La Mia Storia Con Te

di EriStefan95
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** capitolo 4 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


Mauro e Arianna erano appena arrivati,come ogni giorno puntuali nello stesso momento;ho sempre pensato si mettessero d'accordo. Loro sono i miei cosiddetti " amici estivi "; le nostre cabine sono le stesse e vicine da anni ormai, condividiamo ogni ora, ogni secondo, ogni attimo di questa meravigliosa stagione insieme; e per tutti questi anni sono convinta abbiano avuto una cotta l uno per l altra, ma non sono mai riusciti a dirselo. Quelle tipiche coppie di amici che così facendo pensano di non rovinare l'amicizia che li lega. Io invece sono Erica Orfanelli,ho quindici anni e se esiste qualcuno di cui sono follemente innamorata quel qualcuno è Luciano Ligabue.
<< Erica guarda lì >>. Arianna mi indicò con il dito il liberty grigio metalizzato che aveva appena superato il cancello principale del lido. A bordo c'era un ragazzo. Non si vedeva bene come fosse, il casco gli copriva tutta la testa lasciando uscire solo qualche ciuffo dorato che gli cadeva sulla fronte e la posizione in cui era non era delle migliori per stabilire quanto alto fosse; l'unica cosa certa è che ne io ne Arianna lo avevamo mai visto prima. Lo osservammo scrupolosamente in ogni suo movimento. Quando si tolse il casco la sua testa era nuovamente coperta da una matassa di capelli un po arruffati, un miscuglio tra castano e biondo cenere. Scosse la testa più volte,poi si infilò una mano tra i ciuffi per dare una sistemata.
 << Carino >> si limitò a dire Arianna con il suo solito sorriso malizioso;evidentemente la sua testa aveva già cominciato a fantasticare su di lui. La guardai aggrottando le sopracciglia e uno sguardo fulmineo partì anche dagli occhi di mauro che nel frattempo stava stendendo al sole i costumi ancora umidi di ieri. Il ragazzo raccolse tutte le sue cose sparse ovunque in ogni pezzo della moto e venne verso di noi.
<< Dove va? >> chiesi ad Arianna vedendolo avvicinarsi verso le nostre cabine sempre di piu. Una risatina di Mauro alle nostre spalle. Ci voltammo verso di lui e in quel momento anche il nuovo arrivato si fermò al suo tavolo.
 << Ciao >> aveva detto con una punta di imbarazzo. Mauro gli porse la mano e lo invitò a posare le sue cose nella cabina. << Stefano.. Loro sono due mie amiche: Erica e Arianna >> ci presentò abbozzando una risata maliziosa.
<< Erica >> ripetei porgendogli la mano, come se Mauro non fosse stato abbastanza chiaro. La stessa cosa fece Arianna. Passarono alcuni minuti di silenzio imbarazzante dalle presentazioni, poi Mauro propose di andare a fare il bagno e l'idea fu ben accetta. Mi avvicinai a lui senza dare troppo nell'occhio.
<< Perchè non ci hai detto che lo conoscevi ? >> gli sussurrai in un orecchio stringendo i pugni. Lui accennò l'ennesima risatina,poi disse << Volevo godermi la scena, sapevo vi sarebbe piaciuto >> strizzò l'occhio mentre cercava nelle mie espressioni la conferma di quello che aveva appena detto. Conferma che non gli diedi affatto.
<< Sei impazzito, non lo conosco neanche, no no no! >> cercai di far evadere dalla sua testa tutte le idiozie che aveva pensato.
<< Perchè ti scaldi tanto ? >> mi diede una pacca sulla spalla e corse a tuffarsi. Rimasi ferma a guardargli per pochi minuti , tempo necessario per sbollire quel leggero nervosismo che aveva preso il sopravvento dentro di me; sapevo di cosa fosse capace Mauro e sapevo anche che se fossi andata a fare il bagno con loro non mi avrebbe privata certo di figure di merda.
 << Allora ? Che fai vieni? >>. La voce squillante di Arianna che si dimenava per convinvermi ad entrare rimbombò per tutta la spiaggia.
<< Un'attimo! >> gridai in tutta risposta. Appoggiai sul muro della rotonda il pareo che avevo legato alla vita e corsi in acqua attirando l'attenzione di quasi tutti i presenti.
<< Ci voleva tanto ? >> mi prese in giro Mauro.
<< Stai attento a quello che dici tu >> gli lanciai uno sguardo fulmineo,tanto che chinò la testa e alzò le mani; strizzai l'occhio in segno di approvazione e abbozzai un sorriso, quasi di sollievo.
