Sentimento nel tempo

di elle_B
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Quando l'amicizia ti attraversa il cuore ***
Capitolo 3: *** Bentornato a casa! ***
Capitolo 4: *** Amalia ***
Capitolo 5: *** Mi ritorni in mente ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Il tramonto dipinge d’arancio alcune nuvole sparse qua e là.

Le chiome frondose degli alberi, mosse dalla leggera brezza autunnale, sembrano danzare sospinte da lievi sospiri.

Gli snervanti rumori cittadini si mischiano ad alcune note di una musica piacevole e soave, frutto di uno steinway  e sons dall’inconfondibile timbro chiaro e pulito,di una tecnica migliorata nel tempo.

Capelli lunghi scompigliati,un aria da duro,i ray-ban grandi e scuri,la sigaretta tra le labbra rosate,una ms bionda oppure una lucky strike blue,un giubbotto di jeans scuro ed il colletto tirato.

Occhi grandi ed espressivi,tratti armoniosi,labbra grandi,un sorriso mozzafiato.

Cammina a passi veloci nella via affollata e impregnata di odori.

Urta parecchie persone strette nei loro cappotti di tessuto più o meno pregiato e cordialmente rivolge puntualmente le sue scuse,frettolosamente,come tutti quei fantocci che presi dai ritmi quasi insostenibili delle loro giornate si affrettano a sbrigare le loro faccende.

E poi ai programmi tv mattutini si parla del problema concreto della socializzazione nel xi secolo!

Perché adesso,sostituiti dalle macchine e sempre più immersi nella caotica vita quotidiana,ci si ritrova ad avere sempre meno contatti con il mondo esterno,contatti veri ed umani.

Ma non è altro che un giorno come un altro sulla cittadina.

Una giornata che volge al termine dopo varie ore di estenuante lavoro e fatica,dopo momenti di svago,di tristezza,terrore,felicità.

Una maserati fa capolino presso un marciapiede,è il segno di un lusso estremamente ostentato e portato all’esasperazione.

Invece quel ragazzo vestito di una semplicità estrema percorre a passi felpati il marciapiede senza degnare di uno sguardo quell’auto di lusso tanto invidiata dai fanatici dei motori.

Le vetrine allestite a festa sono una tentazione invitante per i poveri passanti,ignari delle azioni di marketing portati avanti dai commercianti avidi di guadagno.

Goten avanza,alla ricerca di un idea,uno spunto,un oggetto che possa piacere ad una cinquantenne stressata come la madre.

Il giorno dopo sarà il compleanno della donna e non ha avuto un attimo di pace per potersi occupare del suo regalo.

È alla ricerca di qualcosa di speciale,di raro,che possa esprimere tutto il bene e la gratitudine che nutre nei suoi confronti.

Ma il bene immenso verso una madre non può essere racchiuso in un oggetto di plastica e questo il ragazzo lo sa bene.

Bisognava essere contraccambiato giorno per giorno nei piccoli gesti quotidiani,nei favori e nelle gentilezze,nelle soddisfazioni e nelle attenzioni che però da tempo non le riserva.

Sa bene di averla trascurata e lasciata in disparte e vorrebbe riparare in qualche modo con un piccolo gesto d’amore.

Ma sa ancora meglio che ciò che cerca non si trova nei negozi del centro città ma racchiuso nel suo cuore.

Nonostante tutto ha optato per un regalo “normale”e adesso si ritrova a girovagare tra le vetrine in cerca di un segno.

Infine,stanco e affamato,entra in una grande profumeria,rassegnato a regalarle un classico profumo dalle essenze floreali e fresche.

Si imbatte in una commessa molto disponibile che cerca di indirizzarlo su essenze commercializzate in tv allo spasimo e molto costose.

Prova e riprova profumi su profumi fino a quando non riesce a distinguere una fragranza dall’altra.

Nulla lo convince.

Alcuni sono troppi leggeri,altri giovanili,altri da anziana signora di ottant’anni suonati.

Decide di fare un giro per il negozio e i suoi occhi si soffermano su un foulard non molto appariscente ma dalle stampe già conosciute e ammirate.

Le righe colorate e gli intrecci accennati lo riportano indietro nel tempo,quando gli bastava guardarla negli occhi per vedere il mare.

Ne percepiva ancora la presenza,il respiro,la risata contagiosa,gli occhi vivaci e le espressioni infantili.

Vedeva le forme da donna adulta e un maturità acquistata con fatica.

I lunghi capelli per cui tanto si arrabbiava se arruffati da modi e gesti troppo bruschi e la pelle diafana che lasciava intravedere segni viola che si ramificavano per tutto il corpo.

Le risate,i giochi e le speranze,le decisioni troppo affrettate e i pentimenti che ne conseguivano,i litigi violenti,le lacrime di lei,il dispiacere di lui e poi la pace fatta con teneri gesti.

Possibile che ancora tornava a tormentarlo?Dopo tutto quel tempo pensarla,immaginarsela cresciuta e ancora più bella,con gli occhi cristallini che lo guardano pieni d’amore era un colpo all’anima.

Prende il foulard con impeto e lo trasporta alla cassa sperando di non dare troppo a vedere il nervosismo che all’improvviso lo ha colto.

Le regalerà senz’altro quella seta vivace.

“55,90 grazie e arrivederci”gli intima la cassiera con parole forzatamente misurate e tono eccessivamente smielato.

La saluta con un cenno e si allontana quasi correndo perdendosi tra la folla che si accalca davanti all’entrata di un centro commerciale.

Accende una sigaretta in fretta e furia e la rigira tra le dita prima di decidersi ad aspirarne le sostanze nocive.

Si guarda in giro per accertarsi che non ci siano volti amichevoli pronti a saltargli alle spalle e abbassa il capo.

Incupito e spinto da un desiderio troppe volte seppellito tra affari di minore importanza si slancia verso la Kawasaki ninja verde smeraldo e tolto il cavalletto, come per incanto si trova per strada,nel traffico cittadino.

Come un’onda o un micio,agile e scattante,supera diversi veicoli di case automobilistiche diverse.

Cambia le marce con tranquillità ,a seconda delle necessità richiama o lascia andare il motore.

Si ferma sotto un palazzo signorile.

Entra nel garage sotterraneo e posteggia la moto lucidata a dovere.

Prende le scale e in un battibaleno arriva al quinto piano.

Apre la porta di mogano ed entra come un razzo nell’appartamento moderno e ben arredato.

Fuori è già buio.

Sulla porta del soggiorno si affaccia un ragazzo dai capelli castani e riccioluti,la carnagione olivastra lo sguardo amichevole,da cucciolo rabbonito che va a fare le feste al proprio padrone rincasato dopo una lunga giornata.

Ha un grembiule da casalinga disperata legato sul bel maglione blu notte e in mano tiene sollevata una cucchiaia di legno.

