I will try to fix you (me).

di SoCloseYetSofar
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Out of touch, out of love. ***
Capitolo 2: *** Stay. ***
Capitolo 3: *** Tornava il niente. ***
Capitolo 4: *** Rumors has it! ***
Capitolo 5: *** The same old games. ***
Capitolo 6: *** Point of view. ***
Capitolo 7: *** am I a skyscraper? ***
Capitolo 8: *** Forever's gonna start tonight. ***
Capitolo 9: *** Why you gotta be so mean? ***
Capitolo 10: *** Here's to us. ***



Capitolo 1
*** Out of touch, out of love. ***


Introducioooon *musichetta*
Sto modificando un po' di caratteristiche come carattere della storia, dimensioni etc etc e mi sono accorta che il primo capitolo necessita di una mini-introduzione.
Bene, è la mia prima fan fiction.

Ehm, ehm, i mean, oh, it's like, yeah... (feel like Harry Styles, yo) 

Parlando di Hazza, lui è il protagonista di questa love story con Maggie, un personaggio liberamente ispirato a...*tadada-rullliditamburi*
ME, yo.
Vi fornirò immaigni di Harry e eventuali altri personaggi, ma non mie, immaginate Maggie come vi pare, lol.
Buona lettura, bitcheeees!



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Qualcuno bussò alla porta e interruppe i miei pensieri. Mi alzai velocemente e infilai le scarpe (vertiginose a parer mio, abituata alle scarpe da ginnastica) pentendomi di non essermi sistemata prima. Dovevo solo alzare la zip del vestito e sarei stata pronta. L'abito era rosa antico e mi fasciava completamente, per la prima volta in vita mia mi sentivo bella
"Ehi, perchè non apri? Dai muoviti, siamo in ritardo..."
La mano che poco prima aveva bussato si trasformò in voce e, senza aspettare una minima risposta aprì la porta del camerino per piombarmi accanto. Un'irruzione inaspettata. Ero girata verso il muro, avevo appena infilato le scarpe e la cerniera del vestito era rimasta aperta. La mia schiena era praticamente nuda.
Il ragazzo che vidi voltando lo sguardo era alto, indossava uno smoking e aveva dei buffi capelli spettinati color nocciola, sembrava fosse appena uscito da un viaggio in lavatrice e questo pensiero mi fece sorridere.
"Oh, scusa .. devo avere sbagliato .." 
Le sue guance divennero rosse e abbassò lo sguardo. Forse perchè era imbarazzato, forse perchè io risi e lui si sentì sbeffegiato.
Il mio sorriso si allargò e frugai in tutto il mio cervello in cerca di una risposta.
"Non preoccuparti, cioè, io ero... sì, non c'è problema, anzi, mi ha fatto piacere, cioè..."
Dio, che cretina. Piacere, un ragazzo che non conosci  piomba nel camerino mentre sei mezza nuda e tu dici che ti ha fatto piacere, stupida, stupida. 
A quel punto anche la sua smorfia si aprì in un sorriso che mi lasciò mozzafiato e mi costrinse ad abbassare lo sguardo.
La mia stupidità continuava e da brava stupida che sono pensai bene di sistemarmi alzando la cerniera, ma da sola era un po' impossiibile (considerando anche che mi ritrovavo davanti uno dei ragazzi più belli che avessi mai visto) e feci l'ennesima figuraccia. Probabilmente sembrai talmente impacciata che quel ragazzo si avvicino e mi chiese se doveva aiutarmi. Sì, grazie, magari guarda. Lentamente sistemò la zip e quando mi voltai era ancora vicino a me. E lo guardai per la prima volta davvero. Aveva degli occhi verdi e uno sguardo incomprensibile. Il suo volto era fermo. Le labbra erano leggermente gonfie e seguivano una linea regolare. Dio, com'era bello insieme alle imperfezioni del suo volto da ragazzo.
Dopo un mezzo secondo che sembrò durare in eterno si allontanò e uscì dal camerino. Non so che effetto provocò in me quel ragazzo o che effetto povocai io in lui, ma di certo non mi lasciò indifferente. Uscii dal camerino anche io e richiusi la porta dietro di me.
Quell'incontro mi aveva lasciato un vuoto allo stomaco, era come se non me lo sentissi più, in me regnava quel senso che avevo da piccola quando mi sporgevo dal seggiolone e mi sentivo quasi libera. 
Camminai verso l'auditorium e in un punto dove si fermava il corridoio intravidi la mia migliore amica, lei aveva scalato le classifiche con il suo album, ed io con i miei film. Eravamo una coppia strepitosa. 
"Marti, non sai cosa mi è successo..."
"Maggie senti, lui sa dove possiamo stare, con i suoi amici sta cercando casa a Los Angeles, proprio come noi. Cioè loro non ci staranno molto, è solo un punto d'appoggio per i periodi che trascorreranno quà e così ho pensato che..."
"Piacere Louis" 

Louis era un ragazzo abbastanza alto, aveva il tipico fascino inglese, si capiva subito la sua origine. Aveva ntuito che delle parole dette da Martina ne avevo capite la metà. Lei era presa dalla foga di rendermi partecipe alla sua gioia e aveva ingoiato un po' di lettere.
"Maggie" Il mio sorriso, come nella maggior parte delle situazioni, si spalancò e strinsi la sua mano. 
"Quello che Marti stava cercando di dirti è che io e il resto della band di cui faccio parte stiamo cercando una casa quì a LA in modo che quando veniamo quì per lavoro non dobbiamo sempre andare in Hotel e pensavamo che potevamo fare qualcosa insieme. Anche per voi la casa che state cercando avrebbe la stessa funzione e sembra uno spreco usare tanti soldi per un'abitazione che potrebbe rimanere vuota la maggior parte del tempo, no?"
"Non fa una piega" 

Risposi con il mio fare ottimista. In quel momento Louis si girò e salutò un suo amico che era appena arrivato, gli spiegò veocemente il progetto che mi aveva appena esposto e ce lo presentò. 
"Ragazze lui è un lepricano."
Gli occhi azzurri del 'lepricano' si contorsero in una smorfia. Era biondo e leggermente più basso di Louis. Il cappello che indossava sopra lo smoking era girato e aveva un fare americano nonostante i suoi chiai lineamente europei.
"Mi chiamo Niall e come potete capire dalla simpatia di Lou, sono irlandese ma non vi aspettate che vi porti pentole piene d'oro o cose del genere" 
Noi ridemmo e capimmo subito che quell'estate, vissuta con loro, sarebbe stata proprio la più bella.
"Vado avvertire gli altri e finiamo con queste presentazioni ufficiali"
"Sì, forse è meglio"

Marti non si perdeva mai una battuta. 
Niall tornò insieme ad altri tre ragazzi poco dopo, e per mia (s)fortuna mi accorsi che il terzo era niente popodimeno che il mio ospite del camerino. Chissà se aveva già raccontato agli altri ragazzi l'inconveniente, se ne avevano riso insieme o se aveva tenuto per lui quel momento che a me era sembrato così nostro. Margherita, come al solito stai fantasticando, pensai. Cosa importerà a quel ragazzo di una bambinetta come te? Nemmeno si ricorderà più di te.
"Questi sono Zayn, Liam e Harry"
"Marti e Maggie"
 fu la pronta risposta della mia amica. Quando ci stringemmo la mano io e Harry, questo era il nome del ragazzo, ci fermammo un secondo di più e la cosa non passò inosservata da Zayn.
"Vi conoscete?"
"No"
 Rispose Harry frettoloso e voltò lo sguardo. 
Lo voltai anche io, lo sguardo, ma con una punta di amarezza.

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Capitolo 2
*** Stay. ***


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GIORNO 1 
ORE: 14.30 


 

Era passato quanto? Tre giorni? E dopo innumerevoli giri per agenzie, tutti capitanati da Marti e Louis, avevamo trovato una casa.
La casa, oserei dire. Era nel lungo mare di Malibù, aveva la bellezza di sette camere e quasi un bagno per camera.
Era leggermente sopra il nostro budget ma dai calcoli di Niall potevamo riuscire a farcela.


Fui la prima ad entrare in casa mentre gli altri erano a fare spese per quella sera. Si sentiva quello strano odore di nuovo che caratterizza l’inizio di ogni avventura. Mi guardai intorno e ripensai alla frenesia delle ultime ore.
In quei tre giorni avevo avuto modo di conoscere Louis, aveva un carattere aperto e non era stato difficile ridere con lui e la sua ragazza, Eleanor non era da meno. Anche Liam aveva una ragazza, il suo nome era Danielle, lunghi ricci le ricadevano sulle spalle e le davano un’aria selvaggia, ma se la guardavi bene negli occhi scoprivi la sua vera dolcezza che le permetteva di stare con un principe.
Erano due coppie perfette.
Socializzai anche con Niall, io e lui avevamo un carattere molto simile e il suo accento irlandese mi ricordava i momenti della mia infanzia trascorsi in Irlanda, il cielo azzurro che a volte fa i capricci, il sapore della birra a contatto con le labbra di mio padre, le tetre atmosfere dei pub e il suono della cornamusa per le strade. Stare con lui era una meraviglia. Stava praticamente diventando il mio migliore amico, ogni secondo insieme era d’oro. Zayn e Harry erano tornati in Europa per qualche giorno. Qualcosa mi distrasse dai miei pensieri.
“Maggie!”
“Ciao Niall, guarda che meraviglia, la casa…”
”Già.”
I suoi occhi azzurri volteggiarono per le pareti e i soffitti fino ad incontrare i miei. Mi nascondeva qualcosa, lo vedevo. Lo intuivo dal suo modo meccanico di cercare il mio sguardo.
Era un libro aperto quel ragazzo, potevo capire ogni suo pensiero. Contraeva i muscoli, sposava lo sguardo, compiva gesti inequivocabili. Improvvisamente parlò e si liberò del suo peso interiore.
“Secondo te Marti a che ora arriva?”
Nella sua voce c’era un velo d’imbarazzo. E nei miei occhi di sorpresa.
“Non lo so, penso tornerà con gli altri tra un’oretta, perché?”
La mia voce era pacata e il mio tono interrogatorio. Niall alzò il viso e i nostri occhi si rincontrarono. Perché aveva quell’aria malinconica? Prese coraggio e pronunciò tutto d’un fiato.
”Secondoteselechiedessidiuscirecosamidirebbe?”
Rimasi di stucco. Non masticavo ancora troppo bene l’inglese e non riuscii a cogliere il messaggio di Niall.
“Ho detto, secondo te, se le chiedessi di uscire, quale sarebbe la sua risposta?”
Oh, oh. La cosa non mi turbò, l’unica mia grande preoccupazione era quale sarebbe stata la risposta di Marti. Lei era una ragazza così particolare e Niall era… era dolce e non volevo che gli si spezzasse il cuore.
“Bhe, prova a chiederglielo se vuoi prima ci posso parlare… ma credo che la risposta sarebbe positiva.”
L’atmosfera si sciolse e qualcuno busso alla porta.
“Mi raccomando Niall, deciso!”
”Sì, si… ci proverò…”
Il suo sguardo non era tra i migliori.
« Ce la farai! Conquistala»
Lo sussurrai appena e sperai con tutto il mio cuore che Marti accettasse di uscire con Niall. Lo abbracciai e cercai di trasmettergli tutto il coraggio che potevo. La porta si spalancò e entrò Harry sorridente, finchè il suo sguardo non cadde su me e Niall.
“Entro sempre nei momenti sbagliati, eh?”
Il mio fegato, il mio pancreas e la mia milza si contrassero fino a diventare una sola cosa, per poi trasformarsi in farfalle. Era… tornato.
”Non importa, me ne vado”
Niall si staccò dalla mia presa e si diresse verso l’amico.
”Harry, andiamo non stava succedendo niente.”
“Ho visto benissimo Niall, grazie, non c’è bisogno di spiegare niente”
Cosa c’era da spiegare? Era un abbraccio tra amici. Oh, andiamo, Harry, ti prego. Pregai tra me e me che si voltasse e mi sorridesse come aveva fatto nel camerino. Cosa era andato storto? Evidentemente non gli ero piaciuta. Tanto è normale. Io non piacevo mai a nessuno. I miei occhi si riempirono di lacrime e scoppiai a piangere. Per non farmi vedere entrai in una di quelle stanze vuote, ancora da riempire con risate, starnazzi, lacrime e amore.
Entrò Harry.
”Hei, scusa… non volevo interrompere niente, ti prego,  ti prego… non piangere per colpa mia.”
”Stupido, non hai interrotto niente.”
”E allora perché piangi?”