<< Guarda che puoi parlare >> disse Arianna al ragazzo mettendolo in imbarazzo. Arianna non se ne tiene una, è di una vivacità innata e ci mette poco a conoscere nuove persone. Stefano, cosi Mauro lo aveva chiamato, si limitò a sorriderle. Giocavamo con l'acqua senza senso, ci tuffavamo l'uno sull'altro non sapendo cos'altro fare. In realtà eravamo tutti e quatto, chi per un motivo chi per un altro, imbarazzati. Mi misi a mollo nell'acqua e non dissi più niente. Mi conoscevo, ero timida difronte a facce nuove, e come via di fuga dall'imbarazzo sceglievo sempre il silenzio. Poi il mio sguardo si posò su di lui : aveva un fisico slanciato,era alto; magro ma non troppo, i bicipidi erano gonfi nel giusto limite; i capelli, quei meravigliosi capelli, svolazzavano sulle note del caldo vento estivo barcollando a destra e a manca con una dolcezza infinita, quasi ipnotici. Si muoveva leggiadro, come se non volesse farsi sentire. Ogni volta che riemergeva dall'acqua passava sempre la mano tra i ciuffi bagnati scoprendo costantemente i due grandi occhi castani che ne risaltavano il viso...
 << Erica ci sei ? >>. La voce di Arianna mi riportò sulla terra, o meglio nell'acqua. Mi resi conto che lo avevo fissato troppo a lungo e pregai Dio affinchè non se ne fosse accorto.
 << Usciamo? >> suggerì Mauro che stava tremando dal freddo; e pensare che era stata sua l'idea di fare il bagno.
<< Si, si è fatto tardi, devo salire a mangiare o mia madre verrà a prendermi per capelli >> risposi. Uscimmo dall'acqua lentamente esitando alla riva per via delle pietre che erano fisse lì costantemente da anni ormai. All'inizio ci lamentavamo sempre, i bambini ci cadevano sopra e piangevano per ore;poi ci siamo abituati all'idea che le avremmo sempre trovate li.
<< Allora io salgo >> dissi.
<< Vengo anche io >> mi raggiunse Arianna che aveva appena scavalcato l'ultima pietra prima del bagnoasciuga. Salutammo i ragazzi con un cenno di mano e ci dirigemmo verso le cabine.
<< Te lo sei mangiato con gli occhi >> mi sussurrò Arianna soffocando una delle sue risatine maliziose; poi si voltò dietro per assicurarsi che non fossero alle nostre spalle.
<< Ma dai, che dici ! >> negai consapevole che non mi stava credendo. Arianna aveva sempre capito tutto quello che mi frullava nella testa e di certo non avrebbe potuto non farlo anche questa volta in quanto ero stata abbastanza esplicita. Mi guardò alzando un sopracciglio.
 << Ok, forse è carino, ma non mi piace , non lo conosco neanche >> mi sforzai di farmi uscire la parola " carino " .
<< Lo sapevo, lo sapevo >> cominciò a ridere euforica senza sosta.
<< Smettila altrimenti ci scoprono >>. Le diedi una spinta per farla stare zitta, poi mi voltai per vedere dove fossero i ragazzi ma non riuscii a vederli.
Quando arrivammo alle cabine loro erano già lì, seduti al tavolo di Mauro che aspettavano di essere serviti da Anna, la mamma di Mauro. Evitai di guardarli, pensai che era stato abbastanza sufficente il mio sguardo infimo e ossessivo di poco fa in acqua. Mi sedetti al mio tavolo lasciando Arianna in piedi al sole che sventolava i capelli fradici nella speranza che si asciugassero quanto prima e attendevo il mio piatto di insaltata di riso.
<< Erica vieni un'attimo >> la voce di Mauro che mi chiamava mi terrorizzò. Mi voltai verso il suo tavolo. Stefano era di spalle e non si girò per niente;era intento a non fare troppo rumore con le posate mentre le intingeva per bene nel piatto. Lanciai un'altro dei miei sguardi a Mauro che abbozzò un sorrisetto e ricominciò a mangiare. [...]
 << Che volevi prima ? >> gli chiesi dopo averlo raggiunto alle sedie dove tutti e tre erano seduti.
<< Stefano voleva sapere cosa comporta essere celiaca >> rispose. Deglutii.
<< Be >> mi rivolsi verso il ragazzo, imbarazzato quanto me << è difficile da spiegare, è che non posso mangiare tante cose se non sono cucinate con la farina senza glutine >> finii. Espirai come se avessi trattenuto il fiato per tutto il tempo.
<< Ho capito >> si limitò a rispondermi rimediando alla freddezza delle sue parole con un sorriso smagliante: denti perfetti e bianchi come la neve.
Mai visto un sorriso così bello!

