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Lista capitoli: Capitolo 1: *** Due normali ragazze *** Capitolo 2: *** capitolo 2- I ragazzi di Midori *** Capitolo 3: *** ululato nella notte *** Capitolo 4: *** capitolo 4-sayuri e il suo segreto *** Capitolo 5: *** Il primo sorriso *** Capitolo 6: *** Il primo ***
Era una bella mattina d’aprile,
il sole splendeva alto e i fiori appena sbocciati ricoprivano i prati,
rallegrandoli con i loro vivaci colori. Ayumi si era svegliata di
buon’ora, nonostante fosse una gran dormigliona, aveva aperto la finestra
della sua camera e aveva affacciato il proprio viso fuori. L’aria
profumata e fresca la mise di buon umore. Contenta, si voltò verso un
muro della sua stanza e contemplò la nuova divisa scolastica. Era
davvero molto graziosa: la camicetta alla marinara aveva un lungo colletto blu,
la gonna a pieghe era dello stesso colore del colletto e le striscioline delle
calze. Ma quello che Ayumi preferiva in assoluto era il cappello: era molto
simile ad una coppola, e aveva lateralmente un laccetto blu che pendeva in
aria. Così indossò la divisa dopo essersi lavata. Si
guardò allo specchio e vide una ragazza di quindici anni, con capelli
mossi di un meraviglioso biondo dorato e dagli occhi grandi e castani, ovviamente
a mandorla, che brillavano d’allegria e un grazioso nasino
all’insù. Scese le scale di corsa ed entrò in cucina, una
bella stanza con il pavimento in moquette e il tavolo di legno al centro. Le
porte erano scorrevoli come quelle tradizionali. C’erano molte piante e
molte finestre. Non c’era ancora nessuno in quella stanza: era ancora
troppo presto. Quindi preparò lei stessa la colazione ma quando
assaggiò una delle frittelle che aveva cucinato, fece una smorfia di
disgusto e ci voleva poco che sputasse tutto quello che aveva in bocca nel piatto.
<< Sei sempre la solita frana >>. Un bel ragazzo
di diciotto anni era appena entrato nella stanza. Aveva grandi occhi verdi e
capelli biondissimi, era alto e magro, ma un po’ muscoloso visto che
praticava lo judo.
<< Ma stai zitto, Akito. Io
non sono una frana, sono sicuramente più intelligente di te>>.
<< Ma che dici!>>esclamò
il ragazzo, sedendosi a tavola, << io alla tua età avevo tutti
dieci>>.
<< Anche io avevo tutti dieci alle medie, mio caro, >>ribatté Ayumi, << tranne che in educazione
fisica…>>
<< Certo, sei una frana in qualunque sport! E sei
goffissima, non sai fare nessuno sport… Hai solo il cervello buono. Dovresti
partecipare alle paraolimpiadi, quelle per handicappati...forse lì
vinceresti>>la interruppe Akito.
Ayumi sentì la rabbia scorrerle nelle vene, ma si
calmò: doveva ancora sfoderare la sua arma vincente…<< Mio
caro fratellone, come mai appaiono molte insufficienze nella tua pagella della
terza media? Ora la smetterai di fare il signor “sono meglio di mia
sorella?”>>.
Akito cambiò completamente faccia: la sua
espressione, da gladiatore vincitore, quella che assumeva sempre, quando
torturava la sorella, si tramutò immediatamente e divenne pallido e
smunto.
<< Come fai a saperlo?>>.
La sorella si alzò e ,con un’espressione
diabolica e vendicativa, estrasse dal cassetto della credenza la pagella del
fratello,leggermente ingiallita dal tempo. Akito si alzò e in men che si
dica, aveva già strappato dalle mani della sorella il pezzo di carta. Ma
Ayumi non aveva intenzione di perdere la sua arma vincente così
facilmente, quindi cominciò a sferrargli calci, ma Akito,molto
più forte fisicamente, con uno spintone la fece cadere a terra. Ma la
ragazza si rialzò, ancora dolorante, e a quel punto iniziò la
guerra fra i due per il possesso della pagella.
Il fracasso che fecero, generato soprattutto dagli strilli d’Ayumi
quando si faceva male, svegliò i loro genitori.
Proprio mentre Ayumi era quasi riuscita
a conquistare il prezioso pezzo di carta, una voce li fece sobbalzare in
aria.<< SMETTETELA, VOI DUE!>>.
Era stata la loro madre a gridare. Era una donna alta e magra,
dai capelli castani corti e occhi piccoli e scuri. Indossava ancora il pigiama,
aveva i capelli scombinati ma la sua espressione era così furente che i
due fratelli indietreggiarono. Ora li stava guardando minacciosamente con le
braccia incrociate. Per fortuna arrivò il loro padre a sistemare la situazione. Egli
era un uomo alto, dai capelli biondi e dagli occhi grandi e castani. Dopo
essersi fatto spiegare cos’era successo, parlò ai due ragazzi:
<< Akito, tu sei più grande di lei,
dovresti darle il buon esempio! Sei appena diventato maggiorenne e ancora perdi
tempo disturbando tua sorella. Insomma, quando crescerai?>>disse
l’uomo. Ayumi gli scoccò uno sguardo riconoscente e il padre fece
un occhiolino: genitore e figlia erano sempre d’accordo e molto affiatati
insieme.
La madre invece stava guardando le frittelle sul tavolo, e
dopo si rivolse ai due giovani:
<< Almeno vi siete degnati di cucinare!>>
<< Io ho cucinato>>esclamò
Ayumi, prima che suo fratello potesse prendersi il merito di qualcosa che
invece non aveva fatto, come spesso accadeva.
<< Tanto devi cucinare lo stesso, ma’>>
disse Akito,<< quelle frittelle sono
immangiabili>>.
Dopo la colazione, Ayumi e Akito si avviarono insieme a
scuola senza parlarsi, ognuno immerso nei propri pensieri, tranne quando la
ragazza esclamò contenta che i ciliegi erano in fiore e il fratello le
rispose amaramente: << Sei ancora una bambina, ti entusiasmi per i
ciliegi in fiore!>>.
Ayumi, profondamente ferita, chinò la testa e
continuò a camminare, riprendendo a pensare.
Non vedeva l’ora di conoscere i nuovi compagni e le
professoresse. Però era già stata dentro quella scuola:era quella
di suo fratello. Arrivati al cancello, Akito le disse:
<< Guai a te se dici di essere mia sorella a qualcuno!
Non voglio che tutti sappiano che come sorella ho una brutta rana>>.
Ayumi stavolta non si arrabbiò: epiteti come brutta
rana, anatra, gallina spiumata e altre cose del genere era abituata a sentirli
tutti i giorni, quindi ormai ci aveva fatto l’abitudine. Il fratello
raggiunse il suo gruppetto d’amici, mentre Ayumi si avvicinò ad
una ragazza che sembrava avere la sua età e che stava leggendo sola
soletta un libro in piedi. Aveva lunghi e lisci capelli neri e dei begli occhi blu.
Ayumi le sorrise e le disse: <<
Ciao, mi chiamo Ayumi Asai, è il mio primo giorno delle superiori, e tu?
Che libro leggi?>>.
La ragazza sembrò sorpresa che stesse rivolgendo la
parola proprio a lei, ma rispose a bassa voce:
<< Mi chiamo Mika Wamatsu, e
anche io sono nuova. Questo libro è “Ombra e luce”. Lo
conosci?>>.
<< Oh, si! Anche io l’ho letto!>>.
Poteva mai sapere
Ayumi che grazie a quella ragazza avrebbe vissuto una grandissima avventura? No
di certo. Non ci avrebbe creduto se qualcuno glielo avesse svelato.
Si misero a parlare, contente di aver trovato un argomento
in comune, ma presto scoprirono che non era il solo: anche alla ragazza piaceva
leggere, ballare, uscire a fare compere e stare in compagnia. Erano entrambe
contente di essersi conosciute subito e di aver fatto amicizia.
Entrarono nella scuola in fretta, tutte emozionate, si
avvicinarono insieme al tabellone per vedere in che sezione sarebbero state e
subito diedero il via alla ricerca fra le centinaia di nomi scritti. Fu Mika la
prima a trovare il suo nome e subito Ayumi si avvicinò a lei e
constatò con enorme gioia che erano nella stessa classe. Le due ragazze
si abbracciarono e saltellarono come due pazze dalla felicità. Poi,
rendendosi conto che molte persone le stavano guardando e alcune anche
additando, smisero, ma continuarono a sorridere, avviandosi verso la 1-c.
Forse vi starete
chiedendo che razza di storia vi stia raccontando, ma vi chiedo di avere
pazienza, perché sarà proprio una settimana dopo che Ayumi e Mika
vivranno una grand’avventura, rimanendo separate però dalle
proprie famiglie e dal mondo che conoscevano…
Era passata una settimana, e le due inseparabili amiche
erano appena uscite da scuola. Cominciarono a parlare di fiabe e racconti di
fantasia, poiché entrambe amavano questo genere di libri e di film.
Rimpiangevano sempre, quando ne parlavano, di vivere in una città dove
non esistevano né mostri né draghi né tanto meno principi
azzurri. Questi ultimi poi erano particolarmente discussi dalle due ragazze
perché entrambe non erano fidanzate. Molti ragazzi erano innamorati d’Ayumi
perché era una studentessa modello e soprattutto perché era molto
scherzosa ed estroversa. Era sempre felice e quasi mai triste, anche se spesso
passava tanto tempo a guardare il cielo o quadri per immaginare o semplicemente
per meravigliarsi della bellezza della natura, da lei tanta amata e tanto
apprezzata. Mika aveva un carattere simile, ma era molto più chiusa e
parlava solamente con la sua amica; se qualcun altro le rivolgeva la parola,
cominciava a parlare a bassa voce. In compenso aveva come gran qualità
l’ironia; prendeva tutto sempre con umorismo anche nei momenti critici. Probabilmente
qualche ragazzo era innamorato di lei, dato che era una ragazza graziosa e
delicata, ma ai maschi, si sa, la timidezza non è mai piaciuta molto.
Ayumi, sapendo che quel giorno era sola a casa, dato che suo
fratello aveva attività extra-curriculari e i suoi genitori avrebbero
lavorato fino a tardi, chiese alla sua amica se volesse venire a casa sua per
studiare insieme e soprattutto per tenerle compagnia. Mika rispose che doveva
prima chiederlo a sua madre, così estrasse dalla tasca della gonna un
cellulare d’ultima generazione, di cui avevano fatto la pubblicità
qualche giorno prima. Per quanto ricordasse Ayumi, quel telefonino fungeva
anche da videocamera digitale e fotocamera digitale.
<< Pronto, mamma? Ti volevo
chiedere se posso andare a casa di Ayumi, oggi, per studiare insieme…Ok,
ci sentiamo più tardi>>.
<< Che ha detto?>>
chiese Ayumi, incrociando le dita.
<< Posso
venire!>>esclamò Mika, contenta.
Ayumi spiccò un salto enorme dalla gioia e si misero
in cammino insieme, chiacchierando su quel che avrebbero fatto.
<< Anzitutto, ordiniamo una pizza e la mangiamo, visto
che sto crepando dalla fame>> disse Ayumi.<< Poi studiamo e se ti va possiamo
uscire>>.
<< Si, va bene. Conosco giusto un negozietto molto
carino che fa al caso nostro>> rispose Mika, non sapendo che proprio a
causa di quel negozietto avrebbero vissuto l’avventura più grande
della loro vita.