Perché piango? Margherita, perché piangi?
Ti prego, vattene.
Non volevo restasse lì a guardarmi umiliata, in lacrime senza un motivo. Così fragile e debole come ero.  
Harry si alzo capendo che non era aria. Si diresse verso la porta ma prima di uscire mi lanciò un ultimo sguardo rassegnato.
Ti prego, resta. 





SPAZIO AUTRICE-

Il secondo capitolo è venuto un po' corto, ma spero vi possa piacere comunque. :3
jhgainaosncaso sonoun po' emozionata dato che questa è la mia prima #FF e ...
insomma, avete capito no? Sono brava a raccontare le emozioni degli altri, le mie un po' meno.
Recensite, sia che la storia vi piaccia, che vi faccia schifo, così sapò anche altri pareri.
Grazie dell'attenzione...


imfalling

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Capitolo 3
*** Tornava il niente. ***



Giorno 1 – ore 19.30

 
Avevo sbollito la rabbia ma ora stava crescendo tanta agitazione. Mi stavo preparando per la serata.
Avevamo deciso di andare a mangiare Messicano e non sapevo assolutamente come vestrmi.
Ok, ok, così sembro materialista ma facendo un punto della situazione mi ero accorta che stavo per andare a cena con un ragazzo che mi aveva visto mezza nuda nel camerino  e che mi aveva osservato piangere senza un motivo. E c’è anche da dire, che quel ragazzo, mi faceva venire le vertigini solo a guardarlo.
Improvvisamente sentii quella situazione incostante che mi accadeva anni fa. Stavo precipitando ancora nell’insicurezza. Dovevo rilassarmi e non cedere. Le lacrime mi salirono agli occhi e mi rassegnai al fatto che Harry non mi avrebbe mai calcolato. Le sue ragazze erano sempre state supermodelle o ballerine e in confronto alle altre… cos’ero io?
 
Niente.
 
Sensazione del niente. Ti prende all’improvviso, senza spiegazione. Non ti permette di ragionare lucidamente e dirige lei i tuoi movimenti, le tue gesta. Mi guardai allo specchio. Ci ero ricascata. Anni di terapia non mi avevano portato da nessuna parte. Il niente tornava senza preavviso. Ti strappava l’anima. Mi lavai le mani e cercai di rilassarmi.
Era una cena, una normale cena.
Feci una doccia per rinfrescarmi, mi misi un paio di jeans corti a vita alta, una canottiera bianca di pizzo e le spadrillas, non volevo essere troppo formale per uscire con i miei amici. Aprii la porta di quella che era diventata camera mia e entrai nella camera di Marti.
“Wow, stai da urlo”
Era davvero bella, indossava le leggins e una maglia larga che le donava un aspetto americano.
“Anche tu baby”
Ci truccammo insieme come ai vecchi tempi e ci dirigemmo in salotto dove c’erano Liam, Louis e Niall ad aspettarci.
“Noi andiamo in macchina così passiamo a prendere El e Danielle, vi passa a prendere il taxi tra un minuto…”
Liam e Louis si dileguarono silenziosamente.
“Ciao ragazzi, speriamo di riuscire ad arrivare vivi al ristorante, se guida Liam non si sa mai”
Louis non si perdeva mai una battuta.
“Con questi taxi che devono arrivare sembra di essere su Jersey Shore”
Marti pronunciò quelle parole ridendo.  
“Yeaaaaahbbudy”
Niall sembrava divertito e io pensai che era il momento di squagliarmela.
“Vado a chiamare Harry e Zayn” il corridoio era infinito ma arrivai in fretta alle ultime due stanze.
Esitai un secondo prima di bussare. Harry uscì da una delle due porte prima ancora che decidessi cosa fare.
“Dovevi dirmi qualcosa?”
”Sì, stanno arrivando i taxi”
Improvvisò un sorriso sghembo.
“Sono sempre l’ultimo”
”No, c’è ancora Zayn che deve uscire”

Il mio sorriso toccava il cielo, era ampio e spontaneo. Sorridevo con la bocca, con le guance e con gli occhi. E sì, a ripensarci, sembravo anche un po’ scema.
Harry mi guardo. Il mio primo istinto era quello di abbracciarlo e di dimenticarmi del mondo. Ma non lo potevo fare e il mio sguardo diventò improvvisamente malinconico. Avevo davvero bisogno di un contatto con lui che andasse oltre lo sguardo.
Ci guardammo. Il mio stomaco si divertiva facendo le capriole. I miei occhi non si staccavano dai suoi, era incredibile. Eravamo a due spanne di distanza eppure me lo sentivo così vicino.  Volevo allungare una mano e toccarlo per assicurarmi che fosse reale, ma la paura di una delusione me lo impediva. Avevo paura, non volevo essere respinta.
Qualcosa spezzò l’atmosfera. Niall urlava dall’altra stanza che erano arrivati i taxi così Harry entrò in camera di Zayn e lo chiamò.
Lui si stava sistemando i capelli ma sembrava essere pronto.
Salimmo in taxi e il viaggio fu abbastanza silenzioso. Ero seduta di fianco a Harry e seguivo i suoi movimenti con la coda dell’occhio. Ad un certo punto la sua mano sfiorò la mia gamba e iniziò a fare dei cerchi con le dita sorridendo. Io lo guardai, ma il suo sguardo era perso nel vuoto. Dio, com’era bello. Non mi guardava, non diceva niente. Giocherellava solo con la mia gamba.
E con le mie emozioni.
Solo quando raggiungemmo il locale alzò lo sguardo per incontrare i miei occhi. Come era successo nelle altre situazioni, restammo in silenzio a contemplare l’uno il viso dell’altro e a scavarci negli occhi. Fino a che l’atmosfera si ruppe e ritrovai Louis che mi apriva lo sportello con un gran inchino stile taxista dell’ottocento.
“Prego mat muasel”
”Grazie mille signore.”

 
Il ristorante Messicano era un’ampia sala con le luci soffuse e degli addobbi rossi qua e là. La cena andò secondo i piani, ridemmo e scherzammo tutto il tempo, Louis e Niall fecero delle imitazioni dell’accento italiano mio e di Marti e praticamente arrivammo a metà serata che avevamo finito le energie per ridere. Ogni tanto guardavo Liam e Danielle, seduti vicino, che si tenevano per mano, erano così… inseparabili. In uno di questi miei momenti di trance dove ammiravo le coppie sedute al tavolo con noi Harry mi diede una piccola ginocchiata per attirare l’attenzione senza che gli altri se ne accorgessero.
Io uscii dai miei pensieri e mi voltai a guardarlo.
”Tutto ok?”
sussurrò.
“Sì, ora sì.” 
Abbassai lo sguardo sorridendo.
La serata si concluse tranquilla e tornammo a casa soddisfatti. Liam e Louis si rintanarono nelle loro camere con le rispettive ragazze. Zayn andò a farsi una doccia e rimanemmo noi quattro nel salotto. Che situazione imbarazzante, pensai che era arrivato il grande momento di Niall e evidentemente lo pensò anche Harry dato che mi invitò fuori con lui.
”Maggie, usciamo un attimo?”
Si, certo. Mi alzai senza rispondere e mi sedetti di fianco ad Harry negli scalini dell’uscio di casa.
”Forse era meglio lasciarli soli” 
disse lui.
“Sì, forse era meglio”
Scese un lungo silenzio.
“Dovrei tornare in camera”
sussurrò Harry con un filo di voce.
“No, non dovresti.”
 La mia tono era supplichevole e il mio sguardo cercava disperato la sua approvazione.
Harry guardava in basso, era esitante e qualcosa che ancora non capivo lo turbava.
Pensai di non essere adatta a quel ragazzo, mi sentivo una povera, stupida illusa e mi persi nel vuoto. Il mostro tornò. Quella sensazione di essere inadeguata mi sovrastava.
Così abbandonai tutto e mi rintanai in camera mia, divorata dal niente. 



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Capitolo 4
*** Rumors has it! ***


GIORNO 2 

GIORNO 2 
ORE 12.30 
*in camera mia, pensando alle cose successe la sera prima*

Image and video hosting by TinyPic "Ehi Mag, posso entrare?" 
Louis era allo stipite della mia porte.
"Certo, vieni."
"Cosa... ecco, non ho potuto fare a meno di notare... ti piace Harry?"

Penso che non ci avevo mai pensato (se è possibile farlo). O meglio, ci avevo pensato, ma non sapevo rispondere a parole. Infatti non ci fu bisogno dato che le mie guance assunsero un colore che non lasciava dubbi.
"Secondo me, dovresti.... è difficile da dire."
"Andiamo Lou, lo conosco da due giorni, quello che mi stai per dire non farà tanto male."

