. Erano le 6 di mattina,un po’ presto per alzarsi,ma forse poteva sfruttarlo per preparare una bella colazione.
Si mise seduto, facendo caso alle foto che aveva sul comodino. In una c’era lui insieme ai suoi genitori, nell’altra con i suoi amici e la sua fidanzata, Ginny. L’ultima lo ritraeva con il piccolo Teddy, il suo figlioccio, con il ciuffetto di capelli rossi. Che forse il piccolo avesse capito che il rosso piaceva al suo padrino? Harry rise, pensando che tra poco sarebbe passato a prenderlo. Gli voleva troppo bene!
Verso le 8 scesero al piano di sotto James e Lily.
-Beh…come mai già in piedi?Oggi non lavori!
-Non so mamma,mi sono svegliato,non so perché!
-Tu ti sogni Ginny. Caro mio devi aspettare che finisca la scuola!
-Sì papà lo so-disse Harry arrossendo.
-Tanto c’è Teddy con i suoi capelli a ricordarti la rossa!Comunque io la tengo sempre accanto e non me la lascio sfuggire-disse James con sguardo malandrino verso la sua Lily,rossa.
Harry non era abituato a certe sdolcinatezze, soprattutto tra i suoi genitori, così tanto desiderati e ora lì, di fronte a lui. Soprattutto era contento che nemmeno il suo figlioccio fosse rimasto orfano.
 
-Come sta il mio piccolino?-Harry stava facendo volare Teddy che si divertiva un mondo.
-Guarda lui sta bene..non fa niente tutto il giorno e stiamo sempre con lui!Bella la vita così!
-Dai Dora, siamo stati anche noi bambini!-Remus tirò a Tonks un pizzicotto.
-Allora ragazzi, vi lascio un po’ di tempo tranquilli. Me ne vado in giro con Teddy!
-Sicuro Harry che non disturb…
-Macchè Remus!Dai che ci sei solo i fine settimana….
-Ok ciao ciao-Harry se ne scappò. Tonks cominciava a confidarsi molto con Harry,sapeva che da quando Remus era tornato a lavorare ad Hogwarts, non avevano più una “certa intimità”. Lavorare con Tonks era uno spasso in verità, ma alcuni particolari lo imbarazzavano ancora.
 
Remus e Tonks rimasero soli, gustandosi i loro piccoli momenti di intimità.
-Amore, che tristezza vederti solo i fine settimana … mi manchi tanto
-MI mancate tanto!Lo so Tonks, ma era l’unico lavoro che potevo fare per il momento.  Almeno mi piace insegnare, nonostante mi sarebbe andato bene qualunque lavoro.
-Però amore con il mio stipendio …
-Sì, tu a lavorare e io a casa a fare i maglioni come Molly!
-Saresti sexy con il grembiule … E niente sotto -Tonks,con sguardo malandrino, cominciò a baciare il suo maritino. Remus aveva ripreso a lavorare alla scuola di magia e stregoneria, come insegnante di Difesa contro le Arti Oscure. Si era formata una classe con alcuni ragazzi che dovevano recuperare l’anno perso, come Hermione, Ginny, Cedric, Neville e gli altri, visto che l’anno che aveva visto Piton preside non era stato molto fruttuoso. Quest’ultimo aveva ripreso invece ad insegnare pozioni, ma si era rifiutato di essere si nuovo preside e capo della casa di Serpeverde, ruolo rimasto a Lumacorno che si dedicava a supplenze varie. Invece Silente aveva ripreso il comando della scuola, annunciando però che quello sarebbe stato l’ultimo anno, perché voleva godersi poi altri anni in tranquillità. Stessa cosa la Mc Granitt, per lei ultimo anno di cattedra di Trasfigurazione, più che  altro per non abbandonare quei ragazzi che aveva seguito per anni e che dovevano diplomarsi. Ron sosteneva che fosse rimasta solo per Hermione. Harry e Ron,invece,avevano già il loro lavoro:il primo come capo Auror, il secondo si stava dedicando al commercio dei “Tiri Vispi Weasley” insieme ai gemelli.
Per Remus e Dora, il giorno seguente sarebbe stato molto importante:sarebbero andati al San Mungo da un guaritore. Volevano infatti sapere, nel caso avessero avuti altri figli, se questi potessero essere contagiati o meno dalla malattia di Remus. Nel frattempo, i due si godevano la loro domenica, malgrado il nervoso per quello che si sarebbe detto il giorno dopo.
 
 
 
 
PS  sto cercando di fare una long, la mia prima long, ma sto vedendo che è mooolto difficile. Siate clementi vi prego, dal prossimo capitolo vorrei entrare nel, diciamo, vivo della storia, quindi spero di farvelo leggere al più presto!
 
 
 

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Capitolo 3
*** Piccole scoperte ***


Capitolo 2:Piccole scoperte
-Harry!Harry ci sei?- Tonks entrò nel suo ufficio sbattendo la porta e facendo volare il tappeto. Per poco non scivolava rischiando di fare cadere il suo Teddy, quel giorno con i capelli dorati, tranquillo come al solito.
-Arrivo- il ragazzo scese dal piano di sopra- Come mai così entusiasta?Oh, ciao Teddy, ma sei sempre più bello!Dammelo in braccio.
-Sempre più pesante direi!Ma lo sai che già fa qualche magia?Tipo ha scambiato lo zucchero con il sale e Remus  ieri ha fatto un tè salato … che orrore!
-Umh ... sicuro sia stato Teddy?Non è che ti sarai sbagliata tu?
-No no! Vabbè, ma che rimanga un segreto tra noi! Uffa, come lo hai fatto a capire?
-Chissà ... comunque cosa dovevi dirmi?
-A sì! Stamattina io e Remus siamo andati al San Mungo per quel fatto ...
-Oh sì sì a momenti dimenticavo! E allora?
-I nostri bambini non saranno mai licantropi!
-Ma è bellissimo! Dobbiamo festeggiare! Questo vuol dire che..
-Che possiamo allargare la nostra famiglia senza che quel palloso di Remus si faccia venire senzi di colpa o altro!-  Ed Harry sapeva a cosa si riferiva.
- Tonks è splendido. Ma ti posso chiedere come mai? Cioè insomma, come si fa a sapere una cosa del genere?
-Veramente non ho capito, il guaritore si è messo a parlare di geni, DNA, robaccia. Ma in conclusione, siccome io sono nata Metamorfomagus, mentre Remus è diventato lupo solo dopo la sua nascita, è più probabile che i nostri figli prendano i miei geni, altrimenti no, ma sarebbero bambini normalissimi!Vero piccino?-Teddy stava battendo le mani, pensando che la mamma stesse parlando con entusiasmo per farlo giocare.
Harry non aveva capito molto bene, ma si accontentò lo stesso.
-E Remus come l’ha presa?Immagino sia felicissimo.
-Sì, insomma, se non fosse per il fatto che il Guaritore ha fatto un po’ il guastafeste.
-Perché?
-Ha chiesto a Remus se tra i suoi parenti ci fossero Metamorfomagus,che pure sono rarissimi ... lo sai Remus non conosce i suoi genitori biologici , non ha idea se fossero maghi, babbani ... niente. Questo gli ha fatto venire un po’ di malinconia.
-Cioè non ho capito:Remus è stato adottato?
Harry rimase un po’ scosso dalla notizia, non che avesse mai domandato molto al suo ex professore della sua vita passata e prima di essere morso, comunque non aveva mai sentito parlare di una cosa del genere.
-Adottato? No, no!Non dovevo dirlo … cioè si mio marito è stato cresciuto da due persone che non lo hanno fatto nascere, lui è stato affidato appena nato ai coniugi Lupin, ma lo ha saputo solo mentre sua madre era in punto di morte …
- Merlino Tonks ormai ti sei fatta scoprire spiegati meglio!
-Va bene, ma giurami che non gli farai domande indiscrete! Almeno fino a quando non gli avrò detto il pasticcio che ho combinato!
-Lo giuro! Allora dicevi?
Tonks si rese conto che aveva parlato troppo, erano in pochi a sapere quel particolare, secondo lei, irrilevante sulla vita di Remus. Raccontò bene del fatto che la madre di Remus, in punto di morte a causa di problemi di cuore, gli aveva confessato che, in realtà, lei e il suo coniuge, ormai defunto da un bel po’ di anni, non potevano avere figli, ed avevano colto l’occasione di prendersi un neonato nato da poco, cioè lui. Tonks se lo vedeva Remus ragazzo, pieno di stupore nel sapere la notizia, e si immaginava anche il suo abbattimento nel sapere che tutte le sue certezze erano cadute. Aveva già dovuto accettare la sua natura di licantropo, la convivenza a scuola con ragazzi “normali”cercando di non farsi scoprire, la prossima morte, ormai certa, della madre e in quel momento scoprire anche che era stato abbandonato da chi lo aveva dato alla luce. Suo marito ne aveva passate davvero tante.
-Cavolo che storia!Quindi non sa se i suoi genitori fossero maghi?Ma lui non ha provato a cercarli?
-In tutti i modi Harry, così mi ha detto, ma non ha trovato nulla.
-Davvero incredibile ...
-Comunque alla fine questo è il fatto …
 
 
 
 
 
 
 
Fine secondo capitolo,fatemi sapere se vi sembra una sciocchezza o se ho un’altra possibilità e continuare con la mia folle idea..perchè è follissima!Un bacio e alla prossima!
 
 

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Capitolo 4
*** Segreti ***


Capitolo 3:Segreti
-Così,per tutto questo tempo,non le hai mai detto niente?-disse Fabian guardando negli occhi suo cognato.
-No,Molly non sa e non ha mai saputo niente-rispose Arthur.
I due erano seduti in un locale babbano di Londra,cercando di restare lontani da orecchie indiscrete. Avevano rimandato per tanto tempo quel discorso,sapevano entrambi che sarebbe stato troppo doloroso parlarne,ma era arrivato il momento. Arthur sapeva,anche se non aveva mai osato domandarlo a suo moglie,che la morte di Fred,risolta per fortuna grazie alla possibilità di farlo ritornare come se nulla fosse accaduto,aveva risvegliato in Molly quel ricordo doloroso in apparenza sepolto dagli anni.
-Quindi non sa niente …
-Insomma si,l’ho già detto!Cosa dovevo fare?Voi non c’eravate,ed è facile per te parlare!Volevo dirglielo,ma poi il tempo passava,e passava, e diventava sempre più difficile per me!- Arthur aveva alzato la voce e molte persone si girarono a guardare quegli esseri dai vestiti così strani. -Se voi ci fosse stati ….
-Temo che ti avremmo impedito di rivelare il nostro segreto. Scusami Arthur,non c’è bisogno di arrabbiarsi,e solo che temo che sia ormai giunto il momento di..smetterla. Basta bugie.
-Mai detta una bugia a Molly,ho solo appoggiato quello che voi avevate organizzato.
-E ti stava bene …
-Anche io ero giovane!Ora non rifarei più una cosa del genere. Ma cosa risolveresti dicendolo ora? Lei sicuramente impazzirà,vorrà cercarlo,non sappiamo chi sia,dove si trovi,e se non fosse davvero vivo?Sono passati 38 anni non è successo ieri Merlino!- Arthur era davvero alterato. Suo cognato si ripresentava con una proposta sconcertante. Inoltre,sapeva che avrebbe perso Molly così,ne era sicuro,e non voleva,non dopo tutto quello che era stato e che avevano dovuto passare.
-Quindi faremo come se nulla fosse accaduto?
-Purtroppo … penso sia la cosa giusta ancora.
A quel punto, Fabian si alzò senza dire altro. Anche lui in fondo temeva di perdere Molly,ma il senso di colpa per averle mentito era troppo pesante.
 
 
Un piccolo capito che non vedevo l’ora di inserire dopo dei disastrosi esami  universitari … le recensioni che mi avete fatto mi hanno dato una grande carica e ho deciso di proseguire anche se lentameeeente .. un bacio spero vi incuriosisca-
 
 

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Capitolo 5
*** Tra colleghi... ***


Capitolo  4: Tra colleghi …
Remus stava riflettendo su ciò che aveva saputo il giorno precedente: i loro figli sarebbero stati sani! La sua vita non poteva che proseguire per il verso giusto. Fino a poco tempo fa non vedeva nessuna uscita dalla disperazione in cui era precipitato:la guerra avanzava, aveva perso tutti i suoi più cari amici, l’amore per Dora, il rischio di fare di lei una reietta, quel figlio a cui non voleva fare del male … e poi la sua morte proprio quando era nato il suo piccolo! E Dora? Morta anche lei … come avrebbe fatto il loro piccolo? Come poteva ripetersi un’altra storia come quella di Harry..
-Quando hai finito di sognare, Lupin, ricordati che ti stavo cercando.
Remus sembrò svegliarsi da un lungo sonno e si ritrovò davanti la figura scura di Severus Piton, suo amato e odiato collega. Entrambi si erano scusati a vicenda per il loro comportamento precedente, le cose erano piuttosto tranquille ed erano colleghi che si rispettavano, ma le occasioni di punzecchiarsi a vicenda non mancavano e questo li divertiva. Si erano presi un’enorme confidenza l’uno con l’altro,il che irritava particolarmente Sirius e James,i quali stavano alla larga dall’ex serpe verde.
-Severus,scusa non ti avevo proprio visto..
-Sentito devi dire,sono 2 ore che ti chiamo.
-Ma quando hai bussato?
-Lupin,dovresti capirlo che io alla porta del tuo ufficio non busso ,entro e basta.
-Dovrei metterci una parola d’ordine.
-Non sei così importante come credi. Comunque ero venuto per un motivo.
-Mi stai salutando perché te ne vai?Devo organizzare una festa per l’occasione?Non sono io che me ne occupo,sai con l’influenza di mia moglie potrei mettere solo palloncini rosa,il che farebbe pensare…
-Umh,spiritoso,nemmeno ai fantasmi fai ridere. No,resto qui,almeno fino a quando non ti farò cacciare di nuovo e allora chiuderai per sempre quel becco!
-Dai,ho una famiglia da mantenere adesso!
-Non ho intenzione di passare qui tutto il pomeriggio Lupin!Allora ti dovevo dire che il preside vuole un elenco dei ragazzi  dell’anno di recupero che,secondo la maggior parte di noi insegnanti,potrebbero già fare un esame prima di Natale e tornarsene a casa con il diploma.
-Davvero?
-Te lo sto dicendo!Quindi entro,cioè tra un’oretta,portami una lista e per favore non scrivere tutti i nomi al tuo solito!
-Ma tutti meriterebbero.
-Senti Lupin,il tuo buonismo accartoccialo per una sera e pensa a chi VERAMENTE potrebbe già entrare nel mondo serio dei maghi con un diploma. Il preside ha avuto un’ottima idea: i ragazzi sono troppi e gli schiamazzi sono tanti. Un po’ di scrematura farà bene. Dopo Natale potrebbe regnare un po’ di silenzio. Beh,a dopo,e non ti presentare senza quella cortissima lista che spero mi porterai.- E se andò voltandosi di spalle ad un Remus ridente.
Il lupo mannaro era contento però che il rapporto con Piton fosse così. Basta rancori,poi dopo tutto quello che aveva fatto per Harry non era proprio il caso. Purtroppo la sua vicinanza con Severus e la preoccupazione per la famiglia lo stavano un po’ allontanando dai malandrini:purtroppo erano cresciuti e le loro strade si stavano leggermente staccando. Se non avesse avuto quell’urgenza da fare sarebbe potuto correre da James per raccontargli la bella notizia avuta il giorno prima,così,tanto per riprendere le vecchie chiacchiere. Poi si sarebbe confidato riguardo al ricordo doloroso che era venuto fuori:la sua vera famiglia,mai ritrovata.Più volte aveva pensato di essere simile a quel padre senza volto:anche lui voleva abbandonare Teddy,proprio come lui era stato abbandonato da suo padre. Remus si chiedeva quali fossero state le ragioni. Ma non lo avrebbe mai saputo. Sua madre,in punto di morte,gli aveva raccontato questa verità. E,prima che ci fosse il tempo di fare qualsiasi domanda,lei se ne era andata,e lui,ormai rimasto orfano ,si era trovato a pensare che rivoleva indietro il respiro di quella donna a cui stava stringendo la mano,che del resto non gli importava niente. Poi si decise a cominciare quella lista:Hermione Granger…
 
-Remus che stai facendo?- La professoressa Mc Granitt entrò nell’ufficio del professore dopo un paio di orette.
-La lista dei ragazzi Minerva. Quella che vuole Silente.
-Certo che sei rimasto sempre quella persona seria di un tempo!
-Si,visto che la lista serve..ho alternative?- Disse diventando rosso.
-No,ma visto che la consegna è alla fine del mese,potevi aspettare!
-Fine del mese?- Stavolta il rossore non era per l’imbarazzo.
-Si..beh ora vado da Hermione  Granger che deve darmi un aiuto su una faccenda,buon lavoro!
Remus pensò che,se c’era qualcosa da accartocciare in quel momento,era la testa di quel dannato di Piton!
 
Molly,affacciata ad una delle finestre della Tana,stringeva in mano una tutina bianca da neonato con disegnata coccinella piccolissima a lato. Ne aveva fatte due completamente identiche. Una la indossava lui,l’altra l’aveva conservata,e mai l’aveva fatta indossare ai suoi figli. Era un ricordo speciale,ma molto doloroso..
“Molly,ci dispiace così tanto..il tuo bambino è morto appena nato”
Lacrime amare scesero dal suo volto. Era così piccola,eppure lo voleva a tutti i costi quel bambino. Dopo quella terribile vicenda, Arthur le era stato vicino,e lei se ne era perdutamente innamorata. Aveva cercato di colmare il vuoto lasciato con il cibo,come se volesse vedersi sempre con il pancione,e poi con tanti figli. Ma ogni figlio è una cosa a sé,nulla è paragonabile a ciò che perdi. Nessuno,tranne Arthur e i suoi fratelli,sapeva dell’accaduto. Ci sarebbe stato uno scandalo:l’alunna e il preside. Eppure ricordava ancora le emozioni che le aveva suscitato Albus Silente.
 
Lo avevo detto che era troppo folle…a presto!!!

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Capitolo 6
*** Nubi all'orizzonte ***


Capitolo  5: Nubi all’orizzonte
 
Harry Potter,capo Auror al ministero della magia,aveva convocato alcuni suoi colleghi per discutere una faccenda molto importante. Anche in tempo di pace c’era qualche problema.
-Allora vi ho convocati qui per..ecco.. discutere di una faccenda- cominciò harry con un certo imbarazzo. Era la prima volta che si trovava ad esporre un caso delicato davanti ai suoi Auror più fidati,tra l’altro più grandi di lui,quindi non era proprio a suo agio. Ma doveva farlo:tutti lì avevo la sua fiducia,primo tra tutti Kingsley,il ministro della magia,che lo aveva eletto capo subito. Tutti lo fissavano con aria seria,apparte Tonks,sorridente e tranquilla.
-Riguarda due scomparse:si tratta di Robert  Frescer,48 anni,vive in Scozia in un paesino con la moglie babbana. Il figlio Rob junior frequenta il suo primo anno ad Hogwarts. Scoparso circa un mese fa,il 10 settembre,dopo un litigio con sua moglie. La scomparsa è stata prima denunciata alla polizia babbana,ma la scorsa settimana,tramite il professor Silente,il piccolo Rob ha deciso di far sapere a noi la cosa perché i poliziotti hanno cercato dappertutto con i loro mezzi e non hanno trovato niente.
Si bloccò:la notizia di una nuova scomparsa faceva venire i brividi,in quanto ricordava ciò che succedeva ai tempi di Lord Voldemort.
-Inoltre- proseguì Harry dopo aver ingoiato un po’ di saliva- una donna,sempre residente in Scozia con marito babbano,è scomparsa  il 24 settembre,anche di lei nessuna traccia…dopo aver litigato con sua sorella,loro convivente..
-Merlino,non litigherò più con mia madre!- La battuta di Tonks,quel giorno con capelli lunghi e fuxia, aumentò il silenzio di tomba tra gli auror seduti al tavolo. –Ops,scusate,stavo sdrammatizzando,vai pure avanti Harry!
-Quando imparerai a stare zitta Tonks!-La rimproverò Malocchio.
-Insomma Harry,vai avanti daaaii- Lo scongiurò Tonks,imbarazzata visto che tutti la stavano guardando.
-O si –in effetti non aveva fatto ancora quel collegamento:entrambe le persone scomparse dopo una lite con un familiare.-Dicevo si tratta di Susan Pavel,42 anni,dopo il diploma alla scuola di Hogwarts,si è tasferita in Scozia ed è diventata casalinga a tempo pieno. Non ha figli.
-Invece che mestiere fa Frescer?- Chiese Emmeline Vance.
-Non abbiamo informazioni circa …
-Potter,ora della scomparsa?Eventuali nemici?Uso regolare della bacchetta?Precedenti?Schedature?Allora?Sai dirci solo dettagli sulla vita privata di queste persone?- Si alterò Malocchio. La verità era che nutriva un po’ di invidia nei confronti del giovane Harry,seppur stimandolo. Quando il vecchio aveva deciso di rientrare in carica,non si aspettava di sottomettersi ad un ragazzino.
-Ecco,io,non lo so- Aveva ragione Malocchio:che razza di informazioni era stato in grado di dare al suo gruppo? Stava facendo la figura dell’idiota e si sentiva terribilmente a disagio.
-Malocchio su!Secondo te perché Harry ce ne sta parlando?E’ nostro compito raccogliere le informazioni e trovare questi poveretti!Se no a cosa serviamo?- Tonks intervenne in aiuto ad Harry,il quale le fu molto grato.
-Su ragazzi,la pacchia è finita!Bacchette alla mano e si va all’azione!- Tonks  si alzò portando la bacchetta in aria in segno di vittoria.
- Ninfadora abbassa le armi;inoltre Potter deve affidare il compito a qualcuno-fece Savage.
-Si si,stavo appunto per farlo … ecco Tonks e Dawlish potreste andare voi.
-Devi ordinarlo Potter!- esclamò Malocchio.
-Dai Malocchio,il concetto si è capito! Lo consideri fatto capo.
-Certo capo- Fece Dawlish,contento di esser stato accoppiato con Tonks,per la quale ultimamente aveva una certa “simpatia”.
-Allora è deciso. –Fece Harry –Beh,la riunione è sciolta.
Tutti si alzarono,qualcuno fece i complimenti ad Harry per la sua prima riunione come capo dandogli una stretta di mano,a cui lui si limitava a rispondere con un grazie silenzioso. E dire che quando si era visto con Hermione ad Hogsmede aveva fatto le prove! Poi arrivò il turno di Tonks:
-Bravo ,ora sei svezzato!
-Bah ho fatto una figuraccia!Comunque grazie Tonks mi hai salvato.
-Si?Pensavo di aver guastato tutto con la mia battuta. Comunque proprio con Dawlish dovevi mettermi?
-Perché?
-Come perché?Ha una cotta per me,si vede. Vabbè posso andare capo?
Harry annuì sorridendo e pensò che era un bene avere Tonks:la sua pazzia rendeva più allegra l’atmosfera.
 
 
Nel frattempo,alla Tana,Molly parlava con Arthur:
-Racconterò ai ragazzi la mia storia,devono sapere che avevano un altro fratello.
-Ma Molly,non ha senso secondo me. E poi quale fratello?Il tuo bambino purtroppo non ha avuto la gioia di … vivere- fece Arthur titubante,in quanto sapeva che stava dicendo ancora la stessa bugia. I fratelli Prewett avevano deciso di non lasciare quel bambino nelle mani della giovane Molly,allora solo quindicenne e soprattutto sola,senza genitori,con solo quei due fratelli. Gideon aveva trovato una famiglia a cui dare il bambino,e avevano fatto credere a Molly,che era svenuta durante il parto,che il piccolo non era sopravvissuto. E avevano fatto anche una piccola tomba,ovviamente vuota,dove i primi tempi la ragazza portava dei fiori.
-Lo so Arthur,non c’è bisogno che tu me lo ripeta! E’ normale che a te non importi visto che non era tuo figlio-Fece Molly arrabbiata- Ho deciso di farlo perché quando ho visto Fred a terra durante la battaglia,insomma,ho pensato che non sarebbe stato giusto dimenticarsi di lui,e fare come se non fosse mai esistito!Ecco perché voglio ricordare quel piccolo!E i miei figli conosceranno una parte della mia storia!
-Va bene Molly - Fece Arthur con aria rassegnata. Non poteva insistere,non si sentiva nella posizione. Forse era l’occasione giusta per dire la verità…
-Farò vedere ai ragazzi la prima tutina che abbia mai fatto in vita mia- disse Molly prendendola tra le mani- anzi ne feci due completamente identiche:una la indossa lui,peccato non averlo mai visto..
A quel punto,la rossa scoppiò in lacrime. Suo marito l’abbracciò,domandandosi perché,seppur amandola così tanto,doveva farla soffrire così.
 
 
Remus,prima di andare a dormire,scrisse la buonanotte alla sua Dora e a Teddy. Ma non riusciva a prendere sonno,sommerso nei suoi pensieri. Allora prese tra le mani la tutina bianca da neonato con disegnata lato una bella coccinella:l’unico oggetto che possedeva dei suoi genitori naturali. Per Teddy ormai era piccola,inoltre il piccolo aveva talmente tante tutine azzure che quella di seconda mano non era servita. Secondo i babbani,la coccinella porta fortuna,ma Remus,rammentando tutti gli avvenimenti tristi che lo avevano accompagnato nel corso della sua vita,pensò che a lui non avesse portato poi tutta questa fortuna!
 
 
 
 
Wow!!Ho scritto parecchio oggi!Che bello!Grazie ancora per le recensioni,questi giorni dovrei pubblicare un paio di capitoli almeno,spero non vi stiate scocciando. Un bacio a presto!

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Capitolo 7
*** L'aria che tira sta cambiando ***


Capitolo 6: L’aria che tira sta cambiando
 
I giorni passavano tranquilli ad Hogwarts,e un pomeriggio:
-Professore,mi avete fatto chiamare?
-Remus,si si accomodati e serviti pure una liquirizia-Fece Silente gentilmente -ma,non dovevamo darci del tu?
-Certo Albus.
-Allora,volevo parlarti di una bella faccenda. Farò quest’annuncio stasera a cena La professoressa Mc Granitt,dopo varie ricerche con l’aiutino della signorina Granger,ha finalmente trovato una sostituta.
-Come?Credevo che quest’anno Minerva restasse fino alla fine.
-Mio caro Remus,anche se non vuole darlo a vedere,le emozioni che Minerva si è trovata ad affrontare le hanno fatto saltare un po’ i nervi e le serve un po’ di tranquillità. Voleva lasciare però i suoi alunni in buone mani,per questo ha trovato una nuova insegnante di trasfigurazione eccellente.
-E’ una donna?
-Si,e sembra essere affascinante,credo… tu sicuramente saprai dare un giudizio migliore rispetto al mio.
Quest’ultimo commento fece arrossire Remus,non tanto per il fatto che la nuova insegnante fosse bella,quanto più perché erano ormai note le tendenze di Albus Silente,oggetto degli ultimi pettegolezzi sulla Gazzetta del profeta.
-Si chiama Samantha Gretchen,dovrebbe avere l’età tua e di Severus,ma ha studiato in Francia,quindi è probabile che non l’abbiate mai vista. Ma te la presenterò stasera. Nel frattempo,volevo farti una proposta.
-Si preside?
-La professoressa Mc Granitt continuerà ad insegnare fino a Natale,quando i ragazzi meritevoli faranno il loro esame finale e riceveranno il diploma in anticipo. Poi tornerà a casa,dato che per le supplenze c’è già Lumacorno.A quel punto la casa di Grifondoro resterà senza un direttore,e quale migliore di te?
-Mi stai dicendo che…
-Vorrei che fossi tu il nuovo direttore della casa di Grifondoro!
Remus rimase sconcertato:la proposta era bellissima,era lusingato,ma c’erano dei problemi.
-Ma Albus,arrivano ancora le lettere dei genitori?
-Remus non ci pensare,tutti i genitori conoscono benissimo le precauzioni che prendi per il tuo..problemino.
“Già,problemino”pensò Remus. Non era convinto che fosse la cosa giusta accettare.
-Caro,credevo che saresti stato più entusista.
-No,preside,sono contento,davvero,ma non credo sia io la persona giusta. Anche Severus ha rifiutato,è un ruolo importante,poi adesso ho anche una famiglia e…
-Ti assicuro Remus che questo non toglierà del tempo da trascorrere con i tuoi cari. Ma ti concedo del tempo per pensarci se la cosa non ti convince del tutto.
Dunque,Remus si congedò. La cosa migliore sarebbe stato chiedere consiglio a Tonks e ai suoi amici malandrini.
 
 
 
Molly aveva avuto varie occasioni di raccontare la sua storia a Ron,Percy e ai gemelli,i quali cenavano sempre da lei,ma si era sempre bloccata. Decise di attendere fino a Natale. Inoltre,la cosa che più non le convinceva era se fosse opportuno far sapere ai suoi figli della sua relazione con Albus Silente,il padre del suo primogenito.
 
 
-Due maghi trovati morti,le denunce di scomparsa sono salite a otto. E’ tutto così macabro.-disse Tonks a Dawlish. In quei giorni avevano continuato le ricerche e si erano imbattuti in due corpi,forse si trattava dei signori Frescer e Pavel, ma erano da confermare. Inoltre le altre otto scomparse erano persone londinesi,tutti maghi,uomini e donne sulla quarantina. I due Auror con Harry stavano cercando i vari collegamenti tra le vittime. Studiando le foto,evidenti erano segni di tortura,come delle bruciature,poi la loro bocca era rossa,segno di avvelenamento,ma con che pozione?La loro ipotesi però era confermata:l’assassino era lo stesso. Chi si divertiva,proprio adesso,a torturare la gente?E le altre persone scomparse? Che il loro destino fosse già segnato?
 
 
Quella sera,ad Hogwarts,Silente si preparava ad annunciare la nuova insegnante:
-E’ con grande piacere che vi presento la nuova insegnante di Trasfigurazione,che prenderà cattedra dopo Natale al posto della nostra amata professoressa Mc Granitt. Lei è Samantha Gretchen,studiosa di magie sconosciute relative alla trasfigurazione,nonché esperta di Rune Antiche e professionista nella ricerca di nuove pozioni. Ha lavorato alle sue ricerche in Francia,dove è cresciuta e si è diplomata e specializzata,poi in Scozia. E adesso è qui con noi,ed è un grande onore!
-Però che pezzo grosso-disse Hagrid.
-Che presentazione-pensò Remus a voce alta.
-Ammirevole- fece Piton.
Dal banco dei ragazzi più grandi,Hermione,accanto a Ginny,lanciò uno sguardo complice alla professoressa Mc Granitt,che sorrise.
Poi fece il suo ingresso lei,che lasciò tutti i presenti della Sala Grande senza fiato.
-Temo che con lei le tue lezioni non saranno più così interessanti Lupin.
-Merlino- fece Remus …
 
Ecco qui..non so se vi piace ma sto continuando:questa donna darà un bel po’ di problemi a Remus e Piton..ma anche a Tonks!Un bacio a che sta leggendo la mia storia! 

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Capitolo 8
*** La nuova arrivata ***


Capitolo 7:La nuova arrivata
 
 
-Merlino …
Samantha era davvero una bella donna:alta,magra,i capelli raccolti di un colore dorato,passava a testa alta tra il banchetto volgendo sguardi sorridenti a chi la stava guardando. Si fermò a salutare il preside,poi prese posto accanto alla Mc Granitt,e fece l’occhiolino verso la direzione in cui erano seduti Remus,Piton e Hagrid.
-Severus,non è da te arrossire-fece Remus con l’intenzione di stuzzicarlo.
-Quello sposato sei tu Lupin- la controparte.
-Io non sto facendo niente.
-Te la stai divorando con gli occhi-e Piton rise di gusto. Remus non era abituato a sentire la risata del collega,e rise a sua volta.
-So solo riconoscere una bella donna,ma te la cedo visto che tu sei ancora scapolo.
-Purchè Lupin non ci abbia già pensato il nostro amico- Infatti Hagrid stava a bocca aperta. Piton gli fece un battito di mani sulla faccia e il mezzo gigante si svegliò dal sogno.
Il banchetto proseguì tranquillamente,con i ragazzi che non mangiarono quasi nulla in quanto passarono il tempo a studiare quella che sarebbe stata la nuova professoressa. Dopo cena, Remus e Severus stavano salendo insieme e parlavano. Il lupo raccontò della proposta di Silente al suo collega.
-Capito Severus?Vorrei accettare,ma nei miei confronti ci sono ancora molti pregiudizi e il preside riceve ancora lettere contro di me. Diventare il direttore di una casa aumenterà l’attenzione su di me e io non voglio…ci sono già troppi problemi. Potrebbe farlo Hagrid magari.
-Si- rispose Piton -ti capisco visto che adesso anche io sono mal visto ed è appunto per questo che ho lasciato il mio incarico e sono qui solo perché avevo bisogno di un lavoro. Tu,tra l’altro,adesso sei imparentato con i Malfoy,che hanno una nominata peggiore forse di Lord Voldemort stesso.
-Solo perché non sono finiti ad Azkaban- disse Remus con profonda tristezza –Vedo come soffre Draco,qui resta sempre in disparte. Inutile,le persone sanno solo giudicare.
-Risparmiami le tue poesie Lupin. Credo che tu debba accettare.
-Dici?
-Si. Hagrid non ha le tue competenze e,mi sta costando tanto dirtelo,sei un ottimo insegnante e copriresti questo ruolo in maniera ammirevole.
-Merlino,tu dici?Ripetimelo per favore.
-Basta,il treno dei complimenti è passato. E non c’è bisogno che mi baci.
-Grazie Severus,lo apprezzo tanto,chiederò però consiglio a mia moglie e…
- A quei troll dei tuoi amici no?
-Severus,dai,in fondo io e te siamo amici,no?- Chiese Remus lentamente.
-Amici?-Piton alzò la voce –Uno che se la fa con James Potter non può essere mio amico!
-Ma …
-Gli amici si confidano. Tu lo hai appena fatto,d’accordo,ma se ti dicessi cosa ho fatto ultimamente capiresti che non puoi essere amico mio e di Potter allo stesso tempo.
-Ma …
-Lo vuoi sapere eh?
-Scusatemi- Disse una bella voce dietro di loro. I due uomini si voltarono contemporaneamente,ritrovandosi davanti la nuova professoressa.
-Mi dispiace interrompervi,ma volevo conoscere i miei colleghi più giovani.
I due si guardarono in faccia,rilassando i volti contratti.
-Voi siete Remus e Severus giusto?
-Si- dissero contemporaneamente.
-Sono felice di conoscervi. Io sono Sam,semplicemente,per un po’ dovrò imparare da voi come si insegna.
-Samantha non è un nome che gira molto tra i maghi.
-Si,ma io non sono una strega qualunque. I miei genitori sono maghi integratissimi con i babbani e ne ammirano molto le usanze. Io,come avete udito prima dal preside,voglio varcare la soglia dell’ordinario.
- E come mai,se non sono indiscreto,hai accettato la cattedra?-chiese Remus.
-Mio caro,lo scoprirai presto. Tu devi solo conoscermi. Ma basta parlare di me. So Remus che sei sposato no?
-Si,ho anche un bel bambino,si chiama…
-Odio i bambini,piangono e basta-fece Sam. Remus si irritò parecchio,e la bella donna che avevano visto attraversare il corridoio con tanta grazia,adesso gli sembrava solo una strega montata e ambiziosa.
-Il mio Teddy è un bambino molto tranquillo ed è una gioia.
-Ma dai,sei un bell’uomo Remus,ti dovresti divertire. Altro che famiglia. So anche che sei un bel lupacchiotto cattivello.
Questo era davvero troppo per Remus,che borbottò in silenzio e preferì non rispondere.
-E tu Sev,scapolo eh?
-Vedo che sai già tutto,perché lo chiedi?
-Per conoscervi meglio,da come rispondete so già come prendervi in futuro. Comunque Sev credo sia opportuno approfondire la nostra conoscenza. Vieni con me.
Lo prese per un braccio e proseguì in avanti,lasciando il lupo solo come se non ci fosse. Severus si girò guardando Remus con aria interrogativa e facendo segno di aiutarlo.
-Non siamo amici,ricordi?-Fece Remus in silenzio,e il suo collega,con un’espressione da “questa me la paghi”,si voltò e seguì quella donna così invadente.
Guardandola,il mannaro pensò che quella donna non valeva nemmeno un quarto della sua Ninfadora! Tutto questo gli fece dimenticare cosa Piton gli stesse rivelando.
 
A casa Weasley,erano ospiti a cena Tonks e Teddy,Bill e Fleur e i Potter. Da un po’ di giorni,Lily non era di buon umore,perciò James pensò che un po’ di compagnia avrebbe fatto bene a sua moglie.
In ritardo,arrivarono insieme Harry,Tonks,capelli biondi,e il piccolo Teddy,capelli rossi. Sapeva,forse,che per Harry era triste andare alla tana e non trovare Ginny.
-Ragazzi,problemi al lavoro- Chiese Bill.
-Si tratta di quelle scomparse,vero?- Disse Arthur.
-Si,purtroppo la situazione sta peggiorando e le vittime aumentano. Fin ora,non abbiamo trovato vivo nessuno,solo corpi con gli stessi segni di tortura.- spiegò Harry.
-Quindi si tratta di una nuova minaccia?- Domandò George.
-Ragazzi,basta parlare di queste cose tristi,a casa niente lavoro,si mangia!-  Molly cominciò a servire i piatti di pietanze deliziose. A quella vista,Lily sentì un forte senso di nausea,dunque scappò in bagno sotto gli sguardi stupiti del marito e dei presenti. Dopo aver rimesso tutto,prese la prima cosa che aveva a portata nel bagno tra le mani e si asciugò i contorni delle labbra. Si rese conto che non era un asciugamano,ma una tutina da neonato.
-Mamma,tutto bene?-Harry si affacciò nel bagno.
-Si,tesoro,a ma guarda cosa ho combinato,ho sporcato questa tutina.
Harry osservò il danno e con la bacchetta cercò di pulirla. In quel momento si affacciò anche Molly:
-Ma cosa fate con quella in mano- Sembrava irritata.
-Scusa Molly,credevo fosse un asciugamano,ora la puliamo. Ma cosa ci fa qui?
-Lascia perdere- Molly la prese con furia e se ne andò,lasciando i due senza parole. Per tutta la serata fu intrattabile,e James pensò che il malumore di Lily fosse contagioso.
 
 

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Capitolo 9
*** Confidenze ***


Capitolo 8: Confidenze
 
 
 
La notizia finì sulla Gazzetta del Profeta. Il ministro non poteva tenere più nascosta la notizia,le vittime accertate erano 23 su 37 persone scomparse. Le voci poi giravano all’interno del Ministero,si era sparsa poi la voce che qualche Mangiamorte rimasto in libertà avesse cominciato la propria vendetta verso il mondo magico. Kingsley voleva anche evitare che  l’attenzione fosse rivolta a coloro che,prima uniti a Lord Voldemort, adesso erano in libertà,come i Malfoy o Regulus Black o addirittura Severus Piton. Harry,Tonks e Dawlish stavano analizzando per bene il caso,ogni volta osservando i corpi maltrattati con chissà cosa. Non era uno spettacolo bello, ma li aiutò a capire che la persona che agiva era sempre la stessa. Tutti erano morti avvelenati da qualcosa che non riuscivano a capire, ogni vittima presentava diverse reazioni a quel veleno. Inoltre,i poveretti veniva anche torturati, non solo forse con la maledizione Cruciatus, ma anche con coltelli,asce,bruciature. Le loro espressioni erano vuote perché cadaveri, ma si intravedeva la sofferenza e il sollievo dll’imminente morte.
Al San Mungo,mentre aspettavano di parlare con un guaritore che stava studiando il 23simo cadavere arrivato,Harry e Tonks stavano leggendo la Gazzetta:
 
    Una nuova minaccia sconvolge il mondo magico
   Dopo voi-sapete-chi, la pace non è ancora tornata
 
23 vittime accertate,ancora altra gente scomparsa:da settembre il panico regna tra la gente, che si domanda chi è che si diverte a torturare la gente. Il Ministro della Magia sostiene che la situazione è sotto controllo,che non c’è motivo di allarmarsi. Con Harry Potter, inoltre,anche noi della Gazzetta stiamo tranquilli:”Abbiamo a disposizione  i migliori Auror in circolazione,troveremo presto chi ha commesso ciò. Purtroppo,la responsabilità delle scomparse riguarda la stessa persona o gruppo di persone. Possiamo chiedervi di prestare più attenzione e di non lasciare soli i vostri figli. L’assassino,o gli assassini, non fanno considerazione a sesso ed età, perciò vi chiediamo di stare all’erta e di mantenere la calma”.
 
-Uffa,non mi va più di leggere.- Fece Tonks, seduta su uno degli scomodi sedili dell’istituto –Prenderemo quel bastardo, lo farà qualche sbaglio primo o poi!
-Ecco perché avrà dei complici-disse Harry.
-Quei 2 poveri bambini, se penso che potrebbero fare del male al mio Teddy…che rabbia!- Tonks si alzò in piedi.
–Kingsley la fa facile:”i migliori Auror”. Ma non abbiamo un minimo di traccia. Non credevo di trovarmi di fronte ad una situazione così!-Sbottò Harry. Tra l’altro non c’era nessuna citazione su Tonks.
-Harry, penso che dobbiamo rivolgerci al professor Piton-fece Tonks.-Se riesce a capire di cosa sono fatte le pozioni che avvelenano le nostre vittime, possiamo farci un’idea sulla nazionalità o provenienza di questo assassino, o se se li fa mandare. Conviene tenere i gufi sotto controllo.
-Che dici, dopo passiamo da Hogwarts?-fece Harry.
-Si capo,buona idea! Se il guaritore non ci tiene fino a stanotte.
-E Dawlish?
-Propongo di abbandonarlo al suo destino. Magari sta facendo lo stupido con quella che fa il the al piano di sopra. Magari,così la smette di starmi appiccicato!
Harry rise:non era male l’idea di lasciarlo lì,ma purtroppo avevano ancora tempo. Il guaritore arrivò:
-Salve,vi porto brutte notizie:stessa modalità dei precedenti,stessa esecuzione rapida:questo poveretto sarà durato solo 2 giorni,come tutti gli altri.
-Abbiamo deciso di mostrare le strane sostanze ad un pozionista esperto- disse Harry.
-Va bene, ma credo che si tratti di magia molto oscura, senza spiegazione …
 
 
 
 
 
Intanto ad Hogwarts, i giorni passavano con uno spirito un po’ più allegro, nonostante le brutte notizie che giravano. Piton e Samantha si vedevano spesso in giro insieme, e questo non poteva non notarlo il caro malandrino Remus:
-Allora Severus? Che mi racconti?-fece una volta il lupo, quando Piton era andato a consegnarli la pozione anti-lupo che gli preparava “gentilmente”ogni volta.
-Che vuoi sapere?
-Dai .. come va con Samantha?
-Non sono affari tuoi. I non so cosa fai tu con quella mocciosa!
-Tu non lo vuoi sapere!Ti potrei raccontare come stiamo cercando di diventare di nuovo genitori.
-Potrai dirmelo solo se dovessi farmi passare una sbronza, Lupin.
-Sbronza, nooo, sbronza, merlino come parli?!!!!La biondina ti ha messo al tappeto! Stai imparando il linguaggio di chi è “ben integrato” con i babbani!
-Si, ma la cosa non ti riguarda.
-Non mi riguarda? Ora voglio sapere tutto tutto- Fece Remus.
-No.
-Si.
-No.
-State insieme?
-Si- si arrese il serpe verde –ti dispiace?
-No, anzi- e tornò serio - ne sono felice. Davvero Severus, te lo meriti dopo quello che hai passato.
Remus sapeva che il professore amava Lily, e che per Harry aveva rischiato la vita. Questo lo faceva sentire inutile, forse lui per il ragazzo sopravvissuto non aveva fatto altrettanto.
-Non la amo come Lily, questo è certo, ma ho la voglia di stare con lei, di vederla, toccarla. Mi piace.
-Sono contento per te, davvero.-ribadì Remus.
-Ma se Lily cambiasse idea …
-Come dici?- Remus aveva paura un po’ di ascoltare il resto.
-Se Lily volesse stare come me, pianterei in asso tutto e tutti. Lei lo sa. Anche Sam lo sa. Ma dice che non le importa, che non dobbiamo impegnarci seriamente. E anche che cambierò presto idea, stando con lei.
-Ho capito.- disse Remus. Era questo quello che temeva:conoscere qualcosa di cui James era all’oscuro. Pensandoci, era inevitabile un confronto tra i due ex amici, Lily e Severus, ma il lupo temeva che ci fosse altro sotto. –E Lily cosa dice?
- Per vostra fortuna, ama quel dannato Potter, o così dice. Si è pentita di quello che abbiamo fatto, visto che ormai lo hai capito.
-Siete stati a letto insieme?-domandò Remus timidamente, tanto per avere chiara la situazione.
-Si Lupin, ma lo avevi già capito, non fare il finto tonto.
-E ora, come siete rimasti?
-Te l’ho già spiegato:lei dice di amare Potter, noi abbiamo sbagliato, se voglio, possiamo restare amici. Si, come se a me basti la sua amicizia! Ma dillo pure al tuo amico se vuoi, non mi importa.
Si mise le mani sul volto, Remus capì che l’argomento lo faceva ancora soffrire.
-Non dirò nulla. Mi dispiace davvero,Severus, ti posso capire.
-Non puoi capire, tu ci stai con la donna che ami … lei ricambia il tuo amore e ha lottato per averti.
-Ma  se lei stesse con un altro, vorrei solo morire …
Seguirono dei secondi di silenzio, la conversazione era passata su un piano piuttosto doloroso.
-Beh, Lupin, dato che il resto è andato male, potresti anche fare un in bocca al lupo a me e Samantha!
-Mi prendi in giro?- fece Lupin fingendosi arrabbiato.
-Crepi il lupo! Ma tanto tanto.-e se ne andò.
Remus rimase seduto dov’era. Pensò che era dovere di Lily raccontare tutto ciò. Lui ora sapeva, ma non poteva intromettersi. Oppure avrebbe dovuto avvertire il suo amico? Se James avesse saputo che lui sapeva, cosa gli avrebbe detto? “Ma perché sono voluto diventare amico di Piton? E lui mi aveva avvertito! Remus Lupin, sei sommerso nella ….. più totale”Pensò Remus. Inoltre, si augurò che tra Severus e Samantha andasse tutto bene. Quella donna non gli piaceva a pelle, ma magari era solo un suo pensiero. Un’altra delusione per Piton sarebbe stata fatale.
 
 
 
 
 Eccomi!!Ho visto che la storia viene letta e la sto continuando!
Spero sia tutto chiaro! Nel prossimo tornerò a parlare di Molly, ma soprattutto di Arthur, deciso a dire la verità alla moglie. Lo farà davvero? E come si scoprirà chi è il figlio di Molly?
Un bacio a chi legge,segue e a Fri Rapace per le sue recensioni! Spero vogliate recensire per farmi sapere se devo correggere qualcosa.
Ciaooo
 
 
 

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Capitolo 10
*** Decisioni e riflessioni ***


Capitolo 9: Decisioni e riflessioni
 
 
Arthur aveva preso la sua decisione. Ci aveva pensato tanto, ma in conclusione pensò che nulla poteva essere meglio: trovare il bambino, cioè quell’uomo, e poi riferire tutto a Molly. Forse, ma proprio forse, lei sarebbe stata più clemente e lo avrebbe potuto perdonare.
- Purché non sia morto davvero, 38 anni sono tanti- disse Fabian.
- Non fare il guasta feste! Il vero problema è:da dove e come cominciamo a cercarlo?
- Gideon sa chi è secondo me.
- Come? Me lo dici solo adesso?- Fece Arthur sorpreso.
- Non ne sono sicuro, però se è stato lui ad occuparsi del bambino dopo la sua nascita, allora secondo me ha anche idea di chi sia, o almeno dove sia finito.
- E allora chiediamo a lui no?
- Non vuole saperne di questa storia.
- Come?
- Non vuole parlare di questa storia e dice che non ne sa niente.
-Non è possibile!- Arthur battè le mani sul tavolo. Il maggiore dei due fratelli non era in casa in quel momento. A differenza del fratello minore, era molto più silenzioso e meno disponibile al dialogo. Inoltre, non voleva saperne di confessare tutto a Molly. Questo era uno scrupolo propriamente di Fabian.
- Non agitarti Arthur. Potremo provare a convincerlo.
-Ma se non ci aiuta come facciamo a trovarlo?
-E il tuo ottimismo iniziale?
 
 
Gideon sapeva eccome. Aveva seguito quel bambino da sempre. Un colpo di vera fortuna lo aveva preso in pieno: una donna aveva partorito un bambino morto, e lui subito:
-Mia sorella a breve darà alla luce un bambino che non potrà tenere. Voi registrate il vostro come nato, poi ve lo darò non appena nascerà.
-Sicuro che sarà maschio?- Aveva detto quell’uomo con gli occhi tristi in cui si stava riaccendendo la luce della speranza.
-Sicurissimo- aveva risposto Gideon, mentendo spudoratamente. La verità era che non era né sicuro che fosse maschio, nè sicuro che sarebbe nato a breve, né sicuro che il fratellino e i guaritori sarebbero stati d’accordo,né sicuro che sua sorella avrebbe dato via suo figlio, né sicuro che un grande mago come Silente si sarebbe bevuto tutto. Poi l’idea geniale: far finta che fosse morto, in fondo anche il figlio dei coniugi Lupin era morto appena nato. Sarebbe stato uno scambio perfetto. Certo, era almeno sicuro del fatto che, se almeno una di quelle cose sarebbe andata storta, lui si sarebbe trovato in guai molto seri.
Ma, grazie al fato, tutto era andato liscio, almeno fino a quando Silente non fece frequentare la scuola di magia a quel ragazzino, Lord Voldemort fece la sua ascesa, si formò l’ordine della Fenice, e chi c’era tra i membri? Lui! Era una presenza costante! Poi l’idea geniale di Fabian, ossia raccontare tutto ad Arthur. E ora? Perché sputare il rospo ora?
Questa cosa era più difficile da capire. Non era stato già abbastanza difficile collaborare con Silente dopo che aveva illuso una ragazzina? Gideon poco credeva alla storia del filtro d’amore che Molly aveva versato sul the del preside. Ma era comunque un grande mago e aveva dovuto appoggiarlo. Con il Signore Oscuro, tutto il resto passava in secondo piano. Anche vedere quel ragazzino e convivere con la paura che si potesse scoprire tutto.
Gideon sentiva di aver fatto la cosa giusta: chi lo cresceva un bambino? Molly aveva già saltato un anno ad Hogwarts, fingendo problemi di salute, ma poi avrebbe dovuto proseguire con gli studi! Le sue intenzioni iniziali erano quelle di confessare prima o poi, ma poi aveva saputo che quel bambino era stato aggredito ed era diventato un lupo mannaro! Come poteva far questo a sua sorella? Lei si stava per sposare, come rovinare la sua serenità? No, aveva fatto la cosa giusta. Peccato che Remus Lupin continuasse ad avere a che fare con loro, si era pure fatto uccidere da Dolohov!!La stessa persona che aveva ucciso lui e Fabian! Era un’ossessione quell’uomo! Come fare ad allontanarlo? Aveva bisogno di un aiuto … Remus Lupin non doveva più avvicinarsi ai Weasley!
  
 
 
 
 
E’ vero, a Remus la professoressa Gretchen non piaceva. Ma sfido chiunque ad apprezzare una persona, ormai fidanzata ufficialmente, con una persona con cui hai appena stabilito un rapporto di tutto rispetto dopo una faticaccia, che non fa altro che stuzzicarti dalla mattina alla sera. Ora le occhiate, ora l’occhiolino, ora il piedino, ora le battutine a doppio senso, ora gli schiaffetti sul sedere. Remus era cotto! Non osava parlarne con Piton, ormai preso del tutto dalla donna, però aveva l’impressione che Sam lo stesse corteggiando. Remus era piuttosto modesto, ma adesso anche i muri avevano capito che la Gretchen, o lo prendeva in giro, o prendeva in giro Piton. Il caro lupo prese allora una bella decisione. Quella sera tornò a casa, lasciando stupita la sua mogliettina!
-         Re, non ti aspettavo, come mai questa sorpresa? E’ appena martedì!
-         Non posso morire dalla voglia di vederti?- e la baciò con trasporto- Teddy dove sta?
-         A nanna, quindi abbiamo tanto tempo per noi!
Così trascorsero la serata amoreggiando come non mai. Dopo, Remus rivelò a Tonks il fastidio che gli provocava quella donna. Tonks era molto arrabbiata:
-Ma come osa? Solo io posso toccarti il sedere!- Ora vado da lei-e fece per alzarsi.
-Stai ferma- La afferrò lui –ho trovato una bella soluzione per tutti!
-Si?
-Allora, premetto che Silente mi appoggia in pieno …
-Aaaa quindi la cacciate?
- Ma no, Dora che dici?
-Hai detto che ti appoggia.
-Appoggia la mia idea, non la mia opinione sulla Gretchen. Ti dicevo che ogni sera verrò qui a casa!
-Si? Davvero Re? Farai il pendolare?
-Come?
-I babbani dicono così quando uno viaggia tutti i giorni!-disse Tonks ridendo.
-Beh, ok Dora, si farò il coso lare … mi mancate non posso stare via troppi giorni da voi.
- Ma sarà pesante farlo amore: insomma, smaterializzarsi ogni mattina e sera ad Hogsmeade e raggiungere il castello …
-Pur di stare con voi … Dora, io ti amo, e voglio stare con te, così quella tizia non mi darà più fastidio!
-Se continua, dovrà vedersela con me!
E ripresero…
 
  
 
Wow, grazie a chi segue, fa le recensioni e legge!!!
 
 
 

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Capitolo 11
*** Minacce ***


Capitolo 10: Minacce
 
 
Erano le 5 di mattina. Mentre dormivano abbracciati, un gufo cominciò a battere sulla finestra di casa Lupin. Remus, con molta pazienza, si alzò e lo fece entrare. In picchiata, il gufo si posò accanto a Tonks e cominciò a beccarla per svegliarla:
-Ho capito, ho capito sono sveglia!- disse Tonks togliendosi le coperte di dosso. –Chi si permette di disturbarmi adesso?
Aprì la lettera e scoprì che era una chiamata urgente.
-E’ di Dawlish- disse Tonks.
-Ah- Riuscì a pronunciare solo Remus. Quell’Auror non gli piaceva, sapeva che faceva il filo a Dora.
-Che c’è, sei geloso?- fece Tonks divertita. La sua espressione cambiò continuando a leggere il mandato –Merlino Remus devo scappare!
Si alzò rivoltando la coperta e facendo cadere tutto quello che si trovava sul suo comodino e scappò in bagno.
-Dora cosa succede?- Remus era preoccupato.
-Un’ altra persona è stata ritrovata, forse è ancora viva! Capisci? Stavolta è fatta! La interrogheremo! Finalmente quel dannato assassino ha fatto il suo sbaglio!- Si vestì di corsa e sparì.
Remus ormai era sveglio, andò però a vedere se il trambusto provocato da sua moglie non avesse svegliato Teddy. Invece il piccolo dormiva beato e mentre lo osservava, Remus pensò che niente era più bello dello stare a casa con chi ami.
 
