An imperfect angel

di LaMusaIspiratrice162
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Informazioni ***
Capitolo 2: *** Incontro ***
Capitolo 3: *** Colazione in giardino ***
Capitolo 4: *** Il primo bacio ***
Capitolo 5: *** Avvertimenti ***
Capitolo 6: *** Il primo appuntamento ***
Capitolo 7: *** Famiglia ***
Capitolo 8: *** La regina degli Orchi ***
Capitolo 9: *** Sospetti ***
Capitolo 10: *** Halloween - Parte 1 ***
Capitolo 11: *** Halloween - Parte 2 ***
Capitolo 12: *** Scoperte ***
Capitolo 13: *** La rabbia di Pierre ***
Capitolo 14: *** E' finita ***
Capitolo 15: *** La punizione ***
Capitolo 16: *** Ripicca ***
Capitolo 17: *** Pray ***
Capitolo 18: *** Veglia ***
Capitolo 19: *** Sorpresa ***
Capitolo 20: *** Risposte ***
Capitolo 21: *** Un cuore congelato - Parte 1 ***
Capitolo 22: *** Un cuore congelato - Parte 2 ***
Capitolo 23: *** Una notizia sconvolgente ***
Capitolo 24: *** Ricordi ***
Capitolo 25: *** Illusions ***
Capitolo 26: *** Spiegazioni ***
Capitolo 27: *** Ardore ***
Capitolo 28: *** Conoscenza ***
Capitolo 29: *** Il ritorno ***
Capitolo 30: *** Il matrimonio ***
Capitolo 31: *** Una lettera di scuse ***
Capitolo 32: *** Il sole ***
Capitolo 33: *** Notizia ***
Capitolo 34: *** Una notte nella Foresta ***
Capitolo 35: *** L'incidente ***
Capitolo 36: *** Perdite ***
Capitolo 37: *** Neve ***
Capitolo 38: *** Con il whisky che mi bruciava in gola ***
Capitolo 39: *** Perdono ***
Capitolo 40: *** Il malore ***
Capitolo 41: *** Colpevole ***
Capitolo 42: *** Die ***
Capitolo 43: *** Una parte di me ***
Capitolo 44: *** Angelo Imperfetto ***
Capitolo 45: *** Una goccia di sangue sulla neve bianca ***



Capitolo 1
*** Informazioni ***


Ero appoggiata sul tetto del Palazzo di Extramondo. Guardavo l’ambiente circostante mentre il vento muoveva i miei capelli. La mia attenzione era rivolta ad una folla di uomini che facevano la fila per entrare nello stretto portone del Palazzo con il solo scopo di salutare i loro sovrani.
-Che stupidi!-sussurrai -Noi Orchi non faremmo mai una cosa del genere!-
Toccai la tasca per controllare che avessi tutto il necessario per compiere la mia missione.
Attraverso il tessuto fine della gonna,sentii la perla dell’invisibilità e mi rassicurai.Dopo essermi alzata in piedi,la impugnai ed entrai balzando in una finestra.Mi ritrovai in un’ampia stanza da letto.Al centro dell’ambiente vi era un enorme letto scuro circondato da pesanti mobili di mogano.Mi ricordava un po’ la mia stanza…
-Ed io che credevo che qui ci fossero soltanto stanze rosa!-esclamai sorpresa,ma compiaciuta.
Dei passi che si avvicinavano mi ridestarono, ricordandomi che anche se ero invisibile dovevo comunque fare attenzione.
Aprirono la porta due ragazzi biondi,probabilmente fratelli.Uno era alto,sicuramente più grande della sorella.Il loro aspetto era simile fatto ad eccezione del loro sguardo:quello del ragazzo era deciso e anche leggermente superbo direi,mentre quello di sua sorella era dolce e timido.
La ragazza,che probabilmente aveva la mia età, era intenta a fare il nodo della cravatta a suo fratello.
-Non stringere troppo Vanilla mi raccomando!-le ordinò.
-Ma tu non hai paura di andare sulla Terra?-le chiese sua sorella con voce tremante
-Perché mai dovremmo averla?-
-E’ un pianeta così diverso dal nostro!-
-E’ proprio per questo che ci andiamo!Andiamo a studiarlo e a capire come vivono,no?-disse guardando il suo riflesso nel grande specchio appoggiato alla parete.
-E se incontrassimo gli Orchi?-
-Ecco,adesso capisco la fonte della tua preoccupazione!-esclamò e dopo averla abbracciata continuò:-Non avranno scampo contro di me,capito?-
-Si,forse hai ragione-affermò con maggiore sicurezza nella voce-Prima mi era sembrato di avere un brutto presagio…come se la prossima volta che saremmo tornati in questa stanza saremmo stati infelici,ma adesso mi sono resa conto che era solo una stupida paura.-
La porta si aprì di nuovo ed un ragazzo dai capelli castani e gli occhi scuri entrò esultante con un bagaglio in mano.
-Siete pronti a partire?-chiese sorridente
-Si-rispose Vanilla adesso sorridente.
Entrambi fissarono il ragazzo biondo che sembrava assorto nei suoi pensieri.
-Pierre…che cosa pensi?-
Quelle parole attirarono la sua attenzione,ma non lo distrassero dalle sue preoccupazioni.
-Non lo sentite anche voi questo profumo di cioccolato fondente,dolce e allo stesso tempo amaro?-chiese aggirandosi nella stanza cercando la provenienza di quella particolare fragranza.
Vedendo quel gesto,mi si gelò il sangue nelle vene. Sapevo,infatti,che ero io che emanavo quel caratteristico odore.Strinsi forte la perla mentre il ragazzo continuava a cercare.
I suoi amici lo esortarono a seguirli e lui li congedò con un “arrivo subito!”.
Sentiva la mia presenza,non c’era dubbio.Si fermò davanti al mio viso e osservò così attentamente che temetti di essere stata scoperta.Trattenni il respiro mentre i suoi occhi blu mi cercavano.
All’improvviso sospirò e si voltò.
-Mi sono lasciato suggestionare dalle parole di Vanilla-esclamò e uscì chiudendo la porta.
Sospirai e sorrisi:l’avevo passata liscia.Volai fuori dalla finestra prima di combinare altri guai e mi diressi al Palazzo degli Orchi.
Attraversai in volo la Foresta che separava i due mondi e penetrai nelle tenebre che circondavano la mia casa.Entrai dalla porta principale dove una schiera di cameriere mi accolse.Alcune presero il mio mantello,altre corsero in cucina a prepararmi qualcosa da mangiare.
-Dove sei stata?-mi chiese una figura apparsa in cima alle scale.La poca luce che passava attraverso le finestre scure illuminava i suoi capelli scuri.
-Non ti riguarda,Saule-dissi
Lui si volatilizzò al mio fianco e mi afferrò il braccio con forza.
-Non ci hai cacciato nei guai,vero?-chiese furioso.
-No…certo che no!Ma ho raccolto alcune informazioni molto interessanti-
-Allora andiamo a riferirle-affermò dopo avermi lasciato.
Entrambi salimmo le scale e,dopo aver percorso il corridoio,bussammo alla porta più grande.
Questa si aprì e noi entrammo.Dopo esserci inchinati leggermente,mio fratello cominciò a parlare:
-Padre non volevamo disturbarvi,ma Chocola ha raccolto delle informazioni che potrebbero esserci utili.-
L’imponente figura del Sovrano degli Orchi,temuto da tutti,si voltò verso di lei.Potei guardare la massa di capelli biondi che gli incorniciavano il viso inespressivo e i freddi occhi verdi.
-Ho spiato i nostri avversari.Oggi sono partiti per giungere sulla Terra il principe Pierre,la principessa Vanilla e il loro amico Houx.Vanilla è molto paurosa e credo proprio che sia innocua,Houx altrettanto,quindi l’unico da temere è Pierre.Lui però è molto sicuro di sé e facilmente potrebbe fare qualche errore-
-Eccellente!-esclamò Glace.
-Padre a questo punto,dato che sono stata capace di fare un buon lavoro…posso occuparmi io della missione?-chiesi con un sorriso furbo.
-No-gridò deciso-Potresti compiere qualche sciocchezza.La nostra è una missione molto delicata e che non tollera errori.Avremo un solo tentativo e non dovremo sbagliarlo!Intesi?-
Annuimmo e lasciammo quella stanza,che era una santuario per nostro padre.Era stato il sovrano di Extramondo tanti secoli fa e dopo che le sue mogli lo avevano tradito e rinchiuso in questo palazzo, per anni era stato costretto a guardare.Mia madre però lo aveva liberato e gli aveva donato la forza necessaria per poter vivere.E adesso sarebbe tornato alla ribalta,avrebbe ripreso ciò che gli spettava di diritto.
Pensavo a queste cose mentre uscivamo dal nascondiglio segreto di mio padre.
-Che cosa vuoi fare?Vuoi portarmi via il Trono?-mi chiese furioso mio fratello quando fummo nuovamente nel corridoio.
-Esatto!E ci riuscirò,vedrai-
Questo gli risposi prima di scappare via nella mia stanza per elaborare un modo con cui avrei potuto sabotare i suoi piani.

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Capitolo 2
*** Incontro ***


Camminavo nel cortile della scuola. Un debole sole illuminava il mio cammino. Ad ogni passo sospiravo piena di rabbia:una giornata scolastica era ormai trascorsa ed io non avevo concluso nulla!
Pensavo a mio fratello che,avendo la stessa età del principe Pierre,aveva potuto conoscerlo.
Lo immaginavo mentre,da buon buffone quale era,gli raccontava tante storie inventate per fare colpo su di lui.
-Probabilmente ora sono in qualche bar a prendere un cafè e a conversare allegramente!Uffa!-esclamai piena di rabbia.
Allungai la gamba e colpii un sasso con forza. Questo volò lontano ed io,inspiegabilmente mi sentii meglio. Sentivo che parte di quella rabbia mi aveva finalmente abbandonato, lasciandomi più serena.
Mi sentii così in quegli istanti,finché non udii il lamento di un ragazzo.
-Ben ti sta!La prossima volta farai più attenzione-gli gridai senza nemmeno badare a vedere chi fosse.
-A cosa? Alle ragazze pazze?-chiese lui con l’aria divertita.
Fu a causa della sua voce familiare che lo guardai.Quando mi accorsi che era proprio lui, mi maledissi.
-Scusami, Pierre.- farfugliai imbarazzata.
-Ci conosciamo?-mi chiese.
Stavolta il suo viso era sorpreso e sospettoso : ecco ne avevo combinata un’altra!
-Mi ha parlato mio fratello di te.Siete nella stessa classe-mi giustificai prontamente
-Ah davvero?E chi è?-
-Saule…-
Lui si contrasse in un espressione di disgusto.
-Non ti piace mio fratello?-
-Diciamo che non mi ha fatto una buona impressione.-
-Ah anche io lo detesto…-mi lamentai.
A questa affermazione seguì il silenzio, interrotto soltanto dal vociare dei ragazzi che uscivano dal cancello.Prima che potesse allontanarsi,mi venne un’idea davvero geniale!
- Per farmi perdonare potrei portarti a fare un giro della scuola-lo invitai con il mio solito sguardo furbetto.
-D’accordo!-rispose sorridendo.
Lo portai in tutte le aule e i laboratori, mentre chiacchieravamo piacevolmente.L’ultimo locale che visitammo fu la grande palestra, in cui gli illustrai tutte le attività a cui avrebbe potuto partecipare.
-Si pratica anche lo scherma?-chiese sorpreso,ma compiaciuto.
-Si certo!Se vuoi iscriverti, devi rivolgerti a quella ragazza laggiù-gli risposi indicandogli una ragazza elegante dai capelli castani.
-Ti ringrazio.-esclamò baciandomi la mano.
Sorrisi per quel gesto di cortesia che era sicuramente appropriato per il suo ambiente,ma del tutto inadeguato in questo contesto.
-A proposito ho dimenticato di chiederti come ti chiami?-
-Chocola-
-Allora ciao,Chocola-mi salutò guardandomi mentre mi allontanavo.

Uscii nel grande giardino addobbato per la festa.Migliaia di Orchi erano riuniti lì per stare insieme,come accadeva molto spesso nella nostra residenza.Mentre scendevo le scale che mi avrebbero condotto al tavolo delle bevande,il mio vestito veniva sospinto dal vento.L’abito molto gotico,era formato da una gonna larga nera a pieghe e una giacca di pelle nera con le braccia decorate da una fantasia a righe.Mi avvicinai a due ragazze che stavano chiacchierando tra di loro mentre bevevano champagne da bicchieri di cristallo.
Quando le abbi raggiunte offrirono anche a me un calice di quella bevanda frizzante.
-Ehy Chocola!Come va il tuo piano per diventare regina?-mi chiese la mia amica Janette.
Aveva dei capelli corti viola di cui una ciocca le copriva uno dei due profondi occhi ambrati.
-Sta procedendo molto bene-dissi compiaciuta.
-Racconta-mi disse curiosa Melisse.
Questa aveva i capelli lunghi fucsia raccolti in una coda, gli occhi azzurri e delle labbra dello stesso colore della sua chioma,che muoveva suadentemente.
Con voce bassa riferii ad entrambe ciò che era accaduto nel pomeriggio.
-Secondo voi ragazze, adesso come posso far colpo su di lui?-
-A che ora cominciano gli allenamenti di scherma?-mi chiese pensierosa Melisse.
-Alle 7:00 del mattino.-
-Allora tu domani preparerai un’ottima colazione e gliela porterai. Naturalmente devi usare questo particolare ingrediente-disse mostrandomi una piccola boccetta e facendomi l’occhiolino.
Presi quella boccettina viola e ne guardai il contenuto.
-Pozione d’amore,vero?-chiesi e loro annuirono.
-Su Chocola,perché non andiamo un po’ a divertirci?-chiese Julienne con uno sguardo malefico.
-No ragazze,oggi non ne ho voglia…-dissi già immaginando cosa avremmo combinato stavolta.
Le due ragazze mi pregarono a lungo e alla fine accettai. Volai insieme a loro fino a superare la fine della scura Foresta.Qui atterrammo e ci preparammo a fare uno dei nostri soliti scherzi.
Questa volta però indietreggiai e le lasciai fare.Loro puntarono un pacco di fieno posto nel cortile di una piccola casa e dopo aver schioccato le dita questo prese fuoco.Gli abitanti spaventati uscirono dalla sogli e cominciarono a gridare.I bambini piangevano mentre il loro padre cercava con tutte le sue forze di spegnere l’incendio.Assistevo a questo spettacolo reso più disumano dalle risate diaboliche delle mie amiche e imitavo le loro risa.
Mi sentii strana : solitamente questi scherzi mi divertivano,ma in quel momento mi sentivo diversa.
Possibile che stessi cambiando?
Mi passai le mani tra i capelli e notai una ciocca rossa in più,che spiccava nella mia folta chioma corvina.Mi morsi un labbro e risi con maggiore convinzione.Non potevo diventare buona…

Ciao a tutti…spero vi piaccia questo capitolo!
Nell’ultima parte appare l’anima malefica di Chocola in tutto il suo splendore.Voglio spiegarvi la questione dei capelli:i capelli di Chocola sono neri a dimostrazione della sua cattiveria mentre le ciocche rosse rappresentano quel briciolo di bontà che ancora risiede nel suo cuore.

P.s. il vestito di Chocola è questo: http://mydaymystory.files.wordpress.com/2010/06/gothic_lolita_stripes_jacketskirt_2pcs_ct00092_01.jpg A presto!

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Capitolo 3
*** Colazione in giardino ***


Ero in cucina e stavo girando l’impasto per i cornetti. Guardai la boccetta viola e mi ricordai del consiglio che mi aveva dato Melisse. Osservavo il liquido viola che conteneva pensierosa.
Infatti mentre sapevo che questa fiala avrebbe accelerato i tempi e mi avrebbe condotto al mio scopo,ma sapere che un ragazzo era innamorato di me solo a causa di un incantesimo andava contro il mio orgoglio. Svitai il tappo e ne sentii il profumo.Quella strana fragranza mi disgustò e fui sul punto di lanciarla dalla finestra.Poi ci riflettei bene e la misi in tasca : l’avrei usata solo in caso di emergenza!
Finii di preparare la colazione ed uscii di casa.Corsi per le strade mentre il sole ,da poco spuntato, cominciava a riscaldare la Terra.Mi fermai solo quando mi ritrovai fuori al cancello della scuola.
Camminai nel cortile lentamente,per riprendere fiato, fin al momento in cui mi ritrovai davanti al portone della palestra.Questo era aperto e non ebbi ,quindi, nessuna difficoltà ad entrare.
Attraversai la sala mentre il suono dei miei passi riecheggiava nel silenzio del mattino.Lui mi notò e si avvicinò a me.
-Che cosa ci fai qui,Chocola?-
-Passavo di qui e ho pensato di portarti la colazione!In questo modo magari potrò farmi perdonare dell’incidente di ieri…-
-Ma ti avevo già perdonato-mi disse accarezzandomi il viso con la mano sudata.
-Beh se proprio non la vuoi , posso riportarla a casa-
-No…aspetta!Se attendi 5 minuti la mangiamo insieme-
Sorrisi compiaciuta e mi andai a sedere su una delle panchine in prima fila. Lo osservai mentre si allenava. Lo vedevo muoversi sul lucido pavimento della palestra e agitare il fioretto con sicurezza.
I suoi movimenti erano molto agili e mi incantai a guardarlo.Tutto ciò che mi circondava sparì e non vedevo nulla che non fosse lui.
Così solo quando lui si avvicinò a me ricordai del motivo per cui ero andata lì.
Aveva già indossato la divisa scolastica,tornando ad essere il semplice ragazzo di sempre.
-Andiamo?-mi chiese.
-Certo…-sussurrai sorridente.
Mi alzai e camminai con lui fuori dall’edificio.Ci fermammo, giunti nel giardinetto della scuola e ci sedemmo sul prato.
Mentre mangiavamo la nostra colazione,chiacchieravamo allegramente.Lui mi raccontava le varie avventure che aveva vissuto con sua sorella ed io mi lasciavo coinvolgere in quel discorso.
-Gli vuoi molto bene…-osservai
-Si, è normale!Perchè tuo fratello non prova la stessa cosa per te?-
Ci pensai e non riuscii a ricordare nemmeno una volta in cui Saule o qualcun altro della mia famiglia mi avesse mostrato un po’ d’affetto.
-La nostra non è una famiglia molto unita-sussurrai arrossita.
Immaginai che la cosa avrebbe impressionato molto il principino,dato che lui viveva in un mondo perfetto.
Ed infatti non mi ero sbagliata , ma ciò che davvero mi sorprese fu la sua reazione.
Mi abbracciò circondandomi con le sue forti braccia.Riuscii a percepire il suo cuore colmo di bontà che batteva.Provai la sensazione di scappare via,ma mi avrebbe preso per una stupida!
Fui così costretta a restare lì a farmi coccolare e finii per provare piacere.Credevo che alla fine mi avrebbe baciato,ma non lo fece.Fui un po' delusa da questo e mi ripromisi che il giorno seguente lo avrebbe fatto.
Volente o dolente questo sarebbe accaduto.

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Capitolo 4
*** Il primo bacio ***


Until you're mine, I have to find
A way to fill this hole inside
I can't survive without you here
by my side
Until you're mine, not gonna be
Even close to complete
I won't rest until you're mine
Mine...


Entrai nella mia stanza e mi sedetti sul morbido materasso coperto dal copriletto nero.Schioccai le dita e puntai lo specchio appeso alla parete.Il vetro si illuminò e appari una ragazza che indossava una vestaglia di seta viola,che si intonava ai suoi capelli.
-Come va il tuo piano,Chocola?-mi chiese
-Male…malissimo!-gridai lasciandomi cadere sul letto furiosa-E’ una settimana che non fa che scroccare colazioni e non abbiamo fatto nessun passo avanti!Mi tratta come se fossi…sua sorella!!-
-Non ti ha ancora baciato,non è vero?-chiese lei ridendo del mio pessimismo.
-E questo è tremendo…non sono attraente abbastanza per lui?-
-Oh tranquilla,tesoro,non è colpa tua.Ho fatto una piccola ricerca e ho capito che è un po’ misantropo nei confronti delle donne.Molte donne lo hanno amato ma le ha rifiutate tutte!-
-Quindi…-dissi alzandomi dal letto e fissandola con una particolare luce negli occhi , che appariva ogni qual volta che incontravo una sfida-Se riuscissi a farlo innamorare di me…sarei l’unica che ci è riuscita!!-
-Esatto e ho già un piano pronto per te!-esclamò facendomi l’occhiolino.
E in poche battute molto dettagliate mi descrisse la sua strategia, che mi appari molto buona.
Fu per questo che il mattino successivo mi svegliai con il proposito di metterlo in opera.
Aspettai pazientemente che la giornata scolastica trascorresse e che arrivasse l’orario prestabilito.
Quando il mio orologio segnò le diciannove meno dieci*, mi preparai a realizzare il piano.
Il cielo era già diventato scuro quando entrai nel cortile della scuola ,come accadeva sempre nei mesi invernali.
Mentre mi incamminavo verso la palestra , vidi una sagoma spuntata dal nulla avvicinarsi a me.
Solo quando la luce del lampione le illuminò il viso, capii chi era.
-Julienne…che ci fai qui?-le chiesi preoccupata che qualcuno potesse scoprirla.
Mi guardai intorno, ma non vi era più nessuno.Il cortile era completamente vuoto e le uniche due figure avvolte dall’oscurità eravamo noi.
-Volevo assicurarmi che fossi pronta.-disse passandomi le mani tra i capelli e osservando il mio viso.-Oggi darai il tuo primo bacio, è un occasione importante.-
Quelle parole ebbero su di me un effetto maggiore di quello che il mittente avrebbe immaginato.
Cominciai infatti a pensare che avrei dato il mio bacio ad una persona per cui non provavo nulla.
-Sei pronta, allora?-mi chiese sorridente.
-Si- annuii poco convinta.
Quella determinazione, di cui tanto andavo fiera, si stava sciogliendo come neve al sole, lasciandomi priva di difese. Ero un Orco, lo sapevo, ma questo voleva dire che non potevo essere romantica?Dovevo privarmi di quel sentimento che tanto aveva fatto sognare e sospirare le eroine dei libri che avevo letto?
Questo pensavo mentre entravo in palestra, cercando di non fare rumore.
Infilai la mano in tasca e scoprii che al suo interno vi era ancora la pozione d’amore.Lessi sulla boccetta e scoprii che l’effetto durava cinque ore.
Senza nemmeno pensarci aprii il tappo e la ingerii. Rimasi sbalordita del fatto che non mi sentivo affatto diversa. Il suono dell’orologio della scuola, che aveva il compito di avvertire gli studenti che erano le diciannove, mi fece trasalire.
Corsi nel corridoio dello spogliatoio maschile e chiusi la porta a chiave.Poi feci comparire una scopa, che appoggiai al muro, e cominciai a tirare la maniglia della porta.
Pierre sbucò da uno degli spogliatoi e mi corse incontro.
-Che cosa succede?E tu che ci fai qui?-mi chiese sorpreso di trovarmi lì.
-Ero venuta a fare le pulizie,ma la porta non si apre più.Qualcuno ci ha chiuso dentro!-spiegai
-Fa provare me-disse e cercò anche lui di aprire e sfondare la porta, senza ottenere però alcun risultato.Cominciò poi a bussare forte e a chiamare aiuto,ma per fortuna non vi era più nessuno.
-E adesso?-chiesi preoccupata.
-Tranquilla…passeremo la notte qui e domani mattina,quando apriranno la palestra potremo uscire-disse con il tono autoritario di un vero capo.
Peccato che non sapeva che io avevo programmato tutto, anche quella risposta!
-Mi sembra di aver visto dei lettini prima-dissi correndo in uno spogliatoio.Giunta qui,dopo essermi assicurata che non avrebbe potuto vedermi, feci comparire i due oggetti dal nulla.
-Trovati…-esclamai soddisfatta.
Lui mi raggiunse e li sistemò sotto una grande finestra.Ci togliemmo le giacche della divisa per stare più comodi e ci sedemmo su quei due lettini scomodi.
Ci fissavamo senza dire nulla, mentre i raggi della luna ci illuminavano.L’atmosfera romantica fu interrotta dal brontolio della mia pancia.
-Hai fame?-mi chiese divertito.
-Si-annuii ridendo.
Andò in un altro spogliatoio e tornò con due panini. Sicuramente li aveva fatti apparire, perché nessuno esce con due merende nel suo zaino!
Chiacchierammo a lungo, finché i nostri sbadigli non ci ricordarono che era l’ora di andare a dormire e che dovevamo stenderci.
Coricata su quello scomodo lettino a fissare la schiena di Pierre, non facevo che pensare che il piano era fallito.Fu per questo che nemmeno mi accorsi che lui si era voltato e mi stava fissando.
-Sai,stasera sei diversa…-sussurrò pensieroso.
-Diversa,in che senso?-
-Forse non te ne rendi conto, ma di solito non fai che allontanarmi. Sei gentile,certo,ma anche fredda come il ghiaccio!Questa sera però è diverso…sei più naturale,più vera!E’ come se ti stessi guardando per la prima volta!-mi spiegò accarezzandomi i capelli.
I nostri visi erano molto vicini eppure lui non si decideva a fare la prima mossa.
Così decisi di farla io.Mi avvicinai di più a lui e lo baciai.
Mentre sfioravo le sue labbra e le sue braccia mi stringevano, sentivo dentro di me una strana sensazione…Era il potere della pozione o mi stavo innamorando davvero?

*= Secondo voi era meglio scriverlo a numero o a lettere?

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Capitolo 5
*** Avvertimenti ***


Il rumore della chiave che faceva scattare la serratura ci fece svegliare. Qualcuno aveva finalmente aperto il portone della grande palestra.Ci alzammo e ci ricomponemmo. Pierre corse alla porta dello spogliatoio e bussò forte. Dei passi veloci si avvicinarono e la porta si aprì.
Davanti ai nostri occhi comparve una ragazza,sul cui volto appari un espressione sorpresa.
Aveva capelli castani mossi,che le incorniciavano la pelle scarlatta del viso. La sua figura elegante e gracile era in contrasto con il suo portamento superbo,che la rendeva una ragazza ammirabile ma anche detestabile. Non mi sorprendeva il fatto che si fosse messa con mio fratello!
Mentre Pierre usciva dalla porta,mi osservava con aria di rimprovero.
-Ma tuo fratello sa dove hai trascorso la notte?-mi chiese.
-Non mi sembra che la cosa ti riguardi-
-Ma riguarda me-disse mio fratello,comparso dal nulla ,come di consueto.
-Non credo proprio!-risposi spavalda mentre cercavo di allontanarmi.
Lui però mi afferrò per un braccio e disse furioso:-Yurika,puoi lasciarci soli?-
-Certo-rispose lei con un sorriso compiaciuto.
-Perché non mi lasci e corri dalla tua brutta strega?-gli gridai contro mentre cercavo di divincolarmi.
-Credi che sia uno scherzo?Credi che ti tratti così solo per gelosia?-mi chiese guardandomi minacciosamente.
-Certo…il mio piano ha avuto successo e sarò io a diventare regina.-dissi compiaciuta.
-Che cretina che sei!Non ci arrivi proprio,eh?Questa notte hai corso un grande rischio!Se lui ti avesse scoperto?Se avesse deciso di catturarti il cuore?-
-Comunque non è accaduto-
-Voglio sperare che non sia accaduto niente!Non riesco a capire…che cosa ti è saltato in mente?Tu hai solo 16 anni e lui 20!-
-Certo che no!Lui è un cavaliere-
Saule mi lasciò il braccio e se ne andò.

