Nell'arte del kung fu la velocità è tutto!!

di Samurai Riku
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


Percorse la via di Kabuki-cho a passo lento, salì le scale esterne dell’edificio soffermandosi un istante al primo pianerottolo.  Sospirò stanco osservando l’ingresso in cima all’ultima rampa di scale, poi informò le mani nelle tasche dello yukata scuro -Non ci credo che sto per farlo sul serio…- arrivò davanti alla porta e con grande fatica suonò.

Gintoki aprì la porta scorrevole e rimase un attimo in silenzio a fissare l’altro con la solita espressione da pesce lesso -… Hijikata?-

Deglutì -Ho bisogno…  ho bisogno del vostro aiuto…- riuscì a dire a fatica, senza guardare in faccia l’altro.

-A-aspetta, non ho capito bene…- il tuttofare incredulo si stropicciò un occhio, come se volesse svegliarsi da un sogno.

-Stento a credere alle mie stesse parole Sakata, ma da solo non posso farcela. È una faccenda seria.-

 

Hijikata si sedette su uno dei divani dell’agenzia tuttofare. Shinpachi spense la televisione che stava guardando con Kagura, domandandosi cosa portasse lì il vicecomandante della Shinsengumi.

-Allora, cosa c’è Hijikata?- fu Gin a rompere il silenzio, sedendosi tra i due assistenti -Non trovi più l’entrata per il regno della maionese?-

-Ho detto che è una faccenda seria!!!!-

-Perché non indossi tua solita divisa? Così tu sembri barbone.- esclamò Kagura senza troppi riguardi.

-Kagura!!!- Shinpachi la riprese -Ovviamente è il so giorno libero!-

-A dire il vero non posso indossare l’uniforme della Shinsengumi, né tanto meno posso portare la mia spada.-

-Ti hanno licenziato?!- esclamò Gin.

-Volete fare i seri voi due?! È impossibile che sia stato licenziato!!-

-Sono sospeso dal servizio a tempo indeterminato.- rispose Hijikata.

I tre tuttofare rimasero a bocca aperta -Cheeee??!!-

Toshiro si accese una sigaretta -Sarà meglio che vi racconti tutto dall’inizio. È cominciato tutto ieri…-

 

Il vicecomandante rientrò alla base con Sogo Okita dal giro di perlustrazione della città.

Non aspettava altro che una pausa per rilassarsi e riporre da parte i problemi della giornata, ma non riusciva proprio a rilassarsi con quello strano presentimento che non lo abbandonava.

-Visto Hijikata? Siamo in perfetto orario!-

-… sì.-

-Questa volta non  perderemo nemmeno un minuto della soap, ma… mi stai ascoltando, Hijikata?-

-Non so dove sia la mia spada.-

-Al tuo fianco, idiota…- commentò cinico Sogo.

-Questa l’ho presa stamattina al deposito armi, idiota!!- gli rinfacciò -Tu non ne sai nulla, Sogo??-

Lui alzò le mani per discolparsi -No, no!! come puoi accusarmi di un crimine come questo? Piuttosto che rubarti la spada la uso per ucciderti.-

-… la cosa dovrebbe rincuorarmi?-

Yamazaki gli corse incontro ansante -Hijikata!! Hijikata!!-

-Cosa c’è, Yamazaki?-

-È importante… ma, quella non è la mia spada?- disse perplesso indicando il fianco sinistro del vice -Aah, comunque il comandante Kondo e Matsudaira vogliono vederti.-

Okita si stupì -C’è anche il babbo? Che vogliono da te?-

-Be’, magari è una promozione.- Hijikata lasciò la katana al proprietario e si avviò.

-Promozione?! No, non lo accetto!!!- gli gridò dietro.

-… non credo sia una promozione.- disse con tono greve Sagaru, restando ad osservare la sua spada -Kondo e il babbo erano tremendamente seri.-

Sogo si volse a guardarlo -Che sia nei guai?-

Il vicecomandante percorse a passo sicuro il corridoio di tatami -Chissà perché si è scomodato Matsudaira. Spero non voglia chiederci di pedinare di nuovo il ragazzo della figlia. Uff… ma che fine ha fatto la mia spada?!?-

Aprì la porta scorrevole della stanza del comandante ed andò a sedersi in ginocchia sul cuscino di fronte a Kondo e al babbo.

-Ciao Toshi.- salutò Kondo.

-Fai seppuku.- disse Matsudaira senza giri di parole, beccandosi una gomitata dal comandante.

-Sentite, se dove dirmi qualcosa bene, altrimenti non fatemi perdere tempo. Non trovo più la mia spada e vorrei proprio…-

-L’abbiamo trovata, Toshi.-

-Sul serio? Grazie Kondo!! Dov’era?-

-Ehm… vedi, Toshi…-

-Allora, glielo dici o no?- incalzò Matsudaira.

-Sto cominciando a perdere la pazienza, però…-

Kondo guardò l’altro con fare supplichevole -De-devo proprio?-

-Certo, razza di rammollito!!!-

-… e va bene. Vedi Toshi, ieri notte il generale amanto Yoritomo è stato ucciso nella sua stanza.-

L’attenzione di Hijikata si accese come una lampadina -Yoritomo, hai detto? Era venuto in visita dal pianeta Ame, dico bene?-

Kondo annuì.

-Scusate, ma cosa c’entra con…- capì. Capì finalmente dove il suo comandante Kondo e il vecchio volessero arrivare -… non penserete mica che…-

-Figliolo, la tua katana è stata rinvenuta poco distante sulla scena del crimine.- disse Matsudaira.

-Tsk, è pazzesco!! Kondo, non puoi crederci!!-

-I-infatti non ci credo, Toshi, davvero!! ho cercato di dirlo al babbo, però…-

-Però sei un sospettato.- riprese -E finchè non chiariremo questa vicenda è meglio che ti prendi una vacanza.-

Hijikata restò in silenzio -D’accordo… ho capito.- si alzò -Vado a togliermi la divisa.- a testa alta uscì dalla stanza, richiudendosi la porta alle spalle.

 

-E questo è quanto!- disse Gin incrociando le braccia al petto.

-Dovrei essere io a dirlo, ti pare??!!-

-In breve, sei stato accusato di omicidio.-

Toshi si volse a Shinpachi, annuendo -Sono stato incastrato.-

-Così vuoi il nostro aiuto per provare la tua, ehm… la tua innocenza?-

-Cos’era quel tono incerto alla parola innocenza?!-

-Be’, non è da escludere la tua colpevolezza, Toshi. Sei il demoniaco vicecomandante della Shinsengumi, forse ti è scattato l’istinto omicida e l’hai fatto fuori. Adesso stai inscenando tutto questo per confondere noi e i lettori!!-

-Senti un po’, Lucarelli dei poveri!! Datti una calmata!- lo riprese Shinpachi.

-Io non l’ho fatto fuori! Sono stato incastrato, punto!! E non chiamarmi Toshi!!-

-Non preoccuparti Hijikata, crediamo nella tua innocenza.- lo rassicurò Shinpachi.

