Madness Reign(Titolo provvisorio) di carcar93 (/viewuser.php?uid=130081)
Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.
Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Soul's Memory ***
Capitolo 2: *** Soul's Memory- ***
Capitolo 3: *** Il profumo dei ricordi ***
Capitolo 4: *** Il profumo dei ricordi ***
Capitolo 5: *** Dal Paradiso all'Inferno ***
Capitolo 6: *** Dal Paradiso all'Inferno ***
Capitolo 7: *** Una Nuova Missione, Una Nuova Speranza ***
Capitolo 8: *** Missione per il nemico, Un ritrovamento sperato. ***
Capitolo 9: *** Gioie, Incomprensioni, Macerie. ***
Capitolo 10: *** Perché Soul... è morto. ***
Capitolo 11: *** La battaglia ha inizio. Soul è ancora vivo? ***
Capitolo 12: *** "Non dire che delle persone sono morte quando non lo sono" ***
Capitolo 13: *** Fine ***
Capitolo 1 *** Soul's Memory ***
Inizio- Pt.1
Prima di cominciare,
Auguri a tutti.
Nuova Long, non so che
cosa ne uscirà fuori, ma spero di poterla rendere
più lunga possibile.
Ci saranno tre
prologhi, ognuno fatto composto da due capitoli.
Questo e quanto, per
adesso
Buona lettura
Carcar93
P.s. ringrazio chi
legge, recensisce, ecc...
Soul's Memory
L'ennesima goccia
d'acqua andava ad infrangersi sul pavimento,
andandosi a ritrovare con le altre che si erano raccolte in una
piccola pozzanghera, quel tubo perdeva da circa un anno e mezzo, ma
nessuno si era mai curato di ripararlo, dopotutto si trovava nel
corridoio delle prigioni, l'unica cosa positiva che poteva fare era far
innervosire i detenuti, e sembrava riuscirci, visto che alcuni dei suoi
compagni erano stati colti da una crisi di nervi, e di conseguenza,
come punizione per ciò, erano stati soppressi.
Tirò le
coperte sopra la sua testa, se coperta si poteva definire quello che
aveva per ripararsi dall'inverno, un misero pezzo di stoffa, nulla di
che, cercava di dormire, ma non ci riusciva, nella sua mente vi era un
ricordo, quanto era passato? circa due anni e mezzo da quando era
arrivato lì, esattamente 942 giorni tra un paio di minuti,
sapeva che di lì a poco sarebbe scoccata la mezzanotte
perché in lontananza si sentiva il suono di un campanile, in
secondi? bah, non era di certo lui a fare i calcoli quando si trovava
ancora a Death City, la sua maister era la mente, lui era solo il
braccio, o meglio l'arma.
Non riusciva
assolutamente a dormire, e continuava a non capire il
perché, ogni tanto gli veniva in mente quel ricordo, ma si
era
sempre addormentato poco dopo, adesso invece no, sentiva una strana
sensazione all'altezza dello stomaco, e di certo non era il suo pranzo,
visto che aveva solo mangiato pane ed acqua da quando erano
lì,
era come un presentimento, qualcosa stava per accadere, bella o brutta
non lo sapeva, ma sentiva che stava per accadere qualcosa che
riguardava lui, lo sarebbero venuti a salvare? i suoi rapitori lo
avrebbero ucciso? questo non lo sapeva, forse era per questo che non
dormiva, aveva questo peso sullo stomaco che non se ne voleva andare
per nessuna ragione.
Si mise a sedere sul
letto, posando i piedi nudi sul freddo pavimento
in pietra, strofinando le mani sul volto, cercando di sistemarsi,
cercando di capire, si alzò dirigendosi verso il lavandino
della
sua prigione, era piccolo, bianco, aveva un solo rubinetto che non
cacciava acqua, di solito lo usava per appoggiarci qualcosa,
osservò con i suoi occhi cremisi il vetro che si trovava
poco
sopra il lavandino, il chiarore di luna riusciva a fargli vedere il suo
riflesso, era cambiato, il volto scavato da quei due anni e mezzo di
intensa prigionia, stanco, la barba incolta, il corpo evidentemente
dimagrito e forse, con alte probabilità, malnutrito, i
capelli
erano cresciuti parecchio, tirati all'indietro come sempre, ma adesso
coprivano la sua schiena come una pelliccia, giungendo a sfiorare la
pelle che copriva l'osso sacro, aveva conservato quell'espressione
furba che aveva sempre avuto, non sapeva neanche lui come,
iniziò a sfiorare il riflesso con la mano destra,
sospirò, per poi rigirarsi a tornare sul letto, coprendosi.
Quel ricordo
continuava a non volersene andare dalla sua mente.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 2 *** Soul's Memory- ***
capitolo 2
Secondo Capitolo.
Ringrazio chi ha
recensito, letto, ecc... il primo.
Con questo si conclude
il primo prologo, la prossima sarà Tsubaki, quindi
preparatevi, ok?
Alla prossima
Carcar93
Soul's
Memory
"domani
qualcuno di noi non sarà più qui"
Shinigami li
chiamò mentre lui si trovava in una vecchia aula
scolastica, ormai la Shibusen era rimasta l'unica roccaforte per
proteggersi dal Kishin, non Asura, quello lo aveva sconfitto Maka,
ormai sapevano tutti a campanello la storia, ce n'era un altro, molto,
molto più potente del suo predecessore, non riuscirono
neanche a
scoprire il suo vero nome, ogni spia della scuola mandata in
missione veniva catturata, ed i loro corpi consegnati ai legittimi
proprietari, martoriati e con un biglietto di minacce attaccato sul
petto con un chiodo, o qualcosa di appuntito che reggesse il biglietto.
Sospirò, mentre guardava fuori dalla finestra, in lontananza
riusciva a notare una sottile, seppur molto lunga, linea nera
distinguersi in mezzo al deserto che circondava Death City, sapeva
già che cosa c'era lì, ed ogni volta che la
guardava un
senso di angoscia lo prendeva alla gola, e forse anche un pò
di
eccitazione, Kishin, miliardi e miliardi di Kishin, o meglio uova di
Kishin, ma ormai tutti li definivano con il primo nome, forse per non
perdere tempo, forse perché sentivano il pesante timore che
quelle uova sarebbero diventate Kishin veri e propri, un giorno molto
presto.
Maka lo venne a
chiamare per avvisarlo della chiamata, non era
più la stessa ragazza di prima, come anche lui non era lo
stesso
di prima, ormai entrambi avevano venti anni, la ragazza aveva cambiato
espressione, non aveva più uno volto infantile, ma adesso
era
più maturo, come tutto il suo corpo, diventato quello di una
ragazza ventenne a tutti gli effetti, probabilmente l'unica cosa che
non era cambiata era il suo sguardo, verde smeraldo come sempre, mentre
i capelli erano diversi, niente più codine, li
aveva fatti
crescere, ed adesso erano piuttosto lunghi, arrivavano circa
all'altezza delle scapole. Come era cambiata Maka era cambiato anche
Soul, anche se in modo più leggero rispetto alla maister,
aveva
un nuovo taglio di capelli, quasi come una criniera di leone, ed aveva
una muscolatura più sviluppata, nient'altro
-Soul... Shinigami ci
ha chiamato- disse la ragazza, la sua voce fece
eco per tutta la classe, ma la sua buki non l'ascoltò,
rimase
immobile, continuando ad osservare ciò che c'era fuori dalla
finestra, le bastò solo questo per capire cosa c'era nella
testa
del ragazzo, lentamente si avvicinò, arrivando a circa due
passi
da lui, parlò di nuovo, ma adesso il suo tono di voce era
più basso, quasi comprensivo
-Hai paura?- fu
schietta
A quella domanda il
ragazzo si riprese da quella specie di trance,
voltandosi subito verso la ragazza, sorridendo debolmente, la ragazza
aveva fatto centro, ormai lo conosceva bene, non rispose,
ma si avvicinò alla ragazza abbracciandola, cercando
conforto, a
voce bassa disse
-Temo che domani
qualcuno di noi non sarà più qui alla
Shibusen- disse il ragazzo, la franchezza nelle sue parole
colpì
la ragazza, che strinse ancora di più il corpo della sua
buki,
non si aspettava quel genere di parole venir pronunciate dall'albino,
ma si fece coraggio, cercando di darne un pò anche a Soul
-Non dire
così, non è ancora arrivato domani, abbiamo
ancora la possibilità di combattere- disse, parole
che sembravano più per lei che per il ragazzo, che si
limitò a scostarsi dalla maister e rispondere
-Grazie- sembrava star
un pò meglio adesso
-E non azzardarti a
proteggermi ancora...- disse la bionda,
precisando, infatti il corpo della sua buki era ormai martoriato da
tutte le volte che aveva avuto la testardaggine di disobbedire agli
ordini della maister e proteggerla, oltre alla cicatrice che gli aveva
provocato Crona, aveva una grossa cicatrice all'altezza della spalla
destra, quando l'artiglio di un uovo di kishin andò a
trapassarla completamente, poi c'era un ginocchio messo miracolosamente
a nuovo da parte di Stein, per non parlare di un mucchio di altri
graffi e bruciature.
-D'accordo...d'accordo-
si limitò a dire il ragazzo, anche se
entrambi sapevano che l'albino avrebbe protetto la sua maister pur a
costo di mettere a rischio la propria vita.
Quando arrivarono da
Shinigami c'era anche il resto del gruppo al
completo, Kid e le sorelle Thompson, Black Star e Tsubaki, ed infine
loro due, il preside della Shibusen non ci mise molto a spiegare la
situazione, in quei momenti il tempo era denaro, ed in ogni momento il
nemico avrebbe potuto attaccare la scuola, creando il caos, dovevano
intervenire prima loro, ed infatti la chiamata era per una missione
mirata, eliminare il maggior numero possibile di Kishin, entrare e
raccogliere quante informazioni possibili per poter capire come
sconfiggere il nemico, perché il problema non erano i
Kishin, i
tre ragazzi sarebbero stati capaci di eliminarli senza problemi, ma il
vero problema era la presenza di una specie di marchingegno al centro
di quell'agglomerato di mostri, che cacciava di continuo Kishin su
Kishin, scoperto il modo di distruggere quello, la guerra avrebbe avuto
un gigantesco capovolgimento, ed avrebbe messo il nemico spalle al
muro.
