You stole my heart with just one look.

di E v e l i n e
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo. ***
Capitolo 2: *** Capitolo I ***
Capitolo 3: *** Capitolo II ***



Capitolo 1
*** Prologo. ***


PROLOGO 




[Eveline]

Che bella Londra quando non piove...

Erano le quattro del pomeriggio e in città, stranamente, non c'era una nuvola. 
Passeggiavo per le vie del centro molto tranquillamente in fondo non c'era nessuna fretta... o forse si, dato che Rachel mi stava aspettando al solito posto, sui gradini sotto la grande statua in mezzo alla piazzetta poco più lontana da dove ero io. 
Non impazzivo per le passeggiate ma era di buon auspicio camminare ogni tanto soprattutto perché faceva bene al fisico e ultimamente ero come ossessionata dalla mia linea, forse perché Andrew mi stava addosso continuamente ripetendomi che se non mi mantenevo in forma potevo dire addio alla mia carriera di modella. Andrew era quello che si può definire il mio manager, quello che prende appuntamenti, organizza eventi e... insomma fa sempre tutto lui. Diciamo che non mi ero buttata a capofitto su quella "professione" se così si può chiamare, anzi a dire la verità la vita da modella non mi piaceva affatto ma era l'unica cosa che poteva permettermi di guadagnare qualche soldo almeno fino alla laurea, ancora molto lontana. 
I miei pensieri vennero interrotti dal frastuono di una folla di ragazzine urlanti che mi corsero quasi addosso e si lanciarono nel negozio di dischi vicino a me.
Mi guardavo intorno e notai lo sguardo confuso di una donna che come la sottoscritta non ebbe tempo di realizzare l'accaduto e cercando di darmi delle spiegazioni plausibili, mi diressi verso l'entrata del negozio e mi affacciai alla vetrina dove notai subito un cartello: 
"Oggi i One Direction presenteranno il nuovo disco dal vivo e potranno firmare autografi e fare foto insieme ai loro fans "

Non avevo la benché minima idea di chi fossero i One Direction e me ne importava meno di zero, quindi feci spallucce e ritornai ai miei pensieri che ancora una volta furono interrotti ma questa volta dallo squillare del mio cellulare che mi avvertiva che Rachel mi stava chiamando. Sbuffai e accettai con riluttanza la telefonata.
- Sei in ritardo Eveline maledizione! - strillava 
- Ehm... adesso arrivo, sono stata travolta da una folla di gente e... - 
- Si certo, questa volta la scusa non regge - mi fermò acida - vedi di muoverti-
- Ma è la verità! - dissi con un tono di voce tra l'irritato e il dispiaciuto   

Niente da fare, aveva già riattaccato.
 

 

                                                                                                                                                   [Louis]

 

Sempre la solita storia. Autografi e foto, foto e autografi. 

Non che non mi piacesse la fama, anzi! Ma ultimamente gli schiamazzi vari mi irritavano parecchio. Le nostre fan erano tutte uguali, piccoli e insignificanti manichini truccati e vestiti allo stesso modo.

 

- Tutto bene Louis? - mi chiedeva Zayn preoccupato 

Io scossi la testa come se la sua voce mi risvegliasse da un lungo pensiero.

 Lo guardai per qualche secondo cercando di capire cosa mi avesse chiesto per poi annuire. 

- Ah lascia stare, è solo un po' emozionato non è così? - cominciò Harry stuzzicandomi  

- Naaaah secondo me sta pensando a quale penna usare per firmare gli autografi e a quanti sorrisi sfoggiare tra qualche minuto - rispose Niall ridendo

- Basta ragazzi! Non vorrete far innervosire Louis prima di una presentazione... - replicò Liam ironico

- Si, si sfottete pure - dissi voltando lo sguardo fuori dal finestrino della macchina

 

Sapevo che scherzavano, cercavano solo di tirarmi su di morale visto che da un po' di tempo mi facevo vedere solo con il broncio.

Forse anche perché io e Eleonor ci eravamo appena lasciati ma non potevo lamentarmi, in fondo l'avevo voluto io.

- Senti Louis - cominciò Harry - Se il problema del tuo muso lungo è Eleonor.. - lo fermai 

- No Harry, lei non c'entra assolutamente niente, sto bene - dissi facendo un sorriso tirato. 

Scendemmo dalla macchina a vetri scuri scortati dalle nostre guardie del corpo sul retro del negozio per poi andare nei camerini per cambiarci e prepararci prima di fare foto e firmare autografi. 




