Destiny is not enough

di Lemma
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Primo giorno ***
Capitolo 2: *** scusami, non so il tuo nome ***
Capitolo 3: *** Cena tra vicini ***
Capitolo 4: *** Un pomeriggio a casa Van Halen ***
Capitolo 5: *** potrei provarci ***
Capitolo 6: *** Un appuntamento con Alex? ***
Capitolo 7: *** Pace fatta? ***
Capitolo 8: *** Dirlo o' non dirlo, questo è il problema! ***
Capitolo 9: *** Piccola pausa ***
Capitolo 10: *** E storia segresta sia ***
Capitolo 11: *** L'armadio? ***
Capitolo 12: *** scelgo te ***
Capitolo 13: *** Alex cameriere? ***
Capitolo 14: *** serata senza intralci ***
Capitolo 15: *** è il MIO ragazzo ***
Capitolo 16: *** Secondo nome ***
Capitolo 17: *** Alex innamorato ***
Capitolo 18: *** Eddie investigatore?! ***
Capitolo 19: *** prontosoccorso ***
Capitolo 20: *** Anny infermiera ***
Capitolo 21: *** La lettera... Parigi...L'ex ***
Capitolo 22: *** Lucas ***
Capitolo 23: *** Al concerto con Lucas ***
Capitolo 24: *** Anny, le bugie hanno le gambe corte! ***
Capitolo 25: *** Finalmente è il 31 ***
Capitolo 26: *** Capodanno ***
Capitolo 27: *** Lo shopping dei fratelli Van Halen ***
Capitolo 28: *** Lo shopping delle ragazze ***
Capitolo 29: *** Festa e dopofesta ***
Capitolo 30: *** La decisione ***
Capitolo 31: *** Addio ***
Capitolo 32: *** Parigi, Lucas, la lettera... ***
Capitolo 33: *** La proposta ***
Capitolo 34: *** Il testimone ***
Capitolo 35: *** Il matrimonio ***
Capitolo 36: *** Matrimonio (seconda parte) ***
Capitolo 37: *** La reazione di Lucas ***
Capitolo 38: *** Ritorno a Pasadena ***
Capitolo 39: *** La cena ***
Capitolo 40: *** Fine... ***



Capitolo 1
*** Primo giorno ***


Un’antica leggenda giapponese dice che ognuno di noi nasce con un filo rosso legato al mignolo della mano sinistra. Questo filo ci lega indissolubilmente alla persona cui siamo destinati, la nostra anima gemella.
Le anime unite da questo filo sono destinate a incontrarsi, non importa quanto tempo ci vorrà  e nemmeno quanta distanza le separi, ma il filo non si spezzerà mai. Non si può sfuggire al destino…
Ma se il filo si annodasse e fossimo noi, con le nostre azioni, a doverlo sciogliere?
 
“Annette! Sveglia tesoro, farai tardi al primo giorno di scuola” fantastico, il mio primo giorno di scuola a Pasadena, con il mio terribile accento straniero e la mia stupida timidezza avrei senza dubbio fatto un mucchio di amicizie!
Era l’ultimo anno di scuola e fortunatamente iniziai il primo giorno a frequentare quella gabbia, così mi risparmia la classica umiliazione dell’entrare nella classe a metà quadrimestre. La mia famiglia si era trasferita lì per questioni di lavoro, ci spostavamo spesso, ma mia madre mi aveva promesso che quella sarebbe stata l’ultima volta, forse finalmente avrei smesso di essere sempre quella nuova.
Mi alzai dal letto con la vitalità di un bradipo in prognosi riservata e l’allegria dell’ultima persona rimasta sulla faccia della terra senza aver niente da fare, presi un paio di pantaloni e una maglietta senza farci troppo caso e mi preparai al volo per il mio suicidio sociale nella nuova scuola, infatti sono sempre passata per l’idiota di turno grazie alla mia loquacità degna di un muto.
All’entrata tutto andò fin troppo bene, riuscii a nascondermi tra la folla senza troppi problemi, ma il guaio fu che non trovai subito la classe a cui ero stata assegnata così arrivai a lezione in ritardo entrando in classe sotto gli occhi di tutti.
“Lei deve essere la signorina Delacrux, ha avuto problemi a trovare la classe?” cercai di non pensare alle venti paia di occhi che mi fissavano e risposi “Si sono io, e veramente è Delacroix,  mi perdoni per il ritardo professore” l’insegnante mi sorrise amabilmente e mi indicò l’unico posto libero, fortunatamente in ultima fila e nell’angolo.
“Ehy, io sono Olive!” mi si presentò amichevolmente la ragazza seduta nel banco alla mia destra, sembrava simpatica e non la classica tipa con la puzza sotto il naso “io sono Annette”, mi sorrise e la lezione prese il suo corso.
“Ann sveglia, ci sei??” Olive mi stava passando una mano davanti agli occhi perché mi ero imbambolata, come sempre, era nella mia natura perdermi via nel mio mondo, ma in quel caso qualcuno aveva attirato la mia attenzione, “si, si Live ci sono! Scusa, mi perdo sempre nei miei pensieri”, “si certo, come no! Non prendermi in giro, riconosco quell’espressione su qualsiasi persona!” a quel punto si girò a guardare nella mia direzione e continuò “Ah fammi indovinare, quello con i capelli lunghi vero? Lascialo perdere, quello si crede chissà chi perché esce con il fratello maggiore e non quindi non parla mai con gli altri qui”, guardai bene quel ragazzo, aveva i capelli scuri e lunghi, un viso stupendo e non sembrava il tipo che Olive mi aveva appena descritto, “Dai non credo sia così, magari c’è un’altra spiegazione” “Ah si? E quale? Va bene che non è nato in America, ma dopo dieci anni l’inglese l’avrà imparato”, a quel punto lascia cadere la discussione e tornai al mio silenzio.

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Giorno, questo è il mio primo delirio sui Van Halen e sarei contenta di sapere cosa ne pensate (grazie a I want a yellow submarine per il sostegno) 

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Capitolo 2
*** scusami, non so il tuo nome ***


Come previsto in quel primo giorno non mi ambientai per niente e quando suonò l’ultima campanella fu veramente un sollievo, presi lo zaino e mi diressi immediatamente verso casa; c’era un po’ da camminare, ma non era nulla di impossibile, ormai ero immersa nei miei pensieri quando una voce mi riportò alla realtà
“Ehy, hai perso il diario!”
mi voltai e vidi il ragazzo dai capelli lunghi corrermi incontro con il mio diario in mano, probabilmente avevo lasciato lo zaino aperto, ma ne fui contenta, era un’occasione per dimostrare che Olive si sbagliava su di lui!
“Ehm grazie… scusami non so il tuo nome”
presi il diario un po imbarazzata, perché si volevo dimostrare che quella ragazza si sbagliava, ma la mia maledetta timidezza non aiutava per niente, il ragazzo però sembrava nella stessa situazione, tese incerto una mano e disse
“Eddie”
 io ricambiai il gesto dicendo
“Annette”
e quelle furono le ultime parole che ci scambiammo. Continuai a camminare verso casa, ma accanto a me c’era ancora Eddie, era un tipo di poche parole senza dubbio, infatti oltre a quel veloce scambio di battute non seguì niente a parte un “ci vediamo Anny” seguito da un bellissimo sorriso quando lui entrò nella casa accanto alla mia. Quel viaggio di pochi minuti era stato senz’altro il momento migliore della giornata e quel sorriso mi aveva risollevato il morale.
Ero sola in casa, i miei genitori erano ancora al lavoro, così mi chiusi in camera mia per sistemare le mie cose, purtroppo i miei dischi erano ancora in uno scatolone così dovetti fare tutto nel silenzio e fu in quel silenzio che sentii per la prima volta della musica rock, anche se a volume smorzato per via dei muri, provenire dalla casa accanto. Quando la musica si fermò, senza farmi vedere, nascosta dietro alle tende di camera mia sbircia verso la casa dove ore prima era entrato il mio nuovo compagno e alla porta vidi un paio di ragazzi più grandi e poi lui, con ancora una chitarra tenuta su dalla tracolla. Mi accorsi che mi ero nuovamente imbambolata a fissarlo solo grazie al rumoroso arrivo dei miei genitori.
“Allora Ann, come è andata??”
mia mamma cercò di scoprire qualcosa sul mio primo giorno di scuola, cercai di sorridere
“bene mamma”
“o bene, ti sei fatta già qualche amico?”
“si, un paio”
mentii spudoratamente, la verità era che avevo scambiato una ventina di parole con la mia compagna di banco e neanche una decina con lo strano ragazzo della porta accanto. La cena volò via in fretta così potei tornare in camera mia a sistemare le cose mancanti, fui disturbata solo da mio padre, che passando per il corridoio mi informò che dei vicini di casa sarebbero venuti a cena la sera dopo.
È quasi inutile dire che il secondo giorno di scuola fu praticamente come il primo, a parte che scambiai qualche parola in più con Olive
“Live ti dico che non è come dici tu”
“Aspetta Ann, non puoi giudicarlo, ci hai scambiato cinque parole si e no!!”
“Ah perché? Allora tu che non ci hai neanche mai parlato e ce l’hai in classe da cinque anni?!”
”Va bene che hai una cotta per quello, ma…”
arrossi subito e sperai che la mia compagna non avesse notato quel particolare, che poi non avevo una cotta, ero solo curiosa, sapevo che in fondo era solo timido, così lanciai uno sguardo di fuoco a Olive che decise di far cadere l’argomento
“Ok, parliamo d’altro, com’è l’Europa?”.
Nell’intervallo Live mi presentò altri ragazzi, sembravano simpatici, ma io ho sempre avuto la capacità interattiva si un sasso. Le ore passarono noiose e non potei fare a meno di notare come Eddie se ne stava sempre nel suo angolo senza fiatare, ero decisa a dimostrare ad Olive che avevo ragione io, così mi informai dove abitava la mia “amica” e scoprii che anche lei era nella mia zona, potevamo fare un pezzetto di strada insieme.
Quando la campanella suonò uscii di classe con lei, subito fuori dalla scuola però la fermai un attimo,
“che stai facendo??”
mi chiese lei incuriosita,
“niente, aspetto una persona”
le risposi semplicemente e poi lo vidi, lo aspettai sapendo che doveva fare quella strada e quando feci per avvicinarmi a lui Live mi prese un polso
“ferma Ann, non vorrai mica fare la strada con quello?!”
vidi la faccia di Eddie, aveva sentito la frase e il tono della mia amica, ma mi avvicinai comunque
“Ehy Eddie, facciamo la strada insieme?”
gli chiesi un po’ timidamente, va bene che ero decisa a dimostrare che avevo ragione, ma non potevo mica cambiare il mio modo di essere! Lui guardò un attimo in direzione della mora in piedi al mio fianco e fece segno di si con la testa, questa volta non parlò.
Poco dopo Olive dovette cambiare strada e quando scomparve finalmente Eddie parlò
“Sai Anny, non dovresti frequentarmi”
mi girai perplessa verso il ragazzo
“cosa?? E perché???”
lui sorrise debolmente
“In quella classe mi credono tutti un idiota, perché… be sto per il conto mio e non voglio lo credano anche di te”
non riuscivo a trovare una frase adatta, so solo che per un’istante ci fissammo dritti negli occhi e a me sembrarono ore, poco dopo arrivammo davanti a casa sua
“ciao Anny, io sono arrivato”
e mi fece l’occhiolino, ok era strano. 
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Eccoci qui al secondo capitolo! Ebbene sì, il ragazzo dai capelli lunghi come avete intuito era proprio Eddie Van Halen :D Fatemi sapere cosa ne pensate con qualche recensione :D 

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Capitolo 3
*** Cena tra vicini ***


Quel pomeriggio sentii ancora la musica del giorno prima provenire dalla casa accanto e non potei fare a meno di sorridere pensando a Eddie con la sua chitarra in mano, ma quando mia madre mi chiamò per darle una mano in cucina tornai alla realtà, mi aspettava una noiosissima cena con chi sa che tipo di gente.
Mi infilai un vestitino e mi truccai velocemente, i miei ci tenevano a far bella figura con il vicinato, ma a me non fregava granché, cambiai però subito idea quando andai ad aprire la porta e mi ritrovai davanti un volto noto.
“Ehy Anny!”
disse lui, sorrisi debolmente, ma nulla più; mia madre, curiosa come sempre, ci chiese
 “Ma voi due vi conoscete già?”
 annuimmo silenziosamente entrambi e questo mi costrinse ad averlo accanto per tutta la cena, non parlammo per niente fra di noi, furono i nostri genitori, come ogni genitore al mondo, a raccontare qualsiasi cosa sul nostro conto, fino a quando anche il dolce finì e potei finalmente tirare un sospiro di sollievo, odiavo quel genere di cene!
“Ragazzi perché non andate in salotto così non vi annoiamo con le nostre chiacchiere?”
 la proposta di mia madre fu ben accetta e io, Eddie e suo fratello Alex andammo a buttarci sul divano, Alex prese il comando della tv e Eddie decise di rivolgermi la parola,
“Perché non mi hai detto che abitavi qui?”
“perché mi hai detto che devo starti alla larga!”
 risposi con voce acida e Alex si mise di mezzo
“Guai in paradiso già le prime ore, bravo Ed, te la sei scelta bella tosta!”
entrambi fulminammo Alex con lo sguardo e così lui se ne tornò in sala da pranzo alla ricerca di un’altra fetta di torta; Rimanemmo solo noi due, nel silenzio più silenzioso in assoluto poi lui cercò di parlare
 “Ti prego Anny, forse ho detto una cazzata, ma pensavo al tuo bene, non tenermi il broncio”
 pensava al mio bene dopo due giorni che lo conoscevo? Mi spiace Van Halen, questa era poco convincente! Ma lui iniziò a guardarsi in torno e trovò il mio punto debole, riuscendo a farmi parlare
 “Suoni il piano?”
 “Si, amo la musica”
 “anche io, però suono meglio la chitarra, mentre mio fratello è batterista, sai suoniamo insieme”
la cosa non mi risultava nuova dato che avevo sbirciato dalla finestra di camera mia, ma non potevo certo dirlo così mi finsi sorpresa
“davvero? Figo, cosa suonate?”
 “un po’ di tutto, ma specialmente rock! Dai fammi sentire come suoni!”
 “No, te lo puoi scordare! Prima voglio sentire te!”
lui sorrise con aria di sfida poi sembrò avere uno colpo di genio
“bene, domani vieni a casa mia!”
 poi si alzò anche lui dal divano e seguì il fratello.
La mattina dopo mi sveglia di buon umore, miracolo! Forse la prima mattina da quando ero arrivata negli USA. Corsi a scuola, stavo per fare tardi siccome ero rimasta al calduccio del mio letto a continuare a sognare, altra cosa che non facevo più da tempo.
“Ehy bell’addormentata, ti aspettavo cinque minuti fa!”
 “Scusa Live, stavo… ok non ho una buona scusa, ma ora sono qui”
“Bene, bene e TE LO AVEVO DETTO!”
 non collegai subito che si riferiva al comportamento del mio vicino di casa, anzi tornai a pensare a quello che era successo la sera, al fatto che finite quelle ore di scuola avevo appuntamento con Eddie, si non era proprio un appuntamento, ma be, non so neanche come definirlo.
“ohyyyy Annetteee! Svegliaaaaaa!”
la ragazza mi stava muovendo una mano davanti agli occhi
“si si ci sono, comunque di cosa parlavi prima?” si mise una mano sulla fronte disperata
“Van Halen, te lo avevo detto, non caga nessuno qui!”
 a quelle parole mi arrabbia un po’ perché pensavo di aver capito di cosa si trattava, lui stesso me lo aveva fatto capire e insomma, io ero un po’ come lui, non parlavo con nessuno al di fuori di Olive e forse non lo avrei fatto neanche con lei se non l’avessi avuta accanto tutto il giorno, comunque le risposi subito
“Cavolo smettila, sei tu che ti sbagli!” la mia amica mi guardò stralunata poi sospirò e disse “va bene, ho capito, te ne sei innamorata” cercai in tutti i modi di dirle che non era vero, ma lei aprì il suo quaderno e iniziò a prendere appunti.
Olive aveva ragione?? La verità è che ci pensai per tutte le lezioni, ma continua a dirmi di no, poi finalmente il suono della campanella mi risvegliò. 
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Rieccomi qui, mentre mi immagino come sarebbe ritrovarmi i fratelli Van Halen a cena :D Fatemi sapere cosa ne pensate! Baci, Lemma

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Capitolo 4
*** Un pomeriggio a casa Van Halen ***


“Ehy fai la strada con me o’ anche oggi vuoi aspettare mister chiacchierone?”
 sta storia mi aveva proprio rotto le scatole! Arrivò un ragazzo, molto carino, non c’è che dire, era un amico di Live e si presentò subito con un gran sorriso
“Ehy piccola, io sono Mike, vieni a farti un giro?”
 ma certo che no, però non sapevo come rispondergli così benedii il mio angelo custode quando qualcuno mi afferrò per il polso e disse
“spiacente, lei ha già un impegno!”
 ma quale angelo custode, l’unico da benedire era Eddie! Comunque quella scena lasciò tutti a bocca aperta, anche me, ma nel mio caso era stato il contatto con lui che mi aveva lasciata spiazzata.
Non salutai neanche i due che Eddie mi stava già trascinando dalla parte opposta, poi allontanati un po’ mi disse
“scusa”
 lo guardai perplessa
 “scusa?! Più che tutto sono io a doverti dire grazie, mi hai salvata!”
ci guardammo in faccia e scoppiammo a ridere come due scemi finchè lo stomaco di lui non iniziò a brontolare, sorrise e mi chiese
“Ti va un hot dog? Io sto morendo di fame, mi mangio qualcuno e giuro che ne sarei capace!”
 “dai scemo, cammina se vuoi mangiare, siamo in mezzo al nulla, non so dove trovi un hot dog qui!”
 lui sembrò pensarci su un secondo poi mi prese per mano iniziando a correre
 “seguimi Anny!”
“Tu sei tutto pazzo!”
ma lo seguii lo stesso in mezzo alle risate. Arrivammo in un parco, prendemmo al volo due hotdog e occupammo una panchina, pranzammo così parlando di musica
 “dopo voglio sentirti suonare!”
“ricorda quello che abbiamo detto ieri sera, prima voglio sentire te mio caro chitarrista”
 lui si mise a ridere
 “dai non vorrai farmi credere che non hai sentito niente, i vecchi vicini erano incazzati neri con me e Alex per il casino che facevamo, una volta mi hanno anche tirato un secchio d’acqua mentre ero in giardino”
 immaginandomi Eddie bagnato come un pulcino non potei fare a meno che scoppiare a ridere,
 “smettila, non è divertente”
 “oooh invece si!”.
Quando ci riprendemmo dalle risate decidemmo di dirigerci verso casa, purtroppo per i miei gusti il viaggio durò ben poco e presto fummo sulla porta di casa Van Halen, Eddie prese le chiavi, ma senza neanche girarle la porta si aprì, lui mi guardò perplesso
“strano, non doveva esserci nessuno in casa, dovremmo essere solo noi”
 ed ecco che partono i viaggi mentali su quel noi, sull’essere soli ecc… ma il viaggio non iniziò neanche perché il contatto con la mano di Eddie mi risvegliò subito; lentamente entrammo in casa e improvvisamente Eddie si arrabbiò tantissimo, infatti sul divano c’era spaparanzato il fratello
“coglione, mi hai fatto prendere un colpo! E poi avevi detto che uscivi, che ci fai qui?!”
Alex si alzò ridendo e si avvicinò a noi
“calmati fratellino, non è educato urlare così con ospiti in casa, specialmente quando si tratta di una bella ragazza”
 rimasi di sasso quando Alex dicendo quella frase mi passò una mano sulla guancia sorridendo, ma Eddie lo trascinò via e iniziarono a discutere, ma le parole erano veloci e quasi bisbigliavano fra loro così non riuscii a cogliere niente a parte “mi avevi detto che uscivi” o’ “chi primo arriva meglio alloggia”, ma non ne capii il senso, parlavano di una situazione a me sconosciuta così non potevo capire a cosa si riferivano.
Il fratello minore sembrò rassegnarsi alla presenza del maggiore, tornò da me riprendendomi per mano e ancora una volta a quel contatto ebbi una strana sensazione, poi mi trascinò con lui nel seminterrato mentre Alex ci seguiva a ruota, il ragazzo più piccolo aprì la porta del loro paradiso, il luogo dove suonavano, dove erano rinchiuse la batteria di Alex e le chitarre di Eddie, rimasi imbambolata sulla porta ad ammirare quel posto e fu il contatto, questa volta con le mani di Alex appoggiate sulla mia vita, a farmi muovere ed entrare mentre Eddie era già dentro con una chitarra in mano.
 Rimasi spiazzata dal talento di quel ragazzo, il suo modo di suonare era diverso, era perfetto e ogni singola nota ti incantava, poi Alex si sedette alla batteria e iniziò ad accompagnarlo, erano davvero bravissimi!
Ma poi si fermarono e Alex si rivolse a me
 “Ehy Ann, adesso tocca a te!”
 lo guardai ridendo
 “caro mio te lo puoi proprio scordare, non voglio fare la figura di merda, siete troppo bravi voi due”
 ma Eddie mi alzò di peso dalla poltrona con due occhioni da cucciolo
“ti prego Anny”
 inutile dire che finii per suonare qualcosa anche se un po’ in imbarazzo, ma i ragazzi sembrarono apprezzare e io tirai un sospiro di sollievo,
 “grande Anny!!”
 disse Eddie battendomi il cinque prima che scomparisse dalla porta per andare a prendere da bere; mentre il ragazzo era via però il fratello si gettò sulla poltrona sul quale bracciolo ero appoggiata, mi girai a guardarlo, sorrideva
 “Ehy Ann, sei stata forte, che ne dici di venire a mangiare un hamburger con me una di queste sere?”
 non risposi, non sapevo che fare
“che ne dici di venerdì?”
 alla fine accettai e lui rispose con un “mitico” e quando Eddie tornò con i beveraggi Alex prese un bicchiere e scomparve da qualche parte in quella casa, certo che quei due erano strani ogni tanto, sarò stata la vena artistica?!
“Eddie scusami, adesso devo proprio scappare, grazie per la bellissima giornata!”
 gli diedi un veloce bacio sulla guancia e corsi verso casa mia dove stavano per arrivare i miei e io dovevo ancora preparare la cena!
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Rieccomi qui come sempre :D Un pomeriggio a casa Van Halen e un invito a cena da parte di uno dei due fratelli, be chi non lo vorrebbe?! Grazie a tutti quelli che leggono, lasciatemi qualche recensione per farmi sapere cosa ne pensate ;)
Lemma

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Capitolo 5
*** potrei provarci ***


Piccolo avviso: il capitolo è diviso in due parti, la prima dal punto di vista del nostro caro chitarrista Eddie, la seconda torna dal punto di vista di Anny :D
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“ehy fratellino, ti piace la ragazza della porta accanto vero??”
 “smettila Alex!”
 “oh come siamo irascibili oggi, non ti preoccupare, venerdì sera esco veramente e ti lascio in pace”
 guardai mio fratello sorridere in un modo strano, quasi provocatorio, ma lasciai perdere, in fondo come tutti i fratelli qualche volta litigavamo, ma non ne avevo voglia, nonostante tutto era stata una bella giornata e non volevo rovinarla, così andai in camera mia e presi una chitarra tra le mani iniziando a strimpellare, era da un paio d’ore che una melodia continuava a frullarmi in testa, quando però l’ispirazione svanì mi sdraia al buio sul mio letto e feci caso alla musica che sentivo in sottofondo, complice anche la finestra aperta; quella canzone era Stairway to Heaven dei Led Zeppelin, così mi alzai di scatto e guardai fuori, proprio alla finestra davanti alla mia, anche se oscurata dalle tende vidi una figura muoversi per la stanza a tempo di musica, era Anny, pensai che se non fosse stato per Alex in mezzo ai piedi probabilmente ci avrei provato.
La mattina dopo mi sveglia presto così decisi di passare un po’ di tempo sulla veranda prima di andare a scuola e come previsto eccola lì!
“Ciao Eddie!”
 Annette mi stava salutando dal marciapiede lì davanti, presi lo zaino che avevo preparato lì accanto e la raggiunsi subito, mi ero deciso, fanculo gli altri e quello che pensavano di me, quella ragazza doveva essere mia, la mia musa ispiratrice.
Come detto, quella mattina andai a scuola con lei, parlammo di musica specialmente, le chiesi cosa ne pensava dei Led Zeppelin, se volevo fare colpo dovevo usare quello che sapevo di lei. Arrivati in classe lei guardò il suo banco
“mi sono stufata di Olive miss so tutto io, come compagna di banco”
 e sbuffò, le dissi di aspettare un secondo e andai a parlare con il mio compagno di banco Jeff, Olive era una bella ragazza, certo non quanto Anny, ma questo aiutò a convincere Jeff;
 “Ehy Anny che ne dici di cambiare posto? Jeff è d’accordo!”
 e le feci l’occhiolino indicandole il posto affianco a me, lei si aprì in un sorriso meraviglioso e prese posto. Inutile dire che la classe intera la osservò come se fosse un’aliena, in fondo io ero lo sfigato che non parlava con nessuno, ma lei sembrò non farci caso, per tutte le lezioni la osservai scarabocchiare, disegnava molto bene e mi parve di intravedere una chitarre fra i suo schizzi.
La campanella suonò e mentre uscivamo decisi che era il momento giusto
“Anny che ne dici di uscire con me venerdì? Questa volta niente Alex fra i piedi, promesso”
 lei sembrò pentirsi di qualcosa
 “scusami, mi dispiace veramente, ma ho un impegno”
 cercai di chiederle cosa aveva da fare, ma la sua amica si intromise
“Annette, dobbiamo parlare, fai la strada con me?”
 la biondina non fece in tempo a rispondere che l’amica la trascinò via, così nel silenzio tornai a casa calciando qualche sasso che mi capitava fra i piedi.
Entrai in casa e il sorriso gongolante di mio fratello mi accolse
“ehy Ed, dove pensi si mangi meglio gli hamurger?”
 “lasciami in pace, non lo so”
“dai che venerdì sera ho un appuntamento, che c’è, una certa ragazza non ha accettato un tuo invito?”
sapeva qualcosa, conoscevo troppo bene quella voce e quella faccia, stava tramando qualcosa
 “Alex centri qualcosa?”
 lui si limitò a ridere.
 