Il piano era semplice,
una volta che i tre gruppi avrebbero raggiunto
dei punti ben stabiliti, avrebbero fatto irruzione con la forza,
avanzando eliminando quanti nemici possibili, raggiungendo il centro di
quell'accampamento, dove si trovava quel maledetto marchingegno, e
questa fu la parte più semplice del piano, quella complicata
era
capire come fare a distruggere la macchina, che stava tutt'ora
sfornando mostri, Black Star non perse tempo, cercando di utilizzare la
forza bruta, ma qualcosa lo bloccò, c'era una specie di
barriera
invisibile, Kid cercò di forzarla, ma al minimo contatto la
sua
mano bruciò, evidentemente a causa del suo sangue di
shinigami,
Black Star ci provò di nuovo, cercando di sferrare un
potentissimo pugno, ma come risultato si sentì un sonoro
"crac",
e fu semplice capire che la mano del ragazzo si ruppe, quella fortunata
fu Maka, che riuscì a passare quella barriera, e sembrava
che
anche Soul, Liz, Patty e Tsubaki ci stessero riuscendo, era il sangue
da buki che glielo permetteva.
Decisero quindi di far
andare avanti Soul e Maka, mentre gli altri due
avrebbero aspettato fuori, sembrava stesse andando tutto liscio, ma
invece apparve una
figura mascherata, forte, dannatamente forte, perché
riuscì a mettere k.o. Maka, e subito dopo anche Black Star e
poi Kid, rimanevano solo le buki in piedi, sembrava che la figura
avesse
volutamente lasciarle indenni, e la risposta a quella scelta
arrivò subito
-Voi... venite con me-
disse, aveva un tono di voce strano, a tratti
metallico, a tratti umano, a tratti distorto, a tratti chiaro
Soul si
osservò intorno, era praticamente finita, avevano fallito,
l'unica cosa che poteva fare era...
-D'accordo, ma voglio
che gli altri siano liberi- disse il ragazzo
-No! posso ancora
combattere...- intervenì Maka da dietro,
cercando di alzarsi, era vistosamente ferita alla schiena e sul muscolo
della coscia sinistra, l'albino si avvicinò con calma, aveva
uno sguardo triste, quasi come se sapeva che ciò sarebbe
successo
-Maka...andrà
tutto bene...te l'avevo detto...qualcuno di noi
non sarebbe tornato...ci rincontreremo... un giorno- disse il ragazzo,
per poi colpire la ragazza in modo da farle perdere i sensi, la
conosceva, avrebbe fatto di tutto per continuare a combattere, ma
così avrebbe solo peggiorato le cose.
Ebbe solo il tempo di
osservare Maka venir presa da un kishin e portata
via e di dire alla figura di non torcere nemmeno un capello alla
ragazza, prima di subire lo stesso trattamento che aveva riservato alla
sua maister.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 3 *** Il profumo dei ricordi ***
Inizio Pt.2
Capitolo che non mi
convince, ma di certo non posso lasciarvi a mani vuote per un mio
capriccio.
Prima parte del
prologo di Tsubaki, nel giro di pochi giorni anche la seconda parte.
Alla prossima
Carcar93
Il profumo dei ricordi
Il letto
cigolò di nuovo, mentre iniziò un vocio
continuo, all'inizio era lento, un tono di voce flebile,
finchè
non proruppe in urla disperate, sbatteva contro le sbarre della
prigione, gridava, parole incomprensibili, cosa voleva? non si capiva,
era come se migliaia di parole uscissero fuori contemporaneamente,
soltanto una era continuamente ripetuta, ed ogni volta faceva raggelare
il sangue nelle vene: Follia. Continuava a ripetere quella parola,
dimenandosi a destra e sinistra per la prigione, fin quando non
arrivarono le guardie, si sentiva il rumore delle armi in mano, tutti i
presenti svegli capirono che quello non era un semplice controllo,
quella era una esecuzione a tutti gli effetti, ed infatti non
passò molto tempo prima che il rumore degli spari si facesse
sentire per tutte le prigioni, svegliando quelli dal sonno pesante.
Tsubaki si trovava
nella prigione di fronte, aveva visto inerme e
spaventata tutta la scena, da quando il compagno di fronte aveva
iniziato fino a quando il suo sangue rosso era schizzato sulle pareti
della prigione, intravide anche il volto di uno degli esecutori, aveva
il volto coperto fino agli occhi, ma vide che stava sorridendo, quegli
occhi lo facevano capire, erano aperti, felici, si sedette sul letto,
le mani tra i capelli, cercando di chiudersi a riccio, non ce la faceva
più, voleva tornare a casa, non era come Soul, anche la sua
infinita pazienza era arrivata ad un limite, voleva solo tornare da
Black Star, erano già passati due anni e mezzo da quando non
lo
vedeva, chissà come stava, se era cambiato oppure era sempre
lo
stesso.
Lei era cambiata,
aveva dovuto farlo, i capelli più corti,
tagliati perchè altrimenti l'avrebbero continuata a tirare
per la
coda di cavallo, adesso aveva un taglio quasi a caschetto, il vestito
che aveva, lo stesso da quei due anni e mezzo, ormai era rovinato,
strappato, non voleva rifiutare quel regalo, lo avrebbe tenuto fino
alla fine, le lacrime scendevano silenziose, mentre la mente portava
immagini nostalgiche, non ce la faceva, aveva bisogno di un segnale, un
appiglio che la facesse ritornare in sè, sentì un
pezzo
di ferro premere sulla testa, e si ricordò, quel piccolo
anello
in argento poteva sembrare senza valore, un semplice accessorio,
invece era la cosa a cui teneva di più al mondo.
Ricordò
quando lo aveva ricevuto, ricordò quel giorno di
due anni e mezzo fa, mentre ritornava in sé, ricordandosi
per
chi si trovava lì.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 4 *** Il profumo dei ricordi ***
Il profumo dei ricordi pt.2
Il prologo di Tsubaki
è finito.
Capitolo che ancora
non mi convince, non so assolutamente perchè.
Spero vada tutto bene,
mentre raccolgo le forze per l'ultimo prologo.
Ringrazio tutti quelli
che recensiscono, leggono, ecc...
Alla prossima
Carcar93
Il profumo
dei ricordi
"
ti proteggerò io"
Si trovava
in palestra, ormai quella era praticamente la loro seconda
casa, ed in quel periodo unica, visto che la loro era stata distrutta e
messa a fuoco da qualche Kishin, di solito non si allenava, dopotutto
il suo ruolo era solo quello di una buki, trasformarsi era solo il suo
ordine, il resto era eseguito tutto dal suo maister, lei non faceva
altro che eseguire gli ordini impartiti, partecipando in modo
distaccato all'azione, ogni tanto si sentiva così, ogni
tanto
sentiva che non partecipava abbastanza, voleva mettersi in gioco anche
lei, aiutare dove poteva, ed anche di più, ogni volta che
sentiva il suo maister venir ferito sentiva una stretta al suo cuore,
perché non era riuscita ad aiutare abbastanza, forse avrebbe
potuto proteggerlo meglio se fosse stata anche lei sul campo, invece
lei si trovava solo a venir utilizzata, nient'altro. Era consapevole,
però, che se non fosse stato per lei, tutti i Kishin che
aveva
ucciso Black Star sarebbero ancora vivi, ed allora si sentiva un
pò soddisfatta, ma non abbastanza.
Giocava con l'anello
in argento che aveva al dito, era semplice, anche
se aveva un grande valore per lei, ricordava bene quando le era stato
dato, fu una sorpresa per lei, visto che le fu dato dopo la
dichiarazione di Black Star, anche se a modo suo. Si trovavano in casa,
soli, Black Star era particolarmente strano quel giorno, non stava
urlando a squarciagola lodandosi, ma era silenzioso, troppo silenzioso,
tanto che si mise paura quando se lo ritrovò di fronte, uno
sguardo imbarazzato, nervoso, sembrava che stesse pensando a qualcosa,
fin quando non fece la cosa che gli veniva più a genio
-Potresti darmi la tua
mano?- chiese alla ragazza, che eseguì
l'ordine anche se piuttosto curiosa di sapere cosa stava accadendo, nel
giro di pochi secondi si ritrovò con quell'anello al dito e
Black Star che le diceva
-Ti
proteggerò io... tu non dovrai fare altro che divertirti,
d'accordo?- era una frase piuttosto insolita rispetto a quelle sempre
dette dal ragazzo, ed infatti Tsubaki ci mise un pò per
intendere la situazione ed il significato della frase, ma quando lo
capì fu felice, perché, anche se in modo strano,
quella
era stata una sorta di dichiarazione, per Black Star il significato di
"Proteggere" era diverso da come lo intendevano gli altri, per lui
"proteggere" aveva diversi significati, quindi quella frase diceva
tutt'altro: "Ti proteggerò io... ti farò
sorridere io... ti
farò divertire io... ti consolerò io... ti
salverò
io... ti sarò sempre a fianco io... ti amerò per
sempre
io..." ed ancora e ancora, infiniti significati che Tsubaki aveva
inteso, e che era felice di accettare.
-Qualcosa che non va?-
chiese il ragazzo, era preoccupato, raramente
riusciva a vedere Tsubaki in quello stato, sembrava pensierosa, ed il
fatto che di non sapere cosa la preoccupava lo faceva sentire inutile,
incapace di mantenere fede alla sua dichiarazione, cercò
invano
di capire qualcosa dal suo sguardo, ma questa invece rispose
sorridente, dicendo che andava tutto bene, un pò si
sentì
sollevato a quella risposta, ma il sospetto che c'era qualcosa che non
andava rimase, seppur debole
-Ti
proteggerò io... ricordi?- disse il ragazzo, rinnovando la
sua promessa e tutti gli infiniti significati, cercando di far forza
alla ragazza, cercando di capire il perché di quello
sguardo, ma
quella non fece altro che rispondere che andava tutto bene, che non
doveva preoccuparsi, che doveva pensare solo ad allenarsi, a diventare
il più forte.
Quando vennero
chiamati non ci misero molto ad arrivare nella Death
Room, e neanche a parlare della missione organizzata per loro,
sentivano il peso su di loro, sentivano che il futuro di Death City era
nelle loro mani, se fossero stati capaci di distruggere quella
macchina, allora avrebbero avuto la possibilità di
combattere
con più forze a disposizione, altrimenti si sarebbero arresi
all'evidenza di un Kishin troppo forte per loro, impossibile da
sconfiggere, talmente forte da non poter sapere neanche il loro nome,
ma erano sicuri che ce l'avrebbero fatta, sarebbero stati capaci di
poter portar un nuovo futuro agli abitanti di Death City, era solo
questione di ore.
Si recarono al punto
prestabilito, aspettando il segnale per iniziare
la missione, Tsubaki era ancora pensierosa, forse nella testa la
speranza di poter essere d'aiuto come voleva lei, di poter proteggere,
almeno per una volta, Black Star, invece del contrario, poter mettersi
in gioco e salvare gli abitanti di Death City, il suo maister si
accorse che qualcosa non andava, chiedendo di nuovo
-Tsubaki...
è da quando eravamo in palestra che sei strana...
cosa c'è che non va?- chiese il ragazzo, mettendosi faccia a
faccia con la buki
-Niente...va tutto
bene... non preoccupati...su, dobbiamo andare- disse
la ragazza alla fine, liquidando le continue preoccupazioni del
maister.
