Are you afraid?

di Halley
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Do you accept? ***
Capitolo 2: *** First day. Everything is Ok -Part 1- ***
Capitolo 3: *** First day. is everything ok...? -Part 2- ***
Capitolo 4: *** The Penitence. ***



Capitolo 1
*** Do you accept? ***


1. Do you accept?


La sfida si stava facendo parecchio interessante. Nessuna possibile strada alternativa; solo lei, gli scalini di marmo, le sue amate scarpe tacco dodici, e una pila di carte dal peso considerevole,  che le impedivano di avere una perfetta visuale del percorso da compiere. Obiettivo: posare l’incombenza non troppo delicatamente sulla scrivania del signor Stark, e convincerlo a firmare tutti i documenti, impresa assai ardua, evitando di rimandare ulteriormente l’impegno. Quindi, scendere le scale senza rompersi un piede, sarebbe stato sicuramente il pezzo più semplice. Come volevasi dimostrare, la prima parte della missione, e “missione” era senz’altro la parola giusta, andò a buon fine; la parte impegnativa iniziò dopo che la ragazza varcò la porta del laboratorio di Stark, inserendo il codice d’accesso. La musica era molto alta, come al solito, tanto che Tony, impegnato a osservare dati riguardanti la sua armatura sugli schermi virtuali, e dandole le spalle, non riuscì ad accorgersi dell’arrivo della segretaria, se non quando Pepper posò, come accennato, con ben poca delicatezza le carte sulla sua scrivania.
-Buongiorno, signorina Potts. Ha dormito bene, stanotte?- chiese, dopo aver spento la musica con un semplice comando vocale, e voltandosi verso di lei.
-Buongiorno, signor Stark, e sì, magnificamente, grazie- disse lei, con un sorrisetto un po’ seccato dipinto in viso. Tony non se lo lasciò sfuggire.
-Va tutto bene?-
-Oh sì- disse Pepper, assumendo un’aria più professionale- le ho portato delle carte da firmare-
-“Delle carte”? Questo sembra l’Empire State Building cartaceo! Io dico che arriva a quasi un metro d’altezza- notò Tony, osservando la pila di documenti.
Pepper roteò gli occhi:- Ad ogni modo, devono essere firmate entro domani a pranzo-
-E perché me le consegna ora? Mi sembra che manchi ancora del tempo, no?- fece notare ulteriormente, mentre giocava con il bordo delle pratiche.
-Perché la conosco bene, signor Stark, e nel suo caso il tempo non è sovrabbondante, ma appena sufficiente- Pepper alzò un sopracciglio
Tony pensò un secondo. Beh, sì, si distraeva spesso, questo era vero:-Touché-
Pepper sorrise, e disse, piano, quasi sovrappensiero:-Cosa farebbe senza di me?-
-Come?-chiese Tony, guardandola
Pepper assunse un’espressione interrogativa.
-Cos’ha detto?-
-Ah. Mi sono chiesta che cosa farebbe senza di me- ripeté la ragazza
-Lei mi sottovaluta, Pepper. Se mi metto d’impegno io sono un gran lavoratore- disse Tony, anche se in fondo non ci credeva neppure lui…
-Certo, signor Stark…non lo metto in dubbio- annuì Pepper ironicamente
Ma Tony riuscì a notare il tono sarcastico:-Io riuscirei a resistere….una settimana senza di lei- buttò lì.
-Signor Stark, io non voglio sminuirla, quello che fa ovviamente va bene, ma io rispondo a tutte le telefonate, e svolgo metà del suo lavoro…non so se riuscirebbe, così di colpo, a fare tutto ciò-
Tony si sentì ferito nell’orgoglio:-Scommetto che riuscirei a sopravvivere una settimana senza di lei- disse Tony- accetta?-
-Come?-
-Facciamo una scommessa; io le proverò che riuscirò a sbrigare tutto il lavoro senza problemi, e lei si prenderà qualche giorno di ferie, che ne dice, accetta?- chiese Tony, porgendole la mano
-Oh, non credo che…-
-Ha paura, forse?- chiese Tony, lo sguardo provocatorio
Pepper ci pensò su. In fondo, cosa avrebbe perso? Era assolutissimamente sicura che Tony non avrebbe resistito neppure un giorno da solo. Poteva diventare una faccenda interessante.
-Solo per lei. Temo che perderebbe- Pepper inarcò un sopracciglio.
La bocca di Tony si spalancò in una “o” che sembrava significare “oh, questo non lo dovevi dire”.
-Bene, rendiamola più interessante. Se vinco io, lei svolgerà tutto il lavoro, eccetto pratiche che io riterrò di massima importanza…per ben cinque giorni- disse Tony
-E dove lo troverei il tempo di fare tutto da sola?-
-Esistono gli straordinari, signorina Potts- Tony mise su un sorriso alquanto furbetto.
Pepper non era completamente convinta:-E le carte da firmare, gli assegni, i concordati…?-
Tony cercò di fermarla:-Sono sicuro che in qualche modo si arrangerà…accetta?-
-Aspetti un attimo- disse Pepper, assumendo una posa pensierosa- e se vinco io?-
Tony sbiancò per un momento, cercando di ricordarsi le possibili occasioni per le quali la sua segretaria potesse cercare vendetta. Trovò con rammarico che non erano poche.
Poi Pepper arrivò ad una conclusione:-Mi farà da maggiordomo per cinque giorni-
-Maggiordomo?!-
-Sì, farà quello che io vorrò, ciò che le ordinerò…sarà completamente a mio servizio - annuì Pepper, compiaciuta della sua scelta
-Ma…io…- anche Tony non era pienamente convinto
-Accetta?-lo incalzò Pepper
Tony la guardò negli occhi. Non l’aveva mai vista così agguerrita. Poteva diventare una situazione divertente.
-Sì- disse, stringendole la mano-si prepari a falsificare la mia firma-
-Si prepari a portarmi l’asciugamano- disse lei, con un sorrisetto di sfida.
-Bene-
-Bene!-
La scommessa poteva dirsi iniziata.
 
