Dark Paradise - Amore Infernale

di Ginnever
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Pilota ***
Capitolo 2: *** I Gentiluomini del Sud Preferiscono le Rosse ***
Capitolo 3: *** Un Piccolo Errore, Un Grande Sbaglio ***
Capitolo 4: *** Il Bruto e La Fanciulla ***



Capitolo 1
*** Pilota ***





Pilota











"Dammi una buona ragione per cui dovrei parlarti, Malfoy."
"Perchè tengo a te, davvero... e mi dispiace... io..."
"Avresti dovuto dimostrarmelo."

"Granger, mi dispiace, sul serio..."

La riccia lo guardò negli occhi, ferita e umiliata, quegli occhi grigi traditori che aveva imparato ad amare l'avevano tradita. Era tutto finito? così?

"Lasciami in pace, Malfoy."
"Ti prego, Granger... tu devi perdonarmi..."

"Co...?" Hermione era talmente sconvolta e nervosa che nemmeno riuscì a finire la frase, gli tirò un ceffone così forte da lasciargli il segno e scoppiò in lacrime.
"Ti odio, Malfoy! Ti detesto, sparisci dalla mia vita!"

"No! Hermione, aspetta!"

La afferrò per un braccio, bloccandola.

"Ti prego, Hermione, ti..."
"Adesso mi chiami per nome? adesso, Malfoy, adesso? Che cavolo hai nella testa? Io... io ti amo, Malfoy, tu... tu hai fatto in modo che io mi innamorassi di te, tu mi hai coinvolta in questa... in questa cosa... mi hai trascinato con te nel baratro e ora... ora mi lasci sola... completamente sola!"

"Io non ti sto lasciando... Hermione, io non..."

"Ti lascio io. Tu menti, tu complotti, tu imbrogli! tu tradisci! Io... io non lo merito."
"Hermione! Io..."

Ma la riccia corse via, le mani a coprire il viso coperto dalle lacrime, i capelli ricci svolazzanti contro le guance.

Draco Malfoy rimase lì, impietrito, pentito, sconvolto, senza un piano B, senza niente tra le mani, perchè l'unica cosa bella che gli era capitata da quando era nato se l'era fatta sfuggire così, scivolare via per un po'... di sesso.
















I giorni passavano lenti, pesanti, insostenibili per Hermione Granger. Stava chiusa in biblioteca, ogni giorno dopo le lezioni, per evitare di incontrarlo, per evitare i suoi sguardi gelidi e carichi di scuse che lei non voleva sentire.
Si sentiva come svuotata, sola, completamente.

"Hermione." Sola a parte i suoi amici, naturalmente. "Vieni in Sala comune, ti va? siamo tutti lì che ripassiamo... ci sono anche Ron e Harry, che vorrebbero il tuo aiuto." Sorrise mestamente sperando di insnuarle una qualche reazione di ilarità.

"Preferirei finire qui, Ginny, grazie. Dì loro che li aiuterò domani..."
"Hermione, io..."
"Ti prego, Ginny. Ti prego."

La rossa strinse le labbra tristemente. Le accarezzò la guancia e uscì dalla biblioteca.

Per le sette, Hermione decise che non poteva rimanere lì un secondo di più o sarebbe impazzita. Si diresse verso la Sala Comune, guardando per terra, gli occhi rossi di lacrime, il cuore che andava a mille. Svoltò l'angolo e, nel corridoio alla fine del quale c'era il quadro della Signora Grassa, si fermò, il cuore a mille.
non appena riconobbe la figura maschile seduta per terra, però, si calmò.

"Harry?"

Il moro alzò gli occhi su di lei e sbadigliò.

"Ehi, ciao... ti stavo aspettando."
"Perchè? Non potevi aspettarmi dentro?"

Harry sorrise e alzò le spalle.

"Ti va di parlare un po'?"
"Io...", ma Harry non la fece finire.
"Sai, Pansy mi sta assillando. Temo che sia per via di  te e Draco."

Hermione rimase di sasso. Perchè Harry voleva parlarne così, in quel momento, davanti alla Sala Comune?

"Co...? Non credo che..."
"Invece sì, Hermione. Sono passate settimane e tu ancora non parli, mangi poco e non guardi in faccia nessuno. Ti voglio bene e voglio che tu superi la cosa in modo sano."

Hermione era spiazzata.

