Il contrappasso

di LaMusaIspiratrice162
(/viewuser.php?uid=161887)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** L'idea di Roberta ***
Capitolo 3: *** Pranzo a Palazzo ***
Capitolo 4: *** Lezioni all'aperto ***
Capitolo 5: *** La speranza è l'ultima a morire ***
Capitolo 6: *** Lezioni di volo ***
Capitolo 7: *** Esame di magia (Parte 1) ***
Capitolo 8: *** Esame di magia (Parte 2) ***
Capitolo 9: *** Rabbia ***
Capitolo 10: *** Il vuoto ***
Capitolo 11: *** A lezione di Pozioni ***
Capitolo 12: *** L'idea di Roberta ***
Capitolo 13: *** Discussioni ***
Capitolo 14: *** La magica atmosfera della Foresta Zenzero ***
Capitolo 15: *** Un attimo di felicità ***
Capitolo 16: *** Una notte insonne ***
Capitolo 17: *** Be yourself ***
Capitolo 18: *** Confessioni ***
Capitolo 19: *** Odio ***
Capitolo 20: *** Married ***
Capitolo 21: *** Noir ***
Capitolo 22: *** Problemi ***
Capitolo 23: *** Sorry ***
Capitolo 24: *** Forever ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Il contrappasso

Prologo


-Basta non ne posso più!-esclamò lanciando il cappotto sul pavimento di marmo della sua stanza.
-E’ mai possibile che ogni volta che ogni volta che c’e l’ho lì tra le mie braccia e sono sicuro che sarà mia per sempre trova sempre il modo di scappare?-
Si tolse la giacca e la scaraventò sul letto.
-Ci ero riuscito…era di nuovo con me e invece…-
Si avvicinò al muro e tirò un pugno.Si,quello era l’unico modo in cui riusciva a gestire la rabbia.
La mano cominciò a sanguinare ma a lui non importava.
Si sedette a terra con il viso tra le mani e cominciò a pensare.I suoi meravigliosi occhi azzurri erano chiusi.
Credeva di avercela fatta e invece aveva fallito anche questa volta!Si rese conto che andava a finire sempre in quel modo:più si avvicinava alla meta più questa si allontanava.
-Sono stufo di questa situazione!-gridò.
Improvvisamente ebbe un’illuminazione,un’idea geniale.
Si alzò e si guardò allo specchio.
-Ho capito!Ho capito!-disse a se stesso-è la legge del contrappasso.Io da giovane ho sempre avuto tutto ciò che volevo.Gli Orchi mi hanno viziato in ogni modo ed io li ricambiavo svolgendo per loro alcune faccende.
Quanti uomini ho privato del loro cristallo del cuore?Quanti li ho visti morire davanti ai miei occhi?
E avevo solo 14 anni.Questa è la mia punizione!Io che ho avuto sempre tutto,io che potrei avere tutto…vengo privato della cosa che più desidero al mondo!e’ proprio la legge del Contrappasso-

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** L'idea di Roberta ***


Il contrappasso

-Capitolo 1-
L’idea di Roberta


-Che cosa è successo?-chiese Adrien allibito.
Il ragazzo osservava quella che fino a qualche ora fa era una terrazza e che ora sembrava un giardino botanico.Infatti un ammasso di rami color carbone avevano circondato la veranda fino a formare una parete molto spessa da cui tuttavia penetrava qualche debole raggio di luce.
-Non ti conviene entrare-esclamò Pierre
-Ma che cosa è diventata?Una nuova stanza?-
-No…somiglia più ad una cappella-osservò Roberta sorridente
-Una cappella?Ma è il luogo in cui si conservano i cadaveri!-
Il ragazzo dai capelli biondi ci pensò un attimo e poi inorridito esclamò:-Pierre cosa hai fatto?-
-Non è mica un reato portarsi un cadavere in casa?-
-Ma è da squilibrati!-
-Ascolta,zietto c’è una ragione!-
Adrien curioso di scoprire le ragioni di un atto così sconsiderato si appoggiò ad un muro ed ascoltò il racconto di Roberta.
-L’idea è stata mia.Ieri mentre sfogliavo distrattamente alcune pagine del diario di mamma ho avuto un lampo di genio!Lei e Pierre hanno lottato tempo fa contro Ice e dopo aver cercato di purificare il suo noir sono stati annientati.Sono finiti senza vita nella foresta e lì i folletti li hanno trovati e salvati.Ora che Chocola è morta ho pensato che i folletti potrebbero fare lo stesso…-
Pierre completò il racconto:-Allora io avendo pensato che era una grande idea sono andato al cimitero e con molta fatica ho sollevato il masso che ricopriva il suo corpo.Ho dato un’occhiata al suo corpo pallido e candido,poi l’ho afferrato e l’ho portato qui.-
-Allora che ne pensi?-chiese Roberta euforica.
-Non credo che abbiate tutte le rotelle a posto…e poi come fate a convincere i folletti ad aiutarvi?-chiese perplesso
-Abbiamo pensato anche a questo-
Le spine delle piante si allontanarono fino a formare un arco che portava alla veranda.Questa adesso aveva un aspetto spettrale e macabro soprattutto a causa del cadavere contenuto al suo interno.I tre si avvicinarono alla grande bara posta al centro e osservarono il corpo di Chocola.
Contemplarono il viso impassibile e sereno della donna e la sua pelle candida e dura come il marmo.Quello spettacolo apparve ad Adrien come qualcosa di ripugante ed irreale,ma gli altri due (soprattutto uno) non la pensavano così.
-Come è bella…sembra che stia dormendo-esclamò Pierre pensieroso accarezzandole una guancia-e adesso tocca a me cercare di svegliarla-
Si mise al centro della stanza e alzò le mani al cielo.I pochi raggi di luce che entravano attraverso i rami scuri erano adesso tutti concentrati su di lui.
Alzò lo sguardo e cominciò a gridare:
-Folletti del bosco,vi ringrazio di avermi salvato la vita una volta ma devo chiedervi un altro favore.Salvate Chocola,vi prego!So che lo farete perché la conoscete…sapete che è cresciuta tra voi e vi ha sempre aiutato…inoltre è la persona più generosa di tutte!Se vi serve un sacrificio io mi propongo come candidato.Spero mi abbiate ascoltato-
Detto questo chiuse gli occhi e rimase in attesa.
I due spettatori però guardarono in alto senza alcuna speranza.Anche Roberta,che aveva ideato il piano adesso non ci credeva più.Erano passati ben dieci minuti e non era accaduto nulla.
-Sicura che funzionerà?-chiese Adrien alla bambina.
-Non ne sono molto sicura…ora-
In quell’istante però quasi a punire la loro malafede una grande luce investì la stanza e costrinse tutti a chiudere gli occhi.
Quando aprirono gli occhi la camera era di nuovo scura.Questo perché tutta la luce era stata raccolta in una sfera che fluttuava sulla testa del cadavere.
-Ce l’hai fatta-
-Così sembrerebbe…adesso però dobbiamo aspettare.-
Sapevano che il cammino sarebbe stato lungo e tortuoso ma adesso avevano la certezza che la loro cara Chocola era di nuovo tra loro.

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Pranzo a Palazzo ***


Il contrappasso

-Capitolo 2-
Pranzo a Palazzo

Pierre seguito da suo fratello e sua figlia entrarono nel grande Palazzo di Extramondo.Lì si erano riuniti tutti e lo aspettavano in trepidante attesa.Vanilla,Houx,Saule e persino il signor Cornu li osservarono attraversare il grande salone.
Roberta li fissava cercando di collegare i loro volti alle vicende che aveva letto sul diario.Quando vide la migliore amica di sua sorella sorriderle le rispose con un sorriso imbarazzato.Fu a quel punto che si chiese perché suo padre avesse accettato quell’invito senza senso ma non riuscì a darsi una risposta.Sospirò sperando che quella mattinata terminasse in fretta e continuò a camminare.Suo padre,Vanilla,Saule ed Adrien si allontanarono lasciandola sola con gli altri due.
Questi la osservavano parlottando tra di loro e con un po’ di attenzione la bambina riuscì a sentire le loro affermazioni.
-Certo che somiglia davvero a Chocola,a parte gli occhi che sono proprio di suo padre-
-Già quella è l’unica cosa buona che ha quell’Orco-esclamò Houx irritato
Roberta ricordò che il gemello dai capelli bruni e suo padre non avevano mai avuto un grande rapporto,così quella risposta non le diede fastidio.
-E’ carina però-
La bambina si osservò dalla testa ai piedi:guardò il suo vestito composto da una gonna di seta marrone legata in vita da un fiocco e da una maglia di pizzo bianca.
-Si è vero,ma caratterialmente è così diversa da Chocola-
-Perché dici così,Houx?-
-Non vedi quanto è timida?E’ lì da dieci minuti e non ha spizzicato parola…Chocola non lo avrebbe mai fatto-
Questa frase offese profondamente la piccola bambina che si sentì mortificata poiché era sempre stata felice quando gli altri la paragonavano a sua madre.
Gli altri tornarono nella grande sala e si diressero nella sala da pranzo tutta decorata a festa.
La bambina si chiese se fosse sempre così o quel giorno era accaduto qualcosa di importante.
Si sedettero nei posti a loro assegnati e cominciarono a mangiare.Roberta ancora triste per le parole sussurrò a bassa voce:-Pierre,posso farti una domanda?-
-Si-
-Ma la mia timidezza mi differenzia da mia madre?-
Lui rise di gusto e poi rispose:-Ma no,anche Chocola era timida!Il fatto è che avete due modi diversi di affrontare la cosa:tu osservi le persone così da riuscire a metterti a tuo agio più facilmente e lei invece parlava,rideva e gridava cercando quindi di nascondere il suo imbarazzo.Ma chi ti ha messo in testa una cosa del genere?-
-Il mio modo è peggiore dell’altro?-
-No…anzi credo che sia migliore e molto più riflessivo ed intelligente.-
La ragazzina sorrise compiaciuta e cominciò a mangiare.
-Pierre come pensavi di provvedere alla sua educazione?-chiese Vanilla con l’intenzione di rompere il silenzio imbarazzato che si era creato.
-Pensavo di insegnare io a lei tutti gli incantesimi che conosco…-
-Non credo che sia una buona idea…non vorremmo far diventare questa bambina un Orco-
-Per tua informazione,Houx,io non conosco solo incantesimi di magia nera ma anche molti di energia bianca-
-Comunque non credo affatto che sia una buona idea…-
-Francamente me ne infischio di quello che pensi-rispose alzando leggermente la voce.
Adrien lo sgridò con lo sguardo e suo fratello fu costretto a calmarsi.
-Per me va bene…ma se sei d’accordo potresti portarla qui ogni mese per fare un’esame,così potremmo verificare se sta imparando quanto le compete-esclamò Vanilla.
Era così strano eppure la sua voce cortese calmò la tensione che si era creata nella stanza.
-Si per me va bene-
I tre ospiti terminarono le loro portate con più velocità desiderando di tornare a casa il prima possibile.Alla fine salutarono Vanilla con fare gentile e uscirono dal grande portone del Palazzo.
Saliti sulla carrozza partirono diretti finalmente al palazzo degli Orchi.
-Come mai ho accettato?-si chiese Pierre chiaramente irritato.
-E’ per via di Houx,vero?-
-Quel ragazzo è davvero odioso…-
-E’ soltanto geloso di te…-
-Sarà…comunque sono felice di non essere più lì.Ah certo Roberta,ma non hai nulla in contrario sul fatto di essere insegnata da me,no?-
-No-
-Ok allora cominceremo domani.-
Roberta guardò fuori dal finestrino chiedendosi come sarebbe stato suo padre come insegnante.Severo?Esigente?Non riusciva ad immaginarlo e così decise di non pensarci più curiosa di ciò che sarebbe accaduto l’indomani.