 
-Niente da fare Tonks, non sono riusciti a salvarla.-Disse Harry con voce grave.
Tonks sbattè la testa contro il muro, e poi i pugni. Sperava fosse la volta buona. Invece, l’elenco cresceva sempre di più e loro non avevano fatto nessun passo aventi. Le sue urla riguardo la crudeltà di quel mostro forse si sarebbero sentite anche in Irlanda.
-Tonks, calmati!- esclamò Dawlish.
-No, no, noo! Non mi calmo, è assurdo!
In quel preciso momento, anche lì al San Mungo, arrivò un altro gufo in maniera violenta. Era indirizzato a Tonks. Lo aprì con impazienza e lesse:
Smettila di cercarmi, o te ne pentirai amaramente. I tuoi cari faranno una brutta  fine.
Il respiro di Tonks si fece più affannoso del solito. Harry prese il foglio e lesse. Dopo un momento in cui credette di non essere più in grado di muoversi, Tonks scappò avendo davanti un’unica direzione:casa. Trovò Teddy dai suoi genitori, inoltre mandò ad Hogwarts una lettera via gufo per sapere se suo marito stesse bene. La minaccia era sicuramente opera di quell’assassino. Si sedette a terra, cercando di riprendere fiato. Le venne in mente una cosa: perché proprio a lei?  Il suo nome non veniva mai citato sulla Gazzetta del Profeta, a differenza di Harry e Dawlish. Questo “qualcuno” era informato sui loro movimenti. Mettersi in competizione è tipico delle donne, pensò Tonks:che non si trattasse di una donna?
 
 
 
Al Ministero, Harry, Dawlish e il ministro Kingsley stavano ancora commentando la lettera di Tonks:
-Strano, stranissimo. I giornali non l’hanno mai nominata come Auror impiegata in questo caso, oltretutto perché minacce solo a lei?- disse Harry, preoccupato per lei ma anche per il contenuto della minaccia.
-Certo, tu sei Harry Potter, non so se mi spiego, lei è un Auror che ha avuto la stupida idea di sposare un lupo mannaro, perciò la sua stima viene ridotta ai bassi fondi!-disse Dawlish con disprezzo.
-E tu invece, sei molto stimato, vero Dawlish? Soprattutto da Tonks-fece il ministro sarcastico.
-Non parlare così di Remus! Credo che sarebbe un Auror cento volte migliore di te, se solo potesse! Oltretutto, non gli serve la stima di quattro giornalisti del cavolo se ne ha invece da persone del calibro di Silente e del ministro!-disse Harry arrabbiato. Certo, Dawlish era geloso di Remus, ma non concepiva che, dopo tutto quello che l’uomo aveva fatto, la gente lo vedesse ancora male solo perché era un lupo mannaro.
-Ben detto Harry!– disse Kingsley. Questo rese molto in imbarazzo l’altro Auror.
Ormai si erano fatte le 9 di mattina e la giornata iniziava per la maggior parte delle persone. Tonks non sapeva se raccontare a suo marito della minaccia appena ricevuta, ma pensò che fosse meglio aspettare.
 
 
Arthur e Fabian proseguivano con le ricerche da giorni ormai, ma tutto era inutile. Nessun orfanotrofio, né babbano, né di maghi, aveva notizie dell’affido di un bambino nato il 14 aprile 1960. Provarono a cercare in registri, ma quel bambino o era svanito nel nulla, cosa improbabile, oppure era stato portato all’estero subito dopo la sua nascita. Ma Fabian sapeva che Gideon non aveva fatto nessun volo all’estero. Gli venne un atroce dubbio:
-Cavolo Arthur, e se lo avesse ucciso davvero?
-Non dire sciocchezze, è impossibile. Solo che dobbiamo convincerlo a collaborare, altrimenti i nostri saranno tutti buchi nell’acqua.
 
 
Molly aveva notato lo strano comportamento di Arthur negli ultimi tempi: spesso era fuori. Eppure non faceva straordinari al lavoro. Come mai queste assenze? Si sentiva molto sola, non vedeva l’ora che Ginny passasse l’esame e si diplomasse per avere almeno la presenza di sua figlia in casa. Quando Ginny sarebbe stata libera da quel peso, avrebbe potuto fare la sua rivelazione. Ma era davvero giusto? Forse si, o forse no, come riteneva Arthur. Pensò di chiedere consiglio a Remus. Da sempre quel ragazzo l’aveva consolata quando era triste, ricordava quando stava male per la lite con Percy, quando aveva bisogno di un conforto. Nessuno sapeva aiutarla meglio di lui. Era come un figlio per lei, forse condizionata dal fatto che anche il suo primogenito era nato in quel periodo. Gli avrebbe mandato al più presto una lettera, per poter parlare con lui, sfogarsi e chiedere consiglio.
 
 
Un capitolo un po’ corto, ma posso anticiparvi che la smetterò di andare per le lunghe e passerò a fatti più concreti, almeno tra un paio di capitoli. Grazie a tutti, è bellissimo vedere che state crescendo e le recensioni! Al prossimo!
 

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Capitolo 12
*** Inseguimento e fuga ***


Cap 11: Inseguimento e fuga
 
 
Remus continuava a tornare a casa ogni sera dopo il lavoro, evitando così di incontrare sia la Gretchen che lo stesso Piton. Non sapeva infatti come spiegare al collega che la donna lo stava, probabilmente, prendendo in giro. Il guaio era che Severus sembrava così sereno dopo secoli: quando mai lo si era visto sorridere?
Una mattina, mentre il lupo era intento a preparare la prova di esame di Difesa contro le Arti Oscure, alla quale mancava pochissimo tempo, entrò nel suo ufficio, senza bussare, Samantha.
-Nemmeno tu bussi come il tuo fidanzato?-Remus alzò lo sguardo dai fogli in cui era sommerso. Solo allora si accorse che la collega indossava un accappatoio in seta rosa salmone.
-Buongiorno a te Remus!- fece la bionda con sguardo furbo –non lavori un po’ troppo?Ti si vede poco in giro ultimamente.
-Cosa ci fai qui? Ti sembra un abbigliamento appropriato questo? –disse Remus indicando l’accappatoio.
-Perché, non posso venire a chiederti un consiglio?Sei mio collega, se ti ricordi, e io ho ancora tantissime cose da imparare sull’insegnamento. Oppure io ti potrei insegnare qualcos’altro.
-Smettila, vai subito fuori.
Remus si alzò ed aprì la porta, invitando la donna ad uscire. Se fosse entrato Piton e li avesse visti così? Lo avrebbe ucciso di sicuro.
-Dai, Re, devi scioglierti un po’ …
Samantha fece scivolare l’accappatoio, lasciando libero il suo corpo completamente nudo. Remus, di fronte a lei, rimase senza parole, ma non tanto perché era molto bella, quanto per lo stupore nel vedere tanta sfacciataggine.
-Vestiti ed esci immediatamente di qui!- Riuscì finalmente a dire.
In quel momento, vicino alla porta si avvicinò una figura.
-Ops … ma cosa- Fece questa!
-O … Lily! Ma ciao, cosa ci fai qui? –Remus voleva sotterrarsi. Prese l’accappatoio e lo mise addosso alla Gretchen, che non aveva fiatato ma continuava a sorridere malandrina.
-Non è come potrebbe sembrare Lily …
-No, non sembra … niente? –Anche la rossa era nell’imbarazzo più totale.
-Vero, il lupacchiotto non mi ha nemmeno sfiorata. E’ stato un piacere! –disse Samantha con un tono che faceva pensare che stesse mentendo. Se ne andò fischiettando.
-Merlino, che tipo!-disse Lily.
-Lily davvero, non abbiamo fatto niente, quella lì mi perseguita!
-No Remus ti credo. Oggi mi ha messo due volte in imbarazzo:ero qui per parlare con Severus e 5 minuti fa me li sono trovati davanti a baciarsi vicino al suo ufficio. Ma sembra che non mi abbiano visto …
-Scusa scusa, hai detto 5 minuti fa? Ma se lei era qui da me? Ed era vestita?
-Certo, almeno!
-Che strano. Comunque Lily, dimmi perché sei qui?
-Volevo parlarti appunto di questa storia di Severus:secondo te tra quei due può funzionare?
-Secondo me la risposta l’hai avuta un momento fa:da quando quella donna si è messa con Severus non ha fatto altro che provocarmi, in ogni modo. Prima ha superato ogni limite.
-Quindi lo prende in giro?
-Ho paura di si, Lily. E non so se avvertirlo.
-Devi farlo Rem!Siete amici ormai!
-Lo so Lily, ma vedi lui a causa del suo amore per te ha sofferto parecchio e adesso sembra essere felice finalmente:come posso io rovinargli tutto?
Lily abbassò lo sguardo. Si sentiva in colpa per lui, ma nello stato di confusione in cui si trovava non poteva fare nient’altro.
-So tutto comunque, Lily- disse Remus all’improvviso.
-Sai cosa?
-Tu e Severus … si è confidato con me. Ma non dirò niente a nessuno.
-O, Remus grazie. Ti prego, non giudicarmi, sono così confusa. Sono tornata in vita e ho trovato un ambiente tutto diverso: Harry ormai adulto, Petunia disponibile nei miei confronti, Sev cambiato … Sono terribilmente confusa.
-Non ti giudico Lily. Anche io ho fatto tanto male a Dora, ma lei mi ha perdonato. Sono sicuro che anche James lo farà, l’importante è che sei certa dei tuoi sentimenti.
-E’ proprio questo il punto, non so chi dei due voglio Remus! –Lily era in lacrime.
-Lily, cerca di far ordine riguardo i tuoi sentimenti:forse per Severus provi pena per il fatto che ha aiutato Harry. Forse non è amore.
-Non lo so, so solo che il destino ci sta mettendo contro: sono incita Remus.
-Come? Incinta?
-Di James – proseguì Lily –ne sono assolutamente certa. Il guaio è che non sento di desiderare questo bambino come dovrei! Che razza di madre sono!
-Lily ascolta:adesso dici così perché sei confusa, come hai appena detto. Anche io ho provato quello che provi tu:credimi devi solo capire quello che vuoi davvero. Solo tu. Senza provare pena o dispiacere per nessuno. Devi prenderti un periodo di stacco totale.
-Vero.-riuscì a dire solo Lily. In realtà non aveva detto esattamente la verità al suo amico, ma preferì così.
-Rem … -disse la rossa dopo qualche minuto di silenzio.
-Dimmi.
-Ma perché non ci siamo innamorati io e te? Saremmo stati perfetti-disse ridendo.
-Lo so Lily, ma sei troppo vecchia per me!
E risero entrambi, prima di stringersi in un forte e caloroso abbraccio. Rimasero per un po’ così, Lily sentiva il bisogno di piangere, ma ricacciò le lacrime, cercando di farsi coraggio. Quando aprì gli occhi vide una cosa che la incuriosì parecchio:
-Remus, dimmi, che ci fa la tutina di Molly qui, nel tuo studio?
-Tutina di Molly?
-Si questa -e la prese in mano –Mi ci sono asciugata il vomito l’altra sera, perché adesso la tieni tu?
-Non lo so Lily, quella è mia. Cioè di quando ero piccolo.
-E’ identica a quella di Molly, lo stesso disegno!
Questa cosa stupì Remus:se Molly ne aveva una uguale, allora l’aveva comprata nello stesso luogo dei suoi genitori! E se invece l’avesse fatta proprio lei? Che l’avesse data a persone che conoscevano i suoi genitori? Disse a Lily i suoi pensieri:
-Andrò da Molly a chiedere, magari c’è una possibilità di trovare la mia famiglia.
-Sarebbe bellissimo Remus.
In quel momento, entrò di corsa la Mc Granitt:
-Ciao Lily. Remus corri: è scomparsa una ragazza!
 
 
 
Tutta la scuola era zeppa di Auror in quanto dalla sera precedente non si trovava Susan Restil del secondo anno di Corvonero. Qualcuno stava interrogando amici, insegnanti e altri alunni, mentre altri Auror, tra cui Tonks ed Harry, erano fuori a setacciare la zona. Non riuscivano a capire come potesse essere successa una cosa del genere e se l’assassino che stavano cercando era coinvolto anche in quella storia.
-Hai avuto altre lettere di minaccia Tonks?-domandò Harry.
-Ancora tante, non ho detto niente a Remus per non farlo preoccupare.
-Hai idea del perché siano arrivate solo a te?
-Perché la persona che cerchiamo è una donna!
-Tu dici Tonks?
-Solo una donna vorrebbe mettersi in competizione con un’alt … Harry guarda vicino al lago.
Videro una figura incappucciata posare a riva un corpo con le braccia penzolanti. Harry e Tonks cercarono di avvicinarsi il più possibile senza fare rumore, ma la figura se ne accorse, lasciò il corpo e cominciò a scappare.
-Presto Harry, non può smaterializzarsi!E’ in zona protetta.
Il ragazzo corse e corse ma, non appena stava per raggiungere quella persona, ella cadde. Il mantello con cui era avvolto si stese a terra. Era svanito nel nulla.
-No! –urlò Harry. Si avvicinò e vide che era rimasto effettivamente solo il mantello, del resto non c’era traccia. Ma Tonks? Che si fosse fermata davanti al corpo? Invece Tonks si trovava a terra svenuta.
 
 
 
-Mi senti Dora? Sono io, Remus –il lupo stava accarezzando dolcemente sua moglie. Lei cercò di mettersi ritta e capire dove si era svegliata:era nell’infermeria della scuola. Poi ricordò:mentre rincorreva quell’essere aveva sentito una forte fitta alla pancia e aveva perso i sensi.
-Non l’abbiamo preso vero? –disse con voce triste.
-No amore.
-E quel corpo? E’ della ragazza? Non c’è più niente da fare?
-E’ lei, si, è morta … una cara ragazza. –A Remus cadde una lacrima. Era stata davvero una brava alunna Susan, non riusciva a realizzare di averla persa. –Tutti i suoi amici sono distrutti e la scuola è sotto shock. Adesso è al San Mungo per i soliti accertamenti ma Harry dice che non c’è nulla da accertare.
-Ma io sono svenuta come una stupida! Perché?
-Non sei stupida Dora, solo che … aspetti un bambino.
-Come? Io incinta? Di nuovo?
-Si amore, lo ha detto Madama Chips, ha detto anche che non devi fare sforzi …
-Ma no!Non è il momento questo!Cavolo ho una missione da compiere non posso stare a riposo!
Remus la rimise sdraiata:non voleva litigare, assolutamente:
-Adesso rimettiti in sesto, poi andrai a vedere cosa puoi fare.
 
Il giorno dopo, Tonks si presentò in ufficio prima del solito e trovò già Harry:
-Capo, hai con te la Mappa del Malandrino?
-Perché Tonks?
-Si o no?
-Si si, ma cosa … ho capito!
La prese, pronunciò l’incantesimo per farla aprire ed ebbero davanti a loro Hogwarts e tutti i suoi componenti.
-Ecco, terremo così la scuola sotto controllo –disse Harry.
-E terrò sotto controllo mio marito, soprattutto. –ribattè Tonks.
-Che non sa di essere sotto minaccia.
Tonks non rispose perché stava pensando ad altro:
-Ma dov’è la professoressa Gretchen? –Non si trovava da nessuna parte.
Dopo varie ricerche, videro comparire il suo nome da uno dei nascondigli che Harry utilizzava per andare ad Hogsmede:
-Si muove piuttosto velocemente … dove sta andando?
Dal nascondiglio, il nome passò in fretta nello studio di Remus, dove si trovavano lui ed Hermione.
-Quella biondona non me la conta giusta, per niente! –disse Tonks.
-Anche a me. O Tonks a proposito:congratulazioni!
-Lo sai già Harry?
-Lo sa tutta Hogwarts!
-Se non fosse per me avremmo preso già quel maniaco.
-No Tonks:io credo che sia un’animagus.
-Come?
-Un animagus, non iscritto, che si trasformi in un piccolo insetto volatile. E’ l’unica spiegazione possibile alla sua scomparsa: non poteva smaterializzarsi, semplicemente è diventato minuscolo e non siamo riusciti a beccarlo. Inoltre Tonks avevi ragione tu: è una donna.
-Ne sei certo Harry?
-Si, si vedeva dalle muovenze:piuttosto delicate. Dev’essere anche molto magra.
-La troveremo, cavolo, prima che faccia di nuovo del male. Cerchiamo eventuali denunce di animagus non registrati.
 
 
 
 
Remus aveva ricevuto un invito da Molly, che le chiedeva di incontrarlo alla Tana per parlargli. Pensò in quell’occasione di far vedere la tutina a Molly. Forse avrebbe trovato la sua famiglia, chissà!
Bussò alla Tana, dove la rossa aprì con calore:
-Caro, ti aspettavo! Ginny mi ha scritto: tanti auguri!
-Grazie Molly!
-Speriamo sia femmina eh?
-Considerando la tua esperienza, Molly, non lo darei per scontato!
Risero entrambi.
-Comunque Tonks è molto impegnata, non è il periodo adatto per la gravidanza.
-Sono sicura che quella ragazza riuscirà a gestire tutto!E’ troppo in gamba!
-Già ... speriamo. Di cosa volevi parlarmi Molly?
-Voglio un consiglio da te; per farlo devo raccontarti parte della mia storia che quasi nessuno conosce … ti prego solo di non giudicarmi Remus …
 
 
Allora, stiamo facendo dei passi avanti. Il prossimo capitolo sarà il racconto di Molly, e vi giuro che ci saranno grandi grandi sviluppi!
Un bacio ai nuovi lettori, recensori ecc
Vi adoro tutti!!!
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

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Capitolo 13
*** Il racconto di Molly ***


Cap 12: Il racconto di Molly
 
 
Molly tornò indietro nel tempo e, come se si trovassero in un pensatoio, cominciò a raccontare la propria storia:
‘Ero al mio quarto anno ad Hogwarts, quando mi ero accorta di essermi presa un’ incredibile cotta per il preside: Albus Silente. Non avevo occhi per nessun’ altro e il mio sguardo inseguiva sempre il suo. Non vedevo l’ora che arrivasse l’ora di cena per poterlo osservare più da vicino. Credimi:a quei tempi ero una ragazza molto maliziosa. Avevo un fisico molto snello ed ero piuttosto corteggiata. Soprattutto mi faceva tenerezza Arthur Weasley, che mi inseguiva sempre e non perdeva occasione di parlarmi. Io ero molto contenta di essere così popolare, ma la cosa che mi importava di più era poter dimorare ad Hogwarts insieme al mio caro preside. Poi ricevetti la spilla di prefetto, e la mia gioia salì alle stelle. Ero così sciocca: credevo che anche il preside nutrisse una certa simpatia nei miei confronti. Ero davvero felice come non mai!
Il mio quinto anno passò con una certa tranquillità, Arthur continuava a corteggiarmi, ed io ne ero lusingata. Verso settembre, all’inizio del mio sesto anno, il preside mi mandò una lettera in cui mi invitava ad andare nel suo ufficio. Fu allora che presi il filtro d’amore che avevamo studiato a lezione con Lumacorno. Il preside voleva complimentarsi con me per il mio operato di prefetto durante l’anno appena trascorso. Mentre parlava, mi offrì un the. Riuscii a versare, non so come, tutto il filtro d’amore nel suo. Mi aspettavo parole dolci da quel grande uomo. Invece non accadde nulla. Lui continuava a parlare normalmente e mi congedò senza problemi. Ero molto delusa: cosa potevo aver sbagliato? Eppure la pozione era perfetta! Il giorno dopo, Silente mi mandò stranamente un altro gufo, ed io tornai nel suo studio:
-Molly –mi guardava con un’aria strana, diversa dal giorno prima, quasi di rimprovero.
-Si professore?
-Molly, lo sai che è vietato dare filtri d’amore, soprattutto ad insaputa dell’altra persona, soprattutto se questa persona è un insegnante o, addirittura il preside.-la voce di Silente era tranquilla, ma molto autoritaria.
-Certo, signore-risposi io,tremante. Mi guardò e mi fece paura. Continuò:
-Sai che per questo meriteresti l’espulsione? Siamo all’inizio dell’anno, con i voti brillanti che hai ricevuto ai G.U.F.O sarebbe un vero peccato.
-Ma, ma professore, io non …
-Neghi, dunque, di aver versato con l’inganno un filtro d’amore nella mia bevanda? Molly, devi essere sincera. Le bugie potrebbero farti del male.
-Mi dispiace professore:l’ho fatto- mi costrinse a dire. Lui sembrava molto sicuro di quello che stava dicendo e stava completamente esplorando la mia mente.
-Posso sapere, Molly, perché una giovane e bella ragazza come te, dovrebbe proprio su di me sperimentare i poteri di una tale pozione.
Restai in silenzio. Nel frattempo pensai ad una risposta da dare. Ma dentro di me sentivo solo quelle parole:SONO PAZZA DI LEI, OVVIO.
-Ecco, io … - cercai di dire. Ma non dissi niente.
-La tua mente è piuttosto decifrabile oggi, mia cara. Vorrei ricordarti che io, oltre ad essere un legilimens con un cervello abbastanza sviluppato, so anche riconoscere gli odori degli infusi che vengono preparati.
-Mi rincresce professore. Sono pronta ad accettare qualsiasi conseguenza- dissi io, con fare convinto, ma in realtà avevo solo una grande paura. Non volevo essere espulsa per colpa delle mie sciocchezze, non poteva essere. I miei fratelli erano stati brillanti Grifondoro, sarei stata la loro vergogna. E i miei genitori? In quel momento ero sollevata all’idea che non mi avrebbero mai visto fare le valigie per abbandonare Hogwarts.
-Non ti manderò via Molly, e nessuno saprà ciò che è successo-disse Silente, con il volto più rilassato e un piccolo sorriso. Mi sembrò di lievitare da terra. Quanto era affascinante quando parlava così!
-Tuttavia Molly, non credere che ciò che hai fatto mi sia del tutto indifferente.
Ecco, pensai, ci sarà qualche punizione, comunque sempre meglio che l’espulsione!
-Nessuna punizione, mia cara. Piuttosto pensavo che questa cosa che ti piaccio … da quanto va avanti? Io sono un uomo troppo vecchio per te, lo sai vero?
Certo che lo so, pensai, ma è per questo che lei è così affascinante. Non mi accorgevo che, mentre pensavo senza parlare perché ero come pietrificata, lui mi leggeva la mente e sorrideva interpretando i miei pensieri. Alzai lo sguardo, e ad un certo punto, dissi:
-Dall’anno scorso. Ecco.
-Molly cara, cosa speravi di ottenere con il filtro d’amore?
-Di essere ricambiata anche per pochissimo tempo!Ovvio!-Mi accorsi di essere stata troppo brusca.
-Ma io sono vecchio …
-Lo so professore.
-Potrei diventare giovane per il pochissimo tempo che ci serve- E mi fece l’occhiolino attraverso i suoi occhiali a mezzaluna.
Io lo guardavo senza capire, ma ero sempre più rapita. Prese un flacone, contenente una pozione che non conoscevo, si tolse gli occhiali e lo bevve. In pochi secondi, il suo viso si contorse, così come anche il suo corpo, e diventò un giovane bello, alto e biondo.
-Ma professore …
-Ero così da giovane, credimi cara. Ho delle fotografie se vuoi controllare.
-Ma professore …
E prima che potessi ribattere, prima che potessi realizzare quello che stava accadendo, lui mi baciò, io ricambiai e successe. Era come se stessi toccando le stelle!’
 
 
-Molly, tu e … Merlino con Silente!!!! Ma come ha potuto eri una ragazzina!!! Che razza di persona … non me lo sarei mai aspettato da lui!
-Ti prego Remus calmati!
-Sono esterrefatto!!!
-Lo so caro. Infatti tu sei l’unico a cui abbia raccontato davvero tutto.
-In che senso?
-Nel senso che ai miei fratelli ed ad Arthur ho detto che è successo tutto a causa del mio filtro d’amore.
-Ti sei data la colpa? Ma Molly lui non avrebbe dovuto farti questo! Come ha potuto?
-Ascoltami caro, sono stata io ad iniziare. Non interrompermi, ti scongiuro, altrimenti non finisco più!
 
 
‘Il giorno dopo, venni nuovamente chiamata dal preside. Ovviamente, mi ero illusa troppo, perché mi aspettavo chissà che cosa! Quanto ero sciocca!
-Molly, se vuoi puoi denunciarmi- mi disse Silente con la testa poggiata sulle mani.
-Come denunciarla?
-Non dovevo farlo, bere la pozione ringiovanante e poi fare tutto il resto. Ti chiedo perdono. Ti giuro che non accadrà mai più.
-Ma professore, allora … io credevo che lei … insomma che noi …
-Molly, mi dispiace averti illusa. Vedi, non è possibile che accada qualcosa tra noi. Né per l’enorme abisso di anni che ci separa, e tu sei molto giovane. Inoltre, da ieri ho capito che, che non condividerò mai la mia vita con una donna.
Restai allibita. Ero arrabbiata: mi stava forse offendendo? Ma mi faceva anche tenerezza: in fondo ero stata io a provocarlo.
-Va bene, professore, abbiamo sbagliato entrambi:le assicuro che non racconterò nulla in giro e che non accadrà mai più nulla del genere. La ringrazio per non avermi espulsa.
E me ne andai via. Restai a piangere amaramente sul ponte di Hogwarts. Non davo retta a chi passava e mi guardava, o osava domandarmi cosa fosse successo. Solo quando arrivò Arthur:
-Molly, perché piangi?
Gli raccontai della storia del filtro d’amore. Lui mi prese la testa e l’appoggiò sul suo petto. Cercava di calmarmi. Da allora capii che Arthur sarebbe stato molto importante nella mia vita. E avevo ragione.
Purtroppo, non potetti mantenere il segreto con i miei fratelli, perché rimasi incinta.’
 
 
Remus rimase ancora una volta a bocca aperta:
-Molly, ma come?
 
‘Non potevo dirlo a Silente, non volevamo che la storia venisse fuori. Dopo Natale, grazie ad un certificato medico, trascorsi il tempo in casa seguendo lezioni private.’
 
 
-Volevi tenerlo il bambino Molly?
-Si, da allora sono cambiata, la mia vita ha preso un’altra piega. Ero felicissima di diventare mamma!!
E proseguì il racconto:
 
 
‘Nel frattempo, mi tenevo in contatto con Arthur. E così ci innamorammo!! La cosa più bella che mi ricordo, è una lettera in cui mi diceva che voleva dare il nome al mio bambino! Disse che i suoi genitori mi avrebbero dato una mano e ci saremmo spostati. Potevamo essere davvero dei bravi genitori! Come poi lo stiamo stati per tutti gli altri.’
 
-Ma Molly, nessuno sapeva oltre Arthur della tua gravidanza?
-No, nessuno mi aveva mai visto con il pancione. Dopo magari noi due avremmo detto tutto. Adoravo quella pancia!
-Poi cos’è successo?
 
 
‘verso aprile, prima del dovuto, cominciai a sentirmi male. Cos’ Fabian e Gideon mi portarono in ospedale, dopo mi dissero che dovevo far nascere il bambino. Scongiurai loro di chiamare Arthur, ma lui era a scuola, non poteva venire. Durante le mie prime spinte, svenni.
Al mio risveglio, c’erano i miei fratelli accanto al letto con aria tranquilla. Credevo fosse tutto a posto. Poi però, Gideon disse:
-Molly, mi dispiace tanto, ma il tuo bambino è morto appena nato.
Mi crollò il mondo addosso, volevo troppo quel bambino, avevo cancellato la cotta per Silente, volevo solo lui. Invece era morto. Non ebbi il coraggio di guardarlo. Pretesi che venisse seppellito. Ogni tanto vado a portargli dei fiori.’
 
-Molly, mi dispiace tantissimo, non sapevo che ti portassi dentro questo grande dolore- Disse Remus. Era scioccato, la storia era davvero triste. Perché Silente aveva permesso ciò? Come aveva osato?
-Senti, ma poi Silente lo ha saputo?
-Si, a settembre tornai ad Hogwarts per il mio settimo anno, dopo aver superato un esame. Silente ebbe occasione di guardarmi negli occhi e di leggere tutto il dolore che mi portavo dentro. Il preside rimase malissimo, anche perché capì le mie intenzioni di tenerlo fuori della faccenda. Ma che pretendeva? Se non fosse stato per Arthur, non so come avrei fatto a continuare la mia vita.
Le scesero delle lacrime sulla guancia:da tantissimo tempo non parlava di quei momenti, li aveva rivissuti soltanto vedendo il corpo di Fred.
-Allora Remus volevo chiederti:secondo te è giusto che ne parli con i miei figli?
-Ho capito Molly: non vuoi che il tuo bambino resti lì come se non fosse mai esistito.
-Sapevo che mi avresti capito.
-Allora fallo Molly.
-E cosa penseranno di Silente?
-Che ti importa Molly? Ciò che conta è quello che vuoi tu. Tu sei una madre fantastica, è terribile che tu abbia vissuto questo grande dolore. Hai tutto il diritto di parlarne, se questo ti farà stare meglio.
-Grazie, caro- Molly lo abbracciò forte. Mentre lo teneva abbracciato, disse:
-Avrebbe avuto la vostra età, sono sicura che tu e lui sareste stati buoni amici.
-Senza dubbio sarebbe stato un grifondoro. Merlino, amico del figlio di Silente!
-Sai, durante la mia gravidanza imparai a cucire. I miei primi lavori sono state 2 tutine identiche. Aspetta un attimo.
Salì di sopra. Nel frattempo, Remus tirò fuori quella che voleva mostrarle.
-Ecco, guarda che bella!
-E’ bella Molly, è proprio … è uguale! Guarda!
E mostrò la sua. Le 2 erano identiche:stesso colore, stesso disegno di coccinella, stessa lavorazione. Molly diventò bianca: perché Remus aveva quella tutina? Doveva stare seppellita con suo figlio. Perché?
-Allora Molly? L’hai fatta tu? Mi rispondi?
-E’ … sicuramente mia … ma non capisco perché la tieni tu?
-Mia madre mi disse che quando mi portarono da lei tenevo solo questa. Ti ricordi Molly? Non sono cresciuto con i miei genitori naturali. Questa tutina è l’unica cosa se mi rimane della mia vera famiglia. Quando Lily mi ha detto che ne tenevi una identica, allora ho pensato che forse era la volta buona di ritrovarla! Allora Molly? L’hai regalata a qualcuno?
Molly era persa: adesso aveva un presentimento. Ma non poteva essere vero, sarebbe stato incredibile.
-Re … remus, quella tutina l’avevo data per vestire il corpicino di mio figlio. Dovrebbe essere seppellita con lui.
-Forse c’è stato uno scambio …
-Non credo Remus- Molly non tremava più. Se quello che pensava fosse stato vero, c’era una maniera per verificarlo.
-Vieni con me!
-Dove andiamo? Molly?
 
 
 
Era sera, perciò al cimitero non c’era nessuno. Molly correva con passo deciso. Non vedeva l’ora di togliersi questo dubbio. Ma non riusciva a  capacitarsi. Dietro di lei, l’uomo si poneva numerosi interrogativi che sperava fossero risolti. Molly era strana, non l’aveva mai vista così.
Arrivarono davanti a quella che doveva essere la tomba del piccolo.
-Molly, che vuoi fare?
-Adesso la apro. Bombarda!
Un colpo, e la terra venne rimossa, lasciando scoperta una piccola tomba bianca.  Con la bacchetta, la donna la tirò su.
-Che vuoi fare Molly, perché aprirla?
La donna non lo ascoltava. Prese ad aprirla con la bacchetta. Era evidente che non era mai stata aperta. Dopo qualche minuto, i suoi dubbi trovarono risposta: la tomba era vuota, completamente vuota.
-Molly, forse è il posto sbagliato …
-No Remus, questo vuol dire solo una cosa:mio figlio non è mai stato seppellito qui e non è mai morto.
-Non ti sembrano conclusioni affrettate?
-No, assolutamente.
Si voltò verso l’uomo, visto che aveva tenuto sempre lo sguardo fisso in avanti:
-Se mio figlio è vivo, sei tu Remus.
 
 
Non sono del tutto soddisfatta, ma spero vi piaccia.
Un bacio
  
 

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Capitolo 14
*** Vigliacco! ***


  
Cap 13: Vigliacco!
 
Tonks lanciò le più perfide maledizioni contro suo marito che non si decideva ad arrivare dopo esser andato da Molly. Era preoccupata a causa delle minacce che riceveva in continuazione:
Stai continuando, ma stai giocando con il fuoco
Continua pure,la pagherai cara
Cara Tonks, tu vuoi il male della tua famiglia E altre bruttissime parole. Oltre tutto, in quel momento aveva bisogno di un grande sostegno: sua madre la stava facendo impazzire da più di un’ora provocandole un mal di testa terribile;Teddy piangeva, e il suo pensiero era fisso alle ultime scoperte su quell’assassina. Prima la beccava, prima sarebbero cessate le minacce.
-Dico Ninfadora, non potevate aspettare? Vuoi battere il record di Molly Weasley, vero? Tu e tuo marito non fate altro quando state insieme? Sei un Auror, non puoi sfornare bambini senza sosta! Teddy non ha nemmeno un anno! Come farai quando dovrai cambiare il pannolino a due bambini? Siete due completi incoscienti, senza responsabilità! E tuo marito? Appena arriva mi sente. O se mi sente. Lupastro da strapazzo.
Teddy urlava sempre di più, coprendo le grida della nonna.
-E poi guarda che casino questa casa! Ma non pulisci mai? Crescerete due bambini in una stalla!
 Ted, il papà di Ninfadora, prese in braccio il piccolo che continuava ad urlare e, vedendo sua figlia in difficoltà, cercò di alleggerire la situazione:
-Su, Dromeda, ci siamo noi a dare loro una mano. Scommetto che avranno un altro bel fagottino come questo qui!
-Taci! –disse la donna. Era furiosa adesso –Non è giusto poter contare su di me! Io e te abbiamo cresciuto questa peste da sola.
-Mamma, stai zitta tu! –disse Tonks urlando. Teddy strillò più forte e il nonno cercava di cullarlo per farlo calmare.
-Questa discussione non ha senso. Come hai appena detto sono un Auror, non ho il tempo di pensare alle pulizie della casa! C’è un’assassina in giro che massacra gente ed io la devo prendere. Inoltre sono grande, posso fare quello che voglio con mio marito, non devo chiedere il tuo permesso. Se non vorrai aiutarmi, pazienza. Non posso farmi il sangue amaro ogni volta che c’è un evento felice nella mia famiglia!
-Ma Ninfadora, proprio adesso …
-Proprio adesso te ne devi andare mamma! Non sto bene, ho la testa altrove, volevo prendermi questa serata per riposarmi e arrivi tu con le tue solite paranoie. Ho bisogno di avere la mente concentrata … per favore papà, portala via.
Ted si alzò, mise il piccolo ancora urlante nel seggiolone, diede un bacio in fronte a sua figlia:
-Vedi di non stressarti, mi raccomando. Sai che su di me puoi contare.
Il suo papà! Quanto lo adorava! E’ vero che nemmeno lui aveva accettato Remus all’inizio, ma adesso non dava più peso alla cosa. L’uomo inoltre era felice che tutti i suoi nipotini sarebbero nati sani.
Ted afferrò la mano di sua moglie e se ne andò.
Tonks prese Teddy in braccio e pian piano lo fece calmare. Ma dov’era Remus? 
-Merlino, cosa gli sarà successo? –le salì la preoccupazione. Non poteva prendere alla leggera le minacce che aveva ricevuto, perciò, non appena il piccolo si fu calmato, uscì con lui a cercare Remus.
 
 
 
La pioggia aveva cominciato a cadere, andandosi a confondere con gli occhi lucidi di Molly.
-Sei mio figlio …
-Molly, adesso basta! –esclamò lui, alterato. Ma cosa le passava per la testa? -Stasera sei in suggestione, ti sei lasciata trasportare dal fatto che mi hai raccontato la tua vera storia. Sei confusa.
-No Remus, forse stasera sono più lucida che mai. Puoi essere solo tu! La tomba è vuota, lo hai visto, non è mai stata aperta, nessuno potrebbe aver rubato il corpo! Tu hai la stessa età di mio figlio, sei stato adottato appena nato, per Merlino,  e hai la mia tutina! Nessuno poteva averla, se non mio figlio.
-Molly, sono solo delle dannate coincidenze. Solo coincidenze.
-Lo so che sembra assurdo, ma credimi, credo che sia l’unica spiegazione possibile. Tu sei figlio mio, Remus. Mio e di Albus Silente. Lo sento, lo sento davvero.
Remus fissava la tomba vuota pietrificato. Figlio di Molly … e di Silente … era tutto assurdo!
-E mi spieghi perché tu sapevi tutt’altro? Perché questa recita? Mi hai detto la verità?
-Non lo so perché mi avrebbero mentito, non ne ho idea.
-Io sono nato il 10 marzo 1960, non ad aprile. Chiarisci prima tutto con i tuoi fratelli Molly. Non facciamoci illusioni. Per me non succederebbe niente, ma lo dico per te: non illuderti che tuo figlio sia ancora vivo.
Detto questo, l’uomo fece qualche passo e sparì, lasciando Molly sola, in quel cimitero. Cominciò a salirle una rabbia disumana:perché quella scenata? Perché una tomba finta? Che stupida, solo quanti pianti si era fatta lì.
Perché tutto questo? Che ci fosse lo zampino di Silente? Si spostò di qualche metro per smaterializzarsi a casa dei suoi fratelli. La rabbia saliva. Mentre entrava nella casa, le voci di 3 uomini arrivavano potenti. Erano Arthur, Fabian e Gideon:
-Non sono fari miei!- disse il maggiore.
-Ma Gideon, se non ci aiuti non lo troveremo mai!-disse Arthur.
-Te lo ripeto, non sono cose che mi interessano.
-E’ tutto inutile, non collaborerà mai –disse Fabian. –Ascoltami, fratello, Molly racconterà probabilmente tutto ai suoi figli a Natale, quando Ginny avrà finito gli esami del diploma. Pensa che,se ritroviamo suo figlio prima che racconti questa triste storia, per giunta falsa, avremo qualche possibilità di essere perdonati!
-Giusto!- confermò Arthur.
-Io invece non ne sono convinto-disse Gideon.
-Nemmeno io-disse una voce femminile alle loro spalle. Tutti e tre si voltarono e guardarono negli occhi Molly.
-Mo Molly … co-co-cosa hai sentito?-chiese Arthur con la voce tremante.
-Tutto … ma avevo già capito da sola- era furiosa e aveva la bacchetta alzata, come volesse colpirli da un momento all’altro –E tu sapevi tutto? Tu? Mio marito? Vigliacco!
 
 
Remus vagò come un barbone in giro per le strade di Londra, sotto una pioggia molto fitta. Le strade erano zeppe d’acqua ormai, le auto dei babbani sfrecciavano ad alta velocità bagnando i passati. Ma il mago non pareva accorgersi di quello che accadeva intorno. E se Molly avesse avuto ragione? Perché no, cosa ne sapeva lui della sua vera famiglia? E allora, cos’era lui? Il figlio di una cotta di una ragazzina, passata come una foglia spazzata via al primo soffio di vento? La pazzia di un uomo che aveva sempre dichiarato che a lui le donne non piacessero? Un momento …
 Silente era gay! L’uomo sentì una fitta al cuore: Silente era stato capace di una cosa del genere? Approfittarsi di una ragazzina? Come aveva fatto lei a perdonarlo? “Che razza di persona sono io?” Pensò Remus … figlio di un evento che non doveva accadere, figlio di passione senza sentimento, figlio del silenzio … sperò solo che non fosse vero.
 
 
 
 
-Se non mi raccontate tutto, giuro che vi crucio fino a quando non vi aprirò aperto quella dannata boccaccia! –Molly faceva paura, senza dubbio. Fabian ed Arthur guardavano Gideon, ma lui stava appoggiato sul davanzale della finestra, dando le spalle agli altri.
-Allora, volete parlare? Exspelliarmus! –Molly alzò la bacchetta in alto e disarmò gli altri. Niente poteva fermarla:se necessario sarebbe passata alle maniere forti:non era più la debole ragazzina di un tempo e per i suoi figli avrebbe dato la vita. Anche a costo di mettersi contro i suoi parenti stessi.
-Molly, ti posso chiedere come avresti fatto a capirlo? –disse Fabian tremolante.
-Quella che fa le domande sono io. Allora, io sto aspettando.
Arthur provò ad avvicinarsi a lei, ma questa sfoderò la bacchetta e lo fece indietreggiare.
-Arthur non ha colpe. Siamo stati noi, mi dispiace tanto. –disse ancora Fabian. –L’ho rivelato a tuo marito poco prima della nostra morte.  Lo pregai, nel caso fossimo morti, come appunto è accaduto, di dirti tutto …
-Oh, ma povero Arthur! E dico, come mai voi siete morti e io non sapevo comunque niente?-disse Molly, sarcastica e sempre più arrabbiata.
Arthur abbassò la testa. Era tutto vero: lui non aveva saputo nulla fino a pochi anni prima, più o meno quando Molly aspettava Ginny. Ma dopo che senso aveva parlarne a sua moglie? Il Signore Oscuro avanzava e cercare un ragazzo di cui non sapeva nulla, né il nome, né il luogo in cui viveva, era solo un motivo per farla disperare. Inoltre, l’uomo aveva avuto una grande paura di perdere sua moglie. La paura. La paura aveva rovinato tutto. Come in quel momento. Non riusciva a parlare, non riusciva a spiegarsi. La sentiva sempre più lontana.
-Perdonami … - riuscì solo a pronunciare.
-Sei un vigliacco!
-Molly … io non so chi sia …
-Io invece lo so!- fece la donna con la bacchetta ancora puntata verso i tre. Fu a quelle parole che Gideon si voltò finalmente.
-Chi è Molly?-chiese Fabian.
-Non dirmi che tu non lo sai, bugiardo!
-Te lo giuro Molly! Non lo so … io e Arthur abbiamo provato a cercarlo ma …
-Stai zitto!
Fabian indietreggiò:era la prima volta che aveva paura di sua sorella. Ora sembrava finalmente credere che proprio lei avesse ucciso quella pazza di Bellatrix Lestrange. E forse anche lui non aveva molto scampo in uel momento.
-Gideon, tu lo sai vero?-Disse Molly, e puntò verso di lui la bacchetta -E’ Remus Lupin vero? E’ lui mio figlio? Dimmelo o ti schianto.
Gli occhi di Gideon si allargarono. Ma come diavolo poteva averlo capito? Aveva ragione, quei due dovevano stare lontani. Ma lui forse non era intervenuto in tempo per separarli.
-Co … cosa dici Molly? Remus … Il Remus che conosciamo noi?-Arthur non ci credeva. Lei voleva bene a quell’uomo, ma pensare che fosse suo figlio!
-Quello? Il lupo mannaro?-disse Fabian.
-Si, Remus Lupin, anzi doveva essere un Weasley, se non ce lo avessero portato via! Allora Gideon? Solo la conferma voglio e il perché di tutto questo!
Ma il maggiore non parlava. Per Molly fu troppo.
-Stupeficium!
Un tonfo e l’uomo venne scaraventato sulla parete. Gli altri due cercarono di fermare la donna, ma ormai era una furia.
-ALLORA? –urlò con tutto il fiato che avesse in gola.
Gideon si alzò, dolorante, la guardò negli occhi pieni di odio. Non aveva altra scelta ormai.
-Si, quel tizio è figlio tuo e di Albus Silente.
Questa  volta il tonfo fu provocato da Molly. Troppe emozioni quella sera. Era impossibile per lei non svenire.
 
 
 
Remus tornò a casa e trovò sua moglie furente. Il suo viso sconvolto fu attraversato da una marea di schiaffi.
-Hai idea di come ero preoccupata? Lo sai che siamo minacciati? No, non lo sai, ma c’è un’assassino in giro e tu sparisci e non dici niente? E’ mezzanotte ti ho cercato dappertutto con il bambino che doveva mangiare … maledetto mi fai morire!
-Come sotto minaccia? –disse Remus, con la voce che gli usciva senza che lui la sentisse.
Tonks si calmò un secondo e potè vedere come l’uomo fosse ridotto. Pensò che forse avesse a che fare con quell’assassino.
-Ma … amore va tutto bene?-gli chiese.
Remus cominciò a piangere e l’abbracciò:
-Non va bene niente … niente.
 
 
Ciao!Mi sono ritirata dalle ferie solo ieri ecco perché ho tardato! Vi prego fatemi sapere cosa ne pensate è importantissimo!Un bacio e grazie a tutti soprattutto a fri!!!

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Capitolo 15
*** La verità di Gideon e lo smarrimento di Remus ***


Ciao a tutti!! Grazie ancora a chi sta leggendo la storia. Mi rendo conto che è estate e che gli utenti connessi sono pochi. Ma spero la possiate leggere tutti al più presto! Ricapitolando: Molly ha scoperto la verità e sta spronando (con la forza) suo fratello Gideon a raccontarle tutto. Forse i personaggi potrebbero sembrare differenti dal libro, spero di no, comunque un pochetto è normale, visto che è una continua, che stravolge un po’ il racconto della Rowling no? Spero vi piaccia anche questo capitolo!
 
Cap 14: La verità di Gideon e lo smarrimento di Remus
 
Molly era stata adagiata sul letto ed Arthur stava aspettando con ansia il momento in cui si sarebbe svegliata, per sentire anche lui finalmente il racconto completo di quella storia. Tramite gufo, aveva avvisato Ron e Percy, in quel momento alla Tana, di non aspettare i genitori per la cena. Era mezzanotte passata e se i due ragazzi si fossero recati a casa degli zii preoccupati per cercare i genitori avrebbero potuto ascoltare qualcosa e, Merlino, non era proprio il momento adatto. L’uomo era sconvolto: Remus, proprio Remus il figlio di Molly e Silente! Se solo lui avesse provato a cercarlo tanti anni fa, se solo avesse avuto il buon senso di approfondire la faccenda, quell’uomo, orfano da quando aveva solo 12 anni, sarebbe potuto crescere con loro, i Weasley. Ma un pensiero egoista lo invase: Remus era un lupo mannaro. Un pericolo per i suoi bambini, allora tutti piccoli. E non era suo figlio. Non era sangue del suo sangue. Inoltre era  un’altra bocca da sfamare, un peso per loro che erano così poveri. Remus era già un adulto quando Fabian aveva rivelato il loro segreto ad Arthur, infatti combatteva accanto a loro nell’Ordine della Fenice. Quindi in teoria non aveva bisogno di una famiglia … o forse si? Arthur era pieno di dubbi. Pensando all’uomo che era Remus, si sentiva un mostro per aver taciuto e per questi pensieri che gli venivano in mente. Ma cercava di giustificarsi, con sé stesso, perché forse Molly non lo avrebbe mai perdonato.
 
 
 
-Remus … sono senza parole …
Tonks non poteva credere a quello che le aveva appena raccontato il marito. Nella sua mente provò ad immaginarsi la scena: si figurò Ginny, perché forse Molly le somigliava molto da giovane, e Silente, che però non sapeva come fosse 40 anni fa, quindi se lo immaginava vecchio. Vide i due che si baciavano … e la nausea causata anche dalla sua gravidanza le salì a tal punto che corse in bagno a rimettere. Remus stava seduto sul loro letto con lo sguardo spento fisso sulla parete, che aveva mantenuto per tutto il tempo del racconto, dopo aver adagiato il loro bambino nel letto.
Sua moglie tornò e gli si sedette accanto.
-Naturalmente amore è tutto ancora da confermare … e se Molly si sbagliasse?
Lui non parlava più adesso. Era un miracolo che tutto di un fiato avesse parlato prima. Si limitò ad appoggiarsi sul petto di sua moglie. Pian piano il suo respiro si fece più pesante e si addormentò, mentre Tonks lo continuava ad accarezzare come se fosse un bambino. La cosa peggiore in tutta quella faccenda era che Albus Silente, il mago più forte, l’unico che Voldemort avesse mai temuto, avesse fatto una sciocchezza del genere. Si era approfittato di una ragazzina ingenua! Tonks era un Auror, un tipo così lo avrebbe arrestato e picchiato!  Come lo avrebbe visto adesso? Se Remus fosse cresciuto con la sua vera famiglia forse non sarebbe mai stato aggredito da Greyback e non sarebbe mai diventato un lupo mannaro. Pensò però che la vicenda poteva anche avere degli svolti positivi. Suo marito poteva aver ritrovato la sua vera famiglia, era figlio di una donna eccezionale e di un mago fuori dal comune. Aveva ben 7 fratelli! Inoltre per quanto la riguardava … Silente poteva essere suo suocero! Ora si che Andromeda avrebbe visto Remus sotto un’altra luce! Era una cosa molto figa, come avrebbe detto suo padre. Teddy e il loro futuro bambino avrebbero avuto tutti e 4 i nonni! Ma era ancora tutto da confermare. Pensò comunque di approfondire la vicenda:tenere una tomba finta non era certo una cosa regolare. E poi era stata fatta un’adozione così, senza ufficializzare niente? O peggio, se il bambino fosse stato venduto? Era una cosa da denunciare a chi di competenza al Ministero. Ma prima doveva prendere quell’assassina. Poi si sarebbe occupata di quella faccenda. Ricordò che il giorno dopo si sarebbe dovuta recare da Piton il giorno dopo. Sperò in cuor suo di non incontrare né Silente, né quella smorfiosa della Gretchen!
 
 
 
Dopo mezz’ora, Molly riprese conoscenza. Gideon raccontò tutto per evitare che sua sorella si sentisse nuovamente male:
-Conobbi John Lupin al Ministero della Magia proprio nel 1960 per questioni di lavoro. Sembrava una persona molto semplice, senza ambizioni, uno che si faceva gli affari suoi insomma. Comunque era un tipo forte, nel senso che non amava i mezzi uomini ed era piuttosto brusco quando lo si contraddiceva. Ma comunque uno serio. Conobbi anche sua moglie, Silvie: era una babbana che doveva avere circa vent’anni, molto semplice e fragile e sembrava non capire nulla di magia. Aspettava un bambino ... per puro caso avevo un appuntamento con John il 10 marzo di quell’anno a casa sua. Lui era a pezzi. Sua moglie aveva appena partorito il loro bambino, ma era morto a causa di complicazioni. E non avrebbero più potuto avere figli. Non mi stupii più di tanto, visto il fisico di quella ragazza! Fu allora che mi venne l’idea di darle tuo figlio, Molly:tu eri giovane, Arthur anche, come potevate crescerlo? E’ stata un’occasione d’oro. Silvie era d’accordo perché era disperata e voleva a tutti i costi un bambino. Chiesi loro di avere pazienza, che appena nato gli avrei dato mio nipote. E così è accaduto. La data di nascita di Remus Lupin è stata comunque registrata al 10 marzo 1960.  
-Quindi la verità è che è accaduto il contrario di quello che avevi raccontato?-chiese Arthur.
-Esattamente. Ne parlai con Fabian, che mi appoggiò, e adottammo questa farsa. Mi sembrò la soluzione migliore. Poi Molly non aveva nemmeno visto il “corpo” del bambino … fu facile fare una finta sepoltura.
A Molly dava fastidio il tono di suo fratello. Era sempre stato un uomo piuttosto freddo, ma era di suo figlio che si trattava, non di un cagnolino!
-Non avevi il diritto di fare tutto ciò! Chi ti ha dato il permesso! Mi hai mentito per tanti anni!
-Molly, ma come potevi crescerlo? Come avresti potuto? Ho consegnato tuo figlio in buone mani …
-Buonissime Gideon –intervenne Arthur -infatti Remus era solo un bambino quando  stato aggredito da un lupo mannaro! Con noi non sarebbe accaduto! E’ stata tutta colpa di John Lupin! E’ stato lui ad offendere Greyback che si vendicato sul bambino!
-Che ne potevo sapere io? Lupin odiava quegli esseri … anche io non li apprezzo … infatti pensavo di rivelare prima o poi l’identità di quel bambino,una volta che voi due vi foste sposati . Ma visto l’accaduto … non volevo mettere in pericolo le nostre vite con un lupo in famiglia!
Gideon si sentiva dalla parte della ragione. Assolutamente!
Invece i 2 coniugi erano esterrefatti. Arthur si sentiva troppo in colpa per essere diventato complice di quella vicenda assurda:davvero lui avrebbe fatto da padre a quel bimbo. Aveva ancora i suoi genitori all’epoca, aveva anche un aiuto dunque. Molly invece ricordò il corpo di Remus accanto a quello di Fred durante la battaglia finale e le venne un brivido. Lo aveva perso veramente. Invece ora poteva cercare di recuperare, almeno in parte, il tempo perduto.  Ma non poteva perdonare i suoi fratelli. Quello che avevano fatto era troppo grave. Potevano avere tutte le ragioni di questo mondo. Fabian non era certo meno colpevole: aveva fatto giurare ad Arthur di confessare il tutto solo nel caso in cui fosse morto. Per il resto dunque, era ugualmente colpevole a Gideon. E Arthur? Molly in quel momento lo odiava, perché le aveva nascosto una verità così importante! Non era giusto. E Silente? Davvero era all’oscuro? Come aveva fatto a non accorgersi di avere suo figlio a scuola al tavolo dei Grifondoro?
-Silente lo sa? –chiese Molly all’improvviso.
Ci fu un attimo di pausa, poi Gideon rispose:
-No. Non ne ho mai parlato con lui.
Adesso sapeva davvero tutto . Molly si alzò dal letto, decisa a tornare a casa. Da sola.
-Non vi potrò mai perdonare per questo. Siete stati ingiusti. Ma giuro che non finisce qui. Ora devo tornare a casa.
Arthur fece per prenderla per mano,ma lei la schivò bruscamente. Per la prima volta, dopo tanti anni, lo guardava come se fosse feccia:
-Non sei più gradito a casa mia Arthur. –disse la rossa. L’uomo rimase impalato,la osservò mentre usciva di casa e si smaterializzava. Era inutile insistere:sapeva di avere torto. Stava succedendo quello che aveva sempre temuto:perderla.
 
 
 
L’alba stava introducendo la fredda mattinata del 15 dicembre del 1998. Quell’anno così decisivo stava volgendo al termine. Le vite delle persone stavano rincominciando. Erano le 5 di mattina e Remus aprì gli occhi. Aveva sognato un fatto realmente accaduto: Silente gli diceva che poteva frequentare Hogwarts, nonostante fosse un lupo mannaro. Nel sogno, l’uomo aveva rivissuto le stesse emozioni di quando era bambino:stupore e felicità. Non odio. Eppure il risveglio lo riportò alla realtà: Silente non era il mago perfetto e degno di fiducia che lui aveva creduto per tutto il tempo. Lo aveva deluso enormemente. E se il preside avesse aiutato Remus solo perché sapeva che era suo figlio? Doveva chiarirlo immediatamente. Anche la sua Dora si svegliò:
-Remus, amore … come  ti senti?
-Dora, non lo so, mi sento stanchissimo …
La ragazza lo toccò:in effetti scottava. Forse era stata la pioggia fredda del giorno prima. Era strano che Remus si ammalasse lontano dalla luna piena. Lo costrinse a rimanere a casa:lei stessa avrebbe avvisato Piton della sua assenza. Remus accettò, in fondo aveva già preparato le prove dell’esame che si sarebbe tenuto il giorno 20 per gli alunni meritevoli che si dovevano diplomare. Non aveva tanto lavoro da fare, tranne una lezione, ma Lumacorno sarebbe stato felice di sostituirlo. Era esausto, il giorno prima e le varie rivelazioni lo avevano messo KO.
 
Severus Piton si risvegliò rilassato grazie ai raggi del sole che penetravano dalla finestra del suo ufficio. Lo aveva sempre visto così buio, ora invece tutto aveva un’altra luce. Osservò la donna che dormava al suo fianco: bellissima. Samantha emanava quella grande sicurezza anche quando dormiva. Osservandola accanto a lui, il professore capì che non era solo attrazione quella che provava per lei. La donna si svegliò:
-Sev … perché mi guardi così?
-Ti amo … ti amo semplicemente- disse il pozionista.
-Anche io ti amo professore.
In quel momento,  per Piton Lily Potter sembrava lontano anni luce.
 
 
Fine del capitolo! Nel prossimo vi anticipo che Remus parlerà con Silente e non sarà un bel dialogo … ci sarà anche uno sviluppo … alla prossima!!!!

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Capitolo 16
*** Tonks a tutta forza! ***


  
Cap 15 : Tonks a tutta forza!
 
