Un'avventura infinita (provvisorio)

di SofyMalox
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


Parte prima

 

Capitolo 1

 

-Aelita, noi dobbiamo andare. Se hai bisogno di qualcosa, chiedilo a chi sai tu- disse la donna con voce delicata -si, ok mamma. State tranquilli!- Disse la bambina sorridendo, con la stessa delicatezza della madre, ai suoi genitori.

Uscirono dalla porta, ritrovandosi con i piedi avvolti nella neve gelata. La madre, prima di salite in macchina, guardo la sua adorata figlia, che la salutava sorridente fuori dalla finestra con il suo bel peluche in mano.

La macchina uscì dal cancello e la bambina andò nella camera di chi sapeva lei. Bussò due volte. Poi, si udì un piccolo lamento provenire dall'altro lato della porta. La bambina ridacchiò.

Uscì una ragazza sui tredici o quattordici anni. Le sorrideva, ma il suo sorriso era sforzato, forse per la stanchezza.

-Se ne sono andati?- Chiese la ragazza -si- le rispose Aelita. -Grazie per avermi avvertito- disse uscendo dalla porta.

-C'è qualcosa che posso fare per te?- Domandò gentile alla bambina -in effetti...c'è una cosa...- ammise la bambina guardandosi i piedi. La ragazza intuì quello che voleva. -Va bene, vai su a prepararti, io arrivo- Aelita le sorrise a corse in camera sua

-grazie Talia!-.

Mentre Aelita andava in camera sua, Talia pensava a quanto era fortunata ad avere conosciuto una bambina come lei.

-Wow, sei stata velocissima!- disse Talia mentre entrava in camera.

Aelita si era imbacuccata nelle coperte del suo letto e, affianco a lei, non poteva mancare Mr. Puck, il suo peluche.

-Ok...che libro vuoi che vi legga oggi?- -The elf!- Urlò Aelita piena di gioia. -Non sarai mai stufa di quel libro eh?- ridacchiò tra se e se Talia, sorridendo alla bambina e al suo peluche.

-No, mai! E' il mio preferito!- Le disse con la sua dolce vocina.

-Va bene, va bene. Allora...- e Talia iniziò a leggere il libro.

Quando finì, Aelita era sprofondata nel sonno, rannicchiata intorno a Mr. Puck.

La ragazza si alzò dalla sedia e mise a posto il libro. Mentre stava uscendo dalla porta, sentì Aelita che le diceva qualcosa. -Ti voglio bene sorellona...- Talia si girò con gli occhi un po' in lacrimati e con un sorriso sul volto affaticato. -Anch'io...e non sai quanto sorellina...-

 

La ragazza si alzò ansimante. Era tutta sudata e accaldata. Si guardò in torno un po' disorientata.

Poi, si fece cadere con la testa sul morbido cuscino, con lo sguardo puntato sulla finestra che era al disopra di lei. Si tolse le coperte di dosso, restando solo col suo bel pigiamino rosa.

Un altro incubo...” pensò la ragazza.“Perché non se ne vanno questi sogni che faccio? Ormai, è già da due mesi che mi perseguitano...rischio di impazzire! Eppure...Jeremy dice che non c'è da preoccuparsi. Però, non capisco. Mi sono iniziati da quando...da quando X.A.N.A. è stato sconfitto grazie a mio padre, grazie...al suo sacrificio...” pensò la ragazza guardando fuori dalla finestra.

Ma...anche se faccio quest'incubi su di me...e la mia famiglia, perché papà non lo vedo mai? Al posto della sua immagine, il nulla, sento solo la sua voce, ma non vedo niente...invece, vedo mia madre. All'inizio, questi sogni...o incubi che siano, mi piacevano. Grazie ai sogni, ora so com'è mia madre, conosco il suo volto e la sua voce...e quell'altra ragazza...che io chiamo sorella...non l'ho mai vista prima. Io, sono figlia unica.”

Pensò sempre più triste e con gli occhi un po' in lacrimati.

Dopo un po', scosse la testa con violenza, come se volesse scacciare via qualcosa che le era penetrato nella testa e che non riusciva più a togliere.

Poi, riprese la coperta che si era tolta con violenza e se la risistemò nel miglior modo che riusciva, cercando di riaddormentarsi con il suo piccolo peluche alla sua destra.

 

 

-Vi ho mai detto che le lezioni della Hertz sono così interessanti da far venire sonno?- disse un ragazzo, che era con la testa appoggiata sul banco e con le braccia distese. -Si Odd...un milione di volte...- li rispose un altro ragazzo nella sua stessa posizione, ma con la faccia spiaccicata al banco. -Beh, Ulrich, c'è chi stavolta mi ha ascoltato...- disse Odd indicando con le poche forze che gli restavano il banco difronte a loro. -No! Non ci credo!- Ridacchiò

Ulrich alzando la testa per vedere chi era.

La professoressa Hertz richiamò l'alunna addormentata.

-Signorina Stones, non me lo sarei mai aspettata da lei...-

la ragazza però non si svegliò. La prof andò vicino a lei. Poi, sbatté il libro di scienze sul suo banco e la ragazza si svegliò di soprassalto.

-Signorina Stones...la prego di stare più attenta alla lezione!- -Si, si professoressa. Mi scusi.-

Quando la Hertz riprese il discorso, Odd fece alla sua amica -wow Aelita, nottataccia?- -Si...proprio una nottataccia- disse mettendosi nella stessa posizione dei suoi due amici, ma con la mano destra che le reggeva la testa.

-Visto Jeremy? Aelita sta diventando sul serio mia cugina- disse Odd, che insieme ad Aelita ed Ulrich si fecero una risatina che durò fino a quando la Hertz non li richiamò dandogli una punizione.

 

-Grazie Rosa di questo squisitissimo...pranzetto- disse il ragazzo

-oh...non c'è di che Odd, ma sei sicuro di riuscire a mangiare tutta quella roba?- -Odd il grande non conosce limiti!- rispose il ragazzo con un tenero sorriso.

-Eccomi ragazzi, ma c'era la fila...- si giustificò Odd. Poi, il ragazzo spostò lo sguardo su Aelita, che si era addormentata. -Ehi, la bella addormentata sta di nuovo facendo un pisolino?- Disse Odd sedendosi affianco ad una ragazza -come di nuovo?-

-Oggi Aelita si è addormentata nel pieno della lezione della Hertz-

disse Ulrich sghignazzando con un sorrisetto sinistro.

-Wow, davvero? Aelita, non è da te!- Disse piuttosto divertita.

-Lo so Yumi, ma, ultimamente mi sento esausta...- le rispose l'amica mentre si svegliava dal suo sonno.

-Io lo sempre detto, troppi compiti ci danno i professori e così facendo ci fanno esaurire!- Sbottò Odd. -Infatti, ma almeno, mancano pochi giorni alla fine della scuola!- Disse tutto felice Ulrich -e sapete cosa vuol dire?- -Cosa?- Domandò Jeremy

-vacanze!- Urlò Odd, fatto sta che tutti gli alunni nella mensa si girarono verso di lui.

-Voi cosa avete in programma?- Domandò Aelita facendo rigirare la minestra con il cucchiaio -io penso che farò lezioni di recupero...tutta l'estate- disse cupo Ulrich. -Io con i miei credo che andrò in Giappone dai nonni, è da un po' che non li vedo, non mi dispiace andare da loro- disse Yumi cercando di ingerire la sostanza che per la cuoca della mensa era “cibo”. -Io andrò dalle mie adorate sorelle, da mia madre e da mio padre per qualche mese, poi penso che tornerò qua- disse Odd con la bocca piena di minestra e pezzi di pane. -Tu invece Jeremy?- Chiese Aelita -non lo so. Cercavo di coinvolgerti, così non resterai sola tutta l'estate-

-sei molto gentile, ma...quest'anno no, vorrei passare un po' di tempo per me. Voglio... passare un po' di tempo...con il mio passato.- I tre ragazzi e la ragazza, si guardavano con occhi di comprensione e che le avrebbero lasciata da sola, come voleva.

 

 

-Aelita! No!-

La ragazza, si sveglio spaventata, con Jim che le stava urlando nelle orecchie. -Signorina Stones...lo so che mancano solo...due giorni alla fine della scuola, ma questo non vuol dire che è autorizzata a farsi una dormitina- -ehm, mi scusi Jim- disse un po' spaesata la ragazza.

Dopo la lezione di ginnastica, Aelita voleva passare un po' di tempo da sola all'Eremo, per riflettere.

Entrata, salì al piano di sopra. Si guardava in torno, per cercare di trovare qualche somiglianza nella casa dei suoi sogni, ma era completamente diversa. Evidentemente, non era quella la casa e forse, non esisteva neanche quella dei suoi sogni, o incubi, nella realtà.

Andò nella sua camera, ormai devastata dal tempo, ma Jeremy e i suoi amici, l'avevano aiutata a risistemare un po' l'interno e l'esterno della casa, così per utilizzare quel luogo per ritrovarsi e passare un po' di tempo insieme.

Si sedette sul letto, con la schiena contro il muro. Chiuse gli occhi e si addormentò.

-Talia,vai a vedere chi è alla porta- disse il padre -ok. Ma... aspettavate qualcuno?- I genitori si guardarono. -Beh, no. In effetti non aspettavamo nessuno...- disse la madre. Talia andò ad aprire.

Si ritrovò davanti a due uomini grandi e grossi vestiti di nero. Li guardò più attentamente. Vide delle pistole che gli avanzavano dai fianchi e un altro uomo dietro di loro con un fucile M14 a tracolla.

Talia, richiuse subito la porta, ma uno dei tre uomini la blocco con un piede. Prese un coltello che si trovava sul tavolino al di fianco della porta e lo infilzò nel piede che avanzava dalla porta. Si sentì un tremendo lamento provenire dalla parte opposta, ma il piede non si spostò. Fu la porta a spostarsi.

La ragazza cadde sul pavimento tiepido, rialzandosi velocemente. Ora, i tre uomini erano dentro, con le armi che la puntavano, tutte pronte a far fuoco. Ma la ragazza rimase imperterrita, a sangue freddo, con le pistole e il fucile puntati sul suo petto. I genitori fecero capofitto nel corridoio. Quando videro la figlia, la madre per poco non si mise ad urlare e a piangere, ma si limito a fare qualche lacrima, per non far capire che aveva paura per la figlia.

Talia non si muoveva, restava li. Aveva paura, forse per quello non si muoveva, per il terrore di essere uccisa.

L'uomo con l'M14 si avvicinò a Talia.

Anthea stava per precipitarsi sull'uomo, ma Waldo la bloccò. L'uomo prese con una mano il volto della ragazza, stringendolo tra le sue fredde mani, per colpa della bassa temperatura che si trovava all'esterno.