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Lezioni all'aperto ***


Il contrappasso

-Capitolo 3-

Lezione all’aperto

La bambina scese le scale canticchiando e uscì di corsa dalla porta del retro.Si sedette sull’erba e si tolse delicatamente le scarpe.Osservò il paesaggio che la circondava e poi si rialzò e corse nel prato.Si beava del calore del sole che le investiva il viso mentre si addentrava nel boschetto davanti a lei.Essendosi seduta su un tronco appoggiato a terra ricoperto di muschio cominciò a guardare i grandi alberi che si estendevano fino al cielo azzurro da cui trapelavano alcuni raggi di sole.Si guardò intorno e notò l’ambiente umido e leggermente tetro che la circondava.
-Eppure anche questo bosco così cupo è illuminato dai raggi dorati del sole…chissà se anche Pierre è così…-
Ripensò alle parole di sua mamma e quasi automaticamente il suo sguardo si fissò sulla cupola creata dalle spine:come sarebbe finita quella storia?
Lei,temendo di essere ferita di nuovo,aveva deciso di non dar fede a quel piano,ma suo padre ci credeva tantissimo e tutta quella sua energia stava cominciando a contagiarla.
Qualcuno si avvicinò a lei e le si sedette accanto.Girò la testa verso il nuovo arrivato e lo riconobbe dalla sua solita giacca nera.
-Pensierosa?-
-Non credevo che i boschi degli Orchi fossero così affascinanti…-
-Infatti non lo erano.Prima tutto questo era ghiacciato…un abisso di disperazione in cui soffiava un forte vento d’odio.Eppure quando Glace se ne è andato tutto questo si è allontanato con lui.
Il paesaggio allora è diventato una splendida oasi-
-Tu e mamma siete stati grandi…-
-Chissà quanto altro durerà questa falsa!-esclamò Pierre pensieroso.
-Che intendi?-
-I pregiudizi di Houx ieri mi hanno fatto capire quanto il risentimento possa essere radicato nei cuori delle persone e ho perso tutte le speranze.Temo che possa scoppiare un’altra guerra-
Seguì un silenzio imbarazzato in cui la ragazzina potè sentire il cinguettio degli uccelli.
-Vogliamo cominciare con la lezione allora?-
-Ok-esclamò raggiante Roberta saltando giù dal tronco.
Pierre strappò una foglia da un ramo e la mise davanti al viso della ragazzina.
-Questa è una foglia!-
-Ehy prima di venire qui frequentavo la 5a elementare:so cosa è una foglia!So anche come è fatta!-rispose offesa.
Suo padre scoppiò a ridere e rispose:-E la foglia diventerà una farfalla!-
Nelle sue mani la foglia verde si allungò e si tramutò in una splendida farfalla che cominciò a volare intorno a lei.
-Sei una specie di prestigiatore?-chiese acida
Pierre rise di nuovo:-E tu che ti preoccupavi di non somigliare a tua madre!Comunque bisogna cominciare da piccole cose e da incantesimi semplici per poi passare a qualcosa di più difficile-
Si avvicinò alla bambina e le mise in mano una foglia per darle le istruzioni:
-Sai è un lavoro psicologico,devi immaginare la struttura di una cellula di questa foglia e cercare di trasformarla in una cellula di un animale. Elimina i cloroplasti,il vacuolo centrale e la parete cellulare.Adesso immagina che la foglia si allunghi e si formino due ali.-
La ragazza aveva davanti a sé tutta la scena:la grande foglia verde si mutò in una bella farfalla.Riaprì gli occhi e incredula si ritrovò l’animale sulle mani.
-Wow…-esclamò.
-Brava-
-Mi insegni qualcos’altro?-
Lui guardò l’orologio e rispose di no.-Continua a fare pratica…-
Si allontanò e veloce rientrò nel Palazzo.La ragazzina si sedette sul prato ripensando a suo padre.Sapeva dove era andato.Era tornato a fare la veglia a sua madre.Non faceva altro da quando si era verificato lo strano evento provocato dai folletti.Usciva da lì solo per mangiare,dormire e darle lezioni.
-Chissà se…-sussurrò presa da un’idea improvvisa.
Poi si concentrò e immaginò che i suoi capelli si accorciassero,diventassero biondi e che il suo corpo si allungasse e si allargasse.
-Pierre sei qui?-le chiese Adrien
-Si ci sono riuscita!-esclamò felice ma appena terminò di sussurrare queste parole il suo aspetto tornò normale.
-Le magie di trasformazioni fatte su di noi durano pochi secondi se non hai il controllo necessario…-le insegnò suo zio.-E adesso vieni a fare colazione!-
-Ok- sussurrò la ragazzina saltellando ed entrando in casa ripensò a tutte le cose che aveva imparato.Dopo tanto tempo si sentiva di nuovo “felice”.

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** La speranza è l'ultima a morire ***


Il contrappasso

-Capitolo 4-

La speranza è l’ultima a morire


-Roberta andresti a chiamare tuo padre è pronta la cena e lui è chiuso lì dentro da ore ormai-
-Di solito viene in orario senza bisogno che nessuno lo chiami-esclamò la ragazzina cercando di convincere suo zio a non mandarla in quella stanza così tetra.
-Giusto e quindi è strano che non sia ancora venuto,no?-
-Ok ho capito vado-disse con tono arrendevole.
La ragazzina salì le scale svogliatamente e lentamente si avvicinò alla terrazza.Arrivata alla soglia di questa esitò un attimo.Non sapeva se voleva entrare e vedere il cadavere di sua madre.Stava cercando di dimenticare tutto e questa storia non la aiutava mica.
Tuttavia si fece forza ed entrò.Vide che suo padre si era addormentato sulla scomoda sedia mentre leggeva un libro.Sorrise vedendolo così fragile e innocuo dato che di solito da sveglio aveva sempre quello sguardo così autoritario e spavaldo.
Fu in quel momento che si accorse che qualcuno stava ansimando.Fissò con attenzione suo padre e capii che non era lui.Quel suono veniva da dietro le sue spalle.Si voltò e vide il cadavere di sua madre.Lo osservò bene e notò alcuni dettagli che la sorpresero:il suo colorito era roseo e il suo petto non faceva latro che alzarsi e abbassarsi.Sua madre stava ansimando,sua madre era viva.

Sbattevo le palpebre continuamente cercando di vedere qualcosa ma non ci riuscivo.Imposi alle mie braccia di alzarsi ma non le sentivo.Mi chiesi se fossi viva oppure morta.
Ero da qualche parte,dove non potevo vedere nulla,sentire nulla né fare nulla.Sola.
Si era l’Inferno ne ero sicura.Cercai di ricordare qualcosa di me:chi fossi,ad esempio,ma quando mi concentravo la testa mi faceva male.Mi contrassi per il dolore.
Mille domande mi affollavano la testa e non potevo gridarle.Era una situazione terribile.
Decisi che se ero viva mi sarei uccisa pur di non provarla a lungo.
Una mano si appoggiò sulla mia testa,mi accarezzava premurosa infondendomi coraggio e calma.Se solo avessi potuto muovere le mie braccia l’avrei afferrata e baciata.
Ero un automa tuttavia sentii che c’era qualcuno accanto a me che mi amava e si prendeva cura di me.Questo era abbastanza.Fu in quel momento che fui presa da una stanchezza improvvisa che mi fece addormentare dolcemente.

-Pierre!Pierre!Svegliati-gridò la bambina spaventata
Il padre si svegliò di soprassalto e subito si rese conto della situazione.Si alzò,corse incontro alla sua amata e la osservò preoccupato.
Chocola si agitava,respirava a fatica e non faceva che sbattere le palpebre.Improvvisamente si contrasse e sul suo viso comparse una smorfia di dolore.
-Che cosa ha?-
-Ora non è dotata dell’uso di nessuno dei 5 sensi e non riesce a ricordare nulla.-
-Che cosa facciamo?-
-Corri a chiamare e digli di portarmi del sonnifero.Io cercherò di calmarla-
La ragazzina corse di corsa fuori dalla stanza.In quel momento Pierre fu preso dal panico:come faceva a calmare una persona che non poteva né vederlo né sentirlo?
Non faceva che sussurrare:-E adesso che faccio,amore mio?-cercando di farsi venire una buona idea.
La osservò soffrire e gli si spezzò il cuore.Allora d’istinto cominciò ad accarezzarle i capelli e appena gli sfiorò la nuca lei si calmò.
Sentii i suoi nervi calmarsi anche se sapeva che lei non poteva riconoscerlo.Sorrise ripensando al legame che avevano instaurato in tanti anni.Questo gli permetteva di starle vicino in ogni situazione…quella si che era una magia.
Adrien entrò nella stanza di corsa con in mano una tazza di color cioccolato.Pierre la afferrò e la appoggiò sulle labbra della ragazza cercandola di fargliela bere.Il liquido le entrò nella bocca e la fece addormentare.A quel punto il povero ragazzo si lasciò cadere sulla sedia sospirando.
-L’abbiamo scampata…-sussurrò con il fiatone.-Questa volta ho avuto davvero paura-
-Quindi è viva?-gli chiesero in coro Roberta ed Adrien
-Certo sta benissimo e tra qualche settimana riuscirà persino a camminare,muoversi,guardarci e sentirci-disse Pierre sorridendo.
I suoi due familiari notarono la strana luce comparsa negli occhi di Pierre.Era felicità.
Dopo tante avversità la situazione si era finalmente risolta.
Adrien e Roberta uscirono dalla stanza dopo aver cercato invano di convincere il loro amico ad andare a dormire.
-Alla fine il piano sconsiderato ha funzionato…-
-Eh già,chi lo avrebbe mai detto!-
Sorrisero e tornarono in cucina per cenare mentre Pierre faceva la veglia alla sua Chocola.

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Lezioni di volo ***


Il contrappasso

-Capitolo 4-
Lezioni di volo


Erano passate due settimane.In queste Roberta si era concentrata sull’incantesimo della trasformazione cercando di migliorare le sue capacità.Ora infatti riusciva a mantenere l’identità di un altro per ben 10 minuti!Naturalmente aveva dovuto esercitarsi da sola perché suo padre era ormai troppo preso da Chocola.Da quando lei aveva dato segni di vita lui non era più uscito da quella stanza.
Una sera però mentre Roberta ed Adrien stavano cenando Pierre si recò da loro.Lo osservarono e notarono subito il suo viso raggiante e stanco.
-Ho una sorpresa per voi-esclamò esultante
Sparì di nuovo e quando tornò aveva accanto a lui Chocola.Questa camminava incerta al suo fianco e lentamente si sedette sulla sedia di fronte ai due che si guardavano sorpresi.
Lei gli sorrise cortese.Pierre fornì loro una spiegazione:-Chocola si è ripresa in fretta:ora è in grado di muoversi,di vedere e anche di ascoltarci,ma non può ancora parlare.-
Si sedette accanto a lei e la circondò con le braccia.Lei si voltò e lui la baciò dolcemente.
Poi si rivolse ad Adrien e disse:-Ho ricevuto un messaggio da Extramondo in cui mi avvertivano che l’esame di Roberta si terrà tra una settimana.Tra i requisiti di base ci sono la trasformazione e il volo-
-Roberta si è esercitata nella trasformazione ed è diventata molto brava…ma dubito che sappia volare-
-Lo so e per questo ti chiedo di sostituirmi e di insegnarle tu a volare sulla scopa-
La ragazzina si sentì un po’ infastidita da quella decisione poiché comprese che infondo per suo padre non era così importante quanto credeva.Tuttavia si consolò pensando che ciò di cui Pierre si stava occupando di qualcosa di molto importante e per lei andava bene così.
-Per me va bene-sussurrò triste cercando di mandar via il groppo che le si era formato in gola.

Il giorno successivo Roberta si svegliò presto e dopo aver fatto colazione cominciarono le lezioni di volo.Adrien prese una scopa e la invitò a salire su questa insieme a lui.
-Allora la scopa è dotata di una vita propria…un po’ come un cavallo.Sei mai andata su un cavallo?-
-No…-
-Allora te lo spiego io.Se tu ti fidi del cavallo lui si fiderà di te!-
-Quindi se io mi fido della scopa lei si fiderà di me?-
-Si…-
-Vuoi provarci?-
La ragazzina annuì indecisa e aspettò che suo zio scendesse dalla scopa.A questo punto chiuse gli occhi e strinse la scopa.Le ordinò di volare e questa si sollevò in volo.Riaperti gli occhi si ritrovò nel cielo azzurro.Leggermente impaurita strinse il manico della scopa e le sussurrò di andare avanti.Si rilassò quando vide che la sua scopa seguiva alla perfezione i suoi comandi.
-Non supererò l’esame però se farò solo cose da principianti-pensò.-Devo osare!-
-Accellera-gridò alla scopa che cominciò a sfrecciare nel cielo.Questa volava sempre più velocemente e conseguentemente la ragazzina cominciò a spaventarsi.
-Mi fido di te,mi fido di te-strillò mentre la scopa andava a sbattere contro un albero.
Chiuse gli occhi tremando finchè non sentì che la scopa si era fermata.Riaprì gli occhi e si sentì precipitare verso il terreno.Lanciò un gridò acuto maledicendo la audacia.
Due braccia la afferrarono e lei riprese a respirare.Si voltò e vide il viso di suo padre.
-Ma Pierre…?-chiese confusa cominciando a piangere.
Lui la strinse forte a sé ed esclamò rivolto ad Adrien:-Forse è il caso che sia io a darti lezioni,non credi?-
Lei annuii asciugandosi le lacrime.
Ok,si sbagliava.Pierre era davvero grande!Era capace di occuparsi di due persone diverse senza trascurare nessuna delle due.
-Certo è tutta tua-sussurrò Adrien offeso.
Tutti scoppiarono a ridere e la lezione continuò.

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** Esame di magia (Parte 1) ***


Il contrappasso

-Capitolo 4-
Esame di magia(Parte 1)


