Anger Management

di lirin chan
(/viewuser.php?uid=8396)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Great Scott! ***
Capitolo 2: *** What in the name of Sir Isaac H. Newton happened here? ***
Capitolo 3: *** Jennifer could conceivably encounter her future self!... ***
Capitolo 4: *** ...The consequences of that could be disastrous! ***
Capitolo 5: *** Synchronize your watches ***
Capitolo 6: *** Of course we run, but for recreation. For fun. ***
Capitolo 7: *** Lone Pine Mall ***
Capitolo 8: *** Twin Pines Mall ***



Capitolo 1
*** Great Scott! ***


Autore: Lirin Chan
Fandom: Supernatural
Personaggio/Coppia: Dean/Castiel
Rating: Pg13
Spoiler: Metà sesta serie, prima della scoperta del patto di Castiel con Crowley
Capitoli: 1/X
Conteggio Parole: 1629
Beta: Princess_Perona
Trama: Balthazar spedisce Dean anni nel futuro per impartirgli una 'terapia d'urto'. Riuscirà il nostro cacciatore a sopravvivere all'idea di vivere insieme a Castiel e di avere addirittura un figlio?! Probabilmente no...
Note: Parto subito col dire – prima che piovano accuse di plagio – che il nome del bambino l'ho ripreso dalle bellissime fanfiction di koorime e samek che io venero con tutto il cuore per quelle meraviglie che hanno creato e che spero possano perdonarmi per aver ripreso questo particolare che io ho adorato.
Ovviamente questa storia non c'entra nulla con le loro, non mi permetterei mai di accostarmi a certe perfezioni.
Allora, il titolo proviene dal film 'Anger Management', conosciuto in Italia come 'Terapia d'Urto', invece i titoli dei capitoli sono ripresi dalla triologia de 'Ritorno al Futuro', che io adooooro!
Comunque non durerà molto, giusto qualche capitolo, ma spero che possa deliziarvi – e soprattutto che io riesca a fare un buon lavoro, cosa di cui dubito fortemente.
Titolo del capitolo: Visto che non tutti conoscono 'Ritorno al Futuro' così bene da sapere le citazioni in ogni capitolo aprirò questo siparietto per spiegarle... Ovviamente non voglio offendere nessuno! È solo che ogni citazione ha un suo perché e mi piacerebbe che fosse capito a pieno!
La citazione di oggi è 'Great Scott!' [cit. dalla Triologia] in italiano tradotto con il celeberrimo 'Grande Giove!' che Doc ripeteva sempre quando si stupiva di qualcosa. Beh, leggendo il capitolo capirete perché l'ho scelta come prima citazione della storia! Buona lettura!
Disclaimer: Dean, Castiel & Co non sono miei!... Vi prego, datemi un Cass tutto per me çwç Ne ho bisogno!


Anger Management

~ Great Scott! ~

"Figlio di puttana!"
Sul serio, ma cos'aveva il mondo, il cosmo, se non addirittura l’intero universo contro di lui, eh?! Non ne aveva già passate tante?! Evidentemente no, altrimenti come si poteva spiegare il fatto che Balthazar l'avesse spedito chissà dove… di nuovo?!
Ok, aveva leggermente dato di matto quando quell'angelo - anche se aveva il forte sospetto che fosse lui il responsabile dell'esistenza degli stronzi nel mondo – aveva insinuato ancora che lui – il grande scopatore Dean-vincerei-il-premio-Nobel-per-la-poligamia-Winchester - avesse una relazione non propriamente amichevole con Cass-verginello-scopa-nel-culo.
"Ascoltami bene, razza di stronzo pennuto! Io sarò gay quando Sammy diventerà un nano pelato!" aveva detto prendendolo per la maglietta dallo scollo orribilmente a V. Suo fratello dietro di lui aveva borbottato un qualcosa come 'Non mettermi in mezzo...', ma lo aveva bellamente ignorato.
A quel punto quel bastardo dalla faccia da prendere a colpi di mazza chiodata aveva sorriso… no no, era meglio dire, ghignato mostrando i suoi orribili denti perfetti.
"Oh, Dean. Mio caro, piccolo, anti-gaio Dean." Replicò Balthazar, con quel suo tono da presa per il culo che fece venire ancora più voglia al cacciatore di prenderlo a sprangate. "E se ti dicessi che mi basta uno schiocco di dita?"
A quel punto il Winchester aveva fatto in tempo a sgranare gli occhi e a mormorare un mezzo 'Cosa-?' che quell'altro aveva già schioccato le sue dita angeliche.
E puff! Ecco lì.
Dean Winchester in mezzo ad una fottuta strada ignota di chissà quale parte del mondo, con attorno a se il nulla totale. Solo campi aperti e cornacchie che se ne stavano placidamente accovacciate sugli spaventapasseri.
"Balthazar! Bastardo del cazzo! Riportami indietro! Adesso!" Urlò al vento, contento che non ci fosse anima viva nei paraggi. Sapeva benissimo che non sarebbe servito a nulla. Quando gli angeli si mettono in testa di fare gli stronzi non c'era verso di fargli cambiare idea, figuriamoci poi quando vogliono solo prenderti per il culo.
Con forza evitò di pensare a Gabriel, anche perché tutte le volte che la sua faccia gli compariva davanti non poteva far altro che prendere a calci in culo il primo che capitava – che di solito era il povero Sammy.
Fece un lungo respiro profondo, tentando di riprendere il controllo per poi guardarsi attorno cercando un qualsiasi segno di vita che, per fortuna, si rivelò essere il cartello stradale dell'inizio della cittadina di Sioux Falls. Esultò internamente di gioia ringraziando che quel pazzo lo avesse almeno teletrasportato in un posto che conosceva – in effetti, guardandosi per bene attorno il paesaggio era familiare.
Con tutta la pazienza che riuscì a trovare dentro di sé si incamminò verso casa di Bobby.


