La nascita del Sole, la morte del Sogno.

di nowtellmeastory
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** L'inizio. ***
Capitolo 2: *** Violent inside. ***
Capitolo 3: *** Fuck you! ***
Capitolo 4: *** Take me away. ***
Capitolo 5: *** Coming home. ***
Capitolo 6: *** Oblivion. ***
Capitolo 7: *** I'll be strong. ***
Capitolo 8: *** Night of the Hunter. ***
Capitolo 9: *** Change! ***
Capitolo 10: *** Welcome to the Family. ***
Capitolo 11: *** Hey, Tomo! ***
Capitolo 12: *** Just friends, now. ***
Capitolo 13: *** Snow and Love! ***
Capitolo 14: *** Did you ever love? ***
Capitolo 15: *** Him or me. ***
Capitolo 16: *** The tiger. ***
Capitolo 17: *** Waiting for 25. ***
Capitolo 18: *** Echelon. ***
Capitolo 19: *** Like a mother, like a daughter. ***
Capitolo 20: *** OMG, you're so amazing! ***
Capitolo 21: *** Let her go. ***
Capitolo 22: *** Nightmare. ***
Capitolo 23: *** Merry Christmas! ***
Capitolo 24: *** 36, I'm sexy too! ***
Capitolo 25: *** Shht, it's a secret! ***
Capitolo 26: *** Surprise! ***
Capitolo 27: *** Beast & The Harlot. ***
Capitolo 28: *** When your nightmare comes to life. ***
Capitolo 29: *** A beautiful lie. ***
Capitolo 30: *** This is war. ***
Capitolo 31: *** L490 ***
Capitolo 32: *** What's with the fascination with the Echelon? ***
Capitolo 33: *** I just wanna live! ***
Capitolo 34: *** DAMN! ***
Capitolo 35: *** Bury me, marry me. (Pt. 1) ***
Capitolo 36: *** Bury me, marry me. (Pt. 2) ***
Capitolo 37: *** Yes, I do. ***
Capitolo 38: *** We are One. ***
Capitolo 39: *** So far away. ***
Capitolo 40: *** Don't go, I can't do this on my own. ***
Capitolo 41: *** Start again. ***
Capitolo 42: *** Epilogo: You and I'll be safe and sound. ***



Capitolo 1
*** L'inizio. ***


Eccomi, torno con una nuova FF.
Spero mi seguirete come è successo nella FF precedente, perchè davvero, mi ha fatto troppo piacere. :)
Beh che dire, è molto diversa rispetto all'altra, ma infondo che senso ha scrivere storie simili?
Beh non vi dico niente più, altrimenti non mi leggete la storia!! u.u
Aspetto le vostre recensioni, un bacio!! :D
SweetEchelon.




Capitolo 1

“Un nuovo CD, ecco quello che ci occorre.” Disse Jared in preda all’eccitazione.
Stava seduto su una poltrona nel suo salotto e guardava la pioggia cadere a goccioline sui vetri della casa. Era il 3 Dicembre del 2007, a Los Angeles c’era una leggera pioggia.
“Oh.. non sarebbe male come idea!” rispose suo fratello Shannon mentre sistemava una chitarra.
“Dobbiamo tornare con qualcosa di nuovo, qualcosa che possa piacere davvero agli Echelon, devono essere coinvolti, devono essere presi da questo nuovo progetto, deve essere fantastico, Bro.”
“Ad esempio?”
“Possiamo prendere spunto da tutto quello che ci è successo con la EMI, no?”
“Tu vuoi basare il CD su quel casino?! Sei fuori per caso?”
“Non voglio basarlo su quello, voglio prendere spunto, come voglio pendere spunto dai viaggi che abbiamo fatto e dalle esperienze vissute, so che può uscirne qualcosa di buono, Shan. Sarà.. sarà uno sfogo! Ecco cosa sarà! Il nostro grido di battaglia!”
“Per il titolo?”
“Non ne ho idea. Ci penserò su.”
“Si, certo. Ma mentre tu ci pensi, io vado a rimorchiare. Stasera cosa fai?”
“Se il tempo resta così preferisco rimanere a casa a leggere, tu?”
“Serata in discoteca, come sempre.”
“Ma non ti annoi?!”
“Perché dovrei?”
“Tutte quelle persone, quel frastuono, quella musica incomprensibile!”
“Le bionde..” gli faceva il verso il fratello.
“Ecco si. Le bionde sono l’unico lato positivo della situazione.”
“Non cambi mai, fratello.”
“Sono perfetto! Perché dovrei cambiare?!”
Così dicendo si misero a ridere e notarono che la pioggia era svanita, ora il cielo della notte Americana era chiaro e si potevano vedere le stelle.
“Dai, vieni con me. Stasera ci sono anche le ballerine professioniste sui cubi. Sicuramente ti ‘ispireranno’, ne sono sicuro!”
“Va bene, va bene. Ma non provare a trascinarmi in pista, non voglio troppa gente intorno!”
“D’accordo!”
Si preparano, belli come sempre. Shannon era carico e pensava allo spettacolo che si sarebbe goduto grazie alle ballerine, Jared era più pensieroso, preso dall’idea di quel nuovo progetto, che sarebbe valso di più dei primi due messi insieme, perché sarebbe stato diverso, nuovo e mozzafiato. Era fissato con il lavoro, lo era sempre stato, tutto ciò che faceva, lo faceva per gli Echelon, per la sua band e per sua madre. Una relazione? Non sapeva nemmeno cosa volesse dire. Le sue erano storie di una notte e basta, il mattino dopo non ricordava nemmeno il nome di colei che era nel suo letto. Stessa cosa valeva per Shannon, ma lui rispetto a Jared, aveva un carattere più ‘leggero’ e nonostante l’età, amava fare la vita del ragazzino. Anche per lui la musica veniva prima di tutto.
“Sarebbe questo il locale?”
“Esatto!” disse Shannon entusiasta.
“Tu starai col DJ?”
“Ovvio. Ho una visuale MAGNIFICA da lì. “ disse malizioso il più grande dei fratelli.
“Bene, starò in pace al bancone allora.”
“Dai, entriamo!” concluse.
-
“Audrey! Devi sbrigarti! Tra poco inizia lo spettacolo, e certamente la gente non vorrà vedere un cubo vuoto!” il titolare della discoteca richiamava la ragazza che era intenta a sistemare il completino e il trucco.
“Tranquillo, se vogliono vedermi, aspetteranno!” gli rispose tranquillamente.
“Corinne e Roxy sono già fuori, cazzo, sbrigati!”
“Modera i termini, ricorda che sono qui in questa discoteca da due soldi solo per pagarmi gli studi e l’affitto, non certo perché mi piace, ma purtroppo solo qui tra una mancia e l’altra più la paga, riesco a fare tutto.” Gli rispose uscendo e parlandogli faccia a faccia con decisione.
“Si, ma tieni sempre a mente che le redini in mano le ho io, decido io se tu lavori o no. Non provocarmi, Audrey.”
“La gente sta aspettando, con permesso.” Lo scansò quasi con violenza, ma si rese conto che aveva ragione.
Audrey aveva 21 anni, orfana di entrambi i genitori da quando ne aveva 12, fu costretta a stare sotto il tetto di sua zia e vivere a sue spese (compresa la scuola) fino alla maggiore età, poi decise di mettersi a lavorare e trovare un buco in cui sistemarsi. Voleva intraprendere l’Università in Italia, a Milano, magari. Ma i soldi erano un problema, e per questo era stata praticamente costretta a lavorare come ballerina-ragazza immagine in quella discoteca, molto trafficata, con uomini pronti a dare generose mance alle loro ragazze preferite, e la paga non era male, almeno garantiva una vita dignitosa, cosa che le paghe degli altri lavori non davano, se si voleva mettere qualcosa da parte per il viaggio e per la scuola, più l’affitto dell’appartamento attuale.
Il titolare della discoteca, Chris, appena la vide non nascose il suo apprezzamento per il suo corpo e le sue capacità, così la assunse senza problemi, ma più di una volta cercò di portarsela a letto, con scarsi risultati. Audrey aveva una dignità, e distingueva il lavoro dalla vita privata molto, ma molto bene.
“Ho sentito dire che stasera col DJ c’è un pezzo grosso, un certo Leto..” diceva alle sue colleghe mentre attraversava i camerini.
“Si, Shannon Leto. E’ il batterista di una band abbastanza conosciuta, ma che non seguo.” Rispose Corinne.
“Se è carino giù le mani, dopo la serata ci provo io!” Concluse ridacchiando Roxy.
Le ragazze si erano conosciute sul lavoro e avevano stretto amicizia, tutte e tre con aspirazioni e sogni diversi, però costrette in quell’ambiente per motivi economici.
Ma il destino a volte tira strani scherzi, strane eventualità che possono cambiare le vite, per non dire stravolgerle. Ci fa fare incontri inaspettati che ti fanno capire chi sei e per cosa vivi.
Il destino, non lo si può controllare.

Non lo sapevate?

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Capitolo 2
*** Violent inside. ***


Salve a tutti! Vedo che avete letto e avete anche fatto delle recensioni! Sono molto contenta, grazie a tutti!
Cosa succederà in questo capitolo? Beh, lascio a voi la sorpresa!
Aspetto come sempre vostri commenti, che sono sempre ben accetti!
Un bacio :)
SweetEchelon.




  Capitolo 2

-Audrey
Ero sul cubo, la sala era buia e le persone già deliravano. Una musica partì ed io iniziai a ballare. Le luci iniziarono ad impazzire su di me e sulle mie compagne, ci stavamo scatenando e lanciavamo delle occhiate molto maliziose a quell’uomo, Shannon.
Non era nemmeno il mio tipo, da quanto avevo potuto vedere. Ma lo sfizio di constatare cosa ne pensasse della situazione era ...più forte di me, quindi perché non provocare?
Una canzone, due canzoni, tre canzoni. Shannon iniziava a dimenarsi e si scatenava come un animale, anche io stavo dando il meglio di me stessa e la serata stava andando alla grande.

-Jared
‘Ma che cavolo ci sono venuto a fare..’ pensavo mentre ero al bancone.
L’unica cosa che attirava la mia attenzione erano le ballerine, anzi, una ballerina. Aveva dei capelli castano chiari e dei grandi occhi verdi, la pelle chiara e un bel sorriso, insomma si, una bella ragazza.
La guardavo mentre si dimenava sul cubo con disinvoltura, e guardavo tutti i ragazzi sbavarle dietro mentre provavano a toccarla, ma doveva essere una tipo a posto, dato che non si faceva nemmeno sfiorare.
Vidi poi che la sua attenzione era rivolta a Shannon, lo guardava e lo stava scopando con gli occhi, sicuramente, si notava.
Anche mio fratello ogni tanto la guardava e faceva il figo come suo solito, avrei scommesso che sarebbero finiti a letto quella notte stessa, ne ero sicuro.
Passai l’intera serata a guardarmi intorno cercando di allontanare quelle oche che si avvicinavano con l’intento di rimorchiare, la mia attenzione era rivolta a quella ballerina. Dovevo saperne di più.
“Beh? Come sono andato?” mi chiese Shannon mentre scendeva dal rialzo in cui si trova il DJ
“Sei sempre il migliore.. ascolta ma, quella ballerina, quella con gli occhi verdi.. dov’è?”
“Cristo, hai visto come mi guardava? Peccato che non la vedo più.. mi sarebbe piaciuto farci ‘due chiacchiere’ ..”
“Si certo lei guardava te ma anche tu però non le toglievi gli occhi di dosso!”
“E allora?!”
“Niente, dai, usciamo.”
“Usciamo dal retro, così evitiamo gente..”
Passammo dal retro e nel lungo corridoio, erano le stanze addette ai cambi delle ballerine, ‘camerini’ per intenderci.
Sentimmo delle urla provenire da uno di essi. Una ragazza, probabilmente una ballerina, e un uomo.

-Audrey
“Non mi toccare!! Sei ubriaco cazzo!!” cercavo di scrollarmi Chris di dosso, ma mi teneva stretta da dietro immobilizzandomi le braccia al corpo, e sentivo il suo respiro sul collo, pieno d’alcool.
“Nono bambolina.. tu stasera vieni via con me..” iniziava a farmi male, non potevo fare a meno di urlare e dimenarmi.
“Lasciami, stronzo!!” riuscii a girarmi di petto e a dargli un calcio sonoro nelle parti basse, ma mentre mi guardavo i segni sulle braccia, mi arrivò uno schiaffo che mi fece cadere a terra e mi fece perdere momentaneamente i sensi.
“Sei una puttana!” mi urlò a pochi metri con una bottiglia di non so quale schifezza in mano, il massimo che potevo fare era appiccicarmi con le spalle al muro e rannicchiarmi su me stessa. Era la prima volta che capitava una cosa del genere. Che c’avesse provato si, ma mai, non mi aveva mai messo le mani addosso in quel modo. Ero terrorizzata.

-Jared
“Shannon dobbiamo andare a vedere, sento troppe urla!”
“Ma dove vai?!”
Troppo tardi, stavo già tornando indietro verso la porta da cui provenivano tutti quei rumori e quelle urla, la spalancai e davanti ai miei occhi si presentò una scena orribile:
la ballerina che prima sembrava tanto disinvolta e tanto forte, rannicchiata contro il muro con dei segni sulle braccia e le lacrime che le riempivano gli occhi, mentre un uomo sulla trentina a pochi metri da lei, barcollava col fiatone mentre teneva in mano una bottiglia mezza vuota. La situazione era cristallina: un tentativo di stupro mal riuscito.
“Shannon!! Corri!!” lo chiamai di corsa e lui non tardò ad arrivare.
“Ma che cazz..!!” era sconvolto tanto quanto me.
“Porta fuori la ragazza mentre io resto qui e chiamo la polizia!”
Shannon prese la ragazza tremante in braccio e andò fuori, lei ancora non si era cambiata, quindi prese la prima maglia che trovò a portata di mano e gliela adagiò addosso, mentre lei affondava la testa sul suo petto.
“Che cazzo le hai fatto?! Eh?!” lo presi per il colletto della camicia e mi venne voglia di ucciderlo, ma dato che la polizia stava arrivando, era meglio lasciare a loro il compito di dare una lezione a quel figlio di puttana.
Quando gli agenti arrivarono, spiegai loro l’accaduto e quando mi lasciarono andare, dopo circa venti minuti, mi recai subito da mio fratello per vedere come stava la ragazza, che intanto si stava reinfilando i jeans e un paio di scarpe da ginnastica che aveva nella grande borsa recuperata da Shannon prima di portarla fuori.
“Come stai?” le chiesi.
“Bene, grazie..”
“Tranquilla, la polizia lo sta portando via.”
“Certo.. ma io sarò costretta a tornare qui.. io qui ci lavoro.. merda!” era preoccupata, l’ansia la stava divorando.
“Come ti chiami?” le chiese Shannon.
“Audrey” rispose guardando a terra.
“Tu.. sai chi siamo noi?” le chiese.
“Dovrei?” rispose tirando giù le maniche della maglia.
Io e mio fratello ci guardammo negli occhi, increduli.
“Vieni, ti accompagniamo a casa, Audrey.”
“NO! Nono, ci vado da sola, grazie ancora, ciao..”
“Ma non puoi andartene in piena notte da sola per L.A.!”
“Io qua ci abito, per tua informazione..”
“Come vuoi..” mi arresi e la lasciai andare.
“Che caratterino..” sussurrò mio fratello.

-Audrey
‘Sarebbe bastato qualche minuto in più e mi avrebbe stuprata, figlio di puttana..’ pensavo tra me e me mentre tornavo a casa a piedi.
Le ragazze se ne erano andate prima di me, ed ero rimasta sola, quindi per lui sarebbe stata una buona occasione per provarci.
‘Ma quei due tizi sono intervenuti in tempo..’ continuavo a pensare.
‘Uno Shannon e l’altro.. ahm.. no, non mi ha detto il suo nome..’ conclusi.
Rientrai nel mio appartamento e feci una doccia bollente, mi infilai sotto il piumone e lentamente chiusi gli occhi, ripensando all’accaduto. Cosa avrei dovuto fare? Quello era il mio lavoro, quel lavoro che mi dava di che vivere.. non potevo abbandonarlo, ma dopo quella sera, avrei dovuto iniziare a pensare ad un’ eventuale seconda possibilità..

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Capitolo 3
*** Fuck you! ***


Tadàààn, ecco il nuovo capitolo, spero non vi deluda! :)
Ditemi come sempre cosa ne pensate e sarò lieta di rispondere a tutti, tanto da qui non mi schiodo mai! :D
Un bacio a tutti.
SweetEchelon.



Capitolo 3

-Audrey
‘Per essere dicembre, è proprio una bella giornata..’ pensai svegliandomi a causa del sole che mi stava accecando.
‘Devo andare al locale e vedere cosa ne è stato di Chris..’ così mi vestii e mi recai al locale, dove di giorno ci lavoravano gli addetti alle pulizie, che avevano le chiavi.
... “Hey Audrey!” mi salutò Mark, un ragazzo che avevo conosciuto sul posto e con cui avevo stretto un bel rapporto. Tra lui e Chris non scorreva buon sangue, lui sapeva di tutte le volte che ci aveva provato, ma sicuramente non sapeva niente della sera precedente.
“Hey Mark.. tutto bene?”
“Si tira avanti, tu?”
“Lo stesso..”
“E’ successo qualcosa? Ti vedo strana!”
“Ecco.. in verità..” e gli raccontai tutto l’accaduto. Lui strinse i pugni e fece una risata isterica:
“Devi andartene da qui Audrey.. lui ha un’ossessione per te, ieri, se non fosse stato per quei due tipi, ti avrebbe fatto chissà cosa!”
“Mark.. io ho bisogno di questi soldi.. devo arrivare a raccogliere una certa cifra, altrimenti come faccio a farmi una vita come si deve?”
“Non puoi farlo con altri lavori?!”
“Questo è l’unico che mi fa guadagnare abbastanza per tutto ciò che voglio fare.. devo sopportare solo un po’ di sacrificio..”
“Sta’ attenta Audrey.. ti prego..”
“Ti voglio bene Mark, non preoccuparti..”
Così chiesi in giro di Chris, ma nessuno sapeva niente, così decisi di recarmi direttamente dalla polizia a chiedere informazioni.
“E’ stato rilasciato stamattina presto, signorina..”
“Chi ha pagato per farlo uscire?”
“Un suo socio, almeno così lui ha detto..”
“Grazie..”
Uscii fuori e non sapevo come dovevo sentirmi. Ero talmente assorta nei miei pensieri che guardavo perennemente a terra, non curandomi della gente intorno.

BOM! Perfetto, sono andata a sbattere contro qualcuno.
“Scusa! Scusa! Non guardavo dove stavo andando!!”
“No, figurati..”
“Ma tu sei ..”
“E tu sei Audrey!”
“Io non so come ti chiami..”
“Hai ragione.. ieri sera non mi sono presentato, beh, mi chiamo Jared.” mi allungò la mano e la strinsi debolmente.
“Come mai sei qui?” gli chiesi.
“Volevo sapere se quel tipo di ieri sera..”
“Si, l’hanno rilasciato.”
“Non ci credo..”
“Nemmeno io, ma almeno potrò continuare a lavorare..”
“TU hai intenzione di continuare a lavorare là dopo quello che è successo, ma dico, sei stupida?!”
“Ehi, calmino eh. Ho bisogno di soldi, DEVO farlo.”
“Devi trovarti un altro lavoro Audrey, non puoi tornare là!”
“Decido io cosa fare. Grazie ancora per ieri sera, ora vado, ciao..”
“Ferma!” mi prese per un braccio ma lo strattonai e mi allontanai di almeno un metro.
“Non farlo mai più. Non osare..”
“Bene. Se la metti così sarò costretto a tornare stasera e per le sere che verranno al locale, non posso lasciarti in questa situazione.”
“Fatti gli affari tuoi Jared!”
“Scordatelo!!”
“Ma quanti anni hai eh?!”
“Il 26 ne faccio 36, contenta?!”
“Bene, io ne ho 21, siamo entrambi maggiorenni, quindi ognuno fa la sua vita e tanti saluti!”
“Ci vediamo stasera!”
“VAFFANCULO Jared!!” si, mi aveva innervosita. Chi si credeva di essere?!

-Jared
‘Cazzo, uno vuol far del bene e guarda come viene trattato!’ pensavo pieno di nervoso.
Siccome là non avevo più nulla da fare, mi recai al locale per vedere se era cambiato qualcosa, ma tutti erano tranquilli e lavoravano. Un ragazzo si avvicinò e mi disse:
“Tu sei quello che è intervenuto ieri sera per difendere Audrey?”
“Tu sei?”
“Il suo migliore amico.”
“Piacere mio, Jared.”
“Grazie, senza te non so cosa le avrebbe fatto, è completamente fuori di se’ quando è ubriaco.”
“Non ringraziarmi. Non avrei potuto fare altrimenti. Però la tua amica potrebbe essere un po’ più gentile!”
“Perché?”
“Ora ti racconto..” e gli raccontai dell’incontro avvenuto poco prima.
“Sai.. Audrey è molto dura, è una ragazza tosta, testarda, fredda nei rapporti, ma solo se non ha tastato perbene il terreno. Con me ad esempio non lo è.. se dovessi descriverla.. direi che è la ragazza più fragile e dolce che abbia mai conosciuto..”
“Ma allora perché questo suo comportamento?”
Mi raccontò la sua storia, della morte dei suoi genitori, della zia, del suo essere ‘diversa’, dei suoi sogni, dell’Università, dell’Italia, di tutto.
“Capisco.. ecco perché si è comportata così..” e gli dissi che avevo in mente di andare là molto più spesso, per vedere come andava, per vedere se succedesse ancora qualcosa di simile.
“Jared, non sforzarla. Lascia che prenda le sue decisioni, non farla sentire in una campana di cristallo, non ci è abituata, finirebbe per frantumarla.”
“Grazie di tutto Mark. Mi sei stato di grande aiuto, ma non posso lasciarla così nelle mani di certe persone. Non è bello, lei merita una vita migliore, un po’ alla volta l’avrà.. ma non in questo modo.. a stasera!”
“Ciao!..” e uscii.
Provavo uno strano senso di protezione verso quella ragazza, nonostante l’avessi conosciuta solo la sera prima.
‘Devo osservarla senza farla scappare via..’ pensai mentre rientravo a casa.
 

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Capitolo 4
*** Take me away. ***


Grazie come sempre a chi mi segue e recensisce, siete fantastici! Aspetto i vostri commenti a braccia aperte e spero di non deludervi MAI con ciò che scrivo! :D
Tanti Baci.
SweetEchelon.



Capitolo 4

-Audrey
‘Stasera starò attenta.. appena finisco mi vesto e me ne vado dritta a casa..’ pensavo mentre mi sistemavo allo specchio.
Sento una porta aprirsi e trovo Chris che mi guarda.
... “Che ci fai qua, Chris?”
“E’ il mio locale.”
“Questo è lo spogliatoio delle ballerine, cos’è, l’alcool sta facendo ancora effetto?”
“Ragazzina. Attenta a come parli. Non voglio più darti avvertimenti.”
“Ma sentiti, mi fai pena. Ieri sera non eri in te e ti permetti anche di parlare.”
“Non si può neanche più bere? Sentiamo.”
“Fino ad un certo punto Chris. Merda, se si viene a sapere che sei in queste condizioni dopo le serate, il locale va a puttane, lo sai?”
“Fatti i cazzi tuoi.”
“Come vuoi. Ma se riaccadrà un’altra volta una cosa simile a ieri sera, sei fottuto. Uomo avvisato, mezzo salvato.”
“Tu pensa a fare il tuo lavoro, di là ci sono animali che aspettano il loro pasto, su!”
“Ma come ti permetti..” alzai la mano per dargli uno schiaffo ma riuscì a bloccarmi il polso, facendomi abbastanza male.
“Ah , ah, ah. Buona Audrey, non sprecare energia.” Mi liberai schifata dalla presa e mi recai fuori.
Roxy e Corinne quella sera non lavoravano, era il loro giorno libero. Io non avevo giorni liberi, più che altro, se ero malata, me ne restavo a casa sotto le coperte.

-Jared
“Shannon! Stasera si torna al locale di ieri!” gli dissi senza troppi giri di parole.
“Senti, da quello che è successo ieri sera si deduce che non sia uno dei locali più a posto della città, quindi io lì non ci torno, ho una reputazione, Jared. E anche tu ce l’hai.”
“Quella ragazza… Audrey..”
“Beh? L’abbiamo aiutata.”
“Non abbastanza, Shannon. Quella ragazza è succube di quel bastardo, è succube di quel lavoro, anche se non lo dimostra.”
“Cosa ne sai?”
“Ho parlato stamattina con un suo amico al locale, ero andato lì per avere informazioni sul titolare..”
“Non metterti troppo in questa situazione Jared. Non farlo, non ti riguarda.”
“Non mi aiuterai, quindi?”
“Non lo so, Jared..”
“Bene. Ci vediamo quando torno. Buonanotte.”
“Aspetta.. vengo con te dai..”
“Sapevo che non mi avresti lasciato da solo, grazie Bro..” lo abbracciai e insieme ci avviammo al locale della sera precedente.
La serata era già decollata e l’atmosfera si era surriscaldata, mi misi seduto al solito posto al bancone, attento a non farmi vedere troppo, soprattutto da Audrey.

-Audrey
Sento la musica scorrere in me, mi sto sfogando, non sto solo facendo il mio lavoro, cazzo, amo potermi sfogare così, con la musica. Certo, in questo posto non è il massimo della privacy né della riservatezza, però almeno è una piccola cosa.
Qualcosa cattura la mia attenzione, anzi, qualcuno. E’ seduto al bancone con aria annoiata ma attenta.
‘Merda!! Che cazzo ci fa qua?!’ mi ero completamente scordata della nostra conversazione mattutina.
‘Allora lo ha fatto!! E’ venuto qua!!’ continuavo a pensare mentre ballavo.
‘E ora che faccio?!?!’ mi domandavo in preda al panico.
‘Manco fosse mio padre, fanculo..’ conclusi.
La serata terminò dopo le 04:00, ero stanca e mi stavo rivestendo, sbadigliando di tanto in tanto. Ero convinta che Jared se ne fosse andato, siccome non l’avevo più visto dopo la fine della serata.
“Bene, una preoccupazione in meno..” dissi sollevata.

-Jared
‘Ma dove cazzo si è cacciata?!’ dopo il termine della serata avevo subito iniziato a cercarla fra la gente, ma lei non c’era.
‘Deve essere nei camerini..’ pensai.
Corsi nel camerino della sera precedente, ma prima di entrare, bussai.
“Chris non osare, mi sto vestendo.”
Restai in silenzio. La porta non era chiusa a chiave ma se avessi parlato, mi avrebbe riconosciuto e sarebbe andata via.
“Che vuoi? Me ne sto andando.”
Intuii che aveva finito di vestirsi ed entrai, lei era di spalle e non si accorse che ero io.
“Trovata!” esclamai, provocando un suo scatto che la fece voltare verso di me e poi un sobbalzo.
“Cristo mi hai spaventata!! Ma che cazzo vuoi da me?! Sto andando via!!”
“Aspetta..”
“Cosa vuoi?”
“Dov’è lui?”
“Non lo so e non mi interessa.”
“E’ andato tutto bene? Ti ha dato fastidio?” fece una smorfia che stava ad indicare che tutte queste attenzioni le davano fastidio, che non dovevo accollarmi, ma io ero e sono Jared Leto, la testardaggine che ho io, manco il Diavolo ce l’ha.
“Buonanotte Jared. Me ne vado.”
“Permettimi di darti un passaggio a casa, per favore.. voglio solo assicurarmi che tu stia bene..”
“Sto benissimo e a casa da sola ci so arrivare, ora, lasciami passare, grazie.”
“Fammi indovinare.. hai paura.”
“Ma non farmi ridere. Io non ho paura di niente e di nessuno.”
“Tutti abbiamo paura di qualcosa, tu hai paura di lui, perché lui non si controlla, potrebbe farti qualsiasi cosa da un momento all’altro Audrey..”
“E cosa dovrei fare?! Mandare a puttane tutto, Jared?! Cosa mi darà da vivere eh?”
“Inizia con l’accettare il mio aiuto..”
“Mmh..”
“Forza, ti accompagno a casa.. c’è anche mio fratello, non saremo soli, tranquilla adesso?”
Si arrese, finalmente. E chiudendo lentamente gli occhi, mi disse con tono stanco:
“Andiamo via.. sto crollando..”

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Capitolo 5
*** Coming home. ***


Come sarà andato il ritorno a casa della nostra Audrey? E Jared? Cosa avrà fatto? In questo capitolo si scoprirà! :)
Grazie a chi continua a leggere e recensire, vi aspetto in tanti! :D
Saluti.
SweetEchelon. 


Capitolo 5

-Audrey
‘Sono stanca..’ solo questo riuscivo a pensare mentre con Jared uscivo fuori dal locale.
“Non hai freddo?” mi chiese.
... “No, sto bene..”
“Lì c’è mio fratello che ci aspetta, non sentirti in imbarazzo!”
“No figurati, chi dovrebbe sentirsi in imbarazzo con due estranei nella stessa auto?!”
Si mise a ridere ma io rimasi seria.
“Ciao Audrey!” mi salutò Shannon.
“Ciao..” risposi con un filo di voce.
“Vuoi indicarci la strada?”
“Certo” e gli spiegai dove abitavo, in venti minuti andando adagio, ce l’avremmo fatta alla grande.
Prima di arrivare, scoppiò un temporale, il marciapiede sotto casa mia era occupato da più macchine e Shannon, per quanto vicino potesse affiancarsi, non mi avrebbe potuto risparmiare il diluvio.
“Bene.. allora, io vado..”
“Ti accompagno, ho l’ombrello!”
“Jared, così verrà un’influenza a tutti e due, stai qui!”
“Oh beh, o tutti e due o nessuno!”
“Al mio tre apriamo e corriamo verso l’entrata..”
“Shannon, tu non fare lo stronzo e aspetta qua, non lasciarmi a piedi!!” disse ironicamente al fratello, per farmi sorridere. E.. ci riuscì.
“Pronto? Uno, due.. tre!” aprimmo entrambi le portiere e una volta che Jared aprì l’ombrello, ci mettemmo a correre fino alla porta di casa. Io abitavo a piano terra, per fortuna.
“Siamo arrivati!” gli dissi cercando frettolosamente le chiavi.
“Beh io allora vado!”
“Aspetta, sei zuppo più di me, entra due minuti, ti asciughi e aspetti che si calmi la tempesta!”
“Tutta questa gentilezza?!”
“Sta’ zitto ed entra!”
Entrammo nell’appartamento e diedi a Jared un asciugamano con cui asciugare almeno i capelli.
Mi recai alla finestra ad osservare la tempesta.
“Bell’alba di merda..”
“Come si dice.. il buongiorno si vede dal mattino!”
“Già.. Jared, non puoi tornare giù così, chiama tuo fratello, digli che resti da me, non sei in condizioni di andare da nessuna parte”
“Ma..”
“Silenzio. Fa’ come ti dico, se proprio non vuoi morire con una febbre accompagnata da convulsioni!”

-Jared
Quella ragazza mi sorprendeva ogni momento di più. Poco prima non voleva nemmeno il passaggio, e invece dopo si preoccupava per me.
“Shannon.. torna a casa, ti raggiungo fra qualche ora, Audrey si preoccupa per me, non vuole che mi becchi l’influenza, e così mi ha invitato a restare a casa!” dissi ridendo a Shannon attraverso il telefono, beccandomi un suo schiaffetto sulla nuca.
Mi prese il BB dalle mani e disse: “Non farti strane idee. Ma sai, non voglio avere morti sulla coscienza, a dopo!” e riattaccò la telefonata ridandomi il mio telefono.
“Beh, allora io mi metto comodo sul divano..”
“Ma quale divano.. se aspetti due minuti posso prepararti il letto..”
“Senti, sei già stata molto gentile col farmi restare a casa tua, non voglio privarti dei tuoi spazi tanto meno del tuo letto!”
“Non mi sembra che ti ho dato il consenso per ribattere le mie decisioni!”
“Come vuoi! Come vuoi!”
“Vieni, ti mostro la stanza..”
La seguii in silenzio e quando mi ritrovai in camera sua, rimasi abbastanza sorpreso, aveva alle pareti foto dell’Italia, quadri, fogli sparsi ovunque sulla scrivania, ma una cosa dovevo riconoscerla: era molto ordinata.
“Italia, giusto?”
“Si.”
“Perché l’Italia?”
“Perché è bella, semplicemente.. voglio andare a studiare là..”
“Oh.. molto ammirevole..”
“Grazie!”
Parlavamo mentre lei sistemava il letto abbastanza grande, e quando finì, mise le mani sui fianchi.
“Per qualche ora andrà bene..” poi si toccò i capelli e notò che anche lei era completamente fradicia.
“Devo andare ad asciugarmi anche io.. altrimenti davvero mi becco una polmonite..”
Fece per uscire ma le andai incontro e mi misi di fronte alla porta.
“Aspetta un attimo..” le dissi.
“Cosa c’è?”
“No.. volevo solo.. ringraziarti..”
“Non devi farlo, infondo sono io quella che ha scampato qualcosa di molto più grave di un’influenza grazie a te, sai?”
Allungai una mano verso il suo viso e le spostai i capelli bagnati che cascavano leggermente sugli occhi, Dio se era bella.
“Jared.. vorrei andare a dormire.. sono.. sono molto stanca, con permesso..”
“Certo, certo, vai pure..”
Quando uscì dalla stanza, tolsi gli abiti bagnati e mi infilai sotto le lenzuola.
‘Cristo.. devo trattenermi.. se non mi avesse fermato l’avrei baciata..’ pensavo mentre mi assaliva il senso di colpa.

-Audrey
Iniziavo ad abbassare le difese, infondo di lui mi potevo fidare.. e invitarlo a riposarsi a casa mia, era stata una buona idea, mi sarebbe dispiaciuto se si fosse preso un malanno per causa mia.
Avevo bisogno di dormire, oh se ne avevo bisogno..
Mi diedi una sistemata, misi qualcosa di comodo e mi adagiai sul divano, coprendomi con una calda coperta.
‘Eravamo così vicini.. ma sarebbe stato un errore Audrey..’ pensavo respirando profondamente.
‘Domani avrò modo di pensarci meglio.. ora devo dormire.. si..” Sembrava di stare su una nuvola, e non ci misi molto per addormentarmi.
Chi in una stanza, chi in un’altra. Eppure eravamo più vicini di quanto si potesse pensare, non solo con la mente.

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Capitolo 6
*** Oblivion. ***


Questo è un capitolo molto duro, spero non vi impressioni! :O
Grazie a chi legge, a chi recensisce, e a chi apprezza questa storia! :)
A presto.
SweetEchelon.



 
Capitolo 6


-Jared
Mi svegliai, fuori c’era silenzio, la tempesta non esisteva più, e anche dentro, tutto taceva. Evidentemente Audrey stava ancora dormendo. Erano le 10:00 passate, controllai sul mio BB.
Scesi giù dal letto e mi stiracchiai, ripresi i miei vestiti che avevo messo ad asciugare, li indossai e mi recai nel piccolo salotto.
... Si, avevo ragione, la ragazza stava ancora dormendo. Certamente non potevo andarmene senza salutarla, ma non potevo nemmeno svegliarla. Così decisi di rendermi utile, mi recai nell’angolo cucina e cercai qualcosa per fare il caffè.
Riuscii a trovare il caffè e la macchinetta, perfetto. Preparai tutto e misi su fuoco. Intanto andai di là per vedere se Audrey si fosse svegliata, ma niente. Era ancora più bella di quando era sveglia, perché sul suo volto regnava la serenità. E da lì capii che i sogni fanno bene, davvero.
Nel sonno doveva essersi agitata, perché la coperta era tutta striminzita e aveva le spalle scoperte. Mi avvicinai e presi la coperta per poggiargliela bene addosso, e le sfiorai il viso, provocando il suo risveglio.
“Che.. che..” farfugliava stropicciandosi gli occhi.
“Scusami! Non volevo svegliarti.. solo che.. eri mezza scoperta e volevo coprirti..”
“Oh.. grazie.. buongiorno comunque..”
“Buongiorno a te.. caffè?”
“Hai fatto il caffè?”
“Si, e me la cavo anche abbastanza bene di solito!”
“Vediamo!”
Gli porsi una tazza con dentro il caffè ben caldo, lei era sul divano con le ginocchia al petto, ben coperta, e quando lo bevve, sembrò stare anche meglio.
“E’ vero, te la cavi..”
“Oh, che bello, è la prima volta che lo faccio..”
“Cosa?!?!”
“Non ho mai provato a fare il caffè in vita mia. Di solito se ne occupa mio fratello, e quando lui non c’è, vado a prenderlo al bar!”
Si mise a ridere, per la prima volta riuscii a sentire la sua risata, che era uno dei migliori suoni che avessi mai ascoltato.
“E così tu e tuo fratello siete in una band..”
“Non siamo soli, c’è anche Tomo!”
“E chi è?”
“Il nostro chitarrista, è.. fantastico!”
“Shannon invece il batterista, quindi suppongo che tu sia il cantante..”
“Esatto!”
“Come vi chiamate?”
“Thirty Seconds to Mars”
“Bel nome..”
“Grazie, se vuoi, possiamo farti ascoltare qualcosa.. un giorno..”
“D’accordo!” e si mise a bere il suo caffè.
“E’ meglio che ora vada, Shannon starà in pensiero..”
“Va bene..”
“Tanto ci vediamo stasera no?!”
“Ancora?! Mio Dio Jared.. basta! Il gioco è bello quando dura poco, ok? Non ho bisogno di essere controllata, per favore!”
“Fino a che non lascerai quel posto, continuerò a controllare la situazione, sappilo.”
“Ma.. perché?”
“Perché è giusto così. Non vorrei mai sentire che ti fosse accaduto qualcosa. Quindi, prima te ne vai, prima smetterò di controllarti.”
Sbuffò infastidita e si alzò dal divano, mettendo addosso una larga felpa che aveva poggiato su una sedia.
“Che palla al piede..” disse facendomi una smorfia.
“Vedo che sei felice! Allora a stasera! Ciao Audrey!”
“Ciao eh!!”

