You smile, I smile... remember?

di PeaceS
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Primo Capitolo ***
Capitolo 3: *** Secondo Capitolo ***
Capitolo 4: *** Terzo Capitolo ***
Capitolo 5: *** Quarto Capitolo ***
Capitolo 6: *** Quinto Capitolo ***
Capitolo 7: *** Sesto Capitolo ***
Capitolo 8: *** Settimo capitolo ***
Capitolo 9: *** Ottavo capitolo ***
Capitolo 10: *** Ultimo capitolo ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


You smile, I smile... remember?

 

 

 

 

 

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- Tu sorridi, io sorrido... ricordi?

Quella frase continuava a ronzarle in testa, nonostante oramai fossero passati anni dall'ultima volta che lui l'aveva pronunciata. Banale, scontata, quasi da "romanzi rosa", eppure così importante da non riuscire a dimenticarla a distanza d'anni.

Lily Luna Potter si chiedeva se davvero fosse ancora così stupida da sentirsi come una tredicenne alla sua prima cotta; quando aveva scelto di non amarlo aveva creduto che i suoi sentimenti si sarebbero man mano assopiti, addormentati per la lontananza e il pensiero volto altrove... ma si era sbagliata, ancora.

Era come se non riuscisse a pensare ad altro, anche quando lavorava il viso di lui le spuntava tra i pensieri, facendola tremare dentro. Erano passati oramai quattro anni da quando quella che considerava una futile "cotta" si era trasferito in Francia, con la sua futura sposa, e il suo sentimento era continuato a crescere... fino a diventare amore, ossessione, e paura di soffrire.

Ted Lupin aveva lasciato una profonda cicatrice dentro lei, e quest'ultima ancora si chiedeva se lui avesse provato qualcosa in quegli anni in cui gli aveva regalato anche l'anima... o l'avesse considerata unicamente una sorella per tutto quel tempo.

- Lily, dobbiamo andare. -  disse una voce sul guscio della porta, e la ragazza alzò appena lo sguardo sull'uomo che l'aveva richiamata. Annuì, impilando le cartelle dei pazienti l'uno sopra l'altro, e alzandosi sostituì il camice bianco con un giaccone nero.

Era apprendista Medimaga, e lavorava ventiquattro ore su ventiquattro per guadagnarsi un posto assicurato al San Mungo. E no, non le dispiaceva: oltre a portarle via del tempo, era anche un lavoro molto impegnativo, quindi le impediva di pensare profondamente a qualcosa. 

- Scusami, ho fatto nuovamente tardi, ma avevo alcune pratiche da sbrigare per domani. - disse verso il suo migliore amico, che accennò appena ad un sorriso. Lysander Scamandro era l'uomo perfetto, colui che tutte desidererebbero di sposare: alto, biondo, grandi occhi azzurri e un cuore capace di amare alla follia.

Dolce, simpatico, perennamente sorridente, era il sole che le riscaldava le giornate più fredde. Un balsamo per le sue ferite interne. - Anche io sono un botto stanco, cosa credi? - sbadigliò Lys, stropicciandosi gli occhi. Aveva intrapreso la sua stessa strada, e insieme stavano percorrendo quel difficile percorso che era la specializzazione per Medimaghi.

- Andiamo a casa mia? Mamma avrà preparato la cena. - lo invitò cordialmente, e Lys annuì, sorridendo. 

- Adoro la cucina di tua madre, sai che accetterei sempre e comunque. - rise, mettendosela sotto braccio e cominciando a ciarlare di tutto e tutti. Punto negativo: chiacchierava troppo, e sembrava che sapesse ogni cosa di qualsiasi persona che veniva a contatto con lui.

- Cazzo, Lys, prendi fiato. - sbuffò Lily, arrivati fuori all'ospedale. Lysander scoppiò a ridere, soffiandosi sulle mani per il freddo che quel dicembre aveva colpito l'Inghilterra, mentre Lils ricambiava dolcemente, stringendosi ancor di più al suo fianco.

La ragazza li materializzò senza alcuno avviso, e barcollando Lysander la fulminò appena misero piede su un terreno fermo. - Lily, merda, la prossima volta dillo se non vuoi che vomiti sul tuo bel cappottino nuovo! - sbraitò tra le risa dell'amica, che aprì la porta di casa Potter ancora con il sorriso sulle labbra.

- Mamma, sono a casa! - urlò verso la cucina, dove proveniva un chiacchiericcio allegro. Lysander la guardò incuriosito, ma Lily fece spallucce. Entrarono insieme nella stanza circolare, e immediatamente il sorriso si spense dalle labbra della ragazza.

Ted Lupin alzò gli occhi castani su di lei, le labbra piene tese in un sorriso solare, e i capelli verde smeraldo facevano intuire a chi lo circondava che era felice. - Sorpresa... - sussurrò Albus, che era l'unico a sapere di quello che aveva passato per colpa di Ted.

- Sorpresa! - calcò Victorie con un sorriso enorme, riavviando dietro le spalle i capelli biondo-rossicci. - Avrei preferito ricevere centomila sterline in una busta. - rispose Lily, afferrando Lysander per una mano e uscendo dalla cucina a passo di carica.

- Lils, dove vai? - urlò suo padre senza ricevere risposta. La ragazza si era già sbattuta la porta alle spalle e materializzata chissà dove. Forse avrebbero dovuto dirle che Ted si era nuovamente trasferito in Inghilterra con Victorie... eppure erano sempre stati così legati. 

Come fratello e sorella.

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Capitolo 2
*** Primo Capitolo ***


Primo capitolo

 

 

 

 

 

 

- Non sei felice? - 

Lily Luna Potter strinse la tazza di tè che le aveva offerto sua madre tra le dita, e fucilò suo padre con un occhiata assassina. "Poteva anche essere l'eroe del Mondo Magico, ma Merlino se era stupido!" pensò la ragazza, regalando un sorriso dolce con un forte retrogusto velenoso.

- Certo... non si nota che sprizzo gioia da tutti i pori? - rispose sarcastica, mentre Teddy sbuffava, incrociando le braccia al petto. Non era cambiato per niente in quei quattro anni: solito sguardo, solito sorriso e solito modo di rimproverare con quelli che Lily chiamava "segnali di fumo".

- Non fare l'ironia con me, signorina. - sibilò infatti Ted, continuando a bere il tè. Victorie, al suo fianco, inclinò il capo: la stava fissando da quando aveva varcato la soglia della cucina, e se non avrebbe smesso di sicuro a presto sarebbe diventata la sua prima paziente.

- Che c'è? - sbuffò infatti, guardandola stizzita. Vic sorrise, rigirandosi l'anello di fidanzamento al dito e riavviandosi appena i lunghi capelli. "L'ho visto l'anello, è inutile che continui a metterlo in evidenza, stronza." pensò scocciata, assottigliando lo sguardo bruno.

- Sei cresciuta bene. Sei proprio una bella ragazzina. - disse, spiazzandola. Lysander quasi soffocò a quelle parole, ridacchiando sotto i baffi. - Certo che lo è! Dovresti vedere come il primario le fa la corte. - disse, attirando l'attenzione di Ted, che alzò lentamente un sopracciglio.

Da verde, i capelli, passarono a rosso scuro. - Per essere un primario sarà vecchio. - mormorò Ted, ma Vic lo zittì con un gesto plateale della mano, come se stesse scacciando una mosca molesta. 

- Certo che no! Un primario, sul serio? Ma è un partito meraviglioso! - esclamò, facendo venire la nausea alla cuginetta, che per poco non si ficcò due dita in gola per vomitarle sul vestito rosa confetto che indossava. 

- Scelgo un uomo perché mi colpisce, non perché ha un buon posto di lavoro ed è un buon partito. - la zittì Lily, scuotendo il capo. In realtà Vic non era così cattiva come la dipingeva: semplicemente era cresciuta tra pizzi, bambole e la prospettiva di accasarsi presto.

Era cresciuta con il pensiero di dover essere bella per trovarsi un marito, anche se per fortuna zio Bill le aveva messo in testa qualcos'altro oltre i pensieri perversi di zia Fleur. - Vado a dormire, sono stanca. - proferì, lasciandoli con un amaro in bocca e ritirandosi nella sua stanza.

- E' cambiata molto. - sussurrò Victorie verso quello che oltre uno "zio" considerava una specie di suocero. Harry e Ted avevano un rapporto speciale, l'uno era sempre stato con l'altro, sempre, proprio come un padre e un figlio.

- E' cresciuta, Vic, anche se troppo in fretta. Quando siete partiti l'ho vista angosciata, triste... per cinque mesi non è uscita dalla sua camera. Non mangiava e piangeva continuamente. Poi, un giorno, si è svegliata ed ha aperto gli occhi sulla sua vita. Ha cominciato a studiare per diventare Medimaga, e a frequentare ragazzi nonostante io e i suoi fratelli fossimo contrari.

Ma ha ventidue anni oramai, ed è una donna fatta e finita. Sono orgoglioso di come è venuta su, e non posso che esserne felice.  - rispose Harry, mentre Lysander appoggiava appena il mento sui palmi aperti, pensieroso come non mai.

- E' diventata anche molto bella. - disse infatti, inclinando appena il capo. Ted ingoiò a vuoto, guardando la tazza fumante tra le sue dita. Già, era diventata tanto bella la sua Lily. Quasi gli faceva male osservarla: quelle labbra piene, quegli occhi magnetici e così grandi che sapevano esprimere tanti sentimenti in un colpo solo... era straordinaria.

- Non ti rivolgerà facilmente la parola. - disse improvvisamente Albus, accendendosi una delle sue adorate sigarette a menta. L'odore nauseabondo si espanse nella cucina, mentre Ted alzava appena lo sguardo verso il suo smeraldino; erano duri gli occhi di Al, e sembravano volerlo avvisare di qualcosa.

- Se vedo un altra lacrima solcarle il viso... giuro che questa volta ti spacco la faccia! - sibilò velenoso, sorprendendo i presenti. Si alzò, e anche lui andò silenzioso al piano di sopra, chiudendosi la porta alle spalle. Ted sospirò: alla sua partenza si era lasciato molti fantasmi alle spalle... ed era ora si affrontarli.

 

***

 

Era l'alba, e quando Ted sentì lo scricchiolio delle scale pensò che Ginny fosse già sveglia per pulire casa prima di recarsi alla redazione del Cavillo, dove lavorava oramai da più di vent'anni con Luna Lovegood. Ma il passo era troppo leggero e "felpato" per appartenere a quella che considerava una madre.

Così facendo si alzò, sbadigliando appena, e afferrando una felpa nera uscì dalla sua stanza. Vic aveva deciso di sostare dai genitori per il lasso di tempo in cui avrebbero trovato un appartamento tutto loro, e lui, per non infastidire i coniugi Weasley, aveva preso la stanza di James, che era in Romania per una spedizione con la sua squadra d'Auror.

Si strofinò le mani per il freddo, e uscì sul retro della casa. La "Happy House", come era stata rinominata dalla famiglia Potter per la tranquillità e la serenità che l'avvolgeva, era una villetta a due piani. Situata nel North Yorkshire, in una piccola cittadina abitata unicamente da maghi, casa Potter era completamente pitturata di bianco.

Larghe vetrate lasciavano intravedere il largo salone munito di un divano di pelle bianca, un caminetto e una grande tv che aveva voluto comprare Harry ma che usavano poco e niente. Un pianoforte che Al adorava suonare, e un acquario dei pesci... senza pesci.

Poi c'era la cucina ampia, luminosa, con mobili molto attrezzati e un penisolotto che Lily da piccola adorava, poiché il suo papà la prendeva sempre in braccio, facendola sedere al centro. Dinnanzi c'era un viale acciottolato, con grandi alberi a seguirne. 

Ma il retro era sempre stato il preferito di Den. Dava su un piccolo laghetto artificiale, creato apposta da Harry per abbellire il posto. Poi un piccolo muretto di pietra, e lì trovò seduta Lily, avvolta in una pesante felpa bianca, e a coprirle il corpo una vestaglia blu.

