Cos'è l'amore? di AlvinFan95 (/viewuser.php?uid=198433)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 - Sull'aereo di ritorno ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 - Strane sensazioni ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 - Cosa mi succede? ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 - Ancora questa sensazione ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 - Ora è tutto chiaro ***
Capitolo 1 *** Capitolo 1 - Sull'aereo di ritorno ***
Questa
storia è
basata sul dopo Chipwrecked, dopo che Alvin ha investito Dave con il
carrello
delle vivande sull’aereo di ritorno.
IMPORTANTE:
Questa
non è una storia originale! Questa fic è la
traduzione in italiano della
fanfiction “Love? What is it?” di Munkedupjoe213,
pubblicata sul sito
Fanfiction.net
La potete
leggere
all’indirizzo http://www.fanfiction.net/s/8100619/1/Love_What_is_it
DISCLAIMER:
Tutti i luoghi ed i personaggi creati assieme ad Alvin And
The Chipmunks non mi appartengono. Ne sono legittimi proprietari Ross
Bagdasarian
Jr. e Janice Karman. (Magari mi appartenessero…)
CAPITOLO
1 – SULL’AEREO DI RITORNO
“AAAAAAALVIIIIIIIIIIIN!”,
gridò Alvin a Dave, dato che lo
aveva quasi travolto con il carrello.
“Ehm… scusa,
Dave”, disse Alvin mentre suo padre gli si
avvicinava. “Dave, io-“
“Non voglio sentire scuse,
Alvin! Adesso vai a sederti
mentre vado a scusarmi con il capitano… di
nuovo!”. Alvin tornò al suo posto
accanto a Brittany mentre guardava Dave che andava verso
l’assistente di volo
per porgere le sue scuse al capitano.
L’aereo decollò
qualche minuto dopo, e loro iniziarono a
sentire le proprie orecchie schioccare. “Ugh! Questo rumore
è davvero
fastidioso!”, gridò Brittany coprendosi le
orecchie. Alvin la guardò con
un’espressione preoccupata e si mise una mano in tasca,
prendendo un piccolo
pacchetto. Poi porse il pacchetto a Brittany.
“E questo
cos’è?”, chiese Brittany.
“Gomme da
masticare”, rispose Alvin. “Da sempre una mano con
le orecchie che schioccano”
“Beh, uhm…
grazie, Alvin…”, disse Brittany prendendo una
gomma. “Ehi, funziona davvero”, disse per poi
restituirgli il pacchetto.
Mentre Alvin si riprendeva il
pacchetto, sentì una spalla
che spingeva la sua spalla per ottenere la sua attenzione. Si
girò e la cosa
che vide dopo fu Simon sussurrargli “Molto intelligente,
fratello”
Alvin si sentì timido per
una volta nella sua vita quando
guardò Brittany e poi tornò verso Simon.
“Beh, penso che tu sappia fare di
meglio per Jeanette, sapientone”, disse lui a Simon, pensando
che lui fosse troppo
timido per fare qualcosa di utile per Jeanette.
“Infatti l’ho
fatto, sapientone…”,
rispose lui. “…o hai dimenticato cosa ho fatto
quando Zoe la stava tirando
verso di sé sull’isola?”. Il tono di
Simon era parecchio sicuro di sé, pensando
che il fratello non potesse replicare. Ma, per sua sfortuna, lui
rispose.
“Prima di tutto, non me ne
sono dimenticato. Secondo, sei
scappato via all’inizio. E terzo, sono stato io a tagliare la
corda con il mio
coltellino svizzero”. I due iniziarono a litigare avendo come
spettatori solo
Dave e Theodore, dal momento che le Chipettes si erano addormentate. Ai
due
sembrava piacere questo piccolo litigio, poiché non era
nulla di personale.
“Okay, ragazzi, finitela
oppure rischierete di sveglia-“.
Furono interrotti nel loro litigio da Dave, che però a sua
volta fu interrotto
dall’odore di Ian che usciva dal bagno.
“Ugh! Ian, quanto tempo ci
sei stato lì dentro?”, chiese
Dave, con un’espressione disgustata sul volto.
“Dave, ricordati di non
mangiare MAI E POI MAI ad un buffet
messicano!”, disse Ian a Dave.
“Mi sento di dover andare
in bagno!”, disse Alvin dopo aver
annusato Ian. era come se avesse fatto un viaggio nei tubi di scarico
delle
fogne.
“Credimi, Alvin, se ti dico
che non ti conviene andare lì
dentro”, scherzò Simon mentre Ian gli fece una
faccia come per dire ‘molto
divertente…’
Notando che non
c’era molto da
fare sull’aereo, Alvin tornò al suo posto accanto
alla sua controparte
femminile e si addormentò.
Ok,
l’inizio di
questa storia non è dei migliori, ma diciamo che serva da
prologo al resto.
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Capitolo 2 *** Capitolo 2 - Strane sensazioni ***
CAPITOLO
2 – STRANE SENSAZIONI
Alvin notò che non
c’era nulla da fare sull’aereo, quindi
decise di tornare al suo posto, accanto alla sua controparte femminile.
Dopo qualche
minuto anche Dave, Ian, Simon e Theodore tornarono ai loro sedili.
Simon tornò
accanto a Jeanette e Theodore accanto ad Eleanor.
Alvin era
totalmente annoiato. Si
stravaccò leggermente e guardò il soffitto. In
quel momento, i suoi occhi erano
praticamente incollati ad esso. Ripensò a quanto successo
nella vacanza, da ciò
che era successo sulla nave all’incidente
sull’isola e alla vittoria agli
International Music Awards. Riavvolse i ricordi come se nella sua testa
stesse
girando un film, tornando subito ad essere annoiato. Buttò
quindi un occhio agi
altri passeggeri per avere un’idea per qualcosa da fare, ma
li trovò solo a
fare cose noiose.