 Note post-capitolo:
Se siete arrivati qui, vuol dire che avete letto, si spera, il testo, e forse almeno un po' vi ha incuriosito. Grazie mille!!!
Mi è piaciuto molto il film "Iron Man", e dato che mi è venuto un briciolo d'ispirazione ho colto l'occasione. (Pure la rima!)
Recensite e dite la vostra, critiche e consigli sono ben graditi!

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Capitolo 2
*** First day. Everything is Ok -Part 1- ***


2. First Day. Everything is ok -Part 1-
 
Tony udì Pepper uscire dalla villa, sbattendo la porta. Ora era tutto nelle sue mani. E questa cosa, stranamente, lo gasava alquanto. Ma non doveva assolutamente commettere l’errore di prendere la scommessa alla leggera; il suo obiettivo era vincere, ad ogni costo. Anche perché se non l’avesse fatto, il suo orgoglio ne avrebbe risentito parecchio, e avrebbe dovuto fare da…maggiordomo a Pepper. Non ci voleva neppure pensare; Pepper ne avrebbe sicuramente approfittato, riducendolo in una sorta di servetto personale…Ma no, non doveva accadere. Liberò la testa da pensieri inutili, e si sedette sulla poltrona di pelle, davanti alla scrivania. Pepper gli aveva lasciato la sua agenda, con tutti gli appuntamenti, e gli ulteriori impegni della settimana, e la pila di carte che doveva compilare, che s’innalzava minacciosa di fronte a lui. E non poteva trascurare niente; infatti, se avesse, per caso, mancato un appuntamento o tralasciato di firmare delle pratiche, J.A.R.V.I.S, vigile, l’avrebbe annotato, togliendogli punti preziosi per vincere la scommessa. Così aveva stabilito Pepper, e così fu fatto. Tony tamburellò le dita sulla scrivania. Da cosa cominciare? In effetti, i documenti  erano davvero tanti. Prese quindi il primo, e cominciò a compilarlo, con calma e tranquillità. Se avesse iniziato bene, con serenità e con un buon umore, la giornata sarebbe andata di conseguenza. Gli pareva di averlo letto da qualche parte, anche se non si ricordava esattamente dove…Posò la pratica alla sua destra e si avviò per prenderne un’altra, quando, improvvisamente, il telefonò squillò. Giusto. Pepper aveva deviato le chiamate di lavoro sulla sua linea, quindi doveva occuparsi anche di quelle. Rispose con il miglior tono cordiale che potesse avere, e dopo una decina di minuti di disposizioni varie e ordini specifici, riattaccò. Accidenti. constatò che in quel tempo avrebbe potuto compilare una ventina di documenti. Sospirò, mantenendo, però, un’espressione calma e tranquilla, afferrando un’altra pratica. Ma il telefono sembrava non volerlo lasciare in pace. Squillò almeno otto volte, l’una dopo l’altra. In men che non si dica erano già passate un’ora e un quarto. E aveva ancora a occhio e croce un milioncino di documenti da compilare. Fece un respiro profondo. Aveva ancora molto tempo, dopotutto. Non era da lui farsi prendere subito dall’ansia. Dopotutto era Iron Man, un supereroe. Si concentrò, continuando a rispondere al telefono e a firmare le pratiche. A mezzogiorno, ad una distanza di circa tre ore dall’inizio della scommessa, decise di fare una pausa. La mattina non aveva mangiato niente, e il suo stomaco cominciava a brontolare. Lasciò tutto e salì al primo piano, uscendo dal laboratorio, verso la cucina. Quando si trovò ad aprire il frigo, constatò con rammarico che era quasi vuoto; al suo interno  vi erano solamente una bottiglietta di ketchup e varie lattine di birra. Mentre, nella credenza, c'era unicamente una confezione di pane da toast. Ma Tony era un tipo che si arrangiava. Prese due fette di pane, le posò sul piatto, e  vi versò sopra del ketchup.