E invece già sentivo le farfalle nel mio stomaco contorcersi. 
"Dovresti allontanarti da lui, finche' sei in tempo."
"Perchè?" 

E' l'unica parola che riuscii a pronunciare, non capivo.
"Non... non so. Ho quest'impressione, tu sei così fragile, io vado, scusa, spero non ci starai troppo male."
E Louis uscii. E il mostro entrò.

Sei
così
fragile


che tradotto nel mio linguaggio significava: Sei troppo poco per lui. 
Illusa, stupida, bambina. 
Basta, mi rinchiudo in camera, non esco più. Che vergogna, forse Harry l'aveva detto a Louis di dirmi di lasciare perdere. 


O forse, a ripensarci a mente lucida, significava solo che Louis ci teneva  a me e sapeva meglio cosa stava succedendo.

"Hey piccola non vieni a pranzo?" 
Perchè, dico io, questo ragazzo deve entrare sempre nei momenti sbagliati?
"Stai... piangendo?"
No, mi sudano gli occhi guarda. Stai calma. Stai calma.
Così presi coraggio e ignorando le lacrime lo guardai. Non funzionò affatto e come mio solito feci la mia figuraccia quotidiana. 
Ricominciai a piangere. Non potevo reggere lo sguardo. Non potevo fissare il suo viso perfetto e divino nascondendo la mia vergogna.
"Vieni quì..." 
Mi abbraccio, e come mi abbracciò. La mia testa affogava tra i suoi pettorali e lui mi accarezzava i capelli. Poi mi prese il volto tra le mani e mi diede un bacio nella fronte. Così, dal niente. E come dal niente era venuto quel bacio, dal niente se ne andò. 
Mi ero sentita protetta tra le sue braccia, così al sicuro, come se niente potesse farmi male.
Era come se qualcosa di oscuro e estraneo avesse riempito i miei vuoti, ma era qualcosa di estremamente piacevole.
"Sì, forse ci vado a pranzo." 
sussurrai tra me e me uscendo sorridente dalla mia stanza.

GIORNO 2
ORE: 16.00
*origliando da una porta lasciata mezza aperta con il cuore mezzo rotto*

"Lou, lo sai che questa situazione non mi piace per niente, e che non vorrei trovarmici."


"La stai solo prendendo in giro!"
"Non è vero, lo sai bene."

Harry aveva la voce tremolante, Louis roca. 
"Oh, andiamo, non dirmi che ti sei veramente innamorato questa volta che non ti credo, non ti credo più oramai, è sempre la stessa storia!"
"Ma lei... lei è diversa!"

"Diversa? Solo perchè è fragile e il suo umore negli ultimi due giorni lo stabilivi tu!"
"No, non è così. Tu non capisci, io l'ho trovata!"
"No davvero, non capisco"

"L'ho trovata, ho trovato la ragazza che aspettavo, quella che mi fa venire il latte alle ginocchia, quello per cui farei di tutto!"
"Io non ci credo, non ci credo più, mi dispiace, ciao Harry."

Entrai velocemente in bagno. Le parole erano davvero riferite a...me? 
Uscii di casa per andare a comprare il quotidiano. Una luce abbagliante mi scosse.
"Ma che...?"
"Com'è vivere con gli One Direction? Ti sei innamorata di qualcuno dei ragazzi? Vi siete davvero conosciuti dietro le quinte di XFACTOR USA?"

Rimasi abbagliata e poi mi diressi incurante del paparazzo in edicola. Non volevo essere scortese, ma ero troppo felice per rendermi contro di cosa stava accadendo. 
"Salve, vorrei il quotidiano"
"Certo, ecco a lei"

Improvvisamente qualcosa catturò la mia attenzione, come... ? cosa...?
"Prendo anche questo" 
Una pugnalata penso che avrebbe fatto meno male. Tornai in casa e lessi il giornale.

"SCOOP, ALCUNI SCATTI DI HARRY STYLES E ALLISON BRIDGE IERI POMERIGGIO IN SPIAGGIA
Giravano già alcuni rumors sulla coppia ma queste immagini ne sono la conferma.
Lui le stringe la mano e sembrano così affiatati." 
 Un'immagine era al centro dell'articolo, un ragazzo alto, riccio con gli occhiali da sole teneva la mano ad una magrissima, altissima ragazza bionda. 


Era lei, l'aveva trovata, allora.

"Oh Maggie, io... no, non piangere, evidentemente non ne valeva la pena."
Martina, ti prego, stai zitta. Peggiori le cose. 
"Quel ragazzo non era poi così.."
"Senti vaffanculo, ok?"

E me ne andai. Lasciavo sempre le cose a metà, io. 
Il pranzo non lo finivo, i pianti li interrompevo, i discorsi li tralasciavo. 
Mi sentivo bella a metà, mi sentivo desiderabile a metà.
Le mie frasi finivano a metà. Ma il mio dolore, quello lo sentivo tutto.


GIORNO 2 
ORE 20  
*camera mia*



*knok,knok*
"Chi è?"
"Sono Niall."
"Entra..."

Mi guardava negli occhi, il mio migliore amico. Era uno sguardo così sincero, così puro.
Lo so, ti dispiace, non dire niente, non ce n'è bisogno, sei un libro aperto per me.
Infatti mi abbracciò e non disse niente. 
"Penso che dovresti chiarire con Harry."
"Chiarire cosa? Oh andiamo, erano solo tante paranoie mentali che mi ero fatta, quelle che uno come lui potesse notare...me"
"Oh, no ti prego non piangere ancora."

Ti prego Niall, stringimi forte. 
"Dai andiamo a cena, abbiamo ordinato la pizza. Ma dai, non ti dovrò fare il solletico, alla tua età?
Va bene l'hai voluto tu"
"HAHAHAHHAAHHAHA mi arrendo, mi arrendo, vengo."
"You will be rising from the 'bed' like a skyscrapeeeeer"

Questo mi fece ridere, e molto. Il dolore alla fine, se vissuto in due, è più delicato. 
Andammo a cena, e guardai Harry negli occhi. E lui mi guarò senza dire una parola. 
Ma il mio cuore di parole ne sentiva a bizzeffe. Chissà se lo vedeva, nei miei occhi. 
"Maggie?"
"Sì?"
"Niente, volevo solo assicurarmi che mi rivolgessi ancora la parola."
Harry?Sì?Sonoinnamoratadite. 
Però questo lo tenni per me.

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Capitolo 5
*** The same old games. ***


GIORNO 3

12.30 

*al lavoro*


Ancora non mi ero ripresa dalla delusione del giorno precedente. Le immagini viste sul giornale mi tornavano continuamente in testa. Erano così carini insieme, e penso che quella era la cosa che mi fece più male. Non potevo biasimarli di niente. Harry con me era stato normale. Allison nemmeno la conoscevo. Cosa.. come avrei potuto oppormi?
Mentre ero immersa nei miei pensieri arrivò Josh. Lavoravamo allo stesso film da qualche mese ed eravamo diventati buoni amici.
"Hey Meg, tra mezz'ora stacchiamo ti va di andare a mangiare qualcosa insieme?"
"Sì, perchè no?"
"Perfetto allora"

Si allontanò e io rimasi pensierosa. Come mi sarei dovuta comportare con Harry? Il solo pensiero mi diede i brividi. 
Quel ragazzo era così perfetto, così vero. 

Mentre Josh mi stava riaccompagnando a casa successe una cosa strana, si fermò e mi guardò.
"Sono stato bene con te oggi"
"Anche io..."

Oddio santissimo, non stava realmente succedendo.
Mi scostò i capelli dal volto e mi diede un bacio nella guancia.
"Spero riusciremo anche altre volte"
Eravamo oramai arrivati davanti casa e io dall'imbarazzo mi voltai. Vidi Zayn in finestra.
Stava sbracciando e sembrava mi volesse dire qualcosa.
Sillabò una parola indicando la finestra del piano di sotto.
"A-L-L-Y-S-O-N"
La rabbia s'impossessò di me. Non ci potevo credere. Harry aveva invitato Allison in casa. 
"Josh, vieni puoi entrare..."

Non so come mi venne in mente, ma lo feci, sembrava un allegro ritrovo di coppiette. 
O almeno finchè la situazione non divenne più tesa. Appena entrammo in casa vedemmo Harry e Allison all'ingresso. 
"Non pensavo tornassi prima di stasera." 
disse lui, arrossendo.
"Nemmeno io pensavo di trovarti."
Balla bella e buona. Harry sorrise, naturalmente aveva capito che avevo mentito.
"Harry, non mi presenti i tuoi amici?"
"Oh si, certo. Lei è Maggie"

Il mio sorriso era più falso di una banconota da due euro.
"Piacere."
Allison era una bellissima ragazza, bionda, occhi azzurri, giovane. Mi sentivo così sfigurata di fronte a lei.
Ero completamente l'opposto.
Bassina, non troppo magra, occhi neri, viso mediterraneo.
"E lui... "
"Lui è Josh."

Intervenni io. Harry lo squadrò dalla testa ai piedi. 
"Io direi che è ora che vada, ci vediamo domani."
"Aspetta ti accompagno."

Scortai Josh all'entrata, lui mi diede un altro bacio frettoloso e se ne andò.
Dopo pochi minuti anche Allison se ne andò.
Harry torno e il silenzio regnò per un tempo interminabile.
"Allora.. lui è il tuo ragazzo?"
"Non so, è una situazione strana."
"Già." 

Mi sentivo la bocca impastata, l'ultima cosa che avrei voluto fare era parlare con Harry ma la domanda mi uscì spontanea.
"E lei?"
"Allison? Oh niente."
"Come niente? Ho letto ieri sul giornale..."
"Se ascoltassi tutto ciò che c'è scritto sui giornali avresti la testa pilotata da un sacco di paparazzi... la foto era vecchia, Al è una mia ex che voleva riuscire con me."

Le parole uscirono come un fiume in piena. 
"E tu, cosa le hai detto?"
"Che mi sono innamorato di un'altra ragazza e quindi no. Ma penso di aver sbagliato, forse la richiamerò, anzi sì, penso proprio che la richiamerò."
"Perchè la dovresti richiamare se ti piace un'altra?"