 
Eddie mi stava invitando ad un appuntamento? Sarebbe stata una cosa magnifica se solo avessi avuto il tempo di spiegarli perché ero costretta a rifiutare per quel venerdì, ma Olive si materializzò di colpo e mi trascinò via, mi trascinò veramente e nonostante la mia testa fosse tutta da un’altra parte continuò a parlare e parlare fino all’unica domanda che ascoltai
“che c’è fra te e mister taciturno?”
 a quel punto mi innervosii
 “Magari l’avrei scoperto se tu non mi avessi trascinata via!”
 lei si fermò
“scusa eh, ma lo faccio per il tuo bene”
quelle furono le parole che fecero traboccare il vaso
“per il mio bene?! Ma se neanche mi conosci e specialmente non conosci Eddie! Posso chiamare molto più amico lui che te, con lui ho parlato e ho trovato degli interessi comuni, mentre tu mi hai cagata solo per cercare di allontanarmi da lui!”
senza accorgermene stavo urlando, Live sgranò gli occhi e quasi non iniziò a piangere
“sei un’insensibile Annette! Non hai capito che ho fatto tutto questo perché mi piace Eddie?! Non posso lasciare che esca con te”
 mi sentii uno schifo a quelle parole, ma anche lei non doveva sentirsi tanto meglio, comunque ero arrabbiata e andai verso la porta di casa mia e prima di sbatterla le urlai
“allora sarai contenta che venerdì esco con Alex”
 corsi verso la porta sul retro e mi sedetti in giardino quasi con le lacrime agli occhi.
Sentii uno scricchiolio e alzai la testa che tenevo tra le mani,
“Ehy piccola, perché piangi?”
Eddie mi si sedette accanto cingendomi le spalle con un braccio
 “hai visto tutto?”
mi girò la testa verso di lui
“no, ma ho visto te, qui sola e in lacrime”
in quel momento lo strinsi fortissimo, non volevo che se ne andasse e rimanemmo così per un lasso di tempo che mi sembrò un’eternità
“grazie, anche se è da poco che ti conosco per ora sei il migliore amico che abbia avuto”
 il suo sorriso mi contagiò e sorrisi anche io
 “ehy piccola, non ringraziare, gli amici servono a questo”
 poi mi aiutò ad alzarmi e riscavalcò il recinto del giardino tornando a casa sua dove si sentiva la voce di suo padre che lo cercava. 
  

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Eccomi qua come al solito! Come sempre mi piacerebbe sapere cosa ne pensate ^.^ Alla prossima ;)

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Capitolo 6
*** Un appuntamento con Alex? ***


Piccolo avviso: come nel capitolo precedente la prima parte è dal punto di vista di Eddie e la seconda è dal punto di vista di Anny ;)
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“grazie, anche se è da poco che ti conosco per ora sei il migliore amico che abbia avuto”
migliore amico? Ecco, mi ero fregato con le mie stesse mani, non potevo rischiare di spezzare tutto per provarci proprio adesso, così cercai di sorridere e gli dissi con tutta la leggerezza possibile
“ehy piccola, non ringraziare, gli amici servono a questo”
 poi le allungai un braccio per aiutarla ad alzarsi e a quel contatto sentii come una scossa, ma cosa dovevo fare? Ecco ora ero l’amico a tutti gli effetti, non volevo rischiare, così anche il giorno dopo passò esattamente nello stesso modo tranne lei in lacrime, però averla vicino sorridente per me era quasi una tortura perché se le dicevo la verità probabilmente quel sorriso sarebbe scomparso.
Il venerdì sera ero sdraiato in salotto con la mia chitarra, ma l’ispirazione era sparita da quel giorno, il giovedì avevamo anche provato tutti insieme, ma non avevo combinato molto, comunque il quel momento passo Alex lasciandosi dietro un’insolita scia di profumo
“Ehy batterista che cazzo ci fai col profumo? Il bagno??”
 stava tramando qualcosa ne ero sempre più certo
“simpatico il chitarrista asociale! Sto uscendo con la tanto ambita ragazza della porta accanto”
 a quelle parole però mi alzai di scatto
“Tu esci con Anny?!”
 Alex rise
“si gelosone, ciao ciao! Ah e non aspettarmi sveglio!”
e uscì di casa.
Da quando Anny usciva con mio fratello? Era per lui che aveva rifiutato il mio invito? Forse non avevo più speranze o’ forse una c’era ancora, ma dovevo cercare di sfruttarla? Ricaddi sul divano, se possibile, con ancora più domane che mi frullavano in testa.
 

Non avevo più parlato con Olive e fortunatamente adesso il mio compagno di banco era Eddie, era bello averlo accanto anche perché aveva  già dimostrato di poter essere un buon amico, era l’unico con cui parlavo; il venerdì arrivò e la sera, anche se non avevo voglia di uscire, mi preparai per andare a mangiare qualcosa con Alex. Qualcuno suonò il campanello e corsi alla porta, Alex era magnifico quella sera anche se il mio cervello vagò fino a trovare la figura del fratello minore, ma poi mi risveglia a forza da quella visione, stavo per uscire con Alex, non con Eddie, anche se mi aveva invitata anche lui, quasi mi sentivo in colpa, ma eravamo solo amici quindi non dovevo nemmeno pensarci.
Alex mi fece entrare nella sua macchina e il tragittò fu breve, entrammo in una tavola calda e ordinammo due hamburger
“questi sono i migliori hamburger della zona”
 disse tutto fiero, poi iniziammo a parlare del più e del meno, mi raccontò di come lui e il fratello stavano formando una band e lo ascoltai senza dire nulla anche se in realtà lo sapevo già dato che Eddie me lo aveva raccontato durante un’ora di letteratura, ok non stavamo molto attenti anche nelle altre ore. Finimmo di mangiare e uscimmo di lì, a me quella cena sembrò durare un’eternità, ma ovviamente sorridevo e ridevo alle battute di Alex; quando sentii una mano afferrare la mia, mi girai di scatto, quella mano non era di Alex, ma del fratello minore che mi sorrideva come solo lui sa fare; non mi diede neanche il tempo di salutare Alex che mi trascinò via, ma avevano tutti la mania di trascinarmi via in sti giorni?! Vabbè a lui si poteva perdonare, infatti dopo quell’abbraccio sul portico di casa mia avevo capito cosa stava succedendo, avevo una cotta per lui.
Eravamo di nuovo nel parco dove eravamo stati un paio di giorni prima e ci eravamo divertiti tanto, ci sedemmo sotto lo stesso albero, che anche se ancora non lo sapevamo sarebbe diventato il nostro albero; ci sedemmo e guardammo il cielo in silenzio per qualche istante, ma poi ruppi il silenzio
“Eddie che succede? Perché mi hai portata qui?”
 mi guardò fisso negli occhi
 “non lo so con esattezza, so solo che tu mi piaci ed ero geloso a vederti con mio fratello”
 non mi lasciò neanche il tempo di capire quelle parole che mi baciò, ma io ero confusa, per qualche strano motivo ero rimasta in trance così lui si staccò subito dalle mie labbra e si alzò
“scusami, non dovevo, so che mi consideri solo un amico, dimentica tutto”
 e fece per andarsene, ma io riuscii finalmente a riprendere possesso del mio corpo e con una mano afferrai il suo polso
“aspetta”
 dissi, lui si inginocchiò di fianco a me, non sapevo cosa dire così mi limitai a ritrovare il contattò con le sue labbra; fu un bacio lungo, all’inizio dolce poi si fece più passionale, Eddie mi stava regalando uno dei momenti che non mi sarei mai scordata, il nostro bacio.
Quelli furono momenti magici, guardammo le stelle insieme e quando tremai per l’aria fredda lui mi abbraccio,
 “grazie”
 sussurrai, ma quel grazie non era solo per l’abbraccio, era per tutto. 


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Rieccomi qui come sempre, ma sta volta ad esultare per il nostro amato chitarrista che si è deciso a fare il primo passo ^.^ Ovviamente mi piacerebbe sapere cosa ne pensate e vorrei ringraziare chi legge e recensisce ;) Alla prossima!
Lemma

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Capitolo 7
*** Pace fatta? ***


Quella notte dormii talmente bene che la mattina dopo quasi rischiai di non arrivare a scuola in tempo, feci tutto di fretta e quando uscendo di casa guardai l’orologio mi resi conto che non avrei trovato Eddie lì fuori per fare la strada con lui, era troppo tardi. Uscii velocissima e quello che mi trovai davanti mi lasciò perplessa, Olive infatti era seduta in una macchina davanti a casa mia
“Sali o’ faremo tardi”
 disse lei sorridendo, io ancora perplessa salii
“senti Olive, scusa”
“ragazza non ti devi scusare, devo farlo io! Pace fatta?”
disse tendendomi una mano che afferrai in segno di riappacificazione, Live mise in moto e partimmo. “allora Ann come è stata la serata con Alex?”
 a quella domanda non ero preparata,  non potevo certo dirle di Eddie dopo la scena di quel giorno
 “bene, è stata tranquilla”
 la mia di nuovo amica sorrise maliziosa
“e non c’è stato niente fra te e Alex?”
 bene, quella non era un bugia
“niente, di niente”
 poi finalmente parcheggiò la macchina ed entrammo in classe il più veloce possibile. Grazie al suo passaggio in macchina arrivammo che la campanella non era ancora suonata, Eddie era seduto sopra al banco scambiando un paio di parole con Jeff e sorrise nel vedermi arrivare
“Ciao Jeff, Eddie”
dissi al settimo cielo, Jeff andò al suo posto congedandosi con una frase del tipo
“vi lascio soli”
 il mio ragazzo mi fece avvicinare a lui prendendomi per i polsi e a pochi centimetri dalle mie labbra sussurrò
 “ehy piccola, dormito bene? Ti aspettavo, ma non arrivavi più”
 mi allontanai da lui facendo la finta offesa
“piccola?! Abbiamo solo tre mesi di differenza!”
 lui mi guardò sbigottito, ma mi segui in una risata quando scoppiai, mi avvicinai di nuovo a lui e gli diedi un velocissimo bacio sulle labbra, giusto in tempo per il suono della campanella.
Ci sedemmo ai nostri posti e velocemente guardai in direzione di Olive, speravo non avesse visto niente e fortunatamente così sembrava essere quindi presi carta e penna e iniziai con i miei soliti scarabocchi.
“Che disegni? Fammi vedere”
 Eddie aveva deciso di non seguire la lezione, evidentemente era più interessato ai miei scarabocchi
“niente”
 non avevo voglia di farglieli vedere anche perché quello ritratto era lui
“certo niente, dai piccola”
“no, caro mio, va bene che sei figo, ma i miei disegni non li vedi! Sei già riuscito a sentirmi suonare, accontentati”
 e gli feci la linguaccia, ma lui cercò ugualmente di prendere il foglio che avevo sotto al gomito usando il solletico come arma a suo favore;
“Delacroix, Van Halen smettetela di far casino e seguite!”
 ecco, perfetto, il prof di storia ci aveva beccati a non seguire,
 “Ecco , sei contento adesso Van Halen?!”
 lui sorrise in modo ebete
“si”
e mi sventolò in faccia il suo bottino, o’ meglio, il mio disegno
“ridammelo!”
 lui non mi ascoltò e lo guardò, io ormai ero rossa come un pomodoro perché il mio disegno era finito nelle mani del soggetto
“e riecco che non ti capisco, perché non volevi farmelo vedere? Sei bravissima!”
non lo guardai nemmeno in faccia, che figura farmi beccare mentre lo disegnavo!
Quando suonò l’intervallo Olive si avvicinò a me e Eddie che eravamo seduti sul banco a ridere
“Ehy Ann, Eddie!”
 “Buon risveglio direi dopo la lezione di oggi”
 “ahahah allora ‘giorno ragazze”
 avremmo riso se Olive non fosse rimasta sorpresa dal fatto che Eddie l’aveva salutata, in effetti Eddie a scuola non era troppo socievole, ma quel giorno sembrava in vena di esserlo
 “uh quasi dimenticavo, lo dico a entrambe visto che sei qui Olive, stasera io, Alex e i nostri amici suoniamo, che ne dite di venire a sentirci?”
 la nostra compagna quasi urlò un sì e io annuii semplicemente anche se dentro ero eccitata come lei, avevo sentito solo i due fratelli suonare insieme ed ero sicura che sarebbe stata una grande serata!
“Ann ci vediamo stasera? Voglio dire, prima di uscire?”
 dovevo trovare un modo per dirgli di me e Eddie, quindi le dissi
“certo, da me alle sette e ci facciamo un panino”
 pensando che forse quello sarebbe stato un buon momento; lei tornò al suo banco e la lezione riiniziò. “Senti Eddie, dovrei dirti una cosa”
lui si girò verso di me un po’ preoccupato dal tono che avevo usato
“che c’è? Tutto bene?”
 “si… cioè no, oggi torno a casa con anche Olive”
“ok e vuoi che vi lasci sole?”
 ok ultimo sforzo per dirlo a lui, potevo farcela anche se significava tradire Live dicendolo proprio al diretto interessato, ma dovevo
“no, certo che no, ma vedi… ehm… tu le piaci e non le ho detto niente di quello che è successo ieri sera”
 mi guardò perplesso
“vuoi tenerlo nascosto?”
 “no , ovvio, ma contavo di dirglielo questa sera”
ed ecco lì quel bel sorriso alla Van Halen
“ok, farò il bravo ragazzo allora”
 a quella frase scoppiai a ridere come una scema lasciando il mio ragazzo con una finta aria offesa. 
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Rieccomi qui come sempre! :D Grazie a tutti voi che continuate a leggere, fatemi sapere cosa ne pensate! Alla prossima, Lemma ;)

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Capitolo 8
*** Dirlo o' non dirlo, questo è il problema! ***


All’uscita mi ricordai di aver dimenticato un particolare, Olive era venuta in macchina, adesso dovevo scegliere la strada con l’amica o’ con il ragazzo?
Live abbassò il finestrino
“ehy Ann vieni con me?”
guardai Eddie come per dirgli scusa, ma poi lei aggiunse
“Eddie vieni anche tu?”
“certo, grazie Live!”
il ragazzo mi prese la mano e mi trascino sorridente verso la macchina; il viaggio fu corto e piacevole e quando scendemmo ci demmo appuntamento definitivo alla sera, la macchina ripartì e restammo solo noi due
“devo andare, scusami, ma dobbiamo provare per stasera”
 mi diede un veloce bacio sulle labbra e corse verso la sua porta
 “a dopo mio bel chitarrista!”
 e via con le risate!
Alle sei e mezza circa sentii suonare il campanello e ovviamente era Olive, un po’ in anticipo, ma sembrava parecchio agitata
 “Ann!! Scusa l’anticipo, non ce la facevo più!”
 non potei trattenere una risata
“tranquilla, abbiamo più tempo per prepararci”;
 in men che non si dica finimmo in camera mia, dove la mia amica iniziò la ricerca disperata dell’abbinamento giusto fra le cose che si era portata, ma non le davo troppa retta, ero immersa nei miei pensieri, seduta alla finestra guardavo la casa accanto e cercavo di pensare a  come parlarle,
 “Ann, ma mi ascolti?”
“scusami Live, ero solo un po’ sovrappensiero”
 “Ma ti rendi conto che siamo state invitate da Eddie Van Halen a sentirlo suonare?! Morirò questa sera!” lei continuava a saltellare e scoppiava di gioia, così non trovai il modo di dirle che Eddie era impegnato.
Il tempo passò in fretta e alla fine uscimmo di casa e prendemmo la sua macchina, non ci volle molto per arrivare e subito entrammo nel locale, era ancora presto, ma io non riuscivo a smettere di pensare a cosa sarebbe successo
“Annette stai bene? C’è qualcosa che non va?”
 cercai le parole giuste, ma vedere i ragazzi mi salvò
“si, guarda ci sono Eddie e Alex!”
 la mora entusiasta mi trascinò da loro, io guardai il mio ragazzo con un’aria di scuse per fargli capire che forse non era il caso di salutarci come si deve, poi entrambi sorridemmo forzatamente; mentre Olive stava incollata a Eddie e io iniziavo a morire di gelosia del genere che l’avrei spostata e avrei baciato passionalmente il mio ragazzo lì davanti a lei, Alex mi presentò il bassista Mark e il cantante Dave, poi l’ora del concerto arrivò; i quattro si avviarono dietro al palco, ma prima di salirci Eddie mi prese per mano conducendomi in una zona più appartata e lontana dagli sguardi indiscreti, non disse nulla e mi baciò,
“Hey baby, sei bellissima!”
 ammetto che quel bacio fu stupendo, ma la domanda mi sorse spontanea
“Ma hai bevuto?”
“solo un pochino”
disse sorridendomi e correndo a prendere la sua amata chitarra.
“Ehy dove eri finita? Il concerto sta per iniziare”
 “sono sempre stata qui”
 mi accomodai al tavolo accanto a Olive ed eccoli che salirono sul palco. Fu un concerto stupendo, se già in due Eddie e Alex sapevano far miracoli, in quattro erano pura magia, per non parlare degli assoli di chitarra.
 Finito il concerto li vedemmo scendere dal palco e gli facemmo cenno di venire al tavolo, si sedettero intorno a noi e al diavolo, in quel momento era tutto troppo magnifico così mi dimenticai di tutto e bacia Eddie, fu un bacio lungo e passionale tanto da lasciare il mio ragazzo a bocca aperta a fissarmi subito dopo esserci staccati, poi ricollegai il cervello
“merda! Scusa Live, avrei dovuto dirtelo!”
 la ragazza sembrava non volermi rivolgere la parola, anzi iniziò a parlare con Alex e Mark, ci rimasi male, ma era da capire; Eddie stava parlando con Dave e io ero seduta lì come una cogliona, Eddie si accorse di me, dello stato in cui mi trovavo e allungò un braccio, mi fece avvicinare a lui e mi abbracciò, in poco iniziai a parlare anche io con Dave e la serata arrivò presto al termine; era andato tutto bene tranne per il fatto che non avevo più un’amica e mi ritrovavo a piedi, dispersa chissà dove a Pasadena.
“Non penserai che ti lascio tornare a casa tutta sola?!”
 Eddie era arrivato con la macchina che la sera prima aveva usato il fratello
 “lasciamo Alex al suo destino e torniamo a casa, io ho sonno!”
 entrai in macchina e lui partì subito; il viaggio fu sfortunatamente silenzioso il che permise alla mia mante di tornare a quello che era successo, mi dispiaceva veramente per la reazione di Live, ma era stata tutta colpa mia; davanti a casa Eddie parcheggiò la macchina nel vialetto, si avvicinò sempre di più a me e sussurrò
“notte piccola e sogni d’oro”
 prima di baciarmi, ma io mi staccai subito uscendo di corsa dalla macchina e scappando letteralmente verso casa
“scusa, non posso”
 furono le uniche parole che riuscii a dirgli. 

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Eccomi qui come sempre! Ormai non so più che dirvi :D Grazie a tutti e fatemi sapere cosa ne pensate!! ;) Alla prossima, Lemma

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Capitolo 9
*** Piccola pausa ***


Piccolo avviso: la prima parte è dal punto di vista di Eddie, la seconda di Anny ;)
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rimasto di sasso, lì sul sedile della macchina, Annette era letteralmente scappata da me lasciandomi perplesso, non capivo che le era preso; quando riuscii a realizzare l’accaduto e uscii dalla macchina per andare da lei comparvero mio fratello e Mark e Dave che lo avevano accompagnato a casa, feci per andare verso la casa vicina, ma Alex si avvicinò mettendomi un braccio fra le spalle e conducendomi verso casa nostra
“fratellino caro”
 disse con tono rassicurante, ma poi ecco le urla
 “perché cazzo mi hai lasciato a piedi senza nemmeno avvisare?!”
era vero, l’avevo lasciato lì senza dire nulla
“io ehm…”
 “niente io, tanto suppongo che tu sia andato in bianco sennò non saresti qui accanto a me”
mio fratello aveva sempre avuto la particolare abilità di affondare il coltello nella piaga anche se non so come faceva
“ma fottiti, io me ne vado a letto, notte ragazzi”
 e così feci.
Arrivai in camera a luci spente e istintivamente il mio sguardo cadde sulla finestra della casa accanto, una luce debole illuminava la stanza e lei era china su qualcosa a scrivere, rimase così tutta la notte o’ almeno finché non crollai sul letto ormai troppo stanco per rimanere ad osservarla,
“cavolo, quella ragazza mi ha mandato in pappa il cervello”
 fu quello che dissi fra me e me prima di partire per il mondo dei sogni, dove comunque l’avrei ritrovata.
 
Me ne ero andata senza dare una spiegazione a Eddie, mi sentivo un schifo, non c’era una soluzione così mi chiusi in camera mia e inizia a buttar giù righe e righe di parole, a volte senza senso; cosa avevo combinato? E più importante, potevo sistemare solo uno dei due casini, ma quale? Dovevo scegliere l’amicizia o’ Eddie? Decisi che avrei aspettato, avrei cercato di sistemare le cose lasciando che fosse il destino a scegliere per me quali.
La domenica arrivò più triste del solito, non avevo né la voglia né un motivo per alzarmi dal letto e iniziare una giornata, così rimasi chiusa in casa, cercai di suonare, ma non venne fuori niente di buono, così come quando cercai di disegnare, dovevo muovermi a sistemare qualcosa, così mi sentivo uno schifo.
Ecco te pareva, pure il campanella e nessuno in casa a parte me, mi alzai di malavoglia e andai ad aprire “arrivo”
urlai siccome ero ancora lontana dalla porta, ma quando arrivai non c’era nessuno, ma c’era una piccola rosa con un biglietto attaccato, mi chinai a raccoglierla guardando in giro in cerca di Eddie, ma non c’era traccia di lui, il biglietto diceva
“dobbiamo parlare, che ne dici di un hot-dog?”
cosa dovevo fare? Al diavolo pensare alla cosa migliore, dovevo andare! Corsi in camera a indossare qualcosa e poi via verso il parco dove ero stata qualche giorno prima con lui.
Eddie era seduto sotto allo stesso albero di quel giorno, quando arrivai alzò la testa, mi sedetti vicino a lui, ma non riuscivo a parlare
“sei venuta, non potevo aspettare domani, devo capire”
 io fissavo il vuoto, volevo solo girarmi e baciarlo, ma una stupidissima parte di me pensava all’accaduto con Olive
“piccola stai bene?”
 “no Eddie, non so cosa devo fare, baciarti senza aver detto niente a Olive è stata una gran cazzata”
 “non è stata una cazzata, hai solo calcolato male le cose e se quella è tua amica non smetterà sicuramente di parlarti”
 “Van Halen ti prego, non fare il saggio!”
 non riuscii a resistere e lo abbraccia, dopo un po’ mi allontanò per guardarmi negli occhi
“io e te? Che facciamo? Se vuoi posso aspettare che sistemi le cose”
ok perché non ci avevo pensato io? Lui era lì e mi avrebbe aspettata; lo strinsi più forte
“Eddie sei il ragazzo più meraviglioso che ci sia!”
lui sorrise imbarazzato, ma poi aggiunse con aria furba
“e anche il chitarrista più meraviglioso che ci sia!”
 lo colpii sul petto con un pugnetto
“zitto scemo, se ti sente Jimmy Page sei nei guai!”
 “mi spiace tesoro, ma tu non hai ancora sentito niente di quello che so fare! Ahio!!”
 lo ammetto, lo avevo colpito di nuovo.
Rimanemmo lì un sacco di tempo e ci divertimmo veramente tanto, come amici, ma mancava qualcosa; tornai a casa sperando di sistemare tutto il giorno dopo sennò sarei finita in manicomio, non potete mettermi Eddie accanto quando non posso nemmeno baciarlo! 

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Eccomi qui come sempre a ringraziare, fatemi sapere cosa ne pensate ;)

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Capitolo 10
*** E storia segresta sia ***


Lunedì, ma perché deve sempre finire così in fretta il weekend? L’arrivo del lunedì significava dover fare qualcosa, qualcosa che non sapevo come fare, ma l’idea di poter ritornare da Eddie mi aiutava, che poi era mai possibile prendersi una cotta così pazzesca nel giro di una settimana? Certo, quando si tratta di Eddie Van Halen, mi sembrava di conoscerlo da una vita!
Mi alzai comunque con poca voglia e feci tutto alla velocità di un bradipo paralizzato, proprio come il lunedì precedente, non avevo certezze di ciò che mi aspettava; fu bello vedere che il mio vicino di casa mi aveva aspettata per accompagnarmi, dava un briciolo di stabilità alla giornata, ma il viaggio fu completamente senza una parola tranne un
“pronta?”
 prima di entrare in classe, annuii ed andai subito verso Olive
“Ehy Live, posso parlarti?”
“parla con il tuo ragazzo!”
 rispose subito fredda come il ghiaccio
“ti prego Live, io e Eddie be… non stiamo insieme”
 “si certo, gli stavi facendo la respirazione bocca a bocca allora? Ma che brava”
accompagnò il tutto da una risata sarcastica e capii che non me la sarei cavata in fretta
“ti prego Live, dammi solo una seconda possibilità e se vuoi provarci con Eddie puoi benissimo farlo”
 oddio l’avevo detto veramente?! Certo che se ci provava la uccidevo all’istante
“be vedremo, siccome non state più insieme perché non cambi posto?”
 ecco ci mancava, ma dovevo sembrare disposta a fare tutto quindi la assecondai, e cambiai di nuovo posto con Jeff senza nemmeno dare una spiegazione a Eddie, quella situazione stava diventando difficile, se non deludevo uno deludevo l’altro.
Per un po’ di giorni andò avanti così, non riuscivo a parlare con Eddie nemmeno per un secondo e il giovedì pomeriggio iniziai a pensare che a sto punto dovevo scegliere, così potevo solamente perdere Eddie, non sembravano migliorare le cose fra me e Olive dal punto di vista ragazzi, anzi ragazzo, ma poi successe qualcosa di assolutamente geniale, almeno dal mio punto di vista in quel momento, ma in realtà non potevo sapere se avrebbe funzionato o’ meno; quel giorno ero in camera mia a scrivere parole senza senso come ormai facevo tutti i giorni per cercare di passare il tempo quando sentii un rumore alla finestra, come se qualcuno stesse bussando, ma era impossibile, non ero al piano terra, comunque, incuriosita, andai ad affacciarmi e appena guardai fuori mi ritrovai davanti un viso famigliare, subito aprii e quando lui entrò quasi gli urlai
“ma sei impazzito?!”
 “no, volevo solo vederti”
“no tu sei pazzo! Ti sei arrampicato fino alla finestra!!”
 sorrise compiaciuto avvicinandosi a me
“si piccola, di te”
 era sempre più vicino
“Eddie, ma…”
 ma che cavolo dovevo dirgli?! Non avevo nessuna scusa, lui era lì davanti a me come aspettavo da giorni “niente ma”
 e detto questo annullò completamente la distanza tra le nostre labbra che si unirono in un bacio a dir poco perfetto, ci staccammo solo per prendere fiato e poi ricominciammo, la verità è che mi era mancato; il mio cervello era in tilt e riuscii a fermarlo solamente quando mi ritrovai seduta su di lui sul mio letto
“aspetta Eddie, non possiamo!”
 “perché? Olive mica lo verrà a sapere”
 risi alla vista del suo faccino supplichevole
“magari Olive no, ma mia madre è di sotto”
 si mise a ridere anche lui
“non ti piace il rischio?”
 lo spinsi via
“scemo, smettila ed esci da quella finestra!”
“ma…”
 “niente ma, fra cinque minuti ti voglio in giardino!”
 corse verso la finestra
“ok, così va bene”
 e scese in giardino con un sorriso da ebete stampato sulla faccia; rimasi un attimo a ridere pensando a quella scena, poi lo raggiunsi, infondo dovevamo ancora mettere in chiaro delle cose, arrivai in giardino e lui era già seduto sul portico
“Eddie dobbiamo parlare”
 “cazzo, non mi piace sta frase”
 andai a sedermi vicino a lui
“dai Eddie sii serio, non posso proprio adesso che Live sta riprendendo fiducia in me!”
 “te l’ho già detto prima, non ti piace il rischio?”
 lo guardai perplessa
“che vuoi dire?”
 “semplice, che non deve per forza saperlo, glielo dirai quando sarai pronta”
 si vedeva dalla faccia, era decisamente compiaciuto per quella sua idea geniale
“be perché non provarci? E storia segreta sia e poi è più… eccitante direi”
 ridemmo e sigillammo l’accordo con un bacio. 