 Tonks si avviò decisa verso l’ufficio del suo ex professore di pozioni. Era il professore che aveva odiato di più durante la sua carriera scolastica. Ancora le venivano i brividi quando l’uomo pronunciava il suo nome “Ninfadora”. Ma adesso lei era un Auror, nonostante la sua strada fosse stata contrastata in parte proprio da lui. Aveva ottenuto il suo bel “Eccezionale” a Pozioni. E ne era fiera. Otteneva quasi sempre quello che voleva.
Non tornava ad Hogwarts da quando aveva miseramente fallito alla cattura dell’assassina. Da quel giorno, la scuola era piena di Auror che a turno la difendevano. Ne salutò un paio, poi ebbe anche modo di incontrare alcuni suoi amici, come Neville, Luna e Cedric. Mentre era quasi giunta all’ufficio dell’Ex Serpeverde, uscì dalla porta della stanza la futura professoressa di Trasfigurazione, nonché fidanzata di Piton, nonché corteggiatrice di Remus, nonché odiatissima dalla povera Tonks.
“Forse sarebbe stato meglio incrociare Silente”pensò l’Auror. Aveva incontrato la Gretchen da vicino un paio di volte ed era rimasta infastidita dalla sua enorme sicurezza. Inoltre, il fatto che quella donna corteggiasse il suo uomo la faceva impazzire. Tonks tentò di cavarsela con un semplicissimo e sbrigativo “Buongiorno” ma, non appena le due donne si incrociarono, la bionda si fermò:
-Signorina, il professore non riceve mai a quest’ora. Può parlargli subito dopo la lezione- le disse.
I nervi di Tonks salirono ad una velocità impressionante. Cioè quella stupida l’aveva scambiata per un’alunna? Non poteva accettarlo!
-Mi scusi, professoressa, ma io ho un appuntamento proprio adesso con il professor Piton. Sono l’Auror Tonks, se ricorda, o, se preferisce, sono la SIGNORA Lupin. –sottolineò signora.
-Come? Avrei giurato … ah, ma si! Ninfadora!
Ecco. Appunto. Tonks la voleva sgozzare.
-Avrei dovuto capirlo dai suoi capelli. Le faccio i miei auguri per la dolce attesa. Non mi aspettavo di vedere proprio lei, ma Potter. Non dovrebbe ritirarsi a casa ora che è incinta, signora? Credo che possa essere d’impiccio per la vostra missione una donna che aspetta un bambino. Purtroppo qui siamo tutti molto preoccupati dopo l’atroce perdita di quella ragazza. E’ necessario che quell’assassino venga catturato al più presto!
Tonks mise le mani in tasca, dove c’era la bacchetta. Quella donna si stava impicciando in fatti che non la riguardavano. Per di più aveva anche, lontanamente, ragione. La ragazza era furiosa.
-Mi scusi, professoressa Grecchen …
-Gretchen, prego, ma mi chiami pure Samantha, anzi Sam, come suo marito. Sai io e lui siamo dei colleghi molto intimi, quindi non vale la pena perdere tempo con simili formalità, no?-e le fece l’occhiolino. La pazienza di Tonks andava scemando.
-Samantha, non sono affari tuoi se io mi occupo di un caso importante, e non ti riguarda! Sono faccende del Ministero. Inoltre, stai lontana da mio marito!
-Altrimenti? –lo sguardo canzonatorio di Samantha si fece minaccioso. O forse era un’impressione di Tonks.
-Sai Samantha, io ottengo sempre quello che voglio. Volevo Remus e sta con me. Non me lo faccio portare via dalla prima donna di mezza età che gli capita davanti!
Samantha non si scompose. Tonks voleva risultare minacciosa, ma era lo sguardo della bionda ad esserlo. Possibile che fosse capace di passare da un umore all’altro così in fretta?
-Carissima Ninfadora …
-Tonks, grazie.
-Tonks … anche io, se voglio una cosa, la ottengo. Con le buone o con le cattive.  Lo vedrai presto.
-Stai lontana da lui ripeto! –Tonks si sentiva intimorita da quella donna. Possibile che avesse questo potere? Era questa la donna che stava con Piton? La degna sostituta della Mc Granitt? Proprio questa serpe? Ma da dove veniva?
-Sei in ritardo, Ninfadora –disse una voce dietro la Gretchen. Per la prima e forse unica volta, Tonks fu sollevata nel sentire la voce del professore.
Lo sguardo di Samantha si fece dolce, come se la discussione di pochi secondi prima non ci fosse mai stata. Tonks entrò di corsa nell’ufficio di Piton, ansiosa di archiviare la visione di quella donna. Per sua sfortuna, però, anche Samantha rientrò nello studio. La mattinata si preannunciava tremenda.
-Professore … volevo dirle che mio marito non si sente bene questa mattina e resterà a casa …
-Non mi stupisce … non preoccuparti, Ninfadora, avviserò io il preside affinchè lo sostituisca. Ma cos’ha? Niente di mortale spero.
Quello deve venire a te pensò malignamente Tonks.
 
 
Molly doveva giustificare l’assenza di Arthur alla Tana. Perciò rivelò la verità a Fred, George, Ron e Percy. I ragazzi erano stravolti.
Non riuscivano ad immaginare la loro madre con un altro uomo. Per giunta Silente! Poi … avevano un altro fratello! Remus Lupin! Proprio lui! Ma proprio quando pensavano che la loro famiglia si potesse allargare, un grosso timore colpì i ragazzi: se i loro genitori si fossero lasciati, niente sarebbe stato più come prima.
 
 
Tonks aveva avuto da Piton le solite notizie: non conosceva le pozioni che avvelenavano le vittime di quell’assassina. Ma stavolta si era fatto aiutare dalla sua donna, scoprendo che forse gli infusi utilizzati erano costituiti da piante coltivate in Francia. Samantha era cresciuta lì, perciò ne aveva una varia conoscenza. Era stata consigliata un’ispezione in quel luogo. Ma l’Auror sentiva che avrebbero solo perso tempo andando in Francia a cercare quelle dannate erbe. Se l’assassina aveva colpito gente londinese ed una ragazza di Hogwarts, era improbabile che si sarebbe trovata in Francia. Con più dubbi e molto più sudore rispetto a prima, Tonks lasciò quei due con l’intenzione di uscire dalla scuola e andare da Harry al Ministero. Sarebbe dovuta andare da Remus, ma pensò che poteva anche aspettare un po’. Una volta giunta a casa, lo avrebbe coccolato abbastanza.
Mentre avanza tra i corridoi della scuola, si trovò a fare il punto della situazione: erano stati trovati 36 corpi su 40 denunce di persone scomparse fino ad allora. Tutti torturati e uccisi con qualche strana pozione, sempre piuttosto differente, ma letale. L’assassino era una donna, ma non era chiaro se agisse sola o con qualche complice. Era un animagus non registrato al Ministero; l’animale in questione poteva essere un volatile, come una mosca o un moscerino. Un  moscerino … a Tonks salì un grosso dubbio: si ricordò di quella volta che aveva visto sulla mappa del malandrino il nome di Samantha Grecthen avanzare velocemente verso l’ufficio del suo Remus. Per sua fortuna, vide nel giardino Ginny ed Hermione, impegnate a ripetere forse per l’esame che si sarebbe tenuto tra pochi giorni. Con Remus nello studio, quel giorno, c’era proprio Hermione.
-Ciao ragazze! –disse Tonks –devo chiederti una cosa in frettissima Hermione, di vitale importanza!
Le 2 ebbero appena il tempo si alzare la testa poco prima china sui libri. Quasi si spaventarono nel vedere la donna. Aveva l’aria piuttosto ansiosa.
-Hey Tonks! –la salutò Ginny –che hai?
-Dimmi Tonks, sembri preoccupata.-fece l’altra.
-E’ che è troppo importante … ascolta Hermione, negli ultimi tempi ti sei mai recata per caso nell’ufficio di Remus?
-Si  … un paio di volte –Hermione si stava allarmando. Cosa pensava Tonks? Che non fosse gelosa di lei?  
-Ora rispondimi sinceramente: qualche volta è capitato che stavate tu, Remus e la professoressa Gretchen soli nell’ufficio di mio marito?
Hermione, senza pensarci rispose:
-No, non è mai successo … eravamo solo io e tuo marito quelle volte che è capitato …
Senza aggiungere altro, Tonks si buttò sulla ragazza, l’abbracciò strillando vari “grazie” che fecero girare alcuni ragazzi che si trovavano lì e, inciampando un paio di volte, scappò via.
-Ahahah sai Hermione,forse adoro Tonks proprio perché è così pazza! –disse Ginny ridendo. Hermione, che un attimo prima era rimasta impalata, scoppiò a ridere insieme alla sua amica. Poi si rituffarono nello studio: dovevano passare assolutamente gli esami!
 
 
 
Remus si sentiva meglio. La febbre era scesa. Stava lavando e vestendo il suo bambino che, avvertendo uno stato di profonda tristezza da parte del padre, lo voleva far divertire cambiando continuamente il colore dei proprio capelli. E ci riusciva. In quel momento, i ciuffi erano fissi su un arancione molto acceso. Remus non poteva far a meno di sorridere di fronte al suo cucciolo. Era anche triste perché, per tutta la mattina, Tonks non si era vista. Sapeva che aveva da fare, ma lui stava molto male e lei adesso non doveva agitarsi troppo. Adesso che era lucido, voleva sapere perché lei era corso a cercarlo la sera prima e che cose intendeva per “sotto minaccia”. Gli passò in mente un pensiero: prima di chiarirsi con i fratelli Prewett doveva parlare assolutamente con Albus Silente e dirgli quello che pensava. Avrebbe lasciato Teddy dalla suocera e sarebbe andato ad Hogwarts. Non riusciva più ad aspettare.
-Pa … pa- disse una dolce vocina.
-Come? Mi hai chiamato? –esclamò il mago stupito. Teddy sorrideva:aveva detto la sua prima parolina. Remus non poteva non commuoversi.
 
Tonks arrivò sfrecciando nello studio di Kingsley dopo aver urtato tutti i maghi che aveva incontrato. Era raggiante. Non bussò:
-Harry, Kingsley, ho capito tutto!
-Cosa?-chiese Harry.
-La smorfiosa:è lei quella che stiamo cercando! Lo sapevo che mi puzzava …
-Tonks, calmati:chi è questa smorfiosa? Chi stiamo cercando?
La ragazza si ricompose un attimo, inspirò, e riprese con calma:
-Ho capito che l’assassina che stiamo cercando è Samantha Gretchen. E vi spiego subito perché …
 
Remus avanzò verso l’ufficio del preside. Sentiva ora un sentimento di rabbia. Rabbia verso quell’uomo che aveva stimato per tanto tempo, ma adesso lo vedeva solo come il padre che lo aveva abbandonato. In lontananza vide il suo collega, Piton. Ricordò solo allora della promessa fatta a Lily e decise di approfittare del momento.
-Lupin … allora sei vivo … tua moglie mi ha detto che oggi eri impossibilitato. In effetti hai una faccia …
-Dov’è adesso?
-E’ andata via … a lavorare credo a differenza tua.
-Non è il momento di scherzare Severus .
-Hey Lupin, si può sapere cos’hai?
-Severus, devi stare lontano da Samantha.
Piton era incredulo: -Come scusa?
-Severus, ti prego, credimi:quella donna è falsa:lascia che ti spieghi …
Piton si stava arrabbiando sempre di più:come si permetteva?
-Ma come osi? Dannato lupo mannaro! Hai fatto l’amico fino adesso e cosa mi dici? Sei tu il falso! E io che mi sono fidato di te e ti ho raccontato persino … maledetto!
Piton tirò fuori la bacchetta e schiantò Remus, che andò a sbattere contro la statua sulle scale che portavano verso l’ufficio di Silente. E continuò:
-Per la prima volta, dopo Lily, sento dei forti sentimenti per qualcuno. E inoltre questi sentimenti vengono ricambiati! Ti sembra così strano che qualcuno mi possa amare? Sei invidioso per caso? Maledetto lupo non rivolgermi mai più la parola!
E se ne andò con il passo pesante. Remus si era fatto parecchio male, non era riuscito a reagire perché era piuttosto debole a causa della febbre e colto anche di sorpresa. Provò a rialzarsi, ma non ci riuscì. Che si arrangiasse Piton! In fondo lui lo aveva avvertito …
Una figura si avvicinò al mago e gli tese la mano: Silente. Remus lo guardò: aveva la solita aria tranquilla. Il vecchio parve capire che l’uomo era tormentato:
-Cosa c’è Remus? Perché Severus ti ha schiantato? Cosa ti turba?
L’uomo rifiutò la mano del preside e riuscì finalmente ad alzarsi da solo. Barcollò un po’, ma non appena riuscì ad avere una netta visione della realtà, parlò:
-Sei tu  che mi turbi … andiamo, devo parlarti.
 
 
Ecco un nuovo capitolo … chiedo scusa, ho dovuto rimandare il dialogo tra Silente e Remus al prossimo … pardon!
Facciamo il punto: Tonks crede sia Samantha l’assassina. Anche parecchi di voi lo hanno pensato: ma sarà vero? E Remus cosa dirà a Silente? Vi aspetto al prossimo capitolo che sarà un capitolo chiave! Mi auguro che chi ora si trovi in vacanza riuscirà comunque a leggere la storia al ritorno.
Un bacio da angyp

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Capitolo 17
*** Un altro duro colpo ***


Cap 16 Un altro duro colpo
 
I 2 uomini erano appena entrati nell’ufficio. Remus, che fino ad un attimo prima voleva sfogarsi del tutto, adesso sembrava aver perso le parole. Provava un sentimento indescrivibile: che fosse odio? Poteva anche essere invidia, un sentimento che lo faceva sentire molto umano. Invidia per i suoi possibili fratelli, cresciuti poveri, ma nell’amore. Lui era rimasto solo. Aveva perso da piccolo suo padre, poi tempo dopo sua madre dopo una dura malattia. A 16 anni era già orfano. Eppure ad  Hogwarts aveva vissuto gli anni più belli della sua vita. Ma con l’avvento di Lord Voldemort, si era ritrovato nuovamente solo. Quel mostro gli aveva tolto i suoi amici, ed era rimasto solo, senza un lavoro, senza una famiglia, senza una casa. Solo, con la voglia di morire. Quante volte avrebbe voluto farla finita! Ma non ne aveva mai avuto il coraggio, ed ora sapeva perché: da qualche parte, una ragazza con i capelli variopinti stava crescendo per poter scombussolare la sua vita e darle un senso. Era valsa la pena di vivere. Ma adesso, seppur lui avesse avuto la conferma, cioè che fosse realmente il figlio illegittimo di Molly e Silente, cosa poteva cambiare? Niente avrebbe potuto ricucire le ferite del dolore provato in tutti quegli anni si sofferenza e solitudine vissuti, quando poi c’era una famiglia, la sua forse, mentre lui era lontano.
Silente tentava di capire cosa passava per la testa del professore. Ma quello girava la faccia:
-Ti prego Remus parla. Sento che ne hai un disperato bisogno.
Fu in quel momento che al mago uscirono un paio di parole.
-Molly mi ha raccontato tutto. Proprio tutto.
Silente parve fosse stato colpito da una spada. Si aspettava tutto, tranne che si dovesse parlare di quell’evento. Solo con Severus si era confidato, e non credeva che la donna avrebbe spifferato tutto ad un uomo che non fosse suo marito, non dopo tutto quel tempo. Parve capire dunque perché Remus fosse così arrabbiato.
-Remus, ti prego, non mi giudicare. E’ stato uno sbaglio enorme, di cui mi sono pentito amaramente. Non avrei mai dovuto.
-Non giudicarti? Dimmi come faccio. Ti sei approfittato di una ragazzina, se lei ti avesse denunciato non avresti mai fatto la tua brillante carriera e non saresti mai più stato a contatto con tanti ragazzi! Ma ti rendi conto? Sono troppo deluso … e poi tu sei gay!Maledizione! Volevi capirlo meglio vero? Ti serviva Molly per questo?
-E’ successo tanto tempo fa …
-Il tempo non cancella ciò che è stato! Ti rendi conto? Avete concepito un figlio maledizione! Come puoi considerarlo un semplice errore? Hai idea di come è stata male Molly per questa faccenda?
-Capisco Remus che Molly è come una madre per te mah…
Il lupo si girò, dando le spalle al preside. Quella frase gli fece capire che l’uomo non era a conoscenza di avere un figlio vivo. Avrebbe dovuto sentirsi sollevato, almeno non era stato ingannato, e  non era stato ammesso ad Hogwarts solo perché Silente si sentiva in colpa per averlo abbandonato. Ma non fu così.
-Remus caro … - l’uomo poggiò una mano sulla spalla dell’altro. Remus voleva dirgli che suo figlio era vivo, che forse era proprio lui, ma se si fosse sbagliato? Non poteva fare la figura dell’idiota … non ancora.
-Remus, tu non sai come io sia ancora dispiaciuto per l’accaduto. Adoravo Molly, era davvero una ragazza molto attraente … eppure non cambiai idea: erano gli uomini a piacermi.
-Mi disgusti –disse Remus.
-Ti comprendo. Ma cerca di capirmi:anche io sono un uomo, anche io ho fatto i miei gravi errori, sia con la mia famiglia, che dopo con altri. Anche con Harry. L’ho pagata cara però: mio figlio, il mio unico bambino, l’unico che potessi mai avere, non ha avuto la gioia di vivere.
-Parli come se fosse solo una tua questione: cosa credi, che sia stato facile per Molly?
-Tu le vuoi molto bene, e anche lei te ne vuole. Forse vede proprio in te il figlio perduto … come io lo vedo in Severus.
Per Remus fu un durissimo colpo questo. Si girò nuovamente verso quell’uomo. No, non poteva essere suo figlio. Padre e figlio sono complici, lo sapeva perché questo sentiva con il suo Teddy, anche se piccolino. Invece con Silente nulla.
-Severus … magari lo sa pure come sei stato pulito! Il grandissimo Silente! –disse ironico.
-Anche lui ha fatto degli sbagli, come me e te. Perdonami Remus, ma la questione riguarda me e Molly. Se non mi ha denunciato, forse aveva i suoi buoni motivi. E’ tornata ad Hogwarts quando credevo che non l’avrebbe fatto. Il suo rancore si era spento. E mi ha tenuto all’oscuro della gravidanza.
Questo per Remus fu troppo:
-Tu non hai idea di come siano affari miei! Non lo immagini! Ti dico solo una cosa: tuo figlio è vivo!
Silente non si scompose:-Ti prego, Remus, la discussione non mi sta piacendo …
-Tuo figlio è vivo! Parlane con Molly, vedrai. Anzi, fai un salto al cimitero e vedi quant’è bella e vuota quella tombicina.
-Remus ti prego, non dire sciocchezze! Perché vuoi farmela pagare? Proprio tu? Perché dirmi queste sciocchezze? Dopo tutto questo tempo? Non sei Arthur né tantomeno un figlio di Molly.
-Non è detto! –doveva dirglielo. Maledetto.
-Cosa vuoi dire? Ti prego sii chiaro.
-Molly sostiene che suo figlio sia vivo! E che … - si fermò. Non ce la faceva.
-Parla Remus …
Remus cercò di chiudere la mente: non poteva più sopportare la visione di quel vecchio. Non voleva che sapesse.
-Me ne vado Albus.
-Come?
-Lascio la cattedra. Stavolta in maniera definitiva. Non sarò direttore della Casa di Grifondoro e nemmeno più un insegnante. Ho preparato le tracce dell’esame e le consegnerò al professor Lumacorno che mi può sostituire. Il mio lavoro è concluso. Faccio subito le valigie. 
Silente era sconvolto dalla decisione:
-Mio caro, mi sembra un po’ eccessivo tutto questo. Hai bisogno di questo lavoro, hai una famiglia e un figlio in arrivo …
-Non mi importa! Ho deciso! Non voglio vederti mai più Albus Silente!
-Remus, per favore … perché mi hai detto quella cosa?
-Non mi seguire, o potrei farmi scappare qual cosina in giro! Se vuoi saperne di più, chiedi a Molly.
La minaccia funzionò: Silente rimase impalato mentre vedeva Remus che stava andando via, senza sapere del vero motivo. Ci ripenserà,pensò. Poi pensò anche di fare una visitina a Molly Weasley e capire perché raccontava certe falsità in giro.
 
 
Nell’ufficio del Ministro della magia, in quel momento si erano riuniti Harry e Malocchio per ascoltare Tonks, la quale sembrava sicurissima come non mai:
-Ho riflettuto prima di capire tutto. Le prime vittime accertate vivevano in Scozia, luogo frequentato proprio in quel periodo dalla Gretchen, prima di trasferirsi nella scuola. Lei sappiamo che è una ricercatrice di nuove pozioni e nuove magie. Credo dunque che utilizzi le vittime come cavie.
-Cavie?- chiese Harry.
-Si. Ora non so di preciso perché ma forse sta sperimentando nuove pozioni che potrebbero essere guaritrici, magari di ferite o malattie. Ecco perché le vittime vengono torturate: genera il male e poi cerca di guarirlo. Purtroppo non ci sta riuscendo, perché sono tutti morti stecchiti in poco tempo!
-Inoltre –continuò la ragazza-abbiamo scoperto che si tratta di una donna, che si trasforma in un Animagus, un volatile appunto. Ricordi Harry quando abbiamo dato un’occhiata alla mappa del malandrino la prima volta?
-Si Tonks –disse Harry. Cominciava a capire cosa intendesse la sua collega.
-Ecco, ricordo che il suo nome era arrivato velocemente da uno dei passaggi segreti all’ufficio di Remus dove si trovava anche Hermione.  Ma lei dice che la professoressa non c’era! Avete capito? Era sotto le sembianze di una mosca, o un moscerino! Ecco perchè non è stata vista! E’ lei senza dubbio.
-Calmati Tonks, ragioniamo –disse il Ministro –come avrà fatto a portare via dalla scuola quella ragazza che ha ucciso?
-Ma Kingsley, con una magia a noi sconosciuta!
-Non si possono usare nuove magie ad Hogwarts Tonks – intervenne Malocchio –secondo le protezioni imposte su quella scuola …
-Insomma, vi rendete conto che stiamo a secco? Non abbiamo uno straccio d’indizio ed io vi sto portando le prove che si potrebbe trattare di quella donna! E poi … ricevo continuamente minacce, la mia situazione è grave. Quella donna ronza attorno a mio marito, insomma è pericolosa.
-Tonks devi lasciare i tuoi problemi sentimentali a casa. Se sei gelosa …
-Non lo sono, il mio non è un capriccio, credetemi. Harry?
Il ragazzo aveva riflettuto durante la discussione:  
-Tonks ha ragione. Questi dettagli non sono da trascurare. Per quanto ne sappiamo, potrebbe rompere i sigilli imposti sulla scuola. Non sappiamo se lei conosca nuove magie. In tal caso, possiamo verificarlo. Per l’altra questione, se non è un  assassina, è un Animagus non registrato, il che è un reato grave.
-Quindi Potter cosa comandi?
Harry disse, col tono più professionale possibile:
-Andiamo a prenderla ed interroghiamola.  Se è innocente, lo scopriremo.
-Sono d’accordo –disse il ministro –vi concedo un mandato. Anche perché, ora come ora, non vedo altre strade da seguire.
Tonks era raggiante come non mai: finalmente l’avrebbero presa. Sentiva che poteva essere solo lei. L'avrebbe pagata cara quella smorfiosa. Si prepararono per raggiungere la scuola.
-Cavolo Tonks, tuo marito è ad Hogwarts vero?
-No Harry, oggi aveva la febbre ed è rimasto a casa.
-Bene. Perché se è davvero lei la colpevole, tuo marito potrebbe essere in pericolo. Invece è a casa:meno male.
 
 
Remus corse nel suo ufficio arrabbiatissimo. La debolezza cominciava a farsi risentire ed era stremato a causa dell’accaduto. Aveva preso un’importante decisione: si era licenziato. La rabbia lo assaliva. Silente considerava Piton come un figlio: che restasse con lui!
Nel suo studio, il mago cominciò a raccogliere tutte le sue cose personali con una fretta fuori dal comune. Pensava solo a sparire da quel posto. Per la prima volta stava pensando solo a sé stesso. Dietro di lui comparve una figura:
-Perché così arrabbiato? –era Samantha. Di male in peggio.
-Ti prego Samantha, vai via. Sei l’ultima persona che voglio vedere in questo momento. Anzi, spero di non vederti mai più!
-Come Remus?
-Sto andando via, non lo vedi? –urlò. Questo gli fece perdere un po’ di forze e si accasciò sulla sedia con le mani sulla fronte.
-Tieni Remus, bevi un po’ d’acqua. Non stai bene, devi riposarti.
Il tono della donna era straordinariamente gentile. L’uomo accettò quel bicchiere d’acqua e vide che la bionda aveva davvero uno sguardo preoccupato. Forse l’aveva giudicata male. Forse era migliore di Silente.
-Grazie Samantha. Scusa se sono stato aggressivo. Ho fretta di andarmene.
-Ti capisco, ma mi spiegherai dopo.
A quel punto, Remus, che dopo il bicchiere sembrava essersi tranquillizzato, cominciò a sentirsi ancora più debole. Che la febbre non si stesse alzando? Si sentiva mancare le forze, come se tutti gli arti non rispondessero più ai suoi comandi. Si sdraiò per terra.
-Samantha … ti prego chiama qualcuno … sto male.
-No Remus, tranquillo, è normale. Tra poco non riuscirai nemmeno a parlare.
L’espressione della donna stava cambiando. La vista del mago si stava annebbiando, ma sembrò cogliere una leggera soddisfazione nella donna: cosa stava accadendo?
-Samantha … ti prego sto malissimo.
-Tra poco ti addormenterai, non ti preoccupare –lo accarezzava –staremo un po’ di tempo insieme … soli io e te. Non vedo l’ora tesoro. Ora dormi.
-Che cosa? Cos … -Remus era sempre più paralizzato.
-Sono io Remus. Tua moglie mi sta cercando da tempo. L’avevo avvertita di lasciarmi in pace. Mi ha scoperto. La pagherà. E anche tu la pagherai, tesoro, per avermi rifiutata.
Remus pensò che si trattasse di un sogno: non poteva essere Samantha l’assassina. Non si rendeva conto che lo stava sequestrando. Ma, prima di addormentarsi del tutto, sentì che la morte era molto vicina.
 
 
Eccomi qui. Confermo, è Samantha l’assassina. Ha rapito il nostro povero Remus. Come reagirà Tonks? E lui si salverà? Alla prossima ragazzi!
Un ringraziamento a Fri e GS.
 
 
 
 

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Capitolo 18
*** Disperazione ed incredulità ***


Cap 17:  Disperazione ed incredulità
 
Gli Auror che avevano seguito il caso, tra cui Harry, Dawlish e, in prima fila Tonks, insieme ad altri, fecero il loro ingresso nella scuola di magia e stregoneria di Hogwarts. Vi si erano recati per arrestare il loro primo soggetto sospettato: la professoressa Samantha Gretchen, futura insegnante di Trasfigurazione. Con gli Auror vi era anche il Ministro della magia. Malocchio si rivolse a Gazza, chiedendogli di chiamargli la professoressa e il preside. Il maganò vi si recò subito. Era importante non destare troppi sospetti sugli studenti, per non creare scandalo prima che le notizie fossero confermate.
Poco dopo, il preside raggiunse il gruppo all’ingresso. A Tonks fece un effetto strano rivedere il preside, questa volta sotto una luce differente. Ma scacciò subito questo pensiero. Gazza ritornò:
-La professoressa non è nel suo ufficio. Non è nemmeno con la professoressa Cooman, visto che oggi doveva assistere alla sua lezione.
-Prova ad andare da Severus, Gazza. Anche lui è a lezione, magari è nella sua aula.
Harry batteva il piede per terra, nervoso: era il suo primo arresto ufficiale. Sperò solo che non si fossero sbagliati. Avrebbe fatto una figuraccia! E, soprattutto, ci sarebbero state altre vittime e non lo poteva sopportare. Tonks, più timorosa di lui, si accorse dello stato d’animo del suo capo e gli poggiò una mano sulla spalla in segno di complicità: erano i più giovani, ma avevano tanta esperienza dietro di loro. La ragazza, addirittura, era morta per difendere il proprio mondo.
Gazza ritornò seguito da un arrabbiatissimo Piton:
-Cos’è questa storia? Perché la dovete arrestare? Lei non centra nulla con questa storia, nulla!
-Stia calmo professore, vogliamo solo interrogarla –disse il ministro.
-Tu! – Piton indicò Tonks -Proprio come tuo marito! Siete due codardi e invidiosi!
Tonks sbuffò e non rispose. Il professore continuò a parlare, ma lei non ascoltava. Voleva solo andarsene con quella donna.
Pix il Poltergeist  arrivò fluttuando sopra di loro. Era in vena di scherzare e quando vide Tonks, scoppiò a ridere:
-Ahaha tu sciocchina ahahah.
Tonks non aveva mai amato quell’inutile essere a scuola, ma ignorarlo era davvero difficile. Lui continuò:
-Tuo marito ti tradisce! Ti tradisce!
Tutti alzarono lo sguardo verso Pix. Tonks si preparava a lanciargli una fattura.
-Ho visto la Gretchen entrare nel suo studio e non sono ancora usciti!
-Mio marito oggi non c’è; è a casa con la febbre, razza di bugiardo!
Silente e Piton , anche lui  infastidito da quello che aveva sentito, si voltarono entrambi verso la ragazza. Silente prese parola:
-Ninfadora, veramente … poco fa tuo marito è venuto qui e abbiamo anche, ecco, parlato …
-Purtroppo –aggiunse Piton.
Tonks si sentì stupida: perché quell’imbecille si era mosso da casa? Dove aveva lasciato il bambino? E poi … O no, Samantha nel suo ufficio. Dimmi che non è vero …
La ragazza scappò verso l’ufficio del marito. Aveva un brutto presentimento. Rivide tutte le minacce che aveva ricevuto, nelle quali c’era un chiaro riferimento a suo marito. Ti prego, fa che non sia tardi, ti prego!
Harry e Piton la seguivano da dietro. Quando Tonks entrò nell’aula, la prima sensazione fu quella del vuoto più totale. Salì le scale inciampando, toccandosi il ventre come per proteggerlo e per avere alla stesso tempo una forza in più. Ma non vide nessuno. C’era solo confusione, fogli raccolti, come di chi sta facendo ordine per trasferirsi, un bicchiere d’acqua rotto per terra, e una lettera adagiata con cura sulla scrivania. Il destinatario era lei : Ninfadora Tonks Lupin.
 
Carissima Ninfadora,
complimenti! Sei stata proprio brava a scoprirmi! Sentivo che eri in gamba! Ma su una cosa hai peccato: non hai fatto caso alle mie lettere. Eppure ti avevo avvertito! Pazienza, avrai modo di riflettere sulle tue azioni. Adesso tuo marito è di mia proprietà.
Porta i miei saluti a Severus, digli che mi dispiace, ma mi piace di più Remus, cosa posso farci! Sarà la mia ultima vittima, lo prometto. Non mi serve più nessuno ora.
Addio
                                         Samantha Moira Gretchen, la tua assassina.
 
Tonks si sentì mancare il respriro: aveva rapito Remus, il suo Remus. Si accasciò a terra e tese la mano con la lettera verso Harry. Piton la strappò dalle mani del ragazzo, la lesse e, pieno di rabbia, uscì fuori. Harry lesse la lettera e non voleva crederci. Vide Tonks tremante e senza parole, perciò corse fuori e incrociò Hermione e Ginny. Senza dare spiegazioni, scongiurò loro di andare dall’Auror che stava molto male. Poi raggiunse gli altri Auror e diede loro la triste notizia.
-No, no non è possibile –cominciò a dire Silente –non può essere stata lei … Merlino Remus …
Tutti erano scioccati.
-Questa è una confessione in piena regola –aggiunse Malocchio –ed è la prova che aspettavamo. Ma temo che il nostro Remus non riuscirà a sopravvivere.
-Cosa aspettiamo allora? Preside, quando è stata l’ultima volta che ha parlato con Remus?
-Un paio d’ore fa.
-Allora potrebbe essere ancora qui! Forza andiamo! Ricordatevi che è un Animagus! Un moscerino, una mosca, qualsiasi insetto vediate fermatelo!
-Potter, è assurdo quello che dici …
-Lo ordino! –disse Harry. Doveva salvare il suo ex professore, a qualunque costo. Tutti si misero alla ricerca. In fondo era inverno, quegli insetti erano piuttosto rari. Il giovane mago era convinto di poterla trovare.
 
 
Ginny ed Hermione avevano adagiato Tonks sul letto. Lei aveva pronunciato solo due parole :Remus rapito. Si toccava il ventre, come se volesse abbracciare il suo bambino. Le 2 ragazze parvero capire in parte quello che stava accadendo. Però non immaginavano che fosse coinvolta proprio la loro professoressa. Hermione aveva convinto la Mc Granitt ad accettarla come sostituta.
 
 
Nonostante si volesse mantenere la notizia ancora segreta, Pix si mise a sbandierare ai quattro venti:
-Lupin rapito! Lupin rapito!!!! La professoressa Gretchen assassina! Un’assassina nella scuola aiuto!
Questo scatenò il panico generale nella scuola. I professori rimasti radunarono tutti gli studenti nella Sala Grande per poterli tranquillizzare e far finta che non fosse accaduto niente. Invece Draco Malfoy si recò nello studio di Remus, dove Ginny cercava di consolare Hermione, mentre Tonks, con i capelli ingrigiti, era ancora scioccata:
-E’ colpa mia! E’ tutta colpa mia … - e piangeva. Non riusciva nemmeno più a guardare Tonks –sono io che l’ho portata qui.
-Hermione, stai calma: non potevi sapere una cosa del genere. –disse Ginny.
Draco si avvicinò a sua cugina e le accarezzò la testa. Lei sussultò, come se si fosse risvegliata, e disse:
-Lo avete trovato?
-No –disse Draco lanciando un’occhiata alle ragazze –ma li stanno cercando. Tu però fatti forza! Remus avrà bisogno di te.
-E se … -cominciò a dire l’Auror.No, non può averlo già ucciso.
Hermione singhiozzò ancora di più tra le braccia di Ginny.
-Non dirlo nemmeno per scherzo Tonks, hai capito? –disse la rossa.
-Hai ragione –fece Draco. Da un po’ di tempo il biondo cercava di essere gentile con i suoi parenti, soprattutto con sua cugina. Doveva farlo, perché sua madre e sua zia si stavano riconciliando. Inoltre si sentiva molto simile a loro, adesso che anche la sua famiglia era reietta.
-Sapete dov’è il professor Piton? –chiese all’improvviso il ragazzo.
-No, non lo so. –rispose Ginny.
-Vado a cercarlo. Lo so, sono mesi che non gli parlo,mi sono sentito tradito da lui,  ma adesso starà male.. Era la sua donna in fondo.
Ed uscì. Per le ragazze era davvero innaturale vedere questo nuovo Draco Malfoy.
 
Gli Auror setacciarono tutta la zona, arrivarono oltre Hogsmeade e la Stamberga Strillante, ma non trovarono nulla. Cercarono qualche possibile nascondiglio ma niente. Sconsolato, Harry andò dalla sua fidanzata, l’abbracciò, e scoppiò in un pianto. Voleva molto bene a Remus, era stato il suo professore preferito, aveva dato la vita per lui. Era tornato in vita, finalmente stava gustando la felicità, dopo anni di sofferenza. Perché? Perché proprio lui?
Erano le 6 del pomeriggio e dovevano riportare Tonks a casa e avvisare i Tonks dell’accaduto. Non sarebbe stato facile.
 
 
-Cos’hai Lily, posso, di grazia, saperlo?
A casa Potter l’atmosfera era glaciale. James aveva scoperto un test di gravidanza babbano tra le cose di Lily, con tanto di istruzioni, e aveva capito che sua moglie era incinta.
-Non ho niente James, come devo dirtelo?
-Ah, proprio niente, come faccio a crederti? Mi nascondi una cosa così importante? Perché?
-Te lo avrei detto, ma tu fai prima a frugare nelle mie cose!
-Non l’ho fatto di proposito! –mentì l’uomo –ma tu sei sempre così strana, hai la testa tra le nuvole. Sei dispiaciuta di essere incinta vero?
-E che … non mi sento pronta ecco. Sono troppo grande ed inesperta.
-Non potevamo affrontare insieme questo problema?
-Problema? –la rossa s’infuriò –lo vedi, lo chiami problema! Nemmeno tu sei contento!
-Non me l’aspettavo, sono sincero, e soprattutto non di scoprirlo così! –esclamò James.
-Dovevi darmi il tempo necessario!
-Sono giorni che non parliamo più tra noi, Lily.
-E come? Tu stai sempre con Sirius!
-E’ il mio migliore amico!
-E perché non accetti che io mi veda con il mio di migliore amico?
-Sempre quel dannato Mocciosus in mezzo!
-N-o-n chi-a-mar-lo così!-urlò Lily.
La tensione che in quel momento regnava sovrana venne spezzata dal suono del campanello. James aprì:era proprio Sirius.
-Ma eccolo … -disse Lily –se non ti dispiace abbiamo interrotto una discussione importante Sirius e …
-Cos’hai amico? –chiese James.
-Sediamoci, vi devo dire una cosa. –disse Felpato.
I coniugi fecero come diceva, anche se la donna a malavoglia. Ma vedeva in Sirius una luce diversa, forse non stava scherzando come al suo solito.
-Ecco … è troppo difficile dirlo per me … Remus …ecco …
-Remus cosa? – si preoccupò Lily.
-E’ stato rapito.
-Come? –fece James.
-Si, è successo oggi a mezzogiorno. L’assassina di cui Harry segue il caso è Samantha Gretchen, la nuova professoressa di Hogwarts, quella che doveva sostituire la Mc Granitt dopo Natale e stava lì ad alloggiare.
-La fidanzata di Severus? Ma non è possibile … Merlino lui come sta? –chiese Lily incredula.
-Che c’importa di lui Lily? –disse James –piuttosto Tonks come sta? Nelle sue condizioni se si sente male …
-Tonks è in stato di schock, ma ha capito quello che è successo. La situazione è grave ragazzi: tutte le vittime di quella donna sono state torturate e assassinate in poco tempo. Più il tempo passa, meno possibilità abbiamo di trovarlo vivo e, cavolo, dove lo cerchiamo?
Si mise le mani sul volto. I tre amici si abbracciarono per qualche minuto, poi James prese parola:
-Facciamoci forza: andiamo da Harry e cerchiamo di aiutarlo. Stare qui a disperarsi non aiuterà Remus.
 
 
 
Arthur venne a conoscenza dell’accaduto tramite Bill. Fu allora che disse al ragazzo che Remus era il suo fratellastro. Poi giunse alla Tana, dove riuscì fortunatamente ad entrare e a parlare con Molly, ancora alterata con lui. Non riusciva a dirglielo, ma era meglio che lo sapesse da lui e non dai giornali. Inutile dire che le grida della donna raggiunsero l’Irlanda.
 
 
 
Ciao a tutti!!! Grazie a chi segue, prima o dopo, la storia. Capitolo piuttosto statico … comunque la nostra Tonks tornerà all’attacco!!!
Un bacio a tutti!!!!! Ringrazio chi inserisce le proprie recensioni e mi dà la forza per continuare.

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Capitolo 19
*** Tonks non si arrende! ***


Cap18:  Tonks non si arrende!
 
Le ultime ore furono pesanti sia per gli insegnanti che per gli studenti di Hogwarts. Era passato un giorno. Quasi tutti gli Auror erano impegnati per interrogarli e per perquisire tutti i posti. Non poteva aver agito da sola. Secondo Malocchio, qualcuno era complice. E quel qualcuno, secondo lui, non poteva che essere il fidanzato della Gretchen, cioè Severus Piton.
 
 Remus ebbe un po’ di difficoltà ad aprire gli occhi. Si sentiva sfinito, nonostante fosse sicuro di aver dormito per parecchio tempo, aveva anche un mal di testa terribile. Quando riprese del tutto conoscenza, gli venne un colpo. Era disteso su un tavolo, quello almeno gli sembrava, aveva polsi e piedi legati con delle catene pesanti. Provò a muoversi, ma si fece solo male. Forse erano serrate con un incantesimo. Il posto era poco illuminato, quindi non riusciva a capire dove si trovasse. Notò di avere una flebo ad un braccio e anche un catetere. Conosceva quegli strumenti d’ospedale babbano perché li aveva visti su sua madre Silvie durante la sua malattia. Perché li aveva lui adesso? Poi ricordò tutto: la discussione con Silente, le sue dimissioni, le valigie, il bicchiere d’acqua, l’atroce scoperta, la peggiore in questi giorni. La sua collega più odiata, era in realtà un’assassina. E lo aveva rapito. Ma Tonks la aveva smascherata, così aveva detto quella donna. Già, la sua Dora. Come avrebbe reagito sua moglie una volta visto quello che era successo? Dora, ti prego, stai tranquilla. Fallo per i nostri figli.
-Ben svegliato tesoro –disse una voce femminile. Portava in mano una candela che le illuminava il volto radioso. Era felicissima. –Dormito bene?
-Dove siamo? Lasciami subito –disse Remus in preda al panico più totale. Provò ancora a liberarsi.
-Non ora, mio caro, avrò tempo di spiegarti. Ora voglio giocare un pochino.
L’uomo tremò: sapeva che lei era solita torturare prima di uccidere. Sperò solo che fosse sopportabile.
 
 
Tonks e Andromeda urlavano, come al solito. Solo che stavolta Tonks era più agguerrita che mai. Dopo un po’ di ore, in cui sembrava in stato di incoscienza, la ragazza si era resa conto che il tempo era fondamentale per trovare vivo suo marito e per mettere le mani su quella donna. Harry le aveva scritto che dovevano interrogare Piton al Ministero, e lei voleva essere presente. Ma sua madre era preoccupata e non voleva farla uscire di casa. Era incinta e poteva avere nuovamente un malore con tutta quell’agitazione. Ma in fondo, come poteva stare calma? Ted e Teddy, loro malgrado, dovevano assistere a queste scene pietose:
-Ti avverto un’ultima volta mamma: se non apri immediatamente questa porta …
Si udì il bussare proprio davanti al portone su cui si trovava la Black a braccia spalancate. Tonks la levò di mezzo con una manata e aprì: era Molly. Aveva il viso sconvolto, come tutti del resto. Tonks si ricordò di quanto era accaduto prima del rapimento:
-Molly, non è il momento …. –disse la ragazza.
-Tonks, cara! –l’abbracciò –cara, mi dispiace tantissimo! Lo avevo appena ritrovato! Mio figlio, il mio Remus!
-Come? –Fece Andromeda –di cosa state parlando?
-Allora è vero? Remus diceva che forse ti sbagliavi. –disse Tonks.
-E’ vero, è vero. Ma vorrei che non fosse vero quello che è successo. –e scoppiò in lacrime. Quante volte aveva pianto sulla spalla di Remus, quante!
Tonks sospirò:
-Ti prego, Molly, non ti disperare. Lui è vivo e giuro che lo riporto a casa.
-Ma tesoro, gira voce che … che sia già morto …
Andromeda si portò le mani alla bocca. Anche Ted abbassò la testa: nessuno dei 2 sperava tanto nel ritorno del genero, visto in che mani era capitato.
-Cosa dici Molly? –urlò Tonks –lui è vivo, me lo sento! Non farò il tuo stesso errore: se non lo vedo, non crederò mai di averlo perso! Mai! Tu cosa hai fatto invece? Non hai lottato per averlo è questo è il risultato. Lo hai dato subito per sfacciato senza nemmeno controllare! Che razza di madre sei stata per lui? E adesso? Dai retta a delle stupide voci? Non ripeterlo mai più! Io sono sua moglie, so che vivo, lo sento.
Molly rimase turbata dalla durezza di Tonks. Eppure sentiva che aveva ragione: se solo avesse avuto un piccolo dubbio in passato, le cose sarebbero andate diversamente. Ma non si può tornare indietro.
-Ninfadora, devi stare calma –disse Andromeda poggiandole le mani sulle spalle –nel tuo stato è importante che tu ti contenga. Quando Remus tornerà –disse con poca convinzione –vorrà sicuramente trovarti in forma.
Tonks però non ascoltò altro e uscì di casa. Rimasero Molly e i coniugi Tonks senza parole, con lo sguardo triste. Il silenzio era rotto dal tenerissimo Teddy che continuava a ripetere “mamma” e “papà”, le sue prime paroline.
-Molly –disse Ted imbarazzato –cos’è da storia di Remus? E’ tuo figlio? Ma quando mai!
-Ted! –la donna gli pestò il piede –scusalo Molly, è solo che … beh Ninfadora ha parlato di sfacciato o cose del genere … insomma possiamo sapere anche noi?
Molly si sedette, preparandosi nuovamente a ripetere quella storia taciuta per anni con, finalmente, una risposta sicura.
 
 
Piton si trovava in una stanza pronto per essere interrogato. Ma nessuno arrivava. La sua pazienza si stava lentamente spegnendo. Avrebbe voluto trovare Samantha, abbracciarla, e lei gli avrebbe detto che era bugia, che era stata incastrata, e allora se ne sarebbe andati via, insieme, per rincominciare una nuova vita. Purtroppo non era così. La scrittura era chiara, come il messaggio: era stato preso in giro. Nel suo ufficio mancavano molte pozioni e ingredienti. E lui non se ne era mai accorto per poter denunciare al preside l’accaduto. Lo aveva fregato per bene. Si era innamorato di lei. Che stupido che sono stato! Che ne sarebbe stato ora di Remus? Aveva ragione, dicendo che quella donna era falsa. Purtroppo tutti erano stati ingannati ed ora lui avrebbe pagato per tutti. Piton temeva più per la sorte del collega che per la sua.
La porta si aprì e il professore pensò che stesse per entrare Potter. Invece entrò Malocchio Moody:
-Allora, Piton, sei pronto? Ti avverto che se succede qualcosa a Remus e c’è il tuo zampino, sono bolidi amari.
 
 
Tonks arrivò al Ministero sperando non fosse troppo tardi. Harry aveva già iniziato l’interrogatorio? Si fermò però quando vide il suo collega Dawlish accanto alla porta del suo ufficio che stava fumando una pipa:
-Ciao Tonks! Come va?–disse allegramente emanando una nuvola di fumo.
-Ciao un corno! Cosa Merlino ci fai qui! Devi cercare quella dannata assassina!
-Sono in pausa!
-In pausa? Maledetto! Non c’è tempo per la pausa! Alza le chiappe e và ad aiutare gli altri!
-Non ci siamo mai persi una pausa quando sono scomparse le altre persone Tonks –rispose Dawlish –è vero, forse questa volta ci tieni di più perché si tratta di tuo marito ma …
-CI TENGO DI PIU’? CERTO CHE CI TENGO A SALVARLO!
L’urlo fu devastante. Dawlish rimase scandalizzato e non aveva più il coraggio di scherzare con lei adesso.
-Ascolta un po’, Auror dei miei stivali. Prima non conoscevamo l’identità del nostro uomo. Ora si. Perciò piantala di fare lo strafottente e vai a lavorare!
-Tuo marito forse è già morto! Hai letto la Gazzetta del Profeta?
-Non è la Gazzetta a decidere! Siamo noi che con il nostro lavoro decidiamo cosa accadrà! E poi, maledetto, mio marito non è morto!
Tonks si sforzò per non piangere. Possibile che tutti già lo davano per perduto?
-Comunque, piccolo dettaglio, non devi darmi più ordini Tonks. Nemmeno Potter.
-Perché scusa? Cosa vuoi dire?
-Che tu e Potter siete fuori dal caso. Ora è affidato a me e Malocchio.
-COSAAAAA? Chi lo ha deciso?
-Il Ministro della Magia.
-No, no non è possibile!!!
Tonks girò i tacchi e si precipitò verso l’ufficio del Ministro.
 
 
Remus urlava come non aveva mai urlato in vita sua. Le maledizioni Cruciatus venivano emanate dalla bacchetta di Samantha senza dargli un attimo di riposo, senza che potesse chiederle di smetterla. Si susseguivano e parevano interminabili. Lei si divertiva, le urla per lei erano musica. Per il mago era l’inizio di un incubo.
 
 
-Kingsley, non puoi farlo. Io sono il Capo Auror, mi hai nominato tu stesso.
-Harry, lo so. Ma vedi, tu e Tonks siete troppo coinvolti in questa storia, non posso farvi continuare.
-Ma almeno me, Kingsley! Lascia almeno me. Ti scongiuro. Malocchio e Dawlish sono in gamba, ma avranno più interesse a catturare quel mostro piuttosto che salvare Remus.
-Harry, qui non c’è posto per i sentimenti. Ci vuole freddezza e cinismo per catturare certi assassini. Ecco perché tu e Tonks non siete più idonei al caso.
-Io ho sconfitto Lord Voldemort, vorrei ricordartelo! –Harry era furioso –Non darmi della femminuccia.
-Ti rendi conto allora che forse Remus è già stato ucciso?
-Ma non lo sappiamo ancora! Perché dite così? E’ passato solo un giorno …
-Ho deciso Harry. Vi giuro che sarete informati su tutto.
-Già, sono proprio soddisfatto.
Nel frattempo, la giovane Auror disintegrò la porta del Ministro e fece il suo ingresso con i capelli rossi per la rabbia e la bacchetta puntata
: -Dammi una sola ragione per non strozzarti, Kingsley!
 
Ciaoooo!!! Grazie di cuore a chi sta leggendo e a chi mi scrive le recensioni!!!Grazie davvero!!!

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Capitolo 20
*** La strana alleanza ***


Ciao! Wow sto arrivando a 20 capitoli!!! E’ la mia prima long e ne sono felicissima! Ho notato che sto scrivendo capitoli più lunghi! Grazie a tutti quelli che hanno messo la storia tra le preferite, ricordate e seguite,  mi date una grande forza! Ma proseguiamo con la storia!
 
Cap 19: La strana alleanza 
 
-Allora? Vuoi spiegarmi perché ti metti a fare cazzate proprio adesso?
-Ascoltami Tonks, tu lo sai meglio di me: Non si possono seguire casi i cui sono coinvolti i parenti.-disse Kingsley.
-La legge la fai tu! E poi Harry non è un parente! Non togliere anche lui ti scongiuro o perderei l’unica speranza che mi è rimasta! –Tonks si avvicinò con i denti stretti e le mani alzate. Harry la prese da dietro per trattenerla, trattenendole le mani pronte ad agire.
-Lasciami!!!!  Sono incazzata nera!–la donna cercava di dimenarsi.
-Dai, ferma, per favore –disse Harry in piena difficoltà.
Quando parve calmarsi un pochino, la lasciò.
-E comunque Tonks ha ragione, Kingsley  – disse Harry, anche lui piuttosto arrabbiato –non sono un parente e ho il diritto di seguire questo caso come ho fatto fino ad ora.
-E Teddy? Non è il tuo figlioccio? Avanti ragazzi, non siete più lucidi e concentrati come prima. Siete stati in gamba, ma adesso le cose sono cambiate.
Tonks si sentiva scoppiare:
-Credevo che Remus fosse tuo amico! Che io fossi tua amica!
-Ma certo che lo siete! –disse il Ministro.
-Ma tu lo dai per … morto …
Kingsley non rispose. Harry lo guardava indignato. Il ragazzo era abituato ad essere messo sempre in mezzo;quando veniva messo da parte, come nella prima ricerca degli Horcrux da parte di Silente, non riusciva certo a stare tranquillo:
-Ti scongiuro Kingsley, ripensaci –lo supplicò Harry.
Tonks intanto piangeva:
-Maledetto traditore, stronzo … ah!
La ragazza ebbe una forte fitta alla pancia e si piegò. I 2 si avvicinarono per aiutarla, ma lei scansò la mano del ministro e si appoggiò ad Harry:
-Non mi toccare, mi hai deluso più di chiunque altro! E comunque sto bene. Harry portami da Piton.
-Ma Tonks, non puoi interrogarlo. –disse il giovane.
-LO SO, HO CAPITO! Voglio parlarci solamente! Non posso? Valgo ancora qualcosa qui? Non trattatemi come una vedovella da compatire! Và all’inferno anche tu!
La ragazza scansò Harry e uscì. Lui però voleva tenerla d’occhio, perché sentiva che stava troppo male, soprattutto mentalmente. Per lei era decisamente un periodaccio.
 
 
Malocchio aveva interrogato Piton con i suoi soliti modi bruschi, tipici dei tempi in cui voleva smascherare i Mangiamorte. Il professore aveva risposto in maniera tranquilla, cosa che gli stava costando molta fatica; comunque aveva l’impressione che Malocchio lo volesse incastrare. Più volte gli aveva chiesto dove si trovasse il nascondiglio di Samantha. Magari lo sapessi pensava Piton. Dopo parecchie ore, venne lasciato solo sempre in quella stanza ad attendere notizie sul suo futuro.
Ricevette una visita inaspettata: Ninfadora Tonks. Aveva cercato di ricomporsi il più possibile prima di fare il suo ingresso.
-Salve professore. –la ragazza aveva uno sguardo molto sofferente.
-Ninfadora, sei venuta per vendicarti? –chiese Piton.
-No professore: io credo nella sua innocenza. –disse Tonks convinta.
Piton rimase senza parole:credeva che l’Auror avrebbe sfogato su di lui la rabbia che provava a causa del rapimento di suo marito. Invece lei sembrava propensa al dialogo. E non aveva la bacchetta in mano.
-Davvero Ninfadora? Non credi che io abbia aiutato la mia fidanzata?
-No professore. Un complice c’è, da sola non può aver fatto tutto. Ma non è lei. Ne sono certissima. Mi fido di lei proprio come si fida Remus.
-Grazie. –uscì solo dalla bocca di un Piton incredulo. Sentir nominare il suo collega dalla moglie gli fece venire i brividi.
Seguì un momento imbarazzante. Poi il mago decise di prendere parola:
-Come stai? Cioè, immagino ma … come hai intenzione di affrontare questa …  situazione .. piuttosto difficile?
Tonks sospirò e si sedette.  Si era un po’ tranquillizzata dopo l’ennesima sfuriata. Piton la imitò.
-Piuttosto difficile? –rise amaramente Tonks- diciamo che stiamo nella cacca più totale … Come sto io? Io mi sento uno straccio, professore, una pezza buttata a terra e schiacciata a forza da chiunque passi. Mi sento tradita da tutti, sono preoccupatissima per Remus. E’ vivo, non ho dubbi, ma cosa gli sta facendo quella donna? Dove  lo tiene? Maledetta … E lui? Cosa prova?Come si sente? Cosa starà pensando …
Si portò le mani sul viso sospirando. L’uomo, seduto all’altro lato del tavolo, cercò di metterle una mano sulla spalla, ma la ritirò perché la ragazza riprese a parlare
- E ho dei sensi di colpa da morire. Remus mi aveva descritto quella donna come una tipa scaltra, ma non ho colto in tempo alcuni particolari che avevo notato. Per esempio è un Animagus.
-Si, purtroppo.
-E tante altre cose … ma il peggio è che … lei mi aveva mandato delle minacce e io ho solo pensato a nasconderle a mio marito. Non volevo che mi consigliasse di abbandonare il caso, soprattutto ora che ero incinta. Ci tenevo troppo.
-Tutti abbiamo sbagliato, io più di tutti. Non sapevo chi avevo accanto.
-Merlino, chissà adesso cosa starà facendo …
Un altro momento di silenzio. Poi all’improvviso:
-Però è inutile piangere su ciò che è stato fatto professore! –esclamò Tonks –il Ministro mi ha tolto il caso, ma io sono convinta che possiamo trovare una soluzione insieme.
-In che senso?
-Ufficialmente, io ed Harry non stiamo più in mezzo. Ma io voglio indagare comunque, ed ho bisogno del suo aiuto!
-Il mio? Come ti potrò aiutare Ninfadora se mi sbattono ad Akzaban?
-Ma non credo, non ci sono prove a sufficienza! Mi creda professore!
-Dovrei aiutarti quindi? E se ci scoprono?
-Non accadrà, spero. La prego professore: sento che Remus non verrà ucciso subito, ma se viene torturato … mi aiuti per favore! Le darò qualsiasi cosa in cambio.
Tonks lo stava supplicando. Piton non se lo fece ripetere:
-E sia. Ma una cosa in cambio la voglio.
-Qualsiasi cosa!
-Il vostro perdono.
-E’ fatta! –Tonks si alzò velocemente in piedi per stringere la mano al professore, ma una nuova potente fitta la costrinse a risedersi.
-Ninfadora, ti senti bene?
-No, no … aiuto, il mio bambino … mi aiuti per favore! -Gemeva per il dolore.
-Tranquilla, non succederà niente …
Piton chiamò aiuto ma gli prese un altro brivido. Per terra c’erano macchie di sangue. Cercò di ignorarle, ma pensò che quest’altra disgrazia non ci voleva proprio alla povera ex Tassorosso.
 