Lei non spostava lo sguardo. Continuava a fissarlo negli occhi, seria. -Perché siete qui?- chiese Waldo, che stava tenendo stretta la moglie tra le sue braccia. -Oh...niente...ce l'ha ordinato Hannibal, facciamo solo il nostro lavoro- disse l'uomo che stava trattenendo Talia. Poi, lei si liberò dalla sua mano -certo...che bel lavoro... prendersela con chi non può difendersi- disse la ragazza studiando l'uomo con lo sguardo -Talia, taci!- Li disse il padre, lanciandoli uno sguardo fulminante. -Dai retta al paparino piccola peste o potresti farti tanto male...- -oh...che hai? Fifa di una ragazzina?! Si vede, te la stai facendo sotto...- disse divertita, ma il suo divertimento durò poco. Una pistola le venne puntata alla testa, facendo tremare la madre che si tratteneva a stento dalla disperazione.

-E adesso chi dovrebbe avere paura?- Disse l'uomo -io no, quindi penso tu, sennò non avresti reagito così- -Talia piantala!- Le urlò il padre. -Hai la lingua lunga...dai retta a tuo padre che ne sa di più di te piccola peste e non provarmi a rispondere che giuro che ti sparo.- La ragazza si morse il labbro cercando di trattenere il suo commento.

Il telefono, di uno dei due uomini con la pistola, suonò. -E' il capo- disse allontanandosi.

Talia non lo perse di vista, voleva sapere di cosa stavano parlando e per farlo, doveva vedere le sue labbra.

Lei era molto preparata. Sapeva moltissime cose per la sua età. Il padre gliele aveva insegnate in caso di necessità.

Alcune cose li sfuggirono, ma capì le cose più importanti. “Ne è sicuro signore? Non ci servono più? Ok, allora agiamo”. Dopo aver compreso quelle poche parole, Talia fece un passo indietro, poi un altro e un altro ancora finché non senti qualcosa alle sue spalle. Era l'uomo che aveva ferito con il coltello.

Poi, riguardò l'uomo che era al telefono. Stava ancora parlando e capì altre cose: “ok, allora uccidiamo il vecchio e la bambina? D'accordo, le portiamo le altre due, prepari una cella adatta a loro...” e chiuse la chiamata.

-Cos'ha detto il capo?- chiese l'uomo dietro a Talia -ha detto di portargli la ragazza e la madre- rispose lui con tono sereno, girato verso la porta -del padre e della bambina?- L'uomo non si sposto di un millimetro. Poi aggiunse, -uccidili-.

L'uomo dietro alla ragazza, prese le due donne mentre quello con l'M14 puntava sul petto di Waldo.

In quell'istante, Aelita uscì dalla sua stanza. Vedendo quello che stava capitando al piano inferiore si spaventò e cercò di scappare in camera. Ma non ce la fece. L'uomo con la pistola, mirò ad Aelita, che la prese sulla spalla sinistra, facendola cadere a terra.

-Aelita! No!- urlò Talia, che liberata dalla presa di quel grosso omone corse di sopra dalla sorellina. Lui prese la mira e colpi Talia di striscio sul fianco destro,ma le procurò comunque dolore.

-Ah! Ah...che...che male- -Tiger! Che fai?! Talia dobbiamo portarla viva da Hannibal! Lascia che vada, tanto non scappa da nessuna parte...-

La ragazza, raggiunse Aelita, che giaceva a terra, ma era ancora viva. Si precipitò su di lei inginocchiandosi, prendendole la testa con la mano sinistra e con la destra prese la mano di Aelita.

-Aelita...Aelita, mi senti?- Disse -stai bene? Ti prego, dimmi qualcosa...- -Sorellona...sei...sei tu?- -Si, Aelita, si. Sono io. Resisti, adesso io...cercherò di aiutarti, in qualche modo-.

Mentre lo diceva, dal piano di sotto si sentiva la madre che era scoppiata in lacrime.

-Talia...non credo che...potresti fare qualcosa...- disse la bambina ansimando e al posto del suo bel sorriso, c'erano continue smorfie di dolore. Talia guardò il padre, non poteva non salvare sua sorella, la sua sorellina, quindi, decise di aiutarla.

-Senti, Aelita. Io adesso ti guarisco, ma promettimi, che dovrai fingere di essere morta, ok? Loro non devono sapere. Non piangere se quegli uomini ci portano via, perché c'è papà con te. E poi, sappi che prima o poi, tornerò da te. Te lo giuro.-

Dopo pochi minuti, Talia scese dalle scale, asciugandosi le lacrime, facendo l'occhiolino al padre e alla madre.

-Allora, cosa aspettate a portarci via?- Chiese cupa Talia e con lo sguardo puntato su Praxis, l'uomo con l'M14.

-Ok, andiamo. Ma prima, Talia...devi fare una cosa. Uccidi Waldo-

disse con un ghigno sulla faccia e consegnando la pistola alla ragazza. -Talia no, non farlo!- Le supplicò la madre. -Fallo. O Anthea ne pagherà le conseguenze! E non m'importa se da Hannibal ci arriva viva o morta.-

Talia fissò la pistola. La prese e la puntò contro Waldo. Il padre le fece un sorrisetto quasi impercettibile agli occhi dei tre agenti.

Poi, si senti uno sparo e il corpo del padre che cadeva a terra.

-Molto bene Talia. Hai mai pensato di lavorare per Hannibal?- Iniziò il discorso Praxis, riconsegnando la pistola al suo collega e trasportando le due donne nel furgone.

 

-Aelita! Te lo giuro! Prima o poi,tornerò da te. Te lo giuro!-

Aelita si svegliò di soprassalto, anche questa volta. Come le succedeva di notte. Era tutta sudata e ansimava. Sentì qualcosa. Una fitta di dolore alla spalla sinistra. Si appoggiò la mano dove li faceva male e se la massaggiò.

Quando il dolore gli sparì, si sdraiò sul letto, guardandosi attorno.

Ma cosa mi succede? Forse dovrei parlarne con Jeremy di questo incubo. O forse...no, si preoccuperebbe per niente...” chiuse gli occhi “no, non glielo dico. Ora, saranno finiti...forse non ne avrò più...speriamo...” pensò la ragazza. Guardò fuori, era quasi buio, le conveniva avviarsi. Si alzò dal letto e si avviò per il collegio.

 

 

-Allora, ha finito?- -Ahm...ha detto che ormai gli manca poco ed entro qualche settimana...- -qualche settimana?! Ha detto così anche tre mesi fa! Digli che si sbrighi! Non mi piace aspettare...e lei lo sa!- -Si Signor Hannibal, glielo dirò.-

-Comunque...la figlia...Talia, ha finito il suo addestramento?- Chiese Hannibal. La sua voce era segnata dal tempo, era una via di mezzo tra il verso di un leone e quello di un lupo. -Ahm...si, quasi Signore. Oggi è il suo ultimo giorno- rispose l'uomo massaggiandosi i polsi -ma quanto ci mette? Ormai saranno passati...quasi ventiquattro anni- -Signore, le ricordo che...l'aveva fatta ibernare per 16 anni. Dato che nessuno poteva insegnarle, aveva deciso di farle mantenere la sua giovinezza affinché non ci fosse stato qualcuno. Al giorno d'oggi, tutti i nostri agenti sono quasi adolescenti e quindi,ci ha messo un po' ad imparare, ma molto più velocemente degli altri e poi lei ha fatto lezioni approfondite-.

Hannibal girò la sedia e guardò fuori dalla finestra. Godeva di un meraviglioso panorama su quasi tutta la sua fortezza. Truppe di ragazzi sui diciotto anni che controllavano il territorio circostante e i garage. Tutti pieni di moto e macchine nere,che i ragazzi se le personalizzavano per distinguere le proprie.

-Ha due giorni...- -scusi Signore?- -Di ad Anthea che ha solo due giorni per terminare- -ma Signore, aveva detto...- -non importa quello che avevo detto, corri da lei e diglielo! Muoversi!- -Ah...si Signore! Agli ordini Signore!- - Io andrò a fare una visitina a Talia...- sussurrò l'uomo.

Si alzò dalla poltrona e si avviò, insieme alle sue guardie del corpo.

 

 

-Ehi Aelita! Ma dov'eri finita?- Domandò preoccupato Jeremy con il telefono all'orecchio. Evidentemente, stava per chiamarla.

-Scusa, volevo stare un po' da sola...- lui la guardò con comprensione e le mise una mano sulla spalla sinistra. Lei indietreggiò e levò la mano dell'amico bruscamente, inginocchiandosi per terra con la mano destra appoggiata sulla sua spalla sinistra. -Aelita, che hai? Tutto bene? Che ti succede?-

-Ehi Jeremy, io e Ulrich abbiamo finito di mangiare quindi noi...Jeremy, che succede ad Aelita?- Domandò Odd correndo e inginocchiandosi verso Aelita, seguito da Ulrich, ma lui proseguì dritto. -Vado ad avvertire Jolanda, voi state con lei- disse il ragazzo un po' esitante nel correre fino in infermeria.

 

 

-Colpisci dove ti viene indicato! Ogni volta che sbagli, una scossa elettrica ti colpirà e ogni volta la potenza è maggiore! Quindi, ti conviene non mancarne neanche uno! Allora, via!- Urlò un uomo in faccia alla ragazza con il fucile M16 pronto a far fuoco -si Signore!- Rispose la ragazza portandosi il mirino del fucile all'occhio, pronta a sparare.

Gli colpì tutti, finché Hannibal non comparse dall'ascensore e la ragazza sbagliò l'ultimo bersaglio facendole provocare un tremenda scossa. Cadde a terra in ginocchio,scioccata per la scossa, ma non ebbe il tempo per riprendersi che poco dopo ne ebbe un'altra, facendola finire per terra con i gomiti.

-Alzati in piedi sfaticata! Hai ancora un bersaglio da colpire e finché non lo colpisci, le scosse continuano! Dopo riposi, adesso lavori! In piedi Talia!- Urlò l'uomo.

La ragazza si rialzò a fatica, riuscendo a mettersi in ginocchio. Diede un rapido sguardo ad Hannibal e poi, usando il fucile, si alzò. Stava per prendere la mira, quando una terza scossa, molto più potente delle precedenti, la colpì di nuovo, facendole scappare un urlo di dolore, ricadendo in ginocchio. -Muoviti scansafatiche! Sii più veloce, il nemico non aspetterà che ti rialzi per ucciderlo! Più veloce!-

A quel punto, Talia cercò di alzarsi il più velocemente possibile. Prese la mira e colpì l'ultimo bersaglio, lasciandosi cadere per terra, ansimando stremata per la fatica.