"Harry, parlarne mi fa stare male. Ci sto male. Io sto malissimo."
"Lo so. Lo so, Hermione, lo so bene. Pansy è preoccupata perchè anche Malfoy si sta comportando in modo strano. GLi dispiace sul serio, Hermione, e secondo me dovresti provare a parlargli."
"Stai scherzando, forse? Se pensi che potrei mai  di nuovo...!"
"Non dico di rimetterti con lui, no. Ma di parlarne, di chiarire i motivi per cui l'ha fatto. Per te stessa, per stare un po' meglio e non punirti in questo modo assurdo."
"Io non mi sto..."
"Sì, lo stai facendo, e ti assicuro, Herm, che non ce n'è motivo. Non devi. Basta."

Hermione lo fissò per un secondo, la gola era incandescente, lo stomaco andato, gli occhi le bruciavano di dolore per trattenere le lacrime, ma all fine dovette cedere alle emozioni e alla verità che Harry le stava spiattellando in faccia senza troppi giri d parole. Scoppiò a piangere, aggrappandosi all'amico per cercare conforto e un rifugio per evitare tutta quella sofferenza, ma era giusto così, doveva sfogarsi e non nascondersi dal dolore: sarebbe comunque uscito fuori e probabilmente nella maniera più sbagliata che avrebbe potuto.








****


Salve a tutti!

Che cosa ne pensate? l'ho buttato giu in poco tempo, devo ancora definire bene la trama e gli intrighi, ma l'inizio mi piace molto e lo trovo assai intrigante. ditemi voi se continuare o meno ^^

un bacione

Gin






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Capitolo 2
*** I Gentiluomini del Sud Preferiscono le Rosse ***




I Gentiluomini del Sud Preferiscono le Rosse













Era Marzo in quel di Hogwarts, i fiori cominciavano a sbocciare, gli alberi a rifiorire, il sole a scaldare le menti degli studenti infreddoliti dal gelido inverno che si preparavano ad affrontare l'ultimo trimestre di scuola.

Nuovi inizi, cambiamenti e novità avevano sconvolto i primi sei mesi di soggiorno a scuola dei giovani maghi e streghe, i quali si nutrivano principalmente di pane e pettegolezzi per poter combattere le fatiche degli studi e degli esami imminenti, ma, com'è che si dice? La volpe perde il pelo ma non il vizio? Ed eccoci qui, di nuovo. I capovolgimenti di fronte avevano ritrovato il loro equilibrio stantio, la coppia più discussa della scuola era scoppiata sotto le bombe dei tradimenti, portandosi dietro le lacrime della dolce Hermione Granger a riempire i bagni vuoti della scuola e gli sguardi carichi di odio di un certo biondino Malfoy a cui nessuno poteva rivolger parola senza rischiare di essere Cruciato.

Con l'inizio della nuova stagione, l'aiuto degli amici più intimi e la concentrazione che la contraddistingueva, però, la studentessa più brillante di Grifondoro si ritrovò presto a camminare in piedi sulle macerie della guerra con l'ex-fidanzato, il quale, peraltro, se poteva, preferiva accuratamente evitarla. Pentimento, forse?
Harry Potter, ancora fidanzato, invece, con la bella e accativante Pansy Parkinson, non smetteva un attimo di coccolare la povera Hermione, la quale però un bel giorno decise che delle sue premure ne aveva avuto abbastanza. Ma con stile, ovviamente.

"Herm, vuoi altro burro sul toast? o preferisci la marmellata?"
"Harry, ti prego, vuoi che diventi una botte così nessun ragazzo potrà più filarmi e io morirò sola e grassa nelle cucine della scuola?"

Harry rise e appoggiò il burro sul tavolo.

"Sono contento che tu stia meglio, Hermione."
L'amica sorrise, addentando un crostino invitante.
"Sai, pensavo davvero di parlargli. A Malfoy, dico. E' passato tanto tempo, io sto molto meglio e evitarci così mi mette solo che in imbarazzo."
"Caspita, Hermione! Un cambiamento coi fiocchi, brava."
"Cambiamento? Un altro? Vi prego, basta!"

Ginny Weasley si sedette accanto a loro, seguita da Ron che rise all'affermazione della sorella.

"Hermione pensa di parlare a Mister-Ti-Crucio-Con-Lo-Sguardo."Annunciò Harry, fiero.
"Wow! Ok, Sì, degna di un applauso, vero, Ron?"
Il rosso battè le mani con poco entusiasmo. Hermione sorrise e, senza dare troppo peso alla reazione di Ron, addentò nuovamente il toast, cercando di far calmare gli animi dei suoi amici.

