Angels and Rainbows

di Ayumi91
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Due normali ragazze ***
Capitolo 2: *** capitolo 2- I ragazzi di Midori ***
Capitolo 3: *** ululato nella notte ***
Capitolo 4: *** capitolo 4-sayuri e il suo segreto ***
Capitolo 5: *** Il primo sorriso ***
Capitolo 6: *** Il primo ***



Capitolo 1
*** Due normali ragazze ***


Capitolo 1-Due normali ragazze

Vi racconterò una storia.

Era una bella mattina d’aprile, il sole splendeva alto e i fiori appena sbocciati ricoprivano i prati, rallegrandoli con i loro vivaci colori. Ayumi si era svegliata di buon’ora, nonostante fosse una gran dormigliona, aveva aperto la finestra della sua camera e aveva affacciato il proprio viso fuori. L’aria profumata e fresca la mise di buon umore. Contenta, si voltò verso un muro della sua stanza e contemplò la nuova divisa scolastica. Era davvero molto graziosa: la camicetta alla marinara aveva un lungo colletto blu, la gonna a pieghe era dello stesso colore del colletto e le striscioline delle calze. Ma quello che Ayumi preferiva in assoluto era il cappello: era molto simile ad una coppola, e aveva lateralmente un laccetto blu che pendeva in aria. Così indossò la divisa dopo essersi lavata. Si guardò allo specchio e vide una ragazza di quindici anni, con capelli mossi di un meraviglioso biondo dorato e dagli occhi grandi e castani, ovviamente a mandorla, che brillavano d’allegria e un grazioso nasino all’insù. Scese le scale di corsa ed entrò in cucina, una bella stanza con il pavimento in moquette e il tavolo di legno al centro. Le porte erano scorrevoli come quelle tradizionali. C’erano molte piante e molte finestre. Non c’era ancora nessuno in quella stanza: era ancora troppo presto. Quindi preparò lei stessa la colazione ma quando assaggiò una delle frittelle che aveva cucinato, fece una smorfia di disgusto e ci voleva poco che sputasse tutto quello che aveva in bocca nel piatto.

<< Sei sempre la solita frana >>. Un bel ragazzo di diciotto anni era appena entrato nella stanza. Aveva grandi occhi verdi e capelli biondissimi, era alto e magro, ma un po’ muscoloso visto che praticava lo judo.

<< Ma stai zitto, Akito. Io non sono una frana, sono sicuramente più intelligente di te>>.

<< Ma che dici!>>esclamò il ragazzo, sedendosi a tavola, << io alla tua età avevo tutti dieci>>.

<< Anche io avevo tutti dieci alle medie, mio caro, >>ribatté Ayumi, << tranne che in educazione fisica…>>

<< Certo, sei una frana in qualunque sport! E sei goffissima, non sai fare nessuno sport… Hai solo il cervello buono. Dovresti partecipare alle paraolimpiadi, quelle per handicappati...forse lì vinceresti>>la interruppe Akito.

Ayumi sentì la rabbia scorrerle nelle vene, ma si calmò: doveva ancora sfoderare la sua arma vincente…<< Mio caro fratellone, come mai appaiono molte insufficienze nella tua pagella della terza media? Ora la smetterai di fare il signor “sono meglio di mia sorella?”>>.

Akito cambiò completamente faccia: la sua espressione, da gladiatore vincitore, quella che assumeva sempre, quando torturava la sorella, si tramutò immediatamente e divenne pallido e smunto.

<< Come fai a saperlo?>>.

La sorella si alzò e ,con un’espressione diabolica e vendicativa, estrasse dal cassetto della credenza la pagella del fratello,leggermente ingiallita dal tempo. Akito si alzò e in men che si dica, aveva già strappato dalle mani della sorella il pezzo di carta. Ma Ayumi non aveva intenzione di perdere la sua arma vincente così facilmente, quindi cominciò a sferrargli calci, ma Akito,molto più forte fisicamente, con uno spintone la fece cadere a terra. Ma la ragazza si rialzò, ancora dolorante, e a quel punto iniziò la guerra fra i due per il possesso della pagella.

Il fracasso che fecero, generato soprattutto dagli strilli d’Ayumi quando si faceva male, svegliò i loro genitori.

Proprio mentre Ayumi era quasi riuscita a conquistare il prezioso pezzo di carta, una voce li fece sobbalzare in aria.<< SMETTETELA, VOI DUE!>>.

Era stata la loro madre a gridare. Era una donna alta e magra, dai capelli castani corti e occhi piccoli e scuri. Indossava ancora il pigiama, aveva i capelli scombinati ma la sua espressione era così furente che i due fratelli indietreggiarono. Ora li stava guardando minacciosamente con le braccia incrociate. Per fortuna arrivò il loro padre a sistemare la situazione. Egli era un uomo alto, dai capelli biondi e dagli occhi grandi e castani. Dopo essersi fatto spiegare cos’era successo, parlò ai due ragazzi: << Akito, tu sei più grande di lei, dovresti darle il buon esempio! Sei appena diventato maggiorenne e ancora perdi tempo disturbando tua sorella. Insomma, quando crescerai?>>disse l’uomo. Ayumi gli scoccò uno sguardo riconoscente e il padre fece un occhiolino: genitore e figlia erano sempre d’accordo e molto affiatati insieme.

La madre invece stava guardando le frittelle sul tavolo, e dopo si rivolse ai due giovani:

<< Almeno vi siete degnati di cucinare!>>

<< Io ho cucinato>>esclamò Ayumi, prima che suo fratello potesse prendersi il merito di qualcosa che invece non aveva fatto, come spesso accadeva.

<< Tanto devi cucinare lo stesso, ma’>> disse Akito,<< quelle frittelle sono immangiabili>>.

Dopo la colazione, Ayumi e Akito si avviarono insieme a scuola senza parlarsi, ognuno immerso nei propri pensieri, tranne quando la ragazza esclamò contenta che i ciliegi erano in fiore e il fratello le rispose amaramente: << Sei ancora una bambina, ti entusiasmi per i ciliegi in fiore!>>.

Ayumi, profondamente ferita, chinò la testa e continuò a camminare, riprendendo a pensare.

Non vedeva l’ora di conoscere i nuovi compagni e le professoresse. Però era già stata dentro quella scuola:era quella di suo fratello. Arrivati al cancello, Akito le disse:

<< Guai a te se dici di essere mia sorella a qualcuno! Non voglio che tutti sappiano che come sorella ho una brutta rana>>.

Ayumi stavolta non si arrabbiò: epiteti come brutta rana, anatra, gallina spiumata e altre cose del genere era abituata a sentirli tutti i giorni, quindi ormai ci aveva fatto l’abitudine. Il fratello raggiunse il suo gruppetto d’amici, mentre Ayumi si avvicinò ad una ragazza che sembrava avere la sua età e che stava leggendo sola soletta un libro in piedi. Aveva lunghi e lisci capelli neri e dei begli occhi blu.

Ayumi le sorrise e le disse: << Ciao, mi chiamo Ayumi Asai, è il mio primo giorno delle superiori, e tu? Che libro leggi?>>.

La ragazza sembrò sorpresa che stesse rivolgendo la parola proprio a lei, ma rispose a bassa voce:

<< Mi chiamo Mika Wamatsu, e anche io sono nuova. Questo libro è “Ombra e luce”. Lo conosci?>>.

<< Oh, si! Anche io l’ho letto!>>.

Poteva mai sapere Ayumi che grazie a quella ragazza avrebbe vissuto una grandissima avventura? No di certo. Non ci avrebbe creduto se qualcuno glielo avesse svelato.

Si misero a parlare, contente di aver trovato un argomento in comune, ma presto scoprirono che non era il solo: anche alla ragazza piaceva leggere, ballare, uscire a fare compere e stare in compagnia. Erano entrambe contente di essersi conosciute subito e di aver fatto amicizia.

Entrarono nella scuola in fretta, tutte emozionate, si avvicinarono insieme al tabellone per vedere in che sezione sarebbero state e subito diedero il via alla ricerca fra le centinaia di nomi scritti. Fu Mika la prima a trovare il suo nome e subito Ayumi si avvicinò a lei e constatò con enorme gioia che erano nella stessa classe. Le due ragazze si abbracciarono e saltellarono come due pazze dalla felicità. Poi, rendendosi conto che molte persone le stavano guardando e alcune anche additando, smisero, ma continuarono a sorridere, avviandosi verso la 1-c.

Forse vi starete chiedendo che razza di storia vi stia raccontando, ma vi chiedo di avere pazienza, perché sarà proprio una settimana dopo che Ayumi e Mika vivranno una grand’avventura, rimanendo separate però dalle proprie famiglie e dal mondo che conoscevano…

Era passata una settimana, e le due inseparabili amiche erano appena uscite da scuola. Cominciarono a parlare di fiabe e racconti di fantasia, poiché entrambe amavano questo genere di libri e di film. Rimpiangevano sempre, quando ne parlavano, di vivere in una città dove non esistevano né mostri né draghi né tanto meno principi azzurri. Questi ultimi poi erano particolarmente discussi dalle due ragazze perché entrambe non erano fidanzate. Molti ragazzi erano innamorati d’Ayumi perché era una studentessa modello e soprattutto perché era molto scherzosa ed estroversa. Era sempre felice e quasi mai triste, anche se spesso passava tanto tempo a guardare il cielo o quadri per immaginare o semplicemente per meravigliarsi della bellezza della natura, da lei tanta amata e tanto apprezzata. Mika aveva un carattere simile, ma era molto più chiusa e parlava solamente con la sua amica; se qualcun altro le rivolgeva la parola, cominciava a parlare a bassa voce. In compenso aveva come gran qualità l’ironia; prendeva tutto sempre con umorismo anche nei momenti critici. Probabilmente qualche ragazzo era innamorato di lei, dato che era una ragazza graziosa e delicata, ma ai maschi, si sa, la timidezza non è mai piaciuta molto.

Ayumi, sapendo che quel giorno era sola a casa, dato che suo fratello aveva attività extra-curriculari e i suoi genitori avrebbero lavorato fino a tardi, chiese alla sua amica se volesse venire a casa sua per studiare insieme e soprattutto per tenerle compagnia. Mika rispose che doveva prima chiederlo a sua madre, così estrasse dalla tasca della gonna un cellulare d’ultima generazione, di cui avevano fatto la pubblicità qualche giorno prima. Per quanto ricordasse Ayumi, quel telefonino fungeva anche da videocamera digitale e fotocamera digitale.

<< Pronto, mamma? Ti volevo chiedere se posso andare a casa di Ayumi, oggi, per studiare insieme…Ok, ci sentiamo più tardi>>.

<< Che ha detto?>> chiese Ayumi, incrociando le dita.

<< Posso venire!>>esclamò Mika, contenta.

Ayumi spiccò un salto enorme dalla gioia e si misero in cammino insieme, chiacchierando su quel che avrebbero fatto.

<< Anzitutto, ordiniamo una pizza e la mangiamo, visto che sto crepando dalla fame>> disse Ayumi.<< Poi studiamo e se ti va possiamo uscire>>.

<< Si, va bene. Conosco giusto un negozietto molto carino che fa al caso nostro>> rispose Mika, non sapendo che proprio a causa di quel negozietto avrebbero vissuto l’avventura più grande della loro vita.

