Once in a while

di Blonde_titch
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** James' decision (la decisione di James) ***
Capitolo 2: *** Potions lessons (lezioni di pozioni) ***
Capitolo 3: *** So near, yet so far (così vicini, ma ancora così lontani) ***
Capitolo 4: *** Snowball fights cause colds (le battaglie a palle di neve causano raffreddori) ***
Capitolo 5: *** Remus Has Problems (Remus ha dei problemi) ***



Capitolo 1
*** James' decision (la decisione di James) ***


Titolo: Once in a while

Autrice: Blonde_titch

Traduttrice: Caleb Lost

Beta: Rejoice

Pate: 1 di 25

Personaggi: Malandrini, Lily Evans, altri

Pairing: Lily/James

Rating: G

Genere: Commedia, Romantico

Avvertenze: nessuna, traduzione

Note: Eccomi qui con una nuova fic! L’autrice è blonde_titch e la versione originale la trovate a questo link: http://www.fanfiction.net/s/2784261/1/

Buona lettura a tutti! Baci, Francesca

 

 

 

ONCE IN A WHILE

Capitolo 1: James’ decision (la decisione di James)

Erano i primi giorni di Dicembre e il villaggio di Hogsmead pullulava di studenti di Hogwarts e i Tre Manici di Scopa era un un brulicare di attività. Tutti i tavoli erano occupati da gruppi di ragazzi, che ridevano e scherzavano. Gli studenti più giovani oltrepassavano, a testa bassa, gli studenti più grandi, che li ignoravano e continuavano le loro precedenti attività. Ogni tanto un grande boato o un po’ di fumo faceva cadere tutti nel silenzio, prima che il chiacchiericcio riprendesse di nuovo.

Un ragazzo nella sua tarda adolescenza si avvicinava timorosamente al bar, scompigliando i suoi capelli e evocando un ghigno sbilenco. Sedendosi su uno dei consunti sgabelli, si rivolse alla strega dai capelli rossi alla sua destra. "Tutto bene Evans?"

"lo andava" La ragazza si voltò così da dargli la schiena. Questo però non scoraggiò il ragazzo che, al contrario, continuò. "Posso offrirti da bere?"

Lei non rispose, allora il ragazzo fece cenno al barista e ordinò due burrobirre. In breve tempo due boccali fumanti erano davanti a lui e il ragazzo ne prese uno, facendo attenzione a non rovesciarlo. Si tese oltre le spalle della rossa per brandirlo davanti al suo naso. "Andiamo Evans!" tubò. La ragazza assottigliò gli occhi verdi e si alzò di scatto, facendolo gridare e rovesciare il drink. Guardò la ragazza, che aveva sorriso compiaciuta e che ora stava uscendo a grandi passi dal bar, i suoi capelli rosso scuro che rimbalzavano sulle spalle.

Irritato, il ragazzo si diresse verso il tavolo all’angolo , dove tre ragazzi della sua età stavano applaudendo alla sua ultima ‘performance’. Il più alto si alzò e, dal tavolo, batté amichevolmente sulla schiena del ragazzo.

"Avrai più fortuna la prossima volta Ramoso"

James Potter borbottò cupamente e scivolò sulla panca, prese la bacchetta dalla tasca posteriore e la agitò in direzione dei suoi vestiti, causando la scomparsa istantanea della burrobirra. Lanciò la sua bacchetta sul tavolo e scivolò sotto la panca, fino a che era visibile solo una fronte grinzosa e una massa incolta di capelli disordinati. "Vi odio tutti."

Questo causò solamente ancora più risate da parte del ragazzo alto e molte teste si girarono nella loro direzione, solo per sorridere lievemente e rigirarsi per continuare a fare qualsiasi cosa stessero facendo. Sirius Black o ‘Felpato’, era sempre stato rumoroso, quasi al punto di diventare sgradevole. Era fortunato ad essere un bel ragazzo, o avrebbe potuto essere in grandi guai. Proprio per questo, era uno degli studenti più ammirati e rispettati della scuola, legato solo agli altri ragazzi seduti con lui.

"Stai zitto Sirius. La gente ci sta guardando. Vuoi essere di nuovo buttato fuori a calci? Perché se è così, noi non verremo con te. Non verrò di nuovo alla Testa di Porco." Il ragazzo castano aveva parlato da sopra la sua burrobirra, con la quale si stava scaldando le mani. Questo era Remus Lupin, noto ai suoi amici come ‘Lunastorta’ per via di un ‘piccolo’ problema che aveva con le lune piene. La voce della coscienza nel gruppo, era probabilmente l’unico motivo per cui gli altri due erano andati avanti per sette anni senza essere espulsi. O rinchiusi.

Sirius rise di nuovo, una piccola sorta di abbaio che lo aveva fatto curiosamente sembrare un cane. "Mi piace la Testa di Porco."

James parlò da sotto il tavolo. "Solo perché se ne fregano che sei minorenne."

L’ultimo membro del gruppo fece uno squittio di risata, e poi si fermò subito quando realizzò che James non stava scherzando. Peter Minus era il più piccolo dei quattro ragazzi e, a dir la verità, il meno attraente. Aveva degli sporchi capelli biondi, occhi piccoli e un viso rotondo. Comunque, il fatto che i suoi amici erano i grandi ‘Malandrini’, come erano soliti chiamarsi, significava che non era poi così impopolare nella scuola,e veniva guardato con ammirazione dal corpo studentesco.

I quattro erano seduti felicemente nell’angolo dei Tre Manici di Scopa, ridendo e scherzando rumorosamente, come stavano facendo da tutto il pomeriggio. Presto, Sirius venne mandato a prendere il prossimo giro di burrobirre e James fece un annuncio agli altri due. "Quest’anno sarà l’anno. L’anno in cui Evans realizzerà finalmente che io e lei siamo fatti l’uno per l’altra!"

Ci fu un momento di silenzio prima che Remus dicesse che James aveva certamente esagerato con la burrobirra.

"No!" obbiettò James, "sono serio!"

Sirius, che era appena tornato al tavolo, aprì la bocca per commentare. Ma James lo stroncò.

"Felpato. Se solo pensi di farmi uno scherzo, ti affogo nella tua burrobirra." Si rigirò verso Remus e Peter, "Comunque, non piaccio ad Evans perché" si guardò solennemente intorno, come se stesse per rivelare un grande segreto, e gli altri tre si avvicinarono, "pensa che ho la testa troppo grossa."

Un altro micidiale silenzio, che venne nuovamente rotto da Remus. "Ti prego non dirmi che hai davvero pensato questo."