-Audrey
Lui uscì e io incrociai le braccia al petto, abbastanza scazzata dal suo comportamento.
La giornata passò in fretta, e quando fu ora per prepararmi per andare al lavoro, l’ansia mi assalì.
“Non voglio vedere Chris.. ho un brutto presentimento..” sussurravo col fiato corto.
Però non potevo tirarmi indietro, e con malavoglia, mi recai al lavoro.
“Finalmente! Sei in ritardo Audrey!!” mi richiamò il titolare.
“Sta’ zitto, faccio subito, non ti preoccupare.”
Uscì dal camerino sbattendo la porta, e io mi preparai in santa pace.
La serata andò bene, la musica era piacevole, ma quel dannato presentimento non si accingeva a lasciare la mia mente.
Poi mi colpì soprattutto il fatto che non vidi Jared.
A fine serata, mentre mi cambiavo, pensavo a lui. A quella fissa che gli diceva di proteggermi.
‘Nessuno mi ha mai dato tante attenzioni’ pensavo.
Una porta che si apre. Una risata fredda come il ghiaccio. Il mio terrore, un’altra volta.
“Ma che cazzo.. Chris sei ubriaco!!.. Di nuovo!!..”
“Oh Audrey.. non mi puoi scappare.. il tuo amichetto stavolta non verrà a salvarti, ho dato ordini a chiunque di non farlo entrare, e quindi.. stanotte non hai via di fuga..”
“Occristo.. occristo.. ti prego.. smettila..”
“Vieni qui..” più si avvicinava più mi allontanavo.
“Chris ti giuro che mi metto ad urlare, vai via!!”
“Oh, non penso che urlerai.. sshht..”
Riuscì ad afferrarmi per un braccio e a trascinarmi verso lui, mi bloccò le mani dietro la schiena e posizionò sul mio naso e sulla mi bocca un fazzoletto bianco con uno strano odore, un odore che diventava sempre più pesante, che mi toglieva le forze di dosso, e così, non riuscii più a dimenarmi, gli scivolai addosso e fui a terra in pochi secondi, con i sensi a pezzi.
“Te l’avevo detto di stare buona..” sentivo la sua voce che man mano si sfumava.
La vista si stava offuscando ma riuscii a sentire i vestiti che mi venivano tolti con forza, dopo di che, un ago gelido nel braccio sinistro, come un pizzicotto.
L’ultima cosa che dissi, fu il suo nome, una disperata supplica, una richiesta di aiuto, tutto in un debole sussurro.
“Jared.. dove sei..” e poi, i miei occhi si chiusero.


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Capitolo 7
*** I'll be strong. ***


CiaoCiao a tutti! :D
Bene, in questo capitolo daremo voce a Shannon, come è giusto che sia, visto che è MOLTO coinvolto in questa storia. (Forse ora non si nota, ma più in là vedrete..)
Spero che la storia vi prenda e vi incuriosisca! Aspetto i vostri commenti e ringrazio chi mi segue!
A presto.
SweetEchelon.



Capitolo 7

-Shannon
*Prima dell’inizio della serata*

... “Come sarebbe a dire che non ti fanno entrare?!” parlavo con Jared a telefono.
Ero poco distante dal locale, lo avevo accompagnato e poi pensavo di tornare a casa, ma la sua telefonata mi bloccò.
“Aspettami.. sto arrivando, inizia ad allontanarti..”
Lo raggiunsi una ventina di metri lontano dal locale, per non attirare troppo l’attenzione, così trovammo un accordo:
“A me è vietato l’ingresso. E’ stato quello stronzo, Shannon, ti prego, devi entrare, io non mi fido! E’ solo con Audrey!!”
La serata era iniziata, e pensavo che Jared stesse con Audrey, ma evidentemente mi sbagliavo.
“Ci penso io, tu torna a casa, ti telefono appena la trovo.”
“Grazie, ti voglio bene..”
“Farei di tutto per te, lo sai, a dopo..”
Così tra la folla riuscii ad entrare, e la vidi poco dopo sul cubo.
La situazione sembrava abbastanza tranquilla e lei non si era nemmeno accorta della mia presenza, bene, almeno era meno tesa.
Ma non avrei mai immaginato di vederla nello stato in cui la trovai qualche ora dopo.
Stavo uscendo dal retro per dare uno sguardo ai camerini e controllare che Audrey stesse bene, ma sentivo strani rumori provenire dal suo camerino, poi, tutto ad un tratto, il silenzio più totale.
Decisi di bussare prima di entrare: “Audrey? Tutto bene? Sono Shannon!” Nessuna risposta.
“Audrey?” continuavo a chiamarla, iniziavo seriamente a preoccuparmi.
Entrai. Non l’avessi mai fatto. O meglio, se avessi potuto non vederla così come stava, sarei stato l‘uomo più felice di ‘sto Mondo.
Lei era a terra, con indosso solo l’intimo, i capelli sciolti e in disordine, i vestiti sparsi ovunque, e quel bastardo sopra di lei che ne abusava.
Mi precipitai addosso a lui e lo spinsi via dal corpo della povera ragazza, lo presi a pugni con tutta la forza che avevo, gli feci sputar sangue. Cazzo, avrei potuto ucciderlo, se fosse stato legale.
Gli feci perdere i sensi e mi catapultai da Audrey.
“Audrey.. Audrey..” la chiamavo e le lacrime rompevano la mia voce, mi sentivo male.
“Qualcuno mi aiuti!! Qualcuno chiami un’ambulanza!!” urlavo con tutta la forza che avevo e fortunatamente qualcuno mi ascoltò.
Una giovane coppia ci prestò soccorso e una volta chiamata l’ambulanza, spiegai loro cosa era successo con molta confusione, ma era il massimo che riuscivo a fare, dovevo andare con Audrey in ospedale, non l’avrei mai lasciata sola.
Quella notte sembrava non voler passare. Audrey fu portata in ospedale, ma già mentre eravamo in ambulanza, chiamai Jared e cercai di mantenermi calmo mentre gli spiegavo cosa era successo.
Lui si infuriò, urlava, piangeva. Gli dissi l’indirizzo dell’ospedale in cui eravamo diretti e lui ci raggiunse poco dopo il nostro arrivo.
“Dov’è!! Dov’è!! La devo vedere!!” entrò in ospedale dicendo queste parole, io gli andai incontro e cercavo di abbracciarlo per farlo calmare.
“L’hanno portata via.. non so.. non so niente Jared.. ho fatto quello che potevo, te lo giuro..”
“E’ colpa mia.. è tutta colpa mia..” piangeva fra le mie braccia.
“Non è vero.. è colpa di quel bastardo Jared.. tu non c’entri niente..”
Ci interruppe un medico, che venne a chiederci i connotati.
“Non potete vederla fino a quando non si sveglia, dovrà prima ristabilirsi.” Ci disse.
“Io HO BISOGNO di vedere quella ragazza.” Gli disse Jared cercando di mantenere la calma.
“Lei non può vederla per ora, mi dispiace. Porti pazienza almeno fino a domani.”
Lo vedevo disperarsi, camminare avanti e indietro per quel corridoio, ed io, anche se ero apparentemente più calmo, avevo dentro l’Inferno.
Dopo qualche ora, si addormentò sfinito seduto sul pavimento freddo con le spalle contro il muro, mentre io non riuscivo a chiudere occhio, e ripensavo a quella scena.
Quella ragazza, stava diventando importante, e me ne stavo rendendo conto solo adesso che l’avevo vista in quelle condizioni. Ma c’era Jared. C’era lui. Lui è mio fratello. Come avrei potuto tradirlo? Lo sapevo benissimo che gli interessava. E sapevo che anche lei infondo ci teneva, per lui.
Il sole ormai era apparso, eravamo stanchi, abbattuti, in attesa di una notizia, anche la minima cosa.
Mentre ancora Jared dormiva, mi recai dal primo medico che vidi per chiedere informazioni.
“Posso vederla?”
“Oh, stavo venendo giusto a chiamarvi. L’altro signore?”
“Lasci passare me per il momento.. dopo chiameremo anche lui..”
“E’ molto debole, non la faccia stancare, per favore.”
“Non si preoccupi.”
Mi sentivo terribilmente in colpa per non aver svegliato Jared, ma volevo vederla da solo, almeno per un minuto.
“Shannon..” mi sussurrò flebilmente senza alcuna espressione.
“Hey.. Audrey.. come.. come stai eh?” cercavo di essere forte.
“Mi ha violentata?”
Non sapevo come dirglielo, non sapevo SE dirglielo.
“Sarò forte, te lo prometto.” Mi disse. E allora le confessai tutto, scatenando le sue silenziose lacrime.
“Cosa.. cosa ti hanno detto i medici?”
“Niente..” ormai era apatica.
“Signorina..” ecco, ora quel niente, si sarebbe trasformato in un’ orribile certezza.
“Si..” la sentii rispondere.
“Possiamo darle i risultati delle analisi..”
“Aspetti un attimo, la prego. Shannon..”
“Cosa c’è Audrey?”
“Dov’è.. dov’è Jared?”
In quel momento, mi sentii di troppo.

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Capitolo 8
*** Night of the Hunter. ***


Le cose iniziano a cambiare, prendono una piega diversa, alla fine di questo capitolo, per fortuna! :)
Spero vi piaccia, perchè questo è l'inizio di un lungo percorso, in cui devono succedere ancora taaaante cose! ;)
Hahahaha beh, fatemi sapere cosa ne pensate! Un bacio!
SweetEchelon.



  Capitolo 8

-Audrey
Mi sentivo pesante, sporca. Non sentivo più il mio corpo. Non lo controllavo più.
Ma ricordo quell’orrenda sensazione del pizzicotto dell’ago, ricordo quel momento.
... Poi avevo rivisto Shannon, mi aveva confermato ciò che temevo, io..stavo crollando a pezzi.
Pensavo: ‘Perché? Perché ora che ho bisogno di lui, lui non è qui?’ Jared occupava i miei pensieri.
Chiesi perciò a Shannon dove fosse, e lui, mi sembrò che si trovò spaesato.
“Lui è.. aspetta.. vado a chiamarlo..”
Attesi col cuore in gola per interminabili minuti, e quando Jared entrò correndo nella stanza gettandomi le braccia al collo, scoppiai in lacrime.
“Perché non c’eri? Perché?”
“Non mi hanno fatto entrare Audrey.. io volevo, te lo giuro!”
“Mi ha violentata Jared.. io.. “ le lacrime e i singhiozzi mi impedivano di parlare, e mi faceva male anche abbracciarlo, come se fossi paralizzata.
“Signorina, dovremmo dirle i risultati delle analisi.. “
“Si.. si.. mi scusi..”
“Lei.. ha subìto un abuso molto grave. E non intendo solo la violenza carnale.”
Annuivo, e ripensavo all’ago freddo nella mia pelle.
“Abbiamo ritrovato nel luogo dell’accaduto, un fazzoletto con sopra del sonnifero che quell’uomo ha usato per farla stordire per poter compiere l’atto, e soprattutto.. una siringa.”
“L’ho sentita sulla mia pelle quella siringa, dottore. Avanti, mi dica cos’era.”
“Dalle analisi del sangue, e dai residui della siringa, sembri sia un misto di diverse sostanze stupefacenti. Avrebbe potuto ucciderla, signorina. Ma.. il signore qui ha prestato soccorso in tempo.”
Guardai Shannon, cercando di ringraziarlo con lo sguardo. Ma il mio cuore non batteva più. Non provavo più emozioni, non riuscivo nemmeno più a piangere. Audrey non viveva, Audrey esisteva soltanto.
Il mio sguardo poi si posò su Jared, che aveva le mani fra i capelli e lo sguardo perso nel vuoto, poi, incrociò i suoi occhi con i miei. Mi voltai, distrutta.
“Può tornare a casa anche oggi, signorina.” Cercava di distrarmi il medico.
“Si. Grazie. Mi porti quello che devo firmare.” Firmai quelle scartoffie e fui libera di andarmene quel pomeriggio stesso.
“Ti accompagno a casa Audrey.” Disse Jared avvicinandosi.
“No..” Risposi allontanandomi.
“Audrey, ti prego..” cercò di farmi ragionare Shannon che era vicino alla porta.
“Voglio stare sola e pensare. Per favore, lasciatemi sola..” Mi avvicinai a Shannon: “Grazie Shannon, mi hai salvato la vita.” Gli accarezzai una guancia sotto lo sguardo deluso di Jared e andai fuori, ma prima, mi voltai a guardarlo.
“Jared.. grazie di tutto..” e mi voltai in silenzio.
Jared
Quando Audrey svoltò il corridoio e ci lasciò soli, mi sentii morire.
“CAZZO!” urlai sbattendo i pugni contro il muro.
“Jared.. calmati..” mi diceva Shannon.
“No, non mi calmo! Lei.. l’ha violentata, l’ha drogata! Quella ragazza ha subìto troppo, non è giusto!”
“E pensi che a me non importa?? Secondo te come mi sono sentito quando l’ho vista in quelle condizioni?? Volevo solo svegliarmi e credere che fosse un incubo, ma non era così, quella era la fottuta realtà, possiamo solo accettarla Jared!!”
Aveva ragione. Non potevo fare niente per rimediare a ciò che era successo. Che situazione di merda.
-
Passarono giorni. Audrey tornò a casa. Non aveva più un lavoro, sentiva di rado Roxy e Corinne che giustamente non lavoravano più lì, dato che Chris era stato arrestato una volta per tutte, e stavolta nessuno lo aveva aiutato. Il locale venne chiuso per il momento, e Mark andava a trovarla a casa, per starle vicino. Per farle compagnia. Ma i problemi esistevano, e non si potevano sormontare facilmente.
Jared si sfogava scrivendo, buttava giù testi contro testi. Ma niente sembrava convincerlo. Voleva riportare su uno spartito ciò che stava succedendo, ciò che quella ragazza significava, ciò che aveva passato.
L’unico pezzo che ne uscì bene, aveva questo titolo: ‘Night of the Hunter’ e aveva provato anche a dargli un ritmo, aggressivo e tenebroso, come tutto ciò che quell’anima fragile, aveva e stava passando.
Passava tutti i giorni sotto casa di Audrey, senza mai chiamarla, senza mai vederla. Voleva trovare il coraggio per dirle che lui era lì, non se ne sarebbe andato, lui era lì per lei, ma non ci riusciva. Aveva paura di farla scappare, di farla andare via.
Eppure, un giorno, conclusa la creazione di ‘Night of the Hunter’, trovò tutto il coraggio che gli serviva, e una volta finita la registrazione del demo, decise che Audrey doveva ascoltare, Audrey doveva vedere quanto lei fosse importante per lui.

-Audrey
“Merda.. l’affitto..” rigiravo quel cazzo di foglio tra le mani e pensavo a cosa potessi fare per procurarmi i soldi.
“Come faccio adesso..” ero disperata. Avevo iniziato a lavorare si e no due mesi prima nel locale dove avvenne il fattaccio, e il fatto di non avere più lo stipendio, era un grosso problema. Non avevo abbastanza soldi da parte.
Decisi di uscire fuori di casa e camminare un po’ per pensare, ma non appena aprii il portone e mi voltai una volta che l’avevo chiuso, diedi una testata a qualcuno che correva verso l’entrata, come se andasse di fretta.
“Ma che cazzo! Sta’ attento a dove vai no??”
“Scusami!! Mi dispiace!! Devo far legg.. Audrey..”
Tolsi la mano dalla fronte dolorante e quando mi sentii chiamare per nome, rivolsi il mio sguardo a quello che apparentemente sembrò uno sconosciuto. Ma da quanto stavo vedendo, sconosciuto non lo era affatto.

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Capitolo 9
*** Change! ***


Mi scuso per il ritardo, ma la scuola non mi da tregua e la settimana prossima sarò nella m***a più totale con compiti e interrogazioni!
Intanto, godetevi il capitolo e ditemi cosa ne pensate! :)
Un bacio.
SweetEchelon.



 
Capitolo 9

-Jared
Quando mi accorsi che ero andato a sbattere contro Audrey, mi venne la tachicardia.
Avevo il fiatone e i capelli mi ricadevano sulla faccia gelida a causa del vento che avevo preso correndo, e i fogli con su scritta la canzone che avevo in mano, si stavano sciupando.
... “Tu..” non riuscivo a parlare.
“Io.. non mi aspettavo di vederti qui..”
Quel tempo fu riempito dai nostri sguardi, visto che le parole proprio non ne volevano sapere di uscire.
Finalmente ruppi il silenzio.
“Devo farti vedere una cosa Audrey, è importante..”
“Vieni.. ne parliamo dentro..”
Entrai nell’appartamento, e i riscaldamenti evitarono di farmi congelare ulteriormente.
“Come stai?” le chiesi.
“Meglio.” Mi rispose.
“Mi dispiace per tutto..”
“E’ acqua passata Jared.. cerchiamo di non pensarci più.. a proposito.. cos’è che mi dovevi far vedere?”
“Oh si.. leggi questo testo, dimmi cosa ne pensi.. e poi.. dove posso mettere questo CD?” le diedi in mano i fogli, e lei, dopo un attimo di esitazione, si mise a leggere, indicandomi lo stereo nel piccolo salotto.
Feci partire la canzone, e lei man mano leggeva le parole.
“Cosa ne pensi?”
“Mi ricorda tanto me stessa, Jared. Quando l’hai scritta?”
“Dopo l’accaduto.”
“Ah.. ecco..”
“Questo è l’unico lato positivo della storia, Audrey. Sono riuscito a prenderne la parte migliore e l’ho riportata su carta..”
“Mi piace, hai fatto un buon lavoro.” Mi sorrideva, sembrava quasi contenta.
“Non ti dispiace vero?”
“Perché dovrebbe?”
“Perché ho trovato ispirazione nelle tue emozioni..”
“No, non mi dispiace Jared, non potrebbe mai dispiacermi, se il risultato alla fine è una cosa simile a ciò che sto ascoltando.” E continuava a canticchiare.
Mentre la guardavo, finalmente felice, notai che sul tavolo, c’era un foglio con una busta da lettere stracciata al lato. I miei occhi cascarono sulle informazioni, mi resi conto che era il prezzo dell’affitto, e la cifra, non era bassa.
La canzone finì e lei continuava a canticchiare, mi voltai per guardarla e sorridendo anche io, le dissi:
“Posso chiederti una cosa?”
“Certo!”
“Cos’è quel foglio?”
“Questo qui? Niente! Niente!!”
“Audrey!”
“Non è niente!”
“Audrey.. fammi vedere..”
Controvoglia e col muso mi diede quel maledetto foglio, e quando lessi per bene ciò che c’era scritto, la guardai in volto, si era rattristata.
“Non so come fare..”
“Io un’idea ce l’avrei.”
“Sarebbe?”
“A casa nostra ci sono stanze che non usiamo..”
“Ma dico, sei scemo?”
“E’ una buona idea!”
“Io dovrei vivere a vostre spese? No! Sono sempre stata indipendente e non smetterò di farlo ora!”
“Vuoi finire in mezzo ad una strada, signorina?!”
“Certo che no!!”
“Bene, allora prendi tutto ciò che ti serve, fai le valigie, e da domani in poi, casa nostra, sarà la tua nuova casa!”
“Jared.. ma io..”
“Ora quello che decide sono io! Ed io non ti ho dato il permesso per ribattere!”
“Jared, seriamente..”
“Ecco appunto! Seriamente! Va’ dal padrone di casa stesso oggi e digli che liberi l’appartamento!”

-Audrey
Se Dio aveva in mente di mandarmi un angelo custode, c’era riuscito facendomi incontrare Jared.
Mi fece quella proposta con gli occhi che gli brillavano, rideva e scherzava e contagiava anche me!
Sembrava che tutto il male fosse sparito di botto.
Quella mattina andai dal padrone di casa per parlare del rilascio dell’appartamento, e siccome eravamo in buoni rapporti, ci sbrigammo subito. Jared mi accompagnò e aspettò pazientemente la fine del colloquio, quando uscii, si avvicinò sorridendo.
“Allora? Cosa ha detto?”
“E’ tutto a posto, in questi giorni posso liberare l’appartamento!”
“Mio Dio Audrey, questa è una svolta, vedrai, le cose andranno meglio!”
“Lo spero Jared, lo spero. Grazie..”
“Non dirlo neanche per scherzo. Vieni qui.. fatti abbracciare..”
E per la prima volta, non pensai. Per la prima volta diedi retta all’istinto. Quell’uomo sapeva come rendermi felice, così lo abbracciai senza farmelo ripetere due volte, e lui mi baciò teneramente sulla fronte, provocando il mio rossore sulle guance.
“Tutto bene Audrey? Sei bollente!”
“Benissimo, è solo che.. che.. niente, lascia perdere!”
“Torniamo a casa e prepariamo le tue cose, chiamo anche Shannon, così più siamo meglio è!”
“Posso farlo da sola!”
“Si, ma in tre si fa prima!”
“Se lo dici tu!”
“Andiamo allora!”
Quello stesso pomeriggio, casa mia fu letteralmente invasa dai Leto. Io preparavo le valigie e tutti gli scatoloni con le mie cose e li davo a Shannon che li caricava in auto, mentre Jared andava a depositarli di tanto in tanto a casa loro, che distava poco da me.
Non riuscivo a crederci, lasciavo il mio amato appartamento. Ormai era spoglio. Non c’era più nulla, se non i mobili vuoti che avevo deciso di lasciare, perché infondo a casa di Jared e Shannon c’era già tutto.
Mentre Jared andava avanti e indietro con l’auto, io e Shannon ne approfittammo per fare due chiacchiere.

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Capitolo 10
*** Welcome to the Family. ***


In questo capitolo succederanno TANTE, TANTE, TANTE cose. Quindi state pronti!! *^*
Grazie a chi segue e recensisce, come sempre, vi aspetto! E aspetto anche nuovi lettori e recensori!! :)
Un abbraccio.
SweetEchelon.



 
Capitolo 10

-Shannon
“Quando Jared stamattina mi ha detto che saresti venuta a vivere da noi, non volevo crederci, conoscendoti pensavo che ti avesse costretta!”
“Oh beh, io infatti non volevo, insomma, non mi piace dipendere da altre persone.. ma Jared non ha voluto sentire ragioni!” mi diede uno scatolone.
... “Sono contento che tu venga a stare da noi, davvero..”
“Mi fa piacere che tu dica questo, almeno sono con due persone che.. mi vogliono.. bene.”
“Certo che te ne vogliamo Audrey, non dubitarne mai..”
Fece per salire su una sedia per prendere un quadro messo in alto, ma perse l’equilibrio e la sentii gridare.
Ero poco distante da lei e feci in tempo a prenderla.
“Presa!” lei si era aggrappata saldamente alla mia maglia e teneva lo sguardo basso.
“Gr..grazie..” si schiarì la voce e mi guardò negli occhi.

-Audrey
‘Sono un’idiota!’ pensavo mentre stavo per cascare convinta di finire a terra, ma sentii le braccia di Shannon prendermi fermamente per la schiena e sotto le ginocchia.
La paura di farmi male faceva battere forte il mio cuore, e quando mi ritrovai appiccicata a Shannon, non sapevo cosa fare.
“Shannon.. ora.. puoi mettermi a terra..” gli dissi.
Ci guadammo intensamente negli occhi e non sapevamo cosa dire, ma lui non si accingeva minimamente a lasciare la presa. Solo quando io sorrisi imbarazzata si rese conto che magari sarebbe stato meglio lasciarmi andare.
“Scusami, stavo.. ahm..”
“Non importa Shannon, forza, aiutami con questo quadro, farò attenzione la prossima volta!”
Gli sorrisi dolcemente e lui ricambiò. Avevamo evitato di spingerci oltre gli sguardi, avevamo fatto la cosa giusta.
Entro quella sera stessa, la casa fu completamente vuota. Non rimaneva nulla, e mi presi la briga di stendermi sul freddo pavimento per stare a contatto intimamente con la mia casa per l’ultima volta.
“Prenderai la febbre!” mi dicevano Jared e Shannon.
“Suvvia.. non mi farà male.. perché non lo fate anche voi?”
Si guardarono entrambi e poco dopo si distesero come avevo fatto io e insieme guardavamo il soffitto.
“Non so come ringraziarvi..”
“Non ci devi ringraziare, Audrey..” mi diceva Jared.
“Si. E poi un po’ di compagnia ci fa bene! Potrai conoscere anche Tomo poi!” disse Shannon.
“E’ simpatico?”
“E’ il nostro anti-stress!”
“Ma poverino!”
Ridevamo e scherzavamo senza problemi, non so, mi sentivo rinascere.
Trasportato tutto, fu il momento per andare via.
“Vogliamo andare allora?”
“Dammi solo un attimo..” Mi recai nella mia stanza e regalai un sorriso a quelle quattro mura che mi avevano custodita per così tanto tempo, poi Jared mi poggiò una mano sulla spalla come un buon fratello maggiore, e me ne andai via con lui.
‘Ciao ciao..’ pensavo mentre dal finestrino salutavo la mia ormai ex-casa.
“Non dovresti voltarti indietro mentre lasci una casa, dicono porti sfortuna..”
“Oh, dicerie..”
“Stasera stessa potrai scegliere la tua stanza, e domani mattina sistemeremo tutto, contenta?”
“Si!” risposi sinceramente.
Arrivammo a casa Leto. Rimasi a bocca aperta: era enorme.
Un’enorme villa con un grande giardino, sembrava un castello!
“E’.. grande!” dissi spiazzata.
“Abbastanza!” disse Jared ridendo.
Le scatole e tutto il resto erano già dentro, in una parte dell’enorme salotto, e quindi, dopo avermi fatto fare il giro turistico della casa, mi fecero scegliere la stanza.
“Mi piace questa!” Una stanza con le pareti bianche a decorazioni rosse e tende bianche anch’esse, con una porta-finestra che portava al terrazzo, era proprio una bella stanza.
“Bene, domani allora daremo una bella sistemata alla tua roba e questa stanza potrai conciarla come più ti piace, d’accordo?”
“Grazie! Grazie di tutto, è.. stupendo!!”
I due fratelli mi guardarono e sorridevano tra loro, mentre io giravo per la stanza e saltellavo come una bambina.
“Non avete fame?!” disse Shannon.
“Io tanta! Te Audrey?”
“Anche io! Posso dare una mano a cucinare?”
“Sai farlo?!”
“Hey, stai parlando con una donna che vive da sola da un bel po’, ovvio che so farlo!”
Preparammo tutto e cenammo insieme, poi distrutti, decidemmo di rientrare nelle nostre stanze.
Quando mi misi a letto, iniziai a pensare. A tutte le cose possibili e immaginabili, a tutto.
Interi minuti, fino a far passare quasi un’ora. E proprio quando stavo per chiudere gli occhi, sentii la porta aprirsi e dei passi che si facevano sempre più vicini. Riconobbi Jared.
“Dormi?” mi chiese.
“Pensavo” risposi.
“Stai bene?”
“Certo, è solo il fatto che non ci sono abituata, ma prima o poi, mi abituerò!”
“Audrey..”
“Cosa c’è?”

-Jared
‘Diglielo Jared, diglielo. Tanto prima o poi lo saprà!’ riuscivo a pensare solo questo.
“Tu..”
“Io cosa?”
Si avvicinò terribilmente al mio viso. Vicini, eravamo spaventosamente vicini.
Mi perdevo nei suoi occhi verdi, e quando mi regalò un sorriso, deglutii a fatica.
“Devo farlo..” le dissi.
Mi guardò perplessa. “Fare cosa?” mi disse.
Scattai. Le presi il viso tra le mani e le stampai un bacio sulle labbra. Rimase sorpresa e non ebbe modo di reagire, e quando mi staccai, rimase ad occhi sgranati.
“Mi dispiace! Mi dispiace!” cercai di giustificarmi.

-Audrey
“Chi ti ha detto che mi ha dato fastidio?!”
“No, hai ragione, non dovevo farlo, adesso penserai che.. aspetta un attimo, cosa hai detto?”
“Non.. non mi ha dato fastidio..”
“Audrey!”
“Jared!”
“Ok.. io allora.. vado eh! Buonanotte!”
“Notte!” ci salutammo e mentre Jared usciva come un imbranato dalla mia camera, io mi misi a ridere e ritornai distesa sotto le coperte al caldo.
‘Bel casino!’ pensai, e dopo aver ridacchiato da sola, mi addormentai.

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Capitolo 11
*** Hey, Tomo! ***


Non è un bel giorno, assolutamente no.
Oggi il Mondo dello Sport perde una delle sue promesse, il pilota Marco Simoncelli, travolto in un grave incidente sulla sua moto, morto per inseguire la sua passione, in pista, lì dove voleva stare.
Ciao Marco, ti vogliamo bene.

Riguardo il capitolo, vedremo che finalmente Tomo farà la sua comparsa, e qualcosa accadrà tra Audrey e Shannon, quindi, se volete sapere cosa, basta leggere! :)
Aspetto i vostri commenti, baci!
SweetEchelon.



 
Capitolo 11

-Audrey
Dormii a tratti, quella notte. Prendevo sonno e mi risvegliavo, era questa la scaletta. Però, tutto sommato, era solo fatto di farci l’abitudine, era normale. Quando mi risvegliai definitivamente la mattina dopo, dopo essermi messa a pensare al bacio con Jared, rimasi lì fra le coperte a coccolarmi col caldo, siccome fuori si gelava. Ma mi colpì la fame, e presa dalla voglia d...i fare colazione, decisi di alzarmi.
Sbadigliai e aprii la porta, non c’era nessuno, e neanche al piano di sotto sentivo rumori.
“Jared, Shannon!” chiamavo, e nessuno rispondeva.
“Ragazzi!” niente.
Mi recai giù in salotto ma non c’era anima viva. Provai in cucina e la vista di un uomo alto, con i capelli lunghi e la barba scura, mi fece prendere un colpo. Era pure vestito di nero!! Stava vicino alla finestra con un telefono in mano, e la prima cosa che pensai, era che fosse un barbone malintenzionato, così, presi una padella che era poggiata sul marmo senza farmene accorgere, ma all’ultimo movimento feci rumore e l’uomo si accorse della mia presenza.
“STA’ FERMO O TI COLPISCO!!” impugnavo la padella e urlavo.
“Ehi ehi ehi! Ragazzina!!” sembrava tranquillo!
“Chi sei?!” non mollavo la padella nemmeno col pensiero.
“Tomislav! Tomislav Milicevic, detto Tomo, e questa è casa dei miei colleghi, Jared e Shannon Leto! Tu devi essere Audrey, vero?” mi allungò la mano per presentarsi.
Feci mente locale e mi ricordai del chitarrista della band. Ora ricordavo tutto, che stupida, stavo per prenderlo a padellate!
“Oh, si! Scusa.. è che io.. cioè.. non sapevo che saresti venuto!” ero terribilmente in imbarazzo mentre mi stringeva la mano, e cercavo di sorridere.
“Non preoccuparti, immagino che ti sia presa un bello spavento!”
“Pensavo fossi un barbone che era venuto a fare una rapina..” dissi schietta, ma subito dopo mi pentii e portai la mano alla bocca arrossendo terribilmente.
“Ops!” sussurrai senza farmi sentire.
“Hahaha! Sei fantastica Audrey! Mi aveva detto che eri una forza!”
“Chi, chi lo ha detto?”
“Shannon!”
“Oh.. Shannon..” arrossii e abbassai lo sguardo.
La nostra conversazione fu interrotta dal rientro dei Leto.
“Ehi Tomo!” Jared lo salutò e gli diede il cinque, lo stesso Shannon.
“Vi siete presentati?” ci domandò il maggiore.
“L’ho fatta spaventare all’inizio, ma alla fine è andato tutto bene, è simpatica la vostra amica!” e mi guardarono sorridendo.
“Beh si, lo avevo scambiato per un malintenzionato! Però anche voi eh, potevate dirmelo che stamattina avremmo avuto ospiti!”
“Hai ragione, hai ragione!” annuiva Jared.
“Oggi Tomo è a pranzo da noi, così vi conoscerete meglio, visto che passeremo molto tempo insieme!” disse Shannon.
“Che bello! Così avrò modo di scusarmi per la pessima presentazione!” si, volevo rimediare alla figuraccia!
“Ora, se scusate, io andrei a vestirmi, che col pigiama sto prendendo freddo.” Congedai i tre ragazzi e mi recai in camera mia, preparai il cambio e andai a fare una doccia.
Quando tornai in camera, mi vestii e sistemai il letto, la mia camera era proprio uno schianto, non avrei apportato nessuna modifica. Sistemai la foto dei miei genitori sul mobile affianco al letto e mi misi a pensare, fino a che qualcuno non bussò alla porta.
“Posso?”
“Certo Shannon, entra!”
Entrò e mi guardò mentre mettevo a posto la mia roba, sembrava volesse parlare, ma non diceva niente, poi notò la foto.
“Sono i tuoi genitori?”
“Già..”
“Hai gli occhi di tuo padre e il sorriso di tua madre, sai?”
“Me lo diceva sempre mia zia!”
“Come mai te ne sei andata da lei?”
“Perché volevo essere indipendente..”
“Immagino che stare qui non aiuti, ma puoi considerarla casa tua, puoi fare ciò che vuoi! Anzi, vieni, ti mostro una cosa..”
“Cosa vuoi mostrarmi??”
“Sorpresa, non ti dico niente! Scendiamo dal retro, così non ci vedono!”
Mi prese per mano e iniziammo a correre per le scale dall’altro lato del corridoio, scendemmo a piano terra e Shannon aprì con una chiave una porta bianca, e ciò che mi si presentò di fronte agli occhi, fu indescrivibile: una stanza molto grande con pareti chiare e un pavimento in legno.
Una batteria lucida e pulita, enorme e possente, padroneggiava al centro della stanza, alcune chitarre erano in fila in vicinanza del muro, e poi c’erano un pianoforte, molti microfoni, cuffie, fogli sparsi dappertutto, ogni genere di apparecchiatura generata per produrre musica, un computer e oggetti che nemmeno conoscevo! Rimasi a bocca spalancata e i miei occhi furono subito catturati da due chitarre molto particolari, una bianca e una nera, erano tenute in alto rispetto alle altre e non c’era un filo di polvere su di esse. Sia su quella bianca che su quella nera, c’era un grifone, ed entrambe erano di una forma particolare.
“Sono.. perfette..” dissi accarezzando la chitarra bianca.
“Questa che stai toccando si chiama ‘Pythagoras’, l’altra è ‘Artemis’, sono le chitarre di Jared. Le tratta come figlie!”
“Immagino! E questa bella donna? Com’è che si chiama?” dissi puntando col dito la batteria.
“Lei è la mia vita, si chiama Christine, è un po’ la mia anima gemella.”
“E’ proprio bella..”
“Vuoi provarla?”
“Shannon io ballo, non suono.”
“C’è sempre una prima volta!”
“Shannon, rischio di combinare qualche guaio!”
“Ma ci sono io con te..” mi disse dolcemente facendomi un sorriso rassicurante.
“Allora ci provo..”
“Vieni qui, siediti al centro!”
Mi accomodai sullo sgabello che era dietro la batteria e Shannon mi porse le bacchette.
“Prova a fare qualcosa!” mi disse, e si mise a guardarmi da dietro, in piedi.
Due colpi su pelle e uno su piatti. Due colpi su pelle e uno su piatti. Due colpi su pelle e uno su piatti. Due colpi su pelle e due su piatti.
“Hai ritmo! Mi piace!”
“Ma dai.. non dire sciocchezze..”
“Sembra.. una.. una marcia!”
“Una marcia!”
“Si! Una marcia militare! Provalo a fare con le mani!”
Riprovai lo stesso motivetto con le mani, le feci battere sulle gambe per sostituire la pelle e fra loro per sostituire i piatti. Sembrava carina, come cosa.
“Audrey, sei molto brava!” Gli occhi di Shannon brillavano.
“Non penso!”
“Invece si!”
Mi alzai dallo sgabello con l’intento di dare le bacchette a Shannon, ma feci scivolare queste ultime, ed entrambi ci chinammo per raccoglierle.
“Scusami.. che sbadata..”
“No lascia, faccio io!” entrambi ci rialzammo e Shannon teneva le bacchette.
C’era una strana atmosfera, e nessuno dei due parlava.
“Ci staranno cercando Shannon..”
“Aspetta! Aspetta un attimo..”
“Dimmi..”
“Domani sera. A cena insieme. Ti va?”

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Capitolo 12
*** Just friends, now. ***


Bene bene bene. Cosa accadrà in questo capitolo? Scopriamolo! :D
La storia sta prendendo una piega interessssssante! (?)
Fatemi sapere cosa ne pensate, piccoli Mars caramellosi! (?) °-°
Baci.
SweetEchelon.



 
Capitolo 12

-Audrey
‘Oh merda.. che cazzo gli dico ora..’ No, davvero, davvero me l’aveva chiesto?!
“Shannon.. io veramente..”
... “Dammi una possibilità, insomma, tu sei single, io sono single, proviamoci Audrey..”
“Shannon, non posso..”
“Perché?”
‘Vai con la verità Audrey, non illuderlo, fai la cosa giusta.’
“Perché.. ieri sera, io e tuo fratello.. ci siamo baciati, Shannon.”
“Tu e Jared..”
“Esatto.. è capitato, nulla di serio, nulla di cui parlare, ma siccome mi hai invitato a cena, mi è sembrato giusto dirtelo, non voglio illuderti Shannon, non te lo meriti, infondo mi hai salvato la vita..”
“Dovevo immaginarlo, ma non importa..”
“Mi dispiace..”

-Shannon
‘Davvero, come ho fatto a non immaginarlo?!’ pensavo tra me e me.
“Vieni, torniamo sopra..”
Tornammo dagli altri e Jared ci rimproverò:
“Dove eravate finiti?!”
“Shannon mi ha mostrato la stanza con tutti gli strumenti e le apparecchiature, è bellissima!!” Audrey cercava di non dare a vedere che qualcosa non andava, e anche io facevo lo stesso, eravamo attori da Oscar.
“Mio fratello non sa tenere i segreti!! Eravamo d’accordo che te l’avremmo mostrata stasera insieme!!”
“Beh non ha fatto male a mostrarmela, insomma, è troppo bella!”
Jared la guardava con dolcezza, lei ricambiava i suoi sorrisi, mai possibile che non mi sia accorto mai di niente?!
A pranzo regnò per fortuna una bella atmosfera, anche se tra me e Audrey c’era tensione.
Parlammo con Tomo del progetto per il nuovo CD, e lui sembrò entusiasta, allora disse ad Audrey, che fino ad allora aveva ascoltato con interesse:
“Audrey, hai sentito qualche nostro pezzo fino ad ora?”
“No, ancora no!”
“Ma che razza di rockstar siete!?” ci disse ridendo.
“Non ce c’è stato il tempo Tomo!” ci giustificammo io e Jared.
“Sai cosa allora? Suoneremo un po’ dal vivo, qualche sera, così ascolterai qualcosa! Ti va?”
“Mio Dio sarebbe fantastico!”
“Domani sera, magari!” disse Jared.
Mi strozzai con l’aria e anche Audrey, che stava bevendo, dovette fare attenzione per far si che l’acqua non le andasse di traverso. Tossimmo entrambi.
“Ragazzi.. tutto bene?!” ci chiese Tomo guardandoci in modo strano.
“Si!!” rispondemmo in coro.
“Allora per domani sera è deciso!” disse Jared entusiasta.
“Scusatemi, io.. non mi sento tanto in forma, vado a stendermi..” dissi, e mi avviai in camera mia.
Entrai in quella stanza e mi lasciai sprofondare nel letto, portando le mani dietro la nuca, fissando il soffitto.
“Ma che stupido, dovevo immaginarlo..” dicevo tra me e me.
Dopo qualche minuto, sentii bussare alla porta: “Shannon?..”
“Jared sto bene, ho solo bisogno di riposare..”
“Posso entrare?”
“Jared, preferirei stare da solo, se non ti dispiace..”
“D’accordo, però.. quando starai meglio, possiamo parlare se ti va..”
“Ok..”
Mi lasciò solo, e mi addormentai.