“Beh, è come una specie di crostino, no? Solo che il pane è un po’ molliccio…e il pomodoro è sfuso…e con molteplici conservanti al suo interno…ma è uguale! Nutre, e questo è l’importante!”
Scese nel laboratorio, reggendo il piatto con la nuova specie di crostino che aveva creato. Posò il tutto sulla scrivania, per mangiare e continuare a fare il suo lavoro, in modo da non perdere tempo. Sfoderò un sorrisetto compiaciuto.
-Signore, ha ben sette chiamate perse- fece notare J.A.R.V.I.S.
-Come?!- disse, mentre masticava la sua “creazione” con un’espressione stupita sia per la notizia, che ovviamente per il gusto della pietanza- ma sono stato via solo per… quanto, cinque minuti?-
-Esattamente quasi quindici, signore-
Giusto. Non sapeva il perché, ma quando cucinava il tempo scorreva molto più velocemente.
-Va bene- prese una risoluzione. Tanto sarebbe stato per poco tempo- J.A.R.V.I.S., liquida le prossime telefonate, e giustifica dicendo che ho temporaneamente perso la voce. Richiamerò io più tardi, ok?-
-Sarà fatto, signore- rispose il computer
Tony continuò a mangiare, firmando le carte il più velocemente possibile. Dopo un’oretta, però, come prevedibile, avvertì male alla mano. Lasciò, quindi, per un attimo i documenti, dedicandosi all’agenda, che non aveva ancora considerato. Lesse gli appuntamenti della giornata.
-No, no, no, no!- esclamò
-Va tutto bene, signore?-chiese J.A.R.V.I.S., domandandosi se Tony si trovasse in un qualunque pericolo
-No!- disse Tony, abbandonando la scrivania per correre in camera sua, a cambiarsi d’abito- Ho saltato l’appuntamento di mezzogiorno e un quarto, e dato che ho stoppato tutte le telefonate, non hanno nemmeno potuto chiamarmi!- si tolse la maglietta, afferrando una camicia bianca dall’armadio- e ora devo andare a convincerli di farsi ricevere più tardi- disse tra sé.
Insomma, affidò temporaneamente la casa a J.A.R.V.I.S., e corse via in completo blu informale, capelli spettinati, a bordo della sua AUDI. Grazie alla sua parlantina, al suo carisma, riuscì a farsi perdonare dai suoi clienti, e l’appuntamento, già in ritardo di quasi un’ora, si tenne e si concluse verso le due del pomeriggio. Inutile dire che quando rientrò in casa era abbastanza stanco, sia per il lungo colloquio, sia perché era dalle nove che lavorava. Si allentò la cravatta, buttò la giacca sul divano e arricciò le maniche della camicia. Era anche abbastanza caldo. Camminò dritto verso il laboratorio, e ritornò alla sua postazione. Ma appena si sedette sulla poltrona, come se non bastasse, lo prese un forte colpo di sonno. No. Doveva rimanere sveglio. Non gli era mai successo! La causa poteva essere il fatto che, quella mattina, aveva bevuto un solo caffè, distratto dalla scommessa e dal lavoro da subito intrapreso.
-Ferrovecchio, preparami un caffè. E fammelo doppio- mormorò al robot, appoggiando il gomito sulla scrivania, e la testa sulla mano.
Continuò a firmare le carte, tanto che, dopo molto tempo, arrivò quasi a fine. Mancavano solo una ventina di pratiche da compilare, quando gli occhi gli caddero nuovamente sull’agenda. Prima era stato talmente sconvolto dall’appuntamento impellente che non aveva visto gli orari degli altri. La prese in mano, aprendola al giorno stesso. Uhm, niente di grave. Ce n’era uno alle quattro e mezza.
-J.A.R.V.I.S., che ore sono?-
-Le 4: 40 p.m., signore-Tony roteò gli occhi:-Ci risiamo…-
Corse via, mormorando parole incomprensibili a proposito degli appuntamenti stessi.