"Ok, ok, però ora basta, vi prego. Sono adulta e vaccinata, penso che sia una cosa normale provare a instaurare un rapporto civile con il proprio ex. Ne abbiamo passate tante e... beh, acqua passata, no?"
Ginny e Harry annuirono, ma Ron accennò a una smorfia che probabilmente voleva essere un sorriso, ma riuscito molto male.

La mattinata, tra lezioni e ore buche dedicate allo studio, passò abbastanza in fretta e la pausa pranzo non tardò ad arrivare. Passata anche questa, Hermione aveva un'ora buca che decise di usare per lo scopo che si era prefissata; si appostò così fuori dalla Sala Grande (incoraggiata dagli sguardi dei suoi migliori amici  che si allontanavano verso il Dormitorio) e lo attese. Erano praticamente usciti tutti gli studenti, quando una chioma bionda attirò la sua attenzione facendole battere il cuore, sensazione che la spaventò un po'. Quando finalmente Malfoy era portata di orecchio, fece un passo e gli afferrò il polso.

"Malfoy, scusa, posso parlarti un secondo?"

Blaise Zabini, il suo fidato amico, accennò a un sorriso e annuì quando Draco gli rivolse uno sguardo indecifrabile, quasi a dargli il permesso di andare. La cosa non fece molto piacere a Hermione, ma alla fine ottenne ciò che voleva, ovvero parlare da sola con Draco, così lasciò perdere e si concentrò sul da farsi.

"Ehm... come stai, Granger?"
L'ultima volta che avevano "parlato" era stata la prima  che lui l'aveva chiamata per nome, per cui le fece un po' effetto il cambiamento, anche se in realtà non vi diede molto peso. O almeno lì per lì.
"Bene, grazie. E tu?"
"Tutto ok."

La cosa assurda tra ex è la prima volta che ci si parla dopo la rottura. Se poi è avvenuta tr aun Serpeverde e una Grifondoro la cosa si complica.

"Io... beh, volevo semplicemente parlare con te per cominciare un rapporto civile e... normale, diciamo. Se a te fa piacere, chiaro..."
Malfoy fu alquanto sorpreso della calma con cui Hermione gi stava parlando, soprattutto ricordando come era andata male l'ultima volta che ci aveva provato, quasi tre settimane prima.

"Scherzi? Certo che mi fa piacere e, anzi, vorrei chiederi... scusa, per tutto quello che è successo,che ti ho fatto e per averti... beh, fatto... star male, ecco..."
Hermione sorrise senza farsi accorgere. Stavano camminando nel corridoio che portava in giardino, il sole caldo fuori dalle mura del castello era molto invitante.

"Direi che accetto le tue scuse, Malfoy. Nonostante l'apparenza dica il contrario, sono una ragazza molto emotiva e piuttosto impulsiva, per cui... beh, la mia reazione -assolutamente giustificata, chiariamolo - non ha lasciato spazio a chiarimenti, quindi... ora sono qui. Lucida e pronta ad ascoltarti e a chiudere questa storia."
"Oh", Malfoy rimase del tutto spiazzato dalle sue parole tanto quanto ne fu contento, anche se dell'ultima parte non c'era da esserne entusiasta." sono contento che tu voglia ascoltarmi."
Hermione sorrise e si addolcì, sentendolo leggermente imbarazzato.

Si sedettero sotto un faggio, all'ombra e lontano dagli sguardi indiscreti delle malelingue avide di capire che cosa stava succedendo tra le persone che più si odiavano nella scuola.

"Mi dispiace molto, Granger. Io... non so cosa mi sia saltato in testa, mi sono lasciato trasportare dal mio vecchio me e... ho sbagliato."
"Quello che non capisco, però, è il perchè. Mi pare che stessimo bene... anzi, fin... troppo..."
Hermione rivisitò il momento in cui per la prima volta lei gli aveva detto che lo amava, proprio il giorno prima che lui la tradisse.
"Ehm... sì, infatti. Non so... spiegarlo bene e non pretendo che tu lo capisca. La cosa non mi fa onore, in ogni caso."
"Di che cosa stai parlando?"
"Io... temevo di essermi addolcito, troppo, temevo di aver superato il limite, quella ragazza mi ha provocato e... è stato facile caderci di nuovo, come bere un bicchiere di veleno delizioso, di cui però mi sono pentito amaramente, Granger, devi credermi."

