-Adesso che facciamo? Noi non
cavato buco da ragno!!-
-… come si fa a cavare
un buco da un ragno?!-
-Comunque, mentre Hijikata si
occupa del conto, facciamo
visita ad un’altra persona, sperando in un aiuto
più proficuo.-
-E da chi vorresti andare?-
-Ah, ma allora sei qui Hijikata!!
Hai lasciato la mancia
a Zura?-
-Col cavolo!!-
-Taccagno!!-
-Va al diavolo, Sakata!!-
-La finite voi due?!- li riprese
Shinpachi.
-E adesso seguitemi!- Gintoki si
incamminò in testa al
gruppo.
Il classico vecchietto della serie
si fermò davanti a
Gin, con un sacco colmo legato sulla schiena. Rimase in silenzio a
fissare il
samurai.
-……-
-Ricorda,-disse
-nell’arte del kung fu la forza è
debolezza, ma la velocità è tutto!-
-… e con questo?-
-Ti ho svaligiato la casa!!- e
sogghignando corse via,
lasciando tutti allibiti.
-… e-ehi!! Ma che
cavolo..?!?-
< Scusate, ma lo sketch di
prima cosa c’entrava?! >
< Shinpachi,
l’hai sentito anche tu, no? Hai sentito cosa
ha detto!! >
< E tu gli credi?! Non
c’è niente da rubare in casa tua!! >
< Io vorrei sottolineare
che la casa non è nemmeno sua. >
< Tu non intrometterti,
Hijikata!! >
< Forse lui sbagliato
persona Gin, oppure bevuto troppo. >
< Mh, sì,
sì… sarà di sicuro così,
hai ragione!! >
< Stai cercando di auto
convincerti? >
< Oppure svaligiato davvero
casa e portato via mobili, tv,
tua insegna di zucchero, tue copie di Jump e tuo latte alla fragola!!
>
< Nooooooooooooo!!!!
>
< State facendo di
un sassolino una montagna!!! Finitela di dire idiozie, abbiamo ben
altri
problemi, molto più grossi!!! >
< Ti correggo Hijikata, tu
hai un grosso problema! Non siamo noi quelli
che hanno ammazzato il generale Tsukaiya!! >
< Ehi!! Io non ho ammazzato
proprio nessuno!! E si
chiamava Yoritomo!! >
< Ah-ah!! L’hai
riconosciuto, allora lo ammetti!! >
< Razza di idiota, alla
prossima cavolata che dici ti
ammazzo!! Sei tu che non ricordi il suo nome!! >
< … il nome di
chi? >
< Del generale
Yoritomo!! >
< Ah-ah!! Tu detto di
nuovo!! >
< Kagura, non dare corda
alla follia di Gin! >
< Metti a verbale,
Shinpachi! >
< Verbale di che?! >
< Guarda che sono io il
poliziotto qui! >
< Certo, certo… eri!! >
< Finitela!!!
>
< Aaah… questa
scena non ha senso. >
< Ditemi, qualcosa in
questo anime ha senso? >
< ... in effetti. >
< ……
>
< ……
>
< ……
>
< …
be’? >
< Be’, cosa?
>
< Be’, cosa
succede ora? >
< Be’…
bo. >
< Finitela di
parlare per monosillabi voi due!!! >
< Mi spiegate cosa dovrebbe
succedere? >
< Non sai mai niente,
Hijikata!! >
< Ma cosa vuoi!? Io sto
seguendo voi, non riesco a capire
cosa vi passa la testa!! >
< Ti rispondo io: il nulla.
>
< Grazie per la conferma,
Shimura. >
< E poi è
Gintoki quello che procedeva in testa al gruppo,
tutto determinato a testa alta. >
< Non è ancora
caduto in un tombino? >
< Non cado nei tombini,
idiota!! >
< Potremmo fare intera
puntata con voci fuori campo! >
< Non è una
cattiva idea, il Direttore risparmierebbe
anche sul lavoro. >
< Vi volete concentrare?!
Da chi stiamo andando, Sakata?! >
< Dal vecchio!! >
< Il vecchio chi? >
< Il vecchio Gengai!!
>
< Cheee??
>
-Avete finito di fare casino
davanti alla mia officina??
Non sono tutti perditempo come voi!!-
Hijikata rimase a fissare il
vecchio -……… Ma tu sei ricercatoooo!!!!!-
-E non gridare!!- Gintoki lo
ammonì con uno spintone
-Come stai, vecchio?-
-Non dirmi che hai ancora rotto lo
scooter.-
-No, no, siamo qui per lui.- disse
alludendo a Toshiro.