Andò tutto
liscio, arrivarono al macchinario, Maka e Soul
andarono avanti per poter fermare la macchina, ma d'un tratto accadde
qualcosa, qualcuno di veramente forte si mise in mezzo, in pochi minuti
eliminò Soul e Maka, voltandosi verso di loro, pronti a
combattere. Black Star si batté come un leone, cercando di
dare
il meglio di sé, ma non riuscì a vincere, ogni
sua mossa
veniva anticipata e annullata, Black Star ce la metteva tutta, ogni suo
colpo era tanto preciso quanto potente, ogni suo movimento ben
calcolato, ma evidentemente aveva di fronte un avversario
più
forte di lui, perché riusciva a prevedere ogni mossa, ed
infine
a reagire mettendo fuori gioco il ragazzo dai capelli azzurri grazie ad
un calcio ben assestato sullo stomaco, rendendolo incosciente per un
pò.
Tsubaki
cercò di far riprendere il maister, ma tutto stava
accadendo troppo velocemente, la figura aveva anche eliminato Kid, ed
adesso sembrava osservare le buki con fare minaccioso, ordinando di
seguirlo, quando udì le parole di Soul capì che
quella
era l'occasione giusta per poter aiutare qualcuno, per poter salvare
Black Star da morte certa
-Anche io... voglio
anche io che lui sia salvo- disse la ragazza, decisa
-Ts-Tsubaki! che
fai?!- disse il ragazzo, che sembrava essersi ripreso giusto in tempo
-Black Star... non ti
preoccupare... ti proteggerò io, almeno
per una volta voglio che sia io a proteggere te, e non sempre il
contrario... non so quando ci rincontreremo, ma per favore... sta bene-
disse la ragazza, per poi dare un bacio sulla guancia al maister,
nonostante i due fossero fidanzati.
Tsubaki
osservò Black Star continuare a dimenarsi, chiamandola,
dicendole di tornare indietro, ma venne ancora stordito dalla figura
mascherata, dopo di ciò chiuse gli occhi, non potendo
sopportare
quella vista, sentiva gli occhi umidi, stava per iniziare a piangere,
quando anche lei venne colpita, perdendo i sensi.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 5 *** Dal Paradiso all'Inferno ***
Capitolo complicato.
Non sono un fan di
Liz, soprattutto della LizKid.
Ho cercato di spiegare
al meglio i sentimenti di Liz, ma non è uscito un granchi.
Riguardo Patty, non vi
stupite se in tutta la storia dirà si e no due parole.
E' una mia pessima
caratteristica, il trio Kid,Liz,Patty non lo digerisco, mi dispiace in
anticipo.
Auguri(in ritardo)
Carcar93
Dal
Paradiso all'Inferno
Il letto era scomodo,
ogni volta che si muoveva le molle cigolavano rumorosamente, il tubo
che perdeva era vicino la sua prigione, rendendole impossibile riuscire
a prendere sonno, inoltre c'era da aggiungere il fatto che doveva
condividere il letto, già abbastanza stretto per lei, con
sua sorella, che di certo non era piccola di statura, per non parlare
dell'esecuzione che era appena accaduta, sua sorella era riuscita a
dormire subito, lei no, lei era sempre stata quella che aveva paura di
tutto, fantasmi, ragni, buio, ed adesso la costante preoccupazione di
essere sempre sotto il bersaglio di un'arma non la aiutava di certo.
Non era abituata a
tutto ciò, di tutto il gruppo era quella più
viziata, dallo shopping extra lusso alle comodità della sua
camera, dallo stile dei suoi vestiti al modo di comportarsi, due anni e
mezzo fa chiedeva sempre di più, quasi pretendendolo,
perché non si sentiva mai soddisfatta, mai completa, adesso
invece capiva che non tutto poteva andare come voleva lei, che era
meglio accontentarsi delle piccole cose, invece di volere sempre di
più, certo, aveva scelto lei di venire lì, come
avevano fatto Tsubaki e Soul, ma adesso sembrava avere dei ripensamenti
a riguardo.
Tutto era cambiato, a
cominciare dal suo aspetto, i capelli erano rimasti lunghi, ma non
curati, irti, visto che erano lì da due anni circa, come
anche le sue unghie, la sua pelle, era tutto cambiato di lei rispetto a
prima, a Death City aveva capelli lisci e curati, le unghie limate e
smaltate, la pelle ben curata da apposite creme, mentre adesso era
praticamente l'opposto, e tutto ciò non lo sopportava,
voleva tornare a casa, ma non poteva. Sua sorella invece non aveva
avuto nessun colpo, dopotutto lei aveva scelto come sua sorella, e
questo era quello che aveva voluto, l'unica cosa diversa era la sua
altezza, leggermente aumentata, per il resto tutto nella norma, anche
se, parlando di Patty, nella norma non c'era niente.
Liz ripensò
a quel giorno, ricordandosi del perché aveva scelto di
scendere dalla paradisiaca Death City all'infernale prigione dove si
trovava, perché aveva deciso di buttar via tutto quello a
cui teneva.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 6 *** Dal Paradiso all'Inferno ***
dal paradiso all'inferno p.2
Capitolo un
pò difficile da scrivere, quasi come il precedente.
Hp cercato di spiegare al meglio cosa pensava Liz, non so se vada bene,
oppure no.
Detto questo, il prossimo capitolo sarà sui maister, e come
si sentono, anche se sarà un capitolo unico.
Per il resto, siamo notevolmente indietro con la tabella di marcia,
visto che per il 20 dovremmo arrivare a 8 capitoli pubblicati, massimo.
Alla prossima
Carcar93
P.s. cambio script, piace?
Dal
Paradiso all'Inferno
"Voleva bene a tutti i suoi
amici"
Liz
si trovava in quello che era rimasto del quartirere commerciale, ormai
le macerie erano aumentate, ed in pochissimi negozianti avevano scelto
di rimanere lì per continuare la loro professione,forse per
avarizia, visto che la concorrenza era notevolmente diminuita, oppure
perchè volevano aiutare gli abitanti della città,
invece
di ritirarsi nella Shibusen, per poter essere al sicuro e protetti
dagli attacchi nemici. Camminava dando un'occhiata a quello che la
circondava, oltre alle macerie vi erano negozi che mettevano in mostra
articoli interessanti, per non dire inresistibili, e le numerose buste
di carta che aveva tra le mani confermava gli ottimi affari, sia della
buki sia dei negozianti. Si voltò verso un negozio di
abigliamento maschile, in mostra c'era una mantella nera, sembrava
fosse strappata, per farla sembrare tetra, ma si notava che era solo un
effetto, subito le venne in mente Kid, quel ragazzo adorava quel genere
di cose, e forse avrebbe anche potuto comprarla per lui. Poco
più avanti, invece, si imbattè in un negozio per
giocattoli, vi erano giocattoli di tutti i tipi, ma il suo sguardo si
fermò su alcuni peluche di animali, erano carini, e a prim
vista
sembrava essere morbidi al tatto, automaticamente la sua mente si
spostò alla sorella, sicuramente quei peluche le sarebbero
piaciuti.
Era impegnata a
comprare quella mantella nera ed uno di quel peluche
che aveva visto, quando il suo telefono squillò, fece
aspettare
un bel pò chi stava chiamando, prendendosi tutto il tempo
che
aveva per poter rispondere, non immaginava, però, che la
persona
che la stava chiamando era il suo maister, e che la stavano aspettando
per poter iniziare la loro seduta per informarsi sulla missione che
dovevano compiere.
-Kid? Sto arrivando-
disse al ragazzo, che dal tono di voce sembrava essere molto spazientito
-Liz!! Dove sei?!?!
stiamo aspettando solo te!! che stai facendo?!?- chiese il ragazzo,
urlando attraverso l'apparecchio.
-Stavo solo facendo
delle comp- la ragazza non ebbe nemmeno il tempo di
finire la frase che il maister l'anticipò, offendendola
-E ti pareva! non
pensi mai a cose serie, sei sempre a fare shopping!
vieni immediatamente alla Shibusen- detto questo, il ragazzo
attaccò il telefono, lasciando la ragazza piuttosto nervosa,
e
pensare che aveva comprato quella mantella, costata anche un occhio
della testa. Fu tentata di tornare indietro, dare indietro quella
mantella, ma pensò che sicuramente Kid avrebbe capito la
situazione una volta spiegata, era un ragazzo bravo, intelligente,
gentile, probabilmente si era comportato così solo
perchè
era un pò nervoso nei riguardi della missione, tutto qui.
Quando giunse alla
Shibusen, Kid la stava aspettando all'entrata,
sorrise leggermente, cercando di dare un pò di sicurezza al
ragazzo, ed anche calma, visto che si vedeva lontano un miglio che era
teso, raccolse aria nei polmoni, per poter spiegare tutta la
situazione, ma fu ancora anticipata
-Non fare quel sorriso
idiota, siamo in ritardo, e mio padre mi ha
anche rimproverato- disse il ragazzo, era nervoso, ed il nervosismo si
mischiò anche alla ragazza, che adesso si sentì
veramente
offesa, mettendo il broncio. Durante la seduta rimase in silenzio,
imbronciata, mentre si limitava solo a recepire le informazioni
necessarie per poter compiere al meglio la missione, di certo era
evidentemente incavolata con il suo maister, ma quest'ultimo sembrava
non essersene accorto, ed in più era assolutamente convinto
che
la colpa era della buki, che si era, come al solito, attardata a fare
shopping, invece di lui che stava aspettando lì, facendo la
figura dello stupido davanti a suo padre.
In cuor suo, Liz
voleva bene Kid, e per questo aveva comprato quella
mantella, di solito non amava fare dimostrazioni di affetto, forse
perchè per lei erano scontate, per lei era scontato voler
bene
ai suoi amici, altrimenti non li avrebbe definiti tali, altrimenti
sarebbero stati solo "collaboratori", invece non era così,
non
lo dava a vedere, e forse per questo Kid l'aveva rimproverata,
perchè sembrava più una ragazza che pensava solo
a se
stessa, che pensava solo a far compere, invece non era assolutamente
così, lei voleva bene a tutti i suoi amici, Kid incluso, era
solo che non lo faceva vedere molto spesso, tutto qui.
Prima di partire per
la missione cercò di spiegare perchè aveva
tardato, ma ogni volta Kid la fermava, dicendole che era impegnato ad
organizzare la missione, invece di perdere tempo in compere come aveva
fatto la buki, insomma, non voleva sentire niente, solo lui aveva
ragione, e questo gli bastava, mentre la ragazza si innervosiva ancora
di più a causa di quel comportamento. Arrivarono al centro
dell'accampamento, incontrando tutti gli altri, Maka e Soul andarono
avanti, sembrava ce l'avessero fatta, sembrava che quell'incubo fosse
finito, ma nel giro di pochi minuti tutto cambiò, una figura
mascherata mise fuori gioco tutti i maister, Liz si guardò
intorno, non c'erano vie di fuga, avrebbe voluto proteggere tutti, ma
non le veniva in mente niente, furono le parole di Soul a farle capire,
come anche la conferma di Tsubaki
-Contate anche me...-
disse la ragazza, con aria sicura, anche se tutti sapevano che dentro
stava tremando dalla paura, mentre anche sua sorella Patty voleva
venire, seguendo l'idea di Liz e le altre buki.
