The Bird and the Worm di aphs91 (/viewuser.php?uid=116398)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1 – Overture. ***
Capitolo 2: *** 2 – Respiri. ***
Capitolo 3: *** 3 – Ego. ***
Capitolo 4: *** 4 – Principe nero. ***
Capitolo 5: *** 5 – Lightning, splits the sky. ***
Capitolo 1 *** 1 – Overture. ***
Ad
El, che mi asseconda anche in questo genere di follie del sabato
sera.
1 –
Overture.
#031
– alba
C'erano
due momenti che Zeph amava particolarmente della giornata. Il primo
era indubbiamente il tramonto. In quel momento tutto poteva accadere,
era un attimo intermedio della giornata in cui non c'era né
luce, né
oscurità. Il secondo momento era appunto l'alba,
più rara da
vedere, più rara da acchiappare nelle vicissitudini della
vita.
Zeph
aprì gli occhi azzurri come il cielo, senza un vero
perché. Il suo
corpo, evidentemente, non avvertiva più la
necessità di riposare,
di concedersi il beneficio del sonno. Aprì gli occhi e vide
l'alba
dalla finestra della sua stanza a Nott Manor. Immaginò che
ovunque
si trovasse, doveva essere identica anche per Lucy, anche i suoi
occhi grandi e profondi potevano godere di quello spettacolo. Si
alzò
dal letto e si avvicinò alla finestra che dava su quel
immenso
spettacolo mattutino. L'alba era il momento perfetto per iniziare
qualcosa, perché era un tempo ambiguo, un tempo che non
veniva
classificato. Né giorno, né pomeriggio,
né notte. Come il
tramonto. Momenti in cui la vita sembrava infinita come quegli
spettacoli naturali, eppure effimeri, passeggeri. Il battito delle
ciglia sarebbe stato fatale a tale visione, avrebbe spezzato
l'idillio.
Zeph
si era innamorato, aveva immagazzinato quella informazione proprio
durante un'alba. Non dormiva, non mangiava, non riusciva neanche a
respirare. Era questo l'amore? Una sorta di trappola mortale, da cui
il corpo umano non poteva liberarsi. Danneggiato, ferito, mutilato.
L'amore lo aveva privato di ciò che era e pensava sarebbe
sempre
stato: un Nott, un Serpeverde, l'erede di suo padre. E lui, durante
un'alba si era innamorato... Di
una Weasley.
nota autrice ~
La mia nota la trovere a fine raccolta - sì
è già completa. Per il momento vi segnalo la
raccolta analoga a questa.
Dovete sapere che questa 'cosa' nasce da una delle mie idee inutili, a
cui la mia cara gemella El ha partecipato. Quindi per avere un quadro
'storico' vagamente chiaro della situazione vi rimando all'altra
raccolta: It’s a small crime and I’ve got no excuse.
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Capitolo 2 *** 2 – Respiri. ***
2 –
Respiri.
#037
– udito
Cinque
sensi per una persona erano pochi evidentemente. Lucy la pensava
così
quando avvertiva la necessità di sentire
maggiormente
Zeph, la sua presenza, la sua vita. Non le bastava poggiare il capo
sul suo petto ed ascoltarne il cuore battere, non le bastava sentire
il gemito spezzato che proveniva dalle sue labbra quando la passione
li coglieva, non le bastava ascoltare il suono del suo respiro per
sentire realmente Zeph. Il senso dell'udito, con lui, le sembrava
inutile. Neanche gli altri quattro restanti sensi la confortavano.
Però, doveva ammetterlo, amava sentirgli pronunciare il suo
nome,
mormorarlo in attimi fugaci, un flebile sussurro scappato dalle
labbra. Non era sufficiente, eppure attraverso il senso dell'udito
una scarica di adrenalina le attraversava puntualmente la schiena
quando il Serpeverde mormorava il suo nome.
«Lucy.»
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Capitolo 3 *** 3 – Ego. ***
3 –
Ego.
