Dancing Leaves

di Artemisia89
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Lost [Kakashi/Sakura] ***
Capitolo 2: *** Foreshadowing [Itachi/Sasuke] ***
Capitolo 3: *** Broken Doll [Hinata] ***
Capitolo 4: *** Excitement [Shikamaru/Temari] ***
Capitolo 5: *** Dream [Naruto/Sakura] ***
Capitolo 6: *** Awake [Sakura] ***
Capitolo 7: *** Love takes time [Gaara/Temari] ***
Capitolo 8: *** The Hours [Neji/Tenten] ***
Capitolo 9: *** Flowers [Rin] ***
Capitolo 10: *** Mechanics[Sasori] ***
Capitolo 11: *** Day & Night [Oro/Anko] ***
Capitolo 12: *** Tears[Ino/Sakura] ***
Capitolo 13: *** Shadow in their eyes [Hinata/Neji] ***
Capitolo 14: *** Farewell [Yondaime centric/Naruto] ***
Capitolo 15: *** Red vortex [Asuma/Kurenai/Itachi] ***
Capitolo 16: *** [Sai] Artist ***
Capitolo 17: *** A drunk soliloque[Ino/Shikamaru] ***
Capitolo 18: *** Dancing Leaves - Ending theme. ***



Capitolo 1
*** Lost [Kakashi/Sakura] ***


Lost [Kakashi/Sakura]

 

 

Perché piangi?

Perché?

 

 

Quando Sakura glielo aveva detto, per la prima volta, l’aveva guardata negli occhi, a lungo, quasi stupito.

Sakura aveva voltato la testa, e poi se ne era andata, mentre lui era rimasto lì, con il fiato sospeso a guardarla andare via.

[La tua cicatrice sembra la striscia di una lacrima, maestro Kakashi]

Dopo quel giorno, si era sorpreso a posare fin troppo spesso i suoi occhi su di lei: mentre si allenava, scivolava silenzioso accanto alla sua figura, per correggerle dei movimenti, e a volte la faceva restare fin oltre il tramonto, fino a notte inoltrata, quando ormai solo le stelle e gli spiriti brillavano, e Sasuke e Naruto già dormivano nei loro letti.

Voleva capire.

Kakashi la guardava muoversi con gli occhi della mente, mentre si chiedeva cosa avesse potuto vedere una bambina in quella cicatrice, quanto una bambina potesse conoscere del dolore.

Frugava nelle sue parole, e cercava quella maturità, quell’esperienza che Sakura doveva necessariamente possedere per capire il significato di quella lacrima antica, impressa sulla carne.

E non si accorse di essere ormai perso.

Il sentimento arrivò in sordina, in maniera quasi subdola, in una carezza istintiva, in un bacio non richiesto, in degli occhi spaventati, desiderosi.

E non si accorse di essere ormai perso.

[ Maestro, posso provare ad asciugarla? Posso?]

 

 

 

A/N

Chiedo a scusa a tutti quanti se magari non sembra chissà quale grande cosa. Veramente, mi dispiace. Ma voglio provare a cimentarmi in questo genere. È stuzzicante.

Non sono ancora tanto brava per cercare di trattare tutte le coppie, ergo alcune le lascerò stare. Magari un giorno, chissà…

L’ispirazione di scrivere Dancing Leaves è venuta ieri pomeriggio, con la pioggia, mentre guardavo alcune immagini.

È incredibile quante storie puoi trovare in un disegno.

Concludo facendo i miei più sinceri complimenti a quelle autrici che fino ad adesso hanno scritto drabble su Naruto e naturalmente, non posso che citare Suzako ed Helen Lance. Siete bravissime, tanto di cappello. -.-

 

Next => Foreshadowing [Itachi/Sasuke]: " C’era qualcosa negli occhi di Itachi, che Sasuke non capiva."

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 2
*** Foreshadowing [Itachi/Sasuke] ***


 

 

Foreshadowing [Itachi/Sasuke]

C’era qualcosa negli occhi di Itachi, che Sasuke non capiva.

[che odiava]

Negli ultimi periodi cenava sempre più di rado insieme a loro: restava fuori, ad allenarsi e c’era gente che diceva di vederlo, nel buio della foresta. Appena un’ombra insieme ad altre ombre.

[i suoi occhi rossi]

Sasuke, nei rari momenti in cui riusciva a scambiare qualche parola con lui, alzava gli occhi verso il suo volto e incontrava il suo sguardo, e per quanto si sforzasse di capire, quel maledetto presagio, si nascondeva, scompariva sempre.

C’era qualcosa che non andava in suo fratello: qualcosa come un lampo di follia, come un presagio di assassinio, come una promessa di morte.

A volte, come uno spirito, si lasciava vedere, per poi svanire, come un animale raro e pericoloso, per poi tornare alla sua calda tana.

Quando era con lui l’aria diventava fredda, quasi si vedeva il respiro condensarsi in buffe nuvolette di vapore. Itachi guardava Sasuke e restava indifferente.

[Magari un’altra volta Sasuke]

Ma a volte tutto si trasformava in un piccolo, fastidioso tarlo che disturbava il sonno stanco di Sasuke, i suoi sogni infantili. C’era questo allarme silenzioso, così insistente che gli faceva formulare domande imbarazzanti.

[Come puoi dubitare di tuo fratello?]

Ma Sasuke, alla fine non ci badò, d’altro canto restava pur sempre suo fratello.

[Perché i fratelli grandi non fanno mai del male a quelli più piccoli e Itachi verrebbe sempre a proteggermi se fossi in pericolo]

Vero?

 

 

 

 

***

 

 

 

A/N

Volevo premettere una cosa, che forse è stata fraintesa. Colpa mia, non mi sono spiegata bene…ù_ù

Volevo dire che non tratterò solo di "coppie", e non solo in relazione a sentimenti di tipo amoroso e basta. No, assolutamente. Tratterò di amore filiale, amicizia, odio, rancore, affetto, paura e prenderò anche i personaggi singolarmente.

Ecco perché quando mi chiedono di scrivere Naru/Sasu e io rispondo di si, non vi aspettate yaoi ( non credo di essere buona a scriverle, e poi non mi piacciono moltissimo, sorry Scintilla, non sono la persona giusta).

Questa di oggi è tra queste!

Volevo provare a pensare come Sasuke bambino, che guarda il fratello e non capisce cosa non vada, per quanti segnali possano lanciare i suoi occhi. è_è Da qui il titolo.

