Remember me.

di YouAreBeautifulInYourWay
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** I. capitolo ***
Capitolo 2: *** II. Capitolo ***
Capitolo 3: *** III. Capitolo ***
Capitolo 4: *** IV. Capitolo ***
Capitolo 5: *** V. Capitolo ***
Capitolo 6: *** VI. Capitolo ***
Capitolo 7: *** VII. Capitolo ***
Capitolo 8: *** VII. Capitolo ***



Capitolo 1
*** I. capitolo ***


Quella sarebbe potuta essere una giornata come molte altre eravamo solo io e lui, in un prato su una tovaglia. Stavamo mangiando quando notai che la sua mano era gonfia «Daniel, cosa succede alla tua mano?» gli chiesi preoccupa, lui se la guardò per un attimo, questa stava prendendo un colore violaceo «Non lo so... sarà qualche tipo di allergia...» «Forse è meglio che andiamo da un dottore...» «Ma va là! Non è niente!» «Ti prego tesoro..»
Iniziai a impacchettare le cose, lui mi fermò il braccio con la mano buona e mi diede un bacio «Sei un amore Lesley!» «Andiamo allora, prima che cambio umore..».
Guidai io fino all'ospedale, andammo in pronto soccorso dove gli fecero una serie di esami, i quali risultavano tutti negativi, nessuna allergia, nessun'intolleranza...
Ci mandarono al piano di sopra a fare degli altri aggiornamenti, aveva dei valori un po'bassi, ma non sembrava nulla di preoccupante, quando entrammo nell'ambulatorio del dottore e gli  consegnammo il foglio delle analisi guardò il mio ragazzo con aria un po preoccupata sistemandosi gli occhiali «Allora... Daniel... vero? Quanti anni hai?» gli chiese l'uomo
«Diciannove signore, appena compiuti!» rispose lui fiero «Ascolta Daniel, ora ti faro due segni sul braccio col pennarello, uno indica quanto è gonfia la mano in questo momento un'altro invece indica che se entro domani e gonfia fin qui dovrai tornare da me.» disse mentre gli disegnava un secondo cerchio sul avambraccio un po' più in su dell'attacatura del gomito «Che cos'ha dottore?» gli chiesi io che fino a quel momento nomn avevo parlato «Non lo so ancora signorina, spero nulla di grave, ora tornate a casa e faccia in modo che suo fratello si riposi..» io e daniel ci guardammo e trattenemmo una risata «Grazie- disse Daniel al dottore- comunque lei è la mia ragazza in caso ci vediamo domani!».
Tornammo a casa e la mano di Daniel si era gonfiata un'altro po' arrivando ad essere violacea fino a sotto il polso, i suoi quando glielo dicemmo si preoccuparono molto nonostante le nostre rassicurazioni, anche se nessuno dei due era veramente convinto che non fosse nulla.
Poco dopo me ne tornai a casa mia, dove dissi tutto ai miei, mio padre era preoccupato, Daniel era uno dei migliori giocatori nella sua squadra di basket e aveva grandi progetti per lui... «Speriamo non sia niente di grave..» disse lui «Non voglio fare la guasta feste, ma non credo che sia da prenderla alla leggera» disse mia madre con fae sapiente da medico, quale era «Dici mamma?» «Si, ma finchè non avrete dei risultati non  prendermi troppo sulla parola..» me ne andai in camera a studiare, tanto per passare il tempo, con la musica sparata nelle cuffiette, scelsi la cover di Torn, la canzone di Natalie Imbruglia, cantata dai One Direction, la mia boyband preferita, dopo il mio Dan loro eran i ragazzi che più amavo al mondo,
erano come degli amici lontani, irraggiungibili, ma che conscevo alla perfezione e che sembrava quasi che anche loro conoscessero me..
Dopo un paio di ore che studiavo mi squillò il telefono «Si? Qui è Lesley» «Les, sono Dan» mi disse con voce singhiozzante «Amore cosa succede?» stavo iniziando a preoccuparmi sul serio, non lo avevo mai visto o sentito piangere «Il braccio..» «Non muoverti, ti vengo a prendere subito e andiamo in ospedale» corsi in garage a prendere la macchina, con le lascrime agli occhi, erano le cinque e nemmeno quattro ore prima avevamo fatto la visita, i miei nervi erano a fior di pelle, ingranai la marcia e partii veloce.
Arrivai a casa di Daniel che scese sulla strada appena mi vide arrivare dalla finestra di camera sua con una felpa addosso per nascondere il braccio destro, salì in macchina e ripartii sempre molto velocemente «Fammi vedere il braccio.» gli chiesi dopo essere smontati dalla macchina nel parcheggio dell'ospedale, lui sbuffò e si tirò su la manica,
la mano e il braccio non erano più tanto viola come prima, ma il gonfiore aveva perfino superato il crechio fatto dal dottore, deglutii cercando di mandare giù il noo che mi si era formato in gola. 
Entrammo in ambulatorio una mezzora dopo essere arrivati, il dottore, lo stesso di prima che si ricordò di noi ci guardò entrare con molta sorpresa, io avevo gli occhi gonfi,
Daniel invece si era calmato ed era apparentemente tranquillo anche se stava stritolando la mia mano. Senza dire una parola, l'uomo lo fece sedere sul lettino, gli tirò su la manica e quando vide il braccio disse «Ho sperato fino all'ultimo che fosse un'infezione, ma credo che sia megli fare una tac e sperare in un risultato positivo»uscimmo tutti e tre dall'ambulatorio con gran stupore dei pazienti in attesa dopo di noi. Ci dirigemmo al piano superiore dove in pochi minuti fecero fare la tac e poi venne mess sotto osservazione in una stanza.
Chiamai i suoi genitori e gli avvisai della tac, arrivarono poco dopo accompagnati dai miei che non so come vennero a conoscenza di dove mi trovavo 
«Mister, mi sa che domani non posso giocare..» disse daniel a mio padre «Non importa ragazzo, vedi di stare meglio.» eravamo tutti riuniti attorno a lui come una grande famiglia, arrivarono l'infermiera e il dottore con i risultati della tac uscirono a parlarci la nostre madri che eranomolto amiche, mentre noi quattro cercavamo di tirarci un po' su di morale a vicenda. Dopo qualche minuto rientrarono e la madre di Dan iniziò a parlare «Tesoro, abbiamo ricevuto i risultati.. e.. e...» mia madre continuò la frase abbracciando Christine «e.. hai un tuomore.. al cervello... » il mondo mi crollo addosso, presi Daniel e lo strinsi a me, non era possibile! «Mamma, lo cureranno?» «E' in fase avanzata tesoro- disse accarezzandomi la mano-
però possono fare in modo che sti il meglio possibile fino all'ultimo, una chemio terapia gli farebbe solo più male, distruggerebbe tutto il cervello...» «Quanto mi rimane ancora?» «Non si sa ancora.. Però ti lascieranno a casa, ho già accordato col mio collega che le iniezioni te le farò io, infondo è il mio lavoro e tu e Lesley potrete stare più assieme» Daniel mi sorrise soddisfatto, io piangevo mio padre mi prese peruna spalla e mi invitò ad andare con lui, ma mia madre fece segno di lascirmi li, lasciandoci soli e accompagnando i genitori di Dan, che erano distrutti dalla notizia.
«Amore..» mi disse accarezzandomi i capelli «Shh devi riposare.» «Promettimi una cosa.» «Che cosa?» «Lascia che io esaudisca tutti i tuoi desideri e realizzi i tuoi sogni» «Voglio solo che tu stia bene.» «Sai, ho sentito che faranno un concerto dei One Cosi qui vicino a Londra, ti piacerebbe accompagnarmi?» «Stupido, certo che voglio, ma a te non piacciono!» «Ora come ora non voglio vivere come un ragazzo normale, ma come il tuo, voglio solo il meglio per te.» «Ti amo..» «Anch'io piccola!» disse baciandomi.