- Ehi... - sussurrò Ted, facendola sobbalzare. La ragazza alzò immediatamente lo sguardo verso di lui, e i suoi occhi da castano come quelli di suo padre, divennero di un delicato azzurro, grazie al dono ereditato da sua madre. - Ciao Teddy. - salutò Lily con la sua voce sottile. 

Era da tanto che non lo chiamava così. Teddy. Il suo "orsacchiotto", diceva da piccola con un tono tenerissimo. E lo era: lui aveva scacciato tutte le sue paure, aveva dormito con lei quando un mostro disturbava i suoi sogni, e l'aveva abbracciata per mandare via i suoi incubi.

Era stato un fratello, un "principe azzurro" delle favole babbane, perché l'aveva protetta, consolata, quando ne aveva più bisogno. L'aveva amata, tenendo per sé quel sentimento così sbagliato, e ferita... andandosene per lasciarla sola. Ma dopo tutto quello... lui era ancora il suo Teddy.

- Sei già sveglia, Lils? - domandò, sedendosi sul muretto al suo fianco. Un sorriso si dipinse sulle sue labbra piene, mentre l'alba illuminava il suo viso e le acque del laghetto di un magnifico colore rosastro. Gli uccelli cinguettarono appena, e la ragazza si strinse ancor di più nella felpa.

- Ti aspettavo. - sussurrò, facendogli battere il cuore in un modo furioso. Ted tremò impercettibilmente, e non per il freddo, e la guardò intensamente. - Ti ho aspettato per tutto questo tempo... e ora tu sei quì, con me. - continuò, mentre quel sentimento che aveva creduto perso si dilagava nel petto dell'uomo.

- Oh, Teddy, mi sei mancato così tanto! - sospirò, e in un attimo gli buttò le braccia al collo, stringendolo forte a sé. Il suo corpo snello, le sue spalle larghe, e quel profumo che sapeva di lui, di vecchio, nuovo, di amore le riempì le narici... rischiando di farla impazzire.

- Merlino, anche tu. - disse lui, stringendola fino a farsi male.

Perché lei era il suo dolore... e lui voleva farsi male per sentirla fin dentro le ossa.

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Capitolo 3
*** Secondo Capitolo ***


Secondo capitolo

 

 

 

 

 

 

 

Brandon White aveva trentacinque anni ed era il primario del reparto "ferite magiche" al San Mungo. Alto, aitante, con folti capelli biondi e grandi occhi verde chiaro riusciva ad incantare molte delle infermiere e pazienti, guadagnandosi il rispetto per la bravura e la serietà che esercitava a lavoro. Eppure, quando Lily Potter sorrideva o spostava una ciocca dei suoi bellissimi capelli rossi dietro un orecchio, qualcosa gli andava storto.

O gli cadeva una pozione di mano, o cominciava ad impappinarsi con le parole senza riuscire a ricordarsi cosa diavolo stava dicendo prima che comparisse lei. Erano mesi che le faceva la corte, eppure lei non vacillava di un millimetro... cosa che la rendeva ancora più affascinante ai suoi occhi.

Quindi, quando quel giorno la vide arrivare più luminosa e bella che mai, non riuscì ad impedire alle sue labbra di schiudersi e rilasciare un sospiro. Quei pantaloni neri aderivano alla perfezione alle sue gambe, e le facevano un culo veramente da paura. Per non parlare della camicetta verde smeraldo, che sembrava cucita apposta per lei, giusto per aderire al suo piccolo seno sodo.

- Non hai mai avuto problemi di questo genere, quindi mi chiedo perché tu stia ancora quì a sbavare. - disse Jhon al suo fianco. L'uomo fece una smorfia, stringendo la cartella della cliente che era stata quasi mangiata da uno bidone della spazzatura babbano.

- Perché quando c'è lei nei dintorni divento un idiota! Passo da "Salve, dolcezze" a "Ehm... banana?" cosa alquanto imbarazzante per me. - sbuffò, sorridendo come un ebete verso la ragazza, che ricambiò con un saluto frettoloso della mano, entrando nella stanzetta degli archivi.

- Ho sentito dire che Lupin è tornato in Inghilterra. Sai, si mormora che sia un vecchio amore della Potter, anche se praticamente il ragazzo ha vissuto a casa loro da quando ne ha memoria e tutti lo considerino un figlio di sangue. - disse Jhon, che sapeva tutto di tutti.

Una vera e propria zitella acida che sembrava cavare le informazioni origliando ventiquattro ore su ventiquattro le conversazioni altrui. - Mi ricordo di Lupin, era di qualche anno dietro di me. - disse Brandon, alzando lentamente un sopracciglio e assottigliando lo sguardo.

- Ma non è sposato? - domandò poi, ricordando della sua fidanzata secolare: Victorie Weasley. Bella ragazza, non c'era che dire, e li ricordava molto bene ad Hogwarts: non c'era buco dove non li vedesse sorridersi e scambiarsi occhiate eloquenti. Un amore da romanzi rosa, dunque.

- Credi che a lui importi qualcosa? Comunque no, è ancora fidanzato. E il bello è che le due sono anche cugine! Bel colpo, quel Lupin. - rise Jhon, guadagnandosi un occhiata disgusta dal collega, che lo liquidò con un gesto frettoloso della mano, raggiungendo Lily nella stanza degli archivi.

- Ciao. - disse Brandon, chiudendosi la porta alle spalle. Lils alzò gli occhi su di lui, sorridendo appena. Si era già infilata il camice, anche se non ne aveva bisogno, e stava esaminando alcune cartelle. - Lily, devo chiederti una cosa, potresti prestarmi un attimo d'attenzione e smetterla di leggere quelle maledette cartelle? - sbuffò, afferrandone una e lanciandola dall'altra parte della stanza.

- Cosa c'è? E' successo qualcosa?  - domandò la rossa, sorpresa da quel comportamento. Brandon si morse le labbra, mentre troppo occupato a torturarsi le mani non si accorse che il volto di Lysander era appena comparso attraverso la fessura della porta.

- Sì, ho il cuore spezzato, Lils. Ti prego, dammi solo un opportunità, una sola. Esci con me, poi se davvero non sono il tuo tipo mi metterò l'anima in pace. - disse, e un sogghigno apparve sulle labbra di Lys. E se Brandon non si era accorto della sua presenza, Lily lo aveva avvistato da un pezzo.

Stava giusto per rispondere, di nuovo, che non era interessata, quando Lysander cominciò a sbracciarsi alle sue spalle, scuotendo la testa come un invasato e scrivendosi un "accetta" enorme sulla mano con una piuma. Lily lo guardò confusamente, e Lys scosse il capo, facendole capire con le mani che avrebbero parlato dopo dei dettagli.

- D'accordo... - borbottò titubante, e gli occhi di Brandon si illuminarono improvvisamente. 

- D-davvero? - balbettò l'uomo, sgranando lo sguardo sospreso. Lily annuì, e tossì imbarazzata quando lui l'abbracciò stretta, lasciandole un dolce bacio all'angolo della bocca. - Ottimo, allora vengo a prenderti stasera alle nove. - disse, lasciando poi la stanza e lei con gli occhi spalancati e un espressione mezza schiockata.

- Che diavolo è successo? - mormorò Lily, accarezzandosi la parte dove l'uomo l'aveva baciata e scuotendo il capo. "Anzi... perché diavolo aveva accettato?" pensò, sospirando afflitta e battendo ripetutamente la fronte contro la scrivania dietro la quale era seduta.

- Gelosia, mon amour! Gelosia! - strepitò Lysander, entrando nella stanza e sbattendosi la porta alle spalle. Lily lo guardò come se avesse assunto qualche sostanza stupefacente, mentre quell'idiota del suo migliore amico ridacchiava perfidamente tra sé e sé.

- Di cosa stai parlando, di grazia? - sbottò la ragazza, perdendo la pazienza. Lui la guardò da capo a piedi, come se valesse meno di zero e scosse il capo, sbuffando. - Ted è tornato, vuoi davvero che rimanga tra le braccia di Vic dopo tutto quello che hai patito? Tu, sei quella giusta per lui. Tu, lo conosci meglio di qualsiasi altra persona. Quindi, cazzo, muovi quel culo secco che ti ritrovi e conquistalo. Con le buone o con le cattive! - sbraitò Lysander con tono patriottico, sbattendosi con passione dei pugni sul petto.

- Guarda che così ti farai fermare il cuore. - lo rimproverò, mentre Lys tossiva appena per poi piegarsi su di lei, con un sorrisetto subdolo dipinto sulle labbra rosee.

- Primo passo: la gelosia. Se un uomo è geloso, e perché ti vuole tutta per sé. - sussurrò, e Lils arricciò appena il nasino. - E non dirmi che lui può essere geloso di te come un fratello, perché non ci credo nemmeno un po'. - sibilò Lys, anticipandola.

- Ora chiediamo a quella stronzetta di Jazmine se ti sostituisce, così andiamo a comprare un vestito per stasera, tanto per vederlo rodersi il fegato. - ridacchiò Lysander, battendo le mani entusiasta. - Tu sei fuori. - mormorò Lily, ma il ragazzo non volle sentire proteste. 

La prese con la forza, trascinandola per tutto l'ospedale per cercare Jazmine, che essendo una buona amica per entrambi, ed avendo alcuni favori da restituire a Lily per i turni che aveva fatto al posto suo quando il suo ragazzo era venuto dall'America, accettò di buon grado. Poi, sempre con una flemma da invidiare, materializzò entrambi in un vicolo che puzzava di piscio nella Londra babbana.

- E ora a noi, porcellina. - disse e Lily, da quel commento squallido, capì che il suo migliore amico aveva perso completamente e indissolubilmente la testa.

 

***

 

- Un uomo, davvero? - disse Al, aggrottando sorpreso le sopracciglia e guardando un Lysander eccitatissimo muoversi sulla sedia. Era una... sorpresa; ecco, quello era l'aggettivo migliore per descrivere quella situazione: era da un po' che Lily non frequentava qualcuno, e guarda un po' quand'è che decideva di cominciare... al ritorno di Ted. 

Insomma, quei due credevano davvero che lui fosse così stupido? Maledizione, aveva venticinque anni, mica due! - Ma con chi esce? - domandò Ginny, sedendosi a tavola e guardando preoccupata suo marito borbottare da solo, contrariato a quell'uscita serale.

- Il primario. Brandon White. - rispose Lys, e Ted, che non sapeva nulla di quella storia ed era sull'ultima rampa di scale... se le fece con la schiena, arrivando all'ultimo gradino con la testa mezza aperta e la schiena a pezzi. - Teddy! - urlò Lily, che aveva appena finito di prepararsi. 

L'uomo, guardandola mezzo capovolto, credette di avere una visione per la caduta appena avuta. La sua bellissima Lils indossava un vestito nero che aderiva perfettamente al suo corpo, delineando alla perfezione ogni sua curva. Aveva le maniche lunghe, e uno scollo a barca che lasciava intravedere il varco dei seni. La schiena era completamente scoperta e i tacchi slanciavano le sue bellissime gambe scoperte. 

Aveva i capelli legati in uno chignon ordinato, e a regola d'arte aveva lasciato qualche ricciolo libero, che le accarezzava appena il volto truccato. Gli occhi castano\verdi erano stati abbelliti con una matita nera, mentre le labbra rese più carnose dal rossetto rosso.

- Sei bellissima. - sussurrò nello stordimento generale, mentre Harry, Ginny, Al e Lys accorrevano per vedere cosa fosse successo. Lo presero di peso e lo trascinarono nel salotto, sul divano, e Lily cercò di fermare il sangue con un panno. 

- Ted... come ti senti? - domandò, e in quello stesso momento qualcuno bussò il campanello. Brandon fece la sua entrata trionfale con i suoi pantaloni neri aderenti e la camicia bianca e candida. I capelli erano stati lasciati liberi in un taglio sbarazzino, e il suo sorriso era da svenimento.