-Vedi che se ti concentri, ce la fai?- Gli disse l'uomo senza urlare, come suo solito.

La ragazza si rialzò a malapena e osservò Hannibal, che si era piuttosto divertito a vederla soffrire.

-Saluta il Signor Hannibal- disse l'uomo, affiancandosi a lei.

-Buon giorno Signore!- Disse la ragazza postandosi una mano in segno di saluto, facendo una smorfia di dolore.

-Allora...l'addestramento è terminato?- Chiese con curiosità Hannibal, sedendosi su una sedia -si Signore, oggi era il suo ultimo giorno. Devo dire...che è davvero molto brava. Ha i migliori voti di tutti gli altri agenti, Signore. Si merita una missione degna di lei, non crede?-

La ragazza si guardava spaesata, forse per colpa di quelle scariche si era un po' rimbecillita. -Stia tranquillo, ho una missione apposta per lei...ho grandi progetti per te ragazza. Tra qualche giorno, ti farò richiamare da un'agente, fino ad allora, riposati e rimettiti in sesto, la missione che ti attende è molto difficile- concluse Hannibal alzandosi dalla sedia e sparendo con l'ascensore.

Talia capì solo che doveva riposarsi, quindi, si avviò in infermeria per farsi curare quelle poche ferite gravi.

 

 

-Ah...dove...mi trovo?- Domandò spaesata la ragazza -Sei in infermeria Aelita, sei svenuta in cortile- rispose Jolanda, con quel sorriso stanco e affaticato dovuto forse perché era molto tardi.

-Che...ore sono?- Domandò Aelita perplessa su quello che le fosse accaduto -sono le...23.30. Sei qui da qualche ora- -oh...grazie. Ora se non le dispiace vado a dormire,sono un po' stanca, anche se ho dormito per così tanto tempo- sorrise a Jolanda e si alzò dalla branda, ma ricadde su se stessa facendo una smorfia di dolore.

-Ehi, tutto ok?- Domandò preoccupata Jolanda, che si era inginocchiata vicino ad Aelita -non lo so, mi fa male la caviglia-

-forse sei solo un po' indolenzita. Ti passerà. Se vuoi, puoi restare qui per la notte- -beh...si grazie, però devo andare a prendere il pigiama- -stai tranquilla, vado a prendertelo io- sorrise di nuovo e si avviò verso il dormitorio.

-Jolanda, cosa ci fa qui?- Domandò Jeremy, che la incontrò per le scale -ero venuta per prendere il pigiama alla ragazza che mi avete portato oggi. Dormirà in infermeria- -oh...come sta?- -Bene, ma è ancora indolenzita. Ora devo andare- così dicendo, Jolanda se ne andò.

 

 

-Ecco, così dovrebbe andare- -grazie, ora sto meglio- disse la ragazza levandosi le ultime bende. -Ti hanno conciato proprio male eh? Che ti è successo?- -Niente...solo un approfondimento del “tiro a segno”- disse sorridendo. Il medico rise e poi aggiunse -beh, con un allenamento impegnativo come quello di Praxis, è normale che tu sia conciata così. Comunque...ho sentito che Hannibal ha un'importante missione per te- -già...penso che domani debba andare da lui-. Restarono in silenzio per qualche minuto.

-Senti...Yarael...cosa succederebbe se...rifiutassi la missione?- Il ragazzo la guardò preoccupato -beh... credo che...ti ucciderebbe- -hm, temevo questa risposta- disse sconsolata Talia. Il ragazzo, vedendola così triste, si sedette vicino a lei, mettendole la mano sopra la sua. Lei si voltò verso di lui, sorridendogli. Lui si avvicinò al volto di Talia, baciandola. Lei non si tirò indietro, perché quello, poteva essere l'ultima volta che lo vedeva.

Avrebbero voluto che quel momento non finisse mai, ma purtroppo finì. Alla porta bussò Praxis, entrando subito dopo. -Talia, Hannibal ti vuole parlare- -uhm...d'accordo, arrivo. Mi tolgo le ultime bende.- Detto ciò, Praxis uscì.

-Beh, devo andare...però non vorrei...- -neanch'io vorrei che te ne andassi, ma non posso farci niente, mi dispiace Talia- -lo so...-

Talia era sull'uscio della porta, quando Yarael le prese la mano e richiuse la porta. -Che fai?- -Scusami, ma voglio guardarti un'ultima volta...guardarti bene, così non mi dimenticherò mai di te- disse Yarael, prendendogli il volto con la mano e delicatamente l'accarezzò. -Talia, io ti amo-. Lei sorrise, guardandolo negli occhi.

-Anch'io...- e si baciarono di nuovo, ma era diverso. Era appassionato.

 

 

-Ehi, come ti senti?- -Meglio, grazie- -ma cosa ti è successo Aelita?- Domandò Yumi -non lo so- le rispose l'amica.

Mangiarono e non parlarono molto.

-Ehi, che ne dite di andare all'Eremo oggi? Così, per passare il tempo, tanto non ci sono lezioni oggi pomeriggio- -per me va bene- rispose Aelita -si, anche per me, Odd ed Ulrich- disse Yumi.

-Chissà, magari troveremo altri misteriosi indizi- disse sarcastico Odd -eh...certo come no, speri sempre in qualcosa di nuovo- scherzò Ulrich.

-Ok, a che ora ci ritroviamo?- Domandò Yumi -tra...quindici minuti, ok?- Disse Jeremy alzandosi dal tavolo -ok- risposero gli altri quattro.

 

 

-Mi voleva parlare Signore?- Domandò la ragazza, fissando davanti a lei l'immensa poltrona nera. -Si, siediti Talia-.

Hannibal, lanciò sulla scrivania un dossier, con la scritta Schaeffer in alto a destra. -La tua missione è di accertarti che Waldo Schaeffer sia morto...e anche Aelita, sua figlia- si fermò per riprendere fiato, ma prima che lui potesse continuare, Talia sussurrò qualcosa -mio padre...e mia sorella...- lui riprese -esatto. Tuo padre, che ora non consideri più tale vero? Ormai, tu non sei più una Schaeffer, giusto?- -Si Signore...- -bene, affido a te questa missione, trovali e uccidili- -ma non erano morti?- Domandò la ragazza -a quanto pare no, sono sopravvissuti- -ne è sicuro? Io... ricordo bene che...i loro corpi giacevano a terra- disse fissando il dossier -beh, ci sono stati degli avvistamenti presso un collegio, circa dieci anni fa. Voglio che tu ti accerta che non siano loro- -sarà fatto Signore- -ah, prima che tu vada...tieni- disse Hannibal tirandogli una busta. Lei l'aprì, c'erano dentro due chiavi, la quale una era collegata ad una targhetta con su il numero “167” e una patente.

-Le chiavi senza la targhetta sono della tua moto, mentre le altre sono del tuo armadio- -armadio?- -Si, dentro ci sono tutte le armi che desideri, insieme ad un kit di medicazione, in caso ti facessi male durante la tua missione. Hai tempo per personalizzare la tua moto se vuoi. Poi, la patente. Beh, sai a cosa serve no? Ti permetterà anche l'autorizzazione per entrare nella fortezza. Quando hai finito, puoi andare-.

Talia rimase un po' sorpresa, ma non lo fece vedere e si avviò per i piani sotterranei sospettosa. -Prima che tu vada, tieni- Hannibal li consegnò un telefono -questo ti permetterà di parlare con me evitando che la polizia ti scopra. Nel tuo armadietto ci sarà un altro cellulare, quello puoi usarlo come vuoi. E' un normalissimo cellulare, così, da non destare sospetti- -grazie Signore-.

E la ragazza se ne andò, con in mano il dossier e un bigliettino ripiegato nella mano destra.

Arrivò ai piani inferiori, andò dove c'era il suo armadio e lo aprì. Era colmo di armi di prima scelta, COMMANDO, M14, M16, fucili di precisione, mitragliatrici leggere, fucili a pompa, fucili d'assalto, mirini da installare sulle armi, coltellini, balestre con dardi esplosivi, lanciamissili, pistole, granate, fumogeni...era un vero e proprio magazzino d'armi, con quelle si poteva dare inizio alla terza guerra mondiale.

Come aveva detto Hannibal, c'era un cellulare e un kit di pronto soccorso immediato.

 

 

Ulrich e Yumi si stavano avviando per andare all'Eremo, quando, nel bel mezzo del bosco, ebbero un'accesa discussione.

-Senti, Yumi...io vorrei che fossimo fidanzati- sbottò Ulrich dopo metà discussione -lo vorrei anch'io, cosa credi? Ma tu...non sembri dimostrarlo...quindi, restiamo solo amici per il momento, ok? Non voglio litigare con te- disse Yumi, incrociando le braccia e con un'espressione delusa. -Ma...dammi un'altra possibilità, ti prego...ti mostrerò tutta l'attenzione dell'universo. Possiamo fare ancora un tentativo? Mi dai un'altra... scians?- Chiese Ulrich inginocchiandosi su un ginocchio difronte a Yumi. Lei, alzò lo sguardo al cielo. -So già che me ne pentirò...va bene, ancora una, però poi basta- disse magnanima Yumi -grazie Yumi, sei sempre molto gentile e dolce con me...- così dicendo, Ulrich si alzò da terra e si avvicinò al volto di Yumi, baciandola profondamente. Quando le loro labbra si lasciarono, si presero per mano e si avviarono all'Eremo. -Credo che questa volta...Ulrich, non me ne pentirò-.

Aelita, Jeremy e Odd erano già li, quando i due piccioncini arrivarono.

-Ce ne avete messo di tempo! Mica vi sarete fermati per baciar... parlarvi? E' da dieci minuti che vi aspettiamo! Mi stavo seriamente preoccupando- Scherzò Odd. Yumi ed Ulrich lo guardarono con uno sguardo assassino, ma non durò molto, perché iniziarono ad entrare nella villetta, sedendosi dove capitava e iniziarono a parlare.

 

 

La porta bussò. Fece un rumore sinistro e quando si aprì, un cigolio di ruggine fece rabbrividire la donna che stava lavorando all'interno di quella stanza. Lei si girò. Vedendo Talia, le sorrise e andò ad abbracciarla.

-Ciao mamma. Come stai?- -Bene, grazie Talia. Non sai quanto sono felice di rivederti...- -anch'io, molto-.