Remus respirava a fatica. Sentiva ancora il dolore nelle ossa. Le maledizioni lo avevano stremato. La stanza in cui si trovava era molto buia e non riusciva a capire se fuori fosse giorno o notte, quindi nemmeno da quanto tempo vi si trovasse. Riuscì comunque a vedere e sentire l’odore di  molte ampolle che fumavano e in cui era in fase preparatoria alcune pozioni. Samantha lo raggiunse dopo un po’ di tempo:
-Ciao tesoro!
Remus non rispose. La odiava, non voleva vederla.
-Non ho ricevuto risposta. Ripeto: ciao tesoro.
L’uomo continuava a tacere. Lei si avvicinò e gli diede uno schiaffo forte in pieno volto.
-Non mi sono spiegata Remus –era furiosa –qui comando io adesso. Tu mi devo obbedire. E non mi puoi ignorare.
-Cosa vuoi da me? Perché sono qui?
Samantha sorrise, soddisfatta.
-Tesoro, tu sei speciale.  
Si girò  e prese a maneggiare le pozioni che stavano in ebollizione. Il mago rimase insoddisfatto della risposta, era avido di sapere. Perciò riprese a parlare:
 -Insomma chi sei? Cosa vuoi? Perché hai ucciso tutte quelle persone?
Un altro sorriso, ma nessuna risposta. La donna prese un camice che indossò, coprendo il vestito verde che indossava, e finalmente parlò:
-Sono una ricercatrice, mio caro. Non ho ucciso volontariamente, ma perché, purtroppo, le mie pozioni non hanno ancora raggiunto un ottimo livello di preparazione. Le sto perfezionando.
-Cioè usi la gente per i tuoi esperimenti? Hai ucciso per questo? Ma perché?
-Mio caro, un giorno il mio nome sarà leggenda e tutte le vittime non saranno che un lontano ricordo.
-Tu sei pazza!
-Tutti i geni sono pazzi –rispose lei –anche tua moglie lo è, infatti mi ha scoperto.
-Come lo fai a sapere? E come mi hai portato via dalla scuola dove c’era tutta quella sorveglianza?
-Amore, io sono un Animagus. Sono un moscerino … ho spiato tua moglie al Ministero. Ho spiato tutti.
-Ma come?
-Ho rubato la Giratempo dall’ufficio della Mc Granitt. Un vero colpo di genio.
-E come mi hai portato fuori dalla scuola?
-Un Incantesimo Restringente.
-Certi incantesimi non si possono fare ad Hogwarts!
Samantha rise: -Io si. So come domare le protezioni.
Remus si sentiva ancora più impotente adesso. Come avrebbe fatto a fuggire di lì?
-Sei venuta ad Hogwarts per me?
-O si, tu eri il mio obiettivo. Ti ho desiderato tanto!
-Cosa vuoi da me? –chiese Remus con tanta paura.
-Preparerò la pozione per guarire la Licantropia.
-Ma è impossibile! Nessuno mai …
La donna gli si avvicinò e lo accarezzò. Ma per lui, quella carezza era come un coltello: tagliente.
-Niente è impossibile per me. Preparati, dovrai essere pronto in questi mesi per sperimentare la pozione. Una volta finita, ti ucciderò.
Le si illuminarono gli occhi. Il povero uomo rimase lì, sulla barella in cui era attaccato, pietrificato. Una cosa era certa: la sua “permanenza” lì sarebbe durata tante lune piene. Lo attendevano mesi durissimi. Ti prego Dora, trovami! Pensò. Guardò la sua aguzzina: sapeva davvero poco di lei. Avrebbe scoperto chi fosse, magari aveva un punto debole. Non poteva morire così, non dopo aver lottato tanto. Ma era così indifeso adesso! No, devo resistere. Devo vivere per Dora, per Teddy, per il bimbo che deve nascere. E devo vivere per Molly, per mia madre!
 
 
-Hanno appena portato Tonks in ospedale. Speriamo non si tratti di un aborto! –disse Harry ai genitori e al padrino.
Lily si trovò a formulare un pensiero troppo cattivo: voleva essere al posto di Tonks. Si sentì un verme per questo. Ma sarebbe statto tutto meno complicato.
-Mamma, tutto bene?
-Si caro, è solo che, questa situazione …
-E’ vero Lily, è terribile. Io andrei in ospedale. –disse Sirius.
-Vengo con te –disse Harry –mamma, papà, tornate a casa. Non c’è niente da fare qui.
Padrino e figlioccio se ne andarono, ma Lily non voleva tornare a casa sapendo che il suo Severus rischiava di essere arrestato. Poco dopo, comparve:
-Salve, Lily, Potter.
-Ciao –rispose James con freddezza.
-Sev, Sev , come stai? –Lily lo abbracciò con calore. Quando lo lasciò, l’imbarazzo che scese fu inimitabile: mai quei 2 si erano abbracciati di fronte a James.
-Sto bene Lily. Non mi hanno arrestato. Non hanno trovato prove a sufficienza. Ma devo essere a loro disposizione.
Lily si sentì sollevata.
-Mi darete notizie di Ninfadora non appena saprete?
-Certo –rispose Lily –senti …
-Grazie, devo andare.
 

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Capitolo 21
*** Il primo Natale di Teddy ***


Cap 20: Il primo Natale di Teddy
 
Remus e Tonks si trovavano su una montagna, affacciati su un precipizio. La donna tentò di afferrare la mano del marito ma lui non rispondeva. All’improvviso comparve Samantha dietro Remus, e Tonks si stava domandando da dove fosse spuntata. La bionda rise e spinse Remus nella voragine. Tonks urlò.
 
 
Ninfadora Tonks si svegliò piena di sudore. Dannato sogno! Era solo un sogno, per fortuna. Si trovava in un letto d’ ospedale e accanto a lei c’era sua madre, preoccupatissima:
-Ninfadora, calma, era solo un sogno.
-Cosa hai sentito mamma?
-Urlavi, urlavi e ti contorcevi … facevi paura –aveva le lacrime agli occhi.
Tonks ricordò che si era sentita male. Ma non voleva sapere il resto. Aveva troppa paura. Ed era, ancora una volta, colpa sua.
-Mamma –si decise –dimmi che non ho perso il mio bambino. Per favore mamma …
-No, cosa dici Ninfadora? Il tuo bambino è forte e cocciuto come te! Sta bene …
Meno male … almeno lui …
-Però Ninfadora, te lo devo dire: se continui così la prossima volta non andrà bene! Devi stare tranquilla hai capito? E a riposo. Ti hanno tolto il caso, meglio! Da oggi starai a casa mia insieme a Teddy.
Fece una pausa, durante la quale la figlia si mordeva leggermente le labbra.
-Inoltre –proseguì la signora Tonks –rischi di compromettere l’indagine! Sei incosciente Ninfadora! Se vuoi la salvezza di tuo marito, devi farti da parte!
Tonks si mise le mani sul volto: dopo quel sogno, temeva davvero che il suo Remus non fosse più vivo:
-Mamma hai ragione. Ti prometto che starò a riposo e lontano dal Ministero. Ma starò a casa mia: devo abituarmi a questa nuova situazione.
-Ninfadora, ma almeno per il periodo natalizio …
-Non nominarmi il Natale, mamma, non adesso –e pianse abbracciata a sua madre.
 
 
Albus Silente visse dei giorni pieni di stress, quindi non trovò il tempo di andare da Molly. Spedì gli studenti più piccoli a casa, in anticipo per le vacanze natalizie, e rimasero solo quelli che dovevano fare gli esami. Decise di farli fare, nonostante la brutta situazione, e la continua lotta con il professor Piton che voleva dimettersi dopo lo  scandalo che era scoppiato. La Gazzetta del Profeta non faceva altro che screditare l’ex Mangiamorte, mentre di Remus c’erano solo poche righe, in cui si diceva che era morto al 99 %.  Solo il Cavillo spendeva parole di solidarietà per Remus e famiglia. Dopo gli esami, la scuola sarebbe rimasta chiusa e allora Silente avrebbe tentato di capire cosa voleva dire Remus con quelle parole:
tuo figlio è vivo” “parla con Molly”  “la tombicina vuota”
Sognava ogni notte quella discussione. Sperò che stesse bene:
Sii forte, amico mio.
 
 
-Harry, ti devo dire una cosa.
Harry si era andato a sfogare con Ron ai “Tiri Vispi Weasley” perché si sentiva molto afflitto. Per fortuna Tonks stava bene! Almeno quello …
-Dimmi Ron.
-Ecco, però non rimanere scioccato eh Harry? Me lo prometti?
-Parla Ron, cosa mi vuoi dire?
-Ecco … ripeto sarà uno schock ma …
La pazienza di Harry stava prendendo una brutta piega.
-Insomma … io e Remus siamo fratelli!
Harry non mantenne la sua parola:
-Cooomeee? Ti sembra il momento di scherzare?
-E’ la verità, Harry!
-Ma come? Non è assolutamente possibile! I tuoi hanno avuto un altro figlio? Un altro figlio oltre voi sette?
-No Harry, mia madre ha avuto otto figli …. Noi sette e Remus siamo fratellastri.
-E chi è il padre? Lo sapete?
-Purtroppo si Harry … ma non sarà una bella cosa saperlo. Non dirlo a nessuno ti scongiuro!
-Chi è?
-Silente …
 
 
Tonks rientrò a casa con suo figlio, prelevato dalla zia Narcissa. Chiese ai genitori si restare sola con lui e loro, a malincuore, accontentarono la ragazza. Tonks ebbe un tuffo al cuore: tutto era rimasto come quella mattina, quando se n’era andata in fretta e furia, lasciando Remus a letto con la febbre e il piccolo ancora addormentato. Sembrava tutto bloccato in una foto babbana. Si affacciò in camera da letto e vide il letto ben fatto da suo marito, con una cura e precisione inimitabili. Non ci avrebbe dormito finchè non fosse tornato. Poi si guardò allo specchio con il bambino in braccio. Vide il suo volto stanco con i segni delle lacrime. I suoi capelli erano di un grigio topo. No, non era decisamente la solita Tonks. Era già stata in quelle condizioni, quando il suo uomo era partito per diventare spia tra i lupi mannari. La situazione era simile: viveva con l’angoscia di poterlo perdere in ogni momento, con il solito, doloroso dubbio: è vivo o morto? Ma la situazione era diversa: aveva Teddy con sé e aspettava un altro bambino. Non poteva buttarsi sul lavoro, come aveva fatto prima. Doveva prendersi cura dei suoi bambini. Si guardò con attenzione e si concentrò: i suoi capelli diventarono biondi e il viso tornò rilassato. Diede un bacio al suo piccolo e disse:
-Allora Teddy, andiamo a comprare i regali di Natale?
Il piccolo parve approvare battendo le mani, e Tonks capì che doveva farsi forza. Non serviva a nessuno restare depressi e a lutto. Ma avrebbe trovato suo marito. E anche Samantha. E allora quella donna l’avrebbe pagata cara.
 
Harry rimase sconvolto da ciò che aveva appena udito. Non avrebbe mai scommesso su una cosa del genere. Cioè Silente aveva un figlio! E quel figlio era proprio il suo ex professore!
-Ginny come l’ ha presa? –Chiese il moro.
-Non lo sa, anzi Harry, lascia che sia mamma a parlare. E’ meglio così, credimi.
-D’accordo …
-Non lo sanno nemmeno Charlie, Silente e nemmeno Remus. Cioè, mamma gli ha detto che c’era questa ipotesi ma lui non ci ha creduto. Mamma doveva anche chiarirsi con gli zii. Poi … non c’è stato più tempo per parlare.
Calò il silenzio.
-D’accordo Ron. E’ giusto che ne parli tua madre. Ma tu, come l’hai presa questa cosa?
-Beh, non riesco ad immaginare mamma che usi un filtro d’amore per sedurre Silente! Per quanti riguarda Remus, io dico … meglio lui che un altro no? Alla fine sono contento. E’ solo che, vorrei dirglielo.
-E’ una figata che sia proprio lui –intervenne Fred vicino a loro.
-Si, lui sa come prendere la mamma –continuò George.
-E tornerà sano e salvo -disse Fred.
-Ci puoi scommettere fratello! –confermò George.
Ma Ron non era così ottimista: -Speriamo …
 
 
Arrivò il giorno degli esami e molti studenti si misero all’opera.  Il preside introdusse l’esame con un discorso:
-Ragazzi, so che è molto difficile per voi oggi affrontare questa prova. Tuttavia, voglio dirvi, senza sfociare nella banalità, che non serve a niente scappare dalla vita quotidiana in questi casi. E sono convinto che il professore vorrebbe che tutti voi mi mettesse all’opera. Buona fortuna ragazzi!
 Fu molto triste svolgere l’elaborato lasciato dal professor Lupin.
Nel pomeriggio, si tennero le prove pratiche che tutti gli studenti svolsero con grande precisione. Nonostante la brutta situazione, Hermione e Ginny erano soddisfatte: iniziava un nuovo capitolo della loro vita.
 
I giorni passavano, ma non venne trovato il covo di Samantha, e di Remus nessuna traccia. Tutti cercavano di farsi forza. Ora anche Ginny, Charlie ed Hermione conoscevano la verità. Tutti gli altri invece erano all’oscuro. Anche Silente. Ma l’uomo non si era ancora recato da Molly.
Arrivò il giorno della vigilia di Natale e Tonks, la quale alternava momenti in cui si sentiva crollare e momenti più sereni, chiamò suo cugino Draco a casa:
-Com’è andato l’esame Draco?
-Spero bene –rispose il biondo –conosceremo i risultati nei primi di gennaio.
-Bene bene –disse Tonks –ho una proposta da farti!
Draco aveva capito che a Tonks non poteva fregare nulla del suo esame, anche perché sua cugina aveva ben altri problemi.
-Ecco Draco, come ben sai, passeremo il Natale a casa tua …
-Sì, lo so –rispose Draco scocciato.
-E quindi … ti vestiresti da Babbo Natale per far contento Teddy? –buttò lì Tonks.
-Stai scherzando? Non ci penso proprio!
-Dai Draco avanti! Facci felici.
-No, Teddy non lo capisce, è piccolo. E poi fallo fare a Potter!
-Harry starà alla Tana, altrimenti non ti avrei scomodato. Allora è deciso. Stasera ti porto il vestito.
-Ho detto no!
-E il sacco con i regali. Ne ho fatto uno anche a te lo sai?
-Ma ho detto di no! –continuò Draco, invano.
Grazie a questa piccola idea di Tonks, la serata fu più divertente. Draco vestito da uno scocciatissimo Babbo Natale, era molto spassoso. Come poteva rifiutarsi il biondo, visto l’entusiasmo di cugina e zii, visto che sua madre voleva assolutamente riportare un clima di pace, e visto che, per la prima volta, stava rendendo felice qualcuno. Sia Teddy, ma soprattutto Tonks. Ma nei suoi occhi si leggeva la malinconia, e fu molto difficile evitare di parlare di Remus, il grande assente. Dopo un momento di risate, quando Teddy aveva attorcigliato con le sue piccole magie la barba finta di Babbo Natale, la ragazza corse via piangendo.
 
 
Alla Tana, l’atmosfera non era delle migliori. Bill e Fleur non c’erano, erano a Villa Conchiglia con Arthur, visto che Molly non voleva trascorrere il Natale con lui. Hermione, Ginny e Angelina avevano aiutato Lily a preparare un pranzo con i fiocchi. Alla fine, anche la padrona di casa si era unita alle donne per cucinare il dolce. Ma fu un Natale decisamente da dimenticare.
 
 
Remus non aveva idea di che giorno fosse. Tuttavia, Samantha, che era piuttosto taciturna negli ultimi tempi, lo informò del fatto che fosse Natale.
Il lupo, lasciato nuovamente solo, pianse amaramente. Sarebbe stato il primo Natale con il suo Teddy e invece ….Ti odio Samantha.
 
 
Ciao a tutti! Non è un capitolo eccezionale, ma nel prossimo mi soffermerò su Samantha e Remus perché ci sarà la luna piena … vabbè poi ne parliamo.
Volevo ringraziare chi legge, chi si sta approcciando, chi leggerà e chi ha messo la storia tra le preferite, seguite e ricordate quindi:
Nymphadoraa (la primissima, grazie 1000)
Mar004
Fri Rapace
Grifondoro_Serpeverde
Bellissima90
Eli147
Bad Angel 7
Lysdance1
V91
Diokoxkristof
Pereus
Ilasunnysmile
Glam12
Nirvanavita
Nymphy Lupin
E spero di non aver saltato nessuno nessuno
Un grazie anche a Pepe, new entry e anche a tutti coloro che leggeranno e metteranno la storia tra le seguite in futuro.
Al prossimo capitolo! Bacioni
 
 
 
 

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Capitolo 22
*** Plenilunio ***


Cap 21: Plenilunio
 
I giorni dopo il Natale per Remus furono snervanti. La luna piena era vicina, e lui si domandava come avrebbe fatto quella strega a farlo guarire dalla licantropia. Non che si illudesse di poter risolvere il suo “problema”, anzi! Aveva paura di cosa quella donna potesse dargli, e di fare una misera fine, come tutti gli ex prigionieri di Samantha.
Un giorno, o una sera, Remus non poteva definirlo, ormai per lui era sempre buio, Sam preparò una pozione da fargli bere. Lui voleva rifiutarsi.
-Cos’è? –chiese.
-Niente a che vedere con il mio obiettivo, ma devi berla.
-Non ci penso nemmeno!
-Avanti, non fare storie. –la donna cercava di metterla alla sua bocca, ma il mago si divincolava, per quanto potesse, visto com’era attaccato. La donna non si perse d’animo, prese un imbuto e glielo ficcò con violenza in bocca, poi vi fece scivolare la pozione, restando all’erta fino a quando non fu sicura che lui l’avesse bevuta. Lui sentì il sapore amaro dell’infuso, ma non era la pozione antilupo come aveva sperato per un secondo. La donna riportò l’imbuto e il flacone su un lavandino e si sedette accanto a lui.
-Cosa mi hai dato? –chiese Remus di nuovo.
-Qualcosa per farti stare tranquillo. Domani sarà la luna piena, dovrò prelevarti dei campioni di sangue mentre sei trasformato. Ma resterai tranquillo. Non sarai cosciente, non ti ho dato la pozione Antilupo, ma una volta animale, non potrai muoverti. So che come lupo sei piuttosto cattivello. Ti ricordi? L’ho detto il primo giorno che ci siamo incontrati.
-Vorrei non fosse mai accaduto –disse Remus.
-Dopo –continuò Samantha senza curarsi delle parole –avrò un bel po’ di tempo per studiare il tuo sangue, il tuo Dna e le varie combinazioni che posso fare con le mie erbe speciali.
Un altro mese qui pensò Remus come farò a resistere?
Seguì un po’ di silenzio, poi la donna accarezzò il mago e disse:
-Non sei contento che guarirai tesoro?
-No, rispose Remus scostando la testa –non puoi costringermi a prendere pozioni che non voglio e non è il modo corretto per fare una scoperta questo! Sono giorni che mi tieni qui, mi verranno le piaghe a stare sempre sdraiato, ho freddo, voglio tornare a casa mia insomma! Anche da mannaro, non mi importa! Voglio uscire di qui!
E battè forte le catene. Quelle si strinsero di più, facendogli male.
-Cosa farò per tutto questo tempo? Rispondi!
Samantha sospirò e riprese ad accarezzarlo:
-Non fare il bambino –lo sguardo era serio e minaccioso –tu resterai qui, molti giorni, prenderai le pozioni che io ti darò, ti verranno le piaghe, morirai di freddo, vorrai tornare a casa, ma resterai qui. Fino a quando vorrò io. Fino a quando non sarò contenta. Poi ti ucciderò.
-Ma perché proprio io? Perché tutto questo?
-Mio caro, purtroppo certi esperimenti non si possono fare in pubblico. Le magie che uso sono proibite e alcune devono essere approvate dal consiglio dei maghi che si occupano dell’Uso di Magie in fase di sperimentazione. Ed io non ho tutto questo tempo. Nemmeno tu  avrai il tempo di vedere come mi godrò il successo.
-Ma perché? Perché proprio su di me?  –Remus stava delirando.
-Remus, per tantissime ragioni. Tu sei speciale tesoro, te l’ho già detto. Non farmi ripetere sempre le stesse cose. Ma soprattutto, sei speciale perché sei il figlio di Albus Silente, il più grande mago di tutti i tempi, nonché omosessuale.
Ecco, ci mancava anche questa.
-Samantha, non so come tu abbia avuto quest’informazione, ma è falsa. Non sono io il figlio di Silente. –provò a dire l’uomo.
Samantha rise: -Certo che lo sei. Non lo sapevi? Beh, io si, anche da tanto tempo. E tua madre, Molly Weasley, è solo una puttanella che nella sua vita ha fatto solo figli.
-TU SEI UNA PUTTANA! –urlò Remus, indignato. Non avrebbe permesso offese su Molly nemmeno se non fosse stata sua madre.
Samantha parve non approvare quell’appelativo, poiché i suoi occhi sembrarono riempirsi di fuoco.
-Questa me la paghi, stronzo.
Aprì uno dei cassetti della credenza che si trovava in quella camera, ed estrasse un martello e dei chiodi. Non promettevano nulla di buono. Mentre lei si avvicinava, il respiro di Remus si fece sempre più affannoso.
No, No per favore.
 
Silente, davanti alla Tana, esitò a bussare. Tuttavia, non poteva ancora fuggire. Aveva atteso fin troppo. Quando Molly lo vide, non fu affatto sorpresa.
-Ti aspettavo, Albus. Ti aspettavo prima.
-Ho avuto da fare Molly. Congratulazioni: Ginny ha passato i MAGO a pieni voti.
-Non sei qui per questo vero?
-Molly … prima che Remus venisse rapito mi disse, arrabbiato, che conosceva la nostra storia.
-Si Albus. Dopo anni di silenzio, ho raccontato tutto. Ma tranquillo, solo Remus sa la verità assoluta.
-Non mi preoccupa questo Molly. Lui mi ha detto che nostro figlio è vivo. Perché gli hai detto questa assurdità?
-Perché nostro figlio è vivo.
-Non è possibile Molly.
-E’ così …
Allora Molly raccontò delle 2 tutine identiche, della tomba trovata vuota, della confessione dei suoi fratelli. Silente era scosso e incredulo:
-Ora capisco perché Remus era così arrabbiato. Mio figlio … -sorrideva –mio figlio, il mio unico figlio è vivo! Ed è lui!
-Ha i tuoi stessi occhi e la tua stessa intelligenza. Proprio ciò di cui mi ero infatuata. Ed è un grande mago. E’ alto come i suoi zii e ha il naso di mia madre. Se solo lo avessi capito prima! –dichiarò Molly.
-Merlino Molly, dopo tutto questo tempo …  –disse il vecchio con un filo di voce.  Era troppo emozionato, ma un pensiero lo assillava. Gideon … perché voleva vendicarsi ancora?
I due si abbracciarono. Molly cominciò a singhiozzare pensando che mancava solo lui, il loro figlio, in quel momento. Forse Tonks aveva ragione: era vivo, non potevano arrendersi!
-Devi fare qualcosa, Albus! Salva nostro figlio, ti scongiuro!
- Remus … non ci posso credere … non sono degno di avere un figlio così …
Piccole lacrime scendevano dal volto invecchiato del professore. Un altro pensiero lo ossessionava: suo figlio lo odiava. Si era licenziato dalla scuola per stare lontano da lui. Doveva salvarlo, poi farsi perdonare. Ad ogni costo.
 
 
Affrontare il plenilunio per Remus fu un’esperienza straziante. Samantha gli aveva rotto 5 costole con chiodi e martello, causandogli tanto dolore, e la pozione che aveva bevuto sembrava soffocargli il petto. Respirava a fatica. Non poteva nemmeno vedere la luna, quindi fu colto di sorpresa da tutti gli spasmi che gli provocava la trasformazione quando non prendeva la pozione Anti-Lupo. Si sforzò di pensare alla sua famiglia e ai suoi amici per sopportare il tutto. Ma fu inutile.
Quando si risvegliò, era solo. I dolori erano allucinanti e non riusciva nemmeno a respirare. Le forze lo avevano abbandonato. Desiderò di morire, per far cessare quel dolore. Pianse.
 
I primi di Gennaio arrivarono con un tempo burrascoso e nevoso. Proprio come lo stato di Tonks. Si dedicava con dolcezza al suo bambino, ma gli incubi erano ricorrenti e non sapere nulla sulle sorti di Remus e sugli sviluppi della faccenda la faceva diventare matta.
Harry  parlava spesso con Malocchio, ma le ricerche proseguivano senza sosta  e senza nemmeno risultati. Samantha sembrava sparita nel nulla. Informava Tonks su tutto, tranne sul fatto che cercavano un corpo, quello di Remus. Harry tentò di non pensarci, di credere positivo. Inoltre aveva anche lui tanti problemi. Sua madre gli aveva annunciato, con scarso entusiasmo, che avrebbe avuto un fratello o una sorella. Purtroppo tra i suoi genitori c’era una crisi, che loro negavano, ma che ormai Harry aveva percepito.
-Strano –disse una volta Tonks ad Harry, che stava imboccando il piccolo Teddy, mentre stava affacciata alla finestra, pensierosa – molte coppie sono in crisi. James e Lily, Molly e Arthur … Solo io e Remus finalmente avevamo trovato un po’ di pace e volevamo stare insieme … ma non possiamo. –disse come rassegnata.
Harry abbassò il cucchiaino  e avvertì una bruttissima sensazione.
-Non appena lo avremo trovato, tutto sarà come prima. –disse Hermione per incoraggiarla. –Harry, tutti hanno dei periodi di crisi, poi passano.
-Si, vorrei solo sentire più calore quelle rare volte che sono a casa! Ho desiderato tanto vivere di nuovo con  i miei ed ora …
-Che allegria –esclamò sarcastico Ron –ci vuole un bel viaggio mi sa …
Tonks girò pian piano lo sguardo e i suoi occhi si illuminarono.
-Ron, sei un genio! Si, farete un bel viaggio! –disse l’Auror.
-Chi? –chiese Ron senza capire.
-Voi tre andrete in Francia! Me lo ha consigliato Piton per raccogliere informazioni sul passato di Samantha! Io non posso andarci perché incinta e Piton non può lasciare la Gran Bretagna. Io, inoltre, devo stare fuori dalle indagini, ma se voi fate finta di fare una vacanza … si, sarebbe perfetto!
Harry si mise a riflettere: in effetti era una buona idea. Piton gli aveva rivelato tutto quello che sapeva su Samantha e la sua voglia di trovarla e vendicarsi, perciò avevano dei piccoli punti di riferimento.
-E’ una buonissima idea! Voi ci state ragazzi? –domandò Harry.
-Assolutamente si! –disse Hermione.
-Come ai vecchi tempi. – continuò Ron.
-Allora è deciso: vi sono troppo grata ragazzi. Almeno su di voi posso contare.
-Sempre! –confermò Ron.
 
Samantha rientrò nella stanza e puntò la bacchetta contro Remus. Lui sperò che stesse per pronunciare l’Avada Kedavra, invece, con suo grande stupore, lo liberò dalle catene, dove si scoprirono polsi e caviglie pieni di sangue.
-Devi farti un bagno, tesoro …
Lui, con moltissima fatica, si alzò: finalmente poteva muovere gambe e braccia dopo tantissimo tempo.
-Non provare a scappare: sei ridotto male, non puoi nemmeno camminare. Se solo ci provi, ricordati che ti posso punire. E l’altra volta sono stata clemente …
Ma lui già lo sapeva, era inutile anche solo pensare di fuggire. Doveva obbedirle. Per il momento.
Si preoccupò lei si lavarlo con cura e di medicargli le ferite che lei stessa aveva provocato. Gli fece bere anche un’altra pozione, forse allucinogena, perché Remus sognò la sua Dora che lo coccolava. Ma, quando tornò alla realtà, fu peggio ritrovarsi in quel postaccio.
 
 
A circa un mese dal rapimento di Remus, Harry,Ron ed Hermione si prepararono per smaterializzarsi in Francia e trovare la famiglia di Samantha e il centro di ricerche dove aveva lavorato. Solo Giny, invitata, volle restare a casa per dare conforto a sua madre e per evitare che Tonks facesse sciocchezze. Il trio si sentiva  ottimista: insieme avrebbero portato dei buoni risultati.
 
Ciao a tutti!!! Grazie perché continuate a leggere ed incoraggiarmi! Vi bacio uno alla volta! 

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Capitolo 23
*** Il trio in Francia ***


Cap 22:  Il trio in Francia
 
 Hermione conosceva bene quella nazione, meta frequente dei viaggi con i suoi genitori. La loro meta iniziale era Lione, città in cui vivevano i genitori di Samantha. Quell’essere aveva promesso a Piton che a natale sarebbero andati lì a fare un viaggio! Che falsa!
La città sembrava molto luminosa con il biancore della neve. Il freddo, però, era pungente.
Arrivati a Rue della libertè, 45, il trio si fermò davanti alla porta, con Hermione in prima fila.
-Harry –disse la riccia –fatti vedere prima tu: non abbiamo un mandato per interrogarli e i signori devono pensare che siamo qui per chiacchierare.
-Sono d’accordo ma … perché io davanti? –chiese il ragazzo. Era già abbastanza imbarazzato.
-Harry, insomma! –sbottò Hermione –hai dimenticato che sei famoso? Tutti ti vorrebbero a prendere un the nel pomeriggio. Avanti, bussa.
E lo spinse davanti alla porta. Dopo aver bussato, li aprì una donna, piuttosto anziana, ma non molto segnata, che doveva avere circa 65 anni.
-Oui?
-Salve, la Signora Gretchen? Mi chiamo Harry Potter e loro sono …
-O Harry Potter! Harry Potter qui da me! Fantastique!!! –disse la donna che aveva un forte accento francese –entrare entrate.
I tre si accomodarono nel salotto di quella casa, che somigliava moltissimo a quella di zia Petunia, nella quale Harry aveva vissuto la sua, indimenticabile, infanzia.
La prima ora fu piuttosto noiosa. La Signora Moira Gretchen non fece altro che parlare di lei e suo marito, di come amavano la Francia, del loro scarso interesse per la magia che li portava a tenere le  bacchette chiuse in un cassetto.
Il trio si spazientì, perciò Harry, sfruttando la simpatia portata dalla sua fama, si azzardò a chiedere:
-Signora, mi scusi se la interrompo. Vorremmo che ci raccontaste un po’ di sua figlia, Samantha.
La donna sospirò e assunse un’espressione seria.
-Mia figlia è buona, sicuramente c’è un equivoco. L’ho già detto ai vostri colleghi.
-Si, senza dubbio signora –intervenne Hermione –ma noi vorremmo sapere qualcosa di più su vostra figlia, magari cosa le piaceva, le sue amicizie, il suo lavoro. Ecco, il suo lavoro: una cosa affascinante!
Scese un’aria piuttosto gelida. La donna si alzò, prese in mano una foto incorniciata, con figurate tre persone, di cui la centrale era una bella bambina bionda, e dietro il fantastico panorama della Tour Eifell.  Ritornò al suo posto:
-Samantha aveva 4 anni quando l’adottammo.
I tre si scambiarono uno sguardo: che coincidenza!
-Io e mio marito volevamo tanto una figlia, e Samantha era una bambina piuttosto tranquilla. Ma lei è stata sempre molto intelligente e, seppur piccola, era consapevole di essere stata abbandonata. Ci volevamo molto bene. Tutti e tre. Purtroppo cominciò a ribellarsi all’età di 11 anni, quando la iscrivemmo alla scuola di Beauxbatons invece che ad Hogwarts: per lei fu un duro colpo. Voleva assolutamente andare ad Hogwarts ed essere ammessa nella casa dei Serpeverde.
-E perché questa decisione?-chiese Harry.
-Io e mio marito amiamo la Francia e così volevamo che nostra figlia rimanesse qui.
C’era qualcosa di strano però nel tono di quella donna, sembrava infastidita da questo tipo di domande. Eppure era stata molto solare pochi minuti prima.
-Mi scusi, signora. Sicuro che non ci sia dell’altro? Non è per insistenza ma dovremmo capire che cosa potrebbe aver spinto sua figlia a commettere dei reati così gravi.
-Signor Potter, le ripeto che si tratta di un malinteso. Samantha non avrebbe mai ucciso nessuno.
-Allora non c’è problema a parlarne, vero madame?  In fondo stiamo solo chiacchierando … poi vorrei capire come la professoressa abbia attraversato una carriera così brillante!–disse Ron. Hermione lo guardò fiero:lui si che sapeva persuadere la gente. Certo con un linguaggio non proprio preciso …
-D’accordo. Allora, io e mio marito John non volevamo di proposito che Sam frequentasse quella scuola. Doveva stare lontana da certa gente. Se fosse finita tra i Serpeverde, poi, sarebbe stato un disastro.
-Perché? –domandarono tutti e tre.
-Perché lì c’era suo fratello! Non poteva starci insieme. Sarebbe diventata come lui!
-Ma chi signora? –chiese Harry.
-Non posso dirvi chi sia. Però sappiate che è stato un Mangiamorte … ora è morto per fortuna. Lo erano i suoi genitori e sospettavamo che anche lui avrebbe preso quella strada.
-Ma vostra figlia sapeva tutto questo?
-No, noi l’abbiamo salvata. E’ una donna ambiziosa, avrebbe sicuramente appoggiato Voi-sapete-chi. Ma i suoi genitori la cercavano, che maldestri, prima l’abbandonano, poi la rivogliono! Tutto perché il loro signore stava prendendo potere, e volevano sacrificare i loro figli a quel destino! Ma noi no: le abbiamo dato un altro nome e cognome e l’abbiamo protetta!
-E poi? Samantha ha mai saputo?
-Si,circa 4 anni fa, quando era molto impegnata nelle sue ricerche, quel mostro di suo fratello l’ha trovata e le ha chiesto se voleva unirsi a loro. Sam si è rifiutata. Poi è venuta a raccontarci tutto. Non era né arrabbiata, né sconvolta: sembrava tranquilla.
-E lei non vuole dirci a che famiglia appartiene Samantha?
-Mi dispiace, non l’ho detto al signor Moody, non lo dirò certo a voi.
-Signora, ma io sono Harry Potter …
-Non ditelo a nessuno però! La mia Sam è figlia dei Dolohov, brutta famiglia!O, ma non vi ho offerto niente: vado a preparare un caffè, anzi un the, voi siete inglesi!
E si allontanò un attimo. Il trio rimase stupito dalla miriade di coincidenze in cui si erano imbattuti. Approfittarono di quell’allontanamento per parlare:
-Avete capito ragazzi? E se si fosse alleata ai Mangiamorte? –disse Ron.
-Ma non c’era alla battaglia di Hogwarts, non l’abbiamo mai vista. Oppure ha fatto tutto da qui. –continuò Harry.
Hermione era pensierosa: -Sentite ragazzi, non andiamo fuori pista. Se lei avesse qualcosa a che fare con Voldemort avrebbe il Marchio Nero! Secondo me non si è unita a loro ma ha comunque covato qualcosa.
-Tipo? –chiese Ron.
-Il fatto è che lei è una donna che non vuole passare inosservata e vuole tutti ai suoi piedi. Penso che questa storia le abbia fatto alzare la cresta, vuole diventare una persona importante, visto che è cresciuta lontana dal suo mondo. Per questo vuole sviluppare nuove magie e pozioni. E poi … la sorella di Dolohov! Lui è stato molto tempo in carcere … e se lei lo avesse conosciuto prima? E se lo fosse andato a trovare? E se avesse appreso dal fratello alcune tecniche oscure? Mamma mia …
-Hermione, non penserai mica agli Horcrux? –chiese Harry.
-Tutto è possibile, purtroppo.
La signora Gretchen tornò con tre tazze di the. Poco dopo, rincominciò a parlare degli splendidi voti di sua figlia e della sua ammissione al centro di ricerche di Marsiglia. La donna sembrava molto fiera dell’operato di Samantha:
-Veniva spesso in Gran Bretagna comunque –disse – e si tratteneva per qualche giorno. Poi si smaterializzava qui.
-Ma viveva con voi o da sola? –chiese Harry.
-No, è dalla fine della scuola che vive sola. E’ molto indipendente.
-Non avevo dubbi. Ma, che lei sappia, aveva un fidanzato, un compagno? –chiese Hermione, ignorando gli sguardi stupiti degli altri.
-Ultimamente, dopo l’estate, si frequentava con un uomo, credo fosse un mago, e inglese.
-Si, lo sappiamo, il professor Piton –disse Ron.
-Beh, non lo so veramente. Anche io pensavo fosse il professore, ma poi l’ho visto in foto, non mi sembra davvero il tipo di Samantha.
-Nemmeno di molte altre donne –commentò Ron a bassa voce.
-Il professor Piton ha i capelli rossi? –chiese la donna.
-Assolutamente no –risposero i tre in coro.
-Allora era un altro uomo. Forse è finita prima che Samantha venisse in Scozia, non so. Io ho visto quest’uomo una sola volta, quando sono andata con  mio marito a trovare Sam a Marsiglia. Lei è molto timida, lo mandò subito via. Credo che con il professore, invece, fosse una cosa seria, perché voleva presentarcelo per Natale. Peccato che invece si è dovuta nascondere per colpa di questo errore. Spero stia bene. Ma lei è forte.
Verso sera, uscirono da quella casa e trovarono un piccolo albergo babbano in cui alloggiare. Per risparmiare, presero una camera con tre letti.
-Cosa pensi Hermione, di quello che abbiamo sentito? –domandò Harry.
-Non ho dubbi: quell’uomo è il complice che Moody sta cercando. Se solo la donna sapesse il suo nome!
-E’ una donna incredibile, ma fare tutto da sola sarebbe un’impresa troppo notevole. –confermò Ron.
-Ecco, io credo anche che lei venisse in Gran Bretagna per trovare suo fratello Antonin ad Akzaban –continuò Hermione – però non vedo un nesso con questi omicidi … che sia per vendetta? In fondo lei è una ricercatrice, violenta e spietata, ma non una Mangiamorte … non riesco a capire …
Harry, pensieroso, azzardò un’ ipotesi:
-E se la sua fosse solo vendetta? Cioè Remus è il figlio di Silente, e lei si sta vendicando di lui tramite il figlio. Silente è l’unico mago che Voldemort abbia mai temuto.
-Non lo so Harry … che ne sa lei di Remus? E’ una cosa segreta … possibile che abbia origliato le discussioni tra Molly e i Prewett? –disse Hermione.
-Si, è un Animagus, nessuno se ne sarebbe accorto. –disse Ron.
-Si, ma perché seguire Molly? A, forse ha sempre inseguito Remus … forse era infatuata di lui … oppure … -Hermione si bloccò –ho capito!
-Si? – disse Ron speranzoso.
-Non so se è logico, ci sono tante cose da capire ma … penso che lei voglia trovare la pozione per guarire la licantropia.
-Ma Hermione, è impossibile …
-Si, ma lei è pazza, non si fa problemi ad uccidere per sperimentare le sue pozioni. E Remus per lei è un ottimo prigioniero: lupo mannaro, figlio di Silente, vittima del fratello, Dolohov. Remus è tornato in vita, mentre il fratello no: sta solo complimentando il suo lavoro!
-Mi sembra ragionevole Hermione –disse Harry. -Non c’è una piega in questo discorso …
-Insomma, sono solo ipotesi. Non so spiegarmi perché ha ucciso prima tante altre persone. Sapremo di più domani al centro di ricerche con la speranza che loro conoscano il misterioso uomo con i capelli rossi.
 
 
Samantha tormentava spesso Remus, non solo fisicamente, ma anche mentalmente: gli dava pozioni, attraverso le quali Remus sognava di essere libero, mentre si risvegliava sempre in quella stanza buia. Non lo aveva più fatto alzare e mangiare, soltanto una volta. Per il resto ci pensava la flebo.
Aveva un telefonino che usavano i babbani per comunicare, così da non essere controllata dal Ministero. Chiamò il suo complice:
-Va tutto bene, i miei studi procedono alla grande. Credo che tra un paio di mesi avrò preparato tutto. –disse all’uomo dall’altro capo del telefono.
-E poi cosa farai di lui?
-Devo ucciderlo. Sarà il mio primo vero omicidio. Gli altri non li ho assassinati di proposito. Lui si: la mia prima vera vittima. Silente resterà sconvolto.
-E’ proprio quello che voglio: Silente la pagherà! Ma ucciderlo … Devi farlo per forza?
-Cosa vuoi, che lo liberi?E magari lo farò guarire gratis!
-No, non lo liberare … ma non voglio che tu lo uccida …
-Tu vuoi che lo tenga qui a vita? Non lo sai che morirebbe comunque in questo stato?
-Se tu evitassi di torturarlo, forse potrebbe sopravvivere.
-Vuoi togliermi il divertimento? Piuttosto vedi di farti vedere che ho bisogno di te. E stai attento! Se mi fai scoprire giuro che ti faccio attraversare l’inferno.
-Stai tranquilla, ultimamente sto facendo l’eremita, nessuno sospetta di me.
-Me lo auguro … se no sono affari tuoi!
Chiuse la conversazione, facendosi una risata: quell’allocco del suo complice non sapeva che dopo sarebbe toccata a lui la morte. Ma per il momento, gli serviva vivo.
 
 
Dopo una notte piuttosto tranquilla, in cui non aveva fatto altro che nevicare, i tre si smaterializzarono a Marsiglia, vicino al Centro di Ricerche dove aveva lavorato la Gretchen fino a poco tempo prima. Purtroppo l’accoglienza fu molto diversa rispetto a quella avuta dalla Signora Gretchen. Il direttore del centro, un mago basso e pelato con una lunga barba folta bianca, era piuttosto vago e non parlava volentieri dell’assassina. Hermione, inoltre, parve trovare difficoltà con il suo francese. Quel mago sicuramente parlava in inglese, ma per orgoglio si stava rifiutando di farlo. La giornata fu pessima. La cartella che riassumeva tutto il lavoro di Samantha era stata consegnata a chi si occupava del caso, cioè Dawlish, perciò fu tutto inutile. Non potettero nemmeno visitare i laboratori.
-Ma che maleducato! –esclamò Ron.
-Non va bene –Disse Hermione –ci siamo confusi solo le idee con questo viaggio …
 
 
 
Remus voleva sapere qualcosa del mondo esterno. Samantha, per farlo soffrire di più, cominciò a raccontargli un mucchio di falsità:
-Ti credono morto. Non ti stanno cercando più.
-Non è vero –disse Remus.
-Come vuoi: ti porterò la copia del giornale con la descrizione del tuo funerale.
-Non è vero … Dora non lo avrebbe mai permesso!
-La tua amata Dora si sta consolando per bene … è circondata da un sacco di uomini. Potter, Piton …
-Smettila! –urlò Remus con le lacrime agli occhi.
-Non ti troveranno mai, quindi è meglio che sia tu che loro di mettano l’anima in pace.
Remus cercò di piangere il più silenziosamente possibile. Dora, non mi abbandonare, io sono qui, sono vivo. Nonostante desiderasse morire per porre fine alle sue sofferenze, sperava ancora di poter essere salvato, proprio come vedeva nelle allucinazioni. Si chiedeva, inoltre, se ci fosse qualche speranza anche per Samantha: era pazza, sicuro, era anche avida di potere e fama, in quanto credeva che con le sue scoperte sarebbe diventata potente. Poteva salvarsi anche lei ristabilendo la sua mente? Se solo l’avessero catturata … ma ormai le restavano solo tanti anni ad Akzaban o al San Mungo.
-Remus, quello che pensi non accadrà mai –disse lei all’improvviso.
-Come? Mi leggi nella mente?
-Mio caro, io so fare tantissime cose … vedrai, anzi, no, non farai in tempo.
 
Ciao a tutti! Come vedete, il viaggio ha confuso un po’ le idee dei nostri amici, ma una cosa importante è spuntata: sicuramente Samantha ha un complice. Ha inoltre alcune cose in comune con Remus  ed è decisa ad ucciderlo anche per far soffrire Silente … vedremo il prossimo capitolo … spero di non annoiarvi, la trama è intricata ma spero comunque chiara. Un bacio a tutti e grazie.

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Capitolo 24
*** Remus scappa ***


 Cap 23: Remus scappa
 
Tonks sbattè i pugni sul tavolo della cucina:
-Queste informazioni non ci portano a niente! Nessuna traccia su un possibile nascondiglio, niente!
-Tonks, non è vero, abbiamo capito qual è il suo scopo e forse non ha ancora ucciso Remus … quella donna aveva contatti con i Mangiamorte e per questo conosce molte magie oscure … -cercò di dire Harry.
-Non ne sono sicura –Tonks aveva l’aria stanca e le lacrime agli occhi –quante persone sono morte a causa dei suoi esperimenti? La prima luna piena è passata e ne arriva una seconda; a meno che non abbia provato ancora niente … mi manca tantissimo Harry.
Harry si avvicinò alla ragazza, accarezzandola: -Tonks, mi dispiace … non ti abbattere, ti scongiuro.
-Harry, lo capisci che sto male? Non ne posso più! Non riesco a dormire senza che me lo sogni. Addirittura mi sono sognata quella dannata notte alla battaglia di Hogwarts, quando l’ho visto a terra … Non ne posso più!
Cadde a terra in ginocchio. Il ragazzo le prese il viso tra le mani:
-Tonks, io non ti prometto niente, se no che ce la metteremo tutta per trovarli entrambi.
Tonks si appoggiò alle sue ginocchia: era davvero esausta.
 
 
Di fronte alla sicurezza della donna, Remus era avido di sapere un po’ di cose sulla sua vita.
-Perché non mi racconti come hai imparato? Parlami, mi sto annoiando a morte qui …
-Remus … mio caro, la mia vita è molto particolare …
-Perché non me ne parli?
La donna esitò, poi cominciò a parlare seduta accanto alla barella:
-Io e te abbiamo molto in comune. Siamo figli di persone potenti ma siamo stati strappati alle nostre famiglie per crescere in maniera mediocre e povera, quando potevamo avere tutto. Tu sei il figlio del grande mago Silente, ma sei cresciuto tra gentaglia e sei anche diventato lupo mannaro. Saresti dovuto essere l’uomo più invidiato al mondo, invece sei diventato solo un reietto che pesa meno di un cane  randagio.
-Sono cresciuto benissimo invece!- disse l’uomo risentito. Poi decise di zittire, per non farla arrabbiare.
 -Dici così solo per non soffrire, ma pensaci: se il tuo cognome fosse stato Silente, saresti mai stato umiliato? Avresti mai chiesto l’elemosina per strada, visto che nessuno ti aveva mai dato un lavoro? E soprattutto, Fenrir Greyback si sarebbe mai avvicinato a te?
-Tu … tu non sai niente di me! –esclamò Remus pieno di rabbia.
-So tutto, mio caro, tutto …  Silente se ne è fregato di te. Piton, invece, se l’è tenuto stretto stretto … forse Silente non vuole te come figlio. Magari preferirebbe il tuo collega.
Remus chiuse gli occhi. Voleva farla parlare per scoprire qualcosa in più su di lei, invece, come al solito, lo provocava. E aveva anche ragione.
-Io non so se sono andata peggio di te.-continuò Samantha - I miei genitori adottivi  mi hanno rintanata in Francia, mi hanno dato un nuovo nome, mi hanno fatto frequentare una scuola che non volevo. Ma io li ho ingannati. Conoscevo le mie origini e sapevo di avere un fratello che adoravo. Quando lo rinchiusero ad Akzaban, lo andavo spesso a trovare.. Poi, però,  lui impazzì a causa di quei dannati Dissenatori e non aveva più senso parlarci. Mi salì una rabbia. Imparai allora molto dai suoi compari in libertà Cominciai a studiare pozioni per far guarire quel tipo di pazzia e magie che potessero permettergli di farlo scappare. Per fortuna, il Signore Oscuro tornò e mio fratello fuggì. Così sfruttai per anni i miei talenti, e, da un po’ di tempo, ho deciso di metterli in pratica.
-Chi è tuo fratello?
Samantha rise: -Tu lo conosci bene, Remus. Ma non te lo dico.
-Ma ti sei mai unita ai Mangiamorte?
-No, non mi conveniva. In effetti, a quest’ora starei in carcere o morta. Invece, li ho appoggiati solo con il pensiero, e adesso ho tutta una strada davanti: mi attende il potere!
Remus sospirò: non c’era nulla da fare con lei.
-Ho iniziato a sequestrare persone per poter sperimentare le mie invenzioni. Purtroppo le devo perfezionare. Poi, un giorno, venni a sapere di te, a che famiglia appartenevi. Mi fu suggerito di rapirti per fare un dispetto e provare a curare su di te la licantropia.
-Chi? –chiese Remus spaventato –chi ti ha suggerito? La stessa persona che ti ha rivelato la mia vera identità? Chi?
-Nessuno Remus, rilassati …  per fortuna venni assunta alla tua stessa scuola e potevo già alloggiare! Lì avevo tutto: l’amicizia della Mc Granitt per rubare la Giratempo, Piton per rubargli ingredienti di pozioni, e … tu, il mio obiettivo. E’ stato tutto stimolante: Piton che ci è stato, tu che ti allontanavi da me irritato, la tua cara mogliettina che metteva i bastoni tra le ruote … mi sono proprio divertita! Certo ora molto di più.
Gli diede inaspettatamente un bacio sulla fronte. Poi prese le sue labbra e lo baciò. Lui tentava di scostarsi, ma lei gli afferrò i capelli per tenergli ferma la testa e continuò. Dopo un po’ di tempo si staccò e sorrise, toccandosi le labbra con le dita. Remus era disgustato. Non aveva mai baciato nessuno che non fosse la sua Ninfadora.
-Ora – disse Samantha - sto completando anche un piccolo progetto realizzato da mio Antonin.
-Antonin chi? Non mi dire …
-Si, hai capito bene : Antonin Dolohov, il mio amato fratello, l’unico uomo che abbia mai amato. Lui ti aveva ucciso, e adesso, tu sei qui e lui no! Mi manca tanto. Non ti perdonerò mai … ti rispedirò all’inferno dove meriti di stare … dopo anche i tuoi amati zii, i Prewett … allora Antonin sarà contento … e Silente la pagherà, quel mostro!
Lo sguardo di passione che aveva prima, dopo averlo baciato, si tramutò in quello di una bestia.
-Soffrirà per tutto quello che ha fatto! Quanto ad Harry Potter …
-No, Harry no, ti prego Samantha. –Disse Remus, terrorizzato.
-Harry Potter non lo tocco. Ha ucciso il Signore Oscuro ed io non sono certo più forte di lui, almeno non ora. Stai tranquillo: anche io ho paura cosa credi? Ho paura di quel ragazzo, farò di tutto per evitarlo. Ma tu attento a come ti comporti: se non sbaglio Harry Potter ha un figlioccio … ops non è il tuo Teddy?
-Samantha … no!
-Stai attento allora … Anche la tua Dora pagherà per avermi perseguitata! Vincerò io Remus. Se credi di potermi sfuggire, ti sbagli di grosso.
All’uomo scesero altre lacrime. Sei pazza, pazza. Quella donna aveva un passato oscuro, era addirittura la sorella del suo assassino. Dopo la battaglia, Harry Potter aveva ottenuto un premio e fu allora che tutte le vittime dei Mangiamorte o di Voldemort in persona tornarono in vita. Solo i buoni. Samantha era stava furba a stare lontana da loro.
E chi era colui che aveva suggerito a Samantha di rapire proprio lui? Come sapeva che era figlio di Silente, quando non lo sapeva nessuno?
 
 
Albus Silente si smaterializzò davanti alla casa di Gideon, quando appunto l’uomo stava uscendo.
-Albus … a cosa devo l’onore ?
-Sai benissimo cosa ho da dirti Gideon!
-Vado di fretta, scusami tanto.
Silente lo afferrò per un braccio:
-Dimmi, perché mi hai separato da mio figlio, perché?
-Lo sai benissimo Albus! Molly era giovane, non poteva crescerlo.
-Tu menti! Ti sei voluto vendicare, vero?
-E anche se fosse? Ti sembra normale quello che mi avevi fatto? Mi hai lasciato e poi sei stato con mia sorella! Credevi davvero che avrei creduto alla balla del filtro d’amore? Sei un animale, meritavi solo di soffrire!
-E perché non mi hai denunciato, eh?
-Con un uomo potente come te, non avremmo avuto scampo, e sarebbe stato scandalo solo per Molly, che si sarebbe dovuta coprire la faccia per tanti anni. Avrebbe sofferto ancora di più.
-Più di piangere un figlio perso? Più di questo Gideon?
-Adesso ho da fare. Ne parleremo.
-Non finisce qui, Gideon!
Davvero Albus, ne hai da passare ancora tante. Tieniti pronto. Non mi dovevi lasciare!
 
 
 
Severus stava rivedendo gli ingredienti per le pozioni che aveva usato Samantha. Ma non riusciva a giungere ad una conclusione. Nemmeno sui libri della sezione proibita della biblioteca trovava risposte. Non era riuscito ad essere di alcun aiuto. Si fermò un attimo, pensando al bel periodo passato. Un mucchio di falsità. Poi pensò a Lily: adesso era al quinto mese di gravidanza e il suo pancione si vedeva. Era stata molto discreta a parlarne, non com’era accaduto a Tonks. Lily e suo marito si erano momentaneamente distaccati; lui viveva a casa di Black, lei era rimasta nella sua. Tuttavia, Severus non riuscì ad approfittarsi della situazione. Doveva buttarsi, ma non ci riusciva. Poi c’era anche un figlio di mezzo. E se fosse stato suo? Potter sapeva del tradimento?
No che non lo sa. Dice che è di Potter, ma potrebbe essere una bugia, come quando diceva di amarlo con assoluta certezza, e invece ora sono lontani. Ma la verità è che io  non hai mai smesso di amarla, ma mi  vergogno, perché la stavo dimenticando per una donna come Samantha.Un’assassina. Chissà se Remus era vivo. L’ ultima volta che lo aveva visto, lo aveva schiantato. Mi dispiace … forse potevamo davvero essere amici. Adesso sapeva anche che Remus era figlio di Silente! Era una cosa così strana …  ne sarebbe stato geloso in altre circostante, anche se, lo ammetteva, la vita di Remus non era stata molto piacevole e quindi non degna d’invidia…. sperò che, se fosse tornato, la vita del licantropo  potesse solo migliorare con questa nuova notizia. Sperò anche di dare un buon contributo al suo ritrovo, per far cessare i suoi sensi di colpa, e di mettere le mani su Samantha. Personalmente.
 