To be continued...

Note post-capitolo:
Eccoci al primo giorno! Ho deciso di spezzarlo in due parti, perchè intero era veramente troppo lungo. Come si è potuto vedere, non sarà una giornata semplice per il nostro supereroe preferito! Vorrei ringraziare chi ha recensito il primo capitolo ( Grazie grazie grazie!!) e chi ha aggiunto la storia tra le seguite o ricordate (Thanks Thanks!!!). Spero che il capitoletto vi sia piaciuto! Se volete, lasciate una recensione! Ciao,
Halley.
P.s. Thumbs up for bread with ketchup :)










 

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Capitolo 3
*** First day. is everything ok...? -Part 2- ***


3. First Day. Is everything ok…?  -Part 2-
 
Ancora una volta, Tony si trovò a guidare a tutta velocità verso il suo ufficio alle Stark Industries, benedicendo almeno il fatto di non essersi cambiato d’abito. Anche se il suo look, in maniche di camicia, e capelli ancor più scompigliati della volta precedente, era molto casual. Ma Tony non ci si soffermò molto; non era il suo problema maggiore, in quel momento, e vi allontanò definitivamente i suoi pensieri, quando si rese conto che l’importante…era lui, Anthony Edward Stark, e non cosa indossava. O almeno sperava che fosse così. Nonostante tutto, comunque, l’appuntamento andò a buon fine, ma si concluse molto tardi, tanto che Tony tornò a casa che erano le sette. Quindi più stanco, esausto, distrutto di prima si chiuse la porta alle spalle, raggiunse il laboratorio, si sedette sulla poltrona, incrociando le braccia sulla scrivania e poggiandovi sopra la testa. Fece un mente locale: mancavano venti documenti da compilare, gli appuntamenti, pochi ma molto lunghi, erano finiti, e…O mio dio, le telefonate! Saranno state almeno un centinaio…Sospirò. Non ce la poteva fare. Aspetta. No! Lui ce la doveva fare! Era Iron Man, accidenti! Aveva salvato il mondo diverse volte, era un supereroe! Alzò la testa, si stiracchiò, e sbadigliando, era uno sbadiglio deciso, si occupò di richiamare tutti coloro che gli avevano telefonato. Fu un’impresa ardua, molto impegnativa, ma alla fine, la completò quasi del tutto. Erano le nove, e gli mancavano “solo” una decina di telefonate. Non aveva mangiato, e il suo stomaco cominciava a farsi sentire. Vi poggiò una mano sopra, come per cercare di calmarlo.
Era quasi alla fine, non poteva mollare proprio ora. Decise, quindi, un po’ per cambiare, di dedicarsi nuovamente alle pratiche, e poi tornare alle telefonate. Afferrò un documento, ed iniziò a compilarlo; ma ben presto s’imbatté in un…imprevisto. All’inizio pensava fosse uno scherzo. Pepper l’aveva fatto apposta. Ma poi si poggiò una mano sulla fronte, e cominciò a pensare. Il codice fiscale. Nella sua mente compariva un solo numero: cinque. Dovevano pur esserci altre cifre, no? Ma per quanto si sforzasse non riusciva a ricordarle; d’altronde, c’era sempre stata Pepper, per gli altri numeri. Forse quella scommessa non era stata una delle sue migliori idee. Decisamente no. Senza Pepper era tutto diverso, e in peggio, certamente. E doveva ammettere che, anche se era passato un solo giorno, gli mancava. Proprio in quel momento, sentì un rumore di tacchi a spillo sulle scale che conducevano al laboratorio. Pepper. Che ci faceva lì a quell’ora?
La ragazza varcò la porta, sorridente:-Buonasera, signor Stark-
-Buonasera, signorina Potts- rispose lui monocorde
Pepper lo vide abbastanza, ehm…distrutto.
-Come procede?- chiese, quindi.
-Meravigliosamente. Ho quasi finito- annuì lui
-Sono contenta- sorrise lei- sono passata per dirle che gli altri documenti, sono nel mio ufficio-
-Altri…documenti?- sillabò Tony