[Eveline]

Arrivai finalmente da Rachel che mi sgridò teneramente, che di per sé suona alquanto strano, per il ritardo di quasi mezz'ora.
Eravamo sedute sotto la grande statua in marmo e l'albero a pochi metri da noi ci faceva ombra. 
Rachel mi porse un frappé al cioccolato che avrei accettato più che volentieri se non fosse stato per le parole di Andrew che si ripresentarono nella mia mente appena presi il frullato di gelato in mano. Mi diede in fine il suo, alla fragola, convincendomi che sarebbe stato meno calorico del primo.
Successivamente iniziai a parlare di ciò che avevo visto qualche minuto prima   - Comunque non scherzavo quando dicevo di aver visto una folla di ragazze urlanti che entravano nel negozio di dischi - 
- Ma parli del posto in cui fanno anche degli eventi tipo invitare gente famosa a presentare qualcosa? - chiese lei, succhiando dalla cannuccia 
- Si! Quello qui dietro - risposi, indicando con l'indice della mano il posto - dovrebbero esserci i One Direction o qualcosa del genere, li conosci? - continuai ricordandomi del cartello in vetrina
Dette quelle parole il volto della mia migliore amica si illuminò. 
- CHE COSA? - 
Iniziò a strattonarmi e a chiedermi se stavo mentendo. Quando fu sicura del contrario mi prese per mano e iniziò a correre diretta al negozio. 
Perché gliel'ho detto?!  pensai. 

Arrivammo alla porta d'ingresso e notammo una fila di gente talmente lunga che in vita mia non ne avevo mai viste di così, per giunta piena di ragazze strillanti che a me irritavano davvero troppo. 
- Non ho intenzione di stare qua, mi si stanno spaccando i timpani! -  urlavo cercando di farmi capire 
- Che cosa hai detto? - 
Certo, Rachel non riusciva a sentire una parola di quello che le stavo dicendo, c'era troppo rumore. Quindi decisi di scrivere un messaggio sul mio cellulare per poi farglielo leggere: sto uscendo a fumare una sigaretta, se vuoi un autografo mettiti in fila e ci vediamo dopo
Lei annuì e si fece spazio tra la folla.

Uscii dalla porta calciando il primo sassolino che trovai sul marciapiede, forse per il nervoso dato che quello doveva essere il nostro pomeriggio insieme rubatoci da quegli' idioti che neanche conoscevo.
 Feci un pezzetto di strada per staccarmi da tutto quel chiasso che mi rimbombava ancora nelle orecchie e mi sedetti su un gradino con le spalle appoggiate ad una saracinesca che stranamente non era impolverata. 
Alzai lo sguardo, ero finita davanti ad una porta che era comunicante al negozio di dischi. 
Dovrebbe essere il retro, forse ci sono i camerini qui, pensai 
Era strano che in quel posticino dove ero seduta io fosse isolato, poi ci riflettei un attimo e capii che, gli interessati, erano tutti occupati a fare la fila come Rachel. Ma poco m'importava, in fondo non avevo neanche in mente i volti di quei cantanti e non mi sarei di certo subita quel baccano per tutto il pomeriggio.
Tirai fuori una sigaretta dal mio pacchetto da 10 e cercai disperatamente un accendino nella borsa analizzandone tutte le tasche, ma niente. Fino a quando ricordai di averlo messo nella tasca dei jeans, lo presi e iniziai a fumare. 
- Non dovresti rovinarti così - 
Alzai lo sguardo. Ero stata talmente presa dal rovistare in borsa che non mi accorsi nemmeno del ragazzo uscito dalla porta davanti a me. 
- Chi sei mio padre per impedirmi di fumare? - risposi con una risatina fredda
Lui fece un ghigno e si sedette di fianco a me appoggiandosi con le spalle alla saracinesca, ma io cercai di ignorarlo voltandomi da un altra parte. 
- Come mai non sei a fare la fila? - mi chiese incuriosito 
- Adesso ci mettiamo anche a fare conversazione? Ma si può fumare una sigaretta in pace!? - 
Mi accorsi subito dopo di essere stata fin troppo acida con lui ma era solo perché dovevo sfogare la mia incazzatura su qualcuno. Cercai poi di rimediare:
- Beh non sono una fan dei One Direction. A dire il vero non li conosco neanche... - dissi girandomi verso di lui - Ho solo accompagnato una mia amica, adesso sta facendo la fila... - 
- Ah capisco - replicò con un sorriso 
 Aveva i capelli corti e castani e due occhi azzurri sereni che sotto sotto però davano una leggera nota di malinconia, che non capii poi per quale motivo. Rimasi ad osservarli per qualche imbarazzante secondo fino a raggiungere la conclusione che dovevo andare via subito di lì prima che quel ragazzo potesse suscitarmi chissà quale pensiero.

- Bene, mi ha fatto piacere conoscerti, adesso ritorno dalla mia amica. Anzi credo proprio che tornerò a casa - ribadì tirandomi su dal grandino, e anche lui come me, si alzò.