Capitolo 2 *** capitolo 2- I ragazzi di Midori ***
Quella giornata
avrebbe cambiato per sempre la vita di Ayumi, ma accanto a lei ci sarebbe
sempre stata la dolce Mika,
fedele e saggia amica.
Proprio come avevano deciso, Ayumi e Mika mangiarono insieme
la pizza, studiarono e poi uscirono. Entrambe avevano qualche spicciolo da
parte, e avevano tutta l’intenzione di spenderli fino all’ultimo
centesimo. Il negozietto era molto carino: era strapieno di oggetti di
qualunque forma e dimensione, da soprammobili di legno e decorazioni floreali,
a piccoli gadget di vari cartoni. Le ragazze furono colpite soprattutto dal
reparto per ragazzine, dove vendevano collanine, braccialetti, portagioie e
peluches. L’attenzione di Ayumi si soffermò su un piccolo oggetto:
era una sfera di vetro grande quanto una noce, al suo interno vi era una
piccola volpe rossa col musetto e la pancina bianca con gli occhi chiusi, dal
muso tenerissimo e al collo portava una piccola sfera rossa. La creatura era
sul fondo della sfera e Ayumi sembrò cogliere un sollevamento del suo
corpo, come se quella stesse dormendo. Incuriosita, chiese il prezzo: era
solamente 500 yen e lo comprò subito. La sua amica invece aveva comprato
dei piccoli microchip da inserire nel suo telefonino per fare riprese
più lunghe.Appena uscite
commentarono soddisfatte:
<< E’ un negozio
bellissimo...D’ora in poi verrò qua a comprare i
regali>>.
<< Ma non solo i regali,
anche cose per noi stesse>>.
Tornate a casa, presero il tè nella camera di Ayumi e
Mika le chiese di farle vedere meglio l’oggetto che aveva acquistato. La ragazza
lo estrasse dal cassetto nel quale lo aveva riposto e, porgendoglielo, le
disse:
<< Non so il perché l’ho comprato, a dire
il vero, ma ne sono davvero affascinata, e poi la volpina all’interno
è davvero carinissima. Però mi è sembrato che si muovesse,
come se in realtà stesse dormendo. Ma sicuramente mi sto sbagliando,
questo è assolutamente impossibile>>.
<< Eppure a me sembra che lo
sta facendo ancora adesso>>disse tranquilla Mika, rivolgendosi ad Ayumi.
<< Da’ qua!>>le disse
lei, riprendendo in mano l’oggetto. In effetti, quella creaturina
sembrava proprio sollevarsi come se stesse respirando. Insospettita e
meravigliata nello stesso temo, decise di infrangere la sfera facendola cadere
per terra dal tavolo. Così fece, e proprio quando il vetro andò
in frantumi, la volpe, ancora profondamente addormentata, prese a crescere
velocemente, come se improvvisamente qualcuno avesse premuto
l’accelerazione del tempo, dato che ora era grande quanto una mano umana.
Ayumi si avvicinò cautamente e tese un dito verso la creatura, ma appena
la sfiorò accadde qualcosa di davvero incredibile: sia lei che
l’animaletto si sollevarono in aria. La stanza era stata inondata da una
fortissima luce. Ayumi non staccò la presa dalla creatura, e intanto con
l’altra mano si copriva il viso dall’abbagliante luce. Mika,
scioccata, voleva trascinarla giù, ma appena toccò la caviglia
della sua amica,entrambe persero i sensi, riuscendo però a vedere prima
che a terra era comparso dal nulla un biglietto….
Avete visto che
qualcosa è successo? Scommetto che d’ora in poi non dubiterete
più di me. Vi sto raccontando questa storia che sono sicuro che vi
appassionerà molto, soprattutto ora che nasceranno nella vostra testa un
milione di dubbi, dubbi che aumenteranno col proseguire della storia e che mi
dispiace comunicarvi che saranno risolti molto più in là. Ma non
vi preoccupate, ora viene una bella parte: inizia l’avventura e vi sto
trattenendo troppo! Ayumi era appisolata su qualcosa di morbido. Poi, ancora con gli occhi
chiusi, pensò:
<< Che sogno strano! Eppure
mi è sembrato così reale, tutta la faccenda della volpe o quello
che era. Sicuramente mi devo essere addormentata con Mika dopo aver studiato.
Non c’è altra spiegazione. Ora è meglio che apra gli occhi
e la svegli, altrimenti fa tardi a casa>>.
Ma quando li aprì, si accorse che non era a casa sua.
Si trovava nel bel mezzo di un gran prato, pieno di fiori e piante d’ogni
colore. Il cielo era di un limpido azzurro e del tutto privo di nuvole. Una
leggera brezza scuoteva le cime d’alberi lontani. Al di là del
prato, si ergeva una città, fatta di casette piccole e dai colori
pittoreschi. Accanto a lei c’erano la creatura che aveva liberato dalla
sfera di vetro e Mika, entrambi addormentati. Molto più lontano vide un
cartello di legno che indicava il nome della città: Midori.
Ayumi svegliò l’amica. Anche lei era scioccata.
Si chiesero come fossero arrivate lì. L’unica soluzione era quella
di chiedere alla creaturina, sempre se sapeva parlare, cosa di cui dubitavano,
ma non appena la scuoterono, questa aprì i dolci occhi neri e le
guardò. Non era una semplice volpe, anche se n’aveva
l’aspetto. La testa era piccola, il muso dolcissimo e gli occhi teneri.
Era interamente rossa ad eccezione del muso, della pancia e
dell’estremità della coda che invece erano bianche. La cosa che
più la impressionò era che possedeva due candide ali bianche che
terminavano arricciate in una spirale e subito con quelle scappò via,
gridando con la sua vocina: << Sono libero, sono libero!>>.
Ayumi lo rincorse, agitando le mani e prendendo a correre, finché
inciampò in un sasso. Una voce maschile commentò amaro:
<< Che frana! Lasciarsi
sfuggire così il proprio Rainbow>>.
Ayumi alzò lo sguardo, e vide che sopra di lei si
ergeva un ragazzino dai capelli castani. La ragazza non sapeva cosa
rispondergli, non aveva capito l’ultima parola che aveva detto, o almeno
non sapeva cosa voleva dire. Ma non si alzò, poiché il suo
cervello era rimasto paralizzato dallo sguardo furioso di quello sconosciuto:
le sembrava di vedere gli occhi di suo fratello, anche se il ragazzino li aveva
castani. Anche se era imbronciato, era molto carino, ma non quanto il ragazzo
che gli stava dietro. Era appena arrivato, e subito aveva colpito il cuore di
Ayumi: era biondo con gli occhi azzurri, alto e magro, e per di più le
sorrideva e le aveva teso una mano per farla rialzare. Lei la prese e si rimise
in piedi, rispondendo al sorriso del ragazzo che aveva davanti. Era incantata
dalla bellezza del biondo bello come gli attori che spesso vedeva in televisione,
ma era anche turbata dallo sguardo insistente del moro. Che diavolo voleva da
lei? Possibile che l'avesse presa in antipatia senza neppure conoscerla?
Sembrava esserci anche qualcos'altro nei suoi occhi, così profondi e
penetranti ma decise di non curarsene più e chiese al biondo: << Dove
mi trovo?>>. Il ragazzo moro sbuffò forte e sibilò:
<< Questa qui deve aver perso il cervello, mentre
cadeva>>.
Ayumi, avendo
sentito perfettamente ogni singola parola, sentì la rabbia scorrerle
nelle vene e le venne voglia di picchiarlo, ma la sete di informazioni era
più urgente di qualunque lite. Ma il ragazzo biondo, quello di cui Ayumi
ormai aveva capito di essere cotta, prese a parlare con ilmoro.
<< Ti sembra modo di parlare ad una ragazza carina e
in difficoltà? Cerchiamo di aiutarla in qualche modo>>.
Ma nel frattempo era arrivata Mika, che era riuscita a
catturare la volpina sfuggente. Ma rimase paralizzata, quando vide che la sua
amica era in compagnia di due perfetti sconosciuti.
<< Ayuchan, cosa ci fanno
qui questi due?Chi sono?>>.
<< La stessa domanda che ci stavamo facendo
noi>>commentò aspro il ragazzo moro.
<< Smettila di fare così, Shun>>, disse
il biondo rivolto all’altro, e poi alle due ragazze spiegò:
<< A volte fa l'antipatico, ma è un bravissimo ragazzo! Non fateci
caso!>>. Ma subito il ragazzo chiamato Shun gli
balzò addosso e gli tappò la bocca, gridando: << Smettila
di raccontare queste cose! Sono faccende private!>>.
Mika e Ayumi si guardarono, ancora stupite e scosse come se
fossero state infilate dentro una lavatrice. Dove erano andate a finire? Chi
erano questi due bei ragazzi?
Ayumi era ancora scossa dalle prime parole che il moro le
aveva rivolto. Aveva sentito la parola Rainbow, che in inglese voleva dire
arcobaleno, questo lo sapeva, ma cosa c’entrava in quel momento? Eppure
aveva detto sfuggire…forse si riferiva al serpente che le era appunto
sfuggito?
<< Allora ragazze, come vi chiamate? Sembrate essere
scosse, da dove venite?>>.
Essendo Mika un po’ timida, Ayumi cominciò a
parlare:
<< Io sonoAyumi Asai, lei è Mika Wamatsu, siamo arrivate qua
toccando quella volpina rossa>>, disse indicando la creaturina che Mika
teneva stretto fra le mani per evitarne una seconda fuga, << Abitiamo a
Tokyo, sapresti dirci la strada per tornare lì?>>.
<< Tokyo?>>disse il moro,<< ma è
nell’altro mondo, a quanto ne so. E tu vorresti
farmi credere che sei giunta qua solamente toccando un Rainbow? Questo
può succedere solo se il Rainbow è incantato, e tu non
l’hai fatto, vero?Non è che ti stai inventando un mucchio di sciocchezze,
ragazzina?>>.
<< Non sono una bugiarda!Ma
almeno mi dite in che stato ci troviamo? Io non capisco più nulla. Parlate
il giapponese eppure non riesco a distinguere la città…E poi non
sono una ragazzina! Ho quindici anni!>>disse Ayumi.
<< Non siamo nel mondo degli umani, ma degli angeli,detti qui Angels>>.
Non era stato Shun o il biondo a parlare, ma Mika.
<< E tu come fai a
saperlo?>>chiese la ragazza, ancora più confusa. Adesso sì
ci metteva pure la sua amica, non ci bastava solo il moro che ripeteva in
continuazione Rainbow!
<< Me l’ha detto questa creaturina qui che
afferma di chiamarsi Ryochan. A quanto pare è stato rinchiuso da una
donna mora quand’era piccolino in quella sfera spazio-temporale. E’
tutto così strano, eh?>>
Strano sì! Fino
a poco prima erano due ragazze a Tokyo, ora erano insieme a dei ragazzi
estranei: uno bellissimo di cui ancora non avete scoperto il nome, e
l’altro antipatico chiamato Shun. E poi cos’è un Rainbow?vi
starete chiedendo, ma anche “ Da chi è stato catturato Ryochan, la
creaturina che li ha trasportati in questo mondo d’Angels?”.
Vedrete che tutto pian piano sarà svelato. E per gli appassionati delle
storie romantiche, quelli che si staranno chiedendo se Ayumi si
fidanzerà con il biondo, ci saranno bei momenti, ma adesso torniamo alla
storia….