“Ben tornato amico!” sorride cordialmente mentre goten ricambia con un gesto poco affettuoso.

Ben lo guarda torvo e si porta le mani ai fianchi,ricordando involontariamente una mamma pronta a inveire contro il figlio dopo aver commesso una delle quotidiane marachelle.

Sa che qualcosa lo turba.

Sono due anni che dividono da buoni amici quell’appartamento e hanno  imparato a sostenersi l’un l’altro come solo due buoni amici potrebbero fare.

“Hai già provveduto alla cena?” gli chiede improvvisamente goten destando in lui stupore per non essersi accorto della simpatica tenuta che indossa.

“si,ho fatto la carbonara come primo piatto e ho arrostito della carne alla brace” afferma con evidente soddisfazione per i piatti succulenti preparati.

“non toccava a me oggi cucinare?”gli domanda il son accigliato.

“Oggi sono particolarmente felice e in uno slancio di bontà ho deciso di risparmiarti questa fatica immensa”

Ridono di gusto ripensando ai pasticci che Goten riesce a combinare in cucina.

Abbandonata la postazione davanti alla porta d’ingresso i due Si siedono e cenano tranquillamente tra commenti di eventi accaduti e risate spontanee.

“adesso lava i piatti.

io ho cucinato e sono molto stanco,credo andrò  a riposare” esordisce il riccio alzandosi per andare in camera prima che Goten con la sua aria sorniona possa ribattere.

“perfetto!-dice sarcastico il son-e adesso a noi due!”e lancia una sfida guardando dritto negli occhi un piatto di porcellana sporco di olio che sembra aver risposto con un ghigno malefico.

Tra piatti,tazzine e posate torna un po’ di malinconia e gli viene naturale ripensare ai tempi andati quando abitava con i genitori tra le immense distese boscose dei monti paoz.

Ma si cresce e Goten è ormai un adulto responsabile delle sue scelte.

Ha 27 anni e tante peripezie e momenti difficili alle spalle.

Inizialmente è stato difficile andare a  vivere da solo nella grande città ,in un appartamento che era un tugurio e dove soffriva la fame,ma adesso dopo aver fatto un po’ di carriera e avere un posto fisso presso una finanziaria può concedersi più lussi,come per esempio abitare in un grande appartamento signorile seppur condiviso con un amico.

Ripensando alla sua infanzia e alle corse nei prati si ricorda improvvisamente di una chiamata promessa al suo amico di sempre.

Con ancora i guanti insaponati digita velocemente il numero sulla tastiera e aspetta che una voce familiare risponda…

“Pronto?chi parla?”

“Imbecille che non sei altro chi deve essere?non vedi il numero sul display?”e sorride beffardo come per prendersi gioco del suo migliore amico.

“Oh Goten!carissimo!ormai avevo perso ogni speranza di una tua chiamata.

Non ho fatto caso al numero..scusami è che sono a cena con chisaitu e non riesco a connettere bene.sono molto teso.”

Goten strabuzza gli occhi per la sorpresa “Sei riuscita a farle accettare un tuo invito??ma sei un grande!e com’è?dove siete adesso?hai fatto qualche passo?dimostra interesse?racconta su!”

“Oh Dio sembri una ragazzina imbecille!mi sono allontanato solo un attimo ma tu capirai che non posso stare una serata all’ingresso del ristorante per farti il resoconto.Comunque siamo all’etoile.Ci sentiamo domani.

Magari in serata passi da me oppure chiamo gli altri per una partita di calcetto come ogni mercoledi.ciao!”

Trunks lo liquida in fretta,quasi dimenticandosi di parlare con l’amico ancora in linea.

Goten immaginava fosse in un ristorante di lusso.

Da diversi mesi Trunks si è invaghito della figlia di una cara amica di sua madre e spudoratamente le fa la corte senza risultati.

Naturalmente il tutto condito con molta classe e cortesia .

Finalmente ha avuto una risposta positiva e l’ha portata nel migliore ristorante della città.

Ma non conosce i dettagli e dovrà aspettare fino al mattino successivo se non più tardi.

Affaticato per la lunga giornata si lascia andare sul divano a disegni cachemire,accende la tv e si addormenta cullato da una brezza fresca che si insinua tra gli infissi e il sapore di un dolce ricordo che purtroppo è intriso da una punta di amarezza…

 

 

I primi due capitoli della fic li avevo proposti due anni fa ma poi per mancanza di tempo e di idee non l’avevo portata a termine.Ora rileggendola ho deciso che sarebbe una buona idea continuarla…

Fatemi sapere cosa ne pensate J nel bene e nel male.

Più tardi o domani vi pubblicò  l’altro capitolo ;)

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Capitolo 2
*** Quando l'amicizia ti attraversa il cuore ***


Timidi raggi di sole fanno capolino nella moderna stanza,avvolgendo con il loro calore e la loro luminosità le tende di pregiato lino egiziano.

Tra il baccano degli ingorghi autostradali e il vociare confuso di qualche vicino ,dal fondo del corridoio si sente il rumore delle chiavi che girano nella toppa della porta di casa.

La porta si apre lentamente,quasi cigolando e Ben fa il suo ingresso sovraccarico di buste della spesa contenenti scorte che in una trincea di 200 soldati sarebbero bastate almeno 2 mesi.

La casa è vuota come già si aspettava.

Si reca in cucina,si appresta a riporre sugli scaffali i cibi in scatola e i preconfezionati e i salumi nel frigo.

Vede un bigliettino abbandonato sul tavolo e riconosce la calligrafia disordinata..

“Oggi sarà una giornata molto dura,ho vari impegni. Non tornerò per cena.Goten”

Scuote la testa in segno di disapprovazione,per quanto amici,lui quel ragazzo,le sue strampalate idee e il suo essere vago non li capirà mai.

 

 

Qualche tempo prima e qualche isolato più in là ,in un polveroso ufficio Goten è immerso fino all’osso del collo in noiose pratiche.

Deve accertarsi che sia tutto in regola per quel prestito e non può permettersi anche un minimo margine di errore.

Un attempata segretaria in tailleur arranca sorreggendo documenti e scartoffie varie.

Con un tonfo poggia le pesanti pratiche sulla scrivania in legno,intima un sorriso di circostanza al ragazzo che intanto la guarda incuriosito.

“per me?”

“Oh,si”fa un ampio sorriso con il suo rossetto rosso scintillante sulla bocca.

“Grazie,non dovevi disturbarti “risponde frettoloso prima di tornare chino sul lavoro.

Lo guarda attraverso il suo eye-liner  accigliata e delusa per non aver ricevuto neanche una piccola attenzione.

Si allontana,con la sua camminata strana sui tacchi a spillo,cercando di ignorare quel ragazzo così come lui aveva fatto.