Hermione sentiva la gola bruciare nuovamente. Sentire che tradirla era stato come bere veleno buono la feriva un po', ma, dopotutto l'aveva definito 'veleno' e non idromele. Le faceva ancora male rivivere quei momenti, ma era giusto affrontare il problema, affrontare lui e superarlo. Oppure...

"Granger, non che cosa provi tu per me, e soprattutto se provi ancora qualcosa per me, ma io... io ti penso sempre, non ho mai smesso di pensarti. Spero che un giorno tu possa perdonarmi e... noi due..."
"O-ok, Malfoy, si è fatto tardi. Devo... devo andare."

La riccia si alzò come scottata dalle sue parole  e non perse un minuto di più. Non credeva che Malfoy potesse ancora provare qualcosa per lei e questo l'aveva un po' scombussolata.

"Granger, io..."
"No, lascia perdere, davvero. Ora devo proprio andare. Ci... ci vediamo, ok?"

Draco Malfoy la vide correre verso il castello, un vuoto nello stomaco, le guance calde e un animale che rinasceva dall sue ceneri nel suo stomaco.
Sorrise appena vedendola rientrare, perchè si era voltata per un attimo, in cerca del suo sguardo. Quegli occhi bellissimi color del cioccolato gli erano mancati.





Mlaofy tornò in Sala Comune, le lezioni per lui erano finite quel pomeriggio, deciso a chiedere un parere a Blaise della chiaccherata - o chiarimento, come preferiva chiamarlo lui nella sua testa -, ma quando entrò non c'era nessuno.

"Scusa, dov'è Blaise?"

Un ragazzino del primo anno era troppo sconvolto per rispondergli. Pensò che era la sua reputazione a parlare, ma presto si accorse che c'era qualcos'altro. Qualcosa di pazzesco.

"Tiger, Blaise è nel Dormitorio?"
Il ragazzo bruno quanto stupido annuì spaventato e schifato indicando la porta del Serpeverde.
Malfoy cominciava a spazientarsi per la superficialità con cui la gente si divertiva a rispondergli, ma quando entrò nella stanza, un'immagine... strabiliante? Inaspettata? lo sconvolse.

"Zabini che diamine...?!"

Una chioma rosso fuoco si tuffò sotto le coperte color dello smeraldo mentre un ragazzo bruno rise e afferrò il pacchetto di sigarette dal comodino.
"Ciao, Draco."

Il biondo rimase a boca aperta, osservando il punto in cui la ragazza si era nascosta.
"Che diavolo ci fa Ginevra Weasley nel tuo letto, Zabini?!"

Ginny uscì dal suo precario nascondiglio, le gunce rosse e gli occhi divertiti.
Blaise l'avvicinò a sè con un braccio.

"Sai, le cose sporchette, quelle che tu e la Granger eravate soliti fare... già dimenticato?"

Draco Malfoy alzò gli occhi al cielo e uscì dalla stanza, di corsa.





***


Salve a tutti!

Cosa ne pensate? Spero che anche questa coppia vi sia di gradimento, io amo Ginny e mi piacerebbe coinvogerla nelle avventure che coinvolgeranno i protagonisti. La vicenda di Draco e Hermione prenderà una piega inaspettata, ma non vi svelo altro. Spero che vi sia piaciuto anche questo capitolo e che me lo facciate sapere ^^

un bacione

Gin







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Capitolo 3
*** Un Piccolo Errore, Un Grande Sbaglio ***





Un Piccolo Errore, Un Grande Sbaglio















Pansy Parkinson, era risaputo, non amava le coccole, che fosse il suo ragazzo o il suo gatto a fargliele, non vi era differenza: le manifestazioni d'affetto non erano gradite alla principessina delle Serpi. Si sapeva anche, però, che lei odiava i Grifondoro e che mai avrebbe rivolto parola a un Harry Potter o una Hermione Granger, nemmeno se fosse stata a rischio di morte o bocciatura; eppure quella mora dalle labbra rosse spalmata contro il muro a sbaciucchiarsi con un ragazzo occhialuto prima dell'inizio della lezione di Pozioni, beh, sembrava proprio lei.