- Perché? Non vuoi fare una foto con i ragazzi? - 
- Te lo devo dire sinceramente? Guarda che non sarò gentile - 
- Ma se non li conosci nemmeno?! - 
Ci pensai un attimo... In fondo cosa mi costava? Poi ripensai alle urla, alla fila, al caldo, alla fatica nel stare in piedi le ore e capii che no, non ne valeva la pena. Ma non volevo incrementare quella piccola malinconia che già si celava negli occhi di quel ragazzo,quindi decisi di accontentarlo, ma ne dovevo trarre qualche vantaggio anch'io no? 
- Se io faccio la fila, tu cosa mi dai in cambio? - domandai di getto 
A quelle parole rimase spiazzato per un attimo
- Io non... non lo so, cosa vuoi che ti dia? - rispose massaggiandosi la nuca con una mano 
Alzai gli occhi al cielo, avevo come la sensazione di star perdendo tempo. Intanto un SMS di Rachel apparì sul display del mio telefonino: " Muoviti! " , sbuffai e mi diressi verso l'entrata per avvisarla che sarei tornata a casa.
Il ragazzo però si mise davanti a me come a volermi fermare. 
- Facciamo un accordo okay? Se tu entri, compri il disco dei One Direction e vai a chiedere l'autografo,io potrei... - si fermò un attimo a pensare - Potrei darti il mio numero - concluse ammiccando al cellulare che avevo in mano. 
- E che diavolo me ne faccio io del tuo numero? - 
Lui rise per qualche abbondante secondo e tirò fuori la penna indelebile dalla tasca e iniziò a scrivere dei numeri, poi si avvicinò a me e infilò il bigliettino nella tasca dei miei jeans.
- Ma che? - 
- E' l'unica cosa che posso darti visto che non ti piacciono i One Direction. Però devi mantenere il patto, adesso raggiungi la tua amica - concluse infine, entrando nel retro. 

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Capitolo 2
*** Capitolo I ***


CAPITOLO I
 

 

[Eveline] 

Buttai la sigaretta ormai consumata sul marciapiede e raggiunsi Rachel. Il frastuono si era calmato e la mia migliore amica non stava più nella pelle. 
- Dove sei stata Ev ? - 
- A fumare una sigaretta - risposi senza dare ulteriori dettagli - Dimmi una cosa. Che musica fanno questi One Direction? - continuai con voce sprezzante. 
- Non dirlo così, non devi farti sentire dalle loro fan... - sussurrò
Ma che paura! Scoppiai in una risata struggente ma poi mi ricomposi in fretta. 
- Loro non sono il tuo genere Eveline - 
Quella voce... quella maledettissima voce. Era Amber quella simpaticona che avevo sempre modo di incontrare ovunque, sembrava che lo facesse apposta.... 
Amber era una delle classiche ragazze bionde e senza cervello che si divertivano a stuzzicare la gente, io però riuscivo nella maggior parte dei casi a tenerle testa e ciò la faceva irritare parecchio.
- Gira alla larga - sbottò Rachel 
- Altrimenti? - rispose l'altra alzando un sopracciglio
- Non vale la pena discutere con quelli come te - dissi, e cercai di farmi posto allontanandomi insieme alla mia amica, anche se i movimenti erano minimi e la folla continuava ad aumentare sempre di più. 
Dopo esserci distanziate di qualche misero centimetro o almeno quanto bastava per non sentire l' odiosissima voce da oca, arrivarono finalmente i cinque ritardatari a firmare gli autografi. Meglio tardi che mai...
C'erano alcune ragazzine, alle prime file ovviamente, che piangevano solo nel vederli e si dimenavano come delle possedute e Amber naturalmente era una di quelle, proprio dietro di noi. 

E' semplicemente assurdo, pensai, scuotendo la testa. Dopo quella scena pietosa, ritornai impassibile a pensare agli affari miei e a messaggiare con il cellulare quando Rachel catturò la mia attenzione: 
- Cosa stai facendo? - le chiesi divertita.
Cercava di stare in punta di piedi per vedere meglio i ragazzi e saltava su e giù. 

- Sto.... cercando di... intravedere qualcosa... - 
Che buffa ch'era. Risi di gusto per poi ritornare a guardare male Amber che si dimenava in centomila modi per farsi notare dai One Direction. Anche se loro non la notavano di striscio.
- Stai tranquilla tra poco tocca a te per fare le foto - dissi a Rachel che continuava a saltare come un grillo
Mi guardò male e io non capii il motivo - Cosa c'è? -
- Fai anche tu le foto con me vero? -
Sbuffai - No grazie! -  
Lei continuò ad insistere fin quando fui obbligata a dirle di si. 