- Cos'è successo quì? - disse l'uomo, accorrendo verso il suo "vecchio" amico di scuola e togliendo il panno dalla ferita per vedere quanto era grave. Sospirò, rilassandosi, quando si rese conto che era solo un graffietto e un bel "bombolone".

- Ferula. - mormorò Brandon, e delle bende fasciarono la testa di Ted, che dopo il bicchiere d'acqua sembrò aver preso nuovamente possesso delle sue facoltà mentali.

- Va tutto bene, è solo un taglio che guarirà automaticamente se ti cambi le bende tutti i giorni per una settimana. Se poi applichi questa pumata... - disse Brandon afferrando un bigliettino e scrivendo il nome della pumata frettolosamente. - sarà ancora meglio. - finì, sorridendo e conquistandosi la simpatia di Harry, che lo ringraziò stringendogli la mano.

- Dove porti mia figlia? - domandò poi, quando Ted si era messo seduto e si era quasi soffocato quando aveva capito chi era lui, e che il suo braccio stava circondando la vita della sua Lily. - Beh, io avevo deciso di... - iniziò Brandon, mentre gli occhi di Lupin si assottigliavano pericolosamente.

- Ma Lils... non puoi rimanere quì? - domandò Ted, indicandosi il capo ferito e mandando giù le labbra. La ragazza si mordicchiò le labbra, guardando la ferita con un moto di tenerezza nel petto.

Brandon, invece, si trattenne dal prenderlo a pugni. Forse Jhon aveva proprio ragione, quell'idiota aveva una cotta per la sua Lily! - Io... - mormorò Lily, guardando implorante Brandon, che alzò gli occhi al cielo, sospirando. 

- Direi proprio che possiamo passare questa serata quì, giusto perché tuo fratello non si sente bene. - sibilò, calcando le parole "possiamo" e "tuo fratello", facendo salire il sangue al cervello di Ted, che stava per affatturarlo per bene.

- Sì, resta qua con il tuo amico. - ribattè invece Lupin, calcando sulla parola "amico" e facendo venire un traverso di bile a Brandon, mentre Lysander se la rideva in seconda fila. Al scosse il capo, accedendosi una sigaretta: quella serata si prospettava alquanto interessante.

- Torta? - domandò Ginny, per smorzare appena un po' la tensione, e tutti annuirono entusiasti, dirigendosi in cucina e sedendosi attorno la lunga tavola. Harry se ne stava zitto, osservando quel Brandon fucilare Ted con gli occhi, e quest'ultimo fare lo stesso. Senza capire perché.

Lys stava aiutando Ginny a preparare la torta, mentre Al si era appena messo in una posizione comoda per osservare quello scenario da brivido. Lily era seduta di fianco a Brandon, sotto gli occhi inquisitori di Lupin.

- Mi ricordo di te... eri di un paio anni davanti a me, ad Hogwarts, vero? - iniziò Ted, e Brandon, prendendola come una conversazione civile, annuì. - Quanti cuori spezzati che hai lasciato al tuo passaggio, mi chiedo come si sentano ancora quelle primine che lusingavi e poi mollavi come niente. - continuò, ed Harry quasi soffocò con la propria saliva.

- Anche io mi ricordo di te... e di come il tuo amore con la Weasley si sentisse ad ogni corridoio che svoltavo. A quando il matrimonio? - mormorò indifferente Brandon, e Ted incassò silenziosamente, promettendo vendetta con lo sguardo velenoso che gli lanciò.

Lily guardò di soppiatto Lys, che sorrideva compiaciuto. Sembrava proprio che Ted Lupin avesse superato la prima prova: era geloso marcio, anche se non voleva darlo a vedere, e un "fratello" geloso non nasconde la propria gelosia.

Il piano "facciamo cadere Ted nella trappola di Lily e Lys" aveva inizio. Ed erano già a buon punto.

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Capitolo 4
*** Terzo Capitolo ***


Terzo capitolo

 

 

 

"A Nipotina, perché lei se ne intende di principesse"

 

 

 

 

 

- Non voglio prenderlo in giro. - sbuffò Lily, appoggiando il mento sui palmi aperti. Lei e Lysander erano nella sua stanza a confabulare su quello che era successo la sera prima. Brandon se n'era andato senza preoccupazioni, promettendole che avrebbero avuto un vero appuntamento in una di quelle sere, quando avrebbe tenuto la giornata libera, e Lily proprio non era riuscita a rifiutare.

Lys alzò gli occhi al cielo, scuotendo il capo. "Ma era così stupida, oppure faceva la parte per accaparrarsi la pensione?" pensò, schiaffeggiandosi la fronte. - Amore, non lo stai prendendo affatto in giro! Semplicemente se Ted non cede... ti scopi lui, ed ecco risolto il problema. - cinguettò, mentre la faccia indignata della sua migliore amica lo guardava offesa.

"Ecco, lo sapeva, era proprio stupida." concluse mentalmente Lysander, sbattendo civettuolo le lunga ciglia e sorridendo angelico. - Ma sei pazzo? Non è nemmeno il mio tipo. - disse la ragazza, sdraiandosi di botto sul letto a baldacchino con tanto di tende rosso-oro.

La stanza era grande, e oltre una grossa finestra alla destra della stanza, che affacciava sul retro del cortile, c'erano foto appese per le quattro mura dipinte d'oro acceso. Foto di Hogwarts, di giorni passati alla tana, alcuni con i suoi zii, altri con i compagni di scuola e i cugini. Era davvero un gran collage, e a Lys veniva una grande tenerezza guardarlo ogni volta.

- Già, scusa se a volte dimentico che il tuo tipo cambia colore di capelli e il colore degli occhi. - sibilò sarcastico, mentre Lily rideva appena. In realtà di Ted, oltre a quel particolare dono ereditato da sua madre Tonks, le piaceva tutto. Il modo in cui sorrideva, quello di come la guardava e la sensazione che sentiva quando la toccava. 

C'era magia tra di loro, qualcosa che non centrava niente con tutto quello che aveva fatto e passato con gli altri. Ted le trasmetteva brividi infiniti che la infiammavano, che la facevano sentire una donna, dei brividi che la facevano sentire una... principessa. Lily tremò, socchiudendo gli occhi.

- Sei proprio innamorata... solo a sentire il suo nome sospiri! - rise Lys, sdraiandosi al suo fianco. Si strinsero la mano, ed entrambi guardarono il soffitto che aveva lo stesso effetto del soffitto della Sala Grande. Suo padre ci aveva messo secoli per trovare l'incantesimo, e dopo aver quasi distrutto mezza casa ci era riuscito. Ed era meraviglioso, era come stare ad Hogwarts.

- Ma tua cugina Rose, che fine ha fatto? Sono secoli che non si vede in giro. - domandò Lys, cercando di cambiare discorso almeno per un po'. Rosie. Quella pazza scatenata dai capelli rossi e il sorriso solare. Che fine aveva fatto Rose? Non la vedeva da mesi, oramai.

Era cambiata, quasi visceralmente, da quando aveva preso il diploma di specializzazione per diventare Magiavvocato. Si era allontanata dalla sua famiglia, rinchiudendosi in una bolla riservata completamente a quell'ambiente. - Non ha più tempo per noi. - rispose semplicemente Lily, e i suoi occhi corsero alla foto alla sua sinistra.

Una ragazza dai riccioli castano-rossicci guardava verso l'obiettivo, e abbracciava lei con un sorriso che faceva invidia al sole che brillava quel giorno ad Hogwarts. Gli occhi azzurri erano due gemme preziose che incantavano, e avvolta nella sua divisa era qualcosa di incredibile. Era innamorata, non delusa. La sua Rosie era innamorata in quella foto, e infatti dopo di quelle non ne aveva più: due giorni dopo era stata lasciata.

E lei non aveva più sorriso, come lei. - Devo parlarti. - la porta si era spalancata, mostrando il volto di Ted Lupin, che la sera prima non le aveva rivolto la parola, andando a dormire più arrabbiato di quel che avrebbe potuto immaginare.  - Allora io sono di troppo. Buona tromb... chiacchierata! - disse Lys, correggendosi all'ultimo minuto e uscendo cinguettante ed esaltato dalla stanza.

- Puoi dirmelo se sta facendo usi di acidi, perché tanto si vede. - sbuffò Ted, riferendosi al suo migliore amico. Lily rise, mettendosi a sedere al centro del letto e invitandolo a sedersi al suo fianco. Lo fece, e si sdrariò anche, trascinandola con sé. 

- Mi dici come fa a piacerti uno come White? - disse, e Lily tossì, grattandosi all'attaccatura dei capelli sulla fronte con imbarazzo. - Gusti. - mormorò, visto che non sapeva che diavolo risponde. Anche perché a lei, Brandon, non piaceva! La mano di Ted andò a stringere la sua, e con sguardo basso si mise a giocare con le sue dita.

- Non mi piace quel tipo. - disse Teddy, arricciando il nasino, mentre i suoi capelli, al pensiero di quei due insieme, si tingevano improvvisamente di nero per la rabbia. Quel... quello era un porco, e la sua Lily nemmeno doveva pensare di sfiorarla! - Nemmeno a me Vic piace tanto al tuo fianco, ma non ti ho mai chiesto di non frequentarla. - sussurrò Lily, zittendolo improvvisamente e facendogli sgranare gli occhi.

- Tu l'ami, lei ama te. State insieme da quando frequentate il quinto anno ad Hogwarts. Lei hai comprato un anello di fidanzamento, e tra poco vi sposerete. Perché sei geloso di un avventura? Ho ventun'anni, Ted, sono grande e posso uscire con chi voglio. Posso fare sesso con chi voglio. - continuò, ferendolo ancora di più.

- No, non mi va. - disse semplicemente Ted, e questa volta fu lei ad aprire la bocca a palla. Cos'era quella? Una dichiarazione? Oppure un marchiamento stupido del territorio. Non fece in tempo a ribattere che si ritrovò Ted sopra di lei, con le gambe incastrate tra le sue e il suo viso ad un metro dal proprio.

- La prima volta che ti presi tra le braccia... pensai che tu fossi la bambina più bella del mondo. Eri piccola quanto due mani, e apristi gli occhi grandi nonostante fossi appena nata. Mi guardasti, e un vagito uscì dalle tue labbra, quasi come a volermi dire qualcosa. Stringesti tra le tue minuscole mani un mio dito, e sorridesti a stento. Era... straordinario.

Lì promisi a me stesso che ti avrei protetto a costo della vita. Che avrei picchiato qualsiasi ragazzo ti avrebbe ferito, e che nessuno ti avrebbe toccato fin quando non avresti compiuto quarant'anni. Mi adoravi: ti addormentavi e tranquillizzavi solamente tra le mie braccia, e crescendo ti piaceva da impazzire giocare con me.

Ti piaceva anche che io ti leggessi delle favole. Quelle babbane, che mi leggeva zia Hermione quando ero più piccolo. Cominciai a pensare davvero che tu fossi una piccola principessa... ma non riuscivo mai a vedere il tuo "principe". Era uno sconosciuto per me, era solo una macchia bianca, indefinita, non esisteva.

Poi tu sei cresciuta, sei diventata sempre più bella, e i ragazzi hanno cominciato a ronzarti attorno. I tuoi principi assumevano diverse facce, sfaccettature, ma nessuno era quello giusto. Sei sempre stata una principessa per me, nonostante tu non indossassi vestiti larghi e non usassi un linguaggio consono.

Poi tu sei diventata una sedicenne intelligente, affascinante... bella. Hai cominciato a truccarti, e usare vestiti corti. Hai cominciato a ragionare come una ragazza grande, a sognare come una ragazza della tua età. E... quel principe è diventato chiaro nella mia mente, ha assunto una forma, consistenza.