L’aria è satura di tabacco bruciato,terribilmente irrespirabile,insopportabile.

Spegne l’ultima sigaretta tra le tante altre nel posacenere di ceramica,-fumare ammortizza lo stress-diceva tempo prima per giustificarsi agli occhi della madre e adesso sa che dietro le banali scuse c’è qualcosa di più grande e più letale,un vizio che distrugge i tessuti e gli organi.

È quasi l’ora di pranzo,ha appuntamento con Trunks per prendere un aperitivo al cafè li vicino.

Se ripensa alla sua infanzia,ai pomeriggi passati tra i libri e il calciotto,alla scuola,agli amici,agli amori, quasi gli viene da impazzire.

Vedere Trunks è come fare un tuffo in un passato doloroso che ritorna a fare visita dopo immemorabile tempo.

Da due anni circa i loro incontri sono saltuari.

Trunks è il presidente della capsule corporation a tutti gli effetti dopo il recente ritiro della madre ed è facile immaginare gli impegni che una persona che riveste il suo ruolo abbia.

Nonostante tutto, l’affetto e la stima che li uniscono sono grandi e il loro rapporto è saldo come un tempo.

Si lascia andare sulla sedia preso da una improvvisa stanchezza,lancia uno sguardo al rolex che porta al polso ,le 13,si alza,indossa agilmente il giubotto scuro di jeans,gli occhiali,saluta la bella segretaria e si dirige verso il centro a passi felpati.

Le vie sono pressoché  deserte,i negozi si accingono ad abbassare le serrande mentre i locali sono pronti ad accogliere i lavoratori stanchi e affamati.

Svolta l’angolo di via Heler superando un bel palazzo di stampo coloniale dalle tonalità pastello e dopo una breve discesa si trova presso l’entrata dell’elegante bar.

Intravede dalla vetrata  la simpatica cuffietta di un cameriere che si muove agilmente tra i tavoli con i vassoi di fritti e apertivi e tra le teste di uomini e donne di età miste,quella glicine dell’amico d’infanzia.

Goten fa la sua entrata in quel luogo di sfarzi e di lussi dove i lampadari sono di cristallo Swarovski e le rifiniture di presunto oro.

Si tratta di uno degli edifici più antichi e preziosi della città.

Cammina attento a dove mette i piedi,cercando di dare l’impressione di essere di casa in quel luogo sontuoso dove i clienti sono letterati,scienziati,star della tv e medici di fama mondiale.

I due ragazzi si trovano faccia a faccia,si sorridono a vicenda e si abbracciano abbandonandosi a piccole pacche di amicizia sulle spalle.

Trunks è molto elegante nel suo gessato e da l’idea di un uomo importante quale è,Goten invece con i suoi semplici jeans e la polo lacoste dimostra meno anni di quanti effettivamente ne ha.

“Allora?che mi racconti?”esordisce Trunks sorridente.

“io?niente,veramente eravamo rimasti che dovevi raccontarmi qualcosa tu..”il Son sofferma il suo sguardo sul aggeggio che sbuca dal borsello dell’amico.

“Beh..”

“Ehi!”-lo interrompe “e quello?”indica il curioso aggeggio elettronico

“ehm..nulla,il mio nuovo gioiello.Il capsule 0803,un modello fantastico,tutto applicazioni utili al quotidiano,internet incluso gratuito,gps e quanto di più ci possa essere di utile per un uomo in carriera.”Parla osteggiando sicurezza,meglio di un rivenditore di telefoni,con la conoscenza,l’esperienza , l’emozione e l’orgoglio di chi ha avuto un idea,progettato,visto costruire e immettere in mercato una sua creazione.

“Mitico!”

“Ah!dimenticavo!”aggiunge sottovoce”nel mio modello vi è qualcosa di assolutamente speciale e personale,un radar cerca sfere!”

Goten muta improvvisamente umore e assume un tono malinconico“Non credo servirà..”

“e chi lo sa!magari un giorno ci ritroveremo a fare un viaggio nello spazio nuovamente alla ricerca delle sfere del drago!”

TRunks sembra entusiasta ma per Goten rievocare vecchi ricordi è sempre doloroso.

Adesso regna la pace ma qualche anno prima vi era stato il disordine,il mancato viaggio nello spazio e soprattutto l’ultimo addio al padre tutt’ora disperso.(n.d.r. per i fatti che sto citando rivedere dbg GT ^^)

“Già…”ma basta poco per scacciare i brutti pensieri “passami un po’ quell’arnese da quattro soldi..”ed ecco di nuovo il Goten gioviale e infantile.

“Sese,arnese da quattro soldi..tieni! e ammira selvaggio dei boschi”il presidente scherza,lo prende in giro,il Son invece fa lo stizzito,gioca,recita .

“Comunque ti dovevo parlare della seratina romantica…”

Goten annuisce distratto dallo schermo lcd touch screen del mini computer tuttofare.

“…Vedi di ascoltarmi però!Ricordi di quella ragazza di cui ti avevo parlato?quella che è venuta a casa mia in occasione della festa dei vent’anni di bra?la figlia della migliore amica di mia madre!”

Alza il capo improvvisamente,come se tornasse in vita dopo attimi di coma,lo guarda e immediatamente accantona l’argomento  trattato..

“e Bra??come sta?cresce?è felice?hai sue notizie?”

Trunks lo guarda accigliato e preoccupato,incapace di rispondere come ogni volta che si entrava nell’argomento-sorella minore ex del migliore amico di infanzia-

“perché non la chiami e non le chiedi di persona sue notizie?non è più una bambina…”

Goten è spiazzato.

“i..i..i..io?chiamare bra?non so neanche se ho ancora il numero..e poi non mi va,ti chiedevo tanto per sapere,come farebbe chiunque,non importa davvero..”

“d’accordo..allora continuo..ti stavo dicendo…...”

Ma per Goten le parole di Trunks non sono altro che brusii incomprensibili .

Ha in mente soltanto l’immagine di quella ragazzina ribelle e orgogliosa,le sue ciocche blu e le mani piccole e delicate intrecciate nelle sue grandi e forti,i sorrisi complici,il viso corrucciato,le piccole avventure vissute insieme,i viaggi,le fughe lontano da tutto e da tutti,il reggiseno di leggero pizzo , l’inebriante profumo e poi..il foulard..lo stesso che adesso si trova raccattato in un angolo,nella piccola bustina del negozio,un recente acquisto.

Lo stesso foulard che in serata porterà alla madre per il suo compleanno.

“Goten???torna sul pianeta terra!”

Si ridesta dai suoi pensieri e vede Trunks agitarsi come una salamandra sulla sedia attirando  sguardi stizziti.

“ehi!che c’è??”

Lo fissa con uno sguardo innocente mentre trunks si ricompone e si aggiusta la giacca.