<< Scusa, non mi sono presentato>>disse il
biondo,<dubito ma “una certa persona”>>la certa
persona guardava ancora insospettito Ayumi,<< ancora
non è convinto, avrete molto da imparare. Tanto per cominciare un
Rainbow è una creatura magica, ce ne sono diversi. Quello che ha al
collo è la sfera dell’amicizia fra lui e il suo padrone, cambia
colore secondo l’affetto fra i due. I colori sono come quelli
dell’arcobaleno: vanno dal rosso, il livello più basso, al
violetto, quello più alto. Ma ti conviene andare a scuola per imparare
tutto. Noi l’abbiamo già finita e siamo all’indaco!>>
<< Pure qui la
scuola>>commentò Mika.
<< Proprio come dei bambini di sette anni!>>,disse Shun<< Un Rainbow è una creaturina
magica…>>cantilenò il ragazzo.
<< Sta zitto, tu! Grazie per la spiegazione,
Suzuki>>disse Ayumi<< Ma cosa succede quando è al massimo l’intesa fra il
Rainbow e il padrone?>>.
<< Puoi chiamarmi Daiki, se vuoi>>disse il
biondo sorridendo(lo stomaco d’Ayumi si contorse),<<
in ogni caso con quella in mano il padrone si trasforma in un angelo,
fantastico, no? Qui tutti gli adulti sono angeli, mentre i bambini vanno a
scuola per imparare a far cambiare il colore della sfera. Noi ci stiamo quasi
riuscendo, ci manca un solo livello. Ma per ora non c’interessa molto.
Poi vi racconteremo. Ora è meglio che vi troviamo un posto per
sistemarvi qui!>>.
<< Ma io voglio tornare a casa!>>esclamò Ayumi,<< non m’interessa
nulla di questo mondo, voglio solo ritornare in camera mia!>>.
<< Si, anche io non voglio stare qui, nonostante mi sembriate dei ragazzi simpatici>>disse Mika.
<< MaAyumi-
se così posso chiamarti-non ti piacerebbe sapere perché sei
finita qui? E’ la prima volta che un umano privo di poteri magici giunge qua!
Sono sicuro che devi scoprire qualcosa in questo mondo! E’ la prima volta
che degli umani mettono piede qui!>>.
<< Senti, adesso io e Mika dobbiamo
parlare>>disse Ayumi.
Le due ragazze si appartarono.
<< Quindi questo qui si
chiama Ryochan? Piacere di conoscerti, Ryo! Tu ti ricordi chi ti ha
intrappolato nella sfera di cristallo?>>.
<< No>>rispose la creaturina,<< ricordo solo che era una donna mora. Mi ha preso,
ero appena nato, e mi ha rinchiuso lì, senza dirmi nulla>>.
<< Uhm, capisco. Tu che ne pensi, Mika? Quei due
ragazzi sono davvero bellissimi, ma io voglio tornare a casa…Insomma,
potrebbe anche essere che questi due ci stiano prendendo in giro e che siamo
semplicemente andate in periferia, ma non lo ricordiamo per qualche
motivo…E mi sembra assurdo che una volpe sia alata e parlante. Mi sento
in una favola o qualcosa del genere>>.
<< Ayuchan, rimaniamo qui qualche giorno, poi vedremo di tornare.
Sarebbe l’occasione per vivere la grande avventura
che abbiamo sempre sognato! E poi quei due sono
proprio carini, magari si scopre che sono innamorati di noi, come puoi
rinunciare a tutto questo? Poi hai appena scoperto che puoi diventare un angelo…In
pelle e magia!Sei fortunatissima, vorrei poterlo essere anche io, anche se mi
accontento di farti qualche ripresa con il cellulare!>>Gli occhi di Mika
scintillarono e si incrociarono con quelli della sua
amica. Il cellulare! Mika lo estrasse dalla tasca della divisa, lo accesero e
provarono a chiamare. Ma le loro speranze svanirono quando
videro che non c’era linea.
<< Uffa! Comunque trovo che
il biondo sia bellissimo, non credi?>>disse Ayumi.
<< Si, è stupendo. Ehi, ma tu sprizzi cuoricini
da tutte le parti! Non è che te ne sei
innamorata?>>chiese la sua amica. La sua voce però era strana, ma
Ayumi non se ne accorse, pensava ancora al dolce viso
di Daiki e saltava dalla gioia ripensando ai sorrisi che le aveva rivolto.
E così anche l’ultima
speranza era svanita. Non rimaneva altro che rimanere
qualche giorno per cercare informazioni sul modo per tornare.
E così la nostra cara Ayumi si
è innamorata di Daiki, ma al momento il suo desiderio più grande
era quello di tornare a casa, non sapendo che questo sarebbe successo solo
più tardi e di malavoglia.
E così iniziò una nuova vita per Ayumi e Mika:ogni giorno, sempre più incredule che stesse davvero
accadendo tutto ciò e finalmente convintesi che tutto quello che stava
loro accadendo era reale, andavano nella scuola del villaggio a imparare come
si accudiva un Rainbow, a capire come utilizzare a usare i poteri una volta che
si era raggiunto il massimo livello, ovvero il violetto. Tutti i loro compagni
erano dei bambini di circa otto anni.
Non era stato semplice però per loro ottenere il
permesso di frequentarlo. Prima di tutto si erano dovuti rivolti alla preside:
una donna dallo sguardo severissimo e inquisitorio, che fece traumatizzare
dalla paura le due ragazze. Volle sapere per filo e per segno come erano arrivate fin lì. Per fortuna con loro
erano venuti Shun e Daiki per convincere la donna ad acconsentire allo studio
delle ragazze. Daiki fu molto convincente, spiegando che le due ragazze
volevano ottenere i poteri per tornare a casa.
Sì, era proprio quella la soluzione che Mika e Ayumi
avevano raggiunto: probabilmente l’unica soluzione era quella di usare i
poteri magici di Ryochan per tornare indietro. Ma la creaturina aveva detto che solo una delle due poteva diventare angelo, e
subito le ragazzine si erano voltate l’una verso l’altra con
sguardo interrogativo. Chi delle due allora doveva assumersi questa
enorme responsabilità?
<< Chi delle due mi ha toccato
per prima?>>aveva chiesto Ryochan.
<< Io>>, aveva risposto Ayumi.
<< Allora sarai tu ad avere i
poteri!Adesso vado, devo andare a fare qualche scherzetto ai bambini
piccoli!>>.
Si divertiva così Ryochan, spuntando
all’improvviso facendo un suono terribile o posandosi sulla testa di
qualcuno cominciando a parlare, facendo impazzire la povera vittima che non
capiva da dove veniva la voce.
La vita di Ayumi e Mika era
abbastanza tranquilla: Shun, probabilmente sotto il comando di Daiki, aveva
offerto loro la possibilità di vivere nella casetta accanto alla sua.
Stando alle sue parole, quello prima era il magazzino
dove suo padre teneva tutti gli oggetti rotti, ma finalmente si era deciso a
buttarli ed aveva subito dato il suo consenso a Shun quando gli aveva parlato
delle nuove ragazze.
Ogni giorno le due amiche, dopo la scuola, andavano a
parlare con gli anziani della zona, tutti davvero
molto simpatici e desiderosi di raccontare le loro esperienze a chiunque
volesse ascoltarli. Così appresero che da sempre esistevano gli angeli e
i Rainbows anche se per alcuni secoli erano vissuti
con gli umani pacificamente. In seguito,però,
avevano preferito separarsi da loro perché spesso gli uomini ne
approfittavano per i loro scopi; da quel momento in poi i due mondi si erano
divisi e nessun umano avrebbe mai messo piede nel loro mondo. O almeno era
questo quello che si era creduto, finché non
erano arrivate Ayumi e Mika. Anche se la maggior parte delle persone che
abitavano lì le trattavano come angeli, molti, quelli che chissà
come venivano a sapere tutto su di loro senza che le ragazze raccontassero
nulla,ancora erano scettici sul fatto che una ragazza umana
avrebbe ottenuto i poteri.
La sera però, dopo aver trascorso la giornata con
Mika o con Daiki(con quest’ultimo erano
frequenti le passeggiate per i prati di Midori), Ayumi sentiva la mancanza
della sua casa, dei suoi genitori e incredibilmente
anche di suo fratello Akito. Poi certe volte ripensava a quel bigliettino che aveva visto volare via
quando aveva liberato Ryochan. Chi poteva mai essere stato? Possibile che
quella donna misteriosa avesse scritto il biglietto per lei o per la sua
famiglia?
Certe volte stava sveglia fino a tardi per pensarci, anche
se il sonno aveva sempre la meglio.
<< E anche se fosse la stessa
persona del biglietto, perché non si è fatta sentire lei di
persona? E cosa vuole da me e dalla mia famiglia?>>.
Questi dubbi sarebbero
stati risolti solo molto più tardi.
Un giorno, mentre Ayumi e Daiki leggevano insieme un libro
che avevano preso dalla biblioteca del villaggio,
arrivò di corsa Shun, ansimando per la stanchezza. Appena li vide
insieme in quel modo, tutti e due chinati sullo stesso
libro, si riprese completamente e aveva l’espressione di uno che avrebbe
dato qualunque cosa per picchiarli, ma l’urgenza della situazione gli
fece solamente stringere i pugni.
<< Daiki, è successa
una cosa terribile!>>.
Shun era pallido e sudaticcio, sia per la corsa che aveva fatto, sia per la notizia.
Ayumi si spaventò vedendolo così: in genere
era molto coraggioso, forse fin troppo, e impertinente, ma adesso il suo
sguardo esprimeva solo terrore.
La ragazza si alzò e si avvicinò, mettendogli
una mano nella spalla e sussurrandogli:<< Che ti
è successo?>>.
Daiki si era alzato in piedi e aveva subito capito cosa
aveva l’amico.<< E’lui, vero?>>
Ayumi sentì la sua mano
vibrare, e capì che Shun stava tremando.
Vi starete chiedendo
chi sia questo Lui che fa spaventare così tanto
Shun, il ragazzo più coraggioso che Ayumi avrebbe mai incontrato nella
sua avventura(ne avrete le prove fra non molto!)Ma non vi preoccupate, questa
è l’ultima volta che lo vedrete tremare!
Nel frattempo era arrivata Mika, spaventata.<< Cosa è successo? Ho visto Shun correre qui come un
matto!>>.
Solo Shun e Daiki sembravano capirsi, anche se non
parlavano. Ayumi non era però disposta a scervellarsi per capire cosa
stava succedendo a quei due, così chiese
nuovamente spiegazioni a Shun, che ancora ansimava, ma fu Daiki a rispondere.
<< Dalla sua espressione direi
che sono tornati i Devils, non è
così?>>disse tetro, rivolgendosi all’amico. Egli si
limitò a fare un cenno di conferma con la testa.
Ayumi, che sorreggeva ancora Shun,
capì che non poteva stare più in quella posizione: il peso del
ragazzo le stava distruggendo il braccio, così gli disse gentilmente:
<< Tanaka, potresti
sorreggerti da solo, mi stai facendo male!>>.
Shun si rese conto solo in quel momento che c’era
Ayumi e arrossì improvvisamente, rimettendosi in piedi e riprendendosi
totalmente dalla paura.
<< Perché mi stavi
tenendo in piedi? Credevi che non ce la facessi da solo?>>
<< Non è questo, volevo semplicemente aiutarti,
ma se sei così ottuso da rifiutare pure l’aiuto di un’amica,allora non capisci nulla!>>
<< Io non capisco nulla? Sei tu
quella, sei solo una rana!>>.
Quest’ultima parola fece
ricordare ad Ayumi suo fratello. Le mancava tantissimo e il solo pensiero della
sua famiglia le stringeva il cuore così forte da farlo quasi scoppiare
dal dolore.
Shun doveva aver colto l’espressione triste della
ragazza, perché non disse più la parola rana da quel momento in
poi e smise addirittura di torturarla. Inoltre sussurrò:<>.