-Che fai?!...- disse
lo shinigami, cercando una spiegazione, ma, a differenza di Soul e
Tsubaki, Liz non ebbe il tempo di parlare, perchè un kishin
stordì il ragazzo e lo portò via, mentre lei ebbe
solo il tempo di sperare che Kid trovasse quella mantella e capisse,
prima di perdere anche lei i sensi, come sua sorella e le altre buki.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 7 *** Una Nuova Missione, Una Nuova Speranza ***
Capitolo 7
Capitolo difficile.
L'idea originale, quella nella mia testa, sembrava bella, ma il
problema è stata metterla per scritto.
Ora, se riusco in un miracolo, forse arriverà un altro
capitolo entro il 20, altrimenti se ne parlerà dopo il 27.
Ringrazio chi recensisce, legge, ecc...
Alla prossima
Carcar93
Una Nuova Missione, Una Nuova
Speranza
Due anni e mezzo, ogni giorno pesava, ogni giorno si faceva sentire,
non erano stati capaci di difenderli, non erano stati capaci di
esaudire i loro sogni, non erano abbastanza forti, non erano stati in
grado di proteggerli, si sentivano come se avessero sputato sulle loro
ombre, si sentivano come se fossero stati migliori di loro, come se li
avessero rifiutati perché migliori di loro,
perché erano
solamente buki. Non era così, erano inutili, per l'ennesima
volta avevano fallito, per l'ennesima volta avevano dimostrato che non
erano niente senza di loro, che riponevano in loro i propri sogni, i
propri desideri, ma che da soli non sarebbero mai stati capaci di
farcela. Si facevano sentire, le loro innocenti assenze, in ogni gesto
della giornata, in ogni momento, quando lo sguardo cadeva su quella
moto ben tenuta a lucido, quando si sentiva la mancanza di qualcuno che
lo tenesse a bada, oppure quando non c'era qualcuno a consolarlo dopo
una crisi, non c'erano più, li avevano persi, non sarebbero
stati capaci di ritrovarli, o forse si? forse se si fossero allenati,
migliorati, avrebbero avuto la possibilità di ritrovarli, di
salvarli, di riportarli indietro, e di dar loro la
possibilità
di vivere in pace e tranquillità.
Tutto stava nelle loro
mani, tutto sarebbe stato deciso da loro.
Kid si trovava nella
sala riunioni, organizzava l'ennesima spedizione,
con ogni cura in tutti i dettagli, senza margini di errore, quel giorno
capì due cose: che non avrebbe mai perso nessuno, e che
avrebbe
sempre ascoltato cosa gli altri avevano da dire, perché
ognuno
aveva i propri motivi, le proprie spiegazioni.
Spostò per
un'istante lo sguardo sulla mantella che aveva
addosso, quando l'aveva trovata non riuscì a non trattenere
le
lacrime, Liz, quella stupida, l'aveva comprata per lui, lo sapeva, lo
sentiva, ed invece lui cosa aveva fatto? l'aveva insultata, non le
aveva dato il tempo di farle spiegare, non aveva minimamente voluto
ascoltare la sua spiegazione, e quando, alla fine, aveva visto lei
sacrificarsi al posto suo, non aveva fatto altro che chiederle
-Che fai?!...-
ma non ebbe neanche il
tempo di sentirla parlare, perché un
kishin lo colpì, stordendolo, ebbe solo la
possibilità di
incrociare il suo sguardo, di guardare quella tristezza, quella
instabilità, quella paura, non ebbe la
possibilità di
fare niente.
Sapeva che ce
l'avrebbe fatta, sapeva che sarebbe stato capace di rintracciarla, di
salvarla.
Ce l'avrebbe fatta.
-Allora Kid, possiamo
iniziare la riunione?- chiese suo padre, mentre si avvicinava al figlio
-Non ancora...
c'è qualche errore- disse il ragazzo, ancora con il capo
chino sulle carte
-Non fa
niente...qualche piccolo errore non farà la differenza-
disse Shinigami, cercando di tranquillizzare il figliò, ma
questi si impuntò, rispondendo
-No! anche un piccolo
errore fa la differenza-
*
* *
Black Star era in
palestra, adesso aiutava le reclute, le allenava,
allenamenti asfissianti, senza tregua, impossibili per un essere umano,
ed infatti c'era chi se ne andava prima perché troppo pigro,
oppure c'era chi proprio non ce la faceva più, chi era ormai
stremato sia mentalmente che fisicamente, alcuni avrebbero definito
quell'allenamento un "suicidio per corpo e mente", e lo fecero, ma a
Black Star non gli importava, la cosa più importante era
vederli
tutti pronti almeno all'inizio dell'allenamento, non gli importava se
qualcuno tagliava la corda, perché quell'allenamento era il
suo,
che eseguiva ogni mattina.
Aveva capito una cosa,
doveva allenarsi, allenarsi tanto quanto gli
serviva, tanto quanto doveva per proteggere le persone che amava,
spingersi anche oltre i limiti umani, se era quello che serviva per
proteggere tutto e tutti, allora si, lo avrebbe fatto, ed una volta
capito come fare lo avrebbe insegnato agli altri, avrebbe dato agli
altri la possibilità di poter salvare le persone loro care,
non
gli avrebbe fatti soffrire come aveva fatto lui quando si vide privare
di Tsubaki, non lo avrebbe mai permesso.
Teneva ancora l'anello
al dito, perché era speranzoso, era
determinato come non mai di ritrovare la sua buki, di prenderla,
salvarla, portarla indietro e farle vivere di nuovo la vita. Avrebbe
avuto di nuovo la possibilità di tener fede a quella
promessa
"Ti proteggerò io...", non c'era riuscito, l'aveva persa,
l'aveva costretta a dover proteggere lui, non era stato abbastanza
forte, non era stato capace di fare niente, e per di più non
aveva avuto la possibilità di parlarne, di distoglierla
dalla
sua decisione, non lo avrebbe mai più permesso, mai
più.
-Black Star, Kid ti
vuole, c'è una nuova missione, conta che tutti siano pronti
per tornare sani e salvi- disse Sid
-Non ti preoccupare,
digli che sono tutti pronti- disse il ragazzo, non
gli importava che non ci fosse nessuno all'appello, tanto era sicuro
che ce l'avrebbero fatta, non avrebbe sbagliato la seconda volta
*
*
*
Maka era diventata
maestra, aiutava gli studenti a migliorarsi nell'organizzare strategie,
nel capire come bisognava agire. In molti la stimavano, e per di
più la ritenevano una eroina, sia perché aveva
sconfitto il Kishin Asura, sia perché aveva avuto il
coraggio di rialzarsi dopo che la sua buki si era sacrificata per lei,
era migliorata, era diventata più forte, aveva imparato a
dominare la sua natura di buki, ed adesso poteva essere in grado di
richiamare quelle lame quando voleva lei, solo che ogni volta faceva
male, perché ogni volta che vedeva la sua lama ne vedeva
un'altra, ricordava ancora quella sfumatura di rosso, quei capelli
bianchi.
Camminava tra i
corridoi della scuola, al suo passaggio gli studenti si scostavano,
mentre alle sue spalle iniziavano ad alzarsi i vocii, non era cattiva
parole, tutt'altro, erano parole di ammirazione, ognuno giurava che un
giorno sarebbe arrivato al livello di Maka, perché non la si
poteva superare, lei era troppo perfetta, le sue imprese spettacolari,
impossibili, inimmaginabili, non c'era nulla da fare, Maka Albarn era
la studentessa migliore di tutta la Shibusen, in grado anche di
superare Stein.
Ma alla ragazza questo
non piaceva, lei non era così, lei non era perfetta, non
aveva compiuto imprese impossibili, lei era solo una semplice, misera,
debole maister, incapace di proteggere la sua buki, sacrificatasi al
posto suo, non poteva assolutamente essere messa in relazione con Soul,
lui l'avrebbe schiacciata su tutti i fronti, perché lei era
arrivata lì grazie a lui, grazie alla sua potenza, non
perché era brava, forte, intelligente, ma perché
Soul era al suo fianco, perché Soul l'aveva aiutata in
tutto, da quando catturarono la prima anima fino a quando non si era
sacrificato, da quando si era messo in mezzo per proteggerla da Crona a
quando l'aveva aiutata con la follia, era sempre stato al suo fianco,
fino alla fine, e lei non aveva fatto niente, non era riuscita a
proteggerlo, aveva sbagliato, aveva dimostrato che aveva ancora bisogno
di lui, ma da allora in avanti si sarebbe dovuta accontentare,
perché Soul non c'era più.
-Maka...vieni, forse
abbiamo trovato Soul e le altre-
Le parole di Kid la
risvegliarono, questa volta l'avrebbe protetto, fino alla fine.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 8 *** Missione per il nemico, Un ritrovamento sperato. ***
capitolo 8
Bene,
capitolo 8 finito, tutto ritorna nella tabella di marcia.
Vi lascio con una informazione di servizio, non ci sarà da
domani al 27, quindi non sperate di trovare altri capitoli in fretta.
Spero solo di tornare con una buona dose di fantasia e ispirazione.
Ringrazio chi legge, recensisce, ecc...
Alla prossima
Carcar93
Missione
per il nemico,
Un ritrovamento sperato.
Soul si svegliò, una sveglia non gradita, visto che la
guardia
sbatteva con qualcosa come un manganello sulle sbarre di ferro,
provocando un frastuono infernale, anche se ormai ci era abituato, non
aveva dormito, non c'era riuscito, per tutta la notte aveva sognato di
quel giorno, lo sguardo di Maka, le sue paure, si guardò
ancora
allo specchio, il suo sguardo stanco confermava la sua nottataccia,
cercò di riprendersi come poté, per poi dirigersi
verso la
mensa. La sala mensa era a base quadrata, aveva molto spazio, ma anche
lì vi era un pesante senso di oppressione, le mura erano
grigie,
grigie come la maggior parte delle speranze dei detenuti, che ormai si
erano arresi a all'evidenza dei fatti, non sarebbero mai stati capaci
di fuggire via da lì.