“mi spieghi che ti succede???”ma in cuor suo già lo sa,lo sospetta da tanto.

“Niente..mi ero incantato..”

“per 10 minuti buoni?”alza un sopracciglio

“non mi sono reso conto..vabbè cosa dicevi di quella ragazza..?maddy mi sembra..”

“Dopo mesi di corteggiamento galante mi sono fatto avanti e le ho chiesto se voleva fare un giro oppure mangiare qualcosa e cosa incredibile..mi ha detto si!!”

“Fantastico!e l’hai portata all’etoile?al primo appuntamento?Non perdi occasione per fingerti un galantuomo”lo sfotte

“Veramente prima abbiamo fatto una passeggiata in centro e poi l’ho portata al ristorante di sorpresa.”

“Immagino quanto tu l’abbia fatta felice.portare una donna al primo appuntamento in un ristorante da veri gourmet per giunta di sorpresa..mmh.. 10 punti almeno.. “

“Peccato che non abbia gradito poi così tanto la sorpresa..”

“Perché?non mi dire che gli si è rotto un tacco mentre stava entrando ed ha rotolato sul tappeto rosso dall’entrata fino al vostro tavolo”dice sarcastico

“Molto divertente..veramente era troppo informale e non è voluta entrare finché non l’ho riportata a casa a cambiarsi”

“addirittura?però..bisogna apprezzare i suoi tentativi di apparire degna di stare accanto a un uomo del tuo calibro.20 punti!per lei ovviamente..”

“E per me?che ho dovuto ascoltare le sue lamentele,riportarla a casa e poi di nuovo al ristorante?”

“Che vuoi scusa?è il dovere di un vero uomo.”

“Almeno lei tenta di apparire alla mia altezza e tu invece?scavezzacollo?-ride-ti siedi qui,al miglior cafè della città con uno degli uomini più importanti al mondo e non ti sforzi neanche di vestirti come si deve”

“vestirmi come un pinguino impomatato?Guarda che qui sei tu quello che deve essere alla mia altezza.”

“Mi abbasserò..”

Goten sta per ribattere ma un anziano signore si avvicina al tavolo e chiede le ordinazioni.

Due semplici caffè macchiati e paste secche con mandorle.

L’uomo si allontana lasciando i due amici ai loro battibecchi sarcastici.

“Cosa volevi dire con la battuta infelice di prima?”

“io?niente..non la ricordo quasi più.vabbè alla fine siamo tornati e abbiamo cenato tranquillamente. è stata una bella serata in fin dei conti..”

“E poi..?”

“e poi..cosa?”

“non c’è stato un poi?”

“è una ragazza per bene e poi lo sai che non è nel mio stile al primo appuntamento pretendere qualcosa”

“Trunks..Trunks..Trunks..non imparerai mai a essere uomo”

Punta il suo sguardo felino su una graziosa e giovane cameriera.

“Adesso osserva e impara..”-assume un tono di voce duro e iracondo-“Scusi?scusi?”

La ragazza accorre immediatamente.

“Ma come siete abituati qua dentro?per 2 caffè e dei biscotti della nonna ci mettete 1 ora e mezzo?vada,si sbrighi a portare l’ordinazione”

Trunks è sconvolto”Got..ma che dici..”

Si rivolge alla signorina.

“Guardi lo scusi,sono mortificato..io per lu..i..”

Goten lo blocca.

“Lo scusi un corno!ci deve portare l’ordinazione in tempo”

La ragazza squittisce qualcosa e poi scappa a razzo.

“ma cosa ti è preso???”Trunks è davvero irritato per il comportamento dell’amico.

“guarda e impara”

“imparo cosa?a trattare male le persone?anzi guarda,me ne vado.abbiamo già fatto una figura orribile”

Goten con un braccio lo spinge sulla sedia.

“aspetta..”

Davanti al tavolo si piazza il cameriere anziano con l’ordinazione.

Distribuisce il tutto e guarda iracondo il ragazzo.

“mi scusi signore,mi è stato riferito di un suo comportamento spiacevole verso una ragazza che lavora qui,che,detto tra noi è mia figlia e nonostante sia un professionista e non sia abituato ad offendere i clienti pretendo che anche questi non mi offendano perciò..”

Goten appoggia il caffè sul tavolino di marmo.

“mhh..si,immagino a cosa si riferisca buon uomo.Avevo già intenzione di scusarmi con la signorina.

Sono stato un po’ brusco,vorrei rimediare..”

Individua la gazzella muoversi tra i tavoli.

“Eccola!mi possiate scusare”

In un attimo le è vicino.

Sembra infastidita.

“senta signorina,vorrei chiederle scusa per il mio comportamento se volesse seguirmi in un luogo più appartato..”

“Seguirla?”

“si..per porgerle le mie scuse”

“d’accordo..”non sembra fidarsi

Lo segue.

“Guardi non volevo offenderla,ero soltanto irritato per una questione molto importante di lavoro.Sa..a volte le azioni quotate scendono salgono…”

Si scusa,la guarda,le sorride,le mente,la conquista.

Intanto Trunks sorseggia tranquillo il suo caffè e aspetta.

Goten arriva trionfante.

Gli passa sotto il naso un pezzo di carta e lo sbatte con vigore sul tavolino.

“ecco!cosa fa un vero uomo!conquista e seduce”

Trunks guarda il foglio incredulo.aveva sottovalutato le arti seduttive dell’amico.

“ti ha dato il numero??”

“esatto”

“ e pensare che l’hai trattata con i piedi..”

“comincia a farlo anche tu”gli fa l’occhiolino.

“naaah,non è nel mio stile”

“perché hai anche uno stile?”

“Si,e qui sei tu lo stronzo con le donne”

Quella frase lo fa raggelare.

Poi involontariamente sorride.con una punta di amarezza.

pensa tra sé.

“fossi davvero uno stronzo con le donne..e invece sono quello che gli soffre dietro”

Goten è sempre stato un ragazzo pieno di vita,un po’ cascamorto,dalla battuta facile e pieno di iniziative ma da qualche tempo qualcosa era cambiato in lui.

Gli amici si accorgono sempre se qualcosa non va..

“Goten..ma ti senti bene?no perché ti vedo abbastanza strano,comincio a preoccuparmi a dirla tutta.“

“Ma che dici amico!non vedi che sono il Goten di sempre?adesso avrò anche qualcuno con cui uscire”

Da una pacca a Trunks e quasi fugge mentre abbandona quel tovagliolo li,sul marmo ,freddo come i suoi ricordi,la sua mente,il suo cuore..

 

 

Ho notato che la storia è stata letta e seguita ma mancano le recensioni..qual è il problema?:( non la continuo se non recensite mi sembra che non piaccia… Se non recensite anche per un piccolo parere mi smebra inutile continuarla.