-Audrey
Era pomeriggio ormai, Tomo se n’era andato da un po’, io e Jared eravamo a rimettere a posto in cucina, e facevamo gli stupidi con l’acqua e la schiuma.
“Smettila!! Mi fai il bagno così Jared!!”
“Eddai, è solo un po’ d’acqua!!”
“Si però mi stai riducendo uno straccio!!” mi misi a ridere.
“Audrey, ieri sera..” si fece serio, mio Dio, non volevo affrontare quel discorso.
“Jared, non importa, non è successo niente di significativo..”
“Oh.. certo.. però.. è meglio che Shannon non lo sappia..”
“Troppo tardi..”
“Cosa?!”
“Nella sala, prima, diciamo che abbiamo parlato.. e ho dovuto dirglielo..”
“Perché mai?!”
“Perché domani sera mi voleva portare a cena, ma non voglio illuderlo Jared, io non provo niente, niente che non sia affetto e gratitudine nei vostri confronti.. e quel bacio.. è stato un particolare..”
“Insomma, tu gli piaci..”
“Da quello che ho capito, direi di si..”
“Ecco perché prima se ne è andato..”
“Esatto..”
“E ora che facciamo..”
“Vado a parlargli io, Jared.”
“Audrey..”
“Dimmi”
“Niente, solo.. niente, lascia perdere..”
“D’accordo..”
Salii di sopra e bussai alla porta di Shannon, la trovai socchiusa, forse l’aveva lasciata così Jared prima, così entrai visto che Shannon non si decideva ad aprire, e lo trovai dormendo sul suo letto. Richiusi la porta e mi avvicinai:
“Shannon, sono Audrey..”
“Ehi..”
“Mi dispiace averti svegliato, ma.. avevo bisogno di parlarti.. ti va?”
Si portò un cuscino sulla faccia, come un bambino, ma io, ancora più bambina, sorrisi e glielo portai via.
“Non ho detto che non mi piaci. Ho detto semplicemente che non è il momento, non voglio illudere nessuno tantomeno te, e ne ho parlato anche con Jared..”
“Sa di ciò che è successo quindi?”
“Certo..”
“Cosa ha detto?”
“Niente, le stesse cose le ho dette ad entrambi, non mi piacciono i segreti, soprattutto se riguardano persone a me care come voi, cercate di capirmi, sono in mezzo a due fuochi.. e non voglio far si che scoppi.. ahm.. l’incendio!” mimavo l’incendio con le mani e sorridevo, cercavo di sdrammatizzare.
“Incredibile, ho appena ricevuto il primo due di picche da quando sono diventato una rockstar eppure sorrido, e sai perché?”
“Perché?”
“Perché sei diversa da tutte coloro che ho cercato di avere, sei un osso duro, e mi piace così..” mi accarezzò il viso e le labbra, sussultai.
Iniziò a nevicare, e la visione della neve, distolse la mia attenzione da Shannon. Mi alzai dal letto e andai verso la finestra..
“Hai visto? Nevica!” Dissi contenta.
“Cioccolata calda?”
“Si! Però la prendiamo insieme tutti e tre, come buoni coinquilini, in salotto, d’accordo?”
“Ci sto.. tanto prima o poi avremo occasione di prendercela da soli, la nostra cioccolata!” rideva.
“Shannon!!” mi misi a ridere anche io.
Pensavo che questo capitolo dello stare tra l’incudine e il martello per me fosse finito, e invece, mi sbagliavo di grosso.

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Capitolo 13
*** Snow and Love! ***


Mi scuso per l'attesa, ma fra scuola e impegni vari, non ho il tempo di mettermi a scrivere, poi diciamo che non è un periodo molto bello per la mia ispirazione, quindi, speriamo in una 'rinascita' in futuro. :)
Per ora, benvenuto al nuovo capitolo! Leggete e commentate, vi aspetto!
Baci.
SweetEchelon.



 
Capitolo 13

20 Dicembre 2007
-
Era quasi Natale, ormai Audrey si era ambientata a casa Leto, Jared stava sviluppando nuove idee per il CD e nacquero altre canzoni: ‘Vox Populi’, nata dal motivetto ideato da Audrey quella sera in sala con Shannon, e ‘Search and Destroy’, nata per uno sfogo di Jared, ormai arresosi all’idea di dover stare lontano da Audrey per non ferire il fratello, che, arresosi ...anche lui, cercava di essere sempre gentile nei suoi confronti e non farsi tentare dalla voglia di avvicinarsi a quella ragazza, che aveva preso molta confidenza con Tomo, il quale si era molto affezionato a quella specie di nipote, quella specie di figlia.

-Shannon
“Jared!! Attenzione con quel pino!!”
“Se ti spostassi potrei passare!!” diceva Jared portando con sé l’albero da preparare, che era due volte più grande di lui, e Audrey rideva di gusto.
“Ho io le decorazioni!! E anche le luci per esterno!!” rideva come una bambina e si attorcigliava in mezzo a tutti quei festoni e quella roba colorata.
“Si Audrey, ma saresti più utile qua, sai?!” rispose Jared.
“Aspetta, arrivo io! Audrey, tu segui noi e porta tutte le decorazioni con te!” risposi.
Andammo in salotto e sistemammo per bene quel benedetto albero. Audrey mi mise in testa uno di quei cappelli da Babbo Natale e fece lo stesso con Jared, mentre lei si posò sul viso un naso rosso di plastica.
Vederla così spensierata, così felice, mi fece capire che infondo era quello il nostro scopo, farla star tranquilla, farla sentire a casa, e ci eravamo riusciti, nonostante le peripezie.

-Audrey
“Fermi tutti!! Voglio una foto!! Siamo troppo belli!!” corsi a prendere la macchina fotografica e lasciai i due poveretti mentre cercavano di addobbare decentemente l’albero.
“In posa!” impostai la macchina con l’autoscatto e andai a sistemarmi in mezzo a Shannon e Jared, che sorridevano vedendomi così agitata!
“Cheeeeeese!” ripeterono con me a ruota, e ci fu lo scatto.
Riguardammo la foto e scoppiammo a ridere:
“Shannon, sembri l’elfo aiutante di Babbo Natale!” diceva Jared alludendo all’altezza del fratello.
Il maggiore dei fratelli sbuffò e incrociò le braccia al petto.
“Non dargli retta, è geloso perché a te il cappello rosso sta meglio!” dicevo ridendo.
“Sentito?? A me il cappello rosso sta meglio!” disse con me Shannon.
“E questa cos’è?? Una congiura?!?!” scherzava Jared.
“Può essere!” risposi mettendo le mani sui fianchi.
“Vediamo se riuscirai a complottare ancora dopo il solletico, Shannon, bloccale le mani!”
“No!! Shannon!! Ti prego!! Soffro il solletico davvero, non farlo!!”
‘Ma che stronzo!’ pensai mentre mi bloccava le mani dietro la schiena e Jared si apprestava a solleticarmi i fianchi, ridendo con me.
“Jared, Jared! Muoio, ti prego, basta!!” le lacrime per il troppo ridere mi umidificavano gli occhi.
Mi sentivo bene, sentivo il calore di una vera famiglia, dopo tanti, troppi anni.

-Jared
Vederla ridere era troppo, troppo bello. Era rasserenante vederla così a suo agio, e torturarla con piccoli scherzi o prese in giro, vedendola mettere il finto broncio, mi faceva rendere conto di tutta la sua dolcezza.
Mark aveva ragione, Audrey era fragile, Audrey era dolce, Audrey aveva solo sopportato troppo.
“Ti basta o ne vuoi ancora?!?!” dicevo torturandola ancora col solletico.
“Basta! Basta!” non ce la faceva nemmeno a parlare, così decisi di smetterla.
Andò a sedersi sul divano e diede piccoli colpi sul petto di Shannon, come per rimproverarlo mentre lui faceva la faccia da cucciolo innocente.
Sentii bussare alla porta e andai ad aprire:
“Chi è?”
“Babbo Natale!”
“Come scusa?!”
“Coglione, sono Tomo.”
“Ah!!” aprii e Tomo entrò andandosi ad appiccicare al camino in salotto, dove erano gli altri.
“Tomo!!” Audrey scattò dal divano e andò ad abbracciarlo e baciarlo, che dolci che erano.
“Ehi, è il nostro chitarrista quello, ci serve ancora, non consumarlo!!” disse Shannon.
“Sei geloso Shannon?!?!” rispose Audrey facendogli la linguaccia, tutti si misero a ridere.
“Come stai, tesoro?” chiedeva Tomo alla ragazza.
“Bene, però questi due energumeni prima mi stavano ammazzando col solletico, rimproverali!”
“Oh ragazzi.. ragazzi.. ma che immaturi che siete.. alla vostra età fate ancora queste cose? Non lo sapete che il solletico ormai è vecchio stile?!”
“Cosa?!” rispondemmo in coro.
“Ve lo faccio vedere io come ci si diverte, andiamo fuori!”
“Ma fa freddo!” si giustificò Shannon.
“Ascolta fratello, con tutto ciò che mangi le riserve per non morire assiderato ce le hai, quindi alza il culo e vieni fuori!”
“Ma.. ragazzi.. ditegli qualcosa!!”
“No no Shannon, Tomo ha ragione, su forza, vai a giocare con lui fuori!”
“Perché Audrey, tu non esci?”
“No Tomo, preferisco star qui, se prendo la febbre io qui poi succede il finimondo, la casa andrà sottosopra!”

-Audrey
“Non esco nemmeno io, altrimenti mi si screpola la pelle!” rispose Jared.
Tutti e tre lo guardammo senza parole, ad occhi sgranati, io mi misi a ridere.
“Buon divertimento!” disse a Shannon e Tomo, accompagnandoli all’uscita, e poco dopo li sentimmo mentre si prendevano a palle di neve, imprecando amichevolmente.
“Quei due sono peggio dei bambini!” disse la prima donna della situazione, che NON ero io.
“Si però pure tu non scherzi! ‘Mi si screpola la pelle!’ “ dissi facendogli il verso.
“Ho una pelle molto delicata signorina, non scherziamo!”
“Si certo, dai vieni, finiamo l’albero..” lo presi per mano istintivamente, e arrossii spudoratamente trascinandolo verso l’albero.
“Sei rossa..”
“Non è vero!” che bugiarda!
“Non le sai dire le bugie..”
Gli feci una smorfia e insieme finimmo l’albero, ogni tanto ci interrompevano sguardi complici, sfioramenti ‘casuali’ e sorrisi pieni di affetto.

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Capitolo 14
*** Did you ever love? ***


Bene bene, rieccoci con un nuovo capitolo, vedremo come si svolgono le cose.. :)
Lo so, sono una palla, aggiorno con lentezza, ma gli impegni sono tanti! ç_ç
Aspetto comunque le vostre recensioni, un bacio!
SweetEchelon




Capitolo 14

-Audrey
Dall’albero alle decorazioni per la casa. Non facevamo altro che scendere e salire dalle sedie per arrivare ad appendere tutto, poi, finite anche quelle, ci sedemmo distrutti entrambi sul divano, mentre gli altri due ancora si divertivano fuori in mezzo alla neve.
Chiusi gli occhi e poggiai la testa sulla spalla di Jared, come per cercare un cuscino. Ormai era tardi, e la stan...chezza iniziava a farsi sentire, come si fece sentire il braccio di Jared sulle mie spalle, mi avvolgeva e mi stringeva, poi le sue labbra sulla mia fronte.
“Sono stanca..” dissi.
“Lo so.. vuoi andare a letto?”
“No, voglio stare qui con voi..”
“Ma..”
“Sta’ zitto Jared!” lo ammonii dolcemente e sbadigliai.

-Jared
‘Si è addormentata..’ pensai dopo pochi minuti.
Respirava silenziosamente e i suoi capelli ricadevano sulla mia maglia, le sua mani sul mio petto, era di un’innocenza unica.
Decisi di portarla in camera sua, quindi la presi in braccio e salii al piano di sopra, aprii la porta, e una volta entrato, la adagiai sul letto e la coprii per bene, ma invece di andarmene, mi distesi di fianco a lei e la guardai dormire.
Il suo respiro leggero mi sfiorava la pelle e la sua mano che adagiava il dorso sul cuscino, sembrava volesse stringere qualcosa, così posai la mia mano sulla sua, che nel sonno strinse e portò a sé.
‘Non so fino a quando potrò resistere, Audrey.’ Pensai sinceramente.
Rimasi lì a guardarla teneramente per interi minuti.. fino a quando la sentii tossire, prima leggermente, poi con più decisione.
“Audrey.. tutto bene?” dissi senza contare che stava dormendo.
Iniziava a respirare in modo più pesante e sudava, ma non voleva svegliarsi, mi stavo preoccupando in modo serio.
“Audrey, Audrey, svegliati!” provai a darle dei leggeri schiaffetti sulle guance, ma niente, sembrava in una specie di crisi respiratoria, ansimava, non stava bene, e non sapevo perché, sembrava tutto normale mezz’ora prima!!
“L’asma.. l’asma..” sussurrava in uno stato di dormiveglia struggente.
“Audrey cazzo!! Non mi hai detto che soffrivi d’asma!! Cosa prendi di solito? Eh?” scattai in piedi ed entrai nel panico.
“C’è.. l’inalatore.. nel cassetto.. lì.. di fianco al letto.. presto Jared..” boccheggiava e parlava appena, mi affrettai a darle l’inalatore e sembrò calmarsi, quando si riprese, aprì gli occhi e si mise seduta, portò una mano al petto. Io mi sedetti di fianco a lei e la guardai con rimprovero:
“Audrey.. mi hai fatto spaventare, lo sai? Perché non mi hai detto che soffri d’asma, poteva andare peggio!!”
“Mi dispiace.. è solo che.. era molto tempo che non mi veniva un attacco.. non pensavo potesse accadere, per di più nel sonno.. ma tu, aspetta, tu eri qui.. mi hai portata in camera? Se non ci fossi stato tu..”
“Tranquilla, va tutto bene adesso, shht..” mi avvicinai e l’abbracciai in modo rassicurante, quella ragazza mi avrebbe fatto prendere un colpo, da un giorno all’altro.
“Grazie Jared, sono un guaio vivente, perdonami..” piangeva sulla mia maglia.
“No, no Audrey, non è vero.. ora stai tranquilla.. anzi, facciamo una cosa, ti va se dormo qui con te? Così sei più serena?”
“Come fai a dormire qui?”
“Sacco a pelo, mi metterò di fronte al letto, e sto qui con te, almeno per stanotte, ti va?”
“E Shannon?”
“Lo avviso io, sta’ tranquilla..”
Scesi al piano di sotto in cerca di Shannon e Tomo, che trovai seduti sul divano a bere birra.

-Audrey
“Mio Dio.. sarebbe stata questione di secondi..” sussurravo terrorizzata mentre portavo indietro i capelli, ancora con l’inalatore al mio fianco. Mi alzai e notai che Jared mi aveva coperta e mi aveva sistemato per bene il letto, che uomo.
‘Dovevo prevedere che sarebbe successo da un momento all’altro.. ne soffro da anni.. eppure non mi capitava da un po’..’ ero completamente paralizzata da quello che era successo. Aspettai guardando la neve cadere insistentemente fuori dalla finestra, sbadigliando, siccome ero stata svegliata bruscamente.
‘Cavolo, mi ha portata in braccio in camera.. e avevo detto che non volevo andare a letto, che bella figura..’
Mentre ripensavo, la porta si aprì e Jared tornò in camera mia.
“Cosa ha detto?”
“Gli ho detto semplicemente che non stai bene, e che stanotte ti faccio compagnia, Tomo ti porta i suoi saluti, non voleva disturbarti..”
“Che tesoro..”
“A letto signorina, non voglio prendere un altro schianto..”
“Jared..”
“Dimmi tutto”
“Grazie..”
Filai di nuovo a letto, ma il sonno ormai era svanito, lui era nel sacco a pelo e ci guardavamo in silenzio.
Gli dissi sussurrando: “Jared, hai mai amato?”
Lui chiuse gli occhi e li riaprì lentamente, mi guardò con sguardo arreso e mi rispose:
“Poche volte, si contano sulle dita delle mani, ma, sono finite tutte male.. ora sono impegnato solo con la mia carriera.. e tu, hai mai amato?”
“No, mai..”
“Dai, non ci credo..”
“Ti giuro che è così, da quando i miei non ci sono più ho rifiutato ogni tipo di amore, per paura che potessi perdere anche quello, e così mi sono sempre fermata all’amicizia..”
“Ti mancano?”
“Da morire..”
“Anche noi siamo la tua famiglia, Audrey, spero che questo ti aiuti..”
“Certo che mi aiuta, e ve ne sarò sempre grata..”
Mi sorrise e si strinse su se stesso:
“Cazzo.. si gela..”
“Vieni vicino a me”
“Cosa?”
“Non voglio che ti prenda un malanno.. e poi il letto è grande, possiamo starci entrambi..”
“Audrey.. non vorrei che..”
“Non succederà”

-Jared
Mi alzai e lasciai il sacco a pelo, andandomi a mettere in quel letto poco più piccolo di un matrimoniale, sotto le stesse coperte in cui era lei, poco distante da me, e continuavamo a guardarci.
Lei sorrise.
“Perché ridi?”
“Non rido, sorrido, è diverso!”
“ Ok, perché sorridi?”
“Perché è una situazione talmente strana..”
“Non dirlo a me, di solito quando sono in un letto con una donna, non mi fermo a guardarla e soprattutto non sono vestito!”
“Non ti fermi a guardarla.. vuol dire che mi stai guardando!”
“Eh ma anche tu però!”
“Non è vero!”
Scoppiammo a ridere entrambi e lei sistemò per bene la testa sul cuscino, più vicino a me, e i nostri respiri si fusero. Per un attimo restai immobilizzato a fissarle le labbra, poi salii sui suoi occhi.
“Devo dirti una cosa” si, dovevo dirglielo.
“Sarebbe?”
“Forse lo avevi già intuito, o forse è solo una mia illusione, però..”
“Parla..”
“Per me, sei molto più di una semplice amica, sei molto più di coinquilina, sei molto più di una sorella..”
“E allora, cosa pensi che sia?”
“Sei il mio Uragano.”
“Un.. un uragano?”
“Si, mi stai mettendo sottosopra tutti i piani, il mio carattere, e non so come gestire questa cosa. Si, Audrey, tu sei il mio Uragano.”
Restò a guardarmi con aria perplessa, e dopo pochi, sfiorò delicatamente le mie labbra con un leggero bacio e mi sorrise.
“Buonanotte Jared”
“Notte Drey..” le diedi la mano, e ci addormentammo.

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Capitolo 15
*** Him or me. ***


Zan Zaaaaan! Nuovo capitolo! Dai, stavolta non vi ho fatto aspettare! u.u
Hahahahaah, aspetto le vestre recensioni! :D
Un bacio.
SweetEchelon.




  Capitolo 15

-Shannon
Andai a letto incazzato nero. Audrey stava male e Jared dormiva con lei, cavolo, non è che mi desse fastidio.. o si? Insomma, non sapevo se fosse sincero o voleva solo dormirci insieme, fatto sta che mi aveva detto che avrebbe portato il sacco a pelo, e mi fidai della sua parola. Ma la cosa di cui mi preoccupai la mattina dopo fu prima di tutto la salute di Audrey, quindi, in... tarda mattinata, andai in camera sua ma prima di entrare bussai:
“Audrey? Jared?” Nessuna risposta, allora entrai.
‘Oh, cazzo..’ pensai. Erano praticamente sullo stesso letto e si tenevano le mani! Ma che cazzo!
Un colpo di tosse, due colpi di tosse.
La prima ad aprire gli occhi fu Audrey, che fissò prima Jared con un dolce sorriso, e poi, rendendosi conto che non erano soli e soprattutto che i colpi di tosse non erano di mio fratello, balzò in piedi e imbarazzata cercava di dirmi qualcosa..
“Vedo che stai meglio..”
“Ieri sera mi è venuta una crisi d’asma Shannon.. se non fosse stato per Jared sarei all’ospedale in sala rianimazione a quest’ora..”
“Si, ma non penso che dormire nello stesso letto era necessario..”
“Avrei dovuto lasciarlo davvero dormire nel sacco a pelo?! Si gela!”
“Bah.. fate come volete..” intanto Jared si svegliò, destato dalle nostre voci.
“Shannon.. che succede?” disse mezzo addormentato.
“Succede che sei mio fratello Jared, e ci eravamo ripromessi di mantenere la distanza di sicurezza con Audrey, visto che piace ad entrambi!”

-Audrey
Si, ok. Non ero imbarazzata, stavo solo morendo di vergogna.
“Shannon, calmati..”
“No che non mi calmo Audrey!”
“Bro, non penso sia il modo di parlare, datti una calmata, non è successo niente, te lo possiamo assicurare..”
“Jared, puntualmente hai tutte le ragazze che vuoi, nessuna mai ti ha detto ‘no’, ma per una volta che una ragazza mi interessa, perché non la lasci in pace?”
“Forse perché a me interessa da prima, e soprattutto, mi interessa di più.”
Detto questo, uscì furioso dalla stanza sbattendo la porta, io cercai di seguirlo, ma la presa di Shannon mi bloccò un braccio, e mi ritrovai a pochi centimetri dal suo viso.
“Audrey, ti voglio..”
“Shannon, non puoi chiedermelo, lo sai.”
“E allora temo che dovrai fare una scelta, Audrey.”
“Cosa?”
“Me o Jared. Prendi questa decisione, e mi metterò l’anima in pace, positiva o negativa che sia.”
“Shannon ma che stai dicendo?!”
“Sto semplicemente dicendo la realtà qual’ è..”
“Non voglio far star male nessuno dei due, voglio bene ad entrambi, diamine!” iniziai a far lacrimare gli occhi, ma prima che le lacrime potessero scorrere fino alle mie labbra, Shannon le bloccò con un bacio, ma non un bacio come quelli che avevo dato a Jared fino ad allora, un bacio passionale, un carezzarsi di lingue, un miscuglio fra il bene che gli volevo e l’odio per quella situazione, insomma, il bacio c’era, e c’era anche un sentimento, solo che dovevo scoprire qual’era.
Dovetti far forza per staccarmi, e solo quando ci guardammo negli occhi, capimmo che era stato un errore.
“Va’ da Jared..” mi disse consapevole di ciò che era successo.
“Io.. si, vado da Jared..” uscii dalla stanza e toccai con le dita le mie labbra, che erano state baciate da Shannon pochi secondi prima.
‘Mio Dio.. ho baciato Shannon..’ pensavo sconvolta.
Scesi le scale e andai in salotto, dove trovai Jared seduto sul divano, guardava fuori dalla finestra, aveva i gomiti poggiati sulle gambe e le mani chiuse a pugno sotto il mento.
“Cosa fai?” gli chiesi incrociando le braccia andandomi a sedere vicino a lui.
“Penso” mi rispose.
“Pensi..”
“Non possiamo continuare così Audrey..”
“Lo so.. e mi sento in colpa..”
“No, non è colpa tua..”
“Io però.. scelgo te..” dissi ripensando a ciò che aveva detto Shannon.
“Come?”
Mi resi conto di averlo detto davvero ad alta voce, e non potendo rimediare, mi limitai ad abbracciarlo e dargli un bacio sulla guancia.
“Niente.. lascia perdere.. ti voglio bene..”
“Anche io Audrey.. anche io..” ricambiò il bacio e l’abbraccio, scompigliandomi i capelli.

-Jared
‘Io però.. scelgo te..’ ripensavo a quelle parole mentre l’abbracciavo, e volevo saperne di più, ma per come stavano le cose, era meglio che non facessi niente, almeno per mantenere un minimo di tranquillità..
“Tra tre giorni è Natale..” le dissi guardando la neve.
“Tra quattro giorni è il tuo compleanno..”
La guardai molto sorpreso.
“Te lo ricordi!”
“Si, cioè.. non lo so.. me lo hai detto un giorno qualche tempo fa, se non sbaglio..”
“E tu te lo ricordi!”
“E allora?”
“Ma che dolce!”
“Smettila!”
“Non lo sei?”
“Neanche un po’!” reincrociò le braccia al petto e mi fece una smorfia, io l’abbracciai di nuovo e cercai di calmare anche la mia anima, che voleva gridarle qualcosa di profondo, qualcosa di mai detto..

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Capitolo 16
*** The tiger. ***


Salve a tutti! Eccomi con un nuovo capitolo, a mio avviso anche interessante! :D
Ringrazio tutti per le recensioni, è sempre stupendo riceverne! :') Aspetto altri vostri pensieri!
Un bacione.
SweetEchelon.



 
Capitolo 16

-Audrey
Dopo quella mattinata non proprio tranquilla, decisi di non restare per pranzo, ma di andare a fare un giro, e stare un po’ sola con me stessa.
Fuori faceva davvero freddo, quindi mi coprii per bene col cappotto grigio, il cappellino e la sciarpa, stivali alti, ed ero a posto.
... “Jared io esco!” gli dissi semplicemente.
“Dove vai?”
“A fare un giro.. non farò molto tardi..”
“D’accordo, a dopo!”
Uscii e girai un po’ per le strade colme di neve, con negozi illuminati dalle luci natalizie e tra la gente con buste piene di regali..
‘Cosa posso regalare ai ragazzi..’ mi misi a pensare.
Vidi un negozio di strumenti musicali e non esitai ad entrarci, in cerca di ispirazione, ma la mia attenzione fu catturata da un maxi poster in sala, dove era raffigurata una tigre, una bellissima tigre. Rimasi lì a fissarla per minuti, fino a che il commesso non mi chiamò:
“Signorina, posso esserle utile?”
“Eh? Cosa? No, io veramente stavo solo cercando di pensare ad un bel regalo per due musicisti..”
“E pensa che quel poster la possa aiutare?”
“Non saprei, ma è proprio bella..”
“Già, ha colpito anche me appena la vidi. Quella tigre è magnifica.”
“Sembra così docile..”
“Ah.. mai fermarsi alle apparenze. Le tigri e gli uomini sono la stessa cosa, visti da fuori sembrano tutti gatti addomesticabili, ma dentro, ruggiscono.”
‘Ma dentro, ruggiscono..’ pensai. “Potrei.. potrei fare una foto al suo poster?”
“Ma certo!”
Presi la mia macchina fotografica dalla borsa e scattai qualche foto al poster, poi ringraziai il commesso ed uscii entusiasta.
‘Infondo non è una cattiva idea..’ si, mi stavo convincendo che la mia idea poteva andare come regalo, e non solo per Natale, se gli altri fossero stati d’accordo.
‘Le tigri e gli uomini, dentro ruggiscono.’ Si, ne ero convinta.
Cercai di immaginare la stessa tigre del poster e il suo bel muso mentre ruggiva, così mi sedetti ad un tavolo in un locale, e tirai fuori dalla borsa i fogli e le matite. Ah, non ve l’ho detto? Disegnare è un mio hobby, e me la cavo abbastanza bene! Così iniziai a delineare il volto della tigre con un’espressione aggressiva e le sue zanne, fino a che non ebbi più o meno l’idea che la stessa tigre stesse pesantemente ruggendo.
Completai il tutto in mezz’ora, poi, la fame si fece sentire. Mangiai qualcosa nello stesso locale e dopo aver pagato, uscii di corsa in cerca di un posto dove poter completare la mia opera.
Mi sedetti su una panchina in un parco deserto, e chiunque mi avesse vista, avrebbe affermato che ero completamente pazza, con un gelo simile, mettermi seduta a disegnare. Ma era importante, ci tenevo, mi sentivo in dovere di farlo.
Guarda la foto, disegna, aggiusta, ridefinisci, cancella, disegna un’altra volta, precisa, la ruota si dilungò quasi fino alle 17:00, quando ormai il sole iniziava a calare, essendo in Inverno.
In mano, avevo il ritratto di quella tigre, in una versione aggressiva e combattiva, avevo in mano i miei sentimenti.
‘Cazzo.. ho i colori a casa..’ pensai rigirandolo e ammirandolo.
Ma poi, guardando l’ora sul cellulare, e soprattutto, guardando le chiamate dei ragazzi, mi resi conto che si erano preoccupati, dopo tutto avevo detto che non avrei fatto tardi..

-Jared
“Allora? Ha risposto?”
“No, diamine, non risponde! Ma dove s’è cacciata!” Shannon era agitato, e non potevo nasconderlo, lo ero anch’io.
“Io vado a cercarla..” basta, non potevo più aspettare.
“Jared, resta qui ad aspettarla, vado io..”
“Shannon..” non sapevo cosa dire, se bloccarlo o lasciarlo andare al posto mio, si voltò lentamente e mi rivolse il suo sguardo preoccupato.
“Shannon, fa’ una cosa.. se te la senti, vai in moto, farai prima rispetto a me con l’auto..” si, avevo fatto la scelta giusta, io mi fido di lui, è mio fratello.
Mi accennò un sorriso e venne ad abbracciarmi.
“Lo so che le vuoi bene, e che ci tieni, molto..” mi disse. “Qualunque sarà la sua scelta, sarà ok.”
‘Ancora con questo fatto della scelta?! Ma che mi sono perso??’ pensavo, ma non diedi molto peso a questo, c’era una ragazza da andare a recuperare per le strade di Los Angeles, dovevamo fare in fretta, ormai stava facendo buio.
“Sta’ attento Shannon!” gli dissi mentre sellava in moto.
“Non preoccuparti, te la riporto viva!” ironizzò, facendomi sorridere.

-Shannon
Si, ormai lo avevo capito. Si appartenevano, ed io, beh, potevo solo rassegnarmi.
Jared si sforzava per non dare a notare nulla, ma senza successo, e anche Audrey, non è che era indifferente, ma alla fine il problema era mio, loro facevano tutto questo per non far star male me, e non era giusto. Ero deciso a lasciare andare le cose per il loro corso, perché era giusto così.
Girai tutta la città fino a che, in un parco abbandonato, una figura che muoveva le mani freneticamente illuminata da un lampione, non catturò la mia attenzione. Riconobbi Audrey dai lunghi capelli, e tirai un sospiro di sollievo, stava bene.
Mi avvicinai con tutto il casco e quando la chiamai, non mi riconobbe, e infatti mi rispose:
“Scusa, non vedi che ho da fare?” non distoglieva gli occhi dai fogli che aveva in mano, ma a causa del casco non capivo cosa ci fosse sopra.
“No eh, Audrey, sono Shannon!”
“SHANNON!” si alzò in piedi e rimise tutto ciò che aveva in mano nella borsa, mi alzò la visiera del casco e mi guardò negli occhi.
“Mi hai fatto prendere uno spavento!! Perché sei conciato così?!”
“No, allora! TU hai fatto prendere uno spavento a noi, è da stamattina che non ci telefoni e non ci mandi un messaggio! E poi, sono conciato così perché sono venuto a cercarti in moto, ti pare?”
“Mi dispiace..”
“Forza, torniamo a casa, Jared ti aspetta..”
‘TI aspetta’ pura e semplice verità.

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Capitolo 17
*** Waiting for 25. ***


Nuovo capitolo, yeah! :D
L'ispirazione sembra che stia tornando, speriamo che duri! Tanto, la settimana straziante che dovevo affrontare, ormai è passata, e posso stare tranquilla! :)
Quindi aspetto le vostre recensioni, un bacio!
SweetEchelon.


 
Capitolo 17

-Jared
Ormai era tardi, ero seduto sul divano e non vedevo l’ombra né di Audrey né di Shannon, stavo impazzendo. Mi alzai e iniziai a camminare nervosamente avanti e indietro per il salotto, fino a che, l’aprirsi della porta, non mi fece scattare all’entrata.
“Siamo tornati!” La voce di Shannon rimbombò nella casa mentre Audrey toglieva il cappotto e mi veniva incontro.
... “Audrey!! Dio mio, si può sapere dove sei stata?? Eh?? Ti rendi conto che eravamo in pensiero? Sarebbe potuto succedere qualcosa! Avevi detto che non avresti fatto tardi!!”
“Jared.. Jared, ehi, sto bene!” cercava di rasserenarmi mostrandomi il suo sorriso, così mi calmai e tirai un profondo respiro.
“L’ho trovata seduta in un parco completamente isolato che disegnava!”
“Tu.. disegni?! Ma poi scusa, al buio?!”
“No ecco, avevo la luce del lampione che mi illuminava tutto, e poi si, disegno. Mi piace, è una delle cose che preferisco!”
“E cosa disegnavi?”
“Niente di particolare! Ora, se mi scusate, io vado a fare una doccia! Shannon, tu che te la cavi molto meglio in cucina rispetto a tuo fratello, vuoi preparare la cena? Ho una fame che mi divora, mi sono impegnata tanto nel disegno!”
“Certo.. e non sparire di nuovo eh!”
I due si misero a ridere e fecero sorridere anche me, meno male, almeno era andato tutto bene!

-Audrey
‘Non pensavo che Jared potesse stare tanto in pensiero, infondo non ha da preoccuparsi, so badare a me stessa, e il suo spaventarsi così tanto ha turbato anche me!’
Pensavo questo mentre mi recavo in camera mia, e quando fui sola, la prima cosa che feci fu nascondere per bene il disegno, che a breve avrei sicuramente completato. I ragazzi sarebbero stati contenti, lo sentivo, e quel disegno avrebbe potuto portare a qualcosa di bello, almeno quella era la mia idea.
Andai a fare una doccia e misi il mio bel pigiama caldo, tornai in cucina e Shannon era alle prese coi fornelli, mentre Jared guardava la TV in salotto. Andai a sedermi anche io, ma sull’altra sponda del divano, avevo timore di averlo fatto arrabbiare con le preoccupazioni che gli avevo dato. Ma cercai comunque di parlargli.
“Cosa guardi?”
“Niente di interessante..”
“Sei arrabbiato con me?”
“No..”
“Allora perché hai quella faccia?”
“Perché mi hai fatto preoccupare, diamine Audrey.. tu non puoi capire quanto sia stato in pensiero..”
“Ma Jared.. io ci so stare da sola.. non ti devi preoccupare se faccio un po’ di ritardo quando esco..”
“Non era un po’ di ritardo Audrey! Sei stata via tutto il giorno senza avvisarci mezza volta! Come mai non lo hai fatto?”
“Perché ero presa dal disegno..”
“Si può sapere come mai questo disegno ti ha presa così tanto?”
“Perché.. perché.. non lo so, anzi, non posso dirtelo!”
“Come? Da quando abbiamo segreti signorina?!”
“Non è un segreto!”
“Allora puoi dirmi cosa disegnavi!”
“No!”
“Tanto prima o poi lo scopro!”
“Sarò io a fartelo scoprire! Devi solo aspettare!”
“Non mi piace aspettare!”
“E allora?! Stavolta lo farai, e non ti dovrai nemmeno lamentare!”
“Cattiva..”
“Non direi!”
“Senti.. perché non vieni più vicino? Non ho mai mangiato persone in vita mia, non mangio nemmeno carne, quindi..”
“Posso?”
Mi fece spazio e poggiò la mano dove mi sarei dovuta sedere, così non me lo feci ripetere due volte e andai vicino a lui, gli sorrisi e lui fece lo stesso, fino a che non avvicinammo i nostri volti fino ad essere un soffio distanti, l’intenzione era quella di un bacio, ma quell’orologio svizzero di Shannon ci fece bloccare urlando:
“La cena è pronta!”
“Wow fratello.. tempismo perfetto..” disse scocciato Jared, mentre io scoppiavo a ridere.

-Shannon
A cena ne approfittammo per parlare dei progetti che avevamo in mente per Natale.
“Tu di solito come passi il Natale?” dissi ad Audrey.
“Di solito vado a trovare mia zia, non tutti gli anni però, preferisco stare sola e godermi la pace e la tranquillità..”
“Dove vive tua zia?”
“New York..”
“Capisco..”
“Ah, Shannon, secondo me quest’anno dovremmo organizzare una gran bella cena con la mamma, è tanto che non la vediamo!” disse Jared.
“Sono d’accordo!” affermai.
“E.. come pensate la prenderà vostra madre quando vi vedrà convivere con una sconosciuta?!”
“Non si fa questi problemi, le diremo semplicemente la verità, e lei si fida di noi, quindi, puoi stare tranquilla!” le disse mio fratello.
“Che imbarazzo.. non voglio nemmeno pensarci..” la ragazza era diventata rossa e aveva abbassato la testa.
“Eddai Audrey.. ci sarà anche Tomo! Lui lo conosci no?” cercava di metterla a suo agio.
“Ma infatti non ho problemi per Tomo o per voi, mi terrorizza vostra madre!”
“Nah.. ti piacerà,e tu piacerai a lei, andrete d’accordo!” intervenni io, convinto. Infondo era quello che pensavo!
Poi mio fratello mi rivolse la parola, su un argomento che già avevamo accennato nei giorni precedenti.
“Shannon, secondo te, cosa dovremmo regalare a questa bambina per Natale?”
“Non so Jared, l’idea che abbiamo avuto però non è male, non trovi?” volevo tenergli il gioco e vedere la reazione della ragazza.
“Oh si, piace molto anche a me.. e poi, la vedo proprio portata per farlo!”
“Fare cosa??” diceva Audrey cercando di capire ciò di cui stavamo parlando.
“Audrey, le sorprese non posso rivelarsi, altrimenti non sarebbero più sorprese, ti pare?” le dissi.
“Eddai, solo un indizio!”
“No!” disse Jared.
“Piccolo piccolo! Io a Natale vi mostrerò il mio disegno! Non potete dirmi proprio niente??” cercava a tutti i costi di tirarci le parole di bocca, ma noi, eravamo più forti.
“Assolutamente no!” Jared era muto come una tomba.
“Faremo questo ‘scambio’a Natale!” dissi sorridendo.
“Uff.. non è giusto però! Due contro una!”
“Ma se col caratterino che ti ritrovi vali per cento!” le dissi non potendomi trattenere dal ridere.
“Ma sono una dolce e innocente ragazza, andiamo, Jared!”
“Niente da fare Audrey, dovrai aspettare!” disse andandola a baciare sulla fronte.
“Che noia!” mise il broncio e incrociò le braccia al petto, mentre io e mio fratello continuavamo a prenderla in giro.
Mio Dio, non aspettavo Natale così felicemente da quando ero un bambino, e poi, l’idea per il regalo che avevamo avuto per Audrey, era grandiosa.

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Capitolo 18
*** Echelon. ***


Perdonatemi le assenze, ma il motivo è sempre lo stesso: scuola :S
Sono passata per aggiornare ma ora scappo subito, necessito di un bel po' di sonno u.u
Bacioni!
SweetEchelon.
 