 

Ciao a tutti,

questa è la prima volta che mi cimento in questo sito e spero di non deludere le vostre aspettative. Accetterò volentieri qualsiasi critica o consiglio :)

Mi auguro che questo mio primo capitolo sia a voi gradito :)

Un bacio,

Eristefan95.

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Capitolo 2
*** capitolo 2 ***


Guardai il mare ansiosa di digerire il pranzo quanto prima. L'acqua era limpida e cristallina e i caldi raggi del sole facevano sudare la mia pelle. Ero andata a recuperare il pareo che avevo lasciato sulla rotonda ed ero rimasta a contemplare il paesaggio. Mi resi conto di quanto fosse realmente meravigliosa l'estate: percepivo il profumo del sale marino, l'aria era calda e la sabbia era morbida e terapeutica per i miei piedi piatti. Passavo ore a camminarci scalza sopra. Mi guardai alle spalle e vidi Arianna dirigersi verso la rotonda con Mauro e Stefano al fianco. Invidiavo la sua schiettezza e la sua sfacciataggine e odiavo la mia timidezza e la mia tendenza ad emarginarmi. Mi feci coraggio e decisi di raggiungerli aprendo una sfida con il mio pessimo carattere.
<< Ciao ragazzi >> mi sforzai di sorridere e di non far capire che mi stavo sforzando. Cercai di essere il più naturale possibile e mi accomodai nel posto libero accanto a Mauro. Difronte avevo Stefano. Era più vicino del solito.
<< Stasera usciamo insieme ? >> propose Mauro.
<< Noi usciamo sempre insieme la sera, che domande! >> risposi con una punta di acidità e aggrottando il sopracciglio.
<< Ma la domanda era rivolta a Stefano >> ribbattè.
<< Ah >> pensai che le cose andavano meglio quando restavo in silenzio << Ma certo, è ovvio che ci sarà anche lui >> mi stupii per la risposta che avevo dato. Per lo meno ero riuscita ad evadere da quella sfera rossa di vergogna in cui mi ero impelagata.
<< Si ci sono >> disse Stefano. Improvvisamente mi sentii felice. Sì, ero felice che uscisse con noi. Afferrai Arianna per un braccio e la trascinai qualche metro lontano dal tavolo in cui eravamo.
<< Perchè da quando ha detto " sì " non riesco a fare a meno di desiderare che arrivi stasera? >> mi sfogai. Lei rise;poi incrociò il mio sguardo minaccioso e si decise a rispondere.
<< E' evidente che tu sia attratta da lui >>. Era proprio la risposta che mi aspettavo. Daltronde, chi avrebbe potuto rispondere diversamente, era abbastanza evidente ormai. Ma il problema e che non riuscivo a convincermene.
<< Tu credi ? >> cercai di abbandonarmi all'idea. Tuttavia, non avevo fatto altro che fissarlo da quando era arrivato; l'ultima cosa che avrei potuto fare sarebbe stata dare torto ad Arianna.
<< Erica, è cosi. Non te ne devi vergognare! >>. Rimasi in silenzio a contemplare le sue parole.
<< Ma si, hai ragione andiamo! >>. Raggiunsi i ragazzi che erano ancora al tavolo ad aspettarci e lei mi seguitò.
Sentii il rumore del nastro adesivo e mi voltai per capire cosa fosse. Maria, la proprietaria del lido, era intenta ad incollare una locandina sul portone rosso del Bar che dava sulla rotonda. Mi avvicinai per vedere di cosa si trattasse.

" Giovedi 8 Agosto Super Festa presso Lido del Sole con Deejay - Tony Palma ".