Ringrazio tutte le persone che hanno commentato: grazie, veramente!

Artemisia

 

 

Next=> Broken Doll [Hinata]: " Hinata lo aveva sempre saputo, che in realtà, era come una bambola rotta"

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 3
*** Broken Doll [Hinata] ***


 

 

 

Broken Doll

 

Hinata lo aveva sempre saputo, che in realtà, era come una bambola rotta.

Inutile.

Il meccanismo inceppato, gli occhi troppo vitrei.

In realtà lo aveva sempre saputo, che continuare a respirare non serviva a nulla e che non c’era fiore che potesse vincere il grigiore soffocante del giardino degli Hyuga.

I giorni...

Lei di bambola ne aveva avuta una sola, e si era rotta il giorno del suo terzo compleanno.

[in una fuga precipitosa, in un disturbato dormiveglia]

[nell’urlo di un bambino che veniva marchiato, messo in gabbia]

La sua vita era come una foto in bianco e nero. Una foto stracciata, abbandonata in una pozzanghera scura, dopo un litigio.

Erano tutti quanti lì, a discutere del suo destino, già deciso. Ad incolparla del loro.

Per la sua incapacità, per la sua inadeguatezza.

Peccato che loro non capissero, che non serviva a nulla guardarla ancora con tanto odio, la frattura era già arrivata in profondità, fino al cuore.

I giorni andavano, tranquilli, tutti uguali…

Non c’era più bisogno di continuare, pensava con una calma e con una pace che non aveva mai provato prima d’ora, con una tranquillità che somigliava paurosamente alla rassegnazione.

I giorni diventavano sempre più grigi, sempre più impalpabili, sempre più solitari, come se tutto sparisse sotto una coltre di candida neve…

 

 

[Lo zio aveva proprio ragione]

Hinata si uccise fuori dalla tenuta Hyuga, quasi a rivendicare un ultimo diritto di libertà, nella morte.

Fuori dalla tenuta…perché voleva morire guardando il colore del cielo sereno, senza le promesse della pioggia, perché voleva guardare quei colori brillanti, tanto forti da farle male.

 

***

 

Per Suzako: grazie per il commento, mi ha fatto riflettere molto durante la stesura degli altri capitoli. Sono stati dei giorni veramente tormentati! Sono arrivata alla conclusione che per il carattere che ho, non riuscirò a seguire fedelmente il manga: da questo, beh...mi dispiace che la drabble precedente non ti abbia convinto, ma ha convinto me, mi ha soddisfatto, era quello che volevo. Ti ringrazio ancora, sinceramente. Un'ultima cosa...parlami di questa Naruto/Sakura: in che termini? Amicizia o amore? Perchè ho già qualcosa in cantiere. Fammi sapere.

Per Scintilla: Cara, che dire! Il tuo commento ha risollevato quella che era una giornata pessima. Sono contenta che tu condivida la mia scelta di trattare non solo di coppie, e del fatto che non sempre il manga verrà rispettato. In ogni caso, cercherò di fare del mio meglio, perchè i vostri commenti mi stimolano a dare sempre di più. Grazie mille anche a te.

Naturalmente, grazie anche a tutte quelle persone che hanno commentato fino ad adesso, ed un ultimo avviso. Quello che ho detto prima non significa assolutamente che i personaggi saranno sballati, o palesamente o/e eccessivamente OOC, e se lo saranno sarà per mio errore.

 

Next=> Excitement [Shikamaru/Temari]: " Temari sentiva i suoi occhi ovunque"

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 4
*** Excitement [Shikamaru/Temari] ***


 

Excitement [Shikamaru/Temari]

 

 

Temari sentiva i suoi occhi ovunque su di lei, che le accarezzavano i capelli, che le sfioravano il collo abbronzato, che indugiavano sulla bocca.

E ne aveva quasi paura.

E in fondo, sarebbe stato normale averne, provare semplicemente paura o fastidio o irritazione.

Ma c’era dell’altro.

Temari si leccò le labbra, secche, sentendo il solito, retrogusto di rossetto che doveva portare nelle occasioni ufficiali.

Una parvenza di eleganza, lei, che se ne rivestiva nelle sue battaglie più cruente.

Mosse più velocemente il ventaglio nero, aprendolo con uno scatto impulsivo del polso.

Cos’era?

Lo sapeva cos’era, oh si che lo sapeva, anche se non ne ricordava il nome.

Proprio per questo la ignorava.

Stavano giocando alla preda e il cacciatore, sia chiaro, ma il bosco era grande e se Temari avesse resistito fino alla fine della serata allora forse sarebbe stata al sicuro.

Accavallò le gambe, dannandosi per l’ennesima volta per la scelta del vestito

[ e la pelle le bruciava, in quel freddo]

e sbuffò.

[e la pelle bruciava dal desiderio]

Lasciò vagare nervosa, lo sguardo sulla sala, finché non lo vide laggiù, nell’ombra, con gli occhi che brillavano, con quegli occhi che avevano perso l’opacità della noia e che sembravano diventati ad un tratto dannatamente pericolosi.

Temari deglutì, fissandolo ancora per un po’.

 

 

Ah, ecco cos’era.

L’eccitazione.

 

***

A/N

Dunque...è stata la drabble più immediata di tutte. Ho tentato di cambiarla, giusto tentare di farla andare in un modo diverso, ma non c'è stato proprio verso. Accettatela così com'è. -_- Io volevo dare una certa emozione...beh, fatemi sapere cosa vi ha trasmesso.

E soprattutto...Buon Anno ragazzi.

Con affetto..Artemisia

 

 

 

Next=> First part: Dream[Naruto/Sakura]: " Era partito in missione e lei non aveva potuto opporsi."

 

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Capitolo 5
*** Dream [Naruto/Sakura] ***


 

 

Sakura era seduta, compostamente, sulla sedia, con un vago accenno d’inquietudine negli occhi.

Come accadeva da giorni, ormai…

Lisciava il vestito chiaro, si guardava attorno, sbirciava attraverso i vetri puliti delle finestre, in cerca di lui.

Era partito in missione e lei non aveva potuto opporsi.

E così, aspettava. Calma e paziente all’apparenza, immobile, come la superficie di un lago, mentre in realtà l’ansia e la paura la divoravano dall’interno lentamente, come un fuoco che lambiva il suo cuore.