"E questo è anche il motivo per cui", continuò James, come se Remus non avesse parlato, "ho deciso che ogni tanto eviterò di fare incantesimi e scherzi alla gente. Perfino Mocciosus. Hey!"

Sirius aveva appena sputato una boccata di burrobirra sul grembo appena asciugato di James. "Cosa!!!" disse a fatica.

James scrollò le spalle, e Sirius lo fissò, a bocca aperta. La sua bocca era praticamente spalancata. Anche Remus sembrava scioccato, e Peter aveva una mano sulla bocca. L’abbassò per sussurrare. "Vuoi smettere di fare scherzi alla gente?"

"Woah!" James sollevò una mano. "Non ho mai detto questo! Ho detto che ogni tanto avrei evitato di fare scherzi alla gente. Se poi se lo meritano, beh, non sarà ogni tanto." Si portò la burrobirra alle labbra, su cui era stampato un ghigno familiare. Sirius sembrava ancora shockato, meno di prima, ma si era ripreso abbastanza da asciugare la burrobirra che aveva sputato sul tavolo con la sciarpa di Remus.

Dopo alcune ore i Malandrini decisero finalmente di andarsene. Il pub si stava svuotando e la solitamente placida Madama Rosmerta gli stava lanciando delle occhiate maligne, ovviamente voleva che se ne andassero per poter chiudere. Afferrarono i loro mantelli e le loro sciarpe e, ridendo di Remus che si era appena accorto che la sua sciarpa era inzuppata di burrobirra, uscirono dal pub sulla fredda strada. Le luci di Natale gli ammiccavano (lampeggiavano, tremolavano) e i loro respiri formavano delle nuvole davanti ai loro visi. I quattro ragazzi si dirigevano verso Hogwarts, salutando i pochi studenti in ritardo e parlando ad alta voce tra di loro. Non ci volle molto prima di arrivare al lago. La sua superficie stava già cominciando a ghiacciarsi, un sottile strato di ghiaccio aveva velato l’acqua e procedeva lentamente verso il centro.

Le brillanti luci delle torce li accolsero mentre entravano nel castello di Hogwarts,e Sirius distrattamente le congelò un po’, le fiamme si trasformarono in un vortice di ghiaccio mentre Sirius agitava la bacchetta pigramente. Erano tutti stanchi ora e non c’era molto di cui parlare, a parte qualche imprecazione quando qualcuno gli pestava i piedi o entrava nella traiettoria dell’incantesimo congelante di Sirius.

 

 

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Remus e Peter erano già a letto quando James uscì dal bagno e cominciò a cambiarsi. L’aria era gravida quel tipo di silenzio assonnato che c’è solo durante le buie notti invernali.

"Come puoi non fare più scherzi?" Sirius sbadigliò mentre si metteva la maglietta del pigiama.

"non lo so." Rispose James, "Troverò un modo."

"Non lo farai mai."

James ridacchiò a bassa voce e tirò una scarpa a Sirius. "Dovremo aspettare e vedere, non credi?"

Sirius schivò la scarpa e sbuffò ridendo quando questa colpì Remus sul fianco. Questo si lamentò, cercò a tentoni la scarpa e la rilanciò più o meno in direzione di Sirius, ma lo manco e atterrò su Peter, che la ignorò e continuò a russare.

 

 

 

-FINE I CAPITOLO-

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Capitolo 2
*** Potions lessons (lezioni di pozioni) ***


Corsivo = pensato

Nb: l’autrice ha un nuovo sito. Questo è il link: http://www.freewebs.com/blonde-titch/mystuff.html Buona lettura!

 

 

 

Capitolo 2: Potions lessons (lezioni di pozioni)

Qualcosa solleticò il naso di James e lui si lamentò, scuotendo da una parte all’altra la testa. Stava facendo un magnifico sogno in cui volava durante la Coppa del Mondo e Lily lo guardava dalla cima della tribuna.

Ci risiamo! Una leggera sensazione di solletico alla tempia destra. Come se una mosca si fosse posata lì, strinse gli occhi, cercando di far andar via quella maledettissima cosa. Quando neanche questo funzionò, girò la testa dall’altro lato, ma il solletico si trasferì sull’altra tempia. Avevo detto a Remus di chiudere la finestra, pensò acidamente, ora saremo invasi dalle mosche. Probabilmente mi prenderò quella malattia. Quella che quel babbano ha preso dal morso di un insetto. Sospirò e alzò la mano per spiaccicare la mosca, ma appena entrò in contatto con la sua faccia gridò e si mise a sedere, guardandosi il palmo, che era coperto da una specie di schiuma.

Guardò in alto, giusto in tempo per vedere Sirius scappare via, tenendo stretta la piuma di Remus e ridendo a crepapelle. James saltò su. "Black! Brutto deficiente! Che diavolo è questo?"

Ma Sirius era già allegramente giù per le scale, continuando a ridere. James lo guardò di traverso e si alzò da letto, lasciando le rosse coperte disfatte, e si avvicinò cautamente allo specchio nell’angolo. La sua faccia assonnata lo guardava con rabbia, mezzo coperto dalla pallida schiuma. Gemette e si diresse verso il bagno, borbottando cupamente e tendendo la mano goffamente. Cos’era quella roba?

Mentre raggiungeva la porta Remus l’aprì, vestito solo con i pantaloni e un asciugamano intorno al collo. Fissò per un momento James prima di scoppiare a ridere. "Fanculo" borbottò James, entrando impettito nel bagno con più dignità di quanta potesse averne così ricoperto da quella misteriosa schiuma. Anche una volta chiusa la porta riusciva a sentire le risate di Remus.

Mezz’ora dopo arrivò in Sala Grande, Remus accanto a lui. Si sedettero di fronte a Peter e Sirius, che sorrideva compiaciuto nei suoi fagioli tostati. James lo guardò duramente prima di afferrare il succo di zucca. "Spero ti divertirai ancora quando vedrai cos’è successo al tuo asciugamano."

Sirius si fermò all’improvviso e guardò James, in parte sospettoso, in parte terrificato, il quale sorrise tra sé e sé e si ficcò in bocca un boccone di omelette. Il tavolo dei Grifondoro cominciò a svuotarsi, disseminato di briciole, vecchie buste e i soliti resti della colazione ad Hogwarts. Quando i quattro ragazzi si sedettero, le briciole cominciarono a svanire, fino a che non rimasero solo le tre porzioni di fagioli che Sirius stava spazzolando.

"Non mi siederò vicino a lui oggi," dichiarò Remus, "puzza abbastanza nei giorni normali, non voglio pensare cos’è dopo aver mangiato tre tonnellate di fagioli."

Sirius rivolse un largo sorriso sdolcinato prima di spingere giù nella sua gola gli ultimi fagioli. Si alzarono e si diressero verso l’uscita, deserta a parte qualche sbandato che si affrettava a completare le parti finali dei compiti.

Mentre passavano per i numerosi corridoi del castello di Hogwarts, l’argomento della conversazione si spostò sul ‘patto di non fare scherzi’ di James.

"L’hai già rotto. Ricordi il mio asciugamano? Ora probabilmente è una specie di piccolo animale."

"No. È un insetto."

"Davvero? Di che tipo?"

"Di un tipo grande."

"Ooh…"

Remus interruppe questa conversazione un po’ strana. "Ragazzi. Non divagate."

Sirius sorrise. "Giusto. Beh, quello che volevo dire è, devi cominciare subito? Voglio dire, domani è vacanza, ed Evans non è neanche qui. Quindi qual è il problema? Non sarà neanche qui per vederlo."

"Tu non stavi dicendo questo," fece notare Remus. Sirius alzò le spalle e agitò una mano, afferrando un ragazzo del secondo anno per la collottola. Remus roteò gli occhi e continuò. "E comunque, potrebbe anche voler prendere l’abitudine di non fare scherzi alle persone per non dover andare in crisi d’astinenza quando inizia il semestre."

James sospirò tristemente e guardò passare un gruppo di Serpeverde del terzo anno. "Penso di esserlo già. Puoi immaginare come sarebbero quelli con l’asciugamano di Sirius che li insegue?"

"Sei ossessionato dal mio asciugamano!"

Remus rise con gli altri prima di dare una gomitata al fianco di James. "Come puoi essere già in astinenza? Sono appena le 9!"

James scrollò le spalle e guardò spaventato mentre Sirius gli rivolgeva il suo sgargiante sorriso. Si girò e vide un gruppo di ragazze del quinto anno dietro di lui diventare rosse e cominciare a ridacchiare. Dio ti ringrazio, pensò amaramente, se Sirius avesse cominciato ad infierire su di me, probabilmente mi sarei reso ridicolo. Riusciva ancora a sentirle quando raggiunse il corridoio. Esploderanno se continuano così.

"James!" una mano apparse davanti ai suoi occhi e lui ci andò a sbattere. "Sei di nuovo soprappensiero?"

"Dev’essere lo stress." Disse Sirius sapientemente, "Ti ricordi durante i G.U.F.O.? lo faceva tutto il tempo."

"Come può essere stressato? Sono le 9 di mattina!"

"Lunastorta, lo sappiamo che sai leggere l’ora. Bravo! Ma puoi smettere di ripeterlo ora?"

"Ricordi l’ultima volta che stava soprappensiero" rise Peter, "quando è andato dritto verso la scala in movimento?"

"È rimasto all’ospedale per una settimana!"

James fissò irritato i suoi tre migliori amici. Si sono accorti che sono qui? Grande! È proprio ciò di cui ho bisogno. Astinenza dagli scherzi e invisibilità permanente. James guardò attentamente Remus che stava ridendo con gli altri due al ricordo degli incidenti avuti in passato. "Ragazzi sapete che posso ancora sentirvi?"

L’amichevole presa in giro andò avanti fino a che il settimo anno non si sedette nella classe di pozioni per i M.A.G.O.. I quattro furono gli ultimi ad entrare, ma i loro soliti posti in fondo erano stati lasciati vuoti. Gli studenti ancora ricordavano l’ultima volta che qualcuno aveva occupato i posti dei Malandrini. Non era finita bene.

Sedendosi James crollò pesantemente sulla sedia, e si mise a scarabocchiare sul banco e ad ascoltare per metà Lumacorno che parlava con voce monotona di una specie di pozione. Lily Evans sedeva con il mento appoggiato sulla mano e la testa piegata da una parte. I suoi capelli rossi, parzialmente legati dietro, ricadevano leggermente sul banco e riflettevano la fiamma tremolante sotto il calderone di Lumacorno. James immaginò che se lei avesse potuto vedere la sua faccia, si sarebbe vista mordersi il labbro inferiore e arricciare il naso pensierosa.

Una brusca gomitata fece spostare la sua attenzione su Sirius, che lo stava guardando come se fosse pazzo. "Vai"

"Huh?"

"Vai a prendere gli ingredienti! L’ultima volta ci sono andato io!"

James sospirò, solo Sirius era capace di fare un sacco di storie per andare a prendere gli ingredienti della pozione. Ma Sirius era semplicemente pigro. Si diresse verso l’inizio della classe e, scrutando la lavagna, prese gli ingredienti di cui aveva bisogno e li mise su un vassoio di stagno. Stava tornando al suo banco, ma poi notò Lily che guardava annoiata e gesticolava in direzione della sua partner, una Corvonero con i capelli scuri. Sembrava che nessuna delle due volesse andare a prendere gli ingredienti.

"Ma ci vado sempre io!" stava dicendo Lily quando James raggiunse il banco. "Non penso sia giusto. Solo perché…"

"Eccoli qua ragazze." James mise il vassoio sul banco, interrompendo Lily a metà frase. Incontrò un sorriso ebete e uno sguardo di totale furia.

"Posso prendermeli da sola gli ingredienti." Lily incrociò le braccia e lo guardò furiosa. James vide la Corvonero darle un calcio sotto il tavolo, non producendo alcun cambiamento se non guadagnarsi lo stesso sguardo arrabbiato.

"Beh, adesso non devi più." James sorrise alle due ragazze e, ignorando la sorpresa di Lily, tornò indietro. Riempì un nuovo vassoio e si diresse verso un Sirius molto annoiato, che stava tirando pezzetti di pergamena ad uno scocciato prefetto di Corvonero. Quando passò vicino al banco di Lily non poté fare a meno di notare la sua occhiata leggermente sospettosa, ma lui la ignorò. Quando iniziò a fare la pozione, alzò gli occhi per vedere Lily che guardava curiosamente oltre la sua spalla. Lui sorrise e lei si voltò rapidamente, ma non prima che James potesse vedere le sue guance arrossire.

Sorridendo tra sé e sé James si girò verso il vassoio davanti a lui. C’erano degli ingredienti misteriosi, che lui si azzardò ad aggiungere all’acqua bollente che stava preparando Sirius.

"Allora, cosa stiamo facendo qui?"

Sirius alzò lo sguardo, scrutando il vassoio e masticando una bacchetta di liquirizia che aveva tirato fuori da non si sa dove. "Non so. Una sorta di pozione?"

James roteò gli occhi e aprì la sua copia di ‘Corso avanzato di pozioni’. Lui e Sirius non erano mai stati dei grandi pozionisti e cercavano di passare meglio di quanto potevano studiando tutto all’ultimo minuto. Assicurandosi che nessuno li avrebbe visti, ovviamente, non avrebbero fatto un cattivo lavoro – c’era gente che contava su di loro. Dopo qualche secondo speso a guardare una pagina a caso del manuale, James guardò il suo migliore amico. "Pensi che dovremmo semplicemente buttarli dentro?"

Sirius annuì, e iniziò a mescolare mentre James svuotava il contenuto del vassoio nel calderone. Non è la miglior cosa da fare quando si fa una pozione, ma non si sa mai…

BANG

- fine 2° capitolo -

 

Passiamo alle cose tecniche: l’autrice ancora non mi risponde, quindi per il momento risponderò io ai vostri commenti. Quando poi arriveranno le risposte dell’autrice, aggiungerò anche quelle.

Scusate per il ritardo ma è iniziata la sessione d’esame, e la mia, come al solito, è una sorta di suicidio… -_-

 

Stellina250: sono contenta che la traduzione ti sia piaciuta! Spero continuerai a leggerla!

Lady Mimy: spero di continuare ad incuriosirti fino alla fine! ;) grazie per aver commentato!

Vane 91: con un po’ di fatica, ma alla fine ce l’ho fatta! Ecco il secondo capitolo… spero ti piaccia!

Grazie ancora a chi ha commentato e anche a chi ha solo letto. Un bacio e al prossimo capitolo che, se vanno bene gli esami di domani e dopodomani, arriverà sicuramente a breve!

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Capitolo 3
*** So near, yet so far (così vicini, ma ancora così lontani) ***


Note: Vabbè, ormai chi mi segue ci sarà abituato alla mia lentezza nell’aggiornare…. Penso che ormai non ho più scusanti…. Però vi prego comunque di scusarmi! Per farmi perdonare cercherò di pubblicare due capitoli nell’arco della settimana, probabilmente il quarto lo pubblicherò domani. Con le traduzioni invece sono arrivata solo al settimo, quindi dovete ancora avere un po’ di pazienza visto che sono ancora da betare e anche la mia beta è impegnata con l’università. Comunque proverò ad aggiornare almeno una volta al mese, magari se ci riesco anche ogni due settimane visto la lunghezza della fic.

Ringrazio Stellina250, che ha commentato il secondo capitolo…. Quanta pazienza che hai! Grazie!!!! Ecco (finalmente) il terzo capitolo!

E grazie anche a tutti quelli che hanno solo letto… Grazie ancora!!

Buona letura!

 

 

Capitolo 3: So near, yet so far (così vicini, ma ancora così lontani)

James era seduto sul letto in infermeria, esaminando il posto in cui la sua mano avrebbe dovuto essere. Certo, era ancora lì, la pelle aveva cominciato a formare uno strato duro, che si crepava quando fletteva le dita. Era abbastanza calmo, avrebbe potuto abituarcisi. Felpato invece…

Diede un’occhiata a Sirius di fronte a lui; si trovava nella linea d’urto del fuoco dell’esplosione e la sua faccia era stata ricoperta dalla pozione. Sembrava qualcosa uscito da un pessimo film horror babbano.

"Qui Mr Potter, metta la sua mano lì dentro."

Girandosi, vide Madama Chips porgergli un secchio di liquido schiumoso, che sembrava piuttosto pericoloso (???). "Uh… no grazie."

"Potter!"

Riluttante, James immerse la mano nel secchio di liquido schiumoso. Questo sibilò minacciosamente e gli provocò un’improvvisa fitta di dolore alla mano. Un orribile pensiero lo colpì. "Oh Dio! Mi sta dissolvendo la mano, vero?"

"No – solo lo strato superficiale"

"Oh beh, allora va bene."

Madama Chips, abituata a questo trattamento, roteò gli occhi e si girò verso Sirius, che stava tentando di non ridere per evitare di crepare la sua faccia. "Ora Mr Black, ho paura di doverla trattenere qui un po’ più a lungo."

"No, non lo fare Poppy. Ficca semplicemente la sua testa qui dentro," James picchiettò sul secchio con la mano libera, " se siamo fortunati potrebbe dissolversi tutto." Gli occhi di Sirius si spalancarono comicamente dietro la maschera di pietra, causando in James uno scoppio di risate. Comunque, dopo dieci minuti stava praticamente piangendo per il ridere mentre Sirius aveva una spessa pasta verde a ricoprirgli il viso, la quale iniziò a sibilare ad a fumare.

"Potter!" Madama Chips gli diede un’innaturale occhiata cattiva e delicatamente tolse la sua mano dalla mistura mentre James si sforzava di contenersi. Fortunatamente, la sua mano era tornata normale, e gli era permesso di andarsene, ma non prima di aver chiesto a Sirius se voleva dei cetrioli per gli occhi.

Ignorando le imprecazioni smorzate di Sirius, James iniziò a percorrere a grandi passi il corridoio, le mani in tasca, e immerso nei pensieri su una certa strega con i capelli rossi. Senza saperlo, si trovò alle scale che portavano alla Sala Grande, dove si stava servendo il pranzo.

"Hey James."

James si girò e vide una piccola ragazza bionda che gli sorrideva timidamente.

"Hey."

"Ho il tuo libro di pozioni."

"Oh – Grazie… errr…."

Oh Dio, come si chiama? Felpato è uscito con lei l’anno scorso…. Come la chiamava? Blondie! No, aspetta, questo non può essere il suo vero nome. Qual è? Jodie? No, ma sicuramente inizia con la J… Jade? Jane? Jane!

"Grazie Jane"

"Veramente è Jill."

Cazzo! James sorrise alla ragazza, "Scusa Jill." Lei arrossì e scappò via, andando a sbatter contro qualche studente che passava di lì. James sorrise a sé stesso e guardò il libro che teneva in mano. Sembrava stranamente tenuto bene, la copertina non era neanche lacerata… diede un colpetto per aprire la copertina e vide il nome di Remus scritto all’interno. Sospirò e si diresse verso la Sala Grande.

Il solito branco di studenti era seduto e stava felicemente aprendosi una via attraverso le montagne di cibo quando James entrò. Sporadici soffi di fumo venivano lanciati in aria da vari tentativi di incantesimi, e alcune ragazze stavano guardando James con la coda dell’occhio. Insomma, un normale pranzo ad Hogwarts. Quando però guardò verso il tavolo dei Grifondoro, non vide Lunastorta da nessuna parte, solo Peter che parlava con un ragazzo castano che non conosceva. Stava per raggiungerli quando..

"Ramoso! Che stai facendo?"

James si girò e vide un accaldato Remus correre verso di lui.

"Cercavo te. Tieni." Gli diede il libro e Remus sospirò.

"Lily deve avere il tuo allora. Comunque, perché mi cercavi qui?"

"Cosa?"

"C’è una riunione dei prefetti! Adesso!"

James lo fissò, "Cosa?"

"Tu dovresti essere lì in questo momento! Sono stato mandato a cercarti!"

E scattò. "Merda!"

James e Remus presero a correre per le scale e cercarono di attraversare l’affollato corridoio, prima di rendersi conto che era inutile. Non c’era possibilità di passare con tutti quegli studenti affamati sulla loro strada. Si girarono e imboccarono una strada alternativa, vuota, ma non per molto. James stava già imprecando contro la sua cattiva memoria quando Lunastorta lo afferrò per il polso, mormorò una parola d’ordine a bassa voce, e lo spinse attraverso un apparentemente solido muro.

"Dove diavolo siamo?"

"Passaggio segreto – l’abbiamo trovato io e Felpato," gli disse Remus tra un respiro e un altro, "porta al quarto piano."

Abbastanza sicuri, i due emersero, senza fiato, da un arazzo a poche porte da dove si stava svolgendo l’incontro.

Rallentarono il passo per riprendere fiato. E Remus gli disse a bassa voce "nel nome di dio, come hai fatto a diventare caposcuola?"

"Non ne ho idea" rispose James e lo seguì dentro, allargando le braccia e annunciando all’intera stanza "Niente paura! Sono arrivato!"

"Fantastico" arrivò una risposta sarcastica e James si girò e vide Lily Evans seduta su un banco, lo sguardo arrabbiato. "Dove diavolo sei stato?"

"Perché, mi stavi cercando?" Si mosse verso di lei e indicò il posto vicino a lei. "È libero quel posto?"

"Sì. E anche questo lo sarà se ti siedi."

Ci furono delle risate, che James zittì con un’alzata di sopracciglia prima di sedersi su una sedia vicina. Remus gli tirò la sua borsa, ovviamente raccolta nell’aula di pozioni, e lui la prese abilmente, tirandone fuori un pezzo di pergamena e schiarendosi la gola.

Ok. Niente battute. Niente scherzi. Sii ragionevole Ramoso, puoi farlo. Lunastorta lo fa sempre. Non può essere così difficile.

"Bene. Per prima cosa dobbiamo lavorare su questo nuovo ordine di servizio, perché so che ci sono state delle lamentele al riguardo, essendo in disaccordo con dei club e delle attività. Quindi…" rovistò nella borsa e tirò fuori un altro pezzo di pergamena, "ho elencato i nomi delle persone qui presenti e dei club che frequentano e i giorni di questi club, in modo da poterli usare per stilare un nuovo elenco insieme." Diede un’occhiata a Lily, che lo stava guardando leggermente sorpresa, e sentì una scintilla d’orgoglio, "lo faremo alla fine – se siete tutti d’accordo?-" James era davvero un buon caposcuola – anni a pianificare scherzi con i suoi tre migliori amici gli avevano procurato una buona capacità di organizzazione, e lui era abbastanza divertito dall’essere a capo di questo gruppo di studenti. Verso la fine della riunione il gruppo aveva stabilito un nuovo ordine di servizio, e aveva tirato fuori alcune idee per le decorazioni di Natale nelle sale comuni. Mentre tutti avevano iniziato a riordinare le borse, chiacchierando pigramente, James chiamò Lily ad alta voce.

"Hey Evans!"

Lei si girò e qualcosa si bloccò nella gola di James quando i suoi occhi di smeraldo brillarono nella luce che entrava dalla finestra "Uhm…."

Datti una calmata ragazzo! È solo una ragazza. Splendida, ma pur sempre una ragazza!

"Sì?" Lily lo guardò con moderato interesse – un sicuro miglioramento rispetto allo sguardo d’odio che solitamente gli riservava.

"Sì. Potresti parlare con la McGrannitt riguardo le decorazioni. Lo farei io ma… sai…" fece dei gesti con la mano "vecchi rancori e cose del genere."

"Certo… Oh! Questo è tuo." Gli passò un malandato libro di pozioni dalla sua borsa, "l’ho preso in prestito da Remus."

"Grazie." James lo prese e rimase sorpreso nel vedere il sorriso che lei gli rivolse prima di uscire. Provaci.

"Ti va di uscire qualche volta?"

Lily si irrigidì e si girò con sguardo arrabbiato, "Lo sai Potter, ogni volta che fai qualcosa che mi fa pensare che tu abbia più di un unico neurone, subito dopo riesci a provarmi che non sei altro che un idiota con una scopa veloce."

James sorrise sfacciato, "È un sì?"

"Potter, non uscirei con te neanche se fossi l’ultimo uomo sulla terra."

James la guardò andare via furiosa, poi si girò verso remus, confuso. "Perché ha fatto così? Sono stato carino – le ho dato gli ingredienti per la pozione!"

"E fatto esplodere la classe. Era furiosa per quello."

"Ma sono andato avanti per l’intera riunione senza battute maliziose! Cosa vuole quella ragazza?"

"Forse… solo forse…. Devi comportarti bene per più di mezza giornata."

James lo fissò, poi abbassò lo sguardo sul libro di pozioni che teneva ancora tra le mani. "Forse… ma è così noioso!"

Remus batté amichevolmente sulle sue spalle. "Già. Andiamo, Felpato potrebbe uscire dall’infermeria proprio ora."

"Non ci scommetterei." E James lo seguì tristemente fuori dell’aula.

 

- Fine 3° capitolo –

 

 

 

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Capitolo 4
*** Snowball fights cause colds (le battaglie a palle di neve causano raffreddori) ***


Note: Ahi! Ahi! Lo so, avete ragione, m avi prego non fatemi troppo male! Non torturatemi troppo! Avete tutte le ragioni del mondo, sono imperdonabile… Vi prego niente Cruciatus, non potrei resistere al dolore!

Ecco il quarto capitolo… mando subito a betare il 5 così magari stavolta riesco a pubblicare in tempi decenti… Perdono!

Grazie a Stellina250 che come al solito è infinitamente paziente con questa disgraziata che sono io! Grazie ancora! *-* Finalmente è arrivato anche il quarto! Comunque, ne ho pronti almeno altri 3, quindi li mando a betare, e speriamo di riuscire a pubblicarli tutti fra questo e il prossimo mese… Baci e buona lettura!

 

 

 

 

 

Capitolo 4: snowball fights cause colds

(Le battaglie a palle di neve causano raffreddori)

"Non capisco. Sei sicuro di non aver detto qualche doppio senso?"

"No."

"Non hai neanche fatto un commento che potesse suonare come una battuta maliziosa?"

"Non penso… Remus?"

"Sì?"

"Ho fatto un commento che poteva suonare come una battuta maliziosa?"

"No."

James si girò verso Sirius, le braccia spalancate, "Vedi? Sono stato un perfetto esempio di gentiluominità*. E lei ha detto ancora di no!"

Sirius alzò le spalle "Beh, allora non lo so. Le donne sono un mistero per me."

Peter colse l’occasione per squittire incuriosito "Allora come fai ad uscire con così tante?"

"non lo so, Codaliscia" Sirius gli avvolse un braccio intorno alle spalle e con un sospiro rammaricato "semplicemente ci sono portato."

"E sei arrogante"

Gli altri tre risero e si incamminarono verso il castello. Erano sulla strada di ritorno da Hogsmead, l’ultima visita prima che tutti partissero per le vacanze l’indomani, e tutti loro stavano portando le borse dei regali di Natale fatti in ritardo. Tutti provenienti da Zonko, naturalmente. Per la gioia degli insegnanti, i quattro ragazzi avevano deciso di restare a scuola per le vacanze. Principalmente perché i genitori di James erano partiti per la loro seconda luna di miele –viaggio che James trovava totalmente disgustoso. E oltraggioso, visto che non era stato invitato.

"Ramoso! Andiamoci ad unire a quel secondo anno!"

La voce di Sirius era euforica, mentre puntava entusiasticamente verso un gruppo di studenti, racimolando gli ultimi pezzi di neve che non si erano sciolti in quell’insolito caldo giorno di dicembre.

"Perché dovremmo farlo?"

"Perché è da tanto che non ci immischiamo in una… impresa… megadivertente?"

James lo guardò confuso e poi, sempre così lentamente, annuì e si diresse pigramente verso il gruppo con Sirius che gli zampettava dietro. Remus li osservò, le sopracciglia inarcate. Sirius aveva deciso che faceva troppo caldo quel giorno per poter indossare un maglione, sebbene gli altri tre indossassero ancora i mantelli. Non poté fare a meno di pensare che una battaglia a palle di neve in camicia non sarebbe andata a finire bene. Per nessuno.

Peter si voltò verso di lui, "Lunastorta. Potrei sbagliarmi, ma non dovremmo essere un po’ cauti riguardo le loro ‘megadivertenti’ imprese?"

"Un po’?"

 

 

Il primo giorno delle vacanze di Natale, tre giorni dopo la riunione dei prefetti, e uno dopo la famosa battaglia a palle di neve (nella quale gli studenti del secondo anno furono stracciati), iniziò con un James dolorante e un più che irritato Sirius – non che qualcuno potesse biasimarlo. Non era solo il fatto che il suo migliore amico era diventato più noioso di una lezione di storia della magia, o che i suoi capelli non volessero stare giù normalmente. No, stava soffrendo anche per un terribile raffreddore, il che significava che sembrava, e si sentiva, un cesso.

"Lunastorta!" gemette, raggomitolandosi sul divano, "mi sento di merda!"

"beh, forse non avresti dovuto prendere parte ad una battaglia a palle di neve con solo una camicia addosso."

"Beh, forse dovresti stare zitto."

Remus sospirò e mosse il suo pedone per mangiare la torre di Peter.

Non c’era modo di ragionare con Sirius quando era malato. Metteva sempre lui, e le persone che gli stavano intorno, di terribile umore.

"Dove sono i fazzoletti?" gemette Sirius dalla sua poltrona mentre cominciava a tirare cuscini. Uno colpì in pieno la testa di Codaliscia con un suono sordo e lui emise un forte squittio mentre Remus afferrava il cuscino in questione. Aprì la federa, tirò fuori un pacchetto di fazzoletti, e lo tirò in testa a Sirius. "Qui"

"Grazie." Sirius si soffiò rumorosamente il naso, "Hey, nessuno ha voglia di bignè al cioccolato?"

Remus alzò gli occhi, "Sì, certo", borbottò, leggermente allarmato da questo repentino cambio di argomento.

"Grande! Puoi prendermene qualcuno mentre sei giù?" Sirius lo abbagliò con un sorriso birichino ma comunque bello prima di starnutire quattro volte di fila.

Peter sorrise, "Salute. Qualcuno sa che fine ha fatto James?"

Remus scosse la testa. Sirius, dopo essersi strofinato il naso fino a farlo diventare rosso, disse, "Forse è nelle cucine."

"nessuno è andato nelle cucine!"

"beh, allora forse sta volando."

La temperatura era scesa improvvisamente quella mattina e Remus guardò fuori la finestra la neve che cadeva pesante prima di girarsi verso Sirius.

"Andiamo! Lo sappiamo tutti che James non è proprio una cima."

"ma andare a volare con la neve? Andiamo… nessuno è così stupido…"

Sirius tirò su col naso in modo altezzoso e afferrò un altro fazzoletto, nel quale soffiò rumorosamente, facendo trasalire Peter, "Vai da Madama Chips"

"Ti ricordi l’ultima volta che ci sono andato? Ha praticamente sciolto la mia faccia! Dio sa cosa potrebbe succedere se andassi lì con un raffreddore!" come per provare la sua opinione Sirius afferrò la coperta e finse di strangolarsi con essa. Remus pensò di commentare, ma poi ci ripensò.

Proprio in quel momento, uno zuppo e arruffato James irruppe e Sirius sorrise compiaciuto mentre osservava la scopa stretta nelle sue mani. Passò in mezzo al trio e sprofondò vicino a Sirius, la scopa appoggiata accanto a lui e uno sguardo addolorato sul suo volto.

"Che succede?"

"Mi manca Evans."

I tre lo guardarono increduli – Lily era andata via da circa mezza giornata e non aveva neanche mai parlato con ramoso. Come, per Merlino, poteva mancargli?

Sirius, che aveva passato il tempo di questo piccolo scambio borbottando e rovistando nella coperta, si rivolse miseramente ai suoi amici, "Non riesco a trovare il mio mucchio di fazzoletti usati, lo voglio tirare a Ramoso."

"ma io sono proprio qui!"

"Lo so. Li hai visti?"

"No!"

Sirius sembrava insoddisfatto, e si risedette per tossire. Improvvisamente gli occhi di James si spalancarono e si alzò lentamente fino a rivelare una piccola montagnetta di fazzoletti di dubbia provenienza.

"Merda!"

Sirius sorrise sonoramente, e cantò allegramente "sono attaccati al tuo sedere!", prima di avere un attacco di tosse secca.

James gridò e freneticamente cercò di toglierseli di dosso senza toccarli realmente. Non c’è bisogno di dirlo, sembrava una scimmia impazzita. Per completare al scena, le risate di Sirius lo avevano portato ad un forte attacco di tosse, facendolo piegare in due e diventare di un rosso acceso in viso. Un po’ di gente si girò per guardare e ridere della scena, compresi Remus e Peter.

Alla fine James riuscì a togliersi i fazzoletti di dosso e magicamente li gettò nel fuoco, dove sfrigolarono, troppo bagnati per prendere fuoco. Come disse Peter, era disgustoso.

James si sedette a terra dopo aver dato un’occhiata sospettosa al divano. Fissò pensieroso le fiamme, che gli ricordavano i capelli di una certa ragazza.

"Potrei mandarle una cartolina?"

Remus non aveva bisogno di chiedere chi fosse la ‘lei’, "No!"

"Neanche una di quelle carinissime, danzanti?"

"Quelle sono davvero carine!" concordò Sirius.

"No!"

Ci fu un momento di silenzio prima di "Che ne dici di un regalo?"

"No!"

James incrociò le braccia e mise il broncio, e si gettò sul divano, guardando i suoi amici, intorno. Codaliscia e Lunastorta, che non sembrava stare affatto bene, stavano iniziando una nuova partita in cui i pezzi si gridavano oscenità l’uno all’altro. Sirius era rannicchiato nel suo angolino sul divano, coperta, fazzoletti, dolci e un vecchio calzino che prendeva la maggior parte dello spazio mentre tirava su col naso e lo soffiava penosamente. Penosamente e noiosamente.

"Felpato, vai immediatamente da Poppy o chiuderò personalmente con un incantesimo le tue narici."

Sirius borbottò ma acconsentì, schiaffeggiò James sulla testa, mentre attraversava, ancora in pigiama e a piedi nudi, il quadro. Gli altri pensarono per un istante di dirgli di vestirsi, ma poi decisero che così sarebbe stato più divertente.

Dopo qualche momento di divertimento nel guardare Sirius nel suo pigiama arancione, James si rigettò sul divano.

Per l’amore di dio, come pensava di poter passare le vacanze senza Evans e senza scherzi?

Sarebbero state due settimane pesanti.

 

- fine 4° capitolo –

* in originale è gentlemanly-ness, quindi ho deciso di lasciare la stessa forma, anche se inesistente, in italiano. Era più carino!

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Capitolo 5
*** Remus Has Problems (Remus ha dei problemi) ***


Note: lo so, avete ragione, non ho scusanti. Sono passati secoli dall’ultimo aggiornamento quindi… Linciatemi! Avete ragione. Il 6 è da betare, ma è pronto, il problema ora è che sto preparando la tesi e, problema ancora più grande, sono in convalescenza da un’operazione, quindi non so quando potrò pubblicare il 6. Spero di poter pubblicare almeno un capitolo al mese, ma non ci fate affidamento… Ringrazio chi ha avuto ancora la pazienza di stare dietro a questa fic e di commentarla o anche solo leggerla. Grazie ancora e Scusatemi davvero! Ringrazio in particolare parisienne, SiJay, sery black e Lily-Chan che hanno un fatto un sacco di complimenti a me (che non li merito, visto quanto vi faccio aspettare tra un capitolo e l’altro) e all’autrice, che invece li merita tutti. In serata cercherò di mandarle una mail e di farle sapere cosa pensate della sua fic.

Ed ora… (finalmente)… Buona lettura!!!

Un bacio, Francesca

 

Capitolo 5: remus has problems

(remus ha dei problemi)

Ok, forse James stava esagerando. Forse avrebbe potuto sopravvivere alle vacanze senza trasfigurare qualcuno in una specie di cosa affumicata. Ma non ne avrebbe messo al corrente gli altri tre. Il punto era che collegava qualsiasi cosa gli dicessero ad Evans. Il fuoco ai suoi capelli, gli alberi di Natale che ‘costellavano’ i corridoi ai suoi occhi e addirittura le esplosioni dei petardi alle sue grida. Così tutti erano sollevati quando le vacanze finirono e Lily tornò. Tutti tranne Lily, ovviamente.

I quattro ragazzi erano seduti in gruppo alla fine del tavolo dei Grifondoro, masticando le varie pietanze offertegli e parlando a voce alta, nel caso di James, di Lily.

"Ha dei capelli bellissimi, non trovate? È più o meno color pomodoro ma meno rossi. E i suoi occhi mi ricordano l’erba."

Remus fece un sorrisetto continuando a guardare verso il suo piatto "sembra tu stia creando una pessima poesia, Ramoso."

James fece una smorfia disgustata, proprio quando la McGranitt apparve dietro di lui, "Ha finito Potter?"

"Sì?"

"Bene. La informo che può presentarsi nella classe del professor Lumacorno oggi alle 3 per la sua punizione."

"Punizione professoressa?"

"Per l’incidente con la pozione."

"Ma… è stato prima delle vacanze professoressa!" James era sbalordito. Come risultato di quell’incidente aveva avuto una mano bruciata e ora sarebbe stato anche punito?

"Sì, Mr Potter, lo sarà. E Black", guardò furiosa Sirius, che era occupato in una conversazione con una bionda, "Tu sarai in punizione con Hagrid, alla stessa ora."

Sirius acconsentì e riprese la sua conversazione quando la McGranitt ritornò velocemente al tavolo dei professori. James sospirò e allungò la mano per prendere la caraffa di succo di zucca. Questo prova che non si può sfuggire alla giustizia, anche se ci mette un po’ di tempo.

 

Dopo un giorno passato a correre e a tirarsi le cose, i quattro malandrini, a metà pomeriggio sedevano nelle loro poltrone. Questo era il giorno in cui tutti sarebbero dovuti tornare, e come se fosse festa, James e Sirius stavano costruendo la più grande torre di cartoline esplosive del mondo davanti al fuoco. Arrivava già all’altezza della spalla e continuava a crescere mentre i due ragazzi facevano avanti e indietro dai dormitori per prendere più mazzi.

"Saranno qui presto" Mormorò Peter. Era assorto in qualche compito dell’ultimo momento e irritato. "Quindi fareste meglio a sbrigarvi voi due."

Entrambi i ragazzi sembravano terrorizzati, "non puoi mettere fretta all’arte!" gridò James, mentre Sirius si metteva una mano sul cuore in maniera molto teatrale. Peter roteò gli occhi e Remus sorrise, poi entrambi chinarono di nuovo il capo sulle loro pergamene. James e Sirius tornarono alla loro torre, che ormai arrivava quasi al loro mento, ma furono di nuovo distratti qualche minuto dopo da un quartetto di ragazze che risalivano dal buco del ritratto. Al centro c’era Lily Evans, i suoi capelli raccolti in una coda bassa e bevevo da una piccola bottiglia d’acqua.

Il volto di James si illuminò a quella vista e alzò un braccio per scuoterlo energicamente. Sfortunatamente era troppo vicino all’enorme mucchio di carte, che si rovesciò (Sirius si tuffò spettacolarmente fuori dalla rotta) sul divano su cui Lunastorta e Codaliscia stavano studiando. Ci fu uno scoppio violento che sembrò quasi come se avesse colpito il vetro della finestra, e poi silenzio totale. Sembrava fossero tutti stupefatti.

"Ooops" mormorò James, occhieggiando colpevole Felpato, che aprì la bocca per replicare ma fu preceduto dalle urla di Peter e Remus. I due si guardarono intorno per vedere che l’esplosione aveva, in qualche modo, fatto prendere fuoco ai compiti di Peter. Il che non era una buona cosa dato che si trovavano su di un divano che non era esattamente a prova di fuoco.

James imprecò, si guardò intorno e afferrò la piccola bottiglia d’acqua di Lily, che sembrava paralizzata dallo shock e dalla rabbia. Svuotò la bottiglia sul fuoco, che sibilò e scomparse, lasciando niente più che un anello nero sulla stoffa rossa. I compiti di Peter, tuttavia, non erano sopravvissuti. Ci fu un momento di silenzio.

"Potter!" Lily sembrava furiosa. "Che diavolo? Come lo spiego questo alla professoressa McGrannitt? Sei davvero il più irresponsabile…"

McGrannit. Cazzo. James guardò l’orologio. Erano le 3:30. Aveva mezz’ora di ritardo, come Sirius. I due ragazzi si guardarono prima di precipitarsi fuori del ritratto e lasciando Lily gridare ad uno spazio vuoto.

James slittò per fermarsi qualche minuto dopo fuori la porta dello studio di Lumacorno. Riprese fiato e spinse delicatamente la porta per aprirla. La McGrannitt era seduta alla scrivania, correggendo dei fogli con un po’ più di ferocia del necessario. Sicuramente lo avrebbe supervisionato, per quanto era fortunato. Come la porta scricchiolò, lei si girò.

"Che ora pensa che sia?"

"Ehm… le tre e mezzo?" James forzò un sorriso, che morì a causa dell’occhiata furiosa che ricevette.

"Ha una spiegazione?"

"Oh. Sì. Beh, vede professoressa, è successo che…" aveva la testa vuota. Difficilmente avrebbe potuto dire che si era distratto perché aveva spento un fuoco partito dalla più grande torre di carte del mondo. Così, James disse la prima cosa che gli venne in mente…

"Remus stava piangendo." Appena gli uscì dalla bocca, James se ne pentì.

"Piangendo?"

"Sì. È stato orribile."

"Perché?"

"Ehm.. beh, Remus ha dei problemi. È molto insicuro."

"Oh."

"Sì, molto insicuro." La mente di James gli stava urlando di stare calmo, di chiudere quella boccaccia, ma da quando James dava retta alla sua vocina interiore? Mai, "era preoccupato per i suoi capelli – pensava fossero troppo… troppo marroni. E che anche i suoi occhi fossero… sapete, marroni."

La professoressa McGrannitt, facendosi il segno della croce, sembrava realmente preoccupata per l’autoripugnanza di Remus. O almeno abbastanza preoccupata per far cadere il soggetto del discorso dal ritardo di James e portarlo verso una cattedra che aveva bisogno di essere pulita. James si sentiva quasi soddisfatto di sé stesso. O Almeno lo fu per circa dieci secondi.

"Potter! Dica a Remus che mi piacerebbe parlare con lui nel mio ufficio uno di questi giorni."

Oddio. Probabilmente pensava che stesse per suicidarsi. Sapeva che avrebbe dovuto dire Sirius. A lei non importa niente di Sirius. James borbottò dentro di sé e continuò a strofinare l’irregolare superficie legnosa. Doveva parlare con Moony.

 

 

"Remus! Caro vecchio Remus! Come va la vita del prefetto Grifondoro, il più intelligente, il più zelante studente che Grifondoro abbia mai…"

Remus non lo guardò neanche, "Che vuoi?"

"Ok." James si sedette di fronte e lui "La situazione è questa. La McGrannitt mi ha chiesto perché ero arrivato in ritardo alla punizione, perché lei ce l’ha con me, amico. Voleva chiudermi nella sua classe di tortura per il resto della mia vita, fino a che la mia barba non avrebbe potuto competere con quella di Silente e…"

"Ramoso?"

"Giusto. Beh, lei voleva sapere cosa stessi facendo e così ho inventato una scusa, che in qualche modo potrebbe avere a che fare con te."

Remus alzò lo sguardo, i suoi occhi nocciola si fecero sospettosamente piccoli. "Potrebbe? Come di passaggio?"

"Potremmo dire così. comunque penso che in qualche modo lei potrebbe aver avuto l’impressione che tu stessi… piangendo in bagno"

"Cosa? Perché?"

"Perché i tuoi capelli sono troppo marroni."

Moony abbassò la testa e lentamente cominciò a sbatterla ripetutamente sul tavolo emettendo un suono sordo che fece sussultare leggermente James.

 

 

Qualche ora dopo, Moony aveva ripreso il controllo di sé, e aveva accettato il suo destino, e i due avevano incontrato Peter, disperato per la perdita dei suoi compiti, e Sirius nella sala grande per la cena.

"che è successo quando sei arrivato in ritardo da Hagrid?"

"niente di che. Mi ha solo dato una vanga e detto di spalare letame."

James decise di non chiedere più niente riguardo la punizione di Sirius. Almeno fino a quando non avesse finito di mangiare. Appena prese una forchettata di patate, passò Lily e lui le sorrise allegramente. Lei gettò indietro i proprio capelli e continuò fino alla fine del tavolo.

Sospirando, James guardò il suo puré di patate. In un attacco di un romantico sogno ad occhi aperti, cominciò a creare un ‘lilycibo’ – i suoi capelli erano carote e i suoi occhi piselli. Pensò che fosse un buon ritratto somigliante. Forse anche troppo buono da mangiare. Era vagamente consapevole dello sguardo di Moony sopra la sua spalla.

"Questa è la cosa più disgustosa che io abbia mai visto." Disse Remus mentre parlava. Proprio in quel momento un Serpeverde cadde dal tavolo; Sirius ebbe un attacco di riso e sputò un grosso pezzo di bistecca masticato che andò a finire nel naso di Peter.

"Mi correggo."

 

 

 

 

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