Senti, mamma, io ora devo andare. Ho finito il mio addestramento e devo iniziare la missione che mi è stata assegnata. Ero venuta qui per salutarti...- -dove vai?- -Mi spiace, non è consentito dirtelo...- -hm, ok. Torna tutta intera, ok?- -Si, non preoccuparti. Stai tranquilla e finisci il lavoro che Hannibal ti ha chiesto. A proposito, Hannibal mi ha detto di dirti che puoi finire il lavoro tranquillamente, hai due settimane- -ah, quel uomo, cambia idea ogni giorno. Peccato abbia trasmesso questo suo caratteraccio anche alla figlia...- detto ciò, la madre salutò sua figlia, che era già sull'uscio della porta.

Andò al piano del garage, dove l'aspettava la sua moto. Già pronta e personalizzata. Si era portata con se il kit, un paio di granate,qualche fumogeno,un fucile COMMANDO, uno STONER63, un M16, un fucile di precisione L96A1, una mitragliatrice M60, due pistole CZ75, alcuni coltellini e un lanciamissili RPG con sei colpi. Era pronta, aveva caricato tutto sulla moto.

Prese il casco e se lo allacciò. Si era messa la tua da moto, i guanti e gli stivali. Nel casco, era presente un GPS. Ma non lo accese subito, prima voleva uscire dalla fortezza, fare qualche chilometro, fermarsi per guardare il cielo e...fare una telefonata.

 

 

-...e così la Hertz ti ha dato un brutto voto? Che novità...- rise Yumi guardando l'amico Odd -già-.

I ragazzi stettero in silenzio per un po', poi, Odd fece vedere un video sul cellulare, così, per passare il tempo. -Ah ah ah! Che simpatico!- Disse Ulrich guardando l'amico con un sorrisetto sulla faccia.

Passarono altri minuti in totale silenzio. Poi, sempre Odd parlò -ci descriviamo?- -Come scusa?- Domandò Jeremy -ma si, descriverci...Ulrich, tu come mi descriveresti?- -Allora...un ragazzo con i capelli sparati e una macchia viola nei capelli...uno sbruffone, buffone e imbranato, magro come un chiodo- -sono leggermente asciutto!- Disse indignato Odd. -Bene, allora ti descrivo io. Sei un ragazzo con dei capelli a spazzola marroni, sportivo, permaloso, poco studioso e ma infondo pur sempre simpatico.- -Ok, adesso io descrivo Aelita- disse Jeremy -Allora, simpatica, con dei bei capelli rosa, carina, spiritosa...gentile, coraggiosa, molto intelligente e anche un po' testarda-. -Ok, ora tocca a me descriverti. Uhm...secchione, dolce, testardo, occhiali tondi, capelli biondi, un po' insensibile e duro, ma allo stesso tempo simpatico e gentile-. -Ok, ora io descrivo Yumi. Allora, bella, con il suo look nero come i suoi bei capelli, spiritosa, piena di idee, combattiva, generosa e molto spiritosa- disse Ulrich -ehi, spiritosa l'avevi già detto- disse Yumi arrossendo.

-Ehi, guardate cos'ho trovato!- Disse Jeremy spostando alcuni scatoloni -ma è uno di quei telefoni del 700'!- -Odd...è un telefono di qualche hanno fa, non poi così vecchio. Beh, forse un po'- Ammise Jeremy. -Guarda, è ancora attaccato alla presa, ma mi sembra impossibile che funzioni ancora- disse Yumi chinandosi su quell'oggetto così...d'antiquariato.

 

Ormai, Talia era abbastanza lontana dalla fortezza, quindi si fermò nel bel mezzo del nulla, in una campagna verde e soleggiata. Faceva caldo. Lungo la strada che aveva percorso, aveva visto molti automobilisti che si dirigevano in spiaggia per trascorrere la giornata in famiglia.

Ormai, la parola “famiglia” gli sembrava irraggiungibile...così lontana e impossibile da riprovare la sensazione di avere proprio una famiglia normale...

Ma ormai...non ci doveva pensare.

Prese il telefono trovato nell'armadio, componendo un numero che aveva conservato su un fogliettino bianco, quando finì di comporlo, esitò ha premere il tasto di chiamata. Cercò di non pensarci e premette il tasto. Il telefono iniziò a squillare.

 

 

I cinque ragazzi stavano studiando quel vecchio telefono. Odd l'aveva appena toccato che squillò. Il ragazzo balzò all'indietro di qualche metro, insieme agli altri quattro.

Intanto, il telefono continuava a squillare. I ragazzi si guardavano spaventati. -Beh? E' ancora così campata all'aria l'idea di trovare qualche indizio Ulrich?- Sussurrò Odd al ragazzo, che era letteralmente a bocca aperta.

Aelita era quella più spaventata. Infondo, quella era casa sua. O meglio...lo era dieci anni fa...

Ma la sua paura scomparì. Magari c'era la speranza di parlare con qualcuno che la conosceva, quindi, senza pensarci di più, prese la cornetta e disse con un filo di voce -pronto?-

 

 

Talia si tolse il telefono di scatto, cercando di realizzare chi c'era dall'altro lato, ma non ci pensò due volte prime di rispondere -pronto? Con...chi parlo?- Aelita prima di rispondere guardò i suoi amici, poi, riprese a parlare -ahm...Aelita. Aelita Stones- -cosa?!-

-C'è qualche problema?- -Ah...no, no. Devo aver sbagliato numero, mi scusi- così dicendo, Talia chiuse la conversazione.

-Chi era?- Domandò Jeremy -non lo so- rispose l'amica -chissà come conosceva il numero di questo telefono...- si chiese perplessa la ragazza. -Mah...ha detto che ha sbagliato numero, quindi è una cosa normale. Comunque è una cosa abbastanza strana- disse Aelita sospettosa. Passò del tempo.

-Domani è il penultimo giorno di scuola...ci rivediamo qua domani?- Chiese Odd -Per me va bene, stessa ora o un po' prima?- Chiese Yumi -facciamo un po' prima, mangiamo presto e veniamo qui- disse Jeremy -va bene- risposero tutti.

 

 

Talia, intanto, stava sfogliando il dossier che gli aveva consegnato Hannibal. Poi, trovò qualcosa. Una piccola nota dietro una foto di Waldo :

Waldo Schaeffer ha cambiato spesso identità. Nome e cognome... sempre diversi, ma l'ultimo che ha utilizzato, è stato Franz Hopper. Mentre a sua figlia cambiò solo il cognome. Se sono ancora vivi, probabilmente, hanno ancora cambiato il loro nome e cognome.”

Probabilmente, adesso invece di Hopper avranno messo Stones” pensò Talia. -Beh, mi conviene avviarmi, il viaggio è ancora lungo...- disse prendendo fuori una cartina -il loro ultimo avvistamento è stato in quel collegio...Kadic. Eh...Aelita...spero che eri tu quella che mi ha risposto oggi, lo spero con tutto il cuore-. Detto ciò, ripiegò la cartina e accese il GPS del casco. Selezionò la destinazione e partì. 

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Capitolo 2

 

Talia si fermò davanti ad un cancello. Era quello del parco del collegio, l'entrata est. Fortunatamente era aperta, ma per non destare sospetti, scese dalla moto e la portò, come se fosse una bicicletta, all'interno del parco.

Camminò per qualche minuto, quando si ritrovò difronte ad una casa. Era tutta diroccata, forse per colpa dal tempo passato.

Le piante si erano impossessate dell'esterno dell'abitazione, ma sembrava che qualcuno avesse cercato di ripulire un po' quel posto.

Il cancello era rovinato e arrugginito, ma per fortuna si apriva e chiudeva senza problemi. Il garage sul retro della casa era ancora intatto e funzionante. Ci portò la moto.

Tolse tutte le armi dalla moto e le sistemò. Poi, si tolse la tuta e tutto il resto, mettendosi dei vestiti da adolescente. Dei jeans con una cintura nera, una maglia a maniche corte viola con un disegnino al centro e una felpa senza maniche simile ai jeans. Si mise dei guanti da bici. Poi, prese un ciondolo a forma di cuore e lo guardò. Lo aprì e all'interno c'era una foto. Una foto di lei e Aelita insieme. Lo richiuse e se lo mise al collo.

Prese una pistola CZ75 e andò al piano superiore, per mettere qualcosa sotto i denti.

 

 

-Bene, io prendo del purè e...un quintale di polpette- disse Odd alla cuoca che gli sorrideva ogni volta che andava a prendere il bis.

-Odd, ce ne devono essere anche per gli altri!- -Si...lo so...ma mi piace troppo la sua cucina Rosa!- La cuoca arrossì e diede un'altra porzione ad Odd.

-Ancora?! Mi domando come fai...- disse Aelita -lascialo perdere... mangiamo!- Disse Ulrich con la forchetta già all'attacco sul cibo.

-Raga oggi penultimo giorno eh?- Disse Yumi -già, dopodomani i miei mi vengono a prendere. Aelita sei sicura di non voler venire?- -Si si, tranquillo Jer!- Rispose l'amica, o meglio, la sua fidanzata. -Io parto tra tre giorni, quindi posso rimanere un po' con Aelita. Così ti senti più tranquillo Einstein?- Disse Odd -no, affatto- scherzo l'amico.

 

 

-Non mangiavo così bene da anni...- disse Talia, mettendo a posto ciò che restava del pranzo.

Dato che lei era una “Schaeffer” sapeva che suo padre voleva rimediare all'errore che aveva fatto con la Green Phoenix, quindi, doveva aver costruito un altro super computer che combattesse il progetto “Cartagine”.

Mentre Talia ispezionava la casa, pensava a quello che aveva trovato nel dossier “Cartagine”. Hannibal aveva tentato in tutti i modi di nasconderglielo, ma un giorno riuscì ha trovarlo grazie a Yarael. Yarael era l'unica persona con cui poteva parlare liberamente. Lui, per lei, era tutto. O almeno, quasi tutto. Talia voleva ritrovare Aelita e Waldo. Poi, avrebbe cercato di liberare Anthea e così sarebbero tornati una famiglia unita, come un tempo.

Ancora quella parola, “famiglia”. Anche se non se la ricordava bene, voleva riprovare quella sensazione. La sensazione di far parte di una “famiglia”. Era il suo grande sogno. Ma voleva anche, che nel suo grande sogno ci fosse Yarael insieme a lei. A quel pensiero arrossì.

Dopo un po' che girava per la casa in cerca del computer, andò fuori in giardino, dove trovò una porta. Era nascosta da alcune piante e questo la insospettì. Appena toccò la maniglia, ebbe una specie di flashback.

Vide suo padre e sua sorella che entravano di corsa da quella porta. Qualcuno gli stava seguendo, ma persero le loro tracce.

La ragazza si staccò dalla maniglia affaticata, sussurrando -allora... è questo che è successo...- disse.