Soul si
andò ad unire a Tsubaki e le due sorelle Thompson, non
si preoccupò di Patty, che nonostante la situazione in cui
si
trovava da due anni e mezzo si comportava sempre come era sempre stata,
sorridendo e divertendosi con quello che poteva, l'albino
guardò
il volto delle amiche, sembravano anche loro stanche, anche loro
avevano passato una nottataccia, forse perché era stata
l'esecuzione a rendere la notte un inferno, anche se aveva la
sensazione che anche loro si erano ricordate di quel giorno di due anni
e mezzo fa, rimase in silenzio, perché parlarne non avrebbe
fatto altro che riaprire vecchie ferite che in più di due
anni
non si era ancora rimarginata, anzi sembrava ancora fresca, incurabile.
Stava mangiando con
calma quando le guardie chiamarono tutti, dicendo
di spostarsi immediatamente nella sala incontri perché il
Kishin
voleva parlare, al ragazzo non gli interessò altro che
prendere
di nascosto un altro pezzo di pane nella confusione generale, almeno
così avrebbe avuto qualcos'altro da mangiare mentre
ascoltava.
Il Kishin era già seduto su una specie di trono, ormai lo
conosceva già di faccia, e se la ragazze presenti nella sala
non
fossero state a conoscenza di chi fosse quel tizio, forse starebbero
già parlando di lui ricoprendolo di complimenti, aveva i
capelli
biondi, la pelle pallida, gli occhi blu ghiaccio, iniziò a
parlare con la sua solita abitudine di sentirsi al di sopra delle
persone
-Bene...Signori! la
Shibusen si sta muovendo... è il momento di
muoversi anche per noi... quindi, dopo una lunga analisi, ho deciso che
qualcuno di voi andrà in missione assieme ai miei uomini
più fidati, verranno chiamati più tardi
per poter
essere informati riguardo la missione... detto questo, vi saluto- disse
il Kishin, per poi alzarsi da quel trono ed avviarsi da qualche parte
* * *
-Non ci penso
nemmeno!- disse l'albino, si trovava in una piccola stanza, un tavolo
al centro pieno di mappe e fogli informativi, insieme a lui c'erano
Tsubaki, Liz e Patty, insieme a lui formavano il gruppo scelto dal
kishin in persona, e forse era per coincidenza che si trovassero tutti
e quattro lì, oltre loro vi era il Kishin in persona, sempre
con un sorriso sulle labbra, sicuro di se, con il suo sguardo di
sovrastatore, poi c'era Jacques, un suo alievo, molto simpatico a Soul
per il suo carattere, i due, infatti, non ci misero molto a fare
amicizia, aveva i capelli castano chiaro, e gli occhi verde scuro, era
gracile di corporatura, anche se il solo fatto di essere l'alievo del
Kishin in persona faceva capire che con lui non si scherzava affatto,
vi erano, oltre loro, un paio di persone, semplici esseri umani che si
erano uniti al Kishin per paura.
-Andiamo...è
l'unica possibilità di poter fare una mossa- disse il
Kishin, non curante della risposta negativa della buki
-No! è
praticamente impossibile per noi...- disse il ragazzo, insistendo su
quanto sosteneva, quel piano era assurdo, impossibile, non avrebbe
portato altro che la morte
-Su, Su, non
è impossibile Soul, e poi se organizziamo una strategia ben
organizzata potremmo anche farcela senza gravi ferite... o perdite-
disse Jacques, che cercava di convincere l'amico ad accettare quel
piano, non aveva mai visto di faccia quella persona, e da come lo
descriveva Soul non sentiva altro che una scarica di adrenalina,
sarebbe stato bello combattere con lui.
-Cos'è che
ti fa dire che non andrà bene?- chiese il ragazzo dai
capelli castani
-Cosa?
è un pazzo scatenato, un maniaco... ed
è dannatamente forte, intelligente ed abile, vuoi
qualcos'altro?- chiese Soul all'amico, che sembrava stesse morendo
dalla curiosità.
La situazione sarebbe
rimasta bloccata ancora per molto, con Soul che si rifiutava
categoricamente di intraprendere quella missione, e non avrebbe di
certo trovato altri modi per poter colpire la Shibusen, mentre il
Kishin non voleva altro che avviarla, era l'unica soluzione possibile,
e secondo i suoi calcoli quella missione sarebbe andata bene, dopotutto
stava mandando lì il suo alievo, e quattro buki di altissimo
livello, sensa considerare anche un gran numero di umani che si erano
candidati volontariamente a quella missione, quindi decise di
concluderla lì
-Basta! questa
è la missione, ecco a voi tutte le informazioni... partirete
tra mezz'ora, buona fortuna!- detto questo il Kishin andò
via da quella stanza, non interessato a ciò che stava
accadendo alle sue spalle.
* *
*
Obbligato, Soul
partì in missione, non ci misero molto ad arrivare nel luogo
prestabilito, era una grotta profonda, ben nascosta da una fitta
foresta del centro europa, prima di addentrarvisi erano in circa una
trentina, conmpresi Jacques, Tsubaki e le due sorelle Thompspon, il
resto erano soldati volontari, ma quando arrivarono alla fine di quella
grotta erano solo in cinque, Soul, Jacques, Tsubaki, Liz e Patty,
perché? il problema furono le migliaia e migliaia di
trappole che quello stupito dalla mente malata aveva deciso di mettere
come autodifesa, aveva trovato già qualche trappola
attivata, ma pensò fosse stato un animale ad attivarla.
-Allora, sei pronto?-
disse Jacques all'amico, che sembrava essere ancora titubante all'idea,
si trovavano davanti ad una porta in legno, strano trovarla
lì, ma era vera.
-Vuoi un ultimo
avvertimento?- chiese l'albino, ricevendo subito una risposta
affermativa dall'amico, che sembrava volerlo per piacere e non per
precauzione
-E' un maniaco della
vivisezione...- detto questo si avvicinò alla porta,
sentendo delle voci parlare, subito si allarmò, dicendolo
anche agli altri.
Quando aprì
la porta, però, ebbe una bella sorpresa, oltre a quel
maniaco di Stein che si trovava seduto su una sedia, vi erano altre tre
persone, una aveva i capelli neri e gli occhi gialli, alto, un altro
era muscoloso, pelle scura e capelli azzurri, la terza invece era una
ragazza, formosa, capelli biondo cenere e occhi verde smeraldo
-Maka?!-
-Soul?!-
|
Ritorna all'indice
Capitolo 9 *** Gioie, Incomprensioni, Macerie. ***
Capitolo 9
Capitolo
un pò lungo, forse perché sono tornato, forse
perché non potevo dividerlo.
Ringrazio chi ha
recensito, letto, ecc...
Chiedo solo una cosa,
la storia va bene?
Domando
perché molto probabilmente avrà un seguito, ma
niente di definitivo.
Alla prossima
Carcar93
Gioie, Incomprensioni,
Macerie.
Quando aprì
la porta ebbe solo una manciata di nanosecondi per
poter osservare la stanza, era piccola, scavata nella roccia, ma
nonostante tutto la pavimentazione era in legno, ornata con un semplice
tappeto di un verde scuro, una caldaia vecchia, alimentata a legna,
arrugginita, vi era poi un tavolo e qualche sedia in legno, ed infine
un semplice letto, tutto qui. La grotta, inoltre, era stata preparata
anche per far entrare la luce del giorno attraverso un buco nel
soffitto, in modo da far entrare anche l'aria, e, sembrava strano, ma
lì dentro c'era anche dell'elettricità, visto che
c'erano
un televisore ed una lampada appesa al soffitto per la notte.
Ma la cosa che gli
importava di più era un'altra, una ragazza dai
capelli biondo cenere ed occhi verdi si trovava in stanza, non la
vedeva da tempo, molto tempo, 945 giorni per l'esattezza, li aveva
contati, uno ad uno, giorno dopo giorno, forse per farsi forza, forse
perché credeva che un giorno quella sicuramente lunga conta
avrebbe avuto termine, ed adesso sembrava di si, adesso che quella
ragazza si trovava lì sembrava che tutto fosse finito
-Maka?!- chiese con
voce flebile
-Soul?!- rispose la
ragazza, facendo si che i due potessero ritrovarsi dopo tanto tempo,
riabbracciarsi
-Perché?!
Perché lo hai fatto?!- chiese la ragazza, tenendosi stretta
alla buki, mentre iniziava a piangere
-Beh... io...- il
ragazzo annaspava, era felice, tanto felice che Maka
fosse lì davanti lui, ma ora come ora non aveva
assolutamente
voglia di affrontare quel problema.
Nello stesso istante
anche Black Star e Tsubaki si erano riuniti,
lasciandosi andare alle loro particolari manifestazioni di amore
-Tsubaki... mi
dispiace... quella volta non sono stato abbastanza forte
per proteggerti... mi dispiace averti ridotto in queste condizioni...-
disse il ragazzo, notando il volto della buki, ed il suo vestito,
quello che le piaceva tanto, quello che lui le aveva regalato e che
adesso era sporco, strappato, ridotto a brandelli
-Non ti preoccupare...
è stato un mio sbaglio...- disse la ragazza, conservando
un'espressione di finta sicurezza
-Balle! anche se hai
scelto tu... ho sbagliato... e non lo farò
più... Tsubaki.... so che già ho infranto questa
promessa... ma posso "proteggerti" di nuovo?- chiese il ragazzo,
sincero, talmente sincero che la ragazza non ne poté
più,
scoppiando in un pianto disperato, lasciandosi abbracciare dal proprio
maister, lasciandosi consolare, cercando di dimenticare quei due anni
difficili, impossibili, alla quale era riuscita a resistere solo grazie
alla forza di volontà, solo grazie all'idea che un giorno
avrebbe rivisto il suo maister.
-Liz! Patty!- disse lo
shinigami, una volta intraviste le due sorelle,
le due Buki che aveva sempre voluto bene, anche se l'ultima volta che
le aveva viste non si era comportato giustamente con loro
-Mi dispiace... mi
dispiace...- continuava a dire il ragazzo, che
adesso sembrava mostrare una parte di lui praticamente scomparsa in
quei due anni di distacco
-Kid... ti prego...
non ti preoccupare... è tutto finito- disse
Liz, che era dannatamente felice mentre cercava di calmare un
ripetitivo Kid, che continuava a scusarsi su quanto era successo.
-Mi dispiace... mi
sono comportato come una bestia... non ho
minimamente pensato di poter sentire la tua versione dei fatti... non
ho fatto altro che pensare alla mia immagine, al mio imbarazzo...
scusami- disse il ragazzo, che poi aggiunse, dopo essersi ricordato
della
mantella regalata e che adesso stava indossando
-Grazie mille anche
per la mantella... mi piace molto- disse il ragazzo
-Ne sono felice...
l'importate è che adesso sia tutti finito- disse Liz,
stanca, voleva tornare a casa
-E' tutto finito...
non ti preoccupare- disse il ragazzo, confermando ciò che
aveva detto la sua buki.