 [Louis]
 
Sono tutte uguali, tutte così noiose e sbraitanti...
Zayn mi lanciava delle cattive occhiate e poi Niall sottovoce mi ripeteva che dovevo sorridere. 
Certo, i soliti sorrisi finti. Tanto per non essere maleducati. 
Tra tutte le ragazze che erano lì, ne notai una in particolare, ma non era proprio una nostra fan ed era l'unica perennemente con il broncio che stava mandando messaggi con il cellulare da circa mezz'ora. Era la stessa ragazza che avevo incontrato prima, di cui non sapevo neanche il nome. Era diversa dalle altre e l'unica che, da quando sono famoso, abbia mai avuto anche solo la faccia tosta d'ignorarmi. 
Speravo che si girasse verso di me ma teneva gli occhi fissi sul display del telefonino. 
Per un momento pensai che mi stesse scrivendo, invece mi sbagliai e ciò mi sembrò alquanto strano: qualsiasi altra ragazza avrebbe avuto una reazione parecchio diversa dalla sua, come minimo mi avrebbe chiamato dopo tre minuti scarsi.
Avevo appena dato il mio numero ad una sconosciuta e non ero minimamente preoccupato. 
 
- Ciao Louis! - 
- Ehi Louis, una fan! - disse Liam sorridendo a denti stretti prendendomi a gomitate continuando però a tenere lo sguardo fisso verso chi avevamo davanti. 
- Oh - sussurrai tra me e me come se fossi stato appena risvegliato - Come ti chiami? - 
- Jes.. - disse titubante la ragazzina 
- Jes? - 
- Jessica! - 
Scrissi il suo nome con una dedica e la salutai. Come lei ce ne furono altre 5.000 quel pomeriggio, di quelle che appena si avvicinano a te, ti osservano senza dire una parola, ti analizzano come se fossi una perfetta statua di cristallo e poi se ne vanno. 
Liam mi riprese subito dopo: - Si può sapere cos'hai? 
Finsi un sorriso e lo rassicurai dicendogli che andava tutto a meraviglia. Ma non volle credermi e continuò imperterrito a chiedermi qual'era il problema suscitando anche la preoccupazione degli altri. 
 


[Eveline]
 
La fila era praticamente finita e Amber con uno scatto quasi felino ci superò e andò ad abbracciare un ricciolino del gruppo che rimase un po' spiazzato da tanta esuberanza. 
- Tsè... non lo conosce nemmeno. Cos'è tutta questa confidenza? - mormorò Rachel piena di invidia 
Io invece, a differenza sua, ero furiosa: ero lì a fare la fila da più di un ora, con un caldo insopportabile e un idiota come Amber si permetteva di superarmi? Non credo proprio... 
Iniziai ad avviarmi spedita verso di lei per prenderla poi per il polso violentemente, superando anche una delle guardie del corpo.   
- Lo sai che si rispetta la fila? Non te l'ha mai insegnato nessuno? -  
- Hey tu! - esclamò l'uomo della sicurezza. All'inizio pensavo si riferisse a me, ma poi vidi che stava osservando brutalmente Amber, per poi dirle: 
- Ha ragione la ragazza, torna al tuo posto e rispetta la fila - 
Amber, mentre indietreggiava, mi guardò come se volesse strozzarmi o peggio e io feci una smorfia compiaciuta. Queste sì che sono le soddisfazioni della vita, pensai sghignazzando.
La mia attenzione fu rivolta finalmente ai cinque ragazzi ma in particolare a uno di loro. 
Era per caso il ragazzo incontrato sul retro qualche minuto prima? dissi tra me e me sgranando gli occhi 
- L'hai comprato il CD alla fine! - esclamò lui ammiccando al disco che avevo in mano 
- Potevi dirmelo prima che eri dei One Direction - 
Il viso di Rachel diventò perplesso e sbiancato. 
- Tu... conosci... Louis? - balbettò
La guardai con occhi straniti e ritornai a guardare quel ragazzo. 
- L'ho incontrato più di un' ora fa. Comunque ti ho accompagnata qui perché volevi gli autografi no!? - dissi spingendola delicatamente verso i ragazzi - Non ho tempo da perdere Rachel, forza - Infatti avevo intenzione di uscire di lì al più presto e poco anzi niente mi importava di quei cinque ragazzi che erano sotto l'attenzione di tutte quelle persone là dentro.
La mia migliore amica, appena finì di fare tutto quello che voleva, grazie anche alla mia giustificazione "conosco uno di loro" data al bodyguard per il troppo tempo che stavamo facendo perdere, girai i tacchi con un sorriso e mi allontanai verso l'uscita. Il cosiddetto Louis, però, mi fermò:
 - Non mi risulta che tu abbia detto il tuo nome - 
- E a me non risulta che tu ti sia presentato, comunque mi chiamo Eveline - risposi naturale. 
Lui evidentemente non aveva bisogno di presentazioni.
 