Hijikata non riuscì a
proferire parola -Un altro individuo
pericoloso e ricercato…
ma li conoscono tutti loro?!-
Il vecchio Gengai li condusse
nella sua officina -Ma
quello non è della Shinsengumi?-
-Era…-
commentò Gintoki.
-Finiscila di
parlare al passato!!!-
-Vecchio, tu sei il miglior
esperto di meccanica che
conosciamo,- iniziò il tuttofare -forse puoi darci una mano.-
-Cosa vi serve sapere?-
Shinpachi e Kagura guardarono Gin.
Il samurai abbozzò un
sorrisetto portandosi l’indice alla
tempia -Un’arma che ti frigge il cervello!-
-Hai già escluso
l’ipotesi dell’overdose?- gli chiese
Hijikata.
-A dire il vero non mi aveva mai
convinto…-
-Un’arma che frigga il
cervello?- pensieroso Gengai si
passò una mano guantata sulla testa calva -Io non ho cose
del genere.-
-Qualcosa che non lasci tracce
all’esterno… nessuna
ferita o traccia.- aggiunse Shinpachi.
-Nell’armamentario
comune non esiste roba del genere,
ragazzi.-
Hijikata si mise a scribacchiare
su un taccuino -Per
comune intendi umano, giusto?-
-Che stai facendo, prendi appunti
come a scuola?-
-Sì, su come arrivare
in questo posto una volta che torno
in servizio.-
-Ti sto facendo un favore e tu
pensi ad arrestarmi?!?
Razza di imbecille!!- Gengai sospirò con rassegnazione,
pensando già a come
farla pagare a Gintoki per avergli portato quello sbirro -Comunque,
nessun
funzionario del Bakufu, che io sappia, possiede armi tanto strane e
tecnologiche. Hanno spade, pistole di piccolo calibro…-
-Bazooka…- aggiunse
pensieroso Hijikata.
-Allora è stato altro
amanto a uccidere Takamatsu!!-
esclamò Kagura.
-Yoritomo!! Ma è
così difficile??-
Il vecchio guardò
Hijikata -Hanno ucciso un amanto?-
Lui annuì -Un generale
del pianeta Ame.-
-Hijikata, anche se non sappiamo
ancora chi sia stato,
questa è un’evidente prova che dimostra che non
sei stato tu ad ucciderlo!!-
disse Shinpachi.
-Anche le ferite da taglio hanno
contribuito al decesso..
potrebbero sostenere che mi sono procurato una qualche arma amanto per
completare l’opera.-
Il ragazzo parve abbattuto -Allora
dobbiamo scoprirne di
più.-
-Non saprei in che altro modo
aiutarvi… armi simili non
capitano certo in mano a tutti.- disse Gengai.
-Grazie comunque per la pazienza.-
Hijikata uscì
dall’officina, accendendosi una sigaretta.
-Dove cerchiamo?-
Gin si grattò
distrattamente la testa -Non lo so… ad
essere sincero non so più dove sbattere la testa.-
-Provato contro muro?- propose con
tutta la naturalezza
possibile Kagura.
-Ah ah ah, spiritosa!! Davvero,
davvero spiritosa!!-
-Andate a casa.-
-Nh? Tutto ok, Hijikata?-
-Si sta facendo tardi, abbiamo
sprecato solo tempo. Vi
farò arrivare i soldi, non preoccupatevi.-
-… ma, Hijikata, non
abbiamo ancora risolto il caso!!-
obbiettò Shin.
-L’ha detto anche
Sakata, siamo ad un punto morto, non
facciamo altro che girarci in torno, come un cane che si morde la
coda.- gettò
la sigaretta, calpestandola con il piede -Siete un branco di idioti, ma
vi
siete impegnati. Grazie
per aver
tentato.- si incamminò senza voltarsi indietro.
-… tossico!!!!- lo
richiamò a gran voce Kagura, ma non si
fermò.
Gintoki non proferì
parola.
-Non può arrendersi
così se è innocente. Mi dispiace così
tanto…-
-Ha deciso così,
Shinpachi. Noi non possiamo farci nulla.
-Ehi, tuttofare!-
Si voltarono tutti verso Gengai.