Quando l'aprì, sentì un odore alquanto sgradevole e si ritrasse indietro portando le mani al naso e alla bocca. -Bleah! Papà! Proprio le fogne dovevi scegliere? Che tanfo...Se ti aspetti che scenda laggiù...- la ragazza sospirò, rassegnata -almeno spera che non ci muoia dentro-.

Talia scese le scale, sempre con le mani sul naso e sulla bocca.

-Certo,che qui ci vuole una maschera a gas per sopravvivere...ah che tanfo-.

Si guardò in torno e vide che c'erano dei simboli sulla parete. Era una specie di occhio, tre cerchi azzurri, uno più grande dell'altro. Continuò a seguirli finché si trovò una grata davanti che le impediva di proseguire. Si guardò ancora in torno, notò una specie di scala che proseguiva in alto.

Cercò di sollevare il tombino e quando ci riusci, venne accecata dalla luce dal sole. Uscita dalle fogne, si avviò verso la fabbrica abbandonata che si era ritrovata d'avanti.

-Bell'idea papà, non c'è che dire, originale e scontata. Il luogo perfetto-.

Talia afferrò una delle corde appese e si lasciò cadere giù. Andò al vecchio montacarichi e premette il pulsante alla sua sinistra. Era strano, ma gli sembrava di conoscere tutto di quella fabbrica, come se sapesse che si doveva trovare li per forza. Dopo quel flash, gli sembrava normale fare quei gesti, come se gli avesse fatti milioni di volte.

Il motore di quel montacarichi era molto rovinato, ma funzionava alla perfezione. Scese sino all'ultimo piano, quando il motore si fermò. La porta si aprì, poi una seconda. Vide ciò che c'era dentro. Rimase un po' sbalordita, ma infondo se l'aspettava.

Appena entrò, un cilindro nero si innalzò da terra, finché non diventò una specie di torta. Talia vi si avvicinò cauta. Quando era a pochi centimetri dalla struttura, una manopola si mostrò alla ragazza.

Lei, l'abbassò.

La stanza s'illuminò di una luce verde e si sentì un rumore sinistro.

Pochi istanti dopo, il super computer diventò, oltre che nero, rosso sangue e la ragazza indietreggiò un po' spaventata. Ma provò qualcosa di famigliare...qualcosa che aveva provato più di ventitré anni fa, quando Waldo l'aveva fatta interagire con il progetto “Cartagine”. Dopo quel momento di famigliarità, una folata d'aria investì la ragazza, facendola andare a sbattere contro il muro con la schiena. Si ritrovò seduta contro la parete, spaesata e con un gran mal di testa. Postò il suo sguardo “sulla torta”,vedendo che aveva ancora cambiato colore. Da rosso ad azzurro.

Questa volta, sembrava che lo stesso vento la stesse aiutando a rialzarsi, sicché non le sembrava vero di ritrovarsi a 30 centimetri da terra.

Una volta in piedi, il colore del super computer tornò al suo color arancio originale.

Perplessa, entrò nel montacarichi continuando comunque a guardare quella struttura e andò alla stanza dove si trovava il computer.

Iniziò a guardare tutti i file presenti. Dai video, alle ricerche scritte ed ai sondaggi. Poi, notò qualcosa di interessante, un video-diario piuttosto interessante. Ma quando lo aprì, non vide suo padre, come si aspettava, ma un ragazzino. Guardò altri video. C'era sempre quel ragazzo. Ma nell'ultimo, vide altre quattro persone.

 

 

-Oggi siete in anticipo!- Disse Jeremy -non volevamo che qualcuno facesse commenti...come al solito- disse Yumi guardando male Odd, come stava facendo anche Ulrich.

-Dai, entriamo- disse Aelita, facendo segno ai ragazzi di entrare. Il suo sorriso era dolce e delicato allo stesso tempo, ma qualcosa sembrava tormentarla.

 

 

-Questo Jeremy...chi è? Come ha scoperto il super computer... potrebbe essere stata la CIA o il governo a mandarlo...ma sembra un ragazzo normale...come i suoi amici...Yumi Ishyiama, Ulrich Stern, Odd Della Robbia e...-Talia si fermò. Sembrava imbambolata difronte alla foto di quella ragazzina con i capelli rosei -e Aelita Stones. Che possa essere lei?- Fece un'altra pausa. In lei si era accesa una speranza.

-Loro parlano di X.A.N.A. …ma perché parlano di lui...come un nemico? Io l'ho progettato nei minimi dettagli. L'ho creato io. Forse papà...- la ragazza non terminò la frase e andò a guardare i progetti. I suoi progetti, che suo padre aveva ben nascosto, così che nessun altro sapesse come fosse fatto.

La password era quella che aveva scelto lei, da ragazza, molto tempo fa. Se la ricordava ancora.

Trovò i dati che cercava e dopo aver fatto qualche scoperta qua e là nel programma di X.A.N.A. , decise che doveva approfondire. Ma non lì. All'Eremo. Si tolse la collana a cuore.

Oltre ad essere un bellissimo ciondolo, era anche una comoda e pratica chiavetta USB.

Ci mise qualche minuto ha scaricare tutto quanto. Poi, decise che per evitare problemi, si dovesse cancellare ogni traccia del programma “X.A.N.A.” dal super computer. Bastava che premesse un tasto e il progetto a cui aveva dedicato tre anni si sarebbe dissolto nel nulla, come se non fosse mai esistito, come se non ci fosse...mai stato. Come se fosse...un programma come gli altri.

A quel pensiero si fermò. Lei sapeva perfettamente che X.A.N.A. non era un programma come gli altri. Era...un incrocio. Tra l'emozioni di un umano e il corpo digitale di un programma.

Non ebbe il coraggio e ne ebbe la forza di farlo. Non voleva, che tre anni della sua vita, venissero sprecati. Ritrasse il programma di cancellazione e si avviò verso l'Eremo.

 

 

-Ehi ragazzi, sono le 16.00. Che ne dite di fare merenda?- Domandò Odd -Tu pensi sempre a mangiare? Però...in effetti, anch'io ho un po' fame- disse Ulrich alzandosi in piedi e aiutando poi Yumi.

-Ok, andiamo? C'è un chiosco qui vicino...- Disse Yumi aprendo la porta di casa, facendo segno ai ragazzi di uscire -andiamo- disse Jeremy felice di trascorrere ancora del tempo con i suoi amici.

-Jeremy, posso parlarti un attimo?- Domandò Aelita afferrando la mano di Jeremy e si diressero in cantina, per evitare che i loro amici ascoltassero la loro conversazione.

 

 

Talia richiuse la porta e la nascose con le piante che aveva spostato per entrare.

Passo dalla porta che si trovò a fianco per entrare in casa, ma si bloccò e si appostò contro il muro. Aveva sentito qualcuno parlare.

-Ma dove sono quei due? Di che avranno da parlare così tanto, io ho fame!- Urlò Odd -Li conosci...staranno parlando di loro due- disse Ulrich -già...aspettiamo ancora un attimo- disse Yumi.

Ma chi sono? Di chi stanno parlando? Magari ci sono due ragazzi dentro l'Eremo...” pensò Talia estraendo la CZ75.

Aprì piano la porta, cercando di non far rumore ed entrò. Teneva la pistola puntata in avanti, continuandosi a guardare intorno.

Ad un certo punto, sentì due voci, una maschile e una femminile. Gli aveva trovati, ma non entrò subito, prima voleva sentire di che parlavano.

-Jeremy...ascolta...io credo che tu non mi ritieni importante, che tu...non provi niente per me e che se lo provi...non me lo stai dimostrando...- -Ma Aelita, io provo qualcosa per te!- -Lo so...ma non me lo dimostri...da quando le nostre avventure sono finite, tu non mi guardi neanche e quando abbiamo un po' di tempo per noi due tu hai sempre qualcosa da fare. Tu non mi ami più come una volta Jeremy.- -Cosa stai dicendo?! Io ti amo come ti ho amata in passato!- -Non me lo dimostri però!- Urlò a quel punto la ragazza. Stava per mettersi a piangere, ma si trattenne.

-E con ciò, cosa vorresti dirmi?- Chiese alla ragazza dolcemente

-io ti...- la ragazza non finì la frase che Talia sfondò la porta con la pistola puntata contemporaneamente sui due ragazzi dicendo -Mani in alto!-

I due ragazzi erano spaventati a morte, ma invece di mettere le mani in alto, si presero la mano e la stringevano forte.

-Chi siete? Cosa ci fate qui?- I due ragazzi cercarono di rispondere, ma non uscì neanche una parola dalle loro bocche.

Talia caricò la pistola puntandola su Aelita -cosa ci fate qui? Ditemelo o sparo!- Disse sempre Talia.

A quel punto, Jeremy, prima di parlare si mise davanti ad Aelita e rispose -siamo...due studenti del Kadic...solo ragazzini...siamo qui perché stavamo parlando di...di noi due- Aelita fissò Jeremy, forse si era sbagliata, lui l'amava come un tempo e avrebbe sacrificato la sua vita per salvarla.

-Io invece non penso affatto che siete due ragazzi qualunque. Io penso che voi avete acceso il super computer della fabbrica qui vicino e abbiate combattuto contro X.A.N.A. per molti anni. Quindi non ditemi che siete solo due ragazzini. Immagino che anche gli altri tre qui fuori hanno combattuto su Lyoko, dico bene?- Disse Talia. I due ragazzi rimasero pietrificati, non credevano a ciò che avevano sentito.

-Come pensavo...chi tace acconsente...- fece un sorrisetto. -Ora, raccontatemi la verità o io...- non finì la frase che venne colpita alle spalle da qualcosa di molto duro, cadendo a terra. Ma prima che potesse perdere i sensi, si girò a guardare chi l'aveva colpita. Era stato uno di quei tre ragazzi che erano all'esterno dell'Eremo.

Talia giaceva a terra, mentre i tre ragazzi stavano andando da Jeremy e Aelita.

-Ma chi è questa ragazza?- Domandò sorpreso Odd -non lo sappiamo, ma sa del super computer...e forse anche qualcosa di più- rispose Jeremy. Ulrich intanto aveva preso dalle mani di Talia la pistola. -Chiunque sia...dovremmo interrogarla...- -già, hai ragione Ulrich. Cerchiamo una corda e leghiamola ad una sedia.

 

 

-L'avete chiamata?- Domandò Hannibal impaziente -si signore, la faccio entrare?- L'uomo annuì.

-Mi volevate signore?- -Si...ascoltami. Ho mandato Talia Scheaffer a uccidere suo padre e sua sorella...- -cosa? Hannibal, sei pazzo? Sai che non lo farà mai!- Urlò sbattendo le mani sulla scrivania. Hannibal fece un sorrisetto sinistro -lo so-.