Appena uscimmo da quel posto, con le orecchie che pulsavano, ci incamminammo verso le vie del centro per andare a fare shopping come ci eravamo pre-fissate prima che quei guasta feste dei One Direction non ci scombussolassero tutti i piani. Rachel però continuava a farfugliare frasi incomprensibili e a rigirarsi un suo anello tra le mani, fin quando persi la pazienza e le ordinai di sputare il rospo.
-  Tu, che sei la mia migliore amica, conosci Louis Tomlinson e non me ne hai mai parlato? - disse, concentrando questa volta il suo nervosismo sui suoi capelli rossi tinti osservandone le punte   
- Come te lo devo dire che c'ho parlato per due secondi? Non sapevo neanche che facesse parte dei One Direction! - 
- E che ti ha detto? - domandò voltando il suo volto incuriosito su di me 
- Inizialmente volevo tornare a casa visto che non avevo in programma di subire tutto quel chiasso, ma lui per convincermi a restare ha... - mi bloccai e iniziai a riflettere se conveniva o meno dire a Rachel che Louis mi avesse dato il suo numero
- Ti ha? - 
E' la mia migliore amica, devo dirglielo, pensai. Infondo non c'era stato niente che io non le avessi mai raccontato. Eravamo amiche solo da un anno e mezzo ma era come se ci conoscessimo da tutta la vita e lei era una delle poche persone con cui riuscivo a parlare di tutto senza alcun problema. Come succedeva con Charlie, amiche dai tempi delle elementari, e con Grace che conoscevo da ormai due anni.
- Mi ha dato il suo numero di cellulare - risposi di getto 
Spalancò gli occhi e iniziò a ridere di gusto 
- Dai smettila di prendermi in giro Eveline! - 
- Ma è la verità! - dissi tirando fuori dal taschino dei jeans il suo bigliettino 
Rachel non ci poteva credere, mi prese il cellulare di mano e iniziò a digitare il numero senza neanche rendersi conto di ciò che stava facendo.
- Ma che diavolo fai? Rachel lascia stare! - strillai riprendendolo in mano 
- Cazzo stai scherzando vero? Hai il numero di Louis Tomlinson e non lo vuoi chiamare? Se te l'ha dato un motivo ci sarà - 
-  Secondo me era solo per farmi tornare dentro, per fare pubblicità al gruppo e per farmi comprare il disco. L'ha fatto subito dopo che ho confessato di non sapere nemmeno dell'esistenza dei One Direction. Come minimo mi ha dato un numero falso - 
Rachel tornò alla normalità e abbassò la testa amareggiata.
- Di certo non va a dare il suo numero alla prima che trova - continuai non troppo convinta 
La mia migliore amica era pronta a ribattere ma io le feci capire che non avevo più voglia di parlarne e cambiai velocemente discorso. 
 

 

[Louis]
 
- Finalmente abbiamo finito - concluse Zayn alzandosi dal suo posto. 
Ci dirigemmo stanchi in camerino e io mi buttai letteralmente sul divanetto per la stanchezza.
- Allora Louis? - disse Harry sedendosi accanto a me - Chi era la ragazza di prima? Ho notato che da quando se n'è andata non hai più aperto bocca... la conoscevi? -
- A dire il vero no. Cioè l'avevo vista poco tempo prima. - 
- E..? - 
Harry continuava a osservarmi con quel suo sorrisino da ebete e si aspettava che io continuassi il discorso
- Dai Louis, lo so che c'è qualcosa che vuoi dirmi -
Nel frattempo tutti stavano lì ad ascoltare facendo finta di fare altro. 
- ... le ho dato il mio numero - 
- COSA?! - esclamarono tutti quasi all'unisono 
- L'ho fatto senza pensare.. E comunque non è una fan,dubito che vada a dare in giro il mio numero - 
- E tu come fai a dirlo Louis? Non la conosci nemmeno... - ribatté Niall 
- Lo so e basta -  conclusi serio
Harry fece spallucce e iniziò a svuotare tutte le tasche piene di bigliettini delle sue fan che accumulò e spostò su un tavolino di fianco al divano dov'eravamo seduti io e lui in 
malo-modo. 
Una mezz'ora dopo salimmo di nuovo in macchina per andare nel nostro appartamento che avevamo affittato per quella settimana a Londra. Sì perché in quei sette giorni avremmo dovuto girare il video di "One Thing" e partecipare a degli eventi importanti. Ma quella sera in particolare non avevamo nulla da fare e Liam propose di fare un giro tra i locali  per divertirsi un po' e staccare dalla vita fatta di fama e successo nella quale eravamo sommersi nell'ultimo periodo e ritornare ai vecchi tempi uscendo la sera con gli amici e bere una birra in compagnia.
 