Bene, questo è il primo capitolo, mi piacerebbe andare avanti con questa storia (mi ispira) spero di trovare delle recensioni, perchè mi piacerebbe tantissimo sapere il vostro parere! Un bacionissmo directioners e buona fortuna a chiunque avesse degi esami! Moi

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Capitolo 2
*** II. Capitolo ***


Erano passate due settimane e Daniel peggiorava nonostante le cure per alleviare il Male, spesso vomitava e diventava sempre più pallido.
La mattina andavo a scuola, da sola, lui aveva smesso di andareci, e i pomeriggi li passavamo assieme sdraiati sul letto o all'aria aperta in giardino di casa sua. «Hei Les!» «Che c'è amore?» «Sei libera questo week end?» «Sei fortunato forse nella mia genda piena di impegni trovo un momento anche per te dopo aver dato da mangiare al gatto.» gli dissi ridendo, rise anche lui «Beh il tuo gatto che non hai può aspettare! Sabato sera usciamo!» «Sicuro di farcela?» «Io sono un supereroe!» disse baciandomi dolcemente, sorrisi sulle sue labbra «Portami dove vuoi, io con te vengo ovunque Hero..» mi strinse forte e rimanemmo stesi assieme sull'erba del prato che iniziava a seccare con l'arrivo dell'autunno emanado un odore pungente di terriccio.

«Allora dimmi dove mi porti?» gli chiesi salendo sulla sua macchina«Sorpresa piccola Les, non essere impaziente!» e mi salutò con un bacio «Woow sei uno schianto questa sera piccola!» «Tu di più!» «Con queste occhiaie??» disse sarcastico seguendo con l'idice le due linee violette che gli contornavano gli occhi «Non dormi nemmeno con le gocce?» «Mi rifiuto di prendere quelle stronzate!» «Ti aiuteranno!» «E' già tasnto che mi faccio fare le iniezioni e se ho detto di si a questa "cura" è solo per te.» «Sei un idiota!» «Si l'idiota che ti ama!» disse parcheggiando la macchina «Siamo arrivati?» gli chiesi io scompigliandoli i capelli «Si signorina, se vuole scendere!» presi la borsa e ci incamminammo verso unp'edeificio a quadretti rossi.
Entrammo e nella hall dell'edificio dove c'era una donna al bancone, sembrava un bar, ma davanti a lei c'era solo un computer, Daniel si avvicinò a lei, le disse qualcosa e la segretaria sorridendogli gli diede due cartellini e gli disse qualcosa. «Cos'è un party esclusivo?» gli chiesi con una risata nevosa «Hey, stai tranquilla, ti fidi di me?» «No!» gli dissi dandogli una pacca sul sedere e scappando su per le scale.
«<Lesley aomre! Ti prego, non correre, sai che non posso!» mi fermai di colpo, me ne ero completamente dimenticata per un momento, stupida, stupida, stupida! «Si lo so!» mentii «Che dici se perndiamo l'ascensore?! Non voreei infartare proprio questa sera!» annuii con la testa e lo seguii nell'ascensore, che si chiuse alle nostre spalle.
Arrivati all'ottavo piano l'ascensore di fermò, ma non sentivo nè musica, nmè schiamazzi di gente della nostra età, il silenzio regnava assoluto, prendemmo un lungo corridoio, il posto sembrava un'emittente radiofonica, c'erano stanze con tavoli con microfoni e mixers, che non fosse per questo che eravamo lì? Daniel era stato invitato forse in uno di quei noiodìsi programmi notturni per parlare di come io e lui viviamo il suo cancro?
Arrivammo davanti ad una porta molto grossa, Dan si girò verso di me e mi disse «Pronta?» «Se sapessi per cosa forse si?» «Ok...» abbassò molto lentamente la maniglia e davanti a noi si aprì uno stdio dove c'era una mega omone seduto su una sedia che smanettava col mixer, aldilà del vetro c'erano loro, quasi infartai vedendoli, tutti e cinque perfetti che cantavano, ma noi non li potevamo sentire, solo l'omone con le cuffie che ci fece segno di stare in silenzio e sederci accanto a lui, ubbidimmo e io guardai Daniel adorante, come se fosse tato il mio Dio.
Loro invece non si erano accorti di noi, erano troppo concentrati a registrare e si lanciavano occhiate d'ntesa mentre uno smetteva di cantare e un altro iniziava al suo posto con gli altri tre che gli facevano da coristi, semplicemente perfetti. Niall con quella sua chioma bionda tinta e il sorriso stampato in faccia, Liam ogni tanto controllava il telefono quando non toccava a lui cantare i Larri con il braccio uno sulla spalla dell'altro e Zayn che ogni tanto si grattava una guanci o si passava le mani tra i capelli. La canzone finì, l'uomo che registrava schiacciò un pulsante che gli permetteva di comunicare con i ragazzi e gli disse di uscire che c'erano visite per loro, fù in quel momento che si accorsero di noi.
Corsero come un brnaco di animali verso la poritcina che collegava le due stanze e cercarono di uscirne tutti contemporaneamente, Daniel li guardava come per dire "Ma questi sono matti!" io gli sorrisi confermando la sua silenziosa supposizione.
Il primo ad uscire fu Liam, poi tutti gli altri lo seguirono «Ciao Io sono Niall! E loro sono le "patate di Niall".» disse il biondo indicando gli amici io ero paralizzata cos'ì Daniel prese parola al mio posto «Ciao ragazzi, io sono Daniel e lei è Lesley, la mia ragazza! » mi cinse un fianco ed io arrossii «Beh buona scelta Daniel!» Disse Harry «Possibile che tu debba gufare con tutte?» gli chiese Lou «Tranquillo Boo Harry è solo tuo.» lo rassicuroò il ragazzo mulato dietro di lui passandosi una mano nei capelli «Qual buon vento, o bott di culo, dato il nostro management, vi porta qui?» chiese Liam ironico «Diciamo che essere dei malati terminali ha i suoi vantaggi!» disse Daniel «Oddio, non lo sapevo, scusa non intendevo assolutamente offendere o essere indelicato!» disse Liam diventando tutto rosso e notando il brutto aspetto del mio ragazzo, io ero ancora parealizzata.
«Noi stiamo andando a fare cena ragazzi e visto che siete nostri ospiti non possiamo lasciarvi qui, dai venite, offre la casa!»disse Louis prendendomi sotto braccio, mtre Harry faceva lo stesso con Daniel «O-ok..» dissi io spaventata da quel contatto, in pochi istanti mi ero trasformata completamente e nn ero più l'estroversa Lesley che parlerebbe con chiunque.