"Ciao, Dean"
Per poco al poveretto non venne un infarto quando si ritrovò davanti di punto in bianco la faccia affilata e tronfia di quello stronzo alato. Era in cammino da poco più di mezz'ora e ancora non aveva trovato anima viva.
"Tu! Sei morto! Riportami indietro!" Esclamò cercando di mollargli un gancio destro che l'altro lo evitò facilmente svolazzando poco più in là.
"No, no, no mio caro, non si fa così! Ammettilo, pensavi fossi il mio frigido fratellino, eh?"
Dean lo guardò con rabbia, ma non negò. Quel saluto apparteneva a Cass e sentirlo pronunciare da quelle labbra sottili e canzonatorie gli faceva montare ancora di più l'astio contro quel tizio.
Balthazar lo guardò con espressione trionfale di chi ha fatto colpo al primo tiro.
"Mio piccolo Winchester, sono qui per proporti di arrenderti prima della tua inevitabile perdita di faccia, sai oggi mi sento magnanimo!" Disse, sbattendo le ciglia e cercando pateticamente di sembrare dolce e innocente.
"E cosa dovrei fare?" Ringhiò il cacciatore sapendo già che il prezzo sarebbe stato alto e pericolosamente imbarazzante, ma doveva almeno provare a venire a patti con quel pazzo maniaco. No aspetta, il pazzo maniaco era Gabriel, lui era più il tipo…stronzo all’ennesima potenza.
"Oh, niente di difficile..." Sibilò l'angelo avvicinandosi. "Tuuu~" Enfatizzò passandogli un braccio sulle spalle, Dean lo guardò in cagnesco, ma non lo scostò. "Dovrai semplicemente arrenderti all'evidenza che il mio angelico, quanto tonto e fiscale fratellino Castiel ti mandi a fuoco le mutande più di 'Casa Erotica' – che Gabriel sia benedetto per un tale capolavoro di poesia!"
Per un attimo il Winchester non recepì bene il messaggio, ma quando il significato arrivò ai suoi eterosessuali neuroni non poté far altro che ringhiare come un cane idrofobo e tentare di azzannare la giugulare di quel ridacchiante figlio di puttana. Ovviamente l'unica cosa che riuscì a mordere fu l'aria e un pezzo della sua lingua visto che l'altro si era di nuovo teletrasportato lontano da lui.
"Tu sei completamente fuori di testa! Non dirò mai una cosa del genere! Non sono gay!" Urlò a squarciagola facendo pure volare via due o tre uccellini che riposavano, pacifici, su un albero vicino.
Balthazar lo lasciò sfogare continuando ad osservarlo a braccia incrociate.
"Hai finito di sbraitare come una donnicciola a cui hanno toccato il culo? Prova a vederla in questa maniera... Noi angeli non abbiamo sesso, quindi... Non sei proprio totalmente gay!"
"Non lo sono per nient-!"
"Zitto, zitto, non sprecare ossigeno" Lo zittì con un gesto della mano come a scacciare una mosca fastidiosa dalla faccia. "Sinceramente mi sono stancato della tensione sessuale tra voi mentre vi guardate con quegli occhioni languidi. Giuro, mi fate arricciare i capezzoli ed è un male perché sotto queste magliette attillate fashion da fastidio quindi..." Per la prima volta da quando Dean lo conosceva il volto ironico dell'angelo si fece serio. "O tu ti dai una mossa nel capire che vuoi solo strappargli quell'orribile trench di dosso oppure ci penserò io a darti una svegliata in puro stile 'Anger Management'!"
Dean digrignò i denti guardandolo con odio.
Tutta quella storia era assurda. Lui non aveva mai guardato Cass in maniera particolare, tanto meno languidamente. Era come un fratello per lui, si fidava ciecamente e ormai nemmeno gli dava più fastidio che invadesse il suo spazio personale senza nemmeno chiedere scusa, ma da qui a dire che se lo voleva portare a letto c'erano mari e oceani sconfinati!
"Fottiti, figlio di puttana!" Urlò cercando di incenerirlo con gli occhi.
"Oh, ma tu le battute me le servi su un succulento piatto d'argento, caro raggio di sole... In realtà sei tu che dovresti essere fottuto, ma questi sono dettagli che deciderete tra voi in privato" In un attimo Dean se lo ritrovò a pochi centimetri dalla faccia.
"Comunque, deduco che la tua risposta sia un bel 'no', giusto?!"
"Riportami indietro, pennuto del cazzo!" Gli ringhiò in faccia il cacciatore ottenendo di rimando un sorriso di scherno.
"Allora, che la terapia d'urto abbia inizio" e in uno schiocco di dita, così come era apparso, Balthazar scomparve.


