CHARLOTTE

di Franca
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** CHARLOTTE ***
Capitolo 2: *** PROMESSA SPOSA ***



Capitolo 1
*** CHARLOTTE ***


I CAPITOLO

I CAPITOLO

 

Venezia. 1753.

Una giovane di 17 anni stava leggendo attenta un libro sulla sua poltrona di taffettà azzurra. Non si accorse nemmeno che un batuffolo bianco, il suo gatto, stava graffiando con le unghie la gamba del prezioso scrittoio di ciliegio.

Arrivata alla fine del capitolo, alzò lo sguardo, pensierosa. era una ragazza piuttosto bella: lunghi capelli ramati , raccolti in un fermaglio di tartaruga, le ricadevano ordinati sulle spalle, incorniciando il viso di un candore eccezionale. Le labbra erano piene e rosse, mentre gli occhi piccoli e verdi.

Sentì uno strano rumore provenire dalla sua sinistra. Si girò e vede il gatto che si stava facendo le unghie sul prezioso mobile. si alzò Velocemente, e lo sollevò da terra, procurandosi un graffio sulla mano destra, risultato della stizza del gatto per essere stato bloccato nella sua attività preferita. Si avvicinò alla finestra, sempre tenendo l’animale fra le braccia, avvolte dalle maniche di un bellissimo abito rosso intenso, con merletti dorati e pieghe.

Guardò fuori, al di là del vetro: la vita mattutina di Venezia, era sempre la stessa: il Canal Grande era solcato da gondole e barche, con a borda nobili o non; le strette vie erano gremite di gente: chi si allontanava indaffarato verso la propria bottega, chi passeggiava tranquillo coi propri bambini, chi chiedeva l’elemosina, camminando disperato fra la folla con in mano un cappello malconcio.

La giovane si girò verso il tavolo dov’era poggiato l’orologio: le 9:27. di lì a pochi minuti sarebbe arrivato il precettore, per la solita lezione mattutina. La voce della sua matrigna non tardò ad arrivare. Eh già, matrigna. Matrigna poiché la ragazza, era rimasta orfana fin da piccola, ed era stata adottata da una famiglia nobile veneziana in cui viveva da ormai 14 anni, con altre 4 ragazze, pure loro adottate. Non andava d’accordo con i suoi genitori: la giovane era di carattere vivace, frizzante, sempre pronta alle novità. Ma spesso i genitori le tappavano le ali, considerando il fatto che era una donna, sottomessa ai doveri della società, e quindi, non era giustificato il fatto che

Potesse dedicarsi a svaghi di ogni genere. Ma era proprio questo di cui aveva bisogno. Tante volte aveva sognato di andarsene da quella casa, correre nei prati, visitare quei magnifici luoghi che erano descritti nei numerosissimi libri che aveva letto. Come le Americhe. Oh si le Americhe, che sogno… posti sterminati, spiagge bianche e immense, foreste, animali ed uccelli colorati….

-CARLOTTAAAAAAAAA???? FORZA SBRIGATI, C’E’ IL MAESTRO-

La ragazza tornò velocemente alla realtà. Fece scendere il gatto, si stirò velocemente l’abito con le mani, si sistemò i capelli e sbuffando, prese dei grossi volumi dal vano dello scrittoio.

Uscì frettolosamente dalla sua camera e fece un timido inchino al suo precettore Antonio Crespi, un aitante giovanotto di vent’anni, che da quando era stato assunto in quella casa, aveva messo gli occhi addosso a Carlotta, e progettava già di chiedere la sua mano al padre. Carlotta si avvicinò al tavolo per appoggiare i libri mentre Le sue 4 sorelle adottive, due più piccole di due anni, e due più grandi di un anno, guardavano con sguardo sognante il maestro, di grande fascino (secondo il loro parere), mentre Carlotta lo trovava estremamente noioso e monotono, con le sue storie, sempre uguali, di grandi avventure (perlopiù inventate) propinate durante le cene in cui era ospite.

Dopo aver salutato cortesemente le sorelle e la madre di Carlotta, che si ritirarono chiacchericciando fra loro in un’altra stanza, il ragazzo si avvicinò al tavolo e si sedette, mettendosi gli occhiali a mezzaluna, che gli conferivano un aspetto, se possibile, ancor di più noioso.