" Ma è oggi " pensai. Tornai dagli altri e dissi quello che avevo letto.
<< Perchè non rimaniamo qui allora ? >> propose Arianna. Amava le feste, ogni volta che ce ne era una si scatenava fino allo svenimento. Era anche un'ottima ballerina. Quando era più piccola aveva seguito un corso di Salsa e Merenghe ed era arrivata prima alle nazionali della sua categoria. Li occhi della gente erano sempre fissi su di lei ogni volta che ballava.
<< Ottima idea! >> approvò Mauro. Anche lui era amante di quel genere di feste.
<< Per me va bene >>. Anche Stefano era daccordo e la cosa mi allettava più di una camminata al centro.
I loro occhi erano rivolti verso di me e cercavano la mia approvazione.
<< Sì, ci sono anche io >> mi sbrigai a rispondere prima che i loro sguardi mi divorassero. << Aspettate >> aggiunsi poi << Non ho portato il cambio >>. Non potevo rimanere ad una festa del genere con un pantaloncino strappato e una maglietta sporca che puzzava di salsedine; e poi, volevo rendermi presentabile a Stefano.
<< Io non sono venuto con la mia macchina altrimenti ti avrei accompagnata a casa a prendere un vestito >> rispose Mauro. Aveva preso la patente quest'anno e mia madre non mi avrebbe mai permesso di salire in macchina con lui.
<< Non preoccuparti, ora chiedo a papà se mi porta a casa >> lo ringraziai con un sorriso e mi voltai per raggiungere mio padre che era nella pineta difronte le cabine a leggere il gionale.
<< Se vuoi, ti porto io. Ho un casco in più >>.
Mi voltai e vidi Stefano in attesa di una mia risposta. Deglutii. Deglutii dinuovo. Avevo le palpitazioni. Il cuore batteva forte come faceva prima di tuffarmi per una gara di nuoto; sport abbandonato per la mia pigrizia. Rimasi in silenzio pochi secondi, tempo opportuno affinchè tornassi cosciente. Capii che non era un bel sogno ma me lo aveva chiesto davvero.
<< Se per te n..... no.. non è un prob.....prolema per me va bene >> balbettai frustata. << Grazie >> finii, aggiungendo a quelle sei lettere fredde un sorriso che  per la prima volta non era forzato. Lui Sembrava rilassato. Le sue guance non erano a rischio di incendio come lo erano state ogni volta che aveva spiccicato parola. Era apparentemente tranquillo e non sembrava pentito di ciò che mi aveva chiesto. Capii che era arrivato il momento che anche io cominciassi ad essere me stessa. Insomma, con i miei amici ero sempre stata estroversa, esplosiva, vivace e coinvolgente. Tutti mi amavano per questo lato del mio carattere e adesso desideravo mostrarlo anche a lui.
<< Quando vuoi prendo le cose e andiamo >> gli dissi con la massima naturalezza.
<< Possiamo andare anche ora >> rispose con un'altro di quei meravigliosi sorrisi. Mi sentii come una macchina che nel buio della notte sbanda perchè abbagliata da un'altra macchina.
<< Ok, allora...andiamo? >> cercai di balbettare il meno possibile ma il suo sorriso aveva avuto ancora li stessi strani effetti su di me: Stordimento, perdita di sensi e felicità. Tanta felicità.
Si alzò dalla panchina di legno su cui era seduto. << Andiamo >>.
Salutai Arianna e Mauro con due baci sulle guance e seguii Stefano che si era limitato a salutarli scuotendo la mano e dandogli appuntamento a stasera. Arianna mi guardò accennando uno dei suoi sorrisi maliziosi e si portò le dita verso li occhi come per dire " ti tengo d'occhio ". Le sorrisi divertita e mi voltai in avanti prima di scontrarmi con qualcuno o peggio ancora qualcosa. [...]
<< Mamma faccio un salto a casa a prendere un vestito e torno qui per la festa >> urlai a mia madre mentre raccoglievo tutte le mie cose dalla cabina. Mia madre non rispose; guardò il ragazzo che mi stava aspettando alla moto e capì la situazione.
<< Va bene >> si limitò a dire senza aggiungere altro. Non era da lei. Conoscendola avrebbe dovuto dire " attenta a come guida, non andate troppo veloci ", e invece non disse nulla. Un punto a mio favore. Diciamo che l'ostacolo più difficile lo avevo superato stravolgendo le mie aspettative. Raggiunsi Stefano alla moto pregando Dio affinchè nessuno ci stesse guardando; l'ultima cosa che avrei desiderato era creare scalpore. Mi porse il casco che aveva già pronto in mano e mentro lo allacciavo scese la moto dal cavalletto.
<< Cavolo ma come diavolo si allaccia questo coso ! >> mi lamentai. Ero la solita impedita.
<< Aspetta, ti aiuto io >>. Afferrò il gancio della cinghia sfiorando la mia mano. << Ecco >>. Sentii il calore della sua pelle e un brivido mi percorse la schiena provocandomi un leggero tremolio.
<< Hai freddo? >> mi chiese mentre girava la chiave per mettere in moto.
<< No, tranquillo è stato solo un brivido. Sto bene >>. Le mie parole volarono via trasportate dal vento perchè in pochi secondi si sfilò la felpa che aveva stetta alla vita e me la porse.
<< Infila questa, è pulita >> disse tenendola con la mano in attesa che la prendessi.
<< Tranquillo, sto bene >> mi ostinai a ripetere consapevole che mi avrebbe costretta ad indossarla comunque.
<< Insisto >>.
Presi la felpa e la infilai.
<< Grazie >> dissi.
Dentro quella felpa ci sarebbero potute entrare due me: era enorme ma profumava; emanava un profumo buonissimo che si mischiava con il vento e si disperdeva nell'aria. Non potevo fare a meno di annusarla. Per tutto il tragitto non feci altro. Quell'odore mi stava facendo letteralmente impazzire. E non solo il profumo di quella felpa...