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Eccomi qui come sempre, purtroppo ho qualche problemino con la connessione quindi non so mai quando posso condividere, grazie comunque a tutti e fatemi sapere cosa ne pensare ;) Alla prossima, Lemma.

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Capitolo 11
*** L'armadio? ***


 
Era passata una settimana dalla mia geniale idea e sembrava funzionare, Anny stava riprendendo l’amicizia con Olive, a scuola facevamo finta di niente e passavamo insieme pomeriggio e sera quando non provavo con i ragazzi e Olive non stava diciamo a far la guardia; quel pomeriggio sembrava una boccata d’aria fresca, Olive aveva deciso di lasciare in pace Anny e Alex era uscito andato chissà dove. Quando uscii di casa a prendere una boccata d’aria fresca trovai Annette nel suo giardino, sdraiata tranquilla con un libro in mano
 “ehy che leggi?”
 la ragazza sobbalzo dalla sorpresa, non si aspettava di sentire la mia voce
“Eddie mi hai fatto prendere un colpo”
 mi misi a ridere guardando la sua faccia seria, lei si alzò e si avvicinò allo steccato, non resistei e iniziai a baciarla
“dai piccola, scavalca sto coso”
 lei sgranò gli occhi
“no, sei tu il pazzo fra i due, non ci penso nemmeno a scavalcare sto coso e ammazzarmi”
 “dai, se cadi ti prendo io”
 sembrò pensarci su un po’ poi disse qualcosa che non capii, probabilmente doveva essere una frase tipo “al diavolo” e scavalcò, ma come previsto dovetti prenderla ed entrambi finimmo a terra, ma la cosa non mi dispiaceva affatto, lei era proprio sopra di me e la sua risata era così meravigliosa, cazzo Alex avrebbe detto che stavo diventando un checca.
“Oddio, scusami Eddie, tutto bene?”
disse alzandosi vedendo che era proprio sopra di me
 “più che bene”
 dissi prendendo la mano che mi stava porgendo per spingerla di nuovo giù e baciarla e quando ci staccammo ci rialzammo,
 “non so, te ci sarai abituato, ma oggi fa veramente caldo”
“colpa tua, sei tu quella che cade sulle persone provocando situazioni abbastanza calde”
ahio, cavolo quella ragazza, quando voleva, sapeva tirare i pugni
“scemo, sei tu che hai avuto questa brillante idea!”
 “ok allora senti questa di brillante idea, che ne dici di andare in casa che è più fresco invece di fare la lucertola e leggere libri sotto al sole?!”
 la presi per mano e la condussi in casa, poi su per le scale fino a camera mia, lei entrò e si guardò in giro mentre io cercavo un album dei Led Zeppelin, in fondo sapevo che le piacevano,
 “Ehy Ed, ma sei proprio davanti a camera mia”
”già”
 sorrisi pensando alle volte in cui l’avevo osservata da quella finestra
“mmm Led Zeppelin, buon gustaio il ragazzo”
 disse poi avvicinandosi con fare provocante
“ok, adesso il caldo lo sento pure io”
 era ormai ad un centimetro da me quando le presi la testa fra le mani e iniziai baciarla con sempre più passione, questa volta ammetto che era stata lei a prendere l’iniziativa e in poco ci ritrovammo sul letto, lei era a cavalcioni su di me e i baci si facevano sempre più famelici, Anny mi tolse la maglietta sempre fra un bacio e l’altro e io iniziai a sbottonarle la camicetta, seguii parte del suo corpo con le mie labbra e la sentii muoversi come se il contatto le avesse provocato i brividi, brividi di piacere, la sentivo gemere e stavo per slacciarle i pantaloncini quando qualcosa ci fermò, o’ meglio qualcuno.
Alex aveva una straordinaria capacità di arrivare sempre in momenti poco opportuni e per questo lo odiavo veramente
 “Eddie, dove sei?? Sei presentabile? C’è qui anche Olive”
 vidi Anny sbiancare come se avesse appena visto un fantasma
“oh cazzo, Eddie che facciamo adesso?”
 era veramente agitata, dovevo inventarmi qualcosa al più presto; presi la sua camicetta che era finita a terra e gliela porsi, lei se la mise ancora nel panico, maledizione quanto era bella e se non fosse arrivato quel guastafeste! Cercai di non pensarci, la mia mente perdeva lucidità al solo tornare al minuto prima, poi ebbi l’idea giusta
 “Anny l’armadio!”
“l’armadio?”
ripeté lei perplessa
“si l’armadio, o’ preferisci saltare dalla finestra?”
 “ok l’armadio”
 la feci entrare e le diedi un ultimo bacio, poi accostai l’anta, afferrai una chitarra e mi buttai sul letto con talmente tanta foga che quasi non caddi, in quel momento la sentii soffocare una risata, poi ecco la porta aprirsi.
 “Eddie sai dov’è Annette? Olive l’ha cercata a casa, ma non l’ha trovata”
indifferente risposi subito
 “e che ne so io scusa?!”
“ma pensavo tu lo potessi sapere”
fulminai Alex per quella frase
“vabbè, che stavi combinando fratellino?”
 “non vedi? Stavo suonando!”
 mi guardò bene bene
 “certo, allora perché la chitarra non è collegata all’amplificatore”
cazzo non ci avevo pensato, ma possibile che non si cuciva quella bocca?! Saltai giù dal letto e inciampai nel cavo che in teoria doveva essere collegato alla chitarra, ottimo direi, e caddi in avanti addosso a Olive, fu un momento prima che mi alzassi chiedendole scusa che lei alzò la testa e cercò di baciarmi, ovviamente io mi alzai praticamente subito, ma quello che aveva visto Anny bastò per farla uscire dal suo nascondiglio e farla scappare via; cazzo che disastro, appena riuscii ad alzarmi e liberarmi di quei due corsi via anch’io dovevo trovarla, sapevo che Alex e Olive mi avrebbero seguito, ma fui più veloce e riuscii a liberarmene, se dovevo sistemare qualcosa dovevamo essere solo noi due. 
 

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Eccomi qui come sempre, come avrete notato l'intero capitolo era dal punto di vista del bel chitarrista e più avanti ce ne saranno altri ;) Grazie a tutti come sempre e fatemi sapere cosa ne pensate! Alla prossima, Lemma ;)

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Capitolo 12
*** scelgo te ***


Ero nascosta nell’armadio di Eddie e a stento trattenevo le risate, anche se da lì non riuscivo a vedere tutto, so solo che ad un certo punto ho visto il mio ragazzo appiccicato a Olive e le loro labbra incollate, questo era troppo, pochi minuti ero su quel letto con lui a baciarlo come una scema e adesso era incollato a quella; uscii dall’armadio mandando tutto al diavolo e corsi, corsi il più veloce possibile finché non sentii fitte di dolore alla milza, in men che  non si dica ero arrivata al parco, come sempre l’angolo dove c’era la pianta sotto la quale ci sedevamo era vuoto, andai a sedermi dietro quel tronco, lontano da sguardi indiscreti e lasciai che le lacrime scivolassero fuori, tenerle dentro faceva solo più male.
Per un po’ rimasi lì tranquilla, per forza, con quel che avevo corso nessuno mi sarebbe stato dietro, ma poi rieccolo lì, mi aveva trovata; non volevo vedere Eddie, volevo solo stare da sola così mi alzai e riiniziai a camminare
 “Anny aspetta!”
 non lo ascoltai nemmeno, ma lui si mise a correre e mi afferrò per il polso, sentii una scossa, il suo contatto mi faceva sempre questo effetto
 “Annette perché sei scappata?”
 “dovevo assistere allo spettacolo tuo e della mia amica per caso?!”
 Eddie scosse la testa disperato
“cazzo, perché devi fare così?! Sono solo caduto e poi ha fatto tutto lei”
 aveva bisogno di stare sola, poteva anche aver detto la verità, ma non potevo stare lì
“Scusa, ho bisogno di stare sola”
la sua frase successiva mi fece rimanere secca lì
 “non ti lascerò mai andare”
 ma scossi la testa e mi ripresi
“Attento Van Halen, il mai è un tempo molto lungo”
 la verità è che volevo apparire fredda e incazzata, ma qualcosa in lui mi faceva sciogliere
“Cazzo ragazza, tu mi farai impazzire del tutto uno di sti giorni, ma non oggi capito?!”
 fece scivolare le sue dita dal mio polso fino alla mia mano poi si riavvicinò all’albero, lasciò andare la mia mano e cercò qualche appiglio per issarsi sui rami, poi allungò un braccio e mi disse di salire , io mi strofinai gli occhi ancora bagnati dalle lacrime poi decisi di afferrare il suo braccio e seguirlo, il mio cervello diceva vattene, ma il mio corpo agiva involontariamente; Eddie mi fece posto sul ramo e mi sedetti
“sai è l’ora giusta, guarda che spettacolo”
 aveva ragione era stupendo, se voleva fare colpo c’era riuscito, ma quando cercò di baciarmi le lacrime continuavano a scendermi, anche se ripensando agli aventi mi ero quasi decisa che mi aveva detto la verità; sentii le sue mani sulle mie guance ad asciugare quelle lacrime
“Anny calmati, va tutto bene, goditi il tramonto e se non vuoi baciarmi posso aspettare”
cosa dovevo fare? Forse per una volta non dovevo pensare e lasciare che il mio istinto prendesse il sopravvento; tornai a guardare le luci del tramonto e quando uno spiffero d’aria fredda mi fece tremare lasciai volentieri che Eddie mi abbracciasse.
Le ultime luci del sole scomparvero lasciando comunque un cielo ancora molto luminoso, fu in quel momento che Eddie saltò giù dall’albero, io però rimasi un attimo ancora lì, ero leggermente imbranata in ste cose, guardai in basso e vidi Eddie che tendeva le braccia verso di me
“dai, fidati”
io cercai di scendere, ma persi l’equilibrio ritrovandomi così fra quelle braccia
“due salvataggi in un giorno, non ti ci abituare, non posso sempre essere con te”
 avevo trovato il posto dove dovevo essere in quel momento ed era esattamente stretta in quella presa forte, ma delicata
“potresti anche farlo per la tua ragazza”
 a quella parola sorrise così come sorrisi io, era una piccola certezza che volevamo stare insieme.
“Anny ti rendi conto che adesso dovremo affrontare Alex e Olive”
 eravamo sulla via di casa e dovevamo tornare ad affrontare la realtà
“Dai, quella nei guai sono io”
 “Si e io come faccio a non farmi deridere a vita da Alex?!”
ebbi un’idea per sistemare almeno il suo problema
“Tranquillo, lascia fare a me”
 “E Olive?”
 avevo fatto la mia scelta
“Olive se gli va bene così ok sennò io scelgo te!”. 
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Eccomi qui :D Come sempre garzie a tutti e fatemi sapere cosa ne pensate ;)

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Capitolo 13
*** Alex cameriere? ***


Arrivammo a casa di Eddie e sul divano trovammo Alex, bene un problema in meno da risolvere; il ragazzo quando vide il fratellino, come previsto iniziò a prenderlo per il culo e ridere come un matto, ottimo, potevo provare la mia idea! Saltai sul divano accanto ad Alex che ancora rideva
“perché ridi tanto Alex? Tu non sei mai stato con una ragazza?”
 evidentemente non si aspettava quella frase perché mi guardo con uno sguardo da far piegare in due dalle risate
 “ma che domande fai?! Ovvio che ci sono stato”
 “Allora che c’è da ridere?”
 “Che questo è proprio impedito, anche questa volta è andato in bianco! Fratellino mi fai tenerezza”
 a quell’affermazione il chitarrista indirizzò un terzo dito al batterista, ma furbescamente con uno sguardo malizioso rivolto verso Eddie mi avvicinai all’orecchio di Alex, talmente vicino da sfiorarlo con le mie labbra divertendomi vedendolo provare una sensazione di brividi
“questo lo dici tu Al”
 ok gli avevo mentito, ma talmente bene che la sua faccia per me fu come vincere un premio oscar, da quel momento smise di ridere come uno scemo e andò in cucina, quando passò accanto a Eddie gli sussurrò qualcosa all’orecchio, incuriosita chiesi subito a Eddie che gli aveva detto
“niente, solo che vuole sapere se te la cavi bene come pensa lui”
 ok quello mi lasciò a bocca aperta e urlai verso la cucina
 “Alex non lo saprai mai!”
 così scoppiammo sia io che Eddie nell’ennesima risata; fummo interrotti dall’arrivo di sua madre, ops non avevo visto l’ora ed era tardi
 “Buona sera signora”
 la madre guardò prima Eddie poi me con aria sospetta, ma poi rispose cordiale
 “oh ciao Annette, che piacere vederti, vuoi rimanere a cena?”
 “no, no grazie mille, ma stavo giusto andando”
 Eddie fece gli occhioni da cucciolo, col cavolo che lo baciavo lì davanti a sua madre, così, nascosta dal divano che ci separava da sua madre, gli tirai un pugno, leggero, nello stomaco, quello che ottenni fu un delusissimo
“Ciao Annette”
 e me ne andai a casa mia ridendo fra me e me.
Ecco la sveglia, non me la sentivo di alzarmi, mi girava la testa; poco dopo, non vedendomi scendere per la colazione arrivò mio madre preoccupata
 “Annette non stai bene?”
“no mamma”
dissi la verità, infatti scoprii di avere la febbre.
Stetti tutta la mattina a letto pensando che forse non era poi così male, almeno quel giorno non avrei dovuto affrontare nessun problema, una bella giornata in solitudine mi avrebbe fatto più che bene! Ma quale solitudine?! Nel pomeriggio sentii che qualcuno aveva bussato alla porta e mia madre era andata ad aprire, pochi minuti dopo mi ritrovai i fratelli Van Halen in camera e con loro la tranquillità era messa a dura prova, specialmente per la sclerata di Alex quando diventò il nostro cameriere; Eddie assetato e furbo ad un certo punto chiese
“Anny non hai sete?”
 “be un po’ in effetti”
 evidentemente erano le parole che voleva sentire perché sorrise sornione
“Alex va a prendere qualcosa da bere”
 il batterista non aveva proprio voglia di alzarsi
“Vacci tu! Mica muore se la lasci un attimo sola”
 “Ma Alex, sono il suo ragazzo, devo starle vicino”
 il fratello maggiore iniziò con una sclerata assurda rivolta al minore, ma Eddie sembrava sicuro di se e non gli rispose finché stanco, Alex non smise di parlare e scese in cucina, il chitarrista si avvicinò sempre di più a me baciandomi
“Ora abbiamo un cameriere personale”
 sorrideva come uno scemo così lo spinsi giù dal letto con entrambe le braccia e lui si ritrovò a terra spaesato
 “Uno, povero Alex, sei un approfittatore! Due, devo ammettere che farebbe comodo, tre, scemo se mi stai così appiccicato ti becchi l’influenza anche tu!”
 il ragazzo tornò a sedere sul letto con un sorriso malizioso, ma io lo tenni a distanza
“Eddai, qualche giorno di scuola in meno non mi dispiacerebbe”
 “Scemo!”
 “Hai ragione, Alex non ce la farebbe a fare da cameriere ad entrambi”
 risi a quella frase, ma non mi convinceva sta storia
“Ma chi ti dice che lo puoi usare così?!”
 “Senti Anny, lo conosco troppo bene, so come usarlo”
 la frase di Eddie si dimostrò veritiera, Alex fu veramente utile, ma mi faceva tenerezza poverino; giunta l’ora di cena i due scomparvero lasciandomi finalmente quell’attimo di pace che tanto bramavo, questa pace durò fino al pomeriggio seguente, ma sta volta ricomparve solo Eddie
 “Alex ha detto che è stufo dei miei giochetti e che non ha intenzione di fare da cameriere oggi, ah ha anche detto che devi guarire presto perché domenica suoniamo”
 istintivamente risi, era giunto il momento di una delle frasi che danno più soddisfazione
“Eddie, non so se ieri mi stavi ad ascoltare, ma dopo l’ennesima cosa che hai fatto fare ad Alex TE LO AVEVO DETTO”
 il ragazzo incrociò le braccia e mise su il broncio come una bambino di cinque anni, ma sapevo io come farlo ammorbidire, mi inginocchiai accanto a lui che era seduto sul mio letto e iniziai a baciargli il collo, inutile dire che fece subito effetto, se lui sapeva come usare Alex io avevo trovato il modo per sfruttare lui. 

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Eccomi qui, non so più che titoli dare ai capitoli :D Grazie a tutti come al solito e fatemi sapere cosa ne pensate ;)

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Capitolo 14
*** serata senza intralci ***


Anny si riprese in fretta e la domenica sera lasciai gli altri a montare la strumentazione mentre andavo a prenderla a casa; parcheggiai la macchina davanti a casa sua e andai a citofonare, appena si aprì la porta mi ritrovai le braccia di lei intorno al collo e le sue labbra sulle mie, quella sera era davvero bellissima e molto sexy con quel vestitino;
 “Wow, cosa ho fatto per meritarmi questo?”
 lei sorrise un po’ imbarazzata, arrossiva spesso e questo mi mandava il cervello in pappa
 “Niente, avevo solo voglia di salutarti come si deve”
 in quel momento maledissi il concerto, le sarei volentieri saltato addosso in quell’istante, ma non potevo, così le aprii la portiera e ci avviammo al locale; di solito prima di suonare in pubblico bevevo per scaricare l’ansia, ma è inutile dire che questa volta ero impegnato, avevo accanto Anny e con lei non potevo pensare di certo a stare per conto mio a bere; lasciai Anny fra la gente e andai con i ragazzi sul retro del palco, imbracciai la mia chitarra e salimmo pronti per lo show, vederla lì davanti mi diede la forza di suonare, saltare e scatenarmi per due ore e alla fine non ero nemmeno stanco e a dire la verità avevo già una mezza idea di come si sarebbe conclusa la serata.
Scesi dal palco con ancora l’adrenalina e andai verso il bancone del locale dove la mia ragazza era seduta a parlare con un’altra, aveva in mano un cocktail e rideva, cavolo quella si che era una serata stupenda, gran concerto e un ragazza fantastica; lei si accorse della mia presenza e inclinò la testa verso di me per potermi baciare, la abbracciai da dietro e il suo sorrise valse più di mille parole, poi mi presentò la ragazza con cui parlava che saltò fuori che veniva nella nostra scuola, vedendo il bicchiere di Anny vuoto ordinai due cocktail
 “Eddie sei pazzo? Non li reggo due”
 “Dai Anny, festeggiamo! Il concerto è andato alla grande e siamo qui insieme”
lei non del tutto convinta iniziò lo stesso a bere; restammo lì a parlare per un po’, effettivamente Anny non reggeva l’alcool troppo bene, sembrava più contenta del solito, poi guardai l’orologio e decisi che era tardi, dovevamo andare a casa; nel parcheggio Anny mi chiese
“Ma Alex?”
 le feci cenno di salire e non preoccuparsi
“Alex sta da Mark questa sera, vogliono far serata fra ragazzi”
 buttai lì una scusa anche se il fatto che Alex stesse da Mark era vero, la ragazza montò in macchina ancora allegra.
Presto arrivammo davanti a casa mia, le aprii la portiera e poi le proposi quello che pensavo ormai da un po’
“Vuoi entrare?”
lei tornò seria un istante
“Ma è tardi e poi disturberemmo i tuoi”
 “Tranquilla, i miei non ci sono, sono da dei parenti”
 lei però rimase immobile
“Ma devo rientrare o’ mi ammazzano”
 ma perché sempre mille problemi? Trovai comunque un’idea che a entrambi sembrò geniale, così lei si diresse verso casa sua, entrò e si chiuse in camera, poco dopo aprì la finestra e mi chiamò
 “Bene e adesso come pensi che riesca a scendere?”
 “Dai togliti quei tacchi e vieni giù!”
poi la vidi traballante mettere un piede sul cornicione e cercare di scendere, ammetto che godevo di una bella vista da lì ed espressi il mio apprezzamento a parole, lei si girò rossa in faccia
“Giuro che se non mi ammazzo scendendo ti prendo a pugni”
 era così comica e sexy contemporaneamente e quando come una furia mi si avventò addosso la accolsi a braccia aperte, in breve smise di picchiarmi e iniziò a baciarmi.
Non ci staccammo neanche un secondo e ci avviammo alla porta di casa mia che fui costretto ad aprire con un piede, quasi subito ci ritrovammo in camera mia dove la stesi sul letto slacciandole il vestito, lei fece lo stesso con i miei e rimanemmo in intimo a coccolarci sul letto, alla fine fu qualcosa in più di semplici carezze, fu veramente una bomba.
Sfiniti ci addormentammo entrambi, alle prime luci del sole però fui svegliato da lei che era nel panico
“Cazzo Eddie, è mattina, dovrei essere in camera mia!”
 ancora nel mondo dei sogni non riuscivo a capire nemmeno quello che mi diceva così mi ritrovai un bicchiere d’acqua rovesciato in faccia
 “Apperò che bel risveglio”
 dissi sarcastico mentre lei continuava la sua scenata, poi mi stufai di vederla così, mi alzai e le presi i polsi “Ora calmati, respira”
 fece come le avevo detto fortunatamente
“Bene, adesso usciamo e tu ti riarrampichi su”
 “Ma io, e se non ce la faccio”
 “Calmati, ci penso io”.
Uscimmo di casa e scavalcammo lo steccato, una volta sotto la finestra Anny si fermò a osservarla perplessa, così inizia ad arrampicarmi io e le tesi un braccio in aiuto, lei entrò in camera appena in tempo, infatti la sentii iniziare a parlare con la madre e inventarsi scuse del tipo
“Mi sono addormentata vestita”
 aspettai di sentire di nuovo la porta chiudersi e scesi dal mio nascondiglio.
 
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Sono sempre qui :D Grazie a tutti e fatemi sapere cosa ne pensate! PS: i titoli dei capitoli fanno schifo, lo so, ma non ho ispirazione in sti giorni :D

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Capitolo 15
*** è il MIO ragazzo ***



Fu una serata incredibile e finalmente io e Eddie riuscimmo a rimanere da soli, questa volta nessuno fratello o’ amica ficcanaso ci interruppero, ma rimasi addormentata nel letto di Eddie così la mattina mi salvai per un pelo rientrando dalla finestra della camera proprio come ne ero uscita la sera prima;
 “Annette sveglia, devi prepararti per la scuola! Ma che ci fai ancora vestita così?”
 mi stiracchia e sbadiglia, in effetti ero veramente stanca, non è che avevo dormito molto
“Grazie mamma per la sveglia, niente è che mi sono addormentata così”
 quando uscì dalla porta tirai finalmente un sospiro di sollievo, mi affacciai alla finestra e vidi Eddie che rientrava in casa.
Il tempo di fare colazione e cambiarmi alla veloce ed era già ora di avviarsi verso scuola, ma chi caspita li ha inventati i lunedì?! Comunque uscii che sembravo un zombie, baciai il mio ragazzo e senza neanche un pensiero per la testa ci avviammo verso quella gabbia mano nella mano, anche se avevo la sensazione di aver dimenticato qualcosa.
Quando entrai in classe capii cosa avevo dimenticato, Olive! Vederla mi fece salire la rabbia, Eddie se ne accorse e mi prese per mano per cercare di calmarmi, ma non servi, strinsi la stretta e me lo trascinai dietro agguerrita come non mai; Olive che era davanti al suo banco a parlare con Jeff rimase pietrificata nel vedermi, poi mi fece segno di calmarmi con le mani e disse
“Senti Ann…”
 non fece in tempo a finire la frase perché la fermai
“Senti Ann un cazzo, vedi questo ragazzo? Be questo è il MIO ragazzo, quindi se osi baciarlo ancora una volta considerati morta e sepolta sotto tre metri di calcestruzzo!”
 dopodiché avvicinai a me con forza Eddie e lo bacia con prepotenza come non avevo mai fatto, quel gesto lasciò Olive impaurita perché sapeva che non scherzavo e Eddie di stucco; dopo il bacio Eddie rimase a fissarmi a bocca aperta come uno stoccafisso, lo strattonai per farlo tornare alla realtà e lo trascinai ai nostri posti,
“wow”
fu l’unica parola che riuscì a dire, be almeno sapevo che non aveva perso l’uso della parola.
Dopo un paio di minuti buoni Eddie riprese l’uso del cervello
“Tu, tu sei pazza, tu sei imprevedibile, tu sei vendicativa, tu sei una bomba, tu sei… sexy, penso di essermi innamorato!”
 oddio quel ragazzo sapeva proprio come far ridere le persone e il bello era che sembrava anche serio, “Caspita Van Halen, se sapevo che ti mandavo il cervello in pappa in questo modo manco ti sfioravo!”
 “No, no sto bene! Ho solo bisogno di un bacio”
 ecco lo sguardo supplichevole
“No caro mio, per oggi basta, sennò quando ti bocceranno mi sentirò troppo in colpa”
iniziai a ridere e Eddie mi venne dietro, poi si fermò, realizzò quello che gli avevo appena detto e diventò improvvisamente serio
“Ehy”
 fu l’unica cosa che disse ed incrociò le braccia con fare offeso, ok riusciva anche ad ottenere ciò che voleva, infatti ottenne il suo bacio, ma siccome non aveva specificato lo ricevette sulla guancia
“ti odio”
“Davvero? Fa niente”
 “Si, non puoi prima baciarmi in quel modo e poi in questo, smettila di giocare con un povero ragazzo indifeso”
 “Ma smettila di fare lo scemo o’ ti scordi tutto oltre ai baci”
 continuai a ridere come una scema e sentii un
“crudele”
 sussurrato a denti stretti da Eddie.
Passò qualche giorno prima che i genitori di Eddie tornassero così ci divertimmo molto, mai lasciare due ragazzi soli in una casa; comunque in quei giorni non parlai più con Olive ed ero contenta di aver scelto Eddie, ma via una dentro un’altra giusto? Infatti nei cambi d’ora e così iniziai a parlare con Alissa, la ragazza che avevo conosciuto durante il concerto di Eddie, era simpatica e amava molto la musica; quello fu l’inizio di un’amicizia, quando non ero con Eddie, cosa che devo dire finché non tornarono i suoi genitori accadeva veramente di rado, mi trovavo con lei per un gelato o’ cose simili; mentre accadeva tutto questo Alex, che era sempre in mezzo ai piedi, sembrava aver trovato qualche nuovo interesse, perché Eddie e di conseguenza pure io, lo vedeva sempre più di rado se non per suonare e mangiare 

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Eccomi qui, ho l'impressione che questo capitolo è un pochino più corto degli altri, ma dai, la prossima volta condivido il mio capitolo preferito *.* Vabbè grazie a tutti e recensite per favore, recensite!

