The life can change.

di dreamer96
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** News ***
Capitolo 2: *** I'll leave! ***
Capitolo 3: *** First meeting ***
Capitolo 4: *** Invitation! ***
Capitolo 5: *** Moments ***
Capitolo 6: *** First kiss ***
Capitolo 7: *** He leaves! ***
Capitolo 8: *** Marriage proposal ***
Capitolo 9: *** Harry?Goodbye ***
Capitolo 10: *** Steve... ***
Capitolo 11: *** Niall ***



Capitolo 1
*** News ***


In una giornata d'autunno tutta la mia vita cambiò. Lavoravo presso una delle riviste più vendute a quel tempo ed ero costantemente occupata nell'intervistare personaggi di quel mondo che dopo circa trent'anni definisco tutt'altro che affascinante.La mattina oramai era mio solito fare tardi,prendere il taxi e correre per arrivare il più presto possibile al mio ufficio dell'ottavo piano di un edificio situato al centro di New York che consideravo la mia seconda casa. Il mio lavoro era molto stressante perchè non avevo nemmeno un attimo di relax,ogni giorno era la stessa storia: tante,tante lettere inondavano la mia scrivania da momento che avevo uno spazio sulla rivista chiamato : ' Deep love,but sometimes...'.Obbligatoriamente vi erano su quella scrivania di legno tre cose che non dovevano mancare: il mio grande bicchiere di caffè-latte per riprendermi dalle lunghe lettere sentimentali che mi facevano piangere,perciò accanto c'era sempre una scatola rossa di fazzoletti che finiva ogni due settimane e per terminare la mia foto con la mia carissima amica Chiara,la quale tuttora non fa altro che ascoltare i miei lunghi discorsi,le voglio un bene da pazzi.Quella foto fu scattata a Barcellona perchè quelli si che fu una delle vacanze migliori visto che non ci vedevamo da venerdì 24 febbraio del 1995 e ci lasciamo con la speranza di rivederci quella stessa estate,ma ciò non accadde e lasciammo che il destino decidesse per noi.Quel venerdì fu come abbracciare l'amicizia in persona. Ritornando a noi,il mio ufficio era molto interessante,avevo due grandi quadri,uno alla destra della porta raffigurante Parigi di sera regalatomi da un pittore svedese,l'altro alla sinistra rappresentava Praga col suo fiume.C'era la scrivania al centro,la mia comoda poltrona in pelle nera e tanta voglia di sognare ad occhi aperti. Capitava alcune volte che mi addormentassi in ufficio quando ero troppo stanca e finiva che il giorno seguente il mio capo mi ritrovava lì e nonostante ciò continuava a farmi lavorare fino a tarda sera. Questo fu fino al 28 ottobre del 1998,ogni cosa si ripeté giorno dopo giorno quando il quel pomeriggio trovai sulla scrivania una lettera diversa dalle altre.Era color panna,mi sedetti,l'aprii,mi si erano incollate le dita per la tanta colla che era stata utilizzata,sfilai il foglio,era scritto così:
 
Cara Charlotte,
come sa nel nostro dipartimento dicono molto sul suo conto.Gradirei se ci incontrassimo venerdì per parlare circa il suo trasferimento a Londra,la reputo molto capace nel suo lavoro,soprattutto per il successo ottenuto con lo spazio 'Deep love,but sometimes...'Ho molti progetti per lei.
 
                                                          Affettuosamente,Sara Simpson.
 
E adesso?Cosa avrei fatto a Londra,chi avrei conosciuto?Sarei forse diventata qualcuno?

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Capitolo 2
*** I'll leave! ***


 
Quella sera arrivai a casa stanchissima tanto da gettarmi sul divano scalza appena aperta la porta.Non avevo voglia di cucinare e nemmeno se avessi ordinato una pizza l’avrei mangiata,non avevo fame. Il pavimento era gelido,a piedi nudi raggiunsi il frigo,lo aprii,presi una birra ghiacciata e mi diressi verso il divano.Accesi la tv ma tanti pensieri affollavano la mia mente su cosa avrei fatto a Londra,su dove sarei andata  a vivere e pensavo che sicuramente tutta la mia vita sarebbe cambiata.Mentre tanti pensieri vagavano di qua e di là le mie stanche palpebre calarono come il sole e mi addormentai subito.
Puntuale il giorno dopo mi presentai al lavoro,che cosa insolita! Tutto regolare: io ero sempre immersa da lettere. Il venerdì successivo ero pronta per l’appuntamento.Con cinque minuti di ritardo mi presentai all’ufficio del mio capo ma ciò non destò  alcun cambiamento di programma circa i suoi progetti su di me. Fu un colloquio breve al contrario di quanto mi aspettassi e la signorina Simpson fu molto gentile con me.Mi fu mostrato tutto il lavoro : avrei lavorato per una rivista di ragazze e due o quattro pagine del giornale sarebbero state mie,ma ciò che vi avrei scritto era tutto da scoprire,bisognava partire!
Il biglietto per Londra era stato già prenotato per sabato 5 novembre e alle ore 12.45 avrei preso l’aereo.
Cosa? Così in fretta!Beh,si,cosa potevo fare? Mica avrei dovuto rifiutare perché non ero troppo pronta per questa nuova avventura?No,di certo.Ebbi circa una settimana per fare compere di abiti di cui certamente avrei avuto bisogno.Mi preparai alla meglio e il giorno fatale arrivò.Ovviamente il giorno precedente in ufficio non erano mancate frasi del tipo :’mi mancherai’ oppure ‘sei sempre stata carina e geniale’. Frasi che potrei definire già confezionate,adatte all’occasione visto che in quell’ufficio esisteva soltanto la competizione che tra l’altro detestavo.
Preso l’aereo,giunsi a Heathrowdopo circa 8 ore di volo e con un forte mal di testa attesi le mie valigie,pronta per prendere un taxi che mi portasse all’albergo non lontano da Londra.Vidi le luci di quella città,la gente affaccendata,era tutto così movimentato. Arrivata in albergo,entrai e la hall sembrava ad una prima vista molto calda e accogliente.Presi le chiavi,entrai nella camera assegnatami.Mi sedetti sul letto che era molto soffice.Adesso non avevo nessuno con me,ma…sfilai la foto mia e di Chiara dalla valigia,ah!...Mi sentii a casa! 