Piano, in silenzio.

[Un giorno ci chiesero di parlare della venticinquesima dottrina ninja e come sempre io risposi…che un ninja non deve esprimere i propri sentimenti in nessuna circostanza…]

Aveva semplicemente chinato la testa davanti a Tsunade-hime e aveva accettato, quasi spavalda, mentre in realtà una singola goccia di sudore freddo scivolava sulla sua carne, facendole rabbrividire la schiena. Lei avrebbe seguito Naruto, sarebbero stati insieme, per un po’, ma poi avrebbe dovuto lasciarlo andare via, avrebbe visto le sue spalle allontanarsi e diventare un piccolo punto indistinto nella linea dell’orizzonte.

Maledetta la sua inutilità.

Lei era tornata dalla missione una settimana prima, mentre Naruto no.

Lui era rimasto lì, a combattere, insieme alla squadra ANBU.

La tigre rossa, pensò amaramente Sakura.

Com’era giusto che fosse…

Sakura notò che uno dei fiori sistemati nel vaso scuro sul tavolo si era seccato, con un gesto d’irritazione si alzò, lo tolse dal vaso, attenta che non una sola goccia d’acqua sgocciolasse sul tavolo e lo gettò via.

Tutto doveva essere perfetto.

L’orologio segnava il tempo con incedere irritante, quel dannato ticchettio sembrava quasi il gocciolare di qualcosa.

[di sangue]

Un singolo raggio d’oro vagabondò fino al suo anello, un raggio di quel sole morente, che scendeva ad ovest, che scandiva la fine di un altro giorno.

Sakura si lasciò sfuggire un sorriso imbarazzato, di bimba.

E poi alla fine lui arrivò: l’ansia le mozzò quasi il respiro. Aveva già capito chi fosse ancor prima che la porta si aprisse, che i suoi occhi azzurri si posassero sulla loro casa e quando arrivò lo abbracciò a lungo, lo baciò come non aveva mai fatto e capì quanto veramente si arrivava ad amare qualcosa o qualcuno quando si sta per perderlo. Morì e tornò a vivere sulle labbra di lui, sparì nel suo abbraccio, si adattò al suo corpo e pensò di essere piccola, troppo piccola e troppo fragile per un amore così grande.

 

A/N

Spero solo di riuscire ad aggiornare in tempi decenti. Sapete com'è, gennaio, quello vero, è arrivato.

Artemisia

Next => Second part: Awake [Sakura]: "A veva sognato di nuovo un ritorno che non era avvenuto"

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Capitolo 6
*** Awake [Sakura] ***


Awake: second part [Sakura]

 

 

Sakura aprì gli occhi con un gesto delicato, noncurante del buio.

Di quel buio che faceva ormai parte della sua vita.

[Perché è così che si diventa quando il sole va via]

Sorrise amaramente all’oscurità, senza nemmeno provare a nascondere la verità: aveva sognato di nuovo.

[Anche se solo per un attimo, uno solo, aveva pensato che…]

Scostò le lenzuola candide, poggiò le bianche gambe al pavimento e accompagnata dal filo di vento che entrava dalla finestra dimenticata aperta, uscì dalla [loro] camera da letto.

Sakura aveva sognato ancora un ritorno che non era avvenuto.

Si mosse nel buio senza preoccuparsi di nulla, con una familiarità sconcertante, avvilente, disarmante, orribile.

La solitudine invadeva quella casa come faceva con quell’anima, come un parassita e continuava ad invadere la Sakura sveglia, così poco fortunata rispetto a quella che continuava a sognare.

Ma lei no, lei era sveglia.

Sveglia e sola.

[La sorte per lei era diversa]

Aprì il piccolo altare e guardò la tavoletta di legno con inciso sopra il nome di lui, quasi meccanicamente prese un bastoncino d’incenso e lo accese.

[Lei non ha più domande, lei non ha più risposte]

Il fumo si disperse nella notte.

 

 

***

 

A/N

 

La citazione "Lei non ha più domande, lei non ha più risposte" è presa da Riposo di Deborah Farrentell.

Un grazie sincero a quelle persone che continuano a commentare.

 

Next=>Love takes time [Gaara/Temari]: " Gaara odiava Temari per una ragione semplicissima"

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Capitolo 7
*** Love takes time [Gaara/Temari] ***


Love takes time

 

Gaara odiava Temari per una ragione semplicissima, banale.

Odiava il colore dei suoi capelli, il taglio dei suoi occhi, il disegno delle labbra.

Odiava tutto di lei, per primo il suo essere donna, per secondo l’essere sua sorella e di conseguenza, somigliare così prepotentemente a sua madre.

Appariva quindi molto semplice la ragione per cui la evitava e quando era con lei la tormentava, le parlava con tono autoritario, crudele, senza alcun sentimento, senza nemmeno l’ombra di un affetto fraterno.

Volerle bene?

Forse questo era veramente chiedere troppo, per adesso.

 

Alle rocce del deserto occorrono anni per trasformarsi in sabbia.

 

 

***

A/N

Brevissima, ma non ho nient'altro da dire. Spero di non aver fatto una gaffe orribile, ma mi sembra che Gaara ricordi sua madre, nonostante sia morta praticamente subito. In caso contrario allora perdonatemi -_-

Grazie mille a Scintilla, Jaly Chan, suzako, RuKiA che hanno commentato l'ultimo racconto e anche a chi ha commentato prima.

Gennaio sta finendo, Deo Gratias: la prissima drabble sarà più che mai dedicata a Shuriken.

 

Artemisia

 

 

Next=> The Hours [Neji/Tenten]: "Ten Ten avrebbe prolungato quella notte all’infinito se solo fosse stato possibile"

 

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Capitolo 8
*** The Hours [Neji/Tenten] ***


The Hours [Neji/Tenten ]

 

 

Tenten avrebbe prolungato quella notte all’infinito se solo fosse stato possibile. Aveva studiato, letto, pulito casa, era uscita fuori ad allenarsi

[54; 55; 56]

e aveva continuato finchè il corpo non le era diventato così insensibile da sembrarle estraneo e il sudore le si era modellato addosso come una seconda pelle.

Ma le ore passarono veloci, beffarde, e lei fermò la sua fuga, sconfitta, vedendo il cielo inondato dalla luce dell’alba, posseduto da un sole così crudele.