<< Daiki, stavi parlando di
questi Devils… cosa sono?
Che fanno? E come mai parlavi di un solo lui se sono
tanti?>>
Il ragazzo spiegò:
<< Beh, quando ci siamo separati dal mondo umano,
alcuni di noi hanno approfittato dei loro poteri per fare azioni cattive a loro
vantaggio, così sono stati eliminati via di qui
e confinati in un altro mondo. Ma qualche anno fa sono tornati improvvisamente,
distruggendo parecchi villaggi e molta gente, fra cui la signora
Tanaka…>>
<< Tanaka? Ma…>>lo interruppe Ayumi.
<< Sì, proprio la madre di Shun…Ha
lottato con coraggio contro il più terribile di tutti i Devils, riuscendo a ricacciarlo via insieme a tutti gli
altri, ma l’ultimo colpo che quel disgraziato di un mostro è
riuscito a lanciare l’ha presa proprio in pieno..>>.
Ayumi guardò Shun: stava guardando il terreno, come
se lo trovasse estremamente interessante,ma la ragazza
poteva giurare di aver visto una lacrima cadergli dal viso ed atterrare nel
verde prato.
Mika e Daiki rimasero impietriti quando
videro che Ayumi abbracciava Shun e che il ragazzo non faceva nulla per
liberarsene.
<< Si affaccia una nuova
missione…dobbiamo riuscire a sconfiggere i dieci Devils più l’ultimo, così vendicheremo
la madre di Shun. Siamo davvero troppo deboli da soli, non ce la faremo mai da
soli, bisogna chiamare Sayuri>>disse Daiki.
Ayumi si staccò da Shun e guardò Daiki, che
sembrava preoccupato. La ragazza però era molto scettica sul fatto che
una banda di ragazzini potesse sconfiggere quei mostri, così disse:
<< Non ce la possiamo mai fare da soli, siamo piccoli,
anche se sappiamo il fatto nostro! Non ce la faremo mai!>>.
<< E chi ha detto che
vogliamo con noi un impiastro?>>disse Shun, che si era completamente
ripreso in tutto e per tutto.
<< Io vengo! Che sia chiaro,
non ho intenzione di abbandonare i miei amici in un momento difficile!>>
<< E chi ha detto che siamo
amici? Siete qui da una sola settimana e credi di essere
nostra amica, immischiandoti in affari che non ti riguardano! Sei poco
più di un’estranea, qui siamo gli unici che conosci! E’ solo
per questo che stai con noi, no? Solo perché ti conviene! Solo
perché tutto il paese ti odia perché sei un’umana! Tu e la
tua cara amichetta! Guai a te se ti intrometti nella
mia vita privata un’altra volta!>>.
Per Ayumi fu come ricevere un colpo in testa con una mazza
di ferro. Non sapeva se piangere per quelle amare parole o scoppiare di rabbia
e aggredirlo, magari prendendolo a mazzate senza pietà. Fece entrambe le
cose: prima sferrò un pugno a Shun, che però
riuscì a bloccarlo con una mano, e poi scappò via, piangendo.
Mika la guardava triste e poi si rivolse aspramente verso i due ragazzi:
<< I miei complimenti! L’avete fatta piangere! Siete proprio due
imbecilli!>>.
Daiki sembrava enormemente offeso da quelle parole e ribatté:
<< Io l’ho sempre trattata
bene, l’ho fatta ambientare e tutto! Io non c’entro proprio
nulla, io tengo davvero tantissimo a lei, non la farei
mai piangere! Io non faccio piangere i miei amici, soprattutto
quando sono speciali come Ayumi!>>.
Mika rimase sorpresa da quelle parole, ma se ne andò lo stesso, lasciando i due ragazzi a
litigare.
<< Cosa diavolo ti salta in mente?!
Hai fatto piangere Ayumi, hai ferito nel profondo del cuore
quella ragazza, che per giunta ti aveva consolato facendo un gesto carino! Se fosse capitato a me, altro che insultarla….Ora
spiegami perché l’hai aggredita in quel modo!>>disse Daiki, furioso.
<< Ho semplicemente detto quello che penso! Non
è colpa mia se quella lì si voleva immischiare nelle mie faccende
private! Io posso sopportarla, ignorandola, ma la mia pazienza ha un limite,
soprattutto se sono affari che non la riguardano!>>.
<< Stava solo offrendo il suo aiuto! Non capisci
davvero nulla di amicizia, tu!>>disse Daiki,
sbuffando,<< Io vado da lei, la vado a consolare, cosa che dovresti fare
anche tu dopo averle chiesto scusa!>>.
Shun rimase da solo. Tutto intorno a lui ora gli sembrava grigio e squallido, nonostante fosse una
bellissima giornata di sole. Si mise a piangere, un po’ per la madre, un
po’ per aver litigato con Daiki, cosa che non aveva mai fatto prima. Il
suo odio per Ayumi crebbe a dismisura! Era lei a creare guai! Se ne doveva
andare via! Pretendeva di partire con loro per la vendetta
anche se non conosceva davvero nulla di quel posto…Piccola rana
impertinente e impicciona!
Nel frattempo, Ayumi e Mika venivano
raggiunti da Daiki, che si sedette accanto a loro.
<< Ragazze, scusatelo, vi prego.
Non si comporta così, in genere, non so cosa gli è preso. Forse
è solo il fatto che non ha mai avuto altri amici oltre
me e Sayuri. Oppure è il ritorno dei Devils che lo ha scosso…Ti assicuro che è un
ragazzo tenero!>>
<< Sì, davvero
tenerissimo>>commentò amara Ayumi, singhiozzando,<<
tanto dolce da dirmi con estrema cortesia quello che pensa di me!>>.
Scoppiò di nuove in lacrime e si alzò. Prima
che uno dei due amici la potessero fermare, prese a
correre all’impazzata, piangendo silenziosamente.
Arrivò in una radura fitta e buia. Ogni suono era
sinistro. Ci fu un rumore e con trepidazione si voltò. Per fortuna era
solo una lucertola che era appena sbucata fuori da un
cespuglio.
La ragazza si era pentita di essersi allontanata così tanto: non aveva alcuna idea di dove si
trovasse. Proprio quando si stava chiedendo cosa fare,
sentì un rumore provenire dall’altro, seguito da un ululato che
sembrava provenire dallo stesso punto. Erano calate le tenebre.
Terrorizzata dalla paura, scappò via, correndo con
tutte le sue forze.
Anche Daiki e Mika avevano sentito l’ululato e
volevano andare a cercare sia Shun che Ayumi, ma
l’improvviso scoppio di un temporale li costrinse ad entrare in una
grotta per rifugiarsi lì.
Shun si era alzato in piedi: aveva sentito un ululato ed era
deciso a uccidere il lupo per salvaguardare il
villaggio. Poi, allo scoppio del temporale, decise di rifugiarsi in una grotta
nella quale era sicuro di trovare almeno Daiki, e questo
infatti avvenne, ma insieme all’amico c’era Mika.
<< Dov’è Ayumi?>>chiese Shun, accorgendosi subito che la
ragazza non c’era.
<< Non lo sappiamo>>disse Mika, triste,<< si è allontanata da sola! Come facciamo
adesso? Chissà dov’è!>>.
Shun si alzò di botto, impugnando una grossa spada
dall’impugnatura d’oro. << Rimanete qui, la
vado a cercare io!>>.
Ignorando le proteste dei due amici, si avviò da
solo, sotto il temporale. Prese a correre quando un fulmine lo sfiorò per un pelo.
<< Se devo trovarla, lo devo
fare subito. Quella lì si potrebbe cacciare nei guai, visto
com’è fatta. Ma a me alla fine che
importa? Potrei benissimo cercarla dopo il temporale,non
mi devo sprecare tanto per lei!>>pensò. Era appena tornato indietro quando un nuovo ululato lo costrinse a procedere,
pensando:<< Mi odierò a morte per questo, ma se le succedesse
qualcosa non me lo perdonerei>>.
Ad un certo punto si fermò: era da più di
mezz’ora che correva come un folle. Doveva riprendere fiato. Un lampo
illuminò sia il cielo che la radura, e gli
parve di scorgere un’ombra che si muoveva su per le montagne. Che Ayumi si fosse addentrata fino a là?
Si stava per muovere quando qualcuno o qualcosa lo
urtò da dietro. Si voltò e vide che era proprio la ragazza.
Entrambi gridarono per lo spavento.
Daiki e Mika sobbalzarono in aria. Le grida dei due erano
giunte fino a loro.
<< Ho paura, Daiki! E se fosse
successo loro qualcosa?>>
<< Non ti preoccupare, Mika! Dalle loro voci sembrava
che erano insieme…se Shun è con lei,
Ayumi è al sicuro>>.
Le parole del ragazzo la rassicurarono.
Intanto gli altri due ragazzi avvertirono la presenza di
qualcosa che si muoveva nella montagna. Automaticamente si avvicinarono. Una
creatura si mosse nell’ombra.
Shun avanzò a gran passi, mentre Ayumi
rimase immobile, con le mani incrociate come se stesse pregando. Il ragazzo
alzò il braccio destro, come se volesse proteggere Ayumi, visto che era proprio attaccata al suo fianco destro. Poi Shun
parlò:
<< Tu chiunque sia o qualunque cosa sia, vieni fuori!>>.
<< Quanto sei fifone,
normalmente ti saresti scaraventato sul nemico>>disse una voce
nell’ombra.
Chi è? Cosa vuole dai nostri due giovani eroi? Lo scoprirete nel
prossimo capitolo!
Capitolo 4 *** capitolo 4-sayuri e il suo segreto ***
Ayumi, spaventata da quella voce
che risuonava così cattiva, strinse forte il braccio di Shun, ma quello si liberò dalla sua presa. Avanzò lentamente, con la bocca leggermente curvata, come se
stesse sorridendo. Ayumi gli gridò di
non andare, che era pericoloso. Lui si limitò a sbuffare divertito,
continuando a camminare nella radura oscura. Ogni suo passo risuonava nelle
orecchie della ragazza come se fosse di un gigante molto pesante. Il cuore le
batteva forte, anche se non sapeva perché. Voleva impedire a Shun di raggiungere quella creatura avvolta
nell’ombra, qualunque cosa fosseAyumi era sicura che non sarebbe stato prudente avvicinarsi
così tanto. Quando non vide più il
ragazzo, delle grosse lacrime le comparvero nel viso e cominciò a
correre più forte che poteva finché non lo vide, in compagnia di
una ragazza.
Il suo volto era illuminato dalla pallida
luna che risplendeva sopra di loro. Aveva occhi neri e vivaci, capelli castani
corti legati in una codina, e indossava abiti molto sportivi, ovvero un paio di shorts verde
militare, una canottiera bianca e polsini sia ai polsi che alle caviglie. La
sua espressione era di puro divertimento, e quando vide Ayumi
così terrorizzata, scoppiò in una risata fragorosissima. Shun avanzò verso di lei, ancora con quella strana
espressione che sembrava essere divertita, ma non solo. Il ragazzo
abbracciò forte la sconosciuta e le sorrise, parlandole con una voce che
Ayumi non gli aveva mai sentito utilizzare: una voce
dolce.
<< Ci si rivede, eh, Sayuri?
Come mai da queste parti? Non ti eri trasferita dall’altra parte della
regione?>>.