Era un quadretto
felice quello che si trovava in quella stanza, le
vecchie coppie si erano riunite, ed adesso sprizzavano
felicità
da tutti i pori, incuranti di quello che stava accadendo intorno
loro, e fu solo Stein a farli riprendere, battendo le mani come
vecchia abitudine di quando si trovava alla scuola, quando si trovava
ancora ad insegnare prima di quell'incidente di circa un anno fa
-Bene... sono molto
felice che le coppie si siano riformate, ma posso
chiedervi una cosa? Lui chi diamine è?!...- disse indicando
Jacques, agendo quasi come un vecchio pazzo che si impressionava di
tutto e tutti, mentre il ragazzo lo osservava con aria divertita, non
per come si si stava comportando adesso, ma perché prima
l'aveva
visto, mentre il suo amico e le altre buki stavano parlando con gli
altri ragazzi lì dentro, quello scienziato pazzo aveva
osservato
tutti con aria omicida, analizzando la situazione passo dopo passo,
azione dopo azione, cercando di tenere a bada quella follia che lo
aveva ridotto a rintanarsi in quella grotta.
-Io?... beh, Soul
può spiegare... dopotutto è il mio
compagno, non è vero?- rispose con aria calma e pacata il
ragazzo
-Io?!...- disse Soul,
tirato in ballo per nessun motivo, e senza
neanche volerlo poiché si trovava ancora stretto alla sua
maister, anche se si poteva dire fosse il contrario
-Beh... come dire...
Noi e Jacques siamo qui... per una missione...-
disse il ragazzo, tralasciando chi fosse stato a mandarli lì.
-Come dire "Missione"?
chi ti ha mandato qui?- chiese Maka, che non era di certo perspicace
per caso
-Va bene... vi
dirò tutto io, ma prima di tutto mi presento, mi
chimo Jacques, e sono l'allievo del Kishin Yokubo, piacere di
conoscervi. Io, Soul e le sue amiche siamo venuti qui in missione da
parte sua...- disse il ragazzo, lasciando una pausa di silenzio, forse
volontariamente, perché voleva far intendere la situazione
ai
ragazzi della Shibusen
-Come "in missione da
parte sua"... cosa significa?- disse Kid, sia
preoccupato per come si stavano mettendo le cose, sia perché
non
voleva assolutamente pensare che Liz e Patty e le altre buki stessero
lavorando per il
nemico adesso, come anche Black Star e Maka non volevano crederlo.
-E posso chiedere
l'obbiettivo di questa missione?- chiese Stein, che
adesso sembrava essersi calmato, come se quello scatto di prima non
fosse accaduto
-Beh... è
lei mio caro scienziato... per decisione del Kishin in
persona lei ha avuto il permesso e l'ordine di venire con noi, non
c'è altra scelta- disse il ragazzo, deciso e al tempo stesso
divertito.
La situazione era
cambiata, la gioia tra i maister e le buki era
diventata insicurezza, non volevano credere che le loro armi erano
passate dalla parte del nemico, ma non potevano nemmeno non credere
alle parole di quel ragazzo, che sembrava stesse dicendo la
verità. Inoltre Stein aveva già fatto la sua
mossa,
evitando una serie di proiettili si era avvicinato ad un pulsante
nascosto della stanza, facendo tremare, una volta premuto, l'intera
grotta, dando inizio alla fuga di tutti i presenti lì dentro.
*
* *
Mentre tutto
ciò stava accadendo lì dentro, una figura
stava aspettando ordini, aveva i capelli biondi, la pelle candida,
quasi bianca, gli occhi di ghiaccio, rispose subito quando il telefono
squillò
-Yokubo a rapporto-
disse
-Kishin Yokubo... il
Padrone ha deciso e ha preferito che sia meglio
eliminare il professor Stein... dia l'ordine ai suoi sottoposti- disse
una voce femminile
-Agli ordini- rispose
il Kishin, per poi parlare con i suoi
-Andate, non fate
uscire nessuno da lì, uccideteli... tutti! nemici o amici-
disse, prima di allontanarsi da lì
*
* *
Ci furono parecchi
problemi, prima di tutto la grotta che crollava, le
incomprensioni tra buki e maister, che dopo due anni di distacco si
erano arrugginiti nel combattere insieme, inoltre migliaia di persone
che stavano entrando e che volevano ucciderli a tutti i costi, anche se
erano amici e nemici, non c'era differenza tra loro.
-Perché non
mi hai detto che eri con il nemico?- chiese Maka alla sua buki, mentre
allontanava nemici a suon di calci
-Beh, sai
com'è... la prima cosa che ti viene in mente appena
ritrovi una persona che non vedi da tanto tempo, di solito,
è
quella di dirgli cattive notizie...- disse Soul sarcastico, mentre
falciava persone a non finire con la sua lama
-E poi chi ti ha detto
che io stia lavorando per il nemico?- aggiunse il ragazzo
-Come? non
è vero?- disse Maka, sorpresa da quella domanda, fermandosi
per aspettare risposta
-Beh... io- stava
cercando di spiegare l'albino, ma Kid lo interruppe
-Potreste rimandare
tutto a dopo?... abbiamo bisogno di aiuto, qui sta
cadendo tutto!- disse lo shinigami, mentre allontanava nemici con i
suoi poteri
-Senti... non posso
spiegarti tutto adesso, ma una volta tornati alla
Shibusen ti dirò tutto- disse il ragazzo, lasciando Maka
felice,
perché la sua buki era rimasta fedele alla Shibusen
Giunsero fino
all'entrata della grotta, c'erano ancora persone che
stavano entrando, l'unica soluzione era scavarsi una via di fuga, Kid
chiese alle due sorelle di trasformarsi ed iniziare la risonanza,
piuttosto debole, ma abbastanza forte da creare una via di fuga laterale
-Tutti dentro...-
disse Stein, facendo entrare prima Kid con le due
sorelle ancora in mano, poi Tsubaki e Black Star, infine entrarono lui
e poi Maka
-Soul!-
chiamò la ragazza, la sua buki stava ancora cercando di
combattere insieme a Jacques, cercando di allontanare i nemici in modo
da poter scappare anche loro senza problemi
-Vai... adesso arrivo-
disse l'albino alla maister.
Nel giro di pochissimi
secondi successe di tutto, Soul venne ferito sul
fianco destro, poi un'enorme esplosione fece crollare tutto.
Dove pochi secondi
prima si trovava Soul, adesso non c'erano altro che macerie.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 10 *** Perché Soul... è morto. ***
Capitolo 10
Capitolo
corto, ed anche brutto, visto che è un PoW.
Spero solo di aver fatto intendere i sentimenti di Maka, tutto qui.
Per quanto riguarda la storia, il prossimo capitolo andrà
avanti, ma non so quando pubblicherò, problemi che si
accumulano.
Alla prossima
Carcar93
P.s. ci saranno errori sicuramente.
"Perché
Soul... è morto."
Perché? cos'è successo? non lo so, non ho capito
bene. Un
momento fa ero nella grotta, stavo correndo con Soul e gli latri, ero
felice perché avevo ritrovato Soul, perché, anche
se
arrivato lì con il nemico, non aveva minimamente pensato di
tradire la Shibusen, non so esattamente come avrebbe fatto a salvare
Stein, ma mi fidavo di lui, ero sicurissima che in un modo o nell'altro
avrebbe fatto si che il professore si salvasse, perché lui
è così, non era un doppiogiochista, era sincero,
altruista, fedele.
L'ultima cosa che mi ricordo era Kid che apriva un varco, era una
specie di tunnel, potevo vedere la luce del sole nel fondo, Kid si
butta per primo, seguito da Black Star e Tsubaki, Stein sta ancora
aspettando me, sono ancora impegnata a levare di mezzo i nemici, dovevo
fare in fretta, stava per crollare tutto, aveva iniziato di botto, non
ho capito come, non ho capito il perché, ma tutto d'un
tratto il
pavimento della stanza di Stein era iniziato a tremare, per poi
iniziare a vedere i primi pezzi della grotta cadere, eravamo usciti
subito, ma siamo stati bloccati da delle persone vestite in nero, ci
attaccavano con l'unico scopo di ucciderci. Raggiungiamo l'uscita della
grotta, non possiamo far altro che creare un'altra via di fuga, per
ultima ero entrata io, subito dopo Stein, aspettavo, aspettavo Soul,
perché non volevo perderlo un'altra volta, non ancora,
adesso
sarei stata io a proteggerlo, e non il contrario, perché non
lo
avrei più tollerato, non avrei mai permesso a Soul si
proteggermi.
-Soul?!- lo chiamo, perché deve fare presto, sta per
crollare tutto
-Vai... adesso arrivo- mi dice, è impegnato, ma deve
muoversi, altrimenti...
Le rocce cadono, una violenta esplosione, non ho capito chi sia stato,
e nemmeno il perché, mi ci vuole un pò di tempo
per
capire la situazione, dove poco prima si trovava Soul adesso non
c'erano altro che rocce, macerie, e lui? non lo vedevo, non riuscivo a
vederlo, forse era stato... No! non voglio crederlo, lui è
vivo,
ne sono sicura, ma allora perché questa sensazione
all'altezza
del petto, perché non riesco più a muovermi, le
gambe
tremano, non riesco a fermarle, come se avessero già capito
cos'è successo, e molto probabilmente anche il mio cuore, ma
perché allora il mio cervello dice ancora di no,
perché
mi sta dicendo di sperare in qualcosa di inutile, mi sta dicendo di
muovermi e di andare a spostare quelle rocce, ma quando mi faccio
coraggio mi sento prendere per il braccio e tirare all'indietro.
Quando arrivo alla Shibusen non posso fare nient'altro, mi hanno
lasciato nel mio appartamento, è rimasto vuoto per due anni
e
mezzo, ma adesso sembra un'eternità, adesso che lui...adesso
che
lui... adesso che... non riesco a finire la frase, non ci riesco, non
voglio... delle lacrime scendono, gli occhi bagnati, il cuore
spezzato... prima potevo sperare, potevo credere che un giorno quella
porta si sarebbe aperta, e Soul fosse entrato con la solita aria di
sempre, come se non fosse successo niente, come se quei due anni e
mezzo fossero passati senza problemi, senza preoccupazioni, invece
adesso lo so, adesso sono sicura che lui non tornerà
più... perché Soul... è morto.
Non potevo fare più niente, non volevo fare più
niente, mi sentivo vuota, distrutta, annientata, rivedevo ancora quelle
immagini, quelle rocce che cadevano, che franavano su Soul, non avevo
potuto fare niente, non ero stata capace di proteggerlo, ero rimasta
ferma, ad aspettarlo, chiamandolo, senza andare lì per
aiutarlo, lo avevo visto solo di spalle, prima di veder tutto crollare.
Ero rimasta immobile, ferma, incapace di muovermi, a vederlo
combattere, aspettandolo, invece avrei potuto fare molto di
più, avrei potuto andare lì, aiutarlo a
combattere e a scappare via, invece ero rimasta lì, ferma,
forse perché mi fidavo troppo, oppure perché...
no! non voglio pensarlo!... non voglio pensare che non mi sono mossa
solo perché non volevo abbastanza bene a Soul, non voglio
assolutamente credere che lui non era importante per me... lui era
tutto... io... lo amavo.
