Dieci Song-fic per Letter Bee

di sushiprecotto_chan
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1) Fuckin' Perfect - ZazieLag ***
Capitolo 2: *** 2) I Want to Breack Free - AriaGoos ***
Capitolo 3: *** 3) A Well Respected Man - SunnyConnor ***
Capitolo 4: *** 4) Strawberry Fields Forever - Thunderland jr. ***
Capitolo 5: *** 5) Lullaby - ZazieLag ***
Capitolo 6: *** 6) Safe and Sound - SunnyConnor ***
Capitolo 7: *** 7) Wake me up when september ends - Largo Lloyd ***
Capitolo 8: *** 8) Nightmare - Chalybs Garrard, Hazel Valentine ***
Capitolo 9: *** 9) Strange and Beautiful - ZazieLag ***
Capitolo 10: *** 10) Cemeteries of London - ConnorSunny ***



Capitolo 1
*** 1) Fuckin' Perfect - ZazieLag ***


Dieci Song-fic per Letter Bee


 

 
Fandom: Letter Bee / Tegami Bachi.
Personaggi/Pair: Zazie, Aria, Sunny, Connor, Dr. Thunderland, Largo Lloyd; Zazie/Lag, Aria/Goos, Connor/Sunny, varie ed eventuali accennate.
Genere: Generale, Introspettivo.
Rating: Giallo (PG)
Avvertimenti: Shounen-ai, Flashfic, Song-fic.
Note: Scritta secondo le regole:
1. Scegli un personaggio, una coppia o un fandom. [in questo caso LB! <3]
2. Apri la tua cartella di musica e seleziona la modalità di riproduzione casuale e fai partire.
3. Scrivi una drabble-flashfic che sia collegata alla canzone che sta andando. Hai tempo fino al termine della canzone per terminare la drabble: inizi con l’inizio della canzone e finisci quando finisce, niente esitazioni! Non importa quanto scombussolata è la tua drabble.
4. Scrivine 10, poi pubblicale.
N/A: La cosa strana di alcune fanfiction che ho scritto qui è che avevo già fatto con quella stessa canzone dei video su YT, e che quindi è stato facile decidere che personaggio o coppia usare perché quelle canzoni erano semplicemente perfette per il tal pg o il tal pair! :3
Comunque sia, ho deciso di fare una piccola raccolta con queste dieci songfic. Purtroppo, visto il poco tempo della canzone a disposizione, non sono un granché, ma bisogna popolare la sezione e quindi metto a tacere la vocina critica nella mia testa per un po’. <3
Spero vi piaceranno (Stray-san e Rooth-chwan sanno che mi sto riferendo in particolare a loro, che non sento da uno sbanderno di tempo).
Popolate la sezione di Letter Bee e spargete amore sul manga!

 












 
 
 
1) Fuckin’ Perfect - Pink (+ video Zazie/Lag! :D)
 

Made a wrong turn, once or twice
Dug my way out, blood and fire
Bad decisions, that's alright
Welcome to my silly life
Pretty, pretty please if you ever, ever feel
Like you're nothing, you are perfect to me

Se avesse potuto, Zazie avrebbe preso un sacco e ci si sarebbe chiuso dentro per poi non tornare più fuori. O almeno questa era la sua massima aspirazione in certi momenti, come quando, senza volerlo e armato solo delle intenzioni più giuste, finiva per dire cosa che ferivano Lag e che facevano correre via Seeing da lui.
Fin dal primo incontro con Lag c’erano state incomprensioni… e Zazie non si era proprio mostrato al meglio, nei primi tempi. Lag si era intrufolato nella sua vita criticando qui e là, con la sua beata innocenza e la sua sconsiderata e naturale bontà d’animo.
Zazie ci aveva impiegato un po’ per abituarsi a lui ed apprezzarlo, a permettersi di farsi conoscere ed affezionarsi, ma quando l’aveva fatto, era stato come lasciare che esplodesse una bomba ad orologeria, la cui esplosione man mano che passava il tempo s’ingrossava sempre di più. E aveva capito che l’affetto che provava e l’attrazione che sentiva nei confronti di quella personcina chiamata Lag Seeing non era minimamente definibile col nome di amicizia. E si era reso conto che, anche dopo tutte le incomprensioni che avevano avuto all’inizio e le piccole lotte a proposito di Goos che a volte accadevano ancora, Lag era così mostruosamente e fottutamente perfetto per lui.
 
 
 






 

Anticipazione di certo estremamente voluta a proposito del prossimo capitolo:
I Want to Breack Free – The Queen

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Capitolo 2
*** 2) I Want to Breack Free - AriaGoos ***


2) I Want to Breack Free – The Queen
 

I've fallen in love for the first time
And this time I know it's for real
(…) But life still goes on
I can't get used to living without (…) you
by my side
I don't want to live alone, hey
God knows got to make it on my own
I've got to break free
(…) I want to break free, yeah

 
Aria conosce le varie parti di se stessa che la compongono. Sa di quel pezzo di sé che vorrebbe liberarsi della figura di Goos.
Ciò che lui le ha donato non è qualcosa che si possa dimenticare facilmente – che Aria possa dimenticare facilmente. Sa d’essere ancora innamorata e che lui è stato il suo primo amore. Che quello che prova ancora per Goos è amore vero.
Eppure vuole essere libera.
Vivere senza Goos le era sembrata un’assurdità già quando lui aveva ricevuto la promozione ed in seguito nel momento in cui lei aveva letto la lettera di dimissioni, e tuttora le pare qualcosa d’inconcepibile.
Saperlo lontano, senza ricordi e con un’altra identità, la stravolge. Ma questa è poca cosa rispetto all’idea di liberarsi veramente di lui, di cancellare dalla sua mente il ragazzo diciottenne che per lei era stato così importante.
Vuole essere libera. Così, visto che non ci riesce, rimanda la cosa di giorno in giorno, magari aspettando il momento in cui vedrà Noir e non lo riconoscerà, oppure in cui lui farà qualcosa per cui sarà necessario disconoscerlo. O anche di svegliarsi una mattina ed accorgersi di non pensare più a Goos Suede. Finora non è mai successo, ma ha buone speranze che un giorno accadrà.
Vuole essere libera.
 