Il freddo, che quella stanza emanava mi fece rabbrividire.
-Chocola…Saule mi ha riferito quello che hai fatto-disse la voce del grande sovrano degli Orchi.
-Visto che lui aveva fallito ci ho provato io e a quanto pare è andata bene. Il bel principe è completamente innamorato di me. Aspetterò che il cristallo del cuore diventerà rosso e lo catturerò.-dissi mentre le mani mi tremavano.
-Nonostante tu mi abbia disubbidito non ti punirò perché ammiro la tua intraprendenza.-
-Grazie-sussurrai sorpresa e dopo essermi inchinata uscii.
Fuori la porta c’era mio fratello,che subito mi chiese come era andata.
-L’ho passata liscia-gridai felice facendogli l’occhiolino.
-Solo una cosa,Chocola-disse serio-non permetterti di innamorarti del principe-
-Ma che dici?Gli Orchi non possono innamorarsi…-
-Me lo prometti?-
-Certo…certo-risposi mentre correvo nella mia stanza.
Aprii la porta e colpii lo specchio con il solito incantesimo.
-Il piano è andato bene,vero?-chiese Julienne
-Esatto!!-gridai soddisfatta.
-Brava…e per premiarti ho un regalo per te!-
Mi avvicinai alla superficie dello specchio per guardare meglio.L’immagine della mia amica era scomparsa e al suo posto vidi l’interno di un salotto in cui erano sedute tre sagome.
Dopo qualche secondo riuscii ad identificare le sagome:erano Houx,Pierre e Vanilla.
-Pierre ho sentito molte voci riguardo a dove hai passato la notte-disse divertito Houx.
-Smettila.Ti ho già spiegato perché ero lì-
-Quindi non è accaduto niente tra voi?-chiese Vanilla curiosa.
-Beh qualcosa sì…se vi dicessi che l’ho baciata?-
-Davvero?-
-La ami?-gli chiese Vanilla.
-Non lo so…mi sento così strano…-
-Di tutte le ragazze che ci sono, dovevi innamorarti proprio di un’umana?-gli chiese Houx cinico.
-Ci sarebbe sempre il piano B.-
A quel punto l’ immagine sparì di nuovo e ricomparì Julienne.
-Piano b?Che piano b?-gli chiesi.
-Tranquilla,cercherò di informarmi.Piuttosto felice di aver fatto perdere la testa al bel principe Pierre?-
Annuii felice, mentre avevo ancora in testa il suo viso leggermente confuso: ne ero molto lusingata!
-Domani devi convincerlo a farti definire la sua fidanzata…-
-Certo!-
E dopo averla salutata mi stesi sul letto pregustando il momento in cui avrei vinto tutto.
Per troppo tempo ero stata umiliata e sottovalutata, adesso era arrivato il momento di farmi valere.




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Capitolo 6
*** Il primo appuntamento ***


Il giorno seguente feci ciò che facevo di consueto e per questo mi ritrovai nella palestra ad aspettare per fare colazione insieme a Pierre. Quando mi vide entrare si mostrò sorpreso,ma non venne a salutarmi. Si avvicinò a me solo dopo aver concluso l’allenamento.
-Non credevo che saresti venuta-mi chiese mentre si asciugava la fronte con l’asciugamano.
-E perché?-
-Beh credevo di averti offeso l’altra notte…-
-Quando?Nel momento in cui mi hai baciato?Pierre,perché avrei dovuto?-chiesi sorpresa e leggermente irritata.
Si era per caso pentito di avermi baciato e stava cercando di cacciarmi dalla sua vita?
-Se stai per dirmi che è stato un errore e altre sciocchezze varie,posso anche andarmene-gridai alzandomi.
-No…aspetta!Vorrei capirci qualcosa,ma non mi riesce se tu ti arrabbi- disse fermandosi davanti a me e guardandomi con occhi dolcissimi-Allora sei innamorata di me?-
-Certo…perché credi che ti porti la colazione ogni mattina?-dissi alzando le mani al cielo.
Pierre rise e mi circondo con le sue braccia.
-Andiamo a mangiare, allora-
-Che cosa ti fa così ridere?-
-Bè di solito al proprio innamorato si offre il proprio cuore,non un cornetto-
-E tu accontentati-
Intanto eravamo arrivati nel posto in cui solitamente ci fermavamo per mangiare,così ci sedemmo.
Mentre mangiavo il mio cornetto, Pierre non faceva che guardarmi meditabondo.
-Che stai pensando?-chiesi con la bocca ancora piena.
-Quindi ora sei la mia fidanzata?-
-Mi sembra ovvio-
-E allora che ne diresti di uscire con me,questa sera?-mi chiese accarezzandomi il mento
A questa domanda,annuii rossa in viso.
-Dove ti piacerebbe andare?Sai,te lo chiedo perché non ti conosco ancora bene e non so cosa ti piace-
-Beh mi piacciono le cose romantiche. Desiderei un appuntamento magico…come quello descritto nei libri. Ho un idea : una cena in un bosco.-
-In un bosco?-chiese lui sorpreso.
-Sì,sapevi che nei boschi ci sono state le dichiarazioni più belle?Mr Darcy si è dichiarato ad Elizabeth in un boschetto,Il signor Rochester a Jane nel frutteto di casa,Laurie a Jo,senza contare che Heatchliff e Catherine trascorrevano tutti i momenti più romantici nella brughiera.-dissi
-Beh se il tuo sogno è questo…non c’è problema.-
Continuò ad osservarmi con un sorriso sul volto.Solo alla fine quando ci alzammo espose i suoi pensieri:-Come sei diversa dalle altre ragazze che ho conosciuto. Loro avrebbero desiderato che io le portassi in una boutique e le comprassi dei vestiti meravigliosi…-
-E’ per questo che hai scelto me,no?-
-Eh già- rispose baciandomi

Mi avviai nel luogo di cui mi aveva dato l’indirizzo.Non avrei mai chiesto a nessun altro un appuntamento del genere,ma sapendo che lui era un mago e che aveva i poteri necessari per realizzare quel mio sogno,avevo deciso di approfittarne.
Se pure dovevo ballare,potevo scegliere quale ballo fare!
Camminavo nel boschetto,creato da Pierre apposta per me e mi sentivo come una principessa.
Indossavo un mini abito formato da un bustino stretto e una gonna larga,ma che non arrivava nemmeno al ginocchio.Era di colore nero,decorato da disegni realizzati con il velluto.Al centro del corpetto c’era un fiocco impreziosito da un pendente.
Per impreziosire quell’abito ancora di più,avevo indossato un paio di calze nero di merletto.
Finalmente scorsi una luce tra le foglie degli alberi e corsi veloce in quella direzione.In una radura circolare, circondata da alte querce che ne tracciavano la circonferenza, Pierre mi stava aspettando.
Aveva posizionato un tavolo ben apparecchiato e due sedie.L’ambiente appariva davvero incantato!
Nella foresta regnava un religioso silenzio e riuscivo sentire il profumo dell’erba.
Un centinaio di lucciole ci attorniavano, rendendo quel posto ancora più magnifico.
Mi sedetti davanti a lui e mangiai la cena, senza togliergli gli occhi un attimo da dosso. Sembrava di vivere la favola più bella di sempre…e come ogni favola che si rispetti si concluse con un lungo e appassionato bacio.
Facemmo anche una foto per ricordarci quella giornata!Dietro la fotografia scrissi questo:

L’ha mai osservata la brughiera, Isabella? E’ tormentata dai venti, dalle tempeste, dai ghiacci dell’inverno, eppure l’erica resiste, rimane attaccata alla sua terra sempre e comunque, non la tradisce mai, non l’abbandona per rifiorire in posti più tranquilli, le sue radici non muoiono, sanno che il loro destino è legato alla brughiera,anche se aspra e ostile, ma l’amano così com’è, senza riserve.Avevo sempre pensato all’amore,come un sentimento così. Un’ emozione meravigliosa,ma troppo lontana. Si legge nei libri,si guarda nei film e si respira nelle canzoni,ma non esiste nella vita reale. Eppure stasera ho cambiato idea,quando ho visto il modo in cui Pierre mi guarda. Sembra proprio quell’erica tanto innamorata della sua brughiera,ma questa è alla sua altezza?Ho il diritto io,per la fame di potere, di distruggere un sentimento così profondo?

Allora in questo capitolo è comparsa una Chocola molto diversa da quel del manga e dell’ anime.Mentre possiamo notare la sua grinta nella prima parte,notiamo anche il romanticismo e la voglia di leggere nella seconda.Dovete pensare però che Chocola ha ricevuto un’educazione diversa qui.Mentre nell’anime era cresciuta dal nonno,qui è stata educata dalle migliori tate,nelle grandi biblioteche del Palazzo degli Orchi,quasi in assoluta solitudine.
Spero vi piaccia questo cambiamento.
L’ultima parte è stata scritta in parte da me e in parte da Emile Bronte nel libro Cime Tempestose(che ho ripreso a leggere…).
Mi sembra di non dover dire più nulla…ok grazie e ciao! Uh dimenticavo la fotpo del vestito di Chocola: http://3.bp.blogspot.com/_B0jEsyAqvGg/TNLURDA64jI/AAAAAAAAAiw/sfHvvuzGp1g/s1600/stock_dress_hellbunny_petal_1.jpg

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Capitolo 7
*** Famiglia ***


La domenica uscii presto di casa. Mentre percorrevo la strada che mi separava dal luogo della mia destinazione, ripensavo alla ragione per cui mi recavo lì. Sentivo nelle mie orecchie il dolce suono delle parole di Pierre,che con gentilezza mi invitava a casa sua.
-E’ l’unico giorno che possiamo trascorrere insieme. Così potrai conoscere anche i miei amici-aveva detto, guardandomi con i suoi dolci occhi.
Ed io avevo finito per accettare, dimenticando tutti i rischi che avrei corso in quella casa.
Così, soggiogata dallo stesso incantesimo, ora mi apprestavo ad avventurarmi nella tana del lupo ripetendomi che sarebbe andato tutto bene.
Bussai alla porta e attesi sulla soglia. La porta si aprì dopo un minuto, lasciando trasparire un ambiente semplice,ma molto accogliente. Entrai e osservai l’arredamento rustico e umile,così diverso da quello della mia casa e ne rimasi colpita. Mi sembrava di essere in una ospitale locanda di Extramondo. Riuscivo persino a sentire l’odore della birra e il calore che quel locale emanava.
Ricordavo che sgattaiolavo sempre dentro quei luoghi quando mi sentivo sola…
-Benvenuta a casa nostra…so che potrebbe sembrare un po’ umile,ma questa è quella di nostro zio. -si scusò Vanilla
-No è perfetta.- dissi io.
-Pierre verrà tra poco.-mi annunciò lei.
-Certo.-dissi e mi sedetti su un grande divano posto al centro della stanza.
Il primo ad arrivare però non fu il mio fidanzato,ma il suo stravagante amico Houx.
Appena mi vide, si sedette accanto a me e cominciò a scrutarmi. Sopportai il suo sguardo indagatore soltanto per pochi secondi, dopo di che gli gridai:-Che cos’hai da guardare?-
-Scusami hai ragione…non è cortese!Ma volevo capire come hai fatto a conquistare Pierre…-
-Non è possibile che lui si sia innamorato e basta?-
-Non offenderti,ma gli hanno fatto la corte ragazze molto più carine di te…e anche meno permalose di te.-
-Houx smettila!-intervenne Vanilla-Io la trovo molto carina e simpatica…mi piace molto!E poi è tremendamente scortese rivolgersi così alle persone-
Il ragazzo si stese sul cuscino del divano e sbuffò.Allora io sorrisi alla dolce ragazza dai capelli biondi e lei lo ricambiò.
Finalmente Pierre arrivò e dopo avermi osservato, si avvicinò a me e mi baciò, felice di vedermi.
Mentre mi abbracciava notò la catenina che circondava il mio collo.
-Che cos’è?-mi chiese prendendo in mano il ciondolo lavorato di quel medaglione.
-Ah sì è stato un regalo della mia tata…-dissi guardando quell’oggetto a me caro.
-Gli eri molto affezionata,vero?Si vede da come osservi questa collana.-
-Sì è stata come una madre per me finché mio padre non l’ha licenziata…-
-E tua madre?-mi chiese Houx curioso.
-E’ morta quando ero piccola…-
-Che storia triste!-sussurrò Vanilla sinceramente toccata da quelle mie parole.
-Oh non lo è…lei è sempre con me,lo so-sussurrai felice.
Pierre continuò ad osservare il ciondolo notando la scritta sopra intagliata.
-Qui c’è scritto “Sii il cambiamento”-
Osservai quella scritta e i miei occhi si fecero lucidi.
-Tutto bene?-
-Si-sussurrai ingoiando il groppo che avevo in gola e spazzando via quei ricordi dalla mia mente.

Trascorsi il resto della giornata in compagnia di quella famiglia e inaspettatamente mi divertii molto. Mi sentivo invasa da un calore che non avevo mai avvertito.
Così quando uscii dalla loro casa e mi incamminai lentamente nella notte fredda, cominciai a sentirmi vuota. Corsi più che potevo e raggiunsi la mia casa, dove dopo aver risposto evasivamente alle domande della servitù e di Saule, riuscii a salire le scale e ad entrare nella mia stanza preferita.
Era un ambiente circolare e piuttosto piccolo che conteneva una biblioteca. I muri erano completamente coperti da scaffali pieni di libri e lasciavano libero solo un piccolo rettangolo.
Qui c’era un grande camino antico e sopra di esso vi era uno splendido ritratto.
Una donna dai capelli corti e viola,gli occhi color nocciola e un aria elegante rappresentavano mia madre.
Mi sedetti sulla grande poltrona barocca che era posizionata vicino al camino acceso e lo osservai con attenzione. Ero, infatti, solita rifugiarmi in quel luogo a parlare con mia madre ogni qual volta mi sentivo triste o avevo bisogno di un consiglio.
-Mamma…ho bisogno di un consiglio…-sussurrai- oggi sono stata a casa di Pierre,lui è il principe di Extramondo e quindi è il mio bersaglio. L’ho sedotto e quando il suo cristallo del cuore sarà rosso, glielo toglierò uccidendolo. Così potrò diventare regina e realizzare il mio sogno!
Ti chiederai quale è il problema…ed ora te lo spiego. Il fatto è che lui mi ama ed io con lui sto bene, oltre al fatto che la sua famiglia è adorabile e mi fa sentire a mio agio,trasmettendomi un amore che qui tra gli Orchi non ho mai avuto. Ho paura che mi mancherebbe molto se lo lasciassi…insomma ho paura di amarlo!E’ vero che gli Orchi non possono amare,vero?E allora perché sono così felice quando mi bacia e mi tratta come se fossi la cosa più preziosa al mondo?Sarà perché questo mio freddo cuore ha bisogno di amore,come questo corpo infreddolito necessita del calore del fuoco?
E allora è giusto spegnere una cosa che ti fa stare così bene?-
Dopo aver concluso il mio monologo, appoggiai la testa sul bracciolo della poltrona e mi addormentai.

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Capitolo 8
*** La regina degli Orchi ***


Eravamo fuori alle mura del grande Palazzo di Extramondo. Il cielo era scuro e solo la luce della luna ci illuminava, mentre io e mio fratello ci guardavamo ripassando a mente il piano.
Nostro padre ci aveva rivelato che un Orco,catturato dalle guardie di Extramondo, aveva confessato alcuni nostri piani.
Il nostro compito era quello di capire che cosa aveva spifferato ed evitare che dicesse altro.
Ci introducemmo con molta cautela nelle segrete del Palazzo. Una volta qui, Saule aprì la porta d’acciaio con la magia e la chiuse appena superammo la soglia.
Prima che l’uomo potesse gridare, mio fratello allungò il braccio e il corpo del traditore venne legato da una corda.
-Ti conviene dirci quello che hai spifferato,sporco traditore!-gli gridò
L’uomo spostò lo sguardo da me a Saule più volte e solo a questo punto rispose:-Sì ho raccontato alla Regina il piano della tua stupida sorellina-
Quelle parole mi raggelarono il sangue nelle vene. Aveva raccontato il mio piano?Ora Pierre avrebbe conosciuto la mia vera identità?
La rabbia mi invase e mi scagliai contro quel verme. Corsi contro di lui e lo afferrai per il colletto della camicia.
-Che cosa gli hai detto?-gli gridai.
-Ho già risposto-
-Quali sono state le parole esatte?Me le dici o devo ucciderti?-
Lui mi guardò e capì dal mio sguardo infuriato che facevo sul serio.
-Ho detto che la principessa degli Orchi si è infiltrata sulla Terra e sta cercando di uccidere il principe Pierre-
Lo lasciai andare e mi allontanai terrorizzata dalla paura. Mi lasciai cadere a terra con le mani sul viso.
-Aspetta-sussurrò mio fratello dopo una lunga riflessione-Potrebbe esserci una possibilità-
-Gli ha detto chi è la principessa degli Orchi?-
Aveva ragione!Se,per un fortunato caso del destino, lui non avesse detto che ero io la nemica, sarebbe andato tutto bene. Attesi che quell’uomo rispondesse alla domanda con i nervi a fior di pelle. Le mie mani tremarono fin quando l’uomo non rispose “no”.
Finalmente risollevata, mi alzai e mi avvicinai a mio fratello.
-Certo non ho rivelato la tua identità fino ad adesso. Ma se ora mi libererete, sarete certi che non dirò nulla. -suggerì lui con voce suadente
-Oh tranquillo,non ce ne sarà il bisogno-rispose Saule fissandomi.
Capii all’istante a cosa si riferiva e per questo gli rivolsi uno sguardo terrorizzato.
-No Saule…non credo che sia così necessario -gli dissi.
-Invece sì-esclamò avvicinandosi e mettendo le mani sul collo di quell’uomo.
A quel punto anche lui capì le nostre intenzioni e dopo avermi guardato a lungo,mi disse con assoluta calma:
-Uccidermi non risolverà nulla.Ti scoprirà comunque,piccola bastarda!Questa stupida cotta ti ucciderà-
Infuriata a causa di quelle parole gli corsi incontro e misi la mia mano su quella di mio fratello.
Stringemmo forte emanando una magia velenosa che in pochi secondi lo avrebbe ucciso.
Guardavo gli occhi dell’uomo che pian piano si spegnevano e prima che lui morisse sul serio, io mi ritrovai a terra priva di conoscenza. Quella visione così macabra mi aveva terrorizzato!
In quel tremendo dormiveglia udivo delle voci e una terribile risata sadica.
-Guarda Chocola…Guarda!Ti ho detto di guardare!-gridava la voce spettrale.
Mi alzai da terra e mi ritrovai in una dimensione parallela. Ero circondata dalle tenebre e riuscivo a distinguere solo tre sagome lontane.
Glace teneva stretta tra le braccia una donna bionda,dagli occhi celesti. Questa tremava già preannunciando ciò che di lì a poco le sarebbe accaduto. Alla scena assisteva una piccola bambina dai capelli rossi e le iridi smeraldo pieni di lacrime.
-Guardala la tua stupida tata che fine fa!Volevi cambiare il mondo?Volevi cambiarla?Lei è la principessa degli Orchi e non può essere “buona”-gridò.
Poi lasciò andare il suo corpo e lo colpì con un potente incantesimo. Le sue grida risuonarono nelle mie orecchie facendomi sentire male.
E per fortuna quell’incubo finì e mi ritrovai nel letto della mia stanza. Accanto a me c’era mio fratello che mi guardava con aria preoccupata.
-Chocola come stai?Dopo aver ucciso quell’uomo sei svenuta e finché non ti ho portato qui non hai fatto che tremare e agitarti-mi spiegò.
Ripensai a ciò che avevo visto e d’istinto cercai di toccare il medaglione,ma non lo trovai.
-Saule…Saule non ho più il ciondolo!!Non l’avrò perso nel Palazzo,vero?-chiesi spaventata.
-No, quando me ne sono andato ho controllato e non c’era nulla. L’avrai perso a casa di Pierre-
-Possibile-
-Adesso riposati-mi disse rimboccandomi le coperte ed avvicinandosi alla porta.
-Saule,è impossibile che Pierre scopra la mia identità,vero?-
-Chocola,lui è innamorato di te e per questo sarai sempre l’ultima a cui penserà. Però da oggi dobbiamo fare ancora più attenzione ora,intesi?-
Annuii e stesi la mia testa sul cuscino. Quando lui spense la luce mi addormentai.

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Capitolo 9
*** Sospetti ***


Il giorno seguente andai a scuola leggermente preoccupata. Misuravo ogni passo con cura, temendo che Pierre potesse capire qualcosa o (peggio) che sapesse già tutto. E invece per fortuna i miei oscuri presagi furono inutili e il mio fidanzato mi trattò esattamente come sempre. Inizialmente continuai ad essere un po’ turbata,ma quando notai che i suoi splendidi occhi non erano oscurati da alcuna nuvola di sospetto, riuscii a calmarmi.
Notai comunque che spesso rivolgeva occhiate confuse nel cortile. I suoi occhi squadravano i volti di tutte le ragazze cercando di leggervi qualcosa. Vedendo questo gesto capii tutto.
Lui sapeva, era stato informato che sulla Terra c’era qualcuno con il compito di ucciderlo e cercava di capire chi fosse. Si guardava intorno prudente, senza sapere che l’assassina era proprio accanto a lui. Era colei che gli stringeva la mano, la ragazza che stava baciando, la persona per cui avrebbe fatto di tutto…
Non lo sapeva e non avrebbe dovuto saperlo,mai!
Pensando a queste cose mi venne in mente ciò che era accaduto la notte prima.
-Pierre,hai per caso trovato il mio medaglione a casa tua?-chiesi
-No…non c’è!L’hai perso?Se vuoi ti aiuto a cercarlo…-
-No…sicuramente devo guardare meglio a casa.-
Quel ciondolo era per me una grande preoccupazione poiché era l’unica prova della mia colpevolezza. Solo quell’oggetto poteva incastrarmi.
Ma forse aveva ragione Saule : il ciondolo era caduto mentre lui mi trasportava in volo. Sicuramente caduto in qualche paese di Extramondo, era stato raccolto da qualche bambina o da qualche ragazzo che lo aveva donato alla sua amorosa per fare colpo.
Non dovevo più preoccuparmene, dovevo spendere le mie energie per mantenere ancora la mia identità segreta.
Quel giorno Pierre dopo avermi salutato mi invitò nuovamente a casa sua.
-Che ne dici di trascorrere Halloween con me?Non hai alcun impegno,vero?Avevo intenzione di dare una festa…potresti invitare anche tuo fratello.-
-Certo.- mi limitai a rispondere.
Ed ecco che era accaduto di nuovo!Quegli occhi da favola mi avevano ipnotizzato di nuovo facendomi dimenticare tutto il resto. Mi avevano fatto trascurare un particolare piuttosto importante.
Mentre percorrevo la strada per tornare a casa, non facevo che pensarci.
Ogni anno avevo trascorso il giorno di Halloween insieme alle mie due amiche. Ci divertivamo a spaventare i bambini in molte città della Terra e a volte anche gli adulti. Avevo già preparato un meraviglioso vestito da sposa fantasma, ma questo invito mi aveva completamente scombussolato.
Non sapevo più cosa volevo fare. Forse certe cose non mi divertivano più, forse la compagnia di Pierre mi stava cambiando…questo non lo sapevo.
Se c’era qualcosa di cui però ero sicura, era che le ragazze non l’avrebbero presa bene.
Aprii la porta di casa e vi entrai. Nel corridoio incontrai mio fratello e gli rivolsi l’invito che Pierre gli aveva fatto, seppur indirettamente.
-Allora ci andrai?-gli chiesi.
Lui alzò le spalle e si allontanò pensieroso e distratto come sempre.
Salii le scale, decisa a risolvere il problema il prima possibile. Come sempre colpii lo specchio e le mie due amiche comparvero all’interno di quello.
-Chocola che cosa c’è?-
-Già ti vedo preoccupata-
-Ragazze io non posso venire con voi domani sera.-
-E perché?-chiesero deluse.
-Pierre mi ha invitato a casa sua e devo andarci. Il piano è più importante di tutto,no?-
Le due ragazze mossero le loro teste in segno di disapprovazione.
-Il piano o lui?-
-Chocola,basta!Non siamo sciocche!Tu ti sei innamorata di lui…-
Mi alzai dal letto su cui ero seduta e strinsi i pugni. Ero già abbastanza confusa, senza che loro mi facessero la predica!
-No…cavolo!Non mi sono innamorata di Pierre!-gridai arrabbiata.
-Dimostralo!-
-Rinuncia alla serata con lui-aggiunse Julienne con sguardo provocatorio.
-Consideratelo già fatto-risposi.
-Ah questa è la ragazza che conosciamo…domani ci divertiremo-dissero e la loro immagine si dissolse nel nulla.
Mi stesi sul letto pensierosa. Certo il problema era risolto e ora non restava che annunciarlo a Pierre e resistere al suo sguardo deluso.

Scusate il capitolo è breve e anche abbastanza insignificante,ma ieri sono tornata all’1:30 e ora ho un po’ sonno. Pace e amore a tutti …bye!

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Capitolo 10
*** Halloween - Parte 1 ***


[POV Saule]
Bussai alla porta e aspettai sulla soglia insieme alla mia ragazza. Pierre ci aprì la porta e ci diede il benvenuto.
-Chocola non è con te?-chiesi sorpreso di non trovare mia sorella attaccata al suo braccio, come di consueto.
-No…ha detto che non poteva venire, perché aveva promesso alle sue amiche di trascorrere la serata con loro-
Pensai a chi potessero essere e subito ricordai le due spregevoli streghe,che Chocola considerava sue amiche. Ma io non le avevo proibito di vederle,già da molto tempo? Strinsi i denti e indietreggiai, pronto ad uscire dalla porta. Yurika però mi trattenne, lanciandomi un’occhiataccia.
-Tua sorella è adulta e vaccinata!- disse a bassa voce
Ed io fui costretto a restare lì impotente. L’unica cosa che potevo fare era sperare che non si cacciasse nei guai.

[POV Chocola]
Avevo impiegato molto tempo per prepararmi,ma alla fine mi sentii soddisfatta dal risultato.Avevo i capelli scuri sciolti disordinatamente e il trucco pesante che avevo usato mi conferiva un aria ancora più spettrale.
Ma il vero tocco di classe era l'abito: il corpetto bianco era decorato da perline bianche e la grande gonna celeste era decorata dettagli color turchese.
Camminavo insieme alle mie amiche, che si guardavano intorno cercando una vittima. Loro avevano già fatto numerosi scherzi e sentivo che prima o poi sarebbe toccato a me. Fino a quel momento avevo rinunciato alle loro offerte, affermando che mi sarei divertita di più a guardarle.
Non riuscivo a non pensare al luogo in cui sarei dovuta essere. Le domande si impossessavano della mia mente: Si staranno divertendo?Pierre starà sentendo la mia mancanza? Saule ci sarà andato?
Mentre cercavo di scacciare questi pensieri dalla testa, Julienne richiamò la mia attenzione.
-Abbiamo trovato lo scherzo perfetto per te!-
-Davvero?-chiesi sorpresa.
-Abbiamo capito che volevi fare qualcosa di grande e l'abbiamo trovato-
-Ah cosa?-
Mi indicarono un ragazzo poco lontano da noi, che camminava per strada distrattamente.A questo punto Melisse mi spiegò il piano:-Noi faremo comparire la nebbia,questa lo avvolgerà.Mentre cercherà di orientarsi,troverà te stesa a terra e bisognosa d'aiuto. Lui ti aiuterà ad alzarti e tu lo bacerai. A quel punto sparirai e ti materializzerai dietro di lui. Credendo che tu sia un fantasma correrà vai urlando!-
Le loro espressioni divertite già preannunciavano la vittoria. Fu inutile cercare di ribellarmi e dopo pochi minuti fu messo in atto lo scherzo.
Una fitta nebbia venne distribuita nell'intera strada ed io mi sdraiai a terra. In quel silenzio spettrale riuscivo solo ad udire i passi incerti del ragazzo, che cercava di farsi strada in quella bruma.
Più li sentivo vicini, più tremavo. Improvvisamente ascoltai la sua voce. Il suo timbro acuto ruppe il silenzio, riportando la vita in quel paesaggio lugubre e tetro.
-Ha bisogno di una mano?-mi chiese guardandomi preoccupato
Lo fissai senza dire una parola, sperando che i miei occhi vedi lo ipnotizzassero.
Lui mi afferrò le braccia e mi aiutò a rialzarmi. Adesso cosa dovevo fare?Ah sì baciarlo!
Lo guardai a lungo e solo alla fine mi avvicinai per baciarlo. Poggiai le mie labbra sulle sue e lo baciai con trasporto. Il ragazzo in un primo momento restò fermo come un tronco, poi mi attirò a sé e ricambiò il bacio.
A questo punto sparii e si ritrovò ad abbracciare la nebbia. Si voltò sorpreso e mi cercò con lo sguardo e ,come stabilito, apparii alle sue spalle. La sua reazione è facilmente immaginabile: gridò e fuggì.
-Wow sei stata davvero brava!-si complimentarono le mie amiche- Che ne dici di festeggiare andando a bere qualcosa?-
Normalmente avrei rifiutato l'invito, ma in quel momento sentivo di aver bisogno di una distrazione. Infatti da quando avevo baciato quell'individuo, sentivo una strana sensazione nello stomaco.Il senso di colpa.
Il mio cervello non faceva che ripetermi che quello era un vero e proprio tradimento. Il fatto di aver tradito Pierre mi faceva stare davvero male e per stare meglio non c'era niente di meglio dell'alcol.
Annuii e andammo in un bar vicino,dove ci sedemmo e bevemmo champagne per più di un'ora.
Mentre mandavo giù quello che restava del mio secondo bicchiere, Julienne ci propose un ultimo scherzo.
-Che ne dite se l'ultimo lo facessimo a casa di Pierre?-chiese rivolgendomi lo sguardo malizioso.
-No-dissi io.-E' troppo rischioso...se mi riconoscesse sarei nei casini-
Nonostante fossi caparbia, le loro parole unite ai due bicchieri di Champagne che avevo bevuto riuscirono a convincermi a mostrargli quale era la casa.
E anche a farmi coinvolgermi nel piano.