[57; 58; 59]

Con la coda dell’occhio vide la strada sui cui dava la porta della sua casa, cominciare a riempirsi di persone. E di sorrisi. E di parole. Troppe.

[60; 1; 2]

Tenten tornò dentro, si ripulì, indosso il suo abito [ la sua maschera ] migliore e con passi misurati [ un leggero nervosismo, nulla di più ] si diresse verso i quartieri Hyuuga.

C’era una grande festa quel giorno e non potette non pensare che Hinata era davvero bella in quel kimono bianco

[poteva esserci lei in quel kimono]

e che Neji aveva uno sguardo che non aveva mai visto prima

[che a lei non avrebbe mai rivolto]

Ten Ten si avvicinò ad Hinata con un sorriso impeccabile.

La guardò, e lei ricambiò timida lo sguardo.

 

 - Sarai felice

Hinata si, lei lo sarebbe stata.

***

A/N

A Shuriken naturalmente: sappi che se non avessi letto il tuo invito a scrivere qualcosa del genere e le tue storie non so quanto sarei riuscita a rivalutare il personaggio di Tenten. Quindi questa flashfic è tutta tua, spero solo che ti sia piaciuta.

Nell'ultimo capitolo c'è stato un incremento di recensioni: me innegabilmente felice, quindi grazie*.*

E soprattutto gennaio è finito: giubilate popoli tutti.

 

Artemisia

 

Next=> Flowers [Rin]: "Rin adorava andare a raccogliere fiori con Obito"

 

 

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Capitolo 9
*** Flowers [Rin] ***


[Rin] Flowers

 
 

Rin adorava andare a raccogliere fiori con Obito.

 

Passeggiava quotidianamente nei campi, per raccogliere erbe medicinali, ma andare a raccogliere fiori era tutta un’altra faccenda. Chiusa come sempre in asettiche camere d’ospedale, o calde serre in cui gravava aria pesante, vedeva queste passeggiate – quelle poche ore di libertà – come un bisogno impossibile da ignorare.

Obito [non era Kakashi] sapeva essere indiscreto e fastidioso [non come Kakashi] e le faceva un sacco di domande, ronzandole sempre attorno, ma Rin gli voleva immensamente bene. L’affetto che lui provava per lei la rivestiva come un abito e la circondava di un’aurea di calore, quasi di tepore.

[mentre Kakashi era sempre molto freddo, quindi in fin dei conti andava bene così]

Poi, il tempo passò, quasi senza che Rin se ne rendesse conto.

E in quei campi tornò sola.

 

Rin odiava andare a raccogliere fiori per Obito.

 

 

***

A/N

E pensare che avevo scritto una quasi threesome. Poi non so perchè, ma ho voluto cambiare tutto e scrivere questa. Quella con Kakashi e Rin la scriverò comunque, magari stessa ambientazione. Mi sono fissata con i fiori, non so perchè.

A Suzako: spero di non aver deluso la tua attesa con questa.

A Scintilla: nella precedente ho scritto di TenTen e del giorno prima del matrimonio tra Neji e Hinata, si, e TenTen cerca di mantenersi lucida nonostante stia come stia-_-. I numeri sono i minuti che passano, si. Hai capito bene!^^=

A Helen Lance: se si è capito che le azioni erano vuote e vane allora la shot è riuscita! Volevo che si capisse che per quanto TenTen potesse ingegnarsi è stata sconfitta su tutti i piani-_=Grazie mille! Monumento? Meglio di no, fidati!

A Shuriken: e di cosa tesoro, sono molto più felice io, figurati! La shot mi è uscita di getto, forse perchè io e TenTen in quanto a sentimenti repressi potremmo darci la mano.

 

Artemisia

 

Next=> Mechanics [Sasori]: "Tutta una questione di meccanica, Sasori"

 

 

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Capitolo 10
*** Mechanics[Sasori] ***


Mechanics [Sasori]

 

 

[Tutta una questione di meccanica, Sasori]

 

Lui sa che se flette il dito medio la testa di sua madre si piegherà verso di lui, come sa che se alzerà il braccio sinistro di cinque centimetri il padre si avvicinerà alla sua donna.

Sa perfettamente come deve posizionare le dita e sa calibrare le distanza da mantenere durante i movimenti dei due corpi. La nonna glielo dice sempre che è tutta una questione di meccanica.

E lui è bravo a seguire i consigli della nonna.

Sasori piega i polsi e porta le mani al petto [Sasori sa che lì c’è il cuore, glielo ha detto la nonna] e contemporaneamente le marionette abbigliate di scuro si avvicinano, lentamente, chinando la loro testa su di lui e imprigionandolo in un abbraccio che pare dolce. E a Sasori sembra quasi che quella cosa che sta nel petto e che si chiama cuore si animi prepotentemente, solleticando i suoi sensi, portando il sentimento a fisicizzarsi.

La sente quasi sulla pelle, quella cosa che lui sa chiamarsi vita.

 

 

 

Quello che non sa è perché i suoi genitori siano immobili a terra, ora.

 

 

***

A/N

Ok, forse questa non piacerà a tutti, ma io ci sono affezionata. Mi piace molto, perchè la scena del passato di Sasori, presente nell'ultimo volumetto mi ha colpito tantissimo. Ok, adesso passiamo ai ringraziamenti.

A Solarial: cara, che dire? Sono veramente orgogliosa: se quello che ho scritto ti ha fatto varcare la trincea del genere, allora vuol dire che deve esserti piaciuto veramente. E sono felice per questo. Il tuo commento mi ha fatto veramente molto piacere. Spero di non deluderti con le altre!

A Suzako: Trocata nel mezzo? Ottimo. Volevo che si sentisse lo strappo. perchè la morte di Obito è come un velo squarciato all'improvviso.

Alla mia Lady: posso chiamarti così? Si che posso (si risponde da sola...)! Delle volte in questa sezione di efp la telepatia raggiunge stati inauditi, osceni. Sono contenta che ti sia piaciuta, e non vedo l'ora di leggere la tua threesome. Kisses

A Helen Lance: sorvoliamo sul "gran lavoro" ma "solito"?? Hai ragione, il ricordo è da non spolverare del tutto.

A Scintilla: è normale che tu non si riuscita ad apprezzarla. a questo punto capisco che non hai capito appieno nemmeno la prima. La cicatrice di Kakashi. Beh, pazienza!

A Hina e Dark Feader, grazie anche a voi per aver recensito.

