Redention

di Sutcliffe_Beast
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Red ***
Capitolo 2: *** Reborn ***
Capitolo 3: *** Routine ***
Capitolo 4: *** Remains ***



Capitolo 1
*** Red ***


 

Redention: Red

 

Protagonisti: Madame Red, Grell Sutcliffe.

 

 

 

La notte era scesa silenziosa su una altrettanto taciturna Londra. La Luna risplendeva di una luce opalescente, che inondava le insolitamente deserte strade.

La nebbia accarezzava il tetto di Westminster Abbey, in un vortice di soffocante tranquillità.

Una motosega dilaniò il silenzio che si era creato.

Grell Sutcliffe si ergeva dritto e sicuro sul tetto di una casa, sorridendo al viso pallido della Luna.

I capelli rosso fuoco spezzavano la monocromia della notte. Ogni cosa di quella figura era una dissonanza nella sempre uguale melodia della routine.

 

Eppure vi sono dissonanze che stanno bene,

in certe melodie.

 

Il compito di quella rossa sagoma era forse la mansione più inquietante di tutte: portare via le anime.

Un sorriso si allargò sulle sue labbra, scoprendo l'inusuale dentatura di squalo. A lui, tutto sommato, piaceva privare gli insignificanti esseri umani della loro altrettanto insignificante vita.

Grell balzò giù dal tetto, atterrando retto in un vicolo buio.

 

Sotto gli occhi della Luna

una macchia vermiglia

carezzava il grigio marciapiede.

 

Ed il dio della morte si soffermò ad osservarla. Perché il rosso era il colore della passione, ed il colore della morte. Il rosso era ciò che più gli piaceva.

In un angolo di quel buio vicolo dimenticato dall'umanità vi era una donna.

 

Mani e viso rossi.

Capelli rossi.

Veste rossa.

 

Sotto di lei giaceva inerte una povera vittima, a cui la carnefice si era curata di asportare l'utero.

Le aveva sottratto la vita, indiscriminatamente.

Proprio come faceva lui.

Grell sorrise nuovamente, mentre la donna in rosso si voltava a guardarlo, con occhi vacui.

 

-Che bel lavoro che hai fatto- disse allegramente, avvicinandosi a passi sicuri.

 

Un dio della morte,

rosso,

coprì con la sua cupa ombra la donna.

 

-Sai, capisco perfettamente ciò che provi...- continuò accorciando sempre più le distanze.

-Potremmo collaborare, Madame Red- la donna in rosso sembrò non reagire, ma in realtà aveva capito, sentito benissimo. Grell le porse così una mano, macchiandosi i guanti di sangue. Vermiglio sangue.

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Capitolo 2
*** Reborn ***


Redention: Reborn

 

Protagonisti: Agni, Soma.

 

Il pomeriggio era ormai quasi finito, e lasciava spazio al crepuscolo. Il Sole salutava le campagne, dissolvendosi in una distesa di cielo fattosi dorato. Quella giornata ormai giunta al termine avrebbe dovuto essere calda, tipicamente estiva.

 

Eppure, quel tramonto,

di estivo non aveva proprio nulla.

 

Agni porse il viso alla finestra, venendo però ferito da un gelido alito di vento, anziché accarezzato da tiepida brezza. Quel vento non aveva nulla a che vedere con il caldo vento indiano, cui era abituato. Gli inglesi, quella, la chiamavano estate.

L'estate arrivava per sghiacciare i cuori, liberare i verdi alberi dalla neve, in modo che i fiori potessero sbocciare sotto i raggi del sole.

 

Per lui l'estate significava

Rinascita

 

Eppure ciò che gli inglesi vedevano in quella gelida appendice dell'autunno non somigliava neanche vagamente a ciò che vedeva Agni. Il grigiore del britannico cielo estivo era esattamente uguale a quello invernale.

 

Perché questa concezione era così...

Diversa?

 

Probabilmente perché in India è sempre estate. Probabilmente perché Agni sapeva veramente cosa volesse dire “Rinascere”.

Perché lui, il Sole estivo, lo aveva visto veramente.

Perché quel Sole era riuscito a sciogliere le gelide catene che lo imprigionavano alla sua vita.

 

-Agni!! Vieni! Che ci fai lì impalato davanti alla finestra??-

 

Agni sapeva benissimo di chi era quella voce: Soma.

Allora il ragazzo si volse, incontrando lo sguardo del suo padrone.

 

In quel momento l'aria gelida smise di ferire il volto di Agni.

Quella era rinascita.

Colui che gli aveva permesso di ricominciare.

Quello era il suo Sole.

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Capitolo 3
*** Routine ***


Redention: Routine

 

Protagonisti: Mey Rin, Finnian, Bald.

 

 

 

Il mattino.

Sinonimo di inizio.

Inizio di una nuova giornata.

Inizio di una nuova giornata all'insegna della normalità.

 

E gli uccellini cantavano, in cima ai rami avvolti dalla bruma mattutina.