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Capitolo 11
*** Halloween - Parte 2 ***


-Chocola è semplice!Noi spegneremo la luce e tu ti lancerai dentro. Tutti grideranno e tu andrai via-
-E’ semplice,ma rischioso. Se Pierre mi scoprisse…-
-Ti lascerebbe?E’ questo il problema?-
Lanciai un’occhiataccia ad entrambe e strinsi i pugni arrabbiata.
-Fatemi indovinare…per farmi credere devo partecipare allo scherzo,non è vero?-
Loro annuirono. Sospirai e volai sul tetto della casa. C’era una finestra aperta e da lì mi introdussi nella casa. Tutte le stanze erano vuote e buie, eccetto il salone. Mi appoggiai alla porta e con un semplice schiocco delle dita riuscii a far andare via la luce. Il chiacchiericcio sommesso, che si diffuse nella sala, servì a farmi sgattaiolare dentro senza che nessuno mi sentisse. Mi posizionai al centro del salone e feci illuminare il mio vestito. Il suo bagliore si diffuse nella stanza e fece gridare tutti. In quel momento accadde qualcosa però che non avevo, di certo, previsto. A Pierre non era ,naturalmente, piaciuto il nostro scherzetto e aveva intenzione di scoprirne il colpevole.
Lui era un mago e poteva illuminare nuovamente la stanza, svelando la mia identità e rovinandomi per sempre. Mi guardai intorno cercando una scappatoia o un luogo in cui nascondermi, ma non ne vidi nessuna. Allora tremante attesi che la luce riapparisse e la mia fine arrivasse.
Improvvisamente però una coltre di nebbia mi circondò e in men che non si dica mi ritrovai fuori.
Mi ero materializzata all’esterno della casa,davanti agli occhi increduli delle mie amiche.
Dopo aver superato la sorpresa iniziale, mi accorsi che vi era un'altra persona accanto a me e capii che era a lui che dovevo la mia copertura. Guardai il suo viso furioso ed abbassai lo sguardo pieno di vergogna.
Sì ero stata un’irresponsabile,ne ero più che consapevole. Mi meritavo qualsiasi biasimo e punizione,ma in quel momento la mia unica preoccupazione era accertarmi che nessuno mi avesse riconosciuto.
-Voi sparite all’istante-gridò mio fratello alle due ragazze accanto a me.
Loro in silenzio se ne andarono subito, lasciandomi lì con lui.
-Non ti avevo detto di non frequentarle più?-mi chiese rimproverandomi.
-Ma…-
-Ma che cosa?Devi ubbidirmi…-disse arrabbiato.
Improvvisamente si fermò e mi guardò fisso.
-Ma tu hai bevuto?-mi chiese perplesso.
-Un po’ sì…cioè meno del solito-mi giustificai,ma non funzionò perché Saule continuava a guardarmi fuori di sé per la rabbia.
-Lo so…ho fatto un casino-conclusi amaramente.
-Andiamo a vedere se questo è vero-mi disse circondandomi con le braccia ed accompagnandomi all’interno della casa. Con un incantesimo Saule ci aveva resi invisibili e per questo potemmo cercare Pierre con tutta calma nelle varie sale.
Lo trovammo,finalmente, nella sua camera. Era seduto sul letto a braccia conserte e circondato da sua sorella e dal suo amico,che lo osservavano in attesa di sentire le sue parole.
Anche noi ci fermammo sulla soglia e attendemmo che esprimesse i suoi sospetti.
-Ragazzi,avete visto ciò che è accaduto prima ed è inutile dire che è stata la principessa degli Orchi a realizzarlo. Ed è quindi scontata la sua identità adesso…-disse.
Tremai e ingoiai a fatica il groppo che mi era venuto in gola.
Lui si morse il labbro e disse il nome della sovrana dell’oscurità.
-Yurika-
-Yurika?-chiese Vanilla anticipando la mia domanda.
-Sì non ci sono dubbi! Prima di tutto, perché appena la nebbia è scomparsa l’unica ad essere in quel punto era lei. Inoltre è fidanzata con il ragazzo più popolare della scuola ed ho notato che ogni volta che camminano insieme fanno sempre comparire molti noir. E sono sempre stato convinto che sia stata lei a chiudere me e Chocola negli spogliatoi.-
Guardai Saule e notai sul suo viso un'espressione divertita e a quel punto anche io mi rilassai. Gli strinsi la mano e lui ci teletrasportò di nuovo alla Reggia. Giunti in un posto al sicuro scoppiammo in una grossa risata.
Sì avevamo corso un grande rischio, ma alla fine l'avevamo scampata e questa era la cosa importante.


Sì lo so cosa state pensando: Pierre è un cretino! Ma dal prossimo capitolo tutto sarà più interessante.Ho infatti deciso di sorvolare i loro amoreggiamenti e giungere direttamente al punto in cui Pierre scopre tutto...tranquilli per l'amore ci sarà posto anche dopo,ma ora è il momento di infondere realismo alla storia.

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Capitolo 12
*** Scoperte ***


E i mesi passarono velocemente. Man mano che le settimane volavano, io e Pierre ci affezionavamo sempre di più l’uno all’altro e per me era sempre più dura pensare che tutto ciò sarebbe terminato presto. Sì, perchè sapevo che prima o poi avrei dovuto ucciderlo e non facevo che rimandare quell’istante di giorno in giorno. Mentivo a me stessa, cercando di ignorare il fatto che non avrei mai avuto il coraggio di ucciderlo. Frequentavo la sua casa sempre più spesso e mi ero affezionata a tutti coloro che vivevano lì. Ero diventata amica della dolce Vanilla, avevo imparato a rispondere per le rime ad Houx e persino il loro “zio” Robin si era affezionato a me. Diceva, infatti ,che gli ricordavo una sua compagna di infanzia, mentre per me era diventato il ritratto del padre perfetto.*
Ormai ero una di loro…lo sentivo. E fu per questo che quando scoprirono la mia identità si sentirono traditi.
[POV PIERRE ]
Era arrivata la primavera. Ero appena tornato da una passeggiata per i prati con Chocola. Avevamo camminato, beandoci del calore del sole che finalmente riscaldava l’aria. O meglio a me era piaciuto,mentre la mia ragazza mi aveva confessato di odiare il caldo in quanto aveva vissuto per anni in un luogo molto freddo. Mi ero seduto sul divano e stavo parlando con Houx, quando Robin entrò nella sala. Il suo sguardo allarmato mi sorprese,ma non ebbi il tempo di chiedergli cosa fosse accaduto in quanto me lo spiegò lui con voce ansiosa:
-Pierre,hanno trovato un oggetto che potrebbe identificare l’omicida dell’Orco che avevamo interrogato…-
Non fu necessario che dicesse altro : ero già in piedi,pronto a seguirlo su Extramondo. Ed infatti dopo pochi minuti ero nell’ umida cella, aspettando che mi portassero l’oggetto così importante.
Appena lo vidi,mi venne un brivido. Era un medaglione d’oro,troppo simile a quello di Chocola…
Tuttavia nella mia testa una frase si ripeteva con insistenza: -Non può essere-
Afferrai con mani tremanti il ciondolo e lo girai, pregando che non vi fossero scritte quelle parole.
Ma a quanto pare il fato era contro di me, perché la frase “Sii il cambiamento” era incisa sul retro.
-Che cosa c’è?Sai a chi appartiene?-mi chiese Robin, avendo notato la mia agitazione.
-E’ di Chocola-
-Pierre,è possibile che gli Orchi glielo abbiano rubato e messo qui apposta…-sussurrò
-E allora perché io non ci ho pensato?Perchè io l’ho considerata già colpevole?-lo interruppi furioso
Buttai a terra quella catenella furioso e dopo aver gridato “Che dovevo sapere” volai via.
Mentre attraversavo il cielo scuro di Extramondo, sembrava che ogni tassello stesse andando al suo posto. Parole,a cui non avevo mai dato un significato, ora mi sembravano delle prove inconfutabili.
Più metri percorrevo, più convincevo che Chocola era la regina degli Orchi e che io ero stato un vero idiota a non accorgermene. Mi immersi nell’oscurità della Foresta Zenzero e camminai lentamente nei sentieri. Cosa cercavo? Una prova della sua innocenza?Speravo di vederla inginocchiarsi ai miei piedi per chiedermi perdono? E in quel caso cosa avrei fatto?
Camminavo stravolto,facendomi strada tra gli alberi che erano tutti uguali. Quando realizzai di essermi perso,mi sedetti ai piedi di un albero con le mani davanti al volto. Ero disperato, quando udii la sua voce. Non era l’unica a parlare e sembrava che stessero discutendo. Mi alzai di scatto e corsi nel luogo da cui provenivano quelle voci. Camminavo veloce,mentre gli animali al mio passaggio fuggivano veloci. Mi fermai solo quando fui a qualche metro di distanza da loro. Mi nascosi dietro un cespuglio in modo che riuscissi a vederle ed ad udirle,senza che loro potessero fare lo stesso con me. Osservai Chocola discutere con due ragazze molto eleganti : una aveva i capelli corti viola, l’altra aveva una chioma più lunga fucsia.
-Chocola…noi ci siamo scocciate-dissero-quando hai intenzione di mettere in atto il tuo piano?-
-Ho bisogno di un altro po’ di tempo…insomma è impegnativo uccidere una persona-si giustificò lei con lo sguardo basso.
-Sei la principessa degli Orchi…dovresti esserci abituata-
Stranamente quelle parole non mi fecero alcuno effetto,forse perché per me quella era una certezza.
Furono le seguenti a colpirmi e a ferirmi tanto da costringermi ad odiarla.
-Solitamente è Saule che fa il lavoro sporco…-
-Mentre tu cosa fai?Ti porti a letto il principe?-chiese una delle due con tono provocatorio.
-Ma lui non è una persona come le altre,giusto?-aggiunse l’altra con maggiore enfasi.
-La smettete?Io non lo amo-gridò stringendo i pugni-non lo amo adesso,non lo amavo prima e non lo amerò mai!Non è altro che uno stupido ragazzo snob idiota-
Come avrei mai potuto non offendermi?Mi alzai ed uscii dal mio nascondiglio. Quando Chocola mi vide sbiancò e le altre due ragazze scapparono.


* = padre perfetto?Ma scherziamo? Come si vede che l’unico padre che ha conosciuto è stato Glace.

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Capitolo 13
*** La rabbia di Pierre ***


[Pov Chocola]

Guardai il suo viso sconvolto ed evitai di chiedergli se mi aveva ascoltato,in quanto la risposta era al quanto scontata. Mi sentii subito malissimo,dato che la maggior parte di quelle cose non le pensavo. Mi avvicinai a lui dispiaciuta, per chiedergli scusa. Avevo lo sguardo basso mentre sussurravo le parole "Mi dispiace". Ma appena sentì il suono di quelle parole,Pierre si voltò e mi guardò con uno sguardo furioso.

-Zitta!Stai zitta!Non voglio sentire nemmeno una parola...Tanto io non sono altro che uno stupido snob,non è forse così?-gridò.

Ingoiai il groppo che mi era venuto in gola,tenendo sempre lo sguardo basso.Questa cosa, a quanto pare, lo irritò moltissimo. Mi afferrò il mento con le mani e violentemente lo tirò su.

-Devi guardarmi quando ti parlo,hai capito?-

Osservò il mio viso,che gli era stato così caro e il suo sguardo mutò: ora non era più furioso ma disperato.

-Perché? Perché lo hai fatto?Io per te avrei abbandonato tutto...anche il regno!-

-E' una questione di priorità. Tu avresti lasciato il regno per l'amore ed io mi sono privata dell'amore per ottenere il potere-risposi arrogante.

-E' diverso!Io non ho imbrogliato nessuno, né ho cercato di ucciderti... perché era questo che avresti fatto se non ti avessi scoperto,vero?-

Annuii con aria colpevole.Lui si allontanò stravolto e si sedette ai piedi di un albero con le mani sul viso.

Restammo così per una decina di minuti: io in piedi nella foresta e lui seduto ai piedi della guercia.

Improvvisamente si alzò e mi disse:-Allora volevi uccidermi?Benissimo...vediamo chi ci riuscirà per primo-

E con uno sguardo assassino mi lanciò un attacco, prima che potessi comprendere bene il significato delle sue parole.

Per fortuna riuscii a schivarlo e a correre dietro al tronco di un grosso faggio. Qui mi fermai un attimo per riprendere fiato. Quando tornai da Pierre cominciò una terribile battaglia : i suoi colpi accompagnati da pesanti insulti si alternavano velocemente ed io a fatica riuscivo a difendermi. Dopo una ventina di minuti, mi sentii sfinita e avvertii che non avrei più potuto resistere a lungo. E infatti un colpo- che tra l'altro non era nemmeno molto potente- riuscì a prendermi in pieno e a gettarmi in un laghetto vicino.

In pochi secondi,senza nemmeno rendermene conto, mi ritrovai nell'acqua gelida a combattere per vivere.

Agitavo le braccia,nuotavo e annaspavo,ma ogni qual volta riuscivo a salire a galla precipitavo nuovamente giù. Le forze cominciarono a mancarmi e un pensiero mi spinse a lasciarmi andare.

-Perchè dovrei vivere?-mi chiedevo.

Avevo perso tutto e molto probabilmente sarebbe stato mio padre ad uccidermi, quando sarei tornata a casa. La morte,in effetti,sarebbe stata una giusta punizione per il male che avevo fatto a Pierre e,ne ero certa, nessuno avrebbe sentito la mia mancanza. Fu così che smisi di nuotare e cominciai a bere molta acqua.

Chiusi gli occhi con la certezza che nessuno sarebbe venuto a salvarmi. Eppure un corpo spuntato dal nulla,mi fece comprendere che su questo punto mi sbagliavo : c'era qualcuno disposto a salvarmi!

Questa persona nuotò fino a me e dopo avermi afferrato, mi riportò a riva. Mi adagiò dolcemente sull'erba e si piegò su di me.

-Chocola ti prego rispondimi-sussurrò con voce preoccupata.

Appoggiò le sue labbra sulle mie e spinse aria nella mia bocca. Ripeté questa operazione varie volte, fin quando non cominciai a tossire e ad espellere tutta l'acqua che avevo bevuto.

Mi osservò un attimo e poi si alzò.

Lo osservai, mentre si allontanava a grandi passi da me e solo allora capii quanto contava per me.

Eh sì, era proprio vero che " le persone le apprezziamo solo nell'attimo in cui le vediamo andare via"

In quanti libri avevo letto quella frase?Peccato che le protagoniste di quei "romanzetti rosa" avevano sempre il loro lieto fine ed io lo avrei avuto?

La frase "Pierre non lasciarmi" restò sulle mie labbra e si sciolse lasciandomi un gusto amaro in bocca.

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Capitolo 14
*** E' finita ***


[POV PIERRE]
Camminavo sulla strada di casa confuso e pensieroso. Meditavo, infatti, sullo strano comportamento che avevo avuto con Chocola. Prima mi ero scagliato su di lei come un pazzo e l’avevo gettata in acqua. Poi appena avevo notato che non riusciva a salire, ero corso in suo aiuto.
Era un comportamento contraddittorio e inspiegabile. Tutta quella rabbia e quelle scoperte mia avevano affaticato, così velocizzai il passo pregustando il momento in cui mi sarei steso sul mio letto per riposare. Aprii la porta ed entrai in casa,preparato a rispondere alle domande di Vanilla su dove fossi stato e sul motivo per cui ero bagnato e stravolto.
Quando entrai nel salone, però, vidi una persona che mai mi sarei aspettato di vedere lì.
Seduto comodamente sul divano c’era Saule,che chiacchierava tranquillamente con mia sorella.
-Che cosa ci fa qui?-chiesi a mia sorella.
-Mia sorella non c’era a casa e sono venuto a cercarla qui.E’ con te?-rispose Saule alzandosi e avvicinandosi a me.
Quelle parole furono la goccia che fece traboccare il vaso: non era possibile!Per quanto tempo avevano intenzione di prendermi in giro?
Afferrai il farabutto per il colletto e lo minacciai con il pugno.
-Credi che sia un idiota,stupido Orco?-gli domandai furioso.
Detto questo, lo colpii con forza facendolo cadere a terra.
Il ragazzo si alzò velocemente,mentre un piccolo flusso di sangue gli scendeva dal naso e gli bagnava le labbra.
-Ti giuro che se hai storto un solo capello a mia sorella…sei un uomo morto-disse e si affretto ad andarsene.

[PovChocola]
Restai stesa sull’erba a lungo: i miei occhi erano chiusi e il mio corpo immobile. Ascoltavo i rumori della Foresta e cominciai a identificarmi con gli abitanti di quel posto così tranquillo. Non sarebbe stato bello trasformarsi in un cespuglio di fiori o nel tronco di un albero?
Improvvisamente un rumore di passi ruppe il silenzio e in pochi minuti qualcuno gridò il mio nome.
-Chocola!!-urlava il ragazzo e mi scuoteva, cercando di svegliarmi.
Aprii gli occhi lentamente e vidi l’immagine sfocata di mio fratello.
-Che cosa ti ha fatto?-mi chiese preoccupato.
-Chi?-dissi alzandomi sostenuta dalle sue braccia.
-Capito. Andiamo a casa. -sussurrò e mi prese in braccio per portarmi nel Palazzo.
Mi accompagnò nella mia stanza e mi appoggiò sul morbido letto.
-Allora Pierre ti ha ferito?-
Lo guardai sorpresa e scossi il capo. –No…avrebbe potuto,ma non lo ha fatto.-
Lui tirò un sospiro di sollievo e solo allora mi accorsi della ferita sul naso.
-Cosa ti sei fatto?-
-Beh il tuo fidanzato tira pugni davvero bene!-
Abbassai lo sguardo e sospirai.
-E’ finita!-conclusi.
-Beh sapevamo che sarebbe andata così,no?-
-Sì- risposi amaramente.
Mi alzai,con l’intenzione di risolvere subito uno dei problemi che mi preoccupava.
-Dove vuoi andare?-mi chiese Saule.
-Vado da Glace per farmi punire. Prima lo faccio,prima mi tolgo questo pensiero…-
E camminai in quel corridoio, che quel giorno mi parve un patibolo, fino a raggiungere la porta.
Dopo aver fatto un respiro profondo, girai la maniglia ed entrai.

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Capitolo 15
*** La punizione ***


Hey prima di tutto vorrei offrirvi dei pasticcini http://weheartit.com/entry/31117117 in quanto oggi compio 17 anni!!
Comunque ho attirato la vostra attenzione per un'altra ragione! Ho letto un po' di giorni fa una mia storia di meno di anno fa e ho notato i miei grandi miglioramenti. Allora ho capito quanto è stato garnde il lavoro svolto da Ludo_chan!
Grazie cara e oggi,un anno dopo il giorno in cui mi hai dedicato quella storia voglio dedicarti questo capitolo!! :D


Entrai nella stanza,in cui l’odio era più presente che nelle altre. L’energia oscura si respirava nell’aria e sembrava essersi mescolata alla polvere. Mi inginocchiai sul pavimento e fui subito invasa da una rabbia,che mi colpiva come il vento. Era così violenta,che temetti mi avrebbe gettato contro la grande vetrata. Aspettai che mio padre parlasse senza proferire parola. In fin dei conti non c’era nulla da dire,nessun modo per giustificarmi.
-Hai rovinato il nostro piano,distrutto la nostra copertura e sprecato una buona opportunità…-disse la sua voce possente e le sue parole risuonarono nell’intera camera.
Annuii colpevole.
-Riceverai 30 frustate, rinuncia all’idea di diventare la Regina e considerati morta. A me non interessi più! Questo vuol dire che non verrai più servita e riverita…potresti anche morire e nessuno se ne accorgerebbe.-
Annuii nuovamente ed uscii dalla stanza.
Mio fratello era già pronto e aveva in mano una grande frusta.
-Quante?-chiese
-30-dissi voltandomi. Mi sbottonai la maglietta,quel tanto che bastava per mostrargli la schiena.
Respiravo affannosamente,mentre aspettavo che lui infliggesse i suoi colpi.
Dopo cinque minuti di attesa, Saule cominciò a colpirmi con la frusta. Quel rumore terribile, che si sentiva quando il nerbo colpiva mi colpiva la carne unito al dolore mi facevano rabbrividire.
Nonostante tutto non mi lamentavo : le mie guance erano bagnate dalle lacrime,ma dalla mia bocca non usciva alcun gemito. Sembrava invece che colui che soffriva fosse proprio mio fratello,costretto a commettere un atto di cui si sarebbe presto pentito. Io la pensavo diversamente da lui e sentivo di meritare in pieno quella atroce punizione. Chi rompe paga…
Quando ebbe finito, mi ritirai nella mia camera e non vi uscii per molto tempo. Ogni tanto mio fratello mi portava qualcosa da mangiare,ma io rifiutavo sempre tutto. Al massimo bevevo un po’ d’acqua.
Passavo le mie giornate stesa nel mio letto con gli occhi lucidi. La mia unica occupazione era pensare ai tempi migliori,ai pochi momenti felici della mia vita.
Talvolta guardavo fuori dalla finestra il paesaggio primaverile.* Essendo in pieno aprile, i fiori erano tutti sbocciati e il loro profumo mi inondava le narici. Gli uccellini cantavano dolci melodie volando sui prati colorati.
Ed era in quei momenti che mi rattristavo ancora di più. Perchè mentre il mondo gioiva,io dovevo stare così male?
Anche io ero stata una splendida rosa una volta e avevo diffuso la mia fragranza in tutto il giardino.
Un giorno però l’acqua che serviva al mio nutrimento si era riempita di veleno, ed io ero appassita lentamente.
Adesso il mio destino era quello di restare lì,abbandonata da tutti,stesa su quel lurido letto,fin quando la morte non mi avrebbe liberato dai miei affanni.

Da quel che mi disse Saule,Pierre tornò su Extramondo la sera stessa in cui ci eravamo lasciati. *= è la residenza che hanno sulla Terra

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Capitolo 16
*** Ripicca ***


Due settimane dopo lasciammo definitivamente la residenza sulla Terra, in quanto non ci era più di nessuna utilità, e ci stabilimmo nel Palazzo degli Orchi.
Qui la situazione non migliorò,poiché appena tornai su Extramondo seppi una notizia che mi colpì particolarmente. Fu mio fratello a riferirmela il giorno seguente il nostro trasferimento.
Dopo essere entrato nella mia camera a portarmi la colazione mi annunciò che Pierre si era fidanzato.
-Si è fidanzato?E con chi?-chiese stupita.
-Credo che sia una contessa oppure una ragazza che frequenta la corte…-
-Ma ha sempre detto di odiare quel tipo di ragazza e di amare me proprio perché ero diversa da loro…-esclamai delusa.
-Non prenderla sul personale…probabilmente lo fa per ripicca nei tuoi confronti-spiegò lui
-Lo credevo più maturo…ma questa cosa è davvero assurda!!-
-Non è possibile che si sia innamorato di lei?-
-No. Non può avermi dimenticato così presto…-
-Tu di certo non lo hai fatto-concluse Saule lanciandomi un’occhiataccia
Mangiai velocemente il cibo che mi aveva servito e per la prima volta dopo molti giorni mi cibai anche del pranzo e della cena. Questo mio mutamento sorprese mio fratello,che subito mi chiese a cosa fosse dovuto.
-Questa sera voglio andare al Palazzo di Extramondo e partecipare al ballo-
-E sentiamo un po’: che cosa hai intenzione di fare?-
-Rovinargli la serata…-
-Sicura che ti lasceranno entrare?-
-Beh un ballo è pubblico e quindi credo di sì-
Lui mi guardò un po’ dubbioso,ma alla fine mi lasciò andare.In fin dei conti ero già nei guai e la mia situazione non sarebbe potuta peggiorare.
Indossai un abito molto gotico composto da un top con le bretelle e una gonna lunga fino al ginocchio decorato da balze. Legai i miei capelli neri in due codini e cercai di migliorare l’aspetto del mio viso. Tanti notti insonni e tanti digiuni avevano fatto apparire delle occhiaie scure sotto i miei occhi verdi e il colorito pallido del mio viso mi conferiva un’aria spettrale. Cercai di rimediare come meglio potei ed uscii dalla finestra. Volai fino alla grande entrata del salone ed una volta qui notai che vi erano due guardie, che sorvegliavano chi entrava e coloro che uscivano.
Sebbene fosse un ballo aperto a tutti,come avevo prima detto a Saule, non credevo che avrebbero lasciato entrare la ragazza che aveva cercato di uccidere il loro principe. Guardai quindi se vi era qualche entrata secondaria o magari qualche finestra aperta da cui sarei potuta entrare. Mi ricordai di come ero entrata molti mesi prima e volai fino alla finestra della camera di Pierre. Per fortuna era aperta e potei ,quindi, entrare senza alcun problema. Il profumo che avvertii in quella stanza mi fece rabbrividire: quante notti avevo sognato di sentire di nuovo quella fragranza sul mio corpo?
Qualcosa sul comodino attirò la mia attenzione. Mi avvicinai e notai un anello d’oro riccamente decorato sul quale era stato incastonati un piccolo diamante. Senza pensarci due volte lo infilai nella tasca del mio vestito e lasciai la camera. Scesi le scale e seguendo la musica riuscii a raggiungere in poco tempo il grande salone. Per fortuna gli invitati erano troppo occupati a divertirsi per poter badare a me, così mi nascosi in un angolo più lontano da cui potevo osservare tutto ciò che accadeva. La prima cosa che cercai fu ,naturalmente, lui. Era al centro della sala e stava ballando con la sua fidanzata. La ragazza in questione ,che aveva dei lungi capelli rossi e gli occhi verdi, indossava un elegante e scollato abito da sera. Quello che mi sorprese fu la straordinaria somiglianza tra lei e me,in particolare nel colore degli occhi.
La rabbia mi invase e cercai di bloccarla stringendo forte i pugni. Lui le sorrideva dolcemente e non riuscivo a non pensare che una volta quei sorrisi erano stati destinati a me.
Come se il destino avesse voluto concedermi una possibilità per vendicarmi, la ragazza lo lasciò un attimo e venne proprio nella mia direzione. Feci comparire un grande ventaglio nero,in modo che celasse ai suoi occhi i tratti del mio volto. In fin dei conti non mi aveva mai visto e non mi avrebbe riconosciuto. Mi avvicinai a lei e agitando lentamente quell’oggetto le chiesi:-Ah e quindi lei è la fidanzata di sua maestà il principe…e da quanto tempo?-
-Da pochi giorni…ma il nostro amore è già intenso-disse sorridendo
-Quindi lo ami?-chiesi sorpresa
-Amare che parola grossa…amo i regali che ha fatto per conquistarmi…-
-Aspetta ti ha conquistato con dei regali?-chiesi allibita.
-E con cosa avrebbe dovuto farlo?-
-Il suo sorriso,il suo sguardo,i suoi splendidi occhi,il suo profumo,i suoi occhi…-
Ed ogni cosa che elencavo mi avvicinavo sempre di più a lei,costringendola ad indietreggiare. Quando si trovò con le spalle al muro,cominciò ad ansimare e chiese spaventata:-Chi sei?-
-Credo che tu lo abbia già capito,non è così?-
Le misi le mani sul collo, pronta a stringere. Ormai ero fuori controllo: non sapevo che cosa avrei fatto e nemmeno ci pensavo. L’unica cosa che volevo era scatenare la mia rabbia e punire quella stupida ragazza. Per fortuna ci divisero prima che potessi commettere qualche sciocchezza. Pierre afferrò me,mentre Houx prese per un braccio la mia rivale.
Pierre mi strinse contro il suo petto,credendo che così mi sarei calmata,ma si sbagliava di grosso.
Cominciai a colpirlo con i pugni chiusi e a gridargli:- Perché?Perchè? Mi hai deluso…Perché mi hai fatto questo?Perchè?-
Intanto la mai avversaria,sentendosi al sicuro, cominciava ad attaccarmi con gli insulti. Non capiva però che quello che a me importava davvero non erano le sue parole,ma essere di nuovo appoggiata a quel petto ed essere circondata da quelle braccia.
-Adesso basta!-gridò il mio ragazzo-Kylie smettila!-
La ragazza dai capelli rossi ,però, non si zittì e continuò a gridare.
-Tu fai tanto la moralista,ma neanche tu lo amavi,o mi sbaglio?-
Pierre abbassò lo sguardo e cercò i miei occhi,desiderava ricevere quella risposta più qualsiasi altra cosa al mondo.
Lo strattonai e volai via. Lui guardò Houx in viso e ricevette la conferma : non poteva correre da me,non in quel momento in cui tutto il popolo lo avrebbe visto accorrere a consolare la principessa degli Orchi. Si avviò quindi deciso ad abbandonare la sala,mentre la sua “fidanzata” lo seguiva e gli chiedeva scusa.
-Sai cosa ti dico?Chocola aveva ragione : stavo con te solo perché non potevo avere lei.-le disse e si affrettò ad allontanarsi.
-Ma adesso dove vai?-gli chiese nuovamente.
-Al Diavolo…Kyle,al diavolo!-