Narratore:
Alvin
Sembrava che tutti stessero facendo
delle cose che non volevo
fare, quindi decisi di addormentarmi accanto a Brittany. Mi distesi sul
mio sedile
accanto alla mia controparte femminile. Restai per un po’ a
guardare il
soffitto e a pensare, come facevo qualche volta.
I miei pensieri si spostarono su
Brittany quando la guardai.
Era distesa, con il suo corpo rivolto verso di me. Guardai il suo
volto, i suoi
occhi erano chiusi e presi dal sonno.
La fissai per qualche istante e
ricordai del momento sull’isola
nel quale avevo dubbi sul fatto che Dave ci avrebbe mai trovati. Lei
era lì, a
confortarmi. Guardai la sua pelliccia, quella splendida pelliccia tra
il biondo
e il rosso che ne fa l’incredibile meraviglia che
è oggi.
Ripensai al momento in cui ci vedemmo
per la prima volta,
alla scuola West Eastman. Era talmente incredibile quel giorno che
quasi non le
riuscivo a levare gli occhi di dosso.
La guardai di nuovo, ancora a dormire
come una bambina. Il trucco
sul suo volto la faceva sembrare ancora più- un momento,
COSA?!? Stavo ammirando…
BRITTANY?!? Che diavolo era successo? L’ho guardata e poi
stavo pensando a lei?
Mi misi una mano in faccia, gridando dentro la mia testa “CERVELLO!
SMETTILA DI FARE COSÌ!”
Incollai nuovamente i miei occhi al
soffitto, tornando a
pensare a della roba così noiosa che per poco non mi
addormentai. Le mie
palpebre si stavano chiudendo, pronte per mettere a dormire i miei
occhi, ma
qualcosa che si muoveva accanto a me impedì loro di fare
ciò.
La cosa successiva che sentii era
qualcosa che premeva
contro la mia spalla. Girai lo sguardo solo per vedere la testa di una
merav-
ehm… di Brittany premere contro il mio braccio.
“Ehm…
Britt…”, sussurrai, ma non c’era nulla
da fare. Era ancora
addormentata. Provai a spostare il mio braccio, ma poi capii che era
un’idea
stupida. Insomma, non volevo essere colui che avrebbe liberato il
Kraken.
Non ebbi altra scelta che ascoltare
il mio cervello, che mi
diceva “Ehi, Alvin, credimi, va
tutto
bene, non può andare peggio di così. Lei pensa
solo che tu sia un cuscino,
tutto qui. Assecondala… sii un uomo… fai la cosa
giusta”
Ma proprio quando pensavo che le cose
non potessero andare
peggio di così, Brittany lanciò le sue braccia su
di me, posandole sul mio petto
mentre il suo corpo e la sua testa si mossero più vicini a
me.
Da un momento all’altro
iniziai a sentire una sensazione
ardente nei pressi della mia colonna vertebrale e del mio collo. La mia
bocca
provò ad accennare un sorriso, ma io riuscii a malapena a
respingerlo. Iniziai ad
avvertire delle vertigini alla mia testa ed i miei occhi volevano
chiudersi da
soli.
“Che
diavolo sono
queste strane sensazioni? Il mio corpo è freddo a causa
dell’aria condizionata
e contemporaneamente mi sento bruciare in un forno, per qualche motivo
che solo
Dio conosce!”, pensai tra me e me mentre guardavo
il braccio di Brittany
sul mio petto.
Il mio corpo andò ancora
di più in escandescenza quando mi
accorsi che la sua testa era a pochi centimetri dalla mia, e le mie
labbra
stavano per baciare la sua fronte.
Guardai di nuovo il soffitto, ma
questa sensazione stava
forzando le mie palpebre a chiudersi. Mi stava venendo un sonno
incredibile, e
mi addormentai.
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Capitolo 3 *** Capitolo 3 - Cosa mi succede? ***
Ok,
prima di iniziare con il terzo capitolo, vorrei dirvi che questa
storia sarà aggiornata ad un ritmo abbastanza veloce, quindi
aspettatevi di
vedere almeno un capitolo al giorno. Magari anche due, quando ci riesco.
CAPITOLO
3 – COSA MI SUCCEDE?
Narratore:
Brittany
(Sogno)
“Dove mi trovo?”,
mi chiesi mentre mi guardavo intorno,
vedendo un posto deserto… beh, più che altro una
giungla. Raggiunsi un albero e
mi arrampicai per avere una visione migliore del posto.
Mi guardai intorno e notai che
parecchie cose di questo
posto erano parecchio familiari… fin troppo. ‘Questa
è… mi trovo… no, è
impossibile che sia successo, e lo proverò’,
pensai tra me e me mentre scendevo dall’albero. Andai in
cerca di un altro
albero. Mi sentii ancora più a disagio, poiché
sapevo esattamente dove stessi
andando.
Dopo qualche minuto trovai
l’albero che stavo cercando, ed
andai alla ricerca di qualcosa tra le sue radici. Andai dietro
all’albero e
trovai esattamente quello che stavo cercando. Una sorgente termale
nelle
radici. ‘No! Lo sapevo, sono
tornata
sull’isola! Ma come è successo?’
Ero confusa. Mi sedetti
sull’albero, pensando di continuo
come ho fatto a tornarci. Poi pensai ‘Aspetta
un attimo… forse anche gli altri sono qui!’.