Il sole cominciava a tramontare quando dopo un'ora e mezza di strada completamente deserta e desolante, riuscì a raggiungere casa di Bobby.
O forse no.
Dean era perplesso.
La casa era sicuramente quella solo che sembrava più... pulita? Integra? Non una catapecchia? E dov'erano i rottami di auto? La sporcizia? L'odore di olio di motore e cadaveri bruciati? E cosa ci faceva un giardino curato davanti alla porta d'ingresso con tanto di staccionata bianca e altalena per bambini? Il vecchio ubriacone si era dato alla maternità? Eppure era quasi certo che la menopausa ce l'avessero solo le donne...
Si avvicinò titubante alla casa bianca verniciata da poco guardandosi attorno e dicendosi mentalmente che lì qualcosa non tornava.
Che fosse opera di Balthazar? Gli angeli potevano trasformare un vecchio, rude, alcolizzato uomo di mezza età in una donnina in menopausa con la voglia di cambiare l'arredamento?
"Joel! Aiutami ad apparecchiare!" Udì da dentro casa.
Sgranò gli occhi. Era la voce roca di Cass, ma... con qualcosa di diverso. Da quand'è che Cass parlava di apparecchiare e con un tono così normale?
E poi chi cazzo era questo Joel?!
Silenzioso, entrò nel giardino - evitando per un pelo di inciampare nel camion dei pompieri giocattolo - per poi avvicinarsi alla finestra della cucina – sul serio, quelle erano tendine con delle pannocchie?! Dove cazzo era finito, nella casa dei Simpson?!
Sbirciò attraverso le orride tendine e per poco non gli partì un embolo.
Dentro la cucina di Bobby, tirata a lucido anch’essa come mai l'aveva vista, Castiel con addosso dei normali jeans, una t-shirt rossa e una camicia a quadri, stava delicatamente porgendo una piccola pila di piatti ad un bambino di non più di cinque anni dai capelli scuri, viso lentigginoso e salopette azzurra.
"Papà tornerà tardi stasera?" chiese il piccolo alzandosi sulla punta dei piedi per mettere i piatti davanti a quattro sedie.
"No, lui e lo zio dovrebbero arrivare tra poco"
Il bambino fece un largo sorriso pieno di felicità prima di correre fuori dalla stanza. "Vado ad aspettarli fuori!"
Vide Cass ridacchiare – sul serio?! - prendendo le posate.
"Non sporcarti!" Gli urlò dietro per poi borbottare di panni da lavare.

Il cervello di Dean ci mise un po' a ripartire – o meglio, ci mise più del solito.
Ok, Cass era passato dallo stato di 'angelo-del-Signore-soldato-super-cazzuto-verginello-palo-nel-culo' a 'casalinga-babysitter-super-mamma-verginello-palo-nel-culo'. Tutto ciò era strano, assurdamente strano.
E quei vestiti era sicuro che fossero i suoi.
Poi c'era il marmocchio. Il suo cervello poteva benissimo essere anche in uno stato di morte apparente, ma aveva recepito benissimo quel 'lui e lo zio' ed aveva lo strana sensazione che 'lo zio' non fosse riferito a se stesso.
Insomma, in quale diavolo di fottuto posto fuori di testa l'aveva spedito quel figlio di puttana?!
"Papà?" Quella vocina alle sue spalle lo raggelò peggio di quando suo padre lo aveva beccato a masturbarsi in macchina.
'Oh porco cazzo' fu l'unico pensiero coerente che ebbe prima di voltarsi incontrando un paio occhi verdi così simili ai suoi.

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** What in the name of Sir Isaac H. Newton happened here? ***


Autore: Lirin Chan
Fandom: Supernatural
Personaggio/Coppia: Dean/Castiel
Rating: Pg13
Spoiler: Metà sesta serie, prima della scoperta del patto di Castiel con Crowley
Capitoli: 2/X
Conteggio Parole: 2534
Beta: Nessuna, ho fatto del mio meglio per trovare tutti gli orrori çwç
Trama: Balthazar spedisce Dean anni nel futuro per impartirgli una 'terapia d'urto'. Riuscirà il nostro cacciatore a sopravvivere all'idea di vivere insieme a Castiel e di avere addirittura un figlio?! Probabilmente no...
Disclaimer: Dean, Castiel & Co non sono miei!... Vi prego, datemi un Cass tutto per me çwç Ne ho bisogno!