 

Next=> Day & Night[Oro/Anko]: "Ma in tutta questa bandiera di lealtà, c’è un solo filo scucito"

 

 

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Capitolo 11
*** Day & Night [Oro/Anko] ***


Quando lui rideva, lei lo poteva sentire a chilometri e chilometri di distanza. Sentiva quando lui era divertito, amareggiato, deluso, arrabbiato, eccitato. E lui sapeva che lei sapeva.

E se ne compiaceva.

Anko Mitarashi è a disposizione del suo paese a qualsiasi ora del giorno, a qualsiasi condizione. Ma in tutta questa bandiera di lealtà, c’è un solo filo scucito, solo qualche ora di buio.

La notte lei accende una luce e aspetta.

Aspetta che lui sia pronto e che la raggiunga.

Lei sa che lui verrà a qualsiasi ora della notte, perché a lui piace la notte nello stesso modo in cui odia il giorno

[non è stato forse di notte che l’ha concupita?]

lui verrà e la prenderà, sbattendola al muro. Anko potrà sentire un respiro inesistente accarezzarle il collo e degli invisibili occhi gialli denudarle l’anima. Mille mani la accarezzeranno in modo vorace e mille voci le parleranno in maniera verace.

 

[Tu mi ami ancora, piccola Anko, nello stesso modo in cui mi odi]

E sarà come il giorno e la notte, come il giorno con la notte.

Un distruggersi a vicenda

 

***

 

Un grazie sincero a tutte le persone che hanno commentato: Suzako, Solarial, Scintilla, la mia Lady, Aleptos, Shuriken ed Helen Lance. Avete scritto commenti che ognuno vorrebbe poter leggere. Grazie.

Next=>Tears [Ino/Sakura]: "E la lacrima che si faceva strada tra la guancia tiepida di Ino e la sua mano le solleticava la pelle"

 

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Capitolo 12
*** Tears[Ino/Sakura] ***


Tears [Ino/Sakura]

 

 

Sakura ormai aveva imparato.

Riconosceva i morenti dai vivi dal loro profumo, rimaneva loro accanto finchè non morivano, poi chiudeva loro gli occhi, con un gesto che era quasi una carezza e usciva dalla stanza portandosi via il loro sguardo.

[Il profumo è agrodolce, ha un che di buono, l’odore della morte]

Ma mai avrebbe pensato che un giorno si sarebbe portata via quello di lei.

Ino Yamanaka era sdraiata sul bianco del lettino e respirava a fatica, rubando attimi di una vita spezzata, cercando disperatamente di riannodarne i fili.

[Ma come poteva lei? Mai, mai lo avrebbe accettato]

Sakura la osservava con il distacco degli anni, una leggera smorfia le si dipinse sulle labbra quando vide lo sguardo di Ino fissare il vuoto.

[Di morirle davanti, mai lo avrebbe accettato]

Si avvicinò senza fare rumore e le tastò il collo, per poi avvicinare la mano alla guancia di lei, mentre i singhiozzi la scuotevano. In attesa.

[Perché se c'è una cosa che ho imparato, è che tutti hanno paura della morte, Ino-chan]

E la lacrima che si faceva strada tra la guancia tiepida di Ino e la sua mano le solleticava la pelle e Sakura avrebbe voluto conservarla e rubarla, quella lacrima. Stare a guardarla e ricordare quei giorni, quella mano amica che scostando i capelli dalla sua fonte, le aveva permesso di guardare il mondo, nitidamente.

Chiuse la mano, allontanandola dalla sua guancia e se la portò al cuore.

[Saremo per sempre amiche, Ino-chan]

 

 

***

A/N

Sakura mi si sta incollando addosso. Comincio a scrivere solo su di lei: gente fermatemi. Ah, Lupus...benvenuto (detto molto alla Sana-chan)

Artemisia

 

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"

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Capitolo 13
*** Shadow in their eyes [Hinata/Neji] ***


Shadows in their eyes [Neji/Hinata]

 

 

 

Per i loro occhi non esistevano ombre.
[Non vedere oltre una fittizia prigione]
Così tragico poter vedere tutto ed essere così falsamente ciechi.

Per i loro cuori non esisteva luce.

O almeno, così era sempre stato.

E a voler infrangere quella tradizione poi, cosa si guadagnava?

Per i loro occhi non esistevano ombre, per i loro cuori non esisteva luce.

Così quando si guardavano allo specchio e vedevano oltre il bianco sfumature scure, rabbrividivano e lasciavano che i loro sguardi si incrociassero per un solo, misero attimo. Per poi tornare a pensare con folle paura quanto sbagliato fosse [che nei loro occhi ci fossero ombre].

Inaudito, inammissibile.

Il brivido segreto che li pervadeva quando alzando entrambi lo sguardo, sembrava donare ad ogni cosa uno spessore ingombrante, come se la realtà attorno a loro si dilatasse [e li ingoiasse]

E potevano vedere in quelle pozze bianche la verità e il terrore di essere scoperti, la paura che quell’ombra si ingigantisse sempre di più, fino a coprire il candore, fino ad ingoiare il bianco, ricoprendolo con il nero.

Se poi scavassero oltre il fumo nero, troverebbero la luce.

Una luce così proibita che li accecherebbe, quegli occhi [che tutto possono vedere, ma non sempre comprendere]

 

 

A/N

Quanto è strana questa, un po’ troppo onirica, ma a me piace tanto*.*E che caspita, anche Neji ha paura per quanto sembri tosto.

A quanto vedo la mia raccolta non è tra le più gettonate, mi perdo alcuni commentatori per strada XD. Beh, fa niente ragazzi. Voi ci siete e questo mi scalda il cuore, e soprattutto scrivere questa raccolta è stato veramente importante per me [soprattutto ora che voglio rimboccarmi le mani per un altro progettino] quindi ho intenzione di continuarla ancora per un altro po’. Ho almeno altre cinque capitoli importanti da scrivere in Dancing Leaves, e nell’ultimo voglio darci l’anima, perché è il fulcro di tutto quanto. Passiamo ai ringraziamenti [una volta tanto li faccio singolarmente. Chiedo umilmente venia per la mia pigrizia, non ho scusanti]

A Jaly Chan: grazie mille, sono contenta che ti sia piaciuta ^-^

A Scintilla: leggendo un passo del mio adorato Paziente inglese ho pensato all’abitudine che Hana, l’infermiera ha davanti alla morte. E ho vestito Sakura dei suoi panni. E cosa che volevo ancor di più era che risultasse per bene il fatto che tutti, e ripeto, tutti hanno paura della morte secondo me. Qualcuno può mostrarsi meno debole di altri, ma ripeto, la mia opinione è quella.