Ayumi era semplicemente
stupefatta: non sapeva più che pensare…era stata quella ragazzina
a fare il verso del lupo, a farla spaventare così
tanto? E poi, cosa del tutto insolita, era poco contenta
del fatto che Shun le parlasse in quel modo e
l’aveva abbracciata. I suoi pensieri furono interrotti dalla voce della
ragazza, limpida e cristallina come i suoi occhi neri,che
iniziava a spiegare:
<< Sì che mi sono trasferita, altrimenti ci
saremmo rincontrati molto prima. Sono venuta qui per
una chiamata da parte di Daiki, mi ha mandato il suo Rainbow per riferirmi che i Devils
sono tornati>>.
Con un gesto teatrale, fece avanzare dall’ombra
un’altra creatura. Dapprima Ayumivide solo due grandi occhi gialli, poi apparve il muso e il
resto del corpo. Era un lupo di grosse dimensioni, dal pelo grigio e fulvo, gli
occhi gialli e una lunga coda. Nel frattempo smisedi piovere.
<< Era lui ad ululare!>>disse la ragazzina,
sorridendo,<< gliel’ho detto io! Volevo
proprio vedere come reagivate. Non immagini le risate che mi sono fatta!
E’ stato davvero fico! Questa qui>>disse, indicandoAyumi,<< per poco non se l’è fatta
addosso!>>.
La ragazza rispose, sorridendo:<<
Sì, mi hai fatto prendere un bello spavento! Ero terrorizzata! Non so
cosa sarebbe successo se era una banda di lupi ad
attaccarmi!>>.
<< Non ti sarebbe successo nulla, sono sicura che Shun ti avrebbe salvata! Con lui
non c’è da aver paura. Mi ha sempre difesa ed è grazie a
lui se adesso me la so cavare egregiamente anche da sola. Ti devo tanto, Shun. Comunque chi sei
tu?>>.
<< Io sono AyumiAsai, piacere…>>disse, chinando la testa in
segno di saluto,<< piacere di conoscerti! Sono
qui da poco e non conosco bene questo mondo. Tu devi essere Sayuri>>.
<< Si, sono SayuriSaito, piacere mio. Cosa vuol dire
che non conosci bene questo mondo?>>.
Ayumi, Shun
e Sayurisi incamminarono
nella foresta, e il ragazzo raccontò tutto alla nuova arrivata, che
ascoltò con attenzione e sembrò subito convinta che fosse tutto
vero, anche se dalla sua espressione si notava che era un po’ sorpresa.
Ad un certo punto,però, Sayuri
e Shun iniziarono a parlare fra di loro, ricordando
eventi che non erano noti all’altra ragazza, che ora si sentiva esclusa.
Dopo mezz’oretta di cammino, Ayumi
vide Daiki e Mika in una
grotta e subito iniziò a correre.
I due sembravano molto sollevati. Ayumi
prima abbracciò Mika e poi Daiki,
quest’ultimo le accarezzò i capelli per
tranquillizzarla(cosa che riuscì alla perfezione) e in quel preciso
istante Shun fece cadere per terra la suagrande spada,
chinandosi subito a riprenderla.
Il rumore fece accorgere i due ragazzi della presenza di Shun e della sconosciuta. Daiki,
come Shun, andò ad abbracciare Sayuri, provocando la gelosia di Ayumi, e poi la presentò a Mika,
che si inchinò in segno di saluto.
<< Quindi, ora tocca a noi salvare il mondo dai Devils>>disse Sayuri,<< non vedo l’ora! Li faremo tutti neri!
Sarà una cosa davvero megalatticamentefichissima! Mangeranno la mia polvere, quei sudici diavoli!>>.
<< Allora, accomodati Sayuri>>disse
Daiki, gentilmente,<< devi
essere stanca, se vuoi puoi andare nella tenda che abbiamo costruito io e Mika poco fa, dopo che ha smesso di piovere. Dormiremo
tutti lì stanotte!>>.
<< Stanca, io? Mai! Mi sento ai vecchi tempi!>>disse
Sayuri, contentissima,<<
con la sola eccezione che adesso ci sono loro due, ma più siamo e meglio
è>>.
<< Vorrei chiedervi una cosa>>disse Ayumi, rivolgendosi a Shun, a Daiki e alla ragazza,<< davvero
credete di poter sconfiggere quelle mostruose creature da soli? Insomma….siete solo dei ragazzini, perché non lasciate fare
agli adulti, visto che sono già degli angeli?>>.
<< Hai centrato il problema,Ayumi. Gli adulti! A parte che non ci farebbero partire,
cosa che noi vogliamo assolutamente fare, poi negherebbero assolutamente che i Devils sono tornati, dicendo che
ci stiamo inventando tutto. E poi tanti anni fa, quando qui c’erano quei
demoni,la maggior parte di loro piuttosto che lottare
per la loro libertà, preferivano farsi sottomettere,in modo da non
perdere la loro vita, cosa cui non sono disposti a rinunciare. Hanno perso
tutto il loro coraggio quando sono diventati grandi,
si sono fatti sottomettere dalla paura e dalle loro responsabilità. Noi
invece siamo giovani, siamo pieni di volontà e anche se non siamo ancora
angeli, possiamo contare sui nostri Rainbows, fedeli
compagni che ci hanno sempre seguito e mai abbandonato>>spiegò Daiki alla ragazza. Il discorso sembrava essere stato fatto
da un politico. Il ragazzo aveva parlato con tono convincente, ogni tanto
interrompendosi, dando ai suoi spettatori il tempo di riflettere.
Ayumi si era convinta e decise che da quel momento in poi avrebbe tirato fuori il
suo vero carattere, che era meno pauroso e più determinato.
<< Ora mi credi, Ayuchan?>>.
Ayumi si sentì arrossire: Daiki l’aveva chiamata con un vezzeggiativo e ora la
stava guardando negli occhi. La ragazza annuì col capo.
Tutti e cinque si avviarono nella tenda preparata da Daiki e Mika. Era color verde militare, perfetta per mimetizzarsi, ed era
piuttosto grande, perciò non avrebbero avuto problemi di spazio.
Accesero un fuoco e si divisero i compiti per preparare la
cena: Daiki e Ayumi
avrebbero raccolto insieme dei frutti, Shun sarebbe
andato a caccia di qualche coniglio e Sayuri e Mika avrebbero cucinato(Daiki
aveva detto ad Ayumi di cucinare, sorridendo, ma lei
aveva rifiutato perché sapeva bene che Mika se
la cavava meglio di lei, quindi le cedette il posto. Shun,
che aveva sentito tutto, aveva sbuffato: “Lo sa lei stessa che è una frana. Piuttosto che mangiare qualcosa preparata da lei,
mi mangerei un coniglio crudo”. Questo aveva
fatto scattare la rabbia di Ayumi,
che gli aveva tirato la padella che stava per dare a Mika.
L’aveva colpito in piena fronte. Dopo aver messo del ghiaccio nel punto
in cui gli faceva più male, lanciò uno sguardo dipuro odio alla
ragazza, che si voltò, sbuffando).
Ayumi e Daiki
chiacchierarono un po’ mentre cercavano frutta
da raccogliere. Fu il ragazzo il primo a parlare, sempre con la sua voce
gentile.
<< Spero di averti convinta. Comunque,
che te ne pare di Sayuri?>>.
<< Sì, mi hai convinta
alla grande>> rispose lei, vedendo che Daiki le
sorrideva,<< la nuova ragazza mi è sembrata divertente e grintosa,
sono sicura che diventeremo presto grandi amiche>>.
<< Lo spero anch’io! Più è unito
il gruppo, meglio è, quindi non pensare più alle parole di Shun, non lo pensa veramente, te lo assicuro io!>>.
<< Se me lo dici tu, ci
credo>>disse Ayumi, sorridendogli, notando con
piacere che il ragazzo rispondeva al suo sorriso.
<< Vorrei sapere che faccia ha fatto Shun quando
ha rivisto Sayuri>>le disse, raccogliendo
alcune mele su un alto albero.
<< Sembrava contento, però c’era
qualcos’altro nella sua espressione>>.
Daiki le lanciò
dall’albero alcune mele e Ayumi le prese al
volo.
<< Certo che rivedersi all’improvviso dal nulla
la sua ex ragazza deve averlo stupito un pochino,
forse era questo il “qualcos’altro” nel suo viso>>disse
il ragazzo lanciando altri frutti presi dall’albero vicino.
Ayumi era rimasta impietrita
lì dov’era, del tutto dimentica del suo
compito di prendere la frutta che le lanciava Daiki.
Quelle che teneva fra le braccia le caddero a terra,
quelle invece che le aveva appena lanciate il giovane neanche le vide, tanto
che una di esse la colpì in fronte.
Daiki scese velocemente
dall’albero e andò subito da lei per vedere se si era fatta male,
ma Ayumi lo rassicurava dicendogli
che non era successo nulla. Il
ragazzo volle sapere però cosa le era preso ed Ayumi
fu costretta a confessare:
<< Sono rimasta sconvolta da quello che hai detto.
Veramente quei due erano fidanzati?>>.
<< Beh, sì…anche se non te lo dovevo
dire…Vedi, erano una coppia perfetta, si litigavano
esattamente come fate ora tu e lui, ma alla fine facevano sempre la pace. Solo che Sayuri poi lo lasciò.
Si era innamorata di un altro ragazzo e poi giunse
anche la notizia che si doveva trasferire. Ma ora
è tornata e mi chiedo cosa pensi Shun. Anche
se lo conosco da così tanto tempo molte cose,
soprattutto quelle sentimentali, non le capisco. Sai che mi ha detto Sayuri quando
vi stavate litigando con quella padella? Dice che si
è innamorata di nuovo di Shun e che quel
ragazzo si è rivelato uno scemo. Mi ha detto anche che è gelosa
di te>>.
<< Di me? E
perché?>>.
<< Perché tu e lui vi comportate
come facevano loro due tempo fa. Ha paura che tu le soffi il ragazzo che
ama>>.
<< Ma a me non interessa
minimamente! Basta vederci litigare per capire che ci odiamo! Certo, qualche
volta andiamo pure d’accordo, ma non ci sarà mai niente fra di noi! Preferisco i ragazzi dolci e semplici, non
quelli complicati e facilmente irritabili>>.
Daiki le fece un sorriso molto
largo e poi disse:
<< Beh, anche io preferisco le ragazze semplici. Comunque non dire niente né a Shun
né a Sayuri. Questo è il suo segreto e
io avevo promesso di non dirlo a nessuno, ma sono mi
fido di te. Sayuri andrebbe su tutte le furie se
sapesse che ti ho detto che le piace ancora Shun>>.
Le fece l’occhiolino e insieme continuarono
a raccogliere la frutta.
Quella sera cenarono tutti insieme,
parlando del ritorno dei Devils, dicendo cose che Ayumi non sapeva. Stando alle parole dei ragazzi, quei
demoni si sarebbero rifugiati ognuno nella propria fortezza, di cui però non conoscevano la collocazione. Per
fortuna sapevano che la prima si trovava in luogo non molto distante da dove erano
accampati. Prima di sconfiggerlo avrebbero chiesto l’ubicazione della
prossima fortezza, fino ad arrivare a quella del Devil
che aveva ucciso la madre di Shun.
Il cibo era buonissimo: Sayuri e Mika sarebbero state sempre le loro cuoche.
Fra una chiacchierata e un’altra, arrivò la
notte e dormirono tutti in tenda. Le disposizioni le avevano
stabilite tramite un sorteggio, così, Ayumi
avrebbe dormito all’estrema sinistra. Accanto a lei ci sarebbe
stato Shun, che si trovava appunto fra lei e Sayuri, quest’ultima
accanto a Mika che alla sua destra aveva Daiki. Prima di addormentarsi, Shun
ed Ayumi si guardarono in cagnesco, ognuno per far
capire all’altro come avrebbe preferito essere dappertutto tranne accanto
a lui.