Anger Management

~ What in the name of Sir Isaac H. Newton happened here? ~


"Cass! Castiel!" Sam cambiò stanza per l'ennesima volta, come se cercasse una recezione migliore, tante volte la linea telefonica angelica fosse momentaneamente irraggiungibile. "Oh, andiamo! Lo so che non sono Dean, ma potresti fare uno strappo alla regola che ti impedisce di venire quando ti chiamo io?! È davvero urgente!" Aspettò qualche attimo guardandosi intorno prima di cadere seduto sul sudicio letto di motel dove si erano fermati lui e suo fratello prima che questi venisse sparato chissà dove da Balthazar quattro ore prima. Si mise le mani tra i capelli, per poi coprirsi gli occhi. "Castiel, Dean è scomparso, non so cosa fare. Ti prego, aiutami" Mormorò.
Quasi non ebbe il tempo di finire la frase che un fruscio vicino a se lo fece scattare in piedi.
"Cos'è successo?" Ovviamente lui, il normale, non importante, inutile Sam non era degno nemmeno di un saluto. Ma lui era superiore, non se la sarebbe presa, non era come Dean.
"Succede che se tu non fossi un angelo del Signore a quest'ora ti avrei già mandato a quel paese! Tuo fratello Balthazar ha spedito il mio chissà dove e tu per quattro ore mi hai ignorato perché non rispondi mai quando ti chiamo!" Sì, lui era superiore a Dean. Aveva evitato di prenderlo inutilmente a pugni!
Castiel lo fissò per qualche attimo, tanto che Sam ebbe il dubbio che non lo avesse sentito.
"Perché mai Balthazar dovrebbe portare via Dean?" Chiese l'angelo, più che altro a se stesso.
Sam sospirò, cercando di ritrovare la calma dopo lo sfogo.
"Non lo so. So solo che prima stavano discutendo di qualcosa e l'attimo dopo erano spariti"
"Di cosa stavano discutendo?" Sam nemmeno ebbe il tempo di farci caso quando si ritrovò Cass vicino, troppo vicino. Come facesse Dean a sopportarlo non lo sapeva. Cass lo fissava negli occhi, nonostante la differenza d'altezza, cercando di capire chissà cosa, forse se stesse mentendo o meno.
"Emm... Una delle loro cavolate, niente di serio!" Non era sicuro se fosse il caso di dirgli la verità.
"Di cosa, Samuel?" Sam poteva giurare di aver visto quegli occhi blu farsi più scuri e fissarlo ancora più a fondo. Deglutì a vuoto.
"Ecco... Balthazar ha questa strana... ossessione verso te e Dean... Sembra convinto che... siate più che amici e fa battute idiote... Questa volta Dean era più nervoso del solito e ha dato di matto, come al solito..."
Se Sam non avesse avuto l'assoluta certezza che Cass fosse capace di trattenere le emozioni avrebbe sicuramente scommesso che fosse in imbarazzo. Gli occhi bassi, il rossore appena accennato e la schiena curva ne erano decisamente sintomi, ma il cacciatore non voleva crederci.
"Balthazar è sempre stato... particolare" Borbottò, allontanandosi finalmente da Sam.
"Un modo gentile per non dire 'matto da legare'?" Chiese, sarcastico.
Castiel annuì con la testa.
"Ma non porterebbe mai Dean in un posto pericoloso, sono sicuro che sta bene" Disse l'angelo riportando lo sguardo sul Winchester.
"Questo non toglie che non sappiamo quando lo riporterà indietro..." Ribatté questo incrociando le braccia.
"Vado a parlarci immediatamente" Decise l'angelo prima di sparire.
Il cacciatore non ebbe il tempo nemmeno di sospirare prima che facesse ritorno. Aggrottò le sopracciglia in uno sguardo perplesso.
"Già fatto?" Chiese, non capendo.
"Sam..." Biascicò Cass guardandosi le punte dei piedi prima di risollevare lo sguardo, deciso, su di lui. "Troverò Dean. Dovessi metterci tutta l'eternità, ovunque sia. Lo riporterò a casa"
Con un fruscio d'ali l'angelo sparì lasciando da solo Sam che, per un attimo, non si domandò se i vaneggiamenti di Balthazar avessero un qualche fondamento.


"Papà?"
Ci sono momenti in cui un Winchester deve prendersi le responsabilità dei casini che combina, gli aveva detto una volta sua padre con quel tono da falso santone che riusciva comunque ad incantarlo – anche se, col senno di poi, una frase del genere detto da uno che aveva un figlio segreto non era poi tanto da prendere in considerazione. Comunque Dean lo aveva sempre ritenuto un buon consiglio, ma... cosa doveva fare se il suddetto 'casino' lo aveva combinato il suo io futuro? Valeva lo stesso?
Intanto il bambino lo stava fissando a metà tra il perplesso e lo sconvolto, con la bocca storta in una smorfia indecisa e la testa inclinata di poco. Era familiare, anche se questa volta la sensazione non proveniva dalla loro evidente parentela.
"Papà?" Chiese di nuovo, avvicinandosi un poco.
Dean aprì e chiuse la bocca diverse volte prima di proferire parola.
"Ehi... Ciao, marmocchio..." Evidentemente quella fu la cosa giusta da dire perché il piccolo mostrò subito un sorriso raggiante che fece risaltare le lentiggini, ma Dean non poté notarlo dato che, inspiegabilmente, se lo ritrovò con le braccia attaccate al collo un secondo dopo. Per evitare di cadere a terra – o di strozzarsi – fu costretto ad artigliarlo per i fianchi.
"Bentornato! Io e papà Cass abbiamo preparato la cena! E papà Cass mi ha fatto mangiare la robaccia verde e fatto fare tutti i compiti! È stato molto cattivo!" Gli urlò nelle orecchie prima che, con forza, non riuscì a staccarselo dalla presa ferrea su suo collo. Lo guardò bene mentre metteva arricciava la boca in un broncio adorabile. Capelli scuri, occhi verdi, lentiggini, carattere aperto, sguardo intelligente, affettuoso. Quel bambino era sicuramente suo, la vera domanda era chi aveva combinato l'altra metà del casino?
Ma soprattutto...
"Papà Cass?" Mormorò continuando a fissare il bambino.
"Bentornato papà Dean"
Il cacciatore non fece in tempo a girarsi alla sua destra che due labbra morbide e screpolate si poggiarono alle sue. Sapevano di pomodoro e di buono, solo quello riuscì a registrare prima che si allontanassero e lui si accorgesse, orribilmente, che quello sporto dalla finestra della cucina e sorridente come mai lo aveva visto non era altri che Castiel.
E il cervello di Dean andò in black out.