E dal suolo si sollevava un sottile velo bianco, quasi fosse fumo.

L'aria del mattino si insidiava sotto le vesti, poi sotto pelle, fino a penetrare nelle ossa.

Ma non era fastidioso.

 

Era questione di

Abitudine.

 

La servitù di casa Phantomhive apprezzava tutta quella quotidianità, e allo stesso tempo la temeva.

La paura di sbagliare, di combinare guai, era forte.

Perché la routine era un concetto ancora astratto a quella servitù.

Ognuno di loro doveva fronteggiare una sfida diversa.

 

Bald si svegliava per andare a combattere sul campo di battaglia che più temeva: la cucina.

Tutta quella flemmatica calma, il silenzio...

 

Una normalissima cucina,

si trasformava in qualcosa di nuovo

e sconosciuto,

agli occhi di quella servitù.

 

E così era anche per Finnian. Lui, che aveva il compito di prendersi cura di fragili germogli e gracili ramoscelli. Lui, che ci provava, ma la sua forza non glielo consentiva.

Perché un ragazzino normale strappa con spietata delicatezza i petali dalla margherita.

 

Per quanto quella normale azione risultasse semplice

lui non ci riusciva, ma provava.

E provando estirpava gli alberi del giardino, con tutte le radici.

Ma andava bene, a quella servitù.

 

Meyrin. Anche lei conduceva una battaglia tutta sua. Infatti riuscire a camminare e trasportare preziosi pezzi d'argenteria allo stesso tempo era pressoché impossibile. Era maldestra.

E quegli occhiali proprio non aiutavano.

 

Lei era brava a destreggiarsi con i fucili,

non con pregiati servizi da thé.

Ma quello non era più roba da

quella servitù.

 

Perché era cominciata una nuova alba. E la normalità si insidiava sotto le vesti, poi sotto pelle, fino a penetrare nelle ossa.

Ma non era fastidioso.

 

Era questione di

Abitudine.

 

 

 

 

 

 

 

 

Piccolo angolo di Pazzia:

Eccomi qui con un nuovo capitolo di Redention.

Mi scuso per i tempi che ci ho impiegato, ma gli esami, purtroppo, non risparmiano nessuno, nemmeno la sottoscritta -___-

Ebbene, colgo anche l'occasione (oh oh che termini da intellettuale) per ringraziare tutti i lettori, e a dire un grazie speciale a chi mi ha recensita, grazie veramente, spero di continuare a ricevere recensioni positive :)

Parlando del capitolo... è stato difficile (scriverlo). Mi sono impegnata molto per riuscire a descrivere in maniera discreta questi tre personaggi, che di solito sono solo parte dello sfondo.

Giuro che la prossima volta scriverò di personaggi un po' più “popolari” :D

Spero (prego) che vi piaccia, e ancora grazie ;D

 

Sutcliffe_Beast

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Capitolo 4
*** Remains ***


Redention: Remains

 

Protagonisti: Joker, Noah's Ark Circus

 

 

 

Nulla sarebbe stato più come prima.

Fortunatamente.

 

Perché nessuno in quella compagnia (soprattutto lui, Joker) avrebbe voluto tornare per strada,

a morire di fame.

Ed anche perché per un certo periodo erano stati tutti felici.

Un periodo breve, certo.

Ma degli occhi che la felicità non l'hanno mai vista sono facilmente accontentabili.

Delle labbra che non hanno mai assaggiato i sorrisi sono facilmente saziabili.

E allora quell'allegria rimaneva chiusa nei cuori, come le braci nel camino.

Anche se si attraversava un periodo difficile.

Anche se si era separati.

 

Nulla sarebbe stato più come prima.

Sfortunatamente.

 

Perché era sempre più difficile andare avanti, non provare dolore.

Un vento gelido affievoliva sempre più quel fuocherello che tenevano nel cuore.

E i tempi bui non facevano altro che logorare ciò che di loro rimaneva.

Quasi fossero bambole dimenticate. Orrende bambole a cui mancava un pezzo.

La felicità rischiava di scatenare in loro una reazione allergica.

 

Perché le loro labbra erano troppo arrugginite ed inesperte per sorridere.

Ed i loro occhi ancora abbagliati da quel raggio di Sole che squarciò le loro tenebre.

 

No. No, almeno lui. Lui doveva sorridere. Doveva farlo per tutti.

Perché lui era l'unico che sapeva farlo, e che poteva insegnarlo agli altri.

Doveva farlo per evitare l'oblio vero e proprio.

 

Sorridere per non impazzire.

Non importa se forzatamente.

Sorridere per non ricordare.

Non importa se il ricordo è quello buio della fame

o quello rassicurante della felicità.

 

-Joker! Che ci fai lì? Tra poco cominciamo!, dice Wilde- Una voce poco distante richiamò l'attenzione di Joker, distogliendolo dai suoi cupi pensieri.

-Snake... Arrivo subito...- Rispose sorridendo.

 

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