 
 
 

Anticipazione di certo estremamente voluta a proposito del prossimo capitolo:
A Well Respected Man – The Kinks

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Capitolo 3
*** 3) A Well Respected Man - SunnyConnor ***


 3) A Well Respected Man – The Kinks

Cause he gets up in the morning,
And he goes to work at nine,
(…) And he's oh, so good,
And he's oh, so fine,
And he's oh, so healthy,
In his body and his mind.
He's a well respected man about town,
Doing the best things so conservatively.

 

Sunny, durante il suo soggiorno al BeeHive per essere sottoposta alle cure del dottor Thunderland junior, aveva finito per capire qualcosa in più del mondo che la circondava.
Era sempre stata una buona osservatrice a Lament, e da quando si era svegliata ed aveva recuperato il cuore il suo lavoro da osservatrice era ricominciato.
Ciò che aveva scoperto e che la stupiva non era tanto il fatto che il dottor Thunderland non amasse solo i cadaveri ma anche gli animali vivi e vegeti e che tenesse una colonia di conigli e gatti clandestina in una stanza vicino al suo studio, o che Zazie avesse una specie di fissazione per Lala – che a quanto pare era un maschio –, che aveva sempre lo sguardo fisso su di lei e che provava sempre a fare tentativi falliti in precedenza per fare lo spaccone ed attirare la sua attenzione, o che Sylvette nascondesse sotto la sua gonna del cibo che poi, non vista, dava ai gatti randagi, e che avesse un’insana passione per la musica jazz e per le trapunte, oppure che Lala combattesse giornalmente contro i suoi capelli senza molto successo, o che il direttore Lloyd amasse un po’ troppo osservare la sua segretaria e che a volte le lasciava un fiore sparso qua e là tra i suoi libri, ma piuttosto ciò che la stupiva riguardava Connor.
Tra tutti quelli che passavano per le stanze del BeeHive, la persona che più le piaceva osservare – per ovvi motivi legati ad un battito cardiaco accelerato, calori improvvisi sulle guance ed una sensazione calda al cuore – era Connor. Da quando era tornata aveva scoperto sempre più cose su di lui, ed aveva visto come, in generale, al BeeHive fosse considerato come un semplice e rispettato buontempone, sempre in orario, sempre in salute, sempre con un sorriso bonario stampato sulla faccia, soprattutto se con lui c’era una buona dose di focacce, di mele o di pizza. Lo vedevano come un tipo abitudinario e prevedibile, che puntualmente, allo stesso orario dello stesso giorno, si presentava al BeeHive, sgolosava impaziente del momento in cui avrebbe mangiato la sua pizza, si faceva rubare la pizza dal suo cavallo, faceva le consegne accompagnando Zazie e Lala o andando da solo, tornava infreddolito o stanco, si emozionava all’idea di una focaccia calda da prendere nel negozio di fronte, mandava una letterina di saluti alla famiglia e poi se ne andava, probabilmente a casa sua e probabilmente a dormire, con Gas caricato sulla schiena.
Sunny aveva scoperto e visto tutto questo, ma sapeva che c’era molto di più. Forse inconsapevolmente aveva già notato dalle prime volte che l’aveva visto la grandezza che Connor portava in sé. La sua maturità ed il modo in cui riusciva ad arrivarti al cuore prepotentemente, senza alcuna fatica.
Sunny era già “cotta” di Connor da un po’ quando si era risvegliata per la prima volta al BeeHive con la consapevolezza di star recuperando a poco a poco il cuore, ma ogni giorno che passava si accorgeva di starsi innamorando di Connor sempre di più. Non era solo grazie al dottor Thunderland junior che era riuscita a sopravvivere; la sola presenza di Connor l’aveva aiutata. Il modo in cui l’aveva salvata la prima volta che l’aveva vista ed il modo in cui le era stato vicino poi era qualcosa che le riempiva il petto di calore al solo pensarci, e proprio per questo ogni giorno cercava di dare parte del suo cuore a quel ragazzo usando quelli che erano sempre stati i suoi personali proiettili del cuore: i suoi biscotti. E quando lui, tornato da una missione, li vedeva, li mangiava contento e poi, arrossendo, le porgeva un fiore da lui raccolto chissà dove, Sunny sapeva di non poter chiedere nulla di meglio.
 
 












N/A: Questa flashfic è ispirata a ciò che succede nell’anime. :) Avete presente? Nel manga ancora non si sa nulla di Sunny, ma l’anime finisce con Connor che porta Sunny al BeeHive e col dottor Cadavere che riesce a guarire Sunny, che finisce perfino per star benissimo ed aiutare il dottore. (Cioè ;_;)
È da quando ho visto quegli episodi che mi sono chiesta “waaah, chissà quanto ha scuriosato Sunny, come è diventata amica di Pinco e Pallino, che rapporto ha con loro, cosa ha detto, cosa ha pensato e come aiuta il dottore! :D”, così in pratica volevo scrivere una fict che accennasse alla cosa da un po’ ecco. Senza parlare del fatto che è la mia prima fiction su Sunny, Connor e sulla Connor/Sunny, i quali amo profondamente, quindi sono molto felice. ;_; È stato un po’ strano scriverla con questa canzone perché credo che A well respected man abbia in generale un significato sarcastico o quantomeno ironico. Oh beh.
Come al solito l’ho scritta in poco tempo, non aspettatevi niente di che e bla bla bla.
Baci :)
 
 






Anticipazione di certo estremamente voluta a proposito del prossimo capitolo:
Strawberry Fields Forever – The Beatles

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Capitolo 4
*** 4) Strawberry Fields Forever - Thunderland jr. ***


4) Strawberry Fields Forever – The Beatles
 

Living is easy with eyes closed
Misunderstanding all you see
It's getting hard to be someone, but it all works out
It doesn't matter much to me
Let me take you down, 'cause I'm going to
Strawberry fields
Nothing is real
And nothing to get hung about


