Il ritorno del passato

di ChiaraLuna21
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Rapimento ***
Capitolo 2: *** Segreti svelati ***
Capitolo 3: *** Ricerca ***
Capitolo 4: *** Lei ***
Capitolo 5: *** La macchina ***
Capitolo 6: *** Dobbiamo andare ***
Capitolo 7: *** Avrei potuto stargli vicino... ***
Capitolo 8: *** Irruzione ***



Capitolo 1
*** Rapimento ***


Rapimento

 
Oz  lesse il nome sul display: Michelle…
Se lei lo stava chiamando a quell’ora doveva essere senza dubbio importante!
Si allungò fino al finestrino del passeggero e lo chiamò. «Ehi, Toby!»
Il ragazzo era davanti alla porta. Si girò verso l’amico…
… e il resto successe in un attimo…
Oz gli mostrò il cellulare e stava quasi per parlare, quando spuntò quel tipo dalla porta dietro il paramedico.
L’uomo gli mise un cappuccio sulla testa e lo bloccò. Lo trascinò in un furgone, che partì a tutta velocità.
Oz non ebbe nemmeno il tempo di avvertirlo. Scese dalla macchina il prima possibile, ma questo fu possibile soltanto quando il camioncino stava già partendo.
Avevano appena preso Toby sotto il suo naso, e lui non era riuscito a fare niente per fermarli.
Si sentiva morire, e probabilmente l’avrebbe fatto, quando si accorse che il cellulare dell’amico, che ancora stringeva in mano, stava continuando a vibrare.
Prese un respiro profondo e premette il tasto per aprire la conversazione, poggiando il telefono all’orecchio.
«Ciao, Toby! Scusa, ma volevo solo chiederti come stavi! Prima ero talmente arrabbiata, che me ne sono dimenticata…»
Oz fece un altro respiro profondo. «L’hanno… l’hanno rapito…» mormorò semplicemente.
«Che… che cosa? Oz, sei tu? Chi… chi l’ha rapito? Quando? Dove sei ora?» iniziò a chiedergli.
Ma lui riuscì a rispondere solo a quest’ultima domanda. «Sono davanti casa sua…»
 
Toby aveva il volto coperto, ed era un po’ stordito.
Aveva i polsi legati dietro la schiena. Doveva essere su qualcosa, come un furgone o un camion, perché sentiva che si stava muovendo, nonostante fosse su una specie di pavimento.
Si fermarono dopo circa mezz’ora. Il rapitore lo afferrò per un  braccio e lo trascinò da qualche parte.
Lo spinse a sedere a terra e gli sfilò il cappuccio…
E Toby vide qualcuno che non si sarebbe mai aspettato di vedere…

 
Ciao a tutti!!
Okay… a quanto pare non mi voglio rassegnare al fatto che ormai qui ci scrivo solo io…
Pazienza… spero che, almeno, ai pochi che leggeranno, la storia piacerà!! xDxD
Allora, prima di tutto grazie di essere qui!!! Poi, voglio sempre specificare che né i personaggi né il programma appartengono a me, ma a chi di diritto, e io non ne faccio uso a scopo di lucro, ma solo per il mio divertimento personale!!
Potrei impiegare un po’ di tempo in più ad aggiornare, perché sto lavorando su più fronti al momento, ma non vi preoccupate: questa storia avrà un finale! E anche bello, spero!! xDxD
Ora… chi ci è rimasto un po’ una cacca quando ha scoperto che, dopo averci fatto una testa quanto un pallone nella prima stagione, gli sceneggiatori avevano deciso di abbandonare, di punto il bianco, la storia di fondo della madre di Toby?? *l’autrice alza decisa la mano!* Beh, questa storia rispecchia un po’ quello che credo potrebbe succedere se riprendessero il filo del discorso… xD
Grazie ancora a tutti!! Una recensioncina fa sempre piacere, anche negativa! (le critiche fortificano l’animo!! xDxD)
Ciao!
Chiara ^-^
 
PS. Questa, tecnicamente, è la continuazione di “Io resto!”, ma come struttura dovrebbe essere abbastanza indipendente! 

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Capitolo 2
*** Segreti svelati ***


Segreti svelati

 
Erano ormai le sette di mattina. Le indagini non stavano portando a niente.
Michelle ovviamente si stava dando da fare, ma non sapevano da dove partire.
Non avevano niente in mano… neanche un’impronta…
 