Si, si... lo so! è corto, è che non ho molto tempo, mi dispiace... Spero vi stia piacendo questa storia... Dve piacervi! Quindi se vi opiace... e vi paice! Lascitemi una recensione almeno al secondo capitolo.. e lo farete! Hahaha grazie a chi la legge la preferisce le segue la ricorda la scopa, la mangia, la beve e ci si soffi il naso. Vii voglio bene Moi!

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Capitolo 3
*** III. Capitolo ***


Daniel quella sera mi regalò un sogno, eravamo seduti a tavola tutti e sette n una stanza sullo stesso piano dello studio dove prima i ragazzi registravano erano simpaticissimi e stra carini con noi.
«Allora ragazzi, come siete riusciti a convincere il nostro management a farci incontrare?» chiese Louis che era molto interessato quanto felice e sorpreso delle nostra visita «Ecco, volevo fare un regalo a Les, visto che molto probabilmente sto per andarmene.» disse Daniel in modo spigliato senza entrare nei dettagli, io trattenni una lacrima e distolsi lo sguardo da quelle mani sempre più magre e pallide ogni giorno che passava «Cavolo sei fortunata ad avere un ragazzo come lui!» disse Lou rivolgendomi uno sguardo «Già!» gli sorrisi io; ero fortunata ad avere un ragazzo che cercava di non farmi pesare la su malattia, ero fortunata ad averlo con me al mio fianco in quel momento così importante per me, ero fortunata, davvero..
La serata finì nel migliore dei modi Daniel aveva legato con un po'tutti i ragazzi, soprattuto con Liam. al quale piaceva anche tanto il basket e non parlavano d'altro, mentre io e Louis parlavamo nel giardino sul retro degli studi del più e del meno «Lesley, posso chiederti una cosa?» «Certsamente Lou dimmi!» gli sorrisi «Dove andrà Daniel? Perchè dovete lasciarvi se siete così innamorati? Inssomma, voglio dire.. non puoi andare con lui oppure non può rinunciare o rivederti almeno durante le ferie?» era imbarazzato e più che una persona sembrava un pomodoro con gli occhi azzurri «No Louis non può...» gli dissi io triste «Scusa... non volevo, inssoma non sono nient'altro che uno sconosciuto io alla fine.. non dovrei impicciarmi!» «Lou...- scossi la testa- non è vero, ho la tua voce nell'iPod il telefono con più foto tue che di Daniel, sei un amico per me anche se finio a oggi non sapevi di esserci per me.» ci abbracciammo, mi sembrava di conoscerlo da sempre, ma non come Louis Tomlinson dei One Direction ma come Louis Tomlinson il ragazzo che diventava rosso come un pomodoro e si preoccupava per me.
Ci sciogliemmo da quell'abbraccio di cui avevo veramente bisogno e tornammo dagli altri, era ora di salutarsi e Daniel era troppo stanco per guidare
«Se volete ci possiamo riveere uno di questi giorni, diamo una party qui a Londra per festeggiare la fine del lavoro al nostro album ed annunciarlo!» disse Harry «Non saprei, non credo che sia una buona idea...» dissi io «Ma perchè no scemotta?!» disse Daniel cercando di non dare a vedere il fatto che era spossato e sorridendo «Ma..» «Verremo di sicuro! Liam ti mando un messaggio domani mattina così mi dici l'ora.» disse Dan cercando di bloccare il mio rifiuto «Ok allora aspetto il tuo messaggio!» gli disse Liam facendogli l'occhiolino.
Chiudemmo le porte della macchina dopo gli ultimi saluti e ci avviammo verso casa.
«Ti vuoi uccidere? Eh? Lo sai che devi riposare!» gli dissi io fuoriosa ad un certo punto cercando di trattenere le lacrime per vedere la strada davanti a me «Che c'è di male insomma, non voglio rinunciare a divertirmi, già non potrò più giocare e poi cavoli, non è quello che hai sempre sognato?» «Non ho mai sognato il tuo suicidio brutto idiota!» «Voglio solo che tu sia felice, che viva normalmente questa situazione, non voglio che ti senta come la ragazza del malato terminale!» «Non ti sembra già abbastanza quello che hai fatto questa sera?! L'unico modo in cui non voglio se
ntirmi è come la ragazza di un potenziale suicida, se sei malato non mi interessa, io ci sono per te e non sei un peso! Come faccio a fartelo capire?! Ma tu sei testardo, devi fare tutto di testa tua per non sentirti in colpa nei miei confronti, sei solo un egoista ecco cosa sei!» non mi rispose, si limitò a girasi verso il suo finestrino con le braccia incrociate come un bambino imbronciato a cui hanno negato una caramella e che vuole aver ragione a tutti i costi.
Arrivammo sotto casa sua, si era addormentato, era bello come il sole quando dormiva, in quel momento quasi mi dispiaceva svegliarlo
«Hey amore, siamo arrivati.» gli sussurrai all'orecchio, lui girò la testa e mi stampò un bacio sulla bocca che mi spiazzò un po'.. «Finchè ci sei tu con me io non muoio.» mi disse convinto, mi limitai a sorridergli sapendo che quella promessa non l'avrebbe mai potuta mantenere. Si alzò a fatica dal sedile e scese lentamente dalla macchina lo lasciai fare da solo sapendo quale sarebbe stata la sua reazione se l'avessi aiutato «Te la riporto domani la macchina..» gli dissi «Si, tranquilla.» mi sorrise lui e si incamminò verso il portone di casa dietro al quale sparì lasciandomi un vuoto.
Come poteva essere così incosciente quel ragazzo, pensai tra me e me mentere tornavo a casa, non si rendeva conto che avrei sofferto di più se gli fosse successo qualcosa? Stupida testa calda! L'indomani sera avrei dovuto stargli attaccata come una badante nella speranza che facesse stupidate. Mi squillò il telefono sul sedile dove stava lui fin "Sei una stupida, ma ti amo da morire xxx Dan" sorrisi, solo lui poteva scrivermi una cosa così.


Buono, scusate se ci ho messo tanto a pubblicare sto benedetto capitolo... Spero gradiate e credo che se arrivate a leggere fin qua lo gradite di sicuro! Grazie a itsvalerie che mi ha lasciato la prima recensone della storia, spero vivamente di poterne trovare altre su questo e i prossimi capitol! ^_^ ovviamente un grande grazie anche a chi segue e preferisce la storia vi voglio bene! Un megasuperiper bacione a tutti.. Moi!

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Capitolo 4
*** IV. Capitolo ***


Mi vestii veloce, dovevo andare a prendere Dan, avevo ancora io la sua macchina dalla sera prima e mia madre doveva fargli la sua solita iniezione giornaliera.
 «Mamma io vado, ci vediamo tra un quarto d'ora!» la salutai di fretta «Ok! Ma guida piano!» disse lei mentre mi chiudevo la porta di casa all spalle con un sonoro tonfo.
Guidai a tutta velocità verso casa di Daniel, incurante delle raccomandazioni di mamma, sembravo una pazza, mi fermai davani casa, facendo una frenata brusca che mi fece sobbalzare, la macchina fece un brutto fischio, Daniel era seduto sugli scalini davanti alla porta di casa sua e mi guardava con disappunto, io gli sorrisi dalla macchina, sistemandomi la coda di cavallo.