 
Thunderland jr. se ne andava a zonzo per le vie di Yuusari, coperto da capo a piedi dal suo giubbotto nero e con sulla schiena la sua solita sacca.
Di solito non gradiva particolarmente camminare per i vicoli e le strade della città, ma come al solito aveva uno compito importante da portare a termine, ed uno scopo che non poteva essere rimandato oltre: trovare, come sempre, animali morti da vivisezionare.
Il primo di quella giornata lo localizzò velocemente. Lo prelevò dal terreno prendendolo per la coda. Si trattava di un ratto piuttosto grande, visibilmente morto di una malattia che lo aveva colpito prima agli occhi e poi alla gola. Per certi versi somigliava ad un male contro cui avevano combattuto anche i suoi colleghi dottori poco tempo prima, una specie di febbre minore che aveva colpito parte della popolazione da un paio di mesi a quella parte. Si appuntò di vivisezionarlo per primo.
La seconda carogna la trovò sotto una panchina di una piazza, ed alla vista di cos’aveva tirato fuori proprio da un luogo molto frequentato, gran parte della gente che passava di lì, inorridita della cosa, fece esclamazioni e bisbigliò sonoramente.
La cosa piuttosto ironica che colpiva il dottor Cadavere nei primi tempi del suo lavoro era come quelle stesse persone che tanto esclamavano e s’inventavano leggende sul suo conto fossero capaci di starsene beatamente seduti su una panchina di una piazza senza sapere che sotto c’era, altrettanto beatamente straiato a terra, un corvo in via di decomposizione. Oppure come, invece di lamentarsi della pulizia della città, s’impegnassero a creare pregiudizi e racconti su di lui, mentre il suo lavoro da dieci anni a quella parte era quello di lavorare per questa gente, vivisezionare animali morti per strada per trovare rimedi alle malattie a cui la città era soggetta ogni giorno… ma tutte queste cose ormai né lo stupivano né ci faceva caso.
Come per quanto riguardava quell’incidente che gli aveva portato via nell’infanzia il suo occhio destro e che aveva ucciso così tanti altri passeggeri all’interno di quel dannato dirigibile: neppure quella era stata una cosa reale. Continuava ad essere impossibile sapere i piani di Akatsuki, la capitale, né cosa fosse realmente il sole artificiale, e di certo i medio borghesi di Yusari central che non si rendevano conto di nulla non potevano risultare veramente reali.
Tenuto conto di tutti questi dati, quindi, si può trarre che l’unica cosa quanto meno minimamente reale siano i cadaveri. Quelle bestioline sporche le cui carcasse servono veramente a qualcosa, animali morti in strada che eppure riescono ad aiutare così tanto.
Tranne loro, nulla è reale. E non c’è nulla a cui ci si possa veramente aggrappare – come per quei trigemini che dal viaggio sul dirigibile erano tornati solo in due, come per lui che da un giorno all’altro aveva perso quell’amico che per primo lo aveva capito e trovato, Gauche Suede.
Esiste solo il buono che può fare il suo lavoro da dottore “dei Cadaveri”, e la curiosità morbosa ed il piacere molto probabilmente malato che prova quando vuole vivisezionare qualcosa o qualcuno.
Perciò poche cose, molti animali morti e giusto un paio di persone, tra cui Lag Seeing e Gauche Suede.
Con tutto quello che aveva vissuto in passato, alla fine al dottor Thunderland junior quello bastava ed avanzava.
 
 
 








Anticipazione di certo estremamente voluta a proposito del prossimo capitolo:
Lullaby – OneRepublic

 
 









 
N/A: Non so cosa pensare di questo capitolo. :| Amo molto il dottor Cadavere ma temo di aver fatto degli errori e di non aver reso veramente l’idea…
Il lato positivo è che, passando oltre al fatto che come al solito l’ho scritta di fretta e forse ci sono degli errori, il lettore non si poteva aspettare una fiction ottimista o allegra da questa canzone. XD
Amo molto Strawberry Fields Forever (e i Beatles, ovviously <3), ma… madonna se è tremenda questa canzone! XD Forse avrei voluto scrivere qualcosa di più su Thunderland junior… ma vabbeh. Ormai è andata :D
Tenterò di scrivere ancora di più per pubblicare un paio di capitoli più del previsto prima di partire (dall’1 al 7 sarò in vacanza e dovrò dire ciao ciao alla raccolta fino al mio ritorno), quindi in teoria il prossimo capitolo dovrebbe essere postato presto.
See ya :D

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Capitolo 5
*** 5) Lullaby - ZazieLag ***


Prima di tutto volevo chiedere scusascusascusascusascusascusa a Root ed in generale a chi segue, perché avevo detto che avrei aggiornato prima di partire (ovvero prima dei primi di luglio) e poi avevo rinnovato la promessa spostandola al prima di partire per la seconda volta (il che significava prima del tredici). Risultato? Non aggiorno questa raccolta da un mese. Sorry, vi voglio tanto bene lo stesso :*
Ma c’è una buona notizia (oddio, dipende) per chi magari come me segue ed ama Letter Bee, Ranma ½ e Hero Tales: sto preparando una specie di crossover. E molto long, anche.
Detto questo ecco la quinta storia. L’ho scritta ora, stanca morta dagli aerei e dalle attese e con le mie buone  dodici ore di fuso orario ancora tutte da riassimilare… L’avete capito che non ha pretese? Sì? Ok, allora procedete pure. ^^
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
5) Lullaby – One Republic
 
 

Days feel harder, night grows longer
Summer says its goodbyes
Darkness covers, we find shelter
Our own place to hide
Oh as the night comes in
Dreams start their drifting and you hear a lullaby
You and I

 
 