Aveva la mia faccia, Lily. - disse, guardandola sempre negli occhi. A Lily mancò l'aria, come se improvvisamente qualcuno le avesse ficcato la testa sott'acqua con forza, e si trovava a boccheggiare con gli occhi spalancati e le lacrime pronte a cadere.

- Ma era sbagliato, capisci? Io ero innamorata di Vic, o almeno dell'immagine di Vic. Tu eri una sorella, tuo padre è come un padre per me, e tua madre una madre per me. Come potevo deluderli? Ti immagini le sue facce se dico che sono innamorato di te? Mi ucciderebbero, mi odierebbero, sarebbero disgustati da me. Ti ho cresciuta, come posso provare questo sentimento per te? 

E' terribilmente sbagliato, ma non riesco a pensare quel principe...qualcun'altro che non sono io. - finì, mentre una lacrima gli accarezzava la gota. Lily la asciugò con le proprie labbra, asciugando quella lacrima con la punta della lingua.

- Onestamente nemmeno io riesco a vedere quel principe con un altra faccia che non sia la tua. - disse Lily, sorprendendolo. Afferrò il viso di Ted tra le mani, e lo baciò sulle labbra. E fu come se due macchine si schiantassero l'una contro l'altro: devastante.

Persero entrambi la lucidità, e le mani di Teddy andarono in quei capelli soffici e lisci come la seta. Soffocò qualsiasi sentimento che non fosse desiderio e amore, aprendole delicatamente le gambe, che lei circondò attorno la sua vita.

- Dovremmo... - sussurrò Ted tra un bacio e un altro, mentre Lily gli toglieva velocemente la maglia nera che indossava. - smetterla... - continuò, senza nemmeno voler riprendere fiato. Tolse la camicia azzurra che indossava, e ammirò la pancia piatta, i fianchi stretti, e il seno piccolo coperto da un reggiseno bianco come la sua carnagione pallida.

- Prima che entri qualcuno. - finì, e proprio in quel momento la porta si spalancò. Teddy cadde dal letto, coprendosi con un lenzuolo, mentre Lily guardò suo fratello Albus spalancare la bocca fino all'inverosimile. La ragazza strappò il lenzuolo dalle mani del ragazzo, coprendosi il petto con un espressione colpevole, mentre Ted sembrava essere morto tanto era cianotico.

- Tu... - sussurrò Al, sbiancando notevolmente anche lui. Lys apparve alle sue spalle, sconvolto, per poi sbattere ripetutamente le palpebre nel guardare quella scena. - Cazzo, hai dimenticato gli altri punti, Lily! - la rimproverò, mentre veniva fucilato da tre sguardi assassini.

- Che cazzo stavi facendo con mia sorella? - urlò Albus, e i suoi occhi smeraldini sembravano pronti a far fiamme. Ted balbettò, incapace di spiaccicare parola, mentre l'espressione di Lily non era migliore.

- Stavamo per fare quello che hanno fatto mamma e papà prima che facessero il guaio che sei! - sbraitò con rabbia, e Al quasi si soffocò con la propria saliva. 

- Brutta stronza impertinente! - sibilò, mentre la sua dolce sorellina gli mostrava con tutto l'affetto il dito medio.

- Che complimenti, fratellino. - mormorò la ragazza, alzando gli occhi al cielo e rimettendosi la camicetta velocemente.

- No, smettetela entrambi! Vi farete solo del male! Tu, Ted, stai con Victorie. Cosa intendi fare? Lasciarla per mia sorella? Oppure scoparti entrambe finché non ti sposi e molli Lils? E tu... piccola idiota, vuoi davvero ferire così tua cugina? Fartelo fin quando lui non ti lacererà il cuore? - urlò Albus, e Ted si sentì morire dentro.

- Fuori dalla mia stanza, tutti! - strillò Lily istericamente, spingendo anche Lupin rudemente fuori dalla porta, per poi sbatterla con forza e chiudersi dentro a chiave. Quelle parole... erano come lame, e la stavano uccidendo. Perchè erano vere, diavolo se lo erano!

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Capitolo 5
*** Quarto Capitolo ***


Quarto capitolo

 

 

 

 

"A sfiammella, che è un angelo" 

 

 

 

 

 

- Visto che il secondo punto, sedurlo, ti è riuscito alla grande...ora arriva il terzo punto: ignorarlo. - Lysander Scamandro alzò il terzo dito quasi con devozione, guardando la sua migliore amica cercare di soffocarsi con un cuscino. Glielo strappò malamente di mano, lanciandolo dall'altra parte della stanza e fissandola con un sopracciglio alzato.

- Smettila di giocare, non sei più una bambina. - sbuffò, beccandosi un bestemmione grande quanto una casa. - Ah, Lys, come fai ad essere così stupido? Il punto terzo è già in atto. Ho ignorato Ted da quando è successa quella cosa, e lui ha ignorato me. - disse la ragazza con voce sepolcrale, guardandolo con gli occhi infossati.

- Vic se lo è rubato per tutta la settimana. - piagnucolò, e Lysander la schiaffeggiò malamente, beccandosi un "Ehi" scandalizzato e un calcio negli stinchi. 

- Sei impazzito? - sbraitò la più piccola di casa Potter, massaggiandosi la guancia rossa e fissandolo come se avesse perso la ragione. Anche se quella non ce l'aveva mai avuta. Intanto, come un invasato, saltellava per tutta la stanza mantenendosi la gamba dolorante e lanciando maledizioni terribili... senza bacchetta.

- Era per farti rinsavire, maledetta! Nei film funziona sempre. - aggiunse poi, tappandosi le orecchie quando un urlo disumano fuoriuscì dalle labbra della pazza isterica. Lysander saltò sul letto, cercando di farla stare zitta o avrebbe attirato qualcuno dal piano di sotto, ma sembrava che qualcuno la stesse scorticando viva.

- Sta zitta, cazzo. - sbraitò Lys. Lui le aveva suggerito di urlare quando era particolarmente arrabbiata o triste, per sfogarsi dalle frustrazioni, ma non quando c'era anche lui in camera! Qualcuno lo avrebbe preso per un maniaco o chissachè. 

Li trovò proprio così Ted Lupin: lui sopra di lei, con le mani sulla sua bocca e le gambe incastrate tra quelle di lei. Il viso a pochi centimetri che le intimava di zittirsi e Lily che si dimenava. - Che diavolo succede quì? Toglile subito le mani di dosso! - sbottò, entrando nella stanza e afferrando Lysander per una spalla, sbattendolo malamente sul pavimento con un solo strattone delle braccia.

Un sopracciglio saettò sul volto di Lysander, mentre Lils si alzava a sedere sul letto, sorpresa. - Ci stavamo solo divertendo. - disse, sapendo che se ne sarebbe pentito. Infatti, Ted caricò un pugno, colpendolo proprio sullo zigomo. Il ragazzo sibilò un imprecazione dei denti, ricordandosi di chiedere alla sua migliore amica un bonifico di mille galeoni solo per essersi beccato un pugno per colpa sua.

- Fuori da questa stanza, se non vuoi che ti riduca anche l'altro zigomo così. - sbraitò Ted, e Lys non se lo fece ripetere due volte, prendendo il volo. Ted sospirò, sedendosi sul letto della ragazza e accarezzandole i capelli rossi con tenerezza.

- Non preoccuparti, ci sono io con te. - disse, mentre un sorriso amaro si dipingeva sulle labbra di Lils. Per quanto? Fin quando si sarebbe sposato e lei lo avrebbe portato a kilometri di distanza? Fino a quando, Teds? Fino a quando lei ti dirà che aspetta un bambino e tu nemmeno mi guarderai? 

- Una sola volta. - sussurrò, facendogli aggrottare le sopracciglia. Già, Lily voleva sapere com'era fare l'amore con lui. Com'era perdersi nei suoi sospiri e nei suoi gemiti. Voleva sentirlo dentro sé, fino a non sentire nient'altro che il calore dei suoi abbracci bollenti. 

Voleva sentirlo fino a sentire il punto di rottura. - Cosa? - mormorò Ted, e la mano di Lily strinse la sua, come a voler cercare un appiglio. Voleva fare l'amore per una sola volta, e poi lasciarlo andare definitivamente. Giusto per il gusto di poter dire "Lui ha urlato il mio nome", giusto per sentirsi una sgualdrina e piangere lacrime amare... dopo.

- Facciamo l'amore una sola volta. - disse, e gli occhi di Teddy si sgranarono. Forse dopo nemmeno si sarebbero guardati in faccia. Forse dopo le parole di Al sarebbero rimbombate nella mente di entrambi, dolorose e meschine come non mai.

Sì, era passata una settimana da quando lo aveva cacciato dalla sua stanza. Non gli aveva parlato, non gli aveva rivolto la parola... lo aveva lasciato tra le mani di Victorie, in silenzio. Ma tutto le stava scivolando dalle mani. Presto lui si sarebbe sposato, e avrebbe costruito una famiglia con lei, avrebbe avuto dei figli con lei. Avrebbe amato lei e nessun'altra, perché sarebbe stata sua moglie, la madre dei suoi figli, la matriarca della famiglia.

- Una sola volta. - sussurrò, e Ted le accarezzò la guancia, guardandola triste negli occhi. La baciò sulle labbra, con violenza, senza dolcezza, facendo male ad entrambi. Soffocando, tremando, e impazzendo al contatto della propria lingua che duellava con la sua. Lily non gli diede il tempo di far nulla, che salì a cavalcioni su di lui.

I suoi capelli rossi adoravano di primavera, fiori appena sbocciati. Lei odorava di vita, di nuovo, di un qualcosa di vecchio... come un peluche appena lavato e abbracciato dalla mamma. La strinse così forte da sentirla gemere appena, e cominciò ad accarezzarla.

Il suo seno piccolo e sodo, le sue gambe lunghe e snelle, i suoi fianchi stretti... scendeva e risaliva come se fosse un assetato nel deserto, e lei fosse la sua unica fonte d'abbeveramento. La spogliò lentamente, godendosi ogni centimetro di pelle disponibile, respirando appena, andando di tanto in tanto in apnea.

Piccole impronte rimasero impresse sulle braccia, sui fianchi e sulle gambe, violacee, tanto era il bisogno di stringerla. Quelli erano visibili... ma la cicatrice più grande si stava squarciando nel suo petto, e da lì sgorgava così tanto sangue da farla sentire piena d'amore malato, proibito, ma così dolce e lussurioso da farle sembrare quasi impossibile sbagliato.

Penetrò secco, e lei gli morse una spalla per non gemere. Cominciò a muoversi lentamente, poi sempre più velocemente, assecondando il bisogno di entrambi, la lussuria che cresceva e la libidine che accarezzava le loro anime in tumulto. Lily gridò, e il fuoco li avvolse. Non in senso metaforico, delle fiamme vere e proprie li avvolse, senza mai bruciarli.

Era la magia che scaturiva da entrambi i corpi, e che non riuscivano a controllare. Lui la baciò più volte, senza mai saziarsene. Le sue carezze e i suoi movimenti si alternavano a dolci a violenti, e Ted non riusciva a trovare l'apice, non riusciva a trovare una via d'uscita.

Con lei non c'era via d'uscita.

 

***

 

La sua stanza odorava di loro, di quell'amplesso appena compiuto. Ted era appena andato via, senza dire una parola, e Lily si sentiva tremendamente svuotata. Nuda sotto le lenzuola, guardava smorta il soffitto. Non muoveva un muscolo, sembrava essere caduta in una specie di trans.

Non se n'era pentita, no, non lo avrebbe mai fatto. Ma il suo cuore affannava, inciampava in sé stesso, e le arterie sembravano legarsi l'una all'altra per la mancanza di quelle braccia. Di quel corpo. Aveva bisogno di quell'amore più di quanto credeva.

Stette lì per un tempo indefinito. Ignorò la voce di sua madre e suo padre, quella di Lysander, e continuò a crogiolarsi nei propri sospiri, contandoli. Prima era giorno, poi notte, e nuovamente giorno. Sentiva i capelli solleticarle il volto, ma continuava a non muoversi. Non aveva nemmeno il bisogno di andare in bagno... si sentiva come vuota.