«Mi vuoi bruciare i freni?!» mi chiese aprendo lo sportello e dandomi un bacio «Avevo paura di fare tardi..» cercai di giustificarmi, lui rise buttando la testa indietro mostrando i denti candidi che si nascondevano dietro a quelle labbra quasi bianche oramai... Lo guardavo incantata, lui se ne accorse e rise ancora di più.
Ripartimmo e in pochi minuti, grazie alle mie doti di pilota di Formula1 e al motore modificato della sua Volkswagen arrivammo a casa mia. 
Dopo la puntura e il prelievo che mamma gli aveva fatto andammo in camera mia con un mega pacco di marsmallows per fargli recuperare un po le forze, quelli alla fragola, i nostri prefriti.
Eravamo sul mio letto a mangiare marshmallows con lo stereo acceso, più che una coppia sembravamo due amiche di vecchia data...
 «Allora cosa facciamo sta sera?» mi chiese lui cn gli occhi che brillavano imploranti «Nulla che ti possa uccidere!» gli dissi io facendogli l'occhiolino « Liam mi ha scritto l'ora e il posto dovesi terrà il party quesa sera, mi ha anche chiesto se volevo che metteva già i nostri nomi sulla lista..» disse accerezzandomi la faccia con fare innocente «E tu cosa gli hai detto?» chiesi immaginandomi il peggio «Che voglio che siamo i primi sulla lista e che non ce lo potremmo mai perdere!» Esclamò soddisfatto.
Gli rivolsi uno sguardo truce e di rimprovero 
«Ti avevo già detto che non volevo! Perchè non mi dai mai retta?» «Perchè tu scegli di fare sempre le cose giuste e oramai tanto vale non farle..» non risposi «E poi cavoli voglio andare ad un party per vips prima di morire, me lo merito o no?» quella affermazione mi fece ancora più infuriare; mi alzai dal letto e me ne andai in bagno senza dire niente, sbattendo la porta.
Ero davanti allo specchio, delle lacrime iniziarono a scendere e rigare il viso, piansi in silenzio per cinque minuti almeno.. Come poteva prendere alla leggera una cosa del genere, come poteva essere così tranquillo nella consapevolezza che presto quel male velenoso che lo consumava ci averbbe divisi? Quando mi calmai mi sciacquai il viso e tornai in camera mia dove quell'idiota stava ancora mangiando marshmallows. Appena mi vide entrare sorrse e mi fece segno con la mano di mettermi vicino a lui come prima 
«Stai meglio?» «Mmm prprio...» «Sai stavo pensando.. da quanto tempo è che non facciamo l'amore?» lo guardai stranita, come faceva a chiedermi una cosa dl genere era un cadavere ambulante cazzo! «Tanto..» gli risposi «Già» già disse guardando il soffitto «E quindi?» gli chiesi io «Boh, stavo solo pensando.. chissà se funziono ancora...» lo guardai, sembrava serio e scoppiai a ridere «Che razza di discorsi sono?!» «Hey guarda che sono preoccupato davvero!» «Vai in bagno e fatti una sega allora!» «No, è da sfigati!» «Beh, non contare su di me allora!» gli dissi ridacchiando e mi girai dall'alta parte guardando fuori dalla finesta e trattenendo le risate mordendomi il labbro inferiore.
Sentii che mi accerazzava la schiena con la mano libera, mentre con l'altra manìgiava ancora, era così rilassante sentire le sue mani grandi mi sentivo protetta nonostante quello da proteggere in toeria fosse lui, mi addormentai cullata dal suo tocco.

Quando mi svegliai erano le quattro del pomeriggio, aprii gli occhi e accanto a me non c'era più Daniel, ma un biglietto da parte sua, riconoscevo la calligrafia ordinata che si piegava un po' verso destra "Vado a casa amore, ti vengo a prendere alle sei e mezza, non metterci troppo a prepararti! xx Dan p.s: quando dormi sembri un angelo. Quindi dormi più spesso!" sorrisi ed andai a prepararmi arresa all'idea dover fargli da SS tutta la sera e controllare come un generale cosa faceva quel pazzo e questo non mi allettava, ma allo stesso tempo ero eccitata di rivedere  quei cinque angeli.
Accesi lo stereo e misi su il loro CD per farmi compagnia.


Buono, prima volta nella mia vita che pubblico un cqapitolo ad un'ora più o meno decente, quindi ditem che ne pensate, dato che ho dormito solo tre ora questa notte per pensare a cosa scrivere... grazie a 
LaurahoranLOL e a itsvalerie che recensiscono, poi grazie ovviamente anche ai lettori silenziosi che non sò chi sono e quindi non posso citare (fatevi sentire!)!!! Un mega bacio Aspetto commenti Moi
PS: Il verde attizza! hahahaha non fateci caso sto male

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Capitolo 5
*** V. Capitolo ***