"Wo, wo! Prima di giungere a conclusioni affrettate, fratellino, ricorda che gli angeli sono amore!" Esclamò Balthazar quando si vide comparire davanti un Castiel tutt'altro che amichevole.
"Solo quelli di Terza Classe" Ribatté l'altro continuando a guardarlo infuriato, ma senza muovere un dito.
"Oh, il caro Dean-raggio-di-sole ha proprio una bella influenza su di te... Fai anche le battute adesso!" Ironizzò Balthazar, ghignando.
Castiel si trattenne dall'inclinare la testa, non avendo minimamente capito di cosa parlasse.
"Non sono qui per questo, fratello. Dimmi dove lo hai portato" Ordinò, deciso.
In risposta l'altro sbuffò, incrociando le braccia.
"Figurati se Sam non andava ad attaccarsi al trench della mammina..." Borbottò, infastidito.
"Dimmelo, Balthazar" Insistette Castiel.
"Non ne ho nessuna intenzione! È arrivato per lui il momento di aprire gli occ-"
Si ritrovò subito dopo attaccato al muro con Castiel che lo stringeva per la maglia.
"Cosa gli hai detto?" Dai suoi occhi Balthazar poteva perfettamente vedere la sua vera essenza diventare scura di rabbia. Rabbrividì, ma cercò di non darlo a vedere.
"Non quello che pensi tu, fratello. Il tuo piccolo sporco segreto è al sicuro" Mormorò. Castiel lo fissò per qualche altro attimo, accertandosi che non mentisse, prima di lasciarlo permettendogli di massaggiarsi il collo offeso. "Diavolo, ma cos'avete contro questa maglia? A lungo andare me la sformerete" Borbottò, lisciandosi le pieghe.
"Dove lo hai portato?" Ricominciò Castiel.
"Ti hanno mai detto che sei monotematico?" Ironizzò, come al solito, l'altro.
Questa volta Cass non rispose, limitandosi a fissarlo. Balthazar sapeva di aver già perso, non era mai riuscito a dirgli di no quando lo guardava con quegli occhioni, perfino nella loro vera forma. Alzò gli occhi al cielo, esasperato.
"Ascolta, giuro che non ho cattive intenzioni. Se il mio piano va in porto starai meglio, l'ho fatto soprattutto per te, il mio caro palo nel culo, frigido, monotematico, fratellino Castiel"
"Dove, Balthazar?" Ripeté assottigliando gli occhi blu.
L'altro sbuffò, erano sempre tutti pronti a rovinargli il divertimento.
"Cinque anni dal futuro da oggi, segui la mia scia e lo troverai" Non dovette nemmeno sentire il fruscio d'ali per capire che Castiel se ne era già andato.
Ghignò, ridacchiando tra se. Suo fratello era davvero ingenuo.


Fissò ancora il calendario con gli angioletti in pannolino appeso vicino al frigorifero.
Giugno 2014.
Era nel fottutissimo futuro, di nuovo. Beh, almeno questa volta non era rincorso da Croats desiderosi di trasformarlo in un Deanburger, anche se in quel momento sarebbe stata una prospettiva migliore.
Dopo quello strano incidente – sì, doveva essere stato un incidente – con Castiel il suo cervello aveva smesso di funzionare per qualche minuto non rendendolo capace di accorgersi che suo figlio – oh mio Dio, aveva un figlio – lo stesse trascinando in casa e poi in cucina. Si era ripreso solo quando, non si sa come, il suo nervo ottico aveva recepito la data.
"Dean, stai bene?"
Trasalì. Non si era accorto della vicinanza di Castiel che adesso lo stava guardando preoccupato con la testa inclinata come suo solito. Si sorprese a sorridere mentre constatava che certe cose non cambiavano proprio mai.
"Emm, sì, Cass, tutto okay... Ammiravo il calendario..." Inventò su due piedi.
Castiel lo fissò per un attimo prima di guardarlo male e creare, arricciando le labbra, un broncio che ebbe la strana sensazione di aver già visto.
"Ancora con questa storia? Giuro che se il prossimo anno non ne prendi uno normale compro quello della chiesa protestante in città" Minacciò, continuando a guardarlo fintamente male.
Dean inorridì al pensiero anche se,a pensarci bene, non c'entrava nulla, ma avere Castiel così rilassato e umano lo coinvolgeva.
"Comunque, dove hai lasciato Sam? Non doveva venire a cena da noi?" Chiese l'angelo – anche se cominciava a chiedersi se ancora lo fosse – mentre finiva di poggiare i bicchieri sul tavolo.
"Emm... Ecco..." Diavolo, che cazzo gli rispondeva ora? Se non ci fosse stato quel maledetto incidente non avrebbe avuto problemi a raccontargli tutto, ma adesso era titubante. Come fai a dire a qualcuno che ha baciato la versione passata del proprio... Beh qualsiasi cosa fossero?! Se almeno Cass lo avesse riconosciuto come l'ultima volta sarebbe stato tutto più facile, e invece no! Il suo destino era davvero uno schifo...
Per fortuna arrivò il marmocchio a salvarlo.
"Papà Cass! Io ho fame! Voglio l'hamburger!" Dichiarò il bambino arrampicandosi su una sedia. Per poco non cadde all'indietro, ma Dean – in uno scatto di riflessi che non pensava nemmeno di possedere, riuscì ad acchiapparlo per le bretelle della salopette prima che finisse col culo per terra.
"Ehi, marmocchio, stai più attento!"
Joel rise facendogli perfettamente intendere che no, non lo sarebbe stato. Quel ragazzino gli somigliava decisamente troppo, anche se notava perfettamente che c'era una parte di lui diversa, eppure familiare. Era tutto così strano, prima cosa fra tutte lui che viveva assieme a Castiel in una qualche tipo di relazione che tentava in tutti i modi di non comprendere. Per quanto la cosa fosse palese non voleva nemmeno prendere in considerazione l'idea. Il Castiel che conosceva lui era rigido, estraneo a ogni tipo di conoscenza sessuale e poco incline ai sorrisi e alle battute. Eppure, per quanto lo prendesse in giro, gli piaceva e gli mancava.
Osservò l'angelo di spalle mentre preparava da mangiare in quella cucina tirata a lucido. Non era una brutta immagine, Cass era rilassato come non lo aveva mai visto e sembrava... felice. Felice di stare assieme a lui, a Joel, di avere una casa tutta loro e cucinare chissà quale stramberia. Era un sentimento che lo invadeva fin dentro l'anima facendo star bene anche lui.
L'immagine dell'angelo del suo tempo e di quello futuro si mischiavano, confondendolo.
I suoi pensieri filosofici vennero interrotti dal trillo di un cellulare che non era il suo. In fretta, vide Castiel allontanarsi dai fornelli.
"Voi due lavatevi le mani e non toccate niente!" Disse mentre usciva dalla stanza.
"Si, mamma!" Risposero insieme loro due, ridacchiando.
Dean si mise nel posto vicino a Joel che lo guardo perplesso, inclinando di nuovo la testa.
"Che c'è?" Chiese il cacciatore, spendo di aver commesso un passo falso.
"Quello è il posto di zio Sam quando viene a trovarci... Non ti siedi vicino a papà Cass?" Domandò il bambino indicando il posto di fronte al suo.
Dean passò lo sguardo sul posto indicato da Joel prima di scrollare le spalle
"Cos'è? Non vuoi sederti vicino al tuo vecchio?" Rise, scompigliando i capelli scuri del bambino che tentò di scappare via da lui scoppiando in una risata.
Era strano avere un figlio, eppure quell'atmosfera casalinga era davvero meravigliosa. Anche se percepiva che quello non era il suo posto e che quella non era ancora la sua vera vita, almeno per adesso.
Voleva tornare indietro, da Sam, dal Castiel che conosceva – quello che non sorrideva, non faceva battute e non... faceva casini. Doveva assolutamente mettere le cose in chiaro con il Cass di quel tempo.
Prima che potesse muoversi dalla sedia qualcosa di freddo gli sfiorò la nuca. Per esperienza il cacciatore seppe all'istante che non poteva essere altro che un fucile.
"Allontanati dal mio bambino, bastardo figlio di puttana"
Ascoltando Cass imprecare come lui Dean constatò di aver avuto una bruttissima influenza sull'angelo del Signore, anche se doveva ammettere che ne era quasi orgoglioso.
Ovviamente come seconda cosa pensò di essere nella merda fino alle lentiggini.