A Starlight: Ti ha emozionato? Oh gaudio…me immensamente felice*.*

A Helen Lance: oh, la mia tesora. Sono cresciuta a pane e a Banana Yoshimoto, quindi se qualcuno mi dice che ho usato per bene il tema delle morte io mi impegno nel più profondo degli inchini. Grassssie*.*

A Kodamy: Ho riletto gli appunti delle prossime storie, e Sakura è dovunque. Dico, dovunque. O_O Cose da matti. Non so proprio come fare, non si può scrivere sempre di lei, ci sono miliardi di personaggi da trattare. Ohi moi…anyway, ti sei avvicinata molto al senso della Ino/Sakura. Eppure non mi hai ancora fatto sapere la parola che descrive tutto. Io la sto ancora aspettando ;)

Infine, a Suzako: tesoro, un uccellino [uno stormo di folaghe per l’esattezza XD]mi ha detto che oggi è il tuo compleanno. Tantissimi auguri!

Artemisia

 

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Capitolo 14
*** Farewell [Yondaime centric/Naruto] ***


Farewell [Yondaime]

 

La foresta brucia nelle sue orecchie,

e le sue dita accarezzano quelle gote chiare.

Il pianto di un bambino. [Il pianto del suo bambino]

Le sue lacrime che danzano, portate via dal vento, sembrano perle iridescenti. Insieme alle foglie e alle scintille del villaggio che si consuma, nelle fiamme del mostro [Perché proprio lui?] sembrano donare a tutto quel dolore, un barlume di gioia. [Che non è gioia quella, ma non sai come chiamarla]

Il bambino smette di piangere quando lui comincia ad accarezzarlo, e a cullarlo, come fa sempre. [Come non farà mai più]. Vorrebbe tanto dirgli che al suo risveglio, lui non ci sarà. Che non ci sarà mai più a nessun risveglio, che sarà tutto quanto molto più difficile. Vorrebbe dirgli che sa già che non capirà il suo gesto, che non saprà nemmeno della sua esistenza.

Ma tutto quello che dice [Addio] e che in tutto quel frastuono [figlio mio] è appena udibile, il bambino non lo capisce.

Lui può solo credere che suo padre ama il proprio figlio più di ogni altra cosa al mondo. [Solo che di figli, in quel caso ce ne stavano due]

***

 
Forse non si è capito. Ma in quel caso, l'altro figlio è il Villaggio. Niente contro l'Hokage, chiariamolo subito, ma pensate un attimo a Naruto.
Scusatemi immensamente per il ritardo, ma tra scuola, giornale, teatro e non so cos'altro è impossibile tentare di fare tutto!^^"
a Helen Lance (tesssssssssora*:*): No amora, sei tu l'unica luce dei miei pover occhi bacati. Lo sai: paperellerulez U.U
a Darkairi_rika, Blanca13 e Jaly Chan: sono davvero molto contenta che vi sia piaciuta! Me commossa*.*
a Solarial: Le tua parole mi fanno girare la testa, non so come ringraziarti! "C'è qualcosa di affascinante..". Artemisia sviene.
a Lupus: non ti picchio. solo per questa volta. la prossima volta che ti succede vengo e ti bastono come si deveXD. Scherzi a parte, ti ringrazio molto^-^
A Scintilla e ad Aleptos: oh, i miei tesori! lo so che continuate a seguirmi, sisi. ç_ç
Infine a Starlight: spero di non averti deluso con questa. Dicono che ho il dono della sintesi, ma io non ci credo. Speriamo che esca qualcosa di buono^^
 

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Capitolo 15
*** Red vortex [Asuma/Kurenai/Itachi] ***


Red vortex [Asuma/Kurenai/Itachi]

 

Quindi eri tu

[Il fiume vorticava, forte e loro si guardavano]

 

 

 

L’aveva incontrata nell’alba di un giorno apparentemente lontano, accanto ad un fiume, vicino un crocevia, l’aveva incontrata nel periodo in cui non aveva ancora dimenticato le bellezze del mondo, se mai quel periodo c’era stato veramente.

Lei era una strada da scegliere

[E lui era un vicolo cieco]

Una di quelle strade che ti porta via, lontano, in un posto molto diverso da quello che avevi sempre immaginato fosse il tuo posto.

Lei aveva visto lui, ed entrambi non avevano proferito parola.

Il fiume scorreva vorticoso accanto a loro: Kurenai si allenava nelle sue illusioni ed Itachi si limitava a guardarla.

E quella, era stata l’ultima volta

[in cui loro avevano guardato veramente].

 

 

 

 

Il fumo della sigaretta impregnava la stanza, mischiandosi all’odore forte del sesso. Era l’alba.

[la luce, quanto la odiava a volte]

Asuma era seduto sulla sponda del letto, intento a fumare la sua ennesima sigaretta. Kurenai a volte credeva che se gli avessero chiesto di scegliere tra loro due, lui non avrebbe esitato nemmeno un attimo. [era tornato con le armi e la divisa insanguinate]. E l'aveva amata. [L'aveva scopata, il che è diverso

Le lenzuola, erano [più] sporche [di lei].

[anche il suo sesso, sapeva di sangue]

Quando avevano finito, lei si era girata immediatamente dall’altro lato e si era coperta in fretta il seno. La sua nudità, ad un tratto, la imbarazzava enormemente. [esser stata sotto di lui, la schifava quasi]

La stanza sembrava riecheggiare ancora dei loro gemiti, dei loro sospiri. E le lenzuola erano davvero così sporche, così disgustose al tatto. Non voleva, non voleva più. L’amore non significava nulla, non il quel caso. È il corpo, non è l’anima. L’anima vola, il piacere è un verme della terra, che striscia nella coscienza di ognuno [e che ricerca vicoli ciechi].

E lei non l’aveva più guardato. [Avrebbe voluto togliersela quella pelle, e andare a lavarla da quell’odore rosso]

E si odiava, e se non piangeva era perché odiava profondamente l‘evidenza della verità.

[la luce, quanto la odiava a volte]

 

La verità che nel volto di lui, aveva visto un altro.