Ero pronta, un vestito azzurrino corto (il mio preferito) un po' di trucco leggero ed i tacchi color oro.
Sentii un clacson suonare sotto casa mia, doveva essere Daniel, mi diedi un'ultima controllata allo specchio, salutai i miei genitori e corsi giù per le scale attenta a non inciampare.
«Hey ciao sirenetta!» mi salutò Dan appena mi vide entrare in macchina, aveva un'aria stanca «Buona sera amore!» gli dissi io baciandolo in risposta alla sua frecciatina.
Lo squadrai da capo a piedi, indossava dei jeans una camicia bianca casual ed una giacca elegante con una cravatta un po'allentata sul collo... «Che elegante che sei amore!» sorrisi mentre lui ingranava la marcia e partivamo «Sono abbastanza elegante per i tuoi nuovi amici?!» rise lui «Hahahaha! Credo di si!»
Il viaggiò durò quasi un'ora e per tutto il tempo nessuno dei due spiaccicò parol,a l'unico rumore che rompeva il nostro silenzio era la musica a basso volume che proveniva dalla radio. A malapena riuscii a nascondere il mio nervosismo e la mia preoccupazione che per tutto il tragitto mi tormentarono e quando misi piede fuori da quella macchina mi sembrò di liberarmi da un macigno che mi opprimeva e provocava un forte senso di nausea. In poche parole non avevo cambiato idea, secondo me stavamo facendo un'immensa cazzata.
All'entrata del locale c'era un omone di colore che sarà stato cinque volte Daniel. Lui sorrise alla guardia che lo fulminò con lo sguardo e ci chiese i nomi con il suo vocione am, non appena appena ci trovò nella sua lista cambiò totalmente espressione e con un grande sorriso che metteva in risalto i suoi denti candidi ci fece passare.
«Simpatico..» disse Dan «Quasi, quasi lo prendo come clown alla mia festa si compleanno l'anno prossimo!» commentai io sarcastica «Ragazzi!»sentimmo una voce chiamarci era Payne che ci veniva incontro a braccia aperte «Liam!» esclamai io quasi in lacrime, cavoli ero una stupida, quella non era la prima volta che lo vedevo anzi, la seconda incinque giorni, ma l'effetto che mi facevano tutti e cinque era sempre lo stesso... lui mi abbracciò; un abbraccio caldo, come quello di un padre e poi salutò anche Daniel che sembrava felice di vedere «Allora avete trovato il posto subito?!» chiese Liam per attaccare discorso «Si, Dan è un navigatore vivente!» dissi io prendendo il mio ragazzo per un braccio a aggrappandomici. Lui e Liam si misero a ridere guardandomi.
Entrammo nella sala dove si teneva la festa dopo aver lasciato le giacche al guardaroba, c'erano musica alta, molta gente e alcool a fiumi, la proccupazione che per poco mi aveva abbandonata ricominciava ad impossessarsi del mio stomaco e per un momento credetti di svenire, gli altri due si accorsero della mia mancanza e mi sostennero «Tutto bene amore?» «Si si è che fa caldo sai che sono delicata agli sbalzi di temperatura..» mentii «Non ti credevo così deboluccia..» disse Liam preoccupato.
Mi portarono al tavolo dove erano seduti gli altri quattro componenti della band che ci salutarono allegri. «Qualcosa non va?!» ci chiese Lou vedendoci arrivare «No no va tutto bene, è solo un po'accaldata...» gli sorrise Dan aiutandomi a sedermi.
La serata fù pazzesca:ballammo fino allo sfinimento e nonostante le mie mille raccomandazioni Dan bevve...
Gli stetti attaccata tutta la sera ero nervosa, nervosissima e i ragazzi lo avevano notato «La vuoi smettere di bere?!» chiesi a Dan scocciata sd un certo punto, mentre lui si avventava su un altro bicchiere contenente un qualche intruglio malefico di super alcolici «Smettila di rompere Lesley e divertiti Dio santo!» mi liquidò lui «Col cavolo che la smetto! Metti giù quel drink!» urlai sopra alla musica, un po' di gente si girò e Zayn che aveva assistito a tutta la scena si intromise «Perchè non può?! ...Insomma, lascia che si diverta per una sera!» «Perchè se si diverte troppo questa sera difficilmente arriverà a quella di domani!» urlai ancora più forte e con le larime agli occhi, mezzo locale si voltò verso di me e Dan mi guarò sconvolto, lentamente posò il bicchiere, si alzò dallo sgabello e si incamminò verso l'uscita in silenzio.
Rimasi immobile per qualche secondo per realizzare il casino che avevo appena fatto, la gente intorno a me era tornata a farsi gli affari suoi, solo Zayn mi guardava ancora stupito e confuso per quello che avevo appena detto, mi voltai senza guardarlo e corsi dietro a Daniel che era sparito dietro al mucchio di persone che ci stava alle spalle.
Lo trovai al guardaroba, stava ringraziando la signorina e appena mi vide arrivare si diresse verso il parcheggio, i piedi mi facevano male e non riuscivo a correre, come se non bastasse lui aumentò la velocità del passo per seminarmi, gli urlai dietro ma lui non si voltò, alla fine nonostante le suppliche lo vidi andarsene via con la sua macchina.. Mi aveva lasciata lì! Come una povera deficiente! Eppure sapeva che avevo ragione...
Ritrovai Louis al mio fianco, che
con me guardava l'orizzonte dietro al quale spariva la macchina «Da quanto sei qui?» gli chiesi «Abbastanza da aver capito cosa succede.. Ti ho vista uscire dal locale e pensavo ti stessi annoiando e allora ti ho seguita...» «Cosa ho fatto?!» «Hai crecato soltanto di proteggerlo, chiunque lo avrebbe fatto al tuo posto...» «Tu hai capito pechè lo faccio vero?» «Posso immaginare... Cosa ha davvero Daniel?» «Ha un tumore..» sussurrai cercando di soffocare i singhiozzi, odiavo fare la vittima e apparire così vulnerabile agli occhi del mio idolo, ma lui si limitò ad abbracciarmi «Ha un tumore al cervello, che me lo sta portando via Lou... Io non ce la faccio più, non riesco più a sopportare questa situazione..» «Shhh piccola ci sono io con te, dai rientriamo che è fresco qua fuori!» mi cinse una spalla e rientrammo nell edificio, salimmo per delle scale che portavano al piano superiore del locale che era completamente vuoto «Mi sento così stupido per le domande che ti ho fatto l'altrogiorno..» « Tranquillo.. tu non lo sapevi, non potevi nemmeno immaginare perchè noi fossimo li..» Mi sedetti su uno degli sgabelli del mini bar mentre Louis che stava dall'altro lato del bancone preparò dei cocktails per entrambi. Quando finì mi porse un bicchiere «Tieni, vecchia ricetta della nonna Tomlinson rimette al mondo!» presi il bicchiere in mano ed annusai la bevanda «Sembra buono..» «E' buono! Vuoi mettere in dubbio e mie competenze di bar-man mancato?!» «Sai, forse sei davvero Superman..» sorrisi mescolando il drink con la cannuccia «Dici?!» «Si, stavo chiedendo aiuto in silenzio dentro di me e tu sei riuscito a sentirmi e sei arrivato a soccorrermi!» «E' questo a cui servono gli amici no?!» «Siamo amici?!» chiesi io sorpresa «Credo di si.. Gli amici sono quelli che costudiscono i tuoi segreti più profondi...» «E anche gli angeli che ti salvano la vita.» sorrise alla mia affermazione «Come pensi di tornare a casa?» «Non lo so Lou... Non credo nemmeno di volerci tornare..» «Se vuoi io ho un posto libero amica...» «Vediamo!»
Tornammo giù dagli altri che ci chiesero che fine aveva fatto Dan, dicemmo che io e lui avevamo litigato e la serata continuò tranquillamente (più o meno..)
Era l'ora di tornare a casa, io e il mio nuovo amicone salutammo gli altri che ci guardarono con delle facce sorprese, non dissi a nessuno che avrei dormito da lui, casa mia era troppo lontana ed erano le quattro del mattino.
Salimmo sulla sua bella macchina che profumava di nuovo e Louis mi offrì qualcosa da bere «Acqua, champagne, succo di mela, cola?» «Succo di mela?» «Sai com'è a volte do uno strappo ad Harry e devo tenermi preparato!» scoppiai a ridere e presi del succo di mela.
In poco tempo arivammo a casa di Louis era un appartamento grande al centro di Londra, aprì il divano letto e mi diede un pigiama «Tu dormi in camera mia, io qui ok? non voglio sembrarti un pervertito!» «Sei sicuro?» «Certo non è la prima volta che dormo su un divano e poi questo e nuovo ed è una scusa per collaudarlo!» gli sorrisi «Uso il bagno..» «Fai pure!»
Andai in bagno dove mi lavai la faccia e misi il piagiama, poi andai in soggiorno a dare la buona notte a Boo Bear che mi salutò con un grande abbraccio e mi trascinai in camera sua, non potevo crederci che avrei dormito nel letto di Louis Tomlinson quella notte...
Mi sdraiai e mi addormentai tromentata dal pensiero di Daniel che non voleva abbandonarmi.