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Capitolo 3
*** First meeting ***


E’ domenica ed eccomi a Londra,nuova vita,nuovo lavoro e sicuramente  nuovo amore.Vi confesso che in realtà non ne avevo mai avuto uno serio,si vi erano stati alcuni ragazzi ma si trattò solo di pochi mesi perché tutti,davvero tutti,se ne andarono da New York per seguire il loro vero amore che non ero io ma lo sport;c’era chi faceva baseball,chi hockey e persino tennis. Mi ricordo ancora di James,io sì che pensavo che lui mi amasse davvero,aveva  vinto cinque medaglie d’oro di tennis,era alto,snello e molto agile e una sera si presentò fuori casa con una lettera di trasferimento in Australia con le lacrime agli occhi.Iniziai a piangere,ci abbracciavamo in continuazione,ci demmo l’ultimo bacio,ci lasciammo da eterni amici. Beh,posso dire che adesso ero pronta,potevo uscire dal mio mondo e scoprire le strade di Londra illuminate dalla luce del sole.Presi un taxi che mi portò alla Tower Bridge.Fu magnifico cedere ciò che avevo sempre osservato in foto,cartoline o documentari.Da come avevo letto da bambina questo ponte in passato veniva aperto fino a cinque volte al giorno.Decisi di visitare ‘The Tower Bridge Exhibition’,un museo che illustrava la storia del ponte.Si fece tardi,era ormai ora di pranzo e presi qualcosa al volo,un Fish and chips.Più tardi mi diressi verso Waterstone’s che  era una delle librerie più importanti di Londra in Picadilly area.Quando entrai fu molto entusiasmante: tanti,tanti libri con tutte le copertine colorate erano davanti ai miei occhi e li illuminavano.Andai verso i libri da lettura come quelli di Nicholas Sparks e stetti per circa dieci minuti a scegliere quale comprare,poi andai verso ‘Books and Cds’ e lì trovai tanti libri di artisti come i U2,Leona Lewis,Elthon Jhon  che non erano ancora arrivati in alcune librerie di New York,benché fossero rifornite.
Mentre camminavo per la strada,precisamente ad Apon Avon non ci vidi più,ero così stanca che ormai non badando più a nessuno e contro chi mi scontrai? Contro un ragazzo!Mi sentii molto imbarazzata poiché mi cadde tutto da mano e non seppi per circa due secondi cosa fare. Ci guardammo intensamente in quell’istante e contemporaneamente ci abbassammo per raccogliere i libri caduti che mi porse gentilmente.
Dissi : < Grazie,sei gentile>
Lui: < Erm…di nulla,capita >
Io: < Si,soprattutto quando si è distratti e stanchi>
Lui: < Si hai ragione,infatti >
Io: < Vabbè,allora vado,ci rivediamo >
Mi voltai e andai via,quanti pensieri in pochi attimi,com’ero stata?Gentile? Si,dai,forse un po’. Forse sono così perché non ho mai parlato con i ragazzi o forse perché ho paura di sbagliare.Era riccio,quel ragazzo,proprio come me! Era carino,lo ammetto,aveva degli occhi favolosi,verdi come il colore del mare caraibico,un naso piccolo e le labbra rosa scuro che sembravano essere state disegnate da un ritrattista,il vento gli scompigliava i capelli che gli conferivano sicurezza e sguardo fiero.Rise,ridendo comparvero due piccole fossette che gli sottolinearono quell’aspetto nascosto…Non gli chiesi il nome,affidai tutto nelle mani del destino che adesso era in campo per me.Pensandoci quante cose si possono osservare in pochi attimi : tutto e niente,tutto se trovi te stesso nel tutto,niente se il tutto che hai dinanzi a te non è il tuo tutto.
Me ne tornai a casa stanca dopo un’intera giornata a respirare aria londinese.L’indomani ero pronta p
er il mio nuovo lavoro.

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Capitolo 4
*** Invitation! ***


Quella luce che le nuvole emanavano mi fece stropicciare gli occhi,il nuovo giorno tanto atteso era giunto.
Mi alzai,bevvi una tazza fredda di latte che era nel frigo della mia stanza e poi mi feci una doccia. Ovviamente come al solito accesi la radio per ascoltare le hit del momento.Mi truccai,un trucco leggero,per essere più semplice possibile. Indossai  un vestito nero,scarpe col tacco nere,ero elefante,adatta all’occasione,tipico stile da giornalista.
Presi un taxi e raggiunsi Hammersmith,lì vi era la sede del mio giornale. Fermata,rimasi un attimo a contemplare l’edificio. Era quello adesso il posto dove avrei passato intere giornate a lavorare. Entrai,chiesi di una certa Jennifer Calliser,mi indicarono il suo ufficio,entrai e mi presentai. Fu felice di vedermi e fu molto cortese con me. Mi disse che avendo saputo del mio successo a New York con il mio spazio,adesso avrei curato un blog dove tutte le mie amate scrittrici americane mi avrebbero continuato a scrivermi e si sarebbero aggiunge tutte le altre ragazze in cerca di risposte ai loro problemi di cuore. Tutto andò a gonfie vele e dopo circa una settimana ricevetti i complimenti dal mio capo che si dimostrò disponibile con me. Però accadde una cosa molto strana ma allo stesso tempo sorprendente che ricordo ancora come se fosse oggi.Ore 16.45,squilla il telefono:

Io : ‘ Pronto?Pronto?’
X : ‘Salve,signorina lei ha vinto un premio!’
Io: ‘Ma dai! Chi è? Dimmi chi sei!’
X: ‘solo se vieni con me a bere un caffè’
Io: ‘Beh,dipende.Indizio,voglio un indizio!’
X:’Scontro,libri,io e te’
Io:’Ohw…sei tu! Dimmi il tuo nome’
Lui: ‘Harry Styles!’
Io: ‘ Io Charlotte,Charlotte Stevenson,Harry come hai fatto ad avere il mio numero?’
Lui: ‘Tu non sai tante cose di me,che poi avrai tempo di scoprire’
Io:’Ohw…quando le scoprirò queste cose?’
Lui:’ Ben presto,sono impaziente di vederti…Stasera alle 20,00 al Plenico Bar,ci sei?’
Io: ‘Erm…Si,certo,verrò!’


Non so esattamente  cosa mi spinse ad accettare subito il suo invito ma almeno,pensai in quel momento,bisognava provarci. Io,sì, avevo paura  lo ammetto,ma fu come essere travolti dall’amore anche se amore ancora non era anche se tutto quel pomeriggio non facevo altro che pensare a lui.

Ci andrà all’appuntamento?
Scoprirà chi è davvero Harry Styles?
Tutto nei prossimi capitoli! 

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Capitolo 5
*** Moments ***


Quella sera ritornai il albergo carica di felicità verso le 18,00 così ebbi  tutto il tempo di prepararmi.
Mi feci una doccia,profumavo di vaniglia,indossai un vestito rosso non troppo corto avente dietro la schiena un fiocco nero.Indossai una collana e un paio di orecchini di perle bianche.I miei capelli erano così ricci e voluminosi che le perle si intravedevano. Infine indossai delle comode scarpe nere un po’ alti con dei lacci che si legavano attorno alla caviglia,erano molto carini.
Preso un taxi,giunsi a Plenico,vidi il Plenico bar all’angolo della strada e pensando che Harry fosse già lì lo raggiunsi e vi entrai. Non vi era quasi nessuno in quel bar,mi sedetti su una sedia in un angolo ad aspettarlo.Era un bar davvero molto spoglio,vi erano tavolini di legno un po’ consumati dal tempo e alle mura color giallo ocra qualche quadretto di Londra. Mentre osservavo tutto ciò entrò un ragazzo alto,riccio,che non puoi fare a meno di non vedere.Era lui : Harry. Indossava una camicia bianca e una giacca blu e il suo viso così lucente colpì il mio cuore. Mi alzai e lo saluta.i dicendo : ‘Ciao Harry!’ .Gli diedi un bacio sulla sua guancia morbida,odorava di  Alien di thierry Mugler,avrei voluto restare tra le sue braccia, per sentire quel profumo così dolce e coinvolgente.