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Capitolo 17
*** Pray ***


Volai veloce verso casa,ma mentre ero a qualche metro dalla finestra della mia camera le forze mi vennero meno. Per fortuna mio fratello,il solito diffidente, mi aveva seguito e mi afferrò al volo. Ero lì stesa tra le sue braccia,quando inavvertitamente persi i sensi.
[Pov Saule]
La portai nel suo letto e solo allora mi accorsi della ragione per cui mia sorella stava male. Le toccai la fronte e restai impressionato da quanto era alta la sua temperatura corporea.
Mi chiesi quale fosse stata la causa di quel malanno e solo dopo averci pensato per un po’,mi resi conto di ciò che era accaduto. Le scoprii la schiena e la vista delle ferite,che avevano preso infezione, rese tutto più chiaro. Non si era curata e sicuramente,il fatto che non aveva mangiato né dormito per giorni, aveva peggiorato la situazione. Scesi di sotto e mi rivolsi alla prima domestica,che trovai.
-Chocola sta male!Ha la febbre altissima ed io non so cosa fare…deve aiutarmi-la pregai.
-Glace ci ha detto di dimenticarci della sua esistenza e quindi non possiamo aiutarla.Farebbe bene a fare lo stesso anche lei,signorino, se non vuole cacciarsi nei guai-
Ignorai le sue parole e chiesi aiuto anche ad altri dipendenti, ma da tutti ricevevo la stessa risposta.
Non volevo arrendermi,ma avevo bisogno di aiuto. Passeggiavo nella mia stanza avanti ed indietro cercando di trovare una soluzione,ma sembrava non essercene alcuna. Mi chiesi se un medico di Extramondo sarebbe mai venuto a curare la principessa degli Orchi,ma la risposta era abbastanza ovvia. Sarei stato capace di curarla da solo? No,impossibile!Non sapevo nemmeno da dove cominciare!
-Oh se solo si fosse innamorata di un medico e non di quello…-gridai sconsolato,ma prima che potessi completare la frase ebbi una grande idea. Volai veloce verso il Palazzo di Extramondo e atterrai solo qualche metro prima dell’entrata. I raggi del sole appena spuntato mi accecavano,ma cercavo di continuare a camminare. C’era una persona molto legata a Chocola che, avevo sentito dire in paese molte volte, aveva studiato le arti curative ed era anche piuttosto bravo.
Dovevo solo convincerlo! Camminai deciso verso il grande portone e alle guardie, che cercavano di ostacolarmi, dicevo di dover parlare urgentemente con il loro Principe. Fu una vera fortuna per me che in quel momento stava passando per lì Vanilla. La dolce ragazza,colpita forse dal mio sguardo stravolto, bloccò le guardie e gli ordinò di farmi entrare.
Quando fui al suo fianco le chiesi se fosse vero che Pierre conosceva le arti mediche.
-Sì è così,ma perché non stai bene?-
Non ebbi il tempo di rispondere,in quanto ci trovammo fuori alla porta di quella che capii doveva essere la stanza di suo fratello.
-Aspetta un attimo-mi disse ed entrò chiudendo la porta alle sue spalle.
Attesi per una decina di minuti,ma nessuno dei due venne e così determinato aprii la porta e mi feci strada da solo.
-Pierre devo parlarti.-gli dissi con un tono pacato.
-Non mi interessa…per me puoi anche andartene.-
Era seduto su una sedia accanto alla finestra e dopo avermi risposto, cominciò a leggere un libro.
Io,furioso, mi avvicinai a lui gli tirai il libro dalle mani e lo gettai a terra.
-Tu devi ascoltarmi!E’ davvero importante!-lo esortai.
Lui incrociò le braccia e mi guardò,in attesa che cominciassi a parlare. Il suo sguardo però era scocciato e si vedeva che non vedeva l’ora di cacciarmi via.
-Chocola sta male. Ha la febbre alta ed io non so cosa fare…-
-Sei venuto fin qui,solo per questo?-rise-Non avete medici Orchi?-
-Non posso chiedere aiuto a nessuno degli Orchi perché Glace ha dato l’ordine di lasciarla morire-
-Suvvia non essere melodrammatico!Non morirà per una semplice febbre!-
-Ma non è una semplice febbre…è venuta qui ieri sera,no?Non hai visto come si è ridotta?-
Lui guardò in direzione della finestra e per qualche minuto restò zitto,pensieroso.
-Spiegami tutto-sussurrò.
Il suo tono di voce era cambiato: non era più arrogante,ma preoccupato.
Gli spiegai la punizione che era stata inflitta a mia sorella,il suo periodo di digiuno e la perdita di sensi che aveva avuto un quattro ore prima,da cui non si era più ripresa.
-Scusami se non mi sono fatto uccidere da lei. Dovrei sentirmi in colpa per questo?Saule vattene!-
-Vuol dire che non la aiuterai?-chiese Vanilla allibita.
-Non posso. Lei mi ha ingannato,mi ha fatto credere di essere innamorata di me e invece…-sussurrò con voce addolorata.
-Continui a credere che lei non sia innamorata di te?Ma allora sei un idiota!-gli gridai-Se non ti avesse amato ti avrebbe ucciso alla prima occasione, non sarebbe stata così male per te,non sarebbe venuta qui ieri sera a rimproverarti per averla dimenticata-
Mi inginocchiai ai suoi piedi e gli misi sulle gambe un piccolo foglio sgualcito.
-Che cos’è?-mi chiese
-E’ una foto,l’ho trovata sul comodino della sua stanza. Leggi quello che vi è scritto dietro. Forse riuscirà a convincerti. Sappi che io questa sera ti aspetterò fuori alla sua finestra e che se non verrai potrai considerarti un assassino,in quanto la colpa della sua morta sarà da attribuire a te.-
Detto questo, uscii e lo lasciai solo con i suoi pensieri.

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Capitolo 18
*** Veglia ***


Ricordate quando nelle mie storie inserivo sempre le song fic? Beh ho ricominciato! :D

La canzone che ho usato è How to love di Lil Wayne. Questa parla della vita di una spogliarellista,che è diventata tale a causa delle scelte errate di sua madre.
A questo proposito vi consiglio di vedere il video,molto toccante. http://www.youtube.com/watch?v=y8Gf4-eT3w0
Il nesso con la storia,vi chiederete quale è! Ve lo spiego: anche Chocola a causa degli Orchi è diventata una persona perfida e cattiva e vi accorgerete che il testo in alcuni punti è proprio azzeccato.Ci sono innaffi frequenti riferimenti a ciò che sarebbe accaduto se le cose fossero andate diversamente. Spero che non sia uscito troppo sdolcinato…
La parte più divertente è quella dove Pierre si immagina come un Orco…

[POV PIERRE]
Entrai attraverso la finestra e subito mi accorsi, che Saule non mi aveva mentito. Quando notai il respiro affannoso di Chocola e il suo pallore, corrugai la fronte e la osservai preoccupato.
-Puoi fare qualcosa per lei,vero?-mi chiese suo fratello.
-Proverò a disinfettare la ferita e a far scendere la febbre.-
Appoggiai sulla sedia una piccola valigetta,che avevo portato e presi un unguento di salvia selvatica. Ne spalmai un po’ sulle dita e cominciai a stenderlo delicatamente sulle ferite.
C’era un religioso silenzio,mentre compievo quell’operazione,una pace che Saule si apprestò a spezzare:
-Non è colpa sua…-sussurrò.
-Che intendi?-chiesi sorpreso.
-Lo so che ti ha ingannato,ma la colpa non è sua. Quando cresci nell’odio,non conosci l’amore,l’amicizia e la fiducia. Una cosa posso assicurartela : se fosse nata nella famiglia giusta, sarebbe diventata la ragazza più buona e bella di tutte.-
-Stai cercando di giustificarla?Comunque non ci casco…avrebbe potuto anche ribellarsi e disobbedire agli ordini.A quanto pare non teneva abbastanza a me per farlo-
-Ma andiamo Pierre!C’è stata una sola persona che ha tentato di insegnarle che cos’era l’amore e Glace l’ha uccisa davanti ai suoi occhi. Perché tu hai scelto la strada del bene?Perchè ti hanno insegnato che seguire quella del male è errato. E se ti avessero insegnato il contrario?Cosa avresti fatto?-
Mentre pensavo alle sue parole,lui si alzò e annunciò che sarebbe andato fuori a controllare, che nessuno mi disturbasse. Camminò fino alla porta e dopo avermi osservato per un po’, lasciò la stanza.
Avevo finito di disinfettare la ferita,quando mi alzai e mi affacciai alla finestra. Non faceva altro che pensare alle parole di Saule. Aveva ragione…su tutto. Chiusi gli occhi e immaginai la mia vita se fossi nato nel Palazzo degli Orchi. Mi vedevo in uno smoking nero,con uno sguardo agghiacciante,feroce. I miei occhi freddi e inespressivi spaventavano chiunque li incontrasse, ma allo stesso tempo affascinavano, trascinando verso di me le povere vittime con la forza di una calamita.
-No-gridai e mi coprii il viso con le mani.
No. Non ero così. Ma lo sarei potuto diventare,se avessi vissuto nell’odio e nella solitudine. Come Saule sarebbe potuto diventare un ragazzo spensierato e simpatico e Chocola una giovane allegra e altruista.
La mia paziente si voltò agitata,facendo cadere la coperta a terra. Corsi da lei e le sistemai la trapunta nera sul debole corpo. Mi piegai su di lei e le diedi un bacio sulla fronte.


You had a lot of crooks tryna steal your heart
Never really had luck, couldn’t never figure out
How to love


Dopo averla osservata per qualche minuto, fui costretto ad allontanarmi. Il suo aspetto era così diverso da quanto ricordavo! Se la guardavo per più di un secondo, cominciavo a chiedermi se ce l’avrebbe fatta. Sapevo che non sarebbe morta,eppure non riuscivo ad essere del tutto tranquillo.

When you was just a young’un your looks but so precious
But now your grown up
So fly its like a blessing but you can’t have

Tornai di nuovo davanti a quella finestra e osservai il cielo. Le stelle, uniche destinatarie delle mie preghiere, le sole compagne della mia solitudine per quella sera, non splendevano abbastanza. La loro luce,in quel cielo tremendamente scuro, appariva fioca.
See you had a lot of moments that didn’t last forever
Now you in the corner tryna put it together

I miei pensieri tornarono al discorso di Saule. Analizzai tutti i momenti che avevo trascorso con Chocola : il suo viso e la sua allegria erano così spontanei, che non potevano essere finti. Probabilmente la mia adorata ragazza aveva un animo puro e l’odio non era riuscito a modificarla del tutto, così adesso che aveva conosciuto l’amore sarebbe cambiata.
Era un pensiero assurdo,ma troppo bello per poterlo eliminare dalla mia testa. Dalla mia anima. Dal mio cuore.

You had a lot of dreams that transform to visions
The fact that you saw the world affected all your decisions
But it wasn’t your fault
Wasn’t in your intentions
To be the one here talking to me
Be the one listening


Chiusi la finestra e tornai accanto alla mia adorata. Le rimboccai nuovamente le coperte e le strinsi la mano. Le accarezzai il viso sudato e le cambiai la busta di ghiaccio che aveva sulla testa.

See I just want you to know
That you deserve the best
You’re beautiful

And I want you to know, you’re far from the usual


La osservai dormire tranquillamente e mi rassicurai. Avrei potuto innamorarmi di una ragazza qualunque, eppure avevo scelto la più complicata. Il nostro amore sarebbe stato così difficile,ma avrei combattuto senza arrendermi. Perché io la amavo. Ed in fondo ne ero innamorata proprio perché era così diversa…

Far from the usual


-Pierre…-sussurrò flebilmente.
Poteva sentirmi?Nonostante la febbre alta, inspiegabilmente avvertiva la mia presenza.
Mi piegai su di lei e le sussurrai : -Chocola so che mi senti. Io sono qui accanto a te e ci resterò per tutta la notte. Lo so che adesso sembra tutto terribile…senza speranza,ma domani ti risveglierai ed io me ne andrò. Non ti darò il tempo di ringraziarmi e fuggirò via. Ma devi farmi un piacere: quando ti sarai rimessa,dammi modo di fidarmi di te ed io ti giuro che tornerò e non ti lascerò mai più. Fammi capire che mi ami,fammi ricredere sul tuo conto, fa in modo che io conosca la vera te ed io ti libererò.-
Le mie labbra sfiorarono le sue ed una piccola lacrima, che il mio occhio aveva lasciato scappare, cadde sul suo viso.

Il rumore della porta che si chiudeva,mi fece sobbalzare. Tornai al mio posto e le strinsi forte la mano,pronto a vegliare su di lei tutta la notte.

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Capitolo 19
*** Sorpresa ***


[POV CHOCOLA]
Sbarrai gli occhi e mi ritrovai nella mia stanza. Il sole era già alto in cielo, ne percepivo il calore sul viso. Una busta di ghiaccio era appoggiata sulla mia testa e qualcuno mi teneva stretta la mano.
Sollevai il mio busto confusa,ma ebbi all’istante un capogiro. Due braccia mi afferrarono e mi appoggiarono dolcemente sul materasso. Una dolce voce mi ammonì :-Non agitarti…sei ancora molto debole!-
Il meraviglioso viso del mio angelo si trovava a pochi centimetri da me e mi guardava premuroso.
Mi mise una mano sulla testa e la sua fronte prima aggrottata, si rilassò.
La porta si aprì e Saule corse dentro.
-Come sta?-chiese agitato.
-La febbre si è abbassata e le ferite sono guarite.-
Mio fratello sospirò felice. Si avvicinò a me e mi osservò sollevato. Pierre prese una valigetta, che era appoggiata sulla sedia e volò fuori dalla finestra. Era fuggito veloce come un ladro senza nemmeno sentire il “grazie” sussurrato dalle labbra di Saule.
-Saule mi spieghi che cosa è successo?-chiesi cercando di fare chiarezza nella mia mente.
-Non ricordi nulla?-
-Rammento di essere tornata dal Palazzo di Extramondo e nulla più.-
-Sei svenuta e non ti sei più ripresa fino ad adesso. Avevi la febbre alta e dopo aver chiesto invano aiuto a tutti, ho ricordato che Pierre aveva studiato arti mediche e sono andato da lui. Dopo averlo supplicato, lui è venuto e ti ha curato. E’ rimasto qui, accanto a te, tutta la notte e non ti ha lasciato un istante la mano.-
Arrossii e frugai nelle mie tasche. Dopo aver cercato a lungo,finalmente trovai l’oggetto che desideravo : l’anello che avevo rubato dal comodino di Pierre. Lo sistemai sul mio dito e lo osservai. Quel gioiello aveva ornato la mano che spesso mi aveva accarezzato,che mi aveva sistemato i capelli, che mi aveva sfiorato le labbra…
Sospirai con gli occhi lucidi.
-Guarda che è possibile che tu abbia ancora una speranza. Lascia che gli passi la rabbia e poi prova a dimostrargli che può fidarsi di te-mi incoraggiò Saule.
Annuii felice, come se quelle parole mi avessero dato una nuova speranza.

Ci volle molto tempo per ristabilirmi. Trascorsi intere settimane a letto per riprendere le forze, che mi annoiarono a morte. Sembrava tremendamente ironico: per giorni ero stata stesa su quel materasso di mia volontà e adesso che ero costretta a farlo, non ne avevo voglia!
Per fortuna quel periodo terminò e potei uscire dalla mia camera. Proprio il giorno in cui mi ristabilii, vi era una delle feste a cui ero solita partecipare prima della malattia. Annoiata dalla nullafacenza dei giorni precedenti, decisi di prendervi parte. Indossai un mini abito viola,molto semplice e romantico,diverso quindi da quelli che indossavo di solito.
Mi recai in giardino e mi preparai a partecipare alla festa. Certo non immaginavo chi avrei incontrato.

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Capitolo 20
*** Risposte ***


Mi recai in giardino e mi preparai a partecipare alla festa. Camminai nella folla,ignorando le mie ex amiche. Loro mi osservavano da lontano,parlottando a bassa voce. Mi sedetti al tavolo delle bibite e presi un bicchiere di champagne. Lo sorseggiavo lentamente, ma ogni tanto ero costretta a guardarmi intorno. Sentivo infatti una strana sensazione,come se qualcuno mi stesse osservando.
Ed i miei sospetti si rivelarono esatti,quando una voce mi fece sobbalzare.
-Tu bevi?-mi chiese sorpreso.
Il ragazzo si sedette accanto a me e mi guardò con uno sguardo severo.
-E’vero è un viziaccio!-risposi posando il bicchiere sul tavolo. -Ma sto cercando di eliminarlo,o almeno attenuarlo-
Lui continuò a fissarmi.
-Che c’è il principe di Extramondo non beve?-lo beffeggiai
-Sì in realtà sì, ma io e te abbiamo una differenza di età notevole-
Prese il mio bicchiere e bevve tutto di un sorso. Poi lo appoggiò sul tavolo e mi guardò con aria di superiorità. Risi di quel suo comportamento e lui sghignazzò insieme a me.
-Che ne dici di ballare con me?-mi chiese all’improvviso.
Io annuii e lo seguii. Andammo al centro del giardino,in cui già molte coppie stavano danzando.
Mi mise una mano sulla schiena ed io misi la mia sulla sua spalla. Le altre due mani libere si intrecciarono tra di loro e cominciammo a muovere i piedi a tempo,in perfetta sincronia.
I miei occhi osservarono il suo viso meraviglioso e si rifiutarono di vedere altro. Mentre quindi la mia vista era occupata, la mente cominciò a vagare e a porsi milioni di domande,di cui la più importante era “Perché è venuto qui?”.
Aprii le labbra pronta a chiederglielo,ma lui –come se mi avesse letto nel pensiero- rispose spiegandomi tutto.
-Ero venuto qui per avere delle risposte. Devi sapere che da giorni non dormo più,assediato da tantissime domande. Ero furioso e avevo intenzione di presentarmi a te con uno sguardo arrabbiato,ma a quanto pare non ci sono riuscito-concluse sorridendo.
La musica terminò e noi ci separammo ed allontanammo. Ci ritrovammo nuovamente vicino al tavolo a guardarci. Presa da un’idea improvvisa, mi alzai e gli dissi: -Vieni con me…andiamo in un posto più tranquillo,così potrò rispondere a tutte le domande che vuoi-
Lui annuì e mi seguì, prima attraverso la folla e poi nella Foresta. Qui mi strinse la mano e camminammo fino ad una radura. Qui ci stendemmo comodamente sull’erba.
-Comincia pure-dissi.
-Ok- avvicinò il viso al mio collo e annusò il mio profumo.- Fammi indovinare…il giorno in cui ero in camera mia e mi stavo preparando per partire ed andare sulla Terra eri lì,vero?-
-Eh già…dovevo conoscere i miei nemici,no?-risposi sorridendo.
Mi prese la mano e la baciò. Quando si accorse dell’oggetto che la ornava,lo guardò fisso ed esclamò:-Ma questo è mio!Quando lo hai preso?-
-Quando sono venuta a litigare con la tua ragazza,sono entrata dalla tua finestra…e l’ho preso. Se ti dispiace però te lo do-
-Non importa,anche io ho qualcosa che ti appartiene-disse mostrandomi una piccola foto.
-Come hai fatto ad averla?E’ la foto del nostro primo appuntamento!-
-Me l’ha dato tuo fratello per convincermi a venire a curarti. Devo dire che la frase scritta dietro è riuscita a persuadermi.-
Arrossii mentre lui leggeva quelle righe.
Eppure stasera ho cambiato idea,quando ho visto il modo in cui Pierre mi guarda. Sembra proprio quell’erica tanto innamorata della sua brughiera,ma questa è alla sua altezza?Ho il diritto io,per la fame di potere, di distruggere un sentimento così profondo?
-Ti piaceva il modo in cui ti guardavo?-mi chiese
-Sì,mi faceva sentire la persona più importante e amata dell’universo…-
-Beh se può farti stare meglio,per me lo sei davvero e non sei riuscita a distruggere i miei sentimenti-
-Ora voglio fartela io una domanda : Stai ancora con quella Kylie?-
-No…l’ho lasciata nel momento stesso in cui tu te ne sei andata. A questo proposito volevo chiederti: tu non mi hai tradito,vero?-
-Beh, in realtà sì.-dissi e gli raccontai dello scherzo realizzato alla notte di Halloween.
Lui sembrava sconvolto e ferito,mentre ascoltava quell’aneddoto. Alla fine si alzò e si allontanò da me. Appoggiato il busto ad un albero, mi chiese geloso:-E chi ha preferito? Quale bacio ti ha fatto provare qualcosa tra i due?-
Camminai lentamente verso di lui e dissi,cercando di giustificarmi:-Ma mi sono sentita subito in colpa e poi se proprio lo vuoi sapere…dopo aver baciato lui,ho potuto capire quanto tenessi a te!
Quando ho baciato lui non ho provato nulla,mentre con te…-
Si avvicinò a me e inspiegabilmente, mi ritrovai io con le spalle al tronco della quercia e lui davanti a me. Mi fissava negli occhi, quando mi chiese se lo amavo.
-Non lo so…a volte provo per te qualcosa di forte che sembra amore,ma è impossibile perché gli Orchi non amano…-risposi confusa.
Lui si avvicinò a me e mi baciò, aumentando la mia confusione. Desideravo scoprire la verità e decisi che il giorno seguente avrei parlato con mio fratello.

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Capitolo 21
*** Un cuore congelato - Parte 1 ***


Mi fissava negli occhi, quando mi chiese se lo amavo.
-Non lo so…a volte provo per te qualcosa di forte che sembra amore,ma è impossibile perché gli Orchi non amano…-risposi confusa.
Lui si avvicinò a me e mi baciò, aumentando la mia confusione. Desideravo scoprire la verità e decisi che il giorno seguente avrei parlato con mio fratello.
-Beh per me la tua risposta è un sì-disse sorridente.
Prima che potesse salutarmi, gli strinsi la mano e lo trascinai con me. Volammo insieme nel cielo scuro, fin quando raggiungemmo la finestra della mia camera. Entrati qui lui mi baciò pronto ad andarsene,ma io non volevo. Così chiusi la finestra a chiave con un incantesimo e lo guardai con aria di sfida. Lui sorrise compiaciuto di quel mio temperamento vivace e audace. Mi prese in braccio e mi fece cadere sul letto,violentemente. Mi saltò addosso e cominciò a farmi il solletico,per punirmi di quel dispetto. Improvvisamente si fermò e tornò serio,disse:-Vuoi davvero che resti qui stanotte?-
Il suo viso era a pochi centimetri da me e i suoi occhi azzurri mi avevano ipnotizzati,quindi riuscii solo ad annuire. Lui sorrise e mi baciò con trasporto. Si allontanò da me per un istante e quando ritornò da me, si era tolto la giacca e anche la camicia. Arrossii di colpo,ma lui subito si premurò di tranquillizzarmi.
-L’ho fatto solo per stare più comodo…tranquilla. Non lo farei mai…almeno non ora che tu sei…insomma…-
-Così piccola-continuai. Mi misi a sedere e incrociai le braccia turbata.
-Non stavo per dire questo, non posso farlo ora perché sei la principessa degli Orchi e …-
Lo interruppi prima che mi dicesse le conseguenze di quel gesto,lanciandogli il mio cuscino in pieno viso.
-Me lo ha già detto mio fratello e ascoltare questa ramanzina una volta è stato più che sufficiente. Ho capito tutto! Vado a mettermi il pigiama in bagno.-
Corsi in bagno e mi cambiai il più velocemente possibile. Tornai nella mia stanza e mi stesi accanto a Pierre, appoggiando la mia testa sul suo petto.
-Questa situazione non ti ricorda nulla?-mi chiese accarezzandomi il viso.
Annuii e ricordai quel pensiero che a giudicare dalla sua espressione, gli era molto gradito.
La mia espressione era ,però, diversa dalla sua. Quando pensavo a quella serata,in cui c’era stato il nostro primo bacio, non ne ero mai felice in quanto ero consapevole che tutto quello che era accaduto era stato architettato da me.
Il mio pensiero fu seguito da un sospiro,che non passò inosservato.
Pierre mi prese il volto tra le mani e mi chiese cosa fosse successo. Decisi di raccontargli la verità, dato che gli avevo mentito già troppe volte.
-Quella volta non c’è stato nulla di naturale, io avevo progettato tutto : sono stata io a chiudere la porta con un incantesimo…-
-E perché lo hai fatto?-
-Beh a quanto pare una ragazza che è cresciuta tra le mura del Palazzo degli Orchi leggendo romanzi d’amore, ha più bisogno di questo sentimento di quanto pensi. Volevo che tu mi baciassi e volevo che fosse speciale. Per questo ho bevuto una pozione d’amore : così se fossi arrossita o il cuore avesse cominciato a battere avrei dato la colpa a quel prodotto.-
Mi accarezzò il viso con tenerezza e mi sussurrò: -Ti ringrazio di non avermi mentito. Beh posso dire che ora questo ricordo è ancora più prezioso.-
Ci stendemmo l’uno accanto all’altro,abbracciati e ci addormentammo.
Aveva ragione : quella notte ricordava molto l’altra trascorsa nella palestra. Da allora quante cose erano cambiate! Certo non eravamo più uniti come un tempo,ma probabilmente le cose erano migliorate. Infatti ora sapeva chi ero e mi amava,nonostante questo.
Pensai con tristezza se ci sarebbe stata un’altra notte così bella e se sarebbe stata lontana.
Conclusi però che non valeva la pena rovinarsi la vita pensando al futuro e chiusi gli occhi,cullata dalle sue braccia.