 

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


Quindici minuti. Solo quindici minuti di tragitto. In macchina con i miei sarebbero stati lunghi ed eterni minuti, e invece erano volati. Si, erano volati via con il vento insieme a quel meraviglioso profumo.
<< Fermati qui >> gli dissi una volta arrivati alla fine di Via Cappuccini. Frenò adagio accanto al cancello principale, mi fece scendere e poi si spostò leggermente sul lato sinistro per lasciare il passaggio libero alle macchine che uscivano ed entravano.
<< Due minuti soltanto, farò in fretta >> dissi velocemente per non perdere tempo; afferrai le chiavi che erano nella borsa e corsi verso il portone. [...]
Pantalone nero, top rosa, zeppe rosa. Abbinamento perfetto. Corsi in bagno afferrando frettolosamente le robe; presi la piastra che era nel ripiano insieme a schiume e lacche e attaccai la spina alla presa nella speranza che si riscaldasse mentre mi lavavo e vestivo. Fatto. Adesso arrivavo meglio anche allo specchio. Cominciai a passare la piastra sulle mie lunghe ciocche castane, ormai gialle a causa del sole, cercando di fare il più veloce possibile. Intanto pensavo a Stefano che era fuori ad aspettarmi e che sicuramente aveva perso la pazienza. Il pensiero di lui mi riportò al suo sguardo, al suo sorriso, ai suoi capelli, al suo profumo. Mi accorsi che il calore della piastra stava per bruciare la ciocca che stringeva sempre nello stesso punto. Liberai velocemente i ciuffi bollenti e gli svolazzai in aria per far uscire il fumo. Non c'era niente da fare, quando pensavo a lui qualcosa andava sempre storto. Come se il mio cuore improvvisamente si dimenticasse di battere e il mio cervello di esistere. E ogni volta sembrava di immergermi in un bel sogno per poi essere svegliata da qualcosa che prendeva fuoco improvvisamente, i miei capelli in questo caso. Staccai la spina e riposi la piastra al suo posto; giusto un filo di trucco per coprire i pochi brufoli sulla fronte e le spellature sparse ed ero pronta. Mi precipitai all'ingresso, presi la prima giacca che trovai sull'appendiabiti,poi pensai alla felpa e la lasciai al suo posto. Uscii velocemente. Si era fatto buio.[...]
<< Scusami, ho fatto più velove che potevo >> cercai di scusarmi per averlo fatto attendere cosi a lungo. Lui non fiatò. Rimase a guardarmi per pochi minuti senza dire una parola. Me ne rallegrai. Un' altro punto a mio favore. Poi balbettò qualcosa.
<< Tranquilla >> disse << stai davvero bene >> aggiunse infine, abbozzando un sorriso imbarazzato. Come se le parole fossero uscite sole e lui non fosse stato abbastanza capace di frenarle.
<< Grazie >> sorrisi anche io. Avevo preso la giusta confidenza, mi sembrava di conoscerlo da una vita eppure erano passate solo un paio di ore. Adesso però riuscivo ad essere me stessa, e le zeppe mi stavano aiutando ad aquisire sicurezza.
<< Torniamo ? >> mi chiese retoricamente in quanto la risposta era ovvia. Annuii.
Altri quindici minuti volati, se non di meno. Il profumo della felpa che indossavo nuovamente continuava a perseguitarmi anche dopo averla tolta. Arrivammo in tempo per l'inizio della festa. Mauro e Arianna erano già sotto la rotonda ad aspettarci. Arianna indossava una semplice maglietta nera e una gonna rossa e calzava delle zeppe nere bellissime, alte più delle mie. Mauro era più elegante del solito, il gilet rendeva diverso il suo abbigliamento tradizionale.