Zazie si ricordava le canzoni che gli cantava sua madre. Ed anche quelle di suo padre.
Erano ambedue stonati – il padre poi particolarmente – ma avevano voci particolari, quella della madre era calda e soffice, e quella del padre più secca e profonda.
Erano passati tanti anni da quando aveva sentito per l’ultima volta le ninnananne dei suoi. Non si ricordava quando era successo e sinceramente non si ricordava nemmeno come fossero realmente, le voci di sua madre e di suo padre.
Era passato tanto tempo ed i giorni si erano susseguiti e fatti più gravosi, più pesanti.
Anche in quel periodo i giorni passavano in quel modo, togliendo il fiato a chi sopravviveva ad essi, e che continuava a lottare.
Il gaichu si avvicinava ogni giorno di più alla capitale, e con gli attacchi di Reverse che continuavano ad aumentare, Zazie si chiedeva davvero come il gruppo dei letter bee sarebbe stato in grado di resistere ancora e mantenersi integro fino alla fine. Il numero di portalettere i cui cuori erano stati presi dal gaichu si faceva man mano più numeroso.
Lag si faceva sempre più stanco.
Zazie non avrebbe mai voluto quello per il suo amico. Per fortuna coloro che il letter bee minore aveva visto essere svuotati dal proprio cuore non erano proprio suoi amici di vecchia data, ma era una visione ed un’esperienza comunque tremenda. Lo era sempre. E Lag, sensibile come era, ne soffriva particolarmente.
Si poteva dire che in qualche modo Zazie fosse riuscito a creare un rifugio per lui e l’altro ragazzo, comunque.
Una notte la cui giornata era stata particolarmente tremenda, il ragazzo-gatto aveva visto Lag straiato da una parte, seduto su delle macerie col capo chino e le braccia abbandonate al terreno. Non aveva resistito, per lui era stata come una necessità: l’aveva portato via di lì di peso, spostandolo verso l’interno di Yuusari e scegliendo una specie di nicchia rotonda e riparata dal vento, dove l’aveva sdraiato, per poi raggiungerlo. Gli aveva messo la sacca delle lettere come cuscino e poi l’aveva osservato a lungo nel sonno. Dopo aver sussurrato un “Zazie…” il più piccolo si era abbandonato al torpore ed all’incoscienza, e Zazie sperava davvero d’essergli stato d’aiuto.
La prima sera si era tolto i guanti e gli aveva accarezzato la fronte, liberando anche l’occhio con l’ambra spirituale dalla muraglia di capelli bianchi che di solito lo copriva. Gli aveva dato un lievissimo bacio sulla fronte, concentrando il suo udito sul respiro regolare del compagno.
E poi l’aveva sentita: una ninnananna. Sgorgava direttamente da loro e li cullava, proteggendoli nel loro rifugio improvvisato.
Zazie non sapeva se fosse un ricordo o un’illusione, ma da allora portò sempre Lag in quella nicchia, finite le battaglie del giorno. Lì Lag riposava e Zazie si s’inebriava della melodia che sentiva – o pensava di sentire – nell’orecchio, abbandonandosi ad essa.
Era l’unico modo per fuggire dalla guerra ed aiutare veramente Lag.
 
 
 
 
 
 
 
 

Anticipazione di certo estremamente voluta a proposito del prossimo capitolo:
Safe and Sound – Azure Ray
(a chi scopre su che coppia sarà andrà un biscotto :3)

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Capitolo 6
*** 6) Safe and Sound - SunnyConnor ***


… Okay.
Mi dispiace, mi dispiace, mi dispiace, mi dispiace, mi dispiace, mi dispiace. u_u’’’’’
Ci ho impiegato mesi a scrivere e pubblicare questa storia, e non perché mancasse l’intenzione. Mi spiace moltissimo per l’attesa! Scusa Rhoot. u_u’’’ Perché so che tu più o meno attendevi. Compare mia, eccoti un altro capitolo.
È anche un po’ che non ne pubblichi dei tuoi, spero davvero che scriverai ancora su Tegami Bachi.
 
Btw oltre al capitolo sarebbe bene anche guardare il video (che è di un po’ di tempo fa ma non è troppo male), che ha un senso diverso che coincide molto di più con la canzone – perfetta per questa coppia!
Mmh. Beh, buona lettura.






 
 
 
 
 
6) Safe and Sound – Azure Ray (+ video Connor/Sunny!)
 

 
I don't know those eyes
But i see beauty there always
You recognize my pain
I'll take away your pain

Could you be the one to find me safe and sound?

Love is how it's lost… not how it's found
Love is when I'm lost… not when I'm found

 
Per Sunny conoscere Connor era stata la salvezza. Semplicemente, immensamente questo: la sua salvezza.
Sapeva che probabilmente non era giusto basare il proprio bisogno o le proprie necessità sugli altri ma lei non l’aveva mai avuta, un’infanzia. Non aveva mai potuto contare davvero su qualcuno per il suo bisogno d’amore e d’affetto ed allora aveva tentato di dare quell’amore che poteva donare tramite aiutare sempre le altre suore al convento, il tentativo di un lavoro ben fatto nel trascinare un carretto per le salite della città o nello sgobbare quotidianamente, nel non lamentarsi se di cibo non ce n’era, al convento, così come non c’era amore e neppure gentilezza da parte dei compaesani. Per dare amore si era creata un ‘mestiere’ in cui riusciva bene, il fare biscotti, e per riceverne si dava il tempo di osservare ciò che più le piaceva (persone felici al mangiare del buon cibo) o lavorare sodo per Reverse, l’unica cosa che aveva sfamato ed aiutato quella triste abbazia di Lament.
Connor era stato la prima vera persona a darle l’amore che aveva sempre tanto agognato. Aveva preso dei suoi biscotti e gli aveva mangiati felicissimo, ed era stata una cosa tanto semplice e disarmante d’averle fatto sentire per la prima volta una felicità improvvisa, semplice ma feroce.
E giorno dopo giorno quella felicità tornava con Connor, che chiedeva tre, due, cinque pacchetti di biscotti e che li mangiava proprio di fronte a lei, con un’espressione genuinamente soddisfatta e felice.
Sunny non aveva mai creduto che tutto quello potesse durare. Non l’aveva ma creduto perché aveva sempre saputo come sarebbe morta. Il prezzo per la gentilezza di Reverse era stato chiaro fin da subito: sacrificarsi andando in pasto al gaichu per cambiare il mondo. Per un destino migliore. Un compito importante.
“Signor Connor, io diventerò un sacrificio umano… per cambiare le sorti di Amberground. Io ho ricevuto un compito importante. Quindi… non ho rimpianti.
Però… Soltanto una cosa…”
Sapeva come sarebbe andata a finire e per lei andava bene così. Ma non si era riuscita a trattenersi dall’amarlo… e dal mettergli una droga al posto del veleno e soprattutto dallo scrivergli una lettera. Per la prima ed ultima volta.
Per lei andava bene così. Era già così tanto. Connor le aveva dato già così tanto.
L’amore, dopotutto, è come viene perduto, non come viene trovato.
“Che buoni! Adoro i tuoi biscotti, Sunny!”
“… Anch’io… l’amo…”
“Eh?”
“Oh! No! Cioè, ecco… Vedere il viso delle persone che mangiano con gusto… io… l’adoro…”
Una piccola salvezza. E la realtà di quella figlia che mangiava felice il cibo preparatogli dalla madre era diventata completamente sua. Perché alla sua realtà si era aggiunto Connor.
 