 
Il giorno dopo ci sarebbe stata la luna piena, questa volta però Remus avrebbe bevuto la pozione Anti lupo e sarebbe stato lucido. Almeno avrebbe visto cosa le faceva! In un certo senso, non vedeva l’ora: che sperimentasse pure le sue bibite! Inoltre i giorni precedenti, quella pazza aveva ripreso a torturarlo con le maledizioni Cruciatus, a volte provò persino a fargli dei tagli e a rimarginarli con degli incantesimi incomprensibili. Allungare i tempi sarebbe stato positivo solo per dare più tempo ai suoi cari di cercarlo, ma come lo avrebbero trovato? Dove diamine si trovava?
Samantha gli fece bere la pozione e rimase accanto a lui quando l’uomo iniziò a sentire i primi sintomi che precedevano la trasformazione. Una volta trasformato, la donna prese una siringa e cominciò a prelevare del sangue sulla pelle di lupo. Era molto vicina al suo muso … Remus ebbe una piccola tentazione. Questa si fece più grande e si manifestò quando la donna avvicinò per caso la mano alla faccia del lupo. Doveva morderla. Forse così avrebbe perso qualche potere e si sarebbe indebolita! Non sarebbe stata più Animagus, perché i licantropi non si possono trasformare! Il lupo mannaro alzò la testa e tirò un grosso morso a quella mano. Ecco, anche i geni commettono degli errori madornali. La scena che dopo vide, fu straziante. Samantha si divincolava da ogni parte, piena di dolori e spasmi, il suo bellissimo corpo si stava tirando e modificando, spuntavano peli da ogni parte. La bacchetta balzò via dalla tasca a andò a finire sulla pancia del lupo. Per una volta la fortuna aveva girato dalla sua parte! Remus avrebbe potuto salvarsi! Aveva morso una persona, ma a fin di bene! Ne valeva la sua vita e quella di altri.
Samantha diventò un lupo vero e proprio, ovviamente incosciente, che si mise a saltellare nello studio battendo a destra e sinistra e rompendo molte pozioni in fase di preparazione. Poi, senza curarsi dell’altro lupo, scappò via.
Remus era incredulo: una volta tornato umano, avrebbe preso la bacchetta con le dita libere e fatto un piccolo incantesimo per liberarsi dalle catene! Doveva solo far scivolare la bacchetta dalla pancia sulle dita, e far attenzione a non farla cadere a terra, altrimenti tutto sarebbe stato perduto . Sarebbe tornato dalla sua Dora, il suo Teddy, James, Sirius, Lily, Harry, Hermione … Ron … Molly … già … sua madre e i suoi fratelli. E Silente? Si erano lasciati malissimo. Ora, però, Remus, che aveva sfiorato la morte, non aveva più lo stesso rancore di prima nei confronti del vecchio. Ma considerarlo suo padre anche solo nel pensiero era troppo difficile per lui.
 
 
Finalmente spuntò il giorno, e Remus tornò umano. Fece scivolare pian piano la bacchetta, che finì sulle dita della mano destra.
-Relascio!
Le catene svanirono nel nulla, e l’uomo restò libero! Finalmente! Non poteva crederci! Tentò di alzarsi, ma camminare era difficile a causa delle varie ferite e soprattutto delle costole che gli facevano malissimo. Il braccio sinistro non si muoveva nemmeno. Si appoggiò al muro con il braccio destro, si mise la bacchetta in tasca ed esaminò la situazione: Samantha doveva aver vagato in giro ed, essendo la sua prima volta in cui era trasformata in lupo, sicuramente non era sveglia ma svenuta da qualche parte. Quindi non correva il pericolo di incontrarla. Ma lui non poteva smaterializzarsi, era troppo debole e perdeva sangue:doveva chiedere aiuto. Perciò uscì dalla porta di quella dannata stanza, percorse piano piano uno starno corridoio dove gli parve di vedere l’entrata di un’ altra stanza e finalmente, dopo quasi tre mesi al buio, vide la luce e respirò il profumo della libertà. Per un attimo credette fosse uno dei suoi sogni o delle sue allucinazioni. No, è reale, è reale!
Si lasciò alle spalle quella casetta che sparì, forse perché invisibile oltre un certo confine, e guardò in avanti: c’era una folta foresta, piena di alberi molto alti. Remus cominciò ad avanzare, ma non riusciva nemmeno a stare in piedi, cadde molte volte prima di riuscire ad appoggiarsi agli alberi. Non capiva che posto fosse. Nonostante il forte dolore e sforzo, non poteva fare a meno di sorridere: era libero.
Dopo qualche minuto, vide una figura: un uomo. Remus fu troppo felice, non poteva urlare per chiamarlo, non avendo voce, perciò avanzò più vicino:
-Mi scusi, mi scusi … aiuto –riuscì a dire sottovoce.
L’uomo si voltò e il lupo lo fissò stupito:
-Gideon?
-Remus Lupin? Cosa ci fai qua fuori?
 
 
Eccomi qui … l’estate è proprio finita eh? Purtroppo!!
Allora … Remus è scappato, Samantha è diventata un licantropo!!! Ben gli sta, no? In fondo Remus lo ha fatto per una buona causa! Vedremo se il nostro eroe riuscirà a tornare a casa …
Al prossimo capitolo!
 

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Capitolo 25
*** Il complice di Samantha ***


Cap 24: Il complice di Samantha
 
-Cosa ci fai qui fuori? –gli aveva chiesto Gideon. Remus fece appena in tempo a stupirsi nel trovare lì il suo ziastro e si inginocchiò a terra esausto.
-Po-potrei chiederti la … la stessa cosa –disse a fatica.
Il rosso lo osservò attentamente, senza muoversi. Il lupo era ridotto molto male, anche se doveva immaginarlo, ma aveva avuto la forza di fuggire. Nessuno era sopravvissuto abbastanza da poterci almeno provare. Ma dov’era Samantha?
Remus invece sembrò collegare tutto: se Samantha aveva un complice, quello era proprio Gideon: chi sapeva della sua vera identità? Solo Gideon poteva essere stato. Solo lui aveva un grande interesse nel toglierlo dai piedi. Ecco perché si trovava lì. Se lo avesse riconosciuto prima, non si sarebbe fatto vedere! Remus riflettè velocemente su come salvarsi da questa situazione: non poteva scappare perché sarebbe stato troppo lento, nemmeno tentare di colpirlo … e se avesse provato a parlargli?
-Io, io sono scappato. Ho … ho morso Samantha –disse con un filo di voce.
Gideon rimase scandalizzato:
-Come? Vuoi dire che lei ora è …
-Si, un licantropo si. Aiutami Gideon, voglio tornare a casa.
Gideon non si scompose, anche se era molto meravigliato su come Samantha si fosse fatta fregare. E ora? Non poteva mica portarlo a casa!
-Aspetta, ti aiuto –disse poco convinto. Si avvicinò e cinse il braccio destro di Remus attorno alla spalla. Ma non sapeva cosa fare. Remus invece, credette di aver sbagliato. Forse Gideon lo stava aiutando. Però, ad un certo punto, si accorse che Gideon lo stava riportando verso il posto da cui era scappato e si staccò da lui con fatica e cadde a terra. Prese la bacchetta in mano puntandola verso l’uomo:
-Casa mia non è di là Gideon!
-Mi dispiace Remus –disse il rosso mentre lo disarmava con facilità –credevo lo avessi capito ormai. Ho aiutato Samantha in tutti questi mesi.
-Ma perché? Perché far morire tutta quella gente? E io? Potevi uccidermi tu tanti anni fa o adesso … hai avuto mille occasioni!
-Non volevo che morisse nessuno, nemmeno tu! Mi dispiace, ma mi sono spinto troppo oltre, non posso portarti indietro. C’è una pozione da sperimentare.
-No, con te non ci vengo! –urlò Remus, e venne preso da un attacco di tosse.
-Dai, non fare storie. Sei ridotto male e non vorrei costringerti con la forza.
-No, no –Remus ora era disperato: non poteva tornare lì, sarebbe impazzito. E cosa gli avrebbe fatto ora Samantha? Lo avrebbe torturato ancora di più e non poteva sopportarlo. Provò a lanciarsi contro l’uomo, che però lo schiantò. Remus cadde a terra svenuto, mentre altro sangue colava dalle sue ferite.
 
 
 
-Maledetta!! Ma come hai potuto farmi questo Lily, come? –James era molto arrabbiato. Quando Lily aveva chiesto di vederlo, il Potter aveva sperato in una riconciliazione, ma quello che le aveva svelato era imperdonabile.
-James, ti prego, sii ragionevole: ho sbagliato, mi dispiace, mi dispiace tanto. Ho capito che amo solo te … però … -Lily era spaventata e in lacrime.
-Però è troppo tardi Lily –rispose James severo –come potrei guardare mai in faccia questa bambina che nascerà? Come faccio, spiegamelo? La figlia di Piton! Ma non ti vergogni? Come faccio?
-Se tu vuoi sarà nostra: mia e tua.
-E no, troppo facile così! Scommetto che è bugia che mi ami, hai trovato la scusa per liberarti di me definitivamente.
-Non è vero James, non è vero! Io voglio solo te …
-A si? E Mocciosus allora? Anche a lui dicevi così? Lily … non ci posso credere. Se pensi che torneremo insieme, sei proprio fuori strada. –e se ne andò, nonostante Lily lo rincorresse disperata.
Harry era al piano  di sopra e aveva ascoltato, a malincuore, la confessione di sua madre. Lily aveva capito di amare James, però prima voleva accertarsi di chi fosse la bambina che aspettava. Era di Severus. A questo punto, oltre confessare il tradimento, doveva anche far presente all’altro uomo che sarebbe diventato padre. E James non l’avrebbe mai perdonata. Harry scese, andò da sua madre in lacrime, e cercò di abbracciarla, nonostante il pancione:
-Harry, scusa …
-Tranquilla mamma, non è niente. –disse il giovane a malincuore. Niente era la parola più sbagliata però.
-Scusami Harry, mi sono comportata malissimo.
-Tutti sbagliamo mamma –la consolò il figlio –l’importante è che tutti sappiano la verità. Devi dirlo a Piton che sarà padre.
-Si … si glielo dirò.
-Comunque vadano le cose, mamma, io ti starò sempre accanto. Ho desiderato tanto i tuoi abbracci e non sarà un errore a farci allontanare. Ti voglio bene.
 
 
Remus si svegliò: era di nuovo imprigionato su quella dannata barella. Urlò di rabbia: possibile che avesse sognato, che fosse stata un’allucinazione? No, era stato tutto vero, come vero era Gideon: quel maledetto, avrebbe potuto aiutarlo, invece, ancora una volta, aveva deciso per il suo destino, come quasi 40 anni prima, quando aveva strappato Remus dalle braccia di sua madre e dato ad altra gente. Era stata la sua grande occasione per scappare, adesso come poteva fare?
La porta della stanza si aprì ed entrò Gideon che sorreggeva Samantha. La donna aveva quasi perso tutta la sua grazia e bellezza, aveva anche il viso molto graffiato.
-Vedo che hai conosciuto il mio amico, Remus –fece lei.
Remus non rispose. Tremava, perché aveva paura della reazione della strega dopo quello che le aveva fatto.
-Non rispondi, ovvio. Bello scherzetto mi hai fatto, eh? Adesso devo impegnarmi di più, anche io devo guarire. Ma mi hai delusa tanto, ti avevo detto di non provare a fuggire, e mi hai fatto passare una nottataccia. Ti devo punire, assolutamente.
Detto questo, si separò da Gideon, silenzioso, e si appoggiò ad una sedia. Remus si aspettava di vederla arrabbiata e urlante, invece lei sembrava molto calma, anzi per certi versi compiaciuta, il che all’uomo fece ancora più spavento. Cosa diavolo sta tramando?
-Gideon,, sei stato bravissimo a riportarlo al suo posto. Ti devo chiedere un' altra commissione. Remus non ha fatto il bravo, perciò ti chiedo di occuparti del suo bambino.
-Cosa? –chiese l’uomo. Remus cominciò a spaventarsi di più.
-Uccidi Teddy Lupin.
-No!No! –urlò Remus tentando di alzare le braccia.
-Ah, adesso parli –rise Samantha.
-No, no ti prego no! Lascia stare il bambino. Farò il bravo, te lo giuro, ma non toccarlo, per favore, non lo toccare! Gideon, per favore!
-Samantha, io non voglio uccidere nessuno –rispose Gideon.
-Lo avrei fatto io, caro, ma non sono in forma. Se non lo fai, ti faccio finire ad Azkaban.
-Ma non posso … è solo un bambino! – la supplicò Gideon.
-Non farlo Gideon, per favore! Ti scongiuro! –gridò Remus. Samantha gli ficcò una pallina in bocca per farlo zittire.
-Devi farlo entro questa settimana. Poi devi occuparti di me, ti voglio tutto il giorno: devi somministrare tu la pozione a quest’essere alla prossima luna piena, perché anche io starò trasformata. Beh, allora? Torna a Londra e organizzati!
Così Gideon guardò Remus con un viso indecifrabile, e uscì dalla stanza. Remus era disperato come non mai.
 
 
 
 
 
Cari, il capitolo non è granchè, ma sto studiando per l’esame, è il massimo che potevo dare. Riguardo quest’ultima cosa, vi anticipo che non sono perfida (io no, Sam si) … perciò tranquilli per Teddy ehehe
Al prossimo capitolo!
Ps: che ne pensate? James perdonerà Lily? E Sev vorrà diventare papà?

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Capitolo 26
*** Attentato nella notte ***


 Cap 25: Attentato nella notte
 
Per Gideon, i giorni seguenti furono un terribile tormento. L’incarico che aveva ricevuto da Samantha era terribile: uccidere Teddy. Ovviamente non voleva farlo, pur avendo fatto credere il contrario alla strega. Ma come rimediava ora a questo danno? Si trovava disteso sul letto della sua camera, era ormai sera. Samantha gli aveva appena telefonato, ricordandogli che aveva un compito e che, se non se ne fosse occupato lui, avrebbe provveduto lei stessa. Era solo in casa, suo fratello Fabian, con cui parlava poco dopo la lite prima di Natale con Molly, era spesso fuori da Emmeline Vance, con cui stava vivendo una storia piuttosto seria. Gideon era rimasto completamente solo. Solo Samantha lo contattava. Per i suoi scopi. Pensò a Teddy, quel tenero bambino variopinto: come si poteva far del male ad un bambino innocente? Eppure … lui stesso non aveva deciso per un altro bambino moltissimi anni prima? Cosa aveva fatto quel piccolo? Niente. Non era colpa sua se era nato in un contesto sbagliato. Gideon, per la prima volta, cominciò a pentirsi di quello che aveva fatto. Perché? Molly sicuramente non era in grado di crescere un bambino, quindi avrebbero avuto sempre Silente tra i piedi per aiutarla. Era stata una ragione sufficiente? Lui non avrebbe sopportato la vista di Albus così frequentemente, non dopo che quel vecchio lo aveva sedotto e abbandonato. Tempo dopo, però, voleva riportare a sua madre quel bambino, visto che ormai la rabbia per la storia con Silente era passata, ma ormai Remus era diventato un lupo … Perché aveva fatto tutto questo? Perché? Ricordò quando prese quel piccolo tra le braccia: cosa provava? Aveva pensato a lui? No, solo a sé stesso. Improvvisamente, capì che ciò che aveva fatto era stata una sciocchezza inutile, che lo aveva portato a vivere nella menzogna più totale e nell’odio.
Poi gli venne in mente di come aveva conosciuto Samantha: l’incontro in un bar scozzese, il Whisky di troppo, le confidenze, la notte insieme, l’ammirazione che nutriva per lei. La sua proposta: “saremo grandi, insieme”. Così l’aveva aiutata a cercare le sue cavie, a tenere i suoi segreti, poi però c’era stato il primo morto, la seconda, la terza … Non si immaginava tutto questo! Poi il segreto nascosto: Lei era la sorella di Dolohov. Proprio Dolohov, il suo carnefice! Ma Samantha, in quel periodo, era il suo unico punto di forza, assassina o meno. Inoltre temeva che Molly, a stretto contatto con Remus, potesse scoprire il suo segreto. Ancora una volta, Gideon era stato artefice del destino di quell’uomo. Dunque aveva proposto a lei di rapirlo, cercare su di lui la pozione che guarisse la licantropia. Le aveva detto che era figlio di Silente, che lei odiava, perciò non aveva gettato l’offerta. Ma Samantha aveva bisogno dei suoi tempi. Dunque se l’era presa comoda, si stava divertendo molto ad Hogwarts facendosi fidanzata di Piton e stuzzicando sia Remus che Tonks. E si era già scoperto tutto. Ma ormai, non si poteva tornare più indietro, non con Samantha, e Remus era stato catturato come previsto.  Ma in cuor suo, non voleva che morisse.
Merlino, cosa ho fatto? Perché ho fatto tutto questo?
Si era macchiato di crimini orribili: aveva venduto un bambino, era stato complice di una scienziata pazza, parente del suo assassino, aveva contribuito alla morte di tante persone, tra cui bambini. L’ultima cosa: Remus era scappato, perché non lo aveva lasciato andare? Perché? Si sentì un mostro. Lo era. Aveva perso sua sorella per sempre. E lei gli mancava.
Doveva assolutamente rimediare in parte. Doveva fare in modo che il piccolo Teddy fosse messo al sicuro. Preparò allora una lettera anonima, da inviare con un gufo sconosciuto, nella speranza che il Ministero non capisse la provenienza. Sarebbe stata comunque controllata, ma almeno non avrebbero capito il mittente. Il destinatario era Ninfadora Tonks Lupin.
 
 
Tonks aveva fatto il bagnetto al suo bambino con l’aiuto di Ginny ed Hermione, mentre in salotto c’erano Harry e Ron. Erano lì, oltre che per fare compagnia a Tonks, anche per tenere la casa sotto controllo da eventuali minacce. I due ragazzi, per ammazzare il tempo, stavano osservando quelle poche foto che Remus aveva di quando era piccolo.
-Mamma dice che Remus un po’ mi somiglia ––disse il rosso mettendo accanto al viso una foto in bianco e nero di Remus che faceva le capriole su un prato-tu che dici Harry?
-Non so, secondo me somiglia un po’ di più a Silente –rispose Harry –ma un po’ di tua madre c’è, si vede dalle foto. Forse, di tutti i tuoi fratelli, somiglia un pochetto di più a te. Ma soprattutto di carattere.
-Si? No, non credo proprio.
-Non che sia lo stesso, ma avete una grande cosa in comune: vi sottovalutate molto e credete di non meritare quello che invece meritate.
-Se ti riferisci alla mia discussione con Hermione …
-Proprio così Ron! Saresti un Auror in gamba! Sei sprecato nel negozio, oltretutto bastano i tuoi fratelli a vendere scherzi. Hai dimenticato tutto quello che abbiamo fatto un anno fa? Hermione ha ragione.
La discussione venne interrotta da un bussare forte. Harry aprì a Malocchio, che entrò zoppicando alla ricerca di Tonks. Le tre ragazze scesero dal piano di sopra, il bambino dormiva in camera sua, e malocchio lesse la lettera che aveva portato e che era stata rintracciata dal Ministero:
 
 
Signora Lupin, suo figlio corre un grosso pericolo. Lo nasconda.
 
L’ansia salì tra i ragazzi. La lettera poteva essere una bufala, ma Tonks aveva imparato a non trascurare più certi avvertimenti:
-Avrei dovuto farlo tempo fa: dobbiamo portare Teddy in un posto sconosciuto. Ma con la massima discrezione: nessuno deve saperlo. Capito ragazzi? –disse Tonks.
I ragazzi annuirono.
 
Ad Hogwarts, come accadeva spesso ultimamente, Piton e Silente discutevano su che strategie adottare per salvare Remus e catturare la Gretchen. Silente raccontò al collega della sua relazione avuta con Gideon prima di essere sedotto da Molly.
-Cioè Albus, tu non mi hai mai raccontato nulla a riguardo?
-Severus, tu forse sei l’unico a conoscere alcuni particolari della mia vita.
-Mi congratulo con te: la tua vita sessuale è stata soddisfacente.
-Ti prego Severus …
-Tornando seri, Albus, questa cosa è molto importante, sai perché?
-Dimmelo.
-Vorrebbe dire che Gideon avrebbe un motivo più che valido per avercela con tuo figlio: potrebbe essere lui il “rosso” di cui ha parlato la madre di Samantha. –nel pronunciare il nome della donna, Piton avvertiva ancora un certo brivido.
-Ma certo! E’ ovvio! Gideon vuole vendicarsi di me! Era l’unico a sapere la verità fin dall’inizio. Dobbiamo chiedere al Ministro di pedinarlo.
-Sempre se è vera la mia teoria –continuò Piton –non sono stato molto d’aiuto a Ninfadora ultimamente. Glielo avevo promesso, ma purtroppo …
-Non è colpa tua Severus. Anche io vorrei tanto salvare mio figlio, se è ancora vivo.
-E cosa farai se tuo figlio dovesse tornare?
Silente sospirò e aspettò prima di rispondere:
-Non lo so, Severus.  E’ tardi per essere suo padre. Lo sono stato di più per te.
-Qui non ti posso contraddire. Ma ti capisco.
- E tu Severus?
-Io cosa?
-Cosa farai se anche tu stessi per diventare padre?
Silente si riferiva alla bambina che aspettava Lily.
-Per il momento spero sia di Potter il padre –disse Piton –in caso contrario … non lo so. Ma non è il momento questo. Andrò a parlare con il Ministro di Prewett: non c’è un minuto da perdere.
 
 
 
 
 
-Sei un codardo –disse Samantha a Gideon –è un compito facilissimo e tu ti fai scrupoli. Cosa vuoi salvare, la tua anima?
Gideon sembrava agli occhi di Remus un cagnolino, ma allo stesso tempo era contento che suo zio non volesse uccidere il suo bambino.
-Non ci riesco Samantha, mi dispiace. E’ proprio necessario? –chiese guardando Remus, che attaccato alla barella ascoltava la conversazione senza intervenire.
-Che razza di imbecille ho trovato! Va bene, provvederò io stessa a farlo! Codardo!
Gideon si aspettava altre minacce, per fortuna Samantha non si era arrabbiata come aveva previsto. Tirò un sospiro di sollievo.
 
 
 
Samantha se ne era andata da un po’. Gideon, per suo ordine, doveva rimanere con Remus, che ormai non veniva più lasciato solo, dopo la sua fuga. Il lupo era afflitto: sperava che Samantha non trovasse suo figlio e non facesse del male a nessuno. Purtroppo, però, era una cosa molto difficile.
-Ascoltami, Remus –parlò Gideon.
-Non voglio ascoltarti –Remus girò la faccia dalla parte opposta in modo da non guardarlo.
-Invece ascoltami: ho mandato una lettera a tua moglie, anonima naturalmente. Avranno sicuramente nascosto Teddy, quindi stai tranquillo.
Remus si rilassò leggermente, ma il pensiero che Samantha stesse andando a casa sua e potesse trovare Tonks lo faceva rabbrividire.
Dopo parecchi minuti di silenzio, Gideon riprese a parlare:
-Senti, per il fatto che ti ho riportato qui, vedi,  io … ho dovuto farlo. Non potevo farti scappare, inoltre mi avevi visto. Lasciarti andare sarebbe stato come, ecco, perdere tutto quello per cui io e soprattutto Samantha abbiamo lavorato. Mi capisci vero?
Remus taceva e sperava che se ne andasse al più presto. Quell’ uomo lo irritava per tutto quello che gli aveva fatto.
-Ti prego, dimmi qualcosa. –lo incitò Gideon.
-Non ho nulla da dirti. Credo che tu possa immaginare come mi senta e cosa pensi di te. Lasciami in pace. Come vedi non posso scappare.
-E perché non me lo dici? Dimmi che mi odi!
-Non meriti nulla, Gideon, proprio nulla.
Eppure Remus parve scorgere qualcosa in quell’uomo: era pentimento, preoccupazione?
-Remus, io … mi dispiace tanto.
-Di cosa ti dispiace? No perché sono un po’ tante le cose che hai fatto, devo capire cosa ti tormenta adesso. –disse Remus sarcastico.
-Sono rimasto solo. Mi odiano tutti. Mi è rimasta solo Samantha, capisci?
-Sai chi era il fratello di Samantha?
-Lo so, era Dolohov.
-Bravo Gideon, lo sai pure!-il lupo era esterrefatto –e credi che Samantha ti lascerà vivo dopo che avrà finito con me? Non credi che ti ucciderà? Anche Fabian è in pericolo. Credi davvero che condividerà la gloria delle sue scoperte con te? Perché , poi, quando può vendicare del tutto suo fratello?
-Stai zitto Remus! –urlò Gideon –tu non sai niente! Io sono stato sempre fedele a lei, lei mi ricompenserà per questo! Se ti ha rapito, è perché gliel’ho chiesto io!
- Non sto zitto, volevi che parlassi? Eccomi! Perché, perché mi hai fatto rapire,  maledetto!
-Perché volevo allontanarti da Molly, prima che lei scoprisse tutto! Dopo quello che è successo a Fred, non faceva altro che pensare al suo figlio perduto. Temevo ti riconoscesse.
-Peccato che il tuo piano non è servito a nulla.
-Lo so, ma ormai è fatta. Poi adesso la pozione è molto più importante: serve per far guarire anche lei.
-E alla tua famiglia? Non ci pensi?
-Molly non mi perdonerà mai …
-Potrebbe farlo se tu ti pentissi …
-Cosa vuoi insinuare?
-Se mi riporti a casa, ti costituisci e aiuti a far catturare Samantha, lei ti vedrà con una luce diversa. Tempo fa mi hai portato via da mia madre: oggi hai l’occasione di restituirmi a lei. Ti scongiuro Gideon: non avere un altro morto sulla coscienza.
-No, Remus, non posso. Finirei ad Akzaban.
-Ti prego, Gideon, sono tuo nipote.
-E sei anche il figlio di Silente.
-Questo cosa significa?
-Tutto Remus, tutto. Ora vado di là. Te lo ripeto: tuo figlio sarà sicuramente protetto.
-Gideon aspetta: cosa c’entra Silente?
Ma Gideon aveva già chiuso la porta.
 
 
 
 
Samantha si avvicinò in prossimità di casa Lupin. Non era una villetta isolata, ma un piccolo appartamentino a Londra accanto ad altre case. Non si sentiva molto in forma, aveva ancora delle ferite che le bruciavano,  inoltre adesso che non poteva più trasformarsi in moscerino, sarebbe stato più complicato intrufolarsi nella casa. Davanti alla porta, c’erano due Auror di guardia, camuffati da barboni: uno era Dawlish, lo aveva subito riconosciuto, mentre l’altro era uno di quelli che era venuto ad Hogwarts quando lei aveva ucciso quella Susan. Per sua fortuna, si erano appisolati entrambi. Fu semplice per lei, con un colpo di bacchetta, tramortirli senza che se ne accorgessero. Entrò lentamente in casa, dove non notò che, sul divano del salotto, c’era Tonks che dormiva. Piano piano arrivò nella camera del bambino e si avvicinò alla culla pronta ad agire. Con sua sorpresa, la culla era vuota. Eppure aveva sentito Remus dire alla Mc Granitt che Teddy non dormiva con i genitori. Forse, ora che lui non c’era, quella mocciosa se lo teneva nel lettone il bambino. Questo complicava le cose. Le sarebbe toccato scontrarsi con Tonks. Allo stesso tempo, però, era eccitata all’idea di rivedere la sua “rivale”. Proseguì verso la camera da letto, che era chiusa a chiave.
-Alomoha –pronunciò silenziosamente.
Dovette restare nuovamente sorpresa: non c’era nessuno. Possibile che quegli Auror sorvegliassero una casa vuota? O si? Era per portarla fuori pista?
-Stupeficium! – Samantha si sentì sbattere verso il muro. La bacchetta le cadde dalle mani. Davanti a sé aveva una ragazza bionda, un po’ gonfia, vestita con un jeans e un maglioncino, ma soprattutto armata. Per la prima volta, Samantha si trovò in difficoltà. Tentò di recuperare la bacchetta, ma Tonks la fece arrivare nella sua mano. La sua era puntata contro l’intrusa.
-Remus dov’è? –disse Tonks con gli occhi infuocati. Fece partire dalla bacchetta delle funi invisibili che circondarono la donna immobilizzandola. –ripeto: dov’è mio marito?
-Ma che brava Ninfadora! Mi hai teso una trappola! Sapevi che sarei venuta? –disse Samantha, fingendo una calma che in quel momento non le apparteneva.
-E’ da un po’ che mi tengo all’erta, a differenza tua.  Teddy è in un posto sicuro. Allora, rispondi si o no? Sto per chiamare gli altri Auror, quindi muoviti. –Tonks notò che Samantha aveva perso un po’ del fascino che aveva. Inoltre, il viso era coperto di graffi.
-E se non te lo dico, che mi fai? Mi uccidi? Così non lo troverai mai più …
-Non mi provocare, Gretchen, non sei nella posizione.
-Tu non sei nella posizione, Ninfadora! Chiama pure gli altri Auror, e puoi dire addio a tuo marito! Solo io so dove si trova!
Tonks sapeva che aveva ragione, per questo non sapeva cosa fare. L’aveva appena catturata, ma se non avesse parlato, non avrebbe più trovato Remus. Sempre se era ancora vivo.
-Quindi è ancora vivo? Dove lo tieni nascosto?
-Prima toglimi queste cose di dosso!
-E no!
-Allora non parlo, Ninfadora.
-Guidami da lui e poi ti libero!
-Davvero? E io dovrei essere così ingenua? Chi me lo garantisce che poi mi lascerai andare via?
Tonks non sapeva cosa fare: il suo dovere era quello di chiamare gli altri, ma aveva paura che loro l’avrebbero sbattuta ad Akzaban senza occuparsi più di Remus, visto che per loro era già spacciato. Inoltre aveva una grossa voglia di cruciarla. Cosa faccio adesso?
Samantha cercava di mostrarsi calma, ma la sua sicurezza sembrava averla abbandonata. Con tutte le forze che le erano rimaste, mentre Tonks sembrava ragionare sul da farsi, Samantha le si gettò addosso, facendole cadere la bacchetta. Samantha riuscì a prenderla e si liberò. Tonks si rialzò subito. Restarono per qualche minuto ferme, una di fronte all’altra, con la bacchetta puntata a vicenda. Tutte e due non potevano usare completamente la loro abilità: Samantha sentiva ancora il pulsare dei graffi fatti durante la sua prima notte di luna piena, mentre Tonks era al suo quarto mese di gravidanza, e in più sapeva che, se l’avesse uccisa, non avrebbe più rivisto suo marito.
Ad un certo punto, dalle due bacchette partirono grosse scintille e le due donne cominciarono a combattere. Nessuna riusciva a colpire l’altra, gli incantesimi sbattevano contro il muro e rompevano mobili.  Continuarono così per parecchi minuti, degli Auror di guardia nessuna traccia. Tonks capì che erano fuori combattimento, perciò pensò di chiamare Harry e Malocchio tramite un medaglione che le permetteva  di comunicare con loro in caso di emergenza. Doveva solo illuminarlo con la bacchetta. Ma con Samantha che la colpiva, non era così semplice. La Gretchen riuscì a spaccarglielo. Ora restavano davvero solo loro e due. Seguì un secondo momento di pausa: Tonks ribollì di rabbia pensando a chi aveva di fronte. Doveva sconfiggerla! Ripartì come una furia, lanciando vari incantesimi, e stavolta Samantha era molto in difficoltà. Quando furono vicino alle scale, Samatha riuscì a far cadere Tonks che, mentre ruzzolava, fece comparire un materassino ai piedi della rampa e vi ci arrivò senza farsi nulla.
-Avada kedavra! –esclamò Samantha.
Tonks scansò per un pelo il raggio verde, si rialzò a fatica, accusando qualche dolore nel basso ventre.
Ti prego piccolo, non molliamo proprio adesso!
-Sectumsempra! –urlò Tonks.
Samantha venne colpita di striscio e il braccio destro cominciò a sanguinare. Cambiò mano per combattere, ma non aveva la stessa agilità. Doveva fuggire, altrimenti Tonks avrebbe avuto la meglio. Riuscì a dirigersi verso la porta di casa, scansando gli incantesimi della sua giovane rivale, e uscì.
Dawlish e l’altro Auror si erano risvegliati e si trovarono di fronte alle due combattenti. Chiamarono i rinforzi e si intromisero nella battaglia. Riuscirono a circondare Samantha, che però era ancora armata.
-Arrenditi Gretchen, non hai scampo. E’ finita! –le disse Tonks.
-Non ancora –fece Samantha.
Ad un certo punto, la donna venne circondata da una fiamma verde, come se si stesse bruciando. La fiamma si ingrandiva sempre di più e i tre Auror furono costretti ad indietreggiare. Con la bacchetta, fece grossi cerchi nell’aria. All’improvviso, tre alberi che si trovavano in una piazza nelle vicinanze, presero a camminare e si scagliarono contro i tre Auror. Dawlish e l’altro Auror vennero circondati dai loro rami ed erano incapaci di muoversi, mentre Tonks riuscì a scappare da quello che l’aveva presa di mira.
-Immobilus! – disse e al terzo tentativo, l’albero venne fermato. Prima di liberare i suoi colleghi, la ragazza tentò di trovare Samantha, ma era evidente che era fuggita. La cercò nelle vicinanze, perché forse non si era smaterializzata, viste le troppe ferite, ma di lei non c’era nessuna traccia. Maledizione! Pensò e colpì il muro ferendosi la mano. Nel frattempo erano arrivati gli altri Auror, tra cui Harry, mentre una moltitudine di babbani si era svegliata a causa del trambusto e aveva assistito allo spettacolo degli alberi combattenti. Ancora una volta, Samantha era riuscita a fuggire.
 
 
 
 
 
Salve ragazzi, scusate il ritardo, ma si rincomincia con gli esami e il tempo è davvero poco. Spero vi piaccia questo capitolo, nel complesso, Samantha sta avendo un bel po’ di difficoltà e, anche se è scappata, Tonks le ha dato una bella lezione! Ringrazio i fedeli lettori e recensori, vi abbraccio tutti!! Alla prossima!  
 
 
 
 
 
 
 
 
 

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Capitolo 27
*** La pozione Niente-Lupo ***


Cap 26: La pozione Niente-lupo
 
Non si era mai sentita così se non forse quando aveva scoperto che lord Voldemort era caduto e suo fratello era stato ucciso. Si era fatta umiliare. Prima da Remus, che l’aveva morsa facendola diventare un licantropo, ora da quella ragazzina rivoltante. Dove aveva sbagliato questa volta? Quando era Animagus, era andata spesso a spiare Tonks, e aveva visto che il bambino era a casa. Di solito si prendono precauzioni i primi tempi, quando succede una sciagura, non dopo. Cosa diavolo era successo?
Adesso si trovava per le strade di Londra, infreddolita, ferita,  con un mantello trovato per caso su una panchina, attenta a non farsi scoprire. Vide un gruppo di Auror girare, perciò si rifugiò dentro un pub che, a quanto pareva, era aperto tutta la notte. Dopo essere stata in bagno a curare come meglio poteva fare la sua ferita, si sedette ad un tavolo ordinando un bicchiere di Whisky a quel grassone del proprietario, e pensò a quanto era stata sciocca. Doveva essere la notte del suo trionfo, invece si era fatta catturare, poi ferire ed era stato un miracolo se era riuscita a fuggire. Era dovuta ricorrere anche ad un incantesimo di magia oscura per poter  scappare. Per fortuna aveva funzionato. Guardò un calendario: la luna piena sarebbe arrivata a giorni. Il tempo era volato. Le venne una rabbia pensando che si sarebbe trasformata di nuovo! E davanti a Gideon, per giunta! Che umiliazione! Ma doveva farlo. Stavolta avrebbe dato a Remus la pozione Niente-lupo. L’aveva ultimata, ma aveva bisogno di altri campioni di sangue per verificare altri eventuali effetti collaterali. Ma il suo prigioniero, l’ultima volta, non le aveva dato il tempo di prenderli, a causa della sua bravata, e lei non poteva aspettare ancora. Se tutto fosse andato liscio, anche lei avrebbe bevuto la pozione sarebbe guarita. Ma doveva prima vedere l’effetto di quell’infuso.
 
 
 
Ai babbani venne cancellata la memoria, mentre altri Auror erano in giro per la città a perlustrare il territorio. Tonks stava bene, a parte qualche livido a causa delle botte prese durante lo scontro. Ma il Ministro insistette perché andasse in ospedale:
-Kingsley ha ragione, così sei più tranquilla Tonks! –intervenne Harry.
-D’accordo, mi ci accompagni Harry?
Dopo la visita, che confermò che la ragazza stava bene, i due tornarono a casa di lei e, davanti ad una tazza di the, si misero a discutere su quanto era accaduto:
-Capito Harry? Era diversa … oltre all’aspetto fisico, ma anche il modo di fare … ho un sospetto.
-Cioè Tonks?
-Perché non è diventata moscerino? Sarebbe scappata in un niente, invece si è quasi fatta catturare. Non ho rischiato tanto Harry: l’avrei fatta a pezzi se non avesse Remus prigioniero. Qualcosa le è successo in questi mesi.
Harry fece spallucce e bevve un sorso del caffè.
-Hai comunque rischiato tanto Tonks. –disse- Per fortuna Teddy non era a casa. Chi avrà mandato quella lettera?
-Chissà, ma ci ha aiutato. E poi, perché lei  voleva uccidere Teddy? Il solo pensiero mi fa stare male … vorrei abbracciarlo e riempirlo di baci.
-E’ rischioso stasera. Anche io vorrei vederlo, per me è come un figlio e il pensiero di perderlo …
Tonks lo guardò arrabbiata:
-Harry, Ted ha un padre.
-Certo certo. Non stavo insinuando … niente Tonks, scusa.
-No scusami tu –disse Tonks sospirando –è stata una nottataccia. Tratto male proprio te, di cui mi fido cecamente. Scusami ancora.
-Di nulla. Nei prossimi giorni possiamo andare a trovarlo insieme, eh? Così ti faccio da scorta.
-Si Harry. Certo.
-A proposito Tonks. Ma, il bambino che aspetti è maschietto o femminuccia?
-Non lo so Harry. Preferisco saperlo quando torna Remus.
-Magari è una bambina e lei e la mia sorellina saranno amiche … -Harry voleva sollevarle il morale.
-Magari Harry!
-Certo, se i miei magari la smettono di stare separati le cose potrebbero aggiustarsi … che stupidi! –disse Harry con molta malinconia. Sperava tanto che i suoi tornassero insieme, nonostante quell’”incidente”.
Erano ormai le sette di mattina e qualcuno bussò alla porta. Si trattava di Kingsley:
-Ti vedo bene, Tonks, nonostante tutto. Non ti hanno nemmeno ricoverata.
-No, King, sto benone. Solo dispiaciuta di non averla catturata.
-Comunque ho delle novità. Grazie ad un suggerimento di Piton, che ha preso in considerazione una traccia che tu, Harry, hai prelevato senza consenso durante una tua gitarella in Francia … -Harry divenne rosso e abbassò la testa – abbiamo deciso di organizzare dei turni per pedinare Gideon Prewett. Forse è lui il “rosso” di cui parlava la madre della Gretchen. Inoltre abbiamo dei particolari che ci fanno pensare che potrebbe essere suo complice.
-Quali particolari? Oltre al fatto che quell’uomo ha venduto un bambino? –chiese Harry.
-Non ve ne posso parlare perché voi non seguite il caso. Era solo a scopo informativo, come vi avevo promesso. Ora devo andare.
Ma Tonks lo fermò:
-Aspetta Kingsley: come ha preso Malocchio questa cosa?
-Dice che siamo degli stolti e che non sappiamo più a cosa appigliarci. Sai com’è fatto. Gideon era suo collega ai tempi della prima guerra magica e si fida di lui.
-Lo so, ecco perché te l’ho chiesto. Ma sa anche di Remus e … Molly e Silente.
-Si Tonks. Stiamo cercando di tenere la notizia più nascosta possibile, ma è inevitabile che verrà fuori prima o poi. Ma se i giornalisti non stanno tormentando te e Silente, vuol dire che non si sa molto in giro che Remus è suo figlio.
-Ok Kingsley. –disse Tonks rassegnata. –a quanto pare presto la notizia sarà di dominio pubblico. Uff.
 
 
Arthur piombò alla Tana all’improvviso e Molly gli aprì la porta:
-Come mai qui Arthur? –chiese lei seria.
-Posso, posso entrare Molly? Devo raccontarti una cosa.
Sbuffando, la donna lo lasciò entrare e i due si sedetterono al tavolo. Da mesi non facevano colazione insieme, perciò rimasero in silenzio ricordando nelle loro menti i vecchi tempi con tanta nostalgia.
-Mi offri un the Molly?
-Ho anche un dolce, se ti va.
-Si, sicuramente sarà buonissimo. E i ragazzi?
-Tutti al lavoro, solo Ginny è a letto.
Seguì qualche minuto di imbarazzo, poi Arthur raccontò a Molly dell’attentato durante la notte a casa di Tonks.
-Merlino Arthur! E Tonks come sta? E il bambino?
-Teddy è in un posto sicuro e segreto. Tonks è stata grande e sta benone, ma purtroppo quella peste è scappata.
-E, ci sono novità su … beh Arthur, hai capito?
-No, Molly. O almeno non lo so. Sembra che Malocchio abbia un altro asso nella manica, ma non possiamo saperlo.
Molly abbassò la testa, il suo sguardo era triste. Arthur le prese la mano, e lei non la scostò. Poi si guardarono negli occhi, ed entrambi capirono di amarsi ancora tantissimo. Si abbracciarono con passione:
-Perdonami Molly, perdonami …
-Shh, già fatto Arthur, torna qui. Ho bisogno di te.
E si baciarono come due ragazzini dopo una lite. Ginny scese dalle scale e osservò compiaciuta la scena: finalmente un raggio di sole in quell’inverno gelido.
 
 
 
I giorni passarono lentissimi per Remus. Era sollevato al pensiero che il suo Teddy era al sicuro, ed era orgoglioso di Tonks per come aveva tenuto testa a quella donnaccia. L’aveva proprio stesa: dopo quella nottata, Samantha non era stata più la stessa. Purtroppo, però, continuò a torturarlo frequentemente, e, mentre pronunciava le sue maledizioni, gli rinfacciava di averle rovinato la vita completamente. Adesso lei sentiva davvero il peso dell’essere diventata lupo mannaro. Giunsero poi i primi di marzo, anche se Remus non sapeva che giorno fosse, solo che la sera ci sarebbe stata la luna piena e la sua aguzzina avrebbe provato la pozione.
-Stasera assisterò al mio trionfo, finalmente. Sei felice?
-No.
-Ma oggi si deciderà il nostro destino. Potrai diventare una persona come tutti, realizzerò il tuo più grande desiderio.
-Il mio desiderio sarebbe quello di tornare a casa.
-Questo non è possibile. Io sarò lupo, per colpa tua, ma Gideon si occuperà di te per tutta la notte. A proposito, la pozione si chiama Niente-Lupo, ti piace?
-Patetico.
-E comunque, avrebbe funzionato di sicuro se tu l’altra volta non mi avessi creato problemi. Se qualcosa va storto, è colpa tua.
-E tu? Perché non la bevi anche tu?
-Ahaahh. Devo prima essere certa che funzioni del tutto, non posso rischiare la vita!
Remus era molto preoccupato. Non si fidava di lei e temeva che quella pozione lo avrebbe ucciso del tutto. E se invece guarisco?Se davvero dovesse funzionare?Non ci aveva mai pensato, ormai era troppo rassegnato ed era felice così, con la sua famiglia.  Attese la sera con molta agitazione.
 
Prima che comparisse la luna, Gideon e Samantha gli somministrarono la pozione Niente-Lupo, che era molto più amara della solita Anti-lupo. All’inizio non sentì niente. Poi spuntò la luna, e Samantha, che aveva preso la Anti-lupo, si trasformò. Il battito di Remus cominciò ad accelerare, i muscoli a contrarsi, e un dolore potentissimo lo trafiggeva, come se tutti gli organi si stessero contorcendo dentro di lui. Si sentiva bruciare la gola, poi lo stomaco, il tutto era insopportabile. Non capiva più nulla. Gideon era agitatissimo, tentava di calmarlo, chiedeva a Samantha- lupo se dovesse dargli qualcosa, ma lei con la testa diceva di no.
Per tutta la notte andò così. Remus si contorceva dal dolore, urlava e soffriva. Sarebbe caduto a terra se non fosse stato incatenato. Ma non diventò lupo. Non gli sbucò fuori nemmeno un pelo. Ad un certo punto, si fermò. Gideon lo osservò da vicino, temendo che riprendesse di nuovo ad agitarsi. Remus era immobile e con gli occhi chiusi.
-No, fa che non sia morto Merlino!
 
Ecco un altro capitolo.  La pozione ha funzionato, ma il povero Remus come starà adesso?Arthur e Molly hanno fatto pace, li adoro, come potevo farli separare? Vi avviso che la storia è ad un punto buono, mancano pochi capitoli, salvo eventuali modifiche. Mi scuso in anticipo se spesso tarderò, ci sono gli esami universitari( purtroppo). Tra l’altro questa passione per la scrittura mi è nata proprio quest’anno, che mi dovrei laureare! Vabbè non è importante!
Spero vi stia piacendo ancora, ringrazio i fedelissimi e tutti quelli che fanno una visitina ai capitoli!! Thank you!!!!
Angyp
 

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Capitolo 28
*** L'arresto e il pentimento ***


Cap 27: L’arresto e il pentimento
 
Samantha tornò umana, ma non era del tutto soddisfatta. La pozione aveva funzionato, quindi Remus era sicuramente guarito dalla licantropia, ma qualcosa era andato storto. L’uomo aveva sofferto molto mentre la bevanda faceva effetto ed ora non si muoveva più.
-Non è morto –disse Gideon –ma non si muove Samantha. Cosa possiamo fare?
-Primo, devo stare calmo. Secondo, allontanati e fammelo vedere per bene.
Lo sciolse dalle catene e sentì il polso. Il battito era tornato regolare e respirava.
-E’ in coma. –disse Samantha.
-O no! –disse Gideon –adesso cosa facciamo?
-Devo ristudiarmi la pozione, qualcosa non funziona.
-E  lui? Lo lasci così? –chiese Gideon lentamente.
Samantha parve riflettere, sapeva a cosa alludeva Gideon: lei adesso poteva liberarsene.
-Potrebbe anche svegliarsi. Oppure gli darò una delle mie pozioni. Devo lasciarlo vivo ancora. Per il momento non facciamo nulla. Almeno starà tranquillo e non cercherà di scappare.
Poco dopo, la donna, che sembrò non aver risentito della notte insonne, si rimise al lavoro. Gideon invece non poteva riposare. Osservava Remus, ripensò a quanto aveva sofferto durante la notte. Poi vide qualcosa di inaspettato: il viso di suo nipote era liscio, privo di tutte le cicatrici che aveva fino a poche ore prima. Era, in un certo senso, diverso e molto più bello. A Gideon  piacevano anche gli uomini, perciò trovò Remus molto affascinante. Era guarito, ma non poteva esserne felice. Ma cosa mi passa per la mente! E’ mio nipote! E’ figlio di quell’uomo che odio!
Uscì dalla casetta senza avvertire la donna e passeggiò. Forse posso ancora sistemare tutto.
Il tempo era grigio, forse avrebbe piovuto. Aveva nostalgia delle sue giornate di bambino passate con i suoi fratelli. Che ora non gli parlavano più.
 
 
Samantha raggiunse Gideon poco dopo:
-Dove sei finito? Non ci sei mai quando mi servi!
-Che vuoi Samantha? –disse lui brusco.
-Hey, cosa sono queste risposte? Ti ricordo che in questo guaio mi ci hai ficcato tu prima che mi venisse qualsiasi idea.
-Si, certo –rispose annoiato.
Samantha capì subito che qualcosa non andava nel rosso. Che non stesse pensando ad una via di fuga? Forse era il momento opportuno per farlo fuori.
-Sai Gideon –disse lei avvicinandosi con voce maliziosa –non abbiamo ancora festeggiato la buona riuscita della pozione …
-A si? Perché, è riuscita? Samantha, lo hai fatto a pezzi in tutti questi mesi e ora gli hai dato il colpo di grazia!
-Cosa? Hai qualche pentimento per caso?
-Non fare finta di non averlo capito!
-Dai Gideon. Non fare il guastafeste!
-Ne ho abbastanza Samantha!
La donna si riempì di rabbia. Come poteva quell’essere infame trattarla così?
-Gideon, ti ricordo che ti ho in pugno. Posso fregarti quando voglio!
-Non mi interessa! Sai perché? Vado a costituirmi!
-Col cavolo! Tu eseguirai i miei ordini!
-No!
Samantha non perse tempo e scagliò la maledizione Cruciatus contro l’uomo.
-Vuoi che ti tratti come ho trattato Remus? –urlò fra i lamenti dell’uomo -Vuoi passare anche tu dei mesi d’inferno?
Gideon, dolorante, fece di no con la testa.
-Allora devi obbedirmi. Peggio per te, altrimenti!
-Va bene, però adesso basta! Mi fai male, basta! Ti scongiuro!
-Chi si mette contro di me, assisterà all’inferno.
Gideon si rialzò piano dopo la fine delle maledizioni, mentre la donna tornava nella casetta. Non finisce qui.
 
 
-Mio zio quindi?
-Si Ron –disse Harry all’amico –potrebbe avere a che fare con tutta la storia fin dall’inizio. Però è tutto da vedere.
-Sai che non lo stimo più di tanto, ultimamente, Harry, ma mi è stato sempre presentato come un eroe morto per combattere i Mangiamorte … anche se ci ha fatto del male, mi sembra esagerato pensare che voglia Remus morto. E poi, come faceva a conoscere Samantha?
-Infatti –intervenne Hermione –io c’ero ad Hogwarts e Gideon non si è mai visto.
-A quanto pare però, secondo fonti date da Piton e Silente, Gideon Prewett avrebbe più di un motivo per avercela con Remus. Ma non so perché … penso ci sia in mezzo Silente.
-Non sai nient’altro. Harry?
-No, perché il tutto è segreto.
-Quindi, cosa vuoi che facciamo? –chiese Ron.
-Io penso –disse Harry –che dobbiamo darci da fare anche noi. Non mi fido più di Dawlish, nemmeno Tonks, e non vorrei che i suoi pedinamenti siano controproducenti.
-Quindi, lo inseguiamo anche noi, senza dirlo in giro, e vediamo cosa combina. E’ giusto Harry?
-Certo Ron!
-Sono d’accordo –fece Hermione –vedi Ron che saresti un bravo Auror?
Ron non rispose, ma forse la sua ragazza non aveva tutti i torti.
 
Sam non era più sicura di odiare Remus. Non che prima lo odiasse, anzi, era furiosa per il fatto che lui ad Hogwarts l’aveva rifiutata, poi il suo essere lamentoso, il suo pensiero fisso a quella Ninfadora, e alla fine … la sua condanna. D’altra parte, però, doveva ammettere che Remus era stato un prigioniero piuttosto intraprendente. E questa cosa le piaceva, anche se lei aveva dovuto pagare. Se non ci fosse stato Gideon, Remus sarebbe scappato e forse l’avrebbero anche catturata. Ora, però, lui era immobile. Da qualche ora non respirava più solo, e lei gli aveva messo un respiratore, un altro oggetto babbano. Non se la sentiva di lasciarlo morire. Non così, senza che lui se ne accorgesse. Eppure, questo lasciarlo vivere non era più dovuto solo al suo scopo. Sentiva qualcosa di più per quell’uomo, qualcosa che non aveva mai provato. Che non si stesse innamorando? No, io non mi innamoro. Io amo solo me stessa e il mio defunto fratello.
A proposito del fratello, sentiva che era quasi giunta l’ora di Gideon. Quell’alloccosi stava pentendo, quindi avrebbe potuto tadirla da un momento all’altro. Gli avrebbe affidato un ultimo compito, poi lo avrebbe fatto fuori. Diede un bacio sulla fronte di Remus, poi si recò nell’altra stanza dove c’era il suo nervoso complice:
-Devi assolutamente procurarmi altri ingrediente per la pozione Anti-lupo, che mi serviranno per la Luna Piena. Poi ho bisogno di Bezoar e altre sostanze che ti ho elencato.
-Dove le compro? –chiese Gideon, scocciato ma allo stesso tempo spaventato.
-Comprare? Stai scherzando? Le trovi a casa di Piton. Io lo so, ci sono stata. Ha delle scorte in una credenza.
-E quindi? Che dovrei fare? Rubarle?
-Si, sciocco, rubarle. Piton è ancora ad Hogwarts, nonostante tutto, perciò non lo troverai. Cavolo, avrai pure imparato qualcosa da me in questi mesi!
-E’ rischioso, Samantha … non me la sento …
Samantha lo guardò con i suoi occhi maligni:
-Rischi di più se mi contraddici, Gideon. L’ultima volta che hai rifiutato un compito, ci ho quasi rimesso la pelle. Ora tu vai, e se scopro che hai fatto deviazioni, te ne pentirai amaramente.
Gideon si disse che non aveva altra scelta. Certo, almeno non doveva fare del male a nessuno …
 
Harry e Ron riuscirono finalmente a rintracciare Gideon. Lo trovarono che si era smaterializzato davanti a casa sua, poi, di notte, uscì con un mantello e si smaterializzò di nuovo.
I due entrarono in casa e la perquisirono, non trovarono nulla che potesse interessare loro. Perché spariva? Perché si copriva per non farsi riconoscere?
-Magari ha una donna, Harry, oppure va a divertirsi … che ne sappiamo? –azzardò Ron.
-Ron, ha litigato con tutta la sua famiglia e va a ballare?
-Ecco, magari va ad ubriacarsi. Per dimenticare i suoi guai.
-Dai Ron, c’è qualcosa sotto sicuro! E tuo zio Fabian? Non torna mai a casa?
-Hanno litigato, da quando convive con la Vance non si fa vedere più tanto. Mamma e papà sono tornati insieme, ma non so se la mamma perdonerà i suoi fratelli, soprattutto se Remus è ..
Vennero interrotti da un Patronus a forma di lince che aprlò con la voce del Ministro:
Gideon Prewett è stato arrestato da Dawlish. Ha cercato di rubare a casa di Severus Piton, che avevamo messo sotto sorveglianza.
-Ma che razza di stupido! –esclamò Harry .
 
 
Gideon era stato portato al Ministero. Si era fatto beccare, eppure Samantha gli aveva insegnato un paio di incantesimi di magia sconosciuta con cui avrebbe agito indisturbato. Ma aveva deciso di tentare così. Forse per non sentirsi più orrendo di come già si sentiva. Lo avevano interrogato, ma non aveva detto nulla. Temeva che quella donna potesse vendicarsi. Aveva troppe risorse nascoste.
 
 
Harry aveva avvisato anche Tonks, che si era precipitata al Ministero:
-Se avessero visto almeno cosa voleva rubare, avremo più informazioni adesso –disse il ragazzo –invece quel troll di Dawlish si fa figo dicendo che lo ha arrestato. Prewett non parla e abbiamo sprecato un’altra occasione!
Tonks, con le braccia conserte, fissava il muro davanti a sé. Harry la guardava: la sua pancia stava crescendo. Era davvero una ragazza bella e determinata, un po’ come la sua Ginny. Ma negli ultimi tempi non era più la stessa.
-A cosa pensi Tonks? –chiese Harry.
-Niente Harry, sono esausta. Mi sento sola. Non ho Remus, non ho Teddy, sono sola.
-Ma Tonks, hai il bambino che aspetti. E poi, si tratta di una condizione temporanea … per Teddy.
Tonks sospirò. Era davvero stanca.  Harry sentiva che doveva assolutamente aiutarla. Le voleva bene, lei e suo marito avevano dato la vita per lui. Ma questa Gretchen, anzi, Dolohov, sembrava davvero come l’aria.
-Li vorrei qui con me –riprese Tonks –sento che Remus è ancora vivo, ma sta male, tanto male. Me lo sento Harry, capisci?
-Si, Tonks.
-No, no non capisci. Quella notte, ad Hogwarts, lo sentivo che era successo qualcosa. Sentivo che non l’avrei più rivisto. Adesso, invece, sono certa che lui sia vivo, che ci rivedremo. Ma potrebbe essere troppo tardi …
-No so che dirti Tonks.
-Devo chiedere aiuto a Molly. Solo lei può convincere il fratello a parlare.
-Ma Tonks –intervenne Ron –mia madre con parla con mio zio.
- La supplicherò in ginocchio, pazienza. Deve aiutarci. Dovessi arrestarla per disturbo alle indagini!
 
