L'ODISSEA di Supernatural

di Cristel93
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** L'intraprendente Telemaco ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Titolo: L'ODISSEA di Supernatural
Autrice: Cristel93
Conteggio parole: 404
Note: AU, comico
Avvertimenti: I personaggi non sono miei, le parole del Proemio appartengono a Omero (se poi le ha scritte davvero lui).


Dean si guardò intorno ancora una volta prima di entrare in bagno. Si sentiva osservato da un bel pezzo, eppure ogni volta che si girava non c’era nessuno da alcuna parte. Si spogliò poi si girò improvvisamente verso lo specchio, ma ovviamente non vide nessuna traccia di un’altra presenza umana al di fuori della sua, quindi entrò nella doccia. Aprì l’acqua lentamente, come se si aspettasse qualcosa, ma quando un lieve getto d’acqua uscì si rasserenò e cominciò a lavarsi. Ad un certo punto qualcosa gli atterrò sul naso. Afferrò il piccolo oggetto con una mano bagnata e praticamente lo distrusse.
“Che roba è questa?” Chiese infatti, non riuscendo a capire cos’era.
“Te lo dico io: una piuma.” Una voce che avrebbe riconosciuto tra mille gli rispose. Dean urlò e subito dopo un asciugamano gli atterrò fra le mani.
“Dai scimmia, copriti e esci.” Gabriel insisteva. Ecco chi l’aveva spiato per tutto il tempo! Si coprì con l’asciugamano poi uscì dalla doccia, con fare stizzito.
“Che vuoi, cervello bacato?” Lo accolse.
“Ehi, che bei termini. Non si saluta più un vecchio amico?” Rispose l’Arcangelo.
“Il mio vecchio amico deve essere piuttosto basso se un nano come te riesce a coprirlo.”
“Anche Sam mi accolto molto bene. E io che venivo qui con scopi amichevoli!”
“Cioè?” Chiese stupidamente il biondino.
“Divertirmi!” Rispose Gabriel schioccando le dita.
Improvvisamente Dean si ritrovò vestito in modo strano in un posto sconosciuto vicino a un cavallo di legno che bruciava. Cosa gli ricordava quel cavallo? Un film, forse Troy, ma non ne era certo. Una voce da vecchio interruppe i suoi pensieri.
L’uomo ricco d’astuzie raccontami, o Musa, che a lungo
Errò dopo ch’ebbe distrutto la rocca sacra di Troia;
di molti uomini le città vide e conobbe la mente,
molti dolori patì in cuore sul mare,
lottando per la sua vita e pel ritorno dei suoi.
Ma non li salvò, benché tanto volesse,
per loro propria follia si perdettero, pazzi!,
che mangiarono i bovi del Sole Iperione,
e il Sole distrusse il giorno del loro ritorno.
Anche a noi di’ qualcosa di queste avventure, o dea, figlia di Zeus.
Dean non capì un accidenti di quello che aveva appena sentito. Il Sole Iperione? E chi era? Figlia di Zeus? Non aveva mai studiato molto bene l’epica, ma gli sembrava che Zeus fosse un Dio greco. Sembrava che le parole che aveva appena udito appartenessero a un antico passato.  

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Capitolo 2
*** L'intraprendente Telemaco ***


Titolo capitolo: L'intraprendente Telemaco
Autrice: Cristel93
Conteggio parole: 820
Note: AU, comico, folle