-Quindi tu bisogno nostro aiuto?-

-Credetemi, se avessi altra scelta non mi rivolgerei mai a voi.-

-Però sei qui, seduto davanti a noi, nell’agenzia tuttofare di Gin-chan!-

-… sì.-

-Sei qui perché hai un disperato bisogno del nostro aiuto, necessiti dei nostri servigi e non puoi farne a meno!-

Hijikata lo guardò male -Ti stai divertendo, vero?!-

-Non immagini quanto!!- rispose Gintoki con un enorme sorrisone.

-Fate i seri, per favore!!-

-D’accordo, d’accordo.- Gin si sistemò il colletto della maglia alzandosi -Andiamo.-

-Dove?- Kagura lo seguì con Shinpachi.

-Ovvio, sulla scena del crimine!-

Si mise in piedi anche Toshi -Sapete almeno come si analizza una scena del crimine?-

-Non preoccuparti, lo abbiamo già fatto in passato!- sorrise Kagura.

-Ragazzi, l’agenzia investigativa di Gin ha ufficialmente aperto i battenti!!-

-Sììì!!!!-

Hijikata si coprì il volto con una mano -Comincio a pentirmene…-

 

I tuttofare e il vicecomandante arrivarono all’hotel dove alloggiava il generale amanto assassinato.  L’O-Edo hotel si trovava nella zona più moderna e ricca della città; l’ampia hall illuminata e decorata accoglieva gli ospiti e i dipendenti mentre i facchini trasportavano da una parte all’altra i bagagli.

-E quello viveva qui??-

-Sì.- Toshi spense la sigaretta, notando i numerosi cartelli del vietato fumare.

-Questo posto ha talmente tante stelle che non si possono nemmeno contare.- commentò Gin.

-Bella la vita dei generali amanto, eh?-

-Mi sento fuori posto…- disse Shin.

Hijikata si rivolse a Gin -Kondo non mi ha detto in che stanza fosse, come pensate di trovarla?-

-Aaah Hijikata, sei inutile! Certo, il tuo distintivo sarebbe stato comodo, ma abbiamo anche noi i nostri trucchi!-

Incrociò le braccia al petto -Sono proprio curioso.-

Gintoki bisbigliò qualcosa a Kagura, poi la ragazzina andò di corsa al bancone della reception.

-Scusi signorina!-

-Dimmi!- rispose la ragazza oltre al bancone, sfoggiando un sorriso gentile.

-Io perso chiave di stanza di miei genitori e non ricordo numero…  però sicura di essere ad ultimo piano!-

Hijikata osservava con attenzione -Non le dirà mai la stanza del generale.-

-All’ultimo piano, dici? Impossibile, quello è tutto occupato da un ospite speciale.-

-Oh, allora era piano sotto… forse camera a centro.- disse pensierosa.

-Ah, no…- controllò sul monitor del computer -Anche quella è vuota. Quella acanto?-

-Sì, sì!!-

-Sul lato destro o sul sinistro?- non fece in tempo a terminare la domanda che Kagura si era già allontanata -Ma…-

-Ultimo piano, stanza centrale!!-

-Ben fatto Kagura! Questo ci ha risparmiato un sacco di tempo!-

-Ehi, ehi, come fate ad essere così sicuri?!-

-È un classico, Toshi. Il solito boss prende sempre un intero piano per sé e le sue guardie e per non essere disturbato da rumori molesti lascia sempre libera la stanza sotto la sua!- spiegò Gin con aria saccente.

Ci rimase davvero male  -…… ah… e non chiamarmi Toshi, te l’ho già detto!!-

-Adesso cosa facciamo, Gin?- domandò Shinpachi.

Gintoki gli mise una mano sulla spalla -Indagine furtiva!!-

 

Arrivarono davanti alla stanza bloccata dal nastro giallo della polizia.

-Per te questa è un’indagine furtiva!!??- sbraitò Hijikata che indossava l’uniforme dei fattorini, come Gin.

-Non dobbiamo dare sospetti, dovresti saperlo! Che razza di poliziotto sei?!-

Di tutta risposta Hijikata lo guardò male.

-Allora spiegami perché io sono vestito da cameriera!!!!- sbraitò Shinpachi che indossava la stesso completo nero a gonna larga con tanto di grembiulino come Kagura.

-Così siamo due facchini e due cameriere! Due facchini e una sola cameriera poteva insospettire qualcuno!!-

-Un gruppo come questo non insospettisce, vero?! E perché proprio io poi, falla tu!!-

-Ma ti pare?!-

-Finitela di fare baccano o ci scoprono per davvero!!- li ammonì Hijikata -E adesso entriamo…- con cautela scostò il nastro e aprì la porta.

La suite versava nel disordine più totale.  Mobili ribaltati, specchi e suppellettili distrutti, tappeti strappati, il letto a due piazze e mezza disfatto con le lenzuola che pendevano a terra. Sul pavimento troneggiava una chiazza di sangue che faceva risaltare il contorno bianco di una figura anonima.

-Che sfacelo… sicuri che il movente non fosse la rapina?- chiese Shinpachi.

-Kondo ha detto che non è stato sottratto niente. Anzi, in più… c’era la spada.- Toshiro si soffermò davanti ad una tacca segnaletica indicante una prova.

-Dev’essere devastante per un poliziotto e samurai essere incolpato di un omicidio che non ha commesso.- Shinpachi gli posò una mano sulla spalla -Scopriremo la verità, vedrai!-

-Allora mettetevi a cercare anche voi!- incalzò Gin mentre frugava nei cassetti imitato da Kagura.

-Che state facendo!!?? Questa è una scena del crimine, non dovete incasinarla ancora di più!!!!- gridò Hijikata.

-Aaah…- Shimura sospirò esasperato, poi notò qualcosa. Si inginocchiò accanto alla sagoma -Ma che…?-

Gin si avvicinò -Hai notato qualcosa, Shinpako?-

-… chiamami ancora così e vedi dove ti ritrovi il manico della scopa! Comunque Hijikata, il generale è stato ucciso con la tua spada?-

-Sì… due fendenti ed un affondo al torace.-

-Quindi dovrebbe aver perso molto sangue in questa zona…- indicò l’area del torace e dell’addome.

-Allora perché la chiazza di sangue si allarga all’altezza della testa?- concluse Gintoki.

Hijikata non disse nulla -…-

-Ma non ha senso!!- obbiettò Kagura.

Il vicecomandante si scostò dal gruppo, andando davanti alle ampie vetrate che davano sul terrazzo.

-Credi sia opera di un cecchino?- gli chiede Gin.

-Le finestre non presentano alcuna scheggiature, e se la polizia non ha toccato nulla sono sempre rimaste chiuse dall’omicidio. Non mi quadra nemmeno la condizione della stanza…-

-Yoritomo era un importante generale amanto, che sia stato un ribelle ad ucciderlo? Già che c’è, ha pensato di incolpare un alto funzionario della Shinsengumi.-

Hijikata si volse a Shinpachi -I ribelli non entrano alla base come se nulla fosse!! Come ci è finita qui la mia spada?!-

-Oh, be’…-

-Forse tu non visto perché impegnato ad ingozzarti di maionese!-

-Ma che dici!?!-

Gintoki si guardò intorno, facendo qualche passo per la stanza, notando qualcosa sul pavimento, chi chinò a raccoglierla -… e questo?- una scarpa lucida entrò nella sua visuale; alzò lo sguardo e si ritrovò a fissare tre uomini nell’uniforme del dipartimento degli affari interni.