 
Tonks non perse tempo e si recò da Molly. La donna rimase molto scioccata nel sapere che suo fratello era stato sorpreso a rubare, ma molto più scioccata nel sapere dei sospetti nei suoi confronti:
-Perché Tonks? Cosa centra il suo passato con oggi? Cosa centra Gideon con quella pazza furiosa?
-Molly, io sono fuori dal caso e non so cosa abbia detto Silente al Ministro per farlo sospettare di Gideon …
-Silente? Cosa vuole ora?
- Molly, ti prego, vieni tu a parlare con Gideon. A te potrebbe dare ascolto! Se sa qualcosa, la direbbe a te.
-No, io con quell’essere non ci parlo! Mi ha tolto mio figlio e mi ha mentito per anni. E poi, lui non può essere il complice di quel mostro!
-E se lo fosse? Ti prego Molly! Fallo per Remus, per me … non ne posso più Molly. Sei la mia ultima  speranza. Ti scongiuro, vieni con me.
Molly rimase in silenzio, con le braccia conserte, a riflettere su cosa fare. E se davvero poteva aiutare suo figlio? Che cosa le impediva di andare? L’orgoglio?
-Vuoi che tuo figlio torni a casa almeno quanto me, ti scongiuro Molly!
-D’accordo cara, andiamo subito!
 
 
Gideon era rimasto in quella stanza il resto della notte, con una morsa allo stomaco. Non sapeva se poteva parlare o meno. Voleva liberarsi del suo peso, voleva che salvassero Remus, ma non riusciva a parlare. Aveva paura, troppa paura di quella donna.
All’improvviso, la porta si aprì ed entrò l’ultima persona che si sarebbe aspettato di vedere in quel momento: sua sorella.
-Ciao Gideon –disse lei con una voce molto seria, quasi arrabbiata –cosa hai combinato ancora?
-Perché sei qui? Credevo non volessi più parlarmi. –rispose Gideon.
-Invece si, eccomi qui. Voglio sapere cosa stavi rubando.
-Chi sei tu? Il Ministro? Un Auror? Vai via Molly.
-Allora, visto che non vuoi dirmi cosa cercavi, cosa che a me non interessa moltissimo  –disse lei sedendosi di fronte a lui –parliamo di quello che è  accaduto 39 anni fa. C’è altro che devo sapere Gideon? Mi hai davvero detto tutto?
-Cosa stai insinuando? Hai parlato con Silente vero? Maledetto!
-Cosa devi dirmi Gideon?
L’uomo cominciò a tremare. Lei forse sapeva. Che non fosse il momento giusto per riferire tutto? Davvero l’avrebbe perdonato?
-Dimmi tu una cosa, Molly –disse –Remus ti conosce bene?
-Come osi pronunciare il suo nome? Eh? Cosa sai di lui tu?
-Perché lui sostiene che mi potresti perdonare.
Nella stanza accanto, il Ministro, Tonks, Harry, Ron e Malocchio stavano ascoltando.
-Adesso si tradirà –disse Kingsley.
-Co-cosa vuoi dire con questo Gideon? Ti prego parla!
Gideon scoppiò a piangere:
-E’ colpa mia, solo colpa mia …
-Smettila di piagnucolare e parla!
-Sei qui per questo? Ti hanno mandata? Vuoi sapere tutto? Bene! Sono io il complice di Samantha Gretchen. –disse con una voce molto dura.
Molly cadde dalla sedia; nell’altra stanza, Tonks si mise le mani nei capelli. Malocchio sbattè la testa contro il muro, tanta la sua incredulità.
Molly cominciò a singhiozzare, si alzò e si risedette. Lo guardò negli occhi. Lo sguardo di Gideon riprese compostezza. Si sedette anche lui e guardò gli occhi di sua sorella.
-Mi dispiace davvero tanto Molly. E’ tutta colpa mia …
Allora raccontò della sua storia con Silente, della sua paura che si scoprisse tutto, della conoscenza di Samantha e di tutto quello che era accaduto dopo. Molly rimase senza parole nel sentire che, anche suo fratello era stato preso dal fascino di Silente. Si sentì nuovamente presa in giro. Mentre l’uomo parlava, singhiozzava e si asciugava le lacrime con un fazzoletto. Gideon inoltre raccontò di come aveva aiutato Samantha negli ultimi mesi. Alla fine del racconto, lei disse:
-Perché, Gideon, perché? Ormai avevo scoperto tutto, che bisogno c’era di farlo rapire? Lo avevo appena ritrovato, perché?
-Lo so che ormai sapevi tutto, ma con Samantha non funziona così. Perdonami Molly.
-E’ ancora vivo? Ti prego, dimmi che Remus sta bene!
A queste parole, Tonks si toccò la pancia e sembrò che passasse un’ eternità prima di sentire la risposta.
-Si, è vivo.
Un sospiro di sollievo coinvolse tutti.
 -E per tutto questo tempo? Lo sapevi dov’era e sei stato zitto!
-Però –continuò lui –sta male, molto male. Ed è colpa mia Molly.
Lei, finalmente, si alzò e gli diede uno schiaffo.
-Se vuoi che ti perdoni, dimmi dove lo tenete nascosto!
-Sono davvero dispiaciuto, Molly. Ti giuro che sono disposto a pagare per tutto, ma proprio tutto.
Tonks era nell’agitazione più totale. Dimmi dov’è stronzo. Dillo subito!
-Come faccio Gideon? Ti rendi conto di quello che hai fatto? –replicò Molly.
Tonks era stufa di tutta quell’attesa. Prewett aveva detto che Remus stava male, perciò dovevano soccorrerlo il prima possibile. Entrò con furia nella stanza dell’interrogatorio. Molly saltò dalla sorpresa, ma ancor più nel vedere il viso arrabbiato della ragazza. Che aveva ragione.
-Vuoi parlare, razza di troll!!! Muoviti, dove sta Remus?
Da dietro si avvicinarono gli altri, pronti ad ascoltare e ad agire.
-Lui si trova … si trova …
Ad un tratto, Gideon non riusciva più a parlare. Si sentì la gola in fiamme e dopo soffocare. Cadde sulle ginocchia e prese a vomitare.
-Sta male, portiamolo in ospedale! –disse Molly allarmata.
Tonks si appoggiò al muro e si lasciò cadere a terra.
-Che significa questo? –chiese Harry.
-E’ ovvio –parlò Malocchio –quella peste della Gretchen avrà preso precauzioni per non farsi tradire.
-Quindi?
-Anche se vorrà, Prewett non riuscirà mai a dire qual è il suo nascondiglio. –continuò il Ministro – Dev’ essere qualche incantesimo oscuro che avrà fatto ad insaputa del suo complice. Non è affatto stupida la donna.
-No –disse Tonks –la stupida sono io! Avrei dovuto ucciderla quando ne ho avuto l’occasione! Così l’incantesimo su Gideon si sarebbe sciolto … che rabbia!
-Tonks, non lo potevi sapere … -disse Harry.
Ma Tonks stava già andando via. Un’ennesimo buco nell’acqua.  
 
 
Ciao ragazzi! Mica Samantha si faceva fregare così? No no … però vi assicurò che ben presto finirà di cantare vittoria. Secondo i miei calcoli, dovrei arrivare a circa 32 capitoli, ma è tutto da vedere. Spero vi sia piaciuta ancora … fatemi sapere please … ringrazio comunque tutti!!!
Angyp 

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Capitolo 29
*** Visite spiacevoli ***


Cap 28: Visite spiacevoli
 
 
Così quello sciocco si era fatto prendere. Questo pensava Samantha, dopo aver ascoltato la notizia alla radio. La teneva accesa ad alto volume, nella speranza che Remus si svegliasse. Nessun riferimento a lei era stato fatto. Ma del resto era tranquilla. Anche se Gideon avesse confessato, lei aveva preso le opportune precauzioni con un incantesimo. Lui non avrebbe potuto pronunciare il luogo del rifugio, nemmeno si sarebbe ricordato la strada. Sorrise, pensando a come si sarebbe reso ridicolo. Ora però doveva pensare a Remus. Non voleva vederlo così. In quei mesi lo aveva torturato, lo aveva fatto urlare, lo aveva fatto soffrire in tutti i modi, nel corpo e nella mente. Forse era stato sufficiente. Adesso, che lui non reagiva a nulla, si sentiva male. Voleva farlo svegliare, voleva sentire la sua voce, voleva vedere i suoi occhi. Samantha capì di non essere tanto forte come aveva pensato. Aveva capito che amava Remus. Non lo avrebbe ucciso. Lo avrebbe fatto svegliare e se lo sarebbe tenuta per sé. Perdonami Antonin.
Tempo fa, aveva fatto morire un uomo dandogli una pozione che aveva appunto la funzione di muovere tutti gli arti. Provò a dare a Remus una piccola goccia, ma non successe niente. Non voleva darne ancora per non metterlo in pericolo. Se quello stupido di Gideon fosse tornato con gli ingredienti richiesti! Doveva occuparsene lei.  Aveva bisogno di Severus Piton.
 
 
Piton era a casa sua, anche se sapeva che non era stato rubato nulla. Ora sapevano chi era il complice di quella donna, ma non era utile a scoprire il luogo a causa di quel sortilegio sconosciuto di cui era vittima. Ora però sapevano che Remus era vivo, e che Samantha aveva capito come far guarire dalla licantropia. Ma, stando a quello rivelato da Gideon, Remus si trovava in una specie di coma. Si doveva agire al più presto.
Tutti questi pensieri vennero interrotti dal bussare. Quandò aprì, si trovò davanti James Potter.
-A cosa devo la visita Potter? –chiese, anche se aveva in mente il motivo.
-Posso entrare?  –domandò James, imbarazzato –devo parlarti.
 Non era mai stato lì, e mai avrebbe immaginato di metterci piede.
-Vieni in cucina. –disse Piton.
Si sedettero l’uno di fronte all’altro. Piton tirò fuori del Whishy  incendiario e lo versò nei bicchieri. Si scrutarono l’un l’altro, e parvero scorrere come in una cinepresa tutti gli anni di odio che gli accumunavano. Ma doveva smetterla.
-Stavo cercando di capire cosa volesse rubare Gideon Prewett da casa mia. –disse Piton cercando di mostrare un tono piuttosto amichevole. Bisognava allentare la tensione.
-Ecco perché sapevo che eri qui e non ad Hogwarts. Quindi ha confessato? Cosa dice di Remus? – James mostrava un certo disagio.
-Il tuo amico non è più un licantropo.
-Come? Davvero? E come è successo? –questa volta era davvero curioso.
-Pare che … ecco, lei, abbia trovato la giusta combinazione di infusi per far in modo che non si trasformi più durante la luna. Inoltre, anche lei è diventata un licantropo.
-Merlino, e come?
-Lupin è riuscito a morderla mentre era sotto l’effetto della pozione Anti-Lupo. –era stufo di tutte quelle domade -Ed era anche riuscito a scappare, ma Prewett lo ha riacciuffato.
Un’ amara tristezza invase James, pensando alla sofferenza dell’amico.
Piton invece era nervoso: stavano parlando “normalmente” con quell’uomo, il che, non era proprio “normale”.
-Almeno è guarito –disse James –era il suo sogno.
-E’ in coma per la verità –lo interruppe Piton –non sappiamo come stia ora. Non credo che possa esprimere la sua felicità. Un duro prezzo da pagare, non trovi? – il suo tono risultò molto duro e parve spezzare quella finta atmosfera tranquilla che si era creata.
James scattò in piedi:
-Credi che non conosca il mio amico? Credi che non sia preoccupato per lui? Io ho degli amici. –disse marcando l’IO.
Seguì un momento di silenzio assoluto. Le acque si calmarono leggermente e James si risedette.
-Comunque Potter, queste informazioni poteva dartele benissimo tuo figlio. Perché volevi vedermi?
-Sai perché …
-Se vuoi cruciarmi, sei liberissimo di farlo. Lo vorrei anche io.
Ma James, pur guardando con odio il suo interlocutore, non si scompose.
-La rabbia mi è passata, a dire il vero. Non so se lo sai, ma Lily ha scelto me. Di nuovo. –il suo tono era trionfante.
Piton abbassò lo sguardo. Aveva ragione, Merlino! Non era servito cambiare, proteggere suo figlio: lei amava Potter e non c’era nulla da fare. Però lui aveva una gran voglia di cruciare Potter invece.
-Beh Potter, avevi avuto la tua occasione. Sei venuto qui a gustarti la vittoria? Non è proprio il momento. Tornatene da Lily.
-Non è così semplice, tuttavia – continuò James –la bambina che Lily aspetta è tua figlia. Lo sai?
Il battito di Piton accelerò di colpo.
-Lily non mi ha detto niente, non so niente.
-Allora te lo dico io. Cosa hai intenzione di fare?
Piton fu invaso da mille pensieri: La bambina è mia? Nemmeno questo ha portato Lily da me? Non è nemmeno venuta a dirmelo …
-Tu Potter, cosa vuoi fare? E’ per questo che vi siete separati?
James lo squadrò con rabbia:
-Non posso stare senza di lei, senza la mia Lily, anche se mi fa troppo male quello che ha fatto. Con te, poi. Mi disgusti Piton, lo sai.
-Non posso biasimarti. Ricambio pienamente.
- Ma nonostante ciò … avevo pensato di abbandonare Lily perché ritenevo imperdonabile il suo gesto. Ma io la amo. E quella bambina non ha colpe. Merita di crescere in una famiglia come si deve. E vorrei crescerla io, con Lily ed Harry. Saremo una vera famiglia. Nonostante la tua intromissione.
-Siamo stati in due a volerlo, Potter, io non ho costretto nessuno.
James si alzò con l’istinto di colpirlo. Ma si bloccò all’istante.
-Che c’è, Potter, di nuovo? Hai paura che Lily cambi idea se mi tocchi?
-Smettila Piton! Allora? Stavamo parlando della bambina!
Il Serpeverde ci pensò prima di far uscire dalla sua bocca queste parole senza guardare l’altro in faccia:
-Non posso farle da padre, non posso io essere padre. Mi dispiace, ma non ho mai voluto che quel figlio fosse mio … Lily vuole stare con te, è giusto che stia tu con quella bambina.-non riusciva nemmeno a sentire quello che diceva.
-Non è vero che non puoi essere un buon padre –disse James nascondendo lo sforzo che gli stava costando parlare –hai protetto mio figlio per tutti questi anni quando io non potevo. Sono in debito con te. Ecco perché, volevo chiederti, se vuoi fare da padre a questa bambina.
-E tu e Lily?
-Io l’ho perdonata per il tradimento. Tornare in vita, vedere il tuo cambiamento, conoscere Harry, ormai uomo, per lei è stato un trauma. Non posso condannarla, non sarebbe giusto.
-Allora sono tranquillo, la mia bambina ha già una famiglia. Non ho di che preoccuparmi.
-E tu? –domandò James.
-Io cosa?
-Sarai il padre …
-Tu lo sarai.
-Ma, potrebbe assomigliarti e …
-Ti dispiace Potter che non sarà bella come te?
-Non volevo dire questo. Ma, non saresti male lontano da tua figlia? Non vorrei che un giorno tu volessi far valere i tuoi diritti e mandare tutto a puttane!
-A che gioco stai giocando, Potter?
-Devi andartene Piton. Devi stare lontano da noi …
Bussarono alla porta.  Ancora! Pensò Piton. Non vedeva l’ora di tornare ad Hogwarts e rinchiudersi nel suo studio.
-Aspetta qui, vado ad aprire.
A causa della rabbia per l’inaspettata piega che stava prendendo quella discussione, fece il grosso errore di non controllare chi fosse dallo spioncino. Non appena aprì la porta, Samantha Gretchen lo scaraventò dall’altra parte della stanza con furia.
 
Lily, venuta a conoscenza delle novità, si precipitò da Tonks. Aveva bisogno di parlare con qualcuno, e quel qualcuno era il suo amico Remus. Purtroppo non era possibile, quindi pensò che forse parlare con sua moglie forse l’avrebbe aiutata un po’. Le raccontò le sue sventure.
-Scusami Tonks: tu hai così tanti problemi e io vengo qui con le mie paranoie.
-Tranquilla Lily. Poi, se mi posso permettere, la tua situazione è talmente ingarbugliata che un po’ mi tira su di morale. Non ti offendere eh?
Lily sorrise. Remus ha ragione: Tonks è troppo in gamba.
-Piuttosto Tonks, tu come stai?
-Io? Sono incazzata nera con quel bradipo di Gideon. Gli avrei staccato la testa con le mie mani. Quel bastardo … non basta tutto il male che ha fatto già? Ancora … però cavolo, Remus è stato grande! Cioè ha dato una bella lezione a quella stronza! Aahhah ecco perché aveva tutti quei graffi: se lo è meritato.
-Ti ammiro tanto Tonks. Tu si che sei una donna forte.
-Grazie –disse Tonks imbarazzata –ma non è che lo sia poi tanto.
-Noi non abbiamo mai parlato tanto. Eppure sei la moglie del mio migliore amico. Mi piacerebbe conoscerti di più.
-Ma si Lily, capiterà sicuramente di portare i nostri bimbi al parco! –disse la ragazza, con maliconia. Avrebbe voluto coccolare il suo Teddy. Lily se ne accorse.
-Remus mi manca tanto. Lui mi avrebbe detto cosa fare.-disse la rossa.
-Ma con il professor Piton ci hai parlato?
-No, non ancora.
-Cosa aspetti? Deve sapere cosa ti passa per la testa Lily!
Lei annuì semplicemente.
-E se James non mi perdona?
-Se ti ama, ti perdonerà. Anche io e Remus abbiamo avuto molti problemi all’inizio, ma non ci siamo mollati. Ed eravamo felici.
-E lo sarete ancora.
Tonks sospirò: si, lo sarebbero stati.
-Puoi giurarci Lily!
-Andrò subito a casa di Severus. Hai ragione: devo dirgli tutto.
 
 
Piton tentava di rialzarsi, nonostante il mal di testa provocato dalla botta. Il dolore aumentava a causa del frastuono che sentiva: Samantha e James stavano combattendo. Quando si rialzò, notò con terrore una strana calma. Tentennante, si diresse in cucina, dove Samantha, in piedi, tirava i capelli e teneva puntata la bacchetta su Potter, che era seduto per le ginocchia, disarmato.
-Da quanto tempo, Severus. Scusa l’accoglienza, speravo fossimo soli.
James si divincolava.
-Attento Potter, se uso la bacchetta potresti farti male, Sta fermo e lasciami parlare con Severus.
Piton guardò la donna a cui un tempo aveva detto “Ti amo”, ricevendo una risposta più che affermativa. Si era illuso di poter essere di nuovo felice, mentre in realtà, tutto era sprofondato.
-Lascialo, dimmi cosa sei venuta a fare.
Il professore notò anche i segni della licantropia sul viso della bionda. Aveva perso gran parte del suo fascino.
-Devi seguirmi Sev. Ho bisogno della tua collaborazione.
-Che cosa hai fatto a Remus? –chiese James arrrabiato.
-Taci tu. Allora Sev? So che tu collabori con gli assassini … o sbaglio?
-Smettila. –disse Severus.
-Purtroppo sono costretta a dirti che, se non vieni, non solo il tuo collega morirà, stavolta davvero, ma prima ucciderò questo sciocco qui. Non fare altre domande e vieni!
-Lasciala perdere Piton, non andare con lei! –disse James.
-Stupido, si scopa tua moglie e vuoi salvarlo?
-Smettila! –urlò Piton –Vengo con te, lascialo stare!
Samantha prese una provetta dalla tasca e la porse a James:
-Bevila.
-No, Potter. Non bere niente.
-Stai tranquillo. Non morirà. E’ una pozione Sonnellino, una mia invenzione.
-Le tue invenzioni sono un fiasco totale! –disse James.
-No, no. Questa funziona. Ti addormenterai e, fino a quando non verrà qualcuno a svegliarti, dormirai ancora. Basterà uno scossone.
Piton sembrò ragionare: poteva anche essere vero. Samantha non sembrava intenzionata ad uccidere Potter. Ma cosa voleva da lui?
-Va bene Samantha. Verrò con te a patto che quella pozione non lo uccida davvero. –disse infine Piton.
-No, Piton no, –urlò James –è un suicidio.
-Ti ho detto di tacere e bevi! Bravo Sev: è la scelta migliore.
James, dopo altri tentativi inutili di ribellarsi, fu costretto a bere quella dannata pozione. Si sentì gli occhi sempre più pesanti prima di cadere in un sonno profondo.
Samatha prese Piton per mano:
-Andiamo, Remus ci aspetta.
Si smaterializzarono
 
 
 
Ciao! L’università non dà tregua e mi dispiace se ho tardato di nuovo!
Allora, non mi convince il dialogo tra James e Piton, però ho cercato di farlo nella maniera più coerente possibile. In fondo, Piton ha aiutato Harry in tutti gli anni in cui James è stato assente, quindi penso che il Potter si senta un po’ in debito.
Spero vi sia piaciuto, ringrazio i fedelissimi che mi seguono come sempre!!!
Baci al prossimo!
Angyp
 
 

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Capitolo 30
*** Il sogno e il risveglio ***


Cap 29: Il sogno e il risveglio
 
Molly e Fabian attendevano di avere notizie di Gideon fuori dall’infermeria del Ministero della Magia. Sapevano che stava bene, ma aveva bisogno di una visitina. Fuori della porta vi erano anche due Auror che dovevano tenere d’occhio l’uomo, prima di scontarlo ad Azkaban. Anche Fabian era rimasto incredulo a quella notizia, per giunta non si era accorto mai di niente! E soprattutto non sapeva nulla della storia tra Gideon e Silente! Possibile che entrambi i suoi fratelli fossero caduti tra le braccia di quell’uomo?
-Molly, lo perdonerai? –chiese di punto in bianco.
-Se è per questo, non ho ancora perdonato te, Fabian. Come pretendi che mi passi tutto dopo quello che ha fatto a Remus? Me lo ha fatto rapire, solo per non scoprire il vostro sporco segreto e per vendicarsi di Silente! E poi? Lo sai quante persone sono state uccise da quella pazza? Questa è la gente che lui frequenta!
-Molly, quello che ha fatto ora è ingiustificabile lo so. Ma … hai mai pensato ai tuoi figli?
-In che senso?
-Nel senso che … beh, se Remus dovesse tornare, loro come la prenderanno? Non è figlio di entrambi i loro genitori  e … beh, tu hai mai pensato a come sarebbe stato se Remus fosse cresciuto con te e Arthur?
-Arthur lo avrebbe amato come se fosse stato suo!
-Si, fino a quando non sarebbero nati i suoi figli! Per lui, il maggiore sarebbe stato sempre Bill. Non credi che i ragazzi avrebbero risentito della differenza?
-Non credo proprio Fabian! Loro, loro sarebbero stati alla pari … li avremmo amati tutti.
-Ah si? Tutti con i capelli rossi e uno con i capelli castani  per  giunta molto più grande di tutti loro … si sarebbero sentiti tutti uguali. Avresti avuto molti problemi Molly. Inoltre, se Silente si fosse messo in mezzo, gli altri sarebbero stati anche gelosi del fatto che Remus aveva un padre famoso … Molly, se ci pensi, è andata bene così, soprattutto per i tuoi figli!
-Ma ma … cosa vuoi insinuare? Maledetto … va all’inferno anche tu, Merlino!! I miei figli non hanno problemi come tu pensi!
-I più piccoli, forse, ma Percy, Charlie, Bill soprattutto?
Molly se ne andò: in fondo perché stava lì? Gideon non rischiava certo la vita come suo figlio. Però provò ad immaginare come sarebbe stata bizzarra la vita con sette figli dai capelli rossi e gli occhi verdi e un con i capelli castani e occhi azzurri.
 
Samantha portò Piton nella sua casetta. Il professore non riusciva a capire in che posto si trovassero. Samantha lo teneva d’occhio con le bacchette e lo guidava verso la direzione da seguire. Entrarono nella stanza dove si trovava Remus. Piton rimase sconvolto nel vederlo: era irriconoscibile. Era sdraiato con piedi e mani incatenate su un tavolo, indossava solo un paio di boxer, che mostravano nudo il suo corpo pieno di tagli, ferite e lividi. Il viso, privo delle cicatrici che Piton era abituato a vedere, tradiva un’ espressione sofferente.
-Ha ripreso a respirare da solo, ma non si sveglia. –disse Samantha.- Mi ascolti?
-Io … ma cosa gli hai fatto?
Piton gli si avvicinò di più. Provò una profonda pena nel vederlo ridotto così.
-Devi aiutarmi a farlo svegliare e a migliorare quella dannata pozione. Devo prenderla anch’io … penso l’abbia detto Gideon no?
-Che razza  di persona sei, Samantha? Come hai potuto far del male a tutta quella gente, a Susan, era solo una ragazzina! E lui? Cosa ti ha fatto? E io? Mi hai sfruttato per i tuoi interessi! Hai recitato la parte dell’innamorata per tutto il tempo! E io, ci ero cascato!
-Sev, è tutto molto commuovente, davvero. Ma, si, ho fatto tutto questo, compreso ingannarti. Ma Remus lo aveva capito di che pasta ero fatta, ricordi?
Piton lo ricordava bene, purtroppo.
-Troppe chiacchiere, mettiamoci al lavoro!
 
Lily era molto agitata. Stava andando a dire al suo caro amico, non solo che aveva capito di non amarlo, ma che aspettava una bambina da lui. Il che rendeva la situazione molto molto complicata.
Si accorse che la porta era aperta. Quindi non era ancora tornato ad Hogwarts! Non poteva più sfuggire ormai. Lentamente la aprì:
-Severus, ci sei?
Non ricevendo risposta, si permise di entrare in cucina, dove trovò suo marito, proprio suo marito, a terra, che ronfava.
-James, James svegliati! –Lily, preoccupata, lo prese a schiaffi e suo marito si svegliò di scatto.
-Cos’è successo? Cosa ci fai tu qui?  -domandò l’uomo sconvolto dal sonno.
-Io? Potrei farti la stessa domanda! Che ci fai qui? E perché stavi dormendo per terra? Mi sono spaventata quando ti ho visto! E Severus? Perché non c’è? Cosa vi siete fatti?
-Mi sono appena svegliato, basta con le domande! E poi ho un mal di testa …
James si massaggiò le tempie e ricordò tutto.
-O no …
-James, cosa avete fatto? Lo hai fatto fuori? Dimmi di no …
-Ma cosa dici Lily? Non farei mai una cosa del genere … ma quella si!
-Quella?
-Stavamo discutendo, io e Piton, poi è arrivata quella Gretchen.
-Come? Samantha Gretchen? O … non mi dire …
-Mi dispiace Lily. Lo ha portato via …
-O no, no –scoppiò a piangere e abbracciò suo marito.
-Lily, mi dispiace, fatti forza –James le accarezzava i capelli con dolcezza. Come le era mancata!
Mentre singhiozzava, Lily guardò negli occhi suo marito. Capì che non era più arrabbiato come l’altro giorno, che forse l’avrebbe perdonata. Il bacio che si diedero subito dopo le tolse ogni dubbio.
 
-Samantha, non vedo cosa si possa risolvere. La pozione sta bene così com’è. –disse Piton dopo due ore di esame. Doveva ammettere che quella donna era stata geniale.
-Scusami, ti ho spiegato che lo ha quasi ucciso! Dev’esserci qualcosa che non va!
-Ne hai data troppa!
-Ma se ne davo di meno, poteva anche non funzionare! –disse la donna incredula.
-Samantha, se fosse stato così semplice trovare un antidoto al morso di lupo, si sarebbe già scoperto.
-Nessuno, come me, ha avuto il coraggio di sfidare i limiti della magia. Ecco perché alcune malattie non sono mai state curate. –disse Samantha con convinzione, ma con una certa paura.
-Non vedo come tu possa modificare la pozione senza che perda la sua efficacia.
-E io come faccio? Devo prenderla anch’io. Ricordi?
-Correrai il rischio, oppure puoi sempre rimanere un licantropo. Verrò ad Azkaban a portarti la pozione Anti-Lupo.
Samantha scoppiò a ridere e subito dopo divenne furiosa:
-Non ti ho portato qui per far visita al tuo amico. Devi trovare una soluzione e subito! Non posso rischiare di morire o di finire come lui!
-Ma io non posso fare nulla.
-Ti avverto Severus: tu non uscirai da qui se, primo non avrai trovato una soluzione alla pozione Niente-Lupo. Secondo: vedi di trovare il modo per svegliare Remus. Se ci  fossi riuscita da sola, non ti avrei scomodato. Ora, sbrigati!
 
 
Le ore passavano, ma Piton non riusciva a comprendere come migliorare la pozione. Sapeva che, se avesse tolto anche uno solo dei sofisticati intrugli inseriti da quella serpe, non avrebbe fatto più effetto. Voleva provare a fregarla, ma lei se ne sarebbe accorta. Oltretutto, non sapeva cosa fare per far risvegliare il suo collega. Forse la pozione, presa in piccole dosi ad ogni luna piena, poteva dare lo stesso effetto … era tutto da provare.
-Allora? –una voce tagliente alle sue spalle lo fece sobbalzare.
Piton aspettò prima di rispondere. Non c’era proprio nulla della donna che aveva amato in quell’essere. Provò a rispondere diversamente rispetto a prima:
-Penso che, se tu prendessi la pozione in una dose differente ad ogni luna piena, funzionerebbe. Magari possiamo eliminare gli ingredienti che hai inserito e che servono anche per la pozione Sonnellino. Forse è quella che ha fatto addormentare Lupin profondamente. Ovviamente non si sveglia ai nostri scossoni perché gli hai dato molto altro … penso sia l’unica soluzione. –concluse poco convinto.
La bionda sbuffò:
-Non vali che poco più di quel cretino di Gideon. Dovrei prendere quella pozione per tutta la vita allora?
-Non sono io che ti ho morso, Samantha.
La donna perse le staffe:
-Crucio! La verità è che non ti sei applicato abbastanza!
Il povero Piton stramazzò a terra, urlante di dolore. Mentre si contorceva non si accorse che, una monetina magica ficcata nella sua giacca a sua insaputa, stava prendendo potere.
 
 
-Un segnale! –esclamò Malocchio dalla sua sua scrivania. Aveva in mano un piccolo medaglione che si illuminava.
Zoppicando, raggiunse l’ufficio del Ministro:
-Ministro! Ministro! Piton si è mosso! Si è mosso fuori da Londra!
 
Samantha rinchiuse Piton in una stanza incantata. Si era fatta notte, ormai. Sperava che un maestro di Pozioni come lui avrebbe trovato il suo errore, quello che l’aveva portata quasi ad ammazzare Remus. Eppure io non faccio errori …
L’uomo di cui si era innamorata, l’uomo da cui lei voleva ottenere la sua vendetta e il suo successo, l’aveva portata alla rovina. Avrebbe tentato, alla prossima luna, a prendere quella pozione.
 
 
Tonks si guardava intorno, incredula. Era sicura di essersi addormentata sul divano, come faceva sempre da quando Remus era stato rapito, eppure stava lì, in quel posto così bello. Non ricordava di esserci stata, ma il paesaggio era così incantato da sembrare infinito. Pensò di esplorarlo, il sonno era passato. O stava sognando? Si sentiva così leggera …
Il freddo era pungente, la neve si era posata sugli alberi discreta. Volle provare a sentire il tocco di un albero totalmente adornato di fiocchi. Fu a quel punto che lo vide. Era incredula, ma lo avrebbe riconosciuto fra mille. Era il suo Remus.
 
 
Remus non ricordava di essere scappato, o di aver preso qualche altra strana pozione di Samantha che gli provocava allucinazioni. Non riusciva a capire nemmeno se fosse guarito, se l’esperimento di quella pazza avesse funzionato. Ma quando si ritrovò Tonks di fronte a lui, con la sua stessa aria meravigliata e stupita, sembrava reale. Troppo reale.
 
Non pronunciarono nemmeno una parola. Non ne ebbero il tempo, perché dovevano lasciare posto ai baci, agli abbracci forti da farsi tropo male, alle carezze, al risentire la pelle dell’altro. Possibile che fosse un sogno? Sembrava così vero. Solo dopo aver assaporato totalmente l’altro, seduti sulla neve, con la teste appoggiate l’una sull’altra, si decisero a parlare:
-Di chi è questo sogno? –chiese Remus –Potrebbe essere il mio.
-Non lo so –rispose Tonks –ma a questo punto, vorrei non svegliarmi mai.
Un altro bacio fu inevitabile.
-Mi manchi tanto Remus. Cosa è successo in questi mesi? Hai sofferto tanto?
Remus sospirò, si toccò i segni delle ferite che quel mostro le aveva fatto.
-Si, Dora. Ho sofferto. Quella donna voleva strapparmi pian piano alla vita. Ti confesso che ci stava riuscendo. A volte, speravo che tutto finisse, per questo volevo morire. Ma non ho mai smesso di pensare a te, a Teddy e …
Accarezzò la pancia di Tonks, ormai cresciuta, con molta emozione.
-Ti avverto, non so il sesso – disse Tonks –aspettavo te per saperlo! Comunque –continuò dandogli un pugnetto sulla guancia –nom devi morire senza il mio permesso, chiaro?
Remus rise, come non lo faceva da mesi. Era sempre la sua testarda Dora.
-Cosa succederà adesso Remus? Non sappiamo dove ti nasconde e … come stai? Gideon ci ha detto che per colpa della pozione sei in coma.
-Forse lo sono perché ho paura. Temo di svegliarmi e soffrire ancora. Ho paura che non mi cerchiate più, paura di quella donna … ecco perché dormo.
Tonks lo fissò negli occhi: - Remus, ascoltami: non smetteremo mai di cercati. Hai capito? Tutto finirà, te lo prometto! Hai resistito fino ad ora, ti scongiuro, resisti un altro po’! Ti prometto anche che ci sarai, quando nascerà tuo figlio! Un po’ di pazienza amore.
Sarebbero rimasti per tutta la vita in quella foresta innevata, abbracciati l’uno con l’altro.
-Remus –fece Tonks all’improvviso – sai dirmi dove sei? Insomma, dove ti tiene nascosto?
-Qui. Ora no, ma sento che lei mi porterà qui. In quella grotta –indicò un punto in lontananza –lì mi nasconderà.
La risposta era strana, ma Tonks non ebbe il tempo di affermarlo. Sentirono che si stavano separando, era una sensazione forte:
-Ti amo, Dora.
-Ti amo Remus.
Tutto sparì quando Tonks aprì gli occhi. Era stato un sogno bellissimo, ma che rabbia! Era finito! Si sentiva diversa questa volta, era stato così reale, come se si fossero davvero incontrati in quel sogno! O forse era solo illusione. Eppure questa volta i baci sembravano troppo veri. Si toccò la fronte ed ebbe un brivido: le mani erano ghiacciate, come la neve che aveva toccato. Si alzò di scatto andando allo specchio: aveva un po’ di neve sui suoi capelli.
 
Samantha accarezzava il viso pulito del suo Remus. Non riusciva a dormire, sapendo che lui stava male. Non riusciva proprio ad odiarlo, nonostante quello che le aveva fatto; si era anche vendicata abbastanza. Le parve ad un certo punto di vedere un mivimento: le dita di Remus, lasciate ormai libere, si muovevano piano piano. L’uomo aprì gli occhi. Samantha era incredula: finalmente si stava svegliando! Era troppo contenta, nonostante lui la fissasse con un’espressione molto delusa:
-Bentornato tesoro!
Remus si era svegliato, come aveva detto Tonks. Ma avrebbe dormito ancora, pur di starle accanto anche solo in sogno. Sentiva un freddo da morire. Aveva le labbra viola. Perché aveva detto a sua moglie che Samantha lo avrebbe nascosto lì?
 
 
Harry, Malocchio ed altri Auror, quella notte, erano giunti sul luogo indicato dal segnale:
-Bella idea Malocchio di usare una cimice su Piton! –esclamò Harry.
-Una che? Grazie Potter, ma dopo l’intrusione di Prewett da Piton, ho pensato che tenerlo d’occhio ci potesse fare bene. –disse Moody.
-Si Malocchio, infatti Samantha lo ha preso in ostaggio! Penso che sia nei dintorni il suo nascondiglio!
Harry era ottimista: stavolta l’avrebbero beccata davvero!
 
Angolo autrice: sono in un ritardo pazzesco. Perdono perdono. Si è capito tutto? Il sogno lo hanno fatto entrambi … i nostri eroi hanno messo una spia su Piton, riusciranno a prendere Samantha questa volta che sono giunti sul posto? Sta volta vi farò aspettare di meno prometto!!!!
Baci a tutti coloro che mi stanno seguendo!!!
 
 
 
 
 
 
 

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Capitolo 31
*** L'ultima speranza ***


Cap 30: L’ultima speranza
 
Remus richiuse gli occhi: si sentiva completamente sfinito e non riusciva a resistere alla visione di Samantha, non dopo aver percepito la presenza di Tonks in quel bellissimo sogno. Quella donna parlava e parlava, ma lui era incapace anche solo di zittirla, perché aveva la gola in fiamme. Samantha sembrava eccitata per il suo risveglio:
-Ho delle importanti novità Remus.  Non te lo immagini neanche!
Si mise a rovistare tra le sue cose, a conservare pozioni in una borsetta.
-Ascolta, tesoro, non importa che Piton non abbia risolto il mio problema, ma Merlino, sei sveglio!
Piton?Si domandò Remus.
Samantha, ad un certo punto, smise di sorridere. C’era a terra una monetina che pulsava luce velocemente. Parve capire tutto all’istante.
-Quel farabutto mi ha ingannata! Dobbiamo fuggire da qui!
 
 
 
Più si avvicinavano al posto in cui si trovava l’altra moneta, più quella che teneva in mano Malocchio pulsava velocemente. L’aveva ficcata nella tasca del professore quella mattina, quando avevano sorpreso Gideon Prewett a rubare. Bastava che facesse una magia qualsiasi su quel medaglione, che subito un altro avrebbe indicato il luogo. Però gli Auror sapevano che il nascondiglio della Gretchen era sicuramente protetto, forse invisibile ai loro occhi.  Ma il medaglione pulsava sempre di più, come se stesse per scoppiare. Parvero scorgere una sorta di pellicola:
-Rivela i tuoi segreti –pronunciò Malocchio.
Davanti agli Auror comparve una casetta. Avevano trovato il covo di Samantha Gretchen.
 
 
Samantha raccolse le sue cose con foga e staccò Remus dalla flebo. Lui era troppo debole per capire cosa stesse succedendo. La strega mise il suo braccio destro attorno alla spalla. Avrebbe voluto uccidere Piton di persona, ma non c’era tempo. Appiccò un piccolo incendio, che in poco tempo si sarebbe sviluppato e avrebbe raggiunto la stanza del Serpeverde.
Trascinò Remus, nuovamente privo di sensi, fino all’uscita, ma riuscì a vedere che gli Auror, tra cui il temuto Harry Potter, erano proprio lì davanti:
-Arrenditi, Gretchen! La casa è circondata e tu non hai scampo. Libera gli ostaggi e vieni qui lentamente.-urlò Malocchio.
Samantha rise ed evocò uno scudo protettivo su lei e sull’uomo che sorregeva. Avanzò senza timore in avanti e ancora pronunciò le parole di un incantesimo sconosciuto a loro, tranne che a Dawlish. Gli alberi di quella foresta presero ad avanzare, e i sassi si gettarono contro tutti loro. Harry venne trattenuto da una quercia che muoveva i suoi rami come pugni. Inoltre molti sassi lo colpirono in faccia, fino a quando uno non gli spaccò gli occhiali. Perse di vista Samantha e Remus. Ma qualcos’altro attirò la sua attenzione attraverso la vista appannata: l’incendio della casa. Dov’era Piton? Harry riparò in fretta i suoi occhiali e poi :
-Bombarda! –la quercia si piegò in due.
Il maghetto corse verso la casa e vi entrò, cercando di scansare le fiamme. Fortunatamente trovò subito una stanza chiusa a chiave, dove dentro vi trovò il suo ex professore, svenuto a causa del fumo, ma illeso.
 
 
Ci volle molto tempo per liberarsi dalla furia della foresta. Harry dovette vedersela da solo per domare l’incendio. Non era rimasto quasi nulla del covo di quell’assassina, solo molta cenere. Piton stava bene, raccontò dell’assurdo motivo che aveva spinto Samantha a catturarlo, e anche delle condizioni di Remus. Arrivò sul luogo anche Tonks, seguita dai Potter e dal Ministro.
-Sev! –Lily corse ad abbracciare Piton.
Lui non la scansò, anche se era piuttosto arrabbiato con lei.
-Grazie per non aver permesso a quella pazza di uccidermi –disse James con la testa voltata altrove.
-Figurati Potter.  Grazie a tuo figlio sono vivo. Ti devo la vita -rispose Piton, rivolto poi ad Harry.
Seguì un momento imbarazzante soprattutto per Harry, che ringraziò poco convinto.
-Harry –disse James –credo che la mamma debba dire qualcosa al professore. Lasciamoli soli a parlare.
Lily guardò suo marito che le fece l’occhiolino. Il messaggio era chiaro: secondo James, se davvero Piton non voleva fare da padre alla bambina, non si sarebbe mai più dovuto intromettere tra loro.
 
 
Tonks si stava sfogando disintegrando i resti di quegli alberi poco prima furiosi. Ormai aveva dato loro dei nomi, come quegli incapaci che, ancora una volta, si erano fatti sfuggire quella strega con Remus.
-Incapaci, incapaci!!
Non pronunciava altro. Poi si fermò un attimo. Ripensò al sogno che aveva fatto: davvero Remus si era svegliato come lei gli aveva ordinato? Era davvero accaduto come aveva detto suo marito?
Qui. Ora no, ma sento che lei mi porterà qui. In quella grotta, lì mi nasconderà
Esisteva davvero quel posto? Come poteva fidarsi di un sogno! E la neve che aveva tra i capelli? Possibile che tutti e due si fossero trovati lì? Dov’era quel posto?
Merlino, ma certo:la foresta di Dean!
 
 
 
Tonks non voleva che tutti sapessero della sua idea. Doveva assolutamente andare nella Foresta di Dean, nella grotta dove, secondo quel che sapeva, si nascondeva Samantha con suo marito. Ne parlò con Harry, Ron, Hermione, Sirius, James, Lily e Piton, che aveva trascinato a casa sua.Tutti erano scettici.
-Sentite –disse lei alterata –magari penserete che sono un’illusa, o peggio, una pazza, ok. Ne sto parlando con voi perché gli altri Auror non mi darebbero retta e di voi mi fido. Per favore, non ci costerebbe niente.
-Tonks, è stato solo un sogno –disse Sirius.
-Sirius, ti ripeto che anche a me sembrerebbe folle, ma questo sogno era così reale, come se ci fossimo davvero incontrati!
-Si ma … -fece Ron.
Poi parlò Piton:
-Devo ammettere, Ninfadora, che dubito tu abbia capacità veggenti. Non rimanerci male se sarà un fiasco.
-Lo so professore, ma qui la veggenza non centra. Si tratta di muovere le chiappe! –urlò Tonks.
-Nonostante ciò –riprese il pozionista –verrò nella foresta di Dean. Avevo promesso tempo fa che ti avrei aiutata, non mi tirerò indietro.
-Bene, professore.
-D’accordo Tonks –disse Ron –magari vado a chiamare anche i gemelli e Bill: se vogliono dare una mano …
-Si, va bene, ma vi prego: facciamo attenzione. –disse Lily –inoltre, Tonks, tu è meglio che non vada: potrebbe essere pericoloso, soprattutto per il tuo bambino.
-Ma solo io so qual è la grotta! E poi le ultime volte che io non c’ero sono state un fallimento! Questa volta non ho intenzione di stare a casa ad aspettare e rischiare di farmelo sfuggire un’altra volta.
-Se hai ragione tu, stavolta la prendiamo Tonks! –disse Harry.
Tonks sospirò:-Lo spero davvero. E’ la nostra ultima speranza. Ma io devo esserci. Tranquilla, Lily, farò attenzione.
Lily accarezzò la giovane donna:
-Mi raccomando. Sono sicura che quel sogno diceva la verità.
Mentre si stavano preparando, Piton si avvicinò a Sirius e James:
-Devo chiedervi un piccolo favore che spero non turbi i vostri animi.
-Cosa vuoi? Non basta quello che hai combinato? –disse Sirius.
-Sirius, dai –lo rimproverò James –cosa ti serve Piton?
-Vorrei occuparmi personalmente della Gretchen. Non merita di essere trattata con i guanti bianchi, non so se mi spiego …
-Va bene – rispose James secco –finita questa storia, riprenderemo da dove abbiamo interrotto noi Piton …
-Certo Potter.
 
 
Samantha aveva sistemato Remus su un lenzuolo poggiato a terra. Lui sembrava riprendersi, ma era ancora molto debole. Fu però in grado di parlare:
-Perché tanta premura, Samantha? Non volevi uccidermi? Come vedi la pozione funziona.
Lei gli diede un bacio sulla fronte:
-Tesoro mio, non voglio ucciderti più. Tu resterai sempre con me, non ti lascerò mai. Scusami se ti ho fatto del male. Scusami.
Remus rimase di stucco: perché si comportava così? Era proprio pazza.
-Ti porterò via da qui. Devo far in modo che trovino un corpo e che credano sia il tuo. Smetteranno di cercare, e allora io e te potremmo stare sempre insieme.
-Io non voglio! E la tua gloria? E la tua vendetta?
-Amore, non mi interessano più. Voglio solo te adesso …
Si chinò per baciarlo, ma lui tentava di scostarla. Peccato non fosse molto forte.
-Samantha –disse quando lei ebbe finito –se davvero mi ami, devi lasciarmi andare. Sarei infelice con te e non saresti felice nemmeno tu.
-Ma come faccio? Quando ti stavo per perdere, mi sono sentita soffocare. Non avrei mai immaginato di essere così debole.
-E come vivremo? Non puoi tenermi sempre incatenato da qualche parte o buono con le tue pozioni.
-Non ti farò mancare nulla. Non sei felice? Adesso sei un essere umano a tutti gli effetti!
-E la libertà? Adesso che, come dici tu, sono guarito, vuoi tenermi in gabbia? –Remus cominciava a sentirsi nuovamente debole. -Ti scongiuro-disse con un filo di voce.
-Ora basta –rispose la bionda con durezza – sono io che decido. Da ora in avanti, tu resterai con me.
Il tono non ammetteva repliche, perciò Remus restò in silenzio. Si guardò attorno: erano in una grotta. Che coincidenza, pensò, ricordando quello che aveva detto a sua moglie nel sogno. E se fosse davvero quella? Se si trovavano proprio nel luogo che aveva sognato?
Dora, me lo hai promesso. Salvami, sei la mia unica speranza.
Samantha si innervosì: capì che stava pensando a sua moglie.
Ti cancellerò quella mocciosa dalla tua mente, allora vivremo felici.
 
 
La squadra era giunta sul luogo indicato da Tonks. Solo Lily, ovviamente, era rimasta a casa. Riuscirono ad individuare la grotta, era proprio come lei l’aveva sognata. Si prepararono all’attacco.
 
 
Salve gente, breve capitolo di transizione prima dello scontro definitivo. Capitolo 30!!!! Come mi sono emozionata quando l’ho scritto!! Non avrei immaginato di resistere così a lungo, ma l’ho fatto principalmente per voi, non so come ringraziarvi!!! Spero continuate fino alla fine, manca pochissimo ormai! Grazie, grazie a tutti lettori, recensori e visitatori fedeli e nuovi! Al prossimo!!!
 

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Capitolo 32
*** Lo scontro finale ***


Cap 31: Lo scontro finale
Si avvicinarono nella grotta, e scorsero al suo interno diverse vie. Il problema era: quale poteva essere quella giusta? Illuminarono il posto, molto freddo, con le loro bacchette.
-D’accordo – bisbigliò James –credo che dobbiamo dividerci.
-Si, però Tonks deve restare qui –replicò Sirius.
-Non cominciare. Ho già sfidato quella donna e l’ho quasi catturata.
-Credo invece che Sirius abbia ragione –riprese James.
-Guarda che tu ti sei fatto mettere a tappeto  da lei, non io …
-Per favore, vogliamo farci scoprire? –disse Harry.
Si divisero : Ron ed Harry da una parte, James e Sirius, Bill e i gemelli, Hermione e Piton. Tonks finse di accettare l’idea di restare. Quando tutti si erano già inoltrati in quella specie di labirinto, lei rimase sola a riflettere. Dove poteva essere Remus? Sentì come una sensazione portarla verso la via che avevano preso Piton ed Hermione. Perciò, attese ancora qualche minuto, e si incamminò.
 
 
-Secondo te stiamo facendo una cavolata? –chiese James a Sirius.
-Non lo so, tu certamente si. –rispose l’amico.
-Guarda che tu sei qui esattamente come me a testare la verità di quel sogno! –replicò James.
-Parlavo del fatto che non hai dato una lezione a Piton! E che hai perdonato tua moglie! Non ti facevo così stupido …
Sentirono un rumore provenire dal buio che avevano davanti a loro. Ad un certo punto, una miriade di pipistrelli sbucarono e presero ad attaccarli.
 
-Harry, Harry!!!
-Ron, non urlare! Vuoi che ci sentano?
-Ma Harry, … ci … ci sono i ragni Harry! –rispose Ron impaurito.
-Ron, smettila! Pensa ad andare avanti!
Ad un tratto sentirono un boato.
-Ron …
-Ti giuro Harry, non ho fatto niente!
Dietro di loro, il soffitto della grotta cominciava a cedere violento.
-Scappa Ron!
 
 
-Cosa sono queste urla? –disse Hermione.
Piton si fermò ad ascoltare per qualche secondo.
-Dobbiamo stare attenti Granger, forse ha messo delle protezioni.
-Chi? La professoressa Gretchen?
-Quella pazza non merita di essere chiamata così. Si, lei. Credo che Ninfadora abbia visto giusto. Lupin si trova qui, lei anche.
-E quel sogno? Avevo letto che ci sono magie antiche, forse …
-Esatto Granger, la stessa cosa accadde tanto tempo fa, quando il Signore Oscuro attaccò Harry Potter, ma l’amore di sua madre impedì l’assassinio del bambino.
Piton sembrò parlare più a sé stesso. Poi riprese:
-Il desiderio dei due di vedersi è stato troppo forte, quindi si sono rivisti. Non mi so spiegare come però si sia saputo del luogo. Comunque è magia antica e forse inspiegabile.
 
Avanzarono un bel po’, ignari del fatto che Tonks li seguiva, ascoltando i loro discorsi, ma senza farsi notare.Ho fatto bene a fidarmi del professor Piton,  pensò orgogliosa mentre lo sentiva parlare. D’un tratto li sentì urlare. Corse in avanti e trovò Piton ed Hermione sommersi per le gambe in delle sabbie mobili. Per poco non ci cadeva anche lei:
-Aiutaci Tonks! –esclamò Hermione.
Piton, con la bacchetta fuori, non si fece prendere dal panico e cercava di liberarsi. Hermione venne aiutata da Tonks.  Quando i due furono fuori:
-Tonks, non dovevi restare lì?
-Beh, ecco, uffa mi conosci Hermione? Non so stare con le mani in mano.
Piton sbuffò: -Non possiamo attraversare questo tragitto.
-Allora dev’essere quello giusto.- affermò Tonks –possiamo provare a fermare la sabbia?
Piton pronunciò un incantesimo con cui congelò quel tratto di sabbie. Proseguirono in avanti, preoccupati di trovare sorprese peggiori …
 
 
Remus aveva capito che Samantha stava per fargli qualcos’ altro. Aveva la bacchetta puntata su di lui e il mago tentò di scostarsi con tutte le forze che gli restavano:
-Stai fermo, tesoro. Questo serve per noi.
Remus gli bloccò le braccia. Aveva paura che le facesse qualcosa tipo cancellargli la memoria. Non glielo avrebbe mai permesso. Poi ebbe un’idea:
-Hai ragione Samantha, resterò con te. Basta litigare o farci del male.
Samantha lo lasciò un attimo, scettica:
-Da davvero? Non farai storie?
- No. –Remus cercò di essere il più credibile possibile.
Lei lo osservò attentamente. Lui aveva paura: non sapeva se aveva ancora il potere di leggere nella mente. Samantha lo accarezzò, poi riprese la bacchetta, gli occhi che parevano pieni di sangue:
-Crucio!-sembrò tornare la donna spietata di sempre –Credevi davvero di ingannarmi così? Si vede lontano un miglio che stai mentendo!
Remus soffriva come non mai. Era ancora troppo debole, si era risvegliato solo da poche ore. Tutte le ferite che Samantha gli aveva curato durante il suo periodo di coma parvero riaprirsi, accompagnate da un dolore allucinante.
-Basta, ora ti ammazzo!
L’estremo gesto di Samantha venne interrotto da un urlo che echeggiò in lontananza. Remus parve riconoscere la voce di Ron. Forse anche lei l’aveva capito.
-Ma … come diavolo hanno fatto ad arrivare fin qui quei citrulli? Che cosa hai fatto? –disse rivolta a Remus.
Lui, con il filo di voce che gli rimaneva, rispose assumendo un’espressione dura:
-Ti hanno trovata. Ammazzami pure, ma per te non c’è scampo!
Samantha rise di gusto:
-Non è detta l’ultima parola!
Con la bacchetta, fece dei disegni in aria pronunciando delle formule. Attorno a Remus apparvero delle lastre di vetro che lo andarono a circondare. Si ritrovò sdraiato all’interno di una bara di vetro. Provò a tastarla, era molto forte e impossibile da rompere per uno disarmato come lui.
-Vado a sistemare i tuoi amici. Se ti troverò ancora vivo, potrò scegliere se lasciarti vivere con me o ammazzarti con le mie mani! E’ inutile che urli: non ti sente nessuno.
Detto questo, si allontanò.  Remus si sentiva mancare l’aria e un bisogno insopportabile di uscire da lì dentro. Non aveva nemmeno la forza per urlare, nemmeno per sfogo. Affidò le sue ultime speranze ai suoi amici, sperando che nessuno si facesse male.
 
Harry e Ron erano bloccati su una strada senza uscita, sbarrata da un muro. Era evidente che avevano seguito la strada sbagliata. Con tutta la pazienza possibile, si armarono di bacchetta e fecero sparire tutta la terra che era crollata per liberare il passaggio. Stavano tornando al punto di partenza.
 
 
Hermione, Piton e Tonks continuarono ad avanzare cauti, con la luce della bacchetta guardavano da tutte le parti per evitare sorprese. La calma durò poco, perché dei sassi comiciarono a lanciarsi a tutta velocità, di cui uno colpì in faccia la povera Hermione.
-Immobilus!Finitum incantatem!Evanesco!-Tonks e Piton tentarono più incantesimi per fermare quella furia. Essa cessò dopo un po’ di tempo e fatica. Hermione giaceva a terra svenuta, con un profondo taglio sul viso.
-Occupati di lei, Ninfadora –disse Piton –io andrò avanti.
-Professore, stia attento –disse Tonks. Prese Hermione mettendole il braccio sulla sua spalla, e si voltò indietro.
Piton proseguì ancora per qualche tratto, la bacchetta puntata in avanti che gli illuminava il tragitto.  Si ritrovò davanti lei:
-Chi non muore si rivede! –disse Sam sarcastica –credevo di averti farti arrostito!
-Sarò io ad arrostirti, lupo mannaro! –Piton non perse tempo in chiacchiere e cominciò ad attaccare. Scintille piovevano da tutte le parti facendo crollare varie parti delle pareti della grotta. Lo scontro era iniziato.
 