Capitolo 18

-Jared
“Penso che questa possa andare!” dissi a mio fratello indicando lo strumento che avevo scelto.
“E’ molto bella, le piacerà..” annuiva convinto.
23 Dicembre 2007, ormai, eravamo vicini al grande giorno, io e Shannon uscimmo per prendere il regalo di Audrey, che nel frattempo, avevamo allontanato da casa organizzandole un’uscita con Tomo per la città. Così avremmo avuto tutto il tempo di nascondere il regalo e far finta di niente quando sarebbe tornata.
Prendemmo la custodia e lo strumento, e la facemmo impacchettare per bene, il risultato fu bellissimo. E da fuori, non si sarebbe mai visto che era una splendida chitarra.

-Audrey
“Tomo, raccontami un po’ bella band..” eravamo seduti in macchina, lui guidava e mi parlava, ma lo interruppi con questa domanda, perché non riuscivo più a contenere la mia curiosità.
“Cosa vorresti sapere?”
“Tutto, insomma, da te che la vivi, vorrei sapere tutto..”
“Jared e Shannon hanno sempre avuto questa passione, e quando li ho conosciuti, ero intenzionato ad entrare nella band a tutti i costi, ho fatto pazzie per farmi notare, ma alla fine il mio talento è stato riconosciuto ed eccomi qui, sono il chitarrista dei Thirty seconds to Mars!”
“Avete sfondato da subito?”
“Non direi.. il percorso è stato molto difficile, e lo è tutt’ora.. il primo disco non è stato inizialmente apprezzato molto, il secondo invece è andato molto meglio, fino a che non è stato apprezzato tutto un insieme di pezzi sia del primo che del secondo.. come per esempio ‘The kill’, o ‘From yesterday’, ma anche ‘Capricorn’ o ‘Attack’, ecco, diciamo che non sono stati i CD in sé per sé a farci conoscere, ma bensì determinati pezzi.. ma questo non è bastato..”
“Perché non è bastato? I CD hanno reso!”
“Non abbastanza..”
“Perché lo dici?”
“Abbiamo firmato un contratto con la casa discografica EMI per nove fottutissimi anni in cui dobbiamo produrre almeno sei album.. ma.. non ce la faremo, è umanamente impossibile Audrey, siamo nella merda più totale..”
“Lasciate questa casa discografica!”
“Penso che lo faremo.. ma sai quanti saranno i danni?”
“Posso immaginare..”
“Ed è per questo che vogliamo prima produrre il nuovo album e poi lasciare la casa discografica, siamo mentalmente preparati al peggio, soprattutto Jared, a causa di questa cosa è perennemente nervoso, si impegna, sta scrivendo mille e mille pezzi, anche Shannon lavora molto e anche io sto dando del mio meglio, stiamo producendo il quadruplo di quanto abbiamo prodotto per i primi due CD, e ci costa molto, ma se servirà ad uscire da questa situazione, ben venga lo sforzo..”
“Ce la farete Tomo, siete bravi, talentuosi, avete le carte in regola per affrontare questa situazione, io vedo che state lavorando, e se in nove anni non farete sei album, chissenefrega! Ne farete tre, ma siamo sicuri che li avete fatti con serietà e impegno, non sarà una roba commerciale come tutto ciò che gira ora sul mercato, voi siete diversi! Speciali! E sono sicura che con quest’ultimo lavoro, le cose andranno bene, le vendite impenneranno, la gente vi apprezzerà! A proposito.. i vostri fans hanno un nome?”
“Si!”
“Sarebbe?”
“Echelon”
“Echelon..” ripetevo affascinata quella parola e poi sorrisi al dolce Tomo.
“What's with the fascination with the Echelon, what's with the constant questions that you have this time..” mi canticchiava le parole di quella canzone che avevo già ascoltato, ma non mi avevano mai detto che portava il nome dei loro fans.
“Secondo me dovrebbero essere coinvolti anche loro in questo progetto, non trovi?”
“Gli Echelon? Si, Jared me ne ha parlato.. ma sai quanti sono?”
“Lo so, sono tanti, ma niente è impossibile!”
“E tu Audrey, tu ti senti una Echelon?”
“Sentirsi è differente da essere”
“Tu dimmi se ti senti una di noi..”
“Si, da quando vi ho ascoltati per la prima volta..”
“E allora lo sei, tu sei una Echelon. Una Echelon speciale, una di famiglia.”
Lo abbracciai con tutta la forza che avevo e gli schioccai un bacio sulla guancia.
“Siete la cosa più bella che mi sia capitata, vi voglio bene, grazie di tutto..”
“Fai piangere anche me così, ragazzina..”
“Piangi pure, tanto siamo solo noi..” infatti ci eravamo fermati in un parcheggio per parlare meglio.
Così ci abbandonammo alle lacrime, più di gioia che per altro.

-Shannon
“Hai chiamato la mamma?” chiesi a Jared.
“Certo! Domani sarà qui!”
“Speriamo vada d’accordo con Audrey..”
“Io ne sono sicuro Shannon! Lei è fantastica!”
“Il mio fratellino ha una cotta..”
“Non.. non ho una cotta..”
“Vivo insieme a te da abbastanza tempo per capire che lei ti piace!”
“E beh.. si.. si, mi piace molto.. contento??”
“Ora che finalmente lo hai detto si!”
“Però piace anche a te..”
“Non fa niente Jared, lei.. mostra una preferenza per te e mi va bene così, dovete essere felici voi!”
“Grazie Shannon, spero solo che le cose vadano bene..”
“Andranno benissimo! Ora nascondiamo la chitarra per bene, che Audrey sarebbe capace di mettere sotto sopra la casa per scoprire di che si tratta!”
Così portammo il regalo nella sala degli strumenti e cercammo di farlo mimetizzare in mezzo agli altri scatoloni coperti da teli bianchi e puliti.
“Qui non lo troverà mai!” Jared era soddisfatto.
“Ora però torniamo sopra, arriveranno a breve!”
Tornammo di sopra e nascondemmo tutto ciò che dava l’impressione di ‘spese’ e neanche un quarto d’ora dopo, Tomo e Audrey furono a casa.
La prima cosa che fece Audrey appena entrò fu trascinare con sé Tomo per mano e disse:
“Voglio un abbraccio di gruppo!”
“Come mai quest’attacco di coccolosità?!” dissi confuso.
“Zitto e abbracciamoci!”
Con un minimo di incertezza ci avvicinammo comunque e ci abbracciammo, la ragazza stringeva forte tutti noi, e la sentimmo singhiozzare.
“Audrey, che hai?” Jared le chiese asciugandole le lacrime.
“Niente, è solo che.. non so spiegarlo.. è tutto così diverso con voi, siete capaci di rendere tutto speciale e poi stamattina io e Tomo abbiamo parlato molto, so quello che avete passato, so in che situazione siete ora e so anche che non è facile, anzi, ma vi prometto che farò tutto il possibile per aiutarvi, voglio sdebitarmi per tutto ciò che state facendo per me, ragazzi..”
Jared la ascoltava annuendo cercando di farla tranquillizzare.
“Ma non devi piangere!” le dissi sorridendo.
“Ha fatto piangere anche me!” intervenne Tomo.
“Si.. l’ho fatto piangere.. perdonami!” disse Audrey sorridendo.
“Ma figurati.. anzi, sai cosa ti dico, ragazza?”
“Cosa?”
“Benvenuta nella Mars Crew!”
Le diede il cinque e ci fu un altro abbraccio di gruppo, ora, avevamo una nuova presenza in famiglia, una nuova Echelon.

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Capitolo 19
*** Like a mother, like a daughter. ***


Tornata con un altro capitolo, buon divertimento! :3
Baci.
SweetEchelon. 


Capitolo 19

-Audrey
Mattina del 24 Dicembre. Stavo dando gli ultimi ritocchi al disegno, e poi, quando ebbi finito, lo misi in una bustina trasparente, di quelle che si mettono nei raccoglitori, e infine, lo posizionai in un sottile foglio da regalo azzurro e oro.
Nascosi emozionata il disegno nel solito cassetto, e fui richiamata da Jared che entrò in camera mia e disse:
... “Audrey, è arrivata nostra madre, vieni, vorrebbe tanto conoscerti!”
“Di già?! E poi scusa.. le avete già detto che vivete con me? O meglio, che io vivo con voi.. aspetta, aspetta Jared, sono in tuta, permettimi almeno di darmi una sistemata!”
“Shhht, non preoccuparti, lei già sa tutto e l’ha presa bene! Muore dalla voglia di conoscerti! E chissene sbatte se sei in tuta! Non è mica un ballo!”
“Però vorrei..”
“Fallo per me” mi sorrise in una maniera irresistibile, così sbuffai e poi acconsentii abbastanza insicura.
Mi prese per mano e mi portò in salotto, dove sua madre era seduta sul divano a chiacchierare con Shannon e Tomo.
Ero terribilmente imbarazzata, chissà cosa avrebbe pensato quella bionda signora che intravedevo a poca distanza da me..
Jared provò ad attirare l’attenzione con un colpo di tosse ed io abbassai subito lo sguardo.
“Mamma! Lei è Audrey, l’amica di cui ti abbiamo parlato!”
Alzai a forza il viso e vidi la bionda signora alzarsi e venire verso di me col sorriso stampato in faccia, i suoi occhi erano grandi ed espressivi.
“Piacere, io sono.. Audrey..” allungai una mano e cercai di sorriderle, mostrando almeno un minimo di disinvoltura.
“Piacere mio tesoro, io sono Constance, Jared e Shannon mi hanno parlato tanto e soprattutto bene di te!”
Disse stringendomi la mano.
“Davvero?”
“Certo, e da quello che vedo sei anche molto carina, questo non me lo avevano detto!”
La buttai sul ridere e anche lei rise con me. Iniziavo a sentirmi più rilassata.
“Vieni cara, mi piacerebbe conoscerti meglio, andiamo in cucina! Che ne dici di preparare una grande cena per questa sera? Di sicuro facciamo meglio noi due che questi tre bambinoni!”
“Ecco Constance, io non vorrei sembrarle un’imbranata..”
“Dammi del tu, altrimenti mi fai sentire vecchia! E poi non mi sembri una sciocca, su, andiamo!”
“Se proprio vuol.. vuoi!” Mi sorrise e la seguii in cucina, mentre Jared, Shannon e Tomo restavano in salotto a guardarci sparire attraverso l’arco che metteva in comunicazione cucina e salotto.
“Jared mi ha detto che avevi timore di conoscermi, come mai cara?”
“Ecco vedi.. non è una cosa molto normale che due rockstar vivano con un’amica in casa, chiunque potrebbe pensare male, soprattutto una madre, non trovi?”
“Certo, hai ragione, ma per quanto i miei figli possano essere fuori di testa e senza controllo, quando hanno a cuore qualcuno fanno di tutto per proteggerlo e stargli vicino, questo è il tuo caso tesoro.. me ne sono accorta subito, ti vogliono molto bene.. non avrei mai potuto pensar male..”
“Lo so Constance, sono onorata di poter stare con loro, sono talmente buoni con me..”
“Raccontami un po’ di te, fino ad ora ho sentito solo le parole di Jared e Shannon!”
“Non ho una storia molto interessante..”
“Tutte le storie sono interessanti!”
Quella frase mi diede una sicurezza tale da sciogliermi completamente e così entrai in confidenza con quella specie di Madre, una sensazione che mi mancava ormai da tempo.
Iniziammo a parlare, ridere, e nel frattempo fummo capaci di preparare tutte le cose per quella grande sera, dolci, secondi piatti, insomma, una cosa in grande! Tanto grande che finimmo di preparare tutto alle 16:00.
“..E così sono stata costretta ad abbandonare il lavoro a locale, Jared e Shannon mi hanno ospitata qui e non ho potuto rifiutare..” concludevo il mio racconto mentre posavo un dolce in frigo.
“Ne hai passate tante tesoro.. mi dispiace per i tuoi genitori, per l’accaduto al locale, mi dispiace davvero tanto..”
“Non pensarci è la cosa migliore, e poi ora sono qui, circondata da tanto affetto, non potrei volere di più!”
“Spero avrai un futuro migliore, te lo meriti tutto, sei una ragazza splendida, magari i miei figli ne trovassero una simile, non mi sono mai piaciute del tutto le loro fidanzate!”
Feci una smorfia di soddisfazione ma diventai rossa e inclinai il capo, guardando a terra, ripensando a Jared.
Ci fu un attimo di silenzio, poi Constance lavò le sue delicate mani e una volta che le ebbe asciugate, mi accarezzò il viso che stava prendendo fuoco, mi fece voltare verso di lei e mi disse con un dolcissimo sorriso:
“E’ Jared, vero?”
Cercai di sviare il discorso, ma il suo solo sguardo mi fece arrendere e in un sussurro riuscii a risponderle: “Si..”
La bella signora mi abbracciò ridendo e tenendomi fra le sue braccia, mi disse:
“Lo immaginavo!”
“Mi considera una poco di buono ora?” le dissi preoccupata.
“Neanche per scherzo! Ti conosco solo da stamattina e ti sento già come una figlia!”
Mi sentii assolutamente sollevata, più il tempo passava e più io e la madre dei Leto andavamo d’accordo.
Quando finimmo, raggiungemmo gli altri in salotto, che giocavano con la play. Tomo faceva il tifo, una volta per Jared, una volta per Shannon. La scena era assolutamente comica.
“Ecco, vedi cosa intendo per bambinoni tesoro?! Rockstar dal cuore tenero.. hanno preso tutto dalla loro mamma!” disse rivolgendosi a me, che mi misi immancabilmente a ridere.
“Mamma!” la ammonirono in coro i fratelli.
“Ho solo detto la verità!” disse Constance con aria innocente.
C’era una bella armonia, decisamente si.
“Allora, facciamo che accompagno la mamma in albergo e Tomo a casa, così si preparano per questa sera e poi ci ritroviamo di nuovo tutti qui, li andrà a prendere poi Shannon!” disse Jared.
“Ma come, Constance non dorme qui?!” dissi triste.
“Audrey, vorrai scherzare! Sono una signora, ho bisogno dei miei spazi!” disse vanitosa Mamma Leto.
Le sorrisi gentilmente e Shannon disse:
“Io le avevo detto di restare qui, ma ha rifiutato in tutti i modi!”
“Shannon, amore, lo sai che ho bisogno di privacy!”
“TU sei la star di casa, altro che noi!” le rispose Shannon ridendo.
“Forza, tutti in macchina!” concluse Jared prendendo le chiavi dell’auto.
“A stasera Constance!”
“Ciao mamma!”
“A dopo Audrey, ciao Shannon!” così chiuse la porta ed io e Shannon rimanemmo soli.
“Vostra madre è fottutamente fantastica!”
“Lo sapevo che ci saresti andata d’accordo!”
“Beh.. allora io vado a prepararmi..”
“Staresti bene anche con uno straccio addosso, lo sai..” disse sorridendo.
Arrossii violentemente, ma per non far accorgere Shannon del mio rossore, salii le scale per andarmi a preparare.
Il vestito che avevo scelto per la cena, era un vero gioiello.

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Capitolo 20
*** OMG, you're so amazing! ***


In questo capitolo scopriremo se Audrey ha gusto nel vestire LOL :'D
No dai, a parte gli scherzi, secondo me è venuto benino, voi cosa ne pensate?? :)
Baci.
SweetEchelon.



  Capitolo 20

-Audrey
Mancavo solo io, tutti erano pronti, Shannon era andato a riprendere Tomo e Constance, dopo essersi preparato per bene.
‘Sai mamma? Ricordo che questo vestito ti faceva sentire tanto bella, lo mettevi per le occasioni speciali, grandi cene, feste, questo è l’abito con cui hai conquistato papà. Me lo ricordo bene, me lo dicevi sempre.
... E ora guardami, mamma. Sono una donna, indosso questo vestito, lo stesso che indossavi tu, forse non ho il tuo bel seno e non lo riempio bene, ma credimi, mi sento una principessa solo a guardarlo, perché ricordo la principessa che eri tu, mamma. Mi manchi tanto..’ era questo ciò a cui pensavo mentre prendevo il vestito dal mio armadio, ancora nella custodia pulita e profumata.
Era un vestito particolare, color rosa tenero, lungo fino alle ginocchia, e sulla gonna c’erano vari strati di stoffa morbida, che andavano da quel rosa tenero e man mano si confondevano col lilla, e sull’ultimo strato, di stoffa quasi trasparente, si vedevano tanti brillantini sparsi qua e là. Sulla vita una fascia di un rosa più scuro che aveva un piccolo fiocco sulla schiena, e non aveva spalline, infatti prima della fascia si trovava il corpetto ricoperto da tanti brillantini bianchi e rosa che facevano splendere il busto di chiunque lo indossasse. Insomma, era un bellissimo vestito. Mia mamma ne andava fiera, e ne vado fiera io.
Avevo addosso l’accappatoio e tra i capelli il turbante, al piede le pantofole morbide, mi dispiaceva lasciarle per un paio di tacchi vertiginosi, ma ahimè, non potevo certo presentarmi in pantofole alla cena.
Così presi l’intimo, presi il vestito, con il quale non avrei sentito sicuramente freddo perché c’era il camino acceso, per fortuna! Presi le mie belle scarpe col tacco, alte, bianche, eleganti. Indossai tutto e poi passai allo specchio: ‘Niente male però!’ pensai.
Ora dovevo solo truccarmi: naturale? Pesante? Come cavolo dovevo truccarmi?! Optai per il semplice.
Cipria, un tocco di colore agli zigomi, mascara, matita e un filo di ombretto chiarissimo. Rossetto, il più rosato che avevo.
I capelli li asciugai al naturale, sciolti morbidi sulle spalle, alzati solo da un lato con forcine del loro stesso colore, così da non potersi vedere.
Mi sentivo bella anch’io, mi sentivo come la mamma.
Profumo e via, ero pronta.
Mentre mi guardavo allo specchio cercando di dare le ultime aggiustate, non mi accorsi che ormai erano le 19:00 passate.
Qualcuno bussò alla mia porta.

-Jared
“Audrey, ehi, sono arrivati Shannon e gli alt.. Mio Dio.” Ok, si, senza parole? Decisamente.
Una bambola? Un angelo? Un sogno? Cos’era quella ragazza?
Splendeva in quell’abito meraviglioso che l’avvolgeva senza stringerla, la rendeva bellissima senza essere eccessivo.
“Sembra che non abbia mai visto una donna in vita tua, Jared..” mi disse accigliata.
Deglutii a fatica e mi ripresi scuotendo la testa, smettendo di fissarla da capo a piedi:
“No, ecco, solo che io non mi aspettavo di..”
“Di?”
“Vederti così..”
“Così come?”
“Così, bella.”
“Beh, da quel che vedo, anche tu non stai affatto male..”
Indossavo un completo nero elegante, giacca e pantalone, con una camicia bianca, senza cravatta né fiocco, non li sopporto proprio quei cosi.
Scarpe nere lucide e capelli perfettamente in ordine, avevo anche tolto la barba, a mamma ero sempre piaciuto così.
“Beh si, sono proprio un gran figo..”
“Jared!!”
“Cosa vuoi?! Dico la verità!”
“Che rottura, non ti si può fare un complimento che ti senti autorizzato ad autocelebrarti!”
“Eddai tesoro, scherzavo..”
Secondo me, la parola ‘tesoro’, la mise in imbarazzo, perché divenne rossa in volto, e sono sicuro che non era effetto del trucco. Era un rosso splendido, un rosso Audrey.
“Dicevi.. uhm.. dicevi che sono arrivati tutti?”
“S..si, sono arrivati tutti, ci aspettano di sotto..”
“Bene, allora andiamo, io sono pronta..”
“Permetti?”
Le diedi il braccio per essere gentiluomo, MAI fatto in vita mia, se non per le telecamere, in pubblico, e la maggior parte delle volte, anche controvoglia.
“Cosa devo fare? Morderlo?” Spiritosa la ragazza!
“Oh andiamo ragazza! E’ la prima volta che lo faccio di mia spontanea volontà, fammi fare almeno bella figura con mia madre!” Ero tremendamente travolto da un senso di cretinaggine, non lo avevo mai fatto, ma con lei, venne naturale.
“Mi scusi Signor Leto, non intendevo farla sfigurare!” Prese il mio braccio e mi guardò sorridendo, il suo profumo mi riempì i polmoni.
Cercai di avvicinarmi al suo volto per baciarla e intrappolare sulle mie labbra quel profumo, ma si allontanò dicendo:
“No, nono, poi il trucco si sbava, non ci provare!”
Si, ci rimasi dimmerda.
Tirai un lungo respiro e le sorrisi, sconfitto.
“Andiamo?”
“Certo”
Uscimmo dalla stanza e ci avvicinammo alle scale, scendemmo con calma e ci recammo in salotto, dove gli altri furono subito richiamati dalla nostra presenza.
“Dio, Audrey..” Shannon.
“Non ci posso credere..” Tomo.
“Tesoro, sei stupenda..” la mamma.
“Ehi ehi, e a me niente?!” Essere messo da parte non mi era mai piaciuto! Agli altri però poco importava, mi strapparono dal braccio Audrey e la spupazzarono per bene, complimenti di qua, abbracci di là, ero quasi geloso, una ragazza mi aveva rubato la scena! Ma siccome era Audrey, potevo permetterle questo ed altro.
“Però.. insomma, non sono l’unica messa a lucido qui!” Mi riprese il braccio e mi strattonò vicino a lei, sotto le risate di tutta la famiglia.
Ci recammo tutti in sala da pranzo e cenammo con calma, una portata dopo l’altra, in TV c’erano i soliti film natalizi, Constance parlava con Tomo e Shannon, e quest’ultimo, poco ascoltava i loro discorsi, perché era completamente preso da Audrey, me ne accorsi subito.
Ma Audrey era timida e stava al suo posto, che si sentisse fuori luogo? Chissà.
“Tutto bene?” le chiesi.
“Eh? Cosa? Sisi, certo..”
“Mi sembri strana..”
“No no, solo che, è tanto che non passavo una Vigilia così, capisci? Non ci ero più abituata..”
“Certo, capisco, vuoi che usciamo un po’ a prendere un po’ d’aria?”
“No, restiamo qui, infondo mi piace!”
“Eterna indecisa!”
“Già.. sono sicura di una cosa sola ora come ora, ma, lasciamo perdere, non mi sembra il momento adatto per dire certe cose!”
“No, ora me lo dici!”
“No!”
“Audrey!”
“Jared, fa finta che non abbia detto niente!”
“Ma tu mi lasci sempre sulle spine!”
“E non sai quante altre volte ancora lo farò!”
“Che ragazza cattiva..” le misi il broncio e scatenai la sua risata, la sua risata, che insieme a quelle della mia famiglia, mi tenne compagnia fino alla mezzanotte.

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Capitolo 21
*** Let her go. ***


Torno con un altro capitolo dopo giorni, scusatemi, sempre questione di studio!
Speriamo in bei commenti! Un bacio!
SweetEchelon.


 
Capitolo 21

-Jared
“Auguri a tutti!!” scattata la mezzanotte, tutti ci scambiammo gli auguri, tutti ci abbracciammo, e Audrey sembrava stare anche meglio.
Nel caos generale, la presi per mano mentre rideva e scherzava con tutti gli altri.
... “Andiamo, ti devo parlare.”
“Dove.. come mi devi parlare?”
“Si, dai vieni, prendi il cappotto e andiamo fuori..”
Fece come le avevo detto e fu da me entro qualche minuto, io l’aspettavo sul balcone del salotto.
“Perché siamo usciti? Cosa mi devi dire?”
“Non dovevo dirti niente, volevo solo stare con te.”
Si mise a ridere sarcasticamente.
“Tu mi hai fatto uscire fuori in mezzo al gelo a mezzanotte solo perché.. volevi stare solo con me?!”
“La verità? Si.”
“Ma che scemo!”
Si avvicinò alla ringhiera del balcone e si appoggiò come me.
“Il cielo è chiaro, si vedono le stelle..” le dissi.
“Già.. passeremo un Natale luminoso allora..” mi rispose.
“Anche se.. al mio fianco c’è qualcosa, o meglio, qualcuno di più luminoso..”
“Dove? Non vedo nessuno!”
“Scema..”
“Ma facevi così anche con le altre, Jared?”
“No!”
“Oh, che gentiluomo..”
“Riconoscilo!”
“Senza dubbio!”
“Ti amo.”
“Come??”
“Ti amo.”
“Non ci credo.”
“Vuoi una prova?”
“In che senso?”
“Te lo dimostro.” Finalmente glielo avevo detto, si, lo avevo confessato. Niente più mezzucci, niente più mezzi termini, solo la verità, ecco ciò che sentivo e che dovevo dirle: ‘Ti amo’. Una cosa tanto semplice quanto complicata, ma forse, la più bella da dire al Mondo. Dimostrarglielo? Come fare?
Andai a chiamare tutta la famiglia, Tomo compreso, e feci uscire fuori anche loro, in mezzo al gelo, così, come si trovavano.
“Jared! E’ successo qualcosa?? Come mai ci hai chiamati??” disse allarmata mia madre infreddolita.
“Nono, è tutto ok, ma resta qua, Shannon e Tomo, restate anche voi.”
“Si può sapere che succede??” disse Tomo preoccupato.
“Devo dirvi una cosa importante!” risposi emozionato.

-Shannon
Avevo capito tutto. Lo avrebbe detto a tutti, fra pochi istanti.
Già li vedo felici insieme, una grande squadra, oltre che una grande coppia.
Lei completa lui, lui completa lei, due pezzi dello stesso puzzle, ed io, era quello che non andava incastonato in quell’insieme, ma da una parte completamente diversa.
‘Ingoia questo boccone amaro e accettalo’ mi ripetevo.
Ma proprio non ce la facevo, non volevo sentire.
“Scusate, io vorrei andare a prendere qualcosa da mettere addosso, fa freddino!” la prima scusa che mi venne in mente.
“No, tu resti qui!” Grazie fratello, tu si che sai rendermi le cose più semplici!

-Audrey
‘Mi ama. Lo amo. Si, io lo amo!’
‘SHANNON’ pensai subito dopo.
Sicuramente era una cazzata quello che aveva detto, e se fosse stato per me, lo avrei lasciato andare per non fargli vivere tutto questo, ma Jared mi avrebbe strozzata! Non lo faceva con cattiveria, lo sapevamo tutti, ma questo feriva suo fratello, e feriva anche me.
“Jared, davvero, non mi sembra il caso.. cioè, proprio ora?” cercavo di mascherare l’eccitazione, per Shannon.
“Silenzio!” mi ammonì sorridendo.
‘Merda..’ pensavo.
“Allora..” iniziò a dire, “mamma, soprattutto con te ci tengo ad essere chiaro. Lo sai, non sono mai stato un ragazzo molto responsabile, ho una testa bacata e ciò che creo spesso non ha né un inizio né una fine, ma per me è speciale. Per me ha un senso. E tu mi hai sempre appoggiato in tutte le scelte che ho fatto, perché ti fidavi di me, e spero ti fidi tutt’ora, perché ho preso una scelta. Anche voi ragazzi, voglio che lo sappiate, non mi piacciono i segreti.”
In tutto questo, io ero dietro di lui, ancora vicino alle ringhiere.
“Audrey, vieni qui!” mi disse prendendomi per mano.
“Io, amo questa ragazza.” Disse così, dopo quella premessa, “e voglio che tutti lo sappiano. Amo questa ragazza e forse è una delle poche cose che ho fatto bene nella mia vita. Amare non mi è mai riuscito bene, se non con tutto ciò che riguarda la musica e la mia famiglia, ma stavolta, non sbaglierò. E sono sicuro di ciò che sto dicendo. Io ti amo.” Disse poi rivolgendosi a me.
Lo guardai stupefatta, contenta, e per un attimo le preoccupazioni scomparvero.
“Io..”
“Tu?”
“Sai quello che ho passato, per me la fiducia non è una cosa semplice. Io sto bene con tutti voi e voglio che non succeda niente che possa danneggiare l’unità del gruppo.. però, io.. sento, che di te posso fidarmi. Con te voglio provarci, perciò, posso dirtelo anche io: ti amo. Forse inconsciamente da quando ti ho conosciuto, Jared..” mi abbandonai nelle sue braccia e lo baciai teneramente, non riuscivo più a trattenermi.
Scoppiarono gli applausi, mamma Constance aveva le lacrime agli occhi, evidentemente ciò che le aveva detto Jared l’aveva colpita nel profondo. Tomo era un fuoco d’artificio, non conteneva la gioia, mentre Shannon, abbozzato un sorriso, mi guardava intensamente negli occhi cercando di autoconvincersi che era così che doveva andare.
Me ne accorsi, si, ma non potevo fare a meno di essere felice. Finalmente eravamo alla luce del Sole, finalmente eravamo un noi. E questo per me era importante.
Famigliola felice? Così sembrava.
Lo era? Molto probabilmente no.

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Capitolo 22
*** Nightmare. ***


Ritorno dall'oblio (?) con un altro capitolo! Enjoy! :3
Ovviamente sto cercando di non rendere la storia noiosa, chissà se quello che accade all'interno di questo capitolo aiuterà! ;)
A presto!
SweetEchelon.


 
Capitolo 22

-Jared
Tutti lo sapevano ora, e soprattutto, lo sapevo io.
A fine serata, sarà stato dopo le due, ognuno prese la via di casa. Io, Shannon e Audrey restammo soli in casa, ormai tutto era pulito e in ordine, ognuno aveva dato una mano, tutti eravamo stanchi.
“Che serata..” dissi sospirando.
“Lo dici a me?!” mi rispose Audrey ridendo.
“Ehi piccioncini, se disturbo me ne vado eh!” disse Shannon che era seduto con me sul divano.
“Ma dai, non dire sciocchezze, anzi, Buon Natale ragazzi.. domani mattina avrete una bella sorpresa!”
“Fidati, l’avrai anche tu..” io strizzai l’occhio a mio fratello e lui ricambiò, sorridendo ad Audrey.
“Bene, io allora mi ritiro, buonanotte!” disse lei.
“Buonanotte!” rispondemmo in coro.
Quando Audrey fu in camera sua, io e Shannon restammo per un po’ sul divano.
“Stai crollando Jared, va’ a dormire..” mi disse.
“No dai, sono solo un po’ stanco..”
“Oh si, assolutamente.”
“E va bene! Va bene!”
“Ah, Jared.. per il tuo compleanno cosa hai intenzione di fare?”
“Non so, magari una bella festa in qualche locale, lo affittiamo, invitiamo un po’ di gente.. roba così..”
“Buona idea, dormici su, avrai sicuramente le idee più chiare!”
“Vai a dormire anche tu?”
“Certo..”
“Allora buonanotte..”
“Notte!” e salii anche io in camera mia.

-Shannon
‘Dormire?! Chi, io? Col cavolo!’ Così dicendo, dopo aver salutato Jared, spensi si tutte le luci, ma uscii fuori in terrazzo e mi misi seduto comodo su una delle grandi sedie bianche di neve, con la mia calda coperta stile ‘nonno’ e la mia cioccolata calda, sacrosanta se non riuscivo a dormire.
Mi metto a pensare: Audrey, Jared, il disco, Jared, il disco, Audrey, Jared, il disco, Audrey.
‘Sto impazzendo!’ Si, decisamente.
Passò un’ora, il tempo, è proprio vero che vola..
All’improvviso sentii un rumore, le porte del balcone che si aprivano.
“Chi è?” Dissi, siccome era tutto buio e non vedevo niente.
“Shannon? Sei tu?” Audrey.
“Si!”
“Sc..scusa, non sapevo fossi qui, solo che non riuscivo a dormire e volevo prendere un po’ d’aria, gelida, ma pur sempre aria. No dai, scusami, ritorno dentro, ti lascio da solo..”
“Ma dai, vieni qua. Non mordo mica.. o forse si??” mi misi a ridere e lei rise con me.
“Sicuro che non do fastidio?”
“Certo, vieni..”
“Se insisti..” si sedette su di un’altra sedia con la sua coperta che l’avvolgeva.
“E così è ufficiale..” le dissi guardando il buio.
“Già..” mi rispose in un soffio.
“Sarò schietto, Audrey. Mi fa male. Non sai quanto.”
“Ecco perché non volevo che Jared lo dicesse stasera..”
“Chi se ne importa, tanto si sarebbe venuto a sapere comunque..”
“Ma almeno non questa sera, doveva essere tutto perfetto..”
“Per te lo è stato, no?”
“Ma per te no.”
“Chi importa qui sei tu, non di certo io..”
“Grazie..” mi disse prendendomi la mano.
Lasciai che i brividi mi salissero lungo la schiena e che una scarica di adrenalina mi andasse dritta al cervello, poi, cercai di cambiare discorso, siccome quello che avevo da dire su quell’argomento lo avevo detto.
“Jared per il suo compleanno vuole organizzare una festa in un locale, possiamo contare su di te?”
“Certo.. non mi aveva detto niente!”
“Si, infatti gliel’ho chiesto io poco fa..”
“Troverai una bell’accompagnatrice, vedrai!”
“Speriamo.. sigaretta?” le dissi offrendole una sigaretta dal mio pacchetto.
“No grazie, e non dovresti farlo nemmeno tu..”
“E’ Jared quello che canta, mica io!”
“Ma ti ci vuole comunque un bel fiato per suonare la batteria!”
“Quello non manca di certo!”
“Se lo dici tu!”
“Inizio a sentire freddo, meglio che vada, o mi ammalo.. buonanotte Shannon..”
“Notte Audrey!” e rientrò dentro, mentre io continuavo a fumare la mia sigaretta.

-Audrey
Andata a letto, tirai un lungo respiro e sorrisi stile ‘ebete’.
Decisi che il giorno dopo avrei consegnato il disegno ai ragazzi, e mi misi a fantasticare su ciò che avrebbero potuto dire. Si, l’emozione mi stava mangiando.
‘Il mio Jared..’ mi misi poi a pensare.
Era difficile rendersi conto di tutto ciò che era successo. All’inizio avevo notato Shannon, poi è arrivato lui, e poi il casino più totale. E pensare che nemmeno lo sopportavo. Però è stato testardo, ha tenuto duro ed è riuscito a salvarmi. Salvarmi dal buio. Salvarmi dallo schifo che mi circondava.
Mi sentivo sollevata per questo.
‘Non vedo l’ora di domani mattina, giuro..’ facevo rigirare nella mia mente queste parole, e tra un battito di ciglia lento e dolce, e un respiro tranquillo, finalmente presi sonno.
Un sogno, uno strano sogno.
Io, Shannon. Un foglio di carta con parole brutte, parole indeclinabili. Lacrime, tante lacrime. Il sogno finisce in un abbraccio soffocato.
Ho nello stesso sonno una scossa, elettricità che mi riporta alla vita.
“MIO DIO!!” mi sveglio urlando queste parole. Sudo, tremo, ma per fortuna, la porta è chiusa e nessuno mi ha sentito.
Che ore erano? Le 8:00 esatte del giorno di Natale.
Nella casa regnava il silenzio, evidentemente i ragazzi stavano ancora dormendo. Mi calmai, bevvi un bicchiere d’acqua e decisi di andare a svegliarli, ancora traumatizzata da quel sogno, che ovviamente, sarebbe rimasto segreto..

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Capitolo 23
*** Merry Christmas! ***


Nuovo capitolo! E' vero che non aggiorno molto spesso, però mi farebbe piacere vedere più recensioni, per regolarmi su come devo più o meno gestire la storia!!
Quindi, scrivetemi il vostro giudizio, io non mordo! :3
Baci!
SweetEchelon.


 

Capitolo 23

-Audrey
Fuori c’è neve, fa un freddo da cani, e la casa è ancora buia.
La prima cosa che faccio è andare ad accendere tutte le luci colorate sparse per casa e quelle dell’Albero, apro pian piano le tende del salotto e vado a prendere il disegno, che posiziono sotto l’albero, con un biglietto:
... ‘Ho sentito dire che le tigri sono come gli uomini. Spero che questo, vi possa aiutare.
Tanti auguri, ragazzi!
Con amore.
Audrey.’
Riguardo soddisfatta il biglietto e lo poggio sulla bustina sotto l’albero.
Salgo di nuovo per le scale e busso prima alla porta di Jared, poi a quella di Shannon.
Una volta, due volte, li torturo letteralmente. Scendo di corsa in salotto ancora in pigiama e una volta seduta con le gambe incrociate sul divano, mi metto a guardare l’albero. I due ragazzi mi raggiungono poco dopo, con due facce piene di stanchezza e occhi socchiusi. Scendono le scale tastando la ringhiera e sbadigliando. Li avevo proprio tirati fuori dal mondo dei sogni, per avere certe facce!
“Tanti auguri!!” dico loro battendo le mani.
Si siedono accanto a me e si riprendono:
“Tanti auguri Audrey!!” mi dice Jared con un bacio, poi anche Shannon mi abbraccia e mi da gli auguri.
“Come mai ci hai svegliati così presto?” mi chiede perplesso.
“Ecco, io non riuscivo a dormire e così, visto che è Natale, ho pensato di ‘condividere’ la mia eccitazione con voi!”
“Hai fatto bene, senza dubbio, Audrey.” Mi risponde ironicamente Shannon poggiandosi allo schienale del divano riprendendo sonno.
“No! Non ci pensare nemmeno!!” mi alzo dal divano e lo prendo per le mani cercando di tirarlo su con me, ma proprio non ce la faccio.
“Jared, mi daresti una mano?!” gli dico cercando di far alzare Shannon.
“Ma.. noi stavamo dormendo..” mi risponde sbadigliando.
“Siete due.. due.. due.. non lo so! Ma dovete svegliarvi, è la mattina di Natale!!”
Si decidono finalmente ad alzarsi e si guardano negli occhi.
“Beh? Che sono questi sguardi?” chiedo sorridendo.
“Niente, non vediamo l’ora di mostrarti il regalo Audrey!” mi dice Shannon incrociando le braccia al petto.
“A proposito, oggi è Natale, non credi di esserti dimenticata qualcosa?” mi dice Jared esplorando la stanza con lo sguardo.
“No, Jared, non mi sono dimenticata niente, tranquillo! Ecco, so che non è molto, però per me è importante, e.. oh, bando alle ciance, sotto l’albero troverete ciò che cercate!”
I due si precipitano sotto l’albero e Jared prende delicatamente la bustina mentre Shannon prende il biglietto, lo legge e mi sorride, e prima di aprire la busta, anche Jared lo legge, regalandomi uno dei suoi rari sorrisi.
“Lo apro?” mi chiede Jared.
“Se insisti!” gli dico ironicamente.
Scarta piano la busta e vedo che è incerto in certi tratti. Ma quando ha tra le mani il disegno, e lo guarda con Shannon, il silenzio tombale è palpabile in salotto, e riesco persino a sentire i loro respiri.
Le loro labbra si schiudono leggermente e Jared sposta convulsamente lo sguardo da un punto all’altro del foglio.
“Audrey..”
“Non ti piace? Se non ti piace non fa niente, cioè, posso sempre cambiare soggetto, oppure rinunciarci, non disegnavo da molto e quindi..”
“Zitta un attimo Audrey.” Mi dice continuando a guardare il disegno, poi sposta lo sguardo su di me.
“Allora?” chiedo.
“E’ fottutamente la cosa più bella che abbia visto in vita mia. Audrey, come cazzo hai fatto?” mi chiede.
“Bello è dire poco Audrey. Tu hai talento.” Mi dice Shannon prendendo fra le mani il disegno.
Chiudo gli occhi e sorrido, tiro un respiro profondo e torno a guardarli.
“Sono contenta che vi piaccia, sono stata subito rapita da quell’immagine, non potevo non disegnarla..”
“Hai fatto bene, e sai perché?” mi dice Jared.
“Perché?” domando.
“Perché questa sarà la copertina del nuovo album!” Mi dice adorante per poi sorridere al fratello, che è evidentemente d’accordo.
“Davvero?” Gli occhi sono spalancati e brillano, sono a bocca aperta.
“Assolutamente si. E lascia che ti ricambiamo. Seguici!” mi prende per mano mentre sono ancora sbalordita e mi trascina con Shannon nella sala dove ci sono gli strumenti.
Lui e il fratello prendono una grossa scatola colorata portandola fuori da teli enormi e me la piazzano davanti.
“Ecco. Questo è per te.” Mi dice Jared mostrandomi la scatola.
“Voglio vedere la tua faccia quando lo apri!” mi dice Shannon ridendo.
“Non ho idea di cosa sia, ma mi voglio fidare. Vediamo un po’!”
Inizio a scartare tutto, fino a che mi ritrovo davanti una custodia. Una custodia da chitarra.
Rispalanco di nuovo la bocca e alzo lo sguardo ai due fratelli, che se la ridono.
“Io non posso crederci..” dico toccando la custodia.
“Oh beh, aspetta di vedere cosa c’è dentro!” mi dice Shannon con l’occhiolino.
Apro lentamente la custodia deglutendo a fatica, e finalmente la vedo. Vedo quella che sarebbe stata la mia stupenda chitarra.
Una chitarra elettrica blu, ma un blu molto particolare, profondo come quello dell’Oceano, con l’interno bianco. Le corde erano perfette, ed era già tutto pronto, doveva solo essere usata, mi disse Jared.
“Peccato che io non so suonarla..” dissi poi abbassando lo sguardo.
“Abbiamo pensato anche a questo!” mi disse Shannon soddisfatto.
Lo guardai in attesa di una risposta, e lui mi rispose subito:
“Tomo! Non vede l’ora di insegnartelo!”
“Tomo.. Tomo lo farebbe per me?? Mi insegnerà a suonare?? Io devo ringraziarlo!” dissi lasciando la chitarra nella custodia e andando a prendere il cellulare per chiamare Tomo.
“Vieni subito a casa Tomo!” gli dissi, e poi riattaccai.
“Ora penserà che sia successo qualcosa!” disse Jared ridendo.
“Mio Dio ragazzi.. è uno splendore.. io non so cosa dire..” dissi mentre continuavo ad ammirare quel gioiello.
“Non devi dire niente, ci ringrazierai dimostrandoci di saperla suonare in futuro!”
“Lo farò, ve lo prometto!” risposi orgogliosa, e andai ad abbracciarli.
“Siamo una famiglia.. per voi questo e altro..” dissi con le lacrime agli occhi.