"Sta succedendo qualcosa a casa" Disse Dean accelerando mentre chiudeva la chiamata con Castiel.
"In che senso?" Chiese Sam distogliendo lo sguardo dal libro che stava leggendo.
"Non lo so... Cass sembrava sorpreso di sentirmi e ha riattaccato subito" Non era da lui, non era assolutamente da lui.
Sam sbuffò, tornando a leggere.
"Forse si è solo stancato dal tuo chiamarlo ogni dieci minuti... Io ti avrei già mandato a quel paese, per fortuna è nato angelo e ha una pazienza superio-AHI!" Urlò per poi massaggiarsi il braccio colpito duramente dal pugno vendicatore del fratello. "Stronzo!"
"Puttana" Borbottò Dean, ma continuando ad accelerare per nulla tranquillo.
Odiava lasciare Castiel e Joel da soli, ma non poteva nemmeno abbandonare suo fratello ad occuparsi dei casi. Okay, aveva una famiglia da mantenere, ma era per sempre un fottuto cacciatore con la sindrome del fratello maggiore protettivo, che cazzo! Senza contare che tutte le volte che tornava intero Cass era decisamente più disponibile a letto. Oh, quella volta del giochino con il trench era stato fantastico...
"Dean! Frena!" Urlò Sam al suo fianco facendolo sobbalzare e poi premere con tutta la sua forza il pedale del freno. Per un attimo non vide cosa avesse spaventato così tanto suo fratello, ma quando inquadrò una figura beige in mezzo ad un incrocio non poté far altro che sterzare bruscamente per evitare l'impatto. Le ruote stridettero e crearono fumo per l'attrito con l'asfalto. L'Impala si fermò appena in tempo per evitare l'impatto.
Dean e Sam tirarono un sospiro di sollievo prima che il fratello maggiore non emettesse un basso ringhio per la rabbia.
"Figlio di puttana! Adesso ti spacco la faccia!" Esclamò prima di scendere dalla macchina già sul piede di guerra mentre Sam lo seguiva già pronto a sanare l'ennesima rissa.
Ma non ce ne fu bisogno perché il fratello s'immobilizzò appena si rese conto di chi avesse davanti.
"Ciao Dean"
'Oh porco cazzo' fu l'unico pensiero coerente che il cacciatore ebbe prima di incontrare quegli occhi blu che conosceva meglio dei suoi.


Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Jennifer could conceivably encounter her future self!... ***


Autore: Lirin Chan
Fandom: Supernatural
Personaggio/Coppia: Dean/Castiel
Rating: Pg13
Spoiler: Metà sesta serie, prima della scoperta del patto di Castiel con Crowley
Capitoli: 3/X
Conteggio Parole: 2011
Beta: Nessuna, ho fatto del mio meglio per trovare tutti gli orrori çwç
Trama: Balthazar spedisce Dean anni nel futuro per impartirgli una 'terapia d'urto'. Riuscirà il nostro cacciatore a sopravvivere all'idea di vivere insieme a Castiel e di avere addirittura un figlio?! Probabilmente no...
Note: Prima di lasciarvi alla lettura vorrei solo ringraziarvi per tutto il sostegno che date a questa fanfiction... Ammetto che quando l'ho iniziata l'avevo presa un po sottogamba, non mi aspettavo che potesse piacere tanto! Farò del mio meglio per non deludervi! E adesso smetto di parlare e vi lascio al terzo capitolo!
Disclaimer: Dean, Castiel & Co non sono miei!... Vi prego, datemi un Cass tutto per me çwç Ne ho bisogno!