-Oh sì, per i giorni successivi. Questa è la chiave per aprire il cassetto dove li ho messi- la poggiò sulla scrivania. Lo guardò ancora. Sembrava non poterne veramente più.
-Va bene- mormorò lui
-Quindi…io vado, ok?- disse, incamminandosi verso l’uscita.
Va bene la questione di principio, va bene l’orgoglio, va bene tutto, ma non ce la faceva più. Non aveva cenato, aveva un aspetto pietoso e si sentiva molto stanco. Non poteva fare quella vita per altri sette lunghi, estenuanti giorni. Per poi contare le occasioni in cui c’era bisogno di Iron Man, per lo più di notte. Non avrebbe potuto dormire. Doveva trovare una soluzione.
-Aspetti- disse Tony, alzandosi in piedi
Pepper sorrise, forse intuendo cosa Tony aveva da dirle; quindi si voltò e assunse un'espressione più seria:- Sì, cosa c’è?-
-Io ho dimostrato di saper sbrigare tutto il lavoro…per oggi. Quindi, non potremmo, in un certo senso…rettificare la durata della scommessa, così rettificheremmo anche le condizioni delle penitenze…?- Tony si arrampicava evidentemente sugli specchi.
-Ma in questo modo la scommessa stessa non avrebbe più alcun senso…lei ha detto di poter, e cito esplicitamente, “resistere una settimana senza di me”. Ma è passato un solo giorno-
Tony pensò un attimo. Una scommessa è una scommessa. E lui sapeva di non riuscire a portare a termine ciò che si era proposto. Aveva deciso in fretta senza valutare tutti gli aspetti. E ora doveva prenderne atto. Almeno avrebbe riavuto Pepper accanto; non era per niente lo stesso, senza di lei.
-Va bene. Tralasciamo altre scuse patetiche. Mi arrendo- disse Tony, alzando le mani, come in segno di resa.
-Si arrende? Ma…oggi è andata abbastanza bene, no?- chiese Pepper, stupita
-Sì, certo, oggi ho completato quasi tutto ma…mi guardi; sono sfinito. Potrei andare avanti per due, tre giorni, ma non per una settimana. La verità è che…è colpa mia; sono stato troppo impulsivo, non ho valutato bene le conseguenze di tutto quel lavoro da svolgere…quindi, mi arrendo. Congratulazioni, Potts-
Pepper aveva ascoltato buona parte del discorso a bocca semi-aperta. Non poteva crederci; anche se in piccolo, Tony si era assunto le sue responsabilità, anzi, aveva addirittura ammesso le sue colpe. Pepper mise su un sorrisetto alquanto soddisfatto, anche se non troppo evidente; infatti, anche se era contenta di aver vinto la scommessa, le dispiaceva di vedere Tony così deluso.
-Grazie- si limitò a dire. Tony abbassò lo sguardo.
-Hey, è stato più bravo di quanto mi aspettassi- lo consolò Pepper
-Ma davvero?- Tony  inarcò un sopracciglio
-Oh sì, è riuscito a finire quasi tutto il lavoro. Sono fiera di lei-
-Beh, grazie. Mi sento molto meglio, sì- annuì Tony
Pepper rise sommessamente, dopodiché diede un’occhiata all’orologio.
-Sì è già fatto tardi. Devo andare. Ci…vediamo domani, allora- si congedò
-Certo, stessa ora. Beh, se vuole arrivare un po’ più tardi…faccia pure con comodo...- Tony sperava con tutto se stesso che Pepper trascurasse la penitenza che comportava la perdita della scommessa.
-Non cerchi di corrompermi. Non ho dimenticato la penitenza- mise su un sorrisetto sarcastico
Tony sbiancò.
-Sì, arriverò alla stessa ora, ma gradirei preparata la colazione. È possibile?-
Non era così terribile, dopotutto.
-Ma certo, milady- rispose Tony, scherzosamente.
-Allora buonanotte, signor Stark-
-Buonanotte, signorina Potts- disse lui, buttandosi sulla poltrona, chiudendo gli occhi e piegando la testa all’indietro.
-Ah, signor Stark?-
-Sì?-
-Gradirei una colazione continentale; quindi uova, bacon, prosciutto, pane tostato e succo di frutta, accompagnati da un frutto. Meglio se è un’arancia. Ok?-
-Ricevuto-assentì Tony, facendo il segno dell’ “ok” con la mano.
-Buonanotte-
-Buonanotte-
 