Era incosciente in quel momento – svuotata dal cuore – e quindi non si era potuta rendere conto né delle urla disperate di Connor all’indirizzo del cabernet né del suo abbraccio, o delle sue parole di conforto.
Non avrebbe mai più recuperato i suoi ricordi e quindi non si rese conto neanche bene che esattamente successe, quando si svegliò per la prima volta della sua ‘nuova vita’.
Vide solo un ragazzo paffuto piangere come se non ci fosse domani mentre al contempo sorrideva dal più profondo del cuore e quel sorriso le ricordò giusto giusto una sensazione provata nel passato; mezza-intuizione che sparì completamente nel momento in cui quel tipo l’abbracciò.
“Da quando il cabernet le ha divorato il cuore, Sunny non si riesce a ricordare nemmeno il suo stesso nome. Lei… ha perso tutti i suoi ricordi fino a questo punto.”
“Quindi… è come Goos.”
“Sì… Ma sai, quando sta facendo cose come aiutare le altre suore che hanno perso il loro cuore o cucinare del cibo per i poveri… Quando è felice… che si sta rendendo utile per qualcuno… Le viene fuori un'espressione sul suo viso, come se lei fosse felice dal profondo del suo cuore. Questo è ciò che è Sunny. Lag… anche se ha perso il suo cuore, lei è ancora Sunny…”
E, anche se confusa, a quell’abbraccio Sunny si sentì felice.
 
 

Anticipazione di certo estremamente voluta a proposito del prossimo capitolo:
Wake me up when september ends – Green Day

 
 
 
 
 
 
N/A: Non ne sono completamente convinta. L’ho scritta un po’ di getto perché non volevo far aspettare oltre chi ancora segue la raccolta. E me stessa.
Non so bene perché ci abbia messo una marea di tempo; sarà per colpa di casini miei, della scuola, del fatto che volevo fosse un capitolo fatto bene, fatto sta che ci ho impiegato mesi. Mi scuso moltissimo. *inchin* Davvero.
Tutte le frasi in corsivo sono prese dal manga (le prime dal da me amato numero 8 e l’ultima dal capitolo 55 – credo). Quando ho letto quella scena e quella frase per poco non sono scoppiata a piangere. :’) Sunny. :’’)
Letter Bee non mi delude mai e provoca una vera e propria affezione alla storia.
Spero continuerete a seguire la raccolta e la sezione del fandom.
Alla prossima^^

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Capitolo 7
*** 7) Wake me up when september ends - Largo Lloyd ***


Spoiler! per chi non avesse letto il numero 13 del manga.
 
 
 
 
 
 
 
7) Wake me up when september ends – Green Day
 
 

Here comes the rain again
Falling from the stars
 
Drenched in my pain again

Becoming who we are
As my memory rests
 
But never forgets what I lost
The innocent can never last

Wake me up when September ends

 
 
“Sei licenziato, Lloyd.”
Quanto tempo aveva aspettato per avere il via libera, per udire quelle parole?
“Agisci… come ti detta il Cuore.”
E Garrard gli aveva anche dato la sua benedizione, pareva.
Si aggiustò il cappello e sorrise ironicamente, ripensando ai momenti in cui, in passato, un giovane Garrard gli aveva appoggiato una mano sulla spalla e gli aveva dato del dotato, predicendo la sua promozione futura.
Largo Lloyd aveva soffocato il suo cuore ed aveva aspettato in silenzio, dalla morte di sua madre in poi, mirando, senza far trapelare nulla né dire una parola, all’unica postazione dove poteva avere una visuale completa di ciò che stava succedendo ad Amberground: quella del direttore dell’Alveare, l’unico incarico che gli permetteva di sapere esattamente quando poter fare la sua mossa.
Ed ora eccolo lì, il momento propizio, l’attimo esatto in cui agire.
Si dice che ci siano avvenimenti che sono scritti nel destino di ognuno da molto prima che si avverino, dall’alba dei tempi. Per Largo questa teoria non aveva importanza, perché, con tutto il tempo che aveva passato semplicemente ad aspettare, la certezza che ciò che aveva previsto si sarebbe un giorno avverato ci aveva pensato da sola a mettere le radici.
Largo Lloyd non aveva mai dimenticato. Ogni sera, nella solitudine dei suoi appartamenti, si sfiorava distrattamente le innumerevoli cicatrici sul suo petto, ricordando tutte quelle volte in cui le aveva dovute nascondere ai colleghi Letter Bee, o ai suddetti amici, riportando alla sua mente di quando Elena Bran aveva scorto la punta di una delle ferite ed i suoi occhi erano diventati enormi, e delle innumerevoli volte in cui Valentine-senpai lo aveva sgridato facendo una gran scena per il fatto che ancora non avesse un dingo. Infine ogni giorno, ogni minuto e soprattutto in quegli attimi passati al sicuro nel suo appartamento, Largo Lloyd ricordava di come si era ‘procurato’ quelle cicatrici e del sacrificio di sua madre.
Come spiegare a Hazel Valentine il fatto che non si riteneva adatto ad avere nessun compagno, che a mala pena nel suo Cuore c’era spazio per sua madre ed Elena Bran, sua unica amica? Come parlare a Elena anche solo in minima parte del perché quelle dannate cicatrici erano sul suo petto? Non poteva, e quindi si era limitato ad attendere ed a tacere, ad obbligare il Largo Lloyd dentro di lui a dormire, pianificando nell’ombra.
Si riteneva incredibilmente fortunato ad essere riuscito ad essersi creato una vita in cui era presente una responsabile e di buon cuore Aria Link che si preoccupava per lui, o dei Letter Bee capaci come Lag Seeing, che in qualche modo gli davano speranza e gli ricordavano cosa fosse l’innocenza, o ancora degli uomini fedeli come Jiggy Pepper, dalla cui bocca era uscito persino un “Mi hai dato qualcosa di cui andare fiero. Questo è qualcosa che non sparirà mai, per il resto della mia vita. Sarò io a decidere la strada di chi seguire” – frase che si poteva considerare quasi una dichiarazione d’amore, dato lo scarso piacere che Pepper provava nel parlare e nell’adulare. Gli pareva incredibile che ben altre tre persone – Elena, Aria-kun, Jiggy, talvolta anche Thunderland – oltre sua madre avessero mostrato affezione nei suoi confronti, sebbene Largo fosse costretto al silenzio a proposito del vero se stesso. Era quasi un miracolo.
Largo Balor assaporò brevemente il vento freddo che gli colpiva il viso, prima di continuare il suo cammino verso il covo di Reverse. Era giunto il momento di svegliarsi, finalmente.
 