Egli rispose: ‘Ciao Charlotte,come stai?’
Io: ‘Bene,grazie.E tu?’ . Ero imbarazzata.
Lui: ‘Bene…Sei davvero carina.’
Io: ‘ Ohw…Grazie’.
Lui: ‘Dai ordiniamo qualcosa.Cameriere! Un caffè per me e per la signorina…?’
Io: ‘Caffè-latte’.
Lui: ‘Ottima scelta!’
Io: ‘Allora,come hai trovato il mio numero?’
Mise la mano destra nella tasca della giacca e sfilò un biglietto da visita.Lo riconobbi,era il mio.
Io : ‘Uh,come hai fatto ad averlo?’
Lui: ‘Beh,ti ricordi quando caddero i libri?Perdesti anche questo!L’ho conservato,avevo voglia di incontrarti’.
Io:‘Adesso ho capito tutto.Sei proprio carino,sai?’
Lui: ‘Ti sbagli,sono incredibilemente…erm,mi piac-c-i,mmm,ma…’
Io: ‘Cosa?’
Lui: ‘Nulla’. Iniziò a balbettare.Voleva evitare il discorso.Io non sapevo cosa dire,mi trovavo in difficoltà.
Io: ‘Raccontami qualcosa di te,ragazzo da mille segreti!’
Lui: ‘Mmm,ok.Sono Harry,ho i capelli ricci,ho tanti amici…’
Sorrisi,queste cose le avevo già notate e non facevo altro che guardarlo attentamente.
Continuò : ‘Sono originario di Holmes Chapel,ma ora sono in giro essendo occupato per lavoro’.
Io: ‘Già capisco’.
Non volli essere invadente e chiedergli che lavoro faceva,era il primo appuntamento e se lui non aveva voluto dirmelo c’era pur una spiegazione.
Lui: ‘Tu?’
Io: ‘Lavoro per una rivista chiamata ‘Big Love’ e per adesso curo un blog dove le ragazze mi parlano dei loro problemi sentimentali’.
Lui: ‘ Mmm…Sei brava in questi problemi?’
Io: ‘ Per aiutare gli altri sono brava,almeno così mi dicono,ma se la protagonista della vicenda sono io,allora  no!’.
Lui si mise a ridere e mi guardò con i suoi occhioni verdi che cambiavano tonalità a seconda della luce. Era incredibilmente bello.Le sue fossette meravigliose.
Arrivarono i caffè e iniziammo a bere tra gli sguardi di entrambi che ci davamo. Ad un tratto mi disse: ‘Ti piace viaggiare?’
 Io : ‘Certo,lo amo’
Lui: ‘Questo mi piace di te,voglio scoprire chi sei’.
Iniziai ad arrossire,le mie guance divennero simili al rosso delle ciliegie.
Io: ‘Non ho avuto tante possibilità di viaggiare,ma da piccola avevo nella mia camere una grande cartina dove vi erano delle bandierine che segnavano in posti dove sarei voluta andare.Spesso mi rinchiudevo in camera,mi sdraiavo sul letto e ad occhi chiusi immaginavo di essere in un posto,come in Australia,in Spagna o in Canada…I miei cercavano di darmi tutto,ma purtroppo in queste cose l’unica cosa migliore da fare era sognare’.
Lui:’ Sei davvero fantasiosa.Potresti viaggiare con me!...Io da bambino avevo creato con mia sorella una piccola band e mi divertivo a suonare e cantare con lei perché avevo un sogno: quello di diventare un cantante.
Io: ‘E questo sogno? Lo hai ancora scritto sulla lavagna dei tuoi sogni oppure è diventato realtà?’


Il discorso fu interrotto da un cameriere che desiderava il conto ed io non ebbi alcuna risposta.Dopo ciò Harry mi chiese se volessi fare due passi e accettai volentieri.
Raggiungemmo il Tamigi e camminammo insieme.Poi ad un tratto mi sentii appoggiare un braccio sulla spalla,era lui,che dolcemente mi accostava al suo petto.Era tutto bellissimo,fu meraviglioso,lo abbracciai e camminai per molto così,tra le sue braccia e il suo amore che stava nascendo per me.Poi si fece tardi,ci sedemmo su una panchina e continuammo a parlare circa la strada che mi aveva portato a Londra e le sue avventure in città.Fu piacevole,iniziò a piacermi davvero.Poi scesa la sera,mi guardò intensamente e …

Nel prossimo capitolo!

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Capitolo 6
*** First kiss ***


‘Mi guardò intensamente e ?’

E ci fermammo,ci accostammo lungo il bordo del muretto che sporgeva sul Tamigi,ma gli occhi dell’uno riflettevano quelli dell’altro.Un lampo illuminò quel cielo blu,le nostre mani si unirono stringendosi fortemente all’udire il tuono che non turbò i nostri animi ma li spinse a trovare quella strada che unisce due anime in una. Gocce di pioggia colarono sui nostri visi,le labbra secche si inumidirono,si accostarono e unite si sentirono alquanto complete,entrambi eravamo sicuri.Ci facemmo travolgere da quella sensazione completa di libertà.Fu come se un manto d’amore si fosse avvolto attorno a noi e il tempo si fosse fermato: era il nostro momento…
Pioveva a dirotto,i suoi ricci iniziarono a bagnarsi sempre più e lui iniziò a gelarsi eccetto le sue labbra,calde d’amore.La mia matita iniziò a colare e iniziai a lacrimare,lacrime naturali che scorrevano sul mio viso pallido,ma nonostante ciò nessuno dei due era pronto ad andarsene. Iniziai a sudare,fu come se dentro di me fosse sorto un uragano di mille emozioni in pochi istanti ed io e lui,sotto la pioggia,a Londra,lungo il Tamigi,eravamo bagnati fradici d’amore.