Quindi mi alzai ed andai in
cerca della casa sull’albero di Zoe. Camminai per qualche
minuto e vidi
finalmente le corde che Zoe usava di solito per andare alla sua casa.
Seguii da terra le corde fino a dove
conducevano, fino a che
non vidi la casa di Zoe. Entrai per vedere se Zoe fosse dentro, ma per
mia grande
delusione non c’era nessuno. Mi inginocchiai, sentendo una
sensazione di
solitudine attorno a me spingermi da ogni direzione, come se volesse
spremermi.
Iniziai a sentire delle lacrime nei miei occhi. ‘Noooo!
Sono così sola!’
Rimasi a piangere lì,
inginocchiata con gli occhi rivolti
verso il basso. Tenni le palpebre chiuse, per impedire alle lacrime di
cadere.
Stavo piangendo da qualche minuto, ormai, quando sentii una voce.
“Non sei sola”,
mi disse. Alzai le sopracciglia, poiché
sapevo benissimo a chi appartenesse quella voce. Girai leggermente la
mia
testa, per vedere se le mie previsioni fossero vere, e vidi una figura
che non
mi sarei mai aspettata di vedere proprio in questo posto.
“Alvin”, dissi io.
“Sì, sono
io”, replicò lui, avvicinandosi a me. Potevo
sentirlo avvicinarsi. Il suo braccio era alzato, e la sua mano destra
fu posata
sul mio gomito. “Non sei sola, Britt”, disse,
provando a confortarmi.
Guardai il suo volto, e trovai un
sorriso confortante sulle
sue labbra. “Va tutto bene, sono qui”, mi disse
mentre prendeva l’altro suo
braccio e lo metteva attorno a me, dandomi un delicato e confortante
abbraccio.
Quando successe, tutta la solitudine che sentivo fu immediatamente
rimpiazzata
da una sensazione dolce e calda, che non riuscivo a capire cosa fosse.
Sentii l’abbraccio
farsi più stretto e la sensazione rafforzarsi.
‘Cosa
mi succede? Dov’è
andata tutta la tristezza e la solitudine? Come può una
brutta sensazione
essere rimpiazzata da una che non riesco nemmeno a capire?’,
pensai. Mi
sentivo sempre più a mio agio immersa in questa sensazione a
tal punto che non
mi recai nemmeno il fastidio di sciogliere l’abbraccio ed
iniziare a porre
domande. Lui sciolse l’abbraccio, ma la strana sensazione
rimase nella mia
testa.
“Alvin, dove
siamo?”, chiesi io.
“Va tutto bene. Siamo qui
ora, e questo è tutto quello che
conta”, disse lui. In alcuni momenti sentii che alla strana
sensazione si
aggiungevano benessere e comfort. Ma non potevo non ricevere risposta,
quindi
gli chiesi “Come siamo finiti qui?”
“Non importa, siamo
qui”, disse Alvin.
“Alvin, cosa
succede?”. Provai a porgli una domanda diversa,
ma la risposta fu la stessa.
“Siamo qui”,
disse di nuovo.
“Alvin, stai iniziando a
farmi arrabbiare!”, disse
frustrata.
“Siamo
qui, siamo qui, siamo qui…”
“EHI BRITTANY! SVEGLIATI,
SIAMO QUI!”
“Eh? Cos…
asp… cosa è sta- ah, solo un sogno”,
dissi quando
fui svegliata da mia sorella Eleanor che mi diceva che eravamo arrivati
in
California.
“Dammi solo un
minuto”, dissi io.
“Okay”. Eleanor,
stranamente, ridacchiò mentre andava a
svegliare gli altri. Non capii perché stesse ridendo, ma
decisi di non
curarmene minimamente.
Riposai la mia testa e chiusi gli
occhi per riprendermi
dallo stordimento del sonno, ma in quel momento notai qualcosa. Ero
distesa su
qualcosa di soffice, con il mio braccio su qualcosa di duro, ma non per
questo
meno confortevole.
Aprii gli occhi per guardare il
‘cuscino’ sul quale stavo
distesa. I miei occhi si dilatarono quando vidi una felpa rossa proprio
davanti
a me. La cosa soffice su cui era posata la mia testa era un braccio, e
la cosa
dura era un petto.
Mi alzai leggermente per vedere chi
fosse. E proprio come
pensavo, era Alvin, ancora disteso ed addormentato. ‘Ma
che…? Ho davvero dormito comodamente sul corpo di Alvin?
Sono stata
io, o è stato lui?’, pensai.
“Hai iniziato tu,
Britt”, disse Eleanor, mentre continuavo a
guardare Alvin.
“Quindi è per
questo che stavi ridendo?”, chiesi.
“Sì, si
può dire così”, rispose lei.
“Ehm… ti
dispiacerebbe dirmi cosa è accaduto esattamente?”,
chiesi. A questo punto ero curiosa su come ero finita a dormire sopra
Alvin.
“Beh, ero sveglia quando
Alvin ti ha dato la gomma. Poi ti
ho visto addormentarti, mentre Alvin e Simon hanno iniziato un litigio.
Ero mezza
addormentata quando Alvin è tornato al suo posto, accanto a
te. Theodore era
già accanto a me, quando ho notato che Alvin ti stava
guardando… o meglio,
fissando per un po’ di minuti, poi è tornato a
fissare il soffitto. Infine so
che ti sei accucciata su di lui e, beh… il resto lo sai.