 
 
 
 
 

Anticipazione di certo estremamente voluta a proposito del prossimo capitolo:
Nightmare – Avenged Sevenfold

 
 
 
 
 
 
 
 
N/A: Sì, l’accenno Largo/Jiggy non l’avete sognato solo voi, c’è. XD (Come anche quello Largo/Elena, che per me è quasi canon ma ecco, sono pareri XD) L’ispirazione per la coppia deriva da un’immagine che ho trovato su google, che citava la stessa frase di Jiggy che ho inserito anche nella fanfiction. Mi ha fatto riflettere e mi ha portato a blaterare un “mah, perché no?” mentre la mia mente già partiva per la sua strada. A proposito, la traduzione è mia e fa abbastanza schifo, mi scuso XD
Ultimamente Largo Lloyd m’interessa davvero molto. Era già programmato che finisse in questa raccolta (anche se in realtà credevo che avrei usato Nightmare degli Avenged Sevenfold – la prossima canzone – per lui), ma non pensavo proprio in questo modo. All’inizio i Green Day dovevano essere riservati a Zazie. X’D
Comunque sia sono curiosissima di come procederà la storia di Largo, è un personaggio talmente affascinante! So che magari qui ed in quest’altra mia storia ho finito per descriverlo come un uomo piuttosto borioso e autocompiaciuto (XD), ma non lo è affatto, e poi è così ironico e strano fin dalle sue prime apparizioni!
Non sono contenta del risultato di questo capitolo, affatto. :/ Spero solo che non sia confuso come altri che ho postato in passato!
Grazie per aver letto, alla prossima<3

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Capitolo 8
*** 8) Nightmare - Chalybs Garrard, Hazel Valentine ***


8) Nightmare – Avenged Sevenfold
 
Now your nightmare comes to life
Peace of mind is less than never


You're now a slave until the end of time here


Nothing stops the madness turning, haunting, yearning pull the trigger


You should have known

The price of evil

And it hurts to know that you belong here

It's your fucking nightmare

Such a replaceable liar


And I know you hear their voices 
(Calling from above)

And I know they may seem real
 (These signals of love)

But our life's made up of choices
 (Some without appeal)

They took for granted your soul

And it's ours now to steal


As your nightmare comes to life


 
 
“No! No, vi prego, basta!
Sente Hazel, il suo dingo, il suo compagno, quel rompiballe meraviglioso del suo amico, gemere in modo acuto, per terra. Senza guardarlo sa che sta lottando anche lui contro quella voce insostenibile che sentono intorno a loro e nella testa, che sa colpirli nei punti più deboli quasi come se avesse interamente potere sulla parte più intima e nascosta della loro anima.
No, Garrard sa che è così. Non è a conoscenza di che diavolo di mostro li abbia accolti alla loro ultima prova prima di poter entrare nella capitale, ma sa che quella cosa, quell’occhio, è capace di scavare tra i suoi ricordi più nascosti – rivede di nuovo sua madre uccidere suo padre ed è come ricevere ancora una coltellata nello stomaco. Gli viene da vomitare e lo fa. Del liquido schifoso gli cola da un angolo della bocca, mentre Garrard si piega, ed è ancora più umiliante essere lì.
Chalybs, Chalybs… Sente delle voci chiamarlo, ma a questo punto non è più neppure sicuro se appartengano ai suoi genitori, a Hazel, al parassita che sta valutando i loro ricordi o a se stesso.
Non riesce a non contorcersi, e – maledetto, maledetto, maledetto lui! – non riesce a trattenere le lacrime. Non ha più forza per mettere impegno in quella resistenza, così anche l’ultimo muro che lo proteggeva, l’ultimo barlume di Garrard, l’Head Bee che farà fortuna ad Akatsuki crolla inesorabilmente, e si mette a piangere. L’aver rimosso l’omicidio di suo padre era stato un inganno così antico che Chalybs aveva finito per dimenticarsi davvero di quell’episodio.
Si contorce ancora e attorno a lui non ci sono che incubi.
Hazel è fedele. Lo chiama.
Ma riprendere ossigeno e sfuggire al dolore ormai è un miracolo fuori questione per Garrard.
Ritrovarsi ad appartenere lì, in quel punto, a quegli incubi è forse la cosa peggiore. Quei ricordi sono lui. Il resto è stato menzogna. Vorrebbe formulare altri pensieri, ma le raffiche di dolore gli regalano soltanto delle nuvole d’inchiostro spezzate e confuse.
Si tiene le costole, mentre il mostro lo lascia agonizzante sul pavimento e il dolore fisico si placa, ma il trauma contenuto nei suoi occhi e la bava che sta lasciando sulle lastre di pietra non lo abbandonano.
Non ha capito neanche cosa sia successo. Non sa neanche cosa il loro esaminatore gli abbia detto.
‘Il tuo Cuore è spazzatura. Grazie per averci provato e a mai più’ è un concetto che la sua mente sta cercando di elaborare, ma ci vuole tempo.
Garrard trema, e pensa vagamente che davvero oltre a quel livello di miseria non potrà mai arrivare.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Anticipazione di certo estremamente voluta a proposito del prossimo capitolo:
Strange and Beautiful – Aqualung