-Ehm…- come se nulla fosse prese uno straccio e si mise a pulire le scarpe dell’uomo al centro del terzetto.

Shin picchiettò sulle spalle di Kagura e Hijikata per attirare la loro attenzione -… ops.-

La ragazzina prese la parola -Servizio in camera? Noi arriviamo subito!-

-Cosa ci fate qui? L’accesso a questo piano è offlimit!-

Gintoki si rimise in piedi, fronteggiandolo -Offlimit?! Credi che usare l’inglese ti renda più figo?! Credete di poter fare e superiori son dei comuni lavoratori sottopagati?!-

-Ma chi ci paga…- pensò demoralizzato Shinpachi.

-Levatevi dai piedi.- sentenziò l’uomo.

Hijikata li scrutò con attenzione -Quei tre li conosco… Hanae, Ichimura e Ginza…- decise di stare al gioco dei tuttofare -Leviamo subito il disturbo, scusateci.- e spinse la combriccola verso l’uscita della stanza.

Kagura si oppose inutilmente -Ehi!! Nessuno dato me mancia!!-

Ginza, l’uomo più sulla sinistra, prese Toshiro per un braccio, appena questi gli passò accanto -Sei caduto in basso, vicecomandante. Oppure dovrei dire ex…-

-È per arrotondare.- rispose lui con sarcasmo.

-Tu sei l’ultima persona che dovrebbe trovarsi qui.-

-Stavo per dire lo stesso di voi, Ichimura. Non ditemi che questo caso è stato affidato a voi degli affari interni…-

-Ovvio. Quando c’è di mezzo un amanto importante ucciso e poliziotti corrotti, noi siamo sempre i primi ad intervenire.-

-… ovvio.- ripeté con malcelato astio.

-Continua la tua vacanza e rilassati, Hijikata. Ne hai bisogno.-

Si liberò dalla presa, lanciano un’ultima occhiata furente ai tre funzionari.

 

Abbandonati i vestiti da dipendenti lasciarono lo sfarzoso hotel, incamminandosi.

-Credevo che l’indagine vera e propria fosse affidata alla Shinsengumi…- disse Shinpachi.

-Oltre all’indagine per omicidio c’è anche un’indagine interna al corpo della Shinsengumi. Su di me, e su tutti gli altri, e se ne occupano loro.-

-Non scorre buon sangue, vero?-

-Ma che perspicace, Sakata!-

-Gin, qual è nostra prossima mossa?- domandò Kagura.

-Dobbiamo chiarire una volta per tutte come è morto Hashirama.-

-Yoritomo…- lo corresse Shinpachi.

Hijikata si accese una sigaretta -Vuoi travestirti da medico legale? Il ragazzino con gli occhiali potrebbe fare il cadavere.-

-Cosa?!? Perché proprio io??-

Kagura rifletté tra sé e sé -Piedipiatti comincia a piacermi…- sogghignò.

-Ti ci metti pure tu??-

-Si è diffusa la notizia della tua vacanza?-

-Perché?-

-Usa la tua autorità per capire come è morto Hibiki, noi seguiremo un’altra pista.-

Hijikata lo guardò di sottecchi -Guarda che si chiamava Yoritomo.- spirò del fumo -D’accordo, mi inventerò qualcosa. Vedete di non combinare guai, c’è sempre la mia reputazione in gioco.-

-Io direi anche la tua testa.- aggiunse Shin.

-Ritroviamoci alla vostra agenzia tra un paio d’ore.-

-No, no, facciamo un posto più anonimo, in modo da confondere le idee!!- esclamò Gin tutto gasato.

-Confondere le idee a chi!? Mica siamo ricercati!!- gridò Toshi.

-Incontriamoci alla pasticceria del centro commerciale!-

-Tu hai solo voglia di mangiarti un dolce!!!- gli gridarono dietro Shinpachi e Hijikata.

 

Il vicecomandante della Shinsengumi riuscì ad entrare nel laboratorio patologico della polizia di Edo.

La bassa temperatura lo fece stringere nello yukata, mentre le sue iridi di ghiaccio scrutavano l’ambiente cercando il tavolo metallico su sui giaceva il corpo senza vita del generale Yoritomo, coperto da un anonimo lenzuolo bianco. I passi echeggiavano sul pavimento lustro; appena scostò il telo ogni suo pensiero venne assorbito dall’inverosimile pallore del cadavere.

-Cosa fai qui?-

Toshiro si voltò di scatto -Sogo!-

-Quello yukata ti da proprio un’aria da barbone, Hijikata.- Okita gli arrivò davanti -Hai cambiato il tuo giorno libero?-

Hijikata abbozzò un sorriso -Si, mi trovo meglio. Tu che ci fai qui?-

Lui fece spallucce -Kondo mi ha chiesto di controllare la situazione. Il caso sarà anche nelle mani di quelli del Bakufu, ma si dice che il posto di vicecomandante sia vacante, è la mia grande occasione!-

-Te lo puoi scordare.- commentò aspramente.

Sogo spostò lo sguardo sul cadavere -Guarda un po’ che casino sta succedendo per colpa di questo cane bastardo.-

Hijikata si limitò a guardarlo, curioso di scoprire dove volesse andare a parare.

-Ti ricordi, Hijikata? Qualche settimana fa lui e la sua squadra di stupide guardie del corpo sono venuti al quartiere generale, tanto per far vedere che gli importa qualcosa della povera gente che lavoro per lui, e non passa tutto il tempo nel lusso.-

-Sì, me lo ricordo.-

-… non ti sopporto, Hijikata. Voglio il tuo posto di vicecomandante.-

-Lo so.-

-Però il tuo attaccamento al lavoro è ammirevole. Sei venuto fino a qui nel tuo giorno libero, davvero ammirevole.-

-Sogo…- si voltò verso di lui, ma il ragazzo si stava già incamminando.

-Quest’indagine non è nemmeno affidata a te, per cui non dovrei dirti che oltre alle ferite causate dalla tua katana sono state trovate delle lesioni celebrali che non presentano tracce esterne, non dovrei dirtelo, davvero, rischio il posto… io e te non ci siamo mai visti, Hijikata…-

-… visti? Io nemmeno ti conosco.- sorrise.

 

-Come immaginavo, volevi solo mangiarti un dolce!-

-Oh, non rompere Shinpachi!! Fai come Kagura, prendi esempio!!- disse Gin agitando il cucchiaino del parfait.

Shinpachi spostò lo sguardo sulla ragazza seduta accanto a Gin -Dovrei strafogarmi di gelato?-

Gin inforcò un boccone sul cucchiaio facendo l’occhiolino all’amico -Esatto!-

-Ah, siete qui.- Hijikata si sedette accanto a Shimura -Vedo che vi siete già serviti.-

-Questa è seconda portata!!- esclamò Kagura.