"Potter, finiscila."
"Ok.", ma il ragazzo non si staccò di un millimetro dalle sue labbra carnose, continuando a mordicchiarle, facendola innervosire.

"Se non la smetti, ti Crucio... lo... giuro..."
"Va bene.", e Harry passò al collo, permettendole di respirare.

A Pansy scappò un sorriso, che non sfuggì a Draco Malfoy, appena arrivato dal suo Dormitorio, un ghogno divertito sul viso.

"Ci diamo da fare, vedo.", commentò.

La bella moretta diede una spinta a Harry, che fu costretto a indietreggiare, un po' confuso. Capì tutto, però, non appena vide Malfoy dietro di lui.
"Oh, Potter. Speravo che la tua schiena fosse di qualcuno un po' più sveglio, ma, come al solito, la speranza è la prima a morire quando si tratta di te."
"Povero te, Malfoy, costretto a vedere i tuoi migliori amici darsi da fare, mentre tu rimani a secco da... quanto sarà passato, ormai? Illuminami."

Harry sorrise maliziosamente, mentre Draco girò i tacchi imbufalito e entrò in aula. Quando sparì, Pansy gli si avvicinò, incuriosita.

"Di chi stavi parlando, Potter?"
"Che cosa vuoi dire?"
"'I tuoi amici si danno da fare...'... parli di Blaise? Con chi si vede?"

Harry rise, grattandosi la nuca.

"Pensavo te lo avesse detto lui, o Draco..."
"Ti avviso, Potter, comincio a innervosirmi..."
"Ok, ok! Si vede con Ginny."

Pansy non fece una piega, si limitò a incorciare le braccia, una smorfia sul bel volto bianco.

"Merlino, come stiamo cadendo in basso."













"Granger! Granger!"

Hermione alzò gli occhi al cielo, esasperata. Un ragazzo moro con gli occhi piccoli e chiari, l'andatura spavalda e i capelli corti quasi rasati correva verso la Grifoncina intenta a studiare sotto un pero in giardino.

"Ehm... ciao, McLaggen..."

Il ragazzo le rivolse un sorriso raggiante e aprì le braccia come per abbracciarla mentre le si avvicinava minacciosamente. Hermione afferrò in fretta i libri e si scansò per evitarlo.

"Finalmente ti ho trovata! Dopo Pozioni sei fuggita via, per caso? Non ti ho vista da nessuna parte..."
"Ehm, sono indietro con i compiti di Trasfigurazione, sai..."

Mise i libri e le pergamene in borsa e fece per avviarsi, ma McLaggen le afferrò un braccio.

"Ehi, perchè scappi così?"
"Io... cosa? Devo solo... andare..."
Le strinse più forte il braccio, Hermione si costrinse a mordersi il labbro per non urlare -un po' per la paura e un po' per il dolore.

"Scherzi, vero? Ti ho cercato ovunque, ora che ti ho trovato non penso proprio che ti lascerò fuggire via così..."
"Ma che... che diavolo vuoi fare?", poteva sentire il timore nella sua stessa voce.

"E' così difficile da capire, Grifondoro?"

Hermione spalancò gli occhi, terrorizzata. Per chi cavolo l'aveva presa quello sbruffone?

"Cosa stai dicendo?!"
Lui la guardò in un modo strano: sembrava un po' stupito e, allo stesso tempo, divertito.
Che cosa gli stava passando per la testa?

"Andiamo, Granger... dopo essere stata con uno come Malfoy per te i ragazzi di questa scuola devono essere un po'... infantili. Capisci cosa intendo, no?"
Hermione lo guardò disgustata e con uno strattone sfuggì alla sua presa.

"NO!"

Corse verso il castello a tutta velocità senza voltarsi indietro e una volta dentro raggiunse in pochi secondi la Torre Grifondoro, il cuore in gola.

"Gua... guazzabuglio." disse con un soffio, boccheggiante.
La signora Grassa la osservò annuendo con curiosità e, non appena il quadro rivelò il passaggio, Hermione non perse tempo ed entrò nella Sala Comune dei Grifondoro.
Entrò ansante e si sedette su una poltrna vuota, la più vicina.

"Hermione? Hermione, stai bene?"

Ginny le si avviciò con apprensione, gettando la borsa con i libri per terra e sedendosile accanto.
La riccia impiegò ancora qualche minuto prima di riprendersi del tutto, poi sorrise all'amica che la guardava preoccupata.