Quello fu l’inizio di un’avventura che vide la fine due anni fa. Vidi un taxi,lo fermai,avevo la mia mano nella sua,stretta,forte e più grande della mia. Il taxi portò prima me all’albergo poi accompagnò lui.Dove saremmo andati? Era ormai troppo tardi ed eravamo davvero troppo bagnati. Il giorno seguente andai in ufficio come al solito e tutti in me trovarono qualcosa di strano,mi dicevano : ‘Hai degli occhi più luminosi!Sei per caso felice?’ oppure ‘Heylà che è successo oggi?’ . Frasi di chi non sa davvero che dire se ti trova cambiata anche in un sorriso.
 Pensai a lui tutto il giorno e affrontai tutto in modo felice,mi sentivo amata,amata come non mai. Tornai in hotel per pranzo poiché alle 14,00 avrei incontrato un consulente per un appartamento a Londra centro.Mangiai qualcosa al volo e poi presi un taxi che mi portò a Cannot street.L’appartamento che vidi non era molto piccolo,anzi vi era una cucina,un soggiorno,una stanza,un bagno e un piccolo terrazzo che aveva alcune viole che lo rendevano più carino.Il prezzo era ottimo,decisi di pensarci su ma non avrei lasciato perdere perché in fondo si trattava di un appartamento ristrutturato solamente due anni prima ed era davvero un ottimo affare.
Non sapendo cosa fare chiamai Sophia,una mia collega di lavoro che era simpaticissima,aveva sempre la battuta pronta,sempre sorridente e socievole,era una persona solare e mi tirava sempre su di morale se qualcosa andava storto. La chiamai e andammo al cinema,fu divertentissimo,iniziammo a ridere come due stupide davanti all’ingresso perché il ragazzo che distribuiva i biglietti piaceva a Sophia  e avendo la pelle molto chiara le sue guance arrossirono.Ogni tanto uscivo con lei,lei mi veniva a trovare in albergo e sapevo che saremmo diventate grandi amiche. Ero felice almeno di sapere che c’era qualcuno a Londra che mi faceva sentire bene e che mi fosse più vicina.

Il giorno dopo il bacio,tutto quel giorno,nonostante mi fossi divertita avrei sperato una chiamata o un messaggio da Harry,ma …


Voglio ringraziare una persona fantastica,speciale,mettete tutti gli aggettivi che volete perchè lo è: la mia mamma cucciola Chiara,per il resto non aggiungo altro.Questo capitolo è dedicato a te perchè tu possa trovare l'amore della tua vita.
Già sai quanto di voglio bene anzi è meglio dire non sai quanto ti voglio bene,mi manchi.

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Capitolo 7
*** He leaves! ***


Ma…mi ritrovai fuori la mia stanza d’albergo un mazzo di rose rosse.Vendendole pensai che avessero sbagliato ma erano per me,era lui che mi aveva mandato quelle rose meravigliose.Non avevo mai ricevuto in vita mia fiori da un ragazzo e pensai che doveva essere davvero innamorato… trovai anche un biglietto tra le rose,c’era scritto così :

Per Charlotte,per te che mi hai fatto vivere un momento così bello.Ho voglia di rivederti,vorrei ma non posso,il mio capo ha deciso che devo partire.Ti amo,non l’ho mai detto così convinto,ti amo.
Tuo sempre Harry

Sentivo dentro di me bruciare,provavo ancora quella passione che mi aveva travolto sotto la pioggia,si lo ammetto,lo amavo e lo amo tuttora. Saltavo di gioia,ero immensamente felice,lui mi amava,io pure. Non riuscivo ad aprire la porta della stanza. Quella stessa sera chiamai il consulente per l’appartamento che avevo visto e decisi di prenderlo.Adesso la mia vita era cambiata. Dopo aver fatto una doccia chiamai Sophia per dirle quello che era successo.Mi invitò a cena in un ristorante che conosceva lei per festeggiare,a sua volta invitò Amy,una ragazza che aveva conosciuto facendo interviste e da quanto ne sapevo era un tipo da conoscere perché era simpatica e donna da mille idee,infatti era stata intervistata proprio per una sua creazione per risparmiare energia.
Andammo in un pub,non molto lontano dal mio nuovo appartamento e ci divertimmo un sacco insieme e dopo andammo a ballare. Fu divertentissimo,ero contenta. Dopo ciò tornai a casa,stanca e pronta per il trasloco.
Mattina: ore 5:50,ero pronta,prese le mie cose,lasciai l’albergo e raggiunsi Cannot street con il taxi. Arrivata,chi vedo? Coosa? Sophia ed Amy erano lì,che ci facevano alle 6 e mezza? Le andai in contro e  dissi:

‘Heyyy! Ma che ci fate qui?’

‘Niente,siamo amiche e siamo per te qui,sbrigati che dobbiamo iniziare a pulire casa e poi ci tocca pitturare,abbiamo solamente tre ore perché entrambe dobbiamo andare in ufficio’ disse Sophia.


Ma cosa le è saltato in mente,pensai,sono delle pazze.
Aprii la casa,era piena di polvere,nonostante fosse presto decidemmo di accendere la radio e di cantare per fare passare il tempo.Non sapevo che Amy avesse doti nel cantare,rimanemmo sbalordite,ci mettemmo a ridere. Fu tutto come un gioco e  in cinque giorni riuscii a rendere quella casa ciò che non era mai stato con solamente l’aiuto di due mie grandi amiche. Diventammo una cosa sola,a pitturare le pareti,eravamo le tipiche ragazze in salopette,codino e voglia di ridere e scherzare. Fu tutto così carino.A pranzo ordinavamo sempre qualcosa al bar vicino casa ed Amy dovevamo controllarla perché si stava innamorando del cameriere,quella ragazza era straordinaria: trovava sempre qualcosa in qualcuno e sembravamo  io e Sophia i suoi genitori che ogni volta dovevamo trattenerla se il ragazzo non era per lei. Eravamo tre pazze a volte innamorate altre volte solamente cotte di qualcuno e le stavo per confessare il mio grande amore,perché non si trattava di cotta,ma di vero amore,ma qualcosa mi fermò.Ma  perché io non avevo voglia di confessare? ..Forse perché erano passati due giorni e tracce di Harry non ve n’erano state eccetto quel mazzo di fiori stupendo,ma niente sue chiamate. Decisi di voltare pagina e di andare  avanti : storie così ne avevo vissute abbastanza e ne ero completamente stufa,nonostante lo amassi alla follia.

Adesso si cambia pagina della vita,ma sarà così?
   due si rivedranno?si lascerà tutto nelle mani del destino?