 
-Pipistrelli, sassi, e la strada sbarrata! –disse Sirius.
-Anche noi, in più ragni e topi che si ficcavano dappertutto! –continuò Fred.
I gemelli, Bill, James e Sirius si erano riuniti all’entrata della grotta, non sapendo se rinunciare alla missione, in quanto inutile, o se seguire le altre vie dopo si erano avventurati gli altri.
-E se avessero bisogno di aiuto? Tra la confusione, prima, mi è sembrato di sentire Ron urlare. –disse Bill.
-Hey voi, datemi una mano! –una voce sbucò all’improvviso da una delle vie. Tonks sorreggeva a fatica Hermione svenuta –sta bene, ha solo ricevuto una bella botta!
Nel frattempo tornarono anche Harry e Ron, quest’ultimo preoccupatissimo per la sua Hermione.
-Piton dov’è? –chiese Harry a Tonks.
-E’ andato avanti, credo che sia la via giusta.
Tutti rimasero in silenzio.
-Che c’è? Credete sia stato un fiasco? Le ho messe io le trappole? –disse Tonks alterata. Il fatto era che tutti erano molto stanchi. Anche lei lo era, ma la voglia di arrivare fino in fondo superava tutto.
Senza altre parole, si incamminò, seguita a ruota dagli altri, compresa Hermione che si era risvegliata arrabbiata.
 
 
Lo scontro tra i due ex fidanzati procedeva senza un vantaggio da parte di entrambi. I rinforzi arrivarono, con grande dispiacere di Piton:
-Andate a cercare Lupin, lei è mia!
-Dov’è Remus? –domandò Tonks alla pazza.
Lei continuava a tenere la bacchetta puntata, con un sorriso maligno disegnato sulle labbra. Gli altri la circondarono, ma non sembrava spaventata.
-Prosegui in avanti, lo troverai. –disse Samantha.
-Potrebbe essere una trappola, Tonks  -suggerì Bill.
-Dobbiamo nuovamente dividerci! –propose James.
-No, Potter, lei è affar mio! Toglietevi tutti dai piedi! –rispose Piton, accecato dalla rabbia.
I gemelli, nel frattempo, avevano inviato i loro Patronus al Ministero per avvisarli delle novità e richiedere rinforzi.
-Tranquillo, Severus, ci penso io a toglierli di torno –disse Samantha.
La donna fece ruotare la bacchetta e pronunciò una formula con la quale fece sparire
tutta la grotta. Scaraventò lontani tutti, tranne Tonks e Piton, e provocò una tempesta di pioggia e neve insieme, gli alberi della foresta presero a muoversi come solo lei sapere far fare e le lastre di ghiaccio  si spaccarono tutte. I ragazzi cercavano di lottare contro la furia scatenata della natura.
-Bene, Piton –riprese Samantha –ora possiamo rincominciare. Tonks, tu occupati di tuo marito.
-Dov’è? –chiese la ragazza.
-Prosegui più avanti e lo troverai.
Tonks guardò il suo professore. La neve e la pioggia impedivano ai loro occhi di comunicare, ma lei comunque decise di proseguire. Si mise a correre, lasciandosi alle spalle i suoi amici che lottavano e i due combattenti.
Samantha era raggiante. Vedrai la sua morte.
 
 
A Remus mancava l’aria. Le lastre di vetro che lo circondavano erano troppo spesse, impossibili da rompere. Ad un tratto, la grotta era sparita lasciando spazio ad una tempesta. Rivedere la luce dopo tanto tempo fu una pena per i suoi occhi, ma non per il suo animo. Le ferite pulsavano. Si mise sdraiato di lato sperando che, scavando la terra, forse poteva uscire. Ma non aveva forze. Gli occhi cominciavano a chiudersi. Mentre stava tornando il buio, la vide. Correva verso di lui e si precipitò a terra:
-Remus, Remus, questo non è un sogno! Amore, quanto mi sei mancato!
La felicità fu troppa! Tonks non vedeva l’ora di riabbracciarlo, perciò non perse tempo e provò degli incantesimi per spaccare il vetro. Ma non si rompeva.
-E rompiti, cavolo! Bombarda!
Li provò tutti, ma nessuno funzionava. Il sorriso si spense da entrambe le parti. Remus soffriva sempre di più e batteva i pugni contro il vetro. Tonks cadde sulle ginocchia:
-Mi dispiace amore: non riesco a romperlo –lacrime silenziose cominciarono a scendere sulle sue guance fredde. Suo marito si vedeva sempre di meno, perché la neve stava coprendo quella bara. Aveva capito cosa aveva fatto Samantha e perché non aveva scaraventato anche lei nella foresta furiosa: voleva che vedesse morire il suo uomo. Tonks si sdraiò accanto alla bara e tolse con le mani la neve dal vetro, in modo da vedere Remus. I due appoggiarono le mani e si guardarono negli occhi, occhi che parlavano, comunicando tutto l’amore che provavano. Sembrava essere la fine.
-Dora, ti amo tanto! –Remus voleva parlarle.
-Non addormentarti amore, ti scongiuro! Vado a cercare aiuto! Cerca di stare sveglio, ok?
L’uomo annuì. Tonks si alzò di corsa. Era evidente che solo quella pazza poteva liberarlo, trattandosi di un incantesimo sconosciuto. Doveva sfidare il tempo e la tempesta.
 
Samantha lanciava maledizioni e derideva Piton. L’uomo stava avendo difficoltà a combattere.
-Sev, caro, eppure mi ricordo che eri una furia!
Sentirsi chiamare Sev, riaccese nel professore una grossa rabbia. Gli vennero in mente tutti i momenti trascorsi con quella donna, tutte le illusioni che si era fatto, tutta la situazione che si era creata. Pensò a Lily, la donna che non sarebbe stata mai sua, pensò ad un’ altra donna, sua figlia, che un giorno sarebbe cresciuta, e nemmeno lei sarebbe stata sua. Pensò ancora a Samantha … il colpo che ne seguì la colpì in pieno.
-Crucio!!!! –urlò Piton. Samantha perse la bacchetta e non poteva difendersi dalle maledizioni.  Era la priva volta che lui la sentiva gemere dal dolore –Crucio! –gridò ancora il professore. La rabbia era davvero tanta, solo vedendo quella donna soffrire ora poteva calmarlo. Samantha sembrava aver perso ogni speranza di reagire.
-Petrificus totalus!! –la bionda venne pietrificata, lasciando fermo il suo sguardo incredulo. –Ora ti faccio a pezzi!!
-Fermo, professore fermo!!! –gridò Tonks.
 
 
Ecco un altro capitolo! Spero sia tutto chiaro e senza errori. Ringrazio ancora tutti, soprattutto i recensori e coloro che hanno messo la storia tra le preferite, ricordate, seguite ecc e anche ai visitatori!! Al prossimo capitolo!!!!
Baci  a tutti!!

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Capitolo 33
*** La fine di un incubo ***


Cap 32:  La fine di un incubo
 
 
Ron era stato catturato da un pino che lo aveva preso e alzato da terra. Non aveva intenzione di mollarlo. Il rosso non riusciva comunque a vedere niente e aveva perso di vista Hermione ed Harry. Tutti gli altri pure erano in difficoltà, Bill giaceva svenuto a terra, ed erano tutti stanchi ed esausti.
-Su, femminucce, all’attacco! –la voce di Malocchio echeggiò tra tutto quel trambusto. I rinforzi erano arrivati.
 
 
-Dammi un solo motivo, Ninfadora, per cui dovrei lasciarla vivere per un altro secondo! –disse Piton arrabbiato.
Tonks spiegò che forse solo Samantha poteva sciogliere l’incantesimo che imprigionava Remus, prima che fosse troppo tardi.
-Dovrei darle in mano la bacchetta? Non esiste proprio. Fatti da parte!
-Mi ascolti, stupido! Remus sta morendo …
-Lo raggiungerà anche questa serpe. –Piton aveva gli occhi rossi dalla rabbia.
Tonks non perse tempo e lo schiantò. Poi liberò la sua nemica dall’ incantesimo dicendo:
-Se non lasci stare mio marito, ti uccido! Forza, cammina!
La bionda, ancora scioccata a causa della tortura e dell’umiliazione, avanzò.
Arrivarono sul posto e Tonks tolse la neve dalla bara con un colpo: Remus era immobile con gli occhi chiusi. Il panico le salì:
-Liberalo, presto!
-Mi serve la bacchetta, stupida mocciosa! –replicò Samantha. Tonks  le consegnò ingenuamente la sua.
Samantha attese qualche secondo.
-Che cazzo aspetti? Muoviti! –urlò Tonks.
La perfida si decise finalmente e con un’ altra strana formula fece spaccare il vetro. Tonks si precipitò su Remus scuotendolo:
-Amore, amore sono io … apri gli occhi, ti scongiuro … forza …
Lo schiaffeggiava, ma lui non rispondeva. Tonks sembrò tornare a qualche mese fa: ad Hogwarts, stessa scena, lei scuoteva suo marito, ormai morto, mentre Bellatrix da dietro si godeva lo spettacolo in attesa di attaccare. Non poteva essere vero, non di nuovo …
-E’ inutile, Ninfadora, è morto –disse Samantha –se lui avesse accettato di stare con me, lo avrei risparmiato …
-Stai zitta! –urlò Tonks, che ormai piangeva, senza smettere di scuoterlo –forza, svegliati! Avanti!
Nemmeno Samantha riusciva ad essere lucida: un vuoto profondo la invase. Era rimasta davvero sola adesso. Aveva perso Antonin, Gideon l’aveva abbandonata, ora Remus … Tuttavia, il suo piano era terminato e si sentiva minimamente soddisfatta.
A un certo punto, Remus spalancò gli occhi e con molta fatica  prese aria:
-D o r a …- riuscì a dire mentre tossiva.
Anche Tonks tornò a respirare.
-Sono qui, sono qui amore … è tutto finito … Oddio sei vivo!
E si abbracciarono. Samantha, nel vedere quella scena, diventò rossa dalla rabbia:
-Non è possibile, no! Ora basta! Non è finita!  Vi spedisco all’inferno!
Remus e Tonks si abbracciarono ancora di più, tremanti di paura per quello che sarebbe accaduto.
Ma la bionda  non potè fare nulla. Piton arrivò e la scaraventò in aria. Tutti i suoi incantesimi cessarono. Samantha si era ferita alla testa, aveva la vista annebbiata ed era incapace di muoversi. Piton la immobilizzò con delle funi:
-Ora è davvero finita, dannata strega!
 
 
 
Quando Remus aprì gli occhi nuovamente, capì di trovarsi al San Mungo. Si sentiva pesante e debole. Tonks, con i capelli di un rosa molto acceso, era seduta su una sedia accanto al letto. Appena vide che si era svegliato, gli prese la mano e gli baciò la guancia:
-Ben svegliato, dormiglione!
-Dora, siamo all’ospedale vero? Cos’è successo? Stanno tutti bene? E Samantha? E’ fuggita? E Teddy? Dov’è il mio bambino? E’ tutto vero? O è un’ allucinazione … -era piuttosto agitato.
-Remus, stai calmo. E’ tutto finito. Samantha è già in una cella di Azkaban. Tutti gli altri stanno bene, hanno solo qualche graffio, niente di grave. Teddy è con i nonni. Lo avevamo nascosto da uno zio di mio padre, è stato sempre al sicuro. Io sto benone, vedi che pancia?
Le avvicinò la mano sul ventre. Lui fece un piccolo, tenero sorriso.
-Mi porterai Teddy, non è vero?
-Al più presto, amore!
Sospirando, lui continuò a parlare:
-Mi sei mancata tantissimo, Dora. Tu e i nostri bambini mi avete dato la forza di andare avanti … quanto tempo sono stato via?
-Sei stato rapito il 15 dicembre. Due giorni fa ti abbiamo ritrovato, era il 20 marzo …
Tonks si bloccò per non piangere. Remus capì che per sua moglie dovevano essere stati dei mesi terribili, come i suoi del resto. Scoppiò a piangere lui invece:
-Scusami, Dora, mi sono fatto rapire come uno stupido … perdonami.
Tonks lo accarezzò:
-Che dici? Non è stata colpa tua amore … se io l’avessi scoperta prima … Ci aveva minacciati e io non ti avevo detto niente. Ero ansiosa di risolvere il caso, sentivo questa gravidanza come un impiccio alla mia carriera … sei tu che devi essere arrabbiato con me!
-Non è vero Dora. Lei aveva già progettato di prendermi, non lo ha fatto certo per farti un dispetto. Si è divertita a farti del male facendoti credere che fosse stato a causa tua. –disse Remus tra le lacrime.
-Avrei potuto proteggervi, nascondervi!
-Mi avrebbe trovato comunque. Non sapevamo che fosse proprio lei …
-Sfogati amore, sfogati!
Passarono un po’ di tempo in silenzio, riempito solo dai singhiozzi di lui. Lei gli asciugava le lacrime con le dita. Poi Tonks decise che era giunto il momento di parlare di una faccenda rimasta in sospeso:
-Remus, non so se lo sai … è tutto vero. Insomma, i tuoi veri genitori sono Molly e Silente.
Lui sospirò: -Si, lo so.
-Molly è stata qui tutti questi due giorni in cui sei rimasto addormentato. Ti vorrebbe vedere. Sarà felice … anche Ron, Ginny, Fred e George. Si sono accampati qui.
-E … Silente?
-Anche lui, si. E’ rimasto tanto tempo a parlarti.  Ha anche dato una grande mano, sai? E’ stato lui a farci mettere le tracce su Gideon Prewett perché … sono stati amanti prima che tu venissi concepito.
-Ah … Questo mi fa capire tante cose. –disse lui, ricordando la citazione di Silente da parte di Gideon –Cambiamo discorso. Cosa dicono i dottori delle mie condizioni? Voglio tornare a casa … basta stare su un letto …
-Amore, la pozione che quella pazza ha fatto ti ha fatto guarire del tutto. Ma secondo quello che dice Piton ha molti effetti collaterali, potrebbe portare alla morte. Non sappiamo se la metteranno in commercio. Comunque, tu sei guarito, non sei più un lupo mannaro … le altre ferite stanno guarendo pian piano … avevi delle costole rotte e tantissimi tagli; un altro po’ di pazienza amore …
Avvicinarono i loro visi e si diedero un bel bacio.
-Sai Tonks, mi chiedo: come avete fatto a trovarmi?
-Non ci crederai mai, ma … me lo hai detto tu!
-Io? In un sogno?
-Si! Esatto, ma … Come fai a saperlo?
-Potrei farti la stessa domanda … Ho sognato che ci incontravamo, abbiamo passato dei bei momenti, tu mi hai incoraggiato a svegliarmi …
-La stessa cosa anche io, Remus! Ed è stato lì che tu mi hai detto dove quella pazza ti avrebbe portato!
-Accidenti Dora! Sembrava davvero reale! Possibile che abbiamo fatto lo stesso sogno insieme? E se davvero ci fossimo visti?
Dora scoppiò a ridere.
-Non lo so amore, ma senza quel sogno non so dove saresti adesso!
-Se mi sono svegliato, Dora, è stato perché me lo hai detto tu.
In quel momento qualcuno bussò alla porta: era il guaritore che venne a visitare Remus. Tonks ne approfittò per andare ad avvisare tutti del risveglio di Remus. Se ne era dimenticata, ma erano troppe ancora le cose da dirsi, troppo tempo separati da recuperare. Ancora non le sembrava vero: tutto sarebbe tornato nella normalità. Con una peste in più in arrivo.
 
Harry era ad Akzaban insieme ai suoi colleghi. Tra poco avrebbero assistito all’interrogatorio della Gretchen. A quanto pareva, la donna si era chiusa in silenzio e non aveva toccato cibo in quei due giorni.
Due guardie la scortarono nella stanza degli interrogatori e la fecero sedere. La sua espressione era indecifrabile. Malocchio cominciò:
-Allora, bella signora, ci darà una bella confessione oppure troveremo noi gli elementi per incriminarla al processo? Guardi che sono tanti, tanti omicidi, quindi se vuole avere, forse, uno sconto della pena, le conviene parlare …
-Io non ho fatto niente. Ho rapito Remus, ma con le altre accuse non ho nulla a che fare. E per rapirlo, sono anche stata pagata da Gideon Prewett.
Si, come no, bugiarda!Pensò Harry in collera. A quanto pare, pur sconfitta, la donna non aveva perso il suo spirito combattivo e stava cercando di salvarsi almeno in parte.
-Abbiamo la testimonianza del suo complice, quindi le conviene parlare. –proseguì Malocchio.
La bionda scoppiò a ridere:
-La mia parola contro la sua! Io sono stata vittima di un morso da parte di lupo mannaro! Io sono la parte offesa!
-Non cambi discorso. Peggiorerebbe ancora la sua situazione.
Samantha riflettè un attimo, poi disse:
-Potrei anche parlare, ma lo farò solo con una persona. Parlerò solo con Remus.
Mentre parlava, la luce maligna che regnava nei suoi occhi riprese a brillare.
 
 
Molly e Ginny entrarono nella stanza, dove Remus le attendeva sereno:
-Ciao!
Le due donne si avvicinarono commosse, la grande prese a baciargli le mani e lui rivolse a Ginny uno sguardo imbarazzato.
-Come state? –chiese lui.
-Noi?  Come stai tu? Ci hai fatto preoccupare.  –rispose Ginny.
-Mi dispiace, non volevo; grazie per aver lottato per me.
Molly scoppiò in lacrime.
-E’ meglio che vi lasci soli, avete molte cose di cui parlare, eh? –disse Ginny.
Remus annuì e guardò la ragazza uscire. Molly non gli lasciava la mano:
-Avevo perso la speranza, temevo di averti perso di nuovo. Non ho lottato affatto. Ero solo disperata.
-Tranquilla, M … Molly, va tutto bene, sono qui ora! –disse Remus.
-Gideon è stato un bastardo! Farti del male così … è ingiusto. Ti ha portato via da me due volte. Io lo odio!
-E’ tutto finito, non pensarci più, ora dobbiamo solo dimenticare … se ci riesco.
La donna non smetteva di accarezzarlo. Per un attimo, a Remus parve di vedere il volto di quella donna al posto di quello di sua madre, quando lo toccava, ma sparì subito.
-Cosa c’è? –chiese Molly vedendolo preoccupato.
-Niente … una piccola fitta, è passato –mentì lui.
-Sai, Remus, sono felice che sia proprio tu mio figlio! Ora capisco perché ti ho sempre voluto così bene. Mi veniva dal cuore.
-Grazie –l’imbarazzo dell’uomo cresceva –però, anche io devo dire che voi Weasley mi avete sempre accolto come uno di famiglia, senza senso del dovere, ma spontaneamente … grazie. Così è molto più bello.
-Mi dispiace, avrei tanto voluto crescerti, ti desideravo così tanto …
-Ormai è fatta, Molly, lascia perdere. Basta guardare indietro, dobbiamo andare avanti.
-Giusto, tesoro, giusto. –si avvicinò per abbracciarlo.
-Ti voglio bene, Molly –disse Remus, nonostante lo stesse facendo male.
La donna sperava che la chiamasse “mamma”, ma era una richiesta assurda da parte sua: davanti aveva un uomo, non un bambino. L’importante era che suo figlio era vivo e vegeto davanti a suoi occhi, sofferente ma salvo.  Il resto era davvero troppo futile.
 
 
Ecco qua!! Il nostro Remus è tornato!!!!! Siete felici? Si? Eheeehhe comunque la storia non finisce qui, no no. Il nostro ex lupetto deve ancora vedersi con tutti gli altri, compreso il suo paparino, e Piton. E Samantha? Non sparirà mica, anzi, sarà nuovo motivo di disturbo … E i bambini che devono nascere? Non li abbiamo mica dimenticati, no no … comunque manca poco alla fine fine! ringrazio tutti tutti tutti!!!! Spero continuate anche dopo la fine di questo evento!! Un bacio  a tutti e grazie, grazie grazie!
Angyp
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

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Capitolo 34
*** Il confronto ***


Cap 33: Il confronto
 
Non aveva certo di che annoiarsi il caro Remus. Anzi, Molly si arrabbiò molto sostenendo che non si stava riposando abbastanza. Ma lui era stanco della solitudine, quando qualcuno veniva a trovarlo al San Mungo, sembrava riprendere aria.
Le visite in quei giorni furono frequenti, i suoi amici malandrini con una Lily piuttosto grossa, visto che ormai mancavano 2 mesi al lieto evento, i Weasley, i suoi nuovi fratelli, tra i quali gemelli che non avevano perso tempoa metterlo in imbarazzo con battute di vario genere. Solo di Charlie e Percy non si era vista traccia. Poi i suoi suoceri, Kingsley, Harry, Malocchio. Il momento più bello, però, fu rivedere il suo bambino. Teddy ormai parlottava, e camminava anche un po’: era uno spettacolo. Remus temeva che non lo riconoscesse dopo tutto quel tempo separati, invece il piccolo si fece prendere in braccio senza problemi, anzi, sorridente. Sentirsi chiamare “papà” era una gioia che Remus temeva di non poter più provare. Si era perso i suoi primi passi e questo la rattristiva molto.
-Amore, dobbiamo andare, -fece Tonks indicandogli di dover prendere il piccolo.
-Dai, Dora, restate un altro po’ qui con me – lui non voleva staccarsi dal bambino.
-Re, dai! Dopodomani tornerai a casa, allora si che non lo lascerai più!
Dopo varie insistenze, Tonks se ne andò via con Teddy.
Finalmente Remus sarebbe tornato a casa. Il momento peggiore in quell’ospedale era la notte. Di giorno fingeva di essere sereno, in realtà si lasciava alle spalle sempre incubi terribili. La sognava. Sempre. Sognava di essere ancora lì, incatenato a quel dannato tavolo, in quella casa maledetta con la puzza di pozioni fumanti. Sognava lei che lo toccava, che lo scherniva. Sentiva ancora il suo odore.
Si svegliava smesso tremante e spaventato. Gli ci voleva tempo per capire che non si trovava in quel buco, a volte i guaritori lo dovevano calmare, ma lui si rifiutava di bere qualsiasi pozione. Una volta furono costretti a schiantarlo per farlo stare buono. Tonks e Molly erano molto preoccupate, ma allo stesso tempo capivano che un trauma così non si poteva superare in un niente. Per questo Molly vietò a Silente di passare dall’ospedale, dopo che suo figlio aveva ripreso conoscenza.
Molly era stata sempre molto clemente e rispettosa nei confronti di Silente, ma dopo aver saputo che lui, prima di sedurla, era stato con suo fratello, la sua rabbia non tardò a farsi sentire.
-Sei stato un vero e proprio maiale! Sei stato tu la rovina di mio fratello! E anche la rovina mia e di mio figlio! Vergognati! Ho sbagliato a non denunciarti tanti anni fa! Mi sono incolpata io per salvarti la faccia! O, ma Gideon lo aveva capito, lo sapeva di che pasta eri fatto. Vergognati!
Inoltre, Molly sapeva che Silente aveva litigato con Remus prima che succedesse tutto, perciò riteneva  che la sua vista potesse turbarlo.
Ma Silente non resisteva più. Remus era in ospedale da ormai 20 giorni, era arrivato aprile. Doveva rivedere suo figlio, spiegargli, scusarsi per come si era comportato quel giorno, l’ultimo giorno in cui lo aveva visto. Pensò, per turbarlo il meno possibile, di mandargli una lettera.
 
 
 
Remus era solo, incapace di addormentarsi. Era pomeriggio inoltrato e aveva appena finito di fare un controllo, l’ennesimo. Era stata dura riprendere a camminare. Quella pozione per poco non gli aveva tolto alcune funzioni importanti. Aveva rischiato, oltre che la morte, anche di restare paralizzato. Fu mentre era avvolto da questi pensieri che arrivò la lettera di Silente:
 
Caro Remus,
come stai? Il nostro ultimo incontro non è stato piacevole. In seguito, come ormai saprai, ho seguito il tuo consiglio e sono andato a parlare con Molly, che mi ha spiegato tutto. Desidero tanto parlarti, ma solo se ciò non ti dovesse turbare. Hai bisogno di tutto il tempo necessario per riprenderti. Fammi sapere se vuoi che venga, in caso contrario, rispetterò la tua decisione.
L’uomo aveva letto quelle poche righe per due volte. Come quel maledetto giorno, sentiva il preside del tutto estraneo. Aveva pensato, durante la sua prigionia, di domandargli scusa per il suo atteggiamento aggressivo. Ma aver saputo anche della sua relazione con Gideon era troppo. Silente era stato un grande mago a spese di altri. Stracciò la lettera. Ma il dubbio lo assaliva.
 
 
 
Lily fece visita a Remus dopo una sua visita:
-Manca pochissimo al parto, Lily: come ti senti? –le chiese l’amico.
-Merlino, Re, sono così emozionata! Non ricordo più come mi devo comportare, è passato così tanto tempo!
-Tranquilla, saprai cosa fare. Come sempre.
-Insomma, ho combinato un vero casino negli ultimi tempi. Ho ferito le persone più importanti della mia vita. E ti ho mentito …
-Non preoccuparti Lily. Ti giuro che lo avevo dimenticato.
-Beh, ci credo. Sai, ho chiesto a Sev se vuole fare da padrino alla bambina.
-E?
-Non vuole. James gli ha fatto capire che, se non vuole farle da padre, deve starci lontano.
-Cerca di capire Lily: James ha paura che un giorno lui possa far valere i suoi diritti di padre naturale e potrebbe portarsela via.
-Si, vero. James è stato così clemente con me. Sirius non condivide la sua scelta di perdonarmi.
-Ma tu stai con James, non con Sirius. Lily, se voi vi amate, è giusto che stiate insieme. Hai fatto bene a dire la verità. Le bugie portano solo guai, ne sono l’esempio.
-Vero. Ci pensi Remus? La tua vita sta per cambiare! Avrai due bambini, una nuova famiglia e … Merlino! Non sei più un lupo mannaro!! Ma ci credi?
-No, Lily, non ci credo ancora. La scorsa settimana c’era la luna piena, e io, senza prendere nessuna pozione, sono rimasto così … Sono felice per questo, ma allo stesso tempo la cosa mi rattrista.
-Perché?
-Perché, beh … mi sento di ringraziare lei per questo …
Remus si bloccò. Era merito di Samantha se il suo vecchio sogno si era realizzato. Ma a quale prezzo?
-Amico mio, fai finta che è questo il premio di tutto quello che hai dovuto passare. Non devi sentirti in debito con nessuno! Tantomeno con quella pazza.
-Si, infatti. Sai Lily, Silente vorrebbe parlarmi. Non lo vedo da quel giorno. Quando lei mi ha rapito, io lo avevo aggredito, ero accecato dalla rabbia.
-E adesso? Vuoi vederlo?
-Non riesco a considerarlo mio padre, Lily. Con Molly è tutto più naturale, l’ho sempre pensata durante quei brutti giorni anche se non sapevo con certezza che fosse mia madre; e sono anche felice di avere dei fratelli. Ma Silente … è … vecchio …
Lily scoppiò a ridere :
-Dagli la possibilità di spiegarsi, non ci perdi niente. Lui ti ha sempre voluto bene.
 
 
Silente non nascose la propria commozione attraverso gli occhiali, quando vide l’uomo sdraiato sul letto dell’ospedale. Aveva il viso pulito dalle cicatrici, ma con gli occhi stanchi,che cercavano di mascherare tanta sofferenza attraverso un sorriso, e i polsi lividi appoggiati al letto. Anche Remus non riusciva a parlare, riuscì a dirgli un ciao sottovoce. Silente si sedette sulla sedia accanto al letto.
-Temevo non ti svegliassi più. Dormivi così beato!
La frase serviva a spezzare la tensione, ma Remus non riusciva proprio a pronunciarsi. Respirava soltanto.
-Io … io, sto bene ora. Si, sto bene.
-Sono contento.
Altri interminabili minuti di silenzio. Remus maledisse sé stesso: perché non parlava? Aveva tante cose da dirgli? Diglielo che sei arrabbiato, ma ti dispiace. Digli che lo perdoni, ma ti riesce difficile considerarlo tuo padre.
-Hai proprio ragione. –disse il vecchio.
-Come?
-Lo sai che sono legilimens, lo hai dimenticato?
-O … è vero Albus. Io, non so, ero davvero arrabbiato con te. Sono stato aggressivo e mi dispiace, ma tu? Ti sei approfittato di due ragazzi, Molly era minorenne! Da uno come te non melo sarei mai aspettato. E Gideon? Cosa mi dici di lui?
-Gideon, già … non credevo volesse farmela pagare. Era molto preso da me e io l’ho sedotto e abbandonato, proprio come ho fatto con Molly. Mi dispiace tanto.
-Ti sei scusato con lui?Mi sembra il minimo! No perché il rancore è tanto. Io lo so, l’ho visto.
-Ci ho parlato. Ma perdonarci l’un l’altro non è facile. Non penso che il suo rancore possa giustificare tutto il male che ha fatto.
-Lo so. Ci parlerò anche io prima o poi. Mi ha venduto quando ero un bambino. Mi ha fatto rapire da quella pazza. Sempre che lei non avesse già in mente un piano. Non lo so. –Remus era affaticato –perché mi è stato fatto tutto questo, Albus? Che male ho fatto? Non è giusto!
-Lo so, figliolo … non ti posso rispondere, posso solo dirti che hai ancora tanta vita davanti, con una donna meravigliosa. Guarda avanti.
-Si, lo dico anche io, ma a volte penso a tutto e … sono così arrabbiato! Se solo tu avessi lasciato in pace Molly …
-Non saresti mai nato? Perdonami, Remus, ma non è un ragionamento giusto.
-Qual è, allora? Parla tu che sei tanto intelligente!
-Intelligente, ma imperfetto. E’ questa la mia più grande colpa. So, caro Remus, che tu non riesci a vedermi come un padre, e ti capisco, sono troppo vecchio. Ti chiedo solo di provare a riavere quella fiducia e stima che avevi un tempo.
Remus restò in silenzio, comprendendo che il monologo non si era concluso.
-Anche se tu dovessi odiarmi per il resto dei miei giorni, sono felice di avere un figlio. Vivo. E che sia proprio tu.
-Le tue sono frasi di circostanza. E poi … Non preferivi Piton? –chiese Remus senza guardarlo negli occhi.
-A lui voglio molto bene, vero. Lo sentivo molto vicino a me, anche lui in passato ha sbagliato e se ne è pentito amaramente. Sta ancora pagando.
Remus, nel ricordare le vicende del suo collega, si pentì dello sfogo fatto prima. Piton non era andato a trovarlo. Anche per lui doveva essere stato devastante scoprire che la donna che forse poteva fargli dimenticare Lily, era un’assassina.
-Ma –proseguì il più grande – mio figlio sei tu. Ti ho sempre rimpianto, e adesso che ti ho ritrovato, farò di tutto per ottenere almeno il tuo perdono!
Allora Remus sentì di dover dire qualcosa:
-Hai ragione tu, Albus. Non riesco a vederti come un padre. Ormai non ne sento l’esigenza. Con Molly è diverso. Lei ha altri figli che sono miei fratelli e  si è sempre comportata come una madre con me. C’era già molta sintonia tra noi. Però, se oggi sono il mago che sono, lo devo solo a te. Tu mi hai portato ad Hogwarts, mi hai dato fiducia nell’Ordine. Ti ringrazio per questo. E grazie per l’aiuto dato alle indagini.
Sospirò.
-Vorrei gridare al mondo chi sei veramente. Vorrei darti il mio cognome. –piantò lì il vecchio mago.
-No –rispose Remus secco –è meglio lasciare le cose così. Voglio rimanere la persona umile che sono sempre stata. Voglio solo la normalità.
-E l’avrai, mio caro, l’avrai … ora ti lascio riposare.
Si alzò e, facendogli l’occhiolino, uscì dalla stanza, lasciando Remus più confuso di prima riguardo ai sentimenti nei confronti di suo padre. Ma, sotto sotto, c’era tanto affetto.
 
 
Harry e Kingsley discutevano da ore ormai. La situazione che il ragazzo aveva davanti era a dir poco assurda:
-Cioè, fammi capire bene, non la possiamo incriminare?
-No –rispose il Ministro –non ci sono prove sufficienti che sia stata lei la responsabile di quegli omicidi. Ci serve una sua confessione. Che potrebbe dare solo a Remus, a quanto lei ci ha detto.
-Lo so, ma lui è ancora turbato per l’accaduto! Cosa succederà se la Gretchen non confessa?
Kingsley si tolse il berretto che aveva in testa e si asciugò la fronte con un fazzoletto: -Potrebbe uscire tra qualche anno. E colpire ancora.
Anche Harry cominciava a sudare:
-Quando lo dirai a Tonks, preferisco non esserci. Questa volta ti strangola veramente …
 
 
 
 
Altro capitolo!!!! Spero non vi stiate annoiando! Sono indecisa se proseguire qui oppure creare una continua … vedrò!!!
Grazie ai miei fedelissimi!! Baci
Angyp
 
 

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Capitolo 35
*** Ritorno a casa ***


Cap 34: Ritorno a casa
Tonks non poteva essere più felice: il giorno dopo Remus sarebbe tornato a casa, finalmente. Erano mesi che dormiva sul divano, si era ripromessa che non avrebbe più dormito nel lettone se non al ritorno di suo marito. E così era stato. Aveva bisogno di dormire al suo fianco, di sentirlo respirare, di sentire il suo odore. Pazienza se ne lettone si sarebbe ficcato anche Teddy. E poi era troppo entusiasta per la nuova vita che stava per arrivare. Con Remus si era accordata di non conoscere il sesso, anche se lui ora era tornato. Sarebbe stata una sorpresa.
 
-Lupin ha ragione. Ritieniti fortunato, Albus. Dargli il suo cognome significherebbe far conoscere la tua storiella in giro. Ti rovinerebbe definitivamente. E dovresti come  minimo chiedere le dimissioni.
Piton e Silente si trovavano nello studio del preside. Ad Hogwarts, tutto era proseguito più o meno nella normalità.
-Appunto, Severus. Sono disposto a farlo. Per mio figlio. Non mi vergogno di lui.
-No è di lui che ti dovresti vergognare, ma di come lo hai avuto. Per non parlare del fatto che le accuse rivolte a Gideon Prewett aumenterebbero. Senti, Albus, non ti chiamerà papà solo perché ti vorresti smascherare. Rispetta la sua decisione. Quel martire lo fa anche per te.
Silente annuì, ma restò pensieroso.
-A proposito di papà, Severus, Lily mi ha raccontato qualcosa riguardo la tua decisione.
Piton tremò. Era stata una scelta dolorosa quella. Ma non poteva fare altrimenti.
-Lily non mi vuole -rispose Piton –non mi vorrà mai. E’ giusto che mia figlia cresca con una famiglia unita e amorevole.
-Ma potresti almeno fare da padrino a quella creatura!
-No, Albus. Non mi voglio accontentare. Inoltre Potter non mi vorrebbe tra i piedi. E’ giusto così!
-No, Severus. Anche io sarei stato disposto a lasciare mio figlio ad un’altra famiglia. Ma avrei tanto voluto vederlo crescere. Adesso, mi sento come se mi avessero tagliato un pezzo del mio corpo. Manca una parte importante di tutta la mia vita. Non ho avuto questa grandiosa possibilità. Potrebbe essere l’unica, te ne rendi conto? Riguardo a James, lui ha un animo buono, lo hai visto. E’ una persona che sa perdonare. Vedrai che andrebbe tutto bene. Inoltre c’è Harry, che di te ha molta stima. Sono stati entrambi comprensivi di fronte a quello che è successo.
Piton sospirò. Doveva ricredersi?
-Pensaci, Severus, pensaci …
 
-No … non dovevate!
Remus era tornato a casa e aveva trovato tutti i suoi amici che avevano preparato una piccola festa. Si sentì commosso nel vedere quante persone gli volevano bene. Non poteva che essere felice. Sentiva lontani quei maledetti giorni.
 
Dopo che tutti si furono congedati, Remus, Tonks e Teddy si buttarono nel lettone, stanchissimi. Remus, inoltre, camminava con le stampelle perché non era ancora molto forte per reggersi da solo, e le cicatrici gli facevano spesso molto male. Il piccolo Teddy si era sdraiato sul letto e sbatteva i piedini.
-Finalmente nel lettone, eh piccolino? –disse Tonks facendo il solletico al piccolo, che rideva.
Remus si stava godendo il suo piccolo spettacolo familiare.
-Dora –disse –non dovevi farlo. Insomma, non dormire nel nostro letto.
-Come facevo, senza di te? Mi mancavi troppo. Adesso devi stare tranquillo, amore, non farti problemi.
 
 
Quando Tonks si recò al Ministero il giorno dopo, non poteva credere a quello che sarebbe accaduto. Kingsley buttò tutto d’un fiato quello che doveva dire:
-La situazione è questa. La Gretchen non ha confessato i suoi delitti. Abbiamo perso le prove che la riguardavano durante l’incendio nel suo covo. Le pozioni sperimentate sulle sue vittime sono andate perse. O lei le ha nascoste.
-Quindi? Cosa vuoi dirmi King? –chiese Tonks.
-Che, se i suoi avvocati facessero un bel lavoro,  e quelli che hanno assunto i suoi genitori sono i più tosti in Francia, lei verrebbe, forse, accusata solo di aggressione nei confronti di noi autorità, di duplice rapimento e … insomma, davvero poco. –Kingsley guardava Tonks preoccupato, ma per lui.
Tonks deglutì : -Se è uno scherzo, smettila subito. Se non abbiamo prove per quelle cose, cosa mi dici delle torture, non valgono niente quelle? E il tentato omicidio nei confronti di Piton e mio marito?
-Lei sostiene che … Remus e Piton era d’accordo con lei! Sai, per l’invenzione della pozione … in effetti tuo marito è guarito …
-Coooosaaaa? Assurdo!! Ma che faccia tosta! Merlino, chi diavolo crede a queste baggianate! E quel troll di Gideon? Cosa dice?
-Lui ha raccontato tutto. Ma le due versioni sono contrastanti. Non sarà facile Tonks.
-E no, Kingsley, tu sei il Ministro, devi buttare la chiave! Quella serpe deve stare rinchiusa! Hai capito?
-Non è semplice. C’è la Commissione …
-Al diavolo la Commissione! Quella è un mostro! Cercherò io le prove. Non mi darò pace finchè non sarà fatta giustizia! –Tonks ora urlava –comincio subito.
-Aspetta Tonks, c’è un ultima cosa.
-Che c’è?
-Vedi … lei dice che, beh ecco, si potrebbe confessare. Ma ad una condizione.
-O no … non dirmi che …
-Esatto Tonks: vuole parlarne con Remus.
-Ma lui non vorrà vederla. E nemmeno io: la ucciderei all’istante!
-Tonks, se lei vince al processo,  si farebbe solo 15 anni!
-Merlino …
 
 
Al Ministero, Harry, Ron ed Hermione discutevano sul loro futuro nello studio di Harry:
-Capisci Harry? Lavoreremo insieme! O, non so se sarò all’altezza! –disse Ron.
-Dai Ron, io te lo avevo detto. Hai tutta la stoffa necessaria per fare l’Auror –disse Hermione, orgogliosa.
-E lo stipendio è anche fruttuoso –aggiunse Harry facendo l’occhiolino.
Le loro voci vennero sommerse da un urlo incredibilmente forte. Capirono all’istante di chi si trattava:
-GIUSTIZIA DI MERDA! MINISTERO DI MERDA! TU SEI UNA MERDA! ANDATE TUTTI A FARVI MOZZARE LE SCOPE!
Tonks era davvero arrabbiata.
 
 
Severus non riusciva a bussare. L’ultima volta che aveva visto il suo collega, era quasi morto. E si sentiva tanto in colpa per questo. Tuttavia, doveva parlargli, anche per capire cosa doveva fare della sua vita. Quando bussò, arrivò ad aprirgli Remus con in braccio suo figlio:
-Severus … ciao …  -Remus temeva di non vederlo più.
-Ciao Lupin. Posso entrare o disturbo?
-No, c’è Molly …
Molly salutò cortesemente il professore e lo invitò ad entrare. Dopo, mostrando molto tatto, propose di portare il piccolo a fare un giro, lasciando i due uomini soli.
-Dunque … come stai? –domadò Piton.
-Bene, molto bene. Riesco a camminare anche da solo, e riescoa prendere mio figlio in braccio. Una sensazione che mi mancava.
Remus si diede dello stupido per quello che aveva appena detto. Cioè, conoscendo la situazione, si era messo a parlare di Teddy?
-Mi fa piacere Lupin. –sosprirò e riprese –io, mi sento in colpa per quello che ti è successo. Tu ci avevi visto giusto, io sono stato uno sciocco, la desideravo troppo.
-Dai, Severus, non pensarci più ora. Non deve essere per forza colpa di qualcuno.
-Inoltre –proseguì Piton –non sono stato in grado di trovare un antidoto agli effetti collaterali di quella pozione. Sono un fallito.
-Basta, Severus. Adesso è tutto finito, io sto bene, sono guarito, devo solo andare avanti. Smettetela tutti di sentirvi in colpa! –Remus sbuffò.
-Hai pienamente ragione, Remus. In fondo, sono geloso di te. Ancora una volta, un altro uomo mi ha rubato la donna. Ecco perché sono così afflitto.
-E’ lei che ha rubato me. Ricordatelo.
Seguirono interminabili minuti di silenzio.
-Severus –sussurrò Remus –grazie per aver creduto al sogno di Tonks. Io e lei abbiamo fatto lo stesso sogno, prima che io mi svegliassi. E’ incredibile: io le ho detto dove sarei stato portato … non so come sia stato possibile.
-Credo – disse Severus –che si tratti di magia antica. Dovuta all’amore. Tu ti trovati in uno stato d’inconscio, tua moglie desiderava parlarti ardemente, per sapere soprattutto se saresti sopravvissuto. Credevo fosse solo un sogno di Ninfadora, invece è stato anche il tuo. E’ molto complicato … ma penso sia così. E’ l’unica spiegazione.
-Wow, beh, complicato ma efficace!
-Quella Ninfadora ha uno strano effetto su di te. Parli come lei!
-Già!
Per un attimo, sembrò loro di essere tornati i colleghi di scuola, come qualche mese prima.
-Che farai ora, Severus?
-Sono ancora professore, Silente mi ha proibito di dimettermi. Volevo farlo, visto le accuse che mi sono state fatte. Ma dovevo distrarmi in qualche modo. Avevo più di un grillo nella testa. Tu lo sai.
-Lily mi aveva detto che era incinta di James. Non lo sapevo. A dire la verità non ci ho pensato molto. Quindi ora cosa pensi di fare?
-Ho un piccolo progetto. Voglio partire, andare in Francia. Voglio collaborare alla ricerca di nuove pozioni guaritrici. Lavorerò dove lavorava Samantha.
-Perché? Perché vuoi fare questo?
-Devo sparire da qui, farò qualcosa che faccia emergere il mio talento. Cercherò di migliorare la pozione Niente- Lupo. In modo che non abbia più effetti spiacevoli.
-E per chi lo fai? –chiese Remus indignato.
-Per chi? Forse per chi, come te, è stato morso e vuole migliorare la sua vita.
-Perché questa bugia? Lo fai per allontanarti da Lily, vero?
-Forse, ma non sono affari tuoi.
-Severus, sta per nascere tua figlia!
-Sarà una Potter, starà meglio senza di me.
-Lo pensavo anch’io prima che nascesse Teddy,e volevo sparire dalla circolazione. Ma ho capito che stavo sbagliando.
-Lupin, non puoi paragonarti a me! Ti ho già detto che tu stai con la donna che ti ama, io invece no! Anzi, vuoi sapere per chi lo faccio? Per Samantha! Così guarirà anche lei!
-Non ti credo, Severus …  Ah! –Remus si piegò un attimo a causa di una fitta.
-Tutto bene? –chiese Piton preoccupato.
-Si, ogni tanto il dolore si fa sentire, soprattutto alle costole.
Remus ricordò perché quella serpe gliele aveva rotte. Sentirla nominare gli provocò molto dolore, fisico e mentale.
-Hai ragione, Remus, sto mentendo. La volevo uccidere, non le farei mai un favore. Ora devo andare.
-Severus, ti prego, non abbandonare tua figlia! Pensaci!
Sei disgustosamente uguale al tuo vero padre, pensò Piton.
 
 
Nell’ufficio di Silente, intanto, Hagrid si precipitò senza nessun preavviso:
-Professore, professore, mi dispiace … che casino, che casino!
-Calmati Hagrid. Siediti e raccontami con calma.
-No, no, professore, è grave … io, mi è scappato, mi dispiace.
-Cosa ti è scappato, Hagrid?
-Ho detto che il professor Lupin è vostro figlio … mi dispiace! Ora tutta la scuola ne parla …
 
 
 
 
 
 
Ciao a tutti!!!! Capitoletto in arrivo! Ringrazio tutti, spero vi piaccia!!
Angyp

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Capitolo 36
*** Fratelli ***


Cap 35:Fratelli
 
-Nemmeno una parola con Remus, sono stata chiara? –disse Tonks con uno sguardo molto minaccioso al trio. Era chiaro il suo riferimento alla precedente discussione con Kingsley. D’altra parte, i ragazzi erano molto preoccupati. Avevano davanti una donna con una pancia molto sviluppata che tremava come se ci fosse il terremoto.
-Tra … tranquilla Tonks. Non una parola, non un fiato! –dichiarò Ron.
-Bene, allora stiamo a posto. Mancano almeno 4 mesi prima del processo, io avrò già partorito, ma ci vorrà tempo per trovare tutte le prove. Vi chiedo un’ altra volta il vostro aiuto, ragazzi. –la ragazza si calmò –meno male che Prewett vuole collaborare. Il professor Piton anche.
-Giusto Tonks –proseguì Harry –propongo di ritornare nella foresta di Dean e vedere se è rimasto qualcosa di suo che ci è sfuggito. Non può uscire dopo pochi anni: si vendicherebbe.
-Però –intervenne Hermione –la storia mi puzza. Perché vorrebbe confessare solo davanti a Remus? Cos’ ha in mente?
-Hai ragione Hermione –confermò Tonks –temo che con lei non sia finita ancora. In ogni caso, non voglio che riveda ancora Remus: con tutte le magie oscure che conosce, potrebbe fargli qualcosa anche senza bacchetta. Non voglio. Non rischierò nuovamente di perderlo!
-Non voglio immischiarmi Tonks, però … non credi sia meglio conoscere la sua opinione?  -disse Harry.
-No, non voglio, ho paura! –rispose Tonks –per favore, lasciamolo in pace!
 
 
 
-Che voleva il professor Piton? –chiese Molly a Remus.
-Non ci siamo visti più dopo quel giorno. Cioè, lui mi ha visto, ma io no. –Remus tentava di dare da mangiare al piccolo, che però era distratto da una pallina rimbalzante che cambiava colore, imitata dai capelli di Teddy.
-Non si è degnato di venirti a trovare in ospedale! Sono venuti tutti i tuoi colleghi di Hogwarts! –disse Molly indignata.
-Molly, va bene così. Per lui non è stato facile. Ma ci ha dato una mano.
-Giusto tesoro … senti, perché tu, Tonks  e il bambino non venite alla Tana stasera? Ci saranno anche Bill e Fleur. Stiamo un po’ insieme, lo so che vuoi stare tranquillo ma … dai caro!
-Ecco, Molly, non saprei … capisco le tue intenzioni ma …
-Tu sei parte della famiglia da sempre! Un tempo non avresti rifiutato! Perché ora si? Non devi sentirti un intruso. Non lo permetto.
-D’accordo, Molly, verremo …
 
 
Non c’era un’occasione particolare. I compleanni di tutti erano passati o stavano per arrivare. Teddy avrebbe compiuto un anno tra due settimane. Oddio: era il 14 aprile! Tonks sperò che Molly non avesse organizzato tipo un compleanno a sorpresa per Remus nel suo vero giorno di nascita. Sarebbe stato imbarazzante. In effetti, pensandoci, non sarebbe stato male … ma no, non era il caso.
Alla Tana c’erano tutti i Weasley, tranne l’eremita Charlie, in più Harry ed Hermione. Fleur e le altre guardavano curiose il pancione dell’ Auror:
-Quando nasciierà il picolo? O sarò una feminuscia? –chiese Fleur con voce squillante.
-A giugno –rispose Tonks fiera –ma non sappiamo se sarà un altro maschietto o una femminuccia!
I gemelli, Harry e Ron stavano facendo fare dei percorsi a Teddy, che si divertiva come un matto a camminare.
-Su, piccolo, vieni dallo zio Fred!
Tonks voltò lo sguardo verso suo marito, seduto sul divano vicino al camino spento, con l’aria pensierosa e triste. Arthur gli si avvicinò:
-Remus, come mai così pensieroso?
Lui non rispose e sembrava assente.
-So che non vorresti rivolgermi alcuna parola –riprovò Arthur, dopo che Tonks gli fece uno sguardo supplichevole.
Remus parve destarsi da un sogno:
-Eh? Scusami Arthur non mi ero accorto che tu fossi qui. Dicevi?
-Niente, volevo chiederti scusa per tutto quello che è successo …
-Tranquillo, Arthur, è acqua passata. -Remus cercò di sembrare indifferente. –non è colpa tua. Hai fame?
Per fortuna Molly annunciò che la cena era pronta e si disposero tutti a tavola. Le chiacchiere non mancarono:
-Allora, cognatina, quando ti decidi a darci un nipotino? –chiese Percy a Fleur.
-Ma noi abbiamo già un nipotino, Percy –intervenne George.
-E a giugno un altro ancora! –continuò Fred.
-Io –disse Percy, acido –sto parlando di un VERO nipote. Un vero Weasley.
Nella stanza calò il silenzio. L’atmosfera festosa e tranquilla si fece glaciale. Remus, che non aveva ancora toccato cibo, abbassò la testa. Doveva aspettarselo, soprattutto da Percy.
-Percy, non è il caso –Arthur cercò di aggiustare la situazione.
-Weasley o no, sono sempre nostri nipoti –disse Ginny.
Harry, Ron ed Hermione guardavano Tonks che stringeva i pugni mentre Remus, a testa bassa, giocava con la forchetta, come se volesse estraniarsi dalla conversazione. Invece …
-Non me ne volere, Remus –Percy si rivolse a lui – ti rispetto, sei figlio di mia madre e adesso sei anche uomo, il che ti rende un membro rispettabile della società magica a tutti gli effetti. Ma nella nostra famiglia non bastano i legami di sangue. Poi, con le accuse che ti si sono rivolte …
Tonks scattò in piedi, lo sguardo arrabbiato. Suo marito, alzato finalmente lo sguardo, le prese la mano, invitandola a sedere.
-Continua Percy. Accuse?
-Si Remus. Non dirmi che non lo sai. Membri della Commissione accusatoria magica ritengano che ci sia l’elevata probabilità che tu e la Gretchen, forse anche il professor Piton, vi siate accordati per creare quella pozione miracolosa.
-Co … come? –Molly aveva il labbro tremante.
-Tonks, posso parlarti un secondo in privato? –Remus sembrò darle un ordine.
Si alzarono entrambi, Remus aiutato da un bastone, ed uscirono fuori indossando le giacche.
-Bravo Percy, complimenti –disse Ron.
-Perché hai voluto rovinare tutto Percy, eh? Perché? Io voglio riunire la famiglia. –disse Molly, disperata.
-Mamma, lui non fa parte della nostra famiglia. Non è cresciuto con noi, non è mai stato come noi …
-Io non sono mai stato viscido come te –disse George.
-Concordo –la conferma di Fred.
-Invece si, Percy! Lui è mio figlio! Se i tuoi zii non avessero complottato alle mie spalle, lui sarebbe cresciuto con noi! Sarebbe stato il tuo fratello maggiore! –Molly si stava agitando.
-Tua madre ha ragione –intervenne Arthur.
-Andiamo, papà sei un ipocrita! Non ti avrebbe fatto nemmeno a te piacere avere un  bastardo in casa!
-Percy, smettila –disse Bill, mentre gli altri si mettevano le mani alla bocca.
-Inoltre –continuò Percy – il mio fratello maggiore è sempre stato Bill .Che la pensa esattamente come me. Anche Charlie. Vero, Bill? Diglielo, se hai il coraggio! –Percy guardava il fratello, nella speranza di trovare un alleato.
-Ecco, io –Bill, imbarazzatissimo, spostava gli occhi tra sua moglie e sua madre –d’accordo, Percy. E’ vero, mamma, io voglio bene a Remus, mi è stato vicino quando sono stato attaccato da Greyback ed è stato sempre un caro amico. Mi dispiace per la brutta esperienza che ha passato e sicuramente non lo credo complice di quell’assassina. C’ero anch’io a salvarlo, non tu Percy, e credimi: stava ridotto malissimo.
-E allora Bill? Qual è il problema? –chiese Molly.
-Far parte di una famiglia è un’ altra cosa … amici si, fratelli mai. –rispose Bill deciso.
-Codard! –Fleur, arrabbiata, si alzò da tavola e corsse ai piani superiori. Ginnny strinse forte la mano di Harry.
-Sapevo che le cose si sarebbero complicate –disse la rossa, appoggiandosi al petto del suo occhialuto fidanzato.
 
 
 
Fuori dalla Tana, Tonks raccontò tutto a suo marito. Remus ascoltò senza dire nulla. Dopo aver finito, rimase in silenzio ancora.
-Remus, ti prego parla! Scusami se non volevo dirti nulla, ma non volevo farti preoccupare!
-Farmi preoccupare? Dora, mi stai dicendo che credono più colpevole me che … lei! Lo dovevo sapere quando sarebbero venuti ad arrestarmi, eh? E per questo che mi hai salvato, mettendo a rischio la vita dei nostri figli? Per farmi rinchiudere legalmente?
Remus tremava e sentiva forti dolori al petto. Aveva gli occhi lucidi e l’aria stanca. Tonks gli si avvicinò baciandogli la fronte e accarezzandolo.
-Amore, nessuno ti rinchiuderà più da nessuna parte,chiaro? Non dirlo nemmeno per scherzo! Io non voglio però che tu ti veda con lei: potrebbe farti del male, ho paura e non mi fido.
-Nemmeno io, Dora. No, non voglio vederla. Voglio dimenticarla anche se non sarà facile. Si risolverà tutto. Torniamo dentro, anzi, andiamo a casa. Ne ho abbastanza di Percy e fratelli e robe varie.
 
In quel momento, un patronus a forma di cervo arrivò cavalcando e si fermò accanto ad Harry. Parlò con la voce di James:
Harry, tua sorella sta per nascere! Vieni al San Mungo!
 
 

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Capitolo 37
*** Strade inaspettate ***


Cap 36: Strade inaspettate
 
 
Il Patronus se ne andò via lasciando dietro di sé una scia luminosa. Harry non perse tempo e si congedò da quella che era diventata una situazione scomoda. Con Ginny, Ron ed Hermione uscì dalla Tana,dove c’erano ancora Remus e Tonks:
-Remus, mia madre sta per partorire. –disse Harry.
-Lo avevo immaginato, quando ho visto il Patronus. –rispose Remus.
-Vedi, non credo che mio padre e Sirius abbiano avvisato …  Tu sai chi. –continuò Harry.
-Oh,d’accordo, vuoi che lo faccia io? –chiese l’uomo.
Harry annuì e fece segno agli altri di andare.
-Hai sentito Harry, Tonks? Dobbiamo avvertire Severus.
-Ok Re, ma tu non sei in forze per smaterializzarti fino ad Hogwarts. Facciamo che vado io da lui? Poi ci incontreremo al San Mungo. D’accordo?
-Va bene.  Vedo che siete entrati in confidenza.
-Sei geloso? –chiese Tonks maliziosa.
-Di Piton? Figurati! Sono sempre più bello io no? Prendo Teddy e vado.
Remus in realtà era felice di non dover andare ad Hogwarts. Rrientrò in casa, dove l’atmosfera si era alleggerita grazie alla provvidenziale venuta del Patronus. Prese il suo bambino:
-Vado anch’io dagli altri. Mi dispiace se prima mi sono alzato da tavola e anche per tutta la situazione che si è creata. Non voglio essere causa di litigi nella vostra famiglia. Vi saluta anche Tonks.
Fece per andarsene, ma Molly lo rincorse fino all’uscita:
-Caro, aspetta, scusami per questa situazione … oggi è il 14 aprile, il giorno del tuo vero compleanno … volevo solo stare insieme. Credimi: Percy non pensa davvero quello che ha detto, è solo … vedi …
-Molly, tranquilla. Non litigare con i tuoi figli a causa mia. Torna da loro. E’ una situazione complicata, è normale che non tutti ne siano troppo entusiasti. Con il tempo, sistemerà tutto.
-Vuoi lasciare qui Teddy?
-L’importante è che non sia di disturbo.
-Ma cosa dici tesoro?
-D’accordo, resta con la nonna, Teddy. Mamma e papà verranno subito.
Detto questo, uscì salutando tutti. Molly fece un pensiero assurdo.  Forse me ne accorgo solo ora, ma sembra che parli come Albus! Merlino!
 