In origine doveva essere un unico capitolo,ma dato che questa parte è venuta così lunga,ho deciso questa suddivisione. Ora finisco di mangiare questa fetta di pizza e scrivo l’altra parte.
Anticipazioni? Chocola chiederà a Saule delle informazioni riguardo al suo cuore…e riceverà risposte interessanti.

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Capitolo 22
*** Un cuore congelato - Parte 2 ***


Avvertii un flebile raggio di sole,che era passato attraverso la finestra aperta. Un freddo pungente, lo stesso che muove le foglie degli alberi della Foresta Zenzero, si diffuse nella mia stanza.
Mi girai e toccai lo spazio vuoto accanto a me, sorpresa e spaventata. Lo avevo soltanto sognato?
Mentre mi ponevo questi quesiti, la porta si aprì. Il ragazzo che era entrato camminò lentamente verso di me e giunto accanto al letto,mi tolse violentemente la coperta di dosso.
-Svegliati pigrona- gridò
Chi poteva essere,se non il mio seccante fratello?
Sollevai il busto sbadigliando e lo guardai : il suo sguardo severo mi confermò che Pierre era stato davvero con me quella notte.
Prima che lui potesse sgridarmi di nuovo, mi impegnai ad assicurargli che non era accaduto nulla e che avevo mantenuto la promessa diligentemente.
-Lo so, lo so…me lo ha già detto Pierre.-rispose lui.
-Hai parlato con Pierre?-chiesi preoccupata.
Ricordavo l’ultima volta in cui avevano “parlato” e non era certo un mistero che non si sopportassero. Osservai Saule : non sembrava avere nessun livido o ferita…che avessero davvero solo parlato?
-Sì, per fortuna è un ragazzo giudizioso…più di te e anche di me. Probabilmente io non avrei resistito,se mi fossi trovato nella stessa situazione.-
-Va bene,ma ti ha detto altro? Ti ha detto se tornerà da me qualche altra volta?-gli chiesi ansiosa.
-No…-rispose,ma il suo sguardo pensieroso e triste mi fecero capire che non era stato sincero.
Pierre gli aveva detto altro,qualcosa che lo addolorava, che aveva deciso di non dirmi e data l’ostinazione del suo carattere decisi di lasciar perdere.
Mi sedetti accanto a lui e gli comunicai che desideravo fargli alcuni domande riguardo gli Orchi.
-Certo…dimmi pure-
-Tutti gli Orchi hanno un noir impiantato nel petto e questo gli impedisce di provare qualsiasi sentimento che non sia l’odio, è corretto?-
-Certo-
-Quindi vale anche per me?-chiesi-Perché a volte sento di provare dei sentimenti veri…autentici…-
Lui cominciò a strofinare le mani tra di loro palesemente nervoso.
-Ti prego rispondimi- sussurrai con l’espressione più dolce che mi riuscisse.
-E va bene,ma è una storia lunga.-
Mi sedetti più comodamente e gli feci segno di cominciare.
-Avevo solo due anni quando questo è accaduto e quindi tutto ciò che so, l’ho appreso dal racconto dei domestici, ma posso assicurarti che è autentico. Era cominciata da pochi mesi la gara delle Pretendenti al Trono e Glace aveva già ucciso mia madre. Per questo desiderava nuovamente prendere moglie. Non so se ricordi, ma prima che lui perdesse i suoi poteri, non faceva altro che catturare povere vergini dai paesini limitrofi e portarle qui. Godeva della loro giovinezza e quando si era scocciato le uccideva.-
Annuii. Sì lo ricordavo bene : la mia tata era stata una di loro.
-Dato che le due giovani candidate al trono erano state inviate sulla Terra, lui pensò di conquistare una delle due per poter così mostrare il suo potere al suo consiglio di Extramondo. Presentatosi alla scuola che quelle due ragazze frequentavano, riuscì a fare colpo su Cinnamon,tua madre. Sì quindi tua madre non era un Orco! Non ci volle molto : con l’inganno riuscì a farla innamorare di lui,a metterla contro i suoi amici e familiari e la portò a vivere qui. Lei lo amava davvero e quindi i primi tempi visse felice, distribuendo in questo Palazzo amore e una calda luce. Anche io la amavo,in quanto mi trattava con una dolcezza infinita. Poi nascesti tu e la sua felicità divenne ancora maggiore. Era convinta che i suoi amici si fossero sbagliati riguardo tutto e che avrebbe vissuto beatamente insieme all’amore della sua vita. Questo lo pensò fino alla notte in cui lui cercò di ucciderla. In quel momento capì la falsità di Glace e decise che se lei avesse dovuto morire,lui avrebbe dovuto seguirla all’inferno. Era abbastanza forte da poterlo uccidere e ci sarebbe riuscita se lui non fosse stato furbo…-
-Perché che cosa fece?-
-Chocola…mi dispiace questo non posso dirtelo. Comunque lui uccise tua madre e da quel momento dovette occuparsi della tua educazione. Voleva che tu fossi un Orco a tutti gli effetti e cercò quindi di impiantarti un noir,ma non vi riuscì. Infatti il tuo corpo lo rifiutava! Devi sapere che questa operazione riesce solo con gli Orchi e tu non lo eri completamente. Dovette quindi rinunciarvi e ti congelò il cuore. In questo modo tu non avresti provato alcun sentimento. Tuttavia poteva essere scongelato nuovamente e questo era rischioso. Anche per questo sei sempre stata trattata male da tutti, se non avessi mai provato amore non lo avresti mai desiderato e il tuo cuore sarebbe rimasto freddo. Beh,certo Pierre ha rovinato tutti i piani. Ora che sai tutto,o meglio quello che ti serve sapere…sei più tranquilla?-
-Nonostante non sia entusiasta di ciò che mi hai racconto riguardo mia madre, adesso riesco a capire molte cose!E sono felice di avere questo “dono”-risposi sorridendo-Così ho avuto la possibilità di scegliere se continuare a provare odio o amare-
Lui si alzò dal letto e mi disse che era ora di scendere per consumare la colazione. Ma mentre stava attraversando l’uscio della porta,lo fermai e gli chiesi :-Ma anche tu hai un cuore congelato?-
-Anche mia madre era di Extramondo e quindi sì anche io ho questo…come l’hai chiamato tu? Ah sì un dono! Peccato che non abbia nessuno che mi ami e che scongeli il mio cuore…-
Restò un attimo titubante a fissarmi e poi uscì.

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Capitolo 23
*** Una notizia sconvolgente ***


[Pov Saule]
Camminavo nel villaggio,avvolto nel mio mantello. Intorno a me le persone spettegolavano e chiacchieravano,senza accorgersi di me. Anche io proseguivo senza curarmi di loro. La mia testa era altrove, ricordava una conversazione avuta qualche giorno prima con Pierre.
Dopo avermi infatti spiegato che si era comportato responsabilmente con mia sorella, mi aveva esposto le sue intenzioni.
-Questa situazione non durerà a lungo…-aveva detto ed io,curioso, gli avevo chiesto che cosa avesse in mente di fare.
-Troverò un modo legale di portare via Chocola da qui. La sottrarrò dal potere di Glace e la condurrò da me. Così non dovrò più vederla di nascosto e lei non rischierà più la vita qui, in queste quattro mura che trasmettano odio-
A quel punto io avevo stretto i pugni e lui lo aveva notato:
-So che sei affezionato a lei,ma capirai anche tu che è l’unica soluzione. Lo faccio per la sua felicità…-
-Lo so. Anche io sono convinto che il suo posto non sia questo. Credi che ci riuscirai? –
-Robin mi ha detto che Chocola è figlia di una strega di Extramondo di nome Cinnamon, è esatto?-
-Sì in effetti sì. Ma come fa a saperlo?-
-Mi ha detto che la conosceva…comunque ho pensato che se abitava ad Extramondo deve esserci ancora qualche suo parente vivente e se riuscissi a convincerlo a chiedere l’affidamento…-
-Al Re degli Orchi?Credi davvero che lo faranno?Improbabile-risposi deridendolo.
-So essere molto persuasivo e se si rifiuteranno tutti…vorrà dire che lo affronterò io. Ma non mi arrenderò…questo te lo assicuro!-
I suoi occhi brillavano mentre lui prendeva la sua giacca e usciva fuori dalla finestra.

Entrai in una taverna ed ordinai un boccale di birra. Ero seduto accanto al bancone di mogano,quando sentii due uomini che parlavano di “quell’ipocrita del principe Pierre”.
Mi voltai verso di loro e gli chiesi di cosa stessero parlando. Per fortuna ero apparso così poche volte in pubblico, che nessuno degli abitanti di Extramondo conosceva dell’esistenza del principe degli Orchi e potei quindi parlare con loro, come se fossi un loro concittadino.
-Non hai saputo la novità?-mi chiesero allora sorpreso.
-Il principe Pierre non è un principe …-
-Ma cosa dici?-gli chiesi ridendo.-Secondo me il vino ti ha dato alla testa-
-No è vero-mi confermò un altro uomo- Pierre non è il figlio della Regina Candy e sembra che il ragazzo lo abbia saputo solo ieri.-
-E di chi sarebbe figlio?-chiesi interessato, sorseggiando il boccale di birra che mi era stato servito.
-Era figlio di una delle ragazze catturate da Glace negli anni passati. Il nome della ragazza mi pare che fosse Lily-
La bevanda mi andò di traverso e battei forte il bicchiere sul bancone. Mi alzai dalla sedia e corsi fuori. Mi alzai in volo e raggiunsi in pochi attimi il castello degli Orchi.
Corsi incontro a Chocola e dopo averla avvertita del fatto che stavo per raccontarle una storia incredibile, la feci sedere accanto a me.
-Che cosa è successo?-mi chiese spaventata, notando la mia agitazione.
-Pierre non è il figlio della Regina Candy. E’ stato adottato!-
-Oh mamma!Non l’avrei mai detto…e lui quando lo ha scoperto?-
-Soltanto ieri…-
-Terribile- esclamò sinceramente addolorata. –E allora figlio di chi è?-
-Sua madre era una ragazza di diciotto anni, che viveva in una casetta ai margini della Foresta. Il suo fidanzato l’aveva lasciata e solo dopo aveva scoperto di essere incinta. Aveva partorito e cresciuto il suo bambino da sola fin quando questo aveva compiuto 8 anni. A quel punto il suo villaggio era stato attaccato e lei,catturata da Glace. Quando le guardie della Regina giunsero in quel luogo oltre ai morti e alle macerie, trovarono un bambino di circa otto anni svenuto e per questo decisero di portarlo al Palazzo. Giunto qui, i medici assicurarono che stava bene,ma che a causa di un colpo alla testa aveva perso la memoria in modo irrimediabile. Essendo impossibile ritrovare la sua famiglia la Regina lo prese con se e in poco tempo il bambino dimenticò l’incidente e si convinse di essere il principe di Extramondo. Hai capito chi era sua madre?-
-Lily…-sussurrò con gli occhi lucidi- Sei sicura che sia lei?-
-Ricordi quando lei ci parlava di suo figlio?La descrizione coincide e anche il racconto…-
-Dobbiamo andare da lui…noi siamo gli unici che posso rivelargli la verità…-disse e volò fuori dalla finestra. Mi sbrigai a raggiungerla, mentre volava verso il palazzo di Extramondo a tutta velocità. Si fermò fuori una finestra e vi guardò all’interno. Quando la vide vuota restò sorpresa,ma non si scoraggiò. Allora andò a guardare anche attraverso il vetro della finestra della camera di Vanilla. Vedendola lì, bussò piano contro il vetro e aspettò pazientemente che questa aprisse.
-Chocola…cosa ci fai qui?-
-Cerco Pierre,devo parlargli…è davvero urgente!-
-Non c’è…è scappato!-

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Capitolo 24
*** Ricordi ***


[POV CHOCOLA]
-Chocola…cosa ci fai qui?-
-Cerco Pierre,devo parlargli…è davvero urgente!-
-Non c’è…è scappato!-
-Scappato?-ripetei sorpresa.
-Sì. Era sconvolto! Così abbiamo litigato e lui è scappato di casa…Le guardie lo stanno cercando,ma non riescono a trovarlo in nessun luogo.-disse con gli occhi lucidi.
La osservai intristita e riflettei su dove avrei potuto trovare Pierre.
-Dove lo stanno cercando?-chiesi.
-Beh in tutti i villaggi di Extramondo…-
-E non lo cercano nella Foresta Zenzero?-
-No…lo sai, quello è il vostro territorio e noi non possiamo entrarci.-
Saule annuì, confermando l’esistenza di quel divieto.
-Vuol dire che vi andrò io,perché sono quasi sicura che lui sia lì-dissi e subito uscii dalla finestra.
Volai veloce verso quell’ agglomerato di alberi. Decisi di puntare alla radura, in cui eravamo andati l’altra sera. Atterrai nell’erba e mi guardai intorno cercando Pierre,ma sfortunatamente non lo trovai. Tutto era silenzioso e scuro intorno a me e cominciavo a credere che non lo avrei mai trovato. Improvvisamente ricordai che c’era un altro posto in cui avrei potuto incontrarlo.
Cominciai a correre nella direzione in cui ricordavo che era un laghetto,era proprio quello in cui ero caduta alcune settimane prima. Raggiunsi quel luogo e tirai un sospiro di sollievo quando vidi la sua figura seduta proprio a pochi passi da me. Era intento a lanciare dei sassolini sulla superficie del lago. Camminai lentamente verso di lui e mi sedetti. Mi circondò la schiena con un braccio e mi strinse a lui.
-Perché tutte le persone che amo finiscono per mentirmi?-
Quella domanda mi rattristò, in quanto sapevo che ero stata io la prima a deluderlo.
-Mi dispiace…- sussurrai piena di vergogna.
-Lo so.-disse accarezzandomi i capelli- A volte credo che dovrei odiarti, eppure non c’è nessun altro che avrei voluto vedere ora oltre te-
Gli sorrisi e in quel momento notai l’aria depressa del suo viso.
-Ho scoperto di essere stato ingannato da quella che credevo la mia famiglia e di essere stato abbandonato dalla mia mamma.-
-Che cosa hai intenzione di fare? Vuoi sapere chi è tua madre?-
-Non lo so-rispose sconsolato.
-Io al tuo posto vorrei saperlo…-
-Sì ma sarebbe una ricerca inutile. Se anche la incontrassi, cosa cambierebbe? Non potrei volerle bene mai, perché lei non mi ha amato.-
-Oh non c’è questo rischio : lei è morta.-dissi cercando di soffocare un singhiozzo.
-Tu che cosa ne sai?La conoscevi?-
– Vuoi che ti parli di lei?-gli chiesi e lui annuì.
Gli raccontai la storia, che Saule mi aveva riportato alla mente qualche ora prima.
-E come era?-chiese curioso.
-Era bellissima. Aveva gli occhi azzurri e un elegante baschetto biondo. Credeva intensamente nell’amore, nonostante avesse molte ragione per odiare quel sentimento, che nessuno sembrava mai provare per lei. Si era molto affezionata a me e mi trattava come se fossi stata sua figlia ed io ricambiavo il suo affetto. La sera mi parlava sempre di te : mi raccontava dei giochi che facevate insieme,delle cose che ti aveva insegnato e anche dei guai che avevi combinato. Quando il suo viso diventava triste, per combattere il pianto si inginocchiava a terra e pregava affinché tu fossi ancora vivo ed io facevo lo stesso. A volte per tirarla su di morale inventavo delle avventure che tu stavi facendo nel momento in cui parlavamo. Strano che si sia avverata quella che lei giudicava più assurda.-
-Come è morta?-
-Beh devi sapere che lei aveva un sogno : quello di terminare la lotta tra gli Orchi e gli abitanti di Extramondo. Mi stava per questo educando all’arte di amare e perdonare e la missione stava apparendo più facile di quel pensava. Per questo mi aveva donato quel medaglione con la scritta “Sii il cambiamento”. Purtroppo Glace lo scoprì e decise di punire entrambe. Per questo la uccise davanti ai miei occhi.
-Guardala la tua stupida tata che fine fa!Volevi cambiare il mondo?Volevi cambiarla?Lei è la principessa degli Orchi e non può essere “buona”-gridò.
Poi lasciò andare il suo corpo e la colpì con un potente incantesimo.-
Alla fine del racconto, mi ritrovai tra le sue braccia a piangere a dirotto.
-A quanto pare mia madre era molto brava…-
-Che intendi?-
-Se è riuscita a renderti così-
Ero riuscita a fargli amare sua madre,ma adesso dovevo fare un’ altra cosa : convincerlo a tornare a casa. Gli chiesi se aveva intenzione di farlo, ma lui si rifiutò.
-Mi hanno mentito…e non potrò mai perdonarli-
-Sì ma non l’hanno fatto per cattiveria,come ho fatto io, l’hanno fatto per proteggerti e perché ti amano. Se hai perdonato me, non puoi farlo anche con loro?-
Lui ci pensò un attimo e poi annuì.
-E come dovrei vivere ora? Dovrei fare come se nulla fosse?-
-In fin dei conti sono loro la tua famiglia…lo sono sempre state e sempre lo saranno-dissi.
-Ti sbagli!- replicò - fanno parte altre persone della mia famiglia… il ricordo di mia madre e tu-
A questo punto si allontanò e tornò a casa. Non so se disse ai suoi cari che ero stata io a convincerlo, ma immaginai che la felicità di averlo di nuovo lì li avesse commossi al punto di impedirgli di fare domande.

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Capitolo 25
*** Illusions ***


ATTENZIONE! Non leggette il commento che ho scritto sotto prima di aver letto la storia o vi rovinerete una grande sorpresa!
(Sì è per te Ludo questo avviso). Ora smammo...buona lettura!


Passarono due settimane e Pierre non si fece più vivo. Trascorrevo la maggior parte del tempo passeggiando nella Foresta, sperando di incontrarlo, ma ogni giorno tornavo sempre più delusa. Tutte le notti attendevo una sua visita, fin quando il sonno non mi costringeva a chiudere gli occhi e ad abbandonare le mie illusioni. Stufa di questa situazione, il lunedì della terza settimana decisi di utilizzare una delle mie pozioni. Ce ne era in particolare una che sembrava adatta per l’occasione! Si chiamava “Illusions” e dava per pochi secondi l’illusione di veder realizzato davanti ai propri occhi il sogno più segreto. La avevo ingerita tante volte e mi ero, quindi, immaginata sul trono degli Orchi. Questa volta ciò che avrei visto,ipotizzavo, sarebbe stato diverso.
Presi la boccetta sferica contenente quel liquido così nero e denso da sembrare inchiostro e ne bevvi un sorso.
Subito mi accorsi di non essermi sbagliata : non ero nelle scure sale del palazzo degli Orchi,ma in quelle allegre e illuminate della reggia di Extramondo. Indossavo un enorme abito rosa e ballavo con il mio principe. Il suo sguardo era di nuovo quello che ricordavo e amavo. I suoi occhi mi scrutavano come se fossi una gemma rara. Il suo sorriso mi faceva arrossire. Tutto era perfetto.
I secondi erano scaduti ed io mi ritrovai seduta sul freddo pavimento della mia camera. Mi alzai e sospirai triste. Non ebbi però il tempo di disperarmi e piangere, perché in quel momento Saule aprì la porta ed entrò nella mia stanza.
-Vieni!-disse e avendomi afferrato per un braccio, mi condusse davanti alla porta, che permetteva l’accesso alla stanza di Glace. Lo sguardo stravolto di mio fratello e le grida che si udivano uscire da quel luogo, non prometteva nulla di buono. Lui aprì la porta e mi precedette. Lo seguii fino al centro della stanza e mi inchinai. Solo in quel momento mi accorsi che non eravamo i soli ad essere lì. C’era anche un uomo alto e vestito in modo distinto. I suoi capelli e la barba erano grigi e il suo volto molto arrabbiato. Non era un Orco, questo era molto chiaro e allora perché era lì?
E perché stava discutendo con il Re dei Ghiacci?Era pazzo?
Cercai di fare queste domande a Saule,ma lui mi zittì e mi fece segno di ascoltare.
-Come si permette di farmi una richiesta del genere?-gridò Glace.
-Mi permetto in quanto sono l’unico parente ancora in vita-
-Ed io che cosa sarei?-
-Lei qualche settimana fa ha dichiarato che non le importava più nulla della ragazza, l’avrebbe preferita morta. La libero di un peso-rispose l’uomo in tono pacato.
-Chi la manda qui?Perchè non è venuto di sua volontà. Altrimenti sarebbe venuto anni fa a liberare lei o almeno sua madre.-
-In effetti mi manda il principe Pierre-
-Ora si spiegano molte cose. E lui dove è? Non ha avuto le palle di venire?-
-Non ha ritenuto che la sua presenza fosse necessaria, ma mi ha detto di riferirvi che se non mi darete il permesso di portare con me Chocola, verrà lui in persona a prenderla!-
Allora era un messaggero di Pierre,mandato per portarmi vai di qui? Ma perché all’inizio Glace aveva parlato di rapporti familiari?
-Non vi è alcun bisogno di far scomodare il principino. Ditegli che ci incontreremo,si ci rivedremo e non sarà piacevole- rispose Glace con uno sguardo malvagio.
-Ho il vostro permesso di portar via mia nipote?-
-Sì. Portatela pure via. Qui sarebbe potuta diventare una Regina…e invece preferisce diventare l’amante del Principe Pierre. Perfetto!-gridò.
Si avvicinò a me e mi vaticinò un terribile futuro con queste parole:- Chocola va pure da lui. Ma ricorda che non diverrai mai niente di più della sua amante. Non potrà sposare te, lo sai anche tu, poiché il Regno glielo impedirà. Trascorrerà le sue notti con te e dopo un po’ ti butterà via come si fa con un giocattolo vecchio, un po’ come io ho fatto con tua madre.-
Il mio corpo tremava e non capivo se era rabbia o paura. Un pensiero avevo in testa: quello di scappare via da quel luogo maledetto in cui ero cresciuta e correre incontro ad una nuova vita insieme a Pierre e a mio nonno. Questo non lo conoscevo ancora bene, ma sentivo che già provavo un po’ d’affetto per lui. Quell’uomo e il mio ragazzo avevano avuto il coraggio di sfidare il Re più temuto da Extramondo ed io non potevo non amarli. Mi inchinai e rapidamente uscii da quella stanza per l’ultima volta. Dato che le mie valigie le stavano già preparando i domestici, decisi di andare a salutare Saule, che intanto era andato nella sua stanza. Raggiunsi la porta della camera e la aprii. Quello che vidi aveva davvero dell’incredibile! Mio fratello,seduto sul letto, stava piangendo!
Perché lo stava facendo?Forse a causa della mia improvvisa partenza?Mi voleva così bene?
Mi sedetti accanto a lui e gli strinsi la mano.
-Tutto bene?-gli chiesi guardandolo preoccupata.
Lui non annuì, né mi rispose. Si limitò ad alzare lo sguardo e a posarlo sul mio viso. Mi fissò a lungo accarezzandomi i capelli. Ero così sorpresa che non mi accorsi che si stava avvicinando a me sempre di più. Le sue labbra ancora bagnate dalle lacrime sfiorarono le mie. Mi baciò prima dolcemente e poi sempre con maggior trasporto, fino a costringermi a tenere una posizione supina.

Oh sì! Saule è innamorato di Chocola! Ho fatto attenzione e così non l'ho mai lasciato intendere in nessun momento... in questo modo sarebbe stata una grande sorpresa!!Era il mio asso nella manica.
Ringrazio tutti i miei lettori e soprattutto la mia instancabili recensitrice... :D
BYE

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Capitolo 26
*** Spiegazioni ***


Raggiunsi la porta della camera e la aprii. Quello che vidi aveva davvero dell’incredibile! Mio fratello,seduto sul letto, stava piangendo!
Perché lo stava facendo?Forse a causa della mia improvvisa partenza?Mi voleva così bene?
Mi sedetti accanto a lui e gli strinsi la mano.
-Tutto bene?-gli chiesi guardandolo preoccupata.
Lui non annuì, né mi rispose. Si limitò ad alzare lo sguardo e a posarlo sul mio viso. Mi fissò a lungo accarezzandomi i capelli. Ero così sorpresa che non mi accorsi che si stava avvicinando a me sempre di più. Le sue labbra ancora bagnate dalle lacrime sfiorarono le mie. Mi baciò prima dolcemente e poi sempre con maggior trasporto, fino a costringermi a tenere una posizione supina.
Superato lo stupore iniziale, riuscii a riprendere il controllo della situazione. Lo spinsi via da me e mi alzai dal letto. Lo fissai scandalizzata e corsi verso la porta. Non vedevo l’ora di uscire fuori da quell’incubo. Lui però fu più veloce : mi bloccò il braccio e chiuse a chiave la porta con un incantesimo.
-Lasciami andare!-gridavo cercando di divincolarmi.
-Calmati e lasciami spiegare…giuro che non voglio baciarti di nuovo. Basterà che tu mi stia ad ascoltare. Ma ti prego calmati e smetti di tremare.-
In effetti aveva ragione. Ero tanto sconvolta che avevo cominciato a tremare. Lui si sedette sul letto ed io mi appoggiai alla porta, a distanza di sicurezza insomma.
-Sì Chocola sono innamorato di te!-iniziò.
-Da quando?-chiesi
-Beh fin da quando ricordo…-
-E ora che cosa vuoi?-chiesi furiosa- Vuoi che lasci il mio fidanzato, l’uomo che amo…a causa di questo tuo stupido capriccio?-
-Non ti permetto di parlarmi così-gridò alzandosi in piedi furioso.- Hai idea di tutto quello che ho dovuto sopportare in questi anni? Tu mi odiavi,mentre io non facevo che amarti…poi è arrivato quel bell’imbusto e ha rovinato ogni mio piano…lui ti ha portato via da me! Vedi, ora non avrò più nemmeno il piacere di averti accanto. E’ tutta colpa di Pierre!-
-Ecco! Ora capisco: questa è la ragione per cui non lo sopporti! Lui si è preso in pochi giorni, il trofeo che corteggiavi da una vita.- riflettei ad alta voce.
-Sì eppure per amor tuo,sono stato costretto a sopportarlo e quella volta persino a pregarlo affinché venisse a guarirti…-
-Ed io che credevo fosse amore fraterno! E con quel bacio che avevi intenzioni di dimostrare? Che anche tu sai essere intraprendente?-
- No. Era un bacio d’addio. Io e te non ci rivedremo mai più e non avrei avuto più occasioni…volevo sapere come sarebbe stato.-
-Glielo dirai?-mi chiese
-Non lo so…mi ero ripromessa di non nascondergli più nulla. Però non posso dirglielo…insomma non lo so! Mi hai reso così confusa ….quanto ti odio! Apri questa porta e fammi uscire! -
Annuì e la porta si aprì. Dopo aver gridato nuovamente quanto lo detestavo, uscii. Quando mi consegnarono le valigie, seguii mio nonno fuori dal Palazzo. Salimmo su una grande auto e guardai il Castello sparire alle mie spalle. Ero finalmente fuori!