La ragazza sorrise e ritirò le mani dietro la schiena, avviandosi all'ascensore. Si fermò davanti alle porte. -Posso dirti una cosa Hannibal? Sei davvero perfido e contorto- l'uomo rise di gusto -lo so. Più tardi la chiamerò, forse sa già qualcosa o forse no,ma tanto morirà comunque,quindi facciamole credere che tutto vada bene. Non deve sospettare niente. Però è strano che non si sia accorta del GPS messo nel secondo cellulare.- -Non vedo l'ora di stringere le mie mani al collo di Talia- -non prima del mio segnale però. Adesso non puoi ancora ucciderla, mi dispiace Angel, so quanto ci tieni.- -Uhm...peccato!- Disse delusa Angel stringendo le mani a pugno, andandosene.

 

 

-Ahi...ah...la mia testa...che male. Dove sono? Ah...già...l'Eremo...

i due ragazzi...ah...che mal di testa- -ora le facciamo noi le domande- la ragazza si riscosse dai suoi pensieri. Si era guardata attorno e si era ritrovata legata ad una sedia. In torno a lei il buio, c'era solo una lampada puntata negli occhi e le dava molto fastidio.

-Mi puoi tirar via quella luce accecante dagli occhi?- Disse Talia tenendo continuamente gli occhi chiusi -d'accordo...Ulrich, spegni la lampada e accendi quella del soffitto- -ok-.

-Ecco, te l'abbiamo spenta, felice?- -Grazie- disse riaprendo lentamente gli occhi. Guardò i ragazzi uno ad uno.

-Chi sei?- Disse Jeremy, la ragazza sorrise -io sono Talia, tu dovresti essere Jeremy giusto?- -ahm...s...i, come lo sai? Beh, non importa. Sei della CIA?- Domandò sempre il ragazzo, i cinque avevano deciso che sarebbe stato Jeremy a fare le domande.

La ragazza ridacchiò -l'avete letto sulla mia patente?- -Si- -beh, no, non sono della CIA...sono della Green Phoenix. Quella stupida società...quanto la odio...- disse la ragazza guardando il soffitto.

Ci fu un attimo di silenzio, poi, ripresero le domande.

-Perché allora ci lavori se la odi?- -Perché sono costretta...ne va della mia vita e quella di mia madre. Se rifiuto di lavorare per loro, ci uccidono. Almeno...prima uccidono me- disse fissandosi i piedi. Gli scese una lacrima.

Jeremy fissò la collanina che Talia portava al collo. Si avvicinò e allungo la mano verso l'oggetto ma la ragazza si ritirò indietro rischiando di cadere, ma Odd teneva la sedia. -Posso vedere la collana?- Domandò Jeremi -ahm...- Talia rifletté. -Va bene...ma trattala con delicatezza. Ci sono molto affezionata...-

Lei ripiegò il collo verso il ragazzo. Gli slegò la collana e la prese in mano. Cercò di aprirla ma non ci riuscì.

-Non si apre...come si fa?- La ragazza lo guardò negli occhi -come stai facendo tu,ma non puoi aprire il mio cuore-.

-E allora puoi aprirla tu?- -No. Falla aprire alla tua ragazza...- Jeremy arrossì e la passò ad Aelita. Aelita guardò meglio Talia -mi sembra di conoscerti già...da molto tempo.- -Infatti...può essere...- sussurrò a quel punto Talia.

I cinque ragazzi la guardarono straniti. Anche se Aelita, più che stranita era spaventata.

-Apri il ciondolo- -ma...non si apre...se non si è aperto con Jeremy, perché si dovrebbe aprire con me?- -Solo due persone possono aprire quel ciondolo...per favore, puoi provare ad aprirlo?-

-Certo-.

Provò ad aprire il ciondolo. E ci riuscì. In Talia si riaccese la speranza. -Aelita...-

La ragazza c'era riuscita e Jeremy la guardò sbalordito. Lei non fece caso a quello che stava succedendo intorno a lei. Stava guardando la foto che c'era all'interno di quel cuore.

Yumi la riscosse. Aelita guardò Talia, con le lacrime che gli scendevano dagli occhi, come Talia. Entrambe stavano piangendo. Piangendo di gioia, di felicità.

-Odd, slegala subito!- Il ragazzo non volle contraddirla e slegò Talia. Lei si alzò. Si trovavano faccia a faccia. O meglio, Talia guardava in basso, dato che era un po' più alta.

-Sorellona...- Disse Aelita buttandosi contro Talia, sua sorella.

I quattro ragazzi, se prima erano sorpresi,adesso erano decisamente sbalorditi.

Le due ragazze si abbracciavano forte. -Oh, Aelita...non sai quanto mi sei mancata! Che bello, finalmente ti ho trovata!- Aelita non disse molto, perché stava piangendo, felicissima. -Talia, pensavo che ti fossi dimenticata di me e che mi avessi lasciata per sempre!- -Non ti lascerò mai più, te lo prometto, come ti ho promesso che un giorno o l'altro saresti tornata. E non mi sono mai dimenticata di te.- -io però...si. Non so come ma ti avevo dimenticato...non mi ricordo bene il mio passato...- disse Aelita. Talia s'inginocchiò insieme ad Aelita e le prese il volto con le mani, guardandola negli occhi -non importa, adesso che ti ho ritrovata non ti lascerò per nessuna ragione.- Appoggiò la sua fronte contro quella di sua sorella, come per cercare di tranquillizzarla.

Si lasciarono andare e si asciugarono le lacrime.

-Quindi, se tu sei viva, sarà vivo anche papà. Dov'è?- Aelita abbassò lo sguardo. -Papà...è...morto...per distruggere X.A.N.A.- Disse cupa Aelita. Talia non sembrava preoccupata -impossibile, non può essere morto- -perché?- Si fece viva Yumi -perché il programma di X.A.N.A. non è minimamente danneggiato, papà non l'ha sconfitto. X.A.N.A. non può morire e lui lo sapeva bene, papà è ancora vivo, su Lyoko- -come fai a sapere così tante cose su X.A.N.A.?- Chiese Jeremy insospettito. Talia guardò Jeremy.

-Semplice, perché l'ho creato io nei minimi dettagli.- -Impossibile, è stato Franz Hopper a creare X.A.N.A.- -no, mio padre ha creato Lyoko, i settori, tutto quanto. Ma le cose che riguardano X.A.N.A. le ho create io. Anche la Skid e le Naskid le ho create io.-

Jeremy non sapeva che dire, nessuno sapeva che dire.

Aelita guardò Talia e le ridiede la collana, ma la ragazza non la prese. -Tienila, è tua- -grazie-.

-Talia...perché sei qui? Dici che lavori per la Green Phoenix, cosa vogliono?- Domandò Yumi -Perché mi hanno mandato?- Ripeté Talia girandosi verso Yumi -per trovare prove su Aelita e Waldo. La Green Phoenix pensava che fossero morti nella casa in montagna, ma qualcuno ha scattato delle foto che ritraevano lei e papà, quindi si sono insospettiti e mi hanno mandato. Anche se quelle foto erano vecchie di qualche anno...perché proprio adesso...e perché hanno mandato me...- -forse credevano che fossi la persona più adatta- ipotizzò Odd.

-O forse...sapevano che se avessi trovato Aelita, non l'avrei mai uccisa e...oh no...che imbecille che sono stata- Talia iniziò ad agitarsi e a camminare avanti e indietro nervosamente. -Cosa?-

Domandò preoccupato Jeremy. Talia si fermò e fissò il vuoto. Poi, prese il cellulare che aveva trovato nell'armadio, aprendolo in due -come pensavo...- disse. Prese il segnalatore che era nascosto all'interno e lo ruppe, buttando via pure il telefono. -Rifiutare di continuare una missione equivale alla pena di morte... ma io so troppe cose adesso...no, non mi uccideranno...faranno di peggio. Che casino che ho combinato.- -Ma scusa...hai detto che se rifiuti di continuare la missione ti uccidono, ma loro non sanno niente, puoi mentire- disse Aelita -posso provare. Ma Hannibal è furbo...sarà difficile ingannarlo...e forse sa anche che mentirò...avrà già chiamato quella stronza di Angel... maledizione...mi chiamerà da un momento all'altro...lo metterò su viva voce, ma voi dovrete stare in pieno silenzio- -d'accordò- risposero in coro i quattro ragazzi. -Tu Jeremi che fai?- -Io andrò fuori, per vedere se qualcuno ci spia- -ottima idea- disse Talia.

 

Jeremy era nel cortile dell'Eremo. Stava per uscire, quando qualcosa attirò la sua attenzione. Andò nel retro della casa. Il prato era tutto bagnato, cosa molto strana perché non aveva piovuto e la fontana era chiusa. Non poté proseguire.

Ma non ci fece molto caso, si girò e si avviò di nuovo verso il cancello arrugginito dell'abitazione.

L'acqua dietro di lui stava prendendo forma...e Jeremy se ne accorse. La forma di un grosso drago d'acqua.

 

Il telefono di Talia squillò, come immaginava. Avviò la chiamata e come aveva promesso, l'aveva messa su viva voce.

-Pronto?- Disse Talia -Allora...Talia...dimmi, novità?- La voce era profonda e cupa, una delle tante cose per la quale Talia aveva paura di quel uomo e pure ad Aelita la terrorizzava. -No signore, non ho scoperto niente di nuovo dall'ultima volta che mi ha chiamata-. Hannibal rimase in silenzio, poi riprese a parlare -ok...allora posso stare tranquillo... puoi tornare alla Green Phoenix allora- -ahm...vorrei, ma voglio essere sicura che Aelita e Waldo Schaeffer siano morti- -uhm...questa proposta non mi va molto a genio sai? Però...va bene. Quanto tempo vuoi ancora?- -ah...due mesi?- L'uomo rifletté -va bene-

-ah...Hannibal...volevo chiederti...potresti far venire qui Yarael?-

-Perché?- -Beh, a seguire delle traccie mi sono fatta male e nel kit di pronto soccorso non c'è quello che mi serve...- mentì Talia -ok, arriverà domani mattina- -grazie- e la telefonata terminò.

-Chi è questo Yarael?- Domandò Aelita -beh...lui e il medico della Green Phoenix...uno dei tanti medici- nel dirlo, la ragazza arrossì lievemente e Aelita se ne accorse -ah...“solo” un medico eh? E poi non mi sembra che ti sei fatta male...- -lui era l'unico con cui potevo parlare tranquillamente e mi fido molto di lui. Siamo... molto amici- adesso era rossa e anche gli altri se ne accorsero.