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Capitolo 16
*** Secondo nome ***


un giorno io e Eddie eravamo seduti sul suo divano, lui aveva in mano la chitarra e strimpellava qualcosa, diceva che quando ero lì aveva l’ispirazione, comunque vedemmo uscire di fretta e furia Alex che controllava l’orologio,
“Per me c’è sotto qualcosa, è strano in sti giorni, non sta più fra i piedi”
 Eddie era perso nel suo assolo di chitarra così ci mise un attimo per rispondere
“Bo, a me basta che suoni quello che deve e poi se si è trovato una tipa da qualche parte non mi interessa” gli tirai un cuscino in piena faccia
“Edward Van Halen, Alex è tuo fratello, come puoi dire che non ti interessa?!”
 “Mi sembri mia madre, ma lei usa il nome completo”
e scoppiò a ridere, nome completo eh?
“Bene, quale sarebbe questo tuo nome completo?”
“Ah te lo scordi tesoro, non voglio una seconda madre, sennò poi con chi mi diverto?!”
 ok non me lo voleva dire? Era giunto il momento di farlo cedere; mi avvicinai a lui e gli sfilai la chitarra dalle braccia, mi misi a cavalcioni su di lui e iniziai a baciargli il collo, non sarebbe resistito a molto
“Così non vale!”
 si lamentò lui, in risposta io lo feci sdraiare sul divano e gli tolsi la maglietta iniziando a percorrere tutto il suo petto con le mie labbra fino al bordo dei pantaloni, istintivamente inarcò la schiena percorsa da un brivido di piacere, sapientemente allungai una mano sulla cerniera e gli chiesi
“Allora?”
 lo torturai tirando giù molto, ma molto lentamente la lampo mentre mi mordevo le labbra guardandolo intensamente, i suoi occhi brillavano dall’eccitazione, poi ecco che ottenni ciò che volevo
 “Edward Lodewijk Van Halen”
 urlò lui ormai convinto che avrebbe ricevuto qualcosa in cambio per la sua confessione, ma appena ebbi il nome mi alzai tranquilla e tornai al mio posto sull’altro divano
 “Bene, ho ottenuto quello che volevo”
 “Ma tu sei crudele! Ora mi spieghi come faccio?!”
 era rimasto con una faccia da pesce lesso a guardarmi stupito
 “Ti ricordi quando tu usasti Alex come cameriere?”
 lui annui
“Be, io ho trovato il modo per usare te”
sorrisi soddisfatta di quell’affermazione
 “Ah si? Davvero? Be, ora mi prendo ciò che mi spetta”
detto questo mi saltò letteralmente addosso iniziando a sbottonare la mia camicetta, ora era lui a torturare me, giocando con le dita e con le labbra, ma Eddie non aveva la forza sufficiente a resistere e torturare di piacere solamente, infatti finimmo presto per fare l’amore;
“Se Alex ha davvero una ragazza dobbiamo ringraziarla”
 scherzò lui mentre sorrideva sornione tenendomi stretta nelle sue braccia
 “Chitarrista, non mi interessa niente di Alex in questo momento!”
 “Non ti interessa neanche se fra un minuto esatto entra da quella porta?”
 lo guardai perplessa
“Che stai dicendo Van Halen?!”
 “Che ho visto la macchina di Alex”
 “Occazzo, sempre il solito guastafeste”
in dieci secondi netti ci rendemmo diciamo presentabili e facemmo appena in tempo, infatti pochissimo dopo si aprì la porta
“Già qui?”
 Alex guardò prima Eddie e poi me, sorrise malizioso, forse non eravamo poi così presentabili
 “Non so cosa abbiate combinato voi due, ma sono stato fuori tutto il pomeriggio”
 e scomparve su per le scale ridendo e ridendo.
 “Eddie, ma proprio così dovevi salutarlo?!”
“Guarda che non è colpa mia se ci ha scoperti, sei tu quella con il trucco sbavato e i capelli arruffati!”
“Cosa?!”
 “Lì c’è lo specchio, baby”
 corsi davanti allo specchio, cavolo aveva ragione, ero un disastro, ma poi guardai lui
“Anche tu però non è che hai l’aspetto del santarellino”
era ancora senza maglietta, il viso rosso e una piccola goccia di sudore gli rigava la fronte; ci guardammo per un secondo ed entrambi scoppiammo a ridere
“Dai Anny, vieni qui, non è successo niente, infondo i miei tornano domani, non potevamo sprecare una situazione simile”
 “Edward Lodewijk Van Halen sei un caso disperato”.
Fortunatamente quando rientrai a casa mia, nel tragitto dall’entrata alla mia camera, non incontrai i miei genitori e riuscii ad andare a sistemarmi il trucco e i capelli senza strane domande a cui dover rispondere.
Il giorno dopo, come Eddie aveva detto, i signori Van Halen fecero ritorno a casa frenando così la nostra passione; i momenti in cui ero sola con Eddie diminuirono e iniziai a frequentare sempre più spesso Alissa e la sua amica Michelle.
 Mentre Eddie passava sempre più tempo a suonare con gli altri, Alex ancora non ce la raccontava giusta; un giorno parlai con Mark e David e scoprii che anche loro avevano notato in lui un comportamento un po’ strano, ma sembrava che il ragazzo non ne avesse parlato con nessuno.
 La curiosità di tutti aumentava sempre di più specialmente quando io e Eddie lo vedemmo davanti a scuola all’ora d’uscita, ma in mezzo alla folla lo perdemmo di vista.
 “Anny l’hai visto anche tu?”
 capii subito che si riferiva ad Alex
“Si, che ci fa qui?”
 “Non lo so e poi sto stronzo non ci offre nemmeno un passaggio!”
 perché i ragazzi dovevano essere sempre così scemi?
“Scemo, tu non sei curioso?”
 “Ovvio che lo sono, ma non ho voglia di camminare”
“Su muovi quel bel culetto, andiamo a casa”
“Ok, ma tu vieni da me e mi aiuti a scoprire che combina”
sembravamo proprio dei ficcanaso, ma non potevamo fare a meno, quel ragazzo era così strano in quei giorni. 
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Il mio capitolo preferito :D Dai dai recensite!!!!!!!!! Grazie a tutti come sempre ;)
 

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Capitolo 17
*** Alex innamorato ***


 Arrivammo a casa sua, ormai i nostri genitori erano abituati a vederci sempre insieme, Eddie si buttò sul divano e prese la chitarra che aveva abbandonato di fianco
“Allora? Qualche idea? Come facciamo a scoprire che sta combinando?”
 mi sedetti accanto a lui senza idee, lui mollò la chitarra e iniziò a baciarmi, ma a metà del bacio si stoppò con la faccia di chi ha vinto il premio Nobel
“Trovato!”
mi prese per mano correndo su per le scale, poi entrò nella camera di Alex.
La camera di Alex era un disastro almeno quanto quella di Eddie
 “Anny va alla finestra e controlla che non arrivi Alex”
 tranquillamente mi sedetti vicino alla finestra mentre lui sembrava un uragano, frugò nel letto, mise sottosopra armadi e cassetti con una velocità pazzesca, alla fine era disperato
“Tutto inutile, nessuna prova”
 feci per alzarmi e uscire da quella camera quando vicino a me notai un quadernetto pieno di fogli, lo raccolsi e lo mostrai a Eddie
“E questo?”
 il ragazzo si gettò sul letto incurante del casino che aveva combinato e iniziò a sfogliare le pagine, ad un certo punto iniziò a ridere come uno scemo con addirittura le lacrime agli occhi
“oddio… ahahahahah, che sdolcinato… gli occhi come stelle ahahahahah”
 lo guardai perplessa e stupita per quel comportamento
“Eddie stai bene?!”
 “No, se continuo a leggere mi viene il diabete!”
 “Dammi qua”
 gli strappai il quadernetto dalle mani e iniziai a decifrare la scrittura di Alex.  In effetti sulla storia del diabete Eddie aveva ragione, c’era scritta una sorta di poesia o’ canzone fin troppo sdolcinata, almeno per i miei gusti
 “Dai Eddie ora smettila, è una cosa carina anche se un po’ esagerata”
“oh stellina mia, sole delle mie giornate, amore mio perdonami mia amata”
disse Eddie con tono canzonatore e questa volta lo seguii nelle risate, la faccia e la voce con cui l’aveva detto erano impagabili.
Stavamo ridendo e non ci accorgemmo che Alex era ormai a casa, quando lo sentimmo salire le scale io nascosi subito il quadernetto dove lo avevo trovato e Eddie si mise a fare finta di cercare qualcosa
 “Che ci fai tu qui? Oh ciao Ann”
 cavolo se Eddie non si inventava qualcosa di decente eravamo nei guai, cercai di mantenere la calma e lo salutai il più tranquillamente possibile
“Niente fratellone, mamma si è sbagliata e ha messo delle mie magliette in camera tua”
 Eddie prese effettivamente in mano delle magliette, per fortuna, Alex sembrava crederci
“Ecco fatto, vieni Anny”
 lo seguii e una volta fuori tirammo entrambi un sospiro di sollievo prima di chiuderci in camera sua. “Cavolo è proprio andato”
 Eddie continuava a ridere ripensando alle mille sdolcinatezze scritte dal fratello
“Dai è solo innamorato”
 “Giuro che se mi propone quella roba come canzone gli spacco la faccia, ovviamente con tanto amore”
 “Dai smettila di dir cazzate, piuttosto non siamo riusciti a leggere a chi era dedicata”
 “Questo lo scoprirò appena si addormenta, che ne dici se ci teniamo svegli a vicenda”
 e rieccolo lì con il suo sorrisetto malizioso e supplicante allo stesso tempo
“Mi dispiace agente Bond questa missione la affronterà da solo”
 “Cattiva”
 “Non cattiva, ma furba, so che così la sua missione andrebbe a farsi friggere e poi, seriamente Eddie, le nostre famiglie dove le mettiamo?!”
 il ragazzo sbuffò sdraiato a pancia in su sul suo letto
“Dovevo trovarne una a cui piaceva il rischio”
a quella frase me ne andai verso la porta e lui saltò giù dal letto quasi ammazzandosi e cadendomi letteralmente addosso
 “E io uno con l’equilibrio necessario a rimanere sulle sue gambe”.
La mattina dopo Eddie sembrava nervoso
“Ohy che ti prende?”
 “Niente”
 fu quello che disse, ma il suo tono e il suo comportamento indicavano il contrario
“Bene, allora facciamo che se non vengo a sapere in cosa consiste questo niente vado in giro ad urlare che mmmm….. che ce l’hai piccolo”
 la stupidità dei ragazzi ogni tanto si dimostra utile!
“Non oseresti e poi mentiresti solamente”
 “Be sta a te decidere se scoprirlo o no”
 il ragazzo sembrò pensarci un po’ su, ma quasi subito decise che era meglio non rischiare
“ok, centra Alex”
 ed ora che aveva da nascondere su Alex?
“Che c’è?”
 “Ho scoperto a chi era dedicata quella lagna zuccherosa”
feci un passo più avanti e mi fermai di fronte a lui
“Eddie devo tirarti fuori parola per parola o’ ti decidi a parlare?!”
 Eddie si sentì messo alle strette e finalmente rispose
“Olive”


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Eccomi qui! Scusate il ritardo, ho avuto tante cose da fare e stare al computer si è dimostrato complicato :D Fatemi sapere che ne pensate! Alla prossima ;) (spero presto)
Lemma

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Capitolo 18
*** Eddie investigatore?! ***


Piccolo avviso: la prima parte è dal punto di vista di Anny, la seconda di Eddie! Buona lettura ;)
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Cosa?! Olive stava con Alex?!
“Eddie ma mi prendi per il culo? Ma non era follemente innamorata di te che si è appiccicata alle tue labbra?!”
 “Riporto solo quello che ho letto, ma se vuoi oggi possiamo seguirlo”
va bene che mi sembrava strano, ma Eddie sa stava facendo prendere un po’ troppo la mano
“Ma sei fuori? Anche tuo fratello ha una vita, lascialo in pace”
 parole buttate al vento, per tutte le lezioni sembrava essere perso nel suo mondo a pianificare qualcosa; suonata la campanella prese tutte le sue cose in fretta e furia e prese anche il mio zaino, afferrò la mia mano e mi trascinò in corridoio fermandosi in mezzo alla folla
“Che stai combinando?”
 “Shhh”
ora mi stava innervosendo
 “Dai James Bond andiamocene”
 ma in quell’istante Olive uscì dalla classe e lui iniziò a muoversi, devo ammettere che era veramente ridicolo e comico. Riuscì a trascinarmi per un po’ verso il parco seguendola, ma poi mi stufai del tutto “Eddie io mi sono rotta, non preferiresti fare altro che il segugio?”
il ragazzo si rassegnò finalmente anche se un po’ deluso
 “mmm ok”
 “Dai non fare così, ti tiro su io il morale”
Eddie sorrise come un ebete, forse aveva colto un doppio senso nella mia frase
“Dai sta qui buono che torno subito e vedi di non arrampicarti sugli alberi per sta cretinata”
 sbuffò e mi guardò andare via. Lo lasciai dietro al nostro albero e andai alla gelateria lì vicino, faceva caldo, quale modo migliore per tirargli su il morale? Be, forse c’era, ma per ora si doveva accontentare.
Quando tornai da lui con i due coni al cioccolato in mano lui era ancora lì seduto, quando mi vide gli si illuminarono gli occhi
“Cioccolato! Come facevi a saperlo?”
“Però, sei prevedibile!”
 ma durò poco, il ragazzo tornò all’appostamento e finalmente vide quello che voleva
“Te lo avevo detto”
 disse girandosi di scatto e dimenticandosi del gelato che aveva in mano macchiandomi così la maglietta
“Basta Eddie, sei assurdo, io vado a casa”
 e così mi alzai andandomene ormai mezza incazzata
 “Aspetta, scusami!”
col cavolo bello, o’ alzi il culo o’ me ne vado comunque!
 

Forse ero stato un po’ troppo fissato con quella storia, ma quando Annette se ne andò mi sembrò esagerata. Ci pensai un secondo, lanciai un occhiata verso mio fratello poi uscii dal mio nascondiglio per seguirla. Mi lanciai nella sua direzione come un fulmine, ma qualcosa mi fermò, Alex si era accorto di cosa avevo combinato e sembrava incazzato nero, non l’avevo mai visto così
“Cazzo lasciami vivere una vita, io mica segue te e Annette!”
 andò avanti sclerando sempre di più e come uno scemo gli risposi pure male, ma non stavo pensando per niente a lui in quel momento; feci un po’ troppo l’arrogante e in poco tutto diventò buio.
“Eddie mi senti? Stai bene fratellino?”
la voce di Alex mi arrivava ancora un po’ confusa, l’avevo portato al limite ed era esploso, mi aveva tirato un cazzottone in piena faccia facendomi cadere a terra
 “Oddio Alex, sta perdendo sangue, dobbiamo portarlo al pronto soccorso!”
 aprii gli occhi a fatica e li richiusi subito per colpa del sole, davanti a me c’erano Alex e Olive seriamente preoccupati, ops l’avevo combinata grossa!
 “Oddio devo chiamare nostra madre”
“Calmati Alex, io lo porto in ospedale e tu vai a casa a chiamare i tuoi ok?”
“Grazie piccola”
in verità io non stavo capendo molto, so solo che poco dopo mi ritrovai in una macchina e subito dopo in ospedale con affianco Olive, non le avevo parlato da quel bacio, ma ora lei sembrava essersene dimenticata ed essere veramente preoccupata per me.


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Finalmente rieccomi qui! Scusate l'assenza, prometto che non succederà più ;) Anche settimana prossima sarò via, ma proverò ad aggiornare! Sto capitolo fa abbastanza schifo, ma non uccidetemi! Grazie a tutti come sempre, alla prossima
Lemma

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Capitolo 19
*** prontosoccorso ***


 Ero praticamente a casa quando Alex arrivò guidando come un pazzo, ma ditemi voi se potevo avere dei vicini più strani! Comunque ero ormai sulla porta quando lo vidi correre in casa disperato, mi allarmai leggermente a vederlo così, ma entrai comunque in casa.
 Non feci in tempo a buttarmi sul divano che il citofono suonò e mi ritrovai davanti quel disperato Alex “Annette per fortuna sei in casa, Eddie è in ospedale”
cosa? Cosa cavolo aveva combinato?!
“Alex calmati, che è successo?”
 Alex però sembrava essere molto scosso
“è svenuto e poi il sangue e poi è in prontosoccorso e…”
va bene, lo so che fino a dieci secondi prima ero abbastanza incazzata, ma adesso Alex mi stava per far venire un infarto, che avrei dovuto fare?!
“Alex respira, ora andiamo da lui”
 facevo finta di mantenere la calma, ma mi stava mandando al manicomio
 “Vieni con me?”
 si, si e mille volte si, si trattava del mio Eddie, non potevo lasciarlo così!
 “Però guido io, tu sei troppo scosso”
 il ragazzo annuì e mi consegnò le chiavi della macchina.
Alex mi indicò la strada e mentre guidavo provai a chiedergli come era successo
“L’ho picchiato”
disse lui scioccato ancora più di me, non gli risposi e tenei gli occhi incollati sulla strada per pensare il meno possibile, probabilmente era tutta colpa mia, se non avessi trovato quel quadernetto.
In mezzo ai mille film mentali e ai sensi di colpa crescenti riuscimmo finalmente ad arrivare a destinazione. Ci fiondammo nel prontosoccorso e quando Alex vide suo fratello si precipitò ad abbracciarlo, erano così carini insieme se non si contava che Eddie aveva un bell’occhio nero e si teneva del ghiaccio in testa dove gli avevano messo i punti.
Io non osai avvicinarmi, guardai la scena da dove ero anche perché il ragazzo non sembrava essersi accorto di me ed era appoggiato a Olive, la ragazza lo sorreggeva e gli sorrideva teneramente, ogni tanto mentre parlavano lui la guardava e ricambiava il gesto, il quel momento sentii dentro di me una sensazione di vuoto e una lacrima mi rigò il viso.
Uscii a prendere dell’aria incapace di assistere ancora a quella scenetta felice, ma ovviamente la solitudine mi venne negata, sentii qualcuno alle mie spalle e pensai fosse Alex
 “Alex lasciami in pace, probabilmente Eddie non mi vuole neanche vedere, infondo l’ho lasciato lì come un idiota e a sorreggerlo non ero io, era Olive! Lei era dove dovevo essere io”
quando il mio interlocutore però aprì bocca ci rimasi di stucco
“Non me ne fotte niente di chi mi ha tirato su”
 “Eddie dovresti essere dentro!”
 “Ti sbagli, tu sei qui fuori e noi dobbiamo parlare”
 era serio, sapevo che non si sarebbe schiodato di lì senza parlare anche perché quella frase di solito era mia; rientrai in quel posto solo per convincerlo a tornare a sedersi, gli girava la testa e non volevo essere ancora causa di altri guai! Alex capì tutto dallo sguardo del fratello
“Io vado fuori a fumarmi una sigaretta”
 disse uscendo di scena, l’unica rimasta era Olive, ma Eddie non si preoccupò più di tanto di chi ci circondava e mi fece segno di sedermi accanto a lui, obbedii e calò il silenzio.
Eddie spezzò quel silenzio non troppo tempo dopo
“Scusa per quella fissazione”
 lo guardai stupita, non volevo le sue scuse, ma volevo trovare un modo per fargli le mie
“Ti prego, non ti scusare, rendi tutto più difficile”
 “Difficile?”
mi guardava allucinato
“è colpa mia e dei miei sbalzi d’umore da psicopatica, ma tutto quello mi ricordava il mio ragazzo”
sulla faccia del moro si dipinse un grande punto interrogativo
“Si insomma, il mio ex di Parigi”
 a quella frase però non riuscii a trattenere un’altra lacrima
“Anny non piangere, ci sono io qui con te”
“In questo momento dovrei essere io a dirlo a te e non essere qui a cercare di spiegarti perché me ne sono andata”
 “E allora spiegamelo e dimentichiamoci tutto, però in fretta che ho mal di testa”
 e riecco il suo sorriso scemo, quel ragazzo era sorprendete, riusciva a sorridere anche dopo essere finito in ospedale e mentre gli stavo per parlare del mio ex
“non è semplice, eravamo innamorati, ma forse lo ero solo io; un giorno per fargli una sorpresa decisi di seguirlo e nascosta dietro a un albero aspettai il momento giusto, ma in quel modo scoprii solo che mi tradiva. È per questo che mi sono innervosita, perché vederti lì così mi ha ricordato questa storia che avevo cercato di dimenticare, spiare le persone non porta mai niente di buono”
 “Allora c’eri anche tu al parco?!”
Ecco lì Olive che non riusciva a tenere quella suo boccaccia chiusa
“Si, prima che cercaste di ammazzare il mio ragazzo, ero lì”
 la ragazza tornò così al suo posto e io rimasi a fissare Eddie, sembrava pensieroso, ma anche confuso, poveretto era conciato male
“Sei ancora innamorata di lui? È per questo che te ne sei andata giusto?”
 in realtà non ci avevo mai pensato, avevo solo cercato di dimenticarlo e con il suo arrivo nella mia vita c’ero riuscita
 “No”,
“E allora perché?”,
“Perché non so tu, ma a me non piace andare in giro con un intero cono gelato spiaccicato sulla maglia” fortunatamente riuscii a sdrammatizzare un po’ quel momento ed Eddie rise seppur tenendosi la testa per il male.


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Di nuovo qui con un altro capitolo penoso! Ma voi siete tanto bravi e mi sopportate :D Fatemi sapere che ne pensate e grazie come sempre ^.^

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Capitolo 20
*** Anny infermiera ***


 Fecero ancora una visita veloce al ragazzo che poi fu libero di tornare a casa
 “Allora cos’hanno detto i medici?”
 mi si avvicinò sorridendo
“Che mi serve un’infermierina sexy”
 ecco stava bene senza alcun ombra di dubbio!
 “Complimenti Alex, sei riuscito a renderlo ancora più scemo!”
“Ehy io sono qui! Vi sento”
disse stizzito provocando una risata a me e a suo fratello, poi uscimmo finalmente da quel posto!
 Eddie mi stava appiccicato, penso più per piacere personale che per giramenti di testa.
 Arrivati alla macchina però si fermò a salutare Olive e la abbracciò. Giù le mani bella, lui è mio!
Arrivati a casa lo accompagnai dentro dove la madre ci accolse preoccupata
 “Ragazzi mi avete fatto prendere uno spavento di quelli pazzeschi! Tesoro come ti senti?”
“Mi sento come se mi servisse una chitarra nuova”
“0k stai bene”
perché doveva sempre fare così?
“Approfittatore”
gli sussurrai nell’orecchio per poi tornare nell’atrio e uscire;
“Aspetta”
“Che vuoi adesso Eddie?”
“Se tu ora tornassi a Parigi, che ne sarebbe?”
“Non sto tornando a Parigi! Notte Eddie!”
 gli diedi un velocissimo bacio a stampo e corsi a casa mia.
La sua domanda mi tormentò per tutta la notte, che cosa avrei fatto se fossi tornata a Parigi da Lucas? L’unica certezza era che per ora ero a Pasadena e il mio ragazzo in quel momento era Eddie, ma quello che accadde mi portò a pensare al futuro. Non sapevo che cosa sarebbe successo finita la High School, avrei dovuto vivere al meglio ogni momento con Eddie.
“Eddie come stai?”
 quel giorno non era venuto a scuola così avevo deciso di andare a vedere come stava
“Ora meglio”
 ok, stava bene senza alcun dubbio
 “Mi sono preoccupata non vedendoti arrivare”
“Scusa mamma!”
“Edward Lodewijk Van Halen – usai il nome completo perché mi aveva detto che la madre lo usava sempre quando era arrabbiata – sei uno scemo!”
 si alzò dal letto sul quale era comodamente spaparanzato e mi si avvicinò sempre di più, molto lentamente, poi a pochissimi millimetri dalle mie labbra soffio un
“Non ti piace?”
 le sue labbra si incollarono alla mie, ma poi mi ricordai del giorno prima e mi staccai subito buttandolo sul letto
“Ehy con calma baby!”
 ma mentre lui si aspettava che gli saltassi addosso non lo feci
“Ieri hai detto che ti serviva un infermiera giusto? Bene, eccomi qui”
 il sorriso di Eddie si fece sempre più largo
“Uuuh mi piacciono sti giochi, l’infermierina sexy e il paziente!”
 “Ma quali giochi?! Sarebbero poco professionali!”
 la verità è che mi divertivo troppo a torturarlo! Mi sedetti accanto a lui e vidi sul suo comodino un termometro
“Bene ora provati la febbre o’ hai bisogno della mamma?”,
“Forse un aiutino mi farebbe comodo”
mi chinai su di lui, ma mi fregò afferrandomi immediatamente per i fianchi e avvicinandomi a lui. Questa volta il bacio fu inevitabile e non solo il bacio!
“Sa infermiera”
 disse Eddie prima che me ne andassi
“grazie alle sue particolari attenzioni mi sento molto meglio”
 presi un cuscino e glielo lanciai uscendo da camera sua
“Idiota, tu stai più che bene e me lo hai dimostrato, se domani mi abbandoni a scuola giuro che te la faccio pagare!”
 l’ultima frase che riuscii a sentire chiudendo la porta fu
“Ti adoro anch’io!”
 e poi le risate per la serietà della mia faccia un attimo prima.
Quando entrai in casa i miei genitori erano già arrivati dal lavoro, ops avevo perso un po’ di tempo con  Eddie, ma come mi si può biasimare?!
 Comunque anche se ero chiusa in camera mia li sentivo discutere, sembrava stessero litigando, probabilmente si trattava di lavoro come al solito. La discussione durò un po’, ma non riuscii a seguirli, infatti quando sentii nominare Parigi, la città dove avevo abitato gli ultimi anni, mi tornarono alla mente tantissimi ricordi e solo quando mi accomodai alla scrivania per scrivere sul mio diario mi accorsi della lettera indirizzata a me.
La lettera era in francese, il nome di Lucas sulla busta era come un colpo al cuore, è vero che l’avevo lasciato, ma era pur sempre stato il mio primo vero ragazzo e una parte di me non poteva fare a meno di pensare all’eventualità di tornare in Francia e di ritrovarlo.
Lucas era il classico ragazzo affascinante, dal quale non riuscivi a staccare gli occhi di dosso, era dolce e altro piccolo particolare, era il figlio del capo di mio padre.  L’avevo conosciuto ad una cena organizzata dai miei genitori proprio come era successo con Eddie; io mi ero subito innamorata e la nostra storia durò parecchio fino al giorno in cui lo vidi con un’altra. Non sono neanche sicurissima che mi avesse tradito veramente, ma sapendo che stavo per partire per Pasadena ne approfittai per lasciarlo. Ci stetti veramente male perché mi sentivo ferita sia dalla mia partenza che dalla presenza di quella ragazza fra le sue braccia.