Toby continuava a fissare quell’uomo come se fosse stato un fantasma.
Nella sua mente scorrevano veloci le immagini del suo passato… i Flash back che avevano tormentato la sua vita per anni, e che da poco aveva cercato di allontanare… di sopprimere…
Nella sua mente rivide sua madre correre, portandoselo dietro… la vide metterlo in salvo… stringere suo fratello tra le braccia…
E poi, vide quell’uomo… l’uomo che li aveva perseguitati… che li aveva costretti a scappare…
… l’uomo che era davanti a lui…
Iniziò a boccheggiare. Non era possibile…
Improvvisamente si rese conto che non sapeva cosa stesse pensando… e ne fu meravigliato, visto che quell’uomo l’aveva rapito, e questo avrebbe dovuto creare pensieri davvero forti…
Provò a concentrarsi e ad entrare nella sua testa.
Era tutto confuso… le idee rimbalzavano da un lato all’altro della mente di quell’individuo, insieme ai suoi pensieri e ai ricordi…
Una fitta gli invase il cervello. Chiuse gli occhi e urlò.
C’era troppa confusione… non riusciva a capire niente…
Provò a zittire quei pensieri… a farli tacere, ma era come se lo avessero incatenato! Non riusciva ad uscire dalla testa di quella persona…
Poi, improvvisamente, i pensieri si zittirono.
“Perché ti sforzi tanto? È inutile!” pensò nel silenzio il rapitore.
Toby alzò leggermente lo sguardo e, ansimando, piantò i suoi occhi in quelli dell’altro.
Nessuno pensava una sola cosa nel silenzio più totale! Lo sapeva… era come se ci fosse sempre una specie di piccola patina di pensieri di sottofondo, spesso collegati con quello principale. Ma lui non l’aveva… era come se gli stesse parlando per davvero…
Toby si mise a sedere, senza perderlo di vista.
Lui fece una specie di sorriso amaro, e il ragazzo fu invaso nuovamente dalla confusione…
Urlò di nuovo, cercando di sganciarli dal suo cervello, ma senza successo.
Il mal di testa divenne più forte. Chiuse gli occhi, e si piegò in due dal dolore, gridando tanto forte da far quasi tremare la terra.
Poi, di nuovo silenzio.
“È inutile… così ti farai solo del male… smettila! Non hai bisogno dei tuoi poteri per conoscermi…”
Toby si alzò lentamente, fissandolo con un misto tra il disgustato e l’addolorato, cercando di far arrivare l’aria ai polmoni.
«No… non ne ho bisogno… so chi sei!»
L’altro inclinò leggermente la testa. “Davvero? E, allora, dimmelo! Chi sono?”
Toby cercò di rigettare indietro le lacrime. «Tu… tu sei quello da cui scappava mia madre… sei quello che l’ha costretta a sparire… ad abbandonarmi…»
“Io non l’ho costretta a fare niente…”
«Bugiardo!» urlò. «Mi… mi ricordo di te… mi ricordo di quando ti vide e mi disse di scappare…»
“Tua madre era una povera pazza…”
«Mia madre era come me!» sentiva le lacrime riscaldargli le lacrime, ma non gli interessava. «Era come me! È tu l’hai costretta a nascondersi per tutta la sua vita… a nascondersi da me!»
Quello sospirò. “Toby, ascolta…”
Il paramedio si fermò. «Come… come sai il mio nome?»
“Me lo disse tua madre…”
«No… non è vero… non ti credo…»
“Invece me lo ha detto proprio lei… ha dovuto…”
Toby rimase paralizzato. «Do…Dovuto? Che cosa gli hai fatto, razza di bastardo? Cosa?» sbraitò, iniziando a dimenarsi.
“Niente! Ma io dovevo saperlo! Ne avevo il diritto…”
«Il… il diritto, hai detto?»
Lui annuì.
Toby deglutì, iniziando a respirare di nuovo forte. «Chi… chi sei tu, veramente?»
E, per la prima volta, l’uomo parlò, e dalla sua bocca uscirono parole taglienti come sciabole…
«Io sono tuo padre, Toby…»

 
 
Ta-Dan! Colpo di scena!! xDxD
Allora, prima di partire con le mie note, volevo dire che sono particolarmente felice, perché, per la prima volta nella storia della sezione, un capitolo ha ottenuto due recensioni!! xDxD
Quindi… fiesta!!!!! Sììììììììììì!!!!! xDxD
… e fu così che l’autrice perse del tutto il senno… -.-“
Vbb’… sorvoliamo sulla mia rinomata pazzia e andiamo avanti… xDxD
Avete capito chi è il tipo misterioso? Ma quello che comparve un paio di volte nei flash-back di Toby!! Quello che gli metteva paura!! xDxD
Vedrete ora che vi combino… xDxD
Grazie infinite a tutti quelli che stanno seguendo, e un grazie particolare a Sophie e Loredana per le loro recensioni!! =D
Vi è piaciuto il capitolo? Bene, allora perché non lasciare un commentino alla povera autrice mezza scema?? xDxD
Scherzo!! (non sul commentino… quello, se volete, lasciatelo pure!! =D)
Aggiornerò il prima possibile!!
Ciao!!
Chiara ^-^ 

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Capitolo 3
*** Ricerca ***


Ricerca


Toby non sapeva cosa dire!
Aveva la mente vuota… improvvisamente erano spariti tutti i pensieri dalla sua testa…
Non era possibile! Sua madre lo aveva fatto nascondere quando era arrivato! Aveva avuto paura… glielo aveva letto nei pensieri!
Ma perché non glielo aveva detto? Perché tenerglielo nascosto? …
… perché temerlo?
 