Buono directioners! Ecco a voi il quinto capitolo della mia ff grazie come sempre per le recensioni, a chi segue preferisce e semplicemente legge in silenzio perchè incuriosita...
Vi voglio tanto bene, spero di trovare molti altri commenti da parte vostra su questo capitolo, un bacio! Moi xxx

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Capitolo 6
*** VI. Capitolo ***


La mattina dopo mi svegliò un buon profumo di caffè proveniente dalla cucina, mi alzai dal letto e mi guardai intorno.. Quella non era camera mia, anzi quella non era proprio una camera!
Mi trovavo in un soggiorno, perchè mi trovavo in un soggiorno!? In una frazione di secondo mi ricordai della sera prima, della litigata con Daniel e che ero rimasta a dormire a casa di Louis..
«Hey principessa, ci siamo svegliate!» esclamò Lou appogggiato allo stipite della porta della cucina con del caffè in mano «Buongiorno Lou..- dissi stropicciandomi gli occhi- Cosa ci faccio qui? Non dovevo dormire in camera tua, come sono arrivata sul divano!?» lo guardai con aria interrogativa e lui ridacchiò «Come non ti ricordi?! Nemmeno un ora dopo esserti messa a letto sei venuta in soggiorno da me con il cuscino in mano dicendo che ti sentivi sola in camera mia, perchè è troppo grande per una persona sola e appena ti sei sdraiata sei andata praticamente in coma!» «Oddio! Scusa...» «Tranquilla, piuttosto avvisa i tuoi che stai bene.» disse porgendomi il suo telefono di casa «Grazie...» dissi componenedo il numero.
«Mamma?! Hey ciao sono io... Ascolta sono rimasta a dormire da un amic...» «Come??? E Daniel che fine ha fatto?!» «Calma! Te lo stavo per dire: abbiamo litigato ieri sera e li se ne è andato via lasciandomi qui a Londra...» «Sei a Londra???» «Mamma! Si sono a Londra lasciami finire, mi sono appena svegliata e non so a che ora torno a casa, qindi ciao!» terminai la chiamata senza lasciare che lei mi rispondesse, non volevo sentirmi una sua ramanzina e non volevo che sapesse con chi ero.
«Cosa pensi di fare adesso?» mi chiese il Tommo sedendosi vicino a me, rimasi in silenzio torturandomi il mignolo mentre lui mi fissava in attesa di una risposta «Non ne ho idea.. Non voglio tornare a casa..» «Intendevo con Daniel.. Comunque sappi che puoi restare qui quanto vuoi.» mi sorrise, che bello che era il suo sorriso aveva le labbra finissime che risaltavano i denti bianchi e ben curati «Con Daniel non saprei che fare.. aspetto che mi richiami, alla fine avevo ragione io ieri sera!».
Un cellulare squillò, era il Blackberry di Louis «Che succede adesso?» «E' Zayn, mi ha mandato un messaggio... Chiede se esco con lui e Niall e anche cosa è successo ieri sera... Ti va se glielo dico?» «Si, boh.. non entrare nei dettagli... Ieri ha già sentito troppe cose.» «Ok..» disse lui rispondendo all'amico. Poco dopo sentimmo un alro squillo questa volta Zayn chiedeva se volevo venire anche io ed accettai rispondendogli a nome mio col telefono di Boo Bear.
«Lou.. ho un problema!» dissi chiamandolo dalla camera da letto dove vevo lasciato i miei vestiti la sera prima «Cosa??» urlò lui dal bagno «I vestitiiiii! Non posso mettermi il vestito e i tacchi di ieri sera per andare in citttà, finisce che mi rompo una gamba!!!» «Guarda nel mio armadio, il secondo cassetto, c'è un po'di roba di Eleanor che tengo qui per sicurezza quando viene, vedi se ti stanno!» «Ok!» risposi io, mi dava un po' fastidio dover indossare i vestiti di un'altra ragazza, molto più bella di me e anche un po' più magra, che era anche la fidanzata del mio cantante preferito che segretamente amavo come amavo Daniel e gli altri suoi quattro compagni di band... Optai per una felpa con la cerniera una T-Shirt di Louis e degli shorts con i leggins dato che i Jeans lunghi di El mi stavano troppo stretti... «Hai mica delle scarpe tipo Converse o una roba del genere?» Gli chiesi quando finimmo di prepararci entrambi «Non si direbbe mai, ma si: le ho, anche se si pensa che sia Harry quello delle All Star!» «Hahahaha! Grazie di avermi chiarto le idee non avrei mai pensato che Harry ti avesse dato il permesso di comprarti delle scarpe simili alle sue!- scherzai- Allora andiamo?» «Non ti trucchi?» disse «Sopravvivo senza makeup per un giorno, o dici che sono inguardabile così?» «Macchè dai.. solo che mi sa strano e se volevi avevo una poschette piena delle cianfrusaglie di El da prestarti.» «Ma non si arrabbia?» «Dio, non se ne accorgerebbe nemmeno!» disse ridendo «Comunque no, non ho voglia e poi siamo in ritardo, andiamo!» dissi uscendo dall'appartamento.

«Ciao ragazzi!» disse Louis sedendosi al tavolo dove Zayn e Niall ci stavano aspettando «Ciao!» dissi anch'io sorridendogli «Ciao Lou! Ciao El!» ci rispose Niall sorridente mentre ci sedevamo difronte a loro «Cavoli! Non ero mai da Nando's...» «Niall è voluto venirci- sbuffò zayn- Niall vuole sempre venirci!» «Ma come è possible?! Da quale mondo parallelo vieni?!» mi chiese il biondo sbigottito «Vengo da una realtà parallela dove il cibo messicano non esiste!» scherzai io, gli altri due scoppiarono a ridere mentre il mio interlocutore scosse la testa in segno di disapprovazione.
Ordinammo tanto, tanto cibo (grazie al cielo mi ero portata dietro la carta di credito la sera prima..) e quando finimmo credetti di stare per rimandare tutto «Tutto ok Les?» mi chiese Lou preoccupato «Non lo so.. Credo di non aver mai mangiato tanto piccante in vita mia! Ma come cavolo fate?!» «Siamo allenatissimi!- esclamò Niall- E io sono il coach!» scoppiammo a ridere tutti e tre.
«Hey Les?!» «Si, che c'è?» chiesi a Zayn, eravamo rimasti da soli al tavolo Niall e Louis erano andati al bagno già da cique miutie fino a quel momento non avevamo spiaccicato parola «Scusa per ieri sera, non erano fatti miei, non avrei dovuto insistere... Mi dispiace.» andai a sedermi vicino a lui e lo abbracciai «Grazie..» lui ricambiò il mio abraccio e, cavoli, mi sembrava di essere in paradiso.
Dovevo tanto a Daniel, mi aveva fatto conoscere i miei idoli, era stato il mio primo ragazzo e mi aveva resa la ragazza più felice della terra! Dovevo chiarire con lui.
«Devo uscire un attimo Zayn, devo fare una telefonata.. Lo dici tu agli altri perfavore?» «Certo piccola!» mi sorrise lui, ok Zayn Jawaad Malik mi aveva appena chiamata piccola, potevo morire in pace.
Uscii dal locale e composi il numero di Daniel, il telefonò squillò a vuoto, nessuna risposta... Riprovai fallendo nuovamente, evidentemente non mi voleva parlare.. Lo richiamai ancora un paio di volte senza ricevere acuna risposta, di nuovo. Iniziai a preoccuparmi molto e se gli fosse successo qualcosa? L'alcool, la machina, il nervoso... Oddio cosa avevo combinato!
Corsi subito dentro al ristorante e presi Louis in disparte per parlargli «Hey, hey! Calmati Les, che succede?!» «Daniel non mi risponde! Deve essergli successo qualcosa!» «Fai un profondo respiro e calmati... magari è solo arrabbiato.» «No, se fosse arrabbiato metterebbe la segreteria, non è la prima volta che litighiamo!» «Ok, allora che facciamo?!» «Devo andare a casa..» dissi «Ti accompagno, stai tranquilla però, vedrai che non è nulla!» salutammo gli altri e partimmo verso casa mia, la proccupazione mi stava divorando e non vedevo l'ora di sapere cosa stava succedendo. 