-Se continuate così va a finire che vi verrà il diabete… anzi, viene a Kagura e peggiora a Gin.-

Il capo tuttofare ignorò le critiche dell’amico e si rivolse a Hijikata .Hai scoperto qualcosa di interessante?-

Annuì -Anche se avrei bisogno di altri riscontri, però. Mentre voi eravate qui ad ingozzarvi di dolci, io sono andato a caccia di informazioni.-

-Oh, ingenuo Hijikata, anche noi abbiamo fatto la nostra parte!- alzò una mano -Camerieeeeree!!!!-

Toshiro batté con fermezza un pugno sul tavolo -Potresti smetterla di mangiare per un attimo e concentrarti!!??-

-Sta calmo, per favore! Non ho intenzione di ordinare di nuovo… per quanto mi piacerebbe prendere un altro parfait alla fragola, oppure al cioccolato… o perché no, un frappé con panna montata e sciroppo alla frutta…-

-Stai vaneggiando, Gin!!!-

Il cameriere si presentò al tavolo -Mi avete chiamato?-

Gintoki incrociò le braccia al petto, annuendo tutto orgoglioso verso il vicecomandante -Ecco la nostra parte!-

Hijikata restò in silenzio a fissare il cameriere -…… Katsura!?!-

 

Kotaro Katsura si sedette tra Gintoki e Kagura, i quali continuarono a mangiare indisturbati. Shinpachi si coprì sconcertato il volto con una mano, mentre Hijikata sembrava sull’orlo di una crisi di nervi.

-Ka-Katsura… qui, davanti a me…. e non posso fare nulla. È terribilmente frustrante.-

Come sempre Zura non si scompose -Sapete che grazie a questa vostra idea dovrò trovarmi un altro lavoro…-

-Scusa Katsura, ma perché lavori qui come cameriere?-

-Anche il gruppo per l’espulsione dei barbari ha bisogno di fondi.-

Hijikata stramazzò sul tavolo -…!! Aaah, faccio finta di non aver sentito.-

-Allora, cosa volete?-

Gintoki finì di ripulire il bicchiere di parfait -Mh, il vicecomandante qui, è nei casini e ci paga per risolverli.-

-Non è esattamente così!!-

-Tsk, e hai il coraggio di venire a cercare aiuto da me?!-

-Ma siete diventati tutti deficienti?!? Io il tuo aiuto non lo voglio!!-

-Non essere schizzinoso, Hijikata! Rivuoi il tuo lavoro, no? Allora taci!!- poi Gin si rivolse a Zura -Hai sentito cosa è successo stamattina, no?-

-Certamente, una vera tragedia. Non so chi sia stato, ma chiunque l’abbia fatto è sicuramente pronto a tutto.-

-Sì, lo avevamo capito dalla bella bravata. Non è che forse è stato uno dei tuoi?-

-Cosa?! Come può venirti in mente una cosa simile, Gintoki?!-

-Be’, mi sembrava fattibile, Zura…-

-Che razza di idea ti sei fatto del gruppo Joi, noi non facciamo cose del genere! E non chiamarmi Zura, il mio nome è Katsura!!-

-Scusa, scusa!! Non scaldarti tanto, pensavo che almeno potevi darmi un’indicazione su chi sia stato!-

-Ah, se solo lo sapessi, Gintoki!! Davvero, sarei pronto a sfoderare la mia spada!!-

-Wow, non ti facevo così onorevole… sporcare di sangue la tua spada per un funzionario del Bakufu, ti fa davvero onore.-

-Eh? Un funzionario del Bakufu?- Zura guardò confuso Gin.

Gin lo guardò in silenzio -…stiamo parlando della stessa cosa?-

Toshiro Kagura e Shinpachi rimasero senza parole.

-Tu di cosa stai parlando?-

-Dell’assassinio di un generale amanto, tu?-

-……… niente.-

-Finitela di perdere tempo!!!- sbraitò Hijikata.

Katsura riacquistò la sua compostezza -Dunque, chi è l’amanto ucciso?-

-Un importante generale venuto in visita a Edo, tale Kawakura…-

-Yoritomo, Gin!! Yoritomo!! Come hai fatto a pensare Kawakura?!-

-Sono stato accusato del suo omicidio, ma io non c’entro nulla. Il vero colpevole ha usato la mia spada.-

-Ti sei fatto rubare la spada?! Vergognati!!-

-Non è questo il punto!!! Uff…  oltre alle ferite da taglio ha subito anche lesioni celebrali, non gravi some quelle che avete voi, - aggiunse con velato sarcasmo -ma abbastanza da fargli perdere parecchio sangue.-

-Ecco spiegata la chiazza di sangue più ampia!!- esclamò Shinpachi.

-Come fatto ferita a cervello? Spada non può fare questo senza lasciare traccia!-

-Infatti.-

Gintoki incrociò le braccia al petto -Forse è stata della droga…-

-Droga, dici?- intervenne Hijikata.

Annuì -Sul pavimento della sua stanza in hotel c’erano residui di una polvere bianca. So che alcuni amanto legati al Bakufu hanno anche un giro poco lecito in questo campo.-

-Non hai tutti i torti.-

-Il gruppo Joi non ha nulla a che fare con il commercio e il traffico di droga, anzi ci battiamo attivamente per fermarlo.-

-Questo da un ottimo movente a tutti i tuoi uomini, Katsura.- disse Hijikata.

-Non siamo stati noi. Francamente abbiamo obbiettivi più importanti da colpire, anche su questo frangente.-

-Ah, ma davvero?-

-Davvero. E comunque non siamo tanto vigliacchi, se dobbiamo uccidere un ostacolo lo facciamo a testa alta e a spada tratta, non usiamo simili trucchetti.-

-Zura, ti rendi conto che stai parlando con quello che vuole la tua testa su un piatto d’argento?- disse Gin.

Hijikata si accese una sigaretta -Comunque, siamo sicuri che sia stata la conseguenza di un’overdose ad ucciderlo?-

Gintoki alzò le spalle -La mia era solo una supposizione.-

-D’altronde, cos’altro può causare una ferita interna come quella senza lasciare traccia?-

-Shinpachi ha ragione.- disse Zura.

-Bene, allora qui abbiamo finito! Zura, sei stato inutile.-

-Non chiamarmi Zura, il mio nome è Katsura!!- inveì il cameriere alzandosi dal tavolo -Ho collaborato solo per cortesia Gintoki, se sapevo che questa storia riguardava uno della Shinsengumi non vi avrei mai aiutati.-

-Ho già detto che il tuo aiuto non lo volevo!! E come ha detto Sakata sei stato inutile, per una volta gli do ragione.-

-… ma grazie.-

-Fate come vi pare. Se avete finito liberate il tavolo.-

-Andiamo ragazzi!!- Gin si avviò, seguito da due assistenti.

-Ehi, un momento! Il conto!!-

Si fermò, voltandosi verso Hijikata e Katsura -Ah già, ci pensa il mio cliente! Anche questo fa parte delle spese dell’agenzia!- ed uscì.

-Che cosa?? Bastardo, questa non era una spesa essenziale!! Dove credi di andare?! Tanto so dove abiti!!-

Katsura gli porse il conto -Prego, signore.-

-Ti ci metti anche tu?? Guarda che ti faccio arrestare!!-

-La nicotina la rende nervoso, dovrebbe smettere di fumare, signore.-

-Sta zitto!!!-

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


-Adesso che facciamo? Noi non cavato buco da ragno!!-

-… come si fa a cavare un buco da un ragno?!-

-Comunque, mentre Hijikata si occupa del conto, facciamo visita ad un’altra persona, sperando in un aiuto più proficuo.-

-E da chi vorresti andare?-

-Ah, ma allora sei qui Hijikata!! Hai lasciato la mancia a Zura?-

-Col cavolo!!-

-Taccagno!!-

-Va al diavolo, Sakata!!-

-La finite voi due?!- li riprese Shinpachi.