-Comunque...ora noi dovremmo...- Ulrich si bloccò. Aveva sentito qualcuno urlare.

-È Jeremy!- Urlò Yumi -proviene dal retro della casa, andiamo a vedere cosa sta succedendo- disse Aelita. I ragazzi si dirigono alla cantina mentre Talia dalla porta d'ingresso.

 

 

-Ha mentito, come immaginavo...- -fantastico! Ora vado là e la uccido...- -no Angel...aspetta. Non ancora...- -perché no?!- -Lasciamo che Yarael vada da lei...e tu seguilo. Tienili d'occhio e quando io ti darò l'ordine...potrai ucciderla. Te lo dovrò dire io in persona, hai capito?- -Uffa...si ho capito- disse scocciata Angel.

-Vai a dire a Yarael di prepararsi per andare da Talia- -si signore...-

prima che Angel sparisse nell'ascensore, aveva informato Hannibal che il segnalatore nel telefono era stato distrutto.

 

-Jeremy!- Urlò Aelita. Talia appena arrivò dal retro non credette hai suoi occhi. Un drago d'acqua stava tenendo Jeremy con la coda. -Ma che cavolo è questo coso?!- Jeremy sarcastico disse con tono affaticato -Talia, ti presento X.A.N.A. o almeno uno dei suoi mostri- -impossibile...- disse meravigliata la ragazza. -Ora...se non vi dispiace...tiratemi giù da qui!-

Odd e Ulrich stavano per agire ma il drago con la coda buttò Jeremy nel suo corpo, tenendolo intrappolato e senza ossigeno. -Così Jeremy morirà! Dobbiamo fare qualcosa!- - No, aspetta... voglio vedere se...- Aelita e gli altri non fecero nulla e guardarono Talia.

-Ehi tu, girati da questa parte!- il drago si girò. Quando inquadrò Talia sembrava come paralizzato. Ma invece di stare fermo immobile, si dissolse, lasciando cadere Jeremy. Aelita e gli altri corsero verso di lui. -Jeremy, tutto bene?- -Si...un po' scombussolato- tossì il ragazzo sputando l'acqua che gli era entrata nei polmoni.

Mentre i ragazzi parlavano con Jeremy, non si erano accorti che un fumo nero proveniente dall'acqua stava prendendo forma.

-Ragazzi...cos'è quel fumo?- -A quel punto lo guardarono, stava prendendo la forma di una persona...e quando questa persona si rivelò a loro, i ragazzi non capirono. Solo Talia capì.

-Sei davvero tu...- sussurrò la ragazza. -Si. Finalmente ti sei fatta viva...mia ideatrice.- I cinque ragazzi non credevano ai loro occhi ed orecchie. Quello era X.A.N.A. in carne ed ossa... all'incirca.

-X.A.N.A. so che non sei tu questo, papà voleva migliorarti ma ha commesso un errore di calcolo e ora...- -non ha commesso un errore, io sono migliorato!- -No, al contrario, sei regredito al livello di uno stupido virus...- -questo non è vero, perché io sono invincibile e un virus non può esserlo. Io sono superiore, voi umani siete obsoleti e inefficienti, dovete essere eliminati e lasciare posto a noi esseri digitali!- -Quel virus è penetrato nel tuo...sistema nervoso. Non sei tu questo, io ti ricordo...ti ho seguito passo per passo, ti ho insegnato le emozioni umane...quel virus ti ha fatto regredire...tutti i tuoi insegnamenti sono stati cancellati.- -Stai zitta!- Urlò X.A.N.A. -Io...sono il futuro...non tutti i tuoi insegnamenti sono andati perduti come credi...- cercò di avvicinarsi alla ragazza, che iniziò ad indietreggiare -le riconosco le emozioni, credimi. Ma non le provo, non tutte almeno. L'emozione, che provo intensamente, che ho provato più volte sono la rabbia...- Talia si bloccò perché era arrivata contro un muro e X.A.N.A. gli era già addosso. Con una mano teneva quelle di Talia e con l'altra accarezzava il viso della ragazza. -...e molte volte...anche adesso...odio- così dicendo, con la mano che accarezzava il viso della ragazza, le prese il collo, cercando di soffocarla.

Talia si dimenava, ma non serviva a niente. Lui era troppo forte.

-Talia resisti! Arriviamo...- urlò Aelita -oh no che non arrivate...- X.A.N.A. staccò un momento la sua mano dal collo di Talia, che riprese immediatamente a respirare, per far prendere forma al drago. -Non ce la faranno mai a superarlo...almeno...non in tempo per salvarti...- -sai...mi sto convincendo che forse era meglio eliminarti quando ne avevo l'occasione...- X.A.N.A. la prese e la sbatté contro il muro con molta violenza, tanto da creare delle crepe. Ma Talia non perse i sensi, rimase solamente un po' spaesata.

La riprese e la lanciò fuori dalla ringhiera, facendola strisciare su un'appuntito ferro arrugginito che le provocò una ferita piuttosto grave.

Cadde sul prato, sbattendo poi la testa contro un albero.

X.A.N.A. non la raggiunse subito. Poi, però sentì dei passi. Fortunatamente era Jeremy, seguito da Yumi. -Ehi, stai bene?- Domandò il ragazzo -eh...una favola...- disse sarcastica Talia mentre Yumi l'aiutava a rialzarsi. -Dove sono Aelita e gli altri due?- -Stanno tenendo impegnato il drago...- -e X.A.N.A.?- Domando preoccupata la ragazza -non lo sappiamo...- disse Yumi.

-Esattamente dietro di voi...- i tre ragazzi si voltarono di colpo.

-Finalmente vi ho trovati...- Talia si fece appoggiare da Yumi sul tronco dell'albero, iniziando a parlare -X.A.N.A. vattene, ritorna nel super computer. Questo non è il tuo mondo...- -però...neanche il tuo.- -Che cosa intende?- Domandò Yumi -vi spiegherò quando sarà il momento. Comunque io non sono un essere digitale come te! Quindi ho più diritto di te di restare qui- -ah, Talia. Stai solo rinnegando quello che sei...- -io non sono come te- -vero. Tu sei divisa in due...maggiormente...sei umana, ma dentro di te non lo sarai mai completamente e tu sai perché- -risolverò anche quel problema...non che mi dispiaccia averlo.- -Scusate, ci rendereste partecipi?- Domandò a quel punto Jeremy. -Con vero piacere...- sibilò X.A.N.A. avvicinandosi a loro.

-Ahm...Talia che facciamo?- Chiese Yumi un po' terrorizzata -io niente...voi nascondetevi dietro a un albero- -ma...- -tranquilla. So quello che faccio- disse la ragazza facendogli l'occhiolino.

I due ragazzi obbedirono.

-Cosa credi di fare?- Domandò ironico X.A.N.A. dirigendo la sua mano verso la ragazza, che riusciva a tenersi in piedi senza troppa fatica. -Tu, adesso, morirai.- Così dicendo, una scarica viola e gialla ricoprì la mano del ragazzo digitale che balzò addosso a Talia, “elettrizzandola” e facendola cadere a terra stordita.

I due ragazzi nascosti dietro a un albero ed un cespuglio non sapevano che fare. Yumi era sul punto di andare ad aiutarla, ma Jeremy la bloccò. -Credo che abbia un piano...- -si, certo. Quello di farsi ammazzare! Dobbiamo aiutarla...- -Tranquilla, sono sicurissimo che le abbia un piano, abbi fiducia-. La ragazza del tutto contraria, si rimise al suo posto, a guardare.

Talia si stava rialzando, ma X.A.N.A. la colpi di nuovo, con più violenza. Ma era ancora viva.

-Uffa...perché non muori? Con tutte queste scariche, avresti almeno dovuto perdere i sensi...- -mi spiace deluderti, ma non riuscirai a uccidermi, non ora che ho ritrovato mia sorella. Farò di tutto per restare insieme a lei. Questa volta non l'abbandono.- -Oh...che parole commoventi...mi viene da vomitare! Basta, sono stufo. Facciamola finita!- -Non potrei essere più d'accordo-sussurrò la ragazza.

X.A.N.A. si stava preparando a sferrare un'altra scarica. Questa volta prese tutto il corpo di Talia, alzandola da terra e lasciandola e mezz'aria con le scosse elettriche che si era ritrovata intorno.

Yumi non ce la faceva più, stava per andare ad aiutarla, quando sentì che stava farfugliando qualcosa.

-Tu non mi ucciderai oggi, non è ancora giunto il mio momento...-

detto ciò, il palmo della mano destra della ragazza si illuminò di un azzurro intenso, creando una specie di vuoto d'aria, facendo interrompere le scariche elettriche. Anche le pupille dei suoi occhi, invece del color roseo come quello dei suoi capelli, divennero dello stesso colore della mano.

X.A.N.A. venne abbagliato da quella luce, facendolo dissolvere.

Appena il fumo scomparì, Talia tornò normale e si fece cadere sul prato. Yumi andò a soccorrerla.

-Ma come hai fatto?- Talia, sfinita, rispose -eh...ve lo spiego...dopo. Che stanchezza...- Yumi prese Talia e l'appoggiò delicatamente contro l'albero. Jeremy raggiunse le ragazze.

-Ho appena chiamato Aelita, loro sono ancora nei guai...dobbiamo andare alla fabbrica e disattivare la torre- -no...non...non serve...- pronunciò Talia che si stava un po' riprendendo -cosa vuoi fare?-

-Ditegli di venire qui...al resto ci penso io- -sicura di essere in grado?- Chiese il ragazzo -certo, ma dovranno essere loro a venire qui...io intanto recupero le forze.- -D'accordo, chiamo Urich- disse Yumi.

 

 

-Cosa? Dobbiamo venire lì al prato esterno dell'eremo? Ok,ma cosa avete in mente?- Urlich ascoltò -come “lo capirete da soli”?! Ah, va bene va bene, arriviamo-.

-Aelita! Odd! Seguitemi!- I due non riuscirono a rispondere che il loro amico stava già correndo, quindi lo seguirono.

 

 

Arrivarono al prato, che Jeremy gli aveva detto, con il drago alle calcagna.

-Jeremy?! Noi saremmo arrivati, ci aiuteresti?- Urlò Odd. Ad un certo punto, Aelita inciampò in una radice, cadendo.

-Aelita! Attenta!- Urlò Ulrich che cercò di raggiungerla ma Jeremy lo afferrò trattenendolo.

-Jeremy che fai? Lasciami andare ad aiutare Aelita!- -Ci sta già pensando Talia- -cosa?- Solo a quel punto Ulrich intravide la ragazza con la mano tesa verso il mostro e con una luce azzurrognola che le ricopriva il palmo della mano e che i suoi occhi avevano lo stesso colore.