Ted nemmeno provò a bussare. Semplicemente quando la porta si aprì con la magia, l'unica ad entrare fu Rose Weasley. Erano secoli che non varcava la soglia di quella stanza, si accorse dispiaciuta, e non era cambiata per niente. I suoi occhi azzurri corsero immediatamente verso il letto, e trovò sua cugina così.

Il corpo steso, coperto da un lenzuolo, e il braccio smorto al suo fianco, che ricadeva oltre la sponda del letto. I capelli rossi aperti a ventaglio, e gli occhi bruni persi nel vuoto. Alcune lacrime le accarezzavano il viso, e sembrava distrutta. La valigetta professionale che Rose teneva tra le mani cadde con un tonfo sul pavimento.

I suoi occhi si erano posati sulla foto alla destra del letto. Era davvero così cambiata? Aveva lisciato i capelli, che ora portava sempre legati. Aveva lasciato perdere quei vestiti così colorati e sbarazzini, sostituendoli con gonne e giacche eleganti. Quante lacrime aveva speso? Per mesi, dopo Hogwarts, era stata riversa nella stessa situazione di Lily.

Ma non aveva mai pianto. Non aveva mai avuto il coraggio di liberarsi del peso che l'opprimeva. Camminò lentamente verso il letto di sua cugina, e si inginocchiò ai suoi piedi, con le lacrime agli occhi. - Scusa, scusa per averti lasciata sola. - singhiozzò, lasciandosi andare finalmente dopo anni a quel pianto. Accarezzò il viso della cugina, scusandosi mille volte per non essersi fatta sentire, per essere fuggita dalla realtà.

Piansero a lungo insieme, così unite in un sentimento così sbagliato e lontano. Quando anche quelle furono finite, Rose aiutò Lily ad alzarsi dal letto, accompagnandola nel bagno adiacente alla stanza. Riempì una vasca d'acqua calda, e la lavò con accuratezza. Le infilò un pigiama, e poi la rimise a letto.

Si sdraiò al suo fianco, cullandola dolcemente. Le cantò una ninna nanna, quella che le cantava sempre la sua mamma quando era piccola, e Lily sembrò subito addormentarsi. Per lei fu diverso. Sommersa dai ricordi che le suscitavano quella stanza, sorrise amara.

Era stata innamorata anche lei, un tempo. Per tre anni aveva amato così intensamente da sentire il cuore scoppiarle nel petto. Per Rose, il sole, era lui. Ed era la sensazione più bella del mondo: non faceva altro che sorridere come un ebete, e ridere come se qualcuno facesse continuamente delle battute.

Era andata contro tutti per stare con lui. Contro la sua famiglia, i suoi cugini, i pregiudizi e i mormorii delle persone, amandolo più di sé stessa. Scorpius Malfoy e Rose Weasley: non suonava così male, il suo nome vicino al proprio. Tutto era semplice, una girandola colorata che non smette mai di girare e illuminare.

Poi, dopo tre anni, la batosta. L'aveva lasciata per un altra. Per la fidanzata che i suoi gli avevano disignato fin da piccolo. La bella Dorea Nott. Aveva strillato, sguainato la bacchetta e urlato qualche fattura. Aveva pianto, l'aveva maledetto, e poi era scappata lontano da lui. Lontana dal dolore.

Non aveva più amato qualcuno, dopo lui. Semplicemente aveva lasciato che quei due ultimi mesi di scuola scorressero con la lentezza di chi conta secondo dopo secondo, poi si era diplomata. Lì divenne l'inferno. Il suo letto era l'unico rifugio, e per interi mesi non era uscita dalla sua stanza, sfiorando la depressione. Poi sua madre le aveva detto della specializzazione, e lei si era messa sui libri senza pensare a nient'altro.

Si era rifugiata in un mondo che non le apparteneva, lasciando chi l'aveva amata e aiutata nel baratro più oscuro. Con dolcezza strinse il corpo di Lily tra le braccia, e con un ultima lacrima si addormentò con il profumo dei suoi capelli a cullarla.

D'ora in poi nessun uomo le avrebbe ferite ancora... nessuno.

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Capitolo 6
*** Quinto Capitolo ***


Quinto capitolo

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Era uscita dalla sua cameretta.

Lily, dopo una settimana chiusa in quella stanza, aveva finalmente varcato le soglie della cucina. Come se niente fosse successo si era seduta a tavola, con Rose al suo fianco, ed insieme avevano fatto colazione, sotto lo sguardo addolcito di Ginny, che era stata ben felice di servirle con un pasto abbondante.

Harry non aveva posto domande, semplicemente aveva baciato la figlia e la nipote sulle loro testoline, mentre Albus aveva sorriso ad entrambe. Lui era stato semplicemente ignorato. Lily si era comportata come se tra di loro non ci fosse stato nulla, come se lui nemmeno fosse presente nella cucina.

E aveva continuato. Il giorno dopo si era recata a lavoro come se nulla fosse, come se fino al giorno prima non lei non avesse voluto vedere nessuno, chiusa nella sua bolla di dolore. Aveva dispensato sorrisi a tutti, e quella stessa sera era uscita con Rose per una "serata riconciliante".

A Ted sembrava di impazzire: non lo guardava, toccava, non gli rivolgeva nemmeno la minima attenzione. Lo ignorava, e la rabbia cresceva sempre di più. Nemmeno il più piccolo gesto di disprezzo per quello che era successo quella notte, niente di niente.

Quando Vic andava a casa Potter lei la salutava con un sorriso, e poi ritornava normalmente alle sue faccende. Camminava per casa sempre con le gambe scoperte e i capelli legati, quasi come a volerlo provocare. E ci riusciva bene. Ted sognava costantemente quel corpo morbido e caldo, quelle mani veloci e lussuriose, che pretendevano sempre di più.

Lei era passione. Lo infiammava con il suo sguardo da predatrice, e tremava incosciemente quando immaginava i suoi capelli tra le proprie dita, che scivolavano come seta pura. Stava impazzendo: non riusciva più a toccare Vic che i suoi capelli biondi diventavano rossi, che i suoi occhi azzurri si scurissero fino a diventare bruni e profondi, come un pozzo senza via d'uscita.

E lei... lentamente si stava rendendo conto che qualcosa non andava in lui. Era smanioso, non riusciva a restare fermo, e fin troppe volte aveva socchiuso lo sguardo per interi minuti per rivivere quel momento passo dopo passo. Per perdersi attimo dopo attimo.

Lei lo stava uccidendo con la sua indifferenza, ma sembrava che non le importasse nulla. Entrò in cucina, proprio con quei pensieri vorticosi nella testa, e trovò lei seduta a capotavola, che sorseggiava del caffè caldo.

I capelli legati, qualche ciuffo rosso che le accarezzava il collo candido, e le labbra tinte di rosso tese in una smorfia concentrata per la lettura della rivista aperta davanti a lei. Le gambe nude, coperte da una gonna nera e corta, erano accavallate l'una sull'altra, e un paio di tacco venti slanciavano quella figura snella.

La camicia, che le accarezzava il seno e che aderiva in modo quasi subdolo alle sue curve, era bianca e i primi tre bottoni erano stati sbottonati a regola d'arte, lasciando intravedere la curva dei piccoli seni. Ted strinse i pugni, mentre un brivido le accarezzava perfidamente la schiena, facendolo tremare dentro.

- Ciao. - non poteva continuare ad ignorarlo, non quando era ritornato a vivere al suo ritorno in Inghilterra. Lei alzò appena lo sguardo scuro su di lui, che si sedette proprio al lato opposto al suo. 

- Ciao. - ricambiò il suo saluto con voce roca, bassa, come non schiarisse le corde vocali da tempo, e si fossero arrocchite. Era bella, diavolo, se lo era. Lo sguardo di Ted si indurì, e Lily se ne accorse. Sentiva i suoi occhi bruciarle la pelle.

- Quando hai intenzione di smetterla di evitarmi? - diretto, secco, come lo era sempre stato. La vide sobbalzare appena, e posare la tazza con un tintinnio delicato sul legno pregiato del tavolo rettangolare. 

- Credevo che tu fossi più intelligente, evidentemente mi sono sbagliata. - sospirò la ragazza, appoggiando le mani sui palmi aperti e un sorriso sarcastico sulle labbra. Ted strinse i denti, alzandosi di scatto e facendo cadere con un tonfo la sedia alle sue spalle.

- Smettila di comportarti come una bambina. - mormorò, ingoiando a vuoto quando la vide alzarsi e raggiungerlo lentamente. Lily sfiorò il proprio naso contro il suo, rilasciando un sospiro sulle sue labbra e rischiando di fargli venire un infarto per il suo odore, che si sentiva prepotente a quella distanza.

- Tu... sei mia. - lo disse con una tale convinzione da ferirla più del lecito. Ma lui lo pensava veramente. Lei era sua, lo era sempre stata e lo sarebbe sempre stata. Con prepotenza le afferrò il mento tra le mani, baciandola con forza.

Lei gli buttò le braccia al collo, mentre Ginny, l'unica che era rimasta a casa, rimase nascosta dietro lo stipite della porta della cucina. Ingoiò a vuoto, toccandosi il petto e sentendo il cuore battere a mille. Tutto si spiegava... tutto prendeva una forma, e la donna si sorprese di ciò che non aveva mai voluto vedere: quei due si amavano.

 

***

 

Rose era sempre stata una ragazza solare: amava sorridere e aiutare le persone, era perennamente gentile e garbata, e aveva quell'abilità a mettere tutti a suo agio che aveva fatto sì che avesse molti ammiratori: ad Hogwarts e non. 

Certo, quelle caretteristiche si erano affievolite quando l'amore della sua vita, il suo primo amore, le aveva spezzato il cuore: ma niente poteva cambiare quello che era nella realtà. Poi Rose Weasley vantava di un sorriso meraviglioso, e di due grandi occhi azzurri che avevano incantato e sciolto cuori di ghiaccio. 

Quindi, colui che aveva perso in quella battaglia di lacrime e sorrisi, era stato lui. Occhi grigi, opachi, che riuscivano a capovolgere il suo cuore e farne una poltiglia. Capelli biondo grano, simile a sottili raggi di sole che gli accarezzavano il volto, in cui Rose adorava immergerne le mani. Naso all'insù, volto smagro, smunto, e labbra sottili che adorava baciare.

Non riusciva a capacitarsene: era lei che aveva perso il suo principe azzurro, non l'incontrario. E questo le faceva sempre più male. Ma aveva imparato a fingere, quindi quando lo vide a Diagon Alley, con suo cugino Derek Zabini, indurì i lineamenti e fece finta di non essere stata attirata dalla luce che emanavno i suoi capelli e il suo viso.

- Weasley? Rose Weasley? - la richiamò Zabini, e le sue intenzioni di evitarlo andarono a farsi benedire da Silente in persona, pace all'anima sua. Si girò nella sua direzione, con un sorriso tanto bello quando falso, e salutò con entusiasmo i due cugini.

- Sei tornata! - disse Derek, mentre Scorpius la guardava da capo a piedi. 

- Sì, avevo delle cose da risolvere. - mormorò Rose, ma avrebbe dovuto saperlo che la cosa non sarebbe finita lì... specie con Lysander nei paraggi. Lo vide partire di quarta, con un sorriso a centocinquantasette denti e un espressione che sembrava sprizzare gioia da tutti i pori. 

- Rose, amore, hai visto quel vestito? Sarebbe perfetto per il dopo-cerimonia! - cinguettò, facendo impallidire Scorpius e Rose nello stesso istante e incuriosendo Derek, che sorrise ad entrambi.

- State insieme? - domandò infatti, e un sogghigno si dipinse sulle labbra rosee di Lysander, che si guardò divertito le unghia curatissime. Ah, quanto adorava quegli intrighi tipo fiction! 