Pierre fissava la tazza di caffé pensieroso. Rigirava il bicchiere tra le sue mani con lo sguardo perso nel vuoto mentre i suoi parenti lo guardavano preoccupati.
-Tutto bene Pierre?-
Quelle attenzioni sorpresero il ragazzo che dopo aver assunto un espressione sorpresa annuì distrattamente.Loro furono costretti a trascurare i suoi problemi dato che quello era un giorno importante.Tra qualche ora infatti dovevano recarsi al Palazzo per assistere all’esame di Roberta.
-Pronta per mostrare al mondo quanto sono bravo ad insegnare?-
-E quanto sono brava-aggiunse sua figlia
-Certo era sottinteso-disse sorridendo suo padre.
Tuttavia quel suo sorriso non era spontaneo e faceva trasparire l’animo turbato e triste del giovane.
Salirono tutti e tre sulla carrozza tesi e la tensione crebbe ancora di più quando questa partì.
Improvvisamente il mezzo di trasporto si fermò distogliendo tutti e tre dai loro pensieri.
Il primo a scendere fu Pierre seguito da Adrien che aiutò Roberta a lasciare la vettura.
Salirono i gradini lentamente ed entrarono nella grande sala del Trono in cui li aspettava una sorpresa.Avrebbero assistito infatti molte persone:oltre alla Regina c’era un insegnante,il Consiglio e le Guardie.
Roberta osservò il viso della Regina che le sembrò triste.Si chiese il perché di un simile atteggiamento ma si sorprese quando notò che la stessa espressione era anche sul volto di Saule.Cercò di scorgere tra gli spettatori il suo gemello ma non lo trovò.
-Che gli sia accaduto qualcosa?-si chiese
Ma in quel momento lui fece la sua entrata insieme ad una ragazza e la ragazzina si tranquillizzò.Beh finché non vide chi era la donna che lo accompagnava.
Aveva un lungo abito color cipria che metteva in evidenza i suoi capelli rosso fuoco e i suoi occhi verde smeraldo.
Il cuore della ragazzina si fermò e istintivamente volse lo sguardo al viso di suo padre.
Questo era stravolto ma non sorpreso.Quella sorpresa sconvolse la ragazzina che scappò via dalla sala.
-Pierre vuoi che sospendiamo l’esame?-chiese Vanilla in modo cortese
-No…-rispose stringendo i denti-si è impegnata molto e merita delle soddisfazioni.Vado a convincerla-
Si inchinò leggermente e dopo aver lanciato un’occhiataccia ad Houx uscì dalla stanza di corsa.
Uscito dall’edificio cercò con lo sguardo sua figlia e la trovò seduta sull’ultimo gradino.
Tirò un sospiro di sollievo e si sedette accanto a lei.
-Che cosa vuoi?-chiese lei accorgendosi della tua carriera.
-Voglio che tu faccia quell’ esame.Lo so che ti senti confusa ma ti giuro che ti fornirò una spiegazione,ma non ora.Ora è il momento di mostrare a loro quanto sei brava.-
-Non potresti raccontarmelo ora?-
Pierre guardò l’orologio e dopo aver sospirato annuì.
-Allora ieri mattina ho notato che Chocola stava così bene che riusciva persino a parlarmi.Ha cominciato a sussurrare piccole parole fino ad arrivare a formulare persino lunghe frasi.
Ha cercato di ricordare qualcosa del suo passato ma non ci è riuscita,naturalmente.Così ho cercato di rassicurarla e l’ho stretta tra le braccia ma lei mi ha respinto.
“Lasciami”mi ha gridato ma io non l’ho fatto.Così si è arrabbiata e ha cominciato a blaterare cose senza senso.
“Lasciami in pace,tu non fai che starmi addosso e mi dici di essere il mio fidanzato,ma io non lo ricordo…chi mi dice che tu non sia un bugiardo che vuole approfittare di me?”
Le sue parole mi hanno offeso e così le ho detto che se pensava questo poteva anche andarsene…e lei lo ha fatto.A quanto pare poi è venuta qui-le spiegò.
Adrien arrivò di corsa e chiamò Roberta.
-Roberta c’è qualcuno che vorrebbe parlarti-
La ragazzina si alzò e salì le scale.Sua madre le andò incontro.
-Cara…se vuoi puoi venire a vivere con me adesso e andare via dal palazzo degli Orchi una volta per tutte-
Pierre strinse i pugni e attese la risposta.




Certo la tranquillità non poteva durare per sempre!Ah vi ringrazio perchè mi seguite sempre e vi auguro Buona Pasqua e buona pasquetta!

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** Esame di magia (Parte 2) ***


IL contrappasso
-Capitolo 7-
Esame di Magia(Parte 2)


-Cara…se vuoi puoi venire a vivere con me adesso e andare via dal palazzo degli Orchi una volta per tutte-
Pierre strinse i pugni e attese la risposta.
-Posso pensarci?-chiese
-Certo…-
-Ti risponderò dopo l’esame-affermò con decisione.
Adrien guardò preoccupato Pierre che dopo aver sferrato un pugno al gradino di granito si alzò ed entrò nella sala come se nulla fosse.Roberta ed Adrien entrarono senza parlarsi.
-Pronta a sostenere l’esame?-le chiese la Regina.
-Si-annuì lei decisa.
-Ok,cominciamo,no?Quale è la prima prova?-chiese all’insegnante dall’aria severa.
-Che cosa sei capace di fare?-
-So volare e trasformarmi-
Lui annuì solenne e poi ordinò:-Allora signorina,scelga uno dei soggetti di fronte a lei e si trasformi in quello!Naturalmente non può scegliere né suo padre né suo zio-
Lei annuì e cominciò ad osservare i vari volti di fronte a lei.
Vanilla,era un soggetto facile da impersonare ma pensò che potesse apparire un’azione per ingraziarsi la Regina,così cambiò soggetto.
Houx,no…non voleva trasformarsi in un verme.
Osservò Piovre e Saule ma capì di non conoscerli abbastanza per poterli rappresentare.
Fu in quel momento che capì che il soggetto più adatto era proprio davanti ai suoi occhi.
Chiuse gli occhi ed immaginò che il suo vestito si tramutasse in una lunga tunica verde.Il suo viso si riempì di rughe e il suo mento fu colmato da una folta barba grigia.Un cappello le si posò sui suoi capelli ora diventati grigi.
Aprì gli occhi e corrucciò le rughe della fronte.Inclinò il suo busto con fare presuntuoso e strinse le braccia contro il petto.
Tutti quando la videro scoppiarono a ridere,beh tutti tranne Pierre.Lui era teso e ansioso.
Non faceva che pensare alla decisione che Roberta avrebbe preso tra qualche ora.
Quello sarebbe stato un addio,ne era sicuro.Lei lo aveva sempre odiato e sicuramente non si sarebbe fatta scappare l’occasione di tornare con sua madre e di lasciarlo per sempre.
D’ora in poi sarebbe stato di nuovo solo.Strinse i pugni e sospirò.Doveva continuare a guardare l’esame.
-Be’ signorina direi che questa prova l’ha superata a pieni voti.-
La ragazzina esultò e si voltò verso suo padre.Questo però non riuscì a rivolgerle nemmeno un sorriso.Lei un po’ delusa si voltò di nuovo verso la Regina pronta per l’ultima prova.
-Ora devi affrontare la prova di volo-le disse sua maestà.
-La prova si terrà sulla Terra su un’autostrada.Sarà una gara di velocità.Per questo avrai anche un’avversaria-
Fu in quel momento che una ragazzina di 13 anni con i capelli biondi e lo sguardo altezzoso fece il suo ingresso.
-Dovrai battere lei-
Sia Roberta sia suo padre annuirono stringendo i denti.
Le due ragazzine scomparvero sotto gli occhi di tutti.In quel momento Saule si fece coraggio ed uscì dalla schiera delle guardie per andare incontro a Pierre.
-Mi dispiace,io non ne sapevo nulla.-disse
Il ragazzo davanti a lui lo guardò con disprezzo e rispose con tono alterato:-Non ho bisogno della tua pietà,Saule-
Si allontanò avviandosi verso il grande portone dorato.
-Pierre,ma dove vai?La gara non è finita.-
-A casa-
-Ma Roberta resterà delusa-gli disse Adrien.
-Lei ora ha una nuova famiglia-gli rispose uscendo dal Palazzo.
-Scusalo-lo giustificò suo fratello-E’ che…-
-Sta tranquillo.Capisco-rispose Saule andandosene.

Le due ragazze si ritrovarono all’entrata di un’autostrada in sella alle loro scope.Era un’ora di punta e quindi la strada era piena zeppa di auto.I loro fari e i rumori delle ragazze confusero le due ragazze che si guardarono indecise su cosa fare.La bionda comandò alla scopa di accelerare e cercò di evitare i tetti delle automobili senza ottenere però grandi risultati.Fu in quel momento che a Roberta venne un’idea.Gli unici mezzi che riuscivano ad evitare l’ingorgo di solito erano le moto.Lei ne aveva viste molte quando aveva vissuto sulla Terra e così decise di imitarle.
Cominciò a volare tra le auto e i camion deviandoli.Poi appena acquistò abbastanza velocità si sollevò di un metro e continuò a volare più velocemente.Finalmente attraversò il traguardo e si fermò guardandosi indietro:la sua rivale era molto più lontana di lei.
-Questo vuol dire che ho vinto!-esultò
Il paesaggio intorno a loro sparì e si ritrovarono nella sala del Trono.
-Complimenti signorina,ha superato l’esame con 10+ -le disse l’insegnante con un sorriso porgendole un foglio.
-Che cos’è?-
-E’ una griglia.Ogni volta che terrai un esame ti metteremo un timbro e quando avrai riempito tutte le caselle sarai considerata una vera strega.-
Lei sorrise e vide comparire il voto sul foglio.
Si voltò per vedere il volto felice di suo padre ma non lo vide.Osservò Adrien stupita e avrebbe voluto corrergli incontro e chiedergli una spiegazione ma non ne ebbe il tempo.
-Allora cara,hai pensato alla mia proposta?-le chiese sua madre
“Accidenti!”pensò”Me ne ero dimenticata”
-Io…io-sussurrò indecisa pensando a quale decisione prendere.
Guardò con attenzione il viso di sua madre.La sua espressione seria la impressionò.
Quel volto che credeva così familiare era invece così estraneo ora.Quella non era più sua madre…qualcosa era davvero cambiato.
-Mi dispiace ma io ho deciso di tornare a casa mia-disse-Andiamo,Adrien?-
Suo zio la guardò allibito ma felice e la riportò con sé al castello.

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** Rabbia ***


Il contrappasso

-Capitolo 8-
Rabbia


-Basta non ne posso più!-esclamò lanciando il cappotto sul pavimento di marmo della sua stanza.
-E’ mai possibile che ogni volta che ogni volta che c’e l’ho lì tra le mie braccia e sono sicuro che sarà mia per sempre trova sempre il modo di scappare?-
Si guardò intorno e sospirò nervosamente.
-Ci ero riuscito…era di nuovo con me e invece…-
Si avvicinò al muro e tirò un pugno.Si,quello era l’unico modo in cui riusciva a gestire la rabbia.
La mano cominciò a sanguinare ma a lui non importava.
Si sedette a terra con il viso tra le mani e cominciò a pensare.I suoi meravigliosi occhi azzurri erano chiusi.
Credeva di avercela fatta e invece aveva fallito anche questa volta!
Si rese conto che andava a finire sempre in quel modo:più si avvicinava alla meta più questa si allontanava.
-Sono stufo di questa situazione!-gridò.
Improvvisamente ebbe un’illuminazione,un’idea geniale.
Si alzò e si guardò allo specchio.
-Ho capito!Ho capito!-disse a se stesso-è la legge del contrappasso.Io da giovane ho sempre avuto tutto ciò che volevo.Gli Orchi mi hanno viziato in ogni modo ed io li ricambiavo svolgendo per loro alcune faccende.
Quanti uomini ho privato del loro cristallo del cuore?Quanti li ho visti morire davanti ai miei occhi?
E avevo solo 14 anni.Questa…questa è la mia punizione!Io che ho avuto sempre tutto,io che potrei avere tutto…vengo privato della cosa che più desidero al mondo!E’ proprio la legge del Contrappasso-
Si guardò allo specchio pieno di disprezzo e poi si gettò sul letto.
Chiuse gli occhi immaginando che cosa era accaduto a Chocola.
Chissà come avevano reagito alla notizia che lei era viva…grazie a LUI.
-Se non fosse stato per me…adesso col cavolo che era lì con lui-
In quel momento quasi di pentì del suo gesto.Subito dopo il suo disprezzo per sé stesso aumentò.
-No…non devo pensarlo…-sussurrò-non posso essere così egoista!-
Lanciò con violenza il cuscino contro la porta.
Questa però si aprì qualche istante dopo ed entrò suo fratello.
-Attimo di follia?-gli chiese cercando di sdrammatizzare.
Pierre lo fissò con uno sguardo di ghiaccio.
-Ok ok…sai Roberta ha superato l’esame a pieni voti.Avresti dovuto restare lì a vederla-
-Non avrei resistito un attimo di più lì dentro…-
-Ah approposito…dimenticavo-disse Adrien e uscì di corsa dalla porta.
Dopo qualche minuto rientrò con il sorriso sul volto.
Pierre lo fissò stupito.Come faceva ad essere allegro in un momento simile?
-Tatatadan-sussurrò Roberta spuntando da dietro alle spalle di suo fratello.
Suo padre la fissò incredulo.-Tu hai…hai scelto me?-
Lei annuì.
-Certo…altrimenti come faresti a farmi da insegnante?-
Lui allora si alzò dal letto e la strinse forte a sé.
Lei sorrise.Si,aveva fatto la scelta giusta!

Ed ecco come far diventare il prologo un capitolo…scusate per questa cosa stupida,ma mi sento davvero distrutta!Ho studiato dalle 3 alle 9 solo greco.E la prof che dice che studio superficialmente…Ok la prossima volta sarà migliore!