-E adesso seguitemi!- Gintoki si incamminò in testa al gruppo.

 

Il classico vecchietto della serie si fermò davanti a Gin, con un sacco colmo legato sulla schiena. Rimase in silenzio a fissare il samurai.

-……-

-Ricorda,-disse -nell’arte del kung fu la forza è debolezza, ma la velocità è tutto!-

-… e con questo?-

-Ti ho svaligiato la casa!!- e sogghignando corse via, lasciando tutti allibiti.

-… e-ehi!! Ma che cavolo..?!?-

 

< Scusate, ma lo sketch di prima cosa c’entrava?! >

< Shinpachi, l’hai sentito anche tu, no? Hai sentito cosa ha detto!! >

< E tu gli credi?! Non c’è niente da rubare in casa tua!! >

< Io vorrei sottolineare che la casa non è nemmeno sua. >

< Tu non intrometterti, Hijikata!! >

< Forse lui sbagliato persona Gin, oppure bevuto troppo. >

< Mh, sì, sì… sarà di sicuro così, hai ragione!! >

< Stai cercando di auto convincerti? > 

< Oppure svaligiato davvero casa e portato via mobili, tv, tua insegna di zucchero, tue copie di Jump e tuo latte alla fragola!! >

< Nooooooooooooo!!!! >

< State facendo di un sassolino una montagna!!! Finitela di dire idiozie, abbiamo ben altri problemi, molto più grossi!!! >

< Ti correggo Hijikata, tu hai un grosso problema! Non siamo noi quelli  che hanno ammazzato il generale Tsukaiya!! >

< Ehi!! Io non ho ammazzato proprio nessuno!! E si chiamava Yoritomo!! >

< Ah-ah!! L’hai riconosciuto, allora lo ammetti!! >

< Razza di idiota, alla prossima cavolata che dici ti ammazzo!! Sei tu che non ricordi il suo nome!! >

< … il nome di chi? >

< Del generale Yoritomo!! >

< Ah-ah!! Tu detto di nuovo!! >

< Kagura, non dare corda alla follia di Gin! >

< Metti a verbale, Shinpachi! >

< Verbale di che?! >

< Guarda che sono io il poliziotto qui! >

< Certo, certo… eri!! >

< Finitela!!! >

< Aaah… questa scena non ha senso. >

< Ditemi, qualcosa in questo anime ha senso? >

< ... in effetti. >

< …… >

< …… >

< …… >

< … be’? >

< Be’, cosa? >

< Be’, cosa succede ora? >

< Be’… bo. >

< Finitela di parlare per monosillabi voi due!!! >

< Mi spiegate cosa dovrebbe succedere? >

< Non sai mai niente, Hijikata!! >

< Ma cosa vuoi!? Io sto seguendo voi, non riesco a capire cosa vi passa la testa!! >

< Ti rispondo io: il nulla. >

< Grazie per la conferma, Shimura. >

< E poi è Gintoki quello che procedeva in testa al gruppo, tutto determinato a testa alta. >

< Non è ancora caduto in un tombino? >

< Non cado nei tombini, idiota!! >

< Potremmo fare intera puntata con voci fuori campo! >

< Non è una cattiva idea, il Direttore risparmierebbe anche sul lavoro. >

< Vi volete concentrare?! Da chi stiamo andando, Sakata?! >

< Dal vecchio!! >

< Il vecchio chi? >

< Il vecchio Gengai!! >

< Cheee?? >

 

-Avete finito di fare casino davanti alla mia officina?? Non sono tutti perditempo come voi!!-

Hijikata rimase a fissare il vecchio -……… Ma tu sei ricercatoooo!!!!!-

-E non gridare!!- Gintoki lo ammonì con uno spintone -Come stai, vecchio?-

-Non dirmi che hai ancora rotto lo scooter.-

-No, no, siamo qui per lui.- disse alludendo a Toshiro.

Hijikata non riuscì a proferire parola -Un altro individuo pericoloso e ricercato… ma li conoscono tutti loro?!-

Il vecchio Gengai li condusse nella sua officina -Ma quello non è della Shinsengumi?-

-Era…- commentò Gintoki.

-Finiscila di parlare al passato!!!-

-Vecchio, tu sei il miglior esperto di meccanica che conosciamo,- iniziò il tuttofare -forse puoi darci una mano.-

-Cosa vi serve sapere?-

Shinpachi e Kagura guardarono Gin.

Il samurai abbozzò un sorrisetto portandosi l’indice alla tempia -Un’arma che ti frigge il cervello!-

-Hai già escluso l’ipotesi dell’overdose?- gli chiese Hijikata.

-A dire il vero non mi aveva mai convinto…-

-Un’arma che frigga il cervello?- pensieroso Gengai si passò una mano guantata sulla testa calva -Io non ho cose del genere.-

-Qualcosa che non lasci tracce all’esterno… nessuna ferita o traccia.- aggiunse Shinpachi.

-Nell’armamentario comune non esiste roba del genere, ragazzi.-

Hijikata si mise a scribacchiare su un taccuino -Per comune intendi umano, giusto?-

-Che stai facendo, prendi appunti come  a scuola?-

-Sì, su come arrivare in questo posto una volta che torno in servizio.-

-Ti sto facendo un favore e tu pensi ad arrestarmi?!? Razza di imbecille!!- Gengai sospirò con rassegnazione, pensando già a come farla pagare a Gintoki per avergli portato quello sbirro -Comunque, nessun funzionario del Bakufu, che io sappia, possiede armi tanto strane e tecnologiche. Hanno spade, pistole di piccolo calibro…-

-Bazooka…- aggiunse pensieroso Hijikata.

-Allora è stato altro amanto a uccidere Takamatsu!!- esclamò Kagura.

-Yoritomo!! Ma è così difficile??-

Il vecchio guardò Hijikata -Hanno ucciso un amanto?-

Lui annuì -Un generale del pianeta Ame.-

-Hijikata, anche se non sappiamo ancora chi sia stato, questa è un’evidente prova che dimostra che non sei stato tu ad ucciderlo!!- disse Shinpachi.

-Anche le ferite da taglio hanno contribuito al decesso.. potrebbero sostenere che mi sono procurato una qualche arma amanto per completare l’opera.-

Il ragazzo parve abbattuto -Allora dobbiamo scoprirne di più.-

-Non saprei in che altro modo aiutarvi… armi simili non capitano certo in mano a tutti.- disse Gengai.

-Grazie comunque per la pazienza.- Hijikata uscì dall’officina, accendendosi una sigaretta.

-Dove cerchiamo?-

Gin si grattò distrattamente la testa -Non lo so… ad essere sincero non so più dove sbattere la testa.-

-Provato contro muro?- propose con tutta la naturalezza possibile Kagura.