Diceva qualcosa tipo ‘Ehm…
Britt…’ quando lo hai fatto”
Guardai Alvin per un po’ e,
in poche parole, non sapevo cosa
dire. Una parte di me diceva ‘Whoa’, mentre
un’altra diceva ‘Ma che
diavolo…?’.
Lo guardai mentre sentii che l’aereo atterrava in sicurezza
su uno spazio
libero sull’asfalto, pronto a scaricare passeggeri e stiva.
“Meglio andare a svegliare
gli altri”, mi disse Eleanor. “Oh,
me lo svegli tu, per favore?”, aggiunse lei.
“Ops,
già… me ne ero dimenticata”. Mi sentii
quasi
imbarazzata quando mia sorella mi fece quella richiesta.
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Capitolo 4 *** Capitolo 4 - Ancora questa sensazione ***
CAPITOLO
4 – ANCORA QUESTA SENSAZIONE
“Oh, Britt, me lo svegli
tu, per favore?”, chiese Eleanor
prima di saltare giù dal bracciolo del sedile per svegliare
Dave, Ian, Simon,
Jeanette e Theodore.
“Ops,
già… me ne ero dimenticata”, disse
Brittany, sentendosi
imbarazzata per il modo in cui stava guardando Alvin mentre era
addormentato e
la sua sorellina a guardarla da dietro.
Brittany diede una spinta alla spalla
di Alvin, provando a
svegliarlo. “Alvin… Alvin…”,
mormorò lei. Alvin rispose girandosi su un lato,
dicendo “Oh, e dai, che fretta c’è?
Dammi ancora 5 minuti…”, mormorò Alvin,
cercando di salvaguardare ogni legame che aveva con il mondo del sonno.
Brittany provò più forte, ma non c’era
verso di svegliarlo.
Dopo alcuni minuti fu attaccato il
canale di caricamento e
scaricamento all’aereo, quindi gli altri passeggeri
iniziarono ad andare verso
a porta. Gli altri si erano già svegliati, lasciando solo
Alvin a dormire.
“Alvin, se non ti svegli
farò cantare a qualcuno una
cantilena”, disse Brittany con un sorriso maligno sul volto,
ma Alvin non
rispondeva ancora. “Quindi sono costretta ad usare le maniere
forti, a quanto
pare… hehe…”
Brittany guardò il suo
telefono, scorse l’elenco delle
canzoni e scelse una canzone dal titolo “Baby” di
Justin Bieber, la mise a
volume massimo ed appoggiò il telefono
all’orecchio di Alvin.
“3…
2… 1…”, sussurrò Brittany
prima di premere il pulsante
di riproduzione. Alvin era addormentato come un sasso, ma quando
sentì la voce
del cantante saltò dalla sedia. “AAAAAAAAAAHHHH!
CHE DIAVOLO È QUESTA ROBA?!?
AIUTO!!”, gridò Alvin coprendosi le orecchie.
“Vedi cosa vuol
dire?”, disse Brittany mentre rideva al
‘ragazzo totalmente eccezionale’ che si copriva le
orecchie ed impazziva mentre
ascoltava quella canzone.
“Accidenti,
Brittany, ti prego
di spegnere quell’affare prima che possa uccidere
qualcuno… dico seriamente”,
la rimproverò Alvin con le orecchie ancora coperte. Gli
altri si limitarono a
ridere a tale scena, ma per fortuna Dave non era nei paraggi ad
assistere alle
oscenità che uscivano dalla bocca di Alvin.
All’aeroporto…
Tutti stavano ancora aspettando che
arrivassero i bagagli.
Alvin, nel frattempo, raggiunse Brittany dicendo “Brittany,
non farlo mai più!
Le mie orecchie mi fanno ancora male!”
“Alvin, sii solamente lieto
che ti abbia svegliato, oppure
saresti stato lasciato da solo nell’aereo”, rispose
Brittany.
“Ah, già,
è vero…”, rise nervosamente Alvin,
grattandosi la
nuca della sua testa, senza avere le parole necessarie per replicare
alla frase
di Brittany. Di solito avrebbe avuto una replica scritta nella sua
mente dopo
pochi secondi, ma aveva ancora la strana sensazione che aveva avuto
sull’aereo,
quando era vicino a Brittany, e che gli rendeva difficile pensare.
E per Brittany non era per niente
diverso. Sarà stata pure
svegliata dal suo sogno, ma la sensazione che aveva avuto era rimasta,
ed
aumentava ogni volta che si trovava accanto alla sua controparte. Si
era
rafforzata ancora di più quando aveva scoperto di aver
dormito sopra di lui.
“Okay, ragazzi, i nostri
bagagli sono qui. Adesso
andiamocene prima di venire scoperti da qualche telecamera”,
suggerì Dave
provando a non farsi rallentare da alcuni fan con carta e penna.
La banda aspettò fuori
dall’aeroporto, dove era parcheggiata
la limousine che Dave aveva prenotato mentre aspettava gli altri fuori
dall’aereo. Ci entrarono tutti, tranne Ian.
“Ehi, Ian. devi
venire?”, chiese Dave.
“No, devo tornare alla Jett
Records. Prenderò un taxi”,
rispose Ian.
Nel caso non lo sapeste, Ian aveva
riavuto il suo lavoro
alla Jett Records dopo gli International Music Awards.
“Beh,
va bene. Fai come vuoi”,
replicò Dave.
Casa
Seville
Narratore:
Brittany
Ogni sensazione che ho cambia
totalmente quando sono accanto
ad Alvin. La stessa sensazione che ho avuto in quel sogno, dolce, buona
e in
qualche modo calorosa, mi faceva sentire incredibilmente a disagio, ma
allo
stesso tempo a mio agio. Mi impedisce ogni piccolo e leggero movimento.