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Capitolo 8
*** Marriage proposal ***


Dopo il grande passo del trasloco potevo finalmente dire di avere una vita davvero più tranquilla. Ero felice ma solo una cosa mi mancava: il vero amore, che c’era forse stato,ma ad un tratto era svanito del nulla come per magia.
Una sera uscii a prendere un caffè con Amy e Sophia quando ad un tratto Amy: ‘Ragazze,vi devo confessare che sto uscendo con un ragazzo…si chiama Carl’
Io ero piuttosto sbalordita che Amy non l’avesse già detto e pensai –Questa  è una cosa seria- Sophia non disse nulla,il volto si illuminò ed era strafelice,lo si notava.
Amy: ‘Ragazze,vi ricordate il ragazzo del bar?’
Io: ‘Certo! Niente male…perché è lui?’
Sophia : ‘O mio Dio!’ Perché non ce l’hai detto prima?’
Io : ‘Potevamo aiutarti! Dai perché?’
Amy si fece rossa come una fragola e disse : ‘P-p-perché io ho sempre fallito,non come te Charlotte che hai una bella casa,vita e nemmeno come te Sophia…Io non avevo voglia di fallire per poi rincominciare a stare male.Sono felice adesso e spero lo sia a lungo. ..Poi...’
Io: ‘Poi?’
Amy: ‘Anche perché…’
Io: ‘Anche perché?’
Amy: ‘ Carl mi ha chiesto di sposarlo e ho detto sì…perciò non sono uscita con voi in quest’ultimo periodo,io lo amo;due settimane fa è successo,è stato stupendo…scusate’.
Era come se fosse entrata nel vortice dell’amore e da come vedevo era davvero innamorata di Carl,i suoi occhi brillavano di quella passione che è tipica dei veri innamorati. In quell’istante sentii il mio cuore fermarsi  poi riprendere a battere lentamente e l’immagine di Amy era fissa nei miei occhi in piena. L’abbracciai,dissi tremante: ‘No,mai,tu sei una donna,forte,bella,piena di vita,non puoi fallire anche questa volta,non devi. Tu meriti.’
Sophia mi guardava e disse :’Scusa,mi sento in colpa’.Le prese la mano e la strinse forte.
Restammo lì per altri dieci minuti poi pagammo il conto e uscimmo.Salutai,mi avviai verso casa immersa come al solito in mille pensieri. Non smettevo di pensare perché Amy,una ragazza così solare ci avesse nascosto la cosa più bella che può accadere ad una donna: l’amore!.Nel frattempo aprii la porta di casa,tolsi le mie scarpe nere,il pavimento era freddo,i miei piedi gonfi,come al solito. Presi una tazza di latte e premetti il pulsante per ascoltare i messaggi lasciati.
----Sono Sophia  ci vediamo alle 20.30 al Plency  bar,non fare tardi,avviso io  Amy!---
---Salve signorina Charlotte,sono James la informo che domani l’appuntamento con Jennifer Prescott è stato spostato alle ore 9:30---
Il telefono iniziò a squillare: era Sophia.
Io: ‘Sophia? Sophia? Sei tu?’
Sophia : ‘Sì sono io. Volevo dirti che ho una grande idea.’
Io:  ‘ dimmi ’
Sophia : ‘ E se organizziamo il matrimonio di Amy?’
Io: ‘Mmm…hai forse qualche idea?O hai perso la testa?’
Sophia: ‘No assolutamente non ho perso la testa! Chiamo un wedding planner! È favoloso…Le faremo una bella sorpresa’.
Io: ‘ok,ci sto ma se lei…?’
Sophia: ‘Se lei cosa? Dividiamo le spese,voglio che sia il nostro regalo di nozze,alla fine non ha nemmeno i genitori,se lo merita.’
Sì,era vero,non aveva i genitori,era nata a Boston e si era trasferita a Londra dieci anni fa in cerca di un lavoro ed era adesso diventata cuoca in un piccolo ristorante ma la sua paga non era delle migliori visto che spesso era stata sul punto di lasciare tutto e di rincominciare da capo ma in fondo anche grazie a noi aveva almeno ritrovato la strada giusta perché aveva accanto persone che davvero le volevano bene e avrebbero fatto di tutto per renderla felice.
Io: ‘Sì,va bene,ottima idea! Ora vado a farmi una doccia,ti informi tu?’
Sophia : ‘Certo!Faccio tutto io.’
Io: ‘Notte,cara’.
Sophia : ‘Notte!’
Dopo aver fatto la doccia andai a dormire pensando che anche io in fondo avevo nascosto il mio breve ma vero amore ad Amy e Sophia,anche io ero stata traditrice e rimuginavo tutto ciò nel mio cuore,ma i miei occhi erano velati da una vera ripugnanza verso l’amore,quell’amore oscuro che non facilmente,anzi affatto traspariva nei gesti o nelle espressioni sia quelle più profonde dell’animo sia quelle del mio volto.Dovevo dirlo,dovevo confessare.

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Capitolo 9
*** Harry?Goodbye ***


Il giorno seguente Sophia avvisò Amy di questo grande regalo che avevamo intenzione di farle. Amy non smetteva di ringraziarci e continuava a dire che eravamo persone speciali ma questo titolo state tranquilli non lo meritavamo. Questo matrimonio diede inizio ad una di quella serie di avventure che credevamo non esistessero ma tutto provò il contrario e adesso inizio a raccontarvi.
La prima cosa che facemmo fu quella di portare Amy in un negozio di abiti da sposa. Avevo un amico che aveva un grande negozio a  Birmingham e decisi di portarla lì perché sicuramente avrebbe trovato ciò che desiderava visto che era il negozio più fornito della zona. Fissammo un appuntamento alle 15:30 di martedì 25 novembre e la cosa che mi impressionò fu che riuscimmo ad uscire solamente cinque ore più tardi dopo che Amy ebbe provato circa quindici abiti.Tra quelli tre furono i prescelti e dopo averli misurati due volte ciascuno riuscimmo a fare una selezione tra bicchieri di caffè ordinati al bar e consigli di esperti.  Amy indossò il vestito scelto e si emozionò a tal punto da commuoversi. Il vestito era meraviglioso,era di raso che al tatto era così delicato. Aveva una stretta fascia ricca di perline sotto il seno che si legava alla bretella (per vostra informazione era monospalla) formando un grande fiocco dietro la schiena. Inoltre vi erano due grandi spacchi che partivano dalle ginocchia e un lungo velo da posizionare sul capo tra il capelli. Dire bello  era poco,posso giurarci. Il matrimonio era stato fissato per il 7 maggio e bisognava scegliere ancora la chiesa,la sala per il ricevimento e fare la lunga lista degli invitati. Amy e Carl presero appuntamento con il wedding planner che avevamo scelto e che era uno dei migliori per giovedì 27 e da come era parso sentire al telefono doveva trattarsi di un uomo d’età. Ci incontrammo tutte per fare compagnia Amy visto che Carl aveva il turno al bar e aspettammo circa per cinque minuti il wedding planner quando si presentò un ragazzo di circa ventotto,trenta anni con un paio di occhiali da sole benché non ce ne fosse bisogno visto il tempo sfavorevole.