-Ah ah ah, spiritosa!! Davvero, davvero spiritosa!!-

-Andate a casa.-

-Nh? Tutto ok, Hijikata?-

-Si sta facendo tardi, abbiamo sprecato solo tempo. Vi farò arrivare i soldi, non preoccupatevi.-

-… ma, Hijikata, non abbiamo ancora risolto il caso!!- obbiettò Shin.

-L’ha detto anche Sakata, siamo ad un punto morto, non facciamo altro che girarci in torno, come un cane che si morde la coda.- gettò la sigaretta, calpestandola con il piede -Siete un branco di idioti, ma vi siete impegnati.  Grazie per aver tentato.- si incamminò senza voltarsi indietro.

-… tossico!!!!- lo richiamò a gran voce Kagura, ma non si fermò.

Gintoki non proferì parola.

-Non può arrendersi così se è innocente. Mi dispiace così tanto…-

-Ha deciso così, Shinpachi. Noi non possiamo farci nulla.

-Ehi, tuttofare!-

Si voltarono tutti verso Gengai.

-Adesso che ci penso forse c’è un posto dove potreste controllare.-

-Nh?-

-Be’, cosa sono quelle facce stupite?! Non ditemi che voi vi arrendete davvero così!!-

Gin abbozzò un mezzo sorriso -No, in effetti no. Dicci contro quale muro sbattere la testa, dura come l’abbiamo riusciremo lo stesso ad abbattere quel muro.-

 

-“È un posto sicuro”, aveva detto!!-

-“Non vi preoccupate, basta che vi adattate”, aveva detto!!-

-“Non c’è nulla da temere”, aveva detto!!-

-“Ce la farete di sicuro”, aveva detto!!-

-Avete finito di lamentarvi per nulla voi due!?!- sbraitò Shinpachi - Non abbiamo ancora fatto niente e già non vi sopporto più!!-

Kagura sbuffò -Uff, tu piattola Shinpachi! Non fa altro che lagnarti!!-

-Ma se sei tu che non fai altro da mezz’ora!!-

-Zitti tutti e due!! Il vecchio ha detto che questo è un quartiere pericoloso, quindi restatemi vicini!-

Shinpachi lanciò un’occhiataccia a Gin -Ma se stai tremando…-

Si sporsero da una viuzza laterale, sbirciando il quartiere in cui Gengai li aveva mandati. Era ai limiti massimi della periferia, nella zona più malfamata della città, addirittura peggiore di Kabuki-cho.  Lì si svolgeva il mercato nero. Amanto, ronin, yakuza, si poteva trovare di tutto in quel tugurio e se si aveva bisogno di un’arma strana e irrintracciabile era decisamente il posto giusto.

Tanto per adeguarsi all’atmosfera truce il terzetto si mascherò alla bell’e meglio.

Kagura indossava una pentola come cappello e un cubo di lamiera a mo’ di vestito con due fori per le braccia; Shinpachi si trascinava una gamba, fingendosi zoppo, con un occhio bendato; Gintoki indossava una parrucca ancora più riccia e una barba ispida, portando il kimono completamente abbassato in vita.

-Spero proprio che serva a qualcosa, perché mi sento ridicolo a fare questa pagliacciata!!-

-Oh, ma stai benissimo Dr. House!- lo cantilenò Gin.

-Dr. House non ha un occhio bendato!!-

-Come sei pignolo, allora sei Barbanera!-

-Sei tu quello con la barba!!-

-Non si può conversare con te! Kagura, digli qualcosa!!-

-Robot!-

-Sei un robot, ma non devi dire per forza robot!!-

-Robot!-

-… ci rinuncio.-

-Ehi, voi tre!!- li chiamò una voce -State attirando troppo l’attenzione.-

Si voltarono tutti verso la bancarella, osservando basiti l’uomo che vi stava dietro -… Hasegawa?-

-Nh? Ci conosciamo?-

-È grave non riconoscerci, questi travestimenti sono pessimi!!- sbraitò Shinpachi.

-Robot!!-

-Aah, ma siete voi!!-

Dopo questo insolito incontro, si lasciarono alle spalle il quartiere criminoso.

Il sole era tramontato, e le prime stelle iniziavano a brillare nel manto scuro della notte; il gruppetto si fermò ad un chioschetto di strada che vendevo dango e sakè caldo.

Gin si servì un po’ di liquore -Che ci facevi in quel postaccio, eh Hasegawa?-

-Soldi, Gin. le sto provando tutte e sono finito lì.-

-Ah… capisco.-

-Voi, invece?-

Shin e Kagura si contesero l’ultimo piattino di dango.

-Lavoro. Dobbiamo aiutare un cliente.-

Hasegawa abbozzò un sorrisetto -E chi è, un trafficante?-

-A dire il vero è un poliziotto… anche se più che uno sbirro sembra un criminale.-

-Aaah, tutti gli sbirri sembrano criminali, Gintoki. Anche io ero una specie di sbirro, ricordi? Lavoravo negli affari interni.- si versò da bere.

-Ricordo, ricordo, ma non sembravi un criminale, sembravi un Madao.-

-Non ero un Madao!! Adesso sono un Madao, prima avevo fama e potere.-

-Eri un Madao a tua insaputa.-

-Come si fa ad essere Madao senza saperlo??- sospirò -Certo che se un poliziotto chiede aiuto a dei tuttofare…-

-Lo hai fatto anche tu, idiota!! E questo fa di te un Madao!!-

-Basta!!-

-Madao è sempre Madao!- commentò Kagura.

-Kaguraaa!! Quelli erano i miei dango!!- si lamentò Shinpachi.

-Dimmi un po’, in che casino è finito il poliziotto?-

Gintoki scrollò le spalle -Accusa di omicidio…-

Ad Hasegawa andò di traverso il sakè -Cosa!?!-

-Per di più di un generale amanto… Onishi, Ogushi, una cosa del genere.

Shi lo guardò male -Yoritomo.-

-Mh, un generale amanto, eh? Allora le indagini sono in mano ai miei ex colleghi.-

Gin restò un attimo in silenzio -Sì, abbiamo incontrate tre brutti ceffi. Quelli sì che sembrava criminali.-

-Aah, chi erano?! Chissà se si ricordano di me!-

-Mmmh… io non ho memoria per i nomi, Shinpachi ti ricordi come si chiamano quei tizi che ci hanno sbattuto fuori dalla scena del crimine?-

-Eh? Come poi pretendere che me lo ricordi?!-

-Fece spallucce -Ci ho provato.-

-Hijikata detto nome di uno di loro!- proferì Kagura -Ichitora… Ichigo…-

-… Ichimachi?-

-Come fate ad inventarvi nomi simili??-

-Ichimura?!- esclamò Taizo Hasegawa.

Gintoki batté realizzato un pugno sulla mano -Ecco!!-

-Lo conosci, Hasegawa?-

-Tsk, purtroppo sì. è capace di pestare i piedi anche all’Imperatore pur di fare carriera… a parer mio ha venduto pure la madre.-

-Davvero un bel tipo…- commentò ironico il capo tuttofare.

-Non scorre buon sangue tra gli affari interni e la Shinsengumi.-

-Non scorre buon sangue tra gli affari interni e nessun’altra unità di polizia. È un lavoro che ti garantisce prestigio, soprattutto se ricopri un ruolo importante, ma spesso vai contro al pensiero di molti e accumuli il rancore generale e tendi a serbarne anche tu.-

-allora meglio che tu diventato inutile Madao, almeno così tu vivi meglio!!- esclamò ingenuamente Kagura.