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Capitolo 9
*** 9) Strange and Beautiful - ZazieLag ***


9) Strange and Beautiful – Aqualung
 
I’ve been watching your world from afar
I’ve been secretly falling apart
I see
To me you’re strange and you’re beautiful
You turn every hell but you don’t see me
I’ll put a spell on you
 
 
Negli occhi di Zazie non smetteva mai d’essere riflessa la piccola figurina del suo compare, mentre questi saliva su e giù per le scale della biblioteca del Beehive.
Connor tossicchiò a mo’ di commento, guardò fisso il figlio dei Winters e poi si congedò, guadagnandosi un rapido saluto da parte dei suoi due migliori amici.
Zazie cercò una posizione più comoda sulla sedia.
Si chiese se Lag si sentisse osservato. Non sembrava, in realtà.
Rimase in silenzio nella sua frustrazione, finché gli parve d’avere un rospo in bocca e in parte della gola, e non ne poté più.
“Dunque?”
“Dunque cosa?”
“Trovato il libro?”
Per una volta i loro dingo non erano neppure nei paraggi. Fatto strano, visto che, di solito, nelle sporadiche visite di Lag alla biblioteca, Niche era puntualmente al suo fianco a saltare con l’ausilio dei suoi capelli da maka da uno scaffale all’altro e ad afferrare all’occorrenza volumi cadenti o Seeing stesso. Wasiolka, dal canto suo, non aveva mai avuto il permesso d’entrare in quella stanza.
“Non ancora,” rispose Lag, allungandosi pericolosamente verso una scansia lontana. (Zazie, per un lungo, lunghissimo secondo rimpianse incredibilmente la presenza di Niche.) “Dovrebbe essere qui da qualche parte.”
Pregò che Lag aspettasse almeno d’essere su uno dei gradini vicini a terra prima di cadere. E che non si facesse troppo male.
Si sentiva completamente da solo nella sua infatuazione. Non c’era modo migliore o meno doloroso per dirlo, si trattava di una questione semplice ed era la verità.
Lag stava passando quella parte della propria adolescenza delle forme disarmoniche e della pelle grassa, eppure per Zazie continuava a essere bello.
Il viso da bambino – da bambina – si era assottigliato, le gambe si erano fatte ufficialmente ossute, e un minuscolo principio di muscoli suggeriva un buon futuro per quel corpo confuso. E Zazie lo osservava.
Era felice in ogni occasione in cui si trovasse in sua compagnia, ma forse quella devozione invisibile e quella presenza continua erano state parte di una cattiva tattica.
La verità era che, dopo anni di attesa, il rendersi conto che le proprie attenzioni in tal senso non fossero le benvenute da parte di uno dei propri migliori amici era qualcosa sempre preso in considerazione ma mai abbracciato.
Sebbene partecipasse attivamente alla vita di Lag, Zazie sentiva d’aver passato la maggior parte del loro tempo insieme a guardarlo da lontano.
E che l’unico modo per far sì che il suo caro amico si accorgesse del suo sguardo fosse scagliare una specie d’incantesimo all’altezza del bianco nido di capelli che gli popolava il capo.
 
 
 
 



 
 
 
N/A: Ed ecco a voi un po’ di pining!Zazie, giusto perché questo non è sostanzialmente tutto ciò che scrivo io quando mi cimento in una ZazieLag, no. *fischietta*
Ho mantenuto tutte le canzoni che mi erano capitate arrandom tanti secoli orsono. Ho resistito alle tentazioni! *olé*
Grazie a chi ancora si ostina a leggere.
Forse non so se dovrei renderlo ufficiale, ma tempo fa questa flashfic (che si adatta di più alla canzone) aveva una forma più idiota, ovvero questa:
 
“Zazie? Ehi, la mia faccia è per di qua, eh!”
Quando Zazie si voltò, ad accoglierlo c’era il sorriso vagamente ghignante di Connor.
Finse noncuranza, mentre tornava al suo tè.
“Stavo pensando.”
“Sì, a Lag vestito da cameriera.”
Zazie lo guardò offesissimo. “A me la sua divisa pare piuttosto normale. E virile.”
Connor tornò al suo giornale senza fare una piega.
 


Anticipazione di certo estremamente voluta a proposito del prossimo capitolo:
Cemetries of London – Coldplay

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Capitolo 10
*** 10) Cemeteries of London - ConnorSunny ***


E così si conclude (finalmente!) la raccolta. E' stranissimo pensare d'averla iniziata tre anni fa, e che doveva essere qualcosa di semplice, che avrei concluso velocemente. E' rimasta una raccolta semplice, ma di tempo ce ne ho messo.
Spero sia stata una lettura piacevole. Ringrazio chi ha letto e chi ha recensito, specie chi è arrivato fin qui!  Sono un po' a corto d'ispirazione e di prompt, ultimamente, soprattutto per quanto riguarda Letter Bee, quindi chi volesse bussare alla mia porta e farmi qualche richiesta (o rendermi noto qualche accorgimento) è il benvenuto. A chi malauguratamente stesse aspettando un capitolo della long "Il mondo dei sogni": sì, sto continuando a scriverla, ma non so quando l'aggiornerò.
Potete trovarmi qui su efp, oppure su livejournal, o sul maledetto voltotomo.