X: ‘Salve siete voi Amy Cottembert?’
Amy: ‘ Sì,sono io!’
X: ‘Salve Steve Burty,wedding planner’
Io: ‘Salve,piacere Charlotte’
Sophia: ‘Piacere Sophia’
Steve : ‘ Mi dovete scusare,generalmente mio padre si occupa di questo ma è stato chiamato per un ricevimento in Irlanda e ha lasciato tutto nelle mie mani,ma non c’è di cui preoccuparsi,ho sempre lavorato con lui da quando ho finito il college’
Amy : ‘Ohw…Bene,ma non mi preoccupo,ci affidiamo a lei’
Steve: Grazie mille…Beh da dove vogliamo iniziare? Avete già visto una chiesa?O la sala o un giardino per il ricevimento?’
Amy :’In verità no. Non abbiamo visto nulla,siamo all’inizio ma non vorrei spostarmi molto da Londra perché in fondo è la mia città quindi se conosce qualche chiesa qui vicino sarebbe l’ideale.’
Steve : ‘Allora propongo di andare a Southwark Cathedral. E’ magnifica.
Io: Ottima idea! Andiamo!
Sophia : ‘Su,andiamo,conosco quella zona,ci sono stata da bambina’
Amy:’ Andiamo ‘

Ed ecco che quell’incontro fu l’inizio di turbamenti nel mio animo già troppo agitato e confuso da quei sentimenti di cui tanto ho parlato e che lottavano continuamente.Da un lato l’amore volato via e mai più trovato,dall’altro la voglia di annunciarlo che lottava a sua volta con quel senso di angoscia che veniva fuori se veniva pronunciato il suo nome,scritto su quel famoso biglietto accanto ai fiori che ora era conservato nel cassetto cosiddetto dei ricordi contenente foto di quanto tutto era così facile e felice : l’infanzia. Tutto sta che quel ragazzo Steve aveva qualcosa di diverso,di straordinariamente familiare : era tranquillo,disinvolto nel parlare ciò da ammirare era il non darsi delle arie.Arrivammo alla Southwark Cathedral. Era molto bella,del 1200,gotica,con finestre dipinte a mano rappresentanti angeli vestiti di rosso e blu cobalto.Era alta e ciò era interessante perché l’acustica sarebbe stata eccellente e se non lo sapevate l’altezza di queste chiese è dovuta  fondamentalmente per sottolineare lo slancio del fedele verso Dio. Entrati Steve ci spiegò che avrebbe fatto decorare la chiesa con fiori e fiocchi,poi disse :

 ‘Vi farò dimenticare questa oscurità che si alterna alla luminosità con molti fiori bianchi’.
Amy: ‘ E rosa con fiocchi lilla…’
Sophia : ‘Eccellente!’
Steve:’ Vedo che le piace,farò come dice,non la deluderò!’
Io: ‘Ci conto!’
Sophia fece a quel punto una considerazione importante dicendo :
‘ E’ stato avvisato il sacerdote per la celebrazione?’

Ed ecco spuntare da una porticina accanto all’altare un frate calvo,bassino e magrolino con una voce sottile con il quale fu accordato tutto per il 7 maggio.
Concordato tutto,fu preso un appuntamento per il giorno seguente ma…

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Capitolo 10
*** Steve... ***


Il giorno seguente fu pieno di cose da fare e mi riserbò alcune sorprese. Dovetti andare a Oxford per intervistare  Josh Duhamel poiché oltre a rispondere alle lettere d’amore delle mie care scrittrici,ero diventata un’ottima giornalista.Ciò mi permise di guadagnare di più e di comperare una nuova cucina e  un bel divano di pelle beige dove trascorrevo la sera guardando la tv. Raggiunto il Mcdonald Randolph Hotel ero pronta a fare tante domande visto che avevo fatto un lungo viaggetto e avrei dovuto consegnare un buon materiale per la nuova rubrica che era molto a cuore al mio capo. Per ironia della sorte dopo aver chiesto alla reception di Josh,mi fu detto che era partito la mattina stessa molto presto.Dopo ciò chiamai il mio capo e adesso eravamo  davvero nei guai perché avremmo dovuto trovare qualcosa su cui lavorare. Avrei voluto ricevere il numero di Josh per fare una chiacchierata con lui,ma niente da fare,Sara,il mio capo,non volle darmelo per non complicare la situazione se ci fosse stata qualche altra intervista successivamente. Ritornata a Londra,ritrovai tante lettere e mangiato un panino non mi restò che lavorare sodo.  Verso le cinque e trenta chiamai Sophia visto che alle sei avevamo un appuntamento con Amy e Carl con Steve,il wedding planner per vedere il ristorante.

Io: ‘Hey Sophia allora oggi ci vediamo?’
Sophia:’Uh,Charlotte scusami ma ho un appuntamento con una coppia di fidanzati per le 18:30 e non posso assolutamente disdire.’

Sophia gestiva un’agenzia di viaggi ed era spesso occupata nell’organizzare viaggi.

Io: ‘Vabbè non preoccuparti farò compagnia io ad Amy e Carl!’
Sophia : ‘Ohw…Grazie mille,spero non se la prenda!’
Io:’ No,macchè scherzi!Ciao Sophia!’
Sophia:’Ciao,ciao!’
 

Erano già le 18:15 e uscita dall’ufficio non mi fermai a casa ma decisi di andare direttamente al bar dove Carl lavorava per aspettare Amy  con lui,ma arrivata lo trovai chiuso.La cosa mi puzzò e chiamai Amy.
Io: ‘Amy!!Come stai?Sono io,Charlotte!’
Amy:’Hey Charlotte bene…erm…tu?’
Io:’Bene,bene! Ma l’appuntamento con Steve?’
Amy: ‘ Oddio!L’avevo dimenticato,se non mi avessi chiamata,non ci avrei proprio pensato;ma dove sei ora?’
Io: ‘ Sono appena uscita da lavoro e sono qui accanto al bar di Carl,non molto distante da casa mia per aspettare Steve.’
Amy: ‘Capisco,scusami e che ora sono con Carl che ha approfittato che il suo padrone ha chiuso il bar per un lutto in famiglia e insieme siamo andati a comprare delle cose per la nuova casa!E se volessi venire non ce la farei mai,sono bloccata nel traffico.’
Io: ‘ Immagino,uh …Lo vedo!’-Risposi sorpresa.
Amy: ‘ Chi?Steve?’
Io: ‘Sì,sì lui!’
Amy : ‘Allora scusati con lui da parte nostra e prendi un appuntamento,fai come se fossi mia sorella ma mi raccomando non per venerdì perché devo fare la prova dell’abito da sposa!’
Io:’Benissimo’
Amy:’ Ah…’
Io: ‘Dimmi pure’
Amy: ‘Ci sarai venerdì?’
Io:’ Certo,una sorella non manca mai.’
Amy:’Ohw…giusto! Grazie!’
Io:’ Devo andare,a dopo!’
 
Ed eccolo arrivare,Steve Burty,wedding planner,benestante,circa sulla trentina e beh,perché no? Affascinante.
Bussai il clacson,mi vide. Uscii dalla mia auto e salutai alzando il braccio cercando di farmi vedere. Uscì anch’egli. Indossava un lungo cappotto nero e sotto un completo,giacca e cravatta nera a pois blu cobalto,ma tutto era dolcemente abbinato a dei guanti di pelle nera.