-Buon giorno Carlottina mia, come stai oggi?- chiese alla ragazza facendole segno di sedersi

Carlotta fece una smorfia di disgusto fra sé e sé a sentire il nomignolo “Carlottina” che Antonio le aveva conferito ormai da parecchi mesi

-bene, grazie signore- rispose in modo distaccato la ragazza

Antonio la osservò per una frazione di secondo, pensando a quanto sarebbe stato difficile riuscire ad ottenere l’amore della fanciulla.

-bene, apri il libro a pagina 32. ripetiamo un po’ di algebra-

Carlotta aprì diligentemente il libro e cominciò a leggere le difficili regole, mentre il suo maestro la guardava sorridendo.

 

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Capitolo 2
*** PROMESSA SPOSA ***


CAPITOLO II

CAPITOLO II

 

-Carlotta cara….-  un uomo basso e tarchiato, con dei lunghi baffi, rivolgeva la parola a sua figlia durante la cena

-si padre?-Carlotta alzò lo sguardo

-come ti sembra il giovanotto…. Come si chiama accidenti…-

-Antonio Crespi padre?- una delle sue sorelle, Maria, si era improvvisamente inserita nella conversazione

-si si quello lì… Antonio Antonio…. Come ti sembra?- chiese muovendo le mani in aria

-un bravo insegnante, padre-

-oh no no…- rispose il padre facendo un sorriso furbo prima di dare una sorsata del suo vino preferito –non intendevo in quel senso…-

-e in che senso, padre?- chiese la ragazza con finta noncuranza. In realtà sapeva già di cosa il padre stesse parlando..

-come persona intendo… un bravo giovine, no?- continuò l’uomo

-molto bravo padre….- disse una delle sorelle con fare malizioso. Subito le altre ridacchiarono, ma furono zittite immediatamente dall’austera madre.

Carlotta alzò lo sguardo dal piatto, guardando intensamente negli occhi il padre. Deglutì. aveva capito, tutti i suoi sospetti ora, erano cosa concreta. Tutti quei sorrisi, quegli sguardi.. i suoi genitori volevano che si sposasse con Crespi.

Riabbassò lo sguardo senza dare risposta.

-poi è proprio di buona famiglia.. ricca, nobile, proprio un marito perfetto!!- continuò il padre dando una pacca maldestra sull’esile spalla della figlia. Carlotta si incupì, guardando il piatto ancora pieno di stufato. Non aveva più fame.

-la signorina non mangia più?- la cameriera, Ada, si era appena avvicinata a lei

-no no, prendi Ada- disse la ragazza porgendole il piatto, sotto lo sguardo interrogatorio del padre.

 

 

 

-Ti rendi conto Agata?? Vogliono che mi sposi con quell’uomo…- Carlotta raccontava, fra le lacrime, l’accaduto alla sua cameriera personale

-non si preoccupi signorina.. stia tranquilla, vedrà che tutto andrà per il meglio…- le rispose la donna, mentre le pettinava i capelli per andare a letto.

-a me.. non piace…-

-il signor Crespi potrebbe sposare una delle sue sorelle, no signorina?-

-mio padre non vuole Agata, sarebbe tutto così facile..-

-ora si pulisca il naso signorina…- le disse la serva porgendole un lussuoso fazzoletto ricamato –e vada a letto, vedrà che domani tutto sarà passato- finì, mettendole la camicia da notte e portandola a letto

-buona notte signorina-

-buonanotte Agata.

La cameriera soffiò sul candelabro, lo poggiò sullo scrittoio e richiuse la porta dietro di sé.

Calde lacrime cominciarono a scendere sul viso di Carlotta, per poi finire il loro viaggio sul cuscino di seta. Moltissimi pensieri le ronzavano in testa. Le ricomparì perfino davanti il viso giocondo di suo padre che elogiava il precettore… ma di una cosa era certa: avrebbe fatto di tutto pur di non sposare quell’uomo. Sospirò e chiuse gli occhi. Ben presto finì nel mondo dei sogni, troppo contorti, troppo difficili per una ragazzina di 17 anni.

 

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