Anger Management

~ Jennifer could conceivably encounter her future self!... ~


"E tu che cazzo ci fai qui?!" Urlò Dean nel silenzio della campagna. Il sole era ormai già sceso e cominciavano a vedersi le stelle... non che al cacciatore fregasse qualcosa di quelle stronzate dato che aveva davanti il suo compagno che doveva, in teoria, trovarsi almeno ad una decina di chilometri da lì.
L'angelo lo fissò prima di inclinare la testa.
"Non sei lui" Disse, lasciando basiti i due cacciatori.
A Dean parve di essere tornato ad anni prima, quando Cass era ancora l'angelo-da-palo-nel-culo-perenne e ogni sua parola era un mistero. Notò solo in quel momento che, cazzo, aveva pure il fottuto trench addosso, sembrava esattamente quello di cinque anni prima. Lo capiva, lo sapeva, lo percepiva da quegli occhi così blu che conosceva in ogni loro sfumatura, ma che non erano quelli che ogni giorno vedeva al mattino.
Quello non era il suo Cass, o almeno non ancora.
"Dean, che sta succedendo?" Sentì chiedere da Sam, ma non ebbe la possibilità di rispondere.
Davanti a lui, in un colpo di tosse improvviso, Castiel aveva cominciato a sputare sangue per poi accasciarsi a terra.
"Cass!" Subito i due cacciatori gli corsero vicino, Dean tentò di tirarlo su, ma l'angelo sembrava privo di sensi. Vedendo la sua bocca sporca di sangue e i vestiti macchiati di rosso non poté far altro che andare nel panico, non importava di quale tempo fosse, quello era il suo Cass, con o senza palo nel culo. "Sam, dobbiamo portarlo a casa! Subito!"
Fortunatamente suo fratello era un armadio a due ante altrimenti sarebbe stato problematico trasportarlo fino alla macchina e stenderlo sui sedili posteriori. Senza perdere tempo i due salirono sull'Impala e Dean partì, sempre più preoccupato.
"Che ci fa Castiel del passato qui?!" Esclamò Sam tenendo d'occhio l'angelo privo di sensi.
Dean non si stupì che pure suo fratello ci fosse arrivato – era il nerd per antonomasia e poi era abbastanza palese la diversità tra i due.
"Non lo so, ma se conosco abbastanza bene quel moccioso di un pennuto non è venuto qui per una vacanza, c'entro sicuramente io" Disse, senza preoccuparsi di sembrare presuntuoso. Cass aveva sempre rischiato il collo solo quando c'era lui di mezzo, per quando ancora questo lo irritasse terribilmente.
"Vuoi dire che il te del passato è a casa?!" Erano davvero nei casini.
"Già, che bella situazione eh?! Spero solo che Cass non abbia già fatto la cazzata suprema" Borbottò accelerando ancora.
"Tipo stare a sentire il primo dei tuoi insegnamenti? 'Prima spara, poi fai le domande'?" Ironizzò Sam, anche se la prospettiva di Cass che sparava al suo fratello del passato gli faceva venire i brividi, oltre che un gran mal di testa.
"No, tipo scambiarmi per lui e farci qualche porcheria!" Esclamò Dean stringendo il volante fino a farsi venire le nocche bianche per la rabbia. Castiel sapeva essere davvero un pervertito e il suo gioco preferito era prenderlo alla sprovvista e non dargli tempo nemmeno di parlare.
Sam lo guardò con occhi sgranati. Se fosse stata un'altra persona avrebbe dubitato della sua sanità mentale, ma era suo fratello e tutto era possibile, anche vederlo incazzarsi per un possibile tradimento del proprio angelico fidanzato con un suo io passato piuttosto che per la possibile morte del suddetto.
Oh, che mal di testa...