Gelosia, forse è questo quello che provo. Sono gelosa,
gelosa di Kid e Black Star. Perché? Perché loro
hanno avuto la possibilità di poter riavere Liz, Patty e
Tsubaki, non è giusto... non mi sembra giusto, non
è giusto che loro adesso possano godersi quelle vecchie
compagnie che hanno sempre avuto, e che hanno sempre desiderato in
questi due anni e mezzo, mentre io sono costretta qui, a rimanere sola,
vi odio... non ce la faccio più, siete cambiati, non siete
più quelli di prima, non siete più quelli che
avrebbero dato di tutto per salvarli, adesso siete diversi, non vi
riconosco più... non voglio riconoscervi più!
State lontani da me, non venite a parlarmi, io sto bene, me la
caverò, un giorno riuscirò a riprendermi, ma ora,
per favore, lasciatemi stare, state lontani da me, perché
voi non siete più i miei migliori amici... ormai non siete
più niente per me... l'unico che voglio ancora bene
è una sola persona, era alto, capelli bianchi, pelle scura,
occhi rossi, strafottente, ma anche comprensivo nei miei confronti...
peccato una cosa... è morto! è morto! non posso
farci niente, sperare che torni non farà niente, Soul
è morto!
Morto!
|
Ritorna all'indice
Capitolo 11 *** La battaglia ha inizio. Soul è ancora vivo? ***
Si entra nel vivo della long, questione di 4 massimo 5 capitolo e tutto
finisce.
Forse il capitolo di oggi e complicato da capire, cercherò
di migliorarlo.
Ringrazio chi legge, recensisce, ecc...
Alla prossima
Carcar93
La
battaglia ha inizio. Soul è ancora vivo?
Nei giorni seguenti la situazione era cambiata, il gruppo, che tranne
Soul, ormai morto, si era riunito dopo quel lungo periodo, ormai
sembrava che fosse quasi tutto tornato alla normalità, ma
invece non era così, le cose erano cambiate, solo una
persona del gruppo sembrava non essere felice a riguardo, Maka si
comportava in modo strano, era logico che la perdita della buki avrebbe
ferito profondamente la maister, e per questo avevano deciso di
lasciarla sola, per darle il tempo di riprendersi, ma sembrava che
questa così tanto attesta ripresa tardasse ad arrivare, come
se la ragazza incolpasse qualcuno del gruppo di aver ucciso con le loro
stesse mani Soul, quando invece tutti sapevano che era successo tutto a
causa della frana, nessuno avrebbe avuto l'intenzione di uccidere Soul
dopo averlo trovato dopo così tanto tempo.
-Allora?- chiese Black Star a Tsubaki, la buki veniva da casa della sua
migliore amica, ma sembrava non avere belle notizie da portare.
-Niente...- rispose la ragazza, chiudendo la porta di casa sua dietro
le spalle, ripensava ancora a quello che era successo poco fa, non
poteva crederci, riteneva che Maka, anche dopo quel lungo lasso di
tempo, fosse ancora la sua migliore amica, ma invece era cambiato
qualcosa, ed il comportamento di Maka era la prova evidente di
ciò. Appena arrivata lì, la ragazza dai capelli
biondo cenere l'aveva fatta entrare, nonostante avesse ancora il
pigiama addosso e uno sguardo triste e rosso a causa degli innumerevoli
pianti, le aveva offerto qualcosa, come era di buona educazione fare,
iniziando a parlare, anche se era più Tsubaki che parlava,
mentre Maka si limitava a rispondere con qualche monosillabo o con
qualche semplice e breve frase, sempre con un tono di voce spento,
assente. Forse l'errore di Tsubaki era iniziato quando la ragazza aveva
iniziato a parlare del pianoforte che si trovava in quella casa
-L'unico che era veramente bravo a suonarlo era...- Tsubaki si
fermò, portando una mano davanti la bocca come per fermare
definitivamente la sua voce, ma ormai quello che aveva detto era stato
detto, ed infatti Maka finì la frase al posto suo, avendo
capito da subito a chi si voleva riferire l'amica
-Soul...- disse, sempre con quel tono spento, innescando,
però, una reazione, la maister, infatti, si chiuse a riccio,
portando le ginocchia all'altezza del petto, mentre lentamente iniziava
l'ennesimo pianto disperato, inutile, che di certo non avrebbe portato
indietro Soul, ma che avrebbe avuto come unico effetto quello di aprire
ancora di più la ferita, già profonda senza
l'aiuto dei pianti della ragazza.
-Maka!... mi dispiace... non volevo...- disse Tsubaki, avvicinandosi
all'amica, cercando di calmarla quanto più possibile, anche
se senza risultati
-Su... sono certa che Soul non avrebbe voluto vederti ridotta
così... devi reagire...- disse la buki, cercando di
calmarla, che sembrava esserci riuscita, ma ottenendo una reazione del
tutto inaspettata
-Che hai detto?! "Soul non avrebbe voluto"?! cosa ne sai tu!?-
iniziò ad urlare Maka verso l'amica,
-Nessuno conosceva Soul!... nemmeno io!... ed adesso devo stare zitta a
sentire di te che capisci Soul!?- continuò la maister,
mentre andava ad aprire la porta
-Vai via!- Tsubaki cercò di spiegare, ma non c'era niente da
fare, Maka non voleva ascoltare più niente.
-Almeno le hai detto della riunione con Shinigami?- chiese Black Star,
richiamando l'attenzione della buki su qualcos'altro
-Certo... ma mi ha detto che se ci sarà Stein non
verrà- rispose la ragazza, Maka, infatti, riteneva che il
l'ex-professore fosse stata la persona ad uccidere Soul,
volontariamente o involontariamente non le interessava, sapeva solo che
il meccanismo di frana era stato attivato dallo scienziato e quello per
lei era abbastanza da poter accusare della morte di Soul, quando,
infatti, Stein spiegò che quella frana non era involontaria,
ma era stato lui stesso a causarla con un meccanismo, Maka dovette
essere trattenuta da Black Star, altrimenti la ragazza avrebbe ridotto
malamente il professor Stein, o almeno quelle erano le intenzioni.
*
* *
I giorni passarono, ed ormai la situazione si andava sempre
più peggiorando, la linea di kishin si era notevolmente
avvicinata, inoltre la frattura interna al gruppo aveva notevolmente
ridotto la forza della scuola, visto che Maka non aveva assolutamente
intenzione di scendere sul campo di battaglia.
-Padre... dobbiamo fare qualcosa... la situazione è peggiore
del previsto, i kishin possono attaccare la città da un
momento o l'altro- disse Kid, anche se consapevole che anche gli altri
presenti in quella sala erano a conoscenza di quella situazione, e
nonostante si sforzassero tutti per poter pensare a qualcosa che riesca
a cambiare la situazione, anche se di poco, ma non c'era nessuna idea,
nessuna soluzione possibile, molto probabilmente avrebbero solo dovuto
attendere che i kishin attaccassero e cercare di eliminarli una volta
per tutte.
Fu così infatti, il giorno dopo la sirena diede l'allarme,
tutti gli abitanti della città ebbero l'ordine di ritirarsi
nella Shibusen, mentre tutti i maister e buki scesero in
città, iniziando a perlustrare la città,
eliminando ogni kishin si ritrovassero davanti. La città era
diventata un inferno, palazzi che crollavano, corpi sia di kishin che
di studenti e buki, ormai non c'era più ordine in quella
città, solo sangue e fuoco, c'era chi riusciva a farsi la
sua fama in quella battaglia, portando il conto di quanti nemici aveva
sconfitto, ma poi quella fama diventava ricordo quando si incontrava un
nemico più forte. Non si capiva più niente, si
contavano dispersi, feriti e morti da tutte e due le parti, chi si era
dato alla fuga per la paura, chi invece era stato ferito ed adesso si
ritrovava fermo da qualche parte della città, aspettando che
la morte arrivasse o per mancanza di sangue o a causa di qualcuno di
passaggio. Nel frattempo Kid e Shinigami guidavano le fila, come il
Kishin Yokubo per i nemici
-Padre... dobbiamo fare qualcosa, abbiamo bisogno di aiuto, di qualcuno
che lasci sfogo a tutta la propria forza, senza freni... come se fosse
una bestia assetata di sangue...- disse il ragazzo, facendo la
descrizione di un killer o di un kishin, erano simili dopotutto.
-Pensaci... hai qualcuno del genere...ma sarà difficile
convincerla...- disse Shinigami al figlio, che non ci mise molto a
capire
Nel frattempo qualcuno alla porta bussava, Maka si andò ad
affacciare
-Ho sentito che rivorresti Soul... dimmi, accetteresti qualunque cosa
pur di riaverlo?-
|
Ritorna all'indice
Capitolo 12 *** "Non dire che delle persone sono morte quando non lo sono" ***
Eccomi qui, dopo un pò di tempo.
La storia sta per finire, nel giro di due capitoli sarà
tutto finito, finalmente per voi.
Ringrazio chi legge, recensisce, ecc...
Alla prossima
Carcar93
"Non
dire che delle persone sono morte quando non lo sono"
Doveva ringraziarlo, se non era stato per lui forse a
quest'ora lui sarebbe...
Si trovava sull'uscio di casa, aspettava appoggiato alla porta di
ingresso, osservando Maka con i suoi occhi blu ghiaccio, la proposta
era allettante, era sicuro che la ragazza non avrebbe rifiutato,
dopotutto l'aveva spiata per tutto il tempo, aspettando il momento
giusto per agire, per farle quella proposta, alle sue spalle il rumore
della battaglia, mentre davanti lui la ragazza muta, che continuava a
fissarlo con occhi titubanti ma allo stesso tempo allettati da quella
proposta, non sapeva cosa fare, accettare e passare per la parte del
nemico oppure rimanere dalla parte della Shibusen, rimanere dalla parte
delle persone che non si erano minimamente preoccupate della sua
situazione, dei suoi sentimenti. Anche Soul lo aveva fatto,
involontariamente, si era ormai arreso a dover collaborare con il
nemico, ma non perché aveva scelto lui, era per un altro
scopo, forse per tornare alla Shibusen, e forse così avrebbe
potuto fare anche Maka, collaborare con il nemico non per tradire la
Shibusen, ma solo per riprendersi Soul, nient'altro che quello.