Rose sfumò ancora un po’ lo sfondo scuro del suo disegno, per poi mostrarlo alla donna dai capelli rossi affianco a lei.
«Dalla finestra là sopra, proviene più luce…» mormorò la signora, cercando di farsi forza. «E il ragazzo a terra ha gli occhi più grandi…»
Mentre ne disegnava il volto, Rose era quasi sicura di conoscerlo… di averlo già visto!
Quando ebbe completato, si fermò a contemplarlo.
… e allora lo riconobbe!
«Come… come conosce questo ragazzo? Che cosa gli è successo?» chiese, preoccupata.
La donna spostò una ciocca di capelli rossi da davanti agli occhi, e Rose li vide brillare.
«Lui è… è mio figlio…»
 
Oz, seduto su una sedia al commissariato, si stringeva la testa tra le mani.
Erano ormai passate ore da quando Toby era stato rapito. Tutti i poliziotti di Toronto lo stavano cercando.
Michelle lo aveva letteralmente portato via di peso dalla casa dell’amico, sperando si riprendesse e ricordasse qualcosa, ma per ora, ancora niente…
Non l’aveva salvato! L’avevano rapito davanti ai suoi occhi, e lui non era riuscito a fare niente…
Era il suo migliora amico… quello che lo aveva aiutato anche nel momento peggiore… colui di cui si fidava ciecamente… e lui non lo aveva salvato… lo aveva abbandonato! E, ora, era chissà dove, e magari gli stavano facendo del male! Magari lo stavano torturando!
Se non fosse più tornato…
No! Non doveva pensare questo! Non doveva parlare come se Toby fosse già morto! Come se ogni speranza fosse persa!
L’avrebbero trovato! Michelle lo avrebbe trovato! Perché lei era determinata… perché lei sapeva quando stringere i denti e andare avanti… lei sapeva combattere!
Ma Michelle non sapeva neanche da dove partire!
Aveva iniziato esaminando tutti i casi che avevano svolto insieme, arrivando a quelli con la Marks, per poi concludere con  un controllo di tutti i possibili collegamenti con criminali o persone che avrebbero potuto cercare vendetta, ma non aveva trovato niente!
«Toc-toc! Come va?» chiese Dav bussando alla porta ed entrando.
«Male!» sospirò lei, lanciando l’ennesimo dossier inutile sulla pila di quelli esaminati. «Questo era tutto quello che avevamo in archivio su Toby, e non contiene assolutamente niente di utile!»
Il ragazzo inclinò leggermente la testa e lesse la data sul fascicolo. «Ma questo risale a pochi anni fa! Non abbiamo niente precedente alla sua collaborazione?»
«Neanche una multa per sosta vietata!»
«Dici davvero? Ma un passato ce l’avrà, no?»
«Sì che ce l’avrà, ma la polizia non ne sa niente, e non ne ha mai parlato con noi…»
«Con noi no, ma forse con qualcun’altro sì…» e così dicendo fece qualche segno ammiccante verso Oz seduto ad una scrivania fuori dall’ufficio.
«Sì… forse Oz potrebbe sapere qualcosa della sua infanzia… ma potrebbe anche essere una falsa pista!»
«Beh, e vorresti  arrenderti senza nemmeno provare? Devi vagliare tutte le ipotesi!»
«Sì… sì, hai ragione! Questa faccenda mi sta facendo impazzire!»
Si alzò e si diresse verso il paramedico.
Voleva parlargli, capire se avesse qualche qualsiasi idea su cosa potesse essere successo, ma la sua attenzione fu attratta da qualcun’altro…
Proprio mentre stava andando verso Oz, vide entrare una donna.
Ma quella non era una donna qualunque! Con quella donna ci aveva già lavorato… quella donna l’aveva già incontrata…
… quella donna non preannunciava niente di buono!
 

 
Salve a tutti!!
Allora, scusate per l’attesa, ma non sono riuscita a finire il capitolo prima di ora!
Grazie a tutti quelli che stanno seguendo, in particolare a Sophie e Loredana per le loro recensioni!
Ora, vi volevo rubare giusto trenta secondi per fare un resoconto…
Rose, quella che stava disegnando, è la medium che compare nell’ottava puntata della seconda stagione! Rose aveva il potere di parlare con i morti, che le descrivevano scene e luoghi, che poi lei disegnava.
Penso abbiate già intuito qualcosa, ma Rose ci sarà molto utile… xDxD
Cercherò di aggiornare il prima possibile, intanto, un commentino fa sempre piacere!!
Ciao!