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Capitolo 24
*** 36, I'm sexy too! ***


Uno, due eee tre! Altro capitolo! Scusate come sempre per l'attesa! Aspetto i vostri commenti e i vostri pensieri, a presto! :D
Un bacio.
SweetEchelon.



Capitolo 24


-
Quel giorno per i ragazzi fu memorabile. Jared subito inviò il disegno alla casa discografica che accettò l’iniziativa per lavorare alla copertina dell’album, Audrey passò molto tempo con Tomo per imparare almeno le basi per suonare la chitarra, e Shannon la guardava con ammirazione mentre si impegnava con cuore e anima. Constance, quella sera, non potè fare a meno di commuoversi, e fu quasi orribile doversi già separare dai suoi bambini, un po’ cresciuti, ormai.

-Audrey
“Basta Audrey, non ce la faccio più, davvero!” Tomo ormai era esausto, era da quella mattina che mi dava lezioni di chitarra, ma io, non ero neanche un po’ stanca, e ne chiedevo sempre di più.
“Dai , solo un’altra volta!” proprio non riuscivo a smettere, mi impegnavo, e le basi ormai mi erano chiare.
“Così rischierai di farlo andare al manicomio!” mi avvertì Shannon ridendo del povero Tomo.
Accettai che era davvero stanco, infondo era Natale, e lui lo aveva passato con me a darmi lezioni di chitarra, non era un bellissimo regalo? Meglio ripagarlo concedendogli il meritato riposo.
“Mi dispiace Tomo, è solo che, questo strumento è.. wow..” dicevo in estasi mentre ammiravo la mia chitarra.
“Ti capisco, ma i chitarristi hanno anche bisogno di essere in forma per suonare bene, non preoccuparti, possiamo vederci quando vuoi, lo sai che per te sono sempre disponibile!” mi abbracciò e salutò i ragazzi.
“Ancora Buon Natale! A domani Jared! Sarà una grande festa!” disse salendo in auto.
“Ciao ciao!” rispondemmo in coro.
Ancora canticchiavo le canzoncine che Tomo mi aveva insegnato per la chitarra, tra cui qualcuna proprio della band. Tipo ‘The Fantasy’, di cui avevo imparato la teoria, ma nella pratica ero ancora una schiappa.
“Allora? Ti sei divertita?” mi chiese Jared mettendomi un braccio sulle spalle.
“Da morire!” risposi eccitata.
“Immagina che un giorno potresti supportarci in tour! Che ne dici?”
“Non illudermi!”
“Non ti illudo! E’ la verità!”
“Beh..se è così.. sappi che ce la metterò tutta!”

-Jared
La vedevo felice, spensierata. Quel regalo, aveva fatto colpo.
“Vuoi darle un nome?”
“A chi??” mi chiese guardandosi intorno.
“Alla chitarra!”
“Non ci avevo pensato a dire la verità..” disse guardandola.
Io avevo e ho tutt’ora un’ossessione per i nomi degli strumenti musicali. Dar loro nomi mi aiuta a identificarli, mi aiuta a relazionarmi con loro, ad essere un tutt’uno con loro. Poi, se si trattava delle mie due meravigliose chitarre, allora la cosa era d’obbligo. Quindi mi era venuto naturale chiederle del nome:
“Tutti i miei strumenti hanno un nome, sai?”
“Si, come le tue chitarre!”
“Ecco brava!”
“Però non so come chiamarla..” continuava a guardarsi intorno, continuava a pensare. Poi, ad un tratto, scattò verso me e mi sorrise:
“Cherry!” mi disse con un lampo negli occhi.
“Cherry!” ripetei contento.
“Ti piace?”
“Molto, complimenti!”
“La mia Cherry!”
“Molto presto ti affezionerai a lei come se fosse tua figlia, ne sono sicuro!”
“Non ne dubito guarda, è troppo bella..”
“Ora però va’ a letto, domani il sottoscritto qui invecchierà di un anno, e 36 anni non sono pochi!”
“Va bene, nonnino!” e corse di sopra ridacchiando, portando con sé Cherry nella sua custodia.

-Shannon
“Domani è il grande giorno!” dissi a Jared eccitato al massimo.
“Già.. sto crescendo..”
“Sbagliato, non stai crescendo, stai invecchiando!” ridevo senza pudore.
“Ehi, ma che stronzo!!”
“Oh fratellino, non te la prendere, non tutti invecchiano come me, in modo sexy!” si, amavo prenderlo in giro, lui che aveva una fissazione per l’apparire sempre appetibile.
Andammo a letto presto, siccome il giorno dopo avremmo dovuto prenotare il luogo per la festa, fare spese e preparare tutto, per non parlare poi di chiamare gente, amici, parenti, e tutto il resto. Purtroppo la mamma non ci sarebbe stata perché aveva degli impegni indeclinabili, e Jared si sarebbe dovuto accontentare degli auguri via telefono.

26 Dicembre 2007
-Audrey
Appena sveglia andai a bussare alla camera di Jared, volevo svegliarlo dolcemente. Bussai piano, e lui non rispose.
‘Ne approfitto..’ pensai.
Sgattaiolai in camera sua e come immaginavo, stava beatamente dormendo nel suo morbido letto.
Trovai uno spazietto dove infilarmi, e in due minuti, fui nel grande lettone con lui. Ovviamente, ghiro com’era, non si accorse di niente.
Presi ad accarezzargli i capelli, le guance, e lui ogni tanto sussultava, provocando il mio sorriso.
Gli sussurrai all’orecchio la canzoncina ‘tanti auguri a te’ e lui, spiccicato un tenero sorriso, si svegliò e mi strinse la mano.
“Che.. che fai eh? Ti appropri dei letti altrui?” mi disse dandomi un bacio.
“Se vuoi me ne vado!” dissi sorridendo.
“Non ci pensare nemmeno..” si portò sopra di me e iniziò a riempirmi di baci, su ogni angolo del viso.
“Guarda che è il tuo compleanno, mica il mio!”
“E allora? Questo per me è un BELLISSIMO compleanno, potessimo stare tutto il giorno così..”
Mi misi a ridere e ricambiai i suoi baci.
“Tanti auguri Jared Joseph Leto..”
“Grazie Audrey, ti amo..”
“Anche io, giuro..”
Si prospettava una giornata grandiosa.

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Capitolo 25
*** Shht, it's a secret! ***


Torno dopo un bel po' con un capitolo bello fresco! Spero non mi avete abbandonata ç_ç
Ho una salute abbastanza debole in questo periodo e non so ogni quanto potrò scrivere :\ Io però vi aspetto sempre eh! :3
Ciaociao!
SweetEchelon.



Capitolo 25

-Audrey
Jared quel giorno era particolarmente felice, glielo si leggeva negli occhi, e dopo aver ricevuto da tutti gli auguri, lui e Shannon iniziarono a fare telefonate su telefonate, mentre Tomo decideva per un bel posto dove organizzare la festa.
“Trovato qualcosa di interessante?” gli chiesi con in mano un caffè.
“Questo qui è molto bello, guarda: si chiama Paradise, in pratica è un Hotel a 5 stelle che organizza anche feste e roba del genere, con uno spazio a bordo piscina per l’aperitivo e una grande sala per la festa vera e propria. Grande, ben illuminata, con servizio per il buffet e le bibite, poi la torta possiamo ordinarla noi. Che ne dici? Prenoto?”
“Si! E’ stupendo! Lo dico a Jared!”
“No no! Shhht! Sarà la nostra sorpresa! Non deve sapere il posto, non deve sapere niente! Ora sai cosa facciamo? Ci rechiamo lì e organizziamo tutto, i festoni e tutto il resto lo prendo io, tu vestiti e sgattaiola nella mia macchina, passiamo da me e prendo tutto!”
“Si certo ma.. Shannon?”
“Shannon e io eravamo già d’accordo prima.. infatti dirà a tutti gli invitati di aspettare per sapere il luogo dove si svolgerà la festa, quindi, dobbiamo fare tutto noi ora! Ci stai?”
“Vado di sopra!”
Misi addosso una maglia lunga bianca e un paio di calze nere, scarpe comode e il solito cappotto con cappellino, quasi senza farmi notare uscii, ma proprio mentre stavo chiudendo la porta Jared mi bloccò e mi disse:
“Hei, dove vai?”
Tomo mi prese per un braccio e si giustificò dicendo:
“Andiamo a sbrigare delle commissioni, non stare in pensiero, ti chiamo io dopo magari!”
“Ciao!” riuscii a dire mentre Tomo chiudeva la porta per me.
“Pronta?” mi disse una volta in macchina.
“Andiamo!” risposi contenta.
Andammo a casa sua e lo aiutai a caricare tutti i festoni e le cose che sarebbero potute servire alla festa, tra cui casse per la musica e CD di vario tipo.
Fummo al Paradise entro un quarto d’ora.
“Tomo Milicevic, ho prenotato per una festa stasera, poco fa.” Disse presentandosi al padrone dell’Hotel che in quel momento passeggiava nella hall.
“Oh si, la prenotazione è arrivata e non ci sono problemi, avete richieste particolari per questa festa?”
“Ecco, questo mio amico deve compiere 36 anni, è il leader della nostra band, questa ragazza è la sua fidanzata, penso che potrà dirle qualcosa anche lei! Forza Audrey!”
Lo guardai perplessa e poi guardai il signore in giacca e cravatta:
“Ecco, io non so precisamente cosa dire.. solo.. deve essere una cosa non troppo elegante, anzi, piuttosto movimentata e allegra, con tanta musica, lui ha questa passione, quindi spero non sia un problema se l’Hotel stanotte farà un po’ di rumore, qui ci sono tutti i festoni, le casse, e tutto ciò che serve per addobbare .. ah, e poi, so che buffet e servizi vari sono già inclusi, ma vorrei che per la torta provvedessimo noi , è un problema?”
“No signorina. Non c’è problema, vorrei solo fissare un orario.”
Io e Tomo ci guardammo negli occhi e lui prese la parola:
“Penso che alle 21:30 vada bene. Alle 21:00 le faremo recapitare la torta, non si preoccupi. Le persone saranno circa una cinquantina, non vogliamo fare una cosa troppo in grande, quindi.. penso che vada bene”
“Certo, allora è tutto stabilito!”
Ci recammo dentro e Tomo prese la carta di credito. Lo fermai.
“Posso pagare io!” dissi tirando fuori la mia.
“Non ci pensare nemmeno!” mi disse.
“Allora facciamo a metà! Non è giusto che debba pagare solo tu!”
“Come potrei far pagare una donna? Non è galante!” mi ammonì dolcemente e saldò il conto col proprietario. Era tutto ok, bisognava solo aspettare per la grande sera.
Fummo di ritorno entro qualche ora, passammo tutti insieme il pomeriggio, poi Tomo dopo aver avvisato tutti gli invitati per il posto dove si sarebbe svolto la festa mentre io tenevo occupato Jared, tornò all’Hotel per vedere come andassero i preparativi sempre sotto bugia a Jared, che non capiva cosa stesse succedendo.
“Ragazzi.. siete decisamente troppo misteriosi.” Ci guardava con sospetto.
“Chi? Noi?” dicemmo prima che Tomo uscisse, in una risata.
“Si! E sapete cosa faccio? Io vado a sgranchirmi un po’ le gambe! Lascio la casa a te e a Shannon, cercate di non farla crollare a suon di batteria e chitarra, intesi?”
“Tranquillo, uomo di poca fede!”
Mi fece una smorfia e uscì. Quell’uomo era strano, anche nel giorno del suo compleanno, aveva bisogno della sua privacy, della sua solitudine, di stare con se stesso. Ma a me, piaceva così.
“Tu.. non hai intenzione di stare qua, vero?!” mi disse Shannon implorante.
“Assolutamente no!” risposi.

-Shannon
“Woooo!! Guarda questo!” Nessuno dei due aveva voglia di restare a casa, così decidemmo di uscire e comprare qualcosa di carino da mettere alla festa, io il mio abbigliamento lo avevo già scelto, Audrey invece ancora girava per trovare qualcosa che le piacesse, ed io avevo adocchiato qualcosa di perfetto.
“No Shannon, è eccessivo!”
“Non è vero!” era un vestitino nero, corto, con maniche lunghe larghissime sul braccio e strette sui polsi, per dare l’effetto ‘pipistrello’, e poi erano aperte avanti, andavano sciancate.
“Invece si!”
“Provalo almeno!” lo presi e glielo consegnai, lei sbuffò e andò in camerino a provarselo, insieme ad un paio di scarpe che potevano andare bene.
Tornò dopo 5 minuti, timida e insicura.
“Te l’avevo detto che era eccessivo! E poi questi non sono tacchi, sono trampoli!”
“Secondo me stai bene, e conoscendo i gusti di mio fratello, stasera gli farai perdere la testa!”
“L’ho fatto già, tesoro!” con aria snob mi sorrise e si guardò allo specchio, davanti a me.
Quell’abito e quelle scarpe mettevano in risalto le sue gambe lunghe e formose, il suo corpo curvilineo e poi il colore le stava stupendamente bene. Nero, che contrastava col verde dei suoi occhi. Una meraviglia.
“Non lo so…” si girava e rigirava allo specchio.
“Troppo tardi. Ho già pagato il tutto mentre ti cambiavi!”
“COME SCUSA?!”
Mi misi a ridere per la sua faccia. Era tra l’incredulo e l’arrabbiato, uno spettacolo!
“Non ho potuto resistere! Sapevo che avrebbe calzato a pennello!”
“Io.. non so come ringraziarti..” cedette alla fine.
“Mi ringrazierai stasera Audrey!” lei mi sorrise e andò a cambiarsi, mentre sospiravo pensando a quella notte, quella lunga notte che sarebbe arrivata fra poche ore.



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Capitolo 26
*** Surprise! ***


Gnè gnè ciao a tutti! :3 Rieccomi qui, col capitolo 26! Ok, non è un giorno particolarmente felice, ieri sera c'è stato il Mars300 (che non ho visto) e ciò vuol dire che abbiamo dovuto salutare i nostri eroi. Cioè, non prendiamoci in giro, io sono a pezzi.
Ho voluto portare un po' d'allegria con questo capitolo, e spero che strapperà un sorriso a tutti voi! Un bacio! :)
SweetEchelon.



Capitolo 26


-Jared
“Come sarebbe a dire?!” Tomo mi aveva portato al Paradise e non sapevo minimamente perché.
Cioè, non NEL Paradise, FUORI dal Paradise, a bordo piscina, da solo, e mi aveva mollato lì, e mentre cercavo di richiamarlo lui se ne sbatteva e continuava a camminare.
Mi ero preparato per bene, e quando lui mi vide mi prese praticamente con forza e mi portò lì, con tutti miei dubbi.
“Almeno dimmi se viene Audrey!” gli dissi.
“E’ un segreto! Fra poco capirai tutto!”
“Ma che cazzo..” si, non ci capivo niente.

-Audrey
“Finalmente sei tornato!” Tomo entrò dalla porta con in mano la torta.
“Voglio vederla!!” disse Shannon, così Tomo ce la mostrò.
Una torta alla frutta con crema a volontà con su scritto ‘Tanti Auguri JJ’ con glassa rossa.
“E’ bellissima!” mi misi a battere le mani.
Eravamo tutti pronti e lasciare Jared da solo al Paradise poco prima che la festa avesse inizio era proprio il nostro intento.
“Direi che ora possiamo andare!” Shannon mi prese sottobraccio e insieme ci recammo all’auto di Tomo, che messosi alla guida, mise in moto e partì.
Mancavano una manciata di minuti alle 21:00, era ancora presto, ma dovevamo far recapitare la torta lì proprio per le 21:00, per questo ci eravamo recati là prima.
Durante il viaggio fui assorta dai miei pensieri e tenni tutto il tempo lo sguardo fuori dal finestrino, mentre Shannon mi teneva la mano.
“Sei bellissima” mi disse sorridendo.
“Come? Oh.. grazie..” dissi arrossendo.
“Audrey, stai tranquilla, la serata andrà bene..”
“Come fai a sapere che sono preoccupata?”
“Te lo si legge in volto..”
“Non lo so, è come se avessi una strana sensazione, mah.. sarà meglio non pensarci..”
“Nah, è solo l’adrenalina, vedrai che poi ti diverti!”
“Lo spero!”
“Arrivati!” ci interruppe Tomo, che spense il motore e andò dentro con la torta ben impacchettata, poi dopo 5 minuti tornò dentro con noi e ci diede il via per scendere.
“E’ ancora a bordo piscina?!” gli chiese Shannon.
“Si, ha una faccia impagabile!” Tomo non tratteneva le risate.
“Voglio vederlo non resisto!” dissi anche io fra le risate.
Ci nascondemmo tutti e tre dietro un cespuglio e lo vedemmo a bordo piscina in un nervoso andirivieni mentre cercava disperatamente di rintracciare qualcuno col BB, la scena era fantastica!
“Penso sia il momento..” disse Tomo.
“Momento per cosa?” chiesi continuando a guardare Jared.
“Per questo!” Shannon mi diede uno spintone e anche se stavo per cadere, uscii fuori dal nascondiglio mentre loro se la davano a gambe verso l’entrata principale dell’Hotel e Jared si accorse della mia presenza.
“Uhm.. c.. ciao..” dissi imbarazzata.
“E’ una vostra idea, vero?” chiese venendomi ad abbracciare.
“Beh.. si..” risposi sorridendo.
“Siete tre matti..”
“Tre matti che ti amano, non lo dimenticare..”
“Mai!” e mi baciò.
“Vieni con me.. è ora di entrare..” sapevo che la sala si stava riempiendo di gente che aspettava solo il festeggiato, così lo condussi per mano all’interno senza timore, e al suo arrivo, fummo accolti da un fragoroso applauso.
“E grandioso!!” disse senza fiato.
“Grazie!” risposi soddisfatta. Lo baciai e lo lasciai agli ospiti che volevano averlo tutto per loro, e mi recai da Shannon, intento a parlare con un gruppo di amici, anche perché non vidi Tomo, o almeno non lo vidi a lungo, visto che era intento a chiacchierare con gente a caso su come fosse stato geniale nel scegliere il luogo della festa.
“E lei è la ragazza di mio fratello, Audrey! Ehi tesoro, allora, come ti sembra la festa?” mi accolse così nel gruppo.
“Oh.. sisi, è venuta proprio bene. E’ tutto fantastico! Piacere, io sono Audrey!” strinsi a tutti la mano.
“Loro sono Tim e Matt, hanno collaborato a lungo con noi e sono due persone straordinarie! Braxton, ma lo chiamiamo tutti Brax, oppure ‘orsacchiotto’, e poi Emma, l’assistente di Jared, ha una pazienza enorme, non è facile lavorare con mio fratello!” mi misi a ridere e le feci un’espressione di ‘solidarietà’ che lei ricambiò con un sorriso. Era proprio carina, bionda, con gli occhi chiari, esile, un po’ timida, ma dopo tutto, piacevole. I ragazzi erano tutti di bell’aspetto e simpatici, ma i miei occhi erano puntati su Jared, e mi dava quasi noia che tutte quelle persone, anche donne, lo abbracciassero e gli sorridessero come se fosse stato.. se fosse stato.. il loro uomo!
Congedai tutti con un saluto e tornai da Jared, mollato finalmente dalla presa di tutte quelle persone.
Mi avvicinai quasi cautamente e messe le mani dietro la schiena, gli chiesi allungandomi per baciarlo:
“Posso.. o è occupato?” con aria ironica.
“Signorina.. sono un uomo impegnato io! Con una ragazza fantastica.. con degli occhi fantastici.. con dei capelli fantastici.. con delle gambe fantastiche.. con delle labbra fantastiche..”
“E.. posso sapere come si chiama questa ragazza?”
“Non ricordo.. so sole ch è identica a lei, signorina..” e accolse il mio bacio portando le mani dietro la mia schiena.
Il momento di tenerezza fu sciolto dalla voce di Tomo che aveva preso in mano il microfono, in fondo alla sala.
“Uhm.. funziona? Si, si. Allora, ahm.. benvenuti!” tutti applaudirono e alcuni ridevano già.
“Prima di tutto.. vorrei ringraziarvi per essere venuti, come sapete, il nostro amico Jared oggi ha finito di spendere 36 anni della sua vita! Sei vecchio, amico!” tutti risero stavolta.
“In 36 anni una persona cambia.. –continuò a dire- e, può cambiare in peggio o in meglio. Io Jared lo conosco bene, e posso dire che lui è cambiato assolutamente in meglio. E’ una persona in continua evoluzione, geniale, e noi tutti lo apprezziamo per questo. Io.. vorrei dirgli che sono orgoglioso di poter lavorare con lui, perché è il leader che tutte le band dovrebbero avere. Anche se a volte è peggio di una donna mestruata!” qui scoppiarono risate davvero rumorose, e lo stesso Jared chinò il capo scuotendolo in una risata, poi tornò a guardarlo, col sorriso sulle labbra.
“Ti vogliamo bene Jared, e penso che.. anche Shannon voglia dire qualcosa..” un grosso applauso accompagnò Tomo tra gli invitati e accolse Shannon mentre prendeva il mocrofono.
“Beh.. –era in evidente imbarazzo- forse la mia opinione non vale più di tanto, siccome sono il fratello di quel piccolo grande uomo. Ma da fratello, posso dire che è il fratello migliore che avessi mai potuto desiderare. Siamo praticamente cresciuti uno indivisibile dall’altro, non abbiamo mai lasciato che niente distruggesse il nostro rapporto e ora siamo qui, uniti più che mai, nella vita privata, in quella sociale, in quella professionale.. e le cose vanno bene.. io non desidero altro, se non continuare su questa strada solo e unicamente se ho lui al mio fianco. Auguri Jared, ti voglio bene!” un altro grande applauso congedò Shannon che tornava anch’egli tra la folla, poi tutte le attenzioni furono rivolte a Jared, e tutti all’unisono gridarono: “Auguri!!”.

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Capitolo 27
*** Beast & The Harlot. ***


Nuovo capitolo! Enjoy! :3
Buaaaaaaaah, questo capitolo a mio avviso è molto carino, anzi, più che carino è ad alto livello di subbuglio ormonale. (?)
Perciò: LEGGETE CON CAUTELA :'D
Bacioni!
SweetEchelon.



Capitolo 27

-Jared
“Shannon, sei sgraziato come una papera!” la serata andava alla grande, ci stavamo scatenando con la musica a tutto volume e avevano messo anche alcuni nostri pezzi, certo, ballarli era praticamente impossibile, ma ognuno faceva del proprio meglio, solo che Shannon era nettamente negato.
Ballava con Audrey su un pezzo commerciale e movimentato, stile Rihanna, ma non aveva né coordinazione né delicatezza, era un fottuto e divertentissimo animale!
Audrey invece si muoveva sinuosa, passava dalle braccia di Tomo a quelle di mio fratello, e ogni tanto mi lanciava qualche occhiata per controllare che non mi spingessi troppo oltre con qualcuna delle invitate, ma non mi sarei mai permesso, avevo occhi solo per lei.

-Audrey 
“Ehi, Shannon, prova questa!” Allungai la birra a Shannon, dopo averne provata un bel po’, e lui la prese mandando giù tutto d’un sorso.
“Così soffochi!” dissi.
Lui scosse il capo come per mandar giù tutto e divenne rosso in viso:
“Mio Dio sembri un pagliaccio!! Tutto rosso!!” mi misi a ridere.
“Neanche tu scherzi eh, ne hai bevuta un bel po’!!”
“Non è vero!”
“Si che è vero!”
“No!”
“Barcolli già!”
“Andiamo, siamo intorno alla mezzanotte e già vuoi buttarmi giù Leto?!”
“No, dico solo quello che vedo!” misi il broncio e gli feci una linguaccia.

-Shannon
“Attenta!” la presi giusto in tempo prima che potesse perdere l’equilibrio.
“Sto bene! Sto bene!” sorrideva.
“Certo come no! Andiamo sull’attico a prendere un po’ d’aria va’!”
Avvisai Jared che Audrey era con me e poi andammo insieme sull’attico. Da lì c’era una vista spettacolare e le luci della città sembravano lucciole di mille colori e dimensioni. Mi sedetti a terra sull’asfalto nero e Audrey si stese poggiando la testa sulle mie gambe.
“Te l’avevo detto che non reggevi!”
“Oh.. Shannon.. sono solo un po’.. un po’..”
“Brilla?”
“No.. non brilla.. stanca, ecco si.. questi tacchi fanno male.. e poi.. mi gira un po’ la testa, ma non sono sbronza eh! Ho bevuto solo un po’ di birra!”
“Evidentemente non la reggi!”
“Ma l’hai bevuta anche tu!”
“Certo.. ma io sono giusto un po’ più grandicello di te.. MissNonMiSpaventaNulla”
“Non rompere il cazzo Shannon, anzi, raccontami una storia..”
“Cosa??”
“Dai, raccontami la storia!”
Ok, era fuori come un balcone. Ma ahimè.. mi toccava accontentarla, nelle condizioni in cui era.. speravo almeno che quell’aria fresca l’avrebbe aiutata a stare meglio e non dare i numeri.
“Oh.. una storia.. vediamo.. ahm.. allora.. c’era una volta..”
“No! Non va bene!”
“Come non va bene?!”
“Non lo voglio il c’era una volta..”
“Perché?”
“Perché le cose che iniziano con c’era una volta finiscono sempre col vissero felici e contenti e io a queste cose non ci credo..” disse fissando il cielo. Sentirla dire questa cosa da una parte mi sollevò, almeno non aveva perso la capacità di parlare bene, ma dall’altra parte mi rese triste,  mi dispiaceva che una ragazza così non credesse in tutte le belle cose che può riservare il futuro.
“Oh.. allora diciamo che.. ecco. Ci sono. Una volta, conobbi un re..”
“Come si chiamava?” mi chiese giocando con la mia maglietta.
“Si chiamava Shannon”
“Uh, come te!” disse ridendo.
“Esatto, e vedi.. lui e suo fratello il principe, si amavano incondizionatamente..”
“Come te e Jared!”
“Già.. una sera.. Shannon salvò una.. principessa, dalle grinfie di un mostro, in un bosco oscuro e rumoroso.”
“Ah si? E come si chiamava la principessa?”
“Si chiamava come te.”
“Oh..”
“Si, e lui si innamorò di lei. Cercava di farle notare che lui esisteva, che le voleva bene, che voleva averla con sé, ma la principessa sembrava non considerarlo..” presi un lungo respiro rendendomi conto che forse per le condizioni in cui era Audrey era inutile intraprendere quel discorso.
“E poi?”
“Perché non cambiamo storia?”
“No, voglio sentire questa.” Si mise a fare i capricci e fui costretto a continuare.
“… Ecco.. lei.. scappò via con suo fratello, e Shannon fu triste. Suo fratello continuò ad amarlo ovviamente, ma prima che la principessa andasse via con lui, litigarono a lungo.. e alla fine chi perse tutto fu proprio Shannon. Perse la presenza fondamentale di suo fratello, perse l’amore della principessa, e perse.. la felicità.. continuando però a sorridere per non far preoccupare tutti i sudditi del suo regno che gli volevano molto molto bene..”
“Mi dispiace tanto per Shannon..” disse tristemente.
“Anche a me..”
“Ma.. magari.. possiamo fare qualcosa per rimediare..”
“Come sarebbe a dire?” neanche il tempo di parlare che me la ritrovai a cavalconi su di me, con le mani sulle mie spalle e le gambe strette ai miei fianchi.
“No.. Audrey.. sei ubriaca, non sai quello che stai facendo..”
“Io.. voglio solo divertirmi un po’..” disse con una vocina acuta, e poi si mise a ridere.
“Ma Jared..”
“Shhht..” si alzò in piedi e tirò me per la maglietta, così mi alzai e lei cercò di condurmi di nuovo dentro, avevo capito quale fosse il suo intento, ma non sapevo cosa cazzo fare.
Una volta dentro, ci recammo alla Hall e Audrey chiese le chiavi per una stanza libera biascicando, lasciò la carta di credito sul bancone dicendo malamente che avrebbe sistemato le cose la mattina dopo, prese le chiavi e mi tirò sempre per la maglia fino alla stanza a lei data.
“Audrey, stiamo sbagliando tutto!”
“Non è vero!”
“Oh cazzo Audrey, non possiamo fare questo a Jared!”
Troppo tardi, quando aprì la porta mi spinse nella stanza e poi entrò lei, sbattendola rumorosamente.
Praticamente mi mise spalle al muro spingendomi con tutta la forza che aveva e poi iniziò a toccarmi, a sfiorarmi con le labbra, a impossessarsi non solo di me fisicamente, ma anche e soprattutto psicologicamente.
Mi baciò una volta per vedere la mia reazione, e dopo un primo impatto gelido, fui proprio io a portare avanti il rapporto, prendendola in braccio, portandola sul letto, dove nessuno dei due seppe più parlare, solo gemere e muoversi freneticamente per soddisfare la passione.
Infondo non era quello che volevo? Non volevo averla solo per me?
Passammo almeno un’ora così, fino a quando Audrey cedette e si addormentò. Io invece non riuscivo a chiudere occhio, mi sedetti sul letto e misi la testa fra le mani.
‘Che cazzo ho fatto..’ pensavo.
Non riuscivo a concepire pensieri sani o scuse plausibili, l’unica cosa che riuscivo a sussurrare, era: “Perdonami, Jared.”

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Capitolo 28
*** When your nightmare comes to life. ***


Tornata con un capitolo mooooolto importante per l'intera storia! ;)
Allora, vorrei fare un piccolo avviso a chi segue questa FF: io, per problemi di salute, non potrò scrivere per qualche giorno, siccome devo sottopormi ad un intervento e non avrò il pc con me per più o meno una settimana o poco più, quindi spero non vi dispiacerete se per un po' rimarrete a secco di capitoli D:
Spero solo di riprendermi presto e tornare a scrivere. Per ora, vi lascio con questo ventottesimo capitolo che spero sia di vostro gradimento :3
Aspetto recensioni e commenti, che sono sempre ben accetti! :)
Un abbraccio, see you sooooooooooooooooooon! (?) <3
SweetEchelon.



Capitolo 28


-Jared
‘Ma dove si sono cacciati..’ non trovavo più né Shannon né Audrey, e nessuno mi sapeva dire dove si trovavano.
Ormai la festa era volta al termine, e dopo la torta non avevo più visto né la mia ragazza né mio fratello. Avevo chiesto a Tomo di aiutarmi a cercarli e lui non se lo fece ripetere due volte, insieme ci eravamo messi in cerca dei ‘dispersi’.
Al limite della speranza, decisi di rivolgermi al consierge di turno,e nonostante fossero quasi le 3:00 lui non esitò a risponderci garbatamente:
“La signorina.. ecco.. l’ho vista poco fa prendere le chiavi di una stanza e ha lasciato qua la sua carta di credito, non penso fosse completamente sobria e.. con lei, c’era un uomo poco più alto e vestito bene come lei, forse..”
“Shannon..” sussurrai allibito.
Io e Tomo ci guardammo negli occhi e ciò che ne derivò fu l’unica soluzione possibile: era successo qualcosa.
“Che stanza hanno preso?” il consierge ci indicò gentilmente la stanza ed entrambi ci recammo su per le scale.

-Audrey
“La.. la mia.. testa..” aprii gli occhi con fatica, il mondo intorno a me girava, non riuscivo a mettere a fuoco niente, avevo come la sensazione di essere dolorante e pesante dappertutto, mi accorsi di essere svestita sotto le coperte e la cosa più grave: NON RICORDAVO MINIMAMENTE IL PERCHE’.
Non riuscivo a mettermi seduta, sarei crollata di nuovo, sicuramente. Così mi limitai a lamentarmi per i dolori allucinanti alla testa e chiamai il nome di Jared, ma non mi rispose lui, purtroppo.
“Spiacente, non sono Jared..”
“Shannon?”
“Esatto. Abbiamo fatto un casino Audrey.”
“Cosa?”
“Si! Abbiamo fatto sesso! Insieme! La notte del compleanno di Jared, di mio fratello, del TUO ragazzo!”
“COME?!” quasi divorata dall’impulso mi alzai e iniziai a tremare, allarmata.
“Eri ubriaca, tanto, ubriaca. E anche io avevo il mio.. però.. forse a differenza tua ero più cosciente..”
“Non è possibile! Non ci credo Shannon! Perché non mi hai fermata!!”
Lui si limitò a portare le mani tra i capelli e girovagare convulsamente per la stanza, finchè il bussare della porta ci mise in allerta. Ci guardammo con gli occhi sbarrati e io mi rimisi in fretta e furia i vestiti, mentre Shannon andava ad aprire.
“Chi è?”
“Sono tuo fratello!”
Shannon deglutì vistosamente e aprì la porta di colpo. L’espressione di Jared era.. forse non c’è un modo per descriverla.
“Posso sapere cosa è successo?”
“Noi.. noi..”
“Voi? Voi cosa Shannon?? Ti rendi conto di quello che hai fatto??”
“Posso spiegarti il motivo Jared, non ti incazzare!”
“Non voglio ascoltare una fottuta parola da te, e nemmeno da lei!” disse furioso indicandomi.
“Aspetta Jared, un solo secondo, fammi parlare!” tentai di dirgli.
“Non ci provare nemmeno!” ormai aveva perso il controllo e Tomo dovette tenerlo per un braccio, altrimenti molto probabilmente avrebbe menato il fratello.
“Ragazzi.. stiamo dando spettacolo ed è notte profonda.. calmatevi.” La voce di Tomo, profonda e seria, calmò le acque.
Jared respirò profondamente e scansò di botto Shannon, che si voltò nella sua direzione, mentre si avvicinava a me. Si avvicinò e fummo vicini, talmente vicini da sentire ognuno il cuore dell’altro, ma non batteva per amore, batteva per rabbia.
Ci guardammo intensamente negli occhi e tutti e due più volte fummo sul punto di dire qualcosa, ma nessuno ebbe il coraggio di parlare. Il suo sguardo era severo, autoritario, e una volta che mi umiliò con i soli occhi, si riallontanò per uscire dalla stanza:
“Mi hai deluso.” Mi disse solo questo, e poi sparì, seguito da Tomo, che era molto indeciso sul da farsi, ma per far si che Jared non facesse stronzate, decise di stare con lui.
Shannon chiuse la porta sbattendola tanto da farmi tremare, e poi abbassai la testa, iniziando a piangere.
“Sono una fottuta stronza..” dissi respirando a tratti.
“E’ colpa mia, avrei dovuto fermarti e invece sono stato al gioco, me ne sono approfittato. Vaffanculo, sono un disastro.”
“La colpa è di entrambi, inutile girarci intorno, ma nessuno dei due lo ha fatto perché lo sentiva. Questo è ovvio. E’ stato un gioco, solo questo. Ora dobbiamo farlo capire a Jared, perché io non voglio perderlo Shannon, spero che questo ti sia chiaro..”
“Certo, certo..”
“Torniamo a casa ora, cerchiamo di porre riparo a questo bordello.”

-Shannon
Riuscimmo a sistemare tutto il casino con il pagamento della notte in camera e tornammo a casa, ma Jared non c’era. Erano le 5:00 del mattino e non sapevo se mio fratello stesse bene, non avevo ricevuto nemmeno un messaggio da Tomo.
Per fortuna Audrey si catapultò in salotto con il cellulare in mano e mi avvisò che Tomo le aveva detto che Jared era con lui a casa sua e stava bene, ma non aveva intenzione di parlare con nessuno, tantomeno con noi due.
“Che.. che facciamo adesso..” chiese stringendosi su se stessa.
“Aspettiamo, è meglio così..”
“Io devo parlargli..”
“Non ora Audrey.”
“Non ora? Non ora! E quando eh? Quando smetterà di volermi bene??”
“Non basterà questo per fargli smettere di volerti bene Audrey, te lo assicuro..”
Sospirò e ricominciò a singhiozzare: “Io.. vado a dormire.”
“D’accordo..”
Lei tornò di sopra e io invece rimasi giù a pensare all’abnorme stronzata che avevo fatto, ma a furia di pensare, quel turbine di movimenti nella mia testa mi costrinse a chiudere gli occhi, e crollai sul divano.