“Oh intraprendente Telemaco, sua madre la vuole!” Una specie di serva si rivolse a Sam senza neanche guardarlo in faccia. Sam non guardò la serva perché era troppo impegnato a guardare com’era vestito. Aveva una specie di orrendo vestito grigio, che definì una tunica e dei sandali marroni che gli ricordavano San Francesco. E perché lo chiamavano Telemaco?
“Telemaco, mi ha sentito?” Ripeté la serva, stavolta guardando Sam.
“Oh, certo, andrò subito da mia madre, la ringrazio dell’avviso.” Cercò di darsi un certo contegno. Per quanto ne aveva capito, lui era Telemaco, figlio di Ulisse, noto anche come Odisseo. La serva lo guardò attentamente e Sam pensò che forse all’epoca non si ringraziava i servi.
“E ora vattene, serva del malaugurio.” Disse quindi, indicando l’uscita. La serva si affrettò ad uscire, stizzita, mentre Sam cercava di capire dove poteva essere sua madre. Per quanto ne sapeva, Penelope stava tutto il giorno a tessere una tela che la notte disfaceva, nell’attesa del marito, quindi provò a dirigersi nei sotterranei della reggia di Itaca, sperando in un colpo di fortuna. Mentre camminava alla ricerca dei sotterranei, incontrò una donna vestita di nero, che lo spinse verso il muro.
“Oh, ma che fa? Questa è casa mia!” Esclamò Sam, incuriosito da quel comportamento.
“Telemaco, lei mi fa ridere! Da molto tempo questa è anche casa dei Proci.”
“E per caso sono froci?” Stranamente, Sam non riuscì a trattenersi dal dirlo. A quanto pare aveva acquisito anche il carattere di Telemaco, perché lui era dotato di fantastico autocontrollo. La ragazza lo guardò male, ma poi se ne andò velocemente. Sam arrivò ad una porta e bussò piano.
“Sei tu, figlio mio?” Chiese una voce dall’interno.
“Si, madre.” Rispose il minore dei Winchester, a disagio. Chissà chi si sarebbe trovato davanti. Aprì lentamente la porta e quel che vide lo fece urlare. Penelope corse da lui e lo fece entrare nella stanza.
“Sam, stai zitto, vuoi farti sentire? Ricorda che qui siamo Penelope e Telemaco.” La donna tappò la bocca a Sam mettendogli una mano davanti, che il minore dei fratelli morse.
“SAM!” Esclamò Penelope, di protesta. A quel punto Sam non si trattenne più e scoppiò a ridere.
“A … Aiuto! Salvatemi! Vuoi dirmi … Ahahah … Che sei mia madre?” Riuscì a dire, con le lacrime agli occhi a forza dal ridere.
“Signora, tutto bene?” Chiese una serva al di là delle porta.
“Certo. Mi chiami Euriclea, per favore.” Comandò la Regina di Itaca.
“Ahahah … Signora … Euriclea …” Biascicò ancora il minore dei fratelli.
“Sam, credi che a me piaccia interpretare Penelope?”
“Sì … Ahahah … Chissà chi è tuo marito, magari Bobby.” Rispose Sammy. In quel momento Euriclea fece il suo ingresso e Sam cominciò a rotolarsi a terra tra le risate.
“Sembro in un gay pride.” Disse il fratello di Dean, cercando di dominarsi.
“Dai pezzo di idiota, cerca di interpretare Telemaco.” Bobby era irritato. Vestiva i panni di una specie di serva fidata di nome Euriclea e non lo poteva sopportare.
“Cosa vuol dire gay pride?” Chiese Penelope, inclinando la testa di lato.
“Accidenti Cass, anche nel passato non sai il significato di alcune parole.” Sam si riprese e si alzò da terra.
“Dov’è Dean?” Domandò Castiel, a Bobby e a Sam.
“E io che ne so? Pensavo fosse con mia madre.” Rispose quello, ridacchiando.
“Idiota! Stai dicendo che Dean è Ulisse?” Si informò Bobby-Euriclea. Sam alzò le spalle.
“Comunque, madre,  se un frocio chiede  di sposarti, dì di no e tessi la tela che è su quel telaio.”
“Io non so tessere.” Rispose Cass.
“Comunque è Procio, non frocio.” Spiegò Bobby, fulminando Sam con lo sguardo.
“Va bene, ho capito. Io ora mi metto là e devo tessere?” Chiese ancora l’Angelo.
“Si, se ho capito bene dobbiamo di nuovo interpretare i nostri ruoli. Prima o poi ci tirerà fuori di qui.”
“Prima o poi? Io aspetto Rufus!” Protestò Bobby.
“Sarà lui ad aspettare te.” Disse Sam con un’espressione seria, ma subito dopo si rimise a ridere.
“Serietà, Winchester. In teoria adesso devi proclamare un’assemblea perché vuoi andare a salvare Dean.” Lo riprese Castiel, con fare altezzoso. Insomma, con fare da Penelope.
“Perché dai già per scontato che è Dean? Non vedi l’ora di essere sua moglie?” Rispose Sammy. La regina di Itaca sbatté fuori a calci suo figlio, poi fece uscire Euriclea, con più cortesia.

°*°*°*°*°*°*°
 

Come ci era finito in quell’orrenda situazione, Sam non riusciva a capirlo. Aveva solo annunciato che desiderava convocare un’assemblea! Eppure i Proci avevano sempre qualcosa da ridire.

“Telemaco, non sa quel che dice! Non può andare a cercare Ulisse!” Disse un tizio dai capelli rossicci.

“E perché?” Domandò Sam, stizzito. Il ragazzo non rispose.

“Oh, non vuole dirlo davanti a noi.” Fece il suo bell’ingresso Lucifero. Sam sobbalzò sulla sedia dove si era accomodato.

“Antinoo!” Esclamarono invece i Proci. No, a Sam Antinoo non piaceva. E a Lucifero Telemaco non piaceva.  
 

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