Ok, si lo sò non è un granchè di capitolo ed è tanto che non aggiorno, ma mi hanno operato i denti (haaia!) comuque come al solito grazie per le 5 recensioni i preferiti, chi segue e chi si limita a leggere in silenzio, ma che è comunque molto prezioso per me! Un bacione a tutti! xx

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Capitolo 7
*** VII. Capitolo ***


All'ultimo momento decidemmo di andare direttamente a casa di Daniel per vedere come stava e non fare mille giri, perdendo tempo in ciance con mia madre che sicuramente mi avrebbe fatto storie...
Mi catapultai fuori dalla macchina di Louis appena questa si fermò, corsi fino al portone del palazzo che come al solito era aperto e poi su per le scale, seguita a ruota da Boo, che, poveraccio, aveva già il fiatone e mi supplicava di rallentare, non c'era tempo per aspettare l'ascensoore e man mano che mi avvicinavo al quarto piano lo stomaco bruciava sempre più e faticavo a reggermi in piedi per l'emozione. Mi fermai davanti al portone e poco dopo fui raggiunta da Lou che era piegato in due dallo sforzo, suonai il campanello ed aspettai che qualcuno mia aprisse... Niente... Riprovai, forse non avevano sentito, ma anche questa volta non ricevemmo risposta.
Louis appoggiò l'orecchio al portone per sentire se c'erano movimenti in casa, magari riposavano... «Les, mi sa che non c'è nessuno..» «Cazzo... Aspetta! Ho un illuminazione...» sfilai di tasca il mio telefono, sapevo che Daniel in ogni caso era incazzato e non mi avrebbe risposto, quindi optai per chiamare sua madre, sicuramente non avrebbe riattaccato! Il mio telefono inoltrò la chiamata, qualche secondo di silenzio, poi una voce femminile disse «Il telefono della persona da lei chiamata potrebbe essere spento o non raggiungibile la pregiamo di rip...» «Fanculo!» sbottai riattaccando la chiamata «Che facciamo?!» chiese Louis «Magari ce l'ha scarico... Sta fottutissima segreteria non è che mi dice se è spento o non prende... Miseriaccia! Provo a chiamare suo padre.» composi il numero, sperando in una risposta, ma si ripetè quello che era già successo poco prima.
«Cazzo...» Lou mi guardò con aria interrogativa «Io sò dove sono, dammi le chiavi della macchina!» esclamai facendomi consegnare le chiavi dal ragazzo che mi guardava ancora più perplesso di prima.
Ripetemmo la furiosa corsa per quattro piani, ma all'incontrario e un paio di volte rischiammo di cadere entrambi, io stringevo la sua mano e praticamente me lo trascinavo dietro sembravamo i personaggi di un cartone animato.
Ci infilammo in macchina e partii a tutta velocità «Hey Les non siamo su un circuito di formula1 stai calma.» «Non posso!» ribattei senza scollare gli occhi dalla strada... Maledetti semafori!
Pochi minuti dopo eravamo nel parcheggio dell'ospedale, smontammo di corsa e ci dirigemmo verso il reparto di oncologia, l'unica mia speranza era quella di sbagliarmi, che fosse in un negozio con i suoi o da qualche amico per non stare solo a casa, che stesse bene e di aver fatto una corsa inutile.
Arrivammo nel corridoio dove incontrai un infermiera, la stessa che ci aveva detto della malattia di Dan con il dottore e che si occupava di lui quando c'erano dei controlli da fare. Appena mi vide mi venne incontro e mi disse «E' nella 102...» «Cosa?! Cosa gli è successo?!» prima di rispondermi si soffermò a guardare Louis, forse le era famifliare il suo viso e non c'era di che sorprendersi, ma nessuno fino a quel momento aveva fatto caso a lui.. Ognuno era troppo occupato a pansare al suo male fisico o psicologico che fosse, per prestare attenzione a quel famoso moretto che si aggirava per i corridoi dell'ospedale con una ragazza sconosciuta che sembrava una pazza omicida appena uscita da un triller.
«Non lo so di preciso tesoro, sono venuti qui in tarda mattinata, perchè dicevano che Daniel non riusciva più a parlare bene e lui era in un evidente stato confusionale, ma devi chiedere al dottore che sta seguendo il suo caso per sapere cosa gli è successo di preciso..» sipego l'infermiera «Oh, grazie, ora andiamo subito!» le dissi riconoscente. «Porca merda Louis, cosa gli sta succedendo!» dissi a bassa voce al mio amico camminando verso la stanza 102 «Stai calma ora vediamo..» disse prendendomi la mano per tranquillizzarmi.
Appena entrammo trovai George e Katelyn seduti su una sedia, mentre un uomo brizzolato in camice bianco stava scrivendo qualcosa su un blocco davanti al letto di Dan che era immobile.
Appena i genitori di Daniel ci videro corsero ad abbracciarmi e il dottore mi sorrise, solo quel pallido e magro ragazzo adagiato nel letto, che mi accorsi di non riconoscere quasi più nonostante fosse solo un giorno che non lo vedevo, non si mosse, ma provò ad accennare un sorriso sghembo.
Mi avvicinai al suo letto e lo abbraccia forte «Scusa, scusami Daniel, è tutta colpa mia, non dovevo lasciarti da solo dovevo richiamarti subito ieri sera.. Perdonami..» quello fu l'abbraccio più triste della mia vita, era un abbraccio solitario, perchè lui non riuscì a ricambiare, ma non importava... Io avevo la forza per abbracciare entrambi. «Non è colpa tua...» mi disse il medico avvicinandosi e posando una mano sulla mia spalla «La diffusione malattia ha rovinato gran parte del suo cervello secondo la tac... Gran parte della corteccia celebrale e del lobo frontale sono oramai distrutti ma riesce ancora a sentire anche se non reagisce agli stimoli esterni.. Ovvero: sa chi sei, ti sente, prova emozioni, ma non può dirti e fare nulla è immobile, non riesce nemmeno più a fare ragionamenti sensati più di quelli di un bambino di tre anni visto che le funzioni mentali superiori come giudizio, concentrazione, ecc.. sono praticamente andate e non riesce a capire tutto quello che diciamo o ci mette più tempo del normale...» «Oddio... e ora cosa si fa?!» «Lo lasciamo qua in ospedale sotto osservazione e non credo che valga la pena che torni a casa qui le cose che posso servirgli sono subito a portata di mano e c'è un'assistenza qualificata ad ogni ora del giorno, io e la mia equipe di medici crediamo che sia meglio così sia per lui che per voi.. Sempre che siate d'accordo.» io e i suoi ci guardammo e con un cenno della testa tutti e tre assieme acconsentimmo.

Ok raga lo sò.. è tanto che non aggiorno è che njon avevo ispirazione e le recensioni sono davvero poche... spero tanto che questo capitolo vi piacci voìisto che mi sono messa a studiare perfinop il cervello per scriverlo (lol) e che lascerete qualche recensione questa volta e come sempre grazie per il tempo che mi dedicate! :) Un bacione Moi!