-Audrey
Ero nervosa, e ansiosa. Non riuscivo a chiudere occhio, così presi la chitarra e iniziai a pizzicare note confuse, senza senso, come me.
Ma non potei prolungare questa triste parata a lungo perché un dolore al braccio sinistro mi impediva di tenere la chitarra in modo decente:
“Porca puttana.. nemmeno la chitarra posso suonare.. vaffanculo..” posai lo strumento sul letto e notai che la pelle del braccio sinistro era stranamente fredda. Lo toccai e sentii un leggero dolore, che man mano iniziò a bruciare, e il bruciore mi riportò a quella sera in cui venni violentata, a quell’ago, a quella paura.
No, non poteva essere. Dovevo togliermi quei pensieri dalla testa, un antidolorifico mi avrebbe fatto passare tutto, sicuramente.
Tornai di sotto, ormai erano le 7:00 passate e il sole già si vedeva in cielo, Shannon si era appena alzato dal divano e io frugavo preoccupata nei cassetti del salotto.
“Dove sono gli antidolorifici?” chiesi aprendo un cassetto in alto.
“Cos’hai?”
“Dimmi dove sono gli antidolorifici..” stavo iniziando a tremare di nuovo e sudavo freddo, non riuscivo a stare ferma.
“Audrey, che ti prende? Stai tremando!”

-Shannon
‘Ma che diavolo le prende..’ non la riconoscevo più! Non faceva altro che rovistare nei cassetti furiosamente, e non voleva dirmi cosa aveva!
Quando le dissi dove diamine stavano gli antidolorifici, si girò per andarli a prendere, ma quei cosi non potevano bastarle, lei stava male.
“Audrey, tu.. non stai bene, ti porto in ospedale..”
“No.. ora passa tutto..” si avviò verso le scale e io mi limitai a guardarla.
Quando sentii un tonfo e capii che era svenuta sul pavimento, caddi nel panico più totale.

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Capitolo 29
*** A beautiful lie. ***


 
Tornata dopo un'eternità *scansa coltelli e bombe* per continuare questa interminabile storia! :3
Siamo arrivati ad un punto molto importante, e anche abbastanza tragico, ma non vi dico nulla altrimenti non mi leggete il capitolo e.e
Io aspetto le vostre recensioni, e anche se mi stroncherete di insulti perchè non mi sono mossa prima, vi amo lo stesso! Sappiatelo! u.u
Bacioni.
SweetEchelon.




Capitolo 29

-Audrey
“Signorina.. è molto debole.. e la sua salute è cagionevole, abbiamo preso vari campioni del suo sangue e.. tra due giorni le faremo sapere. Nel frattempo, per favore, si riguardi.” Il medico mi stava assillando, ero solo svenuta, cavolo! Non ricordo molto.. giusto che avevo molto dolore al braccio e poi non ho visto più nulla.
Mi sono risvegliata in ospedale il pomeriggio dopo con Shannon al mio fianco, Jared non c’era. Il peggior incubo della mia vita. Senza lui, io non riuscivo a stare bene.
Mi avevano tirato del sangue e avevano detto che mi avrebbero fatto sapere dopo due giorni cosa c’era che non andava, anche perché avevo la febbre.
“Oh.. d’accordo.. allora a presto, arrivederci..” e presi la mia roba per andare via, mentre Shannon mi osservava:
“Come ti senti ora?” mi chiese.
“Meglio.. grazie.. ma.. Jared?”
“Non risponde..”
“D’accordo..”

-Jared
“Come va?” Mi chiese Tomo affettuosamente.
“Come vuoi che vada.. ti devo molto, grazie..”
“No.. non ti preoccupare, però.. penso che dovresti almeno parlarle.. o.. almeno parlare con Shannon, è tuo fratello Jared..”
“Questo lui non l’ha considerato però!”
“Erano entrambi sbronzi Jared, non puoi pretendere lucidità da due persone sbronze..”
“E allora avrebbero dovuto evitare la sbronza, non hanno scuse, Tomo!”
“Sta’ tranquillo..”

-
I due giorni passarono lentamente, come se il tempo non volesse andare avanti. Shannon e Audrey non facevano altro che cercare di rintracciare Jared, che metteva fuori posto il suo cellulare per non essere disturbato da nessuno, e stava a casa di Tomo, che lo aveva ospitato.
Audrey ebbe varie crisi di pianto e Shannon fece di tutto per farla calmare, lui le voleva bene, non sapeva che tipo di bene, ma qualsiasi esso era, gliene voleva davvero tanto. E anche lei gliene voleva, ma in quel momento, la lontananza da Jared, era per lei distruttiva, e non la faceva ragionare, non le faceva provare null’altro oltre la tristezza e la disperazione. Era arrivata al limite, e la sua salute non la aiutava di certo. La febbre non scendeva, il freddo era pungente e lei era costantemente imbottita di maglie e coperte, Shannon si prendeva cura di lei, e lei lo ringraziava con i pochi sorrisi che riusciva a fare, con quella poca felicità che era rimasta dei suoi occhi verdi.

-Audrey
“Venga dentro il mio studio, signorina.”
Presi per mano Shannon e lo condussi con me nello studio del medico, che armeggiava con vari fogli e ogni tanto ci guardava:
“Allora.. allora.. lei è?”
“Audrey Gregor”
“Gregor.. Gregor.. ah.. eccolo qui.” Lo vidi mentre prendeva in mano un foglio e lo rileggeva attentamente.
“Sedetevi pure, lei è?” chiese poi rivolto a Shannon.
“Sono il fratello del suo ragazzo.”
“Bene.. ascolti.. Signorina.. io, ecco, non so come dirglielo..” iniziavo a preoccuparmi. Schiusi leggermente le labbra e guardai Shannon con preoccupazione e lui fece lo stesso.
“Cosa c’è che non va?” chiesi.
“Abbiamo fatto le analisi più di una volta e ricontrollato i campioni.. ma, mi dispiace, Signorina, lei.. ha un tumore.”
Il vuoto. Ero caduta nel vuoto. Non percepivo più nulla di ciò che mi stava intorno, e non esisteva più nulla. Né Shannon, né il medico, né la stanza in cui quella scena orribile si stava consumando.
‘Quel sogno..’ solo questo riuscivo a pensare. Quel sogno, quello di qualche giorno prima, quello che avrebbe dovuto mettermi in guardia, quello a cui non ho pensato prima.
Senza che me accorgessi, il viso si era già inzuppato di lacrime e la braccia di Shannon mi avevano avvolta nell’unica morsa che poteva darmi speranza in quel momento.
“Mi dispiace.. mi dispiace..” continuava a sussurrarmi, mentre il medico, immobile, aspettava che mi riprendessi.
“Io.. non può essere..” riuscivo solo a dire tra le lacrime.
“Vi.. vi lascio soli.. ci metteremo d’accordo poi per le terapie..” il medico lasciò lo studio e noi due fummo effettivamente soli.
“Ecco perché mi faceva male il braccio.. e la febbre..”
“Non ci devi pensare Audrey. Noi.. combatteremo insieme, e anche Jared ci aiuterà. Siamo una famiglia.”
“Io..  ho paura.. non voglio morire Shannon..”
“Tu non morirai Audrey!!”
Una bugia, era una bellissima bugia.

-Shannon
Quando tornammo a casa, eravamo completamente sconvolti, Audrey soprattutto, naturalmente non ci saremmo mai aspettati una notizia simile, e quando ne fummo a conoscenza, nulla fu più in grado di farci sorridere.
“Audrey.. resta qui.. io esco un attimo..”
“Dove vai?”
“Non importa..”
“Torna presto, per favore..”
“Certo..”
Jared. Lui doveva tornare da lei, lui doveva ascoltarla, la doveva aiutare. Era l’unico antidoto, anche se momentaneo, alla sua malattia, e non avrebbe potuto rifiutarsi, dato le sue condizioni.
Salii in moto e mi avviai a casa di Tomo, dove bussai alla porta rumorosamente:
“Chi è?”
“Apri questa cazzo di porta!!” ero spazientito, arrabbiato.
“Shannon!” Tomo aprì sconcertato.
“Jared??”
“E’..” non lo lasciai finire, con il casco in mano mi fiondai dentro e lo trovai in salotto, seduto sul divano.
“Tu. La ami?”
Si alzò tranquillamente e mi guardò.
“Perché me lo chiedi?”
“Rispondimi.”
“La amavo.”
“Sei sicuro di quello che dici, Jared? Non la ami più perché a causa di una sbronza siamo stati insieme??”
“E’ tutta colpa vostra, Shannon.”
“E’ malata, Jared.”
“Cosa?”
“Non ha un’influenza o un comune raffreddore, lei è malata, sul serio.”
“Shannon mi stai facendo preoccupare..”
“Ah si? Preoccupati davvero, perché Audrey ha un tumore.”
Lo guardai con severità e lo insultai col solo sguardo, poi senza nemmeno salutare Tomo, uscii di casa e montai per tornare a casa. Io avevo fatto il mio dovere. Ora stava a lui decidere cosa cazzo fare.

-Jared
“Ha detto che è malata.. un tumore..” guardavo Tomo con aria confusa, cercavo di capire se avessi inteso male ciò che Shannon aveva detto, ma era stato chiaro e conciso. Audrey aveva un tumore e io non ero con lei.
“Andiamo a casa Tomo, subito.”
Salimmo in auto e sfrecciammo verso casa, fui silenzioso per tutto il viaggio, cercando di scacciare tutti i brutti pensieri dalla mia mente, mentre Tomo aveva un’espressione seria, che rifletteva su come fosse possibile che stesse accadendo tutto quel gran casino.
Arrivati a casa, mi catapultai dentro. Tomo mi seguiva. Mi diressi in salotto, e Shannon era seduto sul divano con Audrey, che piangeva. Alla mia vista, entrambi si voltarono verso di me, e Audrey mi sembrava addirittura spaventata.
Era come se in quel momento ci fossimo solo io e lei in quella stanza, e ci guardammo dritti negli occhi per infiniti secondi, sotto gli sguardi attenti di Tomo e Shannon.
‘Tu non puoi lasciarla. Lei ha bisogno di te.’ Pensavo questo, e così, senza parlare, spalancai le braccia formando un largo spazio che lei in uno scatto riempì, insieme ai suoi problemi, insieme alla sua innocenza, insieme a tutti quei mali, che non meritava. E la sentii piangere, la sentii piangere forte.
“Mi dispiace! Mi dispiace Jared!! Te lo giuro!!” Piangeva, tanto da non respirare. E sentivo anche i miei occhi pungere, il naso pizzicava, e mi accorsi che stavo piangendo anche io.
“Sono stato uno stronzo, non sono stato con te, è stato Shannon a dirmi tutto.. mi dispiace Audrey.. non piangere.. ti prego..”
“Resta con me Jared. Non andartene più, io.. ti amo!”
“Ti amo anche io. Non me ne vado più Audrey.. sempre con te.. per sempre..”
“Non potrà esserci un per sempre Jared..” la sua voce aveva un tono di sconfitta.
“E invece ci sarà. Te lo prometto.”

Le avevo promesso la vita. E avevo intenzione di dargliela.

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Capitolo 30
*** This is war. ***


Questa volta sono stata brava! Ho aggiornato presto! v.v  *fa le fusa*
Vedremo in questo capitolo (come già avrete capito) la creazione di una canzone a noi molto cara, e che dire.. spero vi piaccia la mia idea, il mio modo di immaginarmi la sua nascita! :)
Un abbraccio.
SweetEchelon.




Capitolo 30

-Audrey
Era passata già una settimana da quando avevamo avuto la notizia. L’anno nuovo era iniziato nel peggiore dei modi, non ci fu proprio nulla da festeggiare, anche se non rinunciammo a stare bene, per quel che si poteva. Quel giorno iniziai con le terapie, Jared era sempre con me e mentre io ero dentro con il medico, lui doveva restare fuori, e cercava di distrarsi, di non pensare a tutto il male che ci circondava, lui scriveva.
Mi aveva detto che mentre era da Tomo aveva scritto un nuovo pezzo, ‘Hurricane’ si chiamava. E lo aveva finito proprio il giorno in cui avevo iniziato con le varie cure.
Da quando eravamo venuti a conoscenza del mio tumore, non ne avevamo parlato nemmeno una volta. Tutti noi cercavamo di sviare il discorso, in un modo o nell’altro, per non guardare in faccia alla realtà.
Quella sera, di ritorno dall’ospedale, il viaggio in macchina fu silenzioso. Io ero assorta nei miei pensieri col mio mp3, Jared guidava ed era concentrato sulla strada:
“Questa sera.. ti andrebbe di ascoltare Hurricane? Ho ideato anche la melodia.. certo, sempre se ti va..”
Tolsi le cuffiette e gli rivolsi un sorriso dolce..
“Certo che mi va!” gli risposi.
Mi strinse la mano e poi tornò a guidare, quando fummo a casa salutammo Shannon che aspettava il nostro ritorno per uscire, e ci accomodammo sul divano, con in mano le rispettive chitarre, e aspettai che iniziasse a cantare:
“Tell me would you kill, to save your life?
Tell me would you kill, to prove you’re right? Crash.. crash..
Burn, let it all burn..
This Hurricane’s chasing us all underground..”
Questo pezzo della canzone, ovvero il ritornello, mi colpiva ogni volta che lo ascoltavo. Era così.. crudo, reale, forte. Mi faceva pensare, mi faceva riflettere.
Imitai con la mia il suono della sua chitarra, così da creare un fantastico duo di suoni e quando ricordavo le parole, anche di voci. A fine canzone, chiusi gli occhi e sorrisi.
“Ti.. ti piace?”
“E’ meravigliosa.”
“L’ho scritta quando..”
“Lo so, tranquillo..” si, sapevo che l’aveva scritta subito dopo aver trovato me e Shannon insieme, l’avevo intuito. Quel testo lasciava trasparire tutto ciò che provava.
“Il titolo.. deriva.. dalla prima volta che.. siamo stati.. vicini.. te lo ricordi?”
“Certo..”
“Ti amo”
“Anche io..” dissi così, e poggiai la testa sulle sue gambe, unendo le mani a mo’ di pugno e portandole davanti alla bocca, le braccia ferme sul petto, come per scudo. Rannicchiai le gambe e tenni gli occhi aperti, fissi nel vuoto, come a pensare a qualcosa di astratto.
“E’.. una guerra.” Dissi di punto in bianco.
“In che senso?” mi chiese Jared iniziando ad accarezzarmi i capelli.
“Tutto è una guerra.. ogni giorno lo è.. solo che la maggior parte delle volte riusciamo a vincerla e perciò non ci rendiamo conto, ma.. pensaci bene, lottiamo per ogni cosa che vogliamo, lottiamo per andare avanti.. anche se col minimo sforzo.. e me ne rendo conto solo ora. Non davo peso all’importanza dei singoli momenti prima, ora invece.. tutto mi sembra un miracolo.. una guerra vinta, anche il solo aprire gli occhi e vedere la luce del Sole..” bisbigliavo e sorridevo, mentre le lacrime iniziavano a scendere, senza rompere la mia voce e senza mostrarsi a Jared.
“Questa situazione.. questa è guerra..” concordò lui.
“Hey! Potresti scriverci un pezzo!” dissi ironicamente.
“Non scherzare! Potrei scriverlo davvero!”
“Davvero? Allora facciamolo!” mi misi in ginocchio sul divano di fronte a lui che stava seduto, e mi asciugai il volto.
“Ma tu.. stavi.. piangendo..”
“N-no.. no!” bugiarda.
“Ah no? Allora ora ti darò un bacio e vedrò se è vero oppure no!”
“Ma..” neanche il tempo di finire che mi diede un bacio su una guancia e poi si leccò le labbra, lo guardai sogghignando.
“Beh?!” domandai.
“Mmh.. salato. Si, stavi piangendo.” Scoppiai a ridere, a causa della sua espressione.
“Allora, scriviamo?” chiesi entusiasta.
“Cosa non si fa per rendere felice la propria donna!” esclamò guardando verso l’alto, poi andò a prendere fogli e penne, li buttò delicatamente sul divano e poggiò al suo fianco la chitarra, ci mettemmo seduti uno di fronte all’altro con le gambe incrociate, entrambi con gli strumenti della creazione tra le mani.
“Inizia tu, voglio vedere come scrivi..” mi disse, e mi guardò con molta speranza negli occhi, che ricambiai con un sorriso e poi iniziai a buttare giù tutte le parole che mi venivano in mente.
Passammo così l’intera serata, tra una parola e l’altra, una nota e l’altra, uno sguardo e l’altro.
Quando Shannon rientrò, era molto tardi, e noi eravamo ancora lì a ridere e scherzare creando quel testo e quella melodia che in quel momento di sembrava perfetta.
“Cosa fate?” ci chiese curioso.
“Scriviamo! E facciamo musica!” risposi entusiasta.
“Fatemi dare un’occhiata!” disse, e prese i nostri fogli.
“Wow, interessante!” disse dopo aver letto.
“Sarebbe ancora meglio andarla a provare con precisione nella sala, che dite?!” riprese poi.
“Ma è notte fonda Shannon!” disse Jared scuotendo la testa.
“Che ci frega, dai!”
Io e Jared ci guardammo incerti ma poi scattammo in piedi e seguimmo Shannon nella sala degli strumenti.
Ognuno si posizionò col suo strumento e Jared iniziò a cantare, provammo la canzone una, due, tre volte, avremmo continuato all’infinito, se non fosse stato per un piccolo intoppo..
“Hey!! Hey!! Voi!!” si sentiva una voce e dei colpi al muro.
“Shhht, Shannon, Jared, sento qualcosa!” dissi tendendo bene le orecchie.
“Si! Proprio voi! Vi sembra il caso di fare baccano a quest’ora?!” merda, era la vicina!
Ci guardammo negli occhi e quasi scoppiammo a ridere, puntai Shannon per fargli capire che spettava a lui parlare, ma feci una scelta assolutamente sbagliata.
“Signora! Non le piace la nostra musica??”
“Smettetela immediatamente, teppisti!”
“OOOOOOH NO BABY! Ne avremo ancora a lungo invece!”
“Chiamo la polizia!”
“Ok no no! Stavo scherzando!” Shannon ebbe seriamente paura in quel momento e si grattò il capo preoccupato, mentre noi stavamo ridendo come matti.
“Direi che è ora di andare a dormire ragazzi.. ormai.. la canzone è fatta!” disse Jared riprendendo i fogli e posando la chitarra.
“E’ una bella canzone, mi piace da matti!” disse Shannon saltellando sul posto.
“Esprime quello che abbiamo dentro in questo momento.. forse per questo!” dissi sorridendo.
Tornammo in salotto e salimmo per andare nelle nostre camere, ancora eccitati da quella freschissima creazione:
“Ah.. Jared.. non le abbiamo ancora dato un titolo però..” dissi prima di chiudermi la porta della mia camera alle spalle.
“Mmh.. che ne dici di ‘This is war’?” mi chiese dopo aver riflettuto qualche secondo.
“Penso possa andare!” condordai.
“Allora è deciso, buonanotte Audrey..” mi diede un bacio sulle labbra e si diresse verso la sua camera.

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Capitolo 31
*** L490 ***


Lo so, faccio schifo, non aggiorno da secoli. Ma credetemi, ho avuto dei seri motivi per non farlo. Ora la situazione si è calmata e finalmente sono riuscita a scrivere. Non so a quanti ancora interessa questa FF, ma sappiate che siete sempre i benvenuti e mi farebbe piacere rispondere anche a 4903588345743 recensioni (se, magari!!)
Quindi niente, enjoy the capitolo!! (???)
Un bacio.
SweetEchelon.



Capitolo 31

-Jared
I giorni passavano, le speranze in noi diventavano più solide, al contrario di come ci aspettavamo, l’ispirazione si faceva sentire e nacque un nuovo pezzo che conosciamo come ‘Stranger in a strange land’, e mio fratello sembrava molto assorto in qualcosa di particolare, aveva abbandonato la sua batteria e pizzicava una delle chitarre nella sala prove con particolare interesse, mai fatto prima.
“Ehi fratellone!”
“Jared!”
“Cosa fai?”
“Niente di importante..”
“Quando si tratta di musica, tutto è importante!”
“No davvero.. non è nulla di speciale..”
“Posso dare un’occhiata?”
“Ecco..”
“Lo prendo come un si. Mmh.. è questa?” dissi prendendo il foglio su cui c’erano tutta una serie di note e anche un codice.
“Si”
“E questo codice?” chiesi indicandolo.
“Non è un codice, è il titolo!”
“L..4..9..0..” leggevo e cercavo di capire, ma per me quel titolo non aveva senso!
“Allora?”
“Non l’ho capito.”
“E’ un po’ complicato lo so.. però.. è venuto fuori così. Vuoi sentire?”
“Certo.”
Iniziò a suonare, e quella melodia riempì tutta la stanza, una melodia carica di emozioni, di pensieri, di finta tranquillità. Quella canzone era in grado di comunicare molte più cose di quanto sembrava.
“Ecco, in pratica è questa. Manca di testo, ma..”
“No Shannon. Lasciala così.”
“Ma che dici Jared?! Non ha il testo!”
“E’ perfetta così, fidati. A volte le parole non servono, anche la sola melodia può comunicare tanto, non lo sai?”
“Hai ragione. Mi piacerebbe farla ascoltare anche ad Audrey, che ne dici?”
“Ora non è a casa. Mi sembra sia andata a fare shopping.. vuoi che la chiamo?”
“No, no.. lascia stare. Quando torna potrò fargliela sentire lo stesso, tu.. come stai?”
“Come sto? –esitai, ma poi mi lasciai andare- mmh.. tu come ti sentiresti se.. la donna che ami avesse un tumore, che non si può curare, ma solo rallentare?”
“Lo so, è.. orribile..”
“Ci sono giorni in cui penso che questo è tutto un incubo, e vado a dormire con la certezza che il giorno dopo tutto questo scomparirà, che le cose torneranno come prima, e invece ci sono giorni in cui mi impongo addirittura di abituarmi alla sua assenza, io.. sto impazzendo Shannon.”
“Anche io la penso come te Jared..”
“Quando.. quando arriverà quel giorno..”
“Jared..”
“No aspetta. Lasciami finire. Quando arriverà quel giorno.. accadrà dentro me l’impossibile, lo so già. Tu non dovrai preoccuparti, qualsiasi cosa farò, Shannon. Se farò qualche sciocchezza, qualche cosa impensabile, tu non preoccuparti, avrò solo bisogno di sfogarmi, ma tu dovrai stare tranquillo. Promettimelo.”
“Io..”
“Promettimelo Shannon.”
“Te lo prometto.”
Lo abbracciai e lo strinsi più forte che potevo, avevo paura, ma non potevo mostrarmi debole, non con lui. Lui che mi ha insegnato ad essere forte fin da bambini.
“Sono tornata!”
Audrey tornò con delle buste in entrambe le mani e si catapultò nel soggiorno:
“Non sapete quante cose carine ho comprato!!”
“Amore! Iniziavamo a preoccuparci!” Le corsi incontro e le diedi un bacio.
“No no! Mi sono divertita! Anzi, vado a posare le buste di sopra e poi scendo da voi, vedere Shannon con in mano una chitarra è una cosa rara!!”
Disse così e saltellando corse sopra a posare le buste che aveva in mano, poi tornò di sotto e sprofondò sul divano con Shannon:
“Come mai non sei alla batteria?”
“Ho.. ho composto qualcosa con la chitarra!!”
“Posso sentire??”
“Certo!!” Shannon mi guardò orgoglioso e io, ricambiato il sorriso, mi voltai per andarmene e lasciarli soli. Si, ero tornato a fidarmi, in tutto e per tutto.
“Che fai? Vai via?? Non vuoi ascoltare Shannon??” Mi chiese prima che Shannon iniziasse a suonare.
“Oh no.. ho già ascoltato prima, goditela, è fantastica quella canzone. Adieu!” e me ne tornai in cucina per preparare la cena.

-Shannon
‘Forza Shannon! Falle sentire che anche tu sei un’artista a tutti gli effetti!!’ Volevo dimostrarle che anche io sapevo comporre, sapevo far qualcosa, volevo dimostrarle che valevo, e forse l’avrei anche aiutata con quella canzone!!
“Dai su, fa’ sentire!”
“Si..”
Mi schiarii la voce, anche se non dovevo cantare, e iniziai a suonare.
La sua espressione era attenta e assorta, osservava le mia mani e le corde della chitarra, e quando mi voltavo a guardarla, mi rivolgeva un leggero sorriso, o batteva le ciglia con morbidezza, come se avesse voluto far fermare il tempo. Era perfetta, anche così, anche con la sua malattia, restava sempre perfetta.
“Come.. come ti sembra??” le chiesi quando finii.
“A dire la verità..”
‘Ecco. Bravo coglione. Non le è piaciuta. LO SAPEVO!!’ “SI?”
“A dire la verità, mi hai fatto venire i brividi.”
“D-davvero?” Avrei potuto morire.
“Si.. come, cioè quando.. oddio, non so come definirla. Si può sapere da dove è saltata fuori?!”
“Dalla mia testa!! E dillo che sono un genio!!” Si dai, un po’ di spavalderia non guastava mica!
“E’ bellissima! E Jared cos’ha detto?”
“La stessa cosa, anzi.. –mi avvicinai e le sussurai all’orecchio- mi ha detto che è perfetta!” Poi mi misi a ridere, per me era una cosa importante!
Lei spalancò occhi e bocca e si mise a ridere, poi mi abbracciò e mi diede una pacca sulla spalla, carezzandomi la schiena con l’altra.
“Sono felice che ti piaccia Audrey, perché l’ho composta pensando a te.”
Sciolse l’abbraccio e mi guardò negli occhi.
“Oddio Shannon, non credevo che il mio pensiero potesse far nascere una tale meraviglia..”
“Ricrediti, perché ne hai appena avuto la prova, Audrey..”
“Ti voglio bene..” richiuse gli occhi e si tuffò di nuovo tra le mia braccia, stringendomi.
La guardavo con tenerezza, e poi sentimmo un telefono squillare. Era quello di JJ.
“Si?” rispose alla chiamata e subito gli si illuminarono gli occhi.
“Ah, bene, molto bene! Quando è disponibile la sala? Si.. si.. buona parte del materiale è pronto.. possiamo iniziare a registrare e poi troveremo un accordo.. si..”
Io e Audrey ci guardammo negli occhi confusi, poi tornammo a guardare Jared.
“Quanto tempo ci vorrà? Non lo so guardi.. abbiamo in mente qualcosa di grande.. anzi.. per voi è un problema se..” e poi se ne tornò in cucina e continuò a parlare per almeno mezz’ora al telefono con la persona a noi sconosciuta.
Quando tornò in salotto, eravamo stracuriosi e volevamo sapere cosa fosse quella chiamata:
“Chi era?? Sembrava importante!” dissi con entusiasmo.
“Ragazzi, grande notizia.” Disse lui in tono solenne.
“E non tenerci sulle spine!! Parla Jared!” non resistevo più.
“Mi ha chiamato la casa discografica. Vuole sapere quando siamo disponibili per iniziare ad incidere. Ci hanno dato un'altra possibilità!”
“E tu cos’hai risposto?!” gli dissi a bocca aperta, sconcertato, incredulo.
“Ho detto che possiamo iniziare da subito!! Cazzo Shannon, questo è un nuovo inizio!!”
Da un momento all’altro non si capì più niente, io abbracciai mio fratello scompigliandogli i capelli e poi abbracciai Audrey che non capiva più niente nemmeno lei, Jared la prese in braccio e per poco non caddero, lei rideva e ci faceva i complimenti, la vidi felice, ancora una volta.
Quando ci calmammo (si fa per dire) Jared mi disse:
“Tu. Da’ gli ultimi ritocchi alla canzone, perché la voglio nel CD, ci siamo capiti?”
“COME?!”
“Hai capito bene. Ti do una settimana di tempo. Quando ci chiameranno, dovrà essere pronta. Hey, non lo ripeterò ancora, intesi??” la sua espressione seria poi scomparve e lasciò spazio a un sorriso orgoglioso, per poi venirmi ad abbracciare, con le lacrime agli occhi.
“Stavolta andrà bene Shannon.”
“Deve andare bene.”
Si staccò da me e tutto pimpante ci avvisò che andava a chiamare Tomo, e che quella sera stessa avremmo cenato tutti insieme per mettere a punto i dettagli.
“Non posso crederci!!” dissi portando le mani sugli occhi, alzando il volto al cielo.
“Sono così felice per voi!”
“Sei mai stata in una sala d’incisione?”
“Mmh.. no..”
“Fidati di me: ti divertirai.”

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Capitolo 32
*** What's with the fascination with the Echelon? ***


Tornata! In questo capitolo ho voluto inglobare tutti noi Echelon, e anche un personaggio che conosciamo bene! Chi? Lo scoprirete leggendo! Poi mi fate sapere cosa ne pensate con le recensioni eh?! Eh?! :3 *tic nervoso*
P.s. scusate per l'attesa, sono davvero mortificata!
Bacioni.
SweetEchelon.



Capitolo 32

-Audrey
Eravamo in sala già da un pel po’, rimasi affascinata da tutto ciò che mi circondava, gli strumenti, le apparecchiature, e vedere i ragazzi che incidevano era una vera gioia, si vedeva che erano felici e niente avrebbe potuto rovinare quel momento.
Restammo in sala tutto il giorno e al ritorno, in auto, Jared guidava tutto felice battendo il tempo delle canzoni appena incise sul volante:
“Devo dirvi una cosa!” disse con una luce immensa negli occhi.
“Spara!” risposi.
“Ho avuto una grande idea..”
“Sarebbe?” Tomo intervenne.
“Quando finiremo di incidere questi pezzi già creati, voglio fare un raduno con gli Echelon, prima di continuare il lavoro.”
“Come mai?” gli chiese Shannon.
“Non abbiamo ancora scritto nessun pezzo per gli Echelon, e io voglio mettere su musica il rapporto che abbiamo con loro, sarebbe una cosa stupenda, lo so.”
“E’ una buona idea- disse Tomo- e per farlo dovremo organizzare un grande incontro, ma come possiamo avvisarli?”
“Facciamo così: una grande conferenza, in un teatro magari, dove annunceremo l’arrivo dell’album, e dopo la conferenza, ci raduniamo con gli Echelon per parlare, che dite?”
“Non è male.” Disse Shannon.
“Conoscerò gli altri Echelon?” chiesi entusiasta.
“Esattamente!!” disse Jared.
“Non vedo l’ora!” mi misi a battere le mani e tutti scoppiarono a ridere.
Riaccompagnammo Tomo a casa e poi fu la volta della nostra ritirata:
“Ragazzi io vado a provare un po’ alla batteria, sono ancora carico, spero non vi dispiaccia.”
“Oh no Shannon, vai pure.” Disse Jared.
“Io invece vado a fare una doccia, sono stanca!” dissi sbadigliando.
“Posso darti una cosa prima che tu vada?”
“Sarebbe?”
Mi diede un leggero bacio sulle labbra facendomi quasi il solletico e io mi misi a ghignare, scappando di sopra.

-Jared
L’ho vista a suo agio, e quella era la cosa più importante. Ero solo in salotto e pensavo a lei.
Stare da solo mi aiutava a mettere in ordine le idee, mi aiutava a riordinare ciò che nella mia vita non riuscivo a mettere a posto da solo, mi aiutava a scavare nel profondo senza perdermi.
Presi istintivamente carta e penna e iniziai a buttare giù parole ricche di speranza, di un significato nuovo, di forza:
“Can you imagine a time when the truth ran free
The birth of a song, the death of a dream
Closer to the edge..
This never ending story take forward pride in fate,
We all fall short of glory
Lost in ourselves!”
Mi misi a sorridere, pensando alla mia Lei. Quella Lei che mi ispirava così tanto, un po’ come Beatrice per Dante, come mi aveva detto tempo prima.
Piegai il foglio con su scritte queste poche righe e lo poggiai in alto su una mensola, così da averlo sempre a portata di mano in caso di un colpo d’ispirazione, e poi mi misi a preparare la cena.

-Shannon
Il tempo scorreva veloce, veloce come non mai.
Il giorno della conferenza arrivò e tutti noi eravamo emozionati, ma anche preoccupati, perché non avremmo potuto prevedere la reazione degli Echelon. Passammo ore a parlare del nuovo progetto, presentammo Audrey come nuova ragazza di Jared, e a parte alcune occhiatacce da parte di qualche ragazzina, tutto filò liscio. Quando poi prendemmo a parlare della loro partecipazione al progetto, ne sembrarono più che entusiasti.
“Ora, vorrei che voi esponeste i vostri pensieri e le vostre considerazioni a proposito di questo progetto, insomma, noi abbiamo avuto l’idea, ma sta a voi decidere!” dichiarò Jared con un sorriso adorabile.
Nessuno dei presenti però alzava la mano, ne erano tanti, ma erano visibilmente in imbarazzo, e stavano tutti zitti. Come quando a scuola la professoressa fa una domanda e nessuno sa rispondere.
Notai una ragazza più o meno sui quindici anni, sul lato sinistro della sala, sulla terza fila di sedie, con dei capelli riccissimi e lunghi, due mele rosse dipinte sul volto e un sorriso innocente, mi guardava timida, distogliendo di tanto in tanto lo sguardo. Le sorrisi e accennai un saluto con la mano, lei nervosa iniziò subito a sfregare le mani, ma avevo intenzione di farla parlare, si vedeva che era una ragazzina che aveva tanto da dire, perciò presi il microfono:
“Tu, con i capelli ricci e la maglia nera, perché non ci dici cosa ne pensi?” dissi incoraggiandola..
“Chi? Io?” si indicò con l’indice destro.
“Si!” mi misi a ridere.
“Ecco.. non vorrei dire sciocchezze..” come previsto. Quella ragazza aveva tanto da dire, ma non credeva in se stessa.
“Ti prego, dillo!” mi alzai dal mio posto e sotto gli occhi straniati della crew andai proprio dalla timida ragazza, con in mano il microfono, per farla parlare. Un altro po’ e sarei riuscito a sentire il suo cuore battere, dall’emozione. Divenne quasi viola, e quando le diedi il microfono, l’incoraggiai ad alzarsi e parlare agli Echelon, più che a noi.
“Io.. penso che scegliere di lavorare con noi Echelon, sia stata forse.. la cosa più bella.. che noi potevamo aspettarci. Siete la nostra famiglia.. e a nostra volta siamo anche noi una famiglia.. da un progetto del genere non potrà che uscirne una cosa più che bella.. e .. “ si commosse, così da non riuscire a finire di parlare.
Scoppiò in sala un enorme applauso, anche da parte dei miei colleghi, e mi commossi anche io. Abbracciai la ragazza che mi strinse forte, e nel fracasso che ci circondava, le domandai:
“Perché piangi?”
E lei, mi rispose in un singhiozzo: “Perché sono.. così felice..”
La strinsi ancora più forte e le diedi un bacio sulla guancia, quando si calmò tutto, feci per andarmene, ma lei prese il microfono per l’ultima volta, e prima di parlare, fece largo a un enorme sorriso tra le lacrime, dicendo: “Thirty seconds to Mars.. –sorrise chiudendo morbidamente gli occhi, poi li riaprì- mi avete salvato la vita!” Rise e scoppiò un secondo applauso.
Quella giornata fu indimenticabile, decidemmo i giorni e gli orari delle prove, Audrey ci dava una mano a coordinare tutti, a selezionare gli Echelon, e lavorava a stretto contatto con Emma, che vedevo sorridere finalmente un po’ in più!
A fine giornata, andammo tutti a cenare fuori, e siccome Emma era già con noi, fummo felici di invitarla.
Dopo cena, decisi di andare a fumare fuori, dove già lei aveva preso posto:
“Come sta Audrey?” mi chiese innocentemente.
“Meglio. Riesce a coordinare la terapia con tutti gli impegni che ha con noi e non so dove trova la forza! Ma so che ce la farà. Lei vedrà questo progetto compiersi, quant’è vero che mi chiamo Shannon Leto.”
“Sono sicura che ce la farà. Lavorare con lei mi fa bene.. è così spensierata.. allegra.. non fa pesare la sua malattia a nessuno, nemmeno a lei stessa, è questo il modo di affrontare le cose. Ormai è una donna, non più una ragazza.”
“Sono contento che tu pensi questo. Lei ha un buon rapporto con tutti noi, ed è forse questa la cosa più.. triste.. non so come faremo..”
“Non pensarci Shannon. Dobbiamo godere di questo tempo con lei, ogni singolo secondo. Guardala – disse voltandosi nella sua direzione, vedendola dal vetro della porta, mentre rideva con Jared e Tomo- è felice, è allegra, ed è questo ciò che importa. In questi anni di lavoro con Jared, non avrei mai detto di vederlo legato a qualcuno in questo modo. E’ un piacere vederlo così rilassato, giuro. Fa star bene anche me.”
“Lei lo ho reso un uomo felice.” Assecondai io.
“E tu invece?” mi chiese poi la bionda ragazza.
“Io aspetto quella giusta..”
“In bocca al lupo allora.”
“E se mentre l’aspetto.. io e te andassimo a prendere un caffè nel bar qua vicino?”
Mi sorrise tenendo la sigaretta fra le mani, poi la spense e accettò il mio invito, andando a prendere la giacca.
Forse le cose più belle accadono quando meno te lo aspetti.



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Capitolo 33
*** I just wanna live! ***


Questa volta sono stata veloce! E spero possa continuare così! :D
Mi dispiace per il calo delle recensioni, spero possano aumentare al più presto.
Intanto godetevi questo capitolo, in cui troviamo un Jared un po' strano! u.u
Saluti!
SweetEchelon.