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Capitolo 27
*** Ardore ***


[POV CORNU]
Stavo guidando l’auto in silenzio e non facevo che pensare al gesto che avevo appena compiuto.
Avevo sfidato Glace, gli avevo portato via sua figlia e tutto a causa di una stupida promessa!
Avrei dovuto sentirmi spaventato, eppure quella vittoria mi aveva riempito di orgoglio e fierezza.
Osservai mia nipote con un po’ di imbarazzo. Indossava un costoso abito di velluto nero e il suo viso aveva un’ aria distratta e altera. La contemplavo curioso di trovare in lei qualcosa che mi ricordasse mia figlia, ma apparentemente erano molto diverse. Anche un’altra cosa mi incuriosiva e mi costringeva a lanciarle continuamente occhiate rapide. Infatti cercavo di capire che cosa avesse fatto innamorare il Principe così tanto da spingerlo a venire da me per costringermi a chiedere il suo affidamento. Certo, era davvero molto bella,ma non credevo che fosse quella la ragione che aveva scaturito tutto quell’interesse. In fin dei conti avrebbe potuto avere molte altre ragazze, anche più belle di lei e non avrebbe dovuto fare tutta la fatica che stava facendo per la principessa degli Orchi.
Ricordavo la visita di qualche giorno prima, che mi aveva spinto a recarmi lì.
Questa mi aveva sorpreso davvero molto: era strano che il Principe Pierre facesse visita ad un normale cittadino, che tra l’altro era considerato nemico della Famiglia Reale da molti anni.
Sì, ero considerato un nemico dal giorno in cui avevo discusso con il Re Louis * poiché lui aveva deciso di sospendere le ricerche di mia figlia.
Comunque quando entrò in casa mia, feci un leggero inchino e lo osservai attonito in quanto era solo. Mi aspettavo che fosse seguito da una scorta o almeno da una guardia! Invece era lì davanti a me ad esortarmi a congedarmi da quell’inchino e ad accoglierlo come un normale cittadino.
Gli offrii una tazza di the, che lui rifiutò cortesemente. Si sedette su una poltrona accanto al fuoco e mi esortò a fare lo stesso.
-Vostra maestà…-
-La prego mi chiami Pierre-
-Pierre mi dica subito perché è venuto, tanto so che è qui perché vuole qualcosa.-
-In effetti ha ragione. Volevo parlarle di sua figlia Cinnamon…-
-E’ ancora viva?-
Quel barlume di speranza, apparso nell’oscurità della mia vita, riuscì a far sparire l’indifferenza dal mio viso.
-No, mi dispiace. Come lei sa, è morta anni fa nel tentativo di uccidere Glace. Ma se mi aiuterà riusciremo a fare in modo che un’altra innocente non faccia la sua stessa fine-
-Che cosa intende?-chiesi sorpreso.
Non capivo perché mai il Principe,che aveva a disposizione gli uomini più forti di Extramondo, avesse bisogno del mio aiuto.
-Non so come potrei aiutarla a combattere…-aggiunsi.
-No, ma non intendevo dire questo. Non voglio far scoppiare una guerra! Lei potrebbe salvare la ragazza in modo del tutto legale, poiché quella è la figlia di Cinnamon…sua nipote-
-Non se ne parla-esclamai e mi alzai furioso dalla poltrona.
-Perché?-chiesi lui sorpreso.
-Ho capito le tue intenzioni carino! Tu sei innamorato di lei! Io non ho mai sostenuto i matrimoni tra gli abitanti di Extramondo e gli Orchi…e ciò che è accaduto a mia figlia mi ha convinto ancora di più. Toglitela dalla testa e lasciala morire!-
-Ma è sua nipote? Non riesce a provare nemmeno una briciola d’affetto per lei?-
-No! Gli Orchi non riescono a provare amore…perché dovremmo provarne noi un po’ per loro?-
-Ma lei è diversa…-gridò lui con ardore.
-Ragazzino…sono le stesse parole che mi ha detto Cinnamon! Vuoi morire anche tu? Vuoi davvero metterti contro tutto il popolo e la tua famiglia per essere ucciso da lei? A me non interessa, per me puoi fare quello che vuoi, soltanto lasciami fuori da questa storia!-
-E così vuole lasciar morire anche lei! Perfetto! Ma si ricordi che questa morte peserà sulla sua coscienza…come quella di sua figlia! La sua ostinazione mi fa pensare che lei abbia semplicemente paura!-mi gridò con ardore.
No…non potevo permettergli di parlarmi così!
Mi avvicinai a lui con fare minaccioso e gli tirai una forte sberla. All’istante me ne pentii : avevo appena colpito il Principe di Extramondo! Come sarei stato punito?
-Mi scusi…io…io…non volevo!-mi giustificai in modo impacciato.
-No. Va tutto bene. Avevo esagerato. In ogni caso sappia che io non me ne andrò da qui finchè lei non accetterà il mio patto-
Anche lui era un tipetto davvero ostinato e dopo aver parlato a lungo, riuscì a convincermi.
E così mi ero ritrovato in quel guaio!

Avevamo raggiunto la mia casa e così, spenta la macchina, scendemmo da questa e ci avviammo dentro la mia abitazione.

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Capitolo 28
*** Conoscenza ***


[POV CHOCOLA]
Scesi dall’auto turbata. Non riuscivo infatti a togliermi dalla testa le dure parole che avevo rivolto a Saule. Mi si presentava davanti agli occhi scena, che metteva in evidenza la mia cattiveria nei suoi confronti. L’unico pensiero che riusciva a rallegrarmi era immaginare la gioia di Pierre quando mi avrebbe vista entrare in quella piccola casa di legno. Avrebbe finalmente sentito il cuore leggero, sapendo che la sua fidanzata non era più un Orco. Già mi immaginavo come mi avrebbe sollevato in aria e fatto girare, pieno di felicità. Aprii, quindi la porta piena di aspettative.
Entrata nel salone rustico e accogliente, però, le mie previsioni si dissolsero come un arcobaleno, che viene sostituito dal sole splendente. Pierre non c’era, nessuno c’era in quella camera scura.
Mi assalì un’ondata di delusione e provai il desiderio di scoppiare in lacrime,ma la presenza di mio nonno mi impediva di esprimere i miei sentimenti liberamente.
Mi sedetti su una poltrona, posta accanto al caminetto e nascosi il viso in un cuscino. Mossi le braci e ravvivai le fiamme.
Quell’ uomo dall’aria così superba, restò titubante sull’uscio ad osservarmi. Non faceva altro dal primo momento in cui ero salita in macchina e la cosa cominciava ad infastidirmi.
Forse non sapeva come rompere il ghiaccio…
Si sedette sulla poltrona accanto a me e mi chiese se desideravo bere una tazza di the.
Annuii e aspettai che mi servisse quella bevanda in una tazza di finissima ceramica. Quando ricevetti la tazza, offerta con un sorriso forzato, cominciai a girare il liquido con un cucchiaino d’argento. Le mie lacrime mi solcavano il viso e cadevano nel the. Bevvi la bibita in un sorso e dopo me ne pentii. Strinsi le labbra, assumendo un’ aria disgustata e posai la tazza.
- E’ amaro!-gridai
-Che cosa c’è? Non avevi mai bevuto del the?-
-No.- dissi e ripensai a tutte le bevande che avevo bevuto nella mia vita. In effetti erano soltanto due acqua e champagne.- Ma mi abituerò-
-Non so perché,ma non ti vedo felice! Eppure il tuo fidanzato ha fatto tanto per convincermi a portarti qui…devi sapere che si è beccato anche uno schiaffo!-
-E allora perché non è qui?-gridai in lacrime.
-Ho capito tutto!- esclamò- Tu credi alle parole che ti ha detto Glace? Ti preoccupa diventare l’amante del Principe!-
-Già… sarebbe così ingiusto e umiliante! Dovrei vederlo ogni giorno stare accanto ad un’altra donna con la consapevolezza che ama me e che viene a trascorrere le notti qui.-
-Allora in tutta sincerità è meglio che tu sappia che lui non potrà sposarti…il Popolo non sarebbe felice di avere te come Regina. Tuttavia quando è venuto qui sembrava molto innamorato e determinato, credo che troverà un piano per rendere felice entrambi.-
Sospirai, lievemente sollevata da quelle parole. Era vero : Pierre non era così bastardo da rendermi la sua amante…dovevo solo fidarmi di lui.
Chiesi a Cornu di raccontami del suo incontro con il mio ragazzo e ascoltai felice le sue gesta.
Aveva avuto un grande coraggio e un’ ammirabile fermezza, che mi avevano reso orgogliosa di lui e mi avevano riempito il cuore di speranza.
-Quindi lei ha colpito il principe di Extramondo?-chiesi a mio nonno.
Quando lui annuì, risposi entusiasta : - Forte! Lei mi piace!-
Lui mi osservò nuovamente con interesse e alla fine concluse: - Devo dire che neanche tu sei tanto male per essere un Orco. Sarà perché hai nel Dna il sangue di mia figlia e quindi anche il mio.-
Sorrisi e gli spiegai che, in effetti, non si sbagliava in quanto ero capace di provare sentimenti.
-Beh sono felice di poter dire che almeno un Orco è davvero diverso!- disse lui ironico e ridemmo insieme.
Il nostro rapporto stava migliorando notevolmente e in pochi giorni avremmo imparato a volerci bene e forse mi avrebbe anche parlato di mia madre.

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Capitolo 29
*** Il ritorno ***


Da quel momento vissi in quella casa ospitale in un clima sereno e piacevole. Fin dal primo giorno cercai di rendermi di rendermi utile e fare una buona impressone su mio nonno.
Avevo infatti capito che quell’uomo con un aspetto così duro, era in realtà buono e caro.
Mi aveva raccontato alcuni aneddoti riguardo mia madre e anche donato una sua foto. Infatti da quando mi ero allontanato dal Palazzo, mi mancava terribilmente recarmi nella stanza dove vi era il ritratto e raccontarle i miei problemi. Tuttavia mio nonno mi aveva raccontato così tante storie su mia madre, che ormai mi sembrava di conoscerla anche caratterialmente. Adesso avevo capito la forza d’animo nascosta da quei bellissimi occhi e la furbizia, riscontrabile nello sguardo vispo.
Erano trascorse due settimane ed io stavo impazzendo. Non facevo che pensare alla lite con Saule e alle parole di Glace. Quando di notte mi ritrovavo da sola sotto le coperte, venivo assalita dai rimpianti. A volte pensavo che avevo sbagliato ad aggredire mio fratello per difendere il mio amore per un idiota!
Avevo deciso che quando sarebbe tornato (e se lo avesse fatto) gli avrei rivolto un bel discorsetto.

Era una sera molto fredda. Il cielo aveva lasciato cadere sulle case le milioni di gocce, che fino a quel momento erano state custodite dalle nuvole.
Ero seduta sulla mia solita poltrona a leggere un romanzo, riscaldata dal calore del fuoco. Mio nonno era già andato a letto e i miei sbadigli mi fecero capire che era tempo che mi ritirassi anche io. Stavo per spegnere il fuoco che bruciava nel camino, quando qualcuno bussò alla porta.
Mi alzai e mi avvicinai all’uscio curiosa di sapere chi era così pazzo da venire a trovarmi a quell’ora.
Aperta la porta, guardai con attenzione il ragazzo comparso davanti ai miei occhi, in quanto l’oscurità non mi permetteva di riconoscerlo. Improvvisamente un lampo illuminò un paio di occhi celesti su cui erano attaccati i capelli biondi bagnati. Quando tornammo nell’oscurità, allungai le braccia nella sua direzione e lo spinsi a terra, gridandogli : - Bello! Ti rifai vivo dopo tutto questo tempo?-
Lui si alzò da terra e mi pregò di continuare a litigare dentro. Mi spostai e lo lasciai entrare e sedere accanto al fuoco. Mentre si toglieva il cappotto bagnato e si scaldava, lo osservavo furiosa con le braccia incrociate.
-Hai cinque minuti per spiegarmi perché non ti sei fatto vedere in queste settimane!-gli ordinai.
-Ho avuto molti affari da sistemare a corte!-
Mi avvicinai a lui e lo schiaffeggiai, gridandogli che non volevo essere la sua amante.
-La mia amante?Che assurdità! Chi ti ha messo in testa queste strane idee?-
Gli raccontai per filo e per segno la conversazione avuta con Glace. Aggiunsi che sapevo che il Principe di Extramondo non avrebbe mai potuto sposarmi.
-Questo lo so anche io.-
-E come hai intenzione di risolvere la questione?- chiesi furiosa.
Si avvicinò a me e mi mise le mani sulle spalle.
-Mi sono trattenuto a Palazzo perché ho dovuto firmare molti documenti che mi permettessero di cedere il Trono a Vanilla.- mi disse con voce dolce.
-Hai rinunciato alla carica di Re?-
-Sì.-
-E La Regina come l’ha presa?-
-Oh sta tranquilla! Per la mia famiglia non è stata una sorpresa. Non te l’ho detto prima, ma io non ho mai desiderato essere eletto Re e da piccolo sognavo di diventare un medico. Per questo avevo studiato le arti mediche! Adesso potrò realizzare i miei due sogni : fare il mestiere che voglio e sposare la donna che amo-mi sussurrò.
-Aspetta! Hai detto sposare?-
-Avevo pensato che potremmo trasferirci sulla Terra e sposarci lì. Tu vuoi? -
Io annuii felice e lo abbracciai. Alla fine cingemmo l' accordo con un bacio.

Ma quanti schiaffi si è beccato Pierre in questi capitoli!! In ogni modo il fatto che lui voleva diventare un medico è il piano B di cui avevamo parlato nei primi capitoli. Scusate se questo capitolo è un po' sdolcinato,ma potevo farlo solo così,no?
Ok spero vi piaccia! Ciao

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Capitolo 30
*** Il matrimonio ***


Ci salutammo con la promessa di rivederci all’indomani, giorno in cui era fissata la nostra partenza.
Pierre era ansioso di sentirmi sua, lo desiderava con l’ intento di tranquillizzare il suo animo.
Temeva un mio nuovo tradimento e il cuore non riusciva ad annientare i dubbi dettati dal suo cervello. Per lui il matrimonio non era la coronazione del nostro amore, era un modo per assicurarsi la mia fedeltà. Essendo sua moglie, era come firmare un contratto. Tuttavia,nonostante sapessi queste cose, non lo condannavo. Avevo tradito la sua fiducia e adesso meritavo la diffidenza.
Il giorno successivo mi svegliai presto e raccontai a mio nonno i miei propositi. Ci abbracciammo e salutammo affettuosamente. Presa in mano la mia valigia,uscii dalla porta.
Mentre aspettavo che il mio promesso sposo arrivasse, mi guardavo intorno e osservavo quei paesaggi che non avrei più visto. Ripensai al tempo trascorso sulla Terra con Pierre, cercando di immaginare il tempo che avremmo trascorso insieme. Lui sarebbe diventato un medico affermato, che avrebbe salvato la vita a milioni di persone acquistando una grande fama in tutta la città.
Mi ritrovai a fare mille giri nel prato, felice della piega che aveva preso la mia vita.
Fu in quel momento che intravidi nel cielo la carrozza reale. Questa si fermò a pochi metri da me e la porta si aprì rapidamente. Vi salii afferrando la mano di Pierre.
Seduta accanto al mio fidanzato, mi accorsi che in quella vettura non eravamo soli.
Altri due ragazzi, seduti sul sedile di fronte a noi, ci osservavano felici.
-Ci siete anche voi?-chiesi leggermente imbarazzata.
-Sì…certo! Fai parte della nostra famiglia, non ricordi?-esclamò Houx rispondendo anche per Vanilla.
Ricordai quanti momenti avevamo trascorso insieme sulla Terra, quanti pomeriggi avevo passato nella loro casa, desiderando di avere una famiglia come la loro.
Rammentavo anche quante volte nella solitudine del Palazzo degli Orchi, mi era mancata l’aria affettuosa di quei ragazzi.
Li abbracciai allegra e li ringraziai del loro amore.
Vanilla cominciò a descrivermi la cerimonia che ci sarebbe stata di lì a pochi minuti.
Avrei avuto poco tempo per vestirmi e prepararmi, poiché alle otto dovevo essere nella sala dell’ Hotel in cui si sarebbe svolta la celebrazione. Poi avremmo cenato tutti insieme e ci avrebbero lasciato da soli.
-Cenare…ma è ancora giorno!-dissi confusa.
-Sì, ma sulla Terra sono le 7 del pomeriggio.-mi spiegò Houx con tono saccente.
-Lo sapevo…lo avevo solo dimenticato-gli dissi stringendo le braccia e facendogli una linguaccia.

Il mio vestito da sposa era molto bello e semplice. Il corpetto aveva la scollatura a cuore ed era molto stretto in vita. La gonna larga era impreziosita da un grande fiocco posto sul fondoschiena.
Le due maniche larghe erano decorate da un filo di ricamo sull’orlo. I miei capelli neri, abbelliti da qualche ciocca rossa, erano sciolti e decorati solo da alcuni fiori. Il velo era lungo e anche l’orlo di questo era impreziosito dal ricamo. Era così strano: in tutta la mia vita da Orco avevo indossato abiti eccentrici ed elaborati, eppure quel vestito così semplice,puro e raffinato mi sembrava il più bello di tutti quelli che avevo mai visto.
Venni accompagnata da Vanilla lungo le scale e un lungo corridoio fino alla grande Sala. Calpestai il bel tappeto, posto in questa fino a raggiungere il mio fidanzato. Lui mi sorrise ed io lo ricambiai.
-Ti prometto che sarò sempre accanto a te,non ti farò mai soffrire né ti tradirò. Ti aiuterò nei momenti di debolezza e mi prenderò cura di te. Non ti farò mai mancare nulla, soprattutto il mio amore-disse guardandomi negli occhi.
-Ti prometto che mi lascerò guidare da te in tutto e conquisterò la tua fiducia. Ti renderò orgoglioso di me e ti amerò per sempre.-
Allungammo le braccia e stringemmo l’uno le mani dell’altro. Il mio cuore era suo e il suo era mio.
I miei occhi verdi si specchiavano nei suoi e i suoi nei miei.
Le nostre bocce si toccarono e noi ci baciammo. Le nostre vite, per troppo tempo separate, ora si erano finalmente unite. In quel momento sentii che eravamo nati per restare insieme. Io senza di lui non ero niente e lui bastava a rendermi felice.

Non preoccupatevi questa non è la fine. La vita di questi due piccioncini non sarà tutta rosa e fiori come credono e a complicare le cose ci sarà un’ altra coppia…
Non posso dire altro altrimenti capite tutto! Comunque io sto per prendermi una vacanza: domenica mattina parto e torno il 18 (capitolo assicurato per il 19 :D). Mi mancherete moltissimo,ma vabbe ci salutiamo domani (giorno in cui credo che posterò un altro piccolo capitolo.) A domani allora!
P.s. L'abito da sposa:
http://www.animegalleries.net/album/topn/category/-16129/img/3

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Capitolo 31
*** Una lettera di scuse ***


Mi sedetti sulla sedia davanti allo scrittoio e mi procurai un foglio. Osservai un secondo Pierre : era steso sul letto e dormiva profondamente. Era la mia unica occasione per togliermi un grosso macigno dallo stomaco.
Presi una penna e cominciai a scrivere.

Caro Saule,
Spero che leggerai questa lettera e non la strapperai appena ti accorgerai che sono stata a inviartela. Non ti condannerei, se tu lo facessi. Nel nostro ultimo incontro mi sono comportata davvero male! Temo che questa lettera di scuse, riesca ad aggiustare almeno in parte le cose.
Devi sapere che quando mi hai baciato, mi hai fatto crollare il mondo addosso. Ero all’apice della felicità, convinta che tutto stesse andando finalmente bene e tu mi hai mostrato che mi sbagliavo.
Mi hai preso alla sprovvista e ho reagito male. Sono consapevole di essermi comportata da egoista, ma l’ho capito solo ora.
Qualche ora fa sono diventata la moglie del Principe Pierre.
La cerimonia si è svolta in un grande e lussuoso hotel a cinque stelle. Io indossavo un bellissimo abito bianco, ma il più bel dettaglio era il mio sorriso vero, sincero. Non ho mai provato una felicità così grande in tutta la mia vita. Ma questa non era completa perché sapevo che mentre io ero lì a fissare il viso di mio marito, tu eri nella tua stanza e soffrivi.
La cerimonia è stata molto semplice : dopo lo scambio delle promesse e delle fedi, io, Pierre, Vanilla e Houx abbaiamo cenato nel raffinato ristorante dell’albergo.
Oh se solo anche tu potessi far parte di quella famiglia splendida! Respiro gioia e serenità quando sono con loro…è così diverso dalle fredde atmosfere del Palazzo!
Ti auguro di trovare la felicità, di innamorarti di una ragazza che sia degna di te e che ti ricambi.
Questa non posso essere io. Mi dispiace,ma è così!
Io ti voglio molto bene, te ne vorrò sempre, ma come una sorella ama suo fratello. Non riesco a vederti in un altro modo.
Spero che un giorno riusciremo ad avere rapporti amichevoli.

Per sempre tua,
Chocola

P.s. Non dirò nulla a Pierre di tutto questo. Servirebbe solo a peggiorare i vostri rapporti.
Sarà il nostro piccolo segreto.

Lanciai la lettera fuori dalla finestra ed essendo questa magica, volò fino al destinatario.
Mentre osservavo il cielo attraverso il vetro delle finestre, Pierre mi raggiunse.
-Tutto bene?-chiese
-Sì- annuii sorridendo.
Adesso sì che andava tutto bene!

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Capitolo 32
*** Il sole ***


Delusione, rabbia, dolore. Tutto questo era racchiuso in quella stanza. Io in piedi con le guance ancora bagnate di lacrime amare, lui che cercava di evitare il mio sguardo.
Strinsi il pugno e battei il piede a terra con rabbia.
-Sei uno stupido immaturo!-
La corsa : le mie gambe che si muovevano veloci.
La sofferenza, lo sconforto, il disinganno: tutto appariva palesemente sul mio viso.
5 mesi di illusioni e promesse andati al vento. E’ triste veder cadere a terra tutte le nostre rocce, certezze. E’ avvilente! E’ come veder morire se stessi.

-Allora sei pronta?- mi chiese spazientito Pierre, mentre metteva le valigie nel cofano dell’ auto.
-Eccomi!-gridai, spuntando dalla porta.- Sono qui!-
Lui aprì la portiera e si sedette sul sedile, impaziente di mettere in moto il velivolo. Mi accomodai sul sediolino del passeggero e lo guardai felice.
-Eccitata all’idea di tornare su Extramondo?-mi chiese
Annuii e l’auto partì. Percorremmo le strade della città fino a raggiungere una terra desolata. Qui c’era un passaggio che portava direttamente al nostro caro Pianeta d’origine. Fu divertente osservare il cielo azzurro della Terra, tramutarsi in un istante in quello viola di Extramondo.
Sì, contro ogni previsione e aspettativa, il matrimonio tra me e Pierre andava a gonfie vele.
Avevamo già trascorso 3 mesi insieme in completa felicità : lui era diventato un competente e rispettato ed io ero la sua amorevole mogliettina. I miei compiti erano molto semplici : pulire la casa, preparargli da mangiare e baciarlo ogni qual volta desiderava. Mi aveva spesso chiesto se mi ero mai pentita di averlo seguito e aver lasciato la corona.
-Questa vita mi sembrerebbe noiosa solo se non ti amassi- gli rispondevo.
Tuttavia vi erano volte in cui una nuvola oscurava il sole della nostra gioia. Questo accadeva quando pensavo a mio padre.
-Non vi è alcun bisogno di far scomodare il principino. Ditegli che ci incontreremo,si ci rivedremo e non sarà piacevole-
Quelle parole spesso risuonavano nella mia mente e mi mettevano i brividi. Tuttavia il turbamento non durava a lungo : quando tutto andava bene era difficile essere pessimisti.
Il vento spazzava i nuvoloni neri e il sole tornava a riscaldarci con il suo appagante calore.
Mi voltai verso il mio sposo : il vento gli scompigliava i capelli biondi e gli occhiali scuri gli coprivano gli occhi azzurri.
Mi colpì il suo sguardo : era raggiante e impaziente.
Lui era stato lo zimbello di tutto il Regno per molto tempo.
Il principe che si era innamorato di un Orco. Il ragazzo che aveva lasciato tutto per correrle dietro.
L’illuso che l’aveva sposata credendo che avrebbe funzionato.
Doveva essere per lui una grande soddisfazione tornare tra quella gente a dimostrare che si sbagliavano. E anche se mi dava fastidio essere considerata un “trofeo”, lo facevo con piacere.
Anche lui aveva diritto alla sua parte di gratificazione. Appoggiai la mia testa al suo braccio e sospirai.
Dopo cinque minuti l’auto si fermò e Pierre scese dall’auto. Mi aprì la portiera e scesi anche io.
-Che cosa c’è?Ti basta rivedere il Palazzo per sentirti un Principe?- lo punzecchiai.
Mi fece una smorfia e mi circondò con un braccio.
-Nervosa?-mi chiese, osservando il mio viso apparentemente tranquillo.
-Assolutamente no-dissi, incurvando le labbra in un sorriso finto.
-Vedrai che la prenderanno bene-
E ci incamminammo verso il grande portone, immaginando già la calda accoglienza che avremmo ricevuto.

Sono tornata!! E ora chi mi ferma più?
p.s. Spero che vi sia piaciuto! Non è un grande capitolo, ma infondo serve solo ad introdurre la situazione…nei prossimi ci saranno più colpi di scena.

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Capitolo 33
*** Notizia ***


Il tavolo era stato apparecchiato con piatti di porcellanae bicchieri di cristallo. Le pietanze erano già state servite e gli invitati di questo grande pranzo di famiglia erano seduti sulle sedie stile barocco. Essere lì davanti alla Regina in persona, alla Principessa e alle guardie, mi imbarazzava un po’ e aumentava il senso di nausea che già provavo. Ingurgitavo un boccone dopo l’altro velocemente, sentendo un improvvisa sensazione di fame. Pierre, seduto accanto a me, mi lanciava occhiate preoccupate. Mise la sua mano sulla mia gamba ed io la strinsi forte. Con quella semplice operazione riuscii a tranquillizzarlo e a farlo tornare spensierato. Cominciò a parlare ai suoi familiari del lavoro, della nostra casa, di me e della sua felicità.
Ascoltavo le sue parole tranquilla e sorridente mentre mangiavo. Improvvisamente la nausea tornò a farsi sentire e con maggiore forza di prima.
-E’ un falso allarme-mi dissi- come prima-
Così mangiai un po’ di pane per togliere quel disgustoso sapore. L’arrivo dei conati però mi fece capire che quella non era una semplice sensazione e che rischiavo di vomitare lì sul tavolo.
Non sarebbe stato affatto rispettoso per gli ospiti, mi avrebbe imbarazzata moltissimo e sarebbe stato il modo peggiore di dare la notizia della mia gravidanza!
Il panico mi assalì e le mie mani cominciarono a tremare. Afferrai il polso della camicia di seta di Pierre e lo tirai forte. Lui si voltò sorpreso, ma dopo aver guardato per un istante il mio viso, non vi fu bisogno di usare le parole.
-Scusateci un attimo…-disse e mi trascinò fuori dalla sala. Corremmo in un lungo corridoio e ci fermammo davanti ad una porta di legno. La aprii ed entrai. Pierre tentò di fare lo stesso ma lo bloccai e supplicai affinché mi aspettasse fuori.
-Perché?-
-E’ terribilmente imbarazzante…non voglio che tu mi veda in questo stato!-dissi e chiusi la porta dietro di me.
Mi chinai sul water e cominciai a vomitare, mentre mio marito da fuori mi chiedeva ogni due secondi se era tutto ok.
Come poteva essere ok? E soprattutto come avrei potuto rispondere alle sue domande?
-Ah gli uomini!-pensai mentre uscivo con lui da quella stanza.
-Sì, adesso sto molto meglio-
Osservò attentamente il mio viso che prima era pallido e adesso aveva ripreso colore. Si tranquillizzò e riprese a camminare al mio fianco.
-Avresti dovuto farmi entrare, in fin dei conti sono un medico ho visto cose più disgustose. Avresti potuto sentirti male…-
Sbuffai e incrociai le braccia irritata. –Non fare il maritino premuroso… te ne prego!-
Mi diede un veloce bacio sulla guancia e mi scompigliò i capelli.
-Va bene…va bene-
Rientrati nella sala, ci sedemmo ai nostri posti come se non fosse accaduto nulla. Tuttavia gli sguardi interrogativi posati su di noi richiedevano una spiegazione.
-Tutto bene Chocola?- chiese la Regina .
-Sì-
-Nessuno corre via se sta bene.- mi corresse Houx.
Gli lanciai un’ occhiataccia.
-Chocola, perché non ce ne parli?- mi chiese Vanilla con la sua solita dolcezza.
-Lei è incinta… stiamo per avere un figlio-rispose mio marito.
I nostri cari familiari ci sommersero di felicitazioni e auguri, fino a farci arrossire. Il pranzo terminò velocemente e allo stesso modo tutta la giornata. Dopo aver passeggiato per le strade di Extramondo e i corridoi del Palazzo, arrivò la sera e con essa il momento di andare a letto.
La stanza che era stata preparata per noi era la stessa che aveva usato Pierre, quando aveva vissuto lì. La osservò a lungo pieno di orgoglio e non era difficile immaginare i suoi pensieri: l’aveva lasciato da stupido ragazzino innamorato e vi era tornato da uomo sposato.
Questo pensiero così puerile non riuscivo a comprenderlo, ma per fortuna ero capace di tollerarlo.
Ci mettemmo il pigiama e ci stendemmo nel letto. Il suo sguardo felice e fiero improvvisamente si incupì. La sua mente si era addentrata in un insieme di pensieri troppo tristi, che gli stavano rovinando la serata.
-Che hai?-gli chiesi.
-Non sembra anche a te che Vanilla sia diversa?-
-Sì è vero è cresciuta molto.-
-No non intendevo questo! Il suo comportamento è così cambiato: il suo sguardo è sempre assorto, i suoi occhi brillano, sorride sempre e queste passeggiate notturne sono così sospette!-
-Pierre, non essere così protettivo! Vanilla è cresciuta ed è cambiata…questi momenti fanno parte della vita…non essere così preoccupato.Ok?-
Annuì e spense la luce.