-Adesso che ci penso forse
c’è un posto dove potreste
controllare.-
-Nh?-
-Be’, cosa sono quelle
facce stupite?! Non ditemi che voi
vi arrendete davvero così!!-
Gin abbozzò un mezzo
sorriso -No, in effetti no. Dicci
contro quale muro sbattere la testa, dura come l’abbiamo
riusciremo lo stesso
ad abbattere quel muro.-
-“È un posto
sicuro”, aveva detto!!-
-“Non vi preoccupate,
basta che vi adattate”, aveva
detto!!-
-“Non
c’è nulla da temere”, aveva detto!!-
-“Ce la farete di
sicuro”, aveva detto!!-
-Avete finito di
lamentarvi per nulla voi due!?!- sbraitò
Shinpachi - Non abbiamo ancora
fatto niente e già non vi sopporto più!!-
Kagura sbuffò -Uff, tu
piattola Shinpachi! Non fa altro
che lagnarti!!-
-Ma se sei tu che non fai altro da
mezz’ora!!-
-Zitti tutti e due!! Il vecchio ha
detto che questo è un
quartiere pericoloso, quindi restatemi vicini!-
Shinpachi lanciò
un’occhiataccia a Gin -Ma se stai
tremando…-
Si sporsero da una viuzza
laterale, sbirciando il
quartiere in cui Gengai li aveva mandati. Era ai limiti massimi della
periferia, nella zona più malfamata della città,
addirittura peggiore di
Kabuki-cho. Lì
si svolgeva il mercato
nero. Amanto, ronin, yakuza, si poteva trovare di tutto in quel tugurio
e se si
aveva bisogno di un’arma strana e irrintracciabile era
decisamente il posto
giusto.
Tanto per adeguarsi
all’atmosfera truce il terzetto si
mascherò alla bell’e meglio.
Kagura indossava una pentola come
cappello e un cubo di
lamiera a mo’ di vestito con due fori per le braccia;
Shinpachi si trascinava
una gamba, fingendosi zoppo, con un occhio bendato; Gintoki indossava
una
parrucca ancora più riccia e una barba ispida, portando il
kimono completamente
abbassato in vita.
-Spero proprio che serva a
qualcosa, perché mi sento
ridicolo a fare questa pagliacciata!!-
-Oh, ma stai benissimo Dr. House!-
lo cantilenò Gin.
-Dr. House non ha
un occhio bendato!!-
-Come sei pignolo, allora sei
Barbanera!-
-Sei tu quello con la barba!!-
-Non si può conversare
con te! Kagura, digli qualcosa!!-
-Robot!-
-Sei un robot, ma non devi dire
per forza robot!!-
-Robot!-
-… ci rinuncio.-
-Ehi, voi tre!!- li
chiamò una voce -State attirando
troppo l’attenzione.-
Si voltarono tutti verso la
bancarella, osservando basiti
l’uomo che vi stava dietro -… Hasegawa?-
-Nh? Ci conosciamo?-
-È grave non
riconoscerci, questi travestimenti sono pessimi!!-
sbraitò Shinpachi.
-Robot!!-
-Aah, ma siete voi!!-
Dopo questo insolito incontro, si
lasciarono alle spalle
il quartiere criminoso.
Il sole era tramontato, e le prime
stelle iniziavano a
brillare nel manto scuro della notte; il gruppetto si fermò
ad un chioschetto
di strada che vendevo dango e sakè caldo.
Gin si servì un
po’ di liquore -Che ci facevi in quel
postaccio, eh Hasegawa?-
-Soldi, Gin. le sto provando tutte
e sono finito lì.-
-Ah… capisco.-
-Voi, invece?-
Shin e Kagura si contesero
l’ultimo piattino di dango.
-Lavoro. Dobbiamo aiutare un
cliente.-
Hasegawa abbozzò un
sorrisetto -E chi è, un trafficante?-
-A dire il vero è un
poliziotto… anche se più che uno
sbirro sembra un criminale.-
-Aaah, tutti gli sbirri sembrano
criminali, Gintoki.
Anche io ero una specie di sbirro, ricordi? Lavoravo negli affari
interni.- si
versò da bere.
-Ricordo, ricordo, ma non sembravi
un criminale, sembravi
un Madao.-
-Non ero un Madao!! Adesso sono un
Madao, prima avevo
fama e potere.-
-Eri un Madao a tua insaputa.-
-Come si fa ad
essere Madao senza saperlo??- sospirò -Certo
che se un poliziotto chiede
aiuto a dei tuttofare…-
-Lo hai fatto anche tu, idiota!! E
questo fa di te un
Madao!!-
-Basta!!-
-Madao è sempre Madao!-
commentò Kagura.