Chiara ^-^ 

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Capitolo 4
*** Lei ***


Lei

 
Toby fissava un punto indefinito all’interno della stanza.
A cosa pensi?Passo per la testa dell’uomo che gli era di fronte.
Il ragazzo alzò lo sguardo. Aveva gli occhi pieni di lacrime.
«Penso che non so niente di te! Non so perché mia madre aveva paura! Non so dove sia…» disse piano.
La sua voce era determinata! Quasi inquietante, tanto era piatta….
Beh, io qualche risposta ce l’ho…
«Tipo? Qual è il tuo nome?»
Tipo dov’è tua madre…
 
Rosa Drake scrutava intorno a sé, cercando il sergente McCluskey.
Michelle le si avvicino. «Rose! Cosa… cosa ci fa qui? Va… va tutto bene?»
La donna la guardò. «Sergente McCluskey!! Cercavo giusto lei! Sì, sì! Va tutto bene! Cioè… non proprio…» e dicendo questo iniziò a sfogliare il blocco da disegno che aveva in mano. «Questa mattina… questa mattina ho parlato con una donna… cioè! Non era proprio una donna…» improvvisamente si arrestò, aprendo del tutto il blocco. «Ecco! Mi ha fatto disegnare questo…»
Rose le passo il foglio, e Michelle restò senza parole, fissando inerme l’immagine.
Oz si alzò e le si avvicinò. Bastò uno sguardo a quel pezzo di carta per fargli venire quasi un mancamento. Nel disegno c’era Toby! Il suo amico! Ed era tenuto prigioniero da qualcuno…
«Dove… chi… come ha fatto quel disegno? Chi è la donna che glielo ha fatto disegnare?» chiese con voce tremante, temendo quasi la risposta.
La donna esitò un attimo. «Beh, lei… lei diceva di essere la madre…»
 
«Mia… mia madre?» chiese Toby, meravigliato.
Sì, so dov’è tua madre! So che un anno fa circa stavi per trovarla, ma che poi non ci sei riuscito… e so che hai rinunciato!
«Non è vero! Non ho mai rinunciato! Mai!»
Davvero? Perché mi sembra il contrario! Ma, d’altronde, è comprensibile! Un ragazzo come te vorrà sicuramente divertirsi, no?
Toby non rispose. Quel tipo stava centrando il punto, purtroppo! Aveva davvero rinunciato… aveva davvero smesso di cercarla!
«Dove… dov’è adesso?» mormorò, trattenendo i singhiozzi.
In un posto migliore… un posto dove starà bene… dove starà in pace!
Toby sentì i battiti del cuore accelerare, la vista appannasi, la rabbia fare il suo ingresso…
Alzò lentamente la testa è piantò i suoi occhi in quelli dell’uomo. «È… è ancora viva… vero?» sussurrò.
L’ individuo abbassò lo sguardo e scosse la testa. No, Toby! Non è viva! Non più…
 
Oz la guardò. «La… la madre?!»
Rose annuì. «Sì… cioè… non la madre! Il suo fantasma!»
Il paramedico sgranò gli occhi. «Il… il suo fantasma!? Quindi lei è… è…» non riusciva a pronunciare quella parola.
«È morta, Oz! La madre di Toby è morta!» concluse Michelle.
Il ragazzo rimase paralizzato. Non poteva essere morta! No! L’avevano cercata per tanto tempo… Toby era certo fosse ancora viva! Non poteva essere…
Sentì le gambe cedergli e si risedette sulla sedia dietro di sé, fissando il vuoto.
«Oz, tu… tu non lo sapevi?» chiese il sergente.
Si limitò a scuotere la testa, senza neanche voltarsi.
Michelle annuì. «Oz, devo sapere una cosa! È molto importante: in che rapporti era Toby con la madre?»
Il ragazzo fece spallucce. «Difficile da dirsi…»
«In che senso? Avevano litigato? Avevano discusso prima della sua morte?»
Il ragazzo accennò ad una risata amara. «Litigato? No! Sei completamente fuori strada…» Si voltò verso di lei e piantò i suoi occhi in quelli della detective. «Lei lo aveva abbandonato… e l’aveva fatto per proteggerlo! Toby non la vedeva da almeno vent’anni… non l’ha mai rintracciata! E lei non si è mai fatta viva!»
 