 
 - Zayn! Esci da quel fottuto bagno, sei lì dentro da più di un ora! - urlava Harry facendo avanti e indietro davanti alla porta della toilette scompigliandosi i capelli ricci 
- Finiscila Harry! Sono appena entrato! - gli rispose di rimando l'amico 
Harry mugugnò e andò a sfogare la sua ira funesta contro Niall
Erano circa le nove di sera e mentre Liam era pronto per uscire aspettando gli altri quattro seduto sul divano, io mi stavo dando da fare scegliendo cosa mettermi addosso, che non fosse la solita maglietta a righe. La mia concentrazione fu spezzata al suono del cellulare che mi avvisava dell'arrivo di un nuovo messaggio. Mi avvicinai prendendo in mano il telefono che era stato buttato in un angolo del letto e mi accorsi che il messaggio era di un numero sconosciuto.

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Capitolo 3
*** Capitolo II ***


CAPITOLO II 

 
[Eveline] 
Arrivai da Grace alle nove di sera in punto e questa mi fece cenno di entrare in casa sua che al momento, oltre a me, ospitava solo Rachel.
Si stavano vestendo e truccando da più o meno mezz'ora, soprattutto Grace che rimase piantata davanti allo specchio provandosi venticinquemila vestiti, tutti diversi dagli altri. Alla fine decise di indossare un vestitino blu scuro e dei tacchetti bassi e neri come il colore dei suoi capelli corti. Rachel invece, come me, aveva dei pantaloncini corti di jeans una maglietta da sera non troppo attillata e dei tacchi.
- Ti cambi ad una velocità inaudita! - disse Rachel osservando l'immagine di Grace riflessa nello specchio. 
- Mai come Eveline - rispose girandosi verso di me - Lei ci mette metà del mio tempo... - continuò sorridendo e sistemandosi il vestito sui fianchi 
In effetti ero molto più veloce di lei, solo perché avevo partecipato ad alcune sfilate e per essere in passerella con abbigliamenti sempre diversi non si può perdere molto tempo nel camerino. Appena finimmo di prepararci, iniziammo a buttar giù delle idee sul da farsi e infine optammo per fare un giro per i locali londinesi in pieno centro dove le strade erano animate, piene di colori, di luci e di tantissime persone (soprattutto turisti).
 
I locali quel sabato sera erano pieni e tutti i tavoli, compreso il nostro erano occupati, e il barman al bancone stava iniziando a delirare per le troppe ordinazioni. 
Grace osservava il suo cocktail e girava la cannuccia al suo interno muovendo i pezzi di ghiaccio. Il volume della musica era molto alto, e Rachel non riusciva a sopportarlo un minuto di più, forse per colpa delle maniache urlanti al negozio di dischi che quel pomeriggio avevano contribuito a spaccale i timpani.
Prendemmo quindi i nostri cocktail e andammo a sederci su un gradino nella piazzetta esterna popolata da chissà quante persone.
Nello scalino dove eravamo sedute noi, una coppia di ragazze poco più piccole, attirarono l'attenzione di Rachel con i loro discorsi: 
- Hai sentito? - mi chiedeva la rossa ammiccando a quelle due ragazze
- No, cosa stanno... - chiesi, cercando di replicare prima che Rachel stessa mi dicesse di stare zitta per ascoltare meglio. 
Ma quelle due ragazze più che parlare sembrava facessero degli urli contenuti di gioia o qualcosa del genere e mi fecero tornare alla mente le adolescenti di qualche ora prima.
- I One Direction! Dovrebbero essere qui da qualche parte, nei locali di Londra! - strillò una delle due ragazze di fianco a noi mentre l'altra schiamazzava con le mani alla bocca
Rachel mi guardò annuendo e io invece scossi la testa, avevo capito cosa aveva in mente, voleva fare il giro di tutti i bar di Londra cercando quei cinque presuntuosi. 
Così, con in mano ancora i bicchieri iniziammo a camminare per le vie del centro cercando di scorgere qualcosa di "anormale" fuori o all'interno dei pub, mentre Grace, come me, si lamentava ad ogni passo. 
- Dai Rachel non ho voglia di cercare i One Direction... - brontolava 
- Me lo sento! Siamo vicine - replicava l'altra 

In realtà, oramai, era più di mezz'ora che giravamo a muzzo senza alcun risultato fino a quando, stufa, mi fermai sul marciapiede. 
- Ne ho abbastanza, entriamo qua e ordiniamo una birra. Non ho più voglia di girare in tondo - protestai incrociando le braccia al petto. 
Grace, a un metro davanti a me, annuì convinta mentre Rachel di fianco a lei disse di sì ma con riluttanza. 
Prima di entrare alzai lo sguardo verso l'insegna: il locale si chiamava "Hoxton Square". Non ero mai entrata in quel posto, ci ero solo passata di fianco qualche volta per puro caso. 