"Joel va in giardino e aspetta che arrivino papà e lo zio"
Dean vide il bambino sgranare gli occhi in un'espressione confusa prima di passare lo sguardo da Cass e lui.
"Papà?" Mormorò, spaventato.
Dean cercò di immaginarsi cosa doveva provare vedere uno dei suoi genitori puntare un fucile alla testa dell'altro. Tentò di sorridere per tranquillizzarlo – diavolo, stava diventando davvero un ottimo papà.
"Tranquillo, marmocchio. Io e papà dobbiamo solo parlare, fa come dice lui" Disse cercando di essere il più convincente possibile.
Joel lo guardò ancora per un attimo prima di annuire e sparire in un fruscio d'ali. Dean sgranò gli occhi a quella vista ricordandosi di quando se lo era ritrovato tra le braccia all'improvviso. Ma non poté continuare ad analizzare la cosa che il leggero colpo della canna del fucile sulla sua nuca gli fece ricordare in che situazione fosse.
"Alzati e ringrazia il fatto che ci fosse Joel per non averti già sparato" Comandò con voce ferma Cass.
Lentamente il cacciatore si alzò con le mani alzate strisciando rumorosamente la sedia sul pavimento.
"Adesso girati, lentamente" Di nuovo, obbedì al comando dell'angelo.
Si ritrovò faccia a faccia con lui. Gli occhi blu di Cass lo fissavano con rabbia e diffidenza, mai aveva visto uno sguardo rivolto verso di lui. Come aveva fatto a cambiare così tanto? A diventare così umano?
Forse la risposta la sapeva già. La stessa che aveva avuto da uno strafatto e disperato Cass del futuro qualche anno prima.
'La vita...'
La vita insieme a lui. Alla fine Cass, in ogni futuro possibile, aveva sempre la peggio per colpa sua.
"Cosa sei esattamente? Sei immune a tutte le protezioni della casa..." Chiese questo mirando alla sua testa.
"Sono Dean" Rispose il cacciatore dopo un sospiro.
"Non raccontarmi stronzate, Dean sarà qui a momenti insieme a suo fratello, quindi o mi dici la verità o ci puoi giurare che quando arriveranno si saranno persi da un pezzo la possibilità di farti domande"
Probabilmente Dean si ricordò solo in quel momento che esisteva l'altro se stesso. Non seppe decidere se sentirsi sollevato o preoccuparsi, ricordando il modo in cui si era auto-steso la volta prima.
"Te lo giuro, Cass. Sono io! Balthazar mi ha spedito qui! Vengo dal passato!" Tentò di spiegarsi meglio che poté non sapendo bene nemmeno da dove cominciare e avere puntato addosso il suo fucile non gli rendeva le cose più facili.
Cass continuò a tenerlo sotto tiro, ma il cacciatore notò che le spalle si erano rilassate e gli occhi si erano fatti meno freddi.
"Come si chiamava la ragazza con cui volevi farmi perdere la verginità in quel night?" Chiese a bruciapelo.
Gli stava dando una possibilità, per fortuna. Ghignò sia per il ricordo sia per il fatto che Cass avesse scelto proprio quella domanda.
"Chi? Quella che tu hai fatto incazzare a morte? Chastity! Uno dei momenti più belli della mia vita!" Nemmeno la minaccia di un fucile puntato poté farlo resistere dal mettersi a ridere.
Cass lo osservò ancora un po' prima di abbassare l'arma.
"Parla per te, quella lì aveva seri problemi paterni..." Disse, serio, poggiando il fucile sul tavolo della cucina.
I suoi occhi blu si fermarono su quelli verdi di Dean, osservandolo. In quel momento il cacciatore sentì di trovarsi davanti il vecchio angelo del Signore, quello che lo guardava come se potesse leggergli l'anima – cosa che non doveva essergli difficile visto che l'aveva pure afferrata stretta, come aveva affermato quando si erano conosciuti.
Forse ci riusciva anche meglio di prima.
Poi, senza un perché, Cass cominciò a ridere. Sgranò gli occhi mentre all'altro veniva quasi da piangere dalle risate. Almeno questa volta non era una risata piena d'amarezza.
"Si può sapere cos'hai da ridere?!" Esclamò Dean, irritato.
Castiel respirò due o tre volta prima di calmarsi.
"La tua faccia...! 'Balthazar mi ha spedito qui! Vengo dal passato!'" Lo imitò con voce stridula e da donna, cosa che non fece molto piacere al cacciatore che aggrottò le sopracciglia. "Sul serio, pensavi che non ti avessi riconosciuto?" Le sue labbra si aprirono in un sorriso dolce e gli occhi blu lo guardarono con quello che Dean non riuscì a non identificare come 'amore incondizionato'. "Riuscirei a riconoscere il te stesso di ogni anno, di ogni momento"
Per la prima volta Dean cominciò a capire come fosse potuto finire a vivere con lui. Cass era...
I suoi pensieri vennero interrotti dall'altro che spostava una sedia e si metteva seduto.
"Fammi indovinare... Sam ha appena riavuto la sua anima..." Disse, poggiando un gomito sul tavolo per poi poggiare il mente su una mano, continuando a guardarlo con un mezzo sorriso. Dean annuì, non sapendo cosa rispondere. "Si vede... Quando sei preoccupato per Sam hai sempre quell'espressione sofferente e in mezzo agli occhi ti viene una ruga che non sparisce nemmeno quando dormi... E noto che ancora non mi guardi disgustato..."
Dean lo guardò perplesso.
"Disgustato?" Chiese, titubante.
Cass fece quel sorriso che ricordava tanto la sua versione strafatta e lo guardò con la stessa amarezza e pentimento.
"Spoiler, Dean"
Il cacciatore, guardandolo in quegli occhi che piangevano senso di colpa, non ebbe il coraggio di insistere.


"Dean..." La voce spezzata fece girare all'istante Sam verso i sedili posteriori, Dean si limitò a gettare un'occhiata veloce per poi tornare sulla strada.
"Ehi, angioletto, come ti senti?" Chiese il maggiore dei fratelli mentre l'altro cercava di far restare sdraiato Cass che tentava di alzarsi seduto.
"Calmati, Castiel! Siamo quasi arrivati a casa!" Lo rassicurò con un sorriso.
"No, devo trovare Dean..." Con dolore riuscì ad alzarsi seduto su uno dei sedili. "Non deve incontrarmi..." Disse, tra una smorfia di dolore e l'altra, in un sospiro quasi inudibile.
"Tranquillo, Cass non dirà nulla..." Disse Dean, con voce incolore. "Non rischierebbe mai di perdere quello che abbiamo"
Ma Sam poté benissimo notare una lieve punta di terrore nei suoi occhi. Suo fratello accelerò ancora.
In breve furono in vista della casa. Non sembrava esserci niente di strano, a parte Joel seduto e rannicchiato sui gradini di casa. Appena furono in vista lo videro voltarsi verso di loro e in un attimo, preceduