I miei pensieri sono offuscati, come il cielo di stasera.

di scarpette rosse
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo- ***
Capitolo 2: *** primo capitolo- ***
Capitolo 3: *** secondo capitolo- ***



Capitolo 1
*** Prologo- ***


-PROLOGO-
 


Non vi è mai capitato di innamorarvi sul serio, e poi sentirvi persi quando vi lascia?
A me è successo. 
Sono passati tre anni da quando lei è sparita, creando in me un vuoto che è impossibile riempirlo.

Solo lei sarebbe in grado. 

Sono passati tre anni, ma non ci sono riuscito a dimenticarla, e credo che mai riuscirò. 
E' sparita così, nemmeno una telefonata, un messaggio o una lettera. L'ho saputo da sua madre. 
Sono cambiato davvero molto, la sua assenza ha fatto in me una persona orribile. 
Ho cominciato a fumare, a usare le ragazze, creandomi così una reputazione che gli sfigati la chiamerebbero sogno.
Sono peggiorato, insomma. 
 
Eccomi qui, sono Zayn Malik, un diciannovenne innamorato di Zoey. 


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Salve,
il mio nome è Cristiana.
La mia idea è quella di scrivere una storia nella quale il protagonista sia maschile. 
Volevo fare una cosa diversa, spero solamente che uscirà bene questa storia. 
Comunque, questo è il prologo (adesso direte 'capitan ovvio' , ok, vabbè) e a breve posterò il primo capitolo. 
Spero che vi piaccia, per me non è niente di che, mi sembra un pò banaluccio, ma vabbè. 

A presto miei cari lettori, Cris :)

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Capitolo 2
*** primo capitolo- ***


-PRIMO CAPITOLO-

 

La luce che proveniva dalla finestra mi fece svegliare, non che amavo molto i risvegli di questo tipo, ma vabbè. Aprii gli occhi, mettendo a fuoco la stanza. Non era mia. 
Bene. 
Mi girai a sinistra e vidi una ragazza che dormicchiava, aveva i capelli castani e la pelle ambrata. 
Com'è che si chiamava? Amber? Anastacia? Ok, non me lo ricordavo. 
Mi alzai e raccolsi da terra i miei jeans e la mia maglia, li indossai e poi allacciai le mie vans al piede. Guardai per l'ultima volta la ragazza e poi uscii dalla camera e dalla casa. 
Il cielo era pieno di nuvole, tipico di Londra. 
Infilai le mani nelle rispettive tasche dei jeans, e mi diressi al parco. 
L'aria scompigliava i miei capelli, cosa che prima odiavo davvero, quando lei era qui accanto a me, e rideva quando la mia espressione era infastidita. 
Quanto mi mancava la sua risata piena di vita. 
Con lei era impossibile essere seri o arrabbiati. Mi mancava la sua risata che riempiva il mio cuore, i suoi occhi dolci quando voleva ottenere qualcosa, il suo sorriso che scatenava in me mille emozioni. Mi mancava soprattutto la sua presenza accanto a me e le sue mani intrecciate alle mie. 
Lo sapevo, ogni volta che cercavo di non pensarla, finiva sempre così. 
Dai miei occhi uscì una piccola lacrima, poi altre due, e poi altre ancora. 
Ero davvero così innamorato di lei? 
Davvero soffrivo così tanto? 
Asciugai le mie lacrime con la manica della mia felpa, poi insiprai lentamente e mi sedetti su una delle tante panchine vuote che c'erano a disposizione. Estrassi dalla tasca della felpa una sigaretta e un accendino, l'accesi e infine la portai alla bocca. 
Se lo avesse saputo, mi avrebbe picchiato a sangue. 
Risi al solo pensiero, ma lo scacciai immediatamente. Mi mancava davvero tanto, mi mancava la mia Zoey. 
Mi mancava chiamarla 'piccola' e sentire una delle sue, come 'non mi chiamare piccola, io non sono piccola'. 
Ad interrompere i miei pensieri fu una bambina davvero graziosa, aveva i boccoli ed erano biondi, i suoi occhi erano grandi e marroni, la sua pelle era bianca come la neve e le sue guance erano rosee. 
Aveva una somiglianza incredibile a quella di Zoey. 
-Non trovo più la mia mamma- la sua voce era spezzata, stava per piangere. 
Buttai la sigaretta ormai finita, poi la presi in braccio e le dissi -Adesso andiamo dalla polizia e la troviamo, ok? Non ti preoccupare- la piccola annuii con il visino e poi si aggrappò a me. 
Camminai fino alla stazione della polizia, ci entrai e andai verso il comandante. 
-Scusami, questa bambina non trova più la sua mamma- dissi con la voce parecchio preoccupata. -Signorina, è lei la bambina?- si girò verso una sedia, seguii il suo sguardo ed è lì che mi pietrificai. 

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Ok, non riuscivo ad aspettare e così ho deciso di postarlo il primo capitolo. 
Non è niente di che. 
E' corto, lo so, ma prometto che mi impegnerò nei prossimi capitoli. 
Spero che vi piaccia di quello che ho scritto qui :)
Recensioni? *fa gli occhi dolci* 
Ok, adesso ritorno in me. 
Il prossimo lo posterò in questi giorni, a presto lettori miei.
Cris

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Capitolo 3
*** secondo capitolo- ***


raaaaaagazzi, troppo vecchia come storia? ehssi, sono passati quasi due anni da quando non ho più aggiornato! problemi di famiglia, di scuola, ho avuto tanti problemi, che fortunatamente sono stati tutti risolti.. spero che vi piaccia questo terzo capitolo.. a presto, Cris :) 
 
-SECONDO CAPITOLO-
Tutto intorno a me scomparve nel nulla. Vedevo solo una cosa davanti a me, i suoi occhi. 
Erano i suoi occhi, quelli che avevo aspettato per tre lunghissimi anni; erano i suoi occhi, quelli che ogni volta mi ci perdevo dentro; erano i suoi occhi, quelli che mi scioglievano il cuore; erano i suoi occhi, quelli che cercavo in ogni persona, ma che non trovavo; erano i suoi occhi, quelli che, semplicemente, mi hanno fatto innamorare di lei. 
I suoi capelli corti sostituiscono i suoi vecchi capelli lunghi, quelli che amavo toccare ogni volta che stava con me, dopo aver fatto l'amore, mentre la baciavo, mentre le sorridevo. 
Ma il vero colpo al cuore fu il suo sorriso. Non era il sorriso che tanto amavo. Era un sorriso malinconico, triste, e voleva dire tante cose e allo stesso tempo nulla. 
-Grazie per aver riportato mia figlia, sei stato gentile.- sussultai alla sua voce, era sempre quella voce di una bambina, una bambina cresciuta. Prese la bambina e passò davanti, sussurrandomi -Addio Zayn- e se ne andò, di nuovo. Forse per un periodo di tempo, forse per sempre. 
Ed io, da coglione che ero, ero rimasto lì, senza dire nulla. Ero rimasto pietrificato, senza nemmeno salutarla, senza nemmeno niente, come fece lei quando se ne andò via dalla mia vita. 
Mi dissolsi dai miei pensieri accorgendomi di piangere e guardai intorno, ero ancora alla stazione di polizia, mi voltai di corsa e me ne andai, con le lacrime agli occhi. 
Odiavo piangere davanti a tutti, semplicemente, odiavo piangere. Era da deboli, e io non ero un debole, o forse si?
Andai al parco, dove ci ho passato tutta la mia infanzia, mi arrampicai su un albero, mi sedetti su uno dei rami e piansi. Cacciai tutto il dolore che avevo dentro, la sofferenza, l'anima. Piansi per la rabbia, per la felicità, per la tristezza. Piansi, cacciai tutto l'odio verso quella donna, verso quella bambina che mi ha fatto rincontrare l'amore della mia vita, finche non ebbi le forze di piangere. 

Squillò il cellulare, lo presi e guardai: Liam. 
Sbuffai e risposi -ehi liam- 
'Zayn, dove sei? Dovevi essere qui da almeno due ore!' 
-Oh giusto Liam, scusami ho avuto una brutta giornata, arrivo subito' 
detto questo, attaccai. Scesi dal mio fidato albero e mi incamminai verso casa di Liam. 
Io e Liam abbiamo stretto molto amicizia da quando se ne è andata lei, mi ha aiutato. Anzi, la parola aiutare è a dir poco riduttiva. 
Semplicemente, mi ha salvato. 
Devo ringraziarlo davvero, lui e gli altri del gruppo. 
Arrivato davanti casa di Liam, schiacciai l'ennesima sigaretta che mi ero fumato in quella giornata e bussai il campanello e mi aprirono la porta. 
-Zayn, ti aspettavamo, ci avete fatti preoccupare tutti inutilmente, inutile ingrato- mi sfottè Niall, con una busta di patatine in una mano e con l'altra ne prendeva una manciata per poi metterla in bocca, come al suo solito. Risi alla visione e chiusi la porta alle spalle andando verso il salotto, dove c'era il resto della band che giocava alla playstation oppure alla mora cinese. Si, i miei amici giocavano alla mora cinese, ed erano i migliori amici che potessi mai avere. Presi il cellulare e scattai loro una foto, per poi metterla su twitter e scrissi 'Con chi ho a che fare, mie piccole fans? Mi verrete a salvare?' una volta pubblicato, lo posai nella tasca del jeans e mi buttai addosso a Harry che giocava alla play subendomi le bestemmie da parte sua dopo avergli fatto perdere. 
-Scusami Harry, ti ho solo anticipato una perdita assicurata- e ridemmo tutti vedendo il broncio che fece Harry, era un cucciolo. 
-Ragazzi ordiniamo la pizza?- ci fu un si collettivo nell'aria e odrinò il solito. 

-Ho rivisto Zoey- dissi e nella camera iniziò a regnare il silenzio. 
Tutti erano perplessi, come non biasimarli. Ci erano affezionati anche loro alla piccola Zoey, era la donna di casa, la sorella che non avevano mai avuto, la migliore amica che avevano, una mamma che li aiutava a portare a letto dopo una sbronza, ma specialmente, era Zoey, la ragazzina che aveva conquistato tutti con un ingenuo sorriso, che tanto di ingenuo non ne aveva. 
Era furba, assai furba, era stronza quando voleva e ci riusciva sempre nell'intento, era dolce nei momenti giusti, ma mai cattiva, solo una volta. Quando ci ha voltato le spalle, quando se n'è scappata via. 

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