- Prendiamo quel tavolo! - esclamò Grace indicandolo con il dito. 
Il posto si stava riempiendo e una coppia di ragazzi si stava già per appropriare del "nostro" tavolo fino a quando iniziai a camminare velocemente per poi sedermi su una delle tre sedie vicine ad esso e fare cenno alle mie amiche di raggiungermi. Quando Grace e Rachel si sedettero sulle due sedie vuote, i due ragazzi sbuffarono e se ne tornarono indietro. 
Appena arrivò il cameriere ordinammo tre birre e iniziammo a parlare del più e del meno anche se la musica dentro il locale era anche questa molto alta ma non quanto quella del primo pub e Rachel non aveva di certo voglia di cambiare ambiente per l'ennesima volta, piuttosto si sarebbe tenuta il mal di testa per tutta la serata. 


 

[Louis]
 
Non si sapeva bene chi, probabilmente le fan, avevano sparso la voce che giravamo per i locali di Londra e la notizia in pochi minuti era passata su Facebook, Twitter e quant'altro. 
Agli altri non importava, anzi, adoravano fermarsi per le strade firmando autografi alle fans, a differenza mia.
- Questo non doveva essere il "sabato sera tranquillo con gli amici" ? - chiesi mentre camminavamo in un vicolo scuro e desolato per arrivare prima nel locale suggerito da Liam.
- Eh dai Louis... - rispose Niall dandomi una pacca sulla spalla - vedrai che ci divertiremo anche questa sera - continuò il biondo
Io sbuffai e misi le mani in tasca. 
Alla fine di quel vicolo, svoltammo l'angolo e ci ritrovammo davanti al locale chiamato: " Hoxton Square" , pieno di luci e di suoni che da fuori avevano un suono ovattato. 

Zayn aprì la porta nel Pub e ci ritrovammo immersi dalla musica. Purtroppo i tavoli erano esauriti, quindi andammo verso il bancone per ordinare delle birre per poi berle fuori dal locale.
Il mio cellulare si illuminò una seconda volta e dissi a Niall che sarei andato un attimo in bagno per rispondere alla chiamata.

 

[Eveline]

- Si può sapere qual'è il tuo problema Rachel? - chiesi sorseggiando la mia birra 
- Non vorrei sbagliarmi, ma mi sembrava di aver visto i One Direction al bancone - rispose voltandosi 
In effetti quei cinque tipi al bancone sembravano proprio loro, ma feci spallucce e mi soffermai di nuovo sulla mia birra. 
- Guarda Rachel! - esclamò Grace - C'è Harry Styles nel tavolo di fianco al nostro! - continuò ridendo sguaiatamente
In realtà la stava solo prendendo in giro ma sinceramente avrei preferito che fosse stata zitta per il semplice motivo che Rachel ci aveva creduto e voltandosi di scatto aveva urtato la sua bottiglia facendo finire gran parte della birra al suo interno sulla mia povera maglietta. 
- Scusami Ev! Mi dispiace un sacco! - esclamò portandosi una mano alla bocca 
- Stai tranquilla, non è niente! - risposi alzandomi in piedi - Vado un attimo al bagno - 
Camminai velocemente evitando di farmi vedere bagnata di birra dai clienti del locale, ma la porta del bagno si aprì bruscamente dall'interno e io ci finii violentemente contro.
- Oh mio dio mi dispiace! - esclamò la voce mortificata di un ragazzo 
Ero troppo impegnata a massaggiarmi ad occhi chiusi dal dolore la mia fronte per poter guardare il volto di chi avevo davanti
.
Iniziai a imprecare pensando alla sfortuna che sembrava mi perseguitasse e poi decisi di alzare gli occhi verso il ragazzo-omicida. 
- Maledizione, stai più atten... - mi fermai. Il ragazzo di fronte a me era Louis Tomlinson. Dannazione! Oltre al danno la beffa, come facevo ad essere così sfigata? 
- Ci rincontriamo quindi - disse sorridendo 
- Avrei preferito incontrarti in un altro modo, anzi avrei preferito non incontrarti affatto - risposi scansandolo dalla porta del bagno per entrarci. 
Lui rise e mi seguii - Vedo che hai la maglietta bagnata, vuoi una mano per asciugarla? - disse ridendo
- No grazie - risposi scontrosa - ...e questo è il bagno delle ragazze, dovresti uscire - continuai, senza degnarlo di uno sguardo e sgocciolando la maglietta nel lavandino. 
Ma lui cambiò discorso - Stasera mi è arrivato un messaggio, pensavo fossi tu ad averlo inviato e invece era solo la mia ex  - 
- E perché avrei dovuto? - dissi acida  - Pensavi che avessi fatto come tutte le altre tue stupidissime fan? Non sono come loro - continuai ridendo
Iniziavo però a riflettere sul fatto che, se mi stava dicendo quelle parole, il numero di cellulare me l'aveva lasciato davvero e non era un falso.
- Lo so che non sei come loro - 
Finii quindi di asciugare la maglietta e di bagnarmi il rossore sulla fronte che era praticamente sparito, mentre Louis continuava a fissare ogni mio gesto senza dire una parola e ciò mi inquietava parecchio. - La smetti? - sbottai all'improvviso
- Di fare cosa? - chiese lui con tono innocuo 
- Mi metti ansia! Se hai qualcosa da dirmi bene, altrimenti vattene dai tuoi amici presuntuosi - 