 

 

 

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Capitolo 2
*** capitolo 2- I ragazzi di Midori ***


Capitolo 2-I ragazzi di Midori

Quella giornata avrebbe cambiato per sempre la vita di Ayumi, ma accanto a lei ci sarebbe sempre stata la dolce Mika, fedele e saggia amica.

Proprio come avevano deciso, Ayumi e Mika mangiarono insieme la pizza, studiarono e poi uscirono. Entrambe avevano qualche spicciolo da parte, e avevano tutta l’intenzione di spenderli fino all’ultimo centesimo. Il negozietto era molto carino: era strapieno di oggetti di qualunque forma e dimensione, da soprammobili di legno e decorazioni floreali, a piccoli gadget di vari cartoni. Le ragazze furono colpite soprattutto dal reparto per ragazzine, dove vendevano collanine, braccialetti, portagioie e peluches. L’attenzione di Ayumi si soffermò su un piccolo oggetto: era una sfera di vetro grande quanto una noce, al suo interno vi era una piccola volpe rossa col musetto e la pancina bianca con gli occhi chiusi, dal muso tenerissimo e al collo portava una piccola sfera rossa. La creatura era sul fondo della sfera e Ayumi sembrò cogliere un sollevamento del suo corpo, come se quella stesse dormendo. Incuriosita, chiese il prezzo: era solamente 500 yen e lo comprò subito. La sua amica invece aveva comprato dei piccoli microchip da inserire nel suo telefonino per fare riprese più lunghe.  Appena uscite commentarono soddisfatte:

<< E’ un negozio bellissimo...D’ora in poi verrò qua a comprare i regali>>.

<< Ma non solo i regali, anche cose per noi stesse>>.

Tornate a casa, presero il tè nella camera di Ayumi e Mika le chiese di farle vedere meglio l’oggetto che aveva acquistato. La ragazza lo estrasse dal cassetto nel quale lo aveva riposto e, porgendoglielo, le disse:

<< Non so il perché l’ho comprato, a dire il vero, ma ne sono davvero affascinata, e poi la volpina all’interno è davvero carinissima. Però mi è sembrato che si muovesse, come se in realtà stesse dormendo. Ma sicuramente mi sto sbagliando, questo è assolutamente impossibile>>.

<< Eppure a me sembra che lo sta facendo ancora adesso>>disse tranquilla Mika, rivolgendosi ad Ayumi.

<< Da’ qua!>>le disse lei, riprendendo in mano l’oggetto. In effetti, quella creaturina sembrava proprio sollevarsi come se stesse respirando. Insospettita e meravigliata nello stesso temo, decise di infrangere la sfera facendola cadere per terra dal tavolo. Così fece, e proprio quando il vetro andò in frantumi, la volpe, ancora profondamente addormentata, prese a crescere velocemente, come se improvvisamente qualcuno avesse premuto l’accelerazione del tempo, dato che ora era grande quanto una mano umana. Ayumi si avvicinò cautamente e tese un dito verso la creatura, ma appena la sfiorò accadde qualcosa di davvero incredibile: sia lei che l’animaletto si sollevarono in aria. La stanza era stata inondata da una fortissima luce. Ayumi non staccò la presa dalla creatura, e intanto con l’altra mano si copriva il viso dall’abbagliante luce. Mika, scioccata, voleva trascinarla giù, ma appena toccò la caviglia della sua amica,entrambe persero i sensi, riuscendo però a vedere prima che a terra era comparso dal nulla un biglietto….

Avete visto che qualcosa è successo? Scommetto che d’ora in poi non dubiterete più di me. Vi sto raccontando questa storia che sono sicuro che vi appassionerà molto, soprattutto ora che nasceranno nella vostra testa un milione di dubbi, dubbi che aumenteranno col proseguire della storia e che mi dispiace comunicarvi che saranno risolti molto più in là. Ma non vi preoccupate, ora viene una bella parte: inizia l’avventura e vi sto trattenendo troppo!
Ayumi era appisolata su qualcosa di morbido. Poi, ancora con gli occhi chiusi, pensò:

<< Che sogno strano! Eppure mi è sembrato così reale, tutta la faccenda della volpe o quello che era. Sicuramente mi devo essere addormentata con Mika dopo aver studiato. Non c’è altra spiegazione. Ora è meglio che apra gli occhi e la svegli, altrimenti fa tardi a casa>>.

Ma quando li aprì, si accorse che non era a casa sua. Si trovava nel bel mezzo di un gran prato, pieno di fiori e piante d’ogni colore. Il cielo era di un limpido azzurro e del tutto privo di nuvole. Una leggera brezza scuoteva le cime d’alberi lontani. Al di là del prato, si ergeva una città, fatta di casette piccole e dai colori pittoreschi. Accanto a lei c’erano la creatura che aveva liberato dalla sfera di vetro e Mika, entrambi addormentati. Molto più lontano vide un cartello di legno che indicava il nome della città: Midori.

Ayumi svegliò l’amica. Anche lei era scioccata. Si chiesero come fossero arrivate lì. L’unica soluzione era quella di chiedere alla creaturina, sempre se sapeva parlare, cosa di cui dubitavano, ma non appena la scuoterono, questa aprì i dolci occhi neri e le guardò. Non era una semplice volpe, anche se n’aveva l’aspetto. La testa era piccola, il muso dolcissimo e gli occhi teneri. Era interamente rossa ad eccezione del muso, della pancia e dell’estremità della coda che invece erano bianche. La cosa che più la impressionò era che possedeva due candide ali bianche che terminavano arricciate in una spirale e subito con quelle scappò via, gridando con la sua vocina: << Sono libero, sono libero!>>. Ayumi lo rincorse, agitando le mani e prendendo a correre, finché inciampò in un sasso. Una voce maschile commentò amaro:

<< Che frana! Lasciarsi sfuggire così il proprio Rainbow>>.

Ayumi alzò lo sguardo, e vide che sopra di lei si ergeva un ragazzino dai capelli castani. La ragazza non sapeva cosa rispondergli, non aveva capito l’ultima parola che aveva detto, o almeno non sapeva cosa voleva dire. Ma non si alzò, poiché il suo cervello era rimasto paralizzato dallo sguardo furioso di quello sconosciuto: le sembrava di vedere gli occhi di suo fratello, anche se il ragazzino li aveva castani. Anche se era imbronciato, era molto carino, ma non quanto il ragazzo che gli stava dietro. Era appena arrivato, e subito aveva colpito il cuore di Ayumi: era biondo con gli occhi azzurri, alto e magro, e per di più le sorrideva e le aveva teso una mano per farla rialzare. Lei la prese e si rimise in piedi, rispondendo al sorriso del ragazzo che aveva davanti. Era incantata dalla bellezza del biondo bello come gli attori che spesso vedeva in televisione, ma era anche turbata dallo sguardo insistente del moro. Che diavolo voleva da lei? Possibile che l'avesse presa in antipatia senza neppure conoscerla? Sembrava esserci anche qualcos'altro nei suoi occhi, così profondi e penetranti ma decise di non curarsene più e chiese al biondo: << Dove mi trovo?>>. Il ragazzo moro sbuffò forte e sibilò:

<< Questa qui deve aver perso il cervello, mentre cadeva>>.

 Ayumi, avendo sentito perfettamente ogni singola parola, sentì la rabbia scorrerle nelle vene e le venne voglia di picchiarlo, ma la sete di informazioni era più urgente di qualunque lite. Ma il ragazzo biondo, quello di cui Ayumi ormai aveva capito di essere cotta, prese a parlare con il  moro.

<< Ti sembra modo di parlare ad una ragazza carina e in difficoltà? Cerchiamo di aiutarla in qualche modo>>.

Ma nel frattempo era arrivata Mika, che era riuscita a catturare la volpina sfuggente. Ma rimase paralizzata, quando vide che la sua amica era in compagnia di due perfetti sconosciuti.

<< Ayuchan, cosa ci fanno qui questi due?Chi sono?>>.

<< La stessa domanda che ci stavamo facendo noi>>commentò aspro il ragazzo moro.

<< Smettila di fare così, Shun>>, disse il biondo rivolto all’altro, e poi alle due ragazze spiegò: << A volte fa l'antipatico, ma è un bravissimo ragazzo! Non fateci caso!>>. Ma subito il ragazzo chiamato Shun gli balzò addosso e gli tappò la bocca, gridando: << Smettila di raccontare queste cose! Sono faccende private!>>.

Mika e Ayumi si guardarono, ancora stupite e scosse come se fossero state infilate dentro una lavatrice. Dove erano andate a finire? Chi erano questi due bei ragazzi?

Ayumi era ancora scossa dalle prime parole che il moro le aveva rivolto. Aveva sentito la parola Rainbow, che in inglese voleva dire arcobaleno, questo lo sapeva, ma cosa c’entrava in quel momento? Eppure aveva detto sfuggire…forse si riferiva al serpente che le era appunto sfuggito?

<< Allora ragazze, come vi chiamate? Sembrate essere scosse, da dove venite?>>.

Essendo Mika un po’ timida, Ayumi cominciò a parlare:

<< Io sono Ayumi Asai, lei è Mika Wamatsu, siamo arrivate qua toccando quella volpina rossa>>, disse indicando la creaturina che Mika teneva stretto fra le mani per evitarne una seconda fuga, << Abitiamo a Tokyo, sapresti dirci la strada per tornare lì?>>.

<< Tokyo?>>disse il moro,<< ma è nell’altro mondo, a quanto ne so. E tu vorresti farmi credere che sei giunta qua solamente toccando un Rainbow? Questo può succedere solo se il Rainbow è incantato, e tu non l’hai fatto, vero?Non è che ti stai inventando un mucchio di sciocchezze, ragazzina?>>.

<< Non sono una bugiarda!Ma almeno mi dite in che stato ci troviamo? Io non capisco più nulla. Parlate il giapponese eppure non riesco a distinguere la città…E poi non sono una ragazzina! Ho quindici anni!>>disse Ayumi.

<< Non siamo nel mondo degli umani, ma degli angeli,detti qui Angels>>.

Non era stato Shun o il biondo a parlare, ma Mika.

<< E tu come fai a saperlo?>>chiese la ragazza, ancora più confusa. Adesso sì ci metteva pure la sua amica, non ci bastava solo il moro che ripeteva in continuazione Rainbow!

<< Me l’ha detto questa creaturina qui che afferma di chiamarsi Ryochan. A quanto pare è stato rinchiuso da una donna mora quand’era piccolino in quella sfera spazio-temporale. E’ tutto così strano, eh?>>

Strano sì! Fino a poco prima erano due ragazze a Tokyo, ora erano insieme a dei ragazzi estranei: uno bellissimo di cui ancora non avete scoperto il nome, e l’altro antipatico chiamato Shun. E poi cos’è un Rainbow?vi starete chiedendo, ma anche “ Da chi è stato catturato Ryochan, la creaturina che li ha trasportati in questo mondo d’Angels?”. Vedrete che tutto pian piano sarà svelato. E per gli appassionati delle storie romantiche, quelli che si staranno chiedendo se Ayumi si fidanzerà con il biondo, ci saranno bei momenti, ma adesso torniamo alla storia….