-Kaguraaa!! Quelli erano i miei
dango!!- si lamentò
Shinpachi.
-Dimmi un po’, in che
casino è finito il poliziotto?-
Gintoki scrollò le
spalle -Accusa di omicidio…-
Ad Hasegawa andò di
traverso il sakè -Cosa!?!-
-Per di più di un
generale amanto… Onishi, Ogushi, una
cosa del genere.
Shi lo guardò male
-Yoritomo.-
-Mh, un generale amanto, eh?
Allora le indagini sono in
mano ai miei ex colleghi.-
Gin restò un attimo in
silenzio -Sì, abbiamo incontrate
tre brutti ceffi. Quelli sì che sembrava criminali.-
-Aah, chi erano?!
Chissà se si ricordano di me!-
-Mmmh… io non ho
memoria per i nomi, Shinpachi ti ricordi
come si chiamano quei tizi che ci hanno sbattuto fuori dalla scena del
crimine?-
-Eh? Come poi pretendere che me lo
ricordi?!-
-Fece spallucce -Ci ho provato.-
-Hijikata detto nome di uno di
loro!- proferì Kagura
-Ichitora… Ichigo…-
-… Ichimachi?-
-Come fate ad
inventarvi nomi simili??-
-Ichimura?!- esclamò
Taizo Hasegawa.
Gintoki batté
realizzato un pugno sulla mano -Ecco!!-
-Lo conosci, Hasegawa?-
-Tsk, purtroppo sì.
è capace di pestare i piedi anche
all’Imperatore pur di fare carriera… a parer mio
ha venduto pure la madre.-
-Davvero un bel tipo…-
commentò ironico il capo
tuttofare.
-Non scorre buon sangue tra gli
affari interni e la
Shinsengumi.-
-Non scorre buon sangue tra gli
affari interni e
nessun’altra unità di polizia. È un
lavoro che ti garantisce prestigio,
soprattutto se ricopri un ruolo importante, ma spesso vai contro al
pensiero di
molti e accumuli il rancore generale e tendi a serbarne anche tu.-
-allora meglio che tu diventato
inutile Madao, almeno
così tu vivi meglio!!- esclamò ingenuamente
Kagura.
Hasegawa abbozzò un
sorriso -Sì… forse hai ragione,
ragazzina.-
-Dimmi una cosa, Hasegawa.-
iniziò Gin.
-Nh?-
-Quando eri negli affari interni
avevi sempre a che fare
con amanto?-
-Sì,
l’unità in cui lavoravo si occupa
dell’immigrazione.
Credo di aver incontrato più amanto che uomini in vita mia.-
-Chissà quante cose
bizzarre hai visto.-
-Puoi ben dirlo, amico! Abitudini
strane, indumenti,
strane, armi strane, lingue strane, tutte cose strane…-
Gintoki si alzò -Grazie
per la bella chiacchierata,
Hasegawa. Adesso dobbiamo proprio andare.-
-Ah, aspetta Gintoki, io non ho un
soldo, non posso
pagare il conto!! La ragazzina si è strafogata di dango!!-
-Non preoccuparti, metti pure
tutto in conto al nostro
cliente, questa è una spesa dell’agenzia.-
-… ma…-
Un uomo arrivò di corsa
al chiosco -Tuttofare!!-
-Yamazaki!?-
-Finalmente… vi ho
trovati!- disse tra un respiro
affannoso e l’altro -È successo un casino!-
-Si tratta di Hijikata?- si
premurò Shinpachi.
Il soldato annuì -Sono
venuti ad arrestarlo!! Kondo mi ha
mandato subito ad avvertirvi.-
-Sei comodo, vicecomandante?-
chiese con un ghigno
beffardo Ichimura, guardando attraverso lo specchietto retrovisore,
sistemandolo per godersi fino in fondo l’espressione di
Hijikata -Ooh, forse
dovrei chiamarti ex…-
Di risposta gli rimandò
uno sguardo di ghiaccio, per
nulla intimorito. Seduto tra Hanae e Ginza, con le mani ammanettate
dietro la
schiena.