Harry abbozzò un sorriso che mi fece rabbrividire. Non riuscivo a guardarlo per più di tre secondi, quel ragazzo mi faceva venire le vertigini. 
"Lasciamo perdere."
I suoi occhi si riempirono di lacrime e quella volta fui io ad abbracciarlo. 
Mentre lo stringevo lo sentii singhiozzare. Non sapevo veramente cosa dire. 
Avevo il sospetto che la ragazza di cui si era innamorato ero io, ma non la certezza.
Come al solito la mia insicurezza mi appannava i pensieri. Non riuscivo a ragionare in modo chiaro. 
Ci allontanammo e lo guardai negli occhi ancora umidi. 
"Cosa pensi?" 
mi chiese.
"Niente, non penso a niente."
E mi rifugiai in camera mia, il migliore dei nascondigli. 
L'ipod partì in riproduzione casuale. 
"Without you"

GIORNO 3
22.30 


"Ragazzi che ne dite di andare in un locale?"
Zayn era il re delle feste, sapeva sempre dove andare.
"Grande idea!"
Commentò Louis.
"Chiamo Eleanor."
Andai in camera mia a prepararmi. 
Mi legai i capelli e indossai un vestitino nero con delle scarpe vertiginose. Non era il mio stile ma quella sera mi volevo sentire bella. 
Sentii Harry parlare dalla stanza affianco alla mia.
"Ciao Al, senti scusa per prima... Stasera usciamo, spero che tu abbia voglia di venire con noi. Ci vediamo dopo, ti passo a prendere io."
Ok Harry, l'hai voluto tu. E chiamai Josh. 
Sembrava ci stessimo inseguendo ed entrambi giocavamo agli stessi sporchi giochi di gelosia.

Andammo al locale e Josh ci aspettava lì.
"Ciao Mag" 
mi fece cenno con la mano, si avvicinò e mi baciò.
I ragazzi rimasero in silenzio. Niall e Louis si guardarono pietrificati.
"Io..." 
Era proprio la voce che non volevo sentire. L'unico al mondo che non volevo vedesse il bacio tra me e Josh. 
"Vado a cercare Allison."
Andammo a bere qualcosa mentre gli altri si scatenavano nella pista da ballo.
Allison e Harry sembravano veramente affiatati. Lei le girava intorno volteggiando come un antico rito di corteggiamento. 
Li persi di vista e cercai di concentrarmi sulla conversazione. 
Quando li rividi erano avvinghiati come due tarantole. Si baciavano con una tale foga che mi sentii male.
"Vuoi ballare?"
Probabilmente Josh si stava chiedendo perchè fissassi così tanto la pista da ballo.
Purtroppo non ero brava a mentire e lui capì.
"Io.. avevo immaginato ti piacesse Harry quando l'altra volta visitavi la sua pagina Twitter... comunque ci ho provato con te, mai dire mai... insomma tu mi piacevi e..."
"Scusa Josh, scusami tanto io non volevo farti stare male."

Il senso di colpa misto lo spettacolo orripilante di Harry avvinghiato a Allison erano troppo da reggere. 
Mi sentivo una stupida bambina, piangevo sempre. Anche mio padre me lo diceva da piccola, lo raccontava a mia nonna e tutti erano lì a preoccuparsi per me. 
"Non fa niente." 
Josh se ne andò e io rimasi sola anche se non per molto.
"Hey Mag, vuoi qualcosa da bere?"
Harry era uscito da quello che mi era sembrato il lavaggio in lavatrice più potente della storia.
"No grazie." 
Probabilmente avevo tutto il trucco sbavato e la cosa a lui non sfuggì.
"Josh se ne è andato?"
Sì. No. Forse. Non te la do di vinta Styles, mi dispiace.
"Sì, ma tornerà."
"Oh."

Gli occhi di Harry divennero tristi. I miei di più. Quel ragazzo era il mio specchio. 


"Questa è per tutti gli innamorati che si inseguono senza trovarsi, è per chi, almeno una volta nella sua vita, ha avuto paura di rischiare."
Il dj era stato chiarissimo. Partì "Never let me go" Florence and the Machine e io e Harry ci perdemmo tra la folla, tali codardi che eravamo.


SPAZIO AUTRICE-
hsichasocnaso
spero vi piaccia come si è evoluta la storia, ho pensato che con questi nuovi personaggi avrei potuto renderla più intrigante. 
Fatemi sapere cosa ne pensate, il vostro parere è davvero importante.
Ringrazio tutti coloro che hanno recensito i miei capitoli su efp o che comunque mi hanno fatto sapere il loro parere attraverso twitter.
Vi sono davvero grata, i vostri consigli sono utilissimi.

i'm falling // @_tommostoms // Megghi :3






Alluuuurs, ecco le foto di come mi immagino alcuni personaggi.
Josh: http://weheartit.com/entry/32793098
e Allison: http://weheartit.com/entry/10263725

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Capitolo 6
*** Point of view. ***


SPAZIO AUTRICE :3
Oggi vi rompo subito le scale, penso che questo capitolo sia troppo sdolcinato e non rispetti lo stile della #FF, ma oggi mi sento romantica. 
Vedrete che già nel prossimo capitolo torneranno i problemi.
Sono una sfigata che non accetta il lieto fine facile, mi dispiace.
Margareth.



GIORNO 4
ore 23.30
*non facendo niente sul divano, alla ricerca di un bel film*


"Avete sonno?" 
domando con fare poco innocente Zayn.
"Non tanto" 
rispose Marti complice del mistero creato dal nostro amico.
"Dicci Zayn, qual è il tuo piano malefico?"
Louis era sempre più curioso. Io anche. 
Ero seduta di fronte ad Harry, oggi non ci eravamo mai parlati.
Erano uscite altre foto nei giornali. Mie e sue. 
Avevo trovato una coppia del giornale in camera sua. 
Io ne avevo una in camera mia. 
"Vi ricordate quando da piccoli non sapevamo cosa fare e giocavamo a 'Obbligo o verità' ?"
Zayn era sempre più preso dall'idea di coinvolgerci in quel suo strano momento di ritorno all'infanzia. 
Mi ricordo quando da piccola giocavo a questo gioco. Era sempre stato un dramma per me. 
Nessuno mi domandava mai se ero innamorata di qualcuno, nessuno obbligava mai nessuno a baciarmi. Ero quella che veniva presa in giro e usata come cavia per obblighi scomodi. Non avevo voglia di giocare e di rientrare nella 'vecchia' routin della vergogna.
"Grande idea, ci sto!"
Gli occhi azzurri di Niall si illuminarono.
"Chi inizia? Io direi la più piccola... Maggie!"
Fantastico.
"Grazie Liam" 
Sorrisi, dopotutto accettavo facilmente le sfide e non volevo fare la figura di quella che si tirava sempre indietro e faceva i capricci.
"Ok, io ho una domanda" 
Calò un lungo, lunghissimo silenzio tombale. La voce di Harry si sentiva per la prima volta quella sera ed era decisa.
Io lo guardai cercando di capire a che gioco stava giocando. 
"E se scegliessi obbligo?"
"Libera di fare quello che vuoi." 

Quello che era partito come un discorso scherzoso diventava sempre più serio e stracolmo di accuse silenziose. 
"Scelgo verità."
"Sei innamorata?"
"Io?"
"E chi, io?"

"No, no. Io. Innamorata? No. Non lo so."
I miei occhi supplicavano pietà, il cuore si strinse, non sapevo davvero cosa rispondere.
"Ok, grazie Maggie, prossima per ordine di età... Maggie"
Niall stava cercando di salvare una situazione che era già precipitata da un pezzo.
"Non mi hai risposto."
"Ti prego, Harry. "

"Stiamo giocando, queste sono le regole del gioco, rispondi."
Si fermò un secondo e poi riprese a combattere.
"Sei innamorata di Josh?"
"No, di Josh no."
"Non di Josh?"
"Ho finito il mio turno, le regole sono regole."

"Io ho una domanda per Marti." disse Liam.
Gli altri ragazzi si guardavano preoccupati, nessuno sapeva cosa fare, non avevamo mai 'litigato' prima d'ora e per quanto non era uno scontro vero e proprio si sentiva che dietro le nostre parole ce ne erano altre, molto più pesanti e dolorose, che nessuno dei due aveva la forza di dire.
Harry se ne andò, forse sussurrò qualcosa ma non ebbi il coraggio di ascoltarlo.


HARRY'S POV.

Non so quale forza interiore mi abbia spinto a parlare ma lo dissi. 
"Sei innamorata?"
Arrossii, non mi ero mai spinto così oltre con Maggie. Mi ero detto di essere troppo poco per lei. Sei un coglione Harry. Con le ragazze ci giochi e non è quello di cui lei ha bisogno. Me lo ripetevo continuamente. Josh è quello che lei vuole. Ma non potevo rassegnarmi, non potevo credere al fatto che lei avesse scelto lui, non avendo provato me. Io potevo amarla più di quanto lo faceva Josh, con striminziti baci e con tante lacrime. La sera prima mi era venuto un tale nervoso. L'aveva fatta piangere, se ne era andato lasciandola lì. Lei.Aveva.Pianto.Ancora. Non lo potevo sopportare. Io potevo proteggerla, lo volevo così tanto.
Le battute che ne seguirono mi lasciarono indifferente fino a che non ricevetti la risposta.
"No, di Josh no."
Forse di me.
Forse di un altro.
Forse per niente.
"Ho sonno, vado a dormire."
Lei nemmeno mi salutò.
Dovevo risultarle indifferente.

GIORNO 5
ore 20.30 

"Sei nervoso?"
Sembrava più nervosa lei di me, ed era incredibilmente bella così. Con quell'espressione da cucciolo indifeso e spavantato. I capelli scuri le ricadevano mossi sul volto, le incorniciavano il più bello tra tutti i panorami. 
Aveva lo sguardo di chi scopriva qualcosa di meraviglioso per la prima volta, ma c'era qualcosa che la turbava che non ero io. Qualcosa legato al suo passato che tornava come un mostro dentro di lei e la costringeva a voltare gli occhi, a fingere di non sentire, di non capire.
Io volevo aiutarla, volevo essere parte di quella sofferenza, avrei voluto condividere con lei il suo dolore, farmi mia la sua croce. 
"Sto bene, rilassati."
"Devi... andare. Andrà benissimo, non preoccuparti e se sbaglierai sappi che ti ucciderò."
"Cosa?"
"Scherzavo AHAHAH, se sbaglierai ti vorrò bene lo stesso."
"Questo vuol dire che mi vuoi bene?"

"A modo mio, muoviti, milioni di fans urlanti ti stanno aspettando."

 

*MAGGIE'SPOV*

Si girò con quel suo strano fascino e salì sul palco, era la prima tappa del tour che tra sole due settimane lo avrebbe portato lontano da quì, lontano dalla casa, lontano dal mare, dalle fans americane e...da me.
Era sul palco, mi guardò e mi fece l'occhiolino. Era un ragazzo abbastanza lunatico. E anche io. Non avevamo una relazione salutare questo era ovvio.
Ma che stavo dicendo, noi non avevamo proprio una relazione. Scesi dai miei pensieri e sbirciai ancora da dietro le quinte.
Liam stava intonando

"Cause I can't look you in the eyes and say"
Quanto amavo quella canzone. La folla esplose. Harry stava cantando divinamente.
"When he opens his arms and holds you close tonight
It just won't feel right
Cause I..."