Capitolo 33

-Jared
“Audrey? Amore mio, stai bene?” aveva avuto un’altra crisi respiratoria, dopo una giornata piuttosto impegnativa, nel bel mezzo della notte, ancora. Come la prima volta. Solo che quella notte non ero con lei, a svegliarmi sono stati i suoi lamenti e la sua tosse, e quando me ne accorsi, saltai giù dal letto e per un po’ non sfondai la porta di camera sua, anche se non era chiusa a chiave.
Presi l’inalatore dal cassetto e glielo porsi con ansia, per paura che non si riprendesse, ma per fortuna dopo un paio di minuti si calmò, e sudando freddo, si strinse sul mio petto, iniziando a lacrimare forte, emettendo energetici singhiozzi:
“Non ce la faccio più Jared.. non posso vivere così..” E io non ce la facevo più a vederla in quelle condizioni.
“Lo so.. ma non so cosa dirti Audrey.. è.. così sbagliato tutto questo..”
Intanto ci aveva raggiunti Shannon, svegliato probabilmente da tutto il casino che avevo fatto.
“Stai bene?” si avvicinò ad Audrey, ancora stretta a me, accarezzandole i capelli.
“Ora si..” rispose stanca.
Mi guardò preoccupato ma non seppi come rispondere a quello sguardo, nello stato in cui ero.
“Resta con lei, e.. non preoccuparti. Ora sta meglio.” Mi disse, e poi le sorrise, tornando in camera sua.
La rimisi a letto, sotto le coperte, e mi distesi accanto a lei, non allontanandomi nemmeno di un centimetro. Le tenevo la mano e la scrutavo, i suoi occhi socchiusi lasciavano intendere tanto, anche se non erano perfettamente visibili, al buio.
“Ci sono io, adesso.”
“Grazie.” Disse in un sussurro.
Le baciai la fronte e poi le labbra, ancora sconvolto.
Il mattino dopo, il primo a svegliarmi fui proprio io. Preso da un istinto di tenerezza, strofinai delicatamente il mio naso contro il suo, facendola sussultare leggermente, poi emise qualche verso e si stiracchiò nel sonno, piantandomi un braccio sul collo..
“Hey!” dissi ridacchiando.
“Mmh..”
“Potresti.. ecco.. spostare il braccio.. sai com’è.. non respiro quasi più..”
“Mmh..” e spostò il braccio, a malavoglia.
“Ecco, così va meglio.. “ dissi io, tornando a respirare.
“Mi dispiace..” disse poi, strofinandosi gli occhi.
“Non ti preoccupare!” le dissi abbracciandola.
“No, dico per stanotte..”
“Ah.. ma non devi dispiacerti comunque..” Mi prese le mani e mi sorrise, ancora mezz’addormentata.
“Mi amerai anche dopo?” capii subito quello che voleva dire.
“Ti amerò sempre.”
“Voglio dirti che.. voglio la tua felicità. Quando.. si insomma, quando non ci sarò più, tu dovrai continuare a sorridere, dovrai continuare a fare musica, e .. non lo so, magari salvare un’altra ragazza ed essere felice con lei! –si mise a ridere- Davvero, Jared. Ti auguro di creare una splendida famiglia, di avere dei bellissimi bambini, di avere una lunga carriera, e ti auguro di essere amato almeno quanto ti amo io.” Mi sorrise.
“Nessuno mi amerà nel modo in cui mi ami tu, sappilo. Tu hai saputo darmi in pochi mesi ciò che nessuno mi ha dato per anni, lo sai questo, vero? - annuì- e allora non capisco perché tu faccia questi discorsi.. sono così.. scontati, Audrey. Tutto ciò che è materiale è scontato. Siamo noi, sono i nostri sentimenti ad essere speciali e reali. Tutto il resto è solo una scusa, fidati di me.”
“Ti amo.” Mi accarezzò una guancia e io poggiai la mia mano sulla sua.
“Anche io. Abbracciami..” e restammo così un buon quarto d’ora.

-Audrey
Dopo il momento di tenerezza, ci alzammo entrambi e Jared preparò la colazione, e praticamente mi obbligò di mangiare tutto, ritenendo che dovevo riprendere le forze.
Gli chiesi se quel giorno saremmo dovuti andare a registrare..
“Io.. in verità preferirei che tu rimanessi qui. Stanotte è stata dura, non vorrei ti sforzassi troppo..”
“Ma volevo aiutare Emma..”
“Lo so tesoro. Ma..”
“Dai Jared, per favore..”
Mi guardò con sguardo severo e corrucciato mentre mi versava del latte nella tazza, ma poi il suo viso si distese e socchiuse gli occhi:
“Ti terrò d’occhio, ogni secondo, sia chiaro.”
“Evvai! Tranquillo, cercherò di non sfrenarmi!”
“Mmh! Meglio per te, signorina!”
Gli sorrisi e lui mi scompigliò i capelli, come un fratello maggiore.
Ci recammo in sala e Jared si buttò a capofitto su un foglio che aveva in mano da quella mattina stessa, mi disse che era una nuova canzone e aveva bisogno di finirla, siccome si sentiva molto ispirato. Io invece rimasi con Emma a discutere con i produttori, circa la struttura del CD, l’ordine provvisorio delle tracce create, la copertina, e tutte le cose ‘estetiche’, diciamo.
Shannon e Tomo invece provavano le canzoni già incise, perfezionando ulteriormente la tecnica.
“Audrey tutto bene? Ti vedo pallida!” mi chiese la bionda assistente.
“N-no! Sto bene! Ho solo un po’ di freddo! Vado a prendere la giacca..” presi la prima giacca che mi capitò sottomano e fu proprio quella di Jared.
“Jared? Ti dispiace se prendo la tua giacca?” la stavo prendendo.
“La giacca? No! Fai pur.. NO ASPETTA! N-NON PRENDERLA! Insomma, è troppo leggera per te, e tu hai bisogno di stare più riguardata, no, non prendere la mia!! Prendi quella di Shannon, che è anche più grande, ti riscalderai meglio!! Forza forza!” e prese la sua giacca controllando distrattamente nelle tasche. Lo guardai perplessa, e fatte spallucce, mi misi a ridere, prendendo la giacca di Shannon.
“Chi lo capisce è bravo!” dissi avvicinandomi ad Emma.
“Eh già..” non mi guardava negli occhi, e faceva di tutto pur di non guardarmi!
“Emma?! Anche tu? Ma che vi prende oggi?!”
“Assolutamente niente!” No Emma, non sai mentire.
“Voi mi nascondete qualcosa. Ve lo dico io! Shannon, Tomo, venite un attimo qui!”
I due lasciarono le loro postazioni e mi si avvicinarono:
“Ehi! Che succede?” disse Tomo.
“No! Voi dovete spiegarmi che succede! Perché tutte queste reazioni strane?”
“Quali reazioni strane?”
“Oh andiamo Shannon. Non sono ancora diventata scema!”
“Drey, non so di cosa tu stia parlando, davvero!” ed entrambi fecero delle facce come se cadessero dalle nuvole.
“D’accordo –sbuffai- tanto prima o poi lo scoprirò.” E continuai a fare il mio lavoro, con Emma che ogni tanto ridacchiava divertita.
Arrivò poi il pomeriggio, e quel giorno avevo la terapia. Mi accompagnò proprio Emma, perché Jared era stato trattenuto dai produttori e aveva gentilmente chiesto a lei di venire con me. Ne fui felice, almeno avevo un’amica di cui mi fidavo al mio fianco. Mi guardava dal grande vetro, mentre io ero dentro a cercare di rilassarmi.
Passarono circa due ore, poi il medico si decise a parlarmi dei risultati che stava dando la terapia:
“Allora, signorina. La terapia sta avendo effetti positivi, i risultati buoni aumentano, anche se come sa.. le possibilità di protrarre a lungo le speranze di vita sono poche. Ma così il tumore è tenuto sotto controllo, e quindi, posso dire che stiamo andando bene.”
“Oh, ma è magnifico!”
“Cerchi solo di non sforzarsi, davvero. Glielo dico col cuore. Ha una salute fragile già di suo, non vorrei mai che si aggiungesse anche questo.”
“Sa cosa ho imparato nella mia vita, dottore?” Gli dissi sorridendo dolcemente.
“Cosa?”
“Che preferirei morire nel bel mezzo di una serata in discoteca, sentendo la musica stracciarmi i timpani e l’energia della gente, che in un letto, da sola, immobile e con mille occhi puntati addosso. Mi lasci vivere al meglio il tempo che mi rimane, la prego.”
“Non le sto negando di avere una vita adatta alla sua età, signorina. Le sto solo dicendo di fare attenzione.” Era calmo e rassicurante.
“Non si preoccupi. Arrivederci!” lo salutai gentilmente e poi uscii, recandomi da Emma, che mi aspettava.
“Com’è andata?” Mi chiese.
“Meglio. Meglio di quanto potessi immaginare. Andiamo?”
“Andiamo.” E salimmo in macchina per tornare a casa, dove ci aspettavano gli altri.

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Capitolo 34
*** DAMN! ***


Eccomi qui, dopo quasi un mese ritorno a scrivere, e finalmente pubblico un altro capitolo, molto intenso, che vi lascerà un tantino sulle spine! :3
Penso che per il prossimo aggiornamento non ci vorrà molto, e soprattutto, spero di ricevere ancora recensioni, che mi rendono felice. <3
Buona lettura!
SweetEchelon.



Capitolo 34

-Audrey
“Jay! Guarda cosa ho scritto!!” ero contenta, ero riuscita a scrivere una piccola canzone che aveva una dolce melodia, tutto in una notte insonne, passata a guardare le stelle, fuori dalla finestra, e in quel momento la stavo provando nella sala degli strumenti a casa.
“Mmh, vediamo.” Prese il foglio e si mise a leggere. Mi sorrise:
“Hai già una melodia?”
“Si, è molto tranquilla, diversa da quello che di solito componi tu..”
“Sentiamo!”
Presi la chitarra classica con la quale avevo buttato giù due accordi e qualche parola, e un po’ timida, iniziai a cantare..
“I believe in nothing
Not the end and not the start
I believe in nothing
Not the earth and not the stars
I believe in nothing
Not the day and not the dark
I believe in nothing
But the beating of our hearts
I believe in nothing
One hundred suns until we part
I believe in nothing
Not in Satan, not in God
I believe in nothing
Not in peace and not in war
I believe in nothing
But the truth of who we are..
Allora? Che.. che ne pensi?”
“Penso che.. questa canzone ti descriva. E penso che, quando l’album uscirà, tu la canterai in tour con noi. Immagina la scena- si posizionò dietro di me e mi mise le mani sugli occhi, sussurrandomi all’orecchio- tu hai in mano la scena, non c’è nessuno, non ci sono io, né Shannon, né Tomo. Il grande palco è tuo, Audrey. Ci siete tu e la chitarra, ci sono milioni di occhi puntati su voi due, in attesa di brividi. La tua voce darà loro i brividi, Audrey. E anche la tua musica lo farà.” Sorrisi e poggiai le mie mani sulle sue, e tenendole, mi girai per guardarlo.
“Tu.. davvero vuoi mettere questa canzoncina nell’album?”
“Certo.”
“Voglio chiederti solo un favore”
“Dimmi”
“Pubblicala come tua. Te la cedo.”
“Non puoi chiedermi una cosa simile!”
“Jared, ascoltami. E’ meglio così, voglio regalarti tutto ciò che di bello ho da darti, per ricambiare ciò che tu hai regalato a me per mesi, senza nemmeno saperlo..”
“Ma Audrey, sarebbe scorretto..”
“Non importa Jared! Davvero! Ti prego, prendila. E’ tua.” E gli sorrisi, dandogli il foglio. Lui lo prese lentamente e socchiuse gli occhi, per poi riaprirli e farmi accorgere che erano diventati leggermente lucidi.
“Sei.. perfetta.”
“Non direi.. –sorrisi e poi notai che in una tasca dei jeans aveva un foglio- cos’è?” Chiesi indicandolo.
“Questo? –Lo prese- E’ una canzone nuova! Cioè, niente di che, infatti pensavo di usarla come introduzione del video che si girerà per Hurricane, ho provato a suonarle insieme ed è venuta molto bene.”
“Wow! Fa’ sentire!”
Si posizionò con la chitarra e mi fece ascoltare quella canzone di nemmeno due minuti, che però riuscì a darmi i brividi, forse per il testo.
“Escape” disse posando la chitarra.
“E’ il titolo?”
“Si.”
“Fantastica, anche meglio della mia!”
“Non dire sciocchezze!”
“Dico quello che penso!” gli gettai le braccia al collo e lo abbracciai forte, come per paura che potesse scomparire da un momento all’altro. Squillò il suo cellulare improvvisamente mentre eravamo nel meglio delle coccole:
“Devi rispondere per forza?” domandai mugolando.
Controllò il display e lesse il nome di Emma:
“E’ Emma, sarà importante, devo..”
“Si, non preoccuparti, fai pure..” gli sorrisi e lui rispose, dopo cinque minuti riattaccò e mi venne vicino..
“Dice che c’è bisogno di me per il ‘collaudo’ di certi pezzi, devo correre in sala.”
“Vengo con te!!”
“N-no! Non c’è bisogno! Stai qui! C’è Shannon da solo che potrebbe combinare casini, lascia perdere! Se succede qualcosa ti chiamo, okay?”
“Oh.. va.. va bene..”
“Ciao.” Mi stampo’ un bacio e corse all’auto per poi montarci e sfrecciare verso la sala d’incisione.
Aveva portato con sé sia la mia che la sua canzone, chissà, magari ne avrebbe parlato con gli altri, e così, nella speranza che mi arrivassero buone notizie, andai da Shannon che era alle prese col cibo, anzi, con nutella e robaccia varia.
“Shannon così ingrassi!” dissi prendendo un cucchiaio pieno di nutella.
“Senti chi parla!!” disse mettendo in bocca un biscotto al cioccolato.
“Come va? Ti vedo lavorare sodo!” gli chiesi raggiante.
“Va alla grande, mi sento molto carico e anche gli altri lo sono, possiamo davvero farcela stavolta, tu che ne pensi?”
“Pienamente d’accordo, anzi, stanotte ho anche scritto una cosa!”
“Una canzone?!”
“Si!! E anche Jared ha fatto lo stesso!”
“A proposito, l’ho visto uscire, andava in sala?”
“Si, l’ha chiamato Emma, non so di cosa si trattasse precisamente, ma boh, lui è fuggito come una scheggia..”
“Ah, non preoccuparti, lo sai che mio fratello sul lavoro è pignolo..”
“No no anzi! Mi fido, solo non vorrei si affaticasse troppo, vedo che ci sta mettendo corpo e anima in questa cosa..”
“E’ fatto così.. ma quella che non dovrebbe affaticarsi sei tu, non credere che non ti vedo quando tu ed Emma vi divertite a cazzeggiare nella sala! Tu devi stare più riguardata!” mi disse come solo un papà avrebbe potuto fare.
“Nah, io sto alla grande, non ti devi preoccupare.” Gli risposi scrollando le spalle. “Tomo invece cosa dice? Si trova bene?” continuai.
“Ah, non ne parliamo, è quello più arzillo, pensa, a volte imita Jared in playback, cose che non sto nemmeno qui a raccontarti.. bbbrrr, mi vengono i brividi solo a pensarci!” esclamò sgranando gli occhi.
“Non può essere così terribile!!” dissi scoppiando a ridere.
“Oh si che lo è!!!” anche lui si mise a ridere con me e passammo delle piacevoli ore a parlare e chiacchierare fra di noi, come due vecchi amici.
Ma tutto fu interrotto dal cellulare di Shannon che iniziò a squillare. Iniziavo ad odiarli quei cosi.
“Si?” Shannon rispose ancora ridendo, poi la sua espressione divenne seria, troppo seria.
“Come? N-non può essere.. che cazzo stai dicendo Emma?!” iniziavo a preoccuparmi seriamente.
“Arriviamo subito, non vi muovete.” Riagganciò il telefono e si tenne il viso fra le mani.
“Shannon, che succede??” gli chiesi tremando.
“Jared ha avuto un incidente, dobbiamo andare subito in sala, ci aspettano lì.”

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Capitolo 35
*** Bury me, marry me. (Pt. 1) ***


So che forse ormai molti di voi hanno perso l'interesse nel seguire la FF, però cercate di capirmi, non ho tutto questo tempo per mettermi a scrivere.. :\
E il capitolo che sto per pubblicare si divide in due parti, una la pubblico stasera, l'altra prossimamente, ma non passerà molto, promesso.
Baci.
SweetEchelon.



Capitolo 35 (Parte 1)

-Audrey
In quel momento non sapevo cosa fare, se svenire all’istante o dare addosso alla prima persona che avrei visto, e nell’indecisione, rimasi praticamente immobile.
“C-come sarebbe a dire?? Cazzo muoviamoci!!” presi la giacca di tutta fretta e Shannon invece prese le chiavi dell’auto, precipitandosi fuori.
“Dai sbrighiamoci!!” e mentre lui metteva in moto io non potevo fare a meno di tremare e piangere..
“Non può essere.. non può essere.. come cazzo è potuto succedere?? Io so che lui è prudente alla guida, come è possibile?!” e intanto urlavo di rabbia.
“Non lo so, non lo so!! Devi mantenere la calma Drey, ora raggiungiamo tutti lì e tu potrai andare da lui poi, non ti preoccupare, ti farebbe solo male!”
“Come cazzo puoi chiedermi una cosa simile!!”
“Drey ti prego!!”
“Oh..Cazzo!!” mi limitai a far aderire la schiena al sedile dell’auto e chiudere gli occhi. Per me era davvero troppo. Non era ammissibile che a Jared fosse successo qualcosa, Dio non poteva farmi anche questo.Il viaggio sembrò interminabile, quasi fastidioso, e le telefonate continue tra Emma, Tomo e Shannon mi rendevano nervosa.
“Siamo arrivati, forza, andiamo..” Shannon aprì la portiera, scese dall’auto ed io feci lo stesso. Corse dentro in sala e io lo seguii, ma quando arrivai dentro, non trovai nessuno, e le luci erano spente. Cosa cazzo era, un fottuto incubo??
“Shannon? Dove sei?” mi tremava la voce.
“Emma? Tomo?? -iniziavo ad innervosirmi e tremare ancora- Cristo ragazzi Jared sta male!! Dove cazzo siete?!”
Un piccolo scatto e le luci furono accese. Alzai lo sguardo dal pavimento e mi guardai intorno, non vedendo ugualmente nessuno. In quel momento mi convinsi davvero di essere in un incubo senza fine, e indietreggiai di metri per uscire da quella maledetta sala, ma mi scontrai contro qualcosa, o meglio qualcuno:
“Ciao.” Quella voce, quelle mani che mi tenevano le braccia. Non lo vedevo, ma mi resi conto che era lui, e diamine, stava bene, non aveva avuto nessun incidente, perché mai mi avevano TUTTI mentito? Mi venne da piangere.
“P-perché hai detto una bugia a me? Che cosa ti è saltato in mente..” mi girai verso di lui, e mi gettai piangendo tra le sue braccia già spalancate.
“Ehy.. non piangere! Se ho organizzato tutto questo, un motivo c’è..” mi disse guardandomi negli occhi.
“E quale sarebbe?!”
“Vieni con me..” mi prese per mano e mi portò in un’altra stanza, quella dove di solito incideva lui, molto più libera da fili e strumenti vari. Vidi sbucare dalla porta Shannon, Emma e Tomo.
‘Io li uccido.’ Era questo quello che riuscivo a pensare!
I tre si misero dietro di Jared, e fecero sbucare da un telo messo su un muro dei cartelloni, ognuno ne aveva in mano almeno quattro. Jared si inginocchiò di fronte a me, così che io potessi vedere quello che quei cartelloni avevano da dirmi, su ognuno c’era una parola e così uno alla volta, iniziarono a voltarli verso di me, componendo un po’ alla volta una frase, che diceva: “All I wanted was you. Now you’re mine. Do you wanna be my wife?”
Jared mi chiese: “Leggi man mano quello che c’e scritto ad alta voce.” Così feci, per poi prendere il viso tra le mani e iniziare a piangere.
“Io.. io..”
“No, aspetta! Ho preparato tutto un discorso, e se non parlo ora, dimentico tutto, ti prego.”
“Si, scusa!” mi venne da ridere.
“Sei praticamente tutto ciò che volevo, e che voglio ancora. Ti vorrò domani, ti vorrò fra una settimana, e ti vorrò sempre. Ti vorrò quando litigheremo, quando dormiremo insieme, CIOE’ SEMPRE, quando lotterai per la tua vita e quando io lotterò per la mia e per la tua insieme. Ti vorrò e basta. Ma.. non posso volerti così tanto.. senza che tu voglia minimamente me. E.. non posso volerti senza dirtelo.
Ora.. a dirtelo te l’ho detto, ora lo sai. Ma devo sapere se tu mi vuoi, per sempre. E allora.. – si mise a frugare in una tasca della giacca, quella giacca che non mi fece indossare, e tirò fuori una scatoletta blu notte, ricoperta di stoffa morbida alla sola vista, la aprì e rese visibile ai miei occhi un anello di color argento, con sopra un diamante, affiancato da due diamantini più piccoli- Audrey Gregor, se non hai un altro impegno, diciamo così.. ti andrebbe di sposarmi?”
Mi sembrò per un attimo di essere avvolta dal Paradiso, di avere delle grandi ali bianche e di poter volare ovunque volessi. Per un attimo, ho creduto di essere un Angelo. Uno di quelli a cui la gente si affida, e di cui soprattutto si fida. Non potevo deludere Jared, che per una volta, dopo mesi, si era affidato a me..
Volevo davvero sposarlo?
“Io.. –respirai a lungo, alzai lo sguardo e incrociai i miei occhi con i suoi- si, mi va, mi va di sposarti!!”
Scoppiarono gli applausi e poi vidi Emma abbracciarsi con Shannon, commossa, mentre Tomo sorrideva con la sua solita dolcezza. Jared mi mise l’anello al dito, me lo lasciò ammirare e quando gli rivolsi ancora lo sguardo, scattò dal pavimento prendendomi in braccio, per poi baciarmi e sorridermi come solo lui sapeva fare. A lui non servirono cavalli bianchi e carrozze. Lui mi ebbe in pugno con la sola originalità.

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Capitolo 36
*** Bury me, marry me. (Pt. 2) ***


Ebbene si, la 2° parte del 35° capitolo èèèèèè quiii! :D
Guardate, sono troppo orgogliosa di me stessa per com'è venuta, quindi vi prego, lasciatemelo un piccolo commento, almeno per vedere se sono solo una pallonessa (?) gonfiata ç_ç
Però dai, seriamente, secondo me è carino :) Eh beh, vi lascio alla lettura e aspetto le vostre recensioni, a presto! :D




Capitolo 35 (Parte 2)

-
Jared e Audrey si sposarono il 5 luglio del 2008. Era una giornata calda, ma senza afa, perfetta per indossare abiti leggeri ma eleganti.
I due non passarono la notte prima delle nozze insieme, come la tradizione voleva, e la cosa a Jared non andò mica bene! Lui andò a dormire a casa di Tomo, mentre lei restò nella loro casa con Shannon.
Ma quella notte non fu esattamente tranquilla, almeno per lo sposo.. Tomo non era né fidanzato né sposato, perciò casa sua non era proprio grande, uno dei due avrebbe dovuto dormire sul divano. Ovviamente Tomo si offrì di farlo, ma non contento, Jared gli chiese di mettere il materasso affianco al divano per dormire vicini, in caso gli fosse venuto un attacco d’ansia da pre-matrimonio, per far si che nel cuore della notte, il caro chitarrista potesse ascoltarlo per farlo sfogare. Si, Tomo era decisamente un buon amico, forse anche troppo, umh..
“ Tomo..”
“Mmh?”
“Mi prendi dell’acqua?”
“Mmh..” Tomo si alzò dal divano e si recò in cucina per prendere l’acqua a Jared, poi si coricò dinuovo.
“Tomo..”
“Si..”
“Ho un buco nello stomaco.. mi prendi qualcosa da mangiare??”
“Alle 2:00 di notte?”
“Ti prego!”
Il poverino si alzò ancora e andò a preparare un panino con la prima roba commestibile che prese sottomano, lo porse a Jared che si alzò e lo divorò, e andò a stendersi.
“Tomo..”
“DIMMI”
“Non riesco a dormire!”
“Ma dai?!”
“No, davvero! Sono fottutamente agitato!”
“Ascolta- Tomo si mise a sederesul divano- andrà tutto bene, devi solo stare tranquillo. Cioè, io non so cosa si prova, ma posso immaginarlo. Fra poche ore ti dovrai alzare per andare incontro al tuo futuro, e lo so.. non è facile da gestire, ma io ti conosco da anni, e SO che puoi farcela. Sei una forza della natura Jared, okay? Devi solo convincerti del fatto che andrà tutto bene, perché è la semplice verità!”
“E se.. Audrey si sentisse male durante la cerimonia.. o.. o anche stanotte?”
“Non pensarlo nemmeno! Shannon sa che se succedesse qualcosa devrebbe immediatamente chiamarci , ho il cellulare qui, vedi? –Prese il cellulare che aveva di fianco a lui- E poi domani sarà talmente felice che la sua malattia non avrà la forza di renderla fragile, non domani, no. Jared, sei il mio migliore amico, ti direi mai qualcosa che non penso?”
“No, non lo faresti..” sussurrò Jared.
“Fidati di me”
“Ti voglio bene..”
“Anche io fratello..” e si strinsero in un abbraccio fraterno, forse il più pieno d’affetto da quado si erano conosciuti.
-
Audrey bussò alla porta di Shannon con estrema delicatezza, per far si che non si svegliasse nel caso si fosse già addormentato.
“Avanti!” Per fortuna era sveglio.
“P-posso entrare?” bisbigliò la ragazza aprendo leggermente la porta.
“Certo, entra..” Shannon era in piedi vicino alla finestra, che guardava il Cielo.
“Non riesco a dor..”
“Nemmeno io..” sospirò e si voltò verso la ragazza.
“Ho pensato che potessi farmi un po’ di compagnia fino a che non mi viene sonno.. non so.. possiamo parlare.. ti va?”
“Certo! Allora.. mmh.. come.. come ci si sente?”
“A sapere che fra poche ore mi sposo?”
“Già.. devi essere emozionata, no?”
“Sono.. preoccupata..”
“Perché mai? E’ tutto perfetto!”
“No! Cioè, si, è tutto perfetto! Mi riferivo a me stessa..”
“Oh.. e cosa ti preoccupa così tanto da non farti dormire?”
“Vedi.. –si avvicinò anche lei alla finestra e si mise a guardare fuori- non so per quanto tempo potrò stare accanto a Jared, cioè.. quanto tempo ancora..”
“Audrey ma che cosa dici..”
“No, davvero.. guardo la realtà e vedo poco tempo Shannon, vedo davvero toppo poco tempo per dargli ciò che lui si merita, un matrimonio duraturo, tranquillo, dei figli, o anche uno! Magari un maschietto.. ma.. sono solo delle bellissime illusioni..”
“Non sono illusioni! -Shannon si girò a guardarla- Se Jared avesse ritenuto queste cose più importanti dell’amore che prova per te, non ti avrebbe chiesto di sposarlo, credimi! E tu queste cose non devi pensarle! Perché vi amate! Siete la più bella coppia che abbia mai visto in vita mia, non rovinate il vostro futuro con paranoie inutili.. vi prego.. soprattutto tu Audrey, questi pensieri non ti fanno bene.. “
“Io darei la mia vita per la sua felicità..”
“Lo so tesoro.. lo so..”
“Tu avresti fatto lo stesso?”
“Fare cosa?”
“Se avessi accettato di stare con te e non con lui e saresti venuto a sapere della mia malattia, avresti fatto lo stesso? Saresti rimasto con me?”
“Io..-si fermò a riflettere- si, penso che avrei fatto lo stesso. Ho vissuto in tantissimi luoghi da bambino, io, Jared e la mamma abbiamo vissuto per anni in condizioni precarie, e non sempre la vita per noi era facile.
So cosa significa soffrire e so cosa significa il dolore. So quali sono i problemi seri, e quali sono quelli superficiali, e ringrazio Dio, qualsiasi esso sia, per avermi fatto arrivare fino a qua, e per avermi insegnato l’amore verso chi ha dei problemi, veri, perché io ero il primo ad averli. E quindi si, avrei fatto lo stesso, non ti avrei abbandonata mai.”
“Grazie..”
“Di niente, è solo la verità..”
“Sei stato il mio punto fisso in questo periodo. Mi hai aiutata tanto Shannon, dall’inizio. Non so cosa avrei fatto senza di te, o senza Tomo. Siete diventati la mia famiglia..”
“E lo saremo per sempre!”
“Certo..” Audrey sorrise e si mise a guardare dinuovo le stelle.
“Ah –continuò- guarda che abbiamo sgamato sia te che Emma mentre facevate i piccioncini nell’intervallo alle prove, che carini che siete!”
“E’ stato Jared, vero?!” Rispose Shannon esasperato.
“Si, quel BB fa delle foto da urlo!”
“Touchè!” Rispose ridacchiando Shannon.
“Tranquillo, manterremo il segreto con i paparazzi..!”
“Il fatto è che non è ancora ufficiale, perciò preferiamo prenderci del tempo..”
“Posso capire, beh, allora in bocca al lupo!”
“Eh no carina, quella a cui serve un augurio adesso sei tu! Anzi, è meglio che fili a letto, tra qualche ora questa casa sarà un casino, cazzo, si parla del tuo matrimonio qui!” Shannon e le sue espressioni da discotecaro!
“Hai ragione, meglio che vada.. buonanotte Shannon!” diede un bacio sulla guancia al prossimo ormai cognato e sgattaiolò fuori dalla porta, tornando a letto.
“Già.. in bocca al lupo Audrey..” sussurrò il batterista fissando la Luna.
-
“Dov’è finito il papillon?!?!” Jared aveva praticamente perso il controllo della situazione, e Tomo lo rincorreva cercando di calmarlo.
“Hai visto nell’armadio?!”
“Certo! Non so dove cavolo sia finito..”
“Jared..”
“Non è possibile! L’ho visto ieri sera!!”
“Jared..”
“Devi assolutamente aiutarmi!!”
“JARED LA TASCA DELLA GIACCA!! HAI VISTO Lì?!?! PORCA PALETTA!”
“Oh..oh.. giusto..” Jared sfilò il piccolo papillon dalla tasca della giacca e sorrise innocentemente a Tomo, che assunse una facepalm da far spavento.
-
Audrey andò ad aprire la porta e al posto della truccatrice, trovò un ragazzo vestito di colori sgargianti con tanto di movenze poco virili e dall’aspetto palesemente gay. Cioè, per carità, lei adorava i gay, solo non si aspettava questa sorpresa!
“Oh, ciao! Tu sei?”
“Tesoro, come chi sono? Sono il tuo parrucchiere!” Mostrò la valigetta color argento alla sposa.
“E Valary dov’è finita?!” Si riferiva a quella che avrebbe dovuto essere la sua effettiva parrucchiera.
“Oh, è ammalata poverina. Ha mandato me, e ha detto che tu, raggio di sole, devi essere perfetta per il tuo matrimonio! Allora via, non c’è tempo da perdere, forza su, entra che iniziamo a lavorare sui tuoi bellissimi capelli!” Il ragazzo non diede tempo ad Audrey di parlare, e la fece subito sedere per poi muovere le sue mani sui suoi splendidi capelli. Shannon entrò nel salotto sistemandosi il papillon e assunse un’espressione confusa..
“Audrey? Chi è lui?”
“Oh.. lui è..”
“Macciao caro! Piacere, sono Thomas, tu sei?”
“Sh-Shannon, il.. il fratello dello sposo.. come mai ci sei tu qui e non Valary?”
“E’ malata.. colpa dell’umidità. Wow, ma che muscoli che abbiamo qui!” sfiorò il braccio di Shannon, che si mise a fissare sconcertato Audrey, che a sua volta scrollava le spalle, non sapendo nemmeno lei cosa fare, ma dopo tutto quel ragazzo faceva morire dal ridere, era tanto simpatico!
Dopo un paio d’ore, Audrey, vestita, pettinata e truccata dalle mani d’oro del simpatico ragazzo, si guardò allo specchio e sorrise a 300 denti.
“Tesoro, fattelo dire, sei FA-VO-LO-SA!” Disse Thomas in preda alla contentezza per il lavoro perfettamente riuscito.
“Grazie! Grazie di tutto!!” rispose entusiasta la sposa.
“Ora vai e fai vedere alle stronzette del paese chi è la vera figona qui!” Okay, Audrey stava per collassare dal ridere, insieme a Shannon.
“Ehi, che ne dici di venire con noi?!” Passo falso, Shannon!
“Oh.. non vorrei mai disturbare!”
Ma no! Figurati, sarebbe un piacere! E poi sei così originale, ci vuole assolutamente la tua presenza alla cerimonia!” Insistette Audrey.
“Oh beh, se insistete!” il ragazzo prese sottobraccio Shannon e fece l’occhiolino ad Audrey.
“Sarà un lungo, lungo giorno!!” Concluse il batterista, allargando il colletto della camicia!

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Capitolo 37
*** Yes, I do. ***


Nuovo capitolo, e boh, non so cosa dire. Per me non è un bel periodo e scrivo davvero poco, ma spero che apprezzerete lo stesso, perchè ci ho messo davvero il cuore. Ditemi cosa ne pensate e vi risponderò con piacere :)


Capitolo 36

-Jared
Gli invitati erano tutti arrivati, e Tomo ed Emma, erano al mio fianco, essendo i nostri testimoni. Eravamo fuori dalla chiesa e tra un quarto d’ora circa sarebbe iniziata la cerimonia.
“Jared stai tranquillo..” Emma mi ...accarezzava un braccio e mi metteva coraggio.
“Già.. vedrai che andrà tutto bene!” Ovviamente anche Tomo mi aiutava.
“Certo, io sono tranquillissimo.. solo.. perché non arriva? Insomma, dovrebbe essere qui!”
Emma sbuffò: “Non lo sai che la sposa arriva sempre dopo? Cioè, ti devo sempre dire io le cose oh! –si mise a ridere- Seriamente Jared, la sposa arriva sempre quando gli altri sono già in chiesa, è normalissimo, perciò ti prego.. stai sereno, lei vorrebbe vederti tranquillo e sorridere con te, ma così metterai l’ansia anche a lei! Forza, fa’ un bel respiro e sorridi, e ripetiti ‘oggi saremo felici perché saremo finalmente marito e moglie e tutto andrà alla perfezione’ forza!”
“Io non ripeto!”
“Ripeti!”
Dovetti ripetere davvero tutto quello che aveva detto, e Tomo intanto se la rideva. Fummo richiamati per entrare in chiesa e cercai in tutti i modi di stare tranquillo. Si, Audrey sarebbe arrivata da lì a poco, ne ero sicuro. Calmo Jared, calmo.

-Audrey
L’autista fu puntuale, e io, accompagnata da Shannon, salii delicatamente a bordo della limo bianca, lucida e addobbata con quell’enorme fiocco sul di dietro, facendo attenzione al vestito immacolato e al lunghissimo strascico, che sembrava non finire più. Avete presente il vestito di Beyoncè nel video di ‘Best thing a never had’ ? Ecco, il mio era praticamente uguale! Era assolutamente perfetto, e se si fosse rovinato, non me lo sarei mai perdonata. Tenevo la mano a Shannon e gli sorridevo, avrei voluto piangere dall’ emozione, ma dopo Thomas mi avrebbe praticamente ammazzata, visto tutto il lavoro perfetto che aveva fatto per truccarmi. Per arrivare in chiesa ci mettemmo un po’, ne avevamo scelta una più lontana, per non dare troppo nell’occhio, nonostante tutto fosse fatto in grande stile, secondo la regola ‘Jared Leto’.
“Siamo quasi arrivati Signorina!” mi informò il giovane autista.
“Certo, grazie!” e gli sorrisi a pieno.
Dopo un po’ arrivammo effettivamente, e notai, come tradizione, che tutti erano già dentro, e aspettavano solo il mio arrivo, così Shannon mi aiutò a scendere e insieme, adagio, ci avviammo verso l’entrata:
“Pronta?” Mi domandò, porgendomi il braccio, cosa che naturalmente facevano i padri.
“Certo, certo.. Shannon, grazie, ti voglio bene.” E gli sorrisi.
“Anche io..” mi baciò la guancia ed insieme entrammo in chiesa.
Brax, Tim, Matt, i miei amici, gli amici di Jared, Constance, Tomo, Emma, tutti i loro sguardi su di me, mi guardavano come se avessero visto un’apparizione celeste, ma io mi sentivo la Drey di sempre! Camminavo lentamente con Shannon, guardandoli uno ad una, e sorridevo per mostrarmi sicura. Poi lo vidi, era lì, in piedi, una mano teneva il polso dell’altra al livello del cavallo, e sorrideva a tratti, sembrava una persona che non poteva credere a ciò che stava succedendo, tipo un miracolo. No, Jared, ero vera, ero in carne ed ossa, ero lì di fronte a te, e tu mi guardavi sognante, facendo sognare anche te. Perché quando incrociai i suoi occhi, mi venne spontaneo sorridere ancora di più e arrossire, non so per quale strana ragione.
Mi avvicinai a lui e Shannon mi lasciò andare, andandosi a sedere vicino a Tomo ed Emma, e l’ultima dei tre, già aveva in mano un fazzoletto. La guardai e le sorrisi, per dirle di stare tranquilla, poi mi voltai verso lui e lui mi prese le mani:
“Sei bellissima” mi sussurrò.
“Grazie..” gli risposi abbassando la testa.
La cerimonia iniziò e sembrava non finisse più, entrambi volevano dire la frase chiave, quella che ci avrebbe uniti per sempre.. così ascoltammo attentamente ciò che il prete diceva e ogni tanto ci guardavamo con sguardo perso dall’emozione. E poi arrivò, arrivò la domanda fatale, a cui toccava rispondere, e il primo a farlo fu Jared.

-Jared
Lo aveva detto. Me lo aveva domandato davvero: “Vuoi sposarla?” Si, diceva questo, quella domanda, e così la guardai, sospirai e le sorrisi, mi voltai verso il prete e risposi dolcemente: “Si, lo voglio.” E le misi la fede.

-Audrey
Il cuore mi batteva velocemente, troppo velocemente. Lo aveva davvero detto? Cioè, la domanda era vera? E soprattutto, la risposta lo era? Mi venne ancora da piangere, ma stavolta non riuscii a trattenermi, così, commossa, risposi anche io: “Si, lo voglio.” E gli misi la fede.
Il prete ci dichiarò sorridendo marito e moglie, così Jared mi alzò il velo dagli occhi e mi baciò teneramente scatenando l’applauso fragoroso di tutti gli invitati. Tutti poi si recarono fuori, e alla nostra uscita, fummo letteralmente sommersi dal riso. Il mio cavaliere mi prese in braccio e mi baciò ancora, e ancora, e ancora, e per ripararlo, coprii scherzosamente i nostri capi col velo, poi tornai a terra e uno ad uno, insieme a Jared, ringraziai e salutai tutti.
Non ci potevo davvero credere, mi ero appena sposata, ed ero la persona più felice del mondo. Mi sentivo bene psicologicamente e fisicamente, come se quella maledetta bestia non mi avesse nemmeno mai sfiorato.

-Jared
Il ricevimento fu grandioso. In un ristorante pregiato e lussuoso, tutti insieme, tutti a ridere e scherzare, passammo un giorno indimenticabile, Tomo raccontava barzellette assurde, Emma piangeva dall’emozione e Shannon dovette starle vicino tutto il tempo! (Ah, prese anche il bouquet, che Dio ci aiuti!) Audrey era felice e anche io lo ero. Mia madre l’accarezzava e si complimentava, è stato il giorno più bello di tutta la mia vita. Tutto lo staff di Marte era riunito e la felicità regnava sovrana.
Il tutto finì si e no alle 3:00 di notte. Eravamo tutti esausti, e quella sera avevamo casa completamente libera, Shannon era andato a stare da Tomo, per farci passare soli soletti la prima notte di nozze. L’autista riaccompagnò quindi me e Audrey a casa. Lei si addormentò lungo il tragitto, era stanca, ma sempre bellissima. Ancora con quel meraviglioso vestito addosso, con quei capelli modellati poteva sembrare una dea.
“Amore.. siamo arrivati..” le sussurai dolcemente, arrivati a casa.
“Si, si, sono sveglia.. stavo solo riposando.. mi fanno male i piedi..”
“Ci credo, tutto il giorno coi tacchi!” e ridacchiai.
“Andiamo?”
“Certo!”
L’aiutai a scendere ed entrammo in casa, dritti in camera mia, che essendo molto grande, avevamo trasformato nei giorni precedenti in una stanza matrimoniale, con tanto di lettone. Tolse le scarpe e io l’aiutai col velo, ma lo lasciai cadere e iniziai a baciarla, percorrendole il collo. Lei mi tolse la giacca e la camicia, mentre io iniziavo ad aprirle la zip del vestito dietro la schiena, e quando il vestito scivolò, la presi in braccio e la adagiai sul letto, poi lentamente ci spogliammo, senza dire una parola, facendo sì che fosse l’attimo a parlare per noi. La nostra prima notte di nozze, fu perfetta. Fare l’amore con la persona che ami, è una delle cose più perfette che esista al Mondo.