<< Eccoci >> dissi una volta vicino ai miei amici. Arianna mi studiò attentamente dalla testa ai piedi.
<< Hai già fatto colpo ? >> mi sussurrò all'orecchio alzandosi sulle punte. Scoppiai a ridere.
<< Mmmh, forse >> le sussurrai. Stefano e Mauro erano al bar a prendere qualcosa da bere. Mauro aveva in mano una birra, Stefano una lattina di cocacola.
<< Non beve >> dissi ad Arianna indicandole con lo sguardo i ragazzi difronte a noi.
<< Buono, no? >>
<< Assolutamente! Questo ragazzo comincia a piacermi sul serio. >> ammisi compiaciuta mentre continuavo a fissarlo intento a  prosciugare le ultime gocce di coca. Mauro mi fece cenno con la mano di raggiungerli. Faticai a camminare con le zeppe che mi facevano venire costantemente crampi ai piedi.
<< Dimmi >> dissi a Mauro una volta raggiunti.
<< Fammi rimanere un pò solo con Arianna >> disse. Indugiai a rispondere.
<< Vai pure, è lì >> gliela indicai con il dito mentre era impegnata a parlare con Giuseppe, un ragazzo del nostro "gruppo estivo". Mauro mi sorrise, lasciò la bottiglia della birra sul piano bar e le andò incontro lasciandomi sola con Stefano.
<< Bene >> sorrisi << Che si fa ? >> chiesi.
<< Facciamo una passeggiata ? >> mi chiese indicandomi con il dito la spiaggia buia e deserta. Guardai per un'attimo Mauro e Arianna che si abbracciavano.
<< Che idea fantastica! >> risposi. Lui sorrise e gettò nel cestino la lattina vuota. [...]
<< Pensi che Mauro e la ragazza si piacciano? >> mi chiese con aria curiosa mentre camminavamo sulla sabbia fredda e asciutta.
<< Oh si, l'ho sempre pensato >> risposi con franchezza. Dopo tutto era abbastanza evidente. Lui mi sorrise.
<< Lui non ti ha mai parlato di lei? >> gli domandai poi per avere conferma di ciò che pensavo.
<< Costantemente >> si limitò a rispondere lui. Conferma ottenuta. Sorrisi.
Passarono alcuni minuti di silenzio, poi lui lo ruppe.
<< Penso che stasera passeranno tutto il tempo insieme >> disse.
<< Lo penso anche io >>
Annuì, poi sorrise.
<< Allora torniamo ? >> chiesi quando arrivammo alla fine dell'ultimo lido prima degli scogli.
<< Vuoi già tornare ? >> mi chiese. Non risposi, mi limitai a sorridere, poi biascicai giusto qualche parola per non sembrare scortese.
<< Gli scogli non si possono oltrepassare >> dissi sarcastica. Lui mi sorrise compiaciuto.
<< Possiamo fermarci un poco >> aggiunse poi. La mia testa fantasticò. Ero sicura di piacergli, e anche convinta che lui piacesse a me.
<< Perfetto >> risposi. Lo seguitai mentre si dirigeva verso le scalinate di Lido Azzurro, poi si sedette ed io accanto a lui. Avevo le zeppe in mano e le lasciai cadere sulla sabbia liberando la mia mano dalla presa. Rimasi in silenzio a guardare il mare calmo e nero in attesa che lui rompesse il silenzio anche questa volta. Improvvisamente un colpo di vento fece muovere i suoi capelli, e anche i miei svolazzarono in aria cadendomi davanti agli occhi. Cavolo, avevo passato la piastra inutilmente.
<< Che buon profumo >> disse avvicinandosi per annusare le mie ciocche gialle. La sua vicinanza mi mise in imbarazzo. Il suo naso sfiorò il mio collo e improvvisamente mille brividi mi assalirono.
<< Foglie di avocado >> balbettai ancora stordita dal contatto. Lui sorrise. Poi ci alzammo e ritornammo alla festa.

...