E quel volto aveva gli occhi rossi come il piacere [come un orribile tramonto di sangue].

 

<< Kurenai >>

 

Le lenzuola l’intrappolavano, stretta. I piedi erano ancora scoperti, la linea delle caviglie sembrava brillare alla luce del sole nascente. I capelli come il mare di notte, sparsi disordinatamente sul cuscino.

 

<< Ieri sono stato in missione, con Kakashi e gli altri >>

 

I vestiti gettati a terra furiosamente, nemmeno fossero stati degli animali. Lui aveva scaraventato via una lampada mentre l’aveva sdraiata sul tavolo. Compariranno dei lividi sui fianchi, più tardi. Segni bluastri di possesso.

 

<< Lo abbiamo ucciso >>

 

Kurenai sussultò. Chi? Chi avevano ucciso?

[Il fiume vorticava, forte e loro si guardavano]

 

<< L’Uchiha. Itachi Uchiha >>

 

Ci sono delle strade che si devono prendere. Direzioni da scegliere e da seguire fino alla fine, senza indugi.

Ci sono strade da evitare. Belle, ma tanto ingannevoli.

E ci sono strade proibite, che non si possono fare a meno di percorrere [e loro avevano sbagliato entrambi, in fin dei conti]

 

 

 

I kunai infilzavano la terra, il sangue si mischiava alla pioggia. Lo sharingan vorticava e loro tenevano gli occhi bassi. Kakashi urlava che guardassero le gambe, solo le gambe, ma Itachi ghignava e parlava di cose che Asuma non poteva ignorare. Erano così insidiose le sue parole, così sottili, sembravano spilloni che gli perforavano il corpo. Crudeli, crudeli, crudeli. E dannatamente vere.

 

[Lei ha guardato solo me, Asuma-sensei]

E si, ero io.

 

 

***

 

 

Totalmente diversa da come l’avevo scritta. Ho conservato solo l’inizio della parte vecchia. Però gente, wow. Ci sono riuscita. Avevo accantonato Dancing Leaves, e di questo me ne rammarico. Dovrò darmi da fare e produrre le altre.

Grazie per i commenti precedenti.

Tessssora *.*, je t’aime U.U

 

 

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Capitolo 16
*** [Sai] Artist ***


[Sai] Artist

 

La porta si aprì e disse artista.

 

 

Lui è il padrone assoluto di un mondo [che in realtà non esiste] che genera egli stesso. È un demiurgo divino che traccia vite su fogli di carta di riso. A lui spetta l’assenso finale, solo lui può essere padre delle sue piccole creature nere che si muovono e gli sorridono nell’immensità bianca [di quella carta di riso].

Il pennello con cui le fa nascere è come uno scettro di potere e, contemporaneamente, un organo di vita: è così preciso nella sua mano, così assoluto ed inesorabile [come l’arma del boia] che sembra calare dall’immensità del nulla su quel foglio di carta.

 

Le porte si aprono e piegano le loro bocche e dicono artista.

Il suo volto invece si china sui fogli e rimane in silenzio [però ha pensato alla parola padrone]

 

Quello che lui disegna vorrebbe intrappolarlo per sempre sulla carta: invece se lo vede sfuggire. Ombre e linee nere che si muovono rabbiose nei muri, il sangue a contatto con l’aria diventa inchiostro.

E mentre corrono [e divorano, e uccidono e ne muoiono] perdono la loro bellezza. E Sai ne piange.

[perché il suo mondo deve restare bellissimo e perfetto]

 

Le porte si schiudono e dalle soglie si sente mormorare la parola artista.

Le orecchie di Sai percepiscono quella di morte [ma ancora, ha pensato alla parola padrone]

 

In quel mondo di carta lui è sovrano assoluto: è lui che permette la nascita, dispensa la morte, è lui la luce e la notte.

Lui è l’artista, dicono le porte che si chiudono, è il maggiore artista è il creatore.

E il creatore è il padrone, aggiunge lui.

Sai è padrone di un mondo di inchiostro, di carta di riso e di colori inesistenti.

[Ma è un mondo troppo fragile, perché se lo volessero, il vento e la pioggia se lo porterebbero via.]

 

***

 

Piccolo studio sul personaggio di Sai. Probabilmente un po’ confuso.

Come state ragazzi?

Le giornate procedono lente d’estate, eh? Ho una tristezza addosso assurda, e così tanto da fare.

Sto cercando di aggiornare un po’ più velocemente: il punto è che i brani che avevo scritto precedentemente non mi piacciono più, allora ne sto scrivendo di altri. Cioè, rettifico: quando l’ispirazione arriva, mi metto e scrivo. Che ne pensate di questa di Sai?

Un abbraccio a tutti quanti, e ancora, grazie mille per le recensioni.

Grazie a Suzako, alla mia ‘mmora *_*, a Lupus, e agli altri ragazzi che al momento non ricordo^-^

 

Artemisia

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Capitolo 17
*** A drunk soliloque[Ino/Shikamaru] ***


<< Ehi >>
<< Mmh >>
<< …dai, su. >>
<< Mmh >>
<< Ne ho voglia…tanto che ti costa? >>
[Solo trenta monete d’argento, Ino-chan]

 

Il profumo dei fiori che dormivano nel negozio Yamanaka, era così intenso da essersi trasformato in un olezzo dolciastro e nauseabondo, ed era così persistente che sembrava essergli letteralmente incollato addosso ed essersi trasformato in una sorta di patina umida su cui lei scivolava.

La lei in questione, non poteva che essere una.

 

<< Avevi promesso che ti saresti preso cura di me…>>
<< Avevo promesso di riaccompagnarti a casa >>
<< Sei uno stronzo, Shika >>
<< Sei ubriaca >>
<< Tutti gli uomini sono dei stronzi >>
<< Spostati Ino, fammi alzare >>
<< E gli uomini stronzi sposano le donne più stronze che riescano a trovare sul mercato >>
 

Shikamaru sembrava essere una mosca intrappolata tra la bionda ragnatela di uno splendido ragno, il quale, non si limitava a fissarlo dal centro della sua intricata opera, ma si faceva avanti, e sottraeva misura alla distanza che li divideva. Poteva sentire ad un soffio dalle sua labbra, l’alito pesante di alcool di lei. Gli occhi azzurri quasi lucidi di febbre e di un desiderio che avrebbe voluto sapere falso, erano ostinatamente puntati sui suoi.