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Capitolo 3
*** Bentornato a casa! ***


Il tramonto dipinge di arancione  nuvole ovattate e morbide, mentre gli ultimi incandescenti raggi del sole si insinuano tra i rami più alti di alcuni alberi fronduti.

Aircar posteggiate sui cigli delle strade,banchi di frutta fresca che dopo una giornata di vendita si ritirano dal mercato e lui…sulla sua fiammante

Honda hornet 600 che corre come un fulmine sulla strada appena asfaltata.

Linee bianche ,tranquille,sotto le gomme della moto.

Una dopo l’altra…batum,batum,l’Honda hornet supera i dossi con facilità ed eccessiva morbidezza.

Il misterioso motociclista da gas , svoltando le curve dolcemente ma con eccessiva agilità felina .

Il traffico si dirada e in quegli allunghi si permette di aprire il gas fino a sentire la coppia, verso i 9.500 giri. Non sa a quanto stia andando ma sente che la meta è vicina.

Adesso solo squallide strade di periferie poco popolate,imbocca una strettoia e in un battibaleno si ritrova in una piazzetta brulicante di ragazzi.

Mette il cavalletto e scende dalla moto.

Sfila il casco con classe,rivelando la sua capigliatura color della notte,i suoi occhi bellissimi e intensi brillano di luce propria rispecchiati dalla luna piena.

 

Un locale ampio ma reso lugubre dalla poca luce.

L’odore di tabacco penetra forzatamente nelle narici come un veleno o peggio ancora come una droga a cui non si può dire di no.

L’Odore acre ormai impregna anche le spesse pareti di legno tumefatto dai tarli.

Da una rapido sguardo alla gente .

Un gruppo eterogeneo tra uomini e donne.

Trent’anni a testa.

Cerca di avvicinarsi al bancone e non appena raggiunto cerca con difficoltà di interagire con l’omaccione tatuato che sembra ignorarlo.

“mi scus.. Oh ma che cazz fai?!?”un ragazzino,non più di diciotto anni, lo sposta in malo modo.

Si volta con aria di sfida,sopracciglia arcate,sguardo compiaciuto da saputello,muscoli in vista.

Goten preferisce ignorarlo,conosce bene questi montati e sa ancora meglio che per lui sarebbe un gioco da ragazzi metterli K.O ma lui è un uomo ormai e a queste cose non da più peso.

Il ragazzo sembra volerlo stuzzicare con lo sguardo ma non appena vede che il pesce non abbocca si rigira verso il barista per ricevere la sua ordinazione.

Si allontana con tre birre sotto lo sguardo compiaciuto del moro,con lui certi giochetti non attaccano.

“scusami avrei bisogno di una bottiglia di champagne,il migliore che hai!”

L’omaccione lo guarda impettito,felice della richiesta per lui fruttuosa, e scompare dietro uno scaffale polveroso.

Ritorna dopo qualche minuto con un moet e chandon pregiato.

“è abbastanza per i tuoi gusti?”

Goten accenna un radioso sorriso

“Credo di aver trovato ciò che cercavo”

Dopo aver pagato,esce da quella massa informe e caotica di uomini e donne dai volti rallegrati dall’alcool facendo un sospiro di sollievo.

Indossa il casco integrale da vero motociclista,schiaccia l’acceleratore e parte a tutto gas ingranando la prima e poi scalando e accelerando in un gioco ritmato di cui lui è il vincitore indiscusso.

Dopo circa 15 minuti è di nuovo tra le strade sterrate dei monti Paoz,il suo habitat naturale,teatro delle sue scorribande giovanili,custodi dei suoi ricordi più reconditi e dei suoi giochi infantili.

Quasi si emoziona a ripercorrere quel vialetto fiorito,un tratto breve ma tanto pregno di ricordi,profumi,suoni rievocati che sembra non avere più fine.

Adesso è a casa,la sua vera casa.

Non fa in tempo a sistemare la moto sul vialetto che già sente un vociare non troppo lontano.

Con il cuore in festa segue quel brusio per giungere nel retro della casa e incrociare sguardi felici e volti amici.

“Oh zioo,finalmente” Pan gli salta adosso come un animale che fa le feste al proprio padrone

“Non ti aspettavamo più fratellone” aggiunge Gohan dietro i suoi occhialoni da nerd sempre più calato nel ruolo di ricercatore di successo

“SIGNORINO TI SEMBRA ORA DI ARRIVARE?si è già freddato tutto” basta alzare lo sguardo ed eccola li,le mani conserte,il vestito semplice,gli occhi lucidi,sempre più bella anche con le rughe a solcarle il viso,che lo sgrida come sempre,come quando era alto poco più di una spanna e correva nudo per il giardino con suo padre.

La sua mamma è cambiata.

Il vigore di una volta e la tenacia di un tempo hanno lasciato spazio alla rassegnazione per un marito mai più ritornato e per il figlio lontano chilometri e chilometri nella chiassosa città.

“mamma mamma!!” Goten fugge,le corre incontro rapido come una gazzella e la avvicina a sé con vigore,sollevandola da terra.

“Non fare così daai,sono vecchia ormai dovresti saperlo”

Il ragazzone la poggia a terra e la guarda negli occhi,fisso,per qualche minuto…

“ma non dire cazzate!” e la bacia con ardore.

Non l’ardore di un amante ma con l’ardore che solo un figlio può avere per la propria mamma.

L’ardore che scaturisce dall’incontro di due sguardi lontani da troppo tempo ma adesso abbastanza vicini per intrecciarsi,unirsi e stare finalmente l’uno nell’altro.

“sei sempre più bella,SEMPRE e sempre lo sarai”

“Ora non dire così che sai che piango..”

“Che siete smielatiiiii” irrompe Pan, “avanti scimmione che qui in tavola si fredda tutto,siediti” e batte la mano proprio sulla sedia accanto a lei.

“va bene va bene arrivo NANA”sa bene che quel nomignolo la fa andare su tutte le furie..

E non solo lui..

“okok basta così mangiamo” esclama Gohan sfregandosi le mani davanti a quel ben di dio.

I sayan mangiano in silenzio e a sazietà quasi evitando di ingoiare i bocconi.

“la mamma non si smentisce mai!”ammette Goten deglutendo di qua e di la.

“adesso troppi complimenti! Potevo fare assolutamente di meglio”afferma chichi insoddisfatta storcendo il muso.

“sei troppo critica con te stessa,magari cucinassi come te,sono sicura che gohan trascorrerebbe più tempo a casa” risponde videl lanciando una frecciatina al marito che quasi si affoga con una polpetta divenuta insolitamente amara.

“Non essere dura con tuo marito,Videl!almeno qualcuno per cui cucinare ce l’hai tu..”si rabbuia e improvvisamente di nuovo il silenzio.

“mamma dai..”sillaba  gohan.