<< Dove eravate ? >> urlò Arianna quando li raggiungemmo. Il volume della musica era troppo alto e tutti per comunicare urlavano. La rotonda nel frattempo si era riempita: c'era gente del Lido, cabinanti e non. Ballammo per piu di mezz'ora senza sosta, poi cominciai a sentire caldo e mi allontanai per un poco. Mi sedetti sul muretto che circondava la sala dei videogiochi e in pochi secondi Stefano mi raggiunse. Non disse nulla, appoggiò solo la sua testa sulle mie gambe. L'istinto mi portò ad accarezzargli i capelli. Per la prima volta potei toccare con le mie mani quella folta chioma liscia: erano moridi e sottili. Passai la mano più volte tra le ciocche massaggiandogli la cute. Sembrava piacergli. La mia mano si fermava più: massaggiava, massaggiava e massaggiava ancora. Erano i capelli più belli che avessi mai visto e toccato. Arrivarono anche Mauro e Arianna che non sembravano stupirsi di vederci così..vicini. Stefano si era spostato e io scesi dal muretto. Mi sorrise. Ricambiai. Poi si allontanò improvvisamente e sparì nel buio. Quando tornò aveva in mano la felpa. Me la porse e questa volta la presi senza fare storie. Sorrise. Sorrideva sempre, qualsiasi cosa sorrideva, dopo ogni parola sorrideva. E aveva un sorriso spettacolare.


 

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Capitolo 4
*** capitolo 4 ***


Erano le due di notte. Se non fossi tornata a casa entro mezz'ora la mamma mi avrebbe messa in punizione per il resto dell'estate. Fortunatamente la festa era finita e tutti se ne erano quasi andati.
<< Stefano la accompagni a casa tu ? >> gli chiese Mauro che camminava per mano con Arianna.
<< Si >> disse  << Si, si >> ripetè due secondi dopo. Mauro ci salutò squotendo la mano e dandoci appuntamento a domani mattina.
Arianna mi scoccò due baci sulle guance e seguì Mauro che era quasi arrivato alla macchina in cui la madre lo stava aspettando.
<< Fa freddo con la moto >> mi disse Stefano voltandosi verso di me, guardandomi negli occhi per la prima volta.
<< Non ci sono problemi per me >> risposi. Avevo la sua felpa appoggiata sulle spalle e l'aria non la percepivo neanche. Lui era abbastanaza coperto da un'altra felpa blu acceso, era tutto perfetto. Mi sorrise, poi estrasse le chiavi della moto dalla tasca del pantalone e si avviò al parcheggio. Io gli ero dietro. Lo seguivo ovunque, anche solo con lo sguardo. Non gli staccavo gli occhi di dosso neanche per un'attimo. Era al centro delle mie attenzioni. In realtà prestavo attenzione solo a lui, era il mio unico interesse. Aprì il sellone e afferrò il casco, me lo porse e questa volta seppi agganciarlo autonomamente. Aspettai che scendesse la moto dal cavalletto e salii sopra senza esitare troppo. Avvolsi le mie mani intorno al suo bacino e intravidi il suo sorriso dallo specchietto della moto. Mi sentii a mio agio e decisi di andare a fondo. Posizionai la mia testa sulla sua spalla tirando un sospiro di adattamento. Sentivo il suo respiro, i battiti del suo cuore. Riuscivo persino a tenere il conto finchè non mi abbandonai al calore del suo corpo e cominciai a sognare.

<< Siamo arrivati >>. La sua voce rimbombò nelle mie orecchie. Mi sentii stordita, dovevo essermi addormentata. Eppure ricordavo che stavo sognando la stessa scena: io appoggiata a lui sulla moto mentre le mie mani accarezzavano i suoi addominali scolpiti. Non riuscivo più a distinguere la realtà dal sogno. Mi stiracchiai un pò e scesi dalla moto pesantemente e anche grondante di sonno.
<< Ciao >> gli dissi uscendo tutti e trentadue i miei denti di fuori.
<< Ciao >> rispose lui con il suo solito sorriso. Esitai prima di andarmene. Avrei voluto rimanere lì a guardarlo, sarei rimasta a fissarlo per ore. Ormai era certo, mi piaceva. Mi decisi ad andarmente dandogli la buonanotte. Feci per voltarmi ma lui mi afferrò per il braccio e mi spinse verso di lui. Il mio corpo era a pochi centimetri dal suo. Provai imbarazzo, un forte imbarazzo. Lui sembrava tranquillo. Le sue mani afferrarono violentemente ma anche elegantemente e con dolcezza al mio viso e lo accompagnarono accanto al suo in pochi secondi. Le sue labbra non esitarono a sfiorare le mie. Si appoggiarono voracemente quasi ansiose di gustarne il sapore. Non mi mossi. Lasciai che le sua bocca si impossessasse delle mia senza impedire alcuna mossa. Poi si fermò e riprese a guardarmi senza dire niente, sorrise e basta. Questa volta il sorriso era più vicino, i suoi denti erano davanti ai miei occhi. Sorrisi anche io senza distogliere lo sguardo dalla sua bocca. Mi aveva baciata, lo conoscevo da un giorno e mi aveva baciata. Lasciò scivolare via le mani lasciando respirare le mie guance calde. Sorrisi imbarazzata.
<< Allora io vado >> disse poi sedendosi sulla moto. Il grigio metalizzato sembrava quasi nero con il buio.
<< Certo, va bene >> risposi. Mi sorrise. Gli sorrisi. Mi sorrise di nuovo. Gli sorrisi ancora. Andammo avanti cosi per un'altra manciata di minuti finchè dissi che dovevo entrare o mia madre mi avrebbe chiamata. Mi salutò per l'ultima volta e poi si allontanò nel buio in sella al suo liberty. Lo guardai finchè non scomparì. Sorrisi....... 