<< Scusa, non mi sono presentato>>disse il biondo,<dubito ma “una certa persona”>>la certa persona guardava ancora insospettito Ayumi,<< ancora non è convinto, avrete molto da imparare. Tanto per cominciare un Rainbow è una creatura magica, ce ne sono diversi. Quello che ha al collo è la sfera dell’amicizia fra lui e il suo padrone, cambia colore secondo l’affetto fra i due. I colori sono come quelli dell’arcobaleno: vanno dal rosso, il livello più basso, al violetto, quello più alto. Ma ti conviene andare a scuola per imparare tutto. Noi l’abbiamo già finita e siamo all’indaco!>>

<< Pure qui la scuola>>commentò Mika.

<< Proprio come dei bambini di sette anni!>>,disse Shun<< Un Rainbow è una creaturina magica…>>cantilenò il ragazzo.

<< Sta zitto, tu! Grazie per la spiegazione, Suzuki>>disse Ayumi<< Ma cosa succede quando è al massimo l’intesa fra il Rainbow e il padrone?>>.

<< Puoi chiamarmi Daiki, se vuoi>>disse il biondo sorridendo(lo stomaco d’Ayumi si contorse),<< in ogni caso con quella in mano il padrone si trasforma in un angelo, fantastico, no? Qui tutti gli adulti sono angeli, mentre i bambini vanno a scuola per imparare a far cambiare il colore della sfera. Noi ci stiamo quasi riuscendo, ci manca un solo livello. Ma per ora non c’interessa molto. Poi vi racconteremo. Ora è meglio che vi troviamo un posto per sistemarvi qui!>>.

<< Ma io voglio tornare a casa!>>esclamò Ayumi,<< non m’interessa nulla di questo mondo, voglio solo ritornare in camera mia!>>.

<< Si, anche io non voglio stare qui, nonostante mi sembriate dei ragazzi simpatici>>disse Mika.

<< Ma Ayumi- se così posso chiamarti-non ti piacerebbe sapere perché sei finita qui? E’ la prima volta che un umano privo di poteri magici giunge qua! Sono sicuro che devi scoprire qualcosa in questo mondo! E’ la prima volta che degli umani mettono piede qui!>>.

<< Senti, adesso io e Mika dobbiamo parlare>>disse Ayumi.

Le due ragazze si appartarono.

<< Quindi questo qui si chiama Ryochan? Piacere di conoscerti, Ryo! Tu ti ricordi chi ti ha intrappolato nella sfera di cristallo?>>.

<< No>>rispose la creaturina,<< ricordo solo che era una donna mora. Mi ha preso, ero appena nato, e mi ha rinchiuso lì, senza dirmi nulla>>.

<< Uhm, capisco. Tu che ne pensi, Mika? Quei due ragazzi sono davvero bellissimi, ma io voglio tornare a casa…Insomma, potrebbe anche essere che questi due ci stiano prendendo in giro e che siamo semplicemente andate in periferia, ma non lo ricordiamo per qualche motivo…E mi sembra assurdo che una volpe sia alata e parlante. Mi sento in una favola o qualcosa del genere>>.

<< Ayuchan, rimaniamo qui qualche giorno, poi vedremo di tornare. Sarebbe l’occasione per vivere la grande avventura che abbiamo sempre sognato! E poi quei due sono proprio carini, magari si scopre che sono innamorati di noi, come puoi rinunciare a tutto questo? Poi hai appena scoperto che puoi diventare un angelo…In pelle e magia!Sei fortunatissima, vorrei poterlo essere anche io, anche se mi accontento di farti qualche ripresa con il cellulare!>>Gli occhi di Mika scintillarono e si incrociarono con quelli della sua amica. Il cellulare! Mika lo estrasse dalla tasca della divisa, lo accesero e provarono a chiamare. Ma le loro speranze svanirono quando videro che non c’era linea.

<< Uffa! Comunque trovo che il biondo sia bellissimo, non credi?>>disse Ayumi.

<< Si, è stupendo. Ehi, ma tu sprizzi cuoricini da tutte le parti! Non è che te ne sei innamorata?>>chiese la sua amica. La sua voce però era strana, ma Ayumi non se ne accorse, pensava ancora al dolce viso di Daiki e saltava dalla gioia ripensando ai sorrisi che le aveva rivolto.

E così anche l’ultima speranza era svanita. Non rimaneva altro che rimanere qualche giorno per cercare informazioni sul modo per tornare.

E così la nostra cara Ayumi si è innamorata di Daiki, ma al momento il suo desiderio più grande era quello di tornare a casa, non sapendo che questo sarebbe successo solo più tardi e di malavoglia.

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Capitolo 3
*** ululato nella notte ***


Capitolo 3-Ululato nella notte

E così iniziò una nuova vita per Ayumi e Mika:ogni giorno, sempre più incredule che stesse davvero accadendo tutto ciò e finalmente convintesi che tutto quello che stava loro accadendo era reale, andavano nella scuola del villaggio a imparare come si accudiva un Rainbow, a capire come utilizzare a usare i poteri una volta che si era raggiunto il massimo livello, ovvero il violetto. Tutti i loro compagni erano dei bambini di circa otto anni.

Non era stato semplice però per loro ottenere il permesso di frequentarlo. Prima di tutto si erano dovuti rivolti alla preside: una donna dallo sguardo severissimo e inquisitorio, che fece traumatizzare dalla paura le due ragazze. Volle sapere per filo e per segno come erano arrivate fin lì. Per fortuna con loro erano venuti Shun e Daiki per convincere la donna ad acconsentire allo studio delle ragazze. Daiki fu molto convincente, spiegando che le due ragazze volevano ottenere i poteri per tornare a casa.

Sì, era proprio quella la soluzione che Mika e Ayumi avevano raggiunto: probabilmente l’unica soluzione era quella di usare i poteri magici di Ryochan per tornare indietro. Ma la creaturina aveva detto che solo una delle due poteva diventare angelo, e subito le ragazzine si erano voltate l’una verso l’altra con sguardo interrogativo. Chi delle due allora doveva assumersi questa enorme responsabilità?

<< Chi delle due mi ha toccato per prima?>>aveva chiesto Ryochan.

<< Io>>, aveva risposto Ayumi.

<< Allora sarai tu ad avere i poteri!Adesso vado, devo andare a fare qualche scherzetto ai bambini piccoli!>>.

Si divertiva così Ryochan, spuntando all’improvviso facendo un suono terribile o posandosi sulla testa di qualcuno cominciando a parlare, facendo impazzire la povera vittima che non capiva da dove veniva la voce.

La vita di Ayumi e Mika era abbastanza tranquilla: Shun, probabilmente sotto il comando di Daiki, aveva offerto loro la possibilità di vivere nella casetta accanto alla sua. Stando alle sue parole, quello prima era il magazzino dove suo padre teneva tutti gli oggetti rotti, ma finalmente si era deciso a buttarli ed aveva subito dato il suo consenso a Shun quando gli aveva parlato delle nuove ragazze.

Ogni giorno le due amiche, dopo la scuola, andavano a parlare con gli anziani della zona, tutti davvero molto simpatici e desiderosi di raccontare le loro esperienze a chiunque volesse ascoltarli. Così appresero che da sempre esistevano gli angeli e i Rainbows anche se per alcuni secoli erano vissuti con gli umani pacificamente. In seguito,però, avevano preferito separarsi da loro perché spesso gli uomini ne approfittavano per i loro scopi; da quel momento in poi i due mondi si erano divisi e nessun umano avrebbe mai messo piede nel loro mondo. O almeno era questo quello che si era creduto, finché non erano arrivate Ayumi e Mika. Anche se la maggior parte delle persone che abitavano lì le trattavano come angeli, molti, quelli che chissà come venivano a sapere tutto su di loro senza che le ragazze raccontassero nulla,ancora erano scettici sul fatto che una ragazza umana avrebbe ottenuto i poteri.

La sera però, dopo aver trascorso la giornata con Mika o con Daiki(con quest’ultimo erano frequenti le passeggiate per i prati di Midori), Ayumi sentiva la mancanza della sua casa, dei suoi genitori e incredibilmente anche di suo fratello Akito. Poi certe volte ripensava a quel bigliettino che aveva visto volare via quando aveva liberato Ryochan. Chi poteva mai essere stato? Possibile che quella donna misteriosa avesse scritto il biglietto per lei o per la sua famiglia?

Certe volte stava sveglia fino a tardi per pensarci, anche se il sonno aveva sempre la meglio.

<< E anche se fosse la stessa persona del biglietto, perché non si è fatta sentire lei di persona? E cosa vuole da me e dalla mia famiglia?>>.

Questi dubbi sarebbero stati risolti solo molto più tardi.

Un giorno, mentre Ayumi e Daiki leggevano insieme un libro che avevano preso dalla biblioteca del villaggio, arrivò di corsa Shun, ansimando per la stanchezza. Appena li vide insieme in quel modo, tutti e due chinati sullo stesso libro, si riprese completamente e aveva l’espressione di uno che avrebbe dato qualunque cosa per picchiarli, ma l’urgenza della situazione gli fece solamente stringere i pugni.

<< Daiki, è successa una cosa terribile!>>.

Shun era pallido e sudaticcio, sia per la corsa che aveva fatto, sia per la notizia.

Ayumi si spaventò vedendolo così: in genere era molto coraggioso, forse fin troppo, e impertinente, ma adesso il suo sguardo esprimeva solo terrore.

La ragazza si alzò e si avvicinò, mettendogli una mano nella spalla e sussurrandogli:<< Che ti è successo?>>.

Daiki si era alzato in piedi e aveva subito capito cosa aveva l’amico.<< E’lui, vero?>>

Ayumi sentì la sua mano vibrare, e capì che Shun stava tremando.

Vi starete chiedendo chi sia questo Lui che fa spaventare così tanto Shun, il ragazzo più coraggioso che Ayumi avrebbe mai incontrato nella sua avventura(ne avrete le prove fra non molto!)Ma non vi preoccupate, questa è l’ultima volta che lo vedrete tremare!

Nel frattempo era arrivata Mika, spaventata.<< Cosa è successo? Ho visto Shun correre qui come un matto!>>.

Solo Shun e Daiki sembravano capirsi, anche se non parlavano. Ayumi non era però disposta a scervellarsi per capire cosa stava succedendo a quei due, così chiese nuovamente spiegazioni a Shun, che ancora ansimava, ma fu Daiki a rispondere.

<< Dalla sua espressione direi che sono tornati i Devils, non è così?>>disse tetro, rivolgendosi all’amico. Egli si limitò a fare un cenno di conferma con la testa.

Ayumi, che sorreggeva ancora Shun, capì che non poteva stare più in quella posizione: il peso del ragazzo le stava distruggendo il braccio, così gli disse gentilmente:

<< Tanaka, potresti sorreggerti da solo, mi stai facendo male!>>.

Shun si rese conto solo in quel momento che c’era Ayumi e arrossì improvvisamente, rimettendosi in piedi e riprendendosi totalmente dalla paura.

<< Perché mi stavi tenendo in piedi? Credevi che non ce la facessi da solo?>>

<< Non è questo, volevo semplicemente aiutarti, ma se sei così ottuso da rifiutare pure l’aiuto di un’amica,allora non capisci nulla!>>

<< Io non capisco nulla? Sei tu quella, sei solo una rana!>>.

Quest’ultima parola fece ricordare ad Ayumi suo fratello. Le mancava tantissimo e il solo pensiero della sua famiglia le stringeva il cuore così forte da farlo quasi scoppiare dal dolore.

Shun doveva aver colto l’espressione triste della ragazza, perché non disse più la parola rana da quel momento in poi e smise addirittura di torturarla. Inoltre sussurrò:<>.

<< Daiki, stavi parlando di questi Devils… cosa sono? Che fanno? E come mai parlavi di un solo lui se sono tanti?>>

Il ragazzo spiegò:

<< Beh, quando ci siamo separati dal mondo umano, alcuni di noi hanno approfittato dei loro poteri per fare azioni cattive a loro vantaggio, così sono stati eliminati via di qui e confinati in un altro mondo. Ma qualche anno fa sono tornati improvvisamente, distruggendo parecchi villaggi e molta gente, fra cui la signora Tanaka…>>

<< Tanaka? Ma…>>lo interruppe Ayumi.

<< Sì, proprio la madre di Shun…Ha lottato con coraggio contro il più terribile di tutti i Devils, riuscendo a ricacciarlo via insieme a tutti gli altri, ma l’ultimo colpo che quel disgraziato di un mostro è riuscito a lanciare l’ha presa proprio in pieno..>>.

Ayumi guardò Shun: stava guardando il terreno, come se lo trovasse estremamente interessante,ma la ragazza poteva giurare di aver visto una lacrima cadergli dal viso ed atterrare nel verde prato.

Mika e Daiki rimasero impietriti quando videro che Ayumi abbracciava Shun e che il ragazzo non faceva nulla per liberarsene.

<< Si affaccia una nuova missione…dobbiamo riuscire a sconfiggere i dieci Devils più l’ultimo, così vendicheremo la madre di Shun. Siamo davvero troppo deboli da soli, non ce la faremo mai da soli, bisogna chiamare Sayuri>>disse Daiki.

Ayumi si staccò da Shun e guardò Daiki, che sembrava preoccupato. La ragazza però era molto scettica sul fatto che una banda di ragazzini potesse sconfiggere quei mostri, così disse:

<< Non ce la possiamo mai fare da soli, siamo piccoli, anche se sappiamo il fatto nostro! Non ce la faremo mai!>>.

<< E chi ha detto che vogliamo con noi un impiastro?>>disse Shun, che si era completamente ripreso in tutto e per tutto.

<< Io vengo! Che sia chiaro, non ho intenzione di abbandonare i miei amici in un momento difficile!>>

<< E chi ha detto che siamo amici? Siete qui da una sola settimana e credi di essere nostra amica, immischiandoti in affari che non ti riguardano! Sei poco più di un’estranea, qui siamo gli unici che conosci! E’ solo per questo che stai con noi, no? Solo perché ti conviene! Solo perché tutto il paese ti odia perché sei un’umana! Tu e la tua cara amichetta! Guai a te se ti intrometti nella mia vita privata un’altra volta!>>.

Per Ayumi fu come ricevere un colpo in testa con una mazza di ferro. Non sapeva se piangere per quelle amare parole o scoppiare di rabbia e aggredirlo, magari prendendolo a mazzate senza pietà. Fece entrambe le cose: prima sferrò un pugno a Shun, che però riuscì a bloccarlo con una mano, e poi scappò via, piangendo. Mika la guardava triste e poi si rivolse aspramente verso i due ragazzi: << I miei complimenti! L’avete fatta piangere! Siete proprio due imbecilli!>>.

Daiki sembrava enormemente offeso da quelle parole e ribatté:

<< Io l’ho sempre trattata bene, l’ho fatta ambientare e tutto! Io non c’entro proprio nulla, io tengo davvero tantissimo a lei, non la farei mai piangere! Io non faccio piangere i miei amici, soprattutto quando sono speciali come Ayumi!>>.

Mika rimase sorpresa da quelle parole, ma se ne andò lo stesso, lasciando i due ragazzi a litigare.

<< Cosa diavolo ti salta in mente?! Hai fatto piangere Ayumi, hai ferito nel profondo del cuore quella ragazza, che per giunta ti aveva consolato facendo un gesto carino! Se fosse capitato a me, altro che insultarla….Ora spiegami perché l’hai aggredita in quel modo!>>disse Daiki, furioso.

<< Ho semplicemente detto quello che penso! Non è colpa mia se quella lì si voleva immischiare nelle mie faccende private! Io posso sopportarla, ignorandola, ma la mia pazienza ha un limite, soprattutto se sono affari che non la riguardano!>>.

<< Stava solo offrendo il suo aiuto! Non capisci davvero nulla di amicizia, tu!>>disse Daiki, sbuffando,<< Io vado da lei, la vado a consolare, cosa che dovresti fare anche tu dopo averle chiesto scusa!>>.

Shun rimase da solo. Tutto intorno a lui ora gli sembrava grigio e squallido, nonostante fosse una bellissima giornata di sole. Si mise a piangere, un po’ per la madre, un po’ per aver litigato con Daiki, cosa che non aveva mai fatto prima. Il suo odio per Ayumi crebbe a dismisura! Era lei a creare guai! Se ne doveva andare via! Pretendeva di partire con loro per la vendetta anche se non conosceva davvero nulla di quel posto…Piccola rana impertinente e impicciona!

Nel frattempo, Ayumi e Mika venivano raggiunti da Daiki, che si sedette accanto a loro.

<< Ragazze, scusatelo, vi prego. Non si comporta così, in genere, non so cosa gli è preso. Forse è solo il fatto che non ha mai avuto altri amici oltre me e Sayuri. Oppure è il ritorno dei Devils che lo ha scosso…Ti assicuro che è un ragazzo tenero!>>

<< Sì, davvero tenerissimo>>commentò amara Ayumi, singhiozzando,<< tanto dolce da dirmi con estrema cortesia quello che pensa di me!>>.

Scoppiò di nuove in lacrime e si alzò. Prima che uno dei due amici la potessero fermare, prese a correre all’impazzata, piangendo silenziosamente.

Arrivò in una radura fitta e buia. Ogni suono era sinistro. Ci fu un rumore e con trepidazione si voltò. Per fortuna era solo una lucertola che era appena sbucata fuori da un cespuglio.

La ragazza si era pentita di essersi allontanata così tanto: non aveva alcuna idea di dove si trovasse. Proprio quando si stava chiedendo cosa fare, sentì un rumore provenire dall’altro, seguito da un ululato che sembrava provenire dallo stesso punto. Erano calate le tenebre.

Terrorizzata dalla paura, scappò via, correndo con tutte le sue forze.

Anche Daiki e Mika avevano sentito l’ululato e volevano andare a cercare sia Shun che Ayumi, ma l’improvviso scoppio di un temporale li costrinse ad entrare in una grotta per rifugiarsi lì.

Shun si era alzato in piedi: aveva sentito un ululato ed era deciso a uccidere il lupo per salvaguardare il villaggio. Poi, allo scoppio del temporale, decise di rifugiarsi in una grotta nella quale era sicuro di trovare almeno Daiki, e questo infatti avvenne, ma insieme all’amico c’era Mika.

<< Dov’è Ayumi?>>chiese Shun, accorgendosi subito che la ragazza non c’era.

<< Non lo sappiamo>>disse Mika, triste,<< si è allontanata da sola! Come facciamo adesso? Chissà dov’è!>>.

Shun si alzò di botto, impugnando una grossa spada dall’impugnatura d’oro. << Rimanete qui, la vado a cercare io!>>.

Ignorando le proteste dei due amici, si avviò da solo, sotto il temporale. Prese a correre quando un fulmine lo sfiorò per un pelo.

<< Se devo trovarla, lo devo fare subito. Quella lì si potrebbe cacciare nei guai, visto com’è fatta. Ma a me alla fine che importa? Potrei benissimo cercarla dopo il temporale,non mi devo sprecare tanto per lei!>>pensò. Era appena tornato indietro quando un nuovo ululato lo costrinse a procedere, pensando:<< Mi odierò a morte per questo, ma se le succedesse qualcosa non me lo perdonerei>>.

Ad un certo punto si fermò: era da più di mezz’ora che correva come un folle. Doveva riprendere fiato. Un lampo illuminò sia il cielo che la radura, e gli parve di scorgere un’ombra che si muoveva su per le montagne. Che Ayumi si fosse addentrata fino a là?

Si stava per muovere quando qualcuno o qualcosa lo urtò da dietro. Si voltò e vide che era proprio la ragazza. Entrambi gridarono per lo spavento.

Daiki e Mika sobbalzarono in aria. Le grida dei due erano giunte fino a loro.

<< Ho paura, Daiki! E se fosse successo loro qualcosa?>>

<< Non ti preoccupare, Mika! Dalle loro voci sembrava che erano insieme…se Shun è con lei, Ayumi è al sicuro>>.

Le parole del ragazzo la rassicurarono.

Intanto gli altri due ragazzi avvertirono la presenza di qualcosa che si muoveva nella montagna. Automaticamente si avvicinarono. Una creatura si mosse nell’ombra.

Shun avanzò a gran passi, mentre Ayumi rimase immobile, con le mani incrociate come se stesse pregando. Il ragazzo alzò il braccio destro, come se volesse proteggere Ayumi, visto che era proprio attaccata al suo fianco destro. Poi Shun parlò:

<< Tu chiunque sia o qualunque cosa sia, vieni fuori!>>.

<< Quanto sei fifone, normalmente ti saresti scaraventato sul nemico>>disse una voce nell’ombra.

Chi è? Cosa vuole dai nostri due giovani eroi? Lo scoprirete nel prossimo capitolo!

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Capitolo 4
*** capitolo 4-sayuri e il suo segreto ***


Capitolo 4-Sayuri e il suo segreto

Ayumi, spaventata da quella voce che risuonava così cattiva, strinse forte il braccio di Shun, ma quello si liberò dalla sua presa. Avanzò lentamente, con la bocca leggermente curvata, come se stesse sorridendo. Ayumi gli gridò di non andare, che era pericoloso. Lui si limitò a sbuffare divertito, continuando a camminare nella radura oscura. Ogni suo passo risuonava nelle orecchie della ragazza come se fosse di un gigante molto pesante. Il cuore le batteva forte, anche se non sapeva perché. Voleva impedire a Shun di raggiungere quella creatura avvolta nell’ombra, qualunque cosa fosse Ayumi era sicura che non sarebbe stato prudente avvicinarsi così tanto. Quando non vide più il ragazzo, delle grosse lacrime le comparvero nel viso e cominciò a correre più forte che poteva finché non lo vide, in compagnia di una ragazza.

Il suo volto era illuminato dalla pallida luna che risplendeva sopra di loro. Aveva occhi neri e vivaci, capelli castani corti legati in una codina, e indossava abiti molto sportivi, ovvero un paio di shorts verde militare, una canottiera bianca e polsini sia ai polsi che alle caviglie. La sua espressione era di puro divertimento, e quando vide Ayumi così terrorizzata, scoppiò in una risata fragorosissima. Shun avanzò verso di lei, ancora con quella strana espressione che sembrava essere divertita, ma non solo. Il ragazzo abbracciò forte la sconosciuta e le sorrise, parlandole con una voce che Ayumi non gli aveva mai sentito utilizzare: una voce dolce.

<< Ci si rivede, eh, Sayuri? Come mai da queste parti? Non ti eri trasferita dall’altra parte della regione?>>.

Ayumi era semplicemente stupefatta: non sapeva più che pensare…era stata quella ragazzina a fare il verso del lupo, a farla spaventare così tanto? E poi, cosa del tutto insolita, era poco contenta del fatto che Shun le parlasse in quel modo e l’aveva abbracciata. I suoi pensieri furono interrotti dalla voce della ragazza, limpida e cristallina come i suoi occhi neri,che iniziava a spiegare:

<< Sì che mi sono trasferita, altrimenti ci saremmo rincontrati molto prima. Sono venuta qui per una chiamata da parte di Daiki, mi ha mandato il suo Rainbow per riferirmi che i Devils sono tornati>>.

Con un gesto teatrale, fece avanzare dall’ombra un’altra creatura. Dapprima Ayumi vide solo due grandi occhi gialli, poi apparve il muso e il resto del corpo. Era un lupo di grosse dimensioni, dal pelo grigio e fulvo, gli occhi gialli e una lunga coda. Nel frattempo smise  di piovere.

<< Era lui ad ululare!>>disse la ragazzina, sorridendo,<< gliel’ho detto io! Volevo proprio vedere come reagivate. Non immagini le risate che mi sono fatta! E’ stato davvero fico! Questa qui>>disse, indicando Ayumi,<< per poco non se l’è fatta addosso!>>.

La ragazza rispose, sorridendo:<< Sì, mi hai fatto prendere un bello spavento! Ero terrorizzata! Non so cosa sarebbe successo se era una banda di lupi ad attaccarmi!>>.

<< Non ti sarebbe successo nulla, sono sicura che Shun ti avrebbe salvata! Con lui non c’è da aver paura. Mi ha sempre difesa ed è grazie a lui se adesso me la so cavare egregiamente anche da sola. Ti devo tanto, Shun. Comunque chi sei tu?>>.

<< Io sono Ayumi Asai, piacere…>>disse, chinando la testa in segno di saluto,<< piacere di conoscerti! Sono qui da poco e non conosco bene questo mondo. Tu devi essere Sayuri>>.

<< Si, sono Sayuri Saito, piacere mio. Cosa vuol dire che non conosci bene questo mondo?>>.

Ayumi, Shun e Sayuri si incamminarono nella foresta, e il ragazzo raccontò tutto alla nuova arrivata, che ascoltò con attenzione e sembrò subito convinta che fosse tutto vero, anche se dalla sua espressione si notava che era un po’ sorpresa. Ad un certo punto,però, Sayuri e Shun iniziarono a parlare fra di loro, ricordando eventi che non erano noti all’altra ragazza, che ora si sentiva esclusa.

Dopo mezz’oretta di cammino, Ayumi vide Daiki e Mika in una grotta e subito iniziò a correre.

I due sembravano molto sollevati. Ayumi prima abbracciò Mika e poi Daiki, quest’ultimo le accarezzò i capelli per tranquillizzarla(cosa che riuscì alla perfezione) e in quel preciso istante Shun fece cadere per terra la sua  grande spada, chinandosi subito a riprenderla.

Il rumore fece accorgere i due ragazzi della presenza di Shun e della sconosciuta. Daiki, come Shun, andò ad abbracciare Sayuri, provocando la gelosia di Ayumi, e poi la presentò a Mika, che si inchinò in segno di saluto.

<< Quindi, ora tocca a noi salvare il mondo dai Devils>>disse Sayuri,<< non vedo l’ora! Li faremo tutti neri! Sarà una cosa davvero megalatticamente fichissima! Mangeranno la mia polvere, quei sudici diavoli!>>.

<< Allora, accomodati Sayuri>>disse Daiki, gentilmente,<< devi essere stanca, se vuoi puoi andare nella tenda che abbiamo costruito io e Mika poco fa, dopo che ha smesso di piovere. Dormiremo tutti lì stanotte!>>.

<< Stanca, io? Mai! Mi sento ai vecchi tempi!>>disse Sayuri, contentissima,<< con la sola eccezione che adesso ci sono loro due, ma più siamo e meglio è>>.

<< Vorrei chiedervi una cosa>>disse Ayumi, rivolgendosi a Shun, a Daiki e alla ragazza,<< davvero credete di poter sconfiggere quelle mostruose creature da soli? Insomma….siete solo dei ragazzini, perché non lasciate fare agli adulti, visto che sono già degli angeli?>>.

<< Hai centrato il problema,Ayumi. Gli adulti! A parte che non ci farebbero partire, cosa che noi vogliamo assolutamente fare, poi negherebbero assolutamente che i Devils sono tornati, dicendo che ci stiamo inventando tutto. E poi tanti anni fa, quando qui c’erano quei demoni,la maggior parte di loro piuttosto che lottare per la loro libertà, preferivano farsi sottomettere,in modo da non perdere la loro vita, cosa cui non sono disposti a rinunciare. Hanno perso tutto il loro coraggio quando sono diventati grandi, si sono fatti sottomettere dalla paura e dalle loro responsabilità. Noi invece siamo giovani, siamo pieni di volontà e anche se non siamo ancora angeli, possiamo contare sui nostri Rainbows, fedeli compagni che ci hanno sempre seguito e mai abbandonato>>spiegò Daiki alla ragazza. Il discorso sembrava essere stato fatto da un politico. Il ragazzo aveva parlato con tono convincente, ogni tanto interrompendosi, dando ai suoi spettatori il tempo di riflettere.

Ayumi si era convinta e decise che da quel momento in poi avrebbe tirato fuori il suo vero carattere, che era meno pauroso e più determinato.

<< Ora mi credi, Ayuchan?>>.

Ayumi si sentì arrossire: Daiki l’aveva chiamata con un vezzeggiativo e ora la stava guardando negli occhi. La ragazza annuì col capo.

Tutti e cinque si avviarono nella tenda preparata da Daiki e Mika. Era color verde militare, perfetta per mimetizzarsi, ed era piuttosto grande, perciò non avrebbero avuto problemi di spazio.

Accesero un fuoco e si divisero i compiti per preparare la cena: Daiki e Ayumi avrebbero raccolto insieme dei frutti, Shun sarebbe andato a caccia di qualche coniglio e Sayuri e Mika avrebbero cucinato(Daiki aveva detto ad Ayumi di cucinare, sorridendo, ma lei aveva rifiutato perché sapeva bene che Mika se la cavava meglio di lei, quindi le cedette il posto. Shun, che aveva sentito tutto, aveva sbuffato: “Lo sa lei stessa che è una frana. Piuttosto che mangiare qualcosa preparata da lei, mi mangerei un coniglio crudo”. Questo aveva fatto scattare la rabbia di Ayumi, che gli aveva tirato la padella che stava per dare a Mika. L’aveva colpito in piena fronte. Dopo aver messo del ghiaccio nel punto in cui gli faceva più male, lanciò uno sguardo di  puro odio alla ragazza, che si voltò, sbuffando).

Ayumi e Daiki chiacchierarono un po’ mentre cercavano frutta da raccogliere. Fu il ragazzo il primo a parlare, sempre con la sua voce gentile.

<< Spero di averti convinta. Comunque, che te ne pare di Sayuri?>>.

<< Sì, mi hai convinta alla grande>> rispose lei, vedendo che Daiki le sorrideva,<< la nuova ragazza mi è sembrata divertente e grintosa, sono sicura che diventeremo presto grandi amiche>>.

<< Lo spero anch’io! Più è unito il gruppo, meglio è, quindi non pensare più alle parole di Shun, non lo pensa veramente, te lo assicuro io!>>.

<< Se me lo dici tu, ci credo>>disse Ayumi, sorridendogli, notando con piacere che il ragazzo rispondeva al suo sorriso.

<< Vorrei sapere che faccia ha fatto Shun quando ha rivisto Sayuri>>le disse, raccogliendo alcune mele su un alto albero.

<< Sembrava contento, però c’era qualcos’altro nella sua espressione>>.

Daiki le lanciò dall’albero alcune mele e Ayumi le prese al volo.

<< Certo che rivedersi all’improvviso dal nulla la sua ex ragazza deve averlo stupito un pochino, forse era questo il “qualcos’altro” nel suo viso>>disse il ragazzo lanciando altri frutti presi dall’albero vicino.

Ayumi era rimasta impietrita lì dov’era, del tutto dimentica del suo compito di prendere la frutta che le lanciava Daiki. Quelle che teneva fra le braccia le caddero a terra, quelle invece che le aveva appena lanciate il giovane neanche le vide, tanto che una di esse la colpì in fronte.

Daiki scese velocemente dall’albero e andò subito da lei per vedere se si era fatta male, ma Ayumi lo rassicurava dicendogli che non era successo  nulla. Il ragazzo volle sapere però cosa le era preso ed Ayumi fu costretta a confessare:

<< Sono rimasta sconvolta da quello che hai detto. Veramente quei due erano fidanzati?>>.

<< Beh, sì…anche se non te lo dovevo dire…Vedi, erano una coppia perfetta, si litigavano esattamente come fate ora tu e lui, ma alla fine facevano sempre la pace. Solo che Sayuri poi lo lasciò. Si era innamorata di un altro ragazzo e poi giunse anche la notizia che si doveva trasferire. Ma ora è tornata e mi chiedo cosa pensi Shun. Anche se lo conosco da così tanto tempo molte cose, soprattutto quelle sentimentali, non le capisco. Sai che mi ha detto Sayuri quando vi stavate litigando con quella padella? Dice che si è innamorata di nuovo di Shun e che quel ragazzo si è rivelato uno scemo. Mi ha detto anche che è gelosa di te>>.

<< Di me? E perché?>>.

<< Perché tu e lui vi comportate come facevano loro due tempo fa. Ha paura che tu le soffi il ragazzo che ama>>.

<< Ma a me non interessa minimamente! Basta vederci litigare per capire che ci odiamo! Certo, qualche volta andiamo pure d’accordo, ma non ci sarà mai niente fra di noi! Preferisco i ragazzi dolci e semplici, non quelli complicati e facilmente irritabili>>.

Daiki le fece un sorriso molto largo e poi disse:

<< Beh, anche io preferisco le ragazze semplici. Comunque non dire niente né a Shun né a Sayuri. Questo è il suo segreto e io avevo promesso di non dirlo a nessuno, ma sono mi fido di te. Sayuri andrebbe su tutte le furie se sapesse che ti ho detto che le piace ancora Shun>>.

Le fece l’occhiolino e insieme continuarono a raccogliere la frutta.

Quella sera cenarono tutti insieme, parlando del ritorno dei Devils, dicendo cose che Ayumi non sapeva. Stando alle parole dei ragazzi, quei demoni si sarebbero rifugiati ognuno nella propria fortezza, di cui però non conoscevano la collocazione. Per fortuna sapevano che la prima si trovava in luogo non molto distante da dove erano accampati. Prima di sconfiggerlo avrebbero chiesto l’ubicazione della prossima fortezza, fino ad arrivare a quella del Devil che aveva ucciso la madre di Shun.

Il cibo era buonissimo: Sayuri e Mika sarebbero state sempre le loro cuoche.

Fra una chiacchierata e un’altra, arrivò la notte e dormirono tutti in tenda. Le disposizioni le avevano stabilite tramite un sorteggio, così, Ayumi avrebbe dormito all’estrema sinistra. Accanto a lei ci sarebbe stato Shun, che si trovava appunto fra lei e Sayuri, quest’ultima accanto a Mika che alla sua destra aveva Daiki. Prima di addormentarsi, Shun ed Ayumi si guardarono in cagnesco, ognuno per far capire all’altro come avrebbe preferito essere dappertutto tranne accanto a lui.

Durante la notte, Ayumi si svegliò all’improvviso, scoprendo di non avere più sonno e di essere un po’ turbata. Voleva parlare con Shun, senza sapere neanche il perché, ma qualcosa le diceva che quella strana sensazione sarebbe passata. Lo guardò: era davvero carinissimo quando dormiva,sembrava quasi un bambino. Dolce, inoffensivo e vulnerabile. Ayumi sorrise, resistendo alla tentazione di accarezzargli i capelli, e poi si alzò. Uscì fuori dalla tenda e si sedette su un tronco vicino il fuoco, ancora non spento del tutto.

Poco dopo però venne raggiunta da qualcuno.

 

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Capitolo 5
*** Il primo sorriso ***


Capitolo 5-Il primo sorriso

Ayumi si voltò. Era Daiki. Prese posto accanto a lei e poi le disse:

<>

<ho sonno, non so perché. E tu che ci fai qui?>>

<Sayuri? Forse era meglio che non te lo dicevo…Ma per caso a te piace Shun? Voglio saperlo adesso, se è possibile!>>disse lui, guardandola severamente.

<>.

<>.

<vogliono, qui>>.

<voglio un bene speciale! Ora me ne torno in tenda, se hai bisogno puoi svegliarmi! Buonanotte e sogni d’oro>>.

<<Anche a te!>>.

Ayumi rimase nuovamente sola. Posò di nuovo lo sguardo sul fuoco….

Era così lontana da casa. Le mancava tutto del suo mondo, nonostante cominciasse ad abituarsi in quel posto. Per fortuna c’erano Daiki e Mika, anche se la presenza di Shun la rassicurava molto.

Riguardo a Sayuri, sembrava proprio una ragazza a posto, ma la sua confidenza con Daiki e Shun la faceva sentire tagliata fuori da ogni conversazione. Si chiese come si sentisse Mika, dato che lei non aveva neanche la compagnia di un Rainbow. Poi c’era anche la nuova missione…Certo, le parole di Daiki l’avevano convinta che era la cosa più giusta da fare, ma voleva davvero tornare a casa sua e quel viaggio da intraprendere sembrava piuttosto lungo, mentre lei voleva fare in fretta a conquistare i poteri. Eppure non credeva di essere ancora molto simpatica a Ryochan. La volpina sfuggiva ogni qual volta lei voleva parlarle ma certe volte le faceva qualche scherzetto e poi ne ridevano insieme.

Poi ripensò al fatto che Sayuri e Shun erano stati fidanzati. La ragazza era dunque intenzionata a rimettersi…E lui che provava? Anche lui era ancora innamorato?

Proprio nel bel mezzo dei suoi pensieri, sentì che qualcuno si stava avvicinando…

<Daiki?>>.

<Daiki. Possibile mai che tu pensi solo a quello lì?>>.

Era Shun. Si sedette lontano da lei e anche lui si mise a fissare il fuoco.

Ma dico io, cos’avrà mai di speciale quel fuoco! Tutti che lo guardano!

<Shun, volevo parlarti>>.

Il ragazzo la guardò in faccia, sorpreso. <?>>.

<fatto quando eravamo nella radura, ho apprezzato molto il tuo gesto, anche se non ero veramente nei guai. Sai, ho uno scarso senso dell’orientamento, quindi sono sicura che mi sarei persa e sarei stata presa dal panico. Grazie infinite>>.

Shun arrossì violentemente e balbettò:

<>.

<ricordi?>>disse Ayumi, guardandolo. Quando lui scosse la testa, proseguì:<di nascosto con le mie amiche, inventando che era stato lui a dirmi di andare al supermercato per comprare qualcosa da mangiare. E’ stato davvero carino da parte sua. Poi ovviamente ci sono stati altri episodi che mi hanno fatto capire che tiene davvero molto a me, ma quello è sicuramente il più significativo, poiché si è beccato una dura punizione e, incredibilmente, non mi ha fatto nessun rimprovero e non si è lamentato della mia azione. Spero che la stessa cosa valga per te>>.

Quella sensazione che aveva al petto prima, svanì del tutto. Era dunque questo che non la faceva dormire, il fatto che doveva ringraziare Shun.

Quest’ultimo era davvero sorpreso dal discorso di Ayumi e arrossì ancora di più, fino a diventare rosso come il fuoco che stava fissando.

<dire che era per questo che non riuscivi a dormire e se venuta qui!>>.

<<E invece sì>> disse Ayumi, sorridendo.

<detto che non sei mia amica. Spesso le cose mi escono dalla bocca senza volerlo.

Adesso me ne torno a letto>>.

<>gli disse Ayumi, quando si alzò,<>.

Shun impallidì e poi le disse ad alta voce:

<>.

<>disse la ragazza, facendogli l’occhiolino,<>.

Il ragazzo impallidì ancora di più, poi divenne nuovamente rosso.

<<E va bene, hai ragione! Non riuscivo a dormire perché pensavo ancora al modo in cui ti ho trattata!>>.

<>. Ayumi si alzò e cominciò a ballare dalla gioia.<,evviva, evviva!>>.

<piantala!>>

Ma lei continuava e più Shun le diceva di chiudere il becco, più lei saltellava contenta. Ad un certo punto però la smise: aveva visto nel volto del ragazzo l’ombra di un sorriso.

<>disse lei, contentissima,<>.

<>ribattè lui, imbarazzato.

<>.

Shun era diventato rosso peperone in viso e lo divenne anche nel collo quando Ayumi gli chiese di sorridere di nuovo.

<>disse lui, e stavolta si alzò per andarsene di nuovo in tenda.

<>disse la ragazza, allegra.

Ayumi lo seguì e si coricarono vicini, tutti e due sorridendo. Quella serata nessuno dei due l’avrebbe mai dimenticata.

La prima ad alzarsi la mattina seguente fu Mika, che ne approfittò per girare un filmato dentro la tenda. Riprese per primo Daiki, che dormiva con la bocca aperta, Sayuri, che stava russando forte, ma soprattutto Ayumi e Shun. I loro volti erano molto vicini, le mani di Shun erano appoggiate su quelle di Ayumi e quest’ultima aveva una gamba appoggiata su quelle del ragazzo.

<>disse contenta Mika, riposando il cellulare nella tasca della divisa.

Ma quanto sei cattiva! Ricattare i tuoi migliori amici! Scherzo, è davvero furba.

Poi si alzarono Sayuri e Daiki. Appena videro Shun e Ayumi che dormivano in quella posizione, si scambiarono un’occhiata significativa e provvidero a separarli. Ora erano molto lontani e soprattutto nessuna parte del loro corpo toccava quello dell’altro.

Molto più tardi si alzarono e andarono a fare colazione con gli altri, ignari di tutto quello che era successo.

Quando ebbero finito, Mika prese a parlare:

<dovremmo dare un nome al gruppo, e magari eleggere anche un capo. Che ne dite?>>.

<>le disse Daiki,<>.

<<Noooo, troppo squallido! Io propongo di chiamarlo “i cinque fichissimi”>>disse Sayuri.

<è?>>protestò Shun,<Angels and Rainbows”?>>.

<<Suona bene!>>disse Ayumi, con il consenso di tutti.

<,allora dobbiamo eleggere il capo. Ognuno scriva sul proprio pezzetto di carta, che ora distribuirò, il nome della persona che vuole eleggere e poi vince chi ha più voti!>>disse Mika, cominciando a dare pezzi di carta a tutti.

<<Che fico questo sistema! Ma fate tutti così nel vostro mondo?>>chiese Sayuri.

<>disse Ayumi, che nel frattempo aveva preso il pezzo di carta che le porgeva Mika.

<adatto a diventare il capo?>>si stava chiedendo Ayumi, volgendo il suo sguardo verso il cielo,<<Sayuri non la conosco bene, però sembra proprio in gamba. Shun no di certo, il suo carattere mi darebbe sui nervi…Già me lo immagino che mi impartisce tanti ordini da farmi sgobbare dalla fatica…Mika sarebbe perfetta, ma non ha una buona conoscenza dei Devils, come me d’altronde. Rimane solo Daiki…Lui è assolutamente perfetto per dirigere una faccenda importante come questa…Però in fondo anche Shun potrebbe essere un buon capo>>.

Smise di fissare il cielo e posò il suo sguardo sul ragazzo. Si accorse che anche lui la stava guardando. Shun arrossì e tornò a fissare il suo pezzo di carta.

Ayumi si scervellò ancora un po’. Shun o Daiki? Chi dei due se la sarebbe cavata meglio?

Alla fine scrisse il nome di Daiki, ancora però non molto convinta.

<>.

Mika prese un bigliettino.

<<Daiki>>

Ne prese un altro.

<<Shun>>

Ne prese un altro ancora.

<<Ayumi>>. La ragazza balzò in aria…Non si aspettava neanche un voto.

Un altro bigliettino.

<<Daiki>>

<<E Shun. Abbiamo un pareggio fra Daiki e Shun, dobbiamo votare di nuovo, ma stavolta si deve scegliere solo fra loro due, i quali ovviamente non devono votare. Quindi ora le ragazze voteranno e sarà eletto il capo>>.

Stavolta Ayumi scrisse il nome di Shun, perché era quasi sicura che fosse stato lui a votarla.

Dieci minuti dopo, Mika riprese i bigliettini e non li lesse ad alta voce, come aveva fatto prima, ma li guardò un attimo e poi annunciò:

<Shun!>>.

Il ragazzo divenne immediatamente rosso. Evidentemente non se l’aspettava.

<>.

Mika estrasse il cellulare e incominciò a filmare tutti. Sayuri e Shun non volevano farsi riprendere, si vergognavano troppo. Dopo qualche bella risata insieme, Sayuri propose una cosa carina:

<>.

<>dissero contemporaneamente Mika e ed Ayumi. Daiki era d’accordo, anche se l’idea non lo entusiasmava, mentre Shun era assolutamente contrario.

<>disse lui, guardandosi i pantaloncini,<>.

<>disse Sayuri, prendendolo per un braccio e mettendolo in piedi, visto che era seduto in un tronco,<>.

<<Ok,ok, ma non tirarmi il braccio!>>.

Sembravano quasi una coppietta,da come cominciarono a litigare. Qualcosa turbò l’animo di Ayumi che fu contenta di esclamare ad un certo punto: <>.

Era un edificio piccolo, come tutte le casette al suo fianco. Entrati, videro una vecchietta che stava cucendo a mano dei vestiti e non appena si accorse che erano entrati dei clienti, si rivolse immediatamente a loro con una voce che ad Ayumi sembrò in qualche modo familiare:

<<Cosa desiderate, cari?>>.

<<Siamo qui per comprare dei nuovi abiti!>>esclamarono contemporaneamente le ragazze. Poi tutte e tre iniziarono a cercare fra i vestiti.

Ayumi fu subita colpita da un kimono azzurro. La stoffa era meravigliosamente morbida, un fiorellino bianco spiccava in alto a destra, mentre in basso era decorato a strisce blu, tra le quali spiccavano altri fiori bianchi. Lo provò e vide che le stava una favola. Lo prese.

Mika ne prese uno simile ma rosa, Sayuri invece uno rosso che in basso era nero con fiori rossi.

Shun se ne provò uno nero con un dragone rosso ricamato e gli stava benissimo. Il ragazzo, quando Sayuri e Ayumi gli dissero che stava d’incanto, arrossì fino a diventare del colore del drago.

Solo Daiki era indeciso: ancora non ne aveva trovato neanche uno che gli stesse bene. Le ragazze gli dissero che forse era meglio che lui portasse i suoi vestiti, ovvero una maglietta azzurra che si intonava con i suoi splendidi occhi e i pantaloncini bianchi.

Shun si ribellò a questo: perché l’amico poteva indossare abiti normali e lui no?

Sayuri lo prese per un orecchio e gli disse:

<Quell’abito ti sta d’incanto, quindi smettila di fare il bambino capriccioso!>>.

Si avviarono tutti insieme verso l’anziana signora per pagare, ma quella indicò la stanza accanto:

<conti, ma mia figlia sì>>.

Entrarono in una piccola stanza, con qualche scatolone di cartone aperto da cui si potevano intravedere abiti. Alcune crucciette erano sparpagliate per la stanza. Al centro vi era un piccolo bancone di legno oscuro con sopra una cassa e proprio dietro questa c’era una donna.

Era davvero bellissima: aveva capelli lunghi e castani e degli occhi grandi dello stesso colore. Sorrise ai ragazzi e questo la rese ancora più bella. Il suo sguardo era molto dolce.

<>disse con la sua voce melodiosa quando Shun le porse i quattro kimoni.

Il ragazzo non rispose: era rimasto incantato da quella splendida donna, così rispose Ayumi per lui.

<dobbiamo pagarle?>>.

Uscirono dal negozio dopo aver pagato e sia Ayumi che Ryochan erano pensierosi e silenziosi.

Mika, che si accorse dell’aria strana che aveva la sua amica, le chiese:

<>.

<è impossibile>>.

Ritornarono nella tenda e si cambiarono uno ad uno, indossando i vestiti appena comprati.

Fecero un salto al negozio di armi, dove Daiki comprò un pugnale, Mika prese un bastone, Ayumi un arco e Sayuri una spada non molto grande ma dall’aria letale.

Stava per cominciare l’avventura di questi ragazzi più i loro Rainbows.

Dei Rainbows conoscete solo quello di Ayumi e di Daiki(il lupo che aveva Sayuri la sera della sua apparizione) ma ovviamente anche Shun e Sayuri hanno il proprio. Il primo ha un leone e la seconda ha una piccola iguana verde. Adesso verrà la parte più interessante: quella degli scontri fra loro e i Devils

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Capitolo 6
*** Il primo ***


Capitolo 6-Il primo

La mattina dell’inizio del loro viaggio, fecero un salto in un negozio di alimentari e fecero una bella scorta di cibo in scatola e di dolci, poiché Ayumi, essendo golosissima, aveva convinto Daiki a comprarne molti. Dopo passarono anche a casa di Shun, dove il ragazzo presentò agli amici suo padre, un uomo alto e muscoloso, dai lineamenti duri ma non severi, e la sua adorabile sorellina, con i capelli rossi e occhi castani che somigliava tantissimo al fratello. La sua casetta era in una zona periferica di Midori e vicino ad essa ci stavano due piccole abitazioni; una delle quali era quella in cui Ayumi e Mika avevano abitato durante la loro prima settimana in quel mondo sconosciuta, mentre l’altra, come avevano dedotto che fosse la falegnameria di suo padre dall’unica finestra, oltre la quale si intravedevano travi di legno chiaro e scuro ma anche qualche attrezzo appeso alla parete priva di altre decorazioni.

Visitarono anche la casa di Daiki, dove ad accoglierli furono i suoi genitori, dai lineamenti europei, e i suoi due fratellini gemelli, dai capelli neri e occhi azzurri. Venne spiegato loro che nel mondo degli Angels erano pervenute diverse etnie dalla Terra e che abitavano tutti insieme senza distinzioni di provenienza.

Sia i due ragazzi che Sayuri avevano raccontato alle proprie famiglie che stavano andando a fare una bella gita con i loro amici e che sarebbero tornati dopo un paio di  mesi. Quelli fecero finta di crederci, ma in realtà avevano ben capito che stavano partendo per un viaggio ben più lungo dal modo in cui vennero abbracciati e salutati. Non era affatto un addio per un breve periodo.

Poi, finalmente, si misero in viaggio.

Ed è qui che realmente inizia la nostra storia. I nostri ragazzi ne passeranno di cotte e di crude, ma non vi dirò nient’altro altrimenti vi anticiperei troppe cose…meglio lasciare che queste parole vi facciano entrare nel vivo della storia…Però questo non mi toglie ogni tanto di fare qualche commento, ovviamente!

Camminarono un’intera mattinata senza fermarsi, mentre Mika filmava tutto e Sayuri raccontava tutto quello che aveva fatto nell’altra regione da quando si era trasferita. Ayumi invece era molto incuriosita dalle piante e dagli animali che incontravano, la maggior parte dei quali la ragazza non aveva mai visto fino ad allora. Daiki era molto contento di spiegarle tutto e a volte narrava anche di episodi che lo vedevano protagonista contro quelle creature oppure di piccoli incidenti che si risolvevano sempre con l’intervento di suo padre.

Shun invece continuava a considerare Ayumi solo una piccola rompiscatole che non conosceva nulla di quel mondo e quindi che avrebbe fatto meglio ad andarsene. La guardava sempre male quando i loro sguardi si incrociavano, ma non appena la ragazza si voltava, la fissava con un leggero rossore alle guance e continuava a camminare con la testa che si disperdeva in pensieri che cercava di allontanare il più possibile.

Poi quando fu mezzogiorno, o almeno così parve al gruppo, si sedettero tutti insieme sotto un grande albero di quercia, con l’aria fresca e pura che riempiva i loro polmoni. Lì posero a terra una grande tovaglia e fecero tutti insieme un sostanzioso pranzo, anche se era a base di carne in scatola, e chiacchieravano un po’, parlando soprattutto di passate esperienze di Sayuri,Shun e Daiki. Anche Ayumi e Mika poi parlarono un po’ della loro Tokyo. Gli altri tre sembrarono parecchio interessati e stettero a sentire senza fiatare. Si riposarono in questo modo il corpo, provato dalla fatica di quelle ore continue di cammino. I Rainbows invece mangiavano le bacche che riuscivano a trovare nei fitti boschi che accompagnavano il lungo sentiero che avevano intrapreso. Ryochan si mise a giocare poi con l’iguana di Sayuri ma quando intervennero Arashi il leone  e Lup per difendere il loro amico, smise subito, con il fulvo pelo rosso quasi diventato bianco per il ruggito di Arashi, e lo rilasciò con un sorriso quasi amichevole, come per dire che stava scherzando.

Dopo aver mangiato, si distesero tutti per riposarsi un po’ prima di rimettersi in cammino. Arrivò una fresca brezza e Ayumi chiuse per un attimo gli occhi, respirando a pieni polmoni, poi approfittò della pausa per parlare con Daiki.

<>.

<>

<>disse stupefatta la ragazza,<>

<>.

Ayumi, già sconfortata alla notizia che ne avrebbe avuto per un altro giorno e mezzo, si alzò all’improvviso e portò con sé il suo arco.

Aveva deciso di allenarsi un po’ per vedere se riusciva almeno a cavarsela nel tiro con l’arco.

Trovò il luogo adatto poco lontano: era una zona circolare, con tutti gli alberi intorno e, anche se il sole le picchiava in testa, si rese conto che era il posto migliore per esercitarsi indisturbata, visto che aveva come suoi unici spettatori degli uccellini cinguettanti e delle cicale allegre.

Con suo enorme sollievo, colpì tutti i punti dell’albero che si era prefissa come obbiettivi, ma mancò l’ultimo. Giusto in quel momento era arrivato Shun.

<>.

<>.

<>disse Shun, prendendo la sua spada e puntandola contro Ayumi, come in segno di sfida.

La ragazza mollò l’arco e si avventò su Shun, afferrandogli forte il collo per strozzarlo. Il ragazzo divenne bordeaux per la mancanza d’aria e solo a quel punto Ayumi lo lasciò.

Affannato, Shun riprese a respirare lentamente, massaggiandosi il collo.

<>.

<>.

Shun l’aveva guardata con ammirazione per tutto il suo discorso, ma ora era tornato ad avere il suo sguardo gelido e provocante.

<>.

Proprio quando la ragazza apriva bocca per ribattere, Daiki irruppe e si insospettì quando vide che Shun era a terra con il collo molto rosso.

<>

<>disse Ayumi, sorridendogli.

<>.

Quando Ayumi annuì, contentissima, Shun sbuffò e andò via, pestandosi i piedi.

Per una buona mezz’oretta la ragazza si esercitò con Daiki, che si rivelò essere un ottimo maestro. Divenne ben presto un’abile arciera, in grado di colpire anche obbiettivi lontani. Era una dote naturale, evidentemente, che non sapeva di aver mai avuto. Il momento più bello per lei fu quando Daiki le prese le mani e gliele poggiò sull’arco, spiegandole bene come impugnarlo. Poi il ragazzo si allontanò per andare a cercare il suo Rainbow, che ,a quanto pare, si era allontanato da solo per andare a caccia di bacche ma non era più tornato.

Ayumi andò da Mika saltellando dalla gioia, troppo contenta per dire qualunque cosa. Shun e Sayuri intanto si stavano sfidando a colpi di spada.

<>chiese Mika alla ragazza quando questa si era offerta di sparecchiare e mettere in ordine tutto il macello che si era creato a pranzo.

<>.

<>.

<>.

<>disse Mika, sorridendole.<>.

Ayumi si voltò a guardarlo: era vero, ancora il collo era rosso…Chissà quanto male aveva fatto a quel povero ragazzo!

<>chiese all’amica dopo averle spiegato quello che era successo nella zona circolare quando era arrivato Shun.

<>.

<>.

<>.

<>.

<>le disse l’amica in un tono curioso e insospettito,<>.

<>.

<>le rispose Mika, guardandola sospetta.

<>disse Ayumi, pur sapendo quello che la ragazza intendeva dire.

<>.

<>disse la ragazza, facendo finta di avere appena compreso,<>.

Proprio in quel momento arrivò proprio lui, che si sedette fra le due e chiese:

<>.

<> rispose prontamente Ayumi.

<>.

Mentre Shun, Sayuri e Daiki rimettevano le proprie armi negli zaini, Mika tese ad Ayumi un pezzo di carta e una penna.

<>.

Ayumi era parecchio arrabbiata e strappò con decisione il biglietto che le aveva dato l’amica.

<>.

La ragazza sbuffò, di malumore. <>.

Si misero nuovamente in cammino, sotto il sole cocente e con un caldo pazzesco. Daiki, che si era accorto del malumore della ragazza, le aveva chiesto se c’era qualcosa che non andava. Ella, anche se aveva detto al ragazzo che era tutto perfettamente a posto, aveva apprezzato quel gesto gentile che era sicura che Shun non avrebbe fatto mai.

Il loro viaggio fu interrotto da un violento acquazzone che si era scatenato all’improvviso. Il cielo era diventato di uno squallido fitto e la pioggia batteva furiosamente.Il gruppo si rifugiò dentro una grotta, già zuppi d’acqua. Ayumi vide che Ryochan era tutto bagnato. Lo prese e lo asciugò amorevolmente con una manica del suo kimono perché non voleva che il suo piccolo amico si prendesse un malanno. Quando lo lasciò, notò con grande stupore e gioia che la sfera della craturina si era illuminata e ora splendeva di un brillante arancione.