Hasegawa abbozzò un sorriso -Sì… forse hai ragione, ragazzina.-

-Dimmi una cosa, Hasegawa.- iniziò Gin.

-Nh?-

-Quando eri negli affari interni avevi sempre a che fare con amanto?-

-Sì, l’unità in cui lavoravo si occupa dell’immigrazione. Credo di aver incontrato più amanto che uomini in vita mia.-

-Chissà quante cose bizzarre hai visto.-

-Puoi ben dirlo, amico! Abitudini strane, indumenti, strane, armi strane, lingue strane, tutte cose strane…-

Gintoki si alzò -Grazie per la bella chiacchierata, Hasegawa. Adesso dobbiamo proprio andare.-

-Ah, aspetta Gintoki, io non ho un soldo, non posso pagare il conto!! La ragazzina si è strafogata di dango!!-

-Non preoccuparti, metti pure tutto in conto al nostro cliente, questa è una spesa dell’agenzia.-

-… ma…-

Un uomo arrivò di corsa al chiosco -Tuttofare!!-

-Yamazaki!?-

-Finalmente… vi ho trovati!- disse tra un respiro affannoso e l’altro -È successo un casino!-

-Si tratta di Hijikata?- si premurò Shinpachi.

Il soldato annuì -Sono venuti ad arrestarlo!! Kondo mi ha mandato subito ad avvertirvi.-

 

-Sei comodo, vicecomandante?- chiese con un ghigno beffardo Ichimura, guardando attraverso lo specchietto retrovisore, sistemandolo per godersi fino in fondo l’espressione di Hijikata -Ooh, forse dovrei chiamarti ex…-

Di risposta gli rimandò uno sguardo di ghiaccio, per nulla intimorito. Seduto tra Hanae e Ginza, con le mani ammanettate dietro la schiena.

-Sorridi un po’, Hijikata! Non è mica la fine del mondo!-

-Tappati quella bocca, Ichimura.-

Sogghignò -Sempre il solito maleducato. Guarda l’aspetto positivo, non è poi così male la vita in prigione… puoi continuare a fumare, fai nuove conoscenze, non c’è nessuno che ti rompa le scatole e hai parecchio tempo libero.-

-Ma che bello, potrò finalmente scrivere quel romanzo che non ho mai avuto tempo di iniziare.-  ironizzò.

-Sì, be’… fino a quanto non ti fanno saltare via la testa.-

-Ho pur sempre diritto ad un processo, queste cose vanno per le lunghe.-

-Credimi Hijikata, basta dare le giuste spinte e la burocrazia fa grossi balzi in avanti!-

Hijikata Toshiro scosse la testa -Avevo sentito dire che quelli del dipartimento degli affari interni sono un branco di corrotti, ma non vi facevo così viscidi…- gli cadde l’occhio sulla katana che Ginza teneva poggiata davanti a sé.

-Facciamo solo il nostro lavoro, Hijikata. Mettiamo dietro le sbarre i cattivi e assicuriamo una benevole convivenza con gli amanto.-

-Certo, benevole convivenza… viscidi e anche stupidi.-

-Non peggiorare la tua situazione, vuoi che ti aumentiamo la pena per ingiuria contro pubblico ufficiale?-

-L’ho detto e lo ripeto, siete davvero stupidi.-

-Sentiamo, da cosa nasce questa mera convinzione?-

-Mai ammanettare un uomo con le mani dietro la schiena.-

-Cos…?!-

Riuscito a liberarsi dalle manette spostò le braccia e diede una forte gomitata alla nuca di Hanae, si voltò e prese la spada di Ginza, senza sfoderarla. Lo colpì con l’estremità alla bocca dello stomaco, facendolo piegare in due dal dolore. Rivolse poi l’arma verso Hanae, colpendolo forte sulla testa un paio di volte; assicuratosi che non aveva abbastanza fiato per reagire, afferrò la testa di Ginza facendogliela picchiare forte contro il finestrino, e colpendolo poi alla base della nuca con l’elsa della spada, atterrandolo.

Infine li ammanettò assieme.

Ichimura tentò di sterzare per far cadere Hijikata, ma il vicecomandante fu più rapido. Gli strinse la gola in una morsa con la spada, facendo pressione -Adesso accosti.- ringhiò.

-Ugh… bastardo!-

-Fa come ti dico o ti spezzo il collo, non sto scherzando Ichimura.-

-… non risolverai nulla uccidendomi.-

-Cos’ho da perdere, Ichimura? Cosa mi ferma?-

Un brivido freddo scese lungo la gola del funzionario, che cercava di mantenere stabile la vettura. La voce dell’altro  gli arrivò come un sussurro all’orecchio sinistro. Serio, deciso, minaccioso.

-Non credere di spaventarmi Hijikata, abbiamo appena iniziato.-

Sterzò bruscamente, attraversando l’altra corsia e finendo fuori strada. La macchina rotolò pericolosamente lungo il versante di un fossato, fermandosi con un tonfo di lamiere e vetri infranti sulla ghiaia, con le ruote che giravano a vuoto verso il cielo tetro.

Hijikata perse la presa sulla spada quando picchiò violentemente la testa durante la caduta. Poco prima di perdere i sensi gli parve di sentire il flebile sciabordio dell’acqua.

 

Riaprì gli occhi di scatto; si sentì una palpebra appiccicosa. Solo quando tastò la tempia sinistra capì che era sporco di sangue. Ci mise qualche secondo per capire dove si trovasse. Era tutto sottosopra.

Rimase immobile, cercando di riprendere il controllo del respiro divenuto affannoso. Non sentiva altri rumori, e se c’erano, il martellante battito del suo cuore li mascherava alla perfezione.

Si impose di calmarsi e di uscire da quella trappola di metallo; strisciò oltre il finestrino andato in frantumi, ferendosi i palmi sui vetri sparsi e sulla ghiaia. Fortunatamente non si era rotto nulla.

Per un istante gli sembrò di sentire qualcosa, e si paralizzò scrutando l’oscurità -È solo il fiume…- si mise in ginocchio, ma questa volta non ebbe dubbi. Si voltò sollevando lo sguardo e un fendente lucente calò rapido sulla sua testa.

Scaltro di riflessi, Hijikata balzò indietro evitando il colpo, ma finendo di schiena sul selciato -Aah!!- adesso riusciva a vederlo: Ichimura stava in piedi, davanti alla macchina ribaltata, con la spada sguainata stretta in pugno.

-Smettiamola di giocare, Hijikata.-

-… Sono disarmato, la spada  è rimasta incastrata tra i rottami…. E chi sta giocando.- si rialzò spolverandosi i vestiti.

-Allora arrenditi, assumiti le tue colpe e accetta il tuo destino.-

-Non mi assumo la colpa di ciò che non ho commesso.-

-Tutte le prove portano a te.-

I due avversari si studiavano, cercando di capire la reciproca prossima mossa.

-Sappiamo entrambi che non è così.- lo fissò serio e impassibile -Quell’amanto non è morto solo per le ferite della mia spada, ci è voluto ben altro per procurargli un decesso tanto rapido.- Lentamente si spostava verso la vettura, mantenendo le distanze dall’altro.