10) Cemeteries of London – Coldplay

 
At night they would go walking 'till the breaking of the day
The morning is for sleeping
Through the dark streets, they go searching, to see God in their own way
Save the nighttime for your weeping
Your weeping
God is in the houses and God is in my head
And all the cemeteries in London
I see God come in my garden, but I don't know what he said
For my heart it wasn't open
Not open
 


Le giornate e i minuti si contavano con il contagocce.
Connor si ritrovava a vegliare di notte il corpo di Sunny e di tutte le altre monache. All'alba, un torpore gli concedeva di prendersi sei ore di sonno. Poi si risvegliava a mezzodì e venivano contati i cadaveri.
Non tutti i giorni succedeva che qualcuno morisse, ma quando accadeva era sempre buio. Per questo Connor preferiva stare accanto a quel che rimaneva di Sunny in quell'asso di tempo. Di giorno, invece, aiutava a seppellire le monache che non ce l'avevano fatta.
Pensava spesso a Lag e a Zazie, specialmente a quest'ultimo. S'immaginava d'averlo accanto nella veglia; o, per lo meno, d'aver accanto una versione molto più giovane del suo amico. Di far compagnia a quel Zazie che aveva aspettato, immobile e senza piangere, la morte dei suoi genitori con una zuppa fredda in mano. Quella versione di Zazie lo poteva capire. Il Zazie del presente, invece, gli aveva scritto diverse lettere che lo esortavano a tornare al Beehive a lavorare. Per quanto Connor sapesse che Zazie comprendesse il perché desiderava stare al fianco di Sunny, non sapeva se quelle lettere gli dessero fastidio, dolore o gioia.
Gioia di non essere solo, d'avere qualcuno fuori da quell'angusta cittadina, e dolore dell'impazienza dei suoi amici. Non avrebbero mai augurato a Sunny di andarsene al più presto, com'era suo destino, ma allo stesso tempo, forse lui non era lì per quello? Per aspettare di vedere Sunny morire?
Che valore aveva non lasciar perire qualcuno da solo, se questo qualcuno non era che un guscio vuoto senza cuore?
Connor passava la maggior parte del suo tempo sul pavimento freddo della chiesa dove avevano appoggiato tutte le monache ancora in vita, solo e chiuso in se stesso. Forse sarebbe impazzito, un giorno, aspettando che Sunny lo lasciasse, o forse già stava diventando matto.
Goccia dopo goccia, il tempo passava.
I piedi gli prudevano, le gambe gli pregavano di corrersene via, e il suo cuore rimaneva al fianco di Sunny. Così attendeva.
La prima persona ad aprire gli occhi fu una vecchia storpia. Era pomeriggio, a un orario inusuale perché lì a Lament potesse succedere qualcosa, e chi avvertì gli altri fu una nipote che le era rimasta, figlia di una sua sorella, che con le lacrime agli occhi urlò al miracolo. La vecchia monaca non aveva potuto muovere che un dito e le palpebre per giorni, prima di riuscire a parlare e ad alzarsi. Le avevano dato da mangiare del cibo liquido, per far sì che andasse giù senza intoppi. Non era mai stata amata da molti, era molto in là con la vecchiaia e un problema a un tallone le proibiva di camminare, ma era stata il primo essere umano a sopravvivere alla sottrazione del cuore, per quel che Connor ne poteva sapere.
Aveva osservato da vicino la vicenda, registrando mentalmente i suoi piccoli cambiamenti, come il corpo e lo spirito sembravano star migliorando. Aveva stretto forte la mano di Sunny, la notte dopo il momento in cui la vecchia aveva aperto gli occhi, e aveva pianto, sussurrando alla sua dolce amica "C'è ancora speranza, c'è ancora speranza!".
Poi era stato il turno di un ragazzetto – un malcapitato che aveva raggiunto le suore in cima al colle per pura curiosità –, che fu prontamente riabbracciato dai suoi genitori.
Per uno che se ne svegliava, altri morivano.
Finalmente fu il turno di Sunny.
Sunny non ricordava né chi fosse né quale fosse il suo nome, non quello di Connor e neppure il proprio. Ma Connor se l'era aspettato, aveva osservato gli altri casi, e l'aveva aiutata a riprendersi giorno dopo giorno. L'alzava a sedere, le dava da bere, la spazzolava e le preparava da mangiare. Una volta, timidamente e con molta speranza in cuore, le fece dei biscotti alla cannella, come quelli che una volta era stata solita preparare lei.
Aspettava, ancora, ma con un sorriso pieno in volto, e la determinazione in cuore di chi sta partecipando a qualcosa di grandioso.
Poi Sunny aveva cominciato ad aiutarlo a dare una mano agli altri, quelli che non si erano ancora svegliati, o che stavano per morire, e a quelli che invece avevano aperto gli occhi, e che, insieme alle loro famiglie, avevano bisogno di assistenza.
Il giorno in cui, per mano, la portò davanti al forno dove aveva lavorato per anni, non rimase scontento del fatto che Sunny non riconobbe nulla e che sembrò quasi disinteressata a quello che stava davanti a lei.
Era un nuovo giorno, di una nuova vita; l'iniziale reticenza di Sunny a farsi aiutare e a confidarsi con lui era quasi sparita, e quando lei aiutava le altre persone, rendendole un po' più felici, sul suo volto si disegnava un sorriso che, nella sua luminosità, conteneva tutta una semplice gioia che già Connor le aveva visto negli occhi quando si erano conosciuti.
Se ne andarono da Lament un giorno simile agli altri, lasciando dietro di loro un cimitero pieno di monache che Connor stesso aveva in gran parte sepolto. Sunny aveva le spalle dritte, quando finalmente fece il primo passo di tutta la sua vita fuori dal territorio di Lament, in direzione di Yuusari Central.

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