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mmm chissà cosa dice la lettera?! Lo scopriremo nella prossima puntata, cioè molto presto ;) Scusate il ritardo, ma sono stata via e non sono più riuscita a condividere il capitolo! Grazie a tutti voi santi che vi leggete la mia storiella. Ditemi che ne pensate, alla prossima ;)

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Capitolo 21
*** La lettera... Parigi...L'ex ***


 Esitai un secondo prima di aprire la lettera, poi presi un bel respiro e iniziai a leggerla:


“Cara Annette,
spero che la rabbia ti sia passata. Ci ho messo molto per spedirti questa lettera perché non trovavo il coraggio di dirti che nonostante la distanza io ti amo moltissimo e tu sarai sempre la mia Ann!
Ho parlato con mio padre e probabilmente lui offrirà un lavoro migliore al tuo così potrete tornare a Parigi, non vedo l’ora i rivederti e giuro che in qualche modo ti ritroverò, anche a costo di venire fino a Pasadena, e tu sai che lo farei anche subito, ma devo aspettare le vacanze.
                                                                                                                                               Un bacione, il tuo Lucas.”
 
Lasciai la lettera sul comodino, ormai macchiata dalle lacrime e mi avvicinai alla porta di camera mia.
 I miei sembravano parlare più piano, ma capii che il motivo di quella discussione era quello che avevo appena letto, Parigi!
 I sogni che si avverano non sempre portano la felicità, cosa dovevo fare? Schierarmi dalla parte di mia madre per convincere mio padre a rimanere a Pasadena o’ viceversa? O’ magari far finta di niente e lasciare tutto nelle mani del destino?
Perché Lucas mi stava facendo questo? Mi amava veramente magari più di Eddie? Una sola cosa era certa, ogni momento della vita è prezioso e bisogna riuscire a viverlo al massimo senza avere poi rimpianti.
“Anny ci sei?!”
 quella mattina avevo la testa completamente da un’altra parte e per ore non avevo spiccicato parola o’ dato segni di vita, addirittura questa volta era Eddie a riportare me alla realtà e non viceversa come accadeva solitamente.
 Appena suonata la campanella mi alzai senza degnare di risposta Eddie che continuava  a farmi domande sul mio comportamento, mi diressi verso il banco di Olive dove la ragazza stava ancora ritirando le sue cose, “Ciao Eddie”
 la mora salutò il ragazzo che mi aveva seguito come se fosse la mia ombra
“Senti Olive, ti devo parlare”
 la ragazza sembrava stupita dal sentire anche solo la mia voce
“Adesso mi parli?”
 “Ti prego”
 “Ok però vieni con me al parco che devo vedermi con Alex”
prese il suo zaino e si avviò fuori dalla classe, subito la seguii;
“Io ti volevo chiedere scusa, voglio sistemare le cose”
 lei mi guardò fissa negli occhi per capire se ero sincera
“Va bene, senti Alex è sempre in ritardo, che ne dici se parliamo un po’?”
“Grazie Live!”
 arrivammo al parco e ci sedemmo su una panchina iniziando a parlare fra noi, lasciando Eddie un po’ in disparte, fortunatamente la mora accettò presto le mie scuse e capì che io stessa mi sentivo una cretina.
Continuammo a parlare e presto fummo di nuovo in confidenza
“Live, la verità è che non so per quanto rimarrò ancora e non volevo partire così”
 “Cosa?! Stai per partire?!”
 le feci cenno di abbassare la voce, ma comunque Eddie si risveglio dal suo mondo
 “Tu stai per partire?!”
 “No Eddie, sono qui e non me ne vado, tranquillo! Guarda c’è Alex, vai a parlare con lui che con noi ti annoi”
 il ragazzo mi guardò sospettoso, ma presto si ritrovò a spiegare al fratello che io e Olive eravamo di nuovo amiche
 “le donne”
 sospirarono entrambi non capendo niente dell’universo femminile.
“Quindi parti o’ no?”
“ Non lo so, ieri ho sentito i miei parlare di Parigi e ho ricevuto questa”
 tirai fuori da un quaderno la lettera di Lucas e la tradussi a Olive
“Non ci posso credere”
 “Già”
 Sibilai
 “Ann tranquilla, faremo in modo che tutti i giorni siano indimenticabili!
” Sorrise sicurissima di se Olive, poi andò a salutare il suo ragazzo, erano una bella coppia!
“Allora? Non sono scemo come pensi”
 Eddie mi fece fare un salto sul posto cogliendomi di sorpresa, prese in mano la lettera che stringevo tra le mani e iniziò a esaminarla
“L’unico problema è che non so l’italiano!”
scoppiai a ridere a quell’affermazione
“Scemo!”
“Che c’è?”
“In Francia si parla francese non italiano!”
 “Vabbè, è la stessa cosa”
 mi presi la testa fra le mani non sapendo più se ridere o’ piangere delle parole di Eddie, e menomale che non era scemo!
“Ecco, questo lo so leggere! Chi è Lucas?”
 “Ma che bravo che sei Edward”
 accompagnai la frase con un piccolo applauso
 “Ma che simpatica che sei Annette! Comunque chi è?”
“Presa!”
 fu la risposta, infatti mentre Eddie mi fissava riuscii a strappargli la lettera di mano e a fingere la massima spensieratezza nonostante la mia testa ed il mio cuore fossero pieni di dubbi.
Rimanemmo in giro per la città facendo un po’ di shopping, in realtà lo facemmo io e Olive e ci trascinammo dietro i ragazzi annoiati a morte.
Quando tornammo a casa Alex accompagnò Live così rimanemmo soli io e Eddie, fortunatamente la domanda tanto rimandata saltò fuori solo davanti a casa
“Allora me lo dici chi è Lucas?”
 “Il mio ex ragazzo, bye bye
” lo salutai con un velocissimo bacio sulla guancia e scappai letteralmente verso la porta d’ingresso
“Come il tuo ragazzo?! Annette aspetta!”
 ma era troppo tardi, ormai ero al sicuro della mia dimora divertita da quella bella statuina sul vialetto.
Passarono i giorni e fortunatamente non sentii più i miei genitori parlare di Parigi, le cose con Olive andavano sempre meglio e spesso uscivo con lei e Alissa.
 Olive e Alissa erano subito diventate amiche il che mi facilitava le cose, così potevo passare del tempo con entrambe senza rischiare altri litigi, volevo che tutto fosse perfetto, sennò che facevo mentre Eddie provava per i concerti?
 La verità era che non volevo avere rimpianti, le vacanze erano sempre più vicine e la lettera di Lucas parlava chiaro, con ogni probabilità me lo sarei presto ritrovato a Pasadena pronto  mettere sottosopra le cose, anche perché oltre a Live nessuno sapeva niente di cosa c’era scritto su quel pezzo di carta.

 

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Capitolo 22
*** Lucas ***


 Finalmente le vacanze si avvicinavano, Eddie e Alex erano impegnati con Mark e Dave a organizzare una festa di capodanno da quanto avevo capito, così il primo giorno di vacanze io, Olive e Alissa, dando fondo ai nostri risparmi, passammo tutta la giornata in giro per negozi.
 “Ann che c’è? Sembri triste anche se hai appena trovato il vestito perfetto!”
 “Niente Live, stavo pensando alla lettera”
le vacanze erano iniziate e avevo paura che Lucas mantenesse la parola data nella lettera
 “Che lettera?”
 si intromise Alissa che non ne sapeva niente
 “è una storia lunga, andiamo a casa mia e te la racconto”
stanche dalla nostra giornata molto impegnativa andammo a casa mia a far merenda tutte insieme e a parlare. Prima che il discorso arrivasse a Lucas però suonò il campanella e mia madre iniziò a chiamarmi “Annette c’è una visita per te!”
 “Arrivo!”
 ero sicurissima fosse Eddie, aveva detto che dopo le prove per il concerto di quella sera sarebbe passato, così interruppi il discorso con Live e Alissa e mi fiondai giù dalle scale al settimo cielo
“Ciao tesoro!”
 urlai scendendo, ma quando vidi il ragazzo che mi aspettava all’entrata rimasi di sasso, mi bloccai letteralmente sull’ultimo scalino e sentii dietro di me le mie amiche che si fermarono a inizio scala.
Iniziarono a bisbigliare perplesse cose del genere
“Chi è questo?”.
“Vi lascio soli”
no mamma perché?! Ecco adesso che dovevo fare, di aprire bocca non se ne parlava nemmeno così come di muoversi.  Pregai mentalmente le mie amiche di fare quel passo in più e raggiungermi, ma evidentemente non funzionava
“Ciao Ann, sei sempre più bella”
 ecco il suo sorriso perfetto e la luce dei sui occhi, ma maledizione non poteva essere Eddie alla porta?! “Ciao Lucas”
 mi si avvicinò a braccia aperte in attesa di un abbraccio che arrivò, ma a cui non risposi veramente. Ero di sasso e non sapevo che fare, poi eccole finalmente che si decisero a venire in mio aiuto quando capirono di chi si trattava
 “Ciao io sono Olive e lei è Alissa”
 il ragazzo strinse amichevolmente le mani delle due e per un momento potei respirare, grazie ragazze.
Presto mia madre preparò di tutto sul tavolo della cucina così che ci ritrovammo costretti davanti a una tazza di thè
“Che ci fai qui Lucas?”
“Come ti ho scritto sono venuto a trovarti, starò qui fino alla fine delle vacanze, non è meravoglioso?!”
 “è magnifico, Ann dovreste portarlo con voi al concerto dei ragazzi”
 rispose mia madre che era ancora lì e che sembrava decisa a complicarmi la vita
 “Veramente non saprei, non so se Eddie e Alex vogliano”
 “Ann non essere ridicola, è un concerto, più gente c’è meglio è”
 grazie veramente madre!
“Si tua madre ha ragione, può venire con noi!”
 io e Olive fulminammo immediatamente Alissa che per scusarsi bisbigliò a entrambe
 “Eddai è così carino!”
carino o’ no era il mio ex e si stava parlando di portarlo al concerto del mio ragazzo attuale
 “Sarebbe bello uscire di nuovo con te, ho fatto tanti chilometri apposta”
  eh no, così no! A quel punto ero costretta a portarmelo dietro ed escogitare qualcosa per tenerlo lontano da Eddie, ma come? Mi sarebbe stato appiccicato come una mosca così come avrebbe fatto Eddie appena sceso dal palco, avrei dovuto inventarmi qualcosa.
 “Ok, il concerto inizia alle 21 però ora dovresti andare, io e le mie amiche dobbiamo preparare delle cose”
o’ era meglio dire un piano?
“Non vedo l’ora che sia questa sera”
 rispose il ragazzo traboccante di felicità, saluto le mie amiche e poi me con un bacio sulla guancia troppo, e dico troppo, vicino alle labbra che mi lasciò spiazzata sulla porta.
Pochi istanti dopo risuonò il campanello, e ora?! Chi era?? Aprii la porta lentamente e finalmente tornai a respirare regolarmente quando Eddie mi fu davanti. Subito lo abbracciai fortissimo il che mi servì a riprendere contatto con la realtà
 “Wow, devo lasciarti più spesso con loro”
 tutte e tre scoppiammo a ridere
 “Scemo come sempre Van Halen”
“Si, si certo, comunque chi era quel ragazzo?”
 quella domanda mi colse di sorpresa e subito entrai nel panico più totale, che mi dovevo inventare
“Be… lui è… il cugino di Alissa, vero Alissa?”
 “Ma…”
 La ragazza stava per dire di no, ma Olive la colpì dietro la schiena facendole capire cosa doveva dire
“Si è proprio lui, Lucas!”
Eddie sembrò pensare un secondo a quel nome, io pregai che non si ricordasse della lettera
“Ok, allora a che ora vuoi che ti passi a prendere Cenerentola?”
 “Si e tu saresti il principe?! Ma fammi il favore”
 “Ehy!”
 “Comunque vengo con loro questa sera”
 le mie amiche annuirono all’unisono salvandomi un’altra volta
“Ok allora torno dai ragazzi, a stasera”
 salutò Live e Alissa per poi baciare me e scomparire dalla porta. Quando se ne andò tirai un sospiro di sollievo appoggiandomi con le spalle alla porta e lasciandomi scivolare a sedere.


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Eccomi qui, cosa succederà con Lucas al concerto? Lo saprete nella prossima puntata, quindi restate sintonizzati su questi schermi e fatemi sapere cosa ne pensate ;)

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Capitolo 23
*** Al concerto con Lucas ***


 “Perché non glielo hai detto”
“Sarebbe troppo geloso”
 be era vero
 “C’è altro?”
 mi chiese Olive sospettosa, la verità era che non lo sapevo nemmeno io, mi aveva fatto una strana impressione riabbracciare Lucas e poi Eddie, ma non so dire se un’impressione positiva o’ negativa.
La mora guardò poi l’orologio accorgendosi che era tardi
“Vabbè ragazze io vado, vi passo a prendere dopo e poi passiamo a prendere il tuo Lucas in modo che le tue bugie non cadano proprio ora”
 “Grazie Live, ah e una cosa, non chiamarlo il mio Lucas o’ ti faccio a pezzettini e ti do in pasto al gatto di Eddie!”
 “Ok, ok, ciao!!”
 in poco mi ritrovai soletta in camera mia pronta ad aggiornare il mio diario per cercare di scaricare lo stress. Avevo mentito a Eddie, ma lui doveva pensare solo al concerto di quella sera!
Il tempo, purtroppo per me, passò velocemente e in poco mi ritrovai in macchina di Olive
 “Sera ragazze”
 forse lo dissi un po’ troppo sottotono
“Ann stai bene?
” chiese Alissa delicata mentre Olive andò subito diretta al punto
 “Dai Annette, Lucas è qui, ma questo mica vuol dire che te lo devi sbaciucchiare, quindi adesso sorridi e pensa che fra poco vedrai Eddie!!”
 “Ha ragione Olive, anche perché Eddie pensa che quel tipo sia mio cugino, ma che ti è saltato in mente?! Così non ci posso neanche provare”
 io e Olive ci guardammo in faccia per poi voltarci verso l’amica comune e dire in coro
 “Sempre inopportuna Alissa”
 così tutte e tre scoppiammo a ridere e continuammo a scherzare fin quando non dovemmo passare a prendere Lucas.
 “Alissa ti prego, facciamo cambio di posto, ora!”
 ero seduta dietro e non volevo averlo accanto. Aveva ragione Live, dovevo pensare a Eddie
 “Ann che ti prende? Non ho voglia di stare dietro”
 “Invece tu vieni dietro! Ti prego”
 Alissa mi guardò un attimo per cercare di capire, poi prese la sua borsa e si sedette al mio posto
 “Grazie”
 sospirai quando chiusi la portiera e vidi la figure di Lucas avvicinarsi. Il ragazzo entrò in macchina con quel suo sorriso stupendo da angelo e salutò tutte, poi Olive senza perdere tempo spinse a fondo l’acceleratore e partimmo, destinazione concerto dei Van Halen!
Arrivati c’era abbastanza gente, ma appena Olive parcheggiò io mi allontanai ed entrai il più velocemente possibile in cerca dei ragazzi.
Fortunatamente vidi subito Eddie che beveva un cocktail, gli arrivai alle spalle in un batter d’occhio
“Ehy chitarrista, non si beve prima di un concerto!”
 “Questo lo dici tu”
disse prima di girarsi e scoprire che era mia quella voce. Subito allacciai le mie braccia al suo collo e lo bacia per un minuto buono
“Anny, ma che ti prende oggi? Sei strana”
a quel punto gli avrei dovuto dire la verità, ma qualcosa mi trattenne, non volevo che si preoccupasse forse, così feci la cazzata di continuare a mentirgli
“Niente, in bocca al lupo per il concerto”
 Alex stava venendo ad avvertirlo che dovevano iniziare, io gli rubai il cocktail di mano per prenderne un bel sorso. Mi serviva qualcosa di forte! Poi gli diedi un ultimo bacio e lui scomparve dietro al palco.
Rimasi lì sotto con quel cocktail in mano e aspettai che iniziassero, quando Eddie salì sul palco mi guardò preoccupato, ma poi lasciò che la musica gli occupasse la mente. Io rimasi lì, sotto al palco, per tutto il tempo, non volevo andare a quel tavolo dove Olive e Alissa mi aspettavano con Lucas, volevo smettere di mentire al mio ragazzo e per farlo non volevo avere fra i piedi gli altri, così mi godetti il concerto e aspettai di rivederlo sbucare da dietro al palco.
Me lo sentivo che qualche casino era nascosto pronto per saltar fuori, ma non pensavo così in fretta, fu tutto così veloce.
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E cosa succede adesso?! Scusate, capitolo un po' più corto del solito, ma spero vi piaccia! Come sempre fatemi sapere che ne pensate ;)

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Capitolo 24
*** Anny, le bugie hanno le gambe corte! ***


 Come sempre dove ci sono due righe vuote cambia il narratore, in questo caso prima Anny e poi Eddie! Buona lettura ;)
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I ragazzi erano stati magnifici come sempre, erano conosciuti in città e quella sera nel locale la folla era tanta così mi ci ritrovai in mezzo e non riuscii a vedere Eddie scendere dal palco, ma sentii solo delle mani appoggiarsi ai miei fianchi da dietro.
 Mi girai e il ragazzo mi baciò; all’inizio annebbiata da quel sorriso, dalla sorpresa e dal risentire dopo tanto tempo le sue labbra sulle mie, lo lasciai fare, ma poi ricollegai il cervello e me lo scollai di dosso appena in tempo per vedere Eddie, che aveva assistito alla scena, urlare un
 “è finita”
 che andò perso nel rumore della folla e scomparire da qualche parte.
 Corsi fuori, avevo bisogno di aria! Mi appoggiai al muro e mi lasciai scivolare fino a sedermi prendendo la testa fra le mani
 “Ann stai bene?”
Olive mi aveva seguita, probabilmente anche lei testimone di quanto era successo e ora era inginocchiata accanto a me, non le risposi e lei mi abbracciò. Dopo un po’ che restammo così un’altra voce comparve vicino a noi
“Quello non è il cugino della vostra amica vero?”
 Alex era in piedi con una sigaretta in mano e fissava me e Live, poi tese una mano alla mora per aiutarla ad alzarsi, la baciò velocemente e lei rientrò nel locale, probabilmente in cerca di Alissa. Il ragazzo invece si sedette di fianco a me
 “Allora ho ragione o’ no?”
“Sì Alex, hai ragione, quello era il mio ex”
 “Perché hai mentito a Eddie?”
 lo guardai, ma non sembrava incazzato, era stranamente tranquillo
“So che sei incazzato perché ho mentito a tuo fratello, ma non è affatto come credi, quello è sbucato fuori oggi, io l’avevo lasciato e non volevo rivederlo e…”
 Alex mi interruppe, in quei momenti ero solita parlare a sproposito
“Calma Ann, non sono arrabbiato con te, Eddie è mio fratello, ma tu sei mia amica e credo che quel bacio tu non lo volessi, non è vero?”
 annuii con la testa, ormai di nuovo in lacrime, lui continuò a parlare
“Il tuo errore è stato mentirgli, Ann mio fratello è del tutto cotto di te e ti crederebbe anche se tu gli dicessi cose assurde del tipo vengo da Marte, non sarà facile farti perdonare, ma forse”
fece una pausa, per me snervante
“Forse cosa? Alex parla”
 “Forse dovresti lasciarlo calmare, posso aiutarti io”
 “E come?”
 “Senti ci penso io, tu vedi solo di venire alla festa di capodanno e ti prometto che risolverò tutto”
 alzai la testa per guardarlo negli occhi, sembrava sincero, lo abbracciai fortissimo
“Grazie Alex”
 lui ricambiò l’abbraccio poi mi aiutò ad alzarmi
 “Vuoi uno strappo a casa? Non penso tu voglia tornare dentro”.
Alex tornò dentro ad avvisare Olive e in un minuto fu di nuovo fuori, prese la macchina e mi portò davanti a casa
“Grazie Alex, notte”
 “Notte Ann”
 entrata in casa corsi in camera mia piangendo, dovevo fidarmi di Alex? Non ero del tutto sicura che non vedere Eddie avrebbe risolto le cose.
 Decisi che doveva sapere la verità, forse dovevo scrivergli un bigliettino, ma non sapevo come. Tutte le volte che provavo a prendere in mano la penna riempivo il foglio solo di lacrime. Passai un sacco di tempo così dandomi dell’idiota finché le luci di una macchina che parcheggiava nel vialetto della casa a fianco non mi distrassero, sbirciai fuori e vidi Alex che portava in casa Eddie ubriaco, ero una ufficialmente cogliona.
 

Anny era stata strana fin dal pomeriggio quando ero passato a trovarla dopo le prove e avevo visto quel ragazzo uscire da casa sua, ma lei e le sue amiche mi avevano detto che si trattava del cugino di Alissa, non potevo pensare che mi stesse mentendo o’ almeno non volevo.
Era stata strana anche quando era arrivata al locale e aveva finito il mio cocktail, lei solitamente non beveva cose forti, ma sembrava averne bisogno. L’avevo osservata dal palco per tutto il concerto, non si era mossa di un centimetro e sembrava essersi persa in qualche mondo sconosciuto finché a fine concerto non capii perché era così strana, infatti quando mi addentrai nella folla avvicinandomi a lei la vidi incollata alle labbra del presunto cugino di Alissa. Perché non ci ero arrivato quel pomeriggio dal nome del tipo che si trattava di quel Lucas? Ma rimaneva comunque il fatto che Anny mi avesse mentito, non le parlai neanche e in poco scomparve.
Mi sedetti al bancone del locale e inizia a ordinare da bere, ben presto saltò fuori Alex con una serie di frasi del tipo
 “Annette non voleva, parlale”
 ma non mi staccai dal mio secondo cocktail e per un po’ continuai così finché Alex non fu costretto a trascinarmi letteralmente a casa mollandomi in uno stato penoso a dormire sul divano.
Come prevedibile la mattina dopo non mi ricordavo un benemerito niente fino alle due di pomeriggio almeno! Quando all’alba delle tredici mi alzai dal divano trovai un bigliettino sbucare da sotto la porta, era di Annette, la carta era imbarcata probabilmente dalle lacrime e diceva che aveva sbagliato, non era stata lei a baciare Lucas ecc… lo buttai via e mi ributtai sul divano con un gran mal di testa e quel rompicoglioni di Alex che comparve blaterando qualcosa.


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Eccomi qui! Ne approfitto per augurari un buon ferragosto, spero che la storia continui a piacervi! Fatemi sapere cosa ne pensate ;)
Lemma

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Capitolo 25
*** Finalmente è il 31 ***


Piccolo avviso: la prima parte è dal punto di vista di Eddie, la seconda di Anny! Buona lettura!
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 “Eddie ripigliati! Dobbiamo andare da Mark per organizzare la festa e tornare in tempo per la cena della vigilia, ricordi? Oggi è il 24 dicembre!”
 “Vacci tu, tanto io non ci vengo alla festa!”
 Alex iniziò a sclerare per qualche strano motivo che conosceva solo lui, mi tirò su di peso e mi portò in macchina. Non capii quasi niente, ma intuivo che mio fratello stesse complottando qualcosa, ma questa volta non avevo intenzione di seguirlo e non sapevo neanche con chi.
Tornato a casa riuscii a sgattaiolare nella mia stanza prima di essere incastrato dai miei genitori per dare una mano ad apparecchiare la tavola, misi su un album dei Led Zeppelin. Dopo un po’ che stavo sul letto aprii il cassetto del comodino e trovai il regalo che avevo preso per Anny, mi stavo decidendo ad andare da lei, darle e regalo e cercare di chiarire, ma quando guardai fuori dalla finestra vidi quel ragazzo.
Lucas usciva allegro da casa sua, così ributtai nel cassetto la scatolina e uscii da camera mia più scazzato del solito.
I giorni passarono lenti e noiosi, quasi una settimana a fare un cazzo, tranne essere incastrato nei preparativi di quella stupida festa alla quale non volevo nemmeno partecipare; gli altri erano però convinti che dovevamo suonare qualcosa e senza chitarrista non era fattibile.
Ero sempre scazzato e spesso vedevo quel francesino perfettino girare qui in zona appiccicato a Anny, forse era un bene perché mi dava la certezza che lei era ancora lì e non era tornata a Parigi.
Quella ragazza mi aveva fregato, non facevo che pensarci.
“Eddie alza quel culo, dobbiamo andare!”
” Si, si adesso arrivo”
 Alex era già alla porta pronto per andare da Mark a montare gli strumenti. Anche se di malavoglia fui costretto a correre a prendere una chitarra e a saltare in macchina pronti per andare alla festa.
Come sempre ero teso come una corda di violino, ma Alex mi controllava per non farmi bere troppo, ad un certo punto mi ritrovai a giocherellare con una scatoletta che avevo messo in una tasca senza un motivo.
Ormai la festa aveva avuto inizio, c’era un casino infernale e ora ci toccava salire sul palco.
Suonammo qualche pezzo e presto la mezzanotte si avvicinò. Stavamo suonando l’ultima canzone quando la vidi in mezzo alla gente, era bellissima, accanto a lei c’era quel francesino, ma sembrava che lei non lo guardasse nemmeno ed il ragazzo infatti era appiccicato alla sua amica Alissa.
Finito di suonare Dave al microfono diede il via al conto alla rovescia, mancava solo un minuto alla mezzanotte! Mollai la chitarra sul palchetto e scesi tra la folla cercando di farmi strada. Mentre Dave contava, Mark e Alex mi urlarono qualcosa del genere
“Eddie che hai intenzione di fare?”
 ma non li degnai di risposta e continuai a farmi strada fra la gente.
 