Insomma, non so dire se questa sia
una buona o cattiva
sensazione. Tutto ciò che so è che davvero strana.
Dave stava aprendo la porta di casa.
Io e le mie sorelle
stavamo in piedi, accanto alle nostre rispettive controparti. In questo
momento
sono accanto ad Alvin. Volevo scoprire se questa sensazione era stata
generata
solo dalla mia immaginazione o no.
Mentre non stava guardando, mi
avvicino in segreto a lui, e
come pensavo la sensazione colpì ancora. Tutto il calore, la
dolcezza e il
benessere, li sentii tutti in una volta. Ero mentalmente legata a
questa
sensazione. Ogni volta che mi muovo più vicina a lui, essa
diventa ancora più
forte. Era come se noi due fossimo due poli opposti, che non fanno
altro che
attrarsi a vicenda. (Okay, ammetto che forse anche questo esempio
l’ho preso
dal canale scientifico dell’estetista…)
Sentii che lo scorrere del tempo
stava rallentando. Sentii i
più leggeri soffi di vento attraversarmi la faccia. Poi
rimasi scioccata quando
si girò verso di me. I miei occhi si dilatarono in shock
mentre la sensazione
si rafforzava come se una scarica elettrica stesse scorrendo avanti ed
indietro
tra le mie spalle e le mie mani sudate. Potevo sentire che anche la mia
fronte
stava iniziando a bagnarsi per il sudore.
Non so se ho paura, se sono malata,
se sto bene, ma questa
cosa non è normale per niente. Lo guardai dalla testa ai
piedi, e un'altra scossa
elettrica mi scorse lungo il corpo quando i miei occhi blu elettrico
incontrarono i suoi marrone nocciola. Li guardai e giuro di averli
visti
brillare come gioielli.
Il ritmo del mio respiro non era
affatto normale, e sentivo
di poter svenire da un momento all’altro. Raccolsi tutto
quello che era rimasto
di sano in me per parlargli.
“Ehi,
Alvin”, mormorai io,
cercando di non balbettare.
Narratore:
Alvin
Dave stava aprendo la porta della
casa, girando in
continuazione la chiave nella serratura. ‘Ma
dai, mica ci vogliono secoli per aprire una semplice porta!’,
pensai. Restai
lì dov’ero, fissando il vuoto e pensando a niente.
È un dato di fatto che gli
uomini possono fissare il vuoto senza pensare a nulla anche per un
quarto d’ora,
e le donne sono esattamente l’opposto. Non possono stare un
solo minuto senza
pensare. Beh, a parte questo, restai a fissare il nulla.
I miei pensieri furono interrotti da
qualcosa che mi fece
avere la sensazione che avevo avuto sull’aereo. Annusai un
poco l’aria ed
avvertii un odore parecchio gradevole per il mio naso. Era un odore
familiare,
un profumo. Con ogni respiro che prendevo, la sensazione tornava e
diventava
più intensa.
‘Aspetta
un momento! Ho
questa sensazione solo quando sono vicino a Brittany, quindi questo
significa
che…’
Mi girai per vedere se fosse davvero
dietro di me, ed
infatti lo era. Fissai i suoi occhi, quei cerchi blu perfetti collocati
nelle
sue orbite oculari. Non so perché, ma stavo sudando come un
matto. Sentii contemporaneamente
il calore attorno al mio corpo e una folata di vento freddo, e
ciò mi fece
avere paura.
Non avevo idea di cosa mi stesse
succedendo, e sentii come
se il mio cervello fosse andato in tilt, dicendomi ‘Non
fare casini, non fare casini!’. Non riuscivo a
capirmi per
niente. Ero caldo ma stavo rabbrividendo, sentivo benessere ma mi
sentivo anche
a disagio.
Sentii un forte shock quando mi disse
“Ehi, Alvin”. In quel
momento, sentii di aver perso ogni traccia di salute mentale. Stavo
cercando di
rispondere alla mia solita maniera, ma sapevo che con questa sensazione
tutto
ciò che sarebbe uscito dalla mia bocca sarebbe stato
incomprensibile.
Non avevo nulla
nella mia testa,
quindi risposi con un semplice “E-ehi,
Britt…”
Dave finì di aprire la
porta. “Oh, finalmente”, disse Simon.
Sembrava una vita da quando avevamo messo piede l’ultima
volta in questa casa. Gli
altri li seguirono, tranne Alvin e Brittany, che rimasero a fissarsi.
Non si
parlarono nemmeno, si guardarono in completo silenzio.
Il silenzio fu rotto da Theodore.
“Ehi, Alvin. C’è uno
speciale di Meerkat Manor stasera, vuoi vederlo insieme a
noi?”, chiese lui.
Alvin tornò immediatamente alla realtà e scosse
velocemente la testa.
“Eh? Oh, certo.
Sarò in soggiorno tra un attimo”, rispose
lui. Poi si girò verso Brittany. “Ehm…
dovremmo entrare… credo…”, disse lui.
“Oh,
giusto…”, rispose Brittany in un tono molto dolce
e
seguito da una risatina nervosa.
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Capitolo 5 *** Capitolo 5 - Ora è tutto chiaro ***
CAPITOLO
5 – ORA È TUTTO CHIARO
“Ehm… dovremmo
entrare… credo…”, disse Alvin.
“Oh,
giusto…”, rispose Brittany in un tono molto dolce
seguito da una risatina nervosa.