Silenzio.
Perchè si era fermato? Oh andiamo Harry. Louis e Niall si guardarono preoccupati. 
Niall finì la frase al posto suo. Lui si girò e si asciugò una lacrima senza farsi vedere dalle telecamere, poi mi guardò e fece una faccia come per dire che non era colpa sua e sorrise.
Cosa ridi scemo? Domani sarai su tutti i giornali.
Sorrisi anche io.
Finalmente la 'cosa' stava prendendo un verso migliore.
Toccava nuovamente ad Harry.
Mio Dio, che a volte gioca con i miei ormoni e con i miei sentimenti, ti prego, aiutalo.

"When he opens his arms and holds you close tonight
It just won't feel right
Cause I..."

I... Harry, andiamo... I....?
Si voltò verso di me, questa volta con fare sicuro. Nessuno mi vedeva. Era un momento nostro, io nascosta dietro un sipario nero e lui in piedi di fronte a milioni di persone.
"I can love you more than this."
Non lo cantò, lo disse con quella sua voce roca e vera.
Era un sussurro vellutato, il suo. 
Mi stava guardando, era riferita a me quella frase?
Sì. Lo sperai con così tanta anima che quasi quasi me ne convinsi. 

Grazie Harry. 
Potresti amarmi più di come fa Josh? 
Ti prego, allora amami.

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Capitolo 7
*** am I a skyscraper? ***


SPAZIO AUTRICE
Premetto che questo capitolo inizialmente doveva essere moooooooooooolto lungo. Ma molto molto. 
Poi niente, l'ho dovuto tagliare per non farvi perdere 92842 ore a leggere 980980 'fogli' e quindi è venuto molto corto, ma pubblicherò già da domani il seguito.
Se vi piace, mi raccomando recensite.
Se non vi piace, fatelo lo stesso.
Conto su di voi e sul vostro parere.



“Sai ora come ora cosa mi farebbe davvero bene?”
“Cosa?”
Risposi io indeciso. Forse spaventato di non riuscire ad essere alla sua altezza.
“Un abbraccio di quelli che fermano il tempo.”


Giorno 6
ore 10.30

Irruppi in camera sua senza fare rumore. Lei era al computer, vedevo le sue spalle scure salire e scendere con movimenti quasi impercettibili.
Poi mi accorsi.
E sentii il mio passo fermarsi. Vidi prima lei appoggiare il fazzoletto nel tavolo.
Poi, dopo essermi accorto capii, e la cosa mi fece ancora più male.
Nello schermo del computer c’era proiettata una foto del pomeriggio precedente, lei era insieme a Louis e Eleanor e stava facendo il bagno davanti casa, nell’oceano.
Sorrideva e sembrava divertirsi, eppure i giornalisti, non ci avevano fatto caso.
I titoli la accusavano di un fisico non perfetto, di ‘cellulite ‘strabordante’.
Poi cambiò pagina e aprì twitter.
Lì i singhiozzi esplosero. Non riuscivo a leggere i tweets, ma potevo immaginare cosa c’era scritto.
Potevo capire come si sentiva.
L’avevo già sentito prima.
Ero paralizzato, non sapevo né cosa dire né cosa fare.
“Non ascoltarli, ti prego…”
Furono le prime e le più spontanee parole che mi vennero in mente.
“Harry, tu non capisci.”
Non mi guardava, ma soffriva. Ogni lettera che pronunciava era piena della vergogna di chi viene colto nel suo punto debole.
“Aiutami a capire, ti prego.”
Il mio tono era più che supplichevole. Volevo saperlo. Ero finalmente giunto alla verità, al mistero che le appannava di tanto in tanto gli occhi, che la costringeva ad allontanarsi da me… e dal mio amore.
Si voltò verso di me e abbassò lo sguardo.
“Se te lo dicessi, ti farei schifo.”
“Tu non mi faresti mai schifo.”
Ricominciò a piangere ma il suo pianto era diverso. Era il pianto di chi è stanco di essere catturato sempre dai soliti mostri. Un pianto carico di richiesta d’aiuto e di sfinimento di fronte a quello che succedeva. Era il pianto di chi oramai non ci credeva più , era il più brutto tra i pianti.
Poi lo disse. Rapido e schietto. Veloce.
“Io in passato ho sofferto di seri problemi alimentari e sono stata in clinica diversi anni. Pensavo di esserne uscita e invece torna sempre fuori. Sempre.”
“Che... genere di problemi?”
Avevo paura della risposta eppure ogni secondo che passava mi sentivo più vicino a lei, come se ci scoprissimo così, vivi, con i nostri difetti.
“Ho sofferto di bulimia.”
Ecco. Il mio primo istinto era quello di stringerla forte e di non lasciarla più. Poi c’era la collera, tanta rabbia, per i giornalisti. Io.. io non so cosa gli avrei fatto, Dio, erano dei pezzenti.
“Scusa, io non avrei dovuto, scusa. Probabilmente adesso io ti farò schifo e…”
“Sta zitta, non mi fai schifo. Non mi farai mai schifo.”
“Scusa.”
“Ma scusa di cosa?”
Dissi.
“Tu non capisci in questo momento come mi sento, mi sento onorato di poter condividere con te questo male, io voglio aiutarti, sono dalla tua parte.”
Evidentemente dissi qualcosa di sbagliato perché le si contorse il viso.
“Non voglio che mi tratti come se fossi malata, non lo sono mai stata e comunque… non lo sono più.”
Forse avevo preso troppo spirito d’iniziativa, avevo reagito con troppa foga.
Poi mi ricordai il vero scopo di quella visita.
“Senti Maggie, io volevo dirti… cioè non ero venuto in camera tua per questo. Ero venuto perché volevo chiederti se stasera volevi uscire con me.”
Fa strano pensare di uscire con una persona quando ci vivi, però il concetto era quello e speravo lo capisse.
“Non devi farlo per forza. Cioè se ti faccio pena possiamo comunque essere amici…”
“No no no, te lo avrei chiesto comunque.”
“Sei sicuro? Non sentirti obbligato!”
Le presi il volto tra le mani.
“Io non lo faccio perché devo, lo faccio perché voglio, capito?”
Abbassò lo sguardo e si liberò dalla mia presa. Di nuovo le si appannò lo sguardo.
“Tu non immagini quanto vorrei sapere cosa stai pensando.”
“Lasciami da sola, ti prego.”
“No, io non ti lascio da sola. Io resto qui con te e non mi muovo. Se non vuoi uscire con me d’accordo non usciremo, ma non ti lascio.”
“Cosa pensi che dovrei indossare?”
Perché cambiava argomento?
“Dipende da dove vuoi andare, se devi andare a fare la spesa fossi in te metterei la tua tuta grigia che mi piace tanto, oppure i jeans con gli strappi orizzontali...”
Sorrise e io non capii. Forse le sembrava strano il fatto che sapessi a memoria il suo guardaroba, ma in quella settimana l’avevo osservata abbastanza.
“Scemo, intendevo stasera.”
 

MEGGHI’SPOV

Ore 19.00
 
Avevo un cavolo di appuntamento tra un’ora e non avevo la più pallida idea di cosa indossare.
Elegante, mi vestirei elegante.
Aveva detto Harry.
Con lui mi era sembrato tutto così naturale. Certo, mi ci era voluto un po’ a capire che non era uno scherzo di pessimo gusto quello che mi stava facendo.
Ma il modo in cui mi guardava, mi faceva sentire così… nuova, penso.
Mi sentivo come se qualcuno si potesse interessare a me. Il cuore mi batteva all’impazzata.
Martina era uscita con Niall e non potevo chiederle un aiuto. Avevano passato il pomeriggio al parco.
C’era solo una persona alla quale mi sarei potuta rivolgere per il mio problema ‘nonsocosaindossarestasera’. 
Louis Tomlinson.
“Ehi, Lou, posso chiederti un favore?”
“Sì, certo.”
“Aiutami, non so come vestirmi stasera.”
“Esci con Harry?”
Un sorriso sostituì il mio volto preoccupato.
“Sì.”
“Grazie Signore, ce l’ha fatta. Era da quando vi siete incontrati nel camerino che non fa altro che chiedermi come avrebbe potuto fare per uscire con te…”
“Ti ha raccontato del camerino?”
“Sì, ce lo ha raccontato a tutti circa novanta volte”
Sorrise pensieroso.
“Io fossi in te, mi metterei quello.”
“Quello…?”
Aveva indicato un abito che aveva la parte sopra celeste, aderente al corpo, senza spalline. La parte sottostante era nera con dei fiori colorati sopra.
“Sì, esattamente, se ti sciogli i capelli e li fai un po’ più ricci e boccolosi in fondo, con le scarpe con il tacco nere, sarai una favola.”
Oddio, vestito, tacchi, trucco, capelli, un’ora. Via!
 

HARRY’SPOV

*ORE 8.00*
“Zayn, guardami, cosa ne pensi?”
“Sei perfetto, sistemati i capelli però.”
Molto bene, molto molto bene. Ero pronto.
“Allora vado.”
Stavo uscendo dalla porta quando Zayn richiamò la mia attenzione.
“Harry…”
“Sì?”
“I fiori, li hai lasciati sul letto.”
Giusto, i fiori, grazie amico.
Louis mi intravide dal corridoio e mi fece un segno con i pollici all’insù.
Bussai alla porta di Maggie. Avevo messo la camicia bianca, i jeans marroncini e una giacca elegante sopra.
Aprì la porta la ragazza più bella che avessi mai visto.
“Sei… bellissima.”
Che inizio davvero poco originale, pensai.
Abbassò lo sguardo e le sue guance diventarono rosso fuoco.
“Li ho presi per te.”
Ora mi guardava dritta negli occhi e diceva ‘grazie’ ma io non sentivo più.
Ero troppo felice.
“Hai prenotato da qualche parte?”
“Oh, sì. In un ristorante poco distante da qui.”
“Andiamo allora, aspetta, appoggio i fiori.”
Bum, bum, bum, bum.
Il battito del mio cuore andava all’impazzata, ma stavo bene così, non volevo fermarlo.

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Capitolo 8
*** Forever's gonna start tonight. ***


SPAZIO AUTRICE C:
Vi rubo solo mezzo minuto.
Innanzitutto vorrei ringraziare chi segue la mia storia.
Mi rendo conto che fino ad adesso è stata un po' monotona ma con questo capitolo e quel che ne seguirà spero di farvi provare qualcosa, (spero qualcosa di positivo).
Inoltre vorrei dire che purtroppo non potrò publicare il prossimo capitolo in questa settimana dato che non sarò a casa.
Al mio ritorno avrete subitissimo il capitolo SE questo avrà avuto almeno 5 recensioni, altrimenti mi sembra inutile continuare... 
Detto ciò, buona lettura.
Megghi :3



*MAGGIE’SPOV*
Stavamo camminando sul lungo mare e Harry mi prese la mano. Sentivo ovunque i brividi. Parlammo della casa, dei ragazzi, dei paparazzi.
Poi arrivammo al ristorante, Harry aveva prenotato il privè. Era una saletta non molto grande con un tavolo basso e dei cuscini giganteschi. Era un posto carinissimo.
“Ti piace?”
“Molto, mi ricorda un ristorante di Pantelleria, un’isola sotto la Sicilia, ci andavo quando ero bambina.”
“Perché dal centro Italia  andavi in Sicilia?”
“Oh, i miei genitori sono separati e quando ero piccola il fidanzato di mia mamma aveva una casa là così ci trascorrevamo l’estate”
“Anche i miei sono separati…”
Passammo da un discorso all’altro senza nessun problema, mi raccontò della sua infanzia, io a lui della mia. Ci sentivamo liberi insieme. Il bello di quella serata fino a quel momento era che sembrava di parlare con un amico che conosci da una vita. C’eravamo attraversati di curiosità. Non avevo più il timore dei giorni precedenti, ridevo senza problemi e chiacchieravamo di tutto.
Ordinammo due piatti di insalatone miste (era estate e volevamo stare freschi, e leggeri, pensai. Per un eventuale dopo-cena-movimentato).
C’erano solo due argomenti che avevamo saltato. Il primo emerse pochi secondi dopo.
“Allison?”
“Oh, Allison. Niente, siamo stati insieme due mesi lo scorso autunno e lei voleva tornare con me ora. Ma a me non piace.”
Arrossì un poco ma non spostò i suoi occhi verde meraviglia dai miei.
“Josh?”
“Josh è stato una cosa giornaliera, volevo distrarmi un po’ dopo…”
Dopo aver visto le tue foto con Allison?
No, non potevo proprio dirlo.
Però Harry colse il mio sguardo e capì.
“Scusa.”
disse lui.
“Non ti preoccupare, capita.”
replicai.
“Ora con Allison cosa hai intenzione di fare?”
“Bha, sostanzialmente dopo la sera in discoteca ci siamo sentiti una volta o due al telefono e in nessuno dei due casi le ho mostrato interesse..”
“Al locale sembravi interessato.”
“Anche tu sembravi interessata a Josh, o sbaglio?”
“Non ero interessata, il mio era solo un modo di…”
“Anche il mio.”
Il secondo argomento mi balenò in mente in quell’istante ma non ebbi il coraggio di chiedere niente, volevo gustarmi la serata.
Quando finimmo Harry pagò e tornammo a casa, era vuota.
“Ti andrebbe di fare un giro in spiaggia?”
“Certo, anche un bagno in spiaggia!”
L’idea mi era venuta in mente in quell’istante e Harry  mi assecondò. Mettemmo il costume e ci ritrovammo a passeggiare lungo la riva.
Per la prima volta, sotto gli occhi di Harry, mi sentivo desiderabile.
 
HARRY’SPOV
Le presi la mano. Mi guardava con occhi sognanti e sorrideva molto. Adoravo il suo carattere, il modo in cui le conversazioni tra noi venivano spontanee.
Avevo voglia di baciarla, ma non volevo fare niente di fretta.
Ogni secondo con lei era d’oro.
Soprattutto data la partenza della band imminente. Distava due settimane. E lei lo sapeva come me che sarebbe stato doloroso il nostro distacco.
Un tour mondiale di otto mesi.
Sono tantissimi.
Il mio pensiero si era allontanato e lei si accorse.
Improvvisamente si girò verso l’acqua e avanzò. Aveva detto di voler fare il bagno ma non pensavo fosse seria. Ci immergemmo fino alla pancia.
“Cosa c’è che non va?”
“Niente, pensavo al tour.”
Vidi i suoi occhi crucciarsi, probabilmente ci aveva già pensato, ma non voleva dirlo.
“Sembra che stiamo inseguendo senza successo un lieto fine che scappa ogni volta che ci avviciniamo.”
“Lo decidiamo noi, Harry, il lieto fine.”
“Starò via otto mesi…”
“Lo so, e non hai idea di quanto faccia male solo il pensiero.”
“Scusa, ho rovinato la serata…”
“Sai ora come ora cosa mi farebbe davvero bene?”
“Cosa?”
Risposi io indeciso. Forse spaventato di non riuscire ad essere alla sua altezza.
“Un abbraccio di quelli che fermano il tempo.”
La guardai dritta negli occhi perforandole lo sguardo. I suoi occhi marroni volevano dirmi qualcosa, avevano il disperato bisogno di sentirsi amati. E io ero qui, pronto per soddisfare ogni sua richiesta.
La strinsi forte a me e canticchiai per la prima volta dopo anni una delle cover di X-FACTOR, le parole di quella canzone raccontavano tutte le mie emozioni di quel momento e cantare sembrava il modo più mio e più vero per dimostrarle.
“Oh, and i can’t describe but something about the way you look tonight,
Girl, you breath my breath away…”
Alzò lo sguardo e mi guardò negli occhi.
“The way
You
Look
Tonight”
Le sue labbra aderirono alle mie non so per quanto tempo.
Passarono l’estate, l’inverno, la primavera, le giornate in burrasca, le giornate di sole…
Le nostre lingue erano sorgenti e fiumi in piena.
Ci avvicinammo sempre più alla sabbia, sempre più felici.
Quando ci guardammo negli occhi decisi di dirle quello che avevo preparato.
”Hai costruito con dei bastoni e dei teli una mini-casetta per il nostro appuntamento per guardare le stelle?”
”Sì, lo so sembra assurdo ma…”
”Harry, sei speciale.”
”Anche tu, per questo l’ho fatto. Ed è strano perché non ci conosciamo da molto. Ma tu… il tuo sguardo… il tuo modo di combattere contro tutto ciò che accade… non lo so Maggie, ma questi nove giorni sono stati… una continua ricerca di te.”
Senza nemmeno esserci resi conto c’eravamo stesi nella mini-casetta senza tetto per guardare le stelle.
Ma quali stelle? Qui l’unica stella che vedo sei tu.
 
MEGGHISPOV
Poteva essere il Paradiso migliore di così?
No.
Una spiaggia, una casetta, degli asciugamani, le stelle...
Ah sì, Me, Harry.
La sua mano circondava le mie spalle.
Quello che era successo nelle ultime ore era pazzesco e non riuscivo a rendermene conto.
“Secondo te quella è Cassiopea?”
”No, quella è l’Orsa Maggiore, quella è Cassiopea.”
”Ah, in astronomia faccio proprio cagare...”
“In effetti se in questo momento naufragassi in un’isola deserta probabilmente moriresti solo perché non ti sai orientare…”
”Posso morire anche naufragando nei tuoi occhi?”
Aw. I suoi occhi verdi erano fissi sui miei.
E non potei fare a meno di baciarlo. Le farfalle si divertivano a rincorrersi nello stomaco ma a me non importava.
“Harry, c’è un problema.”
Mi staccai improvvisamente da lui.
“Che problema?”
”Credo di essermi innamorata.”
”Di chi?”
”Di te, scemo.”
”Dillo più forte, deve sentirti anche Cassiopea!”
”HARRY STYLES, MI SONO INNAMORATA DI TE”
Risi e poi lo guardai quasi aspettandomi un ‘anch’io.’
E invece lui mi guardò ancora.
“Bhè si, questo potrebbe essere un problema.”
I miei occhi assunsero un’espressone interrogativa.
“Vieni qui, te lo dico nell’orecchio…”
Mi avvicinai esitante e lui accostò le sue labbra al mio orecchio.
“ANCHE IO MI SONO INNAMORATO DI TE.”
Aveva urlato tantissimo.
Iniziammo a ridere e sembrava non finissimo più.
Poi in mezzo alle nostre risate ci scappò un bacio, e un altro… e un altro…
I nostri corpi danzavano all’unisono uno sull’altro.
Mi baciava sulle labbra, sul collo, sul seno e poi scendeva.
Quella notte rendemmo nostro e nostro soltanto l’amore.
Non lo facemmo, lo reinventammo.
E io finalmente, dopo tanti anni in America mi sentivo a casa, tra le sue braccia.

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Capitolo 9
*** Why you gotta be so mean? ***


Il profumo di cioccolato mi invase le narici e lentamente aprii gli occhi.
Ero in un soffice e caldo letto. La sera prima mi ero addormentata nel divano mentre, dopo le nostre avventure sulla spiaggia, io e Harry guardavamo Love Actually.
Evidentemente mi aveva portato in braccio fino al letto…
“Dolcezza, ti ho portato la colazione”
Alzai leggermente lo sguardo e lo trovai lì. Occhi fissi su di me, sorriso appena accennato, le fossette sempre al solito posto.
“Grazie”
Mi alzai e bevvi la cioccolata calda che mi aveva preparato accompagnandola con qualche biscottino a forma di cuore.
“Cosa fai oggi?”
”Devo girare, ti va di venirmi a vedere?”

”Sì, certo, il pomeriggio ho un’intervista in televisione, ti ho preso un biglietto per stare tra il pubblico”
Quando lo guardavo niente aveva più un senso, una dimensione. C’eravamo solo io, e lui. E tanta voglia di toccarci, di baciarci, di… eccolo che si avvicinava e le sue labbra toccavano dolcemente le mie. Sorrise impacciato e mi sussurrò: “Ho paura”.
“Di cosa?”
“Di farti del male…”
”Non lo farai, ne sono sicura”

Il suo sguardo non era troppo convinto ma mi aiutò lo stesso a scegliere l’abbigliamento. 
“Sei pronta?”
Non capii subito ma nel momento in cui mi prese la mano e uscimmo di casa un’ondata di paparazzi ci scattò foto e ci fece domande.
Io sorridevo, Harry non li calcolava e sembrava abbastanza scocciato.
Mi sentivo in imbarazzo a girare una scena romantica con Josh mentre Harry era dall’altra parte della sala che sorrideva.
Finalmente uscimmo dallo studio e andammo in un locale lungo la spiaggia per pranzare. Un paparazzo di stava facendo troppo invadente e vedevo Harry innervosirsi, tendeva tutti i muscoli e stringeva i pugni per frenare la rabbia.
”Stai tranquillo.” Gli sussurrai sfiorandolo con le dita.
”Non li sopporto, voglio poter essere libero con te, te e basta.”
In quel momento il paparazzo che era dietro la vetrina riuscì ad entrare e si avvicinò.
“Harry, cosa dici dei commenti che hanno lasciato alcune ragazze dai social network?”
”Non ho letto nessun commento ancora, siamo usciti questa mattina per la prima volta insieme e non ho avuto modo di connettermi.”
“Te ne leggo alcuni…”
”No guardi, non mi interessa…”
”Una ragazza dice che…”
”Scusi, vorrei passare del tempo con la mia ragazza.”
“Maggie non si merita di…”
”Per favore, non mi interessa quello che dicono…”
”Quindi le fans non sono importanti per lei?…”
”Non sto dicendo questo, vorrei pranzare in pace”
”Altre ragazze dicono che lei è un ripiego a Allison”
”Oh, ma per favore”
“E infine altre dicono che…”
”Guardi…”
”Maggie non è..”
”Ma…”
”Abbastanza per lei, signor Styles.”