- Non sono presuntuosi! - rispose serio incrociando le braccia al petto e appoggiandosi sul muro 
- Certo come no... - 
Finalmente avevo finito di sistemarmi. L'odore della birra sulla mia maglietta rimaneva lo stesso ma almeno non era bagnata. Iniziai a camminare a passo svelto verso l'uscita della toilette e in quel momento mi andò bene che oltre a me e a Mr-Io-Non-Sono-Presuntuoso non c'era nessun altro. Mi afferrò per il polso e mi fece voltare verso di lui 
- Ti sembra il caso di ignorarmi? - chiese, guardandomi con i suoi occhi azzurri. 
- Si può sapere cosa vuoi da me?! - dissi, strattonandomi dalla sua presa - Perché non vai a fare il filo alle tue centinaia e centinaia di fan invece di venire da me a rovinarmi la serata? Come minimo non ti ricordi neanche come mi chiamo - 
- Eveline - rispose solamente con un cenno di un sorriso. 
Per la prima volta nella mia vita rimasi senza una degna risposta, non era mai successo neanche quando litigavo con Amber. Gli interessavo davvero? 
Feci spallucce e dopo essermi liberata dalla sua presa appoggiai la mano sulla maniglia della porta
- Ci si vede Louis - dissi infine aprendo il passaggio. 
Lui lo sapeva, se avessi avuto intenzione di chiamarlo l'avrei fatto, la decisione era soltanto mia.
 

 

[Louis]

Amareggiato, uscii dal bagno sbattendo la porta e ritornai dagli altri. 
- Hey Louis! Abbiamo preso una birra anche per te! - esclamò Harry vedendomi da lontano, io ringraziai e pagai il mio conto. 
Pensieroso uscii per ultimo dal pub osservando da lontano Eveline senza capire il motivo della sua continua testardaggine nel volermi evitare. Davvero, non lo capivo, era assurdo che una ragazza poteva rifiutarmi così sfacciatamente, mi dava sui nervi.
Le parole di Harry mi risvegliarono per un istante: 
- Chi era al telefono? - 
- Era Eleonor - risposi con gli occhi fissi sulla birra 
- Ancora? -
- Già - dissi bevendo il primo sorso - non se n'è ancora fatta una ragione in poche parole - 
- E' assurdo! Dille di farsi una vita, non può continuare a... - lo fermai 
- Harry scusa ma non ne voglio parlare adesso... - 
Lui fece una faccia perplessa per poi fare un lungo sorso dalla sua bottiglia 
- Sei sicuro che è tutto apposto Louis? - chiese voltandosi preoccupato verso di me 
Io annuii e ritornai a sorseggiare la mia Becks.
Mi dispiaceva per Harry, in fondo lui come anche gli altri si era sempre preoccupato per me e anche quando lo rassicuravo dicendo che stavo bene,tutte le volte,se era una bugia, se ne accorgeva al 99% dei casi e non poteva fare granché.
Io però, ero sicuro che con Eleonor avevo chiuso definitivamente. Certo,mi mancava il rapporto che avevamo in passato ma sono contento che sia finita e dopo il suo tradimento sapevo già che sarebbe tornata da me prima o poi, ma io per la testa avevo già un altra e sicuramente avrei faticato tanto per averla...


 
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Ciao a tutti! :D 
Ho notato che in tanti hanno iniziato a leggere questa storia, anche se sono un po' povera di recensioni D:
Ma complessivamente sono lo stesso molto soddisfatta, sopratutto perché è la mia primissima Fan Fiction e non sono molto pratica nella scrittura, infatti se qualcuno ha dei consigli da darmi ben venga!   

In conclusione, per il prossimo capitolo potrebbe volerci più del previsto dato che non ho tanto tempo a mia disposizione.
Un saluto spppppeciale :D 
E v e l i n e.

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