-Oh certo, lo so bene. L’indagine è affidata alla mia unità. L’arma in questione è un particolare fucile di fattura Ame, il pianeta originario del generale, funziona su una particolare lunghezza d’onda ultrasonica  e non lascia traccia.-

Hijikata lo guardò.

-Vuoi sapere la parte più interessante, Hijikata? Troveranno le tue impronte digitali anche su quell’arma.- sogghignò.

-… Impossibile!!-

-Possibile, invece. Anzi, è certo.-

-Tsk, non credo proprio!!- scattò verso la macchina, scivolando sul selciato per afferrare la katana bloccata tra il tetto e il corpo di Hanae.

-Non muoverti!!- Ichimura vibrò un fendente contro il corpo di Hijikata, pregustandosi il sangue che sarebbe uscito a fiotti dallo squarcio.

Il vice gli rivolse un sorrisetto e bloccò il colpo con un piede, poi gli diede un forte calcio sotto al mento. Riuscì a liberare la spada e si rialzò sfoderandola.

-Ugh…!!- Ichimura non demorse e partì all’attacco con un altro fendente -Mi hai stancato!!-

Hijikata lo respinse allontana dosi di lato -Fatti sotto, Ichimura. Non puoi battermi adesso.-

Il ghigno sul volto del funzionario si allargò -Sei davvero un ingenuo, Hijikata.-

-E tu sei morto!!- si fiondò con un balzo sull’avversario a spada tratta, ma ogni suo intento venne spazzato via da una gelida folata di insano stupore. Si bloccò giusto quando si ritrovò la canna di un piccolo fucile davanti agli occhi -… cosa?!-

-Io dico che posso ancora batterti, caro Hijikata.-

-L’ha sempre avuto con sé… non ci credo.-

-A questa distanza, se premo il grilletto, non ti resta nemmeno il tempo di capire come sei morto.-

Hijikata strinse l’elsa della spada.

-Ah-ah-ah!- lo ammonì l’altro -Non provarci nemmeno, non ne avresti il tempo.-

Strinse i denti -Bastardo…-

-Non mi dilungherò in un assurdo monologo  per spiegarti le ragioni che mi hanno spinto ad agire così, non mi interessa se muori nell’ignoranza, quindi…- gli sorrise -Addio vicecomandante.-

Si udì uno sparo. Hijikata chiuse gli occhi aspettando di morire, ma sommesso dall’eco dell’esplosione sentì il grido di dolore di Ichimura.

-Aaaah!! Cos’è stato?!-

Riaprì gli occhi, e la prima cosa che vidi fu il fucile a terra e Ichimura tenersi una mano sanguinante.

Alle spalle del vice, sulla strada, si accese una forte e intensa luce che lo fece voltare incuriosito, cercando di vedere cosa ci fosse.

-Mi dispiace, ma non possiamo lasciarti morire.- disse Gin.

-Già! Non ci hai ancora pagato il conto!- soggiunse Shin.

Kagura caricò il suo ombrello, sparando un altro colpo che centrò in pieno la spada che teneva Hijikata, spezzandola.

-Cosa fai?? L’avevi già disarmato, perché hai sparato anche a me!!??-

-Scusa, partito colpo!-

-E voi tre chi siete?!- inveì Ichimura.

I tre lasciarono lo scooter a bordo della strada, e affiancarono Hijikata.

-Noi siamo l’agenzia tuttofare.-

-Non ho bisogno del vostro aiuto, ve l’ho già detto.-

-Prima ci paghi, poi puoi anche morire!- disse Kagura.

-Lo avevi già capito, vero?-

Hijikata guardò Gin, senza rispondere.

Ichimura si riassettò -Bene, modificheremo un po’ la storia.- squadrò il gruppo davanti a sé -Hijikata non vuole accettare la realtà e la fine della sua carriera. Riesce a fuggire dall’auto che lo stava trasportando in prigione facendola sbandare. Viene raggiunto dai suoi amici che cercano di farlo ragionare, ma perso ormai il controllo li aggredisce, uccidendoli.- il ghigno sul suo volto si accentuò -Resosi conto di ciò che ha fatto, roso dai sensi di colpa, si toglie la vita. Be’, direi che è perfetto!-

-No, scusa…!!- si intromise Gin -Io dovrei essere ammazzato da questo qui!?-

-Preso noi per scemi!?-

-Non hai capito proprio niente!- continuarono Kagura e Shinpachi.

-Sta di fatto che morirete tutti!!-

Intuita la mossa di Ichimura, Gintoki corse subito ai ripari -Kagura!!-

-Yaaah!!!- la ragazza crivellò di colpi il fucile amanto che Ichimura si era fiondato a recuperare.

Gin scattò di lato per aggirarlo.

-Aspetta!! Lui è mio!!- gli gridò dietro Hijikata.

-Prendi!- Shinpachi gli passò la sua spada di legno -Con quel moncherino di metallo fai ben poco!-

-Eh, bella mossa Shimura.-

Ichimura brandì la sua spada, bloccando il colpo di Gin -Idiota!! Morirete tutti qui, ho detto!!-

Di rimando Gin gli sorrise beffardo -Idiota sarai tu. Non lo sai che nell’arte del kung fu la forza è debolezza…-

Ichimura lo guardò confuso, pensando che stesse delirando, ma appena il suo attacco venne respinto dal samurai avvertì un brutto presentimento.

-Ma la velocità è tutto!!!- Hijikata lo colpì con una steccata micidiale che lo fece stramazzare al suolo.

-Aaah….-

-Anf… anf… ecco quello che meriti, bastardo.- lasciò cadere la bokuto.

-Ben fatto Hijikata!- si complimentò Shin.

Gintoki se ne stava steso a terra, con le mani premute sul naso -Imbecille!!! Hai colpito anche me!!!-

-Eri nella linea di tiro.-

-Nella linea di tiro un corno, mi hai rotto il naso!!-

-Oh, ma quante storie! Che razza di uomo sei?!-

-Un uomo con il naso rotto!!-

-Ma sta zitto!!-

In strada si erano accalcate le auto della Shinsengumi e sul bordo c’era Kondo che si sbracciava chiamando l’amico -Toshi!! Toshi!!-

-Ah, eccoli finalmente…- disse Gin.

-Hai visto, Sogo?! Lo avevo detto che lui non c’entrava nulla!! Avevo ragione e Toshi sta bene!!- continuava a gridare, strattonando il ragazzo per la gioia.

Hijikata si coprì il volto con una mano, sconcertato dell’atteggiamento infantile del comandante.

-Noi ce ne torniamo a casa.- Gintoki mise le braccia sulle spalle di Shinpachi e Kagura, incamminandosi lungo il corso del fiume -Dopo questa peripezia vogliamo un aumento. Non era previsto nel contratto che ti ho fatto firmare.-

-Non mi hai fatto firmare nessun contratto.-

-Il contratto della vita!-

-Ci vediamo, Hijikata!-

Il vicecomandante si accese una sigaretta, assaporandone il dolce aroma, e il fumo si disperse verso la luce del sole nascente -… comunque, grazie.-

-Ah-ah!! Ti abbiamo sentito!!!-

-…!! State zitti!!!-

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