 
 
Note post-capitolo:
Bene, eccoci qua, siamo quasi alla fine! Eh sì, come si era potuto prevedere, Tony ha perso la scommessa. Il capitolo seguente, sarà un divertente scorcio sulla penitenza di Tony :). Ringrazio tutti coloro che hanno recensito lo scorso capitolo o che semplicemente l’hanno letto (Grazie davvero!!). Spero che il capitoletto vi sia piaciuto. Grazie ancora, e ciao!
Halley
P.S. Scusate se non ho aggiornato subito, ma gli impegni al campo estivo hanno preso il sopravvento XD
 
 
 
 

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Capitolo 4
*** The Penitence. ***


4. The penitence.
 
Rhodey suonò al cancello di Villa Stark. La voce di J.A.R.V.I.S. risuonò metallica oltre il citofono.
-Identificarsi, prego-
-Buongiorno J.A.R.V.I.S., sono Rhodey-
-Buongiorno a lei, signor Rhodes-
L’A.I. confermò il riconoscimento, aprendo il cancello in ferro battuto. Rhodey percorse il vialetto circondato da un curato prato all’inglese, e lasciò la macchina nel piccolo parcheggio, poco lontano dall’entrata. Trovò la porta d’ingresso semiaperta, perciò la scostò appena, ed entrò, chiudendola alle sue spalle. Non ebbe neppure il tempo di salutare il suo migliore amico, che una strana visione lo sorprese alquanto; Tony era in ginocchio, davanti a Pepper, che, invece, era seduta sul divano, e intenta a leggere una copia di Vanity Fair. Rhodey notò subito un farfallino attorno al collo di Tony, e un asciugamano sul suo braccio; l’uomo reggeva  il più delicatamente possibile uno dei piedi di Pepper, limando ad una ad una tutte le unghie. Rhodey constatò immediatamente che l'amico stava facendo la pedicure alla sua segretaria; solo che non poteva crederci.
-Ma…cosa…?- sillabò, ancora nel pieno dello stupore.
Pepper posò la rivista sul divano e si voltò verso di lui, così come Tony.
-Ciao, Rhodey- salutò Stark, lasciando la lima per terra e posandosi una mano sulla nuca, quasi…imbarazzato?
-Possiamo spiegarti tutto- disse Pepper, ridendo di sottecchi, mentre Tony, invece, sembrava piuttosto scocciato.
-…Perché hai un farfallino attorno al collo?-
Tony guardò Pepper con un’occhiata piuttosto eloquente, così l’attenzione si spostò su di lei.
-Beh, è iniziato tutto…ieri, a dire il vero- in breve Pepper raccontò della scommessa, di come era andata, e della penitenza, che Tony stava scontando in quel momento.
Rhodey mise su un sorrisetto piuttosto divertito.
-E…come sta andando fino ad ora?- chiese
-Bene, mi sta distruggendo - disse Tony, piegando la testa all’indietro.
-Oh, andiamo, signor Stark, non sono stata così terribile!- esclamò Pepper
-Pepper, è dalle sette che sono in piedi. Sto per collassare, dico sul serio- le rivolse l’occhiata più grave che potesse fare.
-Certo, certo. La colazione non era neppure farina del suo sacco!-
Tony la guardò sorpreso:-E lei come lo sa?-
-Per favore. Ha cucinato pane arrostito, bacon e uova strapazzate senza far saltare in aria la cucina; e per di più era tutto d’ottimo aspetto e molto buono. Decisamente non è stata opera sua-
Tony la reputò un’offesa:-Non è una prova convincente, Potts-
-Ah, e suppongo non lo sia neppure lo scontrino del "Catering Mc Carrie", che ho trovato sopra il bancone- disse Pepper, inchiodandolo.
Tony si passò una mano tra i capelli:-Va bene, forse per la colazione ha ragione. Ma per il resto della mattinata sono stato a sua completa disposizione-
-Sì, devo riconoscerlo. Mi ha anche sommariamente riordinato l’ufficio- sorrise- quello l’ho apprezzato veramente-
Tony le sorrise di rimando.
-Ehm…io…- Rhodey cercò di farsi notare.
Tony si riscosse un attimo. Si era forse incantato nel sorriso di Pepper?
-Scusa, amico. Che ci fai qui?- chiese, prestandogli attenzione.
-Oh, niente di che. Ero di passaggio, e sono venuto a salutarti-
-Beh, grazie-
-E comunque…potevi prevederlo, il fatto che non riesci a vivere senza la qui presente signorina Potts- aggiunse, ridendo sotto i baffi
Tony colse l’occasione al balzo; non gli rispose per le rime, ma fece la sua migliore faccia dispiaciuta, e si voltò verso Pepper. Sperava con tutte le sue forze che il suo fascino l’avrebbe tirato (ancora una volta) fuori dai guai.
-Hai ragione, Rhodey. Dovevo capirlo subito. Mi dispiace molto, anzi moltissimo, Pepper. Davvero- si meritava come minimo un Oscar, per quell’interpretazione.
Ma Pepper non era stupida, e ormai lo conosceva da troppi anni, per non accorgersi di quel trucchetto.
-Va bene, Tony- sorrise angelicamente- basta con la pedicure-
Tony si voltò verso Rhodey, e gli rivolse un occhiolino furbetto.
-…passiamo alle mani!- esclamò Pepper, porgendo le dita affusolate a Tony.
L’uomo si posò una mano sulla faccia, e, ancora una volta, dovette arrendersi a lei.
 