Ok anche questo capitolo è bruttino, ma il prossimo sarà migliore. Lo prometto! :D

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Capitolo 34
*** Una notte nella Foresta ***


[POV VANILLA]
Oscurità e silenzio. Camminavo nelle strade deserte, avvolta in un mantello scuro. Era una passeggiata lunga che facevo ogni sera ormai da tre mesi. Nessuno mi aveva mai fatto domande prima di allora.
–Fa bene a camminare un po’. -mi dicevano, mentre aprivano il portone.
Ripensai allo sguardo che Pierre mi aveva rivolto. Mi aveva guardato negli occhi con un occhiata penetrante. A lui la spiegazione che “ avevo bisogno di fare due passi ”, non sarebbe bastata. Mio fratello, che mi conosceva meglio di chiunque altro, avrebbe capito che gli nascondevo qualcosa.
Immaginai la reazione che avrebbe potuto avere, se gli avessi rivelato il mio segreto.
-No…no!-gridai- Non potevo parlargliene-
Alla fine pensai che fosse più conveniente rivelarlo a Chocola: lei sarebbe stata in grado di capirmi, lei avrebbe potuto parlare a suo marito…
-Sì, glielo rivelerò domani mattina-
Ero ormai arrivata alla mia destinazione. I miei piedi pestarono il terreno pieno di foglie secche, ero nella Foresta Zenzero. Un luogo spettrale e affascinante allo stesso tempo, come la persona che mi aspettava lì.
-Sei arrivata!- disse e mi accolse con un caldo abbraccio.
Ci sedemmo sotto una quercia ad osservare il cielo: la luna piena illuminava il suo viso sorridente e le stelle, particolarmente splendenti quella sera, facevano brillare i suoi occhi blu.
Appoggiai la mia testa sul suo petto, quella era la mia posizione preferita in quanto potevo sentire il suo cuore battere e respirare il suo profumo.
-Vuoi sentire una novità?-
-Certo-
-Chocola e Pierre sono tornati!-
Lui sussultò un attimo. Quel gesto mi fece ingelosire: non aveva detto di averla dimenticata?
-Non ti era passata la cotta per lei?-gli chiesi.
-Ma certo! Ero soltanto sorpreso…non c’è bisogno di diventare gelosi! E allora si sono ritrasferiti qui?-
-No. Sono venuti soltanto in visita. Neanche io avevo capito perché venissero, finché non ci hanno annunciato la vera ragione.-
Lui mi guardò con uno sguardo interrogativo.
-Chocola è incinta!-annunciai entusiasta.
Studiai in modo approfondito l’espressione del suo viso: non era risentita, né mostrava alcun segno di gelosia. I suoi occhi erano sbarrati per la sorpresa, ma il sorriso apparso sulle sue labbra era sincero. Era francamente felice per loro. Dentro di me tirai un sospiro di sollievo.
-Saule, ho preso una decisione-annunciai. Lui mi guardò e notando la mia espressione seria, mi ascoltò con interesse.
-Vedere la loro felicità, mi ha fatto riflettere : su di loro nessuno avrebbe scommesso, eppure adesso sono sposati e più felici che mai. Perché non ci proviamo anche noi?-
Il suo viso divenne pensieroso: prese ad osservare la luna.
Io ne approfittai per continuare a parlare : - Domani parlerò a Chocola di noi, lei potrà capirmi…in fin dei conti ci è passata, no? E mi aiuterà a parlarne a Pierre…-
-Sei sicura che sia una buona idea?-mi chiese con voce preoccupata.
Annuii e le righe sulla sua fronte sparirono:- D’accordo!-
-Ma che cosa è successo alla timida e dolce Vanilla?Quella che non prendeva l’iniziativa?-mi chiese ridendo.
-E’ cresciuta!-
Lui mi abbracciò forte.
-Ma tu saresti disposto a lasciare gli Orchi per me?-
-Anche adesso.-
Sorrisi.

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Capitolo 35
*** L'incidente ***


[POV chocola]
Il giorno seguente mi svegliai presto e appresi subito il programma di quella giornata, deciso dal mio “maritino affettuoso”. Mentre si vestiva, mi raccontò che aveva intenzione di accompagnarmi in paese. Non sarebbe stata una piacevole e allegra gita, ma piuttosto una sfilata. Tutti ci avrebbero indicati sorpresi e si sarebbero dovuti ricredere: questo era il suo scopo!
-No! Non voglio!-mi lamentai sbadigliando.
Mi coprii il viso con il cuscino e mi rimisi a dormire.
-No, non fare così! Ti prego… accontentami!-
Tolsi il cuscino dal viso e incrociai il suo sguardo. Maledetti occhi, capaci di farmi fare qualsiasi cosa! Sbuffai e cominciai a vestirmi. Il suo sorriso vittorioso mi disgustava e stavo per colpirlo, quando qualcuno bussò. Vanilla aprì la porta e restò sull’ uscio.
-Potrei parlare con Chocola?-
-Lei si sta vestendo…-rispose Pierre al mio posto- puoi parlare con me!-
Uscì fuori dalla stanza e chiuse la porta alle sue spalle.
-Allora dimmi-la esortava a parlare, ma la ragazza restava muta.
-Non importa…-disse e stava per andarsene. Suo fratello però la bloccò afferrandola per un braccio.
Uno sguardo penetrante e la frase “Mi nascondi qualcosa?”, turbarono non poco Vanilla, che abbassò lo sguardo e dopo aver sussurrato con voce incerta delle scuse sparì.
Pierre tornò da me ancora più demoralizzato. Si stese sul letto con uno sguardo sconsolato e sospirò.
-Quella ragazza mi sta nascondendo qualcosa!-gridò.- Temo che sia un grande segreto altrimenti non userebbe una tale riservatezza!E se si fosse messa in un grande guaio?-
-Su tirati su! Tua sorella è una ragazza giudiziosa…vedrai sarà soltanto innamorata.-
- L’ho capito anche io che è innamorata, ma di chi? E perché non può rivelarmi chi è?-
-Non lo so. Sta tranquillo dopo andrò a parlarle io, va bene?-
Fingevo di essere tranquilla, ma francamente cominciavo a preoccuparmi anche io. Tutto quel riserbo non era da lei e temevo che l’oggetto del suo amore potesse essere un mascalzone che le avrebbe distrutto il cuore in due parti. A quel punto mi bastava che fosse un uomo che ricambiasse il suo amore. Ormai mi ero preparata ed ero pronta ad uscire, speravo che quella gita avrebbe migliorato l’umore nero di Pierre.
Uscimmo insieme e dopo aver percorso il tragitto dal Palazzo al paese in carrozza, ci ritrovammo nelle stradine caratteristiche di Extramondo. Era piacevole passeggiare tra casette fatte di pietra decorate da vasi pieni di gerani colorati. Con la mano stretta alla mia e un sorriso stampato in volto, Pierre camminava osservando tutti i passanti. Presto venni assalita dalla noia e chiesi a Pierre di avere la possibilità di fare una passeggiata da sola. Lui acconsentì e mi lasciò andare. Corsi lontano dalla cittadina poiché volevo stare da sola. Ero stanca di ascoltare commenti su di me e di vedere occhi che mi fissavano cercando un imperfezione da giudicare.
Volevo trovare un posto solitario in cui sedermi per osservare con calma tutto ciò che mi circondava. Guardai la Foresta estendersi davanti ai miei occhi e decisi di entrarci. Lì di sicuro non sarei stata disturbata.
Appena calpestai il terreno e sentii l’odore del muschio, che copriva quasi completamente tutti gli alberi, avvertii una strana sensazione. Rabbrividii ed ebbi paura. Comportamento alquanto strano poiché per anni avevo chiamato quel posto casa. Mi voltai e presa da un improvviso attacco di panico, scappai o meglio ci provai.
Le mie caviglie furono circondate da due rami molto robusti, più tentavo di sottrarmi da quella tortura e più la presa diventava forte. Con un incantesimo riuscii a spezzarlo, ma purtroppo non era finita lì. Quel bosco divenne simile al set di un film dell’orrore e ovunque mi voltavo vedevo un pericolo. Infine caddi a terra a causa di una pozza troppo profonda. Ero a terra tremante di paura e piena di rabbia. Dove era il mio sposo quando avevo bisogno di lui? A soddisfare il suo ego!
Dove era l’amore che mi aveva promesso? Non riuscivo a trovarlo.
Due passi si avvicinarono a me, due braccia mi sollevarono e mi portarono in salvo. Sapevo chi era anche senza aprire gli occhi. Mi strinsi a lui e gli rivolsi un bellissimo sorriso.
-Grazie Saule!-

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Capitolo 36
*** Perdite ***


[POV chocola]
Riaprii gli occhi e mi ridestai, appena in tempo per ascoltare la notizia. A causa del tremendo spavento ero svenuta e Saule mi aveva ricondotta a casa. A quel punto dato che non mi riprendevo, Vanilla aveva deciso di chiamare mio marito.(Naturalmente mio fratello se ne era andato per evitare equivoci). Quando dunque riuscii a sentire ciò che Pierre e sua sorella si dicevano, ascoltai proprio ciò che più mi interessava. Sì, avevo perso il bambino e tutto a causa sua! Attesi che Vanilla ci lasciasse soli e poi sollevai il busto. Osservai il suo viso: come pensavo, non lasciava trasparire nemmeno un po’ di disperazione.
-So già tutto!-gli annunciai.
-Mi dispiace!-mi disse stringendomi a lui.
Prima mi appoggiai sulla sua spalla e la bagnai di lacrime, poi lo spinsi via. Lui restò colpito da quel mio gesto così esagerato e mi guardò stralunato.
-Non mentire: lo so che non te ne importa nulla!-gli gridai.
Mi sedetti sul letto con il viso tra le mani e piansi lacrime amare. Si sedette accanto a me e mi accarezzò i capelli.
-Perché ce l’hai con me?-
-E' tutta colpa tua! Se tu fossi stato con me invece di andare in giro a gridare a tutti che eri felice, io adesso starei bene! Avrei ancora mio figlio!! Ma tu dovevi dimostrare ad Extramondo che mi amavi... peccato che tu abbia convinto tutti tranne me!-
-Ma Chocola che cosa dici? Sei impazzita!-
-Io sarò pure pazza ma tu sei un bugiardo!-
Questi miei attacchi cominciarono ad irritarlo : strinse i pugni e mi guardò turbato. Ma non avevo intenzione di fermarmi.
-Vuoi proprio che sia sincero? Ok! A me non frega nulla del bambino...non mi ha addolorato per nulla la sua perdita, anzi mi sento quasi sollevato!-
Quelle parole caddero su di me come pioggia acida sulla superficie di marmo di una statua. Mi corrose la pelle ed arrivò dritta al cuore con la forma di un terribile veleno. Sapevo che era così, lo avevo sempre sospettato, ma sentirmelo dire era un duro colpo.
Lui si accorse dell'effetto che la sua rivelazione aveva avuto su di me e così tentò di addolcire la pillola.
-Non mi è mai interessato molto. Sai...avevo paura che tu avresti diviso il tuo amore tra me e lui ed io non avrei potuto sopportarlo. Cerca di capirmi... io ti amo come non ho mai amato nessun altro...-
-Pierre mi fai schifo...-gli gridai- Tu mi... o meglio ci hai usato come un trofeo! Io non posso più tollerarlo! E poi non sopporto il fatto che comandi qualsiasi cosa faccio e non faccio! Non ho lasciato Glace per diventare la tua schiava!E se proprio vuoi saperlo il tuo sentimento, il tuo amore non mi sembra un emozione dolce, ma un attaccamento morboso che non mi lusinga e anzi mi spaventa!-
Non sapeva cosa rispondermi : era evidente!
-Dove eri quando avevo bisogno di te? Oggi quando ero sola e impaurita tu non c'eri...c'era lui.-
-Non capisco! Non ti ha salvato Vanilla?-
-No.- esclamai sorridendo della sua gelosia- mi ha salvato l'unico uomo che mi abbia mai amato sul serio!-
-Chi?-
-Saule!-
Il suo viso inorridito e furioso non aveva prezzo: era pazzo di gelosia e rabbia.
-Tuo fratello...sei stata con tuo fratello!- esclamò atterrito.
-L'ho rifiutato per fuggire con te...che stupida che sono stata!-gli gridai e mi alzai dal letto.
Lui si alzò furioso e mi diede uno schiaffo.

Delusione, rabbia, dolore. Tutto questo era racchiuso in quella stanza. Io in piedi con le guance ancora bagnate di lacrime amare, lui che cercava di evitare il mio sguardo.
Strinsi il pugno e battei il piede a terra con rabbia.
-Sei uno stupido immaturo!-
La corsa : le mie gambe che si muovevano veloci.
La sofferenza, lo sconforto, il disinganno: tutto appariva palesemente sul mio viso.
5 mesi di illusioni e promesse andati al vento. E’ triste veder cadere a terra tutte le nostre rocce, certezze. E’ avvilente! E’ come veder morire se stessi.

-Chocola cosa è successo?-mi chiese Vanilla, vedendomi stravolta.
-Portami via ti prego!-la supplicai.
-Vieni con me...-

Ah e non c'è nulla che mi piaccia di più di descrivere litigi! Come sono cattiva!! :D
Spero vi sia piaciuto... dal prossimo la storia prenderà una piega più interessante in quanto Chocola ci proverà un pochettino con Saule. Ihihih :D
Ok grazie a tutti quelli che seguono la mia storia e ciao!

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Capitolo 37
*** Neve ***


[POV chocola]
Era successo tutto così in fretta che non riuscivo più a capirci nulla: Vanilla mi aveva visto piangere e mi aveva condotto insieme a lei nel luogo in cui doveva recarsi. Ero così presa dai miei pensieri che non notai che cosa portava con se la mia compagna. Non avevo compreso che aveva intenzione di scappare finché non arrivammo al passaggio lunare. In fin dei conti non glielo avrei impedito in nessun caso : come avrei potuto impedirle di fuggire quando non c’era nulla che desiderassi fare di più? Certo scoprire la persona con cui sarebbe partita, mi sorprese. Provai a rivolgere loro qualche domanda, ma non ottenni alcuna risposta. Vanilla mi chiese se mi avrebbe fatto piacere andare sulla Terra con loro ed io accettai.
-Certo…possiamo andare a casa mia.-
-E Pierre?-
-Se verrà lo caccerò via…-
Loro annuirono ed insieme attraversammo il passaggio e raggiungemmo il quartiere in cui avevo vissuto con mio marito per qualche mese. Atterrammo sulle strade ricoperte di ghiaccio : le nostre orme macchiarono la candida neve fin quando non raggiungemmo l’uscio della mia casa. Afferrai la chiave e feci scattare la serratura. Ci sbrigammo ad entrare nel salone per avvertire il caldo che quella stanza emanava.
-Mi ero dimenticato che qui in inverno faceva così freddo!-esclamò Saule rabbrividendo per il freddo.
Ci sedemmo sul divano: loro impazienti di darmi spiegazioni, io di ascoltarle. Tuttavia nessuno dei due iniziava il discorso e così fui costretta ad interrompere io il silenzio:
-E quindi state insieme…ditemi come è successo!-
-Allora… quando Pierre se ne andato, sentendomi sola ho cominciato a fare delle passeggiate serali. Le prime volte sono andata in Paese, ma venivo disturbata sempre da tutti i cittadini. Così cominciai a recarmi nella foresta per poter stare da sola e invece ho incontrato lui. Inizialmente ci limitavamo a camminare l’uno al fianco dell’altro e a chiacchierare di futili argomenti, poi il nostro rapporto è diventato più intimo e ci siamo innamorati- annunciò Vanilla.
Il suo compagno annuì e la strinse a se.
-Quindi siete scappati…e adesso cosa avete intenzione di fare?-chiesi.
-Beh il mio piano consisteva nel parlartene, così che tu potessi aiutarci a dirlo a Pierre. Fatto questo scommetto che lui riuscirà a trovare una soluzione.-
Quelle parole mi riempirono di amarezza : i due innamorati contavano su di me ed io non potevo fare nulla per loro! Ah se solo avessero saputo ciò che era accaduto tra me e mio marito qualche ora prima!
-Credo che sarà più difficile del previsto-Pensai ad alta voce.
La mia riflessione risvegliò nell’animo della mia amica l’ansia. Le ricordò dello stato pietoso in cui mi aveva trovata e le suggerì che forse non stavo molto bene.
-Chocola è successo qualcosa tra te e Pierre? Prima ho sentito che stavate litigando!-
Alle sue preoccupazione si aggiunse lo sguardo di Saule che si posò sul mio viso e lo scrutò.
Mi alzai dal divano esasperata e mi dileguai affermando che era tutto ok. Sapevo di non aver convinto nessuno, ma in questo modo avevo preso tempo.
Andai in cucina e afferrai il telefono : dovevo fare una chiamata con una grande urgenza. Mi sedetti sulla sedia di legno e composi velocemente il numero.
-Chocola sono felice che tu mi abbia chiamato…-
-Pierre aspetta fammi parlare! Non mi interessano le tue scuse. Volevo solo comunicarti che sono tornata a casa nostra… e preferirei che per un po’ di tempo tu non mi raggiungessi.-
-Per un po’ o per sempre?-
-Non so. Direi che ora come ora sto bene da sola. Il mio era solo un avvertimento. Hai un altro posto dove alloggiare?-chiesi con voce fredda
-Certo…-
-Perfetto!-
Ed attaccai.

Eyes on fire, eyes on fire, and the burn from all the tears
I've been crying, I've been crying, I've been dying over you
Tie a knot in the rope, trying to hold, trying to hold,
But there's nothing to grab so I let go
I think I've finally had enough, I think I maybe think too much
I think this might be it for us (blow me one last kiss)

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Capitolo 38
*** Con il whisky che mi bruciava in gola ***


[POV chocola]
Le tenebre erano scese sulla Terra e la neve aveva smesso di cadere. La luna piena illuminava la città ricoperta di neve. Io osservavo il paesaggio come suole fare uno studente in una galleria d’arte, con aria distratta e annoiata. Questo era il mio passatempo mentre attendevo che il brodo che avevo preparato cocesse nella pentola. Sbadigliai e mi avvicinai al fornello : girai il contenuto del pentolone e lo assaggiai. Presi con un mestolo quel liquido e lo versai in tre ciotole di porcellana.
Dopo qualche minuto ci ritrovammo tutti seduti accanto al tavolo a mangiare. Era la cena più silenziosa della mia vita: tutti in una grande quiete consumavamo il nostro pasto senza nemmeno guardarci. Quando terminammo questa noiosa operazione, presi i piatti e li lavai.
-Chocola…quante stanze da letto avete?- mi chiese Saule.
-Ah già!-esclamai, ricordandomi che avrei dovuto dargli una sistemazione –purtroppo c’è una sola camera-
-Allora potete dormire tu e Vanilla nel letto matrimoniale ed io sul divano…-
-No. Tranquillo Saule! Riposerò io sul divano…è la soluzione migliore, credimi-
-Ok-rispose lui con tono arrendevole.
Mi fissò a lungo : sorrisi e gli feci segno di andarsene.
Terminato di lavare i piatti, entrai in salone con una coperta in braccio. Mi sistemai sul divano e mi coprii con il lenzuolo di lana. Chiusi gli occhi e mi concentrai: dovevo addormentarmi senza farmi prendere dalla malinconia o dalla tristezza. Volevo abbandonarmi ad un sonno pesante in cui non c’era traccia di sogni, soprattutto incubi di cui lui era il protagonista.
Tuttavia la concentrazione non era capace di farmi ottenere questo scopo e dovetti aspettare che la stanchezza mi facesse crollare. La dormita non fu duratura e dopo meno di due ore, mi ritrovai nuovamente in piedi. Camminavo nervosa per la stanza, cercando un modo di combattere l’insonnia. Quando vidi la botte di fronte a me, non riuscii a pensare a nient’ altro.
Corsi in quella direzione e la aprii : c’erano una ventina di bottiglie sigillate di whisky ed una decina di vino rosso. Pierre era solito offrirle ai suoi colleghi, quando questi venivano a trovarlo.
Afferrai un bicchiere e versai il contenuto della prima bottiglia di whisky. Lo bevvi tutto di un sorso e strinsi le labbra in un’ espressione disgustata. Era veramente forte e amaro: come facevano gli altri a berlo con tanta facilità?
Lo versai altre due volte e lo bevvi con la stessa velocità. Notai con soddisfazione che la mia bocca si stava già abituando al sapore di quella bevanda. Dopo il quarto bicchiere ero completamente fuori di me, tanto che non mi accorsi nemmeno di aver fatto cadere la bottiglia a terra.
All’ istante Saule, svegliato dal rumore che aveva fatto il vetro cadendo sul pavimento, accorse in salone. Non ci mise molto a capire cosa era accaduto: la bottiglia vuota e il mio sguardo stravolto confermarono la sua teoria.
-Chocola…-sussurrò e mi venne incontro. Mi abbracciò e mi esortò a dirgli quello che mi preoccupava. Io con la testa sulla sua spalla non riuscivo a fare altro che piangere. Lui mi prese in braccio e mi fece sedere sul divano con lui.
L’effetto dell’alcol si fece sentire: incapace di capire ciò che stavo facendo lo baciai. Inizialmente lui ricambiò il mio bacio, ma ritrovando il controllo mi allontanò.
In quel momento crollai su di lui, cadendo in quel sonno che tanto avevo desiderato.
Riaprii gli occhi solo la mattina dopo e le condizioni in cui rinvenni erano disastrose : avevo una fortissima emicrania e quel sapore che tanto avevo odiato quella notte, era fisso nella mia bocca e mi dava un senso di nausea. Mi alzai con l’intento di cancellare ogni traccia di quella terribile notte e di chiedere scusa a Saule. Al primo tentativo barcollai, ma già la seconda volta riuscii a tenermi in piedi. Lavai il pavimento e raccolsi i cocci.
-Buon giorno! Come stai? Credo che tu non ti senta molto bene, vero?-
-Saule mi dispiace tanto…- gli sussurrai.
- Sta tranquilla!A me interessa capire che cosa ti è successo o meglio cosa è accaduto tra te e Pierre…-
Mi sedetti accanto a lui e gli raccontai della nostra lite. Mi abbracciò e mi consolò.
-E non hai più intenzione di perdonarlo?-
-No, certo che no! Ha fatto un errore troppo grande-
-Hai ragione, anche se ricordo di una ragazza che è stata perdonata nonostante avesse commesso uno sbaglio ancora più grande…-
Gli lanciai un’occhiataccia : -Vuoi che facciamo pace solo perché così potrei mettere una buona parola per te…-
-Colpevole!-disse ridendo.- Scherzo! Voglio solo evitare che tu viva nel rimorso, perdendo così delle favolose opportunità. Pensaci-
E se ne andò, lasciandomi sola con i miei pensieri.

Incest!! Non so se avete notato ma di questa fanfic, il mio personaggio preferito è Saule. :D
Grazie a tutte quelle che mi seguono e ciao! ;D

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Capitolo 39
*** Perdono ***


[POV chocola]
Ero seduta al tavolino del bar e fissavo la mia tazza. Battevo nervosa il piede a terra in attesa che lui arrivasse. Non dovetti per fortuna attendere a lungo, perché Pierre con la sua solita eleganza apparve davanti a me. –Sono molto felice che tu sia venuto- gli dissi sorridendo.
-Andiamo… per nulla al mondo sarei mancato!-
Si sedette di fronte a me e mi strinse le mani : era veramente felice di vedermi.
-Io vorrei parlarti…-sussurrò.
-Aspetta, prima di parlare di noi, devo chiederti un piccolo favore.-
-Tutto quello che vuoi…-mi incoraggiò.
-Allora in questi giorni ho conosciuto due ragazzi davvero innamorati, che però sono ostacolati dalle loro famiglie. Così sono stati costretti a scappare ed io li ho ospitati con piacere in casa nostra.
Non ti ricordano noi?-
-Sì, è vero. Non capisco però cosa c’entro io con loro!-
-Puoi fare per loro, più di quel che credi…-
Mi fissò a lungo e capì quello intendevo.
-Ok ti ho scoperto : chi è il ragazzo di Vanilla?-
Sorrisi colpevole e riferii il nome di mio fratello.
-Saule? No, non è possibile!-gridò furioso.
-Perché sei così arrabbiato? Che differenza c’è tra lui ed un altro?-
-Ma lui non era innamorato di te?-
-Sì, ma mi ha dimenticato!-dissi e gli spiegai in che modo si erano conosciuti e poi innamorati.
-E’ un guaio…davvero un guaio…-
-Perché l’hai presa così male?-gli chiesi.
-Lui è un Orco e lei è la principessa di Extramondo : non potrà mai funzionare e se poi si sposassero il regno non accetterebbe mai Saule come sovrano.-
-Hai ragione, ma tu dovresti essere il primo a sostenerli: tu sai cosa si sente!- lo accusai.
Lui mi guardò e dopo aver sospirato affermò:- Posso provare a trovare una soluzione.-
Fu così che lo portai in tutta fretta a casa e lo feci accomodare sul divano. Chiamati poi gli altri due ragazzi, li condussi in salotto e li spinsi a parlare.
Alla fine della “riunione” Pierre riuscì a trovare una soluzione : Saule avrebbe dovuto lasciare gli Orchi e sposare Vanilla. Tuttavia questo non voleva dire che il ragazzo sarebbe diventato il re del pianeta. Avrebbero atteso che il popolo cominciasse a provare fiducia nei suoi confronti e solo in seguito avrebbero potuto ipotizzare di farlo salire al Trono.
Il piano fu approvato dai due fidanzati a cui non interessava altro che stare insieme ed essere felici.
Saule, desideroso che io e Pierre ci chiarissimo, portò via con una scusa Vanilla e ci lasciò soli.
Il silenzio che calò nella sala incoraggiò mio marito a farsi avanti. Si schiarì la voce e cominciò a parlare.
-Sai Chocola ho riflettuto a lungo su ciò che hai detto e devo dire che avevi ragione : mi sono comportato davvero male! Sono stato un vero immaturo…potrai mai perdonarmi?-
- Beh in fin dei conti anche io ho sbagliato… mi sono arrabbiata con te, senza nemmeno ascoltarti!-
Lui si alzò e mi raggiunse. Un abbraccio fu la prova del nostro perdono, del nostro rinnovato amore.
Tutto sembrava essersi sistemato finalmente.