#084
– lui
Che
fosse egocentrico lo sapeva tutta Hogwarts. Che non esistesse al
mondo qualcun altro più importante di lui era un dato
appurato. Che
lo stesso ego smisurato di Zeph adesso dovesse fare i conti con
qualcosa di più importante (e diverso) da sé lo
stava enormemente
confondendo. Nella sua vita era stato semplice: lui voleva, lui
prendeva, lui faceva. Era lui a dominare il campo di azioni visivo e
non della sua vita. Non aveva di certo incluso la variabile che
cambiava la prospettiva delle cose.
Eppure
se qualcuno avesse dovuto prendere in considerazione i pensieri di
Lucy, la Grifondoro avrebbe detto che lui
continuava
a restare colonna portante di tutta la situazione. Lui la baciava,
lui l'abbracciava, lui l'acchiappava quando scappava chissà
dove.
Con lui, con quel dannato ego che Zeph si ritrovava, si scontrava.
«Non
fai altro che ripetere che tu fai quello, tu fai quest'altro! Ci sei
solo tu!», aveva esclamato Lucy durante una lite. Zeph si era
portato le mani alla tempia e l'aveva massaggiata.
«Zephyr,
smettila di crucciarti e guardami negli occhi!», lo aveva
incitato
adesso lei. Il Serpeverde aveva alzato la testa di scatto ed aveva
immobilizzato la sua figura con gli occhi di ghiaccio che si
ritrovava.
«Io
che faccio tutto in virtù di te»,
disse alzandosi dalla sedia su cui era accomodato ed avvicinandosi
alla ragazza a passo lento e misurato. Quella indietreggiò
appena
finché non trovò la parete a sostenerla
– ed arrestarne il passo.
«Io
che respiro per
te».
Lui
che senza di lei adesso era vuoto. Il suo ego non lo saziava
più,
non era sufficiente. Era prepotente, avido, vorace... Ma di lei. Lui
era suo. Solo lui.
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Capitolo 4 *** 4 – Principe nero. ***
4 –
Principe nero.
#018
– nero
Lucy
non aveva mai creduto alle favole, sebbene lei stessa rappresentasse
l'emblema del fanciullo che non vuole mai crescere. Non aveva mai
ritenuto attendibile che i principi esistessero, tanto meno le
principesse. Forse perché lei, fondamentalmente, non lo era.
Nel suo
aspetto non vi era nulla di regale, figuriamoci nel suo carattere!
Non era neanche il tipo da attendere che qualcuno arrivasse a
salvarla dalla sua torre, generalmente pensava di essere lei l'eroe
della favola.
Eppure
quando in Sala Grande si ritrovava ad osservare, di sfuggita,
nascondendosi dagli sguardi altrui, Zeph Nott si rendeva conto che i
suoi modi, il suo portamento erano quelli di un principe.
Aitante,
intelligente, principalmente anche un po' galante. Zeph non sorrideva
mai, notò Lucy. Non era un principe azzurro che correva in
suo
soccorso quando lei ne aveva bisogno. Era semplicemente piombato
nella sua vita, come una mina vagante senza che lei lo avesse
richiesto.
Lo
osservava e si ritrovava ad arrossire.
«Non
posso stare con te», aveva detto lui.
«Perché?»,
aveva chiesto lei.
«Perché
non si può», e con quella frase lui le aveva
voltato le spalle ed
aveva iniziato a camminare nuovamente verso il castello, illuminato
dalla flebile luce lunare. Lucy, per un attimo, per la prima volta
nella sua vita, si era sentita persa, abbandonata. Sapeva che stava
mentendo, sapeva che lui desiderava stare con lei e la cosa era
più
che reciproca. Eppure un dolore lancinante le trafisse il petto e
tutto ciò che riuscì a fare fu urlare il suo
nome, richiamarlo a
lei, come se quel dolore insopportabile potesse sparire solo grazie
alla sua vicinanza.
«Zeph!»
Ed
il ragazzo si voltò di scatto verso di lei, la Grifondoro
che non
credeva nelle favole. Si voltò con la stessa espressione che
probabilmente doveva aver avuto Orfeo nel girarsi negli Inferi al
richiamo della sua Euridice. La stessa paura di perderla, lo stesso
desiderio di rivedere il suo volto.