Ritorna all'indice


Capitolo 10
*** Il vuoto ***


Il contrappasso

-Capitolo 9-

Il vuoto

Si alzò ed indossò la vestaglia.Si toccò la fronte:era sudata di nuovo.Si guardò allo specchio meravigliandosi:il suo viso era normale,impassibile,calmo,inespressivo.Eppure lei non si sentiva così.Lei stava male,non riusciva a spiegarsi il perché.C’era qualcosa nel suo animo che le procurava amarezza.Non riusciva ad essere felice perché aveva un perenne peso sullo stomaco.Si passò la mano sulla fronte e uscì dalla sua stanza.Scese i gradini pensierosa e stanca.Era ormai da una settimana che non riusciva a dormire bene perché c’era sempre qualcosa che le disturbava il sonno.Ok forse sapeva che cos’era:era il senso di colpa.
Sapeva di aver ferito Pierre e nonostante non sapesse chi fosse non riusciva a non sentirsi colpevole.Lui gli aveva salvato la vita e lei lo aveva accusato.
-Chocola cosa c’è?-le chiese Houx interrompendo i suoi pensieri.
Lei gli sorrise-Tutto bene-
Tuttavia il suo amico la conosceva troppo bene per poterla credere,così la fece sedere su una panca e dopo averle circondato la testa con il braccio le chiese:-Allora me lo dici?-
Lei sospirò e parlò:-E’ che mi sento un po’ in colpa-
-Come mai?-
-Io…ho offeso Pierre e lui non lo meritava,in fin dei conti lui mi ha salvato la vita-
Lui sembrò molto contrariato e si prese alcuni minuti per riflettere prima di rispondermi.
-Non dovresti.Lui è malvagio,tremendamente perfido-
-Davvero?Non sembra il tipo-sussurrò la ragazza confusa.
Lui si alzò di scatto e gridò:-Lo è basta!-
Lei lo osservò sorpresa.Houx si accorse del suo sguardo e allora addolcì la voce:-Scusami,ma non posso sopportare che tu provi dell’affetto per l’uomo che…ha cercato di ucciderti-
Chocola quasi saltò dalla sedia dopo aver sentito quelle parole.
-Uccidermi?-
Lui annuì.
-Ma come può salvarmi la vita la stessa persona che ha tentato di uccidermi?-chiese turbata.
-Vieni con me-
Camminò in silenzio fin quando non varcò la soglia della stanza del ragazzo.Lui la fece sedere sul letto mentre frugava tra i vari documenti presenti sulla mensola.
-Eccola!-esclamò prendendo una cartellina.
La porse a Chocola che la aprì e cominciò a leggerla.
-All’età di dieci anni…accusa di frode,dodici anni tre omicidi,quattordici anni…intromissione nella gara delle pretendenti al trono in cui ha cercato di prelevare il cuore della pretendente Chocola Meilleure…-
-Mi credi adesso?-
-Si…ma non dovrebbe essere in carcere?Cioè mio Dio ha ucciso dei maghi-
-Lo so…ma per gli Orchi è diverso.Loro non hanno regole,lì tutto è concesso e lui ne è il re quindi…-spiegò lui premuroso.
Lei con lo sguardo basso sussurrò:-E allora perché ho una figlia con lui?-
La sua espressione cambiò di nuovo.Adesso era infastidita.
-Beh ti racconterò una storia.Quella di Cinnamon Meilleure,tua madre.-
Mentre lui parlava e narrava l’infelice storia di quella donna ebbe una visione.Si rivide davanti ai suoi occhi.Era piccola,doveva avere circa quindici anni e stava ascoltando la stessa storia dalla bocca di suo zio.Più parole udiva più si sentiva male.Uno strano dolore le squarciava il cuore.Involontariamente si mise una mano sul petto e si contrasse per il dolore.Essendosi data un certo contegno sussurrò:-Quindi ho fatto lo stesso errore di mia madre?-
Lui sospirò e la circondò con le braccia.
-Si…ma ora te ne sei resa conto…quindi ora è tutto ok-
Lei annuì e si alzò.Dopo averlo guardato uscì dalla camera ancora più confusa.
Dalla porta ancora aperta entrò una sagoma scura che afferrò il ragazzo per il colletto e lo batté contro il muro.
-Che cosa stai facendo?-gridò il ragazzo stringendo ancora di più la stretta.
-Lasciami…lasciami,cavolo Saule mollami-sussurrò Houx ansimando.
Suo fratello lo lasciò ma non smise di guardarlo con disprezzo.
-Perché te la prendi tanto?In fin dei conti non ho raccontato nessuna menzogna.-
-Si…ma hai raccontato solo una parte della storia-
Lui lo guardò premuroso e disse:-Oh Saule,fratello mio,come sei onesto!Peccato che l’onestà non abbia mia portato a nulla!Per questo ho deciso di agire così…vedrai che questa volta resterà con noi-sorrise-E magari questa volta le cose mi andranno meglio-
Fece l’occhiolino ed uscì dalla sua stanza soddisfatto.
Suo fratello lo guardò andare via:che cosa gli era capitato?Come aveva fatto a cambiare così tanto?Un’idea gli sfiorò la mente:e se…?
-E se ci fosse di nuovo lo zampino degli Orchi?-si chiese alzandosi dal letto di scatto-In fin dei conti potrebbe essere!-
Camminò per la stanza avanti ed indietro cercando una soluzione.A quel punto capì che una possibilità c’era…si doveva rischiare il tutto per tutto!

AHAHHAHAH!Houx che si tiene in camera il fascicolo con i delitti di Pierre certo che è strano!!Scusate il ritardo…ma è che tra scuola,compiti,verifiche e poi sto scrivendo una nuova long…sto impazzendo!!Ok scusate spero vi piaccia!!

Ritorna all'indice


Capitolo 11
*** A lezione di Pozioni ***


Il contrappasso

-Capitolo 10-

A lezione di pozioni


-Che cosa vuol dire che non farai nulla?-chiese la ragazzina irritata seguendo suo padre.
Pierre si fermò a guardarla.
-Che cosa dovrei fare?Andare lì,prenderla di forza e portarla qui?-
-Bè sarebbe un’idea…-riflettè Roberta.
-Togliti dalla testa le tue strane idee-gridò Pierre-hai già combinato abbastanza pasticci-
Lei abbassò lo sguardo e continuò a camminare nel corridoio scuro.
-Lasciamo stare,ok?-continuò addolcendo il tono della voce- Sono certo che appena si ricorderà di noi correrà subito qui…dobbiamo solo aspettare.-
Il suo sorriso era così sincero e confortante che sua figlia non potè fare a meno di sospirare e sorridere a sua volta.
Pierre aprì la porta e fece entrare sua figlia nello studio.Mentre la ragazzina si sedeva davanti alla scrivania lui prese alcuni barattoli e li posizionò davanti a lei.
La ragazzina li fissò inorridita:uno conteneva delle strane zampe,un altro conteneva una polvere rosa fosforescente ed uno invece racchiudeva una gran quantità di erbe diverse.
-Oggi imparerai a creare le pozioni-
Prese un libro dallo scaffale e lo aprì alla pagina 180.Qui vi era raffigurata una pozione di colore verde chiusa in una boccetta particolare su cui era incisa la testa di un drago.
-Allora-cominciò a spiegare suo padre schiarendosi la voce-devi sapere che fare le pozioni,sieri ed elisir non significa mescolare insieme le essenze nella giusta quantità.C’è sempre una ricetta ma il processo,così come il risultato,dipende da te.Devi seguire il tuo intuito,fidarti di un’abilità che ti appartiene per diritto di nascita.Perciò l’ingrediente essenziale di ogni pozione sei tu,devi imparare l’essenza più intima della natura con cui lavori e stabilire con lei una connessione.-
-Un po’ come con la scopa?-
-Si…ma tranquilla,preparare pozioni è facile quanto cucinare!Ed è assai simile!Perchè non provi a prepararne una tu?-
-Da sola?-
-Si…questa è perfetta:pozione dell’invisibilità,è un unguento che messo su una parte del corpo la rende invisibile.Tranquilla è semplice!-
La ragazza cominciò a mescolare i vari ingrediente distrattamente.Immerse in un pentolone magico le zampe di rospo e il sangue di coccodrillo poi cominciò a girare il tutto.
Un odore nauseante si diffuse nella stanza quando il liquido divenne più solido.Roberta immerse un dito nel pentolone e prese un po’ di quella sostanza così strana.
Quando lo avvicinò ai suoi occhi notò che era diventato invisibile.Corse entusiasta nello studio di suo padre.Aprì la porta e gli corse incontro gridandogli di guardare il suo dito.
Lui lo osservò e con un sorriso esclamò:-Bè direi che hai superato la prova.Puoi mettere a posto tu?Come vedi ho un po’ da fare-
La ragazzina fissò tutti i fogli che suo padre aveva posato sulla scrivania:ne avrebbe avuto per un bel po’.Annuì e tornò nella stanza precedente.
Mentre riponeva i barattoli sullo scaffale fissava pensierosa il libro di pozioni sulla scrivania.
-Chissà se potrà essermi utile-pensò ad alta voce.
Si avvicinò a questo e cominciò a sfogliarlo.La sua attenzione si posò su una pagina in cui c’erano le istruzioni per preparare un filtro d’amore mentre la sua mente elaborava un piano.
Certo avrebbe potuto prepararne uno per sua madre ma avrebbe comunque avuto bisogno di qualcuno che glielo facesse bere…le necessitava un alleato all’interno del palazzo di Extramondo,qualcuno che desiderasse quanto lei allontanare Chocola da Houx.
-Vanilla-esclamò.-Devo parlarle subito-
Ripensò a suo padre:aveva parecchio lavoro da sbrigare e probabilmente nemmeno si sarebbe accorto della sua assenza.Doveva soltanto fare attenzione a tornare prima di cena.
Guardò l’orologio:erano le 6 del pomeriggio,poteva farcela.
Impugnò la scopa e volò fuori dalla finestra.

Si avviò scoraggiata fuori dalla porta.Lo sguardo basso mostrava tutta la sua delusione.Aveva provato a convincere la sua “zietta” in ogni modo,ma lei non aveva ceduto.
Era davvero generosa,troppo per i suoi gusti.Aveva dichiarato di non voler ingannare la sua migliore amica…
-So che quello che sto cercando di fare è scorretto,ma è per una buona causa-
Tutti erano sicuri che le cose si sarebbero risolte bene,tutti tranne lei.Roberta non credeva nel destino ed era sicura che ognuno era artefice della propria sorte.Per questo non capiva perché nessuno la appoggiasse!
Sospirò frustata e continuò a camminare.
-Aspetta forse io posso aiutarti-le disse una voce.
La ragazzina si voltò sorpresa e fissò la sagoma buia.Poteva fidarsi di lui?
Annuì e lo seguì.

Finalmente ce l’ho fatta!!Scusate per il ritardo...
Vi ringrazio tutti e vi saluto dicendovi che il prossimo capitolo sarà molto interessante...verrà messo in atto il piano di Roberta per far innamorare Chocola di Pierre!Posso dirvi che mi sono ispirata al manga per idearlo!

Ritorna all'indice


Capitolo 12
*** L'idea di Roberta ***


Il contrappasso

-Capitolo 11-

L’idea di Roberta

L’automobile decappottabile nera percorreva le calde strade della cittadina.Pierre al volante guidava seguendo le indicazioni di Saule,seduto al suo fianco.Il velivolo si fermò al semaforo.
Il ragazzo si accarezzò i capelli biondi ed osservò Chocola e Roberta sedute dietro di lui attraverso lo specchietto retrovisore.Sospirò mentre il vento gli scompigliava i capelli fluenti.
-Perché mi sono fatto trasportare in questa cosa?-si chiese sconsolato.
Roberta appoggiata da Saule aveva organizzato una gita al mare a cui aveva invitato anche sua madre.Non aveva cancellato l’idea di farli tornare insieme,questo era più che chiaro.
La luce verde del semaforo si accese e Pierre ciccò il piede sull’acceleratore sperando che quella tortura terminasse presto.
-Volta a destra-gli suggerì Saule.
Lui ruotò il manubrio e imboccò una stradina stretta e non asfaltata che li condusse in un piccolo parcheggio.Parcheggiò l’auto in un posto coperto da un grande albero.Aprì la portiera e scese dal velivolo.Si caricò in spalla una borsa da viaggio e si avviò sulla spiaggia seguito dal resto della compagnia.
Quando i loro piedi toccarono la sabbia si tolsero le scarpe e ammirarono il paesaggio.
Il cielo azzurro e il mare turchese incorniciavano una meravigliosa spiaggia vuota.
-Sembra un dejavu-esclamò pensando dove avesse già visto quel paesaggio.
-Magari ci sei già venuto qualche volta-incalzò Saule.
-Mah può darsi…-
Presero dalla borsa alcuni teli e li appoggiarono sulla sabbia calda.Pierre si appoggiò su uno di questi e si sbottonò alcuni bottoni della camicia.Prese un libro dalla borsa e cominciò a leggerlo.
Chocola seduta su una sdraio un po’ più lontana lo fissava.Il vento muoveva il suo candido prendisole di cotone mentre i suoi occhi erano fissi su di lui.
-Chocola cosa c’è?-le chiese Saule
-No…nulla-rispose arrossendo leggermente.Dopo avergli sorriso tornò ai suoi pensieri.
Non poteva fare a meno di guardare Pierre con un po’ di rimorso.Lui era lì,bello come un dio greco e lei aveva osato rifiutarlo!Che cosa le era passato per testa??
Solo in quel momento si ricordò che lui era un Orco e che sarebbe stato meglio per lei stargli alla larga.
-Ma è così difficile-sussurrò sconsolata.
Roberta si avvicinò a suo padre e lo avvisò che andava a farsi un bagno in mare.
Pierre alzò lo sguardo dal libro che stava leggendo e annuì leggermente.
La ragazzina allora corse verso il mare.Le onde che si infrangevano sulla riva le bagnavano i piedi.Dopo aver fatto un respiro profondo camminò nell’acqua finchè non potè cominciare a nuotare.Si allontanò molto dalla spiaggia e cominciò a scendere sott’acqua.Poi risalì annaspando e scese di nuovo.Agitò le braccia e gridò aiuto.
Tutti,naturalmente,udirono le sue grida.Suo padre buttò il libro sul telo e corse a lanciarsi in mare.
-Tu non vai?-chiese Saule a Chocola.
Lei ancora intontita a causa della paura annuì e seguì Pierre in acqua.Entrambi nuotarono più veloci che poterono e raggiunsero Roberta.Tuttavia quando la afferrarono per un braccio questa sparì.Si voltarono verso la spiaggia confusi e la videro lì.Era sana e salva e li salutava.
Improvvisamente uno strano vortice li travolse e li costrinse a scendere sott’acqua.Combattevano contro la corrente ma non riuscivano a risalire a galla.A quel punto Pierre capì che cos’era accaduto e dopo aver afferrato Chocola la portò nella grotta.