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Capitolo 8
*** VII. Capitolo ***


I giorni passavano, lentamente... Andavo a scuola, tornavo a casa e poi filavo in ospedale da Daniel dove mi portavo i libri da studiare per gli esami che erano sempre più vicini.
I dottori mi dicevano che se volevo potevo anche restare a casa perchè oramai Dan vegetava e non aveva nemmeno più la cognizione della sua stessa esistenza; figuriamoci di quella di chi gli stava attorno. Studiavo mezzo'ora poi mi fermavo e ne passavo due a fissarlo sperando in non sò quale miracolo, i miei occhi scrutavano i display ed ogni sua più piccola parte del corpo alla ricerca di un segno o un movimento che mi desse un po'di speranza. Sapevo che non sarebbe più stato il ragazzo di prima, ma mi sarbbe bastato vederei suoi profondi occhi color cioccolato per star bene e saperlo vicino a me e consapevole che non l'avrei mai abbandonato... Invece, gli unici rumori che testimonivano la sua esistenza erano quello del respiratore e i battiti cardiaci scanditi dai "biip biip" che faceva quella macchina al fianco del suo letto.
Mi alzai dalla mia sedia e andai a sedermi sul suo letto, mi avvicinai al suo viso e feci quello che da tempo non avevo più il coraggio di fare, lo baciai premendo forte le mie labbra sulle sue secche, chissà se poteva sentirle... Mi staccai da lui dopo qualche istante e con la punta dell'indice gli alzai la palpebra destra, i suoi occhi avavano il colore di sempre: bellissimi, ma spenti, la pupilla rimase dilatata nonostante ci fosse luce nella camera. «Tu non volevi questo...» sussurai ad un certo punto guardandolo «Tu sei triste adesso, lo so. Loro non se ne rendono conto ma tu mi senti.. il tuo cuore accellera quando ti tocco me lo dice la macchina... Tu mi ami ed io amo te, ti amerò per sempre, non dimenticarlo, ma preferirei morire che saperti triste.» lo guardai per un lungo istante, il mio cervello viaggiava alla velocità della luce, quasi facevo fatica a star dietro a tutti quei pensieri «Tu sei stanco di lottare per niente vero?! Sei stanco di essere triste di non poter scendere in campo, ti manca la folla che ti acclama dopo un canestro, non poterti alzare, non poter ritornare a casa tua, sei stufo di non poter mangiare una pizza o semplicemente respirare senza aver bisogno di aiuto. Sei orgoglioso e così ti feriscono. Vorresti staccare la spina di quelle macchine che ti ancorano qui a terra e non ti lasciano andare solo perchè sono egoisti.. Ti ricordi de "Lo scafandro e la farfalla" ecco tu sei così adesso vero?!» gli accarezzai la fronte e i "biip" si fecero più intensi per un momento, sorrisi «Sei imprigionato in un mondo che non è più il tuo, che ti sta levando tutte le forze e io non posso vederti così. Perdonami per tutte le volte che non ho dato il giusto valore alla tua presenza nella mia vita, per tutte le volte che me ne sono andata, o allontanata da te solo per rabbia. Ma ora fidati, è tanto che ci penso, è tanto che ci pensi, voglio farti un regalo, voglio renderti libero.. lasciarti andare fa male ma a te fa più male stare qua e non dico fisicamente, perchè quello oramai non lo provi più e so che ti manca anche quella sensazione, che ti ricordava che eri vivo ma ora che senso ha se non provi neanche più il dolore.. Nessuno lo verrà a sapere, rimarrà il nostro più grande segreto, quel segreto che ci legherà per sempre, perchè chi ti ama non ti lascerà mai, così dicono e tu ritornerai, sarai un altro e forse sarò anch'io diversa ma il tuo amore per me e il mio per te sarà sempre lo stesso.» mi alzai lentamente dal letto ed andai alla porta, sbirciai fuori nel corridoio, era deserto, nessuno passava era il momento giusto. Gli diedi un ultimo bacio, fu lunghissimo, freddo il peggiore della mia vita, poi mi abbassai, dietro al letto, dove c'era la ciabatta che attaccava tutte la spine all'unica presa della stanza, sapevo di andare sul sicuro, le macchine si sarebbero riaccese senza problemi come quando lo avevano attaccato la prima volta. Misi il cronometro 3 minuti sarebbero bastati?! Boh magari anche meno ma non volevo combinare casini... Appoggiai entrambe le mani sulla presa generale, esitai un attimo e poi staccai tutto. Lo guardai dal basso, da dove ero seduta, gli presi la mano e aspettai... Poi il cellulare vibrò e riattaccai le spine. Tutto era andato secondo i miei calcoli la macchine ripresero a funzionare anche l'ossigeno che oramai non serviva più a niente veniva pompato nei suoi polmoni, ma tutto era piatto sugli schermi. Lui se n'ra andato. Io avevo fatto la cosa giusta. Le lacrime iniziarono a bagnarmi il viso corsi fuori nel corridoio con gli occhi gonfi e rossi e cercai qualcuno. Iniziai ad urlare finchè non arrivò uni'infermiera. La testa mi faceva male. Tutto girava. Mi sentivo svenire. A malapena riuscii a indicare i monitor all'infermiera che era per fortuna era quella carina di sempre... Lei chiamò i dottori, altri infermieri e mi fece sedere sulla mia sedia, mentre questi cercavano disperatamente di rianimare il mio Daniel. Nulla. Lui era morto. Ero stata io. La stanza si svuotò, erano andati a chiamare i genitori di Dan, mi alzai, la testa faceva meno male, scrissi a Louis "E' morto." l'avrebbe capito, inviai il messaggio e guardai il corpo inerme del mio ragazzo... Sorrideva... Lo aveva compreso, mi aveva sentita e condivideva la mia scelta era contento di andarsene, ma in fondo sapeva che non mi avrebbe mai lasciata per questo era riuscito a fare il suo ultimo lieve sorriso, lo aveva fatto per me.
Louis non mi aveva risposto, arrivò quando stavano per portare il corpo di Daniel via e con me c'erano già sia i miei genitori che i suoi che piangevano fuori dalla stanza.
«Come stai?!» mi chiese abbracciandomi «Come vuoi che stia..» dissi io con un tono spento, mi strinse ancora più forte a se ed io scoppia a piangere ancora più forte, vidi i dottori andare via con Daniel coperto da un lenzuolo bianco seguiti dai nostri genitori, che non fecero caso a me.
«Vieni con me, andiamocene Lesley, ti fa male stare qui! Andiamo a Londra a casa mia, ci sono gli altri che ti aspettano, anche se non hanno ben capito cosa è successo, ma spetta a te decidere se dirglelo o no... Hai bisogno di un bel the dello Yorkshire piccola mia1» non dissi niente mi limitai a prendergli la mano anche se non mi sembrava ill massimo come idea il the caldo a fine maggio, apprezzavo il suo gesto e questo era quello che contava per me in quel momento.

Bene ed anche questo capitolo è andato.. se siete arrivati fin qua in fondo grazie davvero ditemi che ne pensate io ho pianto scrivendolo quindi una recensione mi farebbe davvero piacere. Un bacione grade e grazie a tutti di cuore Moi!!

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