- Ci sposeremo presto. - rispose Lysander, afferrando le spalle della ragazza e portandosela al proprio fianco. Rose ingoiò a vuoto, mentre gli occhi di Scorpius diventarono in un attimo due lame taglienti. 

- Ah, sì? - sibilò con la sua voce sottile, e Rose inclinò il capo, guardandolo profondamente negli occhi. 

- Sì, ho aspettato troppo a lungo qualcosa che non sarebbe mai arrivato. - sussurrò la rossa, abbassando lo sguardo e facendolo tremare dentro. 

Lui aspettava ancora.


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Capitolo 7
*** Sesto Capitolo ***


Sesto capitolo

 

 

 

 

- Tu lo sapevi. - la voce di Ginny Weasley aveva assunto un tono accusatorio che non prometteva nulla di buono. Affaccendata in cucina, dove stava preparando una torta per l'arrivo in Inghilterra del figlio maggiore, guardava di sottecchi Albus, che si accese assorto una sigaretta.

- Mamma, anche un cieco se ne sarebbe accorto. - sbuffò Al, tirando nervosamente dal filtro e buttando con stizza il fumo dalle labbra sottili. Il fatto che sua madre lo accusasse di "sapere" lo mandava alquanto in bestia: era il suo figliocco che si faceva sua figlia, non lui.

- Come ho fatto...? Per Merlino, quegli sguardi erano inequivocabili, e io per tutto questo tempo li ho ignorati! Dovevo accorgermene quando Ted è andato con Vic in Francia e tua sorella è caduta in quella stupida depressione! - sibilò Ginny, respirando a fondo e cercando di calmarsi.

Non era arrabbiata con sua figlia, né con Ted per quello che provavano l'uno per l'altro. Era arrabbiata perché la sua Lils non si era aperta con lei, e non le aveva confessato quel che si smuoveva in quella sua testolina bacata.

- Non prendertela, mamma. Lily non vuole deludere né te e né papà, ecco perché non ve ne ha mai parlato. E' convinta che Ted non lascerebbe mai Vic se glielo chiedesse, e si sente sporca. - disse Al, evitando per un pelo uno schizzo di panna.

- Quei due testoni! - sibilò Ginny, riavviandosi appena i capelli rossi come il fuoco. 

- Non mi piace quello sguardo... - disse Albus, mentre un sopracciglio saettava sulla fronte di sua madre, regalandole uno sguardo assurdamente subdolo. La donna ridacchiò, mostrando con un luccichio i suoi denti bianchi.

- Giovanotto, quella è mia figlia! E se la sua felicità dipende da.. da... quell'idiota, ben venga, l'aiuterò a trovarla. - disse Ginny, mentre Albus si chiedeva cosa avesse fatto di male per meritarsi tutto quello.

- E tu mi aiuterai! - sbottò, indicando suo figlio con un dito e facendolo sobbalzare. 

- Faremo di tutto per farli mettere insieme, la mia bambina merita questa felicità, come la merita Ted. E poi... sai come sarebbero felici Remus e Tonks se sapessero che il loro unico bambino è innamorato di nostra figlia? Naturalmente dobbiamo architettare un piano... e ci serviranno dei nomi in codice! - e continuò a parlare per una mezz'ora, rinominando Ted "orsacchiotto" e Lily "luce", assumendo un tono di voce isterico al solo nominare Victorie.

Al sospirò: probabilmente in un'altra vita aveva ucciso qualcuno.

 

***

 

Cos'era quello? Un gioco? Un gioco fatto di sguardi, carezze, sussurri e baci nascosti. Lily non riusciva a restare lontana da quel corpo, da quegli occhi e dalle parole bollenti di lui, che le bruciavano la pelle.

Ted passava sempre più tempo nella sua camera quando calava il sole, e Lily agognava sempre di più la notte. Era sbagliato, tremendamente sbagliato, perché di giorno lui correva dall'altra, organizzava il proprio matrimonio, e di notte si nascondeva con lei.

Ma proprio non riusciva a sentirsi sporca quando lasciava che lui chiudesse delicatamente la porta alle proprie spalle, insonorizzando la stanza e facendo in modo che nessuno entrasse. Lui, in quegli attimi, le apparteneva terribilmente.

Sapeva che lei, quanto lui, gli era entrata nell'anima, sotto pelle, proprio come i loro cuori che battevano all'unisono. Loro si amavano, questo nemmeno lui poteva negarlo, e non riusciva a pensare altro quando lui la baciava, respirando sulla sua bocca e facendo sì che tornasse a vivere almeno tra quelle lenzuola.

Al diavolo Victorie. Cosa ne sapeva lei di quell'incendio che scorreva nelle vene di entrambi? Cosa poteva saperne lei di quella passione che li travolgeva, spingendoli in un baratro lussurioso? Niente, assolutamente niente. 

- Lily. - un sussurro che le entrò dentro, facendole alzare lentamente il viso verso di lui. Come una routine sempre più piacevole e interessante, lui entrò nella sua stanza. Non erano nemmeno le cinque del pomeriggio, e da lì a poco la casa si sarebbe riempita di parenti ed ospiti, invitati per la festa di ben tornato di James Potter.

- Tra poco arriverà Victorie. - disse Lily, e Ted si bloccò nel bel mezzo della stanza. Lo vide stringere i pugni in un modo quasi sadico, e si alzò dal letto, raggiungendolo. Era ancora fermo vicino la porta.

Prese i suoi pugni tra le mani, accarezzandogli le nocche e guardandolo insistentemente negli occhi. In realtà lei desiderava ardentemente vivere quella relazione alla luce del sole.

Voleva che lui urlasse al mondo quanto lo amasse quando i loro sguardi si scioglievano al sol incontrarsi. - Lily. - ripetè lui, quasi a volersi imprimere il suo nome a caratteri cubitali nella mente, e non dimenticarsene mai più.

- Ti stai per sposare. - non era una accusa, ma una semplice costatazione. Lui presto sarebbe stato di un altra donna, e l'avrebbe messa da parte. Si era rassegnata? Aveva smesso di combattere? Ted sembrò intuire i suoi pensieri, perché se la strinse forte al petto, immergendo il capo nei suoi capelli rossi e aspirandone il profumo.

- Non lo so... se è la cosa giusta. - disse, e Lily annuì. Sapeva che non era la cosa giusta stare insieme, anche se non riusciva a farne a meno.

- Sposarla. - e proprio in quel momento il cuore di entrambi sobbalzò. Una lacrima solcò il volto di Lily, che afferrò il suo viso tra le mani e lo baciò con tutta la forza che in quel momento l'animava.

Lo strinse a sé, lasciando che la pelle di entrambi sfregasse l'una contro l'altra, arrossandosi. Non le importava nulla se sarebbero rimasti dei lividi... perché quei segni simboleggiavano quel che provavano.

L'amore che li univa, e che faceva tremare le loro membra. 

 

***

 

La prima cosa che fece James Potter, appena varcò la soglia di casa Potter con a seguito zio Charlie, che aveva deciso di fare una sorpresa a tutti loro, abbracciò sua madre, passando poi alla sua piccola Lily.

Erano sempre stati legati, fin da piccoli, ed entrambi amavano quel rapporto che li univa. Poi, Jamie, passò a tutti gli altri. C'era la famiglia Weasley al completo, e qualche collega Auror.

- Ehi, fratellone, ti vedo bene. - disse Fred Jr, apparendogli alle spalle. Alto, allampanato, con folti capelli rossi e grandi occhi azzurri, Fred poteva essere quasi il gemello di suo padre quand'era molto più giovane.

- Sto bene. - affermò James, accettando di buon grado l'abbraccio. Ma la cosa che lo preoccupò momentaneamente era il comportamento di sua madre: sembrava una pazza isterica, e con lei stava trascinando Vic, che comandava a bacchetta cercando di tenerla il più lontano possibile da Ted.

- Aspetta un secondo, Freddie, devo fare una cosa. - disse James, avvicinandosi a Ted e continuando a guardare sua madre.

- Dovresti star più vicino alla tua futura moglie. - mormorò al suo orecchio, facendolo sobbalzare. Quando Ted vide chi era sbuffò, sorridendo sornione.

- Meglio tenermela lontana... sto prendendo coraggio per fare una cosa. - disse, e James non capì fin quando la Sala si zittì sotto richiami di Ted.

- Ecco... visto che siamo tutti riuniti, io volevo fare un annuncio. - disse, mentre Ginny accorreva in salone con Vic, mentre a fondo sala, Lily, strinse la mano di suo fratello Albus.

- So che nessuno accetterà questa mia decisione... e che probabilmente molti di voi mi odieranno, ma ho deciso di interrompere il matrimonio con Victorie. - disse, e Fleur, proprio come Vic, svenne tra gli urli generali.

Lily sorrise, James guardò sua sorella con sospetto, Al sospirò, Ginny esultò mentalmente, ed Harry... beh, non ci aveva capito una mazza, visto che stava giusto trattenendo suo cognato Bill prima che ammazzasse il suo figlioccio. 

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Capitolo 8
*** Settimo capitolo ***


Settimo capitolo

 

 

 

 

 

 

 

Se Remus Lupin avesse assistito a quella scena, sicuramente si sarebbe chiesto dove la stupidità di suo figlio arrivava: annunciare davanti a tutti i Weasley di voler interrompere il matrimonio con una Weasley era da veri e propri idioti, e questo Rem l'avrebbe confermato con una manata sulla fronte, esasperata.

Ma visto che Remus era morto per assicurare a suo figlio una vita migliore, che stava per essere spezzata da un Bill Weasley assolutamente furioso. - Che vai blaterando, ragazzino? - urlò infatti, trattenuto a stento da Harry, mentre nonna Molly con tutta la gentilezza del mondo cercava di mandare via gli amici e far restare solo i parenti.

- Ti sembrava il momento adatto, ragazzino? Non potevi farlo... che so', tramite lettera? E magari fuggire all'estero? - sussurrò George al fianco di Ted, che pallido come un cencio guardava la povera Vic giaceva ancora svenuta tra le braccia del cugino Fred Jr.

- Dici che mi ucciderà? - rispose concitato il ragazzo, con i capelli biondo scuro, quasi spenti, si afflosciavano sul suo viso mogio. George, a cui era sempre stato simpatico il piccolo Teddy, gli diede alcune pacche sulle spalle.

- Hai appena lasciato sua figlia a pochi mesi prima dal matrimonio... io prima ti torturerei, e poi ti ucciderei. - sussurrò con un filo di voce per non farsi sentire, e facendo diventare il ragazzo ancora più pallido di quel che era.

- Che non provo più nulla per sua figlia. Non voglio che rimanga incastrata in un matrimonio senza amore. - disse a voce alta Ted, mentre a Bill le mani prudevano in un modo assai violento.

- E questo te lo fai venire a mente ora? - strillò l'uomo, e Molly si intromise, fulminando entrambi con un occhiata severa.

- Sedetevi entrambi, non accetto litigi nella mia famiglia! Ora vi preparerò un te' caldo, e ne parleremo da adulti quale siamo. - sibilò con un tono che non prometteva nulla di buono. Si sedettero tutti a tavola, compresa Vic che si era ripresa e singhiozzava disperata tra le braccia di sua madre, e Lily che tanto per fare qualcosa guardava il soffitto.

James si chiedeva perché quell'idiota di Ted avesse deciso di fare quella dichiarazione proprio quando lui era ritornato, e Rose, se fuori mostrava una faccia afflitta, dentro sorrideva beata felice per la cuginetta. 

- Non mi sembra mica la fine del mondo... - disse infatti, venendo zittita da una trentina paia d'occhi. Certo che ne erano davvero tanti quel giorno, fortuna che si parlava di Vic e non di Rox, perché sicuramente zio George avrebbe tagliato "l'affare" di Ted con un gesto secco.