-Wow!Il piano è riuscito!-esclamò felice Roberta.
-Avevi dubbi?-
-No…hai ragione la tua è stata una grande idea!Meno male che non abbiamo usato la mia!-
-Te l’ho detto una pozione d’amore avrebbe avuto effetto solo per qualche ora,dopo di che tutto sarebbe tornato normale.Se invece li facciamo innamorare nello stesso modo in cui lo avevano fatto anni fa...-
-Giusto!Spero solo che vada come dici…-

Ritorna all'indice


Capitolo 13
*** Discussioni ***


Quando la ragazza si svegliò si ritrovò stesa sul pavimento di una grotta.L’ambiente che la circondava era umido e angusto.Si alzò e cercò di riscaldarsi sfregando le mani contro le braccia.Vide Pierre davanti a lei con lo sguardo rivolto verso un punto lontano della caverna preso dai suoi pensieri.Gli si avvicinò e minacciosamente gridò:
-Che cavolo hai fatto?-
Lui spostò l’attenzione su di lei e dopo averla osservata attentamente le rispose con rabbia:
-Io nulla!E’ stata tutta colpa di tua figlia!-
-Mia figlia?Come è che ora è mia figlia?Mi sembra che tu non la pensassi così quando l’hai portata via da me!-
-Si,ma l’istintività l’ha ereditata tutta da te!E poi è stata lei a scegliere me e adesso capisco il motivo-
Lei lo guardò fuori di sé dalla rabbia.Come poteva quell’Orco farle una morale?Lui che non conosceva nemmeno il significato della parola principio!
-E quale sarebbe questo motivo?-chiese
-Bè guardati sei…diversa da come ti conoscevo.Sembri persino un’altra persona!-
-Sono meno ingenua?Meno manovrabile?-
Lui la fissò confuso e le chiese a cosa si riferisse.
-Ora non puoi più fare i tuoi comodi:rubarmi il cuore,stregarmi,ingannarmi…-
Pierre la fissò a lungo stringendo i pugni.Il suo sguardo era un misto di delusione e rabbia.
-Noto che hai ancora la lingua lunga,ma ora ci vai giù pesante!Credi davvero che tutto quello che c’è stato tra noi sia stato causato da un mio incantesimo?-
Lei annuì con lo sguardo basso.
-Guardami negli occhi-le gridò con rabbia.
Lei lo osservò e notò la sua espressione ferita e addolorata.
-Si…-sussurrò.
Lui si voltò di spalle e si allontanò lentamente.
-Mi lasci qui da sola?-piagnucolò.
-Lo faccio per te!Potrei ingannarti di nuovo!-
Senza voltarsi le fece un lieve cenno in segno di saluto e sparì nell’antro di quella caverna che sembra essere enorme.
Lui camminava spedito calciando qualsiasi sassolino trovava sul suo cammino.
Si fermò e cominciò a tirare calci contro la parete di quella spelonca per sbollire la rabbia.Tuttavia nonostante tutto questa non lo abbandonava neanche un secondo.
-Mi ha paragonato a Glace!Capisci?Ma per chi mi ha preso?Per il suo ragazzo?-
In quel momento capì chi probabilmente le aveva messo quelle idee in testa.
-Certo,come ho fatto a non capirlo prima?E’ stato Houx!Sta facendo una campagna diffamatoria nei miei confronti-disse camminando avanti e indietro continuando a riflettere.
-Stai cercando di giocarti la tua occasione,eh Houx?Tranquillo prima o poi lei si ricorderà tutto e allora vedremo!Voglio vederti crollare ai miei piedi.Con te sono stato fin troppo paziente.-
Si sedette su un grande sasso con le braccia incrociate continuando a borbottare tra sé.
-Bè peggio per te Chocola!Divertiti a gironzolare qui tutta sola!E ti prego di non gridare troppo quando incontrerai il ragno gigante.Oh cavolo!Il ragno gigante!-
Il suo subinconscio aveva ricordato un dettaglio che a lui era sfuggito!E adesso cosa avrebbe dovuto fare:correre a salvarla o far finta di nulla?
-Lei non si merita di essere salvata,o almeno la ragazza che è diventata adesso non lo merita!
Anche se sono certo che lei nasconda dentro di sé ancora qualcosa della mia Chocola…-meditò
Scattò in piedi e corse verso una luce.Mentre percorreva il cammino con il fiatone sperava di riuscire a ricordarsi quale fosse il posto giusto.
Sentì delle grida e sospirò risollevato.Corse verso la fonte del rumore aumentando il passo.
-Speriamo che non commetta nessuna sciocchezza!-sussurrò a denti stretti.

Ok so che probabilmente volete uccidermi(e infatti spero che Pierre lasci perdere Chocola e venga a salvare me,ma dubito che lo farà dato che nelle mie storie lo tratto sempre male!) ma vi giuro che ho una buona scusa!
Allora ho parlato con una ragazza che mi ha proposto di scrivere una fanfiction sul periodo passato da Demi Lovato in rehab così che lei avrebbe potuto pubblicarla sul suo sito.Questa cosa mi ha riempito di gioia perchè il suo sito è importante e migliaia di persone lo guardano!!Persone che leggeranno la mia storia!Probabilmente quando vedrò la mia storia lì sverrò.
Allora l'ho scritta e oggi l'ho inviata a lei e speriamo...io incrocio le dita!
-Hai finito di gongolare?-penserete e bè la risposta è sì.
Spero che il capitolo vi piaccia!
P.S.Grazie per l'attesa e la pazienza!

Ritorna all'indice


Capitolo 14
*** La magica atmosfera della Foresta Zenzero ***


Entrò nella stanza e si guardò intorno preoccupata.Vide la ragazza immobilizzata dalla paura di fronte alla mostruosa creatura.Il suo corpo era attraversato da tremori e aprì la bocca per lanciare un altro grido.Pierre le corse incontro e le coprì la bocca.La strinse a sé e la trascinò dietro un grande masso.Le accarezzò i capelli e chiedendole di calmarsi.
La invase una sensazione di benessere davvero piacevole,qualcosa di così familiare e gradevole…
Si lasciò abbracciare ripensando al momento in cui quel ragazzo così malvagio era stato capace di calmarla con una sola carezza dopo averle salvato la vita.Di quel momento non aveva un ricordo molto preciso perché era priva di sensi ma già il fatto che era stato capace di tranquillizzarla in un momento così difficile la aveva impressionata.
E ora la cosa si era ripetuta.
-Chocola sta tranquilla…so bene cosa fare.In fin dei conti l’abbiamo già vissuto no?-
-Ok cosa devo fare?-chiese Chocola determinata.
-Tu distrai il ragno e intanto io mi arrampicherò lì e lo colpirò.-le spiegò il ragazzo.
Chocola annuì seppur spaventata dall’idea di rivedere quella spaventosa creatura.
Il ragazzo si allontanò leggermente da lei e poi si voltò.
-Ah solo una cosa.Non disubbidirmi di nuovo-
-Perché ti ho già disubbidito?-
-Quando mai l’hai fatto?-esclamò lui sconsolato e sorridente.
Poi corse verso un altro masso.
-Adesso tocca a me-si disse ed essendosi mostrata al ragno cominciò a gridare e muovere le braccia.
Saltava e gridava,ma appena si accorgeva di aver catturato la su attenzione correva in un’altra direzione e ricominciava daccapo.
Per fortuna Pierre si lanciò sul corpo del ragno e lo colpì con il bastone.Poi saltò giù e la raggiunse con agilità.
-Non ho sbagliato niente stavolta-gli disse lei soddisfatta.
-Hai ragione-
Improvvisamente il nero li circondò e la ragazza si spaventò.
-Cosa succede?-gli chiese terrorizzata
-Tranquilla,chiudi gli occhi e passerà in un attimo.Questo è solo un passaggio-
-Dove ci condurrà?-
-Non lo so-le rispose e le strinse forte la mano.
La ragazza sussultò un momento ma si quietò e chiuse le palpebre.
Quando riaprì gli occhi si ritrovò stesa su un tappeto di foglie e muschio.Sopra di lei poteva vedere le enormi foglie dei platani.Si alzò e chiese al suo compagno dove si trovassero.
-Questa è la Foresta Zenzero-le spiegò lui
Il ragazzo osservò il cielo imbrunire e alla fine disse:-Forse è il caso che facciamo così.Andiamo in una taverna a mangiare qualcosa e poi dopo dormiamo nella foresta.Domani potrai tornare a casa.-
Lei annuì catturata dalla meravigliosa atmosfera che quel paesaggio le trasmetteva.Era sparita ogni insicurezza e paura.
Camminavano uno accanto all’altro calpestando le foglie ed uscendo dalla foresta.
I suoi pregiudizi riguardo agli Orchi si erano dissolti portati via da quel vento che ora gli scompigliava i capelli.
Si chiese che cosa avesse potuto avere questo effetto.
-Che sia successo qualcosa di speciale qui?-pensò proprio nell’attimo in cui cominciarono a vedere le case del paesino.
Solo sentire l’odore di Pierre le dava alla testa e più passi faceva più si convinceva che se lui non si fosse deciso a baciarla sarebbe impazzita.
Le diede la mano e gli sorrise.Lui seppur sorpreso ricambiò il sorriso.

Spero vi piaccia!!E spero in un vostro commento…anche negativO!Mi sento sola!

Ritorna all'indice


Capitolo 15
*** Un attimo di felicità ***


Entrarono in una taverna e si sedettero ad un tavolo.Appena si accomodarono,una cameriera gli portò i menù.Mentre Pierre consultava quei fogli Chocola spostava in continuazione il tovagliolo dal piatto per poi ricollocarlo di nuovo nello stesso posto.
L’agitazione dei suoi movimenti non poteva non essere colta.
-Tutto bene?-le chiese il suo compagno
-Si…-annuì lei con le guance leggermente rosse.
In realtà il suo animo non era affatto calmo poiché era scosso da un terribile sentimento,la gelosia.
Non aveva infatti potuto non notare quanto la cameriera avesse “gradito” la presenza di Pierre lì.Non aveva smesso di sorridere e annuire e questo atteggiamento così fatuo le aveva dato sui nervi.
Sospirò e si disse che non era ancora il caso di accusare nessuno.Avrebbe visto come la donna si sarebbe comportata nuovamente e poi avrebbe giudicato.
Cominciò a tamburellare le dita sul tavolo mentre la donna camminava nella loro direzione con suoi tacchi alti fucsia e la sua minigonna che doveva far parte della divisa(o almeno così sperava).
Si fermò al loro tavolo e dopo aver rivolto un languido sorriso allo splendido ragazzo,chiese le ordinazioni.
Pierre con tono deciso ordinò sia per lui sia per lei.
-Sono certo che se lei sollecitasse il cuoco ci servirebbero prima…potrebbe farlo?-chiese facendo l’occhiolino.
La donna rise tra sé e sé e poi annuì.
-Certo per lei questo e altro-
In questa atmosfera idilliaca Chocola si sentiva totalmente esclusa e la cosa la urtava moltissimo.
-Oh Pierre…hai ragione!Ho davvero fame!Sono felice che tu ti prenda tanto disturbo per me,ma non è necessario.-disse Chocola
Allungò la mano sul tavolo e dopo aver stretto quella del “suo ragazzo”,si rivolse alla cameriera:
-Sa…il mio ragazzo adora viziarmi-
La donna palesemente infastidita si allontanò muovendo velocemente le sue zeppe fucsia in direzione della cucina.
Il ragazzo rise di gusto e le chiese:-Gelosa,eh?-
Scosse la testa e mise il muso incrociando le braccia.
-Figurati-sbuffò.
Lui rise di nuovo e le disse gentilmente:-Credimi…non hai nulla da temere.Cioè insomma…-
In quel momento arrivarono le portate evitando alla ragazza l’imbarazzo di giustificarsi.
Alla fine pagarono e si incamminarono nella foresta.Ormai era scesa la notte e i lampioni accesi illuminavano le loro orme.Lei non riusciva a staccare gli occhi da lui,che nella penombra appariva persino più bello e a lui accadeva lo stesso.
Le suole delle loro scarpe calpestavano le foglie secche mentre si inoltravano nella selva.
Arrivati in una radura circondata da querce si fermarono.Mentre Pierre faceva comparire una tenda da campeggio e due sacchi a pelo,Chocola accese il fuoco.
Poi si sedettero entrambi accanto al fuoco l’uno tra le braccia dell’altro.
-Pierre…-disse spezzando il silenzio-Qui è accaduto qualche cosa di particolare…magari tra noi due?-
-E perchè?-
-Qui mi sento così legata a te…-
-Bè se proprio vuoi saperlo…qui mi hai salvato la vita-
-Davvero?-domandò con l’intenzione di saperne di più.
Pierre allora si schiarì la voce e cominciò a raccontare.
-Quando eravamo ancora giovani…avevo 19 anni,mi sembra…partecipammo alla notte di Walpurgis.Potrà sembrarti una cosa normale ma non lo era.Infatti eravamo fidanzati segretamente e non potevamo passare molto tempo insieme…-
-Era durante la gara per le pretendenti al trono?-
-Si.Per passare un po’ di tempo in più allora dato che eravamo due irresponsabili,perché lo eravamo davvero,(beata gioventù) ti presentai come la mia splendida fidanzata.Nessuno ti riconobbe però perché avevo fatto un incantesimo che ti aveva modificato il volto.
Abbiamo ballato molto ed io ho parlato molto,troppo direi dichiarandoti cose molto importanti…
Poi tutto in un attimo crollò.Le tenebre calarono e gli Orchi fecero il loro ingresso.Il mio servo cominciò a parlarmi come se fossi stato io l’artefice di tutto,ma io (te lo giuro) non ne sapevo nulla.Non so se mi credi ora ma allora non mi credesti e fuggisti via-
Si interruppe un attimo ripensando alla sua disputa con Giroutte.
-Uscii per cercarti,ma fui colpito-
-Cosa?Da chi?-
-Il mio corpo cadde nella foresta e tu volasti verso di me per salvarmi.-disse evitando la sua domanda
-Hai affrontato gli Orchi,recuperato il mio corpo e mi hai portato a casa mia.Dopo avermi curato sei rimasta a vegliare su di me per l’intera notte anche se così ti sei messa nei guai.
Come puoi immaginare…è una cosa che ho apprezzato molto-
-Ti sembra che tutto questo sia stato opera di un incantesimo o un filtro d’amore?-
Lei abbassò lo sguardo vergognandosi.Si avvicinò a lui e dopo aver osservato a lungo il suo viso illuminato dal fuoco lo baciò.Lui allora finalmente incoraggiato dal suo gesto la abbracciò ed accarezzò.Restarono abbracciati tutta la notte godendo l’uno del respiro dell’altro consapevoli che quella splendida fiaba si sarebbe conclusa tra poco.
E quando il sole sorse l’incanto finì.Ognuno tornò alle proprie vite.
Ma quei momenti,quelle emozioni li avrebbero segnati?Forse…il tempo lo avrebbe mostrato.