Lucy
non poteva più avere dubbi. Magari le favole non esistevano,
magari
lei non era vagamente una principessa, ma Zeph era sicuramente un
principe. Il suo principe nero.
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Capitolo 5 *** 5 – Lightning, splits the sky. ***
5
– Lightning, splits the sky.
#068
– lampo
I
temporali erano fenomeni atmosferici che da sempre avevano
incuriosito il giovane Nott. Da piccolo, ricordava distintamente, che
li temeva, ne aveva paura. Sua madre aveva cercato di spiegargli che
invece doveva imparare a sopportare il rumore di un temporale,
perché
le tempeste potevano essere più letali. Zeph, per vincere
una paura,
doveva scomporla ed analizzarla nei minimi termini. Così
aveva
studiato quel fenomeno meteorologico con analisi scientifica,
scoprendo di cosa fosse composto un temporale: pioggia, tuoni e
lampi. In particolar modo aveva colpito la sua fantasia l'effetto del
lampo. Dura un attimo, è appena visibile e precede il tuono.
Il
lampo è quel bagliore di luce che avverte dell'arrivo
imminente del
rumore sordo che da bambino lo faceva tremare nel suo letto di paura.
Lucy
a differenza sua era una ragazza solare, vivace ed allegra. Zeph
amava il suono della sua risata, amava il modo infantile –
quasi –
che aveva di arrossire, amava il modo in cui piegava le labbra quando
sorrideva. Lui invece non riusciva a sorridere, era come se il suo
volto fosse stato bloccato da in una maschera di cera di cui era
impossibile liberarsi.
Era
appena terminato il settimo anno ed a loro non era più
importato
nulla di ciò che avrebbero detto le loro famiglie a
riguardo, di ciò
che sarebbe significato quella rivelazione. Erano tornati a Londra ed
erano scappati in giro per l'Inghilterra, insieme, come due
innamorati delle opere classiche babbane. Sapevano entrambi che non
sarebbe durato quel momento, che un giorno la vita li avrebbe
riacciuffati, ma non importava, non in quel momento.
Zeph
osservava Lucy giocare con i fiori di un prato, per poi rinfrescarsi
nelle rive di un torrente come una bambina troppo cresciuta che
ancora, disperatamente, si aggrappava a quella sua ingenuità
genuina.
Zeph
la guardava compiere quelle azioni, così naturali e
spontanee che fu
impossibile per lui trattenere un sorriso.
«Hai
sorriso!», sentenziò la oramai ex Grifondoro,
notando la dentatura
bianca e perfetta del ragazzo da lontano. Si avvicinò di
corsa, per
vedere ancora quel sorriso che per tanto tempo lui le aveva negato.
«Sorridi
di nuovo, Zeph! Dai!», lo pregò con quel fare
infantile che aveva.
Ed il ragazzo non seppe dirle di no. Sorrise.
E
come un lampo che precede un tuono, quell'espressione avrebbe
rappresentato l'antefatto a ciò che ne scaturì
dopo: una risata.
Lucy era riuscita a far ridere Zeph, così come i lampi
avvertivano
il momento terribile del rumore sordo del tuono.
Con
gli anni, il ragazzo aveva smesso di temere il boato del cielo, lo
aveva trovato confortante ed il lampo era diventato solo un momento
in cui prepararsi ad uno spettacolo più magnifico di quello
stesso.
Il sorriso che precede una risata.
nota
autrice ~
Eccoci
giunti alla fine di questa raccolta scritta di getto tra ieri sera ed
oggi pomeriggio. Premetto che il personaggio di Zephyr Nott
è stato interamente inventato da me ed El, perché
a quanto sappiamo la Rowling non ha detto nulla riguardo la progenie di
Theodore Nott.
Spero (speriamo) che queste raccolte incrociate vi siano piaciute, non
volevano essere nulla di troppo pretenzioso, ma solo un sano
divertimento serale.
Pace&Amore.
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