 

Ciao a tutti! Ecco il nuovo capitolo!! =D
So che vi sto facendo aspettare secoli per gli aggiornamenti, ma ho le idee confusissime!! Scusate!!
Vorrei ringraziare tutti quelli che stanno seguendo, e ancora un grazie particolare a Sophie e Loredana per le loro recensioni!! =D
Cercherò di aggiornare presto!!
Ciao!
Chiara ^-^ 

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Capitolo 5
*** La macchina ***


La macchina

 
Michelle lo guardò per qualche istante. «Che… che cosa? Ma… ma perché? Da cosa lo stava proteggendo?»
Oz scosse la testa. «Non l’ha mai saputo! L’anno scorso iniziò a cercarla con maggiore impegno. Era quasi sul punto di trovarla, ma ci fu un imprevisto…»
«Un imprevisto? Di che tipo?»
Il paramedico fece spallucce. «Di quelli che ti mettono nei guai fino al collo! Incontrò un uomo che diceva di aver aiutato sua madre a nascondersi e lui a scappare. Così Toby centuplicò le ricerche, ma mise i bastoni tra le ruote della persona sbagliata!» prese un profondo respiro. «Charlie Marks fu colpita da un proiettile destinato a Toby. Lui non se lo è mai perdonato…» per un secondo tacque, fissando il vuoto. «In qualche modo trovammo altri indizi e giungemmo ad una macchina capovolta sotto la neve. Lei doveva essere lì, e invece…» concluse, lasciando la frase in sospeso.
«E poi? Cosa successe?» chiese ancora Michelle.
Oz fece di nuovo spallucce. «La Marks morì poco dopo! Il colpo le fu mortale. Toby era devastato! Non so bene come riuscì a ritirarsi su. So solo che da allora decise che non l’avrebbe più cercata… e così fu! Smise, semplicemente! È da allora che non ne parliamo…»
Fra i quattro calò il silenzio.
La donna prese un profondo respiro.«Perché… perché non me l’ha mai detto?»
«Non ne voleva parlare! E poi, temeva che succedesse qualcosa e che tu facessi la stessa fine di Charlie! Non lo avrebbe sopportato…»
Michelle annuì. In fondo, lo capiva…. in fondo, aveva ragione!
«Questo potrebbe c’entrare qualcosa con il suo rapimento! Rose, la madre di Toby ti ha detto solo questo?»
La donna fece cenno di sì con la testa. «Però potrebbe tornare…»
«Allora vai a casa, e avvertici se dovessi sapere qualcosa. Oz, devi assolutamente dirmi una cosa: sai il suo nome? È importantissimo!»
Il ragazzo fece un mezzo sorriso amaro. «Oh, sì! Quello lo conoscevamo! Era tutto quello che sapevamo di lei! Si chiamava Maya!»
 
Toby rimase in silenzio.
È morta pochi mesi fa! Non ho potuto evitarlo…
Quella frase fu come un pugno nello stomaco per il ragazzo: pochi mesi! Solo pochi maledettissimi mesi!
Se solo non si fosse arreso… se solo non avesse smesso…
… se solo avesse avuto la forza di continuare!
E invece no! Invece lui aveva rinunciato! E lei ora era morta!
Sentiva il cuore esplodergli nel petto… le lacrime affiorare ai suoi occhi…
Alzò leggermente lo sguardo luccicante e trovò la forza per solo quella domanda… solo quella, tra le milioni di domande che aveva in testa, gli sembrò fondamentale…
«La macchina… la macchina che trovai nella neve… lei se ne era andata da poco da lì… vero?»
 



Sorry! Désolé! Lamentamos! Disculpen! Es tut mir leid! Özür Dileriz! In poche parole… scusate!
Purtroppo sono state settime terribili, e davvero non sapevo dove mettere mano per continuare il capitolo!
Quelle parole sopra che non sembrano italiano non lo sono! Infatti significano “scusate” in inglese(scommetto che l’avevate intuito! xDxD), francese, portoghese, spagnolo, tedesco e turco!
Vorrei ringraziare profondamente tutti quelli che mi seguono, nonostante la mia incostanza, e in particolare Sophie e Loredana per le loro recensioni: grazie mille, ragazze!! ^^
Vorrei dirvi che questo è stato solo un caso, ma purtroppo non ne posso avere la certezza! Vorrei davvero continuare questa storia, ma poiché è un periodo un po’ difficile, potrei essere costretta a interromperla momentaneamente!
Spero davvero di no! Grazie mille ancora!
Ciao!
Chiara ^-^
 

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Capitolo 6
*** Dobbiamo andare ***


Dobbiamo andare

 
«… Maya…» ripetette Michelle, sovrappensiero. «Vieni con me! Dev, anche tu!»
L’uomo si alzò e seguì il suo capo ed il paramedico nella stanza affianco.
«Cerca tutte le denuncie di scomparsa di circa 25 anni fa di donne tra i 25 e i 35 anni.»
Dev si sedette al computer, digitò rapidamente le informazioni sulla tastiera e premette invio. «Fatto!»
«Bene! Ora prendi solo quelle incinta o con un bambino molto piccolo.»
L’uomo scrisse ancora qualcosa ed una serie di foto svanirono dallo schermo.
«Ora elimina tutte quelle che avevano sicuramente una bambina e il cui figlio non è sparito. Quante ne restano?»
«Una ventina…»
«Allora prendi solo quelle che si chiamavano Maya e che… sapevate qualcosa del suo aspetto fisico?» chiese ad Oz.
«Sì… Toby l’aveva vista nei suoi ricordi… altezza media, se non sbaglio,… occhi chiari… come quelli di Toby, e… ah, capelli rossi e ricci!»
Michelle prese un profondo respiro, sperando funzionasse. «Dev, abbiamo riscontri?»
«Sì, uno…»
 