. . .


La mattina dopo mi svegliai con lo stesso sorriso. I raggi di sole piombavano dalla finestra proprio sui miei occhi e fui costretta ad alzarmi. Erano le 10 del mattino di un caldo venerdi ed ero ansiosa di arrivare a mare quanto prima. Ripensavo al bacio. Era un semplice bacio a stampo, niente di più, ma per me era stato come un fuoco d'artificio, un tuffo nel cuore. Mi precipitai in bagno a prepararmi, i miei erano già pronti e se non fossi stata pronta anche io entro dieci minuti ero sicura che mi avrebbero lasciata a casa. Mezz'ora dopo ero a mare.[...]
Sparpagliai le mie cose nella cabina e mi precipitai a vedere il mare prima che mia madre mi inveisse contro costringendomi ad andare a prendere un po di acqua per pulire il tavolo. Odiavo andare a prendere l'acqua, cercavo sempre di scaricare quel compito a mia sorella Marzia.
Il mare era calmo, il vento poco e i capelli volavano meno di ieri. Anche oggi un punto a mio favore. La piastra si notava più oggi di ieri. Non era arrivato ancora nessuno, c'ero solo io con i miei mille pensieri e la mia ansia di rivederlo. Tornai in cabina  per prendere una sedia da sdraio; anche mia sorella era appena arrivata al tavolo e faceva fatica a portare un secchio pieno di acqua. Anche oggi l'avevo scampata. Estrassi il libro di Nikolas Sparks che stavo leggendo dalla borsa e mi misi comoda sulla sdraio che avevo posizionato sotto l'albero all'ombra in attesa che i miei amici arrivassero. Amavo il modo di scrivere di Sparks, ogni volta che leggevo le sue righe mi estraniavo dal mondo e mi sentivo la protagonista delle sue storie. Mi piaceva sognare. Si, i suoi libri mi facevano sognare sempre ad occhi aperti. Non mi stancavo mai di leggere, se chiudevo il libro era perchè dovevo fare qualcos'altro. Passarono ore e di Mauro, Arianna e Stefano nemmeno una traccia. Nel frattempo avevo quasi finito il libro, mi mancavano giusto un paio di capitoli poco più e sperai affinchè i ragazzi arrivassere in tempo per la fine altrimenti dopo non avrei saputo cosa fare. Improvvisamente il motore di una moto rimbombò nelle mie orecchie. Esitai a voltarmi per paura di rimanere illusa e vedere la moto sbagliata, ma quando lo feci era proprio lui. Non sapevo se alzarmi ed andargli incontro o aspettare che fosse lui a venire da me. Optai per la prima. Misi il segnalibro nella pagina che dovevo finire di leggere e chiusi il libro.
<< Ciao Stefano >> lo salutai mentre lo raggiungevo sotto l'albero " delle moto ". Era lì che tutti parcheggiavano le loro moto.
<< Ciao >> mi rispose mentre era intento a slacciare il casco nero che gli copriva i capelli.
<< Mauro e Arianna non sono ancora arrivati >> lo informai per aprire un argomento e rompere il silenzio che si stava creando.
<< Lo so >> disse << Mauro mi ha mandato un messaggio dicendomi che viene verso le due >> aggiunse poi.
Erano solo le dodici e mezza, cosa avrei dovuto fare tutto quel tempo sola con lui?
Mi limitai a sorridergli.

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