- Ha ragione Rose. Se Ted non ama più Victorie è inutile che se la sposi e ci faccia dei bambini. L'amore è sempre al primo posto, non dimentichiamocelo. Ma è vero anche che mi sembra un po' troppo tardi, e forse è solo spaventato dall'evenienza del matrimonio... - disse speranzosa Molly, ma quando lo vide scuotere il capo sbuffò, chiedendosi perché anche dopo la guerra non potesse avere un po' di pace.

- Sono innamorato di un altra. - e lì si scatenò il putiferio. Bill ruggì furioso, mostrando due canini che sembravano abbastanza anormali per un essere umano, mentre Vic sgranava gli occhi, alzandosi anche lei di scattò.

- Chi è? - urlarono tutti all'unisono, mentre lui si rimpiccioliva sulla sedia. 

- Chi è questa... puttana? - sillabò molto più lentamente Vic, e Lily sobbalzò sulla sedia, attirando l'attenzione di suo padre e sua madre, che divenne di un rosso peperone alquanto preoccupante.

- Non osare rivolgerti a lei in questo modo! - sbraitarono all'unisono Ginny, Ted e Albus, alzandosi in sincrono dalle sedie. Gli occhi dei presenti si insospettirono, e i più intelligenti, naturalmente, capirono. 

- Lo sapevo. - dalle labbra di Vic uscì un sussurro roco, mentre gli occhi di ghiaccio si posarono sul volto di Lily, che indifferente alzò lo sguardo. 

- Contenta? Mi hai portato via mio marito. - disse, stringendo i pugni, ma la ragazza si alzò di scatto, mentre la sala ammutoliva. Negli occhi di Lily sembrò vagare un lampo d'odio mentre osservava la ragazza guardarla dall'alto in basso.

- Io? Io? Tu sapevi tutto dall'inizio, Victorie, dall'inizio! Sapevi che adoravo Ted, sapevi che per me era speciale, qualcosa di più, ma con il tuo straziante ego e narcisismo non hai saputo tenere le mani lontane, vero? - sibilò, colpendola sul vivo.

- Non vedi lontano dal tuo naso, troppo presa da te stessa... sai cosa? Sì, ti ho portato via il tuo futuro marito, ma prima ho patito le pene dell'inferno. Merito anche io la mia felicità, e me la sono presa. - disse Lily, afferrando strafottente la mano di Ted, il quale i capelli divennero di un acceso rosa shocking.

Harry svenne, Ginny urlò di gioia, Al sospirò, lasciandosi cadere sulla sedia, mentre James si chiedeva se non fosse stato meglio rimanere dov'era.

 

***

 

- Sicuro? - Ted Lupin si rivolse al suo padrino quasi con timore, mentre Ginny portava a tutti un bel tazzone pieno di camomilla, giusto per calmarli. Molly aveva cacciato tutti, senza voler sentire gli insulti che i propri figli si lanciavano senza risentimenti, e insieme al marito, George e Angelina con figli a seguito, Ron ed Hermione con Rose ed Hugo, erano rimasti a casa Potter.

Prima avevano aiutato Ginny a pulire, e poi si erano seduti nuovamente attorno al tavolo. 

- Sicuro, Ted. Sei pur sempre il mio figlioccio, e so che persona sei. Ma se fai la stessa cosa con la mia Lily... giuro che ti uccido! - sibilò, e non mentiva sicuramente. Ted gli regalò un sorriso, mentre la sua "principessina" si rilassava appena tra le sue braccia.

- Sto a pezzi. - sbuffò infatti Lils, che proprio non riusciva a scrollarsi di dosso quella giornata pesante.

- Bill era arrabbiato, non l'ha presa proprio bene. - ridacchiò Ron, che come George non l'aveva presa tanto male. Insomma, si era sorpreso di prima acchitto, ma chi era lui per vietare a due persone di amarsi? E poi erano molto dolci.

- Beh, sua figlia è stata mollata, come ti sentiresti tu? - disse sua moglie, alzando gli occhi al cielo. La faccia di Ron divenne una maschera d'orrore al solo pensiero. Fortuna volesse che lui fosse all'oscuro della faccenda di Malfoy... visto che a Rose era successa l'identica cosa di Victorie.

- Io sono stanca, vorrei andare a letto. - proferì Lily, alzandosi. Ma tutti, immediatamente, si accorsero che c'era qualcosa che non andava: Lils prima sbiancò, poi barcollò pericolosamente.

In un attimo, tra le grida dalle donne, cadde sul pavimento di casa Potter, come se non avesse più vita. 

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Capitolo 9
*** Ottavo capitolo ***


Ottavo capitolo

 

 

 

 

 

 

L'amava. 

Non nel modo che lei meritava, non in un modo dolce e tenero, non l'amava dicendolo e basta; quel sentimento che gli pompava dentro era violento, e lo sentiva costantemente battere insieme al suo cuore, insieme al suo sangue, in un modo così viscerale da farlo sentire male. 

Se ne accorse in quel momento, quando la vide pallida giacere in quel letto dalle lenzuola bianche; se ne accorse quando lei gli strinse la mano con così tanta forza da sentire male, quello che gli attorcigliava le viscere nel vederla in quello stato.

Appoggiò la fronte sul dorso delle loro mani unite e rilasciò un sospiro tremolante. Aveva paura di perderla in quel momento, quando aveva urlato al mondo che l'amava, e voleva stare insieme fin quando lei non si sarebbe stancato di lui, e avrebbe cercato di meglio.

La voleva al suo fianco, alla luce del sole, in ogni attimo. Voleva asciugare le sue lacrime, condividere la sua rabbia, e godersi la sua felicità; voleva che lei un giorno pronunciasse quel fatidico "", e vederla avvolta in un meraviglioso abito bianco, accompagnata da suo padre verso quel "per sempre".

Voleva che in quella pancia piatta crescesse suo figlio, e i suoi tratti addolcirsi per la gravidanza. La voleva, sempre e comunque, fino a farla diventare il proprio ossigeno. 

- Non sappiamo cosa sia. - aveva sussurrato il Medimago. 

Non sapevano cosa l'aveva ridotta pallida su quel letto, con le labbra strette e un espressione corrucciata in quel coma in cui era caduta; sembrava lottare contro qualcosa, e ce la stava mettendo tutta per uscirne fuori.

- Ci sono io. - sussurrò al suo orecchio, stringendo una ciocca dei suoi capelli rossi tra le dita. C'era lui e ci sarebbe sempre stato, se lo era rimpromesso in quello stesso istante. 

- E' forte. - disse la voce di Ginny alle sue spalle, appoggiando una mano sulla sua spalla. 

- Mamma... - mormorò, guardandola con gli occhi nocciola intrisi di lacrime. Era la prima volta che la chiamava in quel modo, ma Ted la sentiva così; una madre che c'era sempre stata per lui, che non gli aveva mai fatto mancare nulla.

Lei lo aveva coccolato, abbracciato quando il mondo diventava troppo grande e la strada della vita una salita troppo dura. Lei lo aveva ascoltato, incoraggiato, rimproverato... lei era sua madre.

- Oh, Ted! - gemette Ginny, buttandogli le braccia esili al collo e stringendolo in un abbraccio delicato di spalle. Aspirò il suo profumo dolce, di donna, mamma, e si lasciò cullare come quand'era piccolo.

- Ti prometto che andrà tutto bene. - sussurrò come una nenia al suo orecchio, e per un po' se ne convinse anche lui. Chi meglio poteva saperlo di una madre? Chi meglio poteva saperlo di lei?

E nascosto tra lo stipite della porta e la porta stessa, Harry Potter crollò seduto, e si portò le ginocchia al petto e le mani nei capelli in un gesto disperato. 

Si sentì nuovamente un diciassettenne, dove tutti i suoi cari, amici e conoscenti venivano uccisi senza che lui potesse far nulla. Si sentì fragile, piccolo, impotente.

- Andrà tutto bene. - questa volta non era stata Ginny a pronunciare quelle parole a Ted, ma James, che si inginocchiò dinnanzi a lui, con gli occhi marroni grandi e sinceri, forti e tenaci, confortanti.

- Te lo prometto. - ribadì come aveva fatto sua madre con il figlioccio, e con quelle ultime parole lo abbracciò. Era come se in quel momento fosse lui suo padre e non il contrario, ma in quell'abbraccio ritrovò la forza di alzare gli occhi, di continuare a combattere.

Ritrovò il sapore di famiglia, di amore, di tutto quello che gli era mancato fin da bambino e che aveva ritrovato con Ginny e la famiglia Weasley, con Hermione, con Hogwarts.

L'eroe del Mondo Magico sorrise tra le lacrime: ecco perché aveva combattuto fin dall'inizio. Per donare un futuro a tutti loro, e permettere a quei ragazzi di poter vivere la propria vita fino alla fine.

 

***

 

- Ho saputo. - la voce di Scorpius Malfoy le apparve trafelata e ansiosa alle orecchie, come se avesse corso miglia per raggiungerla.

- Ciao. - sussurrò Rose, girandosi verso di lui e stringendosi in un abbraccio immaginario. Quel reparto del San Mungo era silenzioso, quasi come se gli infermieri avessero imposto il silenzio assoluto per la famiglia Potter.

- Come sta? - domandò l'ex Serpeverde, guardandola preoccupato. Aveva i capelli biondi scomposti sul capo, e alcune ciocche gli accarezzavano la fronte larga.

- Non lo sappiamo. - rispose Rose, sedendosi su una delle sedie nella Sala d'aspetto e alzando gli occhi al cielo in una muta preghiera. Lui si sedette al suo fianco, e tremando appena le strinse un braccio sulle spalle, avvicinandola a sé.

- Il tuo futuro marito mi ucciderà? - domandò con una punta sarcastica Scorpius, anche se non era il momento, e Rose sorrise a mezze labbra.

- Non mi sposo, e tanto meno sono fidanzata con Lys. - disse, abbassando appena il capo. Il ragazzo sembrò rilasciare un sospiro, rilassando appena i muscoli del viso contratti.

- Rosie... mi dispiace, per tutto. Per non essermi opposto quando mi hanno imposto quel matrimonio, quando non sono riuscito ad andare contro la mia famiglia quando mi hanno costretto a lasciarti. 

Mi dispiace per averti fatto soffrire ed essere andato avanti con quella farsa, nonostante sapessi benissimamente che tu saresti stata l'unica nel mio cuore. Avevo paura di perderli, di oppormi e poi essere abbandonato. Mi sono comportato come un bambino. - mormorò, stringendola ancor di più.

Rose sorrise, continuando a guardare il soffitto bianco e asettico. 

- Era la tua famiglia, Scorps, come avresti potuto opporti e perderli per sempre? - disse, dandogli un leggero colpetto sulla guancia.

- Non voglio che si intromettano tra di noi... in questi anni in cui sei stata lontana è stato un inferno; avrei voluto morire per ogni secondo passato lontano da te, per ogni lacrima trattenuta, per ogni bacio perduto. Merlino, Rose, io ti amo. - sussurrò Scorpius, ingoiando a vuoto.

Nessuno dei due si accorse di Ron Weasley rimasto pietrificato dinnanzi a loro, e quando si baciarono delicatamente nemmeno di Hermione Granger, che lo afferrò per le orecchie e lo trascinò lontano da loro.

Troppo presi da quei cuori che avevano cominciato a battere all'unisono.

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Capitolo 10
*** Ultimo capitolo ***


Angolo autrice: non che io sia stata particolarmente brava con questo finale, ma dopo le lacrime che hanno speso i protagonisti per amarsi alla luce del sole credo che un po' di felicità sia stata meritata anche da loro.

Ma non credete che sarà così facile... ho in cantiere già il sequel, che sarà incentrato sui "piccoletti di casa", ma non sarà la storia d'amore che ci è stata quì; ci saranno parecchi problemi, e come ci ha avvisato la protettrice di Lily, il nostro pargolo si ritroverà a superare molti ostacoli e una grande guerra.

Grazie a tutte voi che mi avete seguito, insomma, la terza storia conclusa e io sono così emozionata! Se siete curiose vi consiglio di riguardarvi il mio profilo in questi giorni, poiché pubblicherò il sequel.