-Accetto...- rispose, decisa
-Bene... sentirai un pò di dolore all'inizio, ma per il
resto sarà tutto una pacchia...- disse il Kishin,
sistemandosi i capelli come un gesto regale, per poi circondare il
corpo di Maka con delle mani d'ombra, erano strane, nere con dei
riflessi violetti, la presero lentamente, iniziandola a tirare
verso il basso, dove una pozza di altro liquido nero l'attendeva,
oppose solo resistenza all'inizio, per paura, ma poi si
lasciò andare, capendo che quello era il suo prezzo per
riavere Soul, quando ne uscì, però, era tutta
un'altra persona, lo sguardo assetato di vendetta, il braccio destro
già trasformato in falce, era cambiata, la sua parte buki,
unita ad un pò di sangue nero e follia, avevano preso il
sopravvento.
-Ottimo... adesso seguimi...- disse Yokubo, aspettando che la ragazza
uscisse per poi distruggere la casa
-Questo è un avvertimento per i tuoi amici... con Yokubo non
si scherza... mai!- disse sorridente, per poi andarsene con Maka al
seguito.
Era ferito, ma i suoi
nuovi poteri lo stavano aiutando parecchio, nel giro di pochi giorni
sarebbe stato di nuovo in forma
Kid aveva corso più velocemente possibile per poter
raggiungere la casa di Maka, aveva assolutamente bisogno di lei per
poter vincere quella battaglia, quasi si sentiva in colpa nel chiedere
alla sua amica di lasciarsi andare, di utilizzare la forza della sua
natura di buki al cento per cento, anche se ciò era un'arma
a doppio taglio visto che la ragazza non avrebbe più
obbedito agli ordini di qualcuno, ma forse era meglio così,
avrebbe chiamato la ritirata così da lasciare i kishin per
le strade ed in balia di Maka, il problema sarebbe stato dopo, quando,
a battaglia finita, avrebbero dovuto affrontare Maka per poterla
calmare, visto che troppo tempo in quella natura sicuramente era
controproducente nei confronti nella ragazza e della sua coscienza.
Ebbe una brutta sorpresa, però, quando arrivò
all'appartamento della ragazza, la porta era aperta, e tutto era
distrutto, dal divano ai mobili, mosse i primi passi in quella camera,
cercando di capire cosa era accaduto lì dentro, Maka era
sicuramente una ragazza ordinata, tutto quello non avrebbe potuto farlo
lei, soprattutto rompere il pianoforte di Soul, quello era praticamente
impossibile, sicuramente era stato qualcun altro, ma chi?
Cosa fare adesso? Maka era la sua ultima carta disponibile, dovevano
fare assolutamente qualcosa altrimenti sarebbe stata la fine per loro e
per tutta la Shibusen, doveva riflettere in fretta, trovare una
soluzione, ma qualcosa di peggio lo attendeva, la ricetrasmittente
iniziò a parlare
-Kid!...Kid! devi tornare subito qui... in fretta... Maka...- la
trasmissione fu interrotta, Liz, dall'altra parte, era impaurita, il
segnale distorto non faceva capire al meglio cosa stava accadendo, ma
una cosa era certa, doveva tornare subito indietro e Maka c'entrava di
sicuro.
Doveva tornare subito a
casa, sentiva che erano in pericolo, doveva salvarli, ed ora che era
padrone dei suoi nuovi poteri poteva farlo, ne era certo.
-Maka... no!... ferma!- disse Liz, mentre evitava l'ennesimo fendente
da parte di Maka, era come indemoniata, non riusciva più a
fermarsi, combatteva contro tutti, peccato che quei "tutti" erano i
suoi amici, come Liz, Kid, Black Star, ma la cosa che sembrava essere
più incredibile era un'altra, Maka stava obbedendo a
qualcuno, il Kishin era con lei e le diceva tutto quello che doveva
fare, chi attaccare.
-Non può essere... perché è
così?- chiese Tsubaki, mentre evitava un altro fendente.
-E' la sua natura buki...non riesce a distinguerci dal Kishin...- disse
Kid, preoccupato
-Ahahah... non confondete... non è che io sia il nemico...
è che adesso siete voi ad essere i nemici... Maka ha
accettato di obbedirmi... e lei farà quello che dico io!-
disse Yokubo, guardando tutti dall'alto, sicuro di sé.
Tutti rimasero interdetti a quella rivelazione, mentre Maka continuava
a colpire Stein, come se ce l'avesse continuamente con lui,per uno
strano motivo
-Maka... non ho detto di combattere contro di lui!- disse il Kishin,
notando che la ragazza non lo stava ascoltando
-Stein!...Maka ce l'ha con il professore da quando siamo tornati...
pensava fosse stato lui ad uccidere Soul- disse Kid, mentre osservava
quello scontro tra la maister e lo scienziato.
-Maka... vuoi o non vuoi rivedere Soul?! io posso riportarlo indietro
dalla morte!- disse Yokubo, continuando a ricordare alla ragazza chi
comandava tra i due.
L'avrebbe salvata, ne
era sicuro.
D'un tratto qualcuno intervenì, una catena, ogni anello
colorato di rosso e nero e dentato con degli spuntoni di colore nero e
dai riflessi violetti, alla fine della catena si trovava la lama di una
falce, anche questa dalle striature rosse e nere, andando a catturare
Maka, ferendola con le punte della catena, chi teneva in meno quella
catena era un ragazzo dai capelli lunghi, bianchi, occhi rossi,
carnagione scura
-Non dire che delle persone sono morte quando non lo sono-
|
Ritorna all'indice
Capitolo 13 *** Fine ***
Ritorno solo per finire la ff, odio le cose incomplete.
Per il futuro non so se tornerò con una Long, mi ci vorrà tempo, molto tempo
Ringrazio tutti di tutto
Carcar93
Fine
Soul era lì, nessuno ci credeva, dopotutto tutti lo credevano sepolto sotto uno strato di macerie, lo avevano visto tutti, avevano visto quelle grandi rocce cadere su di lui, e allora perché si trova lì, e soprattutto perché adesso non è più una falce, ma una nuova arma? Da dove è uscita fuori quella lunga catena chiodata? Nessuno dei presenti se lo poteva spiegare, Black Star, Kid, Liz e tutti gli altri presenti rimasero in silenzio di tomba, cercando ancora di capire se quello che avevano di fronte era un’imitazione, un fantasma oppure Soul in carne ed ossa.
Tra tutti i presenti, però, solo due persone erano i più stupiti, il Kishin Yokubo, e soprattutto Maka, il primo perché non poteva immaginarselo, lui era morto, lo aveva visto anche lui, e, consapevole che far tornare in vita l’albino per poter ricattare Maka era solo un misero trucchetto, adesso si ritrovava colto con le mani nel sacco, inconsapevole di cosa potesse accadere nella ragazza, che adesso, anche se ancora con uno sguardo diverso dal solito, stava guardando la sua ex-buki stupita, aveva la catena stretta attorno alla vita, ma non la considerava, anche lei si stava chiedendo perché lui si trovava lì.
-Non dire che delle persone sono morte quando non lo sono- disse l’albino, adesso era sicuro, l’avrebbe salvata a tutti costi, e con i suoi nuovi poteri era consapevole di poterlo fare, doveva assolutamente ringraziare Jacques per lui, quel ragazzo l’ha salvato dalla frana, lo ha aiutato con le ferite, gli ha dato nuovi poteri per poter combattere, poteri da kishin, e gli ha insegnato trucchetti in grado di fronteggiare un Kishin puro in carne ed ossa, il tutto anche se era ferito, gravemente ferito, tanto da giungere alla morte quando il suo allentamento era terminato, pianse, e non se ne vergognò a riguardo, perché doveva assolutamente ringraziarlo di tutto, perché grazie a lui adesso avrebbe avuto la possibilità di salvare le persone che voleva bene.
-Eh?! Tu sei vivo?... beh, non fa niente… Maka, distruggilo- disse il Kishin, mostrando una sicurezza assolutamente instabile, non sapeva proprio quello che sarebbe successo da lì in poi, si muoveva cercando di mantenere la calma, ma era consapevole che più il tempo passava e più il rischio aumentava, era come se stesse giocando ad una roulette russa, era completamente consapevole che da un momento o l’altro sarebbe arrivato il momento di premere il grilletto e sperare che non uscisse fuori il proiettile, che in questo caso era Maka.
-Sta zitto tu!- rispose Soul, già solo il fatto di averlo di nuovo sotto la sua vista lo faceva innervosire, per non pensare del fatto che adesso dava ordini a Maka come se fosse un oggetto, probabilmente non aveva capito chi si trovava di fronte il vecchio Kishin. Guardò la ragazza con le iridi cremisi, era ferma, immobile, stupita, le andò incontro, incurante di tutti gli sguardi dei presenti in quella sala fissi su di lui, giunto vicino si inginocchiò, con un movimento della catena la rese libera
-Scusami…- disse, per poi baciarla, fatto ciò, si voltò verso il Kishin, che durante ciò era rimasto inflessibile, Maka non aveva obbedito all’ordine, cosa stava succedendo
-Non so come vanno le cose per te… ma ora è tutto finito… hai giocato abbastanza con noi...- iniziò a parlare il ragazzo, mentre la catena iniziava a muoversi come un serpente in direzione del Kishin, ormai paralizzato dalla situazione, legandolo per bene, mentre le punte delle catene lo ferivano, facendolo urlare dal dolore
-E non ti perdonerò per quello che hai fatto a Maka- disse può, trasformando il braccio nella solita falce e ferendo il Kishin piano piano, era un Soul diverso, di solito lui preferiva colpire i nemici mortalmente, come se volesse farli soffrire il più breve possibile, mentre adesso... stava praticamente giocando con il corpo del Kishin, trafiggendolo dove più gli andava a genio, divertendosi ancora di più alle urla del Kishin.
Il gioco, però, durò poco, dopotutto Soul stava affrontando un Kishin, che, ormai stufo di essere trattato come un semplice giocattolo, lasciò tutto il suo potere, mostrandosi nella sua vera natura, un immenso mostro, grandi artigli e denti aguzzi, talmente forte che Soul, che fino ad ora aveva dimostrato una enorme sicurezza, non riusciva a combatterlo, anzi, riceveva ferite su ferite, fu solo qualcuno che conosceva molto bene ad intervenire in suo aiuto
-Soul… trasformati!- quella voce, non appena la sentì eseguì subito l’ordine, Maka, Maka era tornata come la ragazza di sempre, ed adesso sembrava essere più felice che mai, ed anche piuttosto determinata, utilizzando la nuova trasformazione di Soul come se l’avesse sempre usata, frustate, fendenti, ormai era praticamente tutto nelle loro mani, mentre il Kishin soffriva sempre di più
-Questo… è il colpo finale- disse Maka, circondare il corpo del Kishin con la catena chiodata per poi recidergli la testa con la falce, tutto ormai era finito, il Kishin, prima di morire, aveva pronunciato qualcosa su qualcuno, ma non importava più niente a nessuno, ormai era tutto finito, questo era la cosa più importante.
|
Ritorna all'indice
Questa storia è archiviata su: EFP /viewstory.php?sid=1009119
|