Goten scatta in piedi come una molla “ Ora basta mamma! Il passato è passato bisogna pensare al presente..e al futuro!” sorride ricalcando l’ultima parola e allunga la mano verso la donna

“Che ne dici se diamo brio a questa serata?un ballo non starebbe male”

Chichi strabuzza gli occhi “ ma sei pazzo,che dicii”

“suu avanti nonna!”la incita Pan

Chichi scruta i presenti che con lo sguardo sembrano appoggiare l’idea del moro.

“ok e la musica dov..?”

Non riesce a finire la frase che goten già ha fatto partire la musica dall’impianto stereo e l’ha presa per mano

“su dai lasciati andare..”

“oh si come vorrei” si poggia alla sua spalla e la bagna.

Piange lacrime amare per l’amore amore di una vita perduto,per i ricordi lontani,per l’emozione di riabbracciare il figlio dopo qualche mese.

“non fare la sentimentale” Goten le solleva il capo e la bacia sulla fronte rendendola almeno per una serata la donna più felice del mondo.

“adesso ci sono io” e come se avesse udito pronunciare una formula magica chichi si tranquillizza,adesso può davvero dire di aver festeggiato il compleanno più bello del mondo.

Qualche ora dopo e qualche bicchiere di champagne in più l’allegra famigliosa si scioglie.

Gohan,videl e pan sono tornati a casa e Goten è rimasto solo ad aiutare la mamma a lavare i piatti.

“da non crederci,mi stai pure aiutando!ti manca la mamma eh?”

“non sai quanto mamma non sai quanto”

“ e allora perché non rimani con me?ti prego..ti cucinerò,ti laverò i vestiti,li stirerò per te..”

“mamma mamma aspetta vieni qui” posa il piatto che ha tra le mani e ancora con i guanti insaponati la invita a sedersi sul divanetto li vicino, le fa posto e comincia a parlarle con tutta la calma di questo mondo.

“Non posso lo sai.in città ho un buon lavoro,una casa,amici..”

“e qui eh?”chichi si altera “non hai per caso una famiglia?lo hai dimenticato?io sono la tua famiglia,IO,GOHAN VIDEL,PAN e se non fosse per loro che tentano di starmi vicino io potrei morire di solitudine e nessuno se ne accorgerebbe.”

Quelle parole..sono più taglienti di mille lame e lo feriscono profondamente.

Come dimostrargli tutto l’affetto che prova per lei?

“Non l’ho dimenticato sei costantemente nei miei pensieri ma sono sempre impegnato,torno stanco..”

“Goten non ci sono scusanti!prenditi le tue responsabilità!sei un uomo!”

Prenditi le tue responsabilità quante volte aveva udito quelle parole…quante…sempre dalla stessa persona.si ritorcono contro di lui,gli ritornano in mente i ricordi di quell’estate passata al mare,della sua voce,i suoi sussurri,i suoi ansimi le parole lasciate al vento..

“va bene va bene hai ragione tu,ora si è fatto tardi,devo andare!”

Si leva il grembiule e dandole un frettoloso bacio si dilegua lasciando la donna interdetta sul divano

“adesso ci si mette pure lei!”borbotta fra sé e sé levando il cavalletto dalla moto e sfrecciando nella notte più buia che mai.

Mezz’ora ed è a casa.

Apre silenziosamente la porta per non svegliare Ben,si dirige a razzo nella sua stanza gettandosi sul letto ancora vestito,in mano quel regalo per la madre che non era riuscito a darle nemmeno mentre erano soli..

Lo scarta e lo osserva, attento a non piegarlo come fosse una reliquia,lo avvicina alle labbra.

Perché è tanto difficile dimenticare..? si addormenta con quell’interrogativo in sospeso.

La risposta è ancora ben lungi dall’arrivare.

 

 

Ecco il terzo capitolo,sono felice di aver visto che qualcuno la segue sta storia :) scusate se non vi ringrazio singolarmente perché è tardi lo farò al prossimo capitolo.

Scusate se un po’ monotono ma è un capitolo di transizione.

Mi raccomando recensite sennò mi butto giù xD ci rivediamo fra non molto :)

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Capitolo 4
*** Amalia ***


Sveglia pelandroni è un altro giorno sulla città dell’ovest!FM 102.5 LA TUA RADIO DEL CUORE!”

Inizia a tutto volume il ritornello fastidioso del radio notiziario,passano i titoli dei maggiori quotidiani della capitale e intanto l’imponente figura abbandonata sul letto si gira e si rigira su un fianco,indossa i vestiti della sera precedente,una semplice camicia dalle righe sottili e bianche e un paio di jeans molto scuri a sigaretta.

“Ma che diavolo…”afferma ancora sonnolente stropicciandosi gli occhi

“succede?BEN!!abbassa sta radio,ti prego,ABBASSALA!!”

“BEEEEEENN” grida fuori di sé il moro balzando dal letto e correndo verso la cucina.

Un colpo forte sulla radio e quest’ultima cade rumorosamente per terra cessando ogni parola.

“Dannazione!!”esclama raccogliendo ciò che rimane della sveglia e gettandola nel cestino

“BEN per deinde dove ti sei cacciato?”

L’occhio cade su l’ennesimo foglietto attaccato al frigorifero.

-Eri così carino stamattina vestito di tutto punto con il foulard alla bocca..Volevi risparmiare tempo nel vestirti?anche se non vuoi cambiare camicia almeno una doccia fattela.a stasera amico-

“si bastardo,sfotti sfotti..”ghigna malevolmente tra sé il giovane lasciandosi cadere sullo scomodo sgabello,la testa dolorante tra le mani.

Si avvicina la tazza vuota non molto distante e il cartone di latte abbandonato sul tavolo e inizia a fare colazione controvoglia.

Stranamente non si è svegliato con il suo solito “languorino famelico”

Per oggi i biscotti sono salvi.

L’orologio scandisce le nove…

“sono le nove..le nove??”solleva repentino lo sguardo e accorgendosi di essere decisamente in ritardo lancia la tazza e il suo contenuto nel lavandino e scappa in bagno per una doccia veloce.

Neanche a farlo apposta e il telefono comincia a squillare.

“ma che avete tutti in questo periodo eh??”sbraita sbattendo i pugni contro il box doccia che comincia a tremare.

Esce nudo e bagnato,quasi scivola nel tappeto del soggiorno e agguanta il telefono.

È Trunks.

Il suo desiderio di mandare affanculo chiunque si trovasse al di la della cornetta desiste.

“Ehi amico!”

“ehi Goten!ma poi come è finita con quella ragazza?”

“Quale ragazza scusa?”Goten finge di non capire

“quella del cafè!la cameriera!quella che hai conquistato con le tue tattiche seduttive.-sai io sono un seduttore e ora te lo mostrerò-“ gli fa il verso ridendosela

“aaah beh si siamo usciti”

“a si?”trunks finge di credergli

“e come è andata?non dici niente?”