Io:’Ciao Steve!’
Steve:’ Ciao!’
Io:’Ti ricordi di me,Charlotte!’
Steve:’Certo,eri ieri con Amu,Amy Cottembert.’
Io:’Sì,bravo.Amy purtroppo non può venire…E’ bloccata nel traffico e non può venire nemmeno Carl,è con lei!’
Steve:’Ah,fa niente! Tanto per oggi era l’ultimo appuntamento.’
Io:’Mi ha detto di prendere un appuntamento.’
Steve:’Sì…mmm per venerdì va bene?’
Io:’No,venerdì non c’è.’
Steve:’Sabato alle 11,10?’
Io:’Sì bene,l’avviserò.’ Riposi soddisfatta.
Steve: ‘Ok!’
Io: ‘ Allora vado!’
Steve: ‘No…Aspetta che hai da fare?’
Io: ‘ Niente,devo andare a casa!’
Steve:’Anche io non devo fare nulla…P-perché non usciamo insieme?’
Io:’Io e te?Questo sarebbe una specie di appuntamento?’
Steve:’  E perché no?’

Io: ‘Devo pensarci…
Sì dai perché no?-Pensai- E  se poi fosse un uomo che usciva con la prima che gli capitava? No,dai perché mai dovrebbe far questo,si vede che è un ragazzo a modo-E se poi? Se poi mi scarica con un’altra?Che crudele che sono.
Sì,va bene,vengo. Gli feci un sorriso,uno di quegli strani sorrisi che stanno a dire: ‘Hey tu mi raccomando non farmi soffrire’ e nel contempo ‘mi piace l’idea di uscire con te,ma dovrò pensarci su’.
Entrai nella sua auto e c’era un forte odore di Alien di thierry Mugler.Questo mi fece ricordare di Harry.Quante emozioni suscitò in me quel dolce profumo,quanti ricordi : quel bacio,quegli sguardi intensi e quei ricci che come i miei erano grondanti d’acqua e lucenti allo stesso tempo. Decisi di non pensarci anche se fu piuttosto difficile. Accese la radio,c’erano gli Het-wae e da quello che capii erano i suoi cantanti preferiti visto che notai due o tre cd riposti nel cassetto accanto al mio sediolino.
-Ti piacciono?-Disse lui sperando una risposta affermativa. –No beh,non sono una fan ma ho ascoltato alcune loro canzoni-. –Questa?- Sì,questa!E’ una che conosco! –Risposi contenta di farlo felice per un istante. –Beh,è famosissima!- Sì giusto!
E iniziammo a canticchiare,un po’ nascondendoci dietro quella vergogna che entrambi sapevamo fosse svanita se ci fossimo frequentati di più. C’era bisogno del tempo se tutto fosse iniziato ad andare a gonfi vele.
Vidi delle luci,ci accostammo e Steve chiese di un ristorante, Non era lontano,nemmeno cinque minuti e saremmo arrivate da quanto avevo capito. Quando  poi mi chiese : ‘Sai ballare?’ Io : ‘…Erm,non è il mio forte!...Perchè? .Steve :’ Sorpresa!’ Io:’ Dai,Steve,dimmi cosa c’è,dove stiamo andando.’ Steve : ‘Ti piacerà!’ Io: ‘E come fai a saperlo?’ Steve :’ Lo so e basta.’ Risi,una risata naturale,mi stava diventando simpatico a dire la verità. Arrivati,prenotammo un tavolo e ordinammo del pesce.
Io: ‘Ecco,oops,grazie!’Mi fece sedere sulla sedia spostandola attentamente senza far rumore.
Steve : ‘Di niente,cara.
          -Cara? Oh,mi trattava così dolcemente proprio come ogni donna al mondo volesse essere trattata da ogni uomo.
‘Ordiniamo?’ Disse lui.
Io : ‘Sì’
Steve : ‘Cameriere! Dei menù,grazie!’
 
 
 
Involtino di scampi?
Steve : ‘O mio Dio,mai assaggiato!’
Io: ‘ Sì,io sì,ho voglia di pasta,ordino degli spaghetti,tu,Steve?’
Steve:’Io…se mi garantisci che sono ottimi ordino degli involtini!’
Io: ‘ Sì –risi- Sono buoni,prova,non dubitare di me.’
Steve : ‘Cosa c’è? Stiamo in vena poetica?’
Risi,ma come potevo non farlo?Era così gentile!’
Io: ‘Erm…!'

Ordinato e mangiato il tutto accompagnato da un quartetto di musica classica,fummo dolcemente cullati. Durante la cena gli raccontai un po’ di me,di quello che facevo nella vita e il motivo del mio improvviso trasferimento a Londra.Inoltre gli dissi che i miei vivevano  a Firenze impegnati in un’industria vinicola che possedevano da generazioni,ma io avevo deciso di intraprendere una nuova strada,quella del giornalismo,dell’avventura. Lui invece si era laurato in architettura ma allo stesso tempo aiutava suo padre nel lavoro mentre mi raccontò che sua madre era un’insegnante di filosofia in un liceo a Kingston e che aveva un fratello  medico e due sorelle. Una era in America come ricercatrice,l’altra in un piccolo paesino francese come istruttrice di equitazione. Dopo le reciproche presentazioni mi invitò a ballare,proposta a cui non seppi dir di no. Cullati da dolce musica mi spinsi tra le sue braccia e iniziammo a ballare sotto una luce fioca che sembrava quasi stesse per spegnersi. Mi sentivo protetta,era robusto e forte,aveva un aspetto gentile e carino e iniziai a pensare :

Se poi mi bacia? …Se poi mi prova a dire qualcosa? …Se domani lo incontro e fa finta di vedermi?

Tra tutte queste folli domande che una dopo l’altra affluivano nella mia mente ci fu il posto per un bacio,voluto avvolto nel mistero e desiderato da entrambi,spinti da un fervore mai provato prima. Si era fatto tardi,lo guardai profondamente e capimmo che era ora di andare via forse paurosi di ciò che avremmo dovuto dirci dopo e mi accompagnò senza dire una parola dandomi il suo biglietto da visita dicendo di richiamarlo se ne avessi avuto voglia.

Grazie a Fabiana che mi ha aiutata con un piccolo
suggerimento circa l’attore che la nostra protagonista Charlotte doveva intervistare

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Capitolo 11
*** Niall ***


‘Caro diario,mi sto innamorando di nuovo ma questa è la volta buona,me lo sento. Non sapevo che poteva accadere ancora ma ci ho sperato per un’ultima volta e quando meno me l’aspettavo tanto l’amor mio è arrivato.Che sciocca che sono,faccio persino le rime!Quel bacio ma,ma quel suo dolce profumo?Mi sembra che Harry mi stia seguendo ma no,amo Steve.Amare,un verbo che racchiude felicità eterna;amare: soffrire insieme; amare: lottare; amare : fidarsi; amare: capirsi; amare : tenersi per mano. Questo è l’amore, un unico universo dove abitano gioia e dolore che insieme raggiungono l’estrema felicità’
Tua Charlotte