-L’idea è stata vostra?-
-Si…-
-In realtà sua.Io avevo optato per una pozione d’amore.-
-Saule lei è una bambina…ma tu?-
-Ma almeno ha funzionato?-
-Bè…è stato bello ma è durato poco-

Ritorna all'indice


Capitolo 16
*** Una notte insonne ***


I’m Hoping
I’m waiting
I’m praying
You are the one
Who you are is everything I need

I suoi occhi si aprirono ed alzò di scatto il busto dal letto.Asciugò il sudore dalla sua fronte con il palmo della mano e sospirò.Era accaduto di nuovo.
Era passata una settimana dalla sua avventura con Pierre e ogni notte non poteva fare a meno di sognarlo.Osservò le mani tremanti:su una aveva un anello su cui era incastonata una pietra color carbone,sull’altra uno su cui era vi era un rubino.
Non riusciva a ricordare chi le avesse dato il primo,rammendava di averlo avuto sempre con sé fin da quando si era risvegliata.
Il secondo invece sapeva bene chi glielo aveva dato e anche quando.
Il giorno stesso in cui era tornata nel palazzo di Extramondo aveva ricevuto una proposta che non aveva potuto rifiutare.Un ragazzo a cui si sentiva molto legata le aveva chiesto la sua mano e le aveva donato quel gioiello come pegno del suo amore.
Ora ancora memore del sogno non riusciva a capire come aveva fatto ad accettare.
Houx,dopo aver avuto l’illusione che Pierre la abbracciasse,non le sembrava la scelta giusta per lei.
Strofinò le mani sul volto confusa.Lei amava intensamente Pierre,ma sentiva di voler bene anche Houx…e il fatto che non ricordasse nulla di quello che c’era stato con nessuno dei due certo non aiutava!
Ripensò al racconto di Pierre ed arrossì.Non riusciva a ricordare nulla di quello e per quanto ne sapeva poteva anche essere falso,ma quella narrazione la rendeva così…felice.
Dopo aver parlato con Houx aveva creduto davvero che l’uomo con cui aveva avuto una figlia la avesse stregata pur di farla innamorare di lei.Dopo aver ascoltato le sue parole però aveva capito che la verità era completamente diversa.Loro erano due persone che si amavano molto e l’unico ostacolo che avevano era l’identità di Pierre.
Perché Houx le avesse mentito era ancora un mistero.Doveva esserci una ragione per cui il suo futuro marito non voleva assolutamente che lei provasse anche un briciolo di affetto per Pierre.
Gelosia?Forse…
C’era dell’altro?Possibile…
Si stese di nuovo sul letto per riaddormentarsi.Una volta sveglia infatti avrebbe dovuto affrontare una marea di impegni dato che per quella sera era fissata la loro festa di fidanzamento.

-Una festa di fidanzamento?Ed io non ne sapevo nulla?-chiese la bambina arrabbiata.
-Tuo padre non ha voluto che tu lo sapessi perché immaginava che avresti cercato di sabotarla-
-Che idea assurda!Io non sarei capace di farlo!!-esclamò
-Io no…ma lui si!-pensò ad alta voce.
-Che cosa hai in mente stavolta?-
-Un piano geniale!E sarà anche attinente con quello che Pierre mi ha spiegato…-
-Oh no…-si lamentò suo zio immaginando il risultato.
-Su non fare così stavolta funzionerà-
-Lo spero!-

Scusate lo so fa schifo ed è corto…ma è il meglio che sono riuscita a fare dopo 3 giorni a fissare questo foglio bianco di Word.
La scuola mi sta uccidendo,ma per fortuna sta per finire…
Il 9 giugno questa tortura finirà!Siiiii!!!
Ok spero vi piaccia!

Ritorna all'indice


Capitolo 17
*** Be yourself ***


Until you're mine
I have to find
a way to fill this hole inside
I've got to fight
without you here by my side
until you're mine
not gonna be
even close to complete
I won't rest until
you're mine, mine

-Allora ti ricordi il piano?-chiese la ragazzina con voce acuta.-Entreremo,al mio segnale tu farai saltare la luce,io mi trasformerò in Pierre e cercherò di parlarle…-
-Non posso credere che tu sia riuscito a convincermi-
Lei sorrise compiaciuta e cercò sua madre con gli occhi.La vide alla fine della sala circondata da amici e dal suo fidanzato.Indossava un lungo abito di cotone bianco decorato sul petto da ritagli color argento ed i capelli erano legati in una treccia,cosa che la faceva sembrare una vera dea.
-E’ davvero bellissima!-esclamò.
-Hai ragione…Ecco perché ti aiuto.Per far in modo che quel damerino si levi di torno-sussurrò Adrien sorridendolo
Batterono il pugno e si allontanarono pronti a portare a termine il proprio compito con diligenza.
La ragazzina corse in bagno e dopo essersi concentrata riuscì a trasformarsi in suo padre.Si diede una rapida occhiata nello specchio e dopo essersi congratulata per la sua bravura uscì.
Mosse le mani rapidamente,quello era il segnale.
Adrien allora schioccò le dita e l’oscurità calò nella stanza.Per un attimo ci fu il silenzio e poi le voci si accalcarono l’una sull’altra.Tutti si chiedevano cosa fosse successo,ma nessuno riusciva a dare una risposta.
Qualcuno mise una mano sulla spalla di Adrien che sussultando si voltò.
-Pierre che ci fai qui?-chiese spaventato.
-Potrei chiederti la stessa cosa.-

Lui la afferrò per un braccio e la trascinò nella stanza accanto.Chocola inizialmente ebbe voglia di gridare ma poi sentì il suo profumo e si tranquillizzò.
Si lasciò trascinare ed essendosi isolata dal mondo esterno non si accorse che qualcuno li aveva seguiti.Così nel buio della sala si ritrovarono in tre e solo quando apparve la luce riuscirono a riconoscersi.
Pierre e Houx si guardavano biecamente,mentre Chocola si sentiva a disagio.
-Che cosa ci fai qui?-chiese Houx
-Sai volevo farvi le mie congratulazioni-rispose ridendo e facendo un inchino.
-Non ti arrenderai mai?-
-No…perché tu l’hai fatto?-
Houx digrignò i denti e rispose dopo aver attirato la ragazza a sé.
-Bè comunque lei ti odia.Vero Chocola?-
Lei confusa annuì imbarazzata.Non sapeva infatti come uscire da quella terribile situazione.
-Già perché io sono un Orco-sussurrò Pierre scoppiando in una fragorosa risata.
Si,era quello era l’unico motivo che li teneva separati,o almeno questo era quello che pensava Chocola.Fu per questo che quella risata la urtò e la irritò terribilmente.
-Si è così e non ci vedo niente da ridere!-
-Io non sono un Orco…-disse il ragazzo tornato serio.
-Che vuoi dire?-le chiese Chocola
-Chiedilo al tuo fidanzatino-
Lei si voltò subito verso di lui e notò il suo sguardo turbato.Aveva sempre pensato che le nascondesse qualcosa e questo evento ne era la conferma.
-Riesco a capire che tu voglia allontanarla da me…ma da se stessa non ti sembra ingiusto?-
-Non azzardarti a dirle nulla-gli rispose lui
Pierre si strinse nelle spalle e si allontanò lentamente da loro.
Chocola ancora scossa guardava Houx il cui sguardo era abbassato.
Il ragazzo uscì dalla stanza e si avvicinò alle due sagome che lo attendevano tremanti.
-Sono nei guai stavolta?-chiese Roberta mortificata
-No…solo una cosa…come fai ad ideare piani così strampalati?-
La tensione si allentò e tutti cominciarono a ridere di gusto.
Si stavano avviando verso l’uscita quando una voce catturò la loro attenzione.
-Aspetta…-sussurrò e loro si voltarono sorpresi

Ritorna all'indice


Capitolo 18
*** Confessioni ***


-Aspetta…-sussurrò e loro si voltarono sorpresi
Davanti ai loro occhi comparve una figura esile che indossava un abito bianco.Mentre si avvicinava e il suo vestito si muoveva al suo passo sembrava un angelo sceso in terra a miracol mostrare(ho studiato troppo tempo italiano!).
-Houx non ha voluto dirmi nulla e quindi perché non me lo racconti tu?-chiese con voce dolce.
Pierre la fissò per un po’ meditabondo e poi annuì.Dopo si voltò verso i suoi amici e gli chiese di avviarsi a casa.Poi uscì dalla sala e giunto nel grande giardino del palazzo di Extramondo si sedette su una panchina alla luce di una lanterna.La ragazza allora si sedette accanto a lui e cominciò a fissarlo impaziente.
-E allora?-
Si schiarì la voce e cominciò a raccontare.
-Ice,il crudele re degli Orchi,mi rapì da piccolo e mi portò nel suo palazzo.Qui sono stato istruito da lui e ho commesso i più terribili peccati.Bè finché non ho scoperto una cosa.C’era una possibilità per sottrarmi a quella tortura-
-Quale?-
-Glace aveva una figlia.Lui non lo sapeva ma l’aveva.-
-Come è possibile?-
-Lui aveva avuto una relazione con una pretendente al trono da cui era nata questa bambina,la donna però l’aveva affidata a suo nonno per fare in modo che lui non la trovasse.Mi bastava trovarla e i miei problemi sarebbero finiti.Peccato io sapessi dove era…e sapessi anche chi era.-
-E chi era?-chiese la ragazza che ormai si era appassionata come se stesse ascoltando un racconto.
-La ragazza di cui ero innamorato.-
-Oh no…che sfortuna!E come hai fatto?-
-In un primo momento abbiamo provato a vivere insieme,ma gli Orchi hanno cercato di separarci,così ho deciso di cedere la mia libertà a lei.Io sono diventato il principe degli Orchi,mentre lei sulla Terra ha cresciuto la nostra bambina.-
Lei inizialmente lo guardò ammirata e lodò il suo gesto così tanto romantico e dolce,poi dopo aver fatto qualche calcolo capì la verità.
-Ma…-
Fu solo questo che lei riuscì a dire.Adesso era agitata e le sue guance erano colorate di un rosa intenso.
-Bè io avevo promesso di non dirlo,no di non farlo capire!-esclamò con un sorriso.
Si alzò e cominciò ad allontanarsi.
-Pierre ti ringrazio-
-Per averti raccontato la storia?-
-No…per tutto-
Lo raggiunse e lo baciò appassionatamente.

Chocola aprì la porta furiosa.Osservò Vanilla e Houx che parlavano davanti alla grande finestra.
I raggi della luna facevano brillare i capelli biondi della ragazza e la sua pelle diafana,sembrava quasi la dea Selene.
La rossa però era troppo furente per accorgersi dell’aria triste dell’amica.
Si diresse come un fulmine davanti a Houx e gli puntò il dito in segno di minaccia.
-Come hai potuto nascondermi una cosa del genere?-
-Te lo ha detto-concluse Houx stringendo i denti.
-Non chiaramente…me lo ha fatto capire-
Houx si fermò un attimo a pensare.
-Scusa…-esclamò alla fine.
-Scusa?E credi di cavartela così?-
-Ho cercato di proteggerti…sapere questa cosa ti avrebbe messo nei guai,ti avrebbe messa in pericolo ed io non volevo.-
Chocola ripensò alle parole di Pierre.Aveva parlato anche lui dei problemi che erano derivato da questa scoperta…forse quella di Houx non era una scusa.
Intanto la rabbia era svanita e i suoi nervi si erano rilassati.Il suo ragazzo se ne accorse e la abbracciò.Avvicinò il suo viso al suo e dopo averle rivolto uno sguardo dolcissimo le chiese:-Sono perdonato allora?-
Lei sorrise e annuì.Lui allora la baciò dolcemente e la salutò.
Anche Chocola stava uscendo quando Vanilla la chiamò.Lei si avvicinò e sorridente le chiese:
-Che cosa c’è?-
-Chocola…voglio chiederti un favore-
-Certo-rispose la ragazza osservando i suoi occhi lucidi.
-Non illudere Houx.Non lo merita,lui ti ama davvero-
-Anche io…-
-Perfetto…allora devi essergli fedele-disse con tono di rimprovero.
La ragazza annuì.Vanilla portata a termine la sua missione si allontanò velocemente dalla sala mentre la sua migliore amica la guardava preoccupata.
-Che cosa le sarà successo?-si chiese.
Non riuscendo a dare una risposta decise di andare a letto e di rimandare il problema.Come sempre.