"Sto bene, ho solo fatto una... corsetta."
Ginny alzò un sopracciglio.
"Tu che fai unna corsetta con i libri sulla schiena? Non ci credo nemmeno se me lo giuri, Hermione. Andiamo."

Hermione si guardò intorno titubante, poi si avvicinò al suo orecchio.
"Stavo scappando da McLaggen. Mi ha... colto di sorpresa, diciamo."

"Colto di...?"
"Sì, diciamo. Ho avuto paura e sono... scappata."

Ginny la guardò preoccupata.
"Dobbiamo fare qualcosa, assolutamente. Dobbiamo dirlo a qualcuno."
"No, nemmeno per sogno!", le rispose, allarmata."Se Malfoy lo venisse a sapere, sarebbe morto..."
"E non sarebbe meglio?"
"Ginny, è di Malfoy che stiamo parlando... ti ho raccontato dell'ultima chiaccherata che abbiamo avuto?"

La rossa alzò gli occhi al cielo.

"No, Ginny, dico sul serio!", esclamò Hermione in risposta al suo sguardo. "Non è uno scherzo, questo. Sappiamo tutte e due come è fatto... non azzardarti a farne parola a Ron, ma soprattutto a Harry... chiaro? Ginny, ti prego!"

Ginny sbuffò, ma alla fine annuì.

"Io... io devo andare, Herm. Ci vediamo a cena, va bene?"

Hermione annuì, abbozzando un sorriso. L'amica le posò un bacio sulla fronte e usì dal Buco del Ritratto. Quel McLaggen non poteva -nè doveva - cavarsela così, Hermione era troppo buona. Doveva fare qualcosa, avvisare qualcuno. Nè Harry, nè Ron... ma nessuno le impediva di raccontarlo al suo ragazzo.
Si diresse nei sotterranei a passo svelto, l'aria che le scompigliava i lunghi capelli vermigli.

Sussurrò la parola d'ordine e in un attimo era dentro la Sala Comune dei Serpeverde. Si guardò intorno e sorrise notando una chioma nera vicino alla finestra che fumava.
"Zabini?"
Il ragazzo si voltò, un ghigno sul bel viso appuntito.
"Guarda chi c'è. Hai anticipato di un po' il nostro incontro, qualche imprevisto con la Granger?"
"Esattamente. Devo parlarti proprio di lei."

Blaise fece un ultimo tiro di sigaretta prima si spegnerla con un piede e dedicarle tutta la sua attenzione. Tutto ciò sotto gli occhi di una curiosa quanto irritata Pansy Parkinson.





















"Draco, ci sei? Ho bisogno di parlarti.", e visto che non rispondeva, aggiunse "Adesso."

Dal proprio Dormitorio, Draco Malfoy fece gli ultimi due tiri di sigaretta, prima di alzarsi con calma e aprire all'amico.

"Cosa vuoi, Zabini?" gracchiò, senza troppo entusiasmo.
"Si tratta della Granger."

Draco alzò un sopracciglio. Ci fu una breve pausa.

"Entra." disse soltanto, e si spostò per farlo passare.

Fissò per qualche istante la parete bianca di fronte a lui, poi, con occhi inespressivi, chiuse la porta.











*SpazioAutrice



Ehilà a tutti voi. Spero che il capitolo sia stato di vostro gradimento, datemi qualche consiglio se volete e mi scuso per il ritardo, ma non ero abbastanza ispirata per scrivere ^^

Aspetto vostri commenti in quantità! ^^ Al prossimo chap,

Ginnever


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Capitolo 4
*** Il Bruto e La Fanciulla ***




Salve a tutti! E' passato un po' di tempo, mi scuso con tutti quelli che aspettavano l'aggiornamento! Spero cmq che tornerete a rileggerla. penso che dovrei aggiornarla un po' più spesso, ora come ora, anche se ho molto da fare con l'università e sono un po' ansiata! Ma scrivere mi rilassa, quindi un po' di tempo dovrei trovarlo. ^^

Fatemi sapere del capitolo!

A presto,

Ginnever









Il Bruto e la Fanciulla











Ogni volta che era nervosa, Ginny Weasley si mangiava le unghie e mentre lo faceva le appariva l'immagina della madre che la reguardiva  e il ricordo del suono dei suoi rimproveri la facevano smettere. Ma il nervoso restava.