 
Io: ‘Amy,sei fantastica!’Dissi con le lacrime agli occhi. ‘Vedi,questo abito è perfetto,è quello che da sempre avevo desiderato’. ‘Oops…Scusami’ .Sentimmo una voce familiare,era Sophia. ‘Wuau!’ Disse stupita ‘Te l’hanno detto che c’è qui fuori un bel figo che ti aspetta?’Ridemmo,sapendo che quel giorno era il più bel giorno della vita di Amy e avremmo fatto di tutto per renderla ancora più felice.
Amy: ‘Sophia ma forse il bel ragazzo aspetta te,dove sei stata?Ti aspettavamo ma poi abbiamo deciso di venire qui per non arrivare tardi e per di più il tuo cellulare era irraggiungibile.
‘Erm…’Tossì ‘Sono,cioè…’ Squillò il telefono :
 ‘Sophia,ciao sono Niall…’
Sophia: ‘ Heyy,Niall!’
Niall: ‘Hai dimenticato le chiavi di casa qui nel bar,vuoi che passi da te o dove potremmo incontrarci?’
Sophia:’Vorrei vederti tanto …facciamo al bar dove ci siamo visti?’Disse sottovoce.
Niall:’ Si certo,alle 20.00? Perché poi ho l’aereo per Dublino e non riesco più a vederti.’
Sophia:’ Benissimo,a dopo,ciao Niall!’
Niall:’Ciao Sophiiii!’
Con braccia conserte e sguardo indagatorio io ed Amy guardavamo Sophia sebbene la nostra attenzione dovesse essere rivolta totalmente al magnifico abito da sposa.
‘Cosa c’è?’Disse Sophia accigliata.
‘Cosa c’è?’ Dissi ironicamente.
 ‘Butta fuori il rospo,muoviti!’  Disse  Amy senza voler perdere un passaggio di quello che Sophia stesse per dire.
‘Siete le solite! L’avete capito,lui è Niall.Ero in agenzia per organizzare una luna di miele ma lui è arrivato prima mentre la fidanzata Paula ha telefonato dicendo di non farcela. Poi ero stanca e ho deciso di chiudere per arrivare da te ma lui mi ha invitata a prendere un caffè prima di partire per Dublino…e niente…Niente?Che ti sembro un’innamorata?
Amy rise un po’ poi : ‘No,guarda penso che Niall abbia voluto provarci e tu abbia acconsentito’
Sophia : ‘Io?’
Io:’ Sì,tu!...Ti piace,dillo!’
Sophia: ‘No,non mi piace ma è da conoscere e poi io non sono una distruttrice di matrimoni!’ Rispose un po’ acida.
Amy: ‘No assolutamente,è la sua Paula che lo è!Quanto scommetti?’
Io : ‘Scommettiamo?’ La guardai sorpresa.
Sophia : ‘Sì,ma cosa?
Amy: ‘Facile,no? Di sicuro la tradisce’
Io: ‘Se ti innamori di Niall lo porterai al matrimonio di Amy se non lo farai…
Amy : ‘Bacerai Steve Burty,!’
Io: ‘Cosa hai detto?’
Sophia : ‘Ecco,cosa hai detto?’
Io: ‘Non per te,ma…’
Amy :’Ma?Che c’è?Steve Burty non va bene? Non è mica male eh!’
Silenzio assoluto,poi Amy ragionò e iniziò a capire cosa stava succedendo.
‘Mica hai una cotta per lui? Charli?’Disse lei.
Charli? Era una cosa insopportabile sentire quel diminutivo,sembravo un cane chiamata così.
‘No’ –Risposi seccamente- ‘Noo?’ Disse lei. ‘Ti ho detto di no!’ ‘Ah,no? Tu mi nascondi qualcosa.
‘No’ Risposi infastidita per la terza volta.
-------------------------------------------------------------------------------------Amy e Sophia--------------

Amy : ‘Non riesco proprio a capire il suo comportamento,sembrava così tranquilla!’
Sophia :‘Sì,infatti ma sai com’è Charlotte,vuole essere sicura prima di dire a tutti una cosa importante e persino a noi che siamo le sue migliori amiche.’
Amy : ‘Eh già…Hai ragione,non si può fare nulla ma se almeno con Steve funziona tutto si risolve…E tu?’
Sophia : ‘Io? Niall,mamma mia,è meraviglioso ma mi ha detto che le cose tra lui e Paula non stanno andando alla grande e che lui ha il sospetto che lo stia tradendo con un certo Christopher,uno del liceo.’
Amy : ‘Ah,capisco e come l’ha presa?’
Sophia : ‘ Ora sta molto male ma a dire la verità può darsi che sia intenzionato a lasciare perdere Paula perché ha capito che lei è più felice con Christopher da alcuni atteggiamenti…A te?’
Amy : ‘Capisco,immagino la situazione;a me tutto bene fortunatamente Carl è unico e lo amo davvero è così dolce con me,non vedo l’ora di sposarlo!’
Sophia : ‘ E lo sposerai!’
Amy : ‘Sì,che emozione.’

------------------Così Amy e Sophia avevano entrambe capito che a Charlotte piaceva Steve e tutto fu constatato il sabato quando Charlotte avvisò Amy che non sarebbe riuscita a  raggiungerla per vedere il ristorante e Steve…
Steve : ‘Salve signorina Cottembert!’
Amy : ‘Salve signor Burty!Mi deve scusare…’ Non la fece finre di completare la frase che disse ‘Si figuri,anzi quello è stato un intervento divino’
-Divino??E che vuole dire ora?  -Pensò Amy e disse : ‘Divino? Si spieghi su’
Steve : ‘Si,Charlotte…’
 ‘Ecco!’ Esclamò Amy soddisfatta che le sue considerazioni erano pura realtà.
‘Perché non le ha detto nulla?’ Aggiunse lui.
‘No anzi,l’ho avevo intuito io.’
‘Fiuto d’investigatrice.’
‘No,di donna.’ Lo bloccò lei.
Steve sembrava volesse continuare a parlare di Charlotte e così Amy lo accontentò.
‘Ma non le ha detto proprio niente?Questo mi stupisce.’
‘Ah capisco,no niente,ma non preoccuparti,quando non lo dice significa che ci sta riflettendo ed è una cosa seria.’
‘Questo mi dà conforto.’
‘Ma almeno hai intenzione di rivederla?’
‘Certo che sì,solo che non ho il numero e non so come fare,se solo potessi…’
‘Tieni’-Rispose Amy dandogli un biglietto con il numero di Charlotte.’La chiamerai?’
‘Contaci’-Rispose lui.

Ed ecco Amy,Carl arrivato in ritardo e Sophia che aveva sacrificato il lavoro per essere lì. Videro vari ristoranti,giardini ma solo uno non molto lontano convinse i due sposi. Purtroppo ogni cosa che faceva Amy non andava bene per Carl,ma ormai si era adattata a questa sua ostilità ed entrambi sapevano che il matrimonio era un passo difficile della propria vita ma nonostante ciò si amavano. Presero un appuntamento con Steve due settimane dopo così Steve avrebbe potuto organizzare quest’evento straordinario.

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