“Bene ma lo sai come sono non ho intenzione di legarmi a nessuno”

“Goten amico tu non solo non sei uscito con quella ragazza ma non ti sei nemmeno preso la briga di raccogliere il fazzoletto su cui ti aveva lasciato il numero!guarda ce l’ho io con me e ogni giorno quella poverina mi chiede di te..amico che ti succede?me lo vuoi spiegare?”

Ok,colpito e affondato.

Smascherato e messo nel sacco.

E ora?che faccio?che mi invento?

“Scusami Trunks ma l’ho dimenticato e non volevo passare da coglione che si è fatto scappare un occasione d’oro.adesso sono davvero in ritardassimo e impegnato quindi ci sentiamo in un altro momento.magari stasera ci mangiamo una pizza ok?”

“non credere di potertela svignare cos..”

TRunks non fa in tempo  a terminare la frase che l’amico ha già attaccato.

Non ti ci mettere pure tu per favore..pensa goten cercando vestiti puliti nell’armadio.

-Non posso fare questa vita..non posso..- e intanto saltella per la stanza con una gamba infilata nei Levis alla ricerca delle blazer rosse.

Con estrema difficoltà le ritrova sotto il letto nascoste in un angolino,richiude il bottone dei jeans,le indossa , si infila il maglione aderente,il rolex al polso e senza degnare di uno sguardo lo specchio si catapulta alla porta.

Prende la borsa lavoro.

Non fa in tempo a rendersi conto di non aver preso le chiavi che la porta gli si è già chiusa alle spalle.

“Dannazione!e adesso?ok Goten stai calmo…basta chiamare Ben e si risolve tutto…ora prendi il telefono,digiti il numero e ti imponi di stare calmo..”

“Non credo che il tuo amico possa rispondere se lo chiami con quello..”

Una ragazza sconosciuta si affaccia dalla porta dell’appartamento di fronte e gli fa notare che sta provando a fare una chiamata con la calcolatrice.

Goten sorride portando una mano sulla fronte.

“Lo credo pure io che questa non servirà a molto..”solleva l’aggeggio e fa una grande sorriso.

“sei un contabile?”esordisce la ragazza “o uno di quei giovani universitari con la testa dietro gli esami?” sfodera un sorriso disarmante.

“e se ti dicessi che in realtà sono un cantante famoso che si è dato un periodo di pausa ?”

“mm..non credo perché a quest’ora saresti a prenderti il sole in qualche isoletta privata delle Bahamas e supponendo che tu,cantante famoso,fossi venuto proprio ad abitare in questo appartamento non saresti così stressato e di fretta dato il periodo di vacanza dico giusto?”

“non fa una piega il tuo ragionamento” ammette Goten.

“si ma ancora non mi hai detto di cosa ti occupi”

“ se è per questo non ti ho detto manco il mio nome.e se è per questo manco tu ti sei presentata! Sono Goten piacere” e allunga una mano verso la ragazza che gliela stringe volentieri

“il piacere è tutto mio,Amalia”

“wow,sei la prima che conosco con questo nome”

“diciamo che riesco sempre a distinguermi nel bene e nel male”

Goten la indica muovendo il dito.

“sei una sfrontatella tu..e secondo me sei pure una brava studentessa”

“può essere…”

“fai la misteriosa?”

“no è che sono le 9 e mezza e dovrei andare in facoltà,mi accompagneresti?”

“i io no aspetta sono le nove e mezza anche per me è tardi devo andare a lavorare..”

La ragazza si acciglia e lo apostrofa duramente

“senti tu mi stai facendo fare ritardo all’università bloccandomi fuori da casa mia quindi adesso come minimo mi ci porti è chiaro?”

Goten è disarmato

“apparte che sei tu che ti sei fermata,nessuno te l’ha chiesto..comunque si dai vieni con me.spero tu non abbia paura delle moto”

Amalia solleva un sopracciglio.

“ti sembro tipo che ha paura delle moto?”

Goten sorride e le lancia un casco “staremo a vedere”

Qualche minuto dopo non c’era zona della città che non avesse udito le grida della ragazza.

“TU SEI PAZZO,PAZZO TI PREGO RALLENTA!LA MACCHINAAAAA ODDIO ODDIO CHI ME LO HA FATTO FARE”

Goten se la ride come un pazzo accelerando continuamente,passando da 100 a 150 km in un batter d’occhio,superando a pelo le auto in coda,approfittando di ogni spazio libero,sfiorando le auto in sosta.

“Non sei più tanto sicura di te eh?”

“FOTTITII” gli grida con quanto fiato le è rimasto in gola.

“siamo arrivati fermati ti prego.”

Goten parcheggia davanti la facoltà dove centinaia di studenti si riversano pieni di libri in mano.

Amalia getta il casco a terra.

“Oh ma sei pazza è un casco integrale nuovo nuovo”

Lei è su tutte le furie.

“lo hai fatto apposta,sei un pazzo furioso!”

Goten la guarda innocentemente

“Ma no..avevi detto di non aver paura e quindi ho accelerato i tempi.

La ragazza solleva il dito medio e gira i tacchi impettita

Però che tipo pensa il moro tra sé e sé posando lo sguardo sulla ragazza che si allontana.

L’occhio gli cade sulla risvolta dei jeans e risale fino al sedere..

Non è neanche male.

“amalia io e te saremo grandi amici”

Attenzione,Goten è tornato.

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Capitolo 5
*** Mi ritorni in mente ***


io sinceramente,non riesco proprio a capire quale sia il problema.”

Disse Bulma poggiando delle pratiche sul tavolino del salotto.

“Dio come sei cocciuta!”

“Bra ascoltami,capisco che ormai sei cresciuta,sei una donna e tutto il resto ma non ti sembra un po’ affrettato?hai vent’anni e tutto ciò che puoi desiderare è qui.e poi ci siamo noi..perchè devi andare a studiare a satan city?cosa c’è qui che non va?”

“mamma!”la interruppe Bra “la finisci?innanzitutto nulla è dato per certo,non è stato stabilito nulla,poi satan city è qui vicino,saranno 3 ore di viaggio massimo e poi come hai detto tu sono abbastanza grande e posso decidere da sola”

Bulma si sedette sconsolata sul divano di eco pelle bianco.

“Sempre a litigare siete”bofonchiò Vegeta mentre passava di li.

“piantala!” lo guardò storto la compagna “si tratta di tua figlia e delle sue scelte avventate,forse le sembra una passeggiata andare a vivere in un’altra città,da sola,senza alcun appoggio”

“papà”richiamò la sua attenzione la figlia,senza badare alla madre “Mi accompagneresti a fare un giro?Vorrei comprare un paio di cosette che avevo visto tempo fa..”