-Sorridi un po’,
Hijikata! Non è mica la fine del mondo!-
-Tappati quella bocca, Ichimura.-
Sogghignò -Sempre il
solito maleducato. Guarda l’aspetto
positivo, non è poi così male la vita in
prigione… puoi continuare a fumare,
fai nuove conoscenze, non c’è nessuno che ti rompa
le scatole e hai parecchio tempo
libero.-
-Ma che bello, potrò
finalmente scrivere quel romanzo che
non ho mai avuto tempo di iniziare.-
ironizzò.
-Sì,
be’… fino a quanto non ti fanno saltare via la
testa.-
-Ho pur sempre diritto ad un
processo, queste cose vanno
per le lunghe.-
-Credimi Hijikata, basta dare le
giuste spinte e la
burocrazia fa grossi balzi in avanti!-
Hijikata Toshiro scosse la testa
-Avevo sentito dire che
quelli del dipartimento degli affari interni sono un branco di
corrotti, ma non
vi facevo così viscidi…- gli cadde
l’occhio sulla katana che Ginza teneva
poggiata davanti a sé.
-Facciamo solo il nostro lavoro,
Hijikata. Mettiamo dietro
le sbarre i cattivi e assicuriamo una benevole convivenza con gli
amanto.-
-Certo, benevole
convivenza… viscidi e anche stupidi.-
-Non peggiorare la tua situazione,
vuoi che ti aumentiamo
la pena per ingiuria contro pubblico ufficiale?-
-L’ho detto e lo ripeto,
siete davvero stupidi.-
-Sentiamo, da cosa nasce questa
mera convinzione?-
-Mai ammanettare un uomo con le
mani dietro la schiena.-
-Cos…?!-
Riuscito a liberarsi dalle manette
spostò le braccia e
diede una forte gomitata alla nuca di Hanae, si voltò e
prese la spada di Ginza,
senza sfoderarla. Lo colpì con
l’estremità alla bocca dello stomaco, facendolo
piegare in due dal dolore. Rivolse poi l’arma verso Hanae,
colpendolo forte
sulla testa un paio di volte; assicuratosi che non aveva abbastanza
fiato per
reagire, afferrò la testa di Ginza facendogliela picchiare
forte contro il
finestrino, e colpendolo poi alla base della nuca con l’elsa
della spada,
atterrandolo.
Infine li ammanettò
assieme.
Ichimura tentò di
sterzare per far cadere Hijikata, ma il
vicecomandante fu più rapido. Gli strinse la gola in una
morsa con la spada,
facendo pressione -Adesso accosti.- ringhiò.
-Ugh… bastardo!-
-Fa come ti dico o ti spezzo il
collo, non sto scherzando
Ichimura.-
-… non risolverai nulla
uccidendomi.-
-Cos’ho da perdere,
Ichimura? Cosa mi ferma?-
Un brivido freddo scese lungo la
gola del funzionario,
che cercava di mantenere stabile la vettura. La voce
dell’altro gli
arrivò come un sussurro all’orecchio
sinistro. Serio, deciso, minaccioso.
-Non credere di spaventarmi
Hijikata, abbiamo appena
iniziato.-
Sterzò bruscamente,
attraversando l’altra corsia e
finendo fuori strada. La macchina rotolò pericolosamente
lungo il versante di
un fossato, fermandosi con un tonfo di lamiere e vetri infranti sulla
ghiaia,
con le ruote che giravano a vuoto verso il cielo tetro.
Hijikata perse la presa sulla
spada quando picchiò
violentemente la testa durante la caduta. Poco prima di perdere i sensi
gli
parve di sentire il flebile sciabordio dell’acqua.
Riaprì gli occhi di
scatto; si sentì una palpebra
appiccicosa. Solo quando tastò la tempia sinistra
capì che era sporco di
sangue. Ci mise qualche secondo per capire dove si trovasse. Era tutto
sottosopra.
Rimase immobile, cercando di
riprendere il controllo del
respiro divenuto affannoso. Non sentiva altri rumori, e se
c’erano, il
martellante battito del suo cuore li mascherava alla perfezione.
Si impose di calmarsi e di uscire
da quella trappola di
metallo; strisciò oltre il finestrino andato in frantumi,
ferendosi i palmi sui
vetri sparsi e sulla ghiaia. Fortunatamente non si era rotto nulla.
Per un istante gli
sembrò di sentire qualcosa, e si
paralizzò scrutando l’oscurità -È solo il
fiume…- si mise in ginocchio, ma questa volta non
ebbe dubbi. Si voltò
sollevando lo sguardo e un fendente lucente calò rapido
sulla sua testa.