Annuì. Sì, Toby! Lei era in quella macchina fino a poche ore prima che tu arrivassi! Ma questo non è importante, adesso… Guardò l’orologio, e, stranamente, non pensò l’ora. Adesso dobbiamo andare…  lesse solo nei suoi pensieri.
«Dove?» chiese Toby, spingendo ancora indietro le lacrime.
Neanche questo è importante!Lo afferrò da sotto l’ascella e lo costrinse ad alzarsi.
«Lasciami!» urlò, dimenandosi. Ma quella stretta era troppo forte perché se ne potesse liberare.
Toby, devi stare tranquillo…
«Tranquillo? Hai ucciso mia madre, porco schifoso! Hai ucciso…»
Improvvisamente una strana idea invase la sua mente e Toby restò paralizzato.
 
Lui è lì, affianco a sua madre, distesa in un letto.
Lei ha qualcosa tra le braccia… un bambino.
«Che nome vuoi dare al tuo fratellino?» chiede.
Lui inizia a pensarci, ma quando apre la bocca per parlare, sua madre si volta di scatto.
Segue il suo sguardo, che lo porta a guardare fuori dalla finestra.
C’è una macchina, lì. Ne scendono due uomini.
Sua madre si pietrifica. «… Scappa!» gli mormora, in preda al panico.
Lui resta immobile, come pietrificato.
«Scappa!» ripete ad alta voce la donna.
Esita ancora un attimo. Poi, sgattaiola in una botola e svanisce.
 
«… mio fratello!...» mormorò, risvegliandosi dai suoi ricordi. «Hai ucciso mio fratello, bastardo! Lo hai ucciso!»
Toby iniziò a parlare sempre più forte, dimenandosi come un ossesso. «Brutto bastardo, cosa gli hai fatto?! Cosa?!»
Ma l’uomo non sembrava volergli dare risposta. Prese il sacco nero e glielo infilò di nuovo sulla testa.
Toby voleva continuare a dimenarsi ed a urlare, ma qualcosa iniziò a stringergli il collo e gli fece mancare l’aria.
Provò a resistere, ma l’uomo affianco a lui ricominciò ad accumulare pensieri forti.
Toby urlò a squarcia gola.
Le gambe cedettero e lui cadde a terra.
… poi, silenzio…
 
«Eccola! Maya Wilson, scomparsa il 13 gennaio 1984. Era incinta di tre mesi. Aveva 27 anni…»
«Bene! Cosa sappiamo su di lei?» chiese Michele, guardando lo schermo del computer.
«Allora, per qualche anno visse in manicomio, perché sembra “sentisse le voci”. Era sposata e viveva con il marito, ma fu una vicina a denunciarne la scomparse: non si era presentata ad un appuntamento!»
«Abbastanza singolare… cosa abbiamo sul marito?»
«Si chiamava Christopher Clark. All’epoca aveva 32 anni. Era uno scienziato, anche abbastanza conosciuto a causa di un suo studio sui neuroni e sullo sfruttamento della loro energia.»
«In che senso?!» chiese Michelle, incuriosita.
«Beh, secondo il suo articolo “Nuova energia”, dall’energia neuronale si può ricavare energia elettrica!»
«E… energia elettrica?! Ma… in che modo?!»
«Beh, veramente questo fu mantenuto abbastanza segreto, ma sembra gli fossero stati tagliati i fondi, perché i suoi esperimenti furono giudicati “eticamente scorretti”.»
Oz rimase un attimo a pensare. «Aspettate! Toby mi parlò di qualcosa in riguardo…»
Il sergente e l’agente si voltarono verso il paramedico. «Davvero? E di cosa?»
«Ehm… fece degli esami con Olivia, e lei disse che la sua attività neuronale era risultata più alta della media a causa del suo potere…»
Michelle e Dev si guardarono. «Se il cervello di Toby produce più energia, un esperimento su un telepatico potrebbe essere una specie di manna dal cielo per Clark!» disse Michelle.
«E se la madre se ne fosse accorta, sarebbe scappata di certo!» aggiunse Dev.
«Era da suo marito che scappava! Voleva proteggere Toby da suo padre!» concluse, afferrando la cornetta del telefono e avvicinandola all’orecchio.
«Chi chiami?» chiese Oz.
«Il mio capo! devo fare un intervento con la ETF a casa di Clark! Se la madre di Toby è morta da poco, si sarà trovato senza una cavia …»
Il cuore di Oz si fermò un attimo quando capì cosa intendeva. «... e potrebbe averne cercata un’altra! »
 