Dieci ore più tardi…
 
-Che bel film, eh, Tony?-
-Non le so dire quanto- rispose, premendosi un cuscino contro la faccia.
-Capisce? Tutte le ragazze a cui aveva fatto da damigella, al suo matrimonio le hanno fatto da damigelle a loro volta! E lei si sposa con l’uomo di cui è innamorata!-
-Che gioia- mormorò da sotto il cuscino- Mi posso congedare, ora?-
-Neanche per sogno! Ora c’è “Mamma Mia”!-
-E…ehm…trama?- chiese Tony, senza più un briciolo di forza per poter controbattere con Pepper.
-Lei è una ragazza giovane, e si sta per sposare con il suo ragazzo, ma…-
-Perché questi film hanno tutti come base un matrimonio?- interruppe Tony
-Beh, credo renda l’atmosfera più romantica…andiamo, non faccia così!- esclamò, spostandogli il cuscino dalla faccia -Dopotutto si sta facendo una cultura sui film per ragazze-
-E non sa quanto gliene sono grato- disse, ironicamente
-Ok. Questo è l’ultimo- disse Pepper, decidendo di porre fine alle sue sofferenze.
-Va bene. Grazie- disse, sinceramente.
Pepper gli rivolse uno dei suoi sorrisi. Nuovamente Tony vi s’incantò, e, alla fine dovette ammettere, che non gli dispiacque stare per un’altra ora e mezzo accanto ad una ragazza così…speciale. O almeno, per lui lo era sicuramente.
 
The End
 
Note post-capitolo:
Ed eccoci alla fine! Spero che il capitolo vi sia piaciuto! Vorrei scusarmi per aver tardato nella pubblicazione, ma nelle ultime settimane sono stata in vacanza, e non avevo internet. Volevo ringraziare tutti coloro che hanno recensito, seguito la mia storia. Grazie mille, veramente! Se vorrete lasciare un commento, per dire cosa ne pensate, ve ne sarò molto grata! Ciao, alla prossima,
Halley
P.S. Il titolo del primo film è “27 volte in bianco” :) 

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