Ritorna all'indice


Capitolo 19
*** Odio ***


If happy ever after did exist
I would still be holding you like this
And all those fairytales are full of it
One more stupid love song I’ll be safe

Il tempo volò mentre venivano allestiti tutti i preparativi per il matrimonio.Vennero scelti il vestito,il trucco,l’acconciatura e le decorazioni per la sala.Il castello era stato occupato da un via vai di camerieri,designer,parrucchiere,stiliste ed estetiste mentre il grande giorno si avvicinava.
Ognuno lo viveva a modo suo:Houx era emozionato,Vanilla addolorata,Saule curioso e Chocola nervosa.Anche se con sentimenti diversi –insomma- tutti lo aspettavano.
E fu così che per magia si ritrovarono al giorno che precedeva il grande evento.
Chocola esausta da tutte quelle occupazioni si ritirò nella sua stanza.Le luci del tramonto illuminavano la stanza passando attraverso le finestre della camera.
Osservò attentamente gli oggetti che erano stati sistemati con tanta cura.Contemplò la tiara di diamanti decorata da una perla e le scarpe d’argento decorate da due fiocchi turchesi.
Si fermò poi ad ammirare il suo vestito da sposa.Era formato da un busto decorato da paillets,mentre la gonna era fatta di tulle.
http://pinterest.com/pin/179721841349878464/
La ragazza toccò con delicatezza la gonna di velo e sospirò.
-Domani dovrò indossarlo e non so ancora se lo voglio davvero-
Sospirò di nuovo e guardò fuori dalla finestra.Mentre vedeva l’arancione e il nero che combattevano per prevalere,le venne un’idea.Si svestì e indossò l’abito.
Si osservò allo specchio e cominciò ad immaginare il giorno seguente.Avrebbe percorso la grande sala emozionata,avrebbe guardato il suo sposo e si sarebbe sentita la ragazza più felice del pianeta.
Così le aveva raccontato con troppo entusiasmo la sua stilista e ora che tutto era così vicino quelle parole la convincevano sempre meno.
Due mani –apparse dal nulla- le legarono i lacci del vestito.Guardò l’immagine del ragazzo riflessa nello specchio ed ammirò il suo sguardo dolce.Uno sguardo dolce a cui non sapeva resistere.
Abbassò lo sguardo leggermente arrossita.
-Da quanto tempo sei qui?-
-Primo,non mi permetterei mai e secondo…abbiamo una figlia,quindi non credo che dovresti scandalizzarti-
-Eh già-
Le spostò i capelli e le diede un bacio sul collo.La ragazza respirò profondamente e ricordò il motivo per cui non poteva fuggire con lui.
Ah sì!Si chiamava Houx!All’inizio quando odiava Pierre aveva accettato di sposarlo,ma ora che sapeva la verità si sentiva troppo coinvolta per lasciarlo.
-Ah se fossi sposata già con Pierre!-pensò sconsolata.
Ma non era così e non poteva farci nulla.Avrebbe annullato se stessa per compiacere il suo caro amico…e a Pierre sarebbe passata prima o poi.Così aveva pensato e così sarebbe stato.
Guardò il viso del ragazzo riflesso nello specchio prima contemplarla estasiato e poi rabbuiarsi.
-Chocola dobbiamo parlare-disse con uno sguardo cupo.
-Certo…-
-Chocola,domani ti sposerai e sarai felice e quindi mi chiedo io che ruolo avrò in tutto questo e soprattutto che ruolo avrà Roberta.-disse incrociando le braccia-Io non voglio essere il tuo amante,non sono sceso così in basso!E sappilo,se lei non vorrà (e già sappiamo che non vuole),non ti premetterò ti portarla via da me-
-In questo modo stai dicendo che devo uscire dalle vostre vite?-chiese la ragazza leggermente irritata dalle sue parole.
-Bè non è proprio necessario.Certo puoi anche scegliere l’altra alternativa.Non puoi avere entrambi,ma solo uno dei due.Non devi necessariamente scegliere Houx-
Lei arrossì e dopo aver ingoiato il groppo che le era venuto in gola sussurrò:-Mi dispiace…ho le mani legate-
Il viso del ragazzo divenne violaceo.Strinse i pugni nervoso e così rispose gridando:-Non hai le mani legate,cavolo!Quello stupido ti ha pure mentito e tu lo sposi!!Io..io non riesco a crederci!
Mi chiedo perché sono ancora qui-
Si avviò verso la porta,ma poi senza essere arrivato nemmeno alla soglia tornò indietro.
La guardò con uno sguardo torvo e le tirò via l’anello nero dal dito.
-Allora me lo avevi regalato tu…-esclamò Chocola confusa
Pierre senza nemmeno risponderla lo gettò a terra e uscì dalla stanza sbattendo la porta.Scese di corsa le scale e tornò al palazzo degli Orchi.
Tuttavia c’era qualcosa di strano in lui,qualcosa di pericoloso stava nascendo o meglio rinascendo.
Provava sentimenti e sensazioni che non sentiva da tempo.Gli si raggelava il sangue nelle vene.
Cercava di fare in modo che tutto ciò non accadesse ma era inevitabile.
Ormai l’odio si era impossessata di lui.

Now you’re just somebody that I used to know

Ritorna all'indice


Capitolo 20
*** Married ***


La ragazza sospirò e guardò l’altare.La grande sala del Trono era stata decorata da grande palle di fiori,luci e fiocchi rossi.Davanti al grande trono c’era Houx che la guardava con amore e Saule che avrebbe fatto da testimone.Suo nonno con un grande libro in mano attendeva che la cerimonia iniziasse per pronunciare quelle parole così familiari eppure così speciali.
Cominciò a muovere i suoi tacchi alti in direzione di questo.Ogni passo le sembrava sempre più difficile.Ad ogni mossa sentiva nascere dentro di sé la voglia di fuggire via.Guardava ogni viso cercando un po’ di conforto,ma non riusciva ad ottenerlo.Su ogni faccia leggeva l’emozione che avrebbe dovuto invadere il suo corpo e si scoraggiava sempre di più.
Afferrò un lato della grande gonna di tulle e salì il gradino che l’avrebbe condotta da Houx.
Si posizionò davanti a lui e aspettò che lui le desse un bacio sulla guancia.Così infatti aveva visto in molti film d’amore.
In quel momento Cornu cominciò a leggere le parole del libro.Il tono grave della sua voce aggiungeva maggiore solennità alla cerimonia.
Improvvisamente Chocola ebbe un accenno di emicrania.Il dolore alla testa cominciò ad aumentare e le parole di suo nonno ormai non la sfioravano nemmeno più.Al loro posto udì altre parole,un'altra voce…
-Chocola ho un grande rimpianto sai?-
Il tono triste della voce di Pierre le fece battere il cuore e arrossire.
-Quando morirai…sulla lapide non ci sarà il mio cognome.Non potrò dire che eri mia moglie,che ti ho condotta sull’altare con un abito candido…-
-La nostra storia è stata così strana…-
-Ma potremmo farlo ora-
-Chocola…ti prometto che ti amerò per sempre,non mi risposerò,né proverò mai per nessuno quello che ho provato per te…vuoi diventare mia moglie?Anche se non ho un anello da darti?-
-Sì-gridò con gli occhi lucidi.
Un chiacchiericcio sorse nella grande sala.La ragazza batté velocemente le palpebre e si rese conto di essere ancora sull’altare.
-Che cosa succede?-le chiese Houx preoccupato.
-No…nulla,continuate pure-
Suo nonno continuò la lettura delle promesse mentre i pensieri della sposa volavano fuori dal Palazzo trascinati dal vento e si disperdevano nelle tenebre che circondavano la Reggia degli Orchi.
Il ricordo di quella scena l’aveva mutata,non c’era dubbio.Certo non dimostrava nulla dato che non erano sposati ufficialmente ma per Chocola significava molto.
Crebbe nel suo animo la consapevolezza di essere legata a Pierre da una forza enorme che non poteva ignorare né cancellare.Era una catena impossibile da spezzare.
Peccato che se ne fosse ricordata solo ora!
-Vuoi tu Chocola prendere il qui presente Houx come tuo legittimo sposo e giuri di essergli fedele sempre,in salute e in malattia,in ricchezza e povertà,e di accogliere e crescere i figli che il Signore vorrà donarvi,finché morte non vi separi?-
Il cuore le si fermò e non riuscì a spiccicare parola.Il sudore le imperlava la fronte e ingoiava in continuazione una saliva che in realtà non c’era.
Tutti notarono la sua ansia e la sua preoccupazione che appariva palesemente sul suo viso.
-Houx,possiamo parlare un attimo in privato?-chiese imbarazzata.
Lui la seguì in un’altra stanza e ascoltò tutto il racconto in cui Chocola espose tutto ciò che aveva visto in quella sua visione e l’effetto che questa aveva avuto su di lei.
-Bene…avrei dovuto aspettarmelo-disse il ragazzo con un tono sconsolato.
-Mi dispiace…-
-No a me dispiace!Sono stato uno sciocco!Ho approfittato del tuo problema per costringerti a sposarmi e solo ora,ahimè,mi accorgo di essere stato un verme.-
Si sedette accanto a Chocola e dopo averla guardata negli occhi e averle stretto le mani le chiese sfoderando uno sguardo tenero:-Mi perdoni?-
-Ma certo!E tu?In fin dei conti che figura ti ho farò fare adesso se ti rifiuto davanti a tutti?-
-Me lo merito…-disse e dopo averle accarezzato una guancia le disse con tenerezza-Non preoccuparti per me.Troverò un’altra ragazza che mi renderà felice!-
-A questo proposito ho una ragazza da suggerirti-
Dopo aver chiacchierato allegramente per un po’ tornarono nella sala per annunciare quello che avevano deciso.Stavano per parlare quando un soffio di vento freddo entrò attraverso la porta aperta.Questa era stata spalancata da una figura esile avvolta in un enorme mantello di velluto nero.Il suo sguardo pieno di disprezzo colpì tutti i presenti uno ad uno e li fece rabbrividire.Il freddo si sparse nella sala spezzando l’aria gioiosa.
Tutto ora era diventato triste e malinconico…a causa di quella ragazzina.

Ritorna all'indice


Capitolo 21
*** Noir ***


Tutti gli sguardi erano rivolti verso di lei.Un chiacchiericcio generale si sviluppò nella sala.Il suono di ogni parola sussurrata a mezza voce rimbombava e veniva udita da tutti.Roberta scrutò gli invitati uno ad uno. Soffermò lo sguardo sull’esile figura di sua madre guardandola con tenerezza e nostalgia.Le mancava ogni attimo trascorso insieme a lei e desiderava correrle intorno e descriverle tutte le spine che in quel momento attanagliavano il suo debole cuore.Era sicura che le forti mani di sua madre sarebbero state capaci di trasformare queste in fili di seta,tuttavia le sue gambe non si muovevano.Loro conoscevano il risentimento e l’odio che la ragazzina provava per sua madre e la trattenevano consapevoli che si sarebbe pentita di quella debolezza.Guardò Vanilla con uno sguardo disperato e questa avendo capito al volo che sua “nipote” aveva bisogno di lei si alzò e camminò verso la porta muovendo velocemente le sue scarpe alte.Aprì la grande porta porpora decorata da pietre di vari colori e si ritrovò all’esterno.Stava per chiedere quale era il problema ma si accorse che questo era abbastanza evidente.Le tenebre avevano avvolto tutto l’ambiente circostante e un vento forte muoveva i lembi dei loro vestiti minacciando di travolgere i loro deboli corpi.Vanilla rabbrividì avvertendo un freddo pungente che le attraversava la pelle e le colpiva il cuore.Come era diverso quell’ambiente da quello festivo e allegro da cui era appena uscita!Intorno a lei si stavano manifestando sentimenti così intensi che le era difficile dimenticare che lei stessa li aveva provati.
L’odio,la rabbia,il dolore e la disperazione bussavano al suo cuore nelle vesti di vecchi amici che desideravano accoglienza.Questa volta però a loro sarebbe andata male perché non sapevano che la porta a cui avevano bussato non era più di mogano ma blindata.
Guardò Roberta preoccupata e disse:-Pierre ha ceduto-
La ragazzina annuì con gli occhi lucidi.
-Portami da lui-
E le due ragazze volarono attraverso le raffiche di vento ignorando il fatto che sotto di loro il popolo stava soffrendo senza conoscere la causa di tutto ciò.
Giunsero nella zona nella quale la nube scura era più intensa e densa.Passare di qui fu per loro una vera impresa che solo grazie alla loro forza di volontà riuscirono a vincere e a raggiungere gli antri più scuri del palazzo.Mentre percorrevano velocemente i corridoi restavano impressionate dalla forza dell’odio che aveva quasi distrutto tutto.Camminavano evitando di calpestare i cocci dei vasi distrutti dal vento e i pezzi delle lastre di vetro che prima proteggevano le tele dei costosissimi quadri.Anche alcune mura erano crollate e le macerie giacevano sulle piastrelle di marmo scuro.
In tutta questa confusione Vanilla fu attirata dalla vista di una tela che aveva calpestato.La sollevò e la osservò con interesse.Il pittore aveva compiuto proprio un bel lavoro realizzando quell’opera d’arte!Aveva ritratto quell’uomo che emanava regalità da ogni cellula del suo corpo seppur sprovvisto di un mantello di velluto rosso e di una corona d’oro.Indossava la sua consueta camicia bianca da cui traspariva appena il suo bel corpo.La cosa più bella della tela era il viso umile e superbo allo stesso tempo impreziosito da due occhi blu che trasmettevano tanti sentimenti diversi.
Chissà cosa era rimasto di quel viso ora!
-Non sapevo che Pierre avesse un suo ritratto nel palazzo!-esclamò sorpresa.
-Sì in effetti è un po’ troppo vanitoso-rispose Roberta fissando il quadro con un’espressione triste.
-Andiamo a salvarlo-gridò Vanilla.
Quello che voleva essere un incoraggiamento suonò come un grido di guerra che spinse le due coraggiose eroine a raggiungere la stanza in cui era conservato il corpo del povero Pierre.Quando aprirono la porta ciò che le colpì non fu l’odio che la stanza emanava,ma il viso sfinito del povero Adrien.Infatti i suoi occhi erano circondati da scure occhiaie e la sua espressione sfinita avrebbe commosso chiunque.
-Che cosa ti succede?-
-Tutto questo odio mi sta risucchiando le energie-
Pierre era steso su un lettino su cui era legato con una corda.Era incosciente e freddo come il ghiaccio.
-Non è morto,vero?-chiesero preoccupate.
-No…tranquille l’ho solo sedato per evitare che facesse qualche altro danno-
-Dobbiamo chiamare Chocola!-
-No…assolutamente no!Non voglio!-si lamentò Roberta.
-Allora dovremo cavarcela da sole…-