 
 
Tonks ebbe problemi con Gazza, il quale, a quell’ora, non voleva farla entrare nel castello:
-Se non mi fa entrare, giuro che è la volta buona che la mando dove merita di stare.
-Le ho detto, signorina, che non si può! E’ notte!
-Capirai, ti sei mai chiesto perché sei ancora scapolo? E poi, non vedi? Sono incinta! Non posso stare in piedi a lungo! Fammi entrare idiota!
Tonks si fece largo e passò, mentre il custode imprecava:
-Avverto il preside, lo avverto! Ti butterà fuori, anche se è il padre di tuo marito!
E questo che cavolo ne sa? Tonks sperò che il preside non si fosse confidato con quell’energumeno.
 
 
 
Piton non dormiva, anzi era seduto sulla scrivania, in preda ai suoi pensieri, quando sentì bussare. Trovarsi davanti Tonks e il suo pancione lievitato all’improvviso, non lo stupì più di tanto:
-Hai saputo allora? –le domandò.
-Si. Quindi, andiamo subito all’ospedale.
-Perché? Tuo marito non si sarà mica fatto del male per una sciocchezza simile?
-Mio … che? No, cosa vuole dire? Lui è in ospedale con Teddy!
-Scusa, Ninfadora, e perché?
-Beh, Lui e Lily e James sono amici, perché non dovrebbero sostenersi a vicenda soprattutto ora?
-Ma di che diavolo parli, Ninfadora?
-Professore, Lily sta per partorire! Lei, di cosa parlava?
-Lily … sta nascendo? Davvero?
-Si, professore, Harry si è raccomandato di avvisarla! Vuole venire? Non ho fatto questo viaggio a vuoto!
-Andiamo subito!
-Aspetti, professore, Prima a cosa si riferiva?
-Ah,si. Ecco, vedi Ninfadora, tutta la scuola sa di tuo marito e dei suoi genitori. Domani la Gazzetta del Profeta pubblicherà questa notizia in prima pagina.
 
 
 
James era fuori ad attendere che finissero di visitare Lily, sofferente a causa delle doglie. Inoltre, era una donna piuttosto grande, quindi ci voleva la massima attenzione. Harry lo raggiunse:
-Finalmente, Harry!
-Come ti senti papà? Sirius?
-E’ andato a prendersi un caffè. Remus lo sa?
-Si, ci raggiunge. A proposito … papà devi dirti una cosa, ma non ti arrabbiare.
-Sentiamo. Ha a che fare con Mocciosus?
-Si, l’ho mandato a chiamare …
James sospirò :-stai tranquillo, è giusto che venga. Ma assisterò io al parto. Sarò io suo padre.
-Lui lo sa, papà.
Più tardi, James tornò nella sala parto, mentre nella sala d’attesa, si respirava tensione, in quanto Sirius e Piton si guardavano pieni d’odio. Allora Severus prese Remus in disparte:
-Ti devo parlare. Meglio che lo sappia da me e non dai giornali.
-Cosa? –chiese Remus, preoccupato.
-Ecco, Lupin, proprio come me un po’ di tempo fa – e fece un sorrisetto che scacciò subito –il nostro caro Hagrid si è lasciato sfuggire che tu … che tu sei il figlio di Molly Weasley e Albus Silente.
-Stai scherzando? –chiese Remus mettendosi le mani sulla testa –O no, ci mancava solo questa. E’ stata la serata delle rivelazioni.
Remus si appoggiò al muro e si sedette a terra scivolando. Non voleva che si sapesse in giro, non voleva. E soprattutto, che cosa si sarebbe saputo.
-Come la mettiamo Severus, eh? Cosa sanno dell’accaduto? Cosa farà Albus?
-Nella scuola si parla di una storiella avvenuta tra il preside e la allora alunna Molly Prewett. Pix è stato felicissimo di divulgare la notizia. Lo puoi immaginare. –rispose Piton.
-Speriamo che Albus non faccia una dichiarazione in pubblico riguardo quello che è successo davvero! E poi non voglio che ci vada in mezzo la mia famiglia … non voglio –Remus era sconvolto, forse un po’ troppo.
-Hey, guardami –Piton si abbassò e prese tra le mani i suoi polsi –Non ti riguarda quello che lui vuole dichiarare. Capito? Pensa invece a come toglierti tu dai tuoi guai.
-Non volevo che si sapesse … non volevo …
-Basta piagnucolare! Ne hai passate di peggiori, questo è niente. Cosa ti succede, Lupin? Adesso che sei guarito dovresti essere una persona più sicura, non un bamboccio!
-Io … ecco, non è proprio questo che mi turba … e che non mi piace, non mi piace che sia guarito per merito suo! E’ tutta colpa sua … la odio, la odio e non la voglio vedere!
 
-Cos’è successo? –sbucò Tonks all’improvviso.
-Stavo raccontando le novità a tuo marito.
Remus si alzò in piedi con difficoltà e andò ad abbracciare Tonks. Lei vide che era molto scoraggiato.
-Stai tranquillo, Remus, ci saranno un po’ di giornalisti rompiscatole ma ci penso io a mandarli al loro posto! –Tonks cercò di incoraggiarlo, non potendo immaginare quello che l’uomo aveva dentro  –e comunque, è nata!
-E’ … nata? Si? –Piton spalancò gli occhi.
-Si, è nata!
Piton corse verso la sala d’attesa.
 
 
 
 
James accarezzava Lily. Era andato tutto bene. Anche Harry era molto felice: fino a poco tempo prima non aveva nemmeno i suoi genitori, ora era nata una sorellina. Sorellastra … gli venne in mente la discussione di Percy prima, o di Bill, geloso del suo titolo di fratello maggiore. Ma ora che aveva davanti quella dolce bambina, come poteva odiarla solo perché avevano un padre diverso? Inoltre pensò a tutto quello che il professor Piton aveva fatto per lui durante la guerra magica: sperò che sua sorella avesse lo stesso coraggio del suo vero padre.
 
 
-Vi presento Eillen Lilian Potter! –esclamò James entusiasta.
-Bellissima, Lily, complimenti!–esclamò Ginny.
- Harry, ha i tuoi stessi occhi!-disse Hermione.
-Ti prego, Hermione, non cominciare –disse Harry esasperato. Le risate furono generali.
-Molto bella, davvero –una voce alle spalle di tutti: era Piton. Calò il silenzio.
-Noi andiamo fuori –Tonks trascinò via tutti. Anche James preferì uscire, anche se la situazione non gli piaceva, amava già quella bambina.
-Vuoi avvicinarti di più? –chiese Lily con dolcezza.
Piton si avvicinò al letto e guardò la sua bambina tra le braccia di Lily: aveva un ciuffetto rosso e gli stessi occhi della madre. Per fortuna.
-Vuoi prenderla in braccio?
Severus non rispose, ma spontaneamente avvicinò le sue braccia a quel fagottino e lo prese. La mia bambina …
-Si chiama Eillen, Sev, io e James abbiamo deciso il nome l’altro giorno.
-Perché l’avete chiamata come mia madre?
-E’ un modo per ringraziarti per tutto quello che hai fatto per Harry, e per noi.
-E’ un modo per tenermi buono? Ecco perché Potter ha approvato?
Aveva alzato un po’ la voce, perciò la piccola prese a strillare. L’uomo si trovò in difficoltà: non amava i bambini, e anche se lei era sua non era certo più sopportabile il suo pianto. La porse a Lily.
-Tieni, calmala. –detto questo, fece per andarsene.
-Sev, aspetta! Ti prego, accetta di diventare suo padrino!
-No, mi dispiace. Concluso l’anno, mi trasferirò in Francia. Cambiale pure il nome se vuoi: non mi riguarda!
-No, Sev! –Lily cominciò a piangere. Era colpa sua, solo sua. Ma la piccola era così bella: non poteva essere indifferente all’uomo.
 
 
 
 
Remus quella notte era molto agitato. Non stava chiudendo occhio, e nemmeno Tonks riusciva a dormire:
-Amore, per favore stai calmo! Cosa ti turba? Prima o poi si sarebbe saputo in giro della tua vera identità.
-No, Tonks, non sono tranquillo. Ma forse non è per questo.
-Remus, sono preoccupata per te. Alterni momenti in cui sembri sereno a quando sei pensieroso e turbato. Momenti in cui scherzi e sembri tornato quello di sempre, altri in cui non ti riconosco più! Che diamine ti succede?
Questo ferì molto Remus.
-Perdonami, amore, ma voglio essere sincera. Voglio solo che tutto torni alla normalità. Abbiamo lottato tanto per ritornare qui, insieme, se ci sono problemi li dobbiamo risolvere. Qual è la cosa che davvero ti turba?
-Io … non lo so, Tonks, ho paura … a volte la rivedo, come se prendesse la faccia di qualcuno che ho davanti. Ho paura che possa riprendermi e riportarmi lì. La odio, mi ha fatto bere quella dannata pozione senza il mio consenso … sembra che devo esserle grato, ma non ci riesco!
-No, Remus, tu non devi ringraziarla! Ti prego, smettila di pensare a lei! Pensa a tutt’altro: pensa a Eillen, pensa al nostro bambino. Pensa a noi, per favore! Tu sei qui con noi, nessuno ti riporterà via!
-E io, cosa ho fatto? –Remus sembrò non aver ascoltato la sua donna –io le ho inflitto la mia condanna! Hanno ragione, sono un mostro …
-Remus, basta! –urlò Tonks –smettila di accusarti! Ti detesto quando fai così! Ti credi cambiato, invece sei sempre il solito zuccone!
Attimi di silenzio. Ad un certo punto, Tonks scoppiò a ridere.
-Cosa c’è da ridere? Il fatto che io sia zuccone? Stavamo parlando seriamente …
Ma Tonks continuava. Remus finse di arrabbiarsi, ma farlo seriamente era impossibile: amava quella risata, aveva desiderato tanto sentirla. Doveva riprendersi, basta pensare, basta Samantha. Lei era rinchiusa al sicuro. E al diavolo tutto il resto. Si mise a ridere a sua volta e la abbracciò:
-Ti amo Dora … sei tu la mia famiglia … tutto il resto non conta.
Cominciò a baciarla, prima sul viso, poi sul collo, poi scese sulla spalla, assaporando quella pelle che tanto gli era mancata. Poi scese verso il pancione, e lì ancora, alzando la buffa camicetta rosa, proseguì con i baci. Tonks si sentì come rinata: aveva tanta voglia di fare l’amore con lui, ma non voleva forzarlo perché non stava ancora molto bene. Invece, ora era lui a cominciare. E fu tutto bellissimo. Remus capì che non contava niente al di fuori di lei, lei che aveva lottato per salvarlo, lei che aveva dato un senso alla sua vita, lei era il suo sole, la sua luce, la sua gioia. Come poteva vivere senza di lei? Al diavolo i suoi fratellastri, al diavolo Silente e quello che voleva fare, al diavolo Samantha: aveva perso. Loro, invece, avevano vinto. L’amore aveva vinto: l’odio e la vendetta perdono, anche se lasciano cicatrici indelebili. Strade inaspettate e tortuose gli si erano presentate davanti: le avrebbe rifatte tutte, pur di rivivere quel momento.
-Ti amo, Dora, ti prometto che non farò più lo zuccone …
-Sei il mio zuccone preferito comunque …
E si baciarono … e continuarono.
 
 
La mattina dopo, Tonks si svegliò dolcemente e vide che suo marito dormiva ancora, tranquillo. Lo accarezzò dolcemente: era una nuova sensazione sfiorare il suo viso senza cicatrici. Capiva cosa doveva provare Remus, non poteva certo superare subito quell’esperienza. L’importante era averlo lì con sé, con le sue solite paranoie.
I suoi pensieri vennero bruscamente interrotti dal suono del campanello. Con calma, la ragazza si alzò reggendosi la pancia, e scese ad aprire. Era sua madre.
-Ninfadora, hai letto la Gazzetta del Profeta?
-No, mamma, sono secoli che io e Remus leggiamo il Cavillo. Ma so già qual è la notizia in prima pagina, no?
-Si –rispose Andromenda –guarda.
Le porse il giornale, dove c’erano tre foto che ritraevano i diretti interessati della vicenda.
 
 
Ennesimo scandalo per Albus Silente: relazione con minorenne e figlio illegittimo
Pare che Albus Silente, uno dei più grandi maghi di tutti i tempi, nonché grande pilastro durante queste guerre magiche contro Voi-Sapete-Chi-Era, sia altrettanto talentuoso nell’immischiarsi in tortuosi scandali.
Non molto tempo è passato dalla recente rivelazione in cui ha apertamente dichiarato la propria omosessualità, che subito, direttamente dalla Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts, spunta un’ altra  notizia: Silente ha avuto, circa 39 anni fa, una relazione clandestina con una sua alunna di allora: Molly Weasley! E pare che la relazione abbia portato addirittura alla nascita di un figlio, cioè Remus Lupin! Proprio così, fedeli lettori: si tratta di Lupin, ex lupo mannaro, di recente coinvolto nella storia della pozionista pazza Samantha Gretchen.
Tornando a Silente, ha nascosto suo figlio presso un’altra famiglia, poi, nonostante fosse un lupo mannaro, gli ha permesso di frequentare la scuola! Inoltre gli ha dato anche un posto come insegnante! Quindi Silente, ai suoi tempi, non è stato un folle, anzi, voleva sicuramente evitare ogni senso di colpa. Sarebbe stato sicuramente umiliante avere un figlio illegittimo, malato, e addirittura non istruito! Per lui, ha fatto piantare il Platano Picchiatore!
E ora, cosa succederà? Il preside si dimetterà? Come la prenderanno i genitori degli alunni? Tanti sono stati gli sbagli di questo uomo, ma anche tanti i successi. Dopo l’assassinio della ragazza Susan Restil, l’arresto della professoressa Gretchen,che presenta accuse gravissime, i sospetti sul professor Piton,  ancora un altro problema in quella scuola. Che non sia in chiusura?
 
-I soliti stronzi! –esclamò Tonks.
-Ninfadora, il linguaggio! Cosa ti aspettavi dalla Skeeter?
-Quella .. –Tonks stracciò un pezzo di giornale – dannata –un altro –stupida gargoyle! –il giornale era in mille pezzi.
-E’ uscito l’articolo, vero? –sbucò Remus all’improvviso.
-Si, ma niente di che … parla solo di Silente –tentò di dire Andromeda.
-Appunto … lui ha sbagliato anni fa, ma mi dispiace … -Remus era tristissimo.
-Gli vuoi bene, è pur sempre tuo padre! Un po’ maialotto, ma è tuo padre. –disse Tonks.
-Dora, ti prego!
-Lo sei anche tu …
-Dora!
-Scherzavo amore, scherzavo … - Tonks zittì vedendo la faccia rossa di suo marito e indignata di sua madre.
 
 
 
 Remus doveva parlare con Silente. Lo doveva, dopo aver letto la Gazzetta del profeta che, puntualmente, aveva parlato dello scandalo mettendo in prima pagina un titolo a grossi caratteri e le foto rispettivamente di Silente, Molly e Remus. Il vecchio lo raggiunse a casa, in un momento in cui non c’era nessun altro: sembrò sereno nel conoscere la notizia:
-Dovevo farlo da tempo. Darò le dimissioni e non smentirò alcuna notizia.
-Avresti dovuto farlo 39 anni fa, non adesso. Chi prenderà il tuo posto ora?
-Perché non lo fai tu, Remus? –chiese Silente, volendo scherzare.
-Io? Ma scherzi? Io, preside di Hogwarts? Sei tutto matto … un momento … Merlino, ho un’idea!
-Cosa, Remus? –chiese Silente gentilmente.
-Severus. Lui. Vuole andare in Francia, invece tu lo nominerai tuo successore, così lui si convincerà a fare da padrino alla sua bambina!
-Dici che Severus vorrà accettare?
-Lo spero tanto …
-E tu che farai? –chiese il vecchio.
-In che senso?
-Sei un insegnante! Tornerai alla tua vecchia cattedra? Non dirmi che sono valide le tue dimissioni di allora! Piton non potrebbe rinunciare ad un collega come te!
Remus riflettè un attimo. Ricordò il giorno in cui si era dimesso nuovamente dopo la lite con suo padre … quel maledetto giorno …
-Io … no, non posso!
 
 
 
Capitoletto più lungo! Vi piace? La Potter ha i capelli rossi!! Ehehhe buon per James … ma sul naso aspetteremo qualche annetto …
Baci a tutti!

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Capitolo 38
*** Le ultime, importanti, decisioni ***


Cap 37: Le ultime, importanti, decisioni
 
Remus si sentiva meglio. Voleva fare qualcosa per Severus, dopo che li aveva aiutati. Sapeva da Tonks che, nonostante il suo scetticismo, aveva deciso lo stesso di credere nel suo sogno. E così, era stato salvato. Trascorrere la notte amoreggiando con la sua Dora lo aveva ricaricato. Lei era ancora una ragazza, mentre lui, senza accorgersene, aveva compiuto 39 anni due volte: il 10 marzo era ancora tra le grinfie di quella serpe, mentre il giorno prima era il giorno ufficiale della sua nascita. Nonostante fosse molto più grande di sua moglie, però, aveva dannatamente bisogno della sua protezione.
Si sentiva molto simile ad Eillen Potter, la piccola nata nel suo stesso giorno. Anche lei non sarebbe cresciuta con il suo vero papà, ma con uno che le avrebbe dato tanto, tanto amore. Ma non poteva permettere che Severus facesse un simile errore, trasferendosi e lasciandosi tutto alle spalle. Se avesse accettato di diventare preside di Hogwarts, non sarebbe più partito. E sarebbe stato vicino alla sua piccola.
 
Remus aveva fatto la spesa e preparato un bel pranzo per Tonks. Teddy era dalla nonna Molly, perciò i due avevano un po’ di tempo da trascorrere soli. Remus si sentiva ancora molto triste per l’accaduto. Inoltre, da quello che aveva capito, Samantha non si sarebbe arresa facilmente e non si sarebbe fatta rinchiudere così, di punto in bianco. Lui la conosceva bene ormai, doveva aspettarsi da quel mostro altri guai. Se voleva vederlo, era per umiliarlo ancora. Aveva anche avuto la faccia tosta di accusarlo di complicità e aggressione: Tonks sosteneva che queste accuse erano deboli, che c’erano la testimonianza di Gideon e Piton a reggere. Ma Gideon avrebbe davvero affermato di essere stato lui il mandante del suo rapimento e che Remus aveva morso Samantha solo per difendersi e scappare? Le domande erano tante. Dove aveva nascosto Samantha le pozioni che avevano uccisole sue vittime e che l’avrebbero incriminata senza ombra di dubbio?
In occasione di quel pranzo, Remus, per evitare altri rimproveri, cercò di scacciare dalla mente Samantha e parlò invece di ciò che aveva detto a Silente riguardo Piton e riguardo sé stesso:
-Non so se potrò tornare in quello studio. Non so se, dopo tutto quello che è successo, riuscirei a stare tra quelle 4 mura come se non fosse successo nulla.
-Amore, ma lì hai vissuto tutti i momenti più belli della tua vita! –disse Tonks –e poi tu adori insegnare.
-Sbagliato –ribattè Remus –ho vissuto alcuni momenti tra i più felici della mia vita. Ma non c’eri ancora tu! –disse prendendole la mano.
-Non mi starà facendo troppi complimenti, professore?
-Ho le mie buone ragioni, Auror. Lei mi ha salvato la vita, quando tutti mi credevano spacciato. Come sua madre. Ho visto che aveva tolto di mezzo i miei vestiti …
-Già, sai che rabbia. Venivo trattata come una vedovella … ma non pensiamoci più. Gustiamoci queste splendide portate! –la ragazza si precipitò sull’arrosto con patate. –Merlino, quanto mi sono mancati i tuoi splendidi piatti!
-Allora ti sono mancato solo per questo? –chiese lui, cercando di sorridere il più possibile.
 –Va bene, mi hai scoperta. Adesso capisco dai chi hai ereditato l’arte di saper cucinare così bene!
-Già … da Molly- Remus guardava il piatto, ma non mangiava.
-Remus, cos’hai in quella testa? Perché non mangi? –chiese Dora preoccupata e sentendosi ingorda.
-Ecco, non ho molta fame …
-Amore, non hai mangiato per mesi, sei magrissimo, devi rimetterti in forze! Se no mi cadrai da un momento all’altro. Non farmi sembrare mangiona!
-Sei tu quella incinta Dora, tu devi mangiare … senti, cambiando argomento, ti volevo chiedere … ti andrebbe di accompagnarmi ad Hogwarts?
-Come? –chiese lei con fatica a causa del boccone che aveva appena introdotto tra le sue fauci- Allora vuoi andarci?
-Si, voglio capire se posso restarci senza pensare troppo all’accaduto. Ma ho bisogno di te al mio fianco.
Tonks gli prese la mano:
-Certo che mi va. Tutto quello che vuoi, amore. Ma solo se mangi! Cos’è, ti mantieni in forma?
Lui rise: era davvero il suo sole.
 
 
Harry era molto nervoso. Nonostante Remus gli avesse detto che la Gretchen aveva un certo timore nei suoi confronti, in quanto aveva eliminato Voldemort, incontrarla ora faccia a faccia non lo faceva stare per niente rilassato. La detenuta venne portata nella sala interrogatori della prigione e venne fatta sedere alla sedia, dove le braccia e i piedi vennero  circondati dalle catene.
-Harry Potter –esclamò con strafottenza –a cosa devo l’onore?
-Signorina Gretchen, sono qui per sentire la sua versione dei fatti.
-Oh, allora ha fatto un viaggio a vuoto, Harry Potter. Io sono innocente.
-Come no, e io sono Merlino. Avanti, lei in precedenza aveva ammesso di aver rapito il signor Lupin e in seguito il signor Piton. Se gli avvocati dei suoi genitori le hanno fatto cambiare versione e lei spera si farla franca,  si sbaglia. Inoltre ci sono le testimonianze contro di lei: non ha scampo. Confessi.
-Sai, Harry Potter, sono ancora piuttosto giovane. Voglio godermi la vita, divertirmi …  perché dovrei voler stare qui? Non è un posto alla moda …
-Ora basta! Smettila di prenderci in giro! –Harry non aveva più pazienza .
-Caro Harry Potter, confesserò, sai quali sono le condizioni.
-Lui non vuole vederti. –rispose  Harry.
-Allora, presto ti inviterò a cena nel miglior ristorante di Londra. Oppure no, Remus si arrabbierebbe e, lo sai, ci sono molto affezionata …
Harry non ne poteva più. Remus doveva aver avuto una pazienza di ferro per sopportare quella donna. Ordinò alle guardie di riportarla in cella, mentre lei rideva di gusto.
 
 
Piton ci pensò tanto, tantissimo … come poteva rinunciare a lei? Come poteva lasciare alle spalle quella che sarebbe stata l’unica, vera donna della sua vita? Lei non lo avrebbe mai abbandonato, lei un giorno sarebbe cresciuta e avrebbe saputo, avrebbe scelto …Non ti abbandonerò, piccola,mai …
Forse la vita gli stava offrendo un’altra opportunità. Per rincominciare a vivere. Per qualcuno. D’altronde, non era la prima volta che il destino gli dava occasione di proteggere un figlio di Lily. Ma Eillen era anche figlia sua. Era simbolo di un amore che mai sarebbe finito, mai.
 
I giorni passarono piuttosto piacevoli. Festeggiarono il primo compleanno di Teddy, dove vi parteciparono in molti, tranne Percy. I Malandrini non potettero far a meno di notare l’atteggiamento dei Malfoy:
-Ti leccano il culo da quando sei figlio di Silente –disse Sirius.
-Ma io lo sono sempre stato! E’ che lo sappiamo da pochissimo. –ribattè Remus.
-Per noi sei sempre il solito Lunastorta, amico! Non ti sto leccando però, eh? Certo se lo avessimo saputo prima … sai quante punizioni avremmo evitato con la raccomandazione del nostro amico. –disse James.
-Smettila, Ramoso.
-Si, James, magari saremmo diventati tutti professori prima del tempo –continuò Sirius.- avrebbe avuto Malfoy come amico. Già me lo vedo il biondo: seleziona le amicizie …
-Basta ahaah! Dai, ragazzi! –Si intromise Lily mentre in braccio cullava la piccola Eillen –non vedete come lo mettete in imbarazzo?
Per fortuna dopo si occuparono di festeggiare il piccolino. Remus però non poteva fare a meno di pensare a Samantha e a Gideon: guardando suo figlio, ricordò quando lei voleva farlo uccidere per punirlo. Quanto aveva rischiato mordendo Samantha? Non solo questo, ora era anche accusato di aggressione … ma non era la serata giusta per pensarci.
 
Qualche giorno dopo, in cui c’erano stati i festeggiamenti per il primo anniversario della sconfitta di Lord Voldemort, Remus si recò al Ministero insieme a Tonks. Anche Piton era stato convocato da Kingsley, per poter nuovamente narrare l’accaduto. Remus  aveva già detto tutto il possibile quando era ancora ricoverato, ora gli toccava rivivere quei momenti e quei giorni, dannatamente impressi. Stringeva forte la mano di Dora, che gli dava forza.
-Capisci perché l’ho morsa Kingsley? Era la mia occasione per scappare.
-E tu, Remus, sapevi che la bacchetta sarebbe caduta su di te? –chiese Kingsley.
-Come King … -disse Tonks.
-Tonks, per favore. Allora, Remus?
-Di cosa mi accusi Kingsley? Non mi credi? –Remus era scioccato.
-Certo che ti credo, ma tu capisci che gli avvocati della Gretchen ti chiederanno la stessa cosa? Come ti giustificherai?
-Io .. io … -Remus cominciò ad avere l’affanno –insomma, ti rendi conto di come stavo? TI RENDI CONTO? –urlò.
-Remus, stai calmo! –esclamò Tonks accigliata –Kingsley, vorrei darti un calcio in quelle chiappe! Ma cosa cavolo dici?
-Volevo vedere te al posto mio! Io ero disperato, diceva che non mi cercavate più, che mi credevate morto, che mi avrebbe ucciso … e mi torturava, tutti i santissimi giorni! Cosa dovevo fare? Io non ero lucido, lo so, ma cosa dovevo fare?
Dopo essersi sfogato, con le lacrime agli occhi, Remus si risedette sulla sedia. Tonks lo accarezzava, cercando di far calmare il suo respiro affannoso. Il Ministro era preoccupato, sapeva che il suo amico non si era ancora ripreso, temeva quindi di averlo fatto sentire male.
-Mi dispiace. Scusatemi. E’ solo che anche io sono arrabbiato per l’ingiustizia che potrebbe accadere. Se quella esce tra pochi anni, ci potrebbe essere un grave pericolo, non solo per voi, ma per altre famiglie. E tu, Remus, potresti finire ad Azkaban per aggressione.
-Come? Ma Tonks aveva detto …
-Infatti Remus. Col cavolo che ti farò arrestare! –fece Tonks convinta.
-Allora, se è così, la farò confessare. –disse Remus.
-Ma, amore …
-No, Tonks, non permetterò ancora che quella donna ci faccia del male. Andrò da lei se è vero che vuole confessare tutto solo a me.
-Sei convinto che confesserà? –disse Tonks incredula –non essere ingenuo, quella conosce magie oscure, se dovesse farti del male?
-Non lo farà … no …   è lei che deve stare in carcere, non io! E sai che ti dico? Io tornerò anche ad Hogwarts ad insegnare! Non continuerà a rovinarmi la vita!
 
Tornare ad Hogwarts lo stesso giorno non fu una buona idea. Rivedere il suo studio non fece altro che aggravare la pesantezza di quel ricordo, quando lui era arrabbiato con Silente e lei, con l’inganno, lo aveva tramortito e portato via. In quei mesi, era stato sostituito da Aberfoth Silente.
-Allora –chiese quest’ultimo a Tonks  facendo cenno con la testa a Remus –cos’ha intenzione di fare?
-Non lo so –rispose Tonks –fino a qualche ora fa sembrava convinto, adesso … forse con il tempo … manca ancora un po’ a settembre.
-Infatti, tanto io non ho problemi a tornare nella mia vecchia baracca. Così tu saresti mia nipote acquisita?
-Già! –disse Tonks in maniera teatrale.
-Merlino, che peste che sei!
Piton entrò nello studio e raggiunse Remus direttamente ignorando gli altri:
-Accetterò il posto di preside. Non me ne frega niente se quella sottospecie di donna ci accusa. Sono false e io devo restare qui per mia figlia! E tu, smettila di piagnucolare, Lupin! Tornerai qui ad insegnare e sarai il direttore della Casa di Grifondoro. E’ un ordine!
Aveva parlato così velocemente che Remus e gli altri rimasero scioccati.
-Sono felice che tu abbia accettato, Severus –disse Remus con un sorrisetto –hai ragione: non ci faremo mettere di nuovo i piedi in testa da lei. Confesserà, e noi avremo una vita normale, finalmente!
 
 
 
Salve a tutti! Primo, ringrazio davvero sia che lascia recensioni, segue, ricorda, preferisce ecc … e anche coloro che leggono o danno magari solo una sbirciatina.
Vi avviso che forse il prossimo è il penultimo capitolo, che raggiungerò una conclusione ma che probabilmente potrà sfociare in una continua. Domandina: come sarà il figlio di Remus e Tonks? Maschio o femmina? Eheheeh
Nel prossimo capitolo, Remus si incontrerà nuovamente con Samantha nela prigione di Azkaban … cosa si diranno? Davvero lei confesserà come ha promesso? Remus sarà completamente libero?
Spero continuate a leggere! Un bacio grosso grosso!
Angyp
 
 
 

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Capitolo 39
*** Un'altra vita ***


Cap 38: Un’ altra vita
 
-Ciao, tesoro.
Questo fu il saluto che Samantha rivolse a Remus. Lo stesso che le rivolgeva ogni volta che entrava in quella stanza. Quasi a voler guastare quella bella mattinata di fine maggio. Erano state prese tutte le precauzioni possibili per evitare che quell’essere combinasse guai. Tonks era molto preoccupata e agitata, tormentava le sue mani. Gli Auror di sorveglianza non erano da meno: nella stanza dell’incontro ci sarebbero stati Dawlish, Malocchio ed Harry. Tonks, Kingsley e Piton, che aveva voluto a tutti i costi ascoltare il colloquio, erano seduti in un’altra stanza. Il professore era, anche lui, molto nervoso. Remus doveva stare senza bacchetta, perché, secondo il Ministro, avrebbe potuto avere l’istinto do colpirla. Inutili furono i tentativi di fargli cambiare idea. L’ex lupo mannaro voleva solo farla confessare e rendere giustizia a lui e a tutte quelle povere  persone, vittime della sua pazzia e del desiderio di gloria.
-Come stai tesoro? –gli chiese Samantha, che sedeva incatenata alla sedia come se si trovasse su un trono. Cosa che incuteva timore in quanto ricordava molto Bellatrix Lestrange.
-Per fortuna bene, considerando che mi hai quasi ucciso. –rispose Remus con un filo di voce, cercando di mascherare il terrore che provava.
-Non avere paura, tesoro, non posso farti niente.
L’uomo, seduto distante di fronte a lei, deglutì. Lei poteva leggere tutte le emozioni che lui stava provando.
-Non sono qui per farti una visita di piacere, Samantha. Avevi fatto una promessa. Sono venuto qui, ora confessa! –Remus si girò appena guardando Malocchio, che annuì, confermando che stava andando bene.
-Piano, piano, abbiamo tutto il tempo. No? Ti trovo bene. Stai davvero bene. La mia pozione ha oscurato le tue cicatrici e ti ha reso più affascinante.
-Non posso dire lo stesso di te, Samantha. Io ti trovo invece molto rovinata.
Nell’altra stanza, Tonks rise nervosamente. Voleva che finisse tutto il prima possibile.
-Datemi una Veritaserum, allora, se volete che confessi.
Qualcuno cominciò a sbuffare.
-Da quello che so, te l’hanno già data. Ma non ha dato i suoi frutti. Hai preso qualcosa che ne rendesse il tuo corpo resistente, vero? –chiese Remus.
-Certo, tesoro. L’ho sperimentata proprio su di te. Tu, ovviamente, non lo ricordi. Posso dire la verità, la mia verità, solo quando voglio io.
Remus strinse i pugni, assalito da una forte rabbia. Anche se adesso i ruoli si erano invertiti, si sentiva comunque sottomesso da lei.
-Prima di confessare, voglio dettare le mie condizioni. –disse la donna.
-Condizioni? –intervenne Malocchio –I patti erano chiari! Non puoi avere altro …
-Invece no, vecchiaccio. Remus, ascoltami. Ti dirò tutto, ma voglio una promessa.
-Sentiamo –disse Remus  preoccupato.
-Voglio che diate anche a me la pozione Niente-Lupo. Voglio guarire anch’io. Io l’ho progettata, io ne ho bisogno. Se lo fate, lascerò perdere quello che dicono i miei genitori e non ti accuserò più di aggressione. E confesserò.
-Samantha, guarda che tu rischi di rimanere qui a vita. Non è me che devi minacciare. –disse Remus.
-Minacce? Oh, che paroloni. Non ti sto minacciando. Non fingere di essere forte, mio caro. Ti assicuro, tesoro, che i miei genitori mi adorano, e farebbero di tutto per farmi scagionare. Soprattutto screditare te e il tuo caro paparino. Così la mia vendetta sarà completa. Ho solo da guadagnarci in questa faccenda. Perciò, ti sto consigliando, non minacciando.
Remus guardò Malocchio, che gli fece segno di uscire. Fuori, l’uomo parlò con gli altri:
-Che dobbiamo fare? –chiese lui.
-Quella pozione è molto potente e potrebbe ucciderla. Proprio come stava succedendo a te. –disse Piton.
-E che muoia! Insomma, chi se ne importa? E lei che lo chiede, non la stiamo costringendo con la forza! –disse Tonks.
-E’ vero, però se dovesse davvero morire  potremmo passare altri guai … cosa ne dici Severus? E’ davvero così pericolosa? –chiese Kingsley.
- Meno pericolosa di lei stessa lo è. Comunque, io l’ho esaminata e si, è potentissima. Oppure, possiamo provare con un’ altra strada. La diamo a piccole dose ad ogni luna piena, vedremo l’effetto.  Possono portargliela io stessa. –affermò Piton.
-E cosa le dico adesso? Che siamo d’accordo? –chiese Remus.
-Si, facciamola finita! –disse il Ministro.
 
Dopo aver stretto un voto Infrangibile, in cui venne promesso a Samantha che lei avrebbe preso ad ogni luna piena la Pozione Niente – Lupo a piccole dosi. Parve soddisfatta.
-Bene, caro Remus, sei pronto ad ascoltare tutto? Qualcosa già la sai … certo te ne avessi parlato prima, avrei reso le tue giornate molto meno noiose.
-Sono qui per questo, parla. –la invitò Remus.
Allora, accompagnata da uno stupore generale, Samantha raccontò tutto quello che aveva fatto, nei minimi dettagli. Non trascurò nulla, rivelò dove aveva nascosto le pozioni, dove aveva lasciato i suoi corpi, come aveva catturato le altre persone, con tanto di nomi. Infine, l’ultima sua vittima, Remus, che non voleva più uccidere.
-Saresti stato bene con me, non ti avrei fatto mancare nulla e ti avrei reso felice. Invece, tu pensavi a quella mocciosa.
-Hai finito? –chiese Remus, stremato dopo ore di racconto, così come gli altri.
-Non ancora. Sappi Remus che, finchè vivo, tu non sarai mai al sicuro. Anche se sono qui, ad Azkaban. Quindi, guardati sempre le spalle. Guarda chi hai intorno. Stai attento. Non sono finita. Io ti voglio, e tu sarai mio!
Gli occhi di Remus si riempirono di terrore, e le scoppiò in una risata malefica.
-Ora basta! –esclamò Harry -L’incontro è concluso.
Appena pronunciò queste parole, Harry temette di essersi addormentato e di essere coinvolto in un incubo. Senza alcuna spiegazione, Samantha si era liberata ed era saltata addosso a Remus. Lui non ebbe nemmeno il tempo di provare a difendersi, che lei gli mise attorno al collo una delle catene che prima indossava. Era stata così veloce che gli altri nella stanza restarono impalati ma con le bacchette puntate.
-Provate a lanciare un incantesimo e gli stacco il collo! –Affermò la donna. Tutti restarono fermi, con le bacchette bloccate, mentre Kingsley entrò nella stanza e Piton cercava di tenere ferma Tonks, furiosa e urlante.
Samantha strinse forte la presa e diede un bacio a Remus  sulle labbra, togliendoli altro respiro. Subito dopo lo allentò e alzò le mani, arrendendosi.
-Sono stata aggressiva,mi dispiace,  ma era l’unico modo per salutarti come si deve!
Così la portarono via, mentre lei urlava:
-Sarai mio! Sarai mio! Stai attento.
Remus si aggrappò al braccio di Tonks, mentre con l’altra mano accarezzava il collo dolorante:
-Amore, stai bene? Merlino, lo sapevo, lo sapevo che avresti corso un grave pericolo con quella serpe …
Remus era paralizzato dal terrore. – Sto bene, sto bene .. – sussurrò, ma non ci credeva nemmeno lui.
-Razza di troll, a chi pensavate? Alle mucche? –disse la ragazza riferendosi agli Auror di guardia -Andiamo, Re, ti porto in ospedale.
-No, no, non in ospedale, basta … andiamo a casa … Stai attento … stai attento mi dice … -blaterava mentre tossiva.
-Non farci caso a queste parole. Sarà super sorvegliata, non potrà scappare, né tanto meno farti del male. Non lo permetterò.  –disse Kingsley, scioccato ma felice perché la faccenda si era conclusa nel migliore dei modi.
Nemmeno Harry parlava. Lanciò uno sguardo al professore leggendosi nel pensiero: non dovevano trascurare quella donna: tramava qualcosa, ancora.
 
 
La notizia della confessione della Gretchen si era diffusa rapidamente in quella giornata. Harry, Piton, Tonks e Remus erano nello studio dei due Auror ad attendere notizie da Kingsley. Prima di tornare nella sua cella, Samantha doveva firmare la sua confessione su cui poi si sarebbe fatto un incantesimo attraverso il quale niente poteva modificarlo. Così, sia Remus che tutti gli altri avrebbero avuto giustizia.
-Come diavolo ha fatto a liberarsi? Non mi sono accorto di nulla –Harry non si dava pace.
-Potter, quella donna è piena di risorse oltre che pazza. Smettila di sentirti in colpa.
-Severus ha ragione, Harry –confermò Remus –non si sa mai con lei …
-Se non fosse per il pancione che mi ritrovo le avrei dato io una bella lezione –disse Tonks.
Il Ministro tornò:
-Tutto a posto. Non ha fatto storie, adesso dobbiamo solo ritrovare le sue pozioni e i corpi non ancora rintracciati. E’ tutto finito, stavolta davvero.
-Quindi noi non siamo più accusati di niente? –chiese Piton.
-No, siete del tutto liberi. –rispose Kingsley.
Tonks tirò un sospiro di sollievo, mentre Remus si toccava ancora il collo livido. Quella dannata donna aveva voluto lasciarli un altro dei suoi segni.
-E Gideon? –chiese.
-Ecco, ci sarà un processo, e lui avrà sicuramente una condanna. Certo, ha molta stima da parte di molti membri della Commissione perché è stato uno degli Auror più grandi mai avuti ma … un male è un male …  allearsi con quella pazza è stato da incoscienti– rispose il Ministro.
-Come un processo? Vuol dire che dovrò parlare dell’accaduto davanti a tanta gente?
-Probabile … ma amico, sarà tra qualche mese …
-Porca puttana! –esclamò Tonks.
-Dora, non pensiamoci più … andiamo a casa, voglio dimenticare questa giornata …
-No. Dobbiamo andare in ospedale.
-Ti ho già detto che sto bene e non c’è bisogno.
-Egoista! Credi che gli ospedali aprano solo per te?
-Che vuoi dire Dora .. oh …
Solo allora gli uomini nella stanza parvero accorgersi del piccolo incidente.
-Mi si sono rotte le acque!
 
 
Piton ed Harry si trovarono, loro malgrado, fuori nella sala d’attesa ad aspettare notizie. Erano soli, e il tempo sembrava non passare mai.
-Abbiamo avvertito tutti, cosa aspettano ad arrivare? –domandò Harry.
-Arriveranno, tranquillo.
-Comunque, grazie professore. Per aver accettato di far da padrino a mio sorella. Certo, è …
- Dillo pure, disgustoso. Ti riferisci a me e tua madre, vero? Sono io che devo ringraziarti, Potter, per non aver interferito …
-No, sono affari da grandi. C’era una crisi tra i miei e … non erano miei affari. Punto. Comunque Elly è adorabile …
-E si, è tutta sua madre … comunque io adesso vado.
In quel momento arrivarono i Tonks con il piccolo Teddy, i Weasley e anche Sirius e i Potter.
 
Remus dimenticò i lividi che aveva al collo, dimenticò il brutto dialogo avvenuto poche ore prima, le descrizioni di come povere vite erano state spezzate. Adesso accarezzava lui la fronte della sua amata Dora, che aveva in braccio la loro bambina.
-E’ una femminuccia! Lo dicevo a Lily che era possibile …
La piccola aveva i capelli neri, proprio come Teddy appena nato.
-Chissà se anche lei sarà una Metamorfomagus … come la chiamiamo amore? –chiese Tonks.
-Io, Dora, avevo pensato di chiamarlo Dean se fosse stato maschio … come la foresta dove ci siamo ritrovati nel sogno. –disse Remus.
-Allora, visto che è femminuccia, Diana!Ti piace?
-Diana ,la dea della caccia, bellissimo … e sarà combattiva come il suo nome e sua madre … bellissimo.
-Oh, è molto combattiva. Ha resistito nella mia pancia per tutto questo tempo!
Baciò la sua amata. Ora non doveva far altro che godersi le sue piccole gioie.
 
 
 
La vita in casa Lupin venne davvero scombussolata dall’arrivo di Diana Andromeda Lupin. La piccola era una Metamorfomagus, come sua madre e suo fratello, ed era davvero adorabile.  Certo, per i due sposini non era facile gestire due bambini piccoli, per fortuna non lavoravano momentaneamente e potevano dedicare tutto il loro tempo ai due cuccioli. Teddy si arrampicava dappertutto e se non gli stavi dietro rischiavi di trovarlo per terra con un grosso bernoccolo. Diana era piccolina e la notte non voleva saperne di dormire.
Avere figli con la capacità di cambiare il loro aspetto era un enorme vantaggio. Come per Teddy, anche Diana cambiava colore di capelli in base al suo stato. Fluttuavano sempre sull’arancione o sul magenta quando era tranquilla, sul verde quando invece aveva il pannolino sporco e piangeva. Se aveva fame, erano rosso fuoco. Almeno i due coniugi non dovevano impazzire per capire cosa volesse!
 
 
-Altro che combattiva, è davvero una peste! –esclamò una sera Tonks, che stava cullando la piccola per farla addormentare, invano, mentre Remus cullava Teddy.
-Ha preso da te! –rispose suo marito.
-Come osi darmi pure tu della peste! –disse Tonks buttandogli il cuscino addosso.
Remus rise e guardò fuori dalla finestra. La luna piena risplendeva. E lui era con la sua famiglia, era sano, e non era pericoloso per loro.
-Pensi quello che sto pensando, Re? –chiese la ragazza.
-Si, Dora. E sono troppo felice.
-E pensare che poco tempo fa ero sola come un cane in questa casa … ora non c’è un attimo di silenzio! E sai che ti dico, meglio così!
-Hai ragione, amore. –si avvicinò per darle un bacio.
-Allora, Remus, non mi hai ancora parlato del tuo incontro con Gideon, oggi. –chiese Tonks, sperando che fosse il momento giusto per porre quel quesito.
-Bene –rispose Remus tranquillo –devo dire bene. Si congratula con noi per la bambina e … mi sembra davvero pentito Dora. Lo si legge negli occhi. Mi ha chiesto scusa per tutto quello che mi ha fatto … e io sento di potergliela dare un’altra possibilità.
-Ma, Remus, sei sicura di riuscire a perdonarlo?
-Si, Dora. Akzaban è già una punizione piuttosto pesante. E poi, lui è stato uno degli Auror più rilevanti durante la prima guerra contro Lord Voldemort, non possiamo dimenticarlo. Ha dato la sua vita, così come Fabian … spero che anche Molly la pensi come me. Sono i suoi fratelli in fondo. D’altro canto, sei tu che mi hai fatto capire quanto è importante avere un’altra chance, no?
-Bah, sei il solito sdolcinato! E va bene, mi hai convinta! Visto che i tuoi momenti depressi allora sembrano passati, che ne dici di portare questi marmocchi a letto e di ricordarci che non siamo solo mamma e papà, ma siamo anche due splendidi maghi che non si sono visti per lungo tempo e, insomma, meritano un po’ di divertimento?
-Molte esplicita, Dora.
 
 
Ma per un’ altra persona, la luna piena era arrivata. Come promesso dal Ministero, Samantha poteva bere la pozione da lei inventata. Piton si era preso l’incarico di consegnargliela secondo le dosi stabilite. L’uomo venne condotto davanti alla cella di Samantha.
-Ti aspettavo, Severus. La notte è vicina.
-Bene, allora. Sei sicura di volerla prendere? –chiese il professore.
-Certo, Sev. Che modifiche le hai fatto?
-Una dose minore con meno pozione sonnellino all’interno. Ma non è detto che funzioni a dovere.
-Tranquillo, sono disposta a qualunque rischio pur di tornare normale; –rispose lei prendendo la provetta che Piton fece passare attraverso le sbarre –se dovessi morire, addio Severus.
Senza aggiungere altro, Samantha bevette la pozione tutta d’un sorso.
 
 
Ciao a tutti! Confermo che è il penultimo capitolo … poi ci sarà l’epilogo ed è finita … piango già … sarà il momento dei ringraziamenti … ok basta. Poi vedrete cosa succederà a Samantha … comunque vi è piaciuto? I Lupin hanno avuto una bambina!!! Vi piace il nome? Ho ricercato e in effetti Diana è proprio il femminile di Dean … quindi eheheh
Un bacio a tutti e vi invito all’ultimo (per il momento) appuntamento!

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Capitolo 40
*** Epilogo ***


Epilogo
 
-E adesso come passerai il tempo, Albus? –domandò Piton, godendosi il suo nuovo studio.
-Sai come sono fatto Severus. Mi piace leggere, passeggiare, riflettere.
-Sapevo com’eri fatto, Albus, ma devo ammettere che negli ultimi tempi ti sei rivelato, come dire, “bizzarro”, anzi, non so come definirti …
-Mi prendi in giro?
-Ovvio. Quindi non ti dispiace aver lasciato il tuo posto?
-Certamente. Ma, nella mia posizione, non posso restare. Remus ha ragione: sono rimasto anche troppo a lungo dopo quello che ho fatto. Leggo ancora nei suoi occhi il disprezzo per quello che ho fatto a Molly e a Gideon. Anche a lui.
-Tuo figlio ti stima, lo sai. Si è sempre fidato di te.
-Si, ma anche lui pensa che le mie dimissioni siano giuste. E credo che nemmeno sarebbe tornato a fare questo lavoro se fossi rimasto, soprattutto ora, che la notizia è di dominio pubblico. Sai che ti dico, Severus, quasi quasi mi ritiro un po’ … magari vado a stare un po’ tra le montagne. Così sparirò un po’ dalla circolazione e la Gazzetta eviterà di scrivere su di me.
-E quindi il grande Silente sparisce dalle scene …
-Era inevitabile. Voglio lasciare spazio ai giovani. Tu e Remus, dopo tanta sofferenza, avete diritto a un po’ di pace e, perché no, anche di soddisfazioni.
-I nostri figli sono le nostre soddisfazioni. Tutto il resto è futile. Ora che esiste Eillen, la mia vita ha preso una piega diversa. Sento di nuovo un motivo per vivere, legato pur sempre a Lily. Ma questa volta si tratta di nostra figlia. Mi chiedo come abbia fatto tu ad andare avanti credendo di aver perso un figlio. –disse Piton con voce dura.
-Non lo so, Severus. Ma ti assicuro che dentro avevo un grande dolore, aggiunto a quello di aver perso la mia amata sorella e tutta la mia famiglia. Almeno ora si è placato. E ne sono felice.
 
 
-Dove è finito? Maledizione! –esclamò Harry con rabbia.
-Vuoi stare calmo? Lo troverai, prima o poi. –Ginny cercava di calmarlo.
-Sono giorni che non lo trovo, Ginny! Da quando io e Ron siamo andati a pedinare tuo zio! Poi sono venuto qui alla Tana, mi sembra, con il mantello, e da allora non l’ho più rivisto da che ho memoria!
-Dai, Harry! Spunterà quando meno te lo aspetti … ora pensiamo a noi …
-Va bene, mi calmo.
Ginny si appoggiò al petto di Harry, che tanto gli dava conforto.
-Sai, Harry, pensavo a questa cosa di mia madre …
-Cioè?
-Al fatto che aveva solo 15 anni quando ha avuto il suo primo figlio … vuol dire che, insomma, anche se immaginarla insieme a Silente è inquietante però …
-Ho capito, Ginny. Non ci sarebbe nulla di male. Se lo vuoi tu, lo voglio anche io.
E fu così che i due giovani si assaporarono l’un l’altro per la prima volta.
 
 
 
Molly e Arthur scherzavano vivacemente:
-Allora, com’è andata da Gideon? E Fabian? Davvero lo hai invitato a pranzo?
-Certo, Arthur. In fondo, come dice Remus, se voglio che i nostri figli lo considerino come un fratello, devo prima dare loro il giusto esempio. Se sto anche io in pace con i miei fratelli, lo saranno anche loro.
-Tranquilla, Molly. Percy è arrabbiato perché noi ci siamo quasi lasciati, e dà la colpa al povero Remus. Bill … Bill capirà, come sempre. Charlie anche … gli altri invece sono entusiasti dal primo giorno che l’hanno saputo, no?
-Oh si, Arthur, anche se non sapevamo come lui stesse … per fortuna è sano e salvo, è questo che conta.
-Giusto, Molly. Quella pazza ha avuto la punizione che meritava.
 
 
 
Silente era andato a trovare Remus, spiegandogli le sue intenzioni di allontanarsi per un po’ dalla vita frenetica.
-Sei proprio sicuro della tua decisione? Non lo devi fare per me, se pensi questo. –disse Remus.
-No, lo faccio per la mia vecchiaia. –rispose l’anziano con un sorrisetto –A proposito, Remus. Tu stai bene?
-Se ti riferisci alla situazione di Samantha, non riesco ad essere dispiaciuto. Anzi, dopo il nostro incontro continuavo a pensare alle minacce che mi ha fatto, e avevo anche paura per Tonks e per i miei bambini. Sarò crudele, ma mi sento sollevato sapendo che è innocua.
-Non sei crudele, caro. I tuoi sentimenti sono più che giusti. Oltretutto, tu ti sei risvegliato dal coma dopo pochi giorni. Potrebbe succedere anche a lei.
-Infatti! Ma adesso almeno so che non ci farà alcun male perché non può. Mi infastidisce solo il fatto che non stia ricevendo la punizione che merita. Doveva essere torturata. –Remus strinse forte i pugni, arrabbiato. –Mi chiedo come abbia fatto a liberarsi l’altra volta! Spero solo che sia ben sorvegliata!
-Certo, caro, certo. Ma adesso non pensarci più. Se avrai bisogno di qualsiasi cosa, io ci sono. Ti faccio gli auguri per il tuo nuovo anno, sarà un bel ritorno! Sei mancato molto ai tuoi alunni!
-Ti ringrazio. La cosa vale anche per me.
Albus si alzò e si diresse verso la porta. Prima si girò nuovamente e disse:
-Meriti solo di essere felice. Sono orgoglioso che sia proprio tu mio figlio.
Senza lasciare il tempo a Remus di assimilare le parole e di controbattere, il vecchio uscì e si smaterializzò. Per un po’ di tempo non si sarebbe visto in circolazione.
 
 
Percy non aveva bisogno di chiedere permessi, in quanto, essendo segretario del Ministro della Magia, era molto conosciuto. Lo fecero entrare nell’infermeria della prigione di Akzaban senza problemi. La paziente detenuta che stava visitando, un pezzo grosso, effettivamente, era stesa nel letto, immobile, profondamente addormentata.
-Io continuo a fare la mia parte, Samantha. Vorrei che tu facessi la tua, il prima possibile. –Le sussurrò all’orecchio.
Poi  le lasciò una provetta tra le mani e andò via.
 
 
 
 
Remus e Tonks stavano passeggiando nella foresta di Dean. Non ci erano più tornati da allora, il giorno del salvataggio. Ora, la neve aveva lasciato spazio ad una stupenda vegetazione e gli alberi erano rinvigoriti. Passarono dove, tempo prima, c’era quella grotta andata distrutta.  Quello fu uno degli ultimi passi che andavano fatti: ora dovevano andare avanti, vivere la loro vita, dopo che, ancora una volta, gli era stata concessa la possibilità, con i loro piccoli bimbi colorati. Per Remus, che qualche anno prima era solo senza un soldo e senza nulla da mangiare, ora aveva davanti una prospettiva diversa: aveva una donna che amava alla follia, due bambini sani e stupendi, aveva trovato i suoi veri genitori e i suoi fratelli. E … si, era sano. E finalmente riusciva ad accettare questa cosa con la giusta gioia.
 Mentre il sole tramontava, i loro occhi pieni d’amore si incontrarono, dicendosi silenziosamente che non si sarebbero mai lasciati e che, grazie al loro amore così forte, anche le difficoltà più dure si sarebbero superate. Come, appunto, era accaduto.
FINE
 
 
Spazio autrice:
Ok … ho concluso la mia prima long. Non ci posso credere, davvero, sono molto emozionata. Mi è piaciuto troppo scrivere. Avevo previsto un epilogo molto più corto, come il prologo, con la conclusione finale, ma poi ho pensato a questo. Spero non abbia deluso le vostre aspettative. Ho lasciato qual cosina in sospeso, ho intenzione più in là di scrivere una storia collegata a questa, una sorta di continua …  sempre se vi farebbe piacere, ma lo farò comunque, vedremo solo  quando! Rimaniamo che, Silente si ritira a vita privata, ad Harry è sparito il mantello, Samantha è in coma … o no? E Percy? Cosa voleva dire con la mia parte? UUU vedremo vedremo!
Se qualcosa non vi è chiara, me lo dite così vi rispondo!
 Angyp si iscrive nel 2009 su Efp e su Acciofiction come lettrice, ma non sa usare molto il sito, né sa come rilasciare recensioni. Ho letto molte storie su Remus e Tonks, la mia coppia in assoluto preferita, di cui piango ancora la terribile fine che è stata loro destinata. Forse, se questa storia è riuscita, è proprio da quello che ho imparato leggendo.
E’ il momento dei ringraziamenti!!!!
Allora, ringrazio che ha messo la storia nelle preferite, nelle seguite e ricordate.
Chi ha lasciato e lascerà recensioni: da quando ho iniziato a riceverle, scrivere è stato molto più piacevole, e non vedevo l’ora di leggere i commenti!
Grazie per l’entusiasmo trasmessomi, per i complimenti, ma anche per gli errori segnalati, soprattutto quelli di scrittura.
Ecco, sono commossa … grazie ancora e spero di poter scrivere la continua.
Angyp

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