BAM, paparazzo a terra, chiamano la polizia.
 

**

“Dio, Harry…”
”Maggie, spero potrai perdonarmi.”
”Ma io non mi sono mai arrabbiata.”
”Ho rovinato il pranzo, ho rovinato la giornata, ho rovinato tutto.”
”Ehi”
le mie dita sfiorarono leggermente le sue. “E’ tutto ok.”
Harry mi guardò indeciso e io gli stampai un bacio sulle labbra.
“E poi quel paparazzo stava antipatico anche a me”
sghignazzò e questa volta fu lui a baciarmi, prima sul collo per poi salire fino alle labbra.
“Styles, dentro.”
Harry si alzò e mi guardò aspettando.
“Solo.”
Un poliziotto lo chiamò, aveva accanto Simon che lo guardava storto, e entrarono tutti e tre in una stanza a parlare.
Iniziai a mangiucchiarmi le unghie e d’improvviso entrò nella stanza Louis.
“Dov’è? Cos’è successo?”
“Ha atterrato un paparazzo.”
”Dopo arriveranno anche gli altri, sei preoccupata?”
“No. Cioè..oh sì!”

E tutti i miei sforzi di non sbaffarmi il mascara crollarono insieme alle lacrime.
“Stai tranquilla, Simon risolverà tutto come ha sempre fatto, sai, troppe ne combiniamo io e i ragazzi.”
La porta si spalancò ed entrò una bionda (tinta) che iniziò a strillare come una gallina, Allison.
Mi asciugai velocemente le lacrime.
”Tu cosa ci fai qui?”
Mi puntava addosso la sua unghia finta.
“TU cosa ci fai qui?”
”Si da il caso che io sono la ragazza di Harry”

“Benissimo, allora io qui sono di troppo”
Mi alzai e uscii dal commissariato velocemente e come se non bastasse, iniziò a piovere.
“Dai, sali in macchina”
”No grazie, vado a piedi.”
”Mag, piove a dirotto”

Josh, che mi aveva intravisto camminare cercava di darmi un passaggio.
Lo guardai negli occhi e mi arresi, aveva lo sguardo da cucciolo.
“E’ pioggia o sono lacrime?”
Guidava e guardava dritto, sentivo che ancora aveva del rancore nei miei confronti.
“Josh, io… non so come scusarmi con te.”
“Stai tranquilla, è… passato.”
”Davvero?”
”Sì, sai ho anche trovato una ragazza che mi piace”
”Ah si? Come si chiama?”

”No, non è vero, non l’ho trovata un’altra ragazza. Però sono felice per te.”
” Sono già uscite foto di me e Harry?”
”Sì, siete per mano che camminate.”
“Oh.”

Arrivammo e scesi dalla macchina.
”Grazie.”
”Hai presente su Love Actually, quando c’è lei che è completamente innamorata del marito, e il migliore amico del marito ama la ragazza, allora lui le fa quella sorpresa con i cartelli, e lei lo bacia così che lui ci possa mettere una pietra sopra una volta ottenuto il bacio?”
“No, non me lo ricordo.”

Chiusi lo sportello e me ne andai.
Sì che me lo ricordavo, me lo ricordavo bene. Ma ebbi l’illusione che baciando Josh lui non si sarebbe dimenticato di me, anzi. E poi Love Actually era il mio film con Harry. Era solo il nostro.
Bussai e mi aprii Zayn. Il moro stava parlando al telefono e mi salutò appena. Origliai la conversazione mentre cercavo i biscotti.
“Quindi è uscito? Oh, bene, ci ha fatto prendere un colpo? Sta dando di matto? Speriamo che non lo rimettano dentro per casino in luogo pubblico ahah, no no lei è qui…Ok, ciao Lou”
Iniziai a cucinare e arrivò Marti ad aiutarmi.
”Ehi baby, dov’eri?” Aveva il rossetto tutto sbaffato e i capelli arruffati.
”Oh, ero con Niall”
Poco dopo uscì dalla stanza Niall con il ciuffo tutto spettinato e la cerniera aperta.
”Niall, la bottega!”
Scoppiammo tutti a ridere e lui arrossì un pochino. E anche Marti arrossì.
“Cosa cucinate signorine?”
Niall si dimostrava il solito affamato.
“Pasta col pomodoro, accontentatevi”
Suonarono il campanello e Zayn andò ad aprire.
Erano Liam e Louis. Guardai Liam e sussurrai “Harry?”
“Arriva, è di fuori con Allison, stanno parlando.”
Mi affacciai alla finestra e vidi la vipera che teneva Harry per la maglia con uno sguardo supplicante. Poi Harry si staccò dalla presa ed entrò in casa. Mi guardò. In quello sguardo c’era tutto e niente. Tutto si muoveva, gli altri ragazzi parlavano frenetici, ridevano. Noi eravamo fermi, ancora bagnati dalla pioggia e distanti minimo tre metri. Poi lui abbassò lo sguardo e si allontanò.
Andai in camera mia e decisi di farmi una doccia anch’io. Quando uscii mi preparai e asciugai la testa. Odiavo i temporali estivi, li odiavo.
“Posso entrare?”
Lo avrei lasciato entrare di nuovo nella mia vita?
”Sì, entra.”
”Perché te ne sei andata con Josh?”
Si sedette sul letto senza guardarmi.
”Era la domanda più stupida che potessi farmi, Styles.”
”Allora fammele tu delle domande, non ho niente da nascondere.”
”Ah no? Che cazzo ci faceva Allison lì? Perché ha detto di essere la tua ragazza? Perché qui di fuori ti stava avvinghiata alla maglietta come una cozza?”
“Allison non è la mia ragazza, siamo usciti due o tre volte e lo sai, se poi lei ha frainteso mi dispiace, ma non è così. Qui fuori stava cercando di convincermi a scegliere lei e non te, ma non c’è stato verso di farmi cambiare idea, e la sai una cosa?”

Stava praticamente urlando e io feci lo stesso.
”Dai, dimmi.”
”Sarei stato molto più felice se uscendo da quel posto di merda avessi trovato TU e non LEI!”
”Harry…”
”E invece mi hanno detto che te n’eri andata in macchina con Josh… con Josh. Sei una troia.”
”Josh è un mio amico, lo sai che è solo questo e mi ha anche chiesto un bacio!”
”Oh, sono contento, ciao.”
”Non ti interessa sapere nemmeno se l’ho baciato?”

La porta venne sbattuta più forte di sempre e tremarono le pareti, tremò il letto, tremò la lampada, tremò il mio cuore.
 
HARRY’SPOV
Conversazioni durante la cena
 
“Dice che non vuole mangiare.”
Niall si sedette a tavola.
”Ma secondo voi l’ha baciato?” chiesi io.
Marti: ”Per me sì, quando soffre non si rende nemmeno conto di quello che fa”
Zayn: “Per me no, l’ho vista che se ne andava sbattendo la portiera”
Louis: “No, non penso. Con Josh è finita.”
Liam: “ Forse, io fossi in lei mi sarei voluto vendicare.”
Niall era l’ultimo a parlare, forse sapeva anche la verità.
Niall: “No, non l’ha baciato.”
Si allentò la tensione.
Liam: “ Qualcuno sa novità sulla partenza per il tour?”
Louis: “Ho parlato prima con Simon…”
Io: “Cosa ti ha detto?”
Louis: “Che vogliono anticipare la partenza aggiungendo una tappa alla casa bianca.”
E quando partiamo? La domanda mi si fermò in gola, non volevo partire.
“Domani dopo la trasmissione che abbiamo rinviato oggi grazie alla criminalità di Harry.”
Tutti risero, forse risi anch’io, non mi ricordo. So solo che mi alzai e andai in camera di Maggie. Lei era in bagno che si lavava le mani e piangeva. Mi vennero le lacrime agli occhi.
Avevo perso. Lei l’aveva rifatto. Aveva gli occhi rigati di lacrime e sarà stata l’atmosfera o non so cosa che la verità mi inondò. Aveva vomitato, ne ero sicuro.
La lasciai in bagno, si lavò le mani, il volto, i denti poi uscì come se niente fosse.
“Ti devo dire una cosa.”
”Non mi interessa”

Il suo tono era neutro.
”E’ importante.”
”Non parlo con uno che prima mi scopa poi mi chiama puttana.”

C’era qualcosa che non andava nella sua voce, si sentiva ma rimasi comunque offeso.
Come poteva definire la nostra una scopata? Dio, avevamo fatto l’amore e lo sentivamo in ogni fibra del nostro corpo.
“Ti prego, torna te stessa.”
“Harry, vattene, ti prego, mi fai venire gli incubi.”

Me ne andai e chiesi a Niall di andare in camera sua e di difenderla dagli incubi. Quando poi fui da solo, al buio, in camera, iniziai a piangere, in fondo, quegli incubi ce li avevo anch’io.
Ti amo Maggie, ti amo. Ti amo. Resta con me. Le avevo dato della puttana, stupido. Resta. Torna. Amiamoci.
Dopo venti minuti buoni sentii di là del muro la risata di Niall e Maggie che sussurrava un “Grazie” e la porta che si chiudeva.
Bussai dalla parete e anche lei rispose bussando. Presi il telefono e le mandai un messaggio.
“Ti amo.”
”Ti amo anche io, ma sono ancora arrabbiata. Ne parliamo domani.”
”Domani sarà troppo tardi.”
”Voglio fare ancora l’amore con te.”
”Domani sarà troppo tardi.”
”Se lo facessimo oggi non sarebbe amore, sarebbe rabbia repressa.”
”Prima hai ceduto?”
Speravo capisse il significato del mio messaggio. Volevo sapere se aveva vomitato ancora.
“No, io sono forte.”
“Brava amore, adesso dormi, domani sarà una giornata lunga.”