 

Ehi, Michelle sta seguendo la pista giusta!! xDxD
Cosa vorrà fare il padre al nostro povero Toby! é.è Tremo al solo pensiero…
Okay, benvenuti, grazie di essere qui e scusate per l’attesa! Adesso ho finito l’altra storia, quindi per un po’ mi concentrerò su questa!! xDxD
Grazie a chi sta seguendo e a Loredana per le sue recensioni! ^^
Volevo fare una precisazione: ETF non è una sigla che mi sono inventata! xD Dovrebbe essere la corrispondente canadese della SWAT! ^^
Beh, non mi resta che auguravi buona pasqua! ^^
Ciao!
Chiara ^-^

 

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Capitolo 7
*** Avrei potuto stargli vicino... ***


Avrei potuto stargli vicino...

 
Toby sentì una forte fitta alla testa.
Vedeva tutto nero, perché non aveva avuto ancora la forza per aprire gli occhi.
Non aveva più i polsi legati dietro la schiena ed era seduto su un qualcosa come una sedia con i braccioli; lo sapeva perché aveva le braccia poggiate su questi.
Provò a portarsi i palmi alle tempie, per massaggiarsele, ma si accorse di avere i polsi incatenati ai braccioli.
Socchiuse gli occhi, ma vide solo un’enorme chiazza grigia sul muro di fronte a sé.
Sbattette le palpebre un paio di volte, provando a svegliarsi meglio, e la vista gli divenne più nitida.
Quello che aveva visto come una chiazza grigia, in realtà era un grande vetro che dava in una stanza buia, dove c’erano suo padre ed un altro uomo.
Abbassò lo sguardo e vide che i suoi polsi erano bloccati ai braccioli della sedia con una specie di spesse manette, incorporate al sedile.
La testa continuava a fargli un male cane ed era diventata anche molto pesante. Improvvisamente, pensò che ci fosse qualcosa sopra, come un casco.
Si voltò leggermente prima a destra e poi a sinistra e vide sue grandi cilindri trasparenti che arrivavano quasi al soffitto e che erano collegati con dei fili a qualcosa sopra la sua testa, il che confermava l’idea del casco.
Per il resto, la stanza era vuota.
Toby si guardò ancora un po’ attorno: quella situazione non prometteva niente di buono!
Suo padre disse qualcosa all’uomo affianco a lui, poi si abbassò su quello che doveva essere un pannello di controllo e premette un tasto, che attivò un microfono.
«Toby, al momento sei completamente isolato! Noi non possiamo sentire te e tu non puoi sentire noi! In nessun modo! Chiaro?»
 
Michelle prese il giubbotto anti-proiettile poggiato sulla sua scrivania e se lo infilò.
«Allora? Io che faccio?» chiese Oz, guardandola.
«Stai qui e non combini guai!» gli rispose la donna, come se stesse parlando ad un cagnolino pasticcione.
«Che cosa?! No, aspetta… Toby potrebbe essere ferito, e un paramedico vi farebbe comodo…»
«Niente da fare: tu non vieni!» disse, avviandosi all’uscita.
«Aspetta! Non puoi pretendere che io rimanga qui!» provò a convincerla, inseguendola.
«Oh, sì che posso! Lo sto facendo ora! Non puoi venire! Non sono autorizzata a portare civili!»
«Ma verrò in qualità di paramedico! Potrò accedere alla casa!»
«Saresti troppo coinvolto emotivamente! Non so quali reazioni avresti una volta sul posto!»
«Posso controllarmi, Michelle! Vedo gente che rischia di morire ogni giorno! Ce la posso fare!»
«No, invece! Non puoi!»
La donna continuava a restare fredda e a camminare impettita per l’ufficio.
«Michelle, non puoi saperlo! Non puoi pretendere stia con le mani in mano ad aspettare di sapere se è vivo o è morto…»
In quel momento il sergente di blocco, facendo sobbalzare il paramedico, e si voltò.
«Non dirlo nemmeno per scherzo!» sussurrò a denti stretti.
Oz si pietrificò. «Mi… mi dispiace! Non… non volevo…»
Michelle si rese improvvisamente conto della sua reazione e, prima che l’altro potesse commentarla, decise di appendere l’argomento al chiodo. «Lascia stare! Tu non vieni! Non voglio prendermi la responsabilità di un civile! Non ora!» concluse, avviandosi verso la porta.
Oz non si mosse. «Sergente McCluskey…» la chiamò, piano.
La donna si fermò. Non si voltò e non parlo. Si fermò e basta. «Questa storia riguarda il passato di Toby! Lei non c’entra… e lo sa! Lo so io, lo sa lei e lo sa Toby! È inutile auto-incolparsi: non avremmo potuto fare niente! Non potevamo!» disse con calma.
La donna sentì la gola seccarsi. «Avrei potuto stargli vicino…»
Poi, prima che qualcun altro potesse dire qualche cosa, prese l’ascensore e se ne andò!
 