Inutile dire che Ino non accennava a spostarsi di un centimetro, e che Shikamaru non riusciva che a seguire la sua morale.

Una donna, è pur sempre una donna.

 

<< Ma quanto la fai difficile, Shika-chan…>>
<< Ino, devo davvero andare adesso. >>
<< E chi ti trattiene? Non certo io…>>
<< Ma se tu non ti sposti dalle mie gambe, e non lasci la mia maglietta e non sposti il tuo viso dal mio, capirai bene che mi sarà davvero difficile andarmene >>
<< Non sono affari miei. >>
<< … >>
<< … >>
<< Ino? >>
<< Mh? >>
<< Lasciami. >>
<< …>>
<< Adesso. >>
 

Ino, si era avventata in un ultimo gesto su di lui, e più precisamente, contro la sua bocca. Aveva forzato le labbra sottili di lui con la lingua, in un modo quasi rabbioso, che sarebbe stato più consono ad una moglie furiosa intenta a spalancare armadi in una vana e improbabile ricerca di un’amante nudo, nascosto dietro i loro vestiti.

[E la trovò, quell’amante]

Shikamaru si rialzò, e intimandole di cercare di ricomporsi e di farsi trovare presentabile per il matrimonio che si sarebbe tenuto a Suna il giorno dopo, varcò la soglia del negozio.

Ino, seduta per terra, con i biondissimi e smisuratamente lunghi capelli che le ricadevano addosso come una cascata, sembrava saggiare qualcosa all’interno della sua bocca.

 

Anche quel bacio, pensò, aveva ormai quella consistenza, quel sapore.

Quella ruvidezza che sapeva di sabbia.

 

***

Pff. Ma come mi è venuta una cosa simile? Siate clementi: è già abbastanza che non mi sia messa a scriveri di segnali, panneli integrativi, manovre di sorpasso e limiti di velocità. Fidatevi, è già tanto.

Wow. Dopodomani ho l'esame: mi raccomando ragazzi, tutti le dita incrociate, anche se magari non può fregarvene più di meno XD. Oddio, non mi sento più le dita. Pessima idea rimettersi a suonare.

Grazie ai ragazzi che hanno commentato: alla Kodamy, alla mia 'mmora, al fidato Lupus e agli altri. Un bacio.

 

Artemisia

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Capitolo 18
*** Dancing Leaves - Ending theme. ***


Chiara

 

Dancing Leaves

{ending theme.}

 

 

 

La conta dei giorni era iniziata con un respiro – che poi quell’atto fosse composto da miliardi di ansiti  congestionati, non contava. Naruto sapeva che non contava il dolore come dolore, ma che importava solo respirare. E respirò a lungo, soffiando via l’aria sul pugno chiuso.

[<< A trattenere cosa, maestro? >>]

 

Quando quella mattina aveva scaraventato via le lenzuola dal letto, solo a fatica si era reso conto di quanto presto fosse. E svegliarsi all’alba gli metteva un nervoso addosso che durava per tutta la giornata – quanto odiava l’Alba? Quella luce fredda e pallida non era luce. E il mezzogiorno che scaldava era lontano, lontano, lontano.

[<< Cosa maestro? Cosa è lontano? >>]

 

Sempre quella mattina, abbandonando il letto ancora tiepido, si era avvicinato alla persiana, aprendola lentamente. E il sole senza raggi era davanti a lui, sfocato e pallido come una luna inesistente. I palazzi bucavano la prospettiva che si godeva dalla camera quanto il rumore del silenzio faceva con i suoi timpani.

Ma Naruto, abbassando gli occhi aveva visto una cosa.

Stipata a margine del campo visivo, scura, secca, bruciata dal freddo.

[<<…e dicono che ci sarà vento, oggi. Un vento tiepido, maestro, un vento contrario. >>]

 

Una foglia. Stretta in mano, forte. Una foglia. Respira, Konoha ti sta guardando. Le foglie ti stanno guardando. E ricordi? Devi, Naruto. Ricordare sempre e per sempre l’eternità di quegli sguardi bruciati che sono ancora vivi sotto quella patina scura. Konoha, Naruto. Proteggila per proteggere te stesso.Il dolore non è dolore se fa animare le foglie – il dolore è un vento che brucia. Il dolore che senti è vento che ti anima.E quando noi eravamo in vita, quando noi stavamo morendo, prima delle lame e dei veleni, prima dei tradimenti e dei sacrifici, prima della morte stessa questo vento di vita ci ha condotto fuori dalla ragione e dai nostri corpi e ci ha fatto danzare. Naruto. Siamo vivi sempre, se sempre sentiamo dolore, se sempre continuiamo a muoverci. C’è un vento che è in noi e che anima ogni cosa, Hokage.

[<< Maestro, è ora di rientrare. La riunione inizierà tra…>>]

 

La consapevolezza di quel vento fatto di respiri e di pianti e di sorrisi e di pensieri e di parole e di vita lo attraversò come – lo avevano detto loro – quando si muore. Alzò gli occhi al cielo, i capelli scomposti dal vento contrario che era arrivato. E poi…e poi aprì il pugno bianco. La foglia calda abbandonò il suo polso e si alzò in aria.

Naruto sorrise.

[<< …iri tutti quei…>>

<< Maestro?

<< …utti tutti quanti ora respirano in me e danzano danzano danzano…>>]

 

 

 

E le foglie danzano danzano danzano.

Dove balla la foglia arde il fuoco.

 

 

~

 

Signori, non ho fatto altro che procrastinare. Ho rimandato la fine di questa raccolta per mesi e mesi. Eppure, non credevo che una volta messa la parola fine alle DL, questo si sarebbe rivelato un fatto così naturale. È stato come prendere il respiro ed entrare in acqua. Un lungo respiro. Ora sono tornata su. Sono tornata su per molte ragioni – una di queste è che ormai il fandom di Naruto è un pantano. E io non so nuotare nelle sabbie mobili, sono una da mare aperto. Oddio, non-uscire-fuori-traccia. Questi sono i miei ringraziamenti. Tutti coloro che hanno commentato le DL in questi mesi sono diventati miei cari amici: tutti hanno avuto un peso notevole nell’evolversi della raccolta. Ringraziarvi per me significa guardare indietro, guardare ad una Chiara diversa.

Quindi grazie, grazie a tutti. E ricordatevi di danzare, sempre.

Chiara.

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