Scaltro di riflessi, Hijikata
balzò indietro evitando il
colpo, ma finendo di schiena sul selciato -Aah!!- adesso riusciva a
vederlo:
Ichimura stava in piedi, davanti alla macchina ribaltata, con la spada
sguainata stretta in pugno.
-Smettiamola di giocare, Hijikata.-
-… Sono
disarmato,
la spada è
rimasta incastrata tra i
rottami…. E chi sta giocando.- si
rialzò spolverandosi i vestiti.
-Allora arrenditi, assumiti le tue
colpe e accetta il tuo
destino.-
-Non mi assumo la colpa di
ciò che non ho commesso.-
-Tutte le prove portano a te.-
I due avversari si studiavano,
cercando di capire la
reciproca prossima mossa.
-Sappiamo entrambi che non
è così.- lo fissò serio e
impassibile -Quell’amanto non è morto solo per le
ferite della mia spada, ci è
voluto ben altro per procurargli un decesso tanto rapido.- Lentamente
si
spostava verso la vettura, mantenendo le distanze dall’altro.
-Oh certo, lo so bene.
L’indagine è affidata alla mia
unità. L’arma in questione è un
particolare fucile di fattura Ame, il pianeta
originario del generale, funziona su una particolare lunghezza
d’onda
ultrasonica e non
lascia traccia.-
Hijikata lo guardò.
-Vuoi sapere la parte
più interessante, Hijikata?
Troveranno le tue impronte digitali anche su quell’arma.-
sogghignò.
-… Impossibile!!-
-Possibile, invece. Anzi,
è certo.-
-Tsk, non credo proprio!!-
scattò verso la macchina,
scivolando sul selciato per afferrare la katana bloccata tra il tetto e
il
corpo di Hanae.
-Non muoverti!!- Ichimura
vibrò un fendente contro il
corpo di Hijikata, pregustandosi il sangue che sarebbe uscito a fiotti
dallo
squarcio.
Il vice gli rivolse un sorrisetto
e bloccò il colpo con
un piede, poi gli diede un forte calcio sotto al mento.
Riuscì a liberare la
spada e si rialzò sfoderandola.
-Ugh…!!- Ichimura non
demorse e partì all’attacco con un
altro fendente -Mi hai stancato!!-
Hijikata lo respinse allontana
dosi di lato -Fatti sotto,
Ichimura. Non puoi battermi adesso.-
Il ghigno sul volto del
funzionario si allargò -Sei
davvero un ingenuo, Hijikata.-
-E tu sei morto!!- si
fiondò con un balzo sull’avversario
a spada tratta, ma ogni suo intento venne spazzato via da una gelida
folata di
insano stupore. Si bloccò giusto quando si
ritrovò la canna di un piccolo
fucile davanti agli occhi -… cosa?!-
-Io dico che posso ancora
batterti, caro Hijikata.-
-L’ha
sempre avuto
con sé… non ci credo.-
-A questa distanza, se premo il
grilletto, non ti resta
nemmeno il tempo di capire come sei morto.-
Hijikata strinse l’elsa
della spada.
-Ah-ah-ah!- lo ammonì
l’altro -Non provarci nemmeno, non
ne avresti il tempo.-
Strinse i denti
-Bastardo…-
-Non mi dilungherò in
un assurdo monologo per
spiegarti le ragioni che mi hanno spinto
ad agire così, non mi interessa se muori
nell’ignoranza, quindi…- gli sorrise
-Addio vicecomandante.-
Si udì uno sparo.
Hijikata chiuse gli occhi aspettando di
morire, ma sommesso dall’eco dell’esplosione
sentì il grido di dolore di
Ichimura.
-Aaaah!!
Cos’è stato?!-
Riaprì gli occhi, e la
prima cosa che vidi fu il fucile a
terra e Ichimura tenersi una mano sanguinante.
Alle spalle del vice, sulla
strada, si accese una forte e
intensa luce che lo fece voltare incuriosito, cercando di vedere cosa
ci fosse.
-Mi dispiace, ma non possiamo
lasciarti morire.- disse
Gin.
-Già! Non ci hai ancora
pagato il conto!- soggiunse Shin.
Kagura caricò il suo
ombrello, sparando un altro colpo
che centrò in pieno la spada che teneva Hijikata,
spezzandola.