Durante la notte, Ayumi si
svegliò all’improvviso, scoprendo di non avere più sonno e
di essere un po’ turbata. Voleva parlare con Shun,
senza sapere neanche il perché, ma qualcosa le diceva
che quella strana sensazione sarebbe passata. Lo guardò: era davvero carinissimo quando dormiva,sembrava quasi un bambino. Dolce,
inoffensivo e vulnerabile. Ayumi sorrise, resistendo
alla tentazione di accarezzargli i capelli, e poi si alzò. Uscì fuori dalla tenda e si sedette su un tronco vicino il fuoco,
ancora non spento del tutto.
Ayumi si voltò. Era Daiki. Prese posto accanto a lei e
poi le disse:
<>
<ho sonno, non so
perché. E tu che ci fai qui?>>
<Sayuri? Forse era meglio che non te lo dicevo…Ma
per caso a te piace Shun? Voglio saperlo adesso, se
è possibile!>>disse lui, guardandola
severamente.
<>.
<>.
<vogliono, qui>>.
<voglio un bene speciale! Ora me ne
torno in tenda, se hai bisogno puoi svegliarmi! Buonanotte e sogni
d’oro>>.
<<Anche a te!>>.
Ayumi rimase nuovamente sola.
Posò di nuovo lo sguardo sul fuoco….
Era così lontana da casa. Le mancava tutto del suo mondo,
nonostante cominciasse ad abituarsi in quel posto. Per fortuna c’erano Daiki e Mika, anche se la
presenza di Shun la rassicurava molto.
Riguardo a Sayuri, sembrava
proprio una ragazza a posto, ma la sua confidenza con Daiki
e Shun la faceva sentire tagliata fuori
da ogni conversazione. Si chiese come si sentisse Mika,
dato che lei non aveva neanche la compagnia di un Rainbow.
Poi c’era anche la nuova missione…Certo, le parole di Daiki l’avevano convinta che era la cosa più
giusta da fare, ma voleva davvero tornare a casa sua e quel viaggio da
intraprendere sembrava piuttosto lungo, mentre lei voleva fare in fretta a
conquistare i poteri. Eppure non credeva di essere
ancora molto simpatica a Ryochan. La volpina sfuggiva
ogni qual volta lei voleva parlarle ma certe volte le
faceva qualche scherzetto e poi ne ridevano insieme.
Poi ripensò al fatto che Sayuri
e Shun erano stati fidanzati. La ragazza era dunque
intenzionata a rimettersi…E lui che provava? Anche
lui era ancora innamorato?
Proprio nel bel mezzo dei suoi pensieri, sentì che
qualcuno si stava avvicinando…
<Daiki?>>.
<Daiki. Possibile mai che tu pensi solo a quello lì?>>.
Era Shun. Si sedette lontano da
lei e anche lui si mise a fissare il fuoco.
Ma dico io, cos’avrà mai di
speciale quel fuoco! Tutti che lo guardano!
<Shun, volevo
parlarti>>.
Il ragazzo la guardò in faccia, sorpreso. <?>>.
<fatto quando eravamo nella radura, ho apprezzato molto il
tuo gesto, anche se non ero veramente nei guai. Sai, ho uno scarso senso
dell’orientamento, quindi sono sicura che mi sarei
persa e sarei stata presa dal panico. Grazie infinite>>.
Shun arrossì violentemente
e balbettò:
<>.
<ricordi?>>disse
Ayumi, guardandolo. Quando lui scosse la testa,
proseguì:<di nascosto con le mie amiche, inventando che era stato lui
a dirmi di andare al supermercato per comprare qualcosa da mangiare. E’
stato davvero carino da parte sua. Poi ovviamente ci sono stati altri episodi
che mi hanno fatto capire che tiene davvero molto a me, ma quello è
sicuramente il più significativo, poiché
si è beccato una dura punizione e, incredibilmente, non mi ha fatto
nessun rimprovero e non si è lamentato della mia azione. Spero che la stessa cosa valga per te>>.
Quella sensazione che aveva al petto prima,
svanì del tutto. Era dunque questo che non la faceva dormire, il fatto
che doveva ringraziare Shun.
Quest’ultimo era davvero
sorpreso dal discorso di Ayumi
e arrossì ancora di più, fino a diventare rosso come il fuoco che
stava fissando.
<dire che era per
questo che non riuscivi a dormire e se venuta qui!>>.
<<E invece sì>>
disse Ayumi, sorridendo.
<detto che non sei mia amica. Spesso le cose mi escono dalla
bocca senza volerlo.
Adesso me ne torno a letto>>.
<>gli disse Ayumi,
quando si alzò,<>.
Shun impallidì e poi le
disse ad alta voce:
<>.
<>disse la
ragazza, facendogli l’occhiolino,<>.
Il ragazzo impallidì ancora di
più, poi divenne nuovamente rosso.
<<E va bene, hai ragione! Non
riuscivo a dormire perché pensavo ancora al modo in cui ti ho trattata!>>.
<>. Ayumi si
alzò e cominciò a ballare dalla gioia.<,evviva, evviva!>>.
<piantala!>>
Ma lei continuava e più Shun le diceva di chiudere il becco, più lei
saltellava contenta. Ad un certo punto però la smise: aveva visto nel
volto del ragazzo l’ombra di un sorriso.
<>disse lei, contentissima,<>.
<>ribattè
lui, imbarazzato.
<>.
Shun era diventato rosso peperone
in viso e lo divenne anche nel collo quando Ayumigli chiese di sorridere di nuovo.
<>disse
lui, e stavolta si alzò per andarsene di nuovo in tenda.
<>disse
la ragazza, allegra.
Ayumi lo seguì e si
coricarono vicini, tutti e due sorridendo. Quella
serata nessuno dei due l’avrebbe mai dimenticata.
La prima ad alzarsi la mattina seguente fu Mika, che ne approfittò per
girare un filmato dentro la tenda. Riprese per primo Daiki, che dormiva con la bocca aperta, Sayuri,
che stava russando forte, ma soprattutto Ayumi e Shun. I loro volti erano molto vicini, le mani di Shun erano appoggiate su quelle di Ayumi e quest’ultima aveva
una gamba appoggiata su quelle del ragazzo.
<>disse contenta Mika, riposando il cellulare nella tasca della divisa.
Ma quanto sei cattiva! Ricattare i tuoi
migliori amici! Scherzo, è davvero furba.
Poi si alzarono Sayuri e Daiki. Appena videro Shun e Ayumi che dormivano in quella posizione, si scambiarono
un’occhiata significativa e provvidero a separarli.
Ora erano molto lontani e soprattutto nessuna parte
del loro corpo toccava quello dell’altro.
Molto più tardi si alzarono e andarono a fare
colazione con gli altri, ignari di tutto quello che era successo.
Quando ebbero finito, Mika prese a parlare:
<dovremmo
dare un nome al gruppo, e magari eleggere anche un capo. Che
ne dite?>>.
<>le disse Daiki,<>.
<<Noooo, troppo squallido! Io propongo di chiamarlo
“i cinque fichissimi”>>disseSayuri.
<è?>>protestò
Shun,<Angels and Rainbows”?>>.
<<Suona bene!>>disseAyumi, con il consenso di tutti.
<,allora dobbiamo
eleggere il capo. Ognuno scriva sul proprio pezzetto di carta, che ora
distribuirò, il nome della persona che vuole eleggere e poi vince chi ha
più voti!>>disseMika,
cominciando a dare pezzi di carta a tutti.
<<Che fico questo sistema! Ma fate tutti così nel vostro mondo?>>chiese Sayuri.
<>disse Ayumi, che nel frattempo aveva preso il pezzo di carta che
le porgeva Mika.
<adatto
a diventare il capo?>>si stava chiedendo Ayumi,
volgendo il suo sguardo verso il cielo,<<Sayuri
non la conosco bene, però sembra proprio in gamba. Shun
no di certo, il suo carattere mi darebbe sui nervi…Già me lo
immagino che mi impartisce tanti ordini da farmi
sgobbare dalla fatica…Mika sarebbe perfetta, ma
non ha una buona conoscenza dei Devils, come me
d’altronde. Rimane solo Daiki…Lui
è assolutamente perfetto per dirigere una faccenda importante come
questa…Però in fondo anche Shunpotrebbe essere un buon capo>>.
Smise di fissare il cielo e posò il suo sguardo sul
ragazzo. Si accorse che anche lui la stava guardando. Shun
arrossì e tornò a fissare il suo pezzo di carta.
Ayumi si scervellò ancora
un po’. Shun o Daiki?
Chi dei due se la sarebbe cavata meglio?
Alla fine scrisse il nome di Daiki,
ancora però non molto convinta.
<>.
Mika prese un bigliettino.
<<Daiki>>
Ne prese un altro.
<<Shun>>
Ne prese un altro ancora.
<<Ayumi>>. La ragazza balzò in aria…Non si aspettava neanche un voto.
Un altro bigliettino.
<<Daiki>>
<<EShun.
Abbiamo un pareggio fra Daiki e Shun,
dobbiamo votare di nuovo, ma stavolta si deve scegliere solo fra loro due, i
quali ovviamente non devono votare. Quindi ora le
ragazze voteranno e sarà eletto il capo>>.
Stavolta Ayumi scrisse il nome di Shun, perché era quasi sicura che fosse stato lui a
votarla.
Dieci minuti dopo, Mika riprese i
bigliettini e non li lesse ad alta voce, come aveva fatto prima, ma li
guardò un attimo e poi annunciò:
<Shun!>>.
Il ragazzo divenne immediatamente rosso. Evidentemente non
se l’aspettava.
<>.
Mika estrasse il cellulare e
incominciò a filmare tutti. Sayuri e Shun non volevano farsi riprendere, si vergognavano troppo.
Dopo qualche bella risata insieme, Sayuri propose una
cosa carina:
<>.
<>dissero contemporaneamente Mika e ed Ayumi. Daiki era d’accordo, anche se l’idea non lo
entusiasmava, mentre Shun era assolutamente
contrario.
<>disse
lui, guardandosi i pantaloncini,<>.
<>disse Sayuri, prendendolo per un braccio
e mettendolo in piedi, visto che era seduto in un tronco,<>.
<<Ok,ok, ma non tirarmi il braccio!>>.
Sembravano quasi una coppietta,da
come cominciarono a litigare. Qualcosa turbò l’animo di Ayumi che fu contenta di
esclamare ad un certo punto: <>.
Era un edificio piccolo, come tutte le casette al suo
fianco. Entrati, videro una vecchietta che stava cucendo a mano dei vestiti e
non appena si accorse che erano entrati dei clienti, si rivolse immediatamente
a loro con una voce che ad Ayumi sembrò in
qualche modo familiare:
<<Cosa desiderate,
cari?>>.
<<Siamo qui per comprare dei nuovi
abiti!>>esclamarono contemporaneamente le ragazze. Poi tutte e tre
iniziarono a cercare fra i vestiti.
Ayumi fu subita colpita da un
kimono azzurro. La stoffa era meravigliosamente morbida, un fiorellino bianco
spiccava in alto a destra, mentre in basso era decorato a strisce blu, tra le
quali spiccavano altri fiori bianchi. Lo provò e vide che le stava una
favola. Lo prese.
Mika ne prese uno simile ma rosa, Sayuri invece uno
rosso che in basso era nero con fiori rossi.
Shun se ne provò uno nero
con un dragone rosso ricamato e gli stava benissimo. Il ragazzo, quando Sayuri e Ayumi gli dissero che stava d’incanto, arrossì fino a
diventare del colore del drago.