“Non hai gli allenamenti di pallavolo oggi pomeriggio?e le lezioni di pianoforte?”irruppe la madre arrabbiata per essere stata interrotta dalla figlia.

“No oggi no,ho voglia di fare shopping”

Vegeta la guardò accigliata “se hai intenzione di farmi perdere un pomeriggio appresso a lustrini e paillettes ti sbagli!a me non interessano queste sciocchezze terrestri!”

“No papi te lo giuro!” lo stoppò Bra “solo qualche oretta,te l’ho detto ho già visto i negozi e so cosa comprare”

Vegetà bofonchiò ma decise di non tirarla troppo per le lunghe

“eh va bene,infondo meglio che ti accompagni io che qualche ragazzetto dalle mani lunghe”

Le due donne scoppiarono a ridere e l’atmosfera fino ad allora molto carica e tesa si distese.

Bulma si alzò,diretta verso il laboratorio dove doveva testare e ritestare l’ultima sua creazione.

Poggiò una mano sulla spalla di Bra “pensacci” e se ne andò non aggiungendo altro sapendo che la figlia avrebbe capito.

Bra rimase sola in salotto a guardare fisso un punto nel vuoto.

La scelta che aveva davanti a sé era difficile da prendere e comportava il suo futuro.

Da una parte temeva di perdere ciò che aveva conquistato fino ad allora e dall’altra sperava che cambiare aria la potesse stimolare e darle una botta di vita.

Cosa scegliere?cosa fare?qual è la decisione giusta?

Si,aveva proprio voglia di cambiare aria.

Li nessuno la prendeva mai sul serio.

Veniva vista ancora come la piccola Bra,la bambina dispettosa e viziata dalle codine turchine e gli occhi profondi come il mare.

Adesso quegli occhi avevano di profondo soltanto la tristezza che vi regnava,l’inquietudine e la rassegnazione per i bei tempi andati,quando a casa Brief regnava un gran chiasso, sempre animata dai conflitti dei due coniugi ma anche dalle sonore risate di Trunks e Goten..

Già Goten..

Meglio scacciare questo pensiero.

Meglio dimenticare.

Dimenticare è la parola chiave,rinchiuderlo in una parte periferica del suo cuore e fingerlo di odiarlo senza un motivo.

odiarlo e basta.

Lui era stato forse il primo a rendersi conto che non era più una bambina.

Si distese sul divano per riposarsi un po’ e infine con un volto ben preciso stampato nella mente si addormentò tormentata dalle sue angosce.

 

                               **********

Salì le scale rapidamente rivolgendo uno sguardo alla porta dell’appartamento di amalia.

Era chiusa e di lei nessuna traccia.

Chissà,forse in cuor suo sperava che la bella ragazza dai capelli castani e gli occhi espressivi uscisse per gridargli quanto fosse stato uno stronzo a farle prendere uno spavento del genere.

Invece niente lei non c’era.

-Che stupido che sono-disse tra sé -non la conosco neanche.-

Suonò rapidamente il campanello dal momento che aveva dimenticato le chiavi dentro.

Ci vollero dieci minuti buoni e qualche scampanellata in più perché quel tonto del suo coinquilino sentisse.

“Alla buon ora!” esclamò Ben giocherellando con un cucchiaio di legno.

Goten lo guardò dalla testa ai piedi e non poté fare a meno di scoppiare in una sonora risata.

“Sembri mia mamma conciato così. va a cambiarti ricchioncello”

Lo sfotteva con gusto.

Conosceva Ben e la sua estrosità in cucina ma adesso aveva passato il limite del ridicolo.

Aveva un grembiulino rosa salmone,probabilmente un tempo bianco ma scolorito da qualche lavaggio sbagliato in lavatrice,delle infradito che tagliavano a metà dei calzoni di lana e un cappellino da chef annerito e consunto dal tempo.

“Se ricchioncello..puoi chiamarmi Anthony bordain”

“Chi????” esclamò Goten sempre più stupefatto

“Sei un ignorante allora! È quello di Gambero rosso!mah,neanche la cultura culinaria possiedi”

“Al massimo,ma proprio al massimo mi puoi sembrare Bruno canta messa”

“Chi???” chiese ben stupido di non aver mai sentito nominare questo tizio..

“è un prete per caso?” continuò in difficoltà

“ah ah ah”lo riprese Goten sbattendo un dito a destra e sinistra con aria da saputello

“chiamasi CULTURA CULINARIA”gli fece l’occhiolino

“Ok,siamo pari adesso.toglimi una curiosità,dov..”

Il moro si tolse la maglietta mostrando i suoi pettorali allenati

“Vado a farmi una doccia”si defilò lasciando ben con un palmo di naso.

“Tra dieci minuti si cena,ho già calato la pasta,non metterci troppo”

Il cuoco continuò a borbottare tra sé..

“chissà dove diavolo l’avrà sentito…”

Goten entrò nel bagno e si spogliò:girò i pomelli della doccia e un fragore uscì improvviso,innalzando vapore nell’ambiente.

Accese la nuova radio e si lasciò avvolgere dal caldo getto d’acqua:quanto avrebbe voluto che quella giornata,quei sentimenti che cercava di camuffare ma che sentiva chiari, gli scivolassero addosso come l’acqua che ora fluiva sul suo corpo..

Si insaponò i capelli e proseguì la sua insaponatura per tutto il corpo nudo mentre alla radio passavano canzoni d’amore.

 

 

Mi ritorni in mente
bella come sei
forse ancor di piu'.
Mi ritorni in mente
dolce come mai
come non sei tu.
Un angelo
caduto in volo
questo tu ora sei
in tutti i sogni miei
come ti vorrei
come ti vorrei…

 

Quanto erano veritiere e adatte alla sua situazione quelle parole!

Quelle parole si incrostavano nel suo cuore mentre l’acqua leggera scivolava via e lambiva il suo corpo.

un sorriso
e ho visto la mia fine
sul tuo viso
il nostro amor
dissolversi nel vento
ricordo sono morto in
un momento

Statico nella sua posizione ascoltava ogni parola con la consapevolezza che la ragazza che balenava nella sua mente non era altri che Bra.

Ben intanto cominciava a reclamare la sua presenza a tavola a gran voce.

“Ho cucinato i garganelli con asparagi,prosciutto e ricotta!vieni!”

E intanto la sua mente vagava molto lontana dai garganelli.

Emise un sospiro con rassegnazione:lei non sarebbe stata più sua…

 

 

 

 

Scusate la lunghezza del capitolo ma vi comunico che partirò per quindici giorni e quindi a meno che non riesca a scrivere un altro capitolo prima di lunedì dovrete attendere un po’…

Ringrazio le mie sostenitrici di sempre :) a presto

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