Dave stava preparando una cena veloce
prima di mandare tutti
a letto. I chipmunk erano in soggiorno a guardare la TV. Ogni chipette
e
chipmunk era seduta accanto alla propria controparte.
Simon e Jeanette stavano leggendo un
libro su qualche
argomento che solo loro due avrebbero potuto trovare interessante,
mentre
Theodore ed Eleanor erano seduti insieme a guardare Meerkat Manor.
Tuttavia, Alvin
e Brittany
avevano gli occhi incollati alla TV, ma solo quelli. La loro mente era
da
tutt’altra parte.
Narratore:
Alvin
Fui invitato da Theodore a guardare
la TV mentre Dave finiva
di preparare la cena. Ero seduto accanto a Brittany a guardare la TV,
ma non
potevo capire una sola parola di quello che diceva il presentatore a
causa di
questa sensazione.
È ancora qui. Nonostante
tutto quello che faccio, essa
ritorna ogni volta che sono vicino a lei. I miei occhi erano puntati
verso la
televisione, ma la mia mente no. Era rivolta a qualcos’altro,
anzi a qualcuno.
Spostai lo sguardo alla mia sinistra
per vedere cosa stesse
facendo la mia controparte. Stava con il gomito appoggiato al bracciolo
del
divano e la sua faccia poggiata sul palmo della mano. Sembrava che si
stesse
annoiando.
Guardai profondamente dentro i suoi
occhi blu. Non potevo
farci niente, non riuscivo a staccarle gli occhi di dosso. Con questa
sensazione dentro di me riuscivo a malapena a muovermi. Ero mentalmente
paralizzato. La guardai e con ogni momento che passava sentivo la
scarica
elettrica muoversi dai miei nervi alle mie spalle e mani.
Sentivo del calore attorno al collo,
alle cosce, alle
caviglie, attorno ad ogni parte del mio corpo. Aprii lentamente la mia
bocca,
inalai una piccola quantità di aria e dissi
“E-ehi, Britt. S-sembri annoiata”.
Quelle parole uscirono da sole dalla mia bocca. Non potei trattenermi,
era come
se il mi corpo avesse una mente a parte che lo guidasse.
“Eh?
Cosa?”, disse lei. Sembrava
che l’avevo interrotta dal pensare.
Narratore:
Brittany
‘Cosa
è successo poco
fa? Cos’è questa sensazione? Perché la
sto avendo di continuo da quando ho
fatto quel sogno?’, pensai mentre ricordavo cosa
era successo mentre Dave
stava aprendo la porta. Non sapevo esattamente cosa fosse, sentivo solo
che
rischiavo seriamente di svenire. Mi girava la testa. Il mio respiro era
veloce,
il mio cuore stava battendo come un martello.
Alvin stava guardando Meerkat Manor,
il programma preferito
del suo fratello più piccolo. Sarei dovuta stare nel letto
ad aspettare che
Dave finisse di preparare la cena, ma c’è questa
parte di me che è guidata da
questa sensazione. Una parte di me che voleva che restassi di sotto con
Alvin.
Perché? Non lo so.
Mi appoggiai al bracciolo mentre
pensavo cosa potesse
essere, perché io volessi restare di sotto mentre potevo
benissimo stare
distesa sul letto, molto più confortevole del divano.
Ero parecchio immersa nei miei
pensieri, quando sentii Alvin
che diceva “E-ehi, Britt. S-sembri annoiata”.
Appena lo udii, la sensazione mi
colpì come un proiettile. Ancora una volta, il mio respiro
non era normale.
“Eh? Cosa?”. Non
ero spaventata, ma non sapevo perché avessi
reagito in tal modo.
“Non è nulla,
Alvin. Stavo solo pensando”, dissi io.
“A cosa?”, mi
chiese.
A quel punto non sapevo proprio cosa
rispondere. Non potevo
certamente dirgli che ultimamente stavo avendo delle strane sensazioni
su di
lui.
“Io, ehm… stavo
solo pensando a… uhm…”. Ero nei guai,
quindi
mi guardai intorno per trovare qualcosa che potesse tirarmi fuori da
quella
situazione. La mia vista finì nella cucina, e mi venne in
mente la risposta.
“… di come
sarebbe venuta la cena”, risposi io. Alvin si
girò e guardò in cucina, e mentre non stava
guardando tirai un sospiro di
sollievo. Poi tornò verso di me e disse “Hai molta
fame, non è vero?”
“Beh, sì, penso
di sì”, risposi, poi tornai alla TV e feci
finta di interessarmi, in modo che la finisse di farmi domande. Poi lui
fece la
mia stessa cosa: tornò a guardare la TV.
Dopo qualche minuto stavo ancora
pensando a lui ed a quella
sensazione, ed allo stesso tempo a fare finta di guardare il programma.
“Ragazzi,
la cena è pronta!”,
gridò Dave dalla cucina. Entrammo in cucina, e mangiammo per
rifarci le forze.
I Chipmunks e le Chipettes furono
chiamati in cucina per la
cena. Entrando, Theodore annusò uno strano odore.
“Ehi, Dave, che buon odore.
Cos’è?”, chiese lui.
“È una pizza che
ho fatto secondo la ricetta di zia Jackie,
provala”, rispose Dave.
Theodore si arrampicò sul
tavolo, si avvicinò alla piccola
pizza a taglia di chipmunk e prese un morso. “Hmmm, che
buona!”, esclamò
Theodore.
“Grazie, Theo. Ora, voi
altri, dateci sotto”, disse Dave.
Dopo la cena, i Chipmunks andarono a
letto mentre le
Chipettes a farsi una doccia. Mentre Brittany non era nei dintorni,
Alvin ne
approfittò per chiedere a Simon informazioni su questa
sensazione.