 
 

Salve a tutti! ^^
Okay, spero che il personaggio di Michelle non sia troppo OOC in questo capitolo, ma ci voleva!! xD Insomma… anche lei vuole bene a Toby! xDxD
Grazie a tutti quelli che stanno seguendo, in particolare a Sophie e Loredana per le loro recensioni! ^^
Cercherò di aggiornare il prima possibile! :D
Ciao!
Chiara ^-^
 

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Capitolo 8
*** Irruzione ***


Irruzione
 

Toby strinse un pugno e tirò a sé il polso, più per testare la resistenza delle cinghie che per liberarsene realmente.
Clark non aspettò che il ragazzo rispondesse. Chiuse il microfono e accese il registratore.
«Cavia numero 2, esperimento 1. Sono le 12,34 di sabato 9 giugno 2012.» registrò.
Poi premette un tasto e diede inizio alle danze.
 
Toby, inizialmente, sentì solo una fortissima scossa attraversarlo. Poi, qualcosa iniziò a fare pressione sulle tempie, come se volesse schiacciargliele.
 
Michelle prese un profondo respiro.
«Squadra Speciale Bryan in posizione!» disse una voce proveniente dalla radio sulla sua spalla. «Squadra Speciale Charlie in posizione!» aggiunse una seconda.
Strinse più forte le mani intorno alla pistola che impugnava a pochi centimetri dalla testa.
«Charlie, Bryan, qui Squadra Speciale Adam! Aspettate il segnale!» rispose.
 
Improvvisamente gli sembrò che il cervello stesse iniziando ad allargarsi… che stesse premendo sulle pareti della testa come per uscire.
 
«Ora!» urlò.
In quel momento la squadra Adam sfondò la porta principale, la squadra Bryan quella posteriore e la squadra Charlie l’entrata del garage.
 
La testa sembrò volergli scoppiare e senti un profondissimo mal di testa, di gran lunga superiore a quello che provava di solito.
Il cervello iniziò a contorcersi. Improvvisamente, non riusciva più a ragionare con lucidità.
Aprì la bocca ed iniziò ad urlare con tutte le sue forze.
 
«Qui Bryan! Piano superiore libero!» disse sempre la radio. «Qui Charlie! Lato Est libero!»  aggiunsero.
Michelle fissò per un attimo una porta di legno marcio. Prese un profondo respiro e diede un calcio, sfondandola.
 
Clark sentì uno strano rumore e si voltò verso la porta, tra l’incuriosito ed il sospettoso.
«Mi scusi… vado a controllare che di là sia tutto apposto.» disse al suo ospite per congedarsi.
Poi sparì dietro la porta.
 
Michelle guardò dentro: scale.
«Qui Adam! Ho trovato un seminterrato! Scendo a controllare!»
E detto questo si precipitò con la sua squadra giù per la scalinata.
 
Toby aveva ormai gli occhi chiusi. Provò a stringere i denti, ma il dolore era diventato sempre più simile a quello provocato da un trapano che ti buca la testa, così ricominciò ad urlare, sperando che questo, in qualche, modo potesse far cessare il dolore.
 
Michelle e la sua squadra iniziarono a ispezionare la cantina.
Quando ebbero finito, restarono a bocca aperta.
«Adam, qui Charlie! Hai trovato qualcosa?»
 
Clark rientrò. «Era solo caduto un barattolo… niente di preoccupante!» aggiunse.
 
Niente!
Avevano fatto cilecca… avevano sbagliato!
Toby non era lì… Clark non era lì… le prove non erano lì! Non c’era niente!
… Erano punto e accapo!
 
Lanciò uno sguardo al ragazzo che si stava contorcendo in modo innaturale dietro al vetro.
Guardò l’orologio. Poi premette il tasto di prima e chiuse la macchina.
«Fine dell’esperimento alle ore 12,44.»
 
Improvvisamente tutto il dolore cessò e Toby crollò, accasciato sulla sedia dove era seduto.
L’aria gli mancava… la testa gli face male come non mai… le forze sembravano averlo abbandonato del tutto…
… l’unica cosa positiva era che era ancora vivo…
 
 


Ehm… ecco… io…
… ciao…
Gente, vi prego, posate quelle mazze da baseball e parliamone da persone civili! xD Mi dispiace da morire!! Ho avuto un calo d’ispirazione e speravo che gli inediti sottotitolati me la facessero tornare!!
… purtroppo non li ho potuti vedere! -.-“
Comunque, ora sono qui e ho intenzione di restarci! ù.ù
Grazie a tutti voi che mi sopportate e continuate a leggere! In particolare, grazie a Sophie e Loredana per le loro recensioni! xDxD
Cercherò di aggiornare da qui ad una settimana! ^^
Ciao!
Chiara ^-^

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