Scusate... lo so che è bruttissimo...ma non so che mi è preso!

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Capitolo 40
*** Il malore ***


[POV chocola]
Dopo quell’ avvenimento tornammo alla nostra vita ordinaria. Tuttavia la normalità non durò molto a lungo. Un invito del tutto inaspettato ci riportò nuovamente su Extramondo per assistere ad un evento che si prospettava molto gaio e felice. La notizia che Vanilla e Saule erano riusciti a realizzare il loro sogno così in fretta ci colse un po’ di sorpresa, ma ci rese allegri. Partimmo con gioia sul nostro Pianeta per assistere al matrimonio dei nostri cari amici.
Mentre ci incamminavamo verso il grande castello, mi chiedevo come sarebbe stata la cerimonia.
Gli Orchi erano sempre stati di gusti raffinati e semplici, diversamente dagli abitanti di Extramondo che erano più pomposi e appariscenti. Lo avevo notato già durante il mio matrimonio, che essendo stato organizzato da Pierre era stato fin troppo principesco. Mi chiedevo quindi adesso che si sarebbero dovute fondere due culture diverse, quale sarebbe stato il risultato. Per questo entrai curiosa nel grande salone e non rimasi delusa. Era stato decorato con gusto da fiocchi rosa e neri, che inaspettatamente si addicevano perfettamente al colore e all’arredamento del salone.
Mi accomodai accanto a Pierre in una delle prime file di sedie sistemate nella sala e insieme attendemmo che la funzione iniziasse. Dopo una decina di minuti apparve Saule e attese che la sua dolce metà lo raggiungesse su quella sorta di altare. La sua fidanzata lo raggiunse e dopo avergli rivolto un dolce sguardo, l’uomo incaricato cominciò la cerimonia.
Le parole lette erano talmente dolci e tenere, da non far commuovere solo i due novelli sposi, ma anche tutti gli spettatori. Tuttavia il mio animo non era completamente tranquillo. Io, a differenza degli altri, sapevo cha la giornata sarebbe stata rovinata. C’era un senso di amarezza che eclissava la mia felicità. Tuttavia esibendo un grande sorriso riuscivo a nascondere ogni volta che l’inquietudine mi coglieva alla sprovvista. Continuai a comportarmi così durante tutta la cerimonia, fin quando non vi fu il bacio tra i due giovani sposi. A quel punto tutti si alzarono, desiderosi di congratularsi con la coppia felice. Pierre avrebbe voluto correre subito da sua sorella, ma io lo trattenni :
-Aspetta fratellone superprotettivo! Aspetta che si sia congratulata prima la Regina.-
Lui sorrise e mi abbracciò. –Ed io sarei protettivo?La tua cosa è? Gelosia?-
Gli feci una smorfia e risposi arrabbiata che gli sarebbe piaciuto.
Quando la folla si allontanò, andammo a fare gli auguri e le felicitazioni ai due giovani.
Abbracciai Saule e gli sussurrai : - Hai visto? Te lo avevo detto che anche tu avresti trovato la felicità!-
Mi strinse forte a lui e, indicandomi Pierre, mi disse: -A quanto pare anche io avevo ragione!-
Entrambi ridemmo di gusto e ci staccammo.
Il resto della giornata passò tranquillamente, tra un’ abbuffata ed una chiacchierata.
La felicità di quella giornata, però, venne interrotta improvvisamente da un evento davvero terribile.
Mentre la Regina stava tranquillamente bevendo un liquido da un calice, ebbe un malore che la fece accasciare a terra. Lo spavento e la sorpresa esplosero nel salone : tutti si diressero nella direzione in cui era la donna. Tutti, tranne io che non ero stata poi così sorpresa…
Pierre fu il primo ad avvicinarsi a lei, essendo un medico. La visitò con cura e capì all’istante di cosa si trattava.
-Portatela in camera-ordinò e quel corpo, sollevato da forti braccia venne allontanato.
Rimanemmo soltanto io,mio marito e mio fratello. Ero in attesa di vedere su chi sarebbero ricaduti i suoi sospetti e così gli chiesi se aveva capito ciò che le era accaduto.
-Sì, perfettamente!-mi rispose- E’ stato un veleno a ridurla così. Un veleno che appartiene agli Orchi-
-Gli Orchi?-chiesi, fingendo sorpresa.
-Beh non gli Orchi, l’ Orco!-gridò lanciando un’occhiataccia a Saule.
-Non sono stato io te lo giuro…-si giustificò.- Perché avrei dovuto rovinare il giorno migliore della mia vita!-
Indecisa se essere sincera con loro oppure no, li calmai entrambi.
-Io vado da lei…-mi disse Pierre lasciandomi da sola.
-Vengo anche io…-lo seguì a ruota. Prima di andarsene però, mi osservò attentamente. Mi avevano lasciato da sola a riflettere e ne avevo bisogno.

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Capitolo 41
*** Colpevole ***


[POV chocola]
Seduta nell’enorme salone da sola, ebbi la possibilità di pensare a ciò che era accaduto la sera precedente. Ricordavo l’incubo che mi aveva scombussolato la vita e costretto a fare cose che mai avrei voluto fare. Mentre stavo dormendo stesa sul materasso, una voce familiare mi aveva svegliato. Purtroppo per me non era quella dolce di Pierre.
Aprii gli occhi e vidi davanti a me l’imponente presenza di Glace. Vederlo dopo così tanto tempo, mi spaventò.
-Vattene da qui!- sussurrai a bassa voce, temendo che mio marito si svegliasse.
-Devo farti un’ offerta…che non potrai rifiutare-mi disse con voce suadente.
-Non voglio ascoltarti! -gli dissi furiosa, indicandogli la porta.
-Secondo me ti converrebbe prestarmi attenzione, ne va della vita del caro maritino…-
Mi voltai e lo guardai allibita. Cosa voleva dirmi? Mi sedetti sul materasso con le braccia incrociate e gli feci segno di continuare.
-Voglio che tu uccida la Regina Candy…-
-Mai!-
-Allora io dovrò ammazzare Pierre. Decidi: o la Regina o suo figlio… a chi tieni di più? A te la scelta!-
La mia prima reazione fu un misto di sorpresa e paura. Lo fissai spaventata, chiedendomi cosa fare. Un’altra preoccupazione mi affiggeva: che mio marito, che in fin dei conti dormiva a pochi centimetri ad me, si svegliasse o peggio ancora fosse già desto.
Glace approfittò del mio silenzio per espormi i suoi piani: -Ricordi bene, ne sono sicuro, la promessa che feci a Pierre. Sono certo che le mie parole ti abbiano tormentato più volte nei tuoi peggiori incubi.-
-Ditegli che ci incontreremo,si ci rivedremo e non sarà piacevole- pensai ad alta voce.
-Esatto. –esclamò con un sorriso soddisfatto- Sono felice di non essermi sbagliato…Comunque ho pensato che il fatto che tu sia sua moglie non dovrebbe risultarmi così sgradito, può avere i suoi vantaggi. Ultimamente una persona che non riesco a non detestare è la Regina Candy. Insomma quanto ha intenzione di vivere, prima di cedere il regno a Saule e quindi a me?-
-E’ quindi questo il tuo scopo? Vuoi divenire il Sovrano di tutto Extramondo servendoti di Saule!-
-Sì è così. Ma non sfrutterò solo lui…anche tu, come vedi, sei chiamata a fare la tua parte. Vuoi conoscere gli ordini o preferisci che ti descriva il modo in cui intendo “incontrare” Pierre? –
-Gli ordini…-sussurrai.
-Esiste una pozione o meglio un veleno molto potente che è capace di uccidere una persona che lo ha ingerito per 3 volte. Tu glielo servirai la prima volta al banchetto nuziale e le altre due nel giro di 48 ore.-
-Come mai lo hai chiesto a me e non a Saule?-
-Perché da lui tutti se lo aspettano…mentre tu ormai sei una di loro.-
-Io non so, non credo di riuscirci…-
Lui appoggiò l’ampolla contenente il veleno sul mio comodino e si congedò rammentandomi che la scelta era mia. Avevo aperto gli occhi spaventata, ma avevo provato un immediato sollievo quando mi ero resa conto che era stato solo un incubo. Vedere però l’ampolla accanto al mio viso, mi aveva riportato alla realtà.

Uscii dalla porta e andai nella stanza di sua Maestà. Lì Pierre vegliava al capezzale di sua madre.
-Vai a riposare…resto io qui-gli dissi.
Lui annuì e si alzò dalla sedia. Si avvicinò a me e mi abbracciò:-Grazie-
Era dura mentirgli e comportarmi in modo così meschino. L’unica cosa che mi consolava era la ragione per cui commettevo il misfatto: salvare la sua vita, che per me valeva molto più della mia.
A questo pensai mentre versavo il veleno nella bocca della Regina.

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Capitolo 42
*** Die ***


[POV chocola]
Avevo già quasi completato l’opera e per fortuna nessuno sospettava di me, o meglio così mi illudevo. In verità c’era qualcuno, molto più esperto di me, che aveva capito tutto. Lo sguardo penetrante di Saule mi spaventava e talvolta mi guardava con un’ espressione così furiosa, che confermava i miei sospetti. Cercavo di evitarlo, ma ovunque andassi sentivo il suo sguardo su di me. Questo aumentava ancora di più il mio senso di colpa. Tuttavia anche consolare Pierre e Vanilla era un’ operazione piuttosto difficile. Vederli versare lacrime amare e sapere di essere la causa di quel dolore, era straziante. Ogni volta mi chiedevo per quanto altro tempo sarebbe durata quella recita. Aspettavo e temevo il momento in cui avrei ucciso definitivamente la Regina. Decisi che avrei compiuto l’ultima operazione quella sera stessa: in fin dei conti prima mi sarei tolta quel dente e meglio sarebbe stato. Nel bel mezzo della notte mi alzai dal letto e guardai mio marito caduto in un sonno agitato. La fatica e il sonno lo avevano fatto addormentare, ma la preoccupazione e il timore non gli permettevano di riposare. Lo osservai e sospirai: l’indomani avrei dovuto consolarlo e continuare a fare finta di nulla. Mi sarei sorpresa di quell’improvviso peggioramento di sua madre, avrei versato qualche lacrima e poi mi sarei dileguata. Mi spaventai al pensiero che mio fratello potesse rivelare ciò che sapeva. Scacciai dalla mente quei brutti pensieri e afferrai l’ampolla. La osservai : il liquido al suo interno era quasi finito.
La infilai nella tasca e mi diressi nella stanza della Regina. Spiegai alle guardie che la sorvegliavano che desideravo entrare per verificare se stesse bene e loro mi lasciarono entrare.
Sorrisi soddisfatta: Glace aveva ragione, io avevo facile accesso ovunque e tutti si fidavano di me.
Camminai nell’enorme sala, fino a raggiungere il letto a baldacchino. La tenda di tulle circondava il materasso e lasciava intravedere appena il suo corpo. La spostai e vidi il suo aspetto cadaverico: la carnagione pallida e gli occhi circondati da occhiaie viola. Sospirai nuovamente e afferrai l’ampolla.
-Chocola cosa ci fai qui?-mi chiese con voce flebile.
-Io…io…-
Osservai i suoi occhi innocenti e non riuscii a mentirle. Così mi sedetti accanto a lei e con il viso tra le mani e le spiegai le mie intenzioni. Le lacrime mi impedivano di farmi capire del tutto, ma la donna riuscì a comprendermi.
-Io conosco Glace e so che fa sul serio…-le dissi in tono solenne.
Lei annuì e mi guardò pensierosa ed afflitta.
-Dunque per salvare Pierre, dovresti farmi ingerire questa pozione…-sussurrò osservando l’ampolla, che tenevo tra le mani.
Mentre io annuivo, lei me la portò via e la scrutò da più vicino.
-Beh Chocola voglio facilitarti il compito-esclamò togliendo il tappo al contenitore.
Bevve tutto di un sorso e cadde sul cuscino priva di vita, mentre una lacrima le rigava il volto.
Gridai stravolta da quella visione. Purtroppo questa mia azione fu un tantino azzardata. La mia voce fece accorrere nella stanza tutti: prima le guardie, poi i figli della defunta.
Vanilla si coprì il viso con le mani, Saule scosse il capo e Pierre mi fissò allibito.
Ormai non c’era più nulla che avrebbe potuto discolparmi e così abbassai il capo colpevole. Pierre si avvicinò a me: temevo che mi avrebbe ucciso. Mi diede uno schiaffo ed esclamò: - No. Non avresti potuto deludermi di più-
Detto questo si allontanò dalla stanza. Le guardie osservarono prima Vanilla e poi Saule in cerca di istruzioni. Quest’ ultimo gli disse che se ne sarebbe occupato lui. Mi prese per un braccio e mi trascinò fino al luogo in cui risiedevano i detenuti.
Entrai nella mia cella in lacrime e mi sedetti sul lettino malandato.
-Mi spiace, ma stavolta l’hai combinata grossa. Non potrò tirarti fuori dai guai… C’è qualcosa che desideri?-
-Vorrei… potresti consolare Pierre?-
Lui annuì e se ne andò.

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Capitolo 43
*** Una parte di me ***


Ero stesa sul lettino rovinato. Non sentivo la puzza, non avvertivo l'umidità di quel luogo...le uniche cose che riuscivo a pensare erano gli avvenimenti che si erano svolti in quei giorni. Davanti agli occhi non vedevo il soffitto gocciolante, ma migliaia di fotogrammi. Per un secondo mi apparve il viso privo di vita della Regina Candy. Sparì e osservai la rabbia dipinta sul volto di Pierre. Sentivo la sua voce che mi rimproverava.

Istintivamente mi massaggiai la guancia destra : ricordavo bene il dolore che avevo provato quando la sua mano mi aveva fatto del male.

Mi sollevai dal letto e mi mantenni al muro. Ero molto debole e a stento mi tenevo in piedi.

-Quanti giorni ero stata stesa lì?-mi chiesi e la risposta mi sorprese. Erano passati ben cinque giorni da quando ero stata chiusa in quella piccola cella.

Udii alcuni passi e mi stesi nuovamente. Probabilmente era la solita guardia che voleva portarmi da mangiare.

Avrebbe appoggiato la scodella a terra e dopo avergli gridato di non volere nulla, la avrebbe portata via.

-Questa volta ci penso io...-disse una voce a me familiare.

Saule aprì la cella e venne sedersi accanto a me.

-E' arrivato il momento che tu ed io parliamo.-

Appoggiai la mia testa sulle sue gambe : era gradevole sapere che c'era qualcuno sempre pronto a consolarmi!

-Glace mi ha detto che se non avessi ucciso la Regina, avrebbe ucciso Pierre...-gli spiegai.

-Questa volta è stato un vero mostro.-rispose-ed anche molto scaltro!-

-Che intendi?-chiesi alzandomi di scatto. La paura mi aveva dato molta forza.

-Il suo piano era semplice: tu avresti ucciso la Sovrana, lui ti avrebbe fatto scoprire da Pierre e dopo averlo abbindolato con un incantesimo lo avrebbe fatto ammalare.-

-Vuoi dire che Pierre è malato?Cavolo... non ti avevo detto di prenderti cura di lui?-lo rimproverai furiosa.

-Sì, dopo averti biasimato lui è andato via. Questa mattina le guardie lo hanno trovato nella zona più oscura della Foresta Zenzero.-

-Come sta?-

-Vieni con me.-mi disse e dopo avermi coperto con un grande mantello nero, mi condusse fuori dalla cella.

Attraversai il corridoio, salii le scale e seguii mio fratello fino ad entrare in un' enorme sala.

Si sedette accanto al letto e mi invitò a fare lo stesso. Osservai il viso pallido di mio marito e all'istante ricordai quello di sua madre.

-Sta per morire, non è vero?-

-No, c' è un modo per evitarlo. Abbiamo bisogno di una vittima sacrificale...una persona che gli ceda la vita. Abbiamo chiesto a tutti gli anziani del Pianeta, ma nessuno è disposto a fare questo sacrificio... intende compierlo Vanilla, ma come puoi ben immaginare non vorrei lasciarglielo fare.-

-Lo farò io...-

Mi chiese se ne ero sicura, anche se sapeva bene che lo ero.

-Immaginavo questa tua reazione e per questo ho pensato di raccontarti una cosa che non ti ho mai detto...-

Mi accomodai accanto a lui e stetti in ascolto.

-Ricordi quando ti ho raccontato di come è morta tua madre? Beh ho omesso un particolare. Cinnamon era così potente che avrebbe potuto ucciderlo. Glace allora ha fatto un incantesimo: ha trasferito una parte di se in te, così che se avesse ucciso lui tu saresti morta. Per questo ti ha tenuto con se per tutti questi anni. Questa è la ragione per cui è ancora vivo.-

-Quindi quando io donerò la vita a Pierre, ucciderò anche Glace!-esclamai piena di gioia.- Allora facciamo così : quando Glace morirà, tu te ne prenderai i meriti. In questo modo sarai stimato da tutti gli abitanti e potrai diventare Re.-

Dopo aver protestato per un po', Saule annuì e mi abbracciò.

-E' la cosa giusta credimi-

Ehy!! Ci stiamo avviando alla fine della storia. : D Il fatto di Glace mi ricorda un po' Harry Potter, ma mi sembra credibile come cosa! ^^

Vi ringrazio di aver letto il capitolo e bye!!

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Capitolo 44
*** Angelo Imperfetto ***


[Chocola]
Osservai prima il viso di Saule, poi il volto serio di Vanilla. Annuii e mi preparai a ricevere le istruzioni.
-Dovrai accendere queste candele e spargere queste ceneri intorno al corpo di Pierre. A quel punto lentamente la vita abbandonerà il tuo corpo e si trasferirà nel suo.-
Un gesto d’ intesa e tutti fummo d’accordo. Mi augurarono buona fortuna e lasciarono la stanza: era una cosa che dovevo fare da sola.
Scioccai le dita e le candele si accesero. La loro fiamma era celeste e perpetua.
Cominciai a cospargere la cenere magica sulla coperta di lino. Ogni volta che gettavo un pugno di quella roba, la stanza si riempiva di uno strano fumo scuro.
Tossii e continuai la mia opera. Man mano che la cenere nella mia mano spariva, le mie forze mi abbandonavano. Mi sentivo debole: la testa mi faceva male e a fatica riuscivo a tenermi i piedi.
Strinsi forte la testata del letto e respirai lentamente. Ritrovato il coraggio e le forze, completai l’opera. Quando sentii il suo respiro affannoso e vidi il corpo contorcersi davanti a me, capii che tutto stava andando per il verso giusto. Gli occhi gli si aprirono e mi fissarono.
-Cosa stai facendo?-mi chiese.
-Ti sto salvando la vita …-
-Che intendi?- il tono in cui mi pose quella domanda era spaventato.
Alzò il busto e mi afferrò il braccio.
In quel momento le forze mi abbandonarono del tutto. Caddi a terra stravolta e non riuscii più a rialzarmi.
Pierre accorse in mio soccorso. Non era un idiota: si era accorto che più acquistava energia, più io cadevo nel baratro.
Mi prese tra le braccia e mi sollevò. Mi guardava dritto negli occhi e cercava di leggerne l’espressione.
-Quindi questo è un addio?-mi chiese.
Annuii, mentre una lacrima mi solcava il viso.
-Mi dispiace per tutto il male che ti ho fatto.-gli sussurrai- Ti ho deluso troppe volte e non lo meritavi. Lì sul comò c’ è una lettera…spero che quella riesca a spiegarti tutto.-
Gli sorrisi, gli avevo donato il mio ultimo sorriso. I miei occhi si chiusero e tutto si spense.
Dopo aver pianto a lungo e gridato contro tutto e tutti, Pierre si decise finalmente a leggere la mia lettera.

Caro Pierre,
mi chiedo quali sentimenti proverai quando leggerai questa lettera. Adesso, lo so, senti un grande odio nei miei confronti, ma spero che questo si dissiperà. Glace mi ha minacciato: avrebbe ucciso te se io non mi fossi sbarazzata di tua madre. Cercavo di proteggerti, ma la verità è che avrei dovuto parlartene… Ho sbagliato, lo so , ma l’ho fatto in buona fede.
Questo è il modo di rimediare…forse è un po’ drastico, ma inevitabile.
La mia morte non solo ti farà vivere, ma riuscirà anche ad uccidere Glace. Devi sapere che lui mi ha fatto un incantesimo, tramite il quale le nostre vite sono così legate che la morte di uno porta inevitabilmente a quello dell’altro. Non so se sai, ma per tutta la vita ho cercato di fare qualcosa di importante per cui essere ricordata, per questo volevo diventare Regina. Adesso morendo realizzerò il mio sogno. Non avercela con me, né con te… se può farti stare meglio mi sarei lasciata morire comunque…
Per sempre con te,
il tuo Angelo Imperfetto.

Questo era il senso del titolo : Chocola pur avendo fatto tanti sbagli, donando la sua vita è riuscita a consolidarsi come un angelo, un eroina…
A domani per l’ultimo capitolo! :D

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Capitolo 45
*** Una goccia di sangue sulla neve bianca ***


[Saule]
Guardai fuori dalla finestra : l’inverno aveva investito il Pianeta con la stessa forza con cui il vento adesso batteva contro il vetro. La neve ricopriva ogni cosa : gli alberi, le valli e anche la tomba di Chocola. Erano ormai passati cinque mesi da quando, in un triste giorno d’estate, avevamo celebrato il funerale della mia amata sorella. Ne erano trascorsi ancora meno da quando ero stato incoronato Re. La vita per il popolo non era mai stata così felice e gaia : mai gli Orchi e gli altri abitanti erano stati così uniti. Quando avevo spiegato loro la ragione del suicidio di Chocola, rifiutando i meriti che lei mi aveva chiesto di prendere li avevo impressionati. Avevano capito che gli Orchi erano capaci di provare grandi sentimenti. Avevano imparato a rispettare sia me, sia lei e richiesto che noi avessimo i nostri riconoscimenti : io ero stato eletto sovrano e a lei era stata dedicata una statua, posta al confine dei due Regni. Alla fine Chocola aveva assolto il suo compito, aveva generato il cambiamento. Per questo sotto il monumento che la raffigurava c’era scritta la frase “Sii il cambiamento” divenuto ormai un motto, una promessa.
Tuttavia c’era qualcosa che ci rammaricava. Non coinvolgeva l’intero popolo, ma sconvolgeva la pace domestica mia e di Vanilla. C’era un’ anima dannata che non riusciva a trovare la rassegnazione. Pierre dopo aver letto la lettera, lasciatagli da Chocola, aveva spostato l’odio da sua moglie a se stesso. Credeva che se solo si fosse fidato di lei, invece di scappare, tutto sarebbe andato bene. E quale soluzione aveva trovato a questo problema? Come intendeva zittire la sua coscienza? Scappando! Sì era la cosa più assurda del mondo!
Così se ne era andato e da quel giorno non l’avevamo più visto. Tuttavia non avevamo perso ogni sua traccia. Nel popolo giravano strane voci riguardo alla sua condotta.
In giro si dicevano molte cose: che avesse frequentato brutte compagnie, preso una cattiva strada….
Talvolta le dicerie erano in contrasto tra di loro e noi non sapevamo cosa fare. Vanilla era fermamente convinta della falsità di queste notizie, tuttavia apprenderle la faceva stare molto male.
Io non sapevo più che pensare e cominciavo a credere che un fondo di verità doveva pur esserci.
La porta alle mie spalle si aprì e Vanilla entrò. I suoi occhi lucidi e il suo sguardo triste mi fecero capire che aveva dovuto sentire una nuova notizia.
-Che cosa hanno detto oggi?-
-Oggi era proprio assurdo: hanno detto che avrebbe messo incinta una ragazza! Assurdo, no?-
Quelle parole mi sconvolsero : strinsi i pugni nervoso, cercando di controllare la rabbia.
-Ti rendi conto cosa significherebbe se fosse vero?-
Lei annuì in lacrime e mi abbracciò. –Dovrebbe essere su Extramondo quindi?-
-Sì-
-Allora andremo a parlarci.-esclamai con decisione.
Indossai un pesante cappotto e seguii mia moglie fino ad una sporca e puzzolente osteria. La pregai di aspettarmi fuori, mentre io sistemavo la situazione. Entrai in quella bettola dai muri di pietra pieni di muschio e subito individuai l’uomo che cercavo. Era seduto accanto al bancone da solo e sorseggiava una birra calda. Dato che il locale era vuoto, il proprietario mi notò subito e immediatamente fece un leggero inchino. Quando Pierre si voltò e mi vide, abbassò lo sguardo e mi diede le spalle. Il suo aspetto era davvero penoso: era molto dimagrito, i suoi occhi erano spenti e circondati da profonde occhiaie.
-Cosa vuoi?-mi chiese quando mi sedetti accanto a lui.
-Voglio sentirmi dire che non hai fatto ciò che dicono…che non hai messo incinta nessuno…-dissi con voce alterata.
Lui sbuffò e rispose :- Non posso accontentarti…-
A quel punto non riuscii più a frenare la rabbia e afferratolo per il colletto della camicia, gli gridai contro:
-Stupido idiota! Non mi interessa se vuoi lasciarti morire…non me ne frega se vuoi farti del male!Ma non puoi…non devi profanare la memoria di Chocola! Lei avrebbe desiderato tanto avere un figlio con te e tu… non mi interessa cosa dice l’etica : tu non farai da padre a quel bambino.-
-Hai ragione…-sussurrò- tu hai ragione…ho sbagliato. Ma sta tranquillo…sparirò e non mi vedrete mai più.-
Detto questo il suo corpo si volatilizzò nel nulla. Mi voltai, ma non riuscii a trovarlo. Era davvero andato via.

Io e Vanilla decidemmo di fare una visita alla tomba della nostra cara Chocola. Mentre ci avvicinavamo, notammo una piccola goccia di sangue. Sulla neve bianca spiccava quel piccolo cerchio rosso. Accorremmo preoccupati e curiosi di scoprire quale fosse la sua provenienza. La vista di un braccio, pieno di tagli e segni, da cui scendeva una fontana di sangue ci fece rabbrividire. Vanilla si coprì gli occhi e cominciò a piangere, quando riconobbe l’identità dell’ uomo.
-Va a chiamare le guardie.-le suggerii.
Lei corse via e mi lasciò solo con quel corpo esangue.
-Questo intendevi? Volevi ucciderti? Non posso biasimarti: questa era,forse, l’unica cosa da fare.-
Alzai lo sguardo al cielo e nel manto viola notai due stelle più vicine e splendenti delle altre.
Sorrisi e mi asciugai una lacrima. Sì quello era proprio un bel finale per la loro sfortunata storia d’amore.

:,) Quanto mi piace questo capitolo! E’ uscito fuori proprio bene! Allora devo dirvi che l’idea delle stelle non è mia…l’ho presa dal film “la principessa e il ranocchio”. Eh sì, alla fine sono morti entrambi: Chocola per dare la vita a Pierre e Pierre invece si è tagliato le vene. Un po’ raccapricciante? Un po’ emo? Non so, l’unica cosa che so è che sono entrata nel lato oscuro e non ho intenzione di uscirci. Per questo al più presto continuerò l’altra storia (Robot), a cui ho anche cambiato titolo. Ora si chiama “Fondente- il retrogusto amaro”. Spero proprio di non deludere le vostre aspettative! J Voglio ricordarvi che lunedì inizia la mia scuola e quindi non potrò aggiornare più tutti i giorni, ma – come coloro che mi seguono da tempo sanno- lo farò appena potrò. (credo 2-3 volte alla settimana.) Adesso andiamo alla parte dei ringraziamenti:
Voglio ringraziare Remedios la Bella, marniss ma soprattutto Ludo che ha seguito tutti i capitoli! Grazie! J
Per questa storia ho ricevuto critiche davvero positive e vorrei dirvi che se sto migliorando il merito è solo vostro grazie! Mi state aiutando a realizzare il mio sogno!

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