 




 

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Capitolo 38
*** We are One. ***


 
No, non mi ero dimenticata della FF, e nemmeno di voi! Quindi, eccomi qui con un altro capitolo! (A me fa schifo, però giudicherete voi) Fatemi sapere cosa ne pensate e ditemi che non mi avete abbandonata ç-ç
SweetEchelon.



Capitolo 37

-Audrey
“Jared! Sbrigati che facciamo tardi in aeroporto!”
Era la mattina di del 10 Luglio, mattina in cui partimmo per andare in viaggio di nozze, destinazione: sud Africa. Io ero pronta e stavo uscendo, con dei pantaloncini ...di jeans e una canotta, la coda alta e gli occhiali da sole, mentre Jared era ancora a sistemarsi, di sopra.
“Jared! Faremo tardi se non ti sbrighi!”
“Arrivo! Sto arrivando!” corse lungo le scale affannosamente e si piazzò davanti a me, facendomi scoppiare a ridere:
“Perché ci hai messo così tanto tempo?!” chiesi fra una risata e l’altra.
“Dovevo sistemarmi i capelli, no?!” disse passando le dita fra la chioma scura.
Jared ci siamo già sposati, ora dobbiamo prendere solo l’aereo e andare in viaggio di nozze!” era più forte di me, mi misi a ridere ancora!
“Si ma non posso farmi vedere scomposto da eventuali fan! Ho un immagine da portare avanti, io!” divve annuendo con convinzione.
“Certo, come dici tu!” e gli baciai delicatamente le labbra.
“Andiamo o dobbiamo aspettare ancora?!” ci strillò allegramente Shannon dall’auto, con affianco Tomo.

“Arriviamo subito!” rispondemmo all’unisono, e dopo aver sorriso a vicenda, ci avviammo in macchina.
Il sole mattutino di Luglio batteva sulle strade americane, mentre l’auto morbidamente le percorreva senza troppa velocità, a farci compagnia la musica alla radio, ma all’improvviso Tomo interruppe il silenzio:
“Come mai l’Africa, Jared?” e si voltò a guardarlo.
Jared tirò un lungo respiro e lo feci anche io, fermandomi a guardarlo a mia volta, aspettando che parlasse:
“Ecco.. perché non voglio che questo viaggio, sia solo un viaggio di piacere.. nel senso, il sud Africa è un posto magnifico, avvolto dalla natura, dal verde, dalla tranquillità. Ed è avvolto da persone che hanno bisogno d’aiuto, come ben sai. Io e mio fratello lo sappiamo benissimo, e anche Audrey ne è a conoscenza, infatti abbiamo riflettuto molto prima di scegliere la destinazione, e quando ad entrambi è venuto il colpo di genio, abbiamo scelto senza pensarci due volte una meta che non solo può darci pace, bellezza naturale e tranquillità, ma può darci anche un insegnamento importante per la vita, un insegnamento che ricaveremo aiutando persone che hanno bisogno di cose che a volte per noi sono superficiali, come anche solo un bicchiere d’acqua. Ecco, questo è il motivo per cui abbiamo scelto il sud Africa” sorrise nel dire queste parole e Tomo sorrise di rimando, dicendo:
“Jared, vi fa onore questo. E’ stupendo, davvero, complimenti. Gli Echelon hanno una guida da cui imparare molto.”
“Non sono io la guida degli Echelon, Tomo. Siamo noi, tutti e tre insieme, la loro guida.” Dicendo questo diede una pacca sulla spalla al fratello, che gli sorrise dallo specchietto retrovisore.

-
I ragazzi partirono in tutta tranquillità, niente saluti strappalacrime, niente tristezza, niente pensieri, tutto fu sereno e con la consapevolezza che la distanza sarebbe svanita in pochi giorni, ma in quei giorni si sarebbero dovuti rilassare e fare qualcosa di utile.
Arrivati a destinazione, i ragazzi si guardarono intorno con meraviglia e un sorriso sul viso che nessuno avrebbe potuto togliergli, in quel momento. Il tramonto era mozzafiato, sembrava che il sole bruciasse, e in lontananza, l’oceano rifletteva il cielo più bello che avessero mai visto:
“Jared..” sussurrò Audrey in estasi, con un leggero venticello che le scompigliava la coda.
“Lo so, non c’è bisogno di dire niente..” l’abbracciò e le sorrise, permettendole di godere di quella vista assolutamente magica.
Arrivarono in un centro abitato dove c’era la casa che avevano affittato, una casa semplice e sobria, con un piccolo terrazzo dove c’era un tavolino e delle sedie in legno scuro, in perfetta armonia con il colore di quella terra meravigliosa. Sistemarono i loro vestiti e le loro cose, si diedero una rinfrescata e si misero a letto insieme, guardando fuori dalla finestra la notte scura come il caffè, illuminata dalle stelle che sembravano perforare quel velo inoltrepassabile.
 “Sono così felice di essere qui con te, Jared..” disse impercettibilmente Audrey, stringendo le sua mani che l’avvolgevano da dietro.
“Io sono felice anche solo per il fatto che ora sei mia, in tutto e per tutto..” le rispose e le baciò la nuca candida, cosa che di istinto le fece chiudere gli occhi.
“Ti amo così tanto..”
“Anche io, e resterai con me per sempre..”
“Per sempre è tanto tempo amore mio..”
“Ne sono consapevole, ma vedrai che andrà tutto bene” annuì convinto.
“Certo, tutto andrà bene –sorrise e sospirò- buonanotte amore mio.”
“Buonanotte Audrey”.

 

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Capitolo 39
*** So far away. ***


E' passato più di un mese (penso) dall'ultimo aggiornamento, ma ora sono qui, pronta a finire questa storia. Perchè si, ormai questi sono gli ultimi capitoli, e finirla sarà molto doloroso, perchè è una storia a cui tengo molto. Spero mi perdonerete per tutto il tempo ad aspettare, ma davvero.. solo ora sono in grado di scrivere decentemente un finale per questa storia. Un bacio a tutti!
SweetEchelon.



Capitolo 38


-Jared
Ero riuscito a scrivere gli ultimi pezzi per completare l’album, ora tutto era finito, e purtroppo.. era finito anche il viaggio di nozze.
“Nastja, tesoro, vieni qui!” Nastja era una bambina di cinque anni, rimasta orfana di entrambi i genitori, a causa di un’esplosione avvenuta nell’abitazione dove viveva, la gente del paese diceva che tutto era stato causato da fili elettric...i scoperti. Tutto saltò in aria e nessuno dei due ce la fece a sopravvivere. La bambina quel giorno era con una coppia di vecchietti molto cara ai genitori, e spesso tenevano la bambina, portandola a giocare negli sconfinati campi di grano, o con gli animali dell’allevamento.
Io ed Audrey la conoscemmo una settimana prima di ripartire, facendo un’escursione in paese: la bambina piangeva e Audrey la prese in braccio per farla calmare. Lei sembrò quasi felice, e poggiata la manina sul suo viso, la fece quasi tremare a quel contatto. Mi guardò con uno sguardo pieno di gioia, e ridata la bambina ai vecchietti, quando tornammo a casa, dopo cena, fu inevitabile parlarne.
“Jared, devo chiederti una cosa..”
“Dimmi tutto!”
“Nastja..”
“E’ una bellissima bambina.. mi dispiace che non abbia nessuno al mondo..”
“E’ così uguale a me, Jared..” mi guardò con le lacrime agli occhi, avevo già capito tutto.
“Si, va bene Audrey.” Dissi sorridendo.
“Davvero??”
“Certo! Le daremo una famiglia, e lei darà a noi felicità.”
“Mio Dio grazie!! Grazie!!” Mi saltò addosso stritolandomi in un forte abbraccio, e io sorrisi, baciandole la fronte.
“Dici che accetterà??” Le chiesi un po’ preoccupato.
“Lei ci adora Jared, lo hai visto, ci vuole bene! Cosa c’è di sbagliato se vogliamo darle una famiglia??”
“Niente, hai ragione. Non ha né amichetti né famiglia.. è giusto darle una possibilità.”
La serata si concluse tra sorrisi e lacrime di gioia, ma il giorno dopo, nel pomeriggio, saremmo dovuti tornare a casa, sempre in aereo, e avevamo poco tempo per spiegare la cosa alla bambina. Ma fortunatamente, non ci furono problemi, e lei fu ben contenta di venire con noi, capendo, anche se aveva solo cinque anni, che tutto quello era per il suo bene.

-Audrey
Quando tornammo a casa, riabbracciati Shannon, Tomo, Emma e tutti gli altri, la prima cosa che decisi di fare la mattina seguente fu di andare a fare shopping per la bambina, la mia bambina. Il medico mi aveva avvertito che la malattia ormai era agli ultimi stadi, le chemio potevano fare ben poco, e ovviamente non potevo mettermi a rischio con una gravidanza. Quella bambina, Nastja, fu un dono del cielo, anche se ben presto, ero consapevole che sarebbe rimasta senza la sua madre adottiva. Ma ero sicura che Jared sarebbe stato un padre esemplare, e avrebbe fatto anche la mia parte. La guardavo mentre eravamo in auto, la pelle scura e gli occhioni azzurri, incorniciati da capelli lunghi e castani, la rendevano quasi un angelo, ero orgogliosa di averla portata con me, via dalla sua disperazione.
“Amore.. siamo arrivate!” Dissi felice mentre scendevo dall’auto e andavo da lei, per farla scendere.
Si guardava intorno spaesata, ed era comprensibile. Quella città non aveva niente a che fare con il suo paese, era tutto così grande, così rumoroso, così strano per una bambina di cinque anni cresciuta in un paese povero come il suo. Ma io le avrei insegnato che il mondo era bello in tutte le sue forme, anche se alcuni lati non li aveva mai visti.
“Drey.. perché le case qui sono così grandi e con così tante luci?” Si riferiva agli enormi negozi, e ai centri commerciali. Mi misi a ridere e la presi in braccio:
“No tesoro, non sono case! Sono grandi centri dove le persone comprano tante cose belle! Il cibo, i vestiti, i giocattoli, e hanno tante luci perché alla gente piace vederli tutti colorati, a te piacciono i colori??”
Annuì perdendo lo sguardo in quella marea di novità, e le diedi un tenero bacio sulla guancia.
“Allora vieni, ti porto a vedere come sono fatti questi centri..” entrai con lei in un grande centro commerciale, e passammo lì l’intera mattinata, mangiammo il gelato, comprammo tanti vestitini, qualche giocattolo, e la fatica per me fu tanta, ormai non riuscivo a reggere più i ritmi di una volta. Quando tornai in auto con tutte le buste e misi a posto anche la bambina, salii alla guida e la guardai sorridendo, per poi scoprire le braccia e rendermi conto che sulla pelle ormai bianca, comparivano come delle bolle rosse, sfogo della chemio.
“Drey.. cosa sono quelle?”
“Ahm.. –come dovevo spiegarglielo?- Amore vedi.. io.. –presi il coraggio a due mani e mi voltai verso di lei, parlandole col sorriso- io sono malata.”
“Hai la febbre?” Allungò una manina sulla mia fronte, gliela presi e gliela baciai ridacchiando.
“No, non ho la febbre! Ho.. ho un piccolo mostro che vive nel mio corpo, capisci? E’ un mostriciattolo tanto brutto e tanto cattivo, io combatto con lui ogni giorno insieme ai dottori per farlo andare via, e mi restano i segni sulla pelle ogni volta che vinco la battaglia!”
“Quindi lui andrà via presto, vero, e andranno via anche i segni?”
“No amore mio. Non andrà via.. resterà dentro me fino a che non andrò lontano lontano e sfuggirgli per sempre! –Ridacchiai- Devo andare in un posto dove lui non potrà più raggiungermi, e dovrà abbandonarmi per forza, allora starò bene e anche i segni spariranno!” Annuii accarezzandole i capelli.
“Ma poi torni!” Ecco la parte difficile.
“..N-no piccola, non posso tornare! Altrimenti lui mi riprende ancora! Devo stare lì per tanto, tantissimo tempo! Ma un giorno ti prometto che ci rivedremo! E tutto sarà perfetto!”
“In questo posto ci sono anche mamma e papà?” Mi chiese mostrando gli occhi lucidi.
“Certo!! Staremo insieme e ti guarderemo tutti i giorni, sempre! Fino a che non ci rincontreremo!”
“Allora se li vedi.. puoi dirgli che gli voglio tanto bene e che mi mancano?”
“Te lo prometto. Gli dirò tutto quello che vuoi.”
“Fra quanto dovrai partire? Riuscirò a salutarti?”
“Non lo so Nastja.. –sospirai- potrei partire in qualsiasi momento, sai, devo andare via quando il mostriciattolo dorme, così non se ne accorge! E se non riusciremo a salutarci, lo farà Jared per me!”
“Okay.. –sorrise- Jared mi piace, è simpatico!”
“Davvero??” Mi ricomposi e misi in moto, andando verso casa.
“Si, con me è tanto buono, e dice sempre che ti ama, tu lo ami??”
“Certo che lo amo! Come si può non amare Jared?”
“Dice sempre che io sono la sua fidanzatina!”
“Ah davvero?? Guarda che io sono gelosa!!”
“Se vuoi posso prestartelo un po’, qualche giorno!”
“D’accordo, allora faremo un po’ a me, e un po’ a te, va bene?”
“Si!!” La sua risata allegra mi fece compagnia per tutto il viaggio, e anche quando fummo a casa, continuammo a parlare, ridere e scherzare fra ‘donne’ mentre ci prendavamo gioco amorevolmente del nostro uomo.

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Capitolo 40
*** Don't go, I can't do this on my own. ***


Rieccomi qui. Ormai siamo davvero agli sgoccioli e la tristezza è sempre maggiore. Continuerò comunque a scrivere meglio che posso e ringraziare tutti voi che ancora mi seguite dopo mesi. Grazie, grazie, grazie di tutto. Al prossimo capitolo! Vi voglio bene.
SweetEchelon




Capitolo 39


Passarono i giorni, passarono le settimane e passarono i mesi. Passò più di un anno dal matrimonio, e Jared e Audrey, ancora felici, ancora insieme, ormai erano praticamente accampati all’ospedale. Audrey era stata ricoverata i...l 26 Novembre 2009, e non si sapeva quando e se sarebbe uscita. Jared andava da lei tutti i giorni, portava con sé la bambina, che erano riusciti ad educare e far crescere insieme per tantissimo tempo, e stava lì per ore, anche solo a sorriderle, per infonderle coraggio. Shannon faceva lo stesso, e quando Audrey passava giorni bui, in preda agli attacchi sempre più frequenti, lui prendeva con sé la bambina e la portava a comprare un gelato, o a giocare con le paperette del laghetto artificiale in un parco poco lontano dall’ospedale.
“Quando uscirà la mamma?” Gli chiedeva spesso. Si, ormai la chiamava ‘mamma’, il legame che le univa era diventato troppo forte e quando per la prima volta la bambina la chiamò così, Audrey la prese fra le braccia e pianse di gioia.
“Non lo so amore mio.. non lo so..” Shannon era diventato apatico, tranne quando stava con Nastja, che riusciva a dargli un po’ di serenità. Erano molto legati anche loro, e ognuno soffriva nel veder soffrire l’altro.

-Jared
Ero accanto a lei, seduto su una sedia in metallo con lo schienale blu, e le tenevo la mano. Stavamo parlando del nuovo album, che sarebbe uscito a giorni, precisamente il 4 dicembre.
“Ti ricordi quando ci siamo conosciuti?” Le chiesi ridendo.
“Certo! Non mi hai mai più mollata da quella sera.. eri una palla al piede!” Rise e si voltò a guardarmi.
“Se non l’avessi fatto ora non staremmo insieme!” Le baciai la mano e continuai a guardarla.
“Già..-sospirò- allora? Quando ci sarà il boom?”
“Quattro dicembre, tutti gli Echelon non stanno più nella pelle, Twitter è una fonte sicura!” Mi misi a ridere e le mostrai dal cellulare ciò che il social diceva riguardo al nuovo ed imminente album.
“Sarà perfetto, vedrai!” Mi disse lasciandomi una fredda carezza sulla guancia destra.
“E tu verrai con me a goderti il successo, starai con me alle conferenze, farai foto con gli Echelon, e anche Nastja ci sarà! Io voglio mostrare al mondo quanta felicità mi hai regalato, piccola.” Sorrise sospirando e si adagiò sul cuscino, dando un colpo di tosse.
“Qualsiasi cosa succederà, prima o dopo l’uscita del CD, prima o dopo il successo, tu dovrai prendere con te Shannon, Tomo, Nastja e tutti gli altri e goderti i frutti della vostra fatica, è chiaro Jared?”
“Se dovesse accadere qualcosa, il CD potrà aspettare.”
“No! Non voglio Jared.. fai questo per me.. ti prego..” mi strinse la mano e sorrise dolcemente.
“Audrey.. già sarà difficile allontanarmi da te per la presentazione il giorno dell’uscita.. non puoi chiedermi di stare via più a lungo..”
“Ma se lo facessi, io sarei felice! Non vuoi la mia felicità?” Mi fece gli occhioni languidi.
“Si.. certo che voglio la tua felicità..” sospirai ed abbassai lo sguardo.
“E allora vai, sii presente alla presentazione, fai foto, divertiti e divertiti anche per me! Poi mi chiami e mi aggiorni su come va, d’accordo?” Annuii sorridendo.

-Audrey
“Come fai ad essere così tranquilla, Audrey?” Mi chiese poi, accarezzandomi i capelli.
“Non è che sono tranquilla.. è che l’ho accettato, tutto qui. Quando il destino ti impone qualcosa o qualcuno, non puoi di certo ribellarti.. –risi- ad esempio, mi ha imposto te e ho accettato!”
“Ah, grazie!!” Si mise a ridere anche lui.
“Scherzo.. tu sei la cosa più bella che la vita potesse regalarmi, mh? E.. –feci forza per tenere le lacrime al loro posto- voglio che tu abbia il successo che ti meriti, insieme alla tua famiglia, insieme agli Echelon. Per il resto.. io sarò sempre con te, ovunque tu ti troverai, con chiunque sarai, io sarò sempre vicino a te. E quando calerà la sera, potrai guardare le stelle e pensare che una di quelle, sono io. Quando il venticello di primavera inizierà a farsi sentire dinuovo, sarò io che verrò a farti visita per vedere come stai e magari.. ricordarti di mettere vestitini più leggeri a Nastja, cosa che ti dimentichi sempre di fare quando fa caldo!” Dove trovavo la forza di sorridere? Non ne ho idea. Ma lo facevo per lui, per non fargli pesare troppo quell’assurda e orribile situazione, in cui la consapevolezza che qualcosa sarebbe successo molto presto, regnava sovrana sulle poche speranze che entrambi avevamo.
Vidi i suoi occhi inumidirsi e pochi secondi dopo una lacrima scendere lungo la guancia sinistra, di cui fermai il percorso passandoci su delicatamente il dorso della mano.
“Non devi piangere amore mio.. non cambierà nulla! Te lo prometto, e io mantengo le promesse.” Dissi annuendo più convinta che mai.
“Il fatto è che.. –disse dando un tono fermo alla voce, asciugandosi gli occhi- sei diventata il sole della mia vita, la luce del giorno non mi illumina e non mi dà calore come fai tu, nulla mi fa sentire appagato e felice come fai tu.. io.. non riesco ad immaginare un futuro senza di te, mi capisci?”
“Ma la music..”
“La musica è un’altra cosa. La musica mi ha reso quello che sono Audrey, mi ha reso un uomo, mi ha reso Jared Leto. Tu mi hai reso semplicemente Jared, che è quello che più volevo al mondo. Essere, e non apparire. Anche se la musica è la mia più grande passione, non mi fa sentire le farfalle nello stomaco, non posso toccarla, non posso baciarla. Non posso farci l’amore. La musica non è te, Audrey.”
In quel momento sentii un senso di nausea farsi spazio lungo lo stomaco fino ad arrivare alla bocca, e dovetti fare un enorme sforzo per mandarlo via. Era la felicità, la felicità che il mio corpo non riusciva più a reggere, quel battito di felicità in più, avrebbe potuto uccidermi, in quel momento.
“Signore.. dovrebbe lasciar riposare la signorina per un po’, se non le dispiace..” un’infermiera entrò con premura nella stanza e gentilmente avvisò Jared.
“Si, esco subito, mi dia solo un secondo” Jared rispose con un sorriso voltandosi verso l’infermiera, e poi si voltò verso di me.
“Vai.. ci vediamo domani mattina” dissi serenamente poggiandomi meglio al cuscino.
“D’accordo, vuoi che ti porti qualcosa?”
“Le mie fotografie dell’Italia, sono in una piccola scatola sotto il nostro letto. Per favore” dissi con un sorriso.
“Te le porto sicuramente domani mattina. Buonanotte amore mio, fai bei sogni.” Si chinò su di me e mi lasciò un tenero bacio sulle labbra, prima di scomparire dietro la porta bianca, di quella stanza triste.

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Capitolo 41
*** Start again. ***


Eccoci giunti all'ultimo capitolo. Prossimamente ci sarà l'epilogo, e quindi questa storia finirà definitivamente. Farò gli opportuni ringraziamenti la prossima volta. :) Per ora, godetevi l'ultimo evento di questa lunga storia, che per me ha significato tanto, e spero che sia piaciuta a tutti voi.
Aspetto i vostri commenti e le vostre riflessioni!
Bacioni, SweetEchelon.



Capitolo 40



4 dicembre 2009

-Jared
Ero su quel palco, seduto ad una lunga scrivania rettangolare, con Tomo e Shannon ai miei lati, e una schiera infinita di giornalisti sotto di noi, seduti tra il pubblico ristretto che era riuscito ad en...trare alla conferenza.
Tutto era elegante, raffinato, quell’aria che un po’ mi era mancata negli ultimi anni, a furia di stare dietro al lavoro e alle corse in ospedale per Audrey. Era un po’ come la mia normalità, ma non ero comunque tranquillo a sapere Audrey in un letto d’ospedale, da sola, senza nemmeno uno di noi che le stesse accanto. Ma purtroppo, quello era il grande giorno, il 4 dicembre 2009, il giorno in cui il nostro nuovo album avrebbe fatto la sua comparsa sul mercato dopo mesi di duro lavoro e creazione.
Quello era il giorno in cui ‘This is War’ avrebbe fatto felici gli Echelon. Si, decidemmo di chiamare il CD ‘This is War’ proprio come la canzone, quella canzone che aveva così tanto da dire e da esprimere, quella canzone che ti incita a combattere con le unghia e con i denti per ottenere ciò che vuoi, per salvare te stesso.
“E così, signor Leto, questo album è frutto di una lunga fase burocratica molto burrascosa, cosa può dirci a proposito, lei che è il frontman di questa band?” Avvicinai il microfono alle labbra e parlai con tutta la calma possibile.
“Beh si ci sono state molte discussioni e molte difficoltà con la produzione di questo album. Come voi tutti spete abbiamo passato un periodo molto buio per la Causa che richiedeva impiego di molti soldi, e soprattutto impiego di nuove idee. Nuove idee per sviluppare qualcosa che sarebbe piaciuto a chi ci ascolta, e a chi vorrebbe iniziare a farlo. Abbiamo dovuto cambiare il nostro solito stile, restando comunque gli artisti che siamo, quindi non abbiamo intaccato le nostre origini o tanto meno screditate. Abbiamo semplicemente sperimentato qualcosa di nuovo e innovativo, e in più, abbiamo coinvolto tutti gli Echelon favorevoli a questo progetto con Summit e registrazioni in studio. Sarà un grande progetto!”
“E lei, cosa ne pensa, Shannon?”
“Penso che mio fratello Jared abbia perfettamente ragione, e tutti noi componenti della band, con in più l’aiuto di coloro che lavorano a stretto contatto con noi, abbiamo intenzione di condividere questo enorme progetto, con gli Echelon di tutto il mondo.” Mio fratello, con i suoi occhiali da sole color bronzo, parla con decisione e professionalità.
“Questo comporterà quindi un tour molto lungo e faticoso, quindi?” Chiese una giornalista riferendosi a Tomo.
“Ne stavamo proprio discutendo prima che iniziasse questa conferenza. Ovviamente il tour non è stato ancora organizzato nei dettagli, per ora siamo alle grandi linee, ma se vogliamo che questo progetto arrivi a tutti e tutti possano goderne i frutti, parlando di musica live ovviamente, si, dovremo organizzare un tour molto lungo, Mondiale, direi!”
“Gli Echelon come hanno reagito al loro coinvolgimento in questo nuovo lavoro?” Riprendo la parola e dopo qualche secondo di riflessione, rispondo.
“Direi che hanno reagito benissimo. E’ la prima volta che facciamo una cosa del genere dopo anni di carriera, e la novità ha lasciato tutti molto sorpresi, ma allo stesso tempo emozionati e felici. Nelle canzoni del nuovo album avrete la possibilità di ascoltare cori fatti solo da Echelon, le loro voci, e penso che saranno percepibili anche tutte le loro emozioni, perché è questo il nostro scopo. Trasmettere le emozioni di chi ci ama!”
“A proposito di amore, gira voce che la famiglia Leto si sia allargata! Una bambina?”
“Si, una bellissima bambina, che in realtà è con noi da più di un anno, ormai.. vieni Nastja!” Emma lasciò andare la bambina che dal retro del palco salì le scale e venne dritta dritta a sedersi in braccio a me.
I flash impazzirono e tutte le facce del pubblico, compresi i giornalisti, erano un misto di sorpresa e curiosità.
“Signor Leto, questa bambina è sua, o è stata adottata?”
“Signor Leto, questa bambina non le somiglia!”
“Signor Leto, sua moglie sa di questa bambina? Immagino, per essere già così cresciuta, che non sia sua!”
Iniziarono a fare le domande più svariate e le ipotesi più assurde.
“Calma, per favore! –Cercai di zittirli per un attimo- Questa bambina, è uno dei regali più belli che la vita mi abbia fatto. No, non è nata dal rapporto che ho con Audrey, ma nemmeno dal rapporto con un’altra donna. E’ stata adottata, è stata portata via dalla povertà e dalla disperazione. Le abbiamo dato una casa, una famiglia, e soprattutto le abbiamo dato amore. Questa è una delle tante soddisfazioni della vita, avere una figlia che anche se non condivide il tuo sangue, condivide il suo amore e la sua gratitudine con te. E lei.. mi ha dato il doppio di ciò che io ho dato a lei.” La bambina che tenevo sulle gambe si mise a salutare con la manina tutte le persone presenti, e si voltò a sorridermi dolcemente.
“Ciao piccolina! Vuoi dire qualcosa?” Le chiese gentilmente un giornalista in prima fila.
“Uhm.. si! Voglio dire che amo la mia mamma, il mio papà, lo zio Shannon, lo zio Tomo e la zia Emma, e prometto che quando diventerò grande, sarò io a cucinare per papà, perché la mamma deve riposare!” Mi abbracciò forte e tornò da Emma, anch’essa con le lacrime agli occhi, come tutti in sala, che ovviamente erano a conoscenza della malattia di Audrey, ed erano stati avvisati prima di non trattare l’argomento.
Ero riuscito a distrarmi per un attimo da Audrey parlando della bambina, ma ben presto, un brutto presentimento si fece spazio nella mente, e sentii come una fitta al lato sinistro del petto.

-Audrey
Quando Jared quella mattina passò a salutarmi prima di andare alla conferenza, stavo bene.
Ma più passavano le ore, e più mi sentivo male. Avevo iniziato a tossire più forte del solito e sudare come non mai, sudore freddo, che sapeva di paura e ignoto. Sentivo il corpo più debole del solito, e aprivo a fatica gli occhi. Suonai istintivamente il campanello che avevo sul mobiletto di fianco al letto che conduceva alla sala dove di solito vigilavano le infermiere, ed accorsero subito due di loro, per controllare le mie condizioni.
Iniziavo a vedere le immagini confuse, e le voci erano diventate indistinte, come un lontano e leggero rumorio, ma allo stesso tempo, tutto diventava leggero, nulla pesava più, il mio corpo era diventato come quello di un passerotto, sarei riuscita a volare, per quanto ero leggera.
Ricordo le luci puntate sul mio capo e la mascherina che mi dava ossigeno. Ricordo tante persone intorno a me con camici chiari e anonimi, e ricordo che il mio ultimo pensiero, fu rivolto alla mia bambina, e non a Jared. Lui sarebbe andato avanti, perché è una persona forte. Ma la bambina? Come avrebbe reagito la bambina?
‘Ed eccomi qui, il mio tempo è finito. Ma ne inizierà uno migliore, in un posto migliore.’ Ero convinta di questo mio ragionamento, nel momento in cui chiudevo gli occhi, per sempre.
Dove sono ora? Ora sono proprio di fianco al mio uomo, mentre legge alla mia bambina ormai un po’ cresciuta una lettera, una lettera che scrissi ai tempi in cui ero in ospedale. Di solito durante la notte, quando non riuscivo a dormire, prendevo carta e penna e scrivevo. Sono felice che ora queste lettere le abbiano loro, è pur sempre un modo per sentirli vicino, ogni volta che le leggono. Veglio su di loro ogni giorno, non li lascio soli nemmeno un attimo, e mi piace vedere come sorridono pensando a me. Forse è così che doveva andare, forse il Paradiso non è una bugia.

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Capitolo 42
*** Epilogo: You and I'll be safe and sound. ***


Eccoci giunti all'epilogo. Finita, questa storia è ufficialmente finita.
Che dire.. grazie a TUTTI, chi ha letto, chi ha letto e recensito, chi ha aggiunto alle seguite\preferite e a chi mi ha sostenuto dall'inizio alla fine.
Un grazie speciale alla mia ROS, perchè senza di lei, questa storia non avrebbe nemmeno avuto seguito, arrivata ad un certo punto.
Vi ringrazio dal più profondo del cuore. Aspetto le vostre ultime recensioni <3
Bacioni enormi.
SweetEchelon.




Capitolo 41 \ Epilogo.



-
“Stanotte piove. Una delle cose che non mi piacciono, proprio no. Sarei andata in Italia solo per godere delle belle giornate calde del sud quando sarebbe stato periodo di vacanza, per poi tornare al nord e studiare in qualche prestigiosa Università. 
Vorrei uscire di qui, prendere Jared e Nastja, fare i bagagli e prendere il primo aereo per l’Italia senza nemmeno pensarci su. Una vita lì, una famiglia lì, uno dei miei tanti sogni, ormai irrealizzabili.
Ma dopo tutto.. non importa. Sono stata talmente fortunata a trovare lui, ad avere lei, e lavorare con persone così umane e fantastiche come Shannon, Emma, Tomo.. e tutti gli altri. 
Quanto vorrei che sorridessero.. io li vedo, quando vengono qui da me, con quei visi tristi e le lacrime pronte ad uscire. Sbagliano, dannazione! Devono sorridere, perché non capiscono che mi farebbero star meglio se sorridessero anche loro? L’unica che vedo sorridere serenamente è sempre Nastja, quella bambina sa darmi gioia anche solo con uno sguardo, qui, in questa fottuta stanza d’ospedale.
Diventerà la donna di casa, aiuterà Jared con il lavoro, e sarà gelosa di qualsiasi donna poserà il suo sguardo su di lui, oddio, già immagino! Magari fosse tutto così facile.. ma loro ce la faranno. Devono farlo per me.
Jared mi ha detto giorni fa che sono solo due le date di cui è sicuro, sicuro perché me le ha promesse: Roma e Milano, ovviamente in Italia. Anche se fra anni, mi ha detto che porterà la bambina con sé e farà scoprire lei tutte le meraviglie di quel paese così dolce e tradizionalista. Vuole farle in estate, quando la gente è in vacanza e riesce ad andare ai concerti senza troppe difficoltà per gli impegni. Mi sarebbe piaciuto dire: “Verrò anche io con voi e visiterò il Paese più bello del mondo!” Ma mi sono limitata a sorridere ed essere teneramente felice per loro. I loro occhi saranno i miei, e vedrò tutto, anche quando non sarò più qui.
Saranno felici insieme, e magari Jared si rifarà una vita, con una donna più forte, magari incontrandola in un modo più tranquillo di quello con cui ha incontrato me! ..Sto sorridendo a scrivere queste righe e non so nemmeno perché, ma va bene così.
Però ora.. mi sento stanca, penso riposerò un po’. Stanotte non ho chiuso occhio e domani mi aspettano altri esami e robaccia varia. Anche se ormai si intravedono le luci dell’alba..
P.s. Wow, questa lettera potrebbe chiamarsi ‘La nascita del Sole, la morte del Sogno’ perché infondo il mio sogno morirà con me. Che poi, sempre meglio che muoia con me invece che per mano di gente che di sogni non ne ha mai sentito parlare.” 
Jared, dopo aver letto con la sua bambina questa lettera, la sua preferita fra quelle che aveva scritto Audrey, guardò negli occhi Nastja, che era seduta con lui sul palco montato all’Ippodromo delle Capannelle, a Roma, per il concerto che i Thirty seconds to Mars avrebbero dovuto svolgere quella sera. Era mattina, e il sole brillava più caldo che mai, giustamente, visto che era il 18 Giugno 2011.
Entrambi, seduti vicini, facevano penzolare le gambe giù dal palco, mentre guardavano il grande spazio di fronte a loro, e i tecnici dietro controllavano che tutti gli strumenti e tutte le apparecchiature funzionassero senza problemi.
“Papà, tu hai mai pensato ad un’altra donna da quando la mamma se n’è andata?” Chiese Nastja, che a soli otto anni, aveva ormai capito che non esisteva nessun mostro, che la mamma se n’era andata per una bruttissima malattia. Gli rivolse lo sguardo e attese una sua risposta.
Jared prese un profondo e sereno sospiro, ricambiando il suo sguardo, per poi dire: “A parte te? –Rise- No, mai. La tua mamma è stata l’unica che ha saputo fare breccia nel gelido cuore di Jared Leto, e tutt’ora, lei è lì insieme a te. Entrambe nel mio cuore.” Le prese una manina e se l’adagiò sul lato sinistro del petto, sorridendo.
“Alla mamma piaceva l’Italia allora.. –sorrise Nastja riprendendo a far penzolare le gambe- e aveva ragione, anche se a me piace più qui che a Mal.. Mil..”
“Milano!” Rise Jared guardandola.
“Si, quella.” Annuì la bambina con sguardo attento.
“Roma piace molto anche a me. Dovremmo tornarci più spesso, che ne dici?”
“Si, bellissimo papà! Perché non ci veniamo tutte le estati?? Come voleva fare la mamma!!”
“E’ una buona idea, ci penserò su, promesso.” Sorrise e le porse il mignolo che strinse col suo in segno di promessa.
“Fra quanto arrivano gli Echelon?” Chiese Nastja mettendosi in piedi sul palco e portando una mano alla fronte, come se volesse riuscire a vedere più lontano, oltre i cancelli.
“Arriveranno stasera, e saranno tantissimi, vedrai. Vedrai le loro lacrime di gioia, sentirai le loro voci, e tutto sembrerà familiare. Anche la Luna!”
“La Luna.. somiglierà a Marte!”
“Si.. in un certo senso!” Scoppiò a ridere Jared mentre si metteva anche lui in piedi.
“Papà, io vado da zia Emma, mi ha detto che avrei dovuto aiutarla con delle cose importanti!”
“Ah davvero? –Jared mise le mani sui fianchi- Chissà, un giorno magari potrei assumere anche te come assistente!”
“Dici davvero papà??” Alla bambina brillavano gli occhi.
“Certo! Ora però vai.. Emma sicuramente starà aspettando il tuo aiuto. Io resto qui e faccio qualche prova con zio Tomo e zio Shannon. Ci vediamo fra un po’.. non perderti eh!” La bambina annuì e filò via saltellando, mentre il padre la salutava con un gesto della mano ed un sorriso.

-Jared
E’ bella. Roma è immensamente bella. Sembrava che quel palco aspettasse me.. me e la mia bambina. Era così caldo quel posto.. così familiare. Audrey aveva ragione, lì era tutto più bello, più caldo, più familiare, più tutto. C’eravamo io e la mia bambina, c’erano Tomo, Shannon, Emma, tutti coloro a cui voglio bene, e c’era anche Audrey, lei era nel vento.
“Jared, iniziamo a provare?” Shannon arrivò dietro di me e mi parlò dolcemente dandomi una fraterna pacca sulla spalla.
“Si, proviamo. Tomo?” Chiesi guardandomi in giro.
“Arriva, è andato a prendere la chitarra. Come stai? Visto che bella questa città?”
“Si, è veramente bellissima..” calai gli occhiali da sole sugli occhi e misi ancora le mani sui fianchi, guardandomi intorno. In quel momento eravamo all’Ippodromo quindi eravamo circondati da polvere e terreno, ma sapevamo tutti che usciti di lì ci aspettava una città splendida.
“Ehy! Ci sono, possiamo iniziare!” Tomo arrivò saltellando con in mano la sua fedele chitarra, e si posizionò al suo posto, mentre Shannon ci sorrideva e andava verso la batteria, messa alla mia sinistra, contrapposta a Tomo che era sulla destra.
Io poggiai le mani sul microfono fissato all’asta e iniziai a battere il tempo con i piedi, piano e in silenzio.
“Con cosa iniziamo?” chiese Shannon sciogliendo il collo.
“Proviamo il gran finale!” Esordii io girandomi verso di lui.
Così i miei musicisti iniziarono a suonare l’intro di Kings and Queens, una delle canzoni che scrissi per l’album, e iniziai a cantare, soffermando la concentrazione su un pezzo in particolare:
“Into your eyes
hopeless and taken..
we stole our new lives
through blood and pain.
In defense of our dreams,
in defense of our dreams.
We were the Kings and Queens of promise!
We were the victims of ourselves,
maybe the Children of a lesser God
between Heaven and Hell!
Heaven and Hell!”
In effetti, la nostra vita, la nostra relazione, era stata tutta un’esperienza vissuta tra Inferno e Paradiso, ma entrambi eravamo convinti che fino a che saremmo rimasti una al fianco dell’altro, sarebbe stato facile sopravvivere, in entrambi i casi.

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