Solo Daiki era indeciso: ancora
non ne aveva trovato neanche uno che gli stesse bene.
Le ragazze gli dissero che forse era meglio che lui
portasse i suoi vestiti, ovvero una maglietta azzurra che si intonava con i
suoi splendidi occhi e i pantaloncini bianchi.
Shun si ribellò a questo:
perché l’amico poteva indossare abiti normali e lui no?
Sayurilo
prese per un orecchio e gli disse:
<Quell’abito ti sta d’incanto, quindi smettila
di fare il bambino capriccioso!>>.
Si avviarono tutti insieme verso
l’anziana signora per pagare, ma quella indicò la stanza accanto:
<conti, ma mia figlia sì>>.
Entrarono in una piccola stanza, con qualche scatolone di
cartone aperto da cui si potevano intravedere abiti. Alcune crucciette erano
sparpagliate per la stanza. Al centro vi era un piccolo bancone di legno oscuro
con sopra una cassa e proprio dietro questa c’era una donna.
Era davvero bellissima: aveva capelli lunghi e castani e
degli occhi grandi dello stesso colore. Sorrise ai ragazzi e questo la rese
ancora più bella. Il suo sguardo era molto dolce.
<>disse con la sua voce melodiosa quandoShun le porse i
quattro kimoni.
Il ragazzo non rispose: era rimasto incantato da quella
splendida donna, così rispose Ayumi per lui.
<dobbiamo
pagarle?>>.
Uscirono dal negozio dopo aver pagato e siaAyumi che Ryochan erano
pensierosi e silenziosi.
Mika, che si accorse dell’aria
strana che aveva la sua amica, le chiese:
<>.
<è
impossibile>>.
Ritornarono nella tenda e si cambiarono uno ad uno,
indossando i vestiti appena comprati.
Fecero un salto al negozio di armi,
dove Daiki comprò un pugnale, Mika prese un bastone, Ayumi un
arco e Sayuri una spada non molto grande ma
dall’aria letale.
Stava per cominciare l’avventura di questi ragazzi
più i loro Rainbows.
Dei Rainbows conoscete solo quello di Ayumi e di Daiki(il lupo che
aveva Sayuri la sera della sua apparizione) ma
ovviamente anche Shun e Sayuri
hanno il proprio. Il primo ha un leone e la seconda ha una piccola iguana
verde. Adesso verrà la parte più interessante: quella degli
scontri fra loro e i Devils…
La mattina dell’inizio del loro viaggio, fecero un
salto in un negozio di alimentari e fecero una bella scorta di cibo in scatola
e di dolci, poiché Ayumi, essendo golosissima, aveva convinto Daiki a
comprarne molti. Dopo passarono anche a casa di Shun, dove il ragazzo
presentò agli amici suo padre, un uomo alto e muscoloso, dai lineamenti
duri ma non severi, e la sua adorabile sorellina, con i capelli rossi e occhi
castani che somigliava tantissimo al fratello. La sua casetta era in una zona
periferica di Midori e vicino ad essa ci stavano due piccole abitazioni; una
delle quali era quella in cui Ayumi e Mika avevano abitato durante la loro
prima settimana in quel mondo sconosciuta, mentre l’altra, come avevano
dedotto che fosse la falegnameria di suo padre dall’unica finestra, oltre
la quale si intravedevano travi di legno chiaro e scuro ma anche qualche
attrezzo appeso alla parete priva di altre decorazioni.
Visitarono anche la casa di Daiki, dove ad accoglierli
furono i suoi genitori, dai lineamenti europei, e i suoi due fratellini
gemelli, dai capelli neri e occhi azzurri. Venne spiegato loro che nel mondo
degli Angels erano pervenute diverse etnie dalla Terra e che abitavano tutti
insieme senza distinzioni di provenienza.
Sia i due ragazzi che Sayuri avevano raccontato alle proprie
famiglie che stavano andando a fare una bella gita con i loro amici e che
sarebbero tornati dopo un paio di mesi.
Quelli fecero finta di crederci, ma in realtà avevano ben capito che
stavano partendo per un viaggio ben più lungo dal modo in cui vennero
abbracciati e salutati. Non era affatto un addio per un breve periodo.
Poi, finalmente, si misero in viaggio.
Ed è qui che
realmente inizia la nostra storia. I nostri ragazzi ne passeranno di cotte e di
crude, ma non vi dirò nient’altro altrimenti vi anticiperei troppe
cose…meglio lasciare che queste parole vi facciano entrare nel vivo della
storia…Però questo non mi toglie ogni tanto di fare qualche
commento, ovviamente!
Camminarono un’intera mattinata senza fermarsi, mentre
Mika filmava tutto e Sayuri raccontava tutto quello che aveva fatto
nell’altra regione da quando si era trasferita. Ayumi invece era molto
incuriosita dalle piante e dagli animali che incontravano, la maggior parte dei
quali la ragazza non aveva mai visto fino ad allora. Daiki era molto contento
di spiegarle tutto e a volte narrava anche di episodi che lo vedevano
protagonista contro quelle creature oppure di piccoli incidenti che si
risolvevano sempre con l’intervento di suo padre.
Shun invece continuava a considerare Ayumi solo una piccola
rompiscatole che non conosceva nulla di quel mondo e quindi che avrebbe fatto
meglio ad andarsene. La guardava sempre male quando i loro sguardi si
incrociavano, ma non appena la ragazza si voltava, la fissava con un leggero
rossore alle guance e continuava a camminare con la testa che si disperdeva in
pensieri che cercava di allontanare il più possibile.
Poi quando fu mezzogiorno, o almeno così parve al
gruppo, si sedettero tutti insieme sotto un grande albero di quercia, con
l’aria fresca e pura che riempiva i loro polmoni. Lì posero a
terra una grande tovaglia e fecero tutti insieme un sostanzioso pranzo, anche
se era a base di carne in scatola, e chiacchieravano un po’, parlando
soprattutto di passate esperienze di Sayuri,Shun e Daiki. Anche Ayumi e Mika
poi parlarono un po’ della loro Tokyo. Gli altri tre sembrarono parecchio
interessati e stettero a sentire senza fiatare. Si riposarono in questo modo il
corpo, provato dalla fatica di quelle ore continue di cammino. I Rainbows
invece mangiavano le bacche che riuscivano a trovare nei fitti boschi che
accompagnavano il lungo sentiero che avevano intrapreso. Ryochan si mise a
giocare poi con l’iguana di Sayuri ma quando intervennero Arashi il
leonee Lup per difendere il loro
amico, smise subito, con il fulvo pelo rosso quasi diventato bianco per il
ruggito di Arashi, e lo rilasciò con un sorriso quasi amichevole, come
per dire che stava scherzando.
Dopo aver mangiato, si distesero tutti per riposarsi un
po’ prima di rimettersi in cammino. Arrivò una fresca brezza e
Ayumi chiuse per un attimo gli occhi, respirando a pieni polmoni, poi
approfittò della pausa per parlare con Daiki.
<>.
<>
<>disse stupefatta la
ragazza,<>
<>.
Ayumi, già sconfortata alla notizia che ne avrebbe
avuto per un altro giorno e mezzo, si alzò all’improvviso e
portò con sé il suo arco.
Aveva deciso di allenarsi un po’ per vedere se
riusciva almeno a cavarsela nel tiro con l’arco.
Trovò il luogo adatto poco lontano: era una zona
circolare, con tutti gli alberi intorno e, anche se il sole le picchiava in
testa, si rese conto che era il posto migliore per esercitarsi indisturbata,
visto che aveva come suoi unici spettatori degli uccellini cinguettanti e delle
cicale allegre.
Con suo enorme sollievo, colpì tutti i punti
dell’albero che si era prefissa come obbiettivi, ma mancò
l’ultimo. Giusto in quel momento era arrivato Shun.
<>.
<>.
<>disse Shun, prendendo la sua spada e puntandola
contro Ayumi, come in segno di sfida.
La ragazza mollò l’arco e si avventò su
Shun, afferrandogli forte il collo per strozzarlo. Il ragazzo divenne bordeaux
per la mancanza d’aria e solo a quel punto Ayumi lo lasciò.
Affannato, Shun riprese a respirare lentamente,
massaggiandosi il collo.
<>.
<>.
Shun l’aveva guardata con ammirazione per tutto il suo
discorso, ma ora era tornato ad avere il suo sguardo gelido e provocante.
<>.
Proprio quando la ragazza apriva bocca per ribattere, Daiki
irruppe e si insospettì quando vide che Shun era a terra con il collo
molto rosso.
<>
<>disse Ayumi, sorridendogli.
<>.
Quando Ayumi annuì, contentissima, Shun sbuffò
e andò via, pestandosi i piedi.
Per una buona mezz’oretta la ragazza si
esercitò con Daiki, che si rivelò essere un ottimo maestro.
Divenne ben presto un’abile arciera, in grado di colpire anche obbiettivi
lontani. Era una dote naturale, evidentemente, che non sapeva di aver mai
avuto. Il momento più bello per lei fu quando Daiki le prese le mani e
gliele poggiò sull’arco, spiegandole bene come impugnarlo. Poi il
ragazzo si allontanò per andare a cercare il suo Rainbow, che ,a quanto
pare, si era allontanato da solo per andare a caccia di bacche ma non era
più tornato.
Ayumi andò da Mika saltellando dalla gioia, troppo
contenta per dire qualunque cosa. Shun e Sayuri intanto si stavano sfidando a
colpi di spada.
<>chiese
Mika alla ragazza quando questa si era offerta di sparecchiare e mettere in
ordine tutto il macello che si era creato a pranzo.
<>.
<>.
<>.
<>disse Mika,
sorridendole.<>.
Ayumi si voltò a guardarlo: era vero, ancora il collo
era rosso…Chissà quanto male aveva fatto a quel povero ragazzo!
<>chiese
all’amica dopo averle spiegato quello che era successo nella zona
circolare quando era arrivato Shun.
<>le disse
l’amica in un tono curioso e insospettito,<>.
<>.
<>le rispose Mika, guardandola sospetta.
<>disse Ayumi, pur sapendo quello
che la ragazza intendeva dire.
<>.
<>disse la ragazza, facendo
finta di avere appena compreso,<>.
Proprio in quel momento arrivò proprio lui, che si
sedette fra le due e chiese:
<>.
<> rispose prontamente Ayumi.
<>.
Mentre Shun, Sayuri e Daiki rimettevano le proprie armi
negli zaini, Mika tese ad Ayumi un pezzo di carta e una penna.
<>.
Ayumi era parecchio arrabbiata e strappò con
decisione il biglietto che le aveva dato l’amica.
<>.
La ragazza sbuffò, di malumore. <>.
Si misero nuovamente in cammino, sotto il sole cocente e con
un caldo pazzesco. Daiki, che si era accorto del malumore della ragazza, le
aveva chiesto se c’era qualcosa che non andava. Ella, anche se aveva
detto al ragazzo che era tutto perfettamente a posto, aveva apprezzato quel
gesto gentile che era sicura che Shun non avrebbe fatto mai.
Il loro viaggio fu interrotto da un violento acquazzone che
si era scatenato all’improvviso. Il cielo era diventato di uno squallido
fitto e la pioggia batteva furiosamente.Il gruppo si rifugiò dentro una
grotta, già zuppi d’acqua. Ayumi vide che Ryochan era tutto
bagnato. Lo prese e lo asciugò amorevolmente con una manica del suo
kimono perché non voleva che il suo piccolo amico si prendesse un
malanno. Quando lo lasciò, notò con grande stupore e gioia che la
sfera della craturina si era illuminata e ora splendeva di un brillante
arancione.