Passando ai ringraziamenti: le quattro meraviglie che mi hanno messe nelle preferite, le tre nelle ricordate e quelle bellissime ventidue anime nelle seguite. Poi Ce_ , Nipotina, la mia adorata Sfiammella, CassieJane e simo1726, che hanno recensito i miei capitoli e mi hanno dato la forza di aggiornare.

Grazie a tutte voi per esserci state fino alla fine. 

I love you.

 

 

 

Ultimo capitolo

 

 

 

 

 

« Shh » quel sussurro dolce, appena udibile, si era espaso in quella stanza bianca, asettica e sconosciuta; Lily aprì gli occhi lentamente, perdendosi in quell'oceano bianco che ricambiò il suo sguardo.

« Dov-dove mi trovo? » balbettò sorpresa, ma una dolce carezza dalla donna seduta al suo fianco calmò ogni tumulto che le si agitava dentro.

« Dove il tempo e lo spazio non hanno ragioni. » rispose, e il suo tono sembrò simile a quello di uno stormo di usignoli particolarmente intonati. I suoi capelli erano di un bianco stupefacente, e la sua carnagione pallida; le sue labbra erano boccioli in sboccio, di un rosso carico e carnoso.

Lily quasi si fece del male a guardarla, era come se quella donna fosse una luce troppo accecante da guardare, ma era anche impossibile distogliere lo sguardo.

« Chi sei? » domandò Lily, e la donna sorrise appena, sospirando e guardando il soffitto anch'esso bianco.

« La tua protettrice. » mormorò, confondendola ancora di più.

« Ogni mago ha un protettore che bada a lui fin dalla nascita; noi siamo immortali, invisibili, e viviamo accanto a voi. Non abbiamo aspetto e né forma, quella diventa concreta quando ci mostriamo, e assumiamo l'aspetto che il nostro protetto si immagina per qualcuno di... superiore. Io sono tua madre, tua sorella, tua figlia e tua amica. Io sono colei a cui tu cerchi aiuto quando sei in difficoltà, e colei che ti aiuta più che può. » sussurrò, e i suoi capelli cominciarono a tingersi di un rosso carico, come i suoi occhi di un verde smeraldo meraviglioso.

Il suo aspetto era... « Tua nonna? » domandò la sua protettrice, sorridendo appena, quasi come fosse commossa.

« In un certo senso ho sempre saputo che ci fosse qualcuno a proteggermi... e papà, da piccola, mi ripeteva sempre che erano la nonna e il nonno. » mormorò, mostrando il ciondolo che le pendeva dal collo.

Quello era l'unico cimelio sopravvissuto dei Potter, precisamente era di Lily Evans. Un ciondolo a forma di cuore, tempestato da tanti piccoli rubini e smeraldi, che si intrecciavano e davano forma a quel grosso cuore che pendeva tra la valle dei seni di Lils.

Con mani tremanti l'aprì, e mostrò la foto di un uomo dai folti capelli castani e grandi occhi nocciola, che teneva stretta a sé una donna dai lunghi capelli rosso carminio e due grandi occhi smeraldini che con gioia fissavano l'obiettivo. Salutavano allegri, e sorridevano come se nessun problema al mondo li disturbasse.

« Ti ho portata in questo sonno incantato per metterti dinnanzi ad una scelta. » sussurrò, e Lily la guardò seria, pronta ad ascoltare e accettare qualsiasi cosa.

« Ora non sei più sola, c'è qualcuno dentro te che cresce, e prende forma e vita. » e con questo le toccò il ventre, sfiorandolo con una delicatezza immensa e, come un ologramma, l'immagine del feto che cominciava a crescere.

« Teddy? » domandò, tappandosi la bocca con la mano chiusa a coppa.

« Ma il tuo bambino sarà molto speciale, Lily. Ora ascoltami molto bene: colui che sta crescendo dentro te diverrà motivo di grandi conflitti, diventerà il motivo di una grande guerra... Sarà lui stesso portatore di sangue.

Ora sta a te decidere... vuoi portare avanti questa gravidanza e fare in modo che lui compia questo destino, o interromperla e mantenere la pace. » disse, facendole mancare il fiato.

Lily si strinse il ventre con protezione, socchiudendo gli occhi e tremando impercettibilmente. Come avrebbe potuto anche solo pensare di uccidere quella creatura? Una creatura frutto di amore e sofferenze.

Suo figlio.

Suo e di Teddy.

« Sarò... sarò anche tremendamente egoista a permettere questo, ma non potrei mai uccidere il mio bambino. Vorrei farti solo una domanda, posso? » sussurrò Lily, e la sua protettrice annuì, sorridendole appena e facendole capire che avrebbe risposto - nel limite - ad ogni sua domanda.

« Questa guerra... sarà per il male o per il bene? » sussurrò, e l'altra capì che si riferiva al suo bambino. Voleva sapere a grandi linee da che parte sarebbe dovuta schierarsi quando sarebbe venuto il momento.

« Direi naturalmente dalla parte dell'amore. Ma non illuderti... non sempre quando si ama è un bene. » disse, senza specificare la fazione.

« Questa chiacchierata rimarrà tra noi, vero, Lils? » domandò, e immediatamente la Potter annuì, grata di esserle apparsa in quel momento e averle permesso di decidere.

« Allora direi di ritornare da il tuo Teds, è davvero preoccupato. » sussurrò, e con questo la baciò delicatamente sulle labbra, come fosse sua madre e le stesse augurando la buona notte.

Quello che ci fu dopo solo buio.

 

« Lily, Lily, Lily! » urlò Ted, sorridendo a piene labbra quando vide quei grandi occhi marroni aprirsi lentamente, confusi.

Lei volse lo sguardo verso di lui, e gli occhi le si riempirono di lacrime.

« Shh, basta piangere. Ora va tutto bene. » disse Lily, abbracciandolo stretto e guardando sua madre sullo stipite della porta con le braccia incrociate e un sorriso dolce sulle labbra.

"Grazie" mimò, sapendo che era stato lei a consolarlo quando lei era stesa lì, in quel letto mezza morta.

Ginny inclinò il capo, mandandole un bacio volante e sparendo oltre la porta. «

Ero così... maledizione, Lily, nessuno sapeva cosa avevi! I dottori brancolavano le buio e io stavo così male. » sussurrò, prendendo il suo viso tra le mani e appoggiando la fronte a quella della rossa, che lo bacio delicatamente sulle labbra.

« Va tutto bene, Teddy, va tutto bene. » disse, accoccolandosi tra le sue braccia e ingoiando a vuoto si toccò il ventre.

Socchiuse gli occhi, e si ripromise che quel bambino sarebbe cresciuto nei migliori dei modi. Non gli sarebbe mancato nulla, nemmeno l'amore per fare le giuste scelte.

« Per me... ma per te? » sussurrò Ted, continuando a coccolarla.

« Sono incinta. » disse lentamente, masticando ogni parola e godendosela fino in fondo. Ma c'era qualcosa di triste nel modo in cui lo disse, nel modo in cui assaporò quella notizia.

« Perché lo dici in questo modo? Sembra che questa sia una maledizione piuttosto che una benedizione. » disse Ted, guardandola in volto. I suoi capelli divennero di un tenue biondo, ma i suoi occhi rimasero immutanti: marroni e caldi, l'avvolgevano e la facevano sentire a casa.

« Sei pronto ad affrontare qualsiasi problema? » gli domandò, toccandosi ancora il ventre, e Ted sorrise appena, baciandola a fior di labbra.

« Andrei all'inferno per te, con te, se fosse necessario. » disse, e sembrò del tutto sincero.

Una lacrima accarezzò il volto di Lily, che però sorrise a piene labbra. Sì, quello sarebbe stato un inferno... ma maledizione, loro lo avrebbero superato con o senza fiamme.

Quello sarebbe stato il loro inferno, ma lei e Ted avrebbero provveduto a renderlo vivibile, a renderlo perfetto per loro e la piccola famiglia che stava per formarsi.

« Ti amo. » e lo dissero all'unisono, stringendo le loro mani in una tacita promessa.

Sempre.

 

 

 

« La mia bambina... » e a quest'ultima affermazione Hermione Jane Granger sospirò, stringendo i denti fino a sentirli scricchiolare.

Suo marito... benedetto, stava piagnucolando quella frase da tre ore esatte. Tre ore.

« Abbiamo capito che Rosie è la tua bambina, ma ricordati che è anche mia figlia e ha ventiquattro anni! » sbraitò al limite dell'esasperazione, mentre suo marito si sventolava con un giornale e un infermiera la fucilava con uno sguardo, venendo bellamente ignorata da quella leonessa che si era eretta fiera dinnanzi all'uomo.

« Se tu non avessi ignorato probabilmente quel che era, ora non ti saresti ritrovato a fare una scoperta del genere! Rose sta con Malfoy da Hogwarts, quindi nessuna sorpresa. E sai che ti dico? Falle qualche scenata e giuro che non verrai più riconosciuto per il tuo marchio Weasley... visto che ti darò fuoco i capelli! » ululò, e Ron si chiese se non avesse sposato una pazza isterica.

« Ma è un Malfoy... » piagnucolò ancora, esasperandola ancor di più.

« E lei è una Weasley, qual'è la differenza? » disse una voce alle loro spalle, facendoli sobbalzare. Draco fece l'occhiolino a suo figlio, che era apparso proprio in quel momento mano e mano con Rose, che sorrise a piene labbra.

« Non Malfoy, papà, ma Scorpius. » disse, prendendo le mani del ragazzo e quelle di suo padre e facendole stringere.

« E non Weasley, ma Ron e Rose. » sussurrò, e suo padre sbuffò, annuendo con le guance gonfie e indispettite.

« Se la fai soffrire... giuro che ti faccio cambiare sesso. » sibilò Ron verso Scorpius, assottigliando lo sguardo e facendolo ingoiare a vuoto.

« Benvenuto in famiglia. » disse Hermione a Scorpius, e Draco abbassò lo sguardo, per poi sorridere appena a quelle parole.

"Grazie" mimò con le labbra Draco.

Stava mettendo dietro ogni errore ed ogni insulto per rendere felice sua figlia, e con questo anche suo figlio, e il minimo che poteva fare era ringraziarla.

Perché solo ora l'aveva capito... nonostante il sangue sporco, Hermione Granger era una grande strega.

 

***

 

« Come vuoi chiamare questo bambino? » disse Ted, abbracciandola da dietro e guardando il cielo terso e azzurro. E

ra passato un mese da quando si era svegliata, e lui non aveva mai smesso di coccolarla, amarla, e andare contro ogni pregiudizio della famiglia.

« Sai... sento che è un maschietto, scalcia tanto, e non mi fa dormire il necessario... se lo è, vorrei chiamarlo Remus. » e con quelle parole il cuore di Ted fece alcune capriole.

Remus.

Il padre che non aveva mai conosciuto, quello che si era sacrificato per lui, per dargli un futuro migliore.

« Grazie. » disse solamente, baciandola sulle labbra. Lily la strinse a sé, socchiudendo gli occhi.

Suo zio Bill ancora non le aveva perdonato quella cosa, anche se Vic, anche se controvoglia, era andata lì a casa a congratularsi; prima, però, l'aveva schiaffeggiata... e anche pesantemente! Ted stava per fermarla, ma era stata lei a bloccarlo.

Infondo se lo meritava, le aveva rubato il ragazzo a pochi mesi dal matrimonio ed era sua cugina. Aveva ascoltato il suo sfogo, e poi l'aveva abbracciata, scusandosi.

« Sarà tanto amato, questo piccoletto. » sussurrò Ted, baciandole la pancia che cominciava a crescere. Lo era, e anche tanto.

Lily era sicura che tutto sarebbe andato per il meglio, e che il suo piccolo avrebbe fatto le scelte giuste... senza sapere che si sbagliava di grosso.

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