“Ehi, Simon”,
disse Alvin, per attirare l’attenzione del
fratello.
“Cosa
c’è, Alvin?”, chiese Simon.
“Io…
ehm… ho una cosa da chiederti”, disse Alvin
nervosamente, grattandosi la nuca.
“Cosa
c’è che non va?”, chiese Simon. Sembrava
leggermente
preoccupato, dal momento che non vedeva quasi mai suo fratello parlare
in
questo modo.
“È…
ehm…”. Alvin era trattenuto dal suo nervosismo.
Pensava
che Simon si sarebbe preso gioco di lui.
“Riguarda Brittany, non
è vero?”, provò ad indovinare Simon.
Alvin rimase a bocca aperta, chiedendo “E tu come lo
sai?”
“Solo una deduzione, mon
frere. Ad ogni modo, cosa c’è?”
“Beh, è solo
che… negli ultimi tempi ho una strana
sensazione quando sono vicino a lei. È iniziato tutto
sull’aereo, mi stavo
annoiando e stavo provando ad addormentarmi. In quel momento Brittany
si mosse
vicina a me ed appoggiò la mia testa sulla mia spalla, e il
suo braccio sul mio
petto. Poi ho avuto questa sensazione. Mi sentivo caldo attorno al
collo, alla
faccia, dalle mie spalle alle mie braccia. Sentivo come se il mio cuore
stesse
martellando per inserire un chiodo dentro di me, ed ho iniziato a
respirare
velocemente. Qualunque cosa sia questa sensazione, mi impediva di
muovermi. Ma
in qualche modo mi ha fatto sentire bene, e ciò mi ha
permesso di
addormentarmi”, disse Alvin, descrivendo ogni cosa. Simon e
Theodore
ascoltavano seduti sul suo letto.
“Ti è
piaciuto?”, chiese Theodore.
“Cosa?”
“Vuole dire se ti piace
questa sensazione, se ti piace avere
una ragazza sopra di te”, rispose Simon.
“Non lo so. Sono confuso,
non mi sono mai sentito in questo
modo fino ad ora. Sapete dire cosa sia?”, rispose Alvin alla
spiegazione più
dettagliata di Simon.
“Hehe… ne sei
sicuro, Alvin? Neanche tu sei così stupido da
non saper dire cosa sia”, disse Simon.
“Cosa?”, chiese
Alvin, con un sopracciglio inarcato e la
bocca aperta.
“È la sensazione
che ti fa sentire in paradiso, tipo
l’angelo che ti lancia la freccia dritta nel
cuore”, rispose Theodore.
“Eh?”, rispose
Alvin, confuso dalla risposta di Theodore.
“Dal punto di vista
scientifico, Alvin, è un valore che
rappresenta il vivere in prima persona la gentilezza,
l’affetto e la
compassione. È definita come la parte degli istinti animali
che ci induce a
portare avanti una specie”, rispose Simon, sperando che Alvin
potesse capire
per via scientifica.
“Simon, penso che la
spiegazione di Theodore sia abbastanza
incomprensibile, ma la tua è anche peggio!”. Alvin
stava iniziando ad
irritarsi. “Ascoltate, ragazzi… non ho tempo per
indovinelli pazzi o
scientifici, quindi vi prego di dirmi cosa mi succede”
“È amore,
Alvin!”, esclamarono entrambi all’unisono. Gli
occhi di Alvin si dilatarono e lui rimase a bocca aperta per la
risposta dei
suoi due fratelli. “N-non vorrete dire che…
sono… sono innamorato di Brittany?”
“Beh, dovrai scoprirlo tu,
fratello. Per ora, per quello che
ci hai detto, possiamo solo dire che sei innamorato”, disse
Simon ad Alvin.
“Adesso, se non ti dispiace, vado a dormire. Tu puoi o
aspettare le Chipettes e
parlare a Brittany oppure andartene a dormire”, aggiunse lui.
Alvin guardò in basso
mentre i suoi fratelli lasciarono il
suo letto per tornare a quello loro subito sotto al suo.
‘È
davvero questa la sensazione? Lo so che sono passate ore da quando
siamo stati su quell’aereo, ma adesso sento come se questa
sensazione sia stata
dentro di me per tutto il tempo. So che mi è piaciuta sin da
quando l’ho
incontrata per la prima volta alla West Eastman, ma non ho mai saputo
che mi
sarebbe potuta piacere in questo modo’,
pensò lui. Con questi pensieri
nella sua testa, decise di accasciarsi sul letto.
In
bagno…
Le Chipettes avevano finito di
lavarsi i capelli. Presero il
loro asciugamano con il loro rispettivo colore e coprirono il loro
corpo mentre
andavano verso i loro asciugacapelli, realizzati appositamente per loro.
“Ehi, ragazze”,
disse Brittany per attirare l’attenzione
delle sue sorelle.
“Sì?”,
risposero entrambe.
“Posso dirvi una
cosa?”, chiese Brittany.
“Britt, siamo le tue
sorelle, sai che puoi dirci tutto”,
rispose Eleanor.
“Beh, Ellie, ti ricordi di
quella cosa sull’aereo, giusto?”,
chiese Brittany ad Eleanor.
“Sì…”,
rispose Eleanor.
“Cosa è successo
sull’aereo?”, chiese Jeanette con
curiosità. “Ah, già , tu non ne sai
ancora niente. Brittany ha dormito accanto
ad Alvin sull’aereo”, rispose Eleanor.