Contentissima e del tutto dimentica dei suoi problemi, abbracciò forte la volpina e cominciò a saltare di gioia. Sayuri, pur non sapendo cosa fosse successo, cominciò a saltellare pure lei abbracciando la sua squamosa iguana verde.

<>chiese incuriosito Daiki, avvicinandosi ad Ayumi.

<>disse la ragazza, mostrando al biondo il cambiamento del colore della sfera.

<>.

Lei si sentì al settimo cielo e improvvisò una specie di balletto. Sayuri, che ancora non aveva capito quello che era successo, imitò Ayumi in ogni sua mossa.

A quel punto Shun si alzò in piedi e chiese a Daiki spiegazioni. Il ragazzo annunciò ad alta voce il cambiamento del colore della sfera e Shun si sedette nel posto di prima, indifferente; Sayuri invece guardò con aria offesa Ayumi ed esclamò umiliata:

<>.

Tutti si misero a ridere, compreso, incredibilmente, anche Shun. Sayuri si grattò la testa in segno di imbarazzo, ma sorrideva, soddisfatta di aver fatto ridere anche il suo Shun.

Per festeggiare quel bell’evento, Mika mise una canzone del cellulare a tutto volume e iniziò a muoversi a ritmo, imitata subito da Ayumi e Daiki, che danzarono uno di fronte all’altro.

Sayuri prese Shun per il kimono e lo costrinse a mettersi in piedi, decisa più che mai a far fare quattro passi a ritmo anche a lui. Il ragazzo, dopo qualche battibecco con lei, si lasciò persuadere e ballò da solo, cercando di non fare accorgere agli altri che anche lui si era unito a quella sciocca manifestazione di gioia; ma tanto, per quanto riguardava Ayumi e Daiki, quei due non si sarebbero accorti di nulla, perché si erano messi a girare insieme ad alta velocità tenendosi per le mani, immersi nel loro mondo.

Poi, com’era venuto, il temporale cessò. Tutti sbucarono fuori e assaporarono l’odore dell’erba bagnata. 

Il sole era tornato a splendere alto e un bellissimo arcobaleno era comparso al centro del cielo. Daiki afferrò la mano di Ayumi e la portò in un punto privo di alberi dove lo si poteva ammirare meglio.

<>disse contento il ragazzo,<>.

<>disse Ayumi, felice,<>.

<>esclamò lui, guardandola dolcemente con i suoi grandi occhi azzurri.

Proseguirono di nuovo tutti insieme e Ayumi si mise accanto a Mika per raccontarle tutto.

<>disse la ragazza, facendole l’occhiolino.

Con una nuova allegria che le esplodeva nel petto, Ayumi prese a saltellare contenta, apprezzando appieno anche quello stancante pomeriggio.

La sera successiva, finalmente, arrivarono di fronte ad un’enorme fortezza di pietra, preceduta da un vasto giardino. Erano in una città di nome Ichi. Shun, il primo della fila, aprì il pesante cancello nero e mise piede nell’erba verde e ancora impregnata d’acqua. Nessuno dei ragazzi parlava e nessun rumore proveniva da quella villetta. Silenzio e tremore.

Non appena fece questo, un grande mucchio di ossa rivestito con qualcosa di nero apparve dal nulla.

Avanzava velocemente e il gruppo si strinse ancora di più. Ayumi era tra Shun e Daiki.

<>esclamò ad alta voce Sayuri.

Aveva perfettamente ragione. Un immenso numero di scheletri correva verso di loro con i loro fruscianti mantelli che coprivano loro la schiena e le loro terribili spade lunghe e affilate.

Shun e Daiki si misero a correre, sfoderando le loro armi. Sayuri lo fece subito dopo, dopo aver esclamato soddisfatta: <>.

Ayumi comprese che il suo arco sarebbe stato inutile  in un corpo a corpo con quegli esseri; e anche se avesse provato a uccidere quelli più lontani,era difficile che prendesse un punto del loro corpo o che una delle sue frecce sarebbe riuscita a perforare le ossa.

Quindi si lanciò anche lei nella mischia. Combatté con mani e gambe, che si rivelarono efficaci quanto i colpi di spada di Shun. Prese parecchie botte perché era piuttosto lenta, ma per fortuna non venne colpita in modo violento.

Mika fece un breve filmato con il telefonino e poi fu costretta a posarlo per schivare il colpo di uno scheletro che si era appena avvicinato. Delusa, anche lei poi si unì alla battaglia, schivando qualche colpo e subendone altri.

Dopo uno stancante combattimento, i ragazzi si riposarono un attimo, ammirando con soddisfazione il lavoro svolto. Le centinaia di ossa per terra si estendevano come un tappeto sino all’entrata della fortezza.

<>.

Incredibilmente non era stato Daiki a pronunciare quelle parole, ma Shun. Tutti i suoi amici lo guardarono sospettosi e lui si giustificò con una scrollata di spalle e con una breve domanda:

<>.

<>,pensò amaramente Ayumi. Ma la sua rabbia svanì nel vedere che uno dei mucchietti di ossa cominciava a muoversi di nuovo.

<>

<>disse Daiki, affrettandosi a raggiungere la fortezza.

Lui e Shun arrivarono presto, seguiti da Sayuri, anche lei parecchio veloce.

Ayumi e Mika corsero velocemente ma questo non bastò. Dietro di loro gli scheletri si erano ricomposti.

<>gridarono insieme Shun e Daiki alle due ragazze.

Entrambe si precipitarono e li stavano raggiungendo quando si sentirono prese da dietro. Ayumi tese la mano verso Shun, il più vicino a lei, e questi la prese e la strattonò in modo che salisse anche lei sui gradini della fortezza. La stessa cosa accadde a Mika, ma con Daiki.

Subito i cinque ragazzi entrarono e chiusero il portone, prima che le tremende bestiacce potessero aggredirli di nuovo. Dietro di loro sentivano qualcosa che picchiava sul portone. Evidentemente gli scheletri volevano ancora acciuffarli. Dopo qualche secondo la smisero e i ragazzi si guardarono con un’espressione che significava: “Se questo è solo l’inizio…”.

<>esclamarono ad alta voce Ayumi e Mika, ognuna rivolta al proprio salvatore quando si furono riprese dallo shock di vedere mucchi di ossa che cercano di ucciderti.

<>rispose Daiki a Mika, mentre Shun si rifiutava di proferir parola e si voltava, dando le spalle ad Ayumi. <>.

I ragazzi si resero conto di trovarsi in un’immensa sala buia e sporca, dove ragni e topi avevano trovato l’habitat naturale per vivere in santa pace. C’era un’enorme scalinata di fronte a loro, proprio al centro della stanza,che sembrava portare al piano superiore. Grandi quadri nelle pareti raffiguravano una creatura orrenda dalle sembianze umane ma dalla pelle totalmente nera. I capelli erano anch’essi scuri così ma nel suo viso splendevano degli occhi molto chiari. In un paio di ritratti teneva in mano quelli che sembravano essere cadaveri di bambini. Simmetricamente erano disposte sotto quei quadri delle sculture a forma di gargoyle con la bocca spalancata. Tutto quel posto faceva venire veramente i brividi. Neppure il più bravo regista umano avrebbe saputo creare meglio una casa degli orrori.

Ayumi si stava giusto chiedendo se era il caso di salire quando una grande sagoma spuntò nell’oscurità dall’ultimo gradino della scalinata.

La stessa creatura dei quadri apparve proprio negli scalini e Ayumi, Mika, Daiki e Sayuri non poterono fare a meno di trattenere il fiato per l’orrore e per la paura. Shun invece aveva portato la mano al fodero della sua spada, tranquillo, come si trattasse semplicemente di un nemico facile da battere.

Ayumi istintivamente si rifugiò dietro la statua di un gargoyle lì vicino a lei.

La creatura parlò:

<>.

<>disse Shun a bassa voce e ,girandosi, notò che mancava Ayumi.

<>pensò la ragazza, triste, mentre da dietro la statua osservava la scena, sperando di non essere vista dal mostro.

<>disse impertinente Sayuri.

<>. Il mostro scomparve per pochi secondi, durante i quali Mika si accorse che Ayumi si era rifugiata dietro la statua. La ragazza si sentì un verme, ma fu davvero contenta quando Daiki disse a bassa voce:

<>.

La lasciarono lì, ancora nascosta, mentre il mostro tornava con una piccola creatura fra le mani che si rivelò essere una bambina addormentata. Aveva l’aria familiare…A chi assomigliava? Ma certo, era la sorellina di Shun, Chiyo.

<>gridò suo fratello, che venne trattenuto da Daiki e Mika.

<>disse il mostro.

<>ribatté Shun, impertinente e furioso.

<> e prese la bambina, la quale si era svegliata e aveva iniziato a piangere, invocando il nome del fratello, e aprì la sua grande bocca.

Accadde tutto in un attimo. Ayumi prese l’arco e colpì il mostro in un occhio con una freccia. Lui lasciò la bambina per fermare il sangue che gli colava dalla pupilla e Mika corse per prendere Chiyo.  Shun, Daiki e Sayuri si lanciarono contro il Devil, sfoderando le loro spade. Ayumi con un’altra freccia lo prese nell’altro occhio e così il mostro divenne cieco. A quel punto cominciò ad infuriarsi, sbattendo forte le ali e menando colpi nell’aria. Shun era quello che lo stava ferendo di più ma, poiché era anche il più vicino, stava quasi per essere colpito dall’enorme mostro nero, ma Ayumi, istintivamente, gli lanciò una freccia nella mano e il demone la ritirò. Dopo qualche altro attacco da parte di Sayuri e Daiki, il Devil cadde a terra, sconfitto.

Shun andò a verificare le condizioni della sua sorellina e la prese in braccio, mormorando un “grazie” a Mika. Sayuri, Daiki e Ayumi si strinsero intorno al mostro e gli chiesero in coro.

<>.

Ma quello stava tremando come una foglia e sembrava sul punto di svenire.

<>.

<>chiese Shun, sprezzante, con Chiyo in braccio.

<>.

<>disse Sayuri, conficcando la sua spada nel corpo del mostro.

Tutti insieme uscirono, soddisfatti della loro impresa. Ayumi però era diventata meno allegra quando aveva saputo che dovevano tutti tornare indietro per riportare la piccola Chiyo a casa.

<>disse profondamente ammirato Daiki. La ragazza sentì il suo stomaco fare un salto all’indietro.

<> disse lei,<>.

<>disse Shun, guardandola malevolo e con un odio profondo.

<> ammise lei, vergognata. Si sentì cadere la faccia a terra.

<>sbottò lui.

Dopo altri due giorni di cammino, i ragazzi raggiunsero casa di Shun, il quale mise a terra sua sorella e le disse dolcemente:

<>.

La piccola annuì e corse felice verso la porta di casa.

Ayumi si mise a piangere. Tutti la guardarono stupefatti.

<>disse lei, singhiozzando,<>.

Daiki le diede qualche colpetto sulle spalle e la ragazza si calmò, asciugandosi le lacrime.

E così i ragazzi avevano superato la loro prima missione, mentre la nostalgia di casa di Ayumi aumentava a dismisura e cominciava a credere che in realtà Shun fosse un bravo ragazzo, esattamente come il suo adorato Akito.

 

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