Un altro busso nella parete era la fine della nostra conversazione.

 
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is it love or is it art?
 
@NiallOfficial
Love, love, love is all you need…
 
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Ciao ragazzi, come va? Siete pronti per il tour?
 
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Troppo emozionato per domani xx
 
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Harry criminale
 
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Solo pensandoti riesco a sognare.
 
@Harry_Styles
Can we fall one more time? 

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Capitolo 10
*** Here's to us. ***


Here’s to love
All the times the we messed up
Here’s to you
Fill the glass
Cause the last few nights have gone too fast
If they give you hell
Tell ‘em to forget themselves



MAGGIESPOV

Mi svegliai distratta decisa ad andare a parlare con Harry, girovagai per casa ma non c’era nessuno. 
Controllai il cellulare e c’era un messaggio di Harry.
“Buongiorno principessa, ti ho preparato la colazione, è in cucina, ti amo tanto, ricordalo sempre. So che sei arrabbiata, lo sono ancora anche io. Non capisco come te ne possa essere andata con Josh. Il problema è che non posso stare senza di te. Come si fa? xx”
In cucina c’era un post it appeso sulla televisione con scritto “Guardaci alle 11.30 sul 7”
Accesi la TV e li vidi. Cantavano ‘Gotta be you’.
“Can we fall one more time? Stop the tape… and rewind. Oh, and if you walk away I know I’ll fade cause there is nobody else. It’s gotta be you.”
Le lacrime mi rigarono il volto. Ti amo anche io, volevo rispondere al messaggio ma qualcosa mi convinse a restare a guardare la TV.
L’intervistatore iniziò con le prime domande.
”Allora Harry, sappiamo che ieri ti sei dato da fare con un paparazzo.”
”Ho sbagliato e ho chiesto scusa all’uomo sia in privato, sia pubblicamente. Non è stato un bel comportamento da parte mia.”
”E’ stato l’amore, allora a farlo agire così?”

Harry arrossì un poco e fece quel sorriso di sbieco che mi piace tanto.
”Si, molto probabilmente.”
”E come farai adesso?”
”Non lo so, senza di lei non ci so stare.”

Perché diceva quelle cose? L’intervistatore non sapeva del nostro litigio. Come farai adesso COSA?
“Parliamo anche con gli altri ragazzi. Quando partite precisamente?”
”Tra un’ora e mezza precisa”
rispose Louis.
Ero in ginocchio davanti alla televisione senza capire una parola.
”Alzati che ti sporchi.”
”Marti cosa vuol dire che partono tra un’ora?”
”Il tour, l’hanno posticipato, non lo sapevi?”
“Che cazzo vuol dire? No, non lo sapevo.”

”E ora salutiamo gli one direction con un’ultima canzone… MOMENTS, TUTTA PER VOI ASCOLTATORI DI TELE 7 E DA COME HO CAPITO, HARRY LA DEDICA AD UNA PERSONA SPECIALE VERO?”
Gli occhi di Harry si gonfiarono di lacrime e sussurrò uno ‘yes’ sbiascicato.
“Marti perché non me lo avete detto?”
”Lo hanno saputo solo ieri sera, non voleva farti soffrire Harry.”

Aveva organizzato tutto per non farmi star male. Il messaggio, la colazione…
“If we could only have this life for more day.. if we could only turn back time… you know I’ll be your life, your love, your reason to be…”
Ma adesso io che cazzo faccio quì? Mi vestii in un lampo e chiamai un taxi diretto all’aereoporto.
 

 
 

HARRYSPOV
Stavo facendo la fila per il check in e ancora pensavo a quelle parole che avevo cantato giusto un’ora prima.
“If we could only have this life for more day.. if we could only turn back time… you know I’ll be your life, your love, your reason to be…”
Anche la radio sembrava non essere dalla mia. Trasmettevano proprio Moments.
Ecco che toccava a me, cinque secondi e sarei stato dentro un fottuto aereo che mi avrebbe portato via lontano da LA, lontano da lei.
Tre… due… uno…
“ASPETTA, HARRY ASPETTA.”
”Ehi Lou, io l’ho sentita.”
”Harry che cazzo dici?”
”Ho sentito la sua voce.”

Giornalisti e paparazzi impegnati a riprendere la nostra partenza mi oscuravano la visuale.
“Te lo sarai immaginato.”
”Sicuro.”

La radio trasmetteva ‘Fix me’ dei Coldplay.
Ero infondo al tubo che c’è nell’aereoporto che ti porta da dentro l’edificio all’aereoplano.
Sentivo a malapena le voci. Stavo per entrare quando udii un ‘lasciatela passare’ che mi costrinse a girarmi sperando di vederla.
 

MAGGIESPOV

Lo vidi voltarsi e correre verso di me, maledetto vetro, plastica, tubo, che cazzo è.
Non sentivo quello che mi diceva, ci divideva un muro trasparente.
Riuscii a capire che stava cantando, stava cantando quello che trasmetteva la radio.
“And i will try to fix you…”
“Lo hai fatto Harry, lo hai fatto.”

Le lacrime iniziarono a rigarmi il volto e me ne andai, non volevo dare altro spettacolo ai paparazzi.
Ora mi tornavano in mente i momenti che avevamo vissuto.
“Domani sarà troppo tardi.”
Chissà perché nel mio domani c’era sempre Harry, ci vedevo sempre insieme.
Le scale mobili erano un antidolorofico, mi permettevano di stare ferma a godere di tutto il mio dolore. Stavo lì, tutti mi fotografavano, io non mi potevo muovere, come in trappola.
“COSA TE NE VAI SENZA BACIARMI?”
Stava urlando ma nella sua voce non c’era cattiveria, solo desiderio. Iniziai a salire le scale mobili che stavo scendendo e probabilmente ci misi venti minuti buoni andando contro corrente, scartando persone.
Lui le stava scendendo con quelle che invece avrebbero dovuto condurre le persone al piano superiore.
“Senti Harry, decidiamoci , su o giù?”
“Giù, raggiungimi”

Scese velocemente gli ultimi scalini e  mi aspettò a braccia aperte.
Io non prestai troppa attenzione alle telecamere puntate su di noi e mi buttai su Harry, ero avvinghiata a lui come un koala al suo albero.  Lui mi sorreggeva e mi guardava negli occhi. Poi ci baciammo, fu un bacio lento e veloce, caldo e freddo. Fu un bacio vero e vero soltanto.
“Stai facendo aspettare Obama, lo sai?”
”Lui aspetta, ma tu… mi aspetterai?”
”Sempre.”

 

 
**
 
 
OTTO MESI DOPO.
Live on twitcam.

‘Ciao ragazze, sono quì che devo ammazzare il tempo aspettando Harry. Lo ammetto all’inizio è stata un po’ dura, ci sentivamo tutte le sere su skype, ci telefonavamo, e appena potevamo prendevamo un aereo e ci raggiungevamo.
Una volta sono anche andata a un loro concerto e mentre Harry cantava ho tirato fuori un foglio con scritto ‘Harry i love you’ , lui è sceso dal palco e mi ha baciata, così, davanti a tutti.

E quando ci sono stati diversi fischi ha avuto la faccia tosta di dire: ‘Hey, non vedo la mia ragazza da quattro mesi, mi si presenta a un concerto con un cartello con scritto che mi ama, voi cosa avreste fatto?”
Ma pensate, sono quasi quattro mesi che non tocco le sue labbra.
Ok, non vi interessa. Ma sono molto nervosa. Ok, sì, anche se ci siamo sentiti però non è la stessa cosa. Tra di noi c’è fisicità. Ok, sto scendendo in particolari, sto diventando ripetitiva e rompi palle.
L’attesa finirà. Mi sono anche massacrata le unghie. All’inizio è stato difficile anche con voi, lo ammetto, ma l’amore per una persona a volta annulla l’odio di altre. Harry ve l’ha detto in tanti modi di interrompere le critiche e dopo un po’ l’avete fatto.
I miei problemi alimentari sono finiti quando Harry è entrato nella mia vita. Ho trovato un appoggio sicuro che spero non crollerà. Ogni volta che mi sento male, grassa, o qualsiasi cosa io lo chiamo, o corro da lui se non è molto distante, lui mi culla e mi canta:

'you are so beautiful to me, can't you see at all? 
You're everything i hoped for and you're everything i see..
you are so beautiful to me..'

Adesso basta, se no mi commuovo in live. Siete quasi un milione a guardarmi. 
Josh?

 Josh si è fidanzato con… Martina! Lo so, non ci avrebbe creduto nessuno, eh? Ma non preoccupatevi per Niall, è tornata Demi, e lui l’ha accolta a braccia aperte. Non vedeva l’ora di ristabilire il loro rapporto. Zayn è felicemente single ma si da comunque da fare.
Louis e Eleanor, come Liam e Danielle, mandano avanti la vita di sempre. Di sotto è pieno di paparazzi che come mio solito ignorerò per fiondarmi nelle braccia di Harry… Oh, un messaggio. Siamo lì tra dieci secondi. Allora aspettate un attimo, che mi affaccio dalla finestra. Una macchina nera si è appena parcheggiata, oddio, ciao ragazze, scusate, ma c’è il mio ragazzo che mi aspetta”

 
Scendo le scale velocemente e lo vedo davanti a me, bello come il sole, come sempre. Lo bacio, lo bacio e lo strabacio.
Ci chiudiamo in camera sua e lascio la sua pelle scorrere sulla mia.

Non c’è momento più bello di questo, credetemi.



SPAZIO AUTRICE

E' finita, *scende la lacrimuccia*.
Probabilmente continuerò a scrivere per conto mio, non penso di riuscire a reggere l'assenza di Maggie e Harry... però ho pensato che la storia doveva finire, rischiava di diventare pesante, çç
nmaoijoajosjaos mi riprenderò da questo trama prima o poi. 
(La canzone citata all'inizio è Here's to us, cover di Glee) 
Eh si, siccome senza scrivere non ci so stare, io e Toccamilemaniamore abbiamo aperto insieme un account dove raccontiamo una storia sotto due punti di vista: la protagonista e DJ MALIK DJ MALIK, yoo. 
se volete -> 
http://www.efpfanfic.net/viewstoryv.php?sid=1181541


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Per finire, sarà rapidissima, grazie a chi segue la mia storia, le vostre recensioni sono state davvero speciali per me.
Penso che scriverò comunque altre fan fiction, una per membro degli one direction, se no mi sentirei troppo in colpa (?) 
Adios amigos, 
Megghi :3
Ps. avete capito il trucco dello spazio autrice? yooo sono proprio pessima

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