“E allora? Io ho dormito
accanto a Simon e tu accanto a
Theodore”, disse Jeanette, pensando che non ci fosse nulla di
male. Ma c’era
qualcosa che non la faceva sentire come se fosse stata solo una normale
dormita
accanto a qualcuno.
“A meno che… non
avrai preso Alvin per un cuscino?”, capì
Jeanette.
“Beh, sì, ma non
è tutto. Mentre stavo dormendo ho avuto un
sogno, ero tornata sull’isola. Sono andata alla capanna di
Zoe per vedere se ci
fosse qualcun altro, ma non c’era nessuno. Mi sentivo sola,
ed ho iniziato a
piangere. Poi è apparso Alvin. Mi ha preso in un abbraccio
stretto, ed
improvvisamente la sensazione di solitudine fu rimpiazzata da una molto
strana”,
descrisse Brittany.
“E che
cos’è?”, chiese Eleanor. Aveva
già un’idea in mente
di cosa fosse, ma per essere sicura chiese maggiori dettagli.
“Beh, è come se
qualcosa si riscaldasse attorno a me. Quando
provo a muovermi questa sensazione mi lascia fare solo alcuni movimenti
come
battere le ciglia e respirare. Posso sentire delle scariche elettriche
sulle
mie guance e un po’ dappertutto. Vanno avanti e indietro
dalle mie spalle alla
mia mano. In qualche modo, ho questa sensazione solo quando sono vicino
a lui,
come quando Dave stava aprendo la porta di casa”,
continuò Brittany con la sua
spiegazione.
“Quindi è per
questo che ci avete messo così tanto ad
entrare e siete rimasti a fissarvi negli occhi?”, chiese
Eleanor.
“Ma dico, dovete essere
sempre nel posto giusto al momento
giusto voi due?”, scherzò Brittany.
“E allora,
Britt?”, chiese Jeanette. “La stessa sensazione
la ho io quando sono vicina a Simon”
“Conosci quella sensazione,
Jean?”, chiese Brittany.
“E chi non la
conosce?”, disse Jeanette.
“Ehm… Jeanette,
nel caso non l’avessi notato, a fare le
domande qui sono io”, disse Brittany a Jeanette.
“Brittany, questa
sensazione… ti piace?”, chiese Eleanor.
“Cosa?”. Brittany
era confusa da ciò che le aveva chiesto la
sua sorella più piccola.
“Ok, mettiamola in questo
modo… ti piace Alvin?”, chiese
Eleanor, cercando di esemplificare la sua domanda. Brittany non sapeva
cosa
rispondere a quella domanda. Era confusa, le piaceva Alvin? Le due
sorelle
rimasero a fissarsi, mentre Jeanette le guardava entrambe.
Dopo qualche secondo, Eleanor
sorrise. “Hehe… so qual è il
problema. A te non piace Alvin Seville. Tu AMI Alvin Seville”
“COSA? IO AMO
CHI?”, esclamò Brittany.
“È
l’unica spiegazione, Britt. Tu provi qualcosa per
Alvin”
“Cosa? E tu come lo
sapresti, scusa?”, chiese Brittany.
“Lo so
perché-“, iniziò Eleanor, ma si
interruppe subito. “Oh.
Ehi, Alvin!”, disse lei, puntando alla porta del bagno.
Brittany si spaventò e
guardò nella direzione verso la quale
puntava Eleanor, ma non vide nessuno. “Ecco il
motivo…”, sussurrò Eleanor alla
sua sorella maggiore mentre lei guardava verso la porta.
Brittany arrossì e
guardò la sorella. “Sei una
canaglia…”,
disse lei.
“Hehe, trollata come non
mai”, rise Eleanor. Jeanette non
poté fare a meno di unirsi a sua sorella nel ridere.
“Ah ah ah… molto
divertente”, disse Brittany con sarcasmo. “Se
avete così tanto da ridere, perché non ci
asciughiamo i capelli e torniamo in
camera?”
“E perché?
Così tu potrai vedere Alvin di nuovo?”, chiese
scherzosamente Eleanor ridendo forte di nuovo.
“Finitela,
ragazze”. Brittany
guardò con un’occhiata gelida le sue due sorelle.
“Penso che abbiate fatto
abbastanza”
Le ragazze finirono di asciugarsi i
capelli, poi indossarono
il loro pigiama e tornarono a letto. Uscirono dal bagno e tornarono
nella
stanza con i Chipmunks.
Brittany aprì la porta e
guardò dentro. Provò a fare il suo
meglio pur di non guardare Alvin sul letto più alto dei tre,
ma per quanto ci
provasse i suoi occhi rimanevano sempre fissi su Alvin. Andò
verso i letti suoi
e delle sue sorelle e si arrampicò sul più alto.
Dopo qualche minuto, Brittany non
poté dormire e stava
girata di lato, verso i letti dei Chipmunks. Non poté fare a
meno di guardare
Alvin. Si permise di guardare Alvin, ma non di andare oltre. Ma, per
quanto si
sforzasse, la sua mente continuava a ripetersi quanto Alvin fosse
carino mentre
dormiva. Alla fine sospirò.
‘Forse
le mie sorelle
hanno ragione. Forse me ne sono innamorata. È tutta questa
la sensazione? Lo è
sempre stato? Ma se lo amassi, forse sarebbe meglio mantenere questo
segreto. Se
glielo dicessi, probabilmente mi prenderebbe in giro. Sì, mi
deriderebbe. Non penso
che glielo dovrei dire, o almeno non ancora. Voglio veramente Alvin? E
se sì,
perché? È tutto a causa di un sogno?’
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