-Cosa...sta facendo?- -In teoria nemmeno io lo so, ma sta fermando il drago- l'amico si voltò. Vide che il drago d'acqua stava diventando di ghiaccio e che del fumo nero usciva dal corpo della creatura quasi completamente congelata.

Quando Aelita riaprì gli occhi, si ritrovò la faccia del drago così vicina alla sua che si spaventò urlando, ma poi si accorse che il mostro si era congelato.

-Cos'è...cos'è successo? Il drago...- Ma nessuno le rispose tranne Yumi. -Talia l'ha fermato...- -come?!- -Si, ti ha salvato, ma ora...- Aelita guardò oltre la sua amica, vedendo che Talia giaceva a terra. 

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


Capitolo 3

 

La ragazza riapri gli occhi, spaesata. Si ritrovò davanti alla faccia qualcuno e spaventata, gli tiro un pugno.

-Ahi!- Urlò questo. -Ma che combini Talia?- -Oh, scusami...ahm... Odd?- -No, sono Ulrich...- -scusami, mi hai spaventata- -beh, ti credo, ritrovarsi una facciona come la sua appena svegliata, ti capisco se ti spaventi- disse sarcastico Odd. La ragazza sorrise. -Piantala piccolo sbruffone! Non sei affatto divertente! La prossima volta prova a beccarti tu un bel pugno in faccia- Disse l'amico.

Talia rise, ma poco dopo una smorfia di dolore si fece notare sul suo volto. -Qualche problema?- Chiese preoccupata Aelita. Talia si sedette sul divano, guardandosi la gamba ferita che era stata medicata al meglio con una garza e del disinfettante. -Si...la gamba, come l'avete medicata?- -Beh, siamo andati dall'infermiera della scuola e gli abbiamo chiesto cosa ci potesse servire per medicare una ferita un po' estesa e profonda sulla gamba. Ha detto che dovevamo disinfettarla e metterci una garza- spiegò Odd -e dopo avercelo spiegato, quando se n'è andata le abbiamo prese dall'infermeria- aggiunse Ulrich. -E' un piccolo dettaglio, non serviva che lo aggiungessi...- sbottò il ragazzo.

Talia cercò di alzarsi, per andare a prendere il kit di pronto soccorso che aveva nel garage, ma la gamba gli doleva troppo, ricadendo sul divano. -Non devi sforzarti, altrimenti non guarirà- disse Yumi. Talia sorrise -ma neanche con questi medicamenti guarirò...mi serve il kit che ho in garage, almeno posso evitare un'infezione. Poi l'indomani arriverà Yarael che saprà come rimarginare la ferita per bene- a dire il nome di Yarael arrossì lievemente, per sua fortuna nessuno se ne accorse.

-Vado a prenderlo io, dov'è?- Domandò Yumi -vengo anch'io- disse Ulrich -lo vedi, è una scatola di plastica con una croce rossa sul coperchio- -ok, andiamo-.

Tornarono di sopra con la scatola, consegnandola a Talia.

Mentre cercava di sistemare la ferita, Jeremy domandò

-ora ci spiegheresti la conversazione con X.A.N.A. e il tuo strano fatto?- Talia si fermò un attimo, guardandosi i piedi. -Ah...se ci tieni tanto...va bene-. I ragazzi si misero comodi.

-Tempo fa, quando noi abitavamo ancora nella casa in montagna e papà stava lavorando per questa organizzazione, la Green Phoenix, costruì “Cartagine”. Cartagine, per farvi un'idea, è come Lyoko, hanno la stessa funzione, solo che quest'ultimo, serviva come antidoto a Cartagine.

Quando completò tutto, voleva provare a interagire con esso. Ma non vi riuscì subito, inizialmente, solo i ragazzi potevano entrarvici. Quindi domandò a me, che lo stavo aiutando con piccoli progetti insieme a nostra madre, ad entrare in quella sua creazione. Nostra madre era del tutto contraria, dato che nessuno dei due sapeva cosa sarebbe accaduto. Io, al contrario di loro, ero entusiasta all'idea di provare quell'invenzione così assurda, ma dato che non si fidavano, proposi di creare un programma con la quale mi sarei aiutata. Lavorai per tre anni a quel progetto...quella specie di “umano digitalizzato” con la quale gli diedi il nome di X.A.N.A.- prese fiato, poi continuò -quando lo idealizzai, pensai che mi servisse solo per tranquillizzare i nostri genitori, ma ben presto mi accorsi che poteva diventare qualcosa di più di un semplice programma. Iniziai a lavorare con X.A.N.A. cercando di insegnargli le emozioni umane. Il lavoro proseguiva bene, aveva già appreso molte emozioni, solo che quelle più difficili, la quale temevo lo avrebbero cambiato, erano la rabbia e l'odio. Che a quanto pare... adesso le conosce bene...ma non furono queste a cambiarlo, in verità, neanche adesso lo so, ma credo che sia un virus. Papà aveva cercato di migliorarlo, ma alla fine, l'ha solo peggiorato.

Comunque, tre settimane prima che...accadesse la tragedia, quando papà cercò di farmi tornare sulla terra accadde qualcosa che non mi sarei mai aspettata. X.A.N.A. cercò di trattenermi, di non farmi più tornare indietro, qualcosa l'aveva cambiato, almeno così credevo. Ma mi sbagliavo. Non me ne andai e gli chiesi per quale motivo non mi faceva andare. Lui mi rispose che prima doveva fare una cosa, ma non avrei mai pensato a quello che avrebbe fatto...mi prese la mano. Venni sollevata da terra e una luce azzurra in lontananza si dirigeva verso di me a gran velocità. Quando mi raggiunse mi ricoprì tutta creando attorno a me una specie di bozzolo. Quando quell'esperienza finì e la luce scomparve, domandai a X.A.N.A. cos'era successo, ma non mi rispose, dicendomi solo che adesso potevo andare e che l'avrei scoperto da sola.

Passarono i giorni e ancora pensavo a quello che era successo. Mio padre mi aveva vietato per un po' di tempo di andate su Cartagine e così mi annoiavo a morte. Almeno Aelita mi teneva impegnata, con tutti i giochi che voleva fare mi ritrovavo sempre esaurita mentre lei era ancora bella pimpante.- Talia ridacchiò, ripensando a quei giorni. Aelita non si ricordava niente, ma sorrise e dentro di se rideva. La ragazza riprese a parlare -Un giorno, però, mentre ero andata a fare un po' di snowboard e provare un nuovo percorso più ripido e difficoltoso, caddi dalla tavola, rotolando per un paio di metri, cadendo in un burrone. Quando mi risveglia, mi trovavo a casa sul divano e con papà che mi stava guardando e mamma che mi stava medicando il braccio destro, mentre te, Aelita, ti ho ritrovata che dormivi alla mia sinistra, accoccolatami.- Si fermò ancora, a ripensare a quel momento, era il ricordo più bello che avesse. Ma poco dopo continuò. -Cercai di alzarmi, ma non ci riusci perché ogni movimento che facevo mi procurava un acuto dolore. I miei genitori erano sbalorditi che fossi ancora viva, dato che una cosa del genere solitamente uccide un umano, ma non è stato lo stesso per me. Stavo benissimo, a parte qualche ossa rotta e una frattura al collo. Mi sembrava impossibile essere viva, ma lo ero e grazie a X.A.N.A.- a quel punto Ulrich domandò -ma...come grazie a lui? Cos'aveva fatto?- -Non lo so ancora con precisione cosa accadde, so solo che da quella volta, riesco a fare cose diverse, come guarirmi o avere flashback...non so come spiegarvelo, dato che neanch'io conosco i limiti di questo potere che ho assunto. E' anche per questo che non credevo che X.A.N.A. fosse diventato malvagio...- -capisco...ma cosa intendeva dire quando tu hai detto “X.A.N.A. questo non è il tuo mondo” e lui ha replicato “ma neanche il tuo”?- Talia abbassò lo sguardo, poi spiegò ancora -infondo, ha ragione...finché avrò questo “dono”, anch'io sarò come lui. Infondo, sono poteri “digitali” questi, è per questo che posso guarirmi e contrastarlo...-

Vi fu silenzio assoluto per quasi cinque minuti, ma che sembravano un'eternità. Jeremy guardò l'orologio e vide che erano quasi le 19.00, si era fatto tardi.

-Ragazzi è tardi, ci conviene andare- disse Jeremy. Aelita lo guardò un po' triste, avrebbe voluto restare con sua sorella. -Così tardi? I miei mi uccideranno! Ragazzi io devo proprio scappare, ciao a tutti!- Disse Yumi -ciao!- risposero gli amici.

-Io vorrei restare con te...- disse triste Aelita rivolgendosi a Talia -anch'io, ma devi andare, puoi sempre tornare qui domani- le disse con un sorriso dolce, che gli era così famigliare.

La ragazza, rassegnata annuì. -Dai Aelita! Almeno mancano pochi giorni alle vacanze!- Tutti se n'erano dimenticati, tranne Odd che l'aveva appena urlato. Sui loro volti si vedeva una certa amarezza, tranne su quello di Ulrich, ma per cosa Odd ancora non lo capiva.

-Perché quei musi lunghi? Qual'è il problema?- Domandò il ragazzo -X.A.N.A. è il problema...potrebbe attaccare durante le vacanze...- a quelle parole, il ragazzo si demoralizzò. Vedendo tutte quelle facce tristi, Talia cercò ti tirarli un po' su -non pensateci, se volete ci penso io- loro la guardarono. Aelita poi aggiunse -si e l'aiuterò anch'io, voi godetevi le vacanze!-

I tre ragazzi si guardarono perplessi. Si girarono, dando le spalle alle ragazze, per mettersi d'accordo. Alla fine, Jeremy sentenziò -va bene, ma noi accorceremo le vacanze. Io posso tornare tra una settimana- -pure io. Posso dire a mio padre che ritorno a scuola per fare degli esami di prova e migliorarmi- disse Ulrich -per me non ci sono problemi, posso anche rinviare, saranno pure più contenti se vado da loro un mese dopo, dato che avevano anche altri pensieri.- disse Odd.

-Va bene, ora dobbiamo solo avvertire Yumi, domani ci ritroviamo qui, così decideremo- -va bene- risposero gli altri due ragazzi. Le due ragazze restarono solo li a guardare, con un sorriso quasi identico sul loro volto. -Va bene allora, fate come credete- disse rassegnata Talia.

I tre ragazzi e la ragazza si avviarono al collegio, per gustarsi “l'ottima” cena di Rosa. Prima di andarsene, Aelita aveva salutato per bene Talia, la quale ricambiò con un abbraccio.

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