Era in Sala Grande, l'ansia e la preoccupazione che salivano impedendole di pensare, di fare il quadro della situazione. Continuava a ripetersi che non doveva rimproverarsi di nulla, che aveva fatto la cosa giusta per Hermione, che era stato un suo dovere da amica, ma nonostante questo sentiva un groppo allo stomaco, come se l'avesse tradita. Si morse un labbro, nervosa, aspettando di veder sbucare Blaise dall'alto portone da un momento all'altro. Non era mai stata famosa, Ginny, per la sua pazienza.

"Blaise!"

Si alzò per corrergli incontro, ma accorgendosi degli sguardi interrogativi degli studenti, si rese conto di sembrare una stupida; si diede un contegno e con passo svelto lo raggiunse sulla soglia.

"Allora?"
"La Granger può stare tranquilla."
"Cosa avete fatto a McLaggen?"
"Gli abbiamo dimostrato il nostro disappunto - e poi aggiunse, accennando un ghigno - alla nostra maniera."

Ginny sgranò gli occhi.

"Ehi, ehi, rossa, che è quella faccia? E' stato un semplice avvertimento che penso prenderà sul serio."
"Ma sta bene?"

Blaise si spazientì e guardò altrove.

"Senti, vedi di darci un taglio. E' vivo e sta fin troppo bene per quello che ha fatto e detto alla Granger. Non capisco questa tu apprensione verso quel verme schifoso..."
"Invece dovresti capirla, Zabini, ti ho confidato questa cosa per proteggere Hermione, ma ti ho anche specificato che lei non voleva che si sapesse in giro!"
"Infatti nessuno ha spifferato e spiffererà nulla ad anima viva. Stai tranquilla, quello non ammetterà mai com'è s'è fatto quei lividi, puoi credermi."
"Quindi lo avete sfigurato."

Blaise la guardò nuovamente, gli occhi adesso gelidi e degni del nome che portava.

"Abbiamo fatto quello che secondo noi era giusto, Weasley, e tu lo sapevi. Se non ti aggrada, la prossima volta cercati qualcun altro che faccia il lavoro sporco per te. Ti saluto."

Ginny lo guardò allontanarsi tra la folla, i pugni stretti e gli occhi preoccupati.
























Il sole era basso e tiepido oltre le montagne che circondavano Hogwarts, mentre una lente e soporifera lezione di Trasfigurazione aveva ben poco seguito tra le facce assonnate degli studenti, ad esclusione, come al solito, di Hermione Granger, la cui penna non si stancava mai.

"Hermione, puoi dirmi..."
"Zitto."

Harry odiava chiederle le frasi che non scriveva perchè non riusciva a stare al passo con la professoressa , ma non ci poteva fare poi granchè. Sbuffò e posò la piuma, sperando che l'amica in un secondo momento glieli facesse copiare. I suoi pensieri si persero oltre la finestra, i confini del castello e le montagne fino alla fine della lezione, quando la professoressa McGranitt sbattè il libro di Trasfigurazione sulla cattedra.

"Bene, allora per domani il tema sull'argomento svolto ed esercitatevi perchè ci sarà una verifica a sopresa uno di questi giorni. Buona giornata!"

Harry, Ron e Hemione uscirono dall'aula, Ron sbadigliando, Harry schiarendosi la voce ed Hermione con la cartellina colma di libri pesantissimi.

"Hermione, stasera ti dispiace...?"
"Sì, Harry."
"Sei un tesoro!"

La riccia abbozzò un sorriso alla pacca amichevole di Harry sulla spalla.

"Ehm..."
"Sì, Ron, pure a te."
"Hermione sei..."
"Grande, fantastica, altruista, generosa... lo so. Io..."

E si fermò. Harry e Ron le andarono a sbattere contro.

"Che cosa succede? c'è mica Malfoy il terribile..?", disse Ron, con una nota di sarcasmo nella voce.

Ma Hermione non aveva visto un Serpeverde. Un ragazzo alto e possente stava seduto sulle scale, la faccia devastata che spuntava dalle braccia incrociate sulle gambe, due occhi neri colmi di terrore, le labbra gonfie. Ebbe un tuffo al cuore.
Senza pensarci un momento si rivolse a Ron.

"Dov'è Ginny?"
"Non saprei... penso che queste due ore le abbia buche, ma non ci giurerei."

Corse via senza voltarsi lasciando come due allocchi Harry e Ron nel corridoio, incuriositi dal suo comportamento strambo.

"Perchè aveva bisogno di mia sorella secondo te?"