 
La settimana di Natale fu orribile, ma seguii i consigli di Alex. Era convinto che avrei dovuto aspettare la festa di capodanno per vedere Eddie così gli sarebbe sbollita la rabbia.
Gli scrissi un biglietto e poi rimasi a sperare, nel frattempo ero obbligata a vedere Lucas anche se non volevo. Riuscii però a mettere le cose in chiaro dicendogli che la mia vita era cambiata e che finché restavo a Pasadena e lui a Parigi fra noi non ci poteva essere niente!
Fortunatamente in quei giorni passai praticamente tutto il tempo con Olive e Alissa che non mi lasciavano sola un momento. A volte era quasi insopportabile e in quei casi scappavo al parco vicino alla scuola dove riuscivo a trovare un po’ di calma e dove ogni tanto mi trovavo a parlare con Alex che mi continuava a ripetere che il 31 era vicino.
Finalmente il tanto atteso capodanno arrivò e mi trovai con Alissa e Olive per prepararci alla festa
 “Ann come ti senti? Sembri un fantasma!”
 “Sto bene Alissa!”
 “Io concordo con lei, sembri un fantasma e me non mi inganni così facilmente, sputa il rospo!”
 “Ma che rospo e rospo, sono solo nervosa! E se Eddie non mi vuole neanche parlare?”
 nonostante tutti gli sforzi di Alex e delle mie due amiche che continuavano a dirmi che sarebbe andato tutto bene nella mia testa c’erano almeno ventimilacinquecentosei domande senza risposta
 “Andrà tutto bene!”
 risposero in coro le due ormai esasperate dal mio nervosismo, poi Alissa iniziò a frugare nel mio armadio e mi tirò un vestito addosso
“Se metti questo andrà anche più che bene!”
 Live scoppiò a ridere guardando la mia espressione
 “Sceme”
 Inutile dire che ci mettemmo una vita e alla fine capii che avevamo fatto bene a trovarci così presto sennò saremmo arrivate l’anno dopo!

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Ok mi rendo conto che condividere un capitolo che parla di Capodanno il 16 di agosto non è il massimo, ma la storia è così :D Uuuuuh avete visto, esiste la categoria Van Halen *.*
Ok tornando a noi, grazie a tutti come sempre e fatemi sapere cosa ne pensate! Alla prossima ;)

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Capitolo 26
*** Capodanno ***


 La festa era pazzesca, c’era un mucchio di gente.
Io, Live e Alissa che era appiccicata a Lucas (già si era presa un cotta per il mio ex), cercammo di stare uniti, mancava poco alla mezzanotte e volevamo brindare insieme per salutare l’anno nuovo.
 I Van Halen stavano suonando divinamente come al solito, ma non riuscivo a guardarli, avevo paura di incontrare lo sguardo di Eddie. Mi girai solamente quando l’ultima canzone finì e Dave iniziò a contare i secondi dell’ultimo minuto che ci divideva dall’anno nuovo, ma Eddie era sparito. Non era più sul palchetto, immediatamente la mia mente cominciò a vagare e a immaginare Eddie sbaciucchiare un’altra.
Poi eccolo lì, spuntò dalla folla mentre Dave contava gli ultimi secondi che ci separavano dalla mezzanotte, mi si avvicinò con un’espressione stile
“ti prego, perdonami”
 ed esattamente quando Dave urlò al microfono “Buon anno!” mi baciò.
All’iniziò fu un bacio romantico che mi mandò in pappa totale il cervello poi, quando ci staccammo, non ci pensai neanche un secondo e mi venne naturale tirargli un ceffone.
 Ma guarda te se questo non mi parla per una settimana e poi mi bacia così!
 Mi guardò con due occhioni e scoppiammo a ridere come degli scemi, poi comparve Alex tutto contento con in mano dei flute di champagne. Quando me ne porse uno mi fece l’occhiolino indicando con la testa il fratello, così prima che iniziasse a sbaciucchiarsi con Olive mi avvicinai a lui e gli sussurrai un “Grazie!”.
“E Adesso si balla!”
 “Da quando balli?”
 “Da quando io e te dobbiamo recuperare il tempo perso”
 ok ero curiosa di vedere Eddie alle prese con il ballo, ma Mark cambiò tipo di musica e mise su un lento. Avevo già male ai piedi al solo pensiero di un Eddie impedito nel ballo
 “Ok questo non lo ballo, però posso fare di meglio!”
 nooo non l’avrei visto mettersi in ridicolo, ma almeno mi ero salvata i piedi!
“Che hai in mente?”
“Chiudi gli occhi”
 “Mi fai paura, le possibilità sono due: uno sei diventato romantico e in sto caso ne sarei veramente sorpresa! Due non oso nemmeno immaginare cosa ti passa per la testa!”
 Eddie scoppiò a ridere e io lo seguii
“Sai Anny, sei molto carina quando sei sorpresa”
ok era diventato romantico
 “Chiudi gli occhi, fidati”
 non dissi nulla e seguii le sue istruzioni. Dopo un po’ lo sentii arrabbiarsi con qualcosa
“Vuoi aprirti?! Ma cazzo”
 era solo un sussurro, ma mi venne da ridere comunque!
 “Ti serve una mano Eddie?”
 “NO! Abbi un po’ di pazienza anche tu”
 poi lo sentii sospirare, evidentemente era riuscito nel suo intento.
Mi venne un brivido quando le sue mani si appoggiarono al mio collo, aprii gli occhi e vidi la catenina con la chiave di violino che mi aveva allacciato al collo, non mi trattenei, mi girai e lo baciai!
“Buon anno piccola”,
“Con te lo sarà sicuramente!”
Come previsto dalle mie amiche il resto della festa andò alla grande e direi anche il dopo festa.
Avevo seguito il consiglio di Alissa sul vestito e be’, dopo una settimana che non ci parlavamo dovevamo recuperare in qualche modo il nostro rapporto!
 Si dice che quello che si fa l’ultimo dell’anno lo si fa tutto l’anno giusto?
 In quel momento speravo davvero fosse così, ma il destino molte volte non è del tutto d’accordo.
Potrebbe sembrare noioso e tutto uguale, ma la verità è che i mesi passarono senza neanche un problema.
Lucas tornò a Parigi dicendo che mi avrebbe scritto, si be Eddie fu un po’ geloso, ma riuscii a farglielo passare molto facilmente!
L’unica rottura di scatole fu la scuola, i miei genitori mi stavano con il fiato sul collo per i voti per essere ammessa nelle università scelte da loro chissà dove, ma qualche genio un giorno inventò il break di primavera!


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Capitolo 27
*** Lo shopping dei fratelli Van Halen ***


 L’ultima ora di storia prima del tanto atteso break di primavera sembrò interminabile, forse perché la prof mi interrogò senza nessuna pietà sbattendomi in faccia un bel quattro, ma forse quella non fu la parte peggiore della giornata!
 Quando la campanella suonò mi persi Anny per i corridoi e la ritrovai che chiacchierava con Olive e Alissa, tutte e tre eccitate per una festa in maschera. Anny si girò tutta contenta mostrandomi un foglietto “Guarda Eddie, una festa!!”
 ecco, ero ufficialmente obbligato a invitarla ad andarci con me
 “Bello!”
dissi molto, ma molto poco convinto, ma lei sembrò comunque contenta della mia risposta e tornò a chiacchierare con le sue amiche.
Inevitabilmente quel pomeriggio mi ritrovai a casa con Alex a parlare di quella cavolo di festa
 “Ehy fratellino, anche Ann ti ha incastrato con quella festa?”
 “Già, ma ti prego non ricordarmelo!”
Alex sbuffò come per darmi ragione e si buttò sul divano scazzato al massimo; dopo un po’ che teneva il tempo sul tavolino con una mano si alzò di scatto
 “Ma cavolo! È una festa IN MASCHERA! Eddie come facciamo? Da che ti vesti?”
 ops non ci avevo proprio pensato e probabilmente Anny e Olive non ci avrebbero perdonati se ci fossimo presentati vestiti come al solito
 “Bo, Jimmy Page va bene? Tu potresti fare Bonzo!”
 “Ma sei scemo del tutto o’ cosa?!”
“Almeno io ho un’idea e tu no”
 Alex corse in camera sua , lo sentii far casino per un po’ poi ricomparve in salotto con addosso una vecchia maschera di Halloween
“E poi lo scemo sarei io?! Meglio Jimmy Page e Bonzo che Jack lo squartatore!”
 “E allora fai come tutti gli altri e vestiti da principe azzurro!”,
presi Alex sul serio, fare come tutti gli altri era un’ottima idea!
Il pomeriggio del giorno dopo le nostre ragazze erano alla ricerca dei loro vestiti così, io e Alex decidemmo di andare a prendere i nostri.
Mio fratello uscì dal negozio contentissimo della sua trovata, ma non voleva dirmi niente, diceva che avrei dovuto aspettare come tutti. Io invece trovai il classico vestito da principe che Alex mi aveva detto di prendere con tanto di calzamaglia azzurra, ok lo ammetto, era molto più adatto a Dave che a me!
 Ma chi cavolo si era fatto venire quest’idea “geniale” della festa in maschera?! Sicuramente qualcuno che si divertiva a umiliare le persone!
“Fratellino vedrai che figo che sarò! Meglio di un dio!”
“Alex sei peggio di un bambino che compra il costume per halloween”
 “Eddie cazzo, un po’ di entusiasmo! Uscirai con la tua ragazza mica con Jack lo squartatore!”
“Smettila o’ ti trasformo in un ranocchio a suon di botte”
 “Be sarei un principe più figo di te!”
 continuammo così finché non arrivammo a casa e lui andò a nascondere per benino il suo costume, iniziava a preoccuparmi, ne era ossessionato!
Dal giorno che tornammo a casa con i costumi Alex rispolverò una vera e propria collezione di fumetti della Marvel e iniziai a temere che si presentassi alla festa vestito da Iron Man. Quello sarebbe stato più imbarazzante che uscire con la calzamaglia azzurra che ero costretto a indossare!
“Alex muoviti! Dobbiamo andare!”
 era giunta la festa tanto “attesa” e mio fratello aveva deciso di metterci addirittura più tempo della mia ragazza per prepararsi, giuro che Anny era molto più veloce, ma la mia attesa fu ripagata quando vidi finalmente Alex con il suo tanto amato vestito
 “Oddio Al non ci credo!”
 “Te lo avevo detto che in confronto a te ero un dio”
 presi in mano il fumetto della Marvel che aveva lasciato lì sul tavolino e glielo tirai addosso
“Muoviti dio, che cosa ti ha fatto di male Stan Lee?!”
 “Zitto ranocchio e andiamo prima che la macchina si trasformi in una zucca”
 “Papà non ce lo perdonerebbe mai”
“Sei proprio scemo Ed!”
  Finalmente riuscii a far entrare Alex in macchina che aveva avuto qualche problema per via del suo elmo.
 Probabilmente da quanto ci mettemmo le nostre ragazze, che ci aspettavano alla festa, quando ci videro arrivare tirarono un sospiro di sollievo prima di iniziare a ridere come delle pazze!

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Festa in maschera, ma da dove l'ho tirata fuori non lo so nemmeno io! Vi immaginate Eddie principe? E avete capito che costume indossa il nostro Alex?
Fatemi sapere che ne pensate ;) Alla prossima

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Capitolo 28
*** Lo shopping delle ragazze ***


 “Ann vieni qui! Guarda cosa ha trovato Alissa”
 Olive e Alissa mi chiamarono non appena uscii dalla classe, avevano in mano un volantino, si trattava di una festa in maschera
 “Ci andiamo?”
mi chiesero le due in coro
 “Non so ragazze, abbiamo diciott’anni, non è un po’ ridicola una festa in maschera?”
“Ann è tutta gente dell’ultimo anno come noi!”
 “Ma non so se Eddie…”
non mi lasciò finire la frase
“Eccolo lì il tuo chitarrista, dai fagli gli occhioni e convincilo!”
 “E va bene, ci sarà da divertirsi!”
 Alissa e Olive stavano già parlando tutte eccitate dei costumi per la festa mentre a me spettò il compito di convincere Eddie
 “Guarda Eddie, una festa!!”
 dissi mentre gli passavo il volantino facendo gli occhioni come mi aveva suggerito, anzi comandato Live, “Bello!”
 disse lui a dir poco scazzato, ma comunque riuscii a convincerlo ed ebbi il mio invito
 “Grazie tesoro”
dissi sdolcinata, troppo per i miei gusti, e gli diedi un bel bacio, poi ci avviammo tutti verso casa parlando della festa.
“Ann ci vediamo oggi e domani, abbiamo solo due giorni per trovare i vestiti!”
“Ok ciao ragazze!”
Eddie sembrava diventato un ombra poverino, ma quando quelle due attaccavano era difficile fermarle, “Mi sa che ci vedremo alla festa”
 “Già, buon shopping”
 “Grazie Ed, ciao”
 lo salutai con un bacio che di innocente aveva molto poco e poi entrai in casa, sarebbero state due lunghe giornate in giro per negozi conoscendo Olive e Alissa.
Il primo giorno di shopping non diede i frutti desiderati, Olive quasi sclerò,
 “Ragazze non avete capito! È una festa in maschera, ci vuole un abito da fiaba! Principesco!”
 “Ma allora andiamo in un negozio di costumi no?!”
Alissa vide la faccia di Olive alla mia frase e mi tirò una gomitata
“Ann non dovevi dirlo, adesso sclera”
 ma Olive sentì la frase di Alissa e per dimostrarle che non sclerava così facilmente cambiò discorso, “Finalmente ci presenterai il tuo ragazzo, vero Alissa?”
 “Si, si chiama Mike, lo adorerete! Suona anche lui, è un bassista”
 un bassista? Ottimo quello che ci voleva
“Ottimo, i ragazzi non sopportano più Mark!”
“Che dici Ann?”
 “Quello che mi ha detto Eddie l’altro giorno”
 ma mentre io e Olive iniziammo a parlare della band dei ragazzi Alissa ci interruppe entusiasta
“Ragazze ho trovato il negozio adatto!”
 “Alissa sono le 19, sta chiudendo e dobbiamo tornare a casa, frena l’entusiasmo!”
così tornammo veramente a casa.         
                                                                             
Il giorno dopo, la mattina mi trovai con le mie amiche e ci dirigemmo subito al negozio che Alissa aveva visto. Effettivamente lì trovammo i nostri abiti principeschi e non li pagammo neanche troppo cari, poi comprammo delle mascherine abbinate e andammo a pranzare in un posticino li vicino.
Dopo pranzo andammo subito a casa di Live per prepararci alla festa di quella sera. Ci mettemmo veramente delle ore, ma finalmente la sera arrivò e tutte e tre insieme ci dirigemmo al luogo della festa.
 I ragazzi non erano ancora arrivati così li aspettammo fuori, con molta pazienza! Ma si erano persi?!
Mezz’ora dopo, quando ormai ci eravamo stufate e Mike, il ragazzo di Alissa, si era già fatto vivo dandoci modo di conoscerlo, i fratelli Van Halen fecero la loro comparsa!
 Oddio fortuna che eravamo fuori all’aria perché appena li vidi non riuscii a trattenermi e risi talmente tanto che a momento non riuscivo più a respirare.
 

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Capitolo 29
*** Festa e dopofesta ***


  
Eddie indossava un costume da principe delle favole di un azzurro improponibile con tanto di calzamaglia! Cazzo, se non fosse stato il mio ragazzo avrei detto che era frocio. Per un attimo mi chiesi se mi tradiva con Dave! Poi aveva una specie di cappello sempre dello stesso orribile azzurro con su una piuma abbinata, in poche parole era una specie di pavone spennato caduto accidentalmente in una vasca di vernice!
 Ma forse Eddie era ancora normale in confronto ad Alex. Infatti il fratello maggiore si presentò con una specie di armatura, un elmo con le alette e un martello gigantesco che continuava a far roteare in aria. Se Thor fosse esistito veramente in quel momento gli avrebbe scagliato un fulmine in testa per l’umiliazione subita!
“Cavolo, Eddie Van Halen vestito da principe azzurro, questa è epica!”
 “Grazie Annette”
 Il grazie di Eddie era sarcastico al duecento percento
“Dai Ed scusami, lo sai che sei figo lo stesso”
 “Embè!”
 Eddie mi avvicinò a se baciandomi
 “Eddie, la tua piumi mi si è incastrata nei capelli”
 oddio che cosa imbarazzante! Le mie amiche, Mike e Alex iniziarono a ridere come degli scemi mentre Eddie cercava di scastrare quella dannata piuma dai miei capelli, poi, finalmente, quando riuscì nell’impresa si dedico al suo fratellone
“Senti dio del martello made in China, smettila di ridere che qui il più ridicolo sei tu!!”
 così le risate si trasformarono da indirizzate a noi a indirizzate a lui
“Ma che ti ho fatto di male fratellino? E poi Thor è un mito non come il menestrello effemminato che si crede un principino!”
“Dai povero Alex! Stai bene così tesoro”
 Live si appiccico al suo ragazzo, poi Alissa ci salvò
“Forza piccioncini, entriamo che la festa ci attende!”.
Tutto sommato la festa fu abbastanza divertente, c’era gente vestita in modo persino più ridicolo dei fratelli Van Halen! Alla fine però tornammo a casa abbastanza presto
 “Principessa non ho una carrozza e nemmeno un cavallo bianco, ma un passaggio a casa te lo posso dare?”
 “Si, su un catorcio nero”
ogni tanto mi uscivano frasi del genere ed entrambi facemmo fatica a trattenere le risate
“Sempre simpaticissima Anny”
 “Grazie principe dei ranocchi, daltonici a giudicare dal colore!”
 “Ok, lo ammetto, anche io detesto sto coso!”
 “Allora andiamocene in fretta, così presto te lo leverai”
 “Buona idea, ma anche il tuo vestito mi sembra scomodo”
 presi Eddie per mano e lo portai verso la macchina, ovviamente prima avvisai Alex, se avessi lasciato fare a Eddie lo lasciava nuovamente a piedi!
“Dai scemo, andiamo”
 “Agli ordini!”
 il ragazzo mise in moto la macchina e andammo verso casa. Fermata la carrozza incidentata nera arrivò il momento di darsi la buonanotte
“Aspetta Anny”
 “Che c’è?”
 “Be sto costume ha una lampo che non riesco a raggiungere!”
 Eddie sorrise molto malizioso
 “So dove vuoi arrivare, ma sei scemo?! E i tuoi dove li metti?”
 “Mio padre è da qualche parte a suonare così mia madre l’ha seguito, casa libera baby!”
 ovviamente mi lasciai convincere, chi può dire di no a un Eddie Van Halen che ti fa gli occhioni?! Nessuno! “Non dovrebbero lasciarti solo!”
 “Dai che anche tu gli sei grata che ci lascino la casa, ammettilo! E smettila di fare la seria, appena sfondo mi compro almeno un appartamento tutto per me e poi si che ci divertiamo!”
 ok la serietà era tutta recitazione sia chiaro, anche io ero contenta!
“Dai Page dei poveri, ti ospiterò a casa mia quando ti cacceranno di qui”
 ormai eravamo arrivati in camera sua
“Ehy questa te la devi far perdonare! E io avrei un’ideina”
 “Ho capito”
 a quel punto mi avvicinai a lui iniziando a baciargli il collo
 “Allora sta lampo dove sta?”
“Vediamo se la trovi”
 ben presto la trovai e lui casualmente slacciò per sbaglio la lampo del mio vestito e così, un bacio tira l’altro, è intuibilissimo come si concluse la nostra serata.
Mi svegliai di colpo quando sentii bussare alla porta della camera, ops ero rimasta tra le braccia di un certo chitarrista
“Eddie le hai tu le mie chiavi di casa?”
 Eddie però era beato nel mondo dei sogni, iniziai così a scuoterlo, ma ottenni solo dei versi strani
“Vabbè ho capito, me le cerco da me”
 poi lo sentii combinare qualcosa con la serratura e aprì la porta, mi nascosi sotto le coperte tirando un pizzicotto, ma rieccolo che al posto di svegliarsi normalmente iniziò a urlare
“Ahia cazzo! Che minchia ci fai qui tu?!”
 “Le chiavi”
 “Non le ho io, vattene!”
 “E va bene, ma calmati! Ciao Ann”
 ecco come non detto, tirai fuori la testa dalla coperta e risposi al saluto, dire che ero rossa come un pomodoro era un eufemismo! Eddie iniziò a ridere
 “Che ti prende scemo?”
“Sei buffissima!”
“Ma grazie tesoro, sai come rigirare il coltello nella piaga!”
 “Ehy, ieri ridevi tu, oggi rido io!”.
Ci vestimmo e facemmo colazione con Alex, tanto ormai sapeva che ero lì, poi presi un pezzo di carta e ci scrissi sopra “dormo da Olive,  a domani!”.  Alex incuriosito mi fece la domanda che anche Eddie voleva fare “Perché stai scrivendo quel coso?”
 “Semplice, appena rientro in casa lo appoggio da qualche parte, così se mi chiedono perché non ho avvisato che non tornavo gli dico che avevo lasciato un biglietto”
 Eddie mi guardò entusiasta
“Vedi fratello, questa ragazza è un genio e ovviamente con chi dei due fratelli sta?!”
Alex mi fece l’occhiolino per farmi capire che voleva gli tenessi il gioco
“Già fratellino, quando non ce la spassiamo mi dice sempre  che tu sei troppo poco maturo per lei”
 “Cosa?!”
 Eddie si infuriò in un nano secondo, poi si girò verso di me afferrandomi per i polsi e con un tono fuori di se quasi mi urlo in faccia
“Dimmi che non è vero!”
 volevo dirgli che non era vero, ma Alex continuava a supplicarmi con lo sguardo
 “Già, non dico che non sei maturo”
 Eddie divento come un toro infuriato che aveva appena visto una bandiera rossa, si girò e si avventò sul fratello
“Tu me la pagherai cara!”
ma Alex iniziò a ridere tenendolo fermo, Eddie infatti non era solo il più piccolo di età, ma anche di statura così riusciva a tenerlo a distanza giusto per evitare i suoi pugni.
“Eddie calmati, era uno scherzo”
 il minore si sedette su una sedia a braccia conserte
 “Vi detesto! Entrambi!”
“Bene, allora io, Ann e Live andiamo a fare una cosa a tre. A dopo fratellino”
 “Basta Alex, il mio ranocchio si è arrabbiato” andai a sedermi in braccio a Eddie e cercai di liberargli le braccia che teneva incrociate, ma senza riuscirci, così decisi di iniziare a baciarlo dietro l’orecchio finché non cedette
 “Ma così non vale!”
 presto Eddie smise di tenere il muso.
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Ma quanto sono brava che vi regalo un capitolo un pochino più lungo del solito? Dai fatemi sapere che ne pensate! Grazie a tutti come sempre e alla prossima ;)

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Capitolo 30
*** La decisione ***


 Purtroppo il break di primavera finì presto avvicinandoci sempre più alla fine della high school. I miei genitori mi misero sempre più pressione sui voti e sulle scelte future obbligandomi a fare domanda d’ammissione ad un mucchio di college, così fra i mille impegni di Eddie con la band e sta storia della scuola ci vedemmo sempre di meno.
La band andava alla grande, Mark era uscito dal gruppo e Mike aveva preso il suo posto. Spesso erano in giro a suonare e ovunque andassero era un successone! Ero sempre più convinta che quei quattro ce l’avrebbero fatta a sfondare.
Anche il famoso ballo di fine anno arrivò sempre velocissimamente, ma nonostante le cose fra me e Eddie andassero sempre meglio, non ci saremmo andati.
 Eravamo innamoratissimi l’uno dell’altra, ma destino vuole che quella sera i Van Halen avessero un concerto importante, infatti ai quattro era giunta la voce che Gene Simmons sarebbe stato lì, una notizia fantastica!
Il concerto arrivò, altro che ballo di fine anno, fu epico!
 Simmons era veramente fra il pubblico e rimase sorpreso dai ragazzi, ma nessuno si aspettava che due anni dopo gli avrebbe proposto di registrare qualcosa. Tutti erano su di giri per la fantastica riuscita di quella serata, così festeggiammo tutti insieme come non avevamo mai fatto prima! Ma purtroppo quella fu l’ultima cosa per cui festeggiai veramente.
“Annette vieni qui che dobbiamo parlare!”
 mia madre mi chiamò in cucina, mio padre era accanto a lei e vari fogli erano ordinati sul tavolo, si trattava di informazioni delle varie università
 “Tesoro è giunto il momento cu tu prenda una scelta!”
iniziai a sfogliare di malavoglia i fogli davanti a me, erano tutti in francese, erano università di Parigi e dintorni
 “Ma queste sono a Parigi”
 “Certo, ovviamente ora che devi scegliere un’università torneremo a Parigi, sono ottime”
 “Ma posso benissimo rimanere in questa zona a studiare”
i miei genitori si scambiarono uno sguardo preoccupato
 “Annette, tesoro, queste sono le migliori università di tutta la Francia, sono totalmente ad un altro livello” non riuscii più ad ascoltarli e me ne andai in salotto confusa, respirai quel poco di aria che entrava dalla finestra aperta, improvvisamente mi sentivo in gabbia.
 Poi rieccoli comparire
 “Annette non ci sono scuse, queste sono le migliori università e tu verrai a Parigi!”
 “NO!”
urlai sul punto di una sclerata colossale
 “Non urlare, vuoi che ti senta tutto il quartiere?!”
mi rimproverò mio padre e mia madre aggiunse la frase che fece traboccare il vaso
 “Non puoi rimanere qui, se lo dici perché ti sei trovata un ragazzo sappi che a Parigi c’è ancora Lucas che ti aspetta, è un così bravo ragazzo, è di buona famiglia e suo padre ha offerto lavoro al tuo, non come quel disgraziato di un musicista della porta accanto! Annette si tratta del tuo futuro, se rimani qui non sfrutterai mai a pieno le possibilità, sprecheresti tutto!”
 forse avevano ragione sullo studio, sulle possibilità che stavo per buttare via, ma non volevo andarmene, lì ero finalmente felice, le lacrime iniziarono a bagnarmi il volto
“Voi non capite, non me ne frega niente di Lucas, io amo Eddie, non me ne frega niente di tutto il resto, io rimarrò qui con lui, che la cosa vi piaccia o’ no!”
 corsi verso la porta per uscire, avevo bisogno di andarmene per qualche ora da quella casa, ormai sulla porta mio padre mi urlò dietro
“Sei un’idiota, per una stupida cotta stai rovinando la tua vita!”.
Aprii la porta e la richiusi sbattendola con tanta furia che non mi accorsi neanche di avere davanti Eddie, gli andai addosso, non dissi nulla e lo abbraccia piangendo. Pensavo non potesse andare peggio quella giornata!

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Salve a tutti, scusate il capitolo un po' corto, probabilmente anche il prossimo lo sarà, ma capirete perché! Non avevo voglia di condividere tutto insieme, ma prometto di aggiornare presto!! Fatemi sapere cosa ne pensare ;) Prossimamente su questi schermi...
Lemma

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Capitolo 31
*** Addio ***


 Entrambi rimanemmo in silenzio, lui mi asciugò le lacrime e mi prese per mano portandomi al parco, al nostro albero. Poi quando trovai il coraggio di parlargli e dirgli cosa era successo feci in tempo a dire
“Eddie io…”
 e lui mi interruppe, non mi guardò in faccia, guardò la chioma dell’albero dove una volta ci eravamo arrampicati
“Mi dispiace Annette, non so come dirtelo, ma…”
“Che succede?”
 “Succede che non posso più stare con te”
 “Cosa? Perché? Ma io ti amo Eddie!”
 “Anche io ti amo, ma non posso! Torna a Parigi, frequenta l’università migliore che puoi e… trovati un altro, dimenticami”
 Eddie si alzò sempre senza guardarmi e fece per andarsene, ma lo bloccai per il braccio
“Io non voglio andarmene, non ti voglio dimenticare, non ti posso dimenticare!”
mi guardò per un secondo con un’espressione indecifrabile dipinta sul volto, sembrava distrutto, ma non capivo, era lui che stava lasciando me non il contrario
 “Scusami Anny, grazie di tutto, ti amerò per sempre”
poi se ne andò definitivamente.
Rimasi sotto quell’albero, che era stato il nostro albero, a piangere. Tutte le certezze che avevo erano appena andate in frantumi. Non riuscivo a credere che il ragazzo che fino al giorno prima mi diceva di amarmi e faceva progetti per gite al mare durante l’estate mi aveva appena lasciata, lì nel nostro posto speciale, senza nemmeno una spiegazione.
Tornai a casa, l’unica cosa che dissi ai miei fu
“Vengo a Parigi”
 e poi mi chiusi in camera.
Il giorno tanto inatteso si avvicinava. Saremmo partiti presto, i miei volevano passare l’estate a Parigi, così mi trovai con le mie amiche per dirgli addio
 “Ragazze mi mancherete tantissimo!”
 “Anche tu Ann, ma con Eddie come fai?”
 eccola lì Olive che andava come sempre a centrare il punto debole
“Eddie mi ha lasciata prima che gli dicessi di Parigi, non mi ha nemmeno dato una spiegazione”
 “Tesoro mi dispiace, Alex non mi ha detto niente”
 “Ecco prova a parlare con Alex”
 “Ragazze forse è meglio così, sto per partire e non tornerò! Ora devo andare, grazie di tutto, mi mancherete tanto!”
 “Anche tu, chiamaci!”
 risposero in coro prima di abbracciarmi, presi la mia borsa e tornai a quella che sarebbe stata la mia casa ancora per un giorno.
Passando davanti a casa Van Halen però qualcosa mi trattenne, bussai alla porta.  Volevo vederlo un’ultima volta, ma fu la madre ad aprire la porta
 “Giorno Annette, come va?”
 “Mi scusi signora, sono solo passata a salutare, domani mi trasferisco”
 “Mi dispiace cara, ci mancherai! Vado a chiamarti i ragazzi”
 “Grazie signora, anche voi mi mancherete”
 purtroppo l’unico che si presentò in salotto fu Alex
 “Ann so che parti”
 “Già, mi mancherai Alex!”
 “Anche tu, tanto!”
 “Eddie?”
 “Non c’è, ha detto di voler stare via un paio di giorni, mi dispiace”
 “Ti prego, salutamelo”
 Alex mi abbraccio forte
 “Mi mancherà avere una sorella”
 “E a me un fratello, addio Al”
 fu difficile salutare anche lui, ormai eravamo come fratello e sorella e mi sarebbe mancato tanto.
La mattina dopo salii in macchina con i miei, direzione aeroporto, destinazione finale Parigi.
 
Stavo per bussare alla sua porta quando la sentii urlare. Stava litigando con i suoi genitori così decisi di ripassare più tardi, ma quando sentii la parola Parigi mi bloccai, forse non avrei dovuto, ma rimasi davanti alla porta ad ascoltare la conversazione.
Parlavano di Parigi, del futuro di Anny e la cosa mi fece riflettere. Lei mi difese con i suoi genitori, ma loro avevano ragione, per colpa mia probabilmente avrebbe mandato all’aria tutte le possibilità che aveva. Doveva partire, infondo anche io sarei dovuto andare in giro con i ragazzi, la litigata di Anny con i suoi genitori mi convinse che non potevo trattenerla qui.
Un ultimo urlo, la porta si aprì e improvvisamente me la ritrovai tra le braccia. Piangeva e non sapevo neanche cosa dirle, non potevo certamente uscire con una frase del tipo
“Ehy Anny, ho ascoltato tutta la conversazione avvenuta fra te e i tuoi genitori e penso che dovresti ascoltarli, addio!”
 Le asciugai le lacrime e decisi di portarla al nostro albero, forse durante il tragitto avrei trovato la soluzione giusta. Poi arrivò il momento, presi un bel respiro senza nemmeno guardarla e dissi fra me e me
 “Se si ama qualcuno bisogna lasciarlo andare”
così cercai di trovare la frase giusto e glielo dissi.
Sapevo che era la cosa giusta da fare nonostante facesse star male entrambi, ma le dissi che avrebbe dovuto andare avanti e dimenticarmi.
Fu veramente difficile e quando feci per andarmene e lei mi fermo per il braccio costringendomi a girarmi lo fu ancora di più, era distrutta e lo ero anch’io, ma tenni duro.
Quando tornai a casa decisi che per un paio di giorno avrei chiesto ospitalità a qualche amico, non potevo rischiare di incontrarla ancora o’ avrei mandato all’aria tutti gli sforzi. Quando però decisi di chiedere alle sue amiche quando sarebbe partita per poterla salutare un’ultima volta probabilmente era troppo tardi. Tornai a casa, ma la sua macchina stava per svoltare l’angolo, ormai era andata.
“Sai fratellino, un’antica leggenda cinese parla di un filo rosso che unisce le persone destinate a stare insieme fin dalla nascita, il filo si può allungare, ingarbugliare, ma non si spezza e prima o’ poi permette ai due di ritrovarsi”
 guardai stranito mio fratello che mi teneva una mano sulla spalla
 “Da quando ti intendi di antiche leggende cinesi?”
 “Non è questo l’importante, ora alza il culo ed entra in casa, sta per piovere e se ti ammali non abbiamo un chitarrista per sabato”
 rimasi a pensare per qualche istante a quello che aveva detto Alex poi corsi in casa, presi una chitarra e mi sfogai, scrissi qualche nuovo riff e così passai tutta la giornata.
Alla fine il tempo passò, i concerti furono sempre più favolosi e sempre in zone diverse, stavamo diventando abbastanza conosciuti e avevamo parecchi ingaggi.
 Finalmente avevamo trovato il sound e la formazione giusta, il pensiero che probabilmente ce l’avremmo fatta mi distolse dagli altri e così per i Van Halen iniziò la lunga scalata per arrivare alla cima.

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Odiatemi pure, anche io lo faccio essendomi ormai affezionata a loro due! Comunque la storia non è ancora finita (anche se manca sempre più poco) quindi continuate a stare sintonizzati per il prossimo capitolo! Fatemi sapere cosa ne pensate ;) alla prossima!

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Capitolo 32
*** Parigi, Lucas, la lettera... ***


 Settembre, un nuovo anno, esattamente un anno da quando avevo visto Eddie per la prima volta, ma questa volta lui non ci sarebbe stato.
 I corsi all’università iniziavano quella mattina. Durante l’estate i miei avevano deciso di prendermi un appartamento tutto per me proprio vicino all’università. Quando me lo dissero inevitabilmente ripensai a quando Eddie diceva di voler sfondare e prendersi un posto tutto suo per divertirsi, ma ora io ero a Parigi e lui probabilmente a Pasadena. Non ne ero certa perché quando telefonavo alle mie amiche parlavamo di tutto, ma evitavamo sempre quell’argomento in particolare.
 Quella con cui mi sentivo di più era Olive, avevamo legato molto nonostante i litigi iniziali ed ora, anche se era dall’altra parte dell’oceano era ancora la mia migliore amica e ci telefonavamo tutti i giorni
 “Ciao Ann, come va nella bella Parigi?”
 “Come al solito Live e lì?”
 “Bene, ci manchi tanto, ma va tutto bene”
 “E con Alex?”
 “Sempre meglio direi, sono veramente innamorata”
 “Sono contenta per te cara”
 ma di solito a quella frase non riuscivo a trattenere un velo di malinconia
 “Dai trovati qualche figo francesino che poi voglio tutti i dettagli!”
 “Sei sempre la solita”
 questa era una delle nostre telefonate tipo, ma c’era un piccolo particolare con cui non avevo voluto parlare ad Olive, Lucas.
Avevo ritrovato Lucas appena tornata a Parigi e presto avevo iniziato ad uscirci insieme, come amici però. Nonostante facesse di tutto per trasformare la nostra amicizia in qualcosa di più io non ero pronta, ma quel giorno di settembre che corrispondeva esattamente a quello dell’anno prima dal quale era cominciata la nostra storia capii che era giunto il momento di voltare pagina.
Tre mesi erano abbastanza o’ almeno cercai di autoconvincermi che fosse così.
Quella sera uscii a cena con Lucas, fu molto romantico e alla fine cedetti
 “Posso darti un passaggio a casa?”
 “Certo Lucas”
 quando arrivammo sotto casa mia cercò di baciarmi, all’iniziò mi irrigidii, mi sentivo quasi in colpa, ma alla fine lo assecondai. Fu così che iniziò la mia avventura da universitaria, non proprio come me la aspettavo, ma poteva funzionare.
“Ann ieri ti ho chiamata, ma non rispondevi!”
 “Tranquilla Live, ero ad un appuntamento”
 “uuuuu raccontami tutto, lui com’è? È il tuo ragazzo? Voglio sapere tutto!”
“Be lui sai già com’è”
 “Che stai dicendo Ann?”
 la voce di Olive sembrava preoccupata
“è Lucas, è tutta l’estate che ci prova”
 “Stai con Lucas?! Fantastico, sono contenta per te”
 in realtà, come io non riuscivo a nascondere le cose a Olive lei non riusciva a farlo con me, anche per telefono, non dissi nulla a parte un
“Grazie”
 ma capii perfettamente dalla sua voce che qualcosa non andava, non era veramente felice per quella notizia e anche io non sapevo esattamente come prenderla. Mi stavo riaffezionando a Lucas ma Eddie era un pensiero fisso
 “Ehy per qualsiasi cosa telefonami, sai che per te ci sono! Ah ti salutano i ragazzi”
 “Grazie Live, ciao”
 chiusi la telefonata e per un attimo ebbi un tuffo al cuore, Eddie era lì insieme a Olive e aveva sicuramente sentito che ora stavo con Lucas. Una lacrima mi rigò il viso, il senso di colpa mi riempì nuovamente.
Di ti amo ne avevo sentiti tanti, ma l’unico che sentivo veramente sincero era quello di Edward.
 Poi riuscii a riprendermi, non dovevo pensarci, lui non era più il mio ragazzo, probabilmente aveva un’altra e ora io avevo Lucas.
Sapete quando si dice si parla del diavolo e ne spuntano le corna? be in quel momento arrivò Lucas
 “Ehy piccola apri la porta!”
 “Ciao Lucas”
 lo salutai con un bacio veloce, a stampo
 “E no, si saluta meglio”
 mi prese per la vita e mi diede un vero bacio, poi un lettera attirò la mia attenzione
“Cos’è quella?”
 “Era nella tua cassetta, ho pensato di portartela”
 “Grazie”
 gli sorrisi e gli rubai letteralmente la lettera di mano, guardai la busta e sospirai leggendo il mittente. Veniva da Pasadena e quello era l’indirizzo di casa Van Halen
 “Tutto ok Ann?”
 “Si, si usciamo pure”
 lasciai la busta ancora chiusa sul tavolo, presi la borsa e uscii per la serata con Lucas.
Fu divertente, ma con una scusa qualsiasi mi feci accompagnare a casa abbastanza presto.  Appena rimasta sola andai a prendere la busta, mi sdraiai sul letto e lentamente la aprii. Non avevo pensato ad altro per tutta la sera, ma non l’avevo voluta aprire davanti a lui.
 Dentro c’era una cartolina di Los Angeles, l’oceano era meraviglioso, la girai sorridendo.
“Ci hai dato buca a tutte le gite in spiaggia, ce la pagherai prima o’ poi! Ci manchi tanto, un bacione!
Olive, Alissa, Alex, Dave, Mike”
Rimasi un attimo a fissare quelle firme, mancava quella di Eddie, poi guardai meglio e la trovai, uno scarabocchio minuscolo sul lato, un cuoricino minuscolo accompagnava la firma.
 Respirai a fondo e presi il foglio che accompagnava la cartolina, si trattava di una lettera ed era senza dubbio la grafia del batterista
“Mi manca avere una sorellina in giro per casa, vedi di far la brava a Parigi che ti voglio rivedere tutta intera! Starai pensando che non ci rivedremo, ma io credo di sì, quando ti manchiamo pensa a quello che ti sto per scrivere!
Esiste un’antica leggenda cinese, parla di un filo rosso che unisce le persone destinate a stare insieme fin dalla nascita, il filo si può allungare, ingarbugliare, ma non si spezza mai e prima o’ poi riavvicina le persone.
Ci manchi, gli manchi!
Un abbraccio,
il tuo fratellone Alex”
Lessi attentamente le parole di Alex, specialmente la leggenda e quel gli manchi poi chiusi il tutto nel cassetto del comodino dimenticandomene completamente per i mesi successivi.


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Eccomi qui! Dopo il capitolo dell'altra volta ho cercato di aggiornare presto! Fatemi sapere che ne pensate e come sempre grazie infinite a tutti ;)
Alla prossima,
La vostra Lemma

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Capitolo 33
*** La proposta ***


 Passò un altro anno, ormai era arrivato il 1976, io e Lucas stavamo bene insieme e continuavo a tenermi in contatto con i miei amici di Pasadena, tutto sembrava aver preso finalmente la piega giusta, poi arrivò una telefonata che mi riempì di gioia!
Quando alzai la cornetta del telefono sentii Olive che urlava tutta eccitata
 “Ann!!! Non ci posso credere, ho una notizia fantastica wooooooooooooooow”
 “Calmati Live, così mi uccidi un orecchio!”
 “Scusa Ann, ma non ci crederai mai”
 “Su dimmelo”
 “Devi andare a comprare un biglietto aereo e un vestito elegante, possibilmente lilla”
“Ma stai bene?! E che ci faccio con un biglietto e un vestito?”
“Semplice, mi fai da damigella d’onore e da testimone!”
 rimasi senza parole, avevo forse capito male?
“Live vuoi dire che..”
” Si, mi sposo! Alex me lo ha chiesto ieri sera! Vogliamo sposarci a settembre e tu sarai la mia damigella!”
 “è stupendo! Sono contentissima tesoro! Non vedo l’ora!”,
 misi giù la cornetta ancora elettrizzata dalla notizia.
La mia migliore amica si stava per sposare con un ragazzo fantastico, anche lui un mio grande amico. Finalmente poi li avrei rivisti, erano due anni che avevo lasciato Pasadena e non avevo più fatto ritorno oltreoceano
 “Che succede amore?”
 Lucas era lì con me, quindi aveva sentito la telefonata
 “La mia amica Olive si sposa e io le farò da damigella!”
 mi prese per la vita e mi sussurrò all’orecchio “Ma è fantastico, anche lei poi potrà fare da damigella a te”
a quella frase mi impietrii, sbiancai e non riuscii più a parlare, avevo capito male questa volta! Per forza, non poteva essere vero.
Cosa stava facendo, si stava veramente inginocchiano? Iniziò a girarmi la testa, ripensai a Eddie cosa che ero riuscita a non fare più per qualche periodo, poi eccolo.
Mi sfuggì una lacrima e Lucas dovette alzare una mano per asciugarmi la guancia. Sobbalzai a quel contatto poi alla fine lo disse
 “Anny mi vuoi sposare?”
 
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vi prego, scusatemi! So che è veramente corto, ma siate comprensivi, oggi sto anche male e sono qui a condividere per voi! Spero che... be, di avervi sorpresi con la proposta!
Fatemi sapere cosa ne pensate, un grazie a tutti come sempre e alla prossima ;)

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Capitolo 34
*** Il testimone ***


 Il periodo peggiore fu l’estate senza Anny, poi iniziai ad abituarmi, anche se continuava a mancarmi tantissimo. Sapevo che non l’avrei mai scordata, ma non potevo neanche fossilizzarmi a pensarci, dovevo suonare!
I Van Halen potevano farcela, ne ero più che convinto, ma dovevamo lavorare duro, farci conoscere dalle persone giuste e scrivere grandi pezzi.
Sapevo che Anny stava bene perché Olive e Alissa le telefonavano tutti i giorni e mi davano sue notizie. Non ebbi però mai il coraggio di parlarle, non avrei mai trovato le parole giuste.
 A settembre sentii Live parlare al telefono con lei, parlavano di un ragazzo. Anny era tornata con Lucas, mi aveva  dimenticato a quel punto perché parlare per rovinarle la vita? Per quanto ci stessi da cane ero stato io stesso a dirle di farlo perché probabilmente non l’avrei più rivista.
La band andava alla grande, ma ancora nessun contratto importante in vista. Giravamo molto e suonavamo tutte le settimana sempre a livelli elevati, anche se non mi ricordo tutto nei minimi dettagli.  Ovviamente per smorzare l’ansia lo zio jack era la cosa migliore!
L’anno successivo successe però qualcosa di inaspettato, eravamo a cena con la famiglia quando Alex si alzò di scatto con un sorriso a venticinquemila denti e annunciò
“Famiglia, io mi sposo!”
 mamma e papà saltarono subito in piedi ad abbracciarlo congratulandosi e così feci pure io
“Complimenti fratello!”
 “Grazie Eddie, penso che al matrimonio ci sarà una sorpresa anche per te”
 lo guardai perplesso, ma poi lasciai perdere, Alex non era sempre troppo normale.
Una paio di sere dopo rieccolo a parlare del suo matrimonio, ma stavolta mi tirò in ballo
 “Fratellino caro, come stai oggi?”
 “Che vuoi Alex?”
“Solo un piccolo favore”
 “Dipende, cosa si tratta e cosa ci guadagno?”
 “Mi faresti da testimone? Be qualcosa sicuramente ci guadagni”
 ecco mi stava per incastrare a rimanere in chiesa tutto il tempo
 “Non puoi chiedere a Dave o’ a Mike?”
“NO! Mi servi tu, capito?!”
 “E va bene, ma fa in modo di non risposarti o’ almeno di non richiederlo a me”
 Alex esultò come se avesse appena segnato il punto decisivo di una partita
 “Aspetta un secondo, cosa stai tramando?”
 mio fratello si ricompose immediatamente e sorrise rassicurante
 “Niente, sono solo contento che vada tutto bene”
 non so perché, ma continuai a sospettare. Ormai lo conoscevo troppo bene e sapevo che mi stava nascondendo qualcosa, così decisi di indagare! Agente Van Halen in azione!
Il giorno dopo trovai casualmente Olive e mi avvicinai per congratularmi del matrimonio
 “Ciao Live, congratulazioni sorellina!”
 “Grazie Eddie!”
 poi misi nella conversazione la domanda che mi ponevo dalla sera prima
 “Senti, che sta combinando Alex? Sta complottando qualcosa?”
 “No, certo che no, ma che dici?”
 Olive però rispose troppo velocemente per sembrare convincente
 “Lo conosco, non mi ha detto qualcosa e ha a che fare con il farmi fare da testimone”
 “Ma no Eddie, è solo lo stress per il matrimonio, non essere così fissato”,
avevo capito che c’era qualcosa sotto, ma neanche Live mi fu d’aiuto.
 Ma possibile che mi stessero tenendo tutti nascosto qualcosa? Forse aveva ragione Anny quando mi aveva detto che spiare le persone non porta  a nulla di buono. Poi magari mi stavo solo immaginando tutto così feci finta di niente per tutta la durata dei preparativi.
Il grande giorno si avvicinò e giunse il momento di organizzare l’addio al celibato per Alex così ci ritrovammo a parlare solo noi due
 “Ma chi è il testimone di Olive?”
 “Una sua vecchia amica”
 “Dai dimmi di più, dovrò stare lì in chiesa tutto il tempo, almeno dimmi se sai com’è!”
 “Eddie basta, organizziamo sta festa!”
 “Ma almeno dimmi se è figa!”
 “Sono sicuro che ti piacerà, ora basta e organizziamo!”
 bene almeno sapevo che la ragazza con cui avrei dovuto dividere la tortura era figa!
In men che non si dica organizzammo la festa in un locale di Pasadena nel quale avevamo suonato più di una volta, per poi trasferirci nell’hotel dove si sarebbe tenuto anche il ricevimento e dove alloggiavano gli ospiti, che non erano di Pasadena, e noi poveri innocenti che eravamo stati incatenati a fare o’ da testimoni o’ da damigelle.
 Be ero l’unico ragazzo fra le donne, ma purtroppo non riuscii a scoprire niente su questa tanto figa testimone/damigella.
Il giorno dopo Alex mi buttò giù dal letto molto presto
 “Che cazzo ci fai qui? Come hai fatto a entrare?”
 “Ti sveglio, so che sennò mi ritroverei senza testimone”
 “Ma come hai fatto a entrare?”
 Alex mi mostrò una copia della chiave della stanza
“Ho detto che era un’emergenza”
“Fottiti!”
 gli tirai addosso i cuscini e mi riavvolsi nelle coperte, ma non lasciò perdere, mi trascinò in bagno e mi buttò sotto l’acqua gelida della doccia
“Alex giuro che al tuo matrimonio non ci arrivi!”
Alex se la rise di gusto e poi scomparve ricordandomi per la millesima volta che dovevo essere in orario.
Inutile dire che gli diedi ascolto, era il suo matrimonio infondo!
Per le undici circa era già lì in chiesa accanto a lui che era nervoso come non mai
“Vedi fratello, se tu ti muovessi così anche mentre suoniamo ora saremmo già al primo posto nelle classifiche!”
 “Vai a quel paese Eddie!”
 poi finalmente Live varcò l’ingresso della chiesetta e Alex si ritrovò davanti a due scelte, o’ si calmava o’ scappava a gambe levate in quel preciso momento, optò per la prima.

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Dopo il capitolo di ieri dovevo per forza condividere oggi! Chi altro poteva fare da testimone se non lui?
Dai dai fatemi sapere cosa ne pensate e grazie a tutti come sempre!

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Capitolo 35
*** Il matrimonio ***


 Si sa che il giorno del matrimonio la più bella deve essere la sposa, ma quando vidi finalmente la testimone/damigella d’onore di Live rimasi senza parole.
 Proprio dietro la sposa  infatti, bella come non mai nel suo abito di alta sartoria parigina, c’era Anny. Rimasi immobile sorridendole come uno scemo, non mi aspettavo proprio di vederla.
 Finalmente avevo capito cosa mi nascondeva Alex. Lei mi guardò per un secondo sorridendo imbarazzata poi distolse lo sguardo, fu veramente strano, era come se non la vedessi da un giorno, ma contemporaneamente sapevo che non la vedevo da due anni.
 A quel punto non vedevo l’ora che quella tortura finisse per poterle parlare anche se non sapevo cosa dirle.
Alla fine della cerimonia, mentre tutti uscivano felici e contenti rimanemmo solo noi quattro per firmare le carte. Mi avvicinai ai documenti contemporaneamente a Anny e le nostre mani si toccarono mentre firmavamo lasciandoci impietriti per qualche istante a fissarci.
 Quello strano momento fu interrotto da Alex che posò una mano sulla mia spalla e una su quella di Anny
“Ragazzi, ma che avete combinato? Avete firmato nel posto sbagliato, ora siete voi due che vi siete sposati!”
 io e Anny ci girammo contemporaneamente scioccati
“Cosa?!”
 ma Alex iniziò a ridere come uno scemo
 “Scherzavo”
 io e Anny iniziammo a spintonarlo con la stessa complicità di due anni prima, non ci eravamo ancora parlati, ma sembrava non fosse cambiato niente.
Poi anche Alex uscì e ci chiamò per le foto di rito, altra rottura di palle. Vidi Anny disperarsi nella lotto contro il vento per sistemarsi i capelli, senza pensarci le afferrai la mano con la quale continuava a spostarseli e gliela abbassai
 “Non preoccuparti, sei sempre bellissima”
 si girò a fissarmi con un’espressione stranissima, a metà tra il triste e il contento e l’imparazzato, poi quando fece per parlare il fotografo ci interruppe avvisando che era pronto per scattare.
Dopo le foto Anny fu trattenuta da Live così mio fratello ne approfittò
 “Allora fratellino, piaciuta la sorpresa?”
“Non sono ancora riuscito a parlare”
 “Dai, puoi farcela! Scusa la mia donna mi vuole”
 il resto del tempo passò a tavola dove Anny era seduta dall’altra parte rispetto a me. Se Alex aveva pianificato di farci incontrare non aveva calcolato troppo bene tutti i fattori o’ almeno così credevo e ne fui convinto finché gli ospiti non iniziarono ad alzarsi e venne il momento del primo ballo da parte degli sposi. Mentre mi facevo due risate guardando mio fratello che proprio non sapeva ballare Anny mi si avvicino “Eddie… mi sei mancato”
 “Anche tu Anny, non sai nemmeno quanto”
 la biondina sorrise come non la vedevo fare da due anni
 “Questo lo dici tu! Ma dimmi come va con la band?”
 “Bene, grazie”
 la conversazione però stava cadendo in un silenzio imbarazzante, c’erano tante cose di cui volevo parlarle, ma non riuscivo, poi Olive fermò quel silenzio imbarazzante
 “Bene, noi ci siamo messi in ridicolo”
indicò Alex ridendo
“Ma ora è giunto il momento di mettere in ridicolo i testimoni!”
 Alex ci trascinò in pista appiccicandoci l’una all’altro. Anny rossa come un pomodoro mi si avvicinò, finalmente potei stringerla di nuovo fra le mie braccia.
 Fortuna che anche gli altri iniziarono a ballare perché non ero troppo meglio di Alex!
“Eddie io…”
“Anny ho fatto una cazzata, non dire niente”
 poi finalmente la bacia, lei non fece nulla per fermarmi e ricambiò il bacio, si staccò solo un secondo
“è tutto come due anni fa”
 “Ti avevo detto che ci sarebbe stato di meglio che il ballo di fine anno”
 “Be forse c’è di meglio”
 “Certo che c’è di meglio, se vuoi te lo faccio anche vedere”
 “Sempre scemo Van Halen?”
“Sempre a far finta di far la seria Delacroix?”
 la baciai di nuovo, non ne potei fare a meno
 “Aspetta, ma Lucas?”


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Eccomi qui! Sembra che mi diverta a lasciarvi nel bel mezzo degli eventi ahahahah mi sento cattiva *evita gli oggetti che le tirano*
Fatemi sapere cosa ne pensate ;) Alla prossima!

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Capitolo 36
*** Matrimonio (seconda parte) ***


 Anny fece un respiro profondo
“Non è potuto venire e come si dice occhio non vede, cuore non duole”
 “Sembra un invito detto così”
Anny rise di gusto senza però negare
 “Potrebbe esserlo”
 “Meglio non farselo ripetere due volte!”
 la presi per mano e senza pensarci due volte la condussi con me nella mia camera.
 Anny mi seguì e appena arrivati fu lei a chiudersi la porta dietro le spalle, si guardò intorno soffermandosi sulla mia chitarra
 “Ma ti sei portato la chitarra anche qui?!”
“Mi sembra ovvio”
Infondo dovevo prepararmi psicologicamente alla tortura e quale miglior modo della musica?
 presi la mia piccola e mi buttai sul letto iniziando a strimpellare, lei si sedette sul letto ad ascoltare. Il suo sguardo perso nel vuoto, forse rapita dai ricordi.
Poi ripensai alla prima volta che eravamo stati insieme e iniziai a suonare qualche pezzo dei Led Zeppelin.
Dopo un po’ che suonavo e Anny stava sempre seduta sul letto, qualcosa cambiò di colpo. Anny sembrò tornare in se, mi si avvicinò sfilandomi la tracolla della chitarra
 “Che stai facendo Anny?”
“Quello che non faccio da troppo tempo”
 poi mi saltò letteralmente addosso.
Iniziammo a baciarci con foga, impaziente mi tolse la camicia, ma poi capovolsi la situazione portandola sotto di me. Le sfilai il vestito e inizia ad accarezzarle il corpo. Entrambi ci desideravamo in quel momento preciso! Tempo dopo ci ritrovammo sfiniti sdraiati uno accanto all’altra
 “Ripeto quello che ho detto prima, Anny mi sei mancata!”
Sorrisi in modo malizioso
 “Ripeto quello che ho detto prima, sempre scemo Van Halen?”
Eccola lì come sempre a cercare di far la seria, ma tanto non ci riusciva
 “Sarò scemo, ma so sempre come farti divertire”
 Anny guardò l’orologio e ricominciò a vestirsi in fretta, poi mi si avvicinò per darmi un ultimo bacio. Fu tutto molto veloce e in un attimo fu pronta per scomparire da quella porta.
 “Addio Eddie, mi mancherai”
“Aspetta Anny, non voglio aspettare altri due anni per rivederti!”
 “Mi dispiace, devo tornare a Parigi”
 arrivò alla porta e si bloccò un istante quando le dissi l’ultima frase prima della sua scomparsa
“Ti amo Anny”
Era vero e volevo che lo sapesse prima di tornare alla sua nuova vita.
 
Scappai letteralmente dalla camera di Eddie e mi rinchiusi nella mia. Non volevo ricadere in quello che erano stati quei due anni senza certezze.
Preparai la mia valigia molto in fretta e cercando di non pensare a niente. In serata andai da Olive e Alex per salutarli e ringraziarli di tutto, sarei partita poco dopo.
“Ann scappi già? Non rimani un po’ a Pasadena con Alissa, Mike, Dave e Eddie?”
All’inizio in effetti il programma era quello di passare qualche giorno negli USA prima di tornare in Francia
 “No Live, ho bisogno di andare, non posso rimanere qui”
“Perché?”
Live come sempre aveva capito tutto, ma Alex no
 “Alex devo andare prima di rinnamorarmi di Eddie”
 Volevo convincere me stessa che non era ancora successo, che ero riuscita a staccarmi da quella storia.
Poi li abbracciai forte e feci per andarmene
“Sai Ann, se proprio non ti volevi innamorare forse non dovevi venire a Pasadena nemmeno due anni fa! Sei cotta tesoro!”
 “Live riesci sempre a capire tutto”
 aveva ragione, per quanto volessi nasconderlo era ancora innamorata, forse troppo, ma dovevo andarmene in quel momento o’ non ce l’avrei più fatta.
Saltai sul primo aereo per Parigi e presto tornai alla mia solita, monotona e noiosa vita

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Rieccoci qui con la seconda parte del matrimonio. Adesso la nostra Anny se ne è ritornata a Parigi, che succederà?
Fatemi sapere cosa ne pensate! Alla prossima ;)

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Capitolo 37
*** La reazione di Lucas ***


 Passò un mese. Live mi telefonò come sempre, ma quella volta mi telefonò nel momento sbagliato.
 Lucas era venuto a casa mia per prendere delle cose che aveva lasciato lì, infatti quando stavamo insieme passava molto più tempo a casa mia che a casa sua.
Mentre rispondevo a Olive lasciai Lucas alla ricerca delle sue cose, ma non pensai neanche lontanamente che in bagno c’era il test di gravidanza che avevo appena fatto. Intanto che Olive mi raccontava tutto del suo viaggio di nozze Lucas lo trovò, non avevo ancora visto qual era l’esito, ma la reazione del mio ex confermò i miei sospetti.
 Lucas arrivò in salotto incazzato come una iena e iniziò a urlarmi contro
 “Sei solo un puttana!”
 non faceva che ripeterlo, mi mise una gran paura vederlo così alterato. Poi mi prese per il collo della maglietta e mi tirò su di peso, ormai in lacrime cercai di pregarlo
“Ti prego Lucas, non farmi del male”
 ma fu inutile, mi assestò un pugno fortissimo, scaraventò il test accanto a me e se ne andò sbattendo la porta. Nei suoi occhi avevo visto una luce che non avevo mai visto prima, rabbia, gelosia, ma anche pazzia. Era un pazzo, non voleva accettare che qualcuno gli avesse detto di no!
Poi dopo la preoccupazione per quella strana scintilla nei suoi occhi fu la paura ad assalirmi, si sarebbe fermato o’ se la sarebbe ancora presa con me?
Una fortissima fitta alla pancia mi fece piegare in due dal dolore, rimasi a terra a piangere per qualche secondo poi la mia stupida forza di volontà e il mio stupido orgoglio mi spinsero ad alzarmi. Uscii dalla porta e lo trovai ancora lì ad armeggiare con il suo portachiavi, non ci vidi più dalla rabbia e raccolsi le forze per tirargli un pugno che non si sarebbe dimenticato tanto facilmente.
 Lui con i riflessi fulminei di un felino fermò il mio pugno a mezz’aria stringendomi il polso.
“Che c’è sgualdrina, vuoi mettere ancora le mani su di me? Se vuoi ti accontento”
 mi prese anche l’altro polso e mi spinse di nuovo in casa, mi gettò sul divano che era abbastanza grosso e mi trattenne sotto il suo peso. Ne le forze ne la voce sembravano essere più dalla mia parte.
Il ragazzo mi bloccò come si fa con un animale e si slacciò fulmineamente i pantaloni
 “Ti piace fare la troietta eh?!”
 rideva, la sua risata aveva una sfumatura inquietante, tutto in quel momento era degno di un film dell’orrore.
 Lucas riuscì finalmente a tenermi più ferma possibile e mi aprì le gambe, si tolse i pantaloni e si prese quello che lui diceva essere suo, me! Fu terribile, volevo solo morire, non riuscivo più a controllare il mio corpo che faceva impazzire sempre di più la mia mente attanagliata dal doloro con spasmi che sarebbero dovuti essere di piacere in un’altra situazione.
 Ringrazia il cielo che fu veloce, anche se a me sembrò un’eternità presto si rivestì e scomparve dalla porta lasciandomi lì sola e mezza svestita.
 Mi accascia su un lato piangendo, l’unica cosa che riuscii a fare.
Mentre piangevo, anche se molto debole, quasi impercettibile sentii una voce, mi ero dimenticata del telefono e di Olive
“Annette rispondimi! Che succede? Stai bene?”
 la voce della mia amica sembrava preoccupata, raccolsi la cornetta, ma non riuscii a parlare
 “Ann perché piangi? Guarda che salto sul primo volo e vengo lì”
 raccolsi un poco di forze, osservai per qualche interminabile secondo il test di gravidanza con esito positivo che era rimasto ai piedi del divano, glielo dissi
“Live, sono incinta”
non avevo il coraggio di dirgli veramente tutto
 “Ma è fantastico tesoro, Lucas sarà contentissimo! Ohy smettila di piangere, ho detto qualcosa che non va?”
 “Live non è di Lucas, io e lui non stiamo più insieme da quando mi ha chiesto di sposarlo, poco fa l’ha scoperto e si è incazzato come una iena”
 “Ti ha chiesto di sposarlo? E perché l’hai lasciato?”
 “Il giorno che mi hai detto che ti sposavi ha deciso di chiedermelo, ma quando mi ha chiamata Anny non ho fatto altro che pensare a Eddie, non potevo sposarlo, non lo amavo veramente”
 “Capisco”
 Olive sembrava capire veramente, ma capì anche altro
 “Quindi il bambino è di…”
“Sì”
 “Senti o’ tu salti sul primo volo per gli USA o’ io prendo il primo per Parigi”
 “Live non penso…”
 “Va bene, ci vediamo domani, dammi il tuo indirizzò”
cercai di convincerla che non era il caso, ma alla fine dovetti cedere e darle l’indirizzo, quella ragazza era veramente pazza!
Andai a dormire cercando di sistemare le mille cose che mi passavano per la testa, decisi che quello che era successo quel giorno me lo sarei tenuta dentro sperando di dimenticare.
Il sonno arrivò prima che riuscissi anche solo a pensare ad altro.


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Giorno *è incerta sul da farsi perché teme minacce di morte* eccoci qui! Ci stiamo avvicinando alla fine di Destiny. Grazie a tutti come sempre e fatemi sapere cosa ne pensate ;) Alla prossima

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Capitolo 38
*** Ritorno a Pasadena ***


 Il pomeriggio dopo mentre cercavo di sistemare casa nonostante la mia testa fosse completamente assente, sentii suonare il campanello, andai ad aprire e improvvisamente mi ritrovai stritolata dall’abbraccio della mia amica. poi Olive mi allontanò e notò il livido che avevo
 “Oddio Annette e questo?”
 “Lucas”
 “Tu vieni con me a Pasadena e non accetto un no come risposta”
 eccola lì, in due secondi aveva già deciso che fare
“Dai fa i bagagli che ti do una mano”
 “Ma Live e dove sto a Pasadena? I miei hanno affittato la casa a qualcun altro”
 “Be noi abbiamo una stanza per gli ospiti e se non vuoi stare da noi sono sicura che Jan ed Eugenia sarebbero felici di darti la camera di Alex”
 “Tu la fai sempre sembrare semplice”
 “Ma è semplice e poi sono sicura che appena Eddie lo saprà sarà al settimo cielo”
 all’improvviso mi rabbuiai, non sapevo proprio come dirlo a Eddie
“Ann tutto bene?”
 “Live non posso dirglielo e non posso presentarmi a casa sua così di punto in bianco”
“Allora vieni da me!”
 Olive venne in camera mia e iniziò a svuotare i miei armadi buttando tutto in una valigia. Appena ci fu tutto il necessario la portò vicino alla porta soddisfatta
 “Bene, domani si parte! Non posso lasciare qui il mio nipotino senza un papà!”
“Live tu non capisci, non posso dirglielo, ci siamo visti una volta in due anni!”
 “Sciocchezze, fidati di me”
 mi sedetti rassegnata. Quella ragazza era un uragano, quando si metteva in testa una cosa non la si poteva fermare!
 “Anche questa volta ce l’hai fatta Live, verrò con te! Ma non dire una parola di tutta questa storia ok?”
 se Olive era testarda sapevo esserlo benissimo anche io, così il patto fu presto fatto. Io sarei andata a Pasadena con lei, ma non avremmo parlato di tutta questa storia finché non me la sarei sentita.
Il volo fu lungo e stancante, ma l’aria di Pasadena ci risvegliò dal torpore.
 Alex era venuto a prenderci all’aeroporto, quando ci vide corse a baciare sua moglie per poi stritolare me “Sorellina! Di nuovo fra noi!”
 “Alex non sto più con tuo fratello! E poi così mi soffochi”
Alex allentò la presa scusandosi
“Scusa! Ma non me ne frega niente se stai con quello scemo di mio fratello o’ con un monaco buddista, ti chiamo sorellina quanto voglio, chiaro?!”
 iniziai a ridere come una scema, sia Olive che Alex iniziarono a preoccuparsi
 “Ann stai bene?”
 “Si, ma sto idiota mi ha fatto immaginare Eddie rasato a zero e vestito da monaco buddista”
immediatamente tutti e due mi seguirono nella risata, come si può non ridere pensando a una cosa del genere?!
“Aspetta Ann, cosa ti sei fatta?”
 Alex aveva notato il livido
 “Niente di preoccupante, ho solo litigato con Lucas, tranquillo”
 “Quel figlio di…”
 “Vabbè andiamo a casa che sono stanca”
Non me la sentivo di raccontare tutta la storia, sapevo che anche solo quelle parole mi avrebbero riportato all’incubo di due giorni prima.
 Live trascinò Alex verso l’uscita dell’aeroporto e poco dopo fummo a casa loro, era una casetta piccola e accogliente, veramente bellissima.
 
Un giorno Alex arrivò in ritardo alle prove, cosa strana veramente
 “Fratello come mai in ritardo?”
 “Olive è partita quindi nessuno mi ha svegliato”
 Dave prese in mano il microfono esortando tutti a iniziare le prove
“Esiste una cosa chiamata sveglia”
gli disse tirandogli un paio di bacchette
 “No aspettate, dove cavolo è andata Live?”
“Da Annette, vuole convincerla a venire a Pasadena, ma non chiedermi ne come ne perché”
Anny stava per venire a Pasadena? Era una notizia fantastica! Questa volta ero convinto a riprovarci seriamente. Avevo avuto altre storie in quei due anni, ma non erano neanche lontanamente paragonabili. Iniziammo le prove e andarono veramente alla grande, scrissi anche un nuovo assolo e quel pomeriggio scrissi anche le basi per un nuovo pezzo che però prevedeva solo chitarra e batteria.
Il giorno dopo Alex capì finalmente che esisteva una cosetta chiamata sveglia, ma ci avvisò che se ne sarebbe andato prima
 “Ragazzi oggi vi lascio prima, devo andare all’aeroporto”
 “Non preoccuparti, chiediamo al gatto di sostituirti”
 “Simpaticone! Ti volevo invitare a cena siccome c’è anche Annette, ma te lo scordi”
 ”Tanto domani sera venite voi”
 “Ragazzi basta, iniziamo con ste prove”
 il povero Mike fu costretto a interromperci, non ne poteva più e se non ci avesse fermati forse alla fine non avremmo provato un bel niente!
 

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E così la nostra Live convince Anny a tornare! Che succederà questa volta? Come sempre grazie a tutti e fatemi sapere cosa ne pensate!
Alla prossima ;)

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Capitolo 39
*** La cena ***


 Alex se ne andò prima come aveva annunciato, anche noi decidemmo che senza batterista potevamo smettere di provare. Andava tutto liscio in tutti i pezzi, un po’ di pausa potevamo anche concedercela. Finite quindi le prove andai con i ragazzi a prendere un gelato, nonostante fosse già quasi novembre faceva molto caldo.
Parlammo degli impegni che ci aspettavano la settimana successiva, dovevamo andare a suonare in un locale di Los Angeles e tutti e quattro non vedevamo l’ora. Poi alla solita ora ci congedammo e io me ne andai per la mia strada, non tornai però a casa come facevo di solito, ma allungai la strada decidendo di passare per il parco.
 Era tanto tempo che non ci andavo, ma non era cambiato niente, il solito venditore di hot dog era sempre nello stesso angolo, le panchine vecchie e scrostate circondavano la strada che lo percorreva e in un angolo si ergeva imponente il solito albero, il nostro albero.
Il giorno dopo non avevo un benemerito niente da fare così mi aggirai per casa con il mio fedele strumento a sei corde a tracolla.  Ero perso nella musica fin quando mia madre non arrivò e decise di darci un taglio, mi staccò il cavo dell’amplificatore mezza incavolata
“Edward smettila di fare lo scansafatiche, alza quel culo e vieni a darmi una mano!”
 sbuffai, ma sapevo che quando faceva così o’ mi muovevo o’ mi buttava fuori di casa così mi alzai, corsi in cucina a darle una mano e notando le millemila borse della spesa le chiesi
 “Ma mamma hai messo su un esercito e ora lo devi sfamare?”
 “Scemo, stasera tuo fratello, Olive e Annette vengono a cena”
 Cazzo, come avevo fatto a dimenticarmelo? Insomma a chi importava di avere Alex a cena, ma con loro c’era anche Anny!
 “Ok, cosa posso fare?”
 “Cosa è successo? Vuoi dare veramente una mano?!”
 “Si, certo”
 “Non pensavo bastasse invitare Annette per ottenere quel poco che ti ho sempre chiesto! Sai voi due eravate una bella coppia”
 “Ok, ora dimmi che devo fare”
 sempre meglio cambiare discorso!
La aiutai e presto finimmo
 “Ok è fatto, va pure a vestirti tesoro”
 “Ma sono vestito”
 “Edward Lodewijk Van Halen, almeno quando viene una ragazza a cena ci degni di vederti vestito decentemente?! Già hai quei capelli lunghi fino alle spalle, almeno i vestiti”
 e rieccola con la solita storia, saltava sempre fuori qualcosa sui miei capelli o’ quando andava bene sui miei vestiti
“Ma mamma, Annette mi ha sempre visto così, non sono il tipo che si veste elegante!”
 “Sbrigati!”
 fu così che il grandissimo Eddie Van Halen, alla tenera età di ventuno anni seguì gli ordini di sua madre come un cagnolino, contenti? Ops forse quella era un’altra storia leggermente imbarazzante che potevo anche non raccontare, vabbè ormai il danno è fatto e ora torno ad Anny.
Presto fu sera e il campanello di casa suonò
“Eddie va ad aprire a tuo fratello che sto cucinando!”
 la voce di mia madre riecheggiò per la casa e io corsi alla porta; mio fratello sorrideva come un ebete
“Ciao fratellino”
 “Ciao”
 poi salutai Live con due baci sulle guance e infine, dietro di lei la rividi, bellissima come sempre anche se sembrava molto più pallida del solito, ma era sempre stata chiarissima
“Ciao Anny”
 mi avvicinai e al posto di baciarla sulla guancia la abbracciai, lei sospirò, aveva gli occhi lucidi, ma continuava a sorridere, forse quella sensazione di tristezza era tutta una mia invenzione.
La cena andò bene. Anny inizialmente era visibilmente imbarazzata dalla situazione, come biasimarla, era a casa del sue ex, a cena con la sua famiglia e tutti le chiedevano della sua vita a Parigi e del suo, per quanto ne sapevo, attuale ragazzo. Ma poi la fissai negli occhi e la vidi prendere sempre più sicurezza fino alla fine della cena
 “Tutto squisito signora Van Halen, posso darle una mano?”
 “Grazie cara, tranquilla ci penso io, anzi sicurare di star bene, sei pallidissima”
 “Si, si sto bene, ho solo bisogno di una boccata d’aria”
 Anny e Olive che le era seduta accanto si alzarono da tavola, fu un istante poi, Anny sembrò disorientata, barcollò e cadde fra le braccia dell’amica.
Anny era svenuta e non sembrava riprendersi, non sapevo cosa fare. Olive che solitamente in quelle situazioni era calma questa volta era mezza fuori di testa, continuava a ripetere allarmata che dovevamo portarla all’ospedale. Mia madre provò a calmarla dicendole che poteva essere solo un po’ di stanchezza, ma Olive era sicura che doveva essere visitata allarmandoci tutti ancor di più.
Io, Alex e Live portammo Anny in ospedale, non si era ancora ripresa.
 Arrivati Live parlò con i medici che subito la portarono a fare un mucchio di analisi. Solo dopo un paio di ore ci lasciarono entrare nella camera che le avevano assegnato. Erano solo poche ore, ma per me furono infinite e piene di preoccupazioni.
 Anny si era ripresa, ma era ancora pallida come un fantasma
 “Anny stai meglio?”
 “Si, penso di si”
 Anny sorrise debolmente, ma non facemmo in tempo a parlare d’altro che entrò un medico
 “Ragazzi scusate, ma dovete uscire un attimo”
 Anny mi guardò prendendomi per mano e sussurrò
“Non te ne andare”
 Live e Alex uscirono dalla stanza, ma io le rimasi accanto
“Scusi almeno che non sia un parente deve uscire”
 guardai ancora Anny che mi fissava supplichevole
 “Sono il suo fidanzato”
 ecco quella frase mi era uscita spontanea, ma sembrava funzionare
“Va bene, può restare”
 mi sedetti accanto a Anny senza sciogliere la sua stretta di mano
“Bene siccome lei è il fidanzato suppongo di poterlo dire a entrambi, ragazzi mi dispiace, signorina Delacroix ha perso il bambino”
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Penultimo capitolo! Suvvia non mi uccidete e fatemi sapere cosa ne pensate!
Alla prossima e (non) ultima volta! Probabilmente ci sarà un seguito :D

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Capitolo 40
*** Fine... ***


Eccoci qui con l'ultimo capitolo! Colgo l'occasione per ringraziare tutti, specialmente la mia migliore amica che mi ha sempre sostenuta!
Fatemi sapere cosa ne avete pensato e se vi interessa probabilmente questa sezione avrà un'altra storia "When it's love"!
Ora vi lascio alla lettura, a presto (spero) ;)
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 Piansi, l’unica cosa che riuscii a fare fu piangere.
Quella sera avevo deciso che l’avrei detto a Eddie, ero sicura che ne sarebbe stato felice e finalmente lo ero anche io, era mio figlio e già lo amavo.
 Eddie si sedette sul letto accanto a me e mi abbracciò in silenzio, continuai a piangere fra le sue braccia “Anny, mi dispiace tantissimo”
 mi sussurrò all’orecchio accarezzandomi i capelli
“Piccola vuoi che telefoni a Lucas? Se fossi in lui salterei sul primo volo”
 “Ti prego, non lo nominare nemmeno, è colpa sua se ho perso il bambino!”
 Eddie sciolse l’abbraccio e si scostò lentamente per guardarmi in faccia, cercò di asciugarmi le lacrime “Cosa succede Anny? Dimmi la verità”
 cercai di riprendere fiato, dovevo dirglielo
 “Eddie io non sto più con Lucas da mesi, anzi, quando ha scoperto che ero incinta ha cercato di riprendersi quello che sosteneva essere suo senza il mio consenso”
 “Oddio Anny, io quel bastardo lo ammazzo, giuro! Ma dovresti comunque dirlo al padre!”
Si arrabbiò subito, ma cercò di mantenere la calma.  Non aveva capito però l’essenziale, anzi sembrava confuso in una maniera assurda
 “Il padre lo sa”
 “Vuoi dire che… io?”
 abbassai la testa, avevo paura di vedere la sua reazione
“Si, sei tu”
Per un secondo entrambi rimanemmo in silenzio, poi Eddie mi fece alzare la testa con una mano. Fui sorpresa di vedere una lacrima che rigava anche il suo volto, e alla fine mi abbracciò nuovamente
 “Anny voglio che tu sappia che ci sto malissimo anche io, ti amo Anny e sono sicuro che un giorno avremo un’altra occasione”
 non so ben dire chi fu dei due a baciare l’altro, ma ci baciammo. Il contatto con le sue labbra alleviò leggermente la tristezza. N
on potevamo certamente essere felici in quel momento, ma eravamo insieme e questo rendeva tutto più sopportabile.
Quando lo dissi agli altri tutti mi furono vicini come veri amici e un mese dopo me la sentii finalmente di partire, tornai a Parigi.
“Tesoro mi dispiace tantissimo, ma mi raccomando, chiamaci ogni tanto”
 “Certo che si, l’ho sempre fatto e continuerò a farlo”
 strinsi forte mia madre in un abbraccio, poi strinsi mio padre e me ne andai. Dovevo tornare al mio appartamento, avevo molte cose ancora da fare prima di lasciare Parigi.
 Avevo sempre immaginato di andarmene, di girare il mondo.  Prima pensavo di finire l’università, ma in quel momento avevo capito che se proprio l’avrei finita non l’avrei fatto lì a Parigi e oltretutto in quel momento volevo solo prendere una pausa a tempo indeterminato.
“Piccola, questo va bene qui?”
 il mio ragazzo sistemò una scatola vicino alla porta, ma dalla scatola cadde qualcosa, un lettera, la raccolsi e la aprii, rileggendola sorrisi
 “Leggi questa”
 anche lui sorrise ricordando un qualcosa, come se conoscesse già le parole della lettera
“Il destino potrà programmare tutti gli ostacoli che vuole, ma questa volta non ti lascerò andare, ho cercato altrove, ma ho capito che eri tu quella di cui avevo bisogno”
 “Ma come siamo poetici Van Halen”
 “Merito della musa”
 Eddie si avvicinò e mi baciò. Il giorno dopo presi la mia valigia e ripartii, questa volta destinazione Pasadena.
Il piano non era più quello di girare il mondo, tutto il mondo di cui avevo bisogno era esattamente dove si trovava Eddie. Non sapevo però che nel ’78 avrei iniziato a girarlo veramente il mondo seguendolo, i ragazzi infatti in quell’anno riuscirono a fare il grande salto e io e Eddie, insieme ne facemmo uno anche più grosso.
Io e lui ci sposammo il 10 settembre 1978, quell’anno il 10 settembre cadeva di domenica, ma nel 1973 era un lunedì. Non uno qualsiasi, ma il lunedì che mi cambiò la vita.
Quella domenica organizzammo qualcosa di semplice, i Van Halen iniziavano ad essere famosi e non volevamo finire su qualche stupido giornale.
Fu una cerimonia molto semplice, a Pasadena e con solo i parenti e gli amici stretti. Senza dubbio l’ospite più eccentrico fu Dave, ma nessuno ci fece molto caso.
Ci furono diversi momenti in cui il nostro rapporto fu messo alla prova, Eddie viaggiava per tutto il mondo e spesso non lo vedevo, ma noi resistemmo!
 Presto non fummo più solo in due, ma arrivò la nostra seconda occasione, una bellissima bambina.
Sia io che Eddie avevamo cercato l’amore anche in altre persone, ma avevamo capito che era sempre stato lì, era stato scritto fin da principio. A volte però non basta amare qualcuno più di ogni altra cosa, ma bisogna fare qualcosa per rimanere accanto alla persona amata e inseguirla nonostante la distanza.
 Il filo rosso del destino che unisce le persone fin dalla nascita può allungarsi e ingarbugliarsi, ma non può spezzarsi, ora ci credo veramente.

to love somebody naturally
to love somebody faithfully
to love somebody equally
is not enough
is not enough
it's not enough
to love somebody secretly
and never touch
to love somebody honestly
and always trust
to love somebody tenderly
the tender touch
it's not enough
it's not enough
love hurts you sometimes
it's not so easy to find, no
searchin' everywhere
you turn and swear
it's always been there
to love somebody foolishly
can happen once
to love somebody hopelessly
it hurts so much
to love somebody equally
is not enough
is not enough
it's not enough
Love takes a little time
it's not so easy to find, no
searchin' everywhere
you turn and swear
she's always been there
standin' there...oh
and if it don't come easily
one thing you must believe
you can always have trust in me
because my heart will always be
yours honestly
yeah, love hurts you sometimes
not so easy to find, no
searchin' everywhere
then turn and swear
it's always been there
standing there
Love hurts you sometimes
not yours, it's not mine, no
Love's only to share
turn and swear
it's everywhere
standing there
'cause it's always been there

 

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