Contentissima e del tutto dimentica dei suoi problemi,
abbracciò forte la volpina e cominciò a saltare di gioia. Sayuri,
pur non sapendo cosa fosse successo, cominciò a saltellare pure lei
abbracciando la sua squamosa iguana verde.
<>chiese incuriosito
Daiki, avvicinandosi ad Ayumi.
<>disse la ragazza, mostrando al biondo
il cambiamento del colore della sfera.
<>.
Lei si sentì al settimo cielo e improvvisò una
specie di balletto. Sayuri, che ancora non aveva capito quello che era
successo, imitò Ayumi in ogni sua mossa.
A quel punto Shun si alzò in piedi e chiese a Daiki
spiegazioni. Il ragazzo annunciò ad alta voce il cambiamento del colore
della sfera e Shun si sedette nel posto di prima, indifferente; Sayuri invece
guardò con aria offesa Ayumi ed esclamò umiliata:
<>.
Tutti si misero a ridere, compreso, incredibilmente, anche
Shun. Sayuri si grattò la testa in segno di imbarazzo, ma sorrideva,
soddisfatta di aver fatto ridere anche il suo Shun.
Per festeggiare quel bell’evento, Mika mise una canzone
del cellulare a tutto volume e iniziò a muoversi a ritmo, imitata subito
da Ayumi e Daiki, che danzarono uno di fronte all’altro.
Sayuri prese Shun per il kimono e lo costrinse a mettersi in
piedi, decisa più che mai a far fare quattro passi a ritmo anche a lui.
Il ragazzo, dopo qualche battibecco con lei, si lasciò persuadere e
ballò da solo, cercando di non fare accorgere agli altri che anche lui
si era unito a quella sciocca manifestazione di gioia; ma tanto, per quanto
riguardava Ayumi e Daiki, quei due non si sarebbero accorti di nulla,
perché si erano messi a girare insieme ad alta velocità tenendosi
per le mani, immersi nel loro mondo.
Poi, com’era venuto, il temporale cessò. Tutti
sbucarono fuori e assaporarono l’odore dell’erba bagnata.
Il sole era tornato a splendere alto e un bellissimo
arcobaleno era comparso al centro del cielo. Daiki afferrò la mano di
Ayumi e la portò in un punto privo di alberi dove lo si poteva ammirare
meglio.
<>disse contento il
ragazzo,<>.
<>disse Ayumi, felice,<>.
<>esclamò lui, guardandola dolcemente con i suoi
grandi occhi azzurri.
Proseguirono di nuovo tutti insieme e Ayumi si mise accanto
a Mika per raccontarle tutto.
<>disse la ragazza, facendole l’occhiolino.
Con una nuova allegria che le esplodeva nel petto, Ayumi
prese a saltellare contenta, apprezzando appieno anche quello stancante
pomeriggio.
La sera successiva, finalmente, arrivarono di fronte ad
un’enorme fortezza di pietra, preceduta da un vasto giardino. Erano in
una città di nome Ichi. Shun, il primo della fila, aprì il pesante
cancello nero e mise piede nell’erba verde e ancora impregnata
d’acqua. Nessuno dei ragazzi parlava e nessun rumore proveniva da quella
villetta. Silenzio e tremore.
Non appena fece questo, un grande mucchio di ossa rivestito
con qualcosa di nero apparve dal nulla.
Avanzava velocemente e il gruppo si strinse ancora di
più. Ayumi era tra Shun e Daiki.
<>esclamò ad alta voce Sayuri.
Aveva perfettamente ragione. Un immenso numero di scheletri
correva verso di loro con i loro fruscianti mantelli che coprivano loro la
schiena e le loro terribili spade lunghe e affilate.
Shun e Daiki si misero a correre, sfoderando le loro armi.
Sayuri lo fece subito dopo, dopo aver esclamato soddisfatta: <>.
Ayumi comprese che il suo arco sarebbe stato inutilein un corpo a corpo con quegli esseri; e
anche se avesse provato a uccidere quelli più lontani,era difficile che
prendesse un punto del loro corpo o che una delle sue frecce sarebbe riuscita a
perforare le ossa.
Quindi si lanciò anche lei nella mischia.
Combatté con mani e gambe, che si rivelarono efficaci quanto i colpi di
spada di Shun. Prese parecchie botte perché era piuttosto lenta, ma per
fortuna non venne colpita in modo violento.
Mika fece un breve filmato con il telefonino e poi fu
costretta a posarlo per schivare il colpo di uno scheletro che si era appena
avvicinato. Delusa, anche lei poi si unì alla battaglia, schivando
qualche colpo e subendone altri.
Dopo uno stancante combattimento, i ragazzi si riposarono un
attimo, ammirando con soddisfazione il lavoro svolto. Le centinaia di ossa per
terra si estendevano come un tappeto sino all’entrata della fortezza.
<>.
Incredibilmente non era stato Daiki a pronunciare quelle
parole, ma Shun. Tutti i suoi amici lo guardarono sospettosi e lui si giustificò
con una scrollata di spalle e con una breve domanda:
<>.
<>,pensò
amaramente Ayumi. Ma la sua rabbia svanì nel vedere che uno dei
mucchietti di ossa cominciava a muoversi di nuovo.
<>
<>disse Daiki,
affrettandosi a raggiungere la fortezza.
Lui e Shun arrivarono presto, seguiti da Sayuri, anche lei
parecchio veloce.
Ayumi e Mika corsero velocemente ma questo non bastò.
Dietro di loro gli scheletri si erano ricomposti.
<>gridarono insieme Shun e Daiki alle
due ragazze.
Entrambe si precipitarono e li stavano raggiungendo quando
si sentirono prese da dietro. Ayumi tese la mano verso Shun, il più
vicino a lei, e questi la prese e la strattonò in modo che salisse anche
lei sui gradini della fortezza. La stessa cosa accadde a Mika, ma con Daiki.
Subito i cinque ragazzi entrarono e chiusero il portone,
prima che le tremende bestiacce potessero aggredirli di nuovo. Dietro di loro
sentivano qualcosa che picchiava sul portone. Evidentemente gli scheletri
volevano ancora acciuffarli. Dopo qualche secondo la smisero e i ragazzi si
guardarono con un’espressione che significava: “Se questo è
solo l’inizio…”.
<>esclamarono ad alta voce Ayumi e
Mika, ognuna rivolta al proprio salvatore quando si furono riprese dallo shock
di vedere mucchi di ossa che cercano di ucciderti.
<>rispose Daiki a Mika, mentre Shun
si rifiutava di proferir parola e si voltava, dando le spalle ad Ayumi.
<>.
I ragazzi si resero conto di trovarsi in un’immensa
sala buia e sporca, dove ragni e topi avevano trovato l’habitat naturale
per vivere in santa pace. C’era un’enorme scalinata di fronte a
loro, proprio al centro della stanza,che sembrava portare al piano superiore.
Grandi quadri nelle pareti raffiguravano una creatura orrenda dalle sembianze
umane ma dalla pelle totalmente nera. I capelli erano anch’essi scuri
così ma nel suo viso splendevano degli occhi molto chiari. In un paio di
ritratti teneva in mano quelli che sembravano essere cadaveri di bambini.
Simmetricamente erano disposte sotto quei quadri delle sculture a forma di
gargoyle con la bocca spalancata. Tutto quel posto faceva venire veramente i
brividi. Neppure il più bravo regista umano avrebbe saputo creare meglio
una casa degli orrori.
Ayumi si stava giusto chiedendo se era il caso di salire
quando una grande sagoma spuntò nell’oscurità dall’ultimo
gradino della scalinata.
La stessa creatura dei quadri apparve proprio negli scalini
e Ayumi, Mika, Daiki e Sayuri non poterono fare a meno di trattenere il fiato
per l’orrore e per la paura. Shun invece aveva portato la mano al fodero
della sua spada, tranquillo, come si trattasse semplicemente di un nemico
facile da battere.
Ayumi istintivamente si rifugiò dietro la statua di
un gargoyle lì vicino a lei.
La creatura parlò:
<>.
<>disse Shun a bassa voce e
,girandosi, notò che mancava Ayumi.
<>pensò la ragazza, triste, mentre da dietro la
statua osservava la scena, sperando di non essere vista dal mostro.
<>disse impertinente Sayuri.
<>. Il mostro
scomparve per pochi secondi, durante i quali Mika si accorse che Ayumi si era
rifugiata dietro la statua. La ragazza si sentì un verme, ma fu davvero
contenta quando Daiki disse a bassa voce:
<>.
La lasciarono lì, ancora nascosta, mentre il mostro
tornava con una piccola creatura fra le mani che si rivelò essere una
bambina addormentata. Aveva l’aria familiare…A chi assomigliava? Ma
certo, era la sorellina di Shun,Chiyo.
<>gridò suo fratello, che venne
trattenuto da Daiki e Mika.
<>disse il mostro.
<>ribatté Shun,
impertinente e furioso.
<> e prese la bambina, la quale si era svegliata e
aveva iniziato a piangere, invocando il nome del fratello, e aprì la sua
grande bocca.
Accadde tutto in un attimo. Ayumi prese l’arco e
colpì il mostro in un occhio con una freccia. Lui lasciò la
bambina per fermare il sangue che gli colava dalla pupilla e Mika corse per
prendere Chiyo.Shun, Daiki e
Sayuri si lanciarono contro il Devil, sfoderando le loro spade. Ayumi con un’altra
freccia lo prese nell’altro occhio e così il mostro divenne cieco.
A quel punto cominciò ad infuriarsi, sbattendo forte le ali e menando
colpi nell’aria. Shun era quello che lo stava ferendo di più ma,
poiché era anche il più vicino, stava quasi per essere colpito
dall’enorme mostro nero, ma Ayumi, istintivamente, gli lanciò una
freccia nella mano e il demone la ritirò. Dopo qualche altro attacco da
parte di Sayuri e Daiki, il Devil cadde a terra, sconfitto.
Shun andò a verificare le condizioni della sua
sorellina e la prese in braccio, mormorando un “grazie” a Mika.
Sayuri, Daiki e Ayumi si strinsero intorno al mostro e gli chiesero in coro.
<>.
Ma quello stava tremando come una foglia e sembrava sul
punto di svenire.
<>.
<>chiese Shun, sprezzante, con Chiyo in braccio.
<>.
<>disse Sayuri, conficcando la sua spada nel corpo del mostro.
Tutti insieme uscirono, soddisfatti della loro impresa.
Ayumi però era diventata meno allegra quando aveva saputo che dovevano
tutti tornare indietro per riportare la piccola Chiyo a casa.
<>disse profondamente
ammirato Daiki. La ragazza sentì il suo stomaco fare un salto
all’indietro.
<> disse lei,<>.
<>disse
Shun, guardandola malevolo e con un odio profondo.
<> ammise
lei, vergognata. Si sentì cadere la faccia a terra.
<>sbottò lui.
Dopo altri due giorni di cammino, i ragazzi raggiunsero casa
di Shun, il quale mise a terra sua sorella e le disse dolcemente:
<>.
La piccola annuì e corse felice verso la porta di
casa.
Ayumi si mise a piangere. Tutti la guardarono stupefatti.
<>disse lei, singhiozzando,<>.
Daiki le diede qualche colpetto sulle spalle e la ragazza si
calmò, asciugandosi le lacrime.
E così i
ragazzi avevano superato la loro prima missione, mentre la nostalgia di casa di
Ayumi aumentava a dismisura e cominciava a credere che in realtà Shun
fosse un bravo ragazzo, esattamente come il suo adorato Akito.