Harry alzò le spalle. Si guardò intorno, in cerca di un indizio, ma continuò a non capire.

"Non ne ho idea, Ron. Andiamo a cercarla."











Hermione correva tra la folla, andando addosso agli studenti di tutte le case senza badarvi, senza curarsi nemmeno del peso che i libri la obbligavano a sopportare, del male al collo, alla milza. Lei non correva mai! E se lo faceva era tutta colpa di Ginny. Ma cosa diavolo le era saltato in testa? e poi, a chi lo avrebbe detto? A Malfoy? Quindi era ancora amica sua alle sue spalle?

Se l'avesse presa, quella piccola imbrogliona impicciona...

"... anche tu adesso?? Eh no, ti prego!"

Qualcuno che gridava nel cortile, vicino ai portici, attirò l'attenzione di Hermione, che rallentò, avendo riconosciuto per un attimo le voci e ormai essendo incuriosita dal resto della discussione che sembrava accesa.

"... ma come puoi pensarlo? Sei proprio un idiota, come il tuo fidato amichetto."
"Senti, Pansy, smettila, so quello che faccio e sinceramente non mi sembra che siano proprio affari tuoi."

Si sentì il rumore di uno schiaffo ed Hermione trattenne il respiro.

"Pansy Parkinson, io..."
"Stai zitto, Blaise, e ascoltami. Sappiamo tutti che Draco è ancora lì che si lecca le ferite, nessuno lo avrebbe mai detto, nessuno se lo sarebbe mai aspettato, ma è così, e tu ed io sappiamo pure qual'è l'amicizia che lega la tua rossa con la Mezzosangue, quindi non puoi stupirti del fatto che venga a chiederti aiuto o consiglio quando si tratta dell'amica, lo capisci? Non dovevi dirlo a Draco, perchè ora, è vero, gli ha solo messo le mani addosso, si è sfogato un po'con lui, ma,come sappiamo tutti, ancora una volta, non la smetterà e l'input glielo avrai dato tu. Che ti serva da lezione questo e tutto il resto che tra te e lui avete combinato, perchè non potrete comportarvi sempre in questo modo senza aspettarvi conseguenze. Se la Granger lo scopre che cosa pensi che farà? Sarà contenta di esser stata vendicata e scoprirà di amare Malfoy e quindi si rimetterà con lui? Idiota!"

E, dopo aver dato un altro colpetto sulla nuca di Blaise, Pansy se ne andò, lasciandolo contro il muro, la mano ancora su una guancia, inconsapevole che Hermione Granger, oltre la parete a cui lui era appoggiato, aveva ascoltato tutto.

Restò lì in silenzio, sperando che Blaise non si accorgesse di lei, rimuginando su quanto appena sentito. Ginny usciva con Zabini? Quindi lo aveva detto a lui... Pansy poteva avere anche ragione a dire che Blaise avrebbe dovuto pensarci due volte prima di parlarne a Draco, ma anche lei, andarlo a dire al suo migliore amico... che sciocca! E Draco... che si stava ancora leccando le ferite... per lei? E per chi altro? Disse una vocina dentro di lei, che le fece bruciare lo stomaco di felicità... ma il viso rovinato di McLaggen riapparve nella sua mente e il sorriso che era comparso sul suo viso svanì...

"Mezzosangue!?"

Hermione trasalì, un mano al petto.

"Ohm..."
"Che cosa hai detto? Che diavolo ci fai qui? Che cosa... hai sentito qualcosa?"

Hermione si guardò attorno: non c'era nessuno.

"No... no, niente, passavo di qui e..."
"E?"
"E... niente, mi sono fermata. E' un corridoio, è pubblico e io ci posso fare quello che voglio.", disse, riprendendo coraggio mentre il cuore rallentava.

Blaise la scrutò, gli occhi blu di ghiaccio, le sopracciglia agrottate. Pochi secondi e accadde quello che Hermione non avrebbe mai potuto prevedere. Blaise guardò a terra e poi lei, avvicinandosi.

"Lei non c'entra niente, è stata colpa mia. Mi dispiace, Granger."

E andò per la sua strada, camminando fluidamente  come da Serpeverde, ma avendo appena dimostrato di avere un'intelligenza e una sensibilità che la Grifondoro mai si sarebbe aspettata. Le Serpi erano così imprevedibili. Un momento le odi e l altro le ami.
































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