Ritorna all'indice


Capitolo 22
*** Problemi ***


Vanilla entrò poco tempo dopo con un grande libro in mano.I suoi occhi erano intenti a leggere le frasi scritte in minuscolo.Le ripeteva velocemente andando da un lato all’altro della stanza come se questa operazione potesse aiutarla a imprimere quelle parole nella sua mente.
La ragazzina la seguiva con lo sguardo chiedendosi quale soluzione avrebbe trovato.
Improvvisamente esclamò:-Trovato- e Roberta la guardò piena di speranze.
-Che cosa c’è?-chiese curiosa.
-Se non vuoi chiamare tua madre,che è una purificatrice ci resta una sola alternativa.-
-E cioè?-
-Possiamo provare a vedere se anche tu sei una purificatrice-
-Oh ma certo!E come faccio a capire se ne sono capace?-
Vanilla mi fissò confusa e sussurrò rossa in viso:-Eh non lo so…-
La ragazzina si risedette sconsolata e chiese arrabbiata:-E allora cosa stai leggendo da tre ore?-
-Ho cercato informazioni,ma non ne ho trovate-si giustificò.
Adrien aprì la porta e le osservò.Il suo viso era finalmente rilassato,segno che il pisolino gli aveva fatto davvero bene.Sul suo viso era dipinto un sorriso incoraggiante e il suo ottimismo si diffuse nella stanza portando un po’ di speranza.
-Ehy ragazze!Che cos’è quella faccia?-
Gli raccontammo brevemente il nostro problema e lui annuì silenzioso.
Restò appoggiato ad una sedia per un po’ di tempo con la testa tra le nuvole poi esclamò tutto soddisfatto:-Trovato-
Questa volta però Roberta non gli diede peso ancora reduce della delusione di poco prima.
-Ehi ragazze ho avuto un’idea grandiosa!-gridò lui.
-Quale?-gli chiese Vanilla.
-E se cercassimo di comunicare con la purificatrice per eccellenza?-disse Adrien con voce sicura.
Le due ragazze si guardarono in viso e scoppiarono a ridere di gusto.
-E come avresti intenzione di fare?-
-Vuoi fare una seduta spiritica?-
-Spiritose.-
Mise una mano dietro la schiena e dopo pochi secondi presentò davanti agli occhi increduli delle due ragazze una sorta di soprammobile formato da una sfera di cristallo attraverso cui non si riusciva a vedere nulla.Il piccolo cerchio su cui questa era appoggiata era riccamente decorata.
Lui lo appoggiò su un piccolo tavolo e mosse le mani su quello strano oggetto.
Poi cominciò a sussurrare:-Cinnamon!-
Le due spettatrici stavano tentando di trattenere le risate quando una voce dolce e familiare rispose.
All’interno della sfera di vetro comparve una nebbia fitta e nella stanza si diffuse un dolce profumo di cannella.
Dopo aver sorriso pieno di orgoglio Adrien chiese all’anima appena invocata se riusciva a capire se Roberta era una purificatrice.
Nei secondi che seguirono questo quesito si diffuse nell’aria un elevato grado di ansia che fece sospirare tutti i presenti quando la voce annuì.
-Allora puoi aiutarla a purificare il noir di Pierre?-
Roberta si mise in posizione aspettando di ricevere istruzioni.
-Impugna lo scettro e recita questa parola “Filtre!”-
La ragazzina eseguì gli ordini e chiuse gli occhi immaginando ciò che sarebbe accaduto.Nella sua testa già vedeva il raggio di luce nera che sarebbe partito dal cuore di Pierre e la avrebbe inghiottita.
Rimase perciò sorpresa quando riaperti gli occhi vide che nulla era cambiato.
-Ma perché?-si chiese delusa.
-Il problema è tuo…-sussurrò la dolce voce di Cinnamon.

Lo so che fa schifo ed è anche corto,ma non lo so mi è venuto così. Abbiate pazienza e vi premierò con una bella nuova long tra qualche giorno!Vi piacerà,lo so!!

Ritorna all'indice


Capitolo 23
*** Sorry ***


I'm Sorry
For breaking all the promises that I wasn't around to keep
It's on me,
This time is the last time I will ever beg you to stay
But you're already on your way


-Il problema è tuo…-sussurrò la dolce voce di Cinnamon.
-Che intendi?-le chiese Vanilla preoccupata.
-Una persona che ha un noir non può purificarne uno.Deve prima purificare il suo-
Tutti guardarono la ragazzina sorpresi e solo allora notarono il suo cuore nero.Roberta era impallidita e tremava tutta avendo ascoltato la sconvolgente notizia.Cercava di capire se questa fosse vera e dopo aver analizzato il suo cuore capì che non poteva più mentire a sé stessa.
Provava quel terribile sentimento,ora lo sapeva,ma ciò di cui non era ancora a conoscenza era per chi lo provava.
Per sua madre?Per Pierre?Come era possibile che non riusciva a darsi una risposta?
Si sedette sul freddo pavimento e dopo aver coperto il viso con le mani scoppiò a piangere.
Le lacrime scendevano lungo le guance e nemmeno i suoi amici riuscivano a consolarla.
Fu in quel preciso momento che si udirono delle grida da fuori la porta.
-Lasciatemi…-gridava una voce fin troppo familiare per essere fraintesa.
Tutti si voltarono esterrefatti e guardarono la porta di mogano finché questa non si aprì mostrando l’identità dell’ospite.
Ciò che prima di tutto lì colpì fu lo stato dell’abito che indossava:la gonna di tulle era strappata in più punti e il corpetto era sporco di fango.
La massa di capelli rossi era scompigliata,segno che il vento era persino aumentato.
-Chocola,che ci fai qui?-gli chiese Vanilla sorpresa interpretando i sentimenti di tutti.
La sua amica però non le rispose in quanto era stata attratta dallo spettacolo che si presentava davanti ai suoi occhi.Si avvicinò al lettino su cui Pierre era stato sedato e legato.
-Perché?-chiese inorridita.
-Per evitare che faccia cose di cui dopo potrebbe pentirsi-spiegò Adrien con un tono risentito.
-Ah ecco.-sussurrò triste.
Sospirò triste e poi dopo continuò con tono più deciso:-Sono qui apposta!-
-No-gridò Roberta con le guance ancora umide.-Non te lo permetterò!-
Il viso di Chocola si contrasse in un espressione di sorpresa.Poi osservò la faccia della sua cara figlia e si avvicinò lentamente a lei.Man mano che giungeva vicino alla ragazzina avvertiva sempre di più l’aura di odio che la circondava.
E così anche lei capì che sua figlia era stata travolta da quell’atmosfera ed era entrata in un tunnel in cui non mai sarebbe dovuta penetrare.E si sentì terribilmente in colpa!
-Mi dispiace!-sussurrò mentre i suoi occhi verde smeraldo erano lucidi come diamanti appena lucidati.
Roberta alzò lo sguardo sorpresa e fissò sua madre curiosa di sentire le sue parole.
-Mi dispiace!Se hai un noir è tutta colpa mia!Ho rovinato tutto!Saremmo potuti essere una grande famiglia,ma io ho rovinato tutto!Non vi ho dato fiducia e ora me ne pento. Riuscirai mai a perdonarmi?-
Sua figlia la guardò negli occhi e rivide attraverso quei smeraldi splendenti la sua mamma che tanto la aveva curata e amata.Le corse incontro e la abbracciò commossa.
-Che ne dici se adesso purifico il tuo cuore e dopo purifichiamo insieme quello di tuo padre?-le chiese sua madre e la ragazzina annuì.
Chocola allora puntò il petto con lo scettro e pronunciò la consueta frase:-Filtre!-
Tutto attorno a lei sparì e si ritrovò nell’abisso nero in cui era stata coinvolta anche altre volte.
La solita sensazione di freddo le investì il corpo e la fece rabbrividire.
Si avventurò nell’oscurità pronta a scoprire i sentimenti più reconditi di quel cuore quando sentì una voce.Era così triste e disperata eppure era proprio quella di sua figlia.


Sembra che ci prenda gusto a lasciarvi sempre sul più bello!(In effetti è proprio così!!)Comunque voglio ringraziare tutti coloro che recensiscono questa storia(deserto...) e soprattutto Ludo_chan,che è rapida,schietta e indolore!(indolore?sto sclerando?)Vabbè per dei veri e propri ringraziamenti aspetterò l'ultimo capitolo!Volevo poi avvisarvi che la storia sta per terminare(al massimo amncano 2 capitoli) e salutarvi!


Ritorna all'indice


Capitolo 24
*** Forever ***


Tutto attorno a lei sparì e si ritrovò nell’abisso nero in cui era stata coinvolta anche altre volte.
La solita sensazione di freddo le investì il corpo e la fece rabbrividire.
Si avventurò nell’oscurità pronta a scoprire i sentimenti più reconditi di quel cuore quando sentì una voce.Era così triste e disperata eppure era proprio quella di sua figlia.
Ascoltò quelle parole sussurrate con un timbro debole eppure piene di rabbia.
-La colpa è mia!Tutta mia!-ripeteva quella voce.-Avrei dovuto evitarlo…avrei potuto fare tanto…e non ho fatto nulla!Ora mia madre e mio padre sono separati per sempre ed io?Non sono capace di tagliarmi a metà come fa una mela…chi dovrò scegliere?Chocola o Pierre?E prendere una decisione mi farà davvero stare meglio?Sono sicura che ovunque sarò mi sentirò incompleta,come se una parte di me se ne sarà andata per sempre!E allora cosa farò?-
Fu in quel momento che Chocola vide comparire un’esile sagoma.La sua pelle era bianca e luminosa,tanto da poter essere paragonata ad una lanterna che spezzava le tenebre.
Era piegata su stessa con il viso sulle ginocchia e i capelli rossi sospinti dal vento.Dal suo petto provenivano gemiti e grida agghiaccianti.Queste si lanciavano con velocità contro il corpo di Chocola per poi essere respinte e trasportate dal vento.
La nostra eroina determinata però non si fece spaventare e determinata si mosse in direzione di questa figura diafana.Gli si avvicinò e solo allora scoprì l’identità di quella splendida e misteriosa creatura.Le posò una mano sulla spalla e sussurrò dolcemente il suo nome.
-Roberta…tesoro…non è colpa tua!-
-Ma io…ma io…-cercò di dire tra i singhiozzi
Sua madre si sedette accanto a lei e le appoggiò il viso sulle gambe con fare materno.
Le accarezzò i capelli rossi rassicurandola:-La colpa non è tua e poi ricorda che anche se io e Pierre dovessimo separarci questo non cambierebbe nulla.Saremmo sempre quella strana famiglia che siamo ora!-
Roberta sorrise e si asciugò le lacrime.
-Hai ragione-concluse-siamo proprio una famiglia strana!-
Entrambe scoppiarono in una fragorosa risata.Fu proprio in quel momento che le tenebre furono spazzate via dalla luce,come la pioggia dal sole.Il fascio di luce però si ingrandiva a dismisura e il bagliore divenne così accecante che Chocola fu costretta a coprirsi gli occhi con le mani.
Tutto ciò durò un attimo,un solo secondo.Mentre aveva gli occhi ancora chiusi sentì il cinguettare degli uccelli e avvertì sulla pelle uno strano calore.Guardò il paesaggio che la circondava e rimase sbigottita.Quelle quercie,quel fiume di cui riusciva ad udire lo scrosciare e quegli animali non facevano parte della Foresta Zenzero?
-Ma non era ghiacciata?-si chiese alzandosi.
Mentre respirava quel profumo di zenzero a cui tanto era affezionata,sentì dei passi dietro di lei.
Il suo sesto senso spiccato le permisero di capire chi era la persona dietro di lei ,prima che lui cominciasse parlare con voce suadente:
-E’ mai possibile che dobbiamo chiarirci in circostanze così strane?-
Chocola non rispose ma abbassò lo sguardo colpevole.
-Su alza quegli splendidi occhi.Non ce l’ho con te!Ormai mi sono abituato ai tuoi alti e bassi-
-Non mi sembra che in questi anni sia sempre stata colpa mia-ribatté la rossa offesa-Non è vero mio pianista latin lover?-
Lui rise e si avvicinò a lei.
-Hai ragione.Anche io ho le mie colpe-ammise
-Pierre questa volta funzionerà?In questi anni non siamo mai stati insieme per più di qualche mese...e non vorrei deludere Roberta-
-Non lo so.-ma poi aggiunse sottovoce.-Sarebbe meglio che non ci provassimo.-
Nonostante quella idea fosse stata espressa da un bisbiglio la ragazza la udì.
-Forse hai ragione-concluse con decisione.
Il biondo la guardò sorpreso e,per ragioni di orgoglio si vide costretto ad annuire.
-Se questo è quello che vuoi-
Chocola con gli occhi bassi annuì a sua volta.
-Ma adesso devo purificare il tuo cuore?-gli chiese ricordandosi solo ora la missione che aveva dimenticato ipnotizzata da quegli occhi blu mare.
-No.In realtà il cuore da purificare era quello di Roberta.Era questo ad aver creato tutta quella confusione.Il mio noir è stato dovuto solo ad una debolezza...roba da nulla-spiegò.
Nel momento stesso in cui cominciarono a chiedersi il motivo per cui erano ancora lì si risvegliarono nel Palazzo.Dopo essersi puliti i vestiti si alzarono e si guardarono negli occhi.
Entrambi contemporaneamente porsero le mani e le strinsero.Fu quello il loro modo di salutarsi.
Chocola e Roberta uscirono dal Plazzo sotto la pioggia incessante che sembrava volesse pulire l'odio che per poche ore aveva invaso quel pianeta.
Le gocce bagnavano le loro guance mischiandosi alle lacrime e nascondendo queste agli occhi indiscreti degli estranei.
Possibile che fosse quella la fine di tutto?Possibile che il loro amore dovesse fare quella fine?
-Che ne sarà del vostro amore?-chiese Adrien a Pierre.
-Riposerà per sempre in un angolo del mio cuore-concluse

Cause there’ll be no sunlight
If I lose you, baby
There’ll be no clear skies
If I lose you, baby
Just like the clouds
My eyes will do the same, if you walk away
Everyday it will rain, rain, rain...

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=1003564