-Cosa fai?? L’avevi
già disarmato, perché hai sparato
anche a me!!??-
-Scusa, partito colpo!-
-E voi tre chi siete?!-
inveì Ichimura.
I tre lasciarono lo scooter a
bordo della strada, e
affiancarono Hijikata.
-Noi siamo l’agenzia
tuttofare.-
-Non ho bisogno del vostro aiuto,
ve l’ho già detto.-
-Prima ci paghi, poi puoi anche
morire!- disse Kagura.
-Lo avevi già capito,
vero?-
Hijikata guardò Gin,
senza rispondere.
Ichimura si riassettò
-Bene, modificheremo un po’ la
storia.- squadrò il gruppo davanti a sé -Hijikata
non vuole accettare la realtà
e la fine della sua carriera. Riesce a fuggire dall’auto che
lo stava
trasportando in prigione facendola sbandare. Viene raggiunto dai suoi
amici che
cercano di farlo ragionare, ma perso ormai il controllo li aggredisce,
uccidendoli.- il ghigno sul suo volto si accentuò -Resosi
conto di ciò che ha
fatto, roso dai sensi di colpa, si toglie la vita. Be’, direi
che è perfetto!-
-No, scusa…!!- si
intromise Gin -Io dovrei essere
ammazzato da questo qui!?-
-Preso noi per scemi!?-
-Non hai capito proprio niente!-
continuarono Kagura e
Shinpachi.
-Sta di fatto che morirete tutti!!-
Intuita la mossa di Ichimura,
Gintoki corse subito ai
ripari -Kagura!!-
-Yaaah!!!- la ragazza
crivellò di colpi il fucile amanto
che Ichimura si era fiondato a recuperare.
Gin scattò di lato per
aggirarlo.
-Aspetta!! Lui è mio!!-
gli gridò dietro Hijikata.
-Prendi!- Shinpachi gli
passò la sua spada di legno -Con
quel moncherino di metallo fai ben poco!-
-Eh, bella mossa Shimura.-
Ichimura brandì la sua
spada, bloccando il colpo di Gin
-Idiota!! Morirete tutti qui, ho detto!!-
Di rimando Gin gli sorrise
beffardo -Idiota sarai tu. Non
lo sai che nell’arte del kung fu la forza è
debolezza…-
Ichimura lo guardò
confuso, pensando che stesse
delirando, ma appena il suo attacco venne respinto dal samurai
avvertì un
brutto presentimento.
-Ma la velocità
è
tutto!!!- Hijikata lo colpì con una steccata
micidiale che lo fece
stramazzare al suolo.
-Aaah….-
-Anf… anf…
ecco quello che meriti, bastardo.- lasciò
cadere la bokuto.
-Ben fatto Hijikata!- si
complimentò Shin.
Gintoki se ne stava steso a terra,
con le mani premute
sul naso -Imbecille!!! Hai colpito anche me!!!-
-Eri nella linea di tiro.-
-Nella linea di tiro un corno, mi
hai rotto il naso!!-
-Oh, ma quante storie! Che razza
di uomo sei?!-
-Un uomo con il naso rotto!!-
-Ma sta zitto!!-
In strada si erano accalcate le
auto della Shinsengumi e
sul bordo c’era Kondo che si sbracciava chiamando
l’amico -Toshi!! Toshi!!-
-Ah, eccoli
finalmente…- disse Gin.
-Hai visto, Sogo?! Lo avevo detto
che lui non c’entrava
nulla!! Avevo ragione e Toshi sta bene!!- continuava a gridare,
strattonando il
ragazzo per la gioia.
Hijikata si coprì il
volto con una mano, sconcertato dell’atteggiamento
infantile del comandante.
-Noi ce ne torniamo a casa.-
Gintoki mise le braccia
sulle spalle di Shinpachi e Kagura, incamminandosi lungo il corso del
fiume
-Dopo questa peripezia vogliamo un aumento. Non era previsto nel
contratto che
ti ho fatto firmare.-
-Non mi hai fatto firmare nessun
contratto.-
-Il contratto della vita!-
-Ci vediamo, Hijikata!-
Il vicecomandante si accese una
sigaretta, assaporandone
il dolce aroma, e il fumo si disperse verso la luce del sole nascente
-…
comunque, grazie.-
-Ah-ah!! Ti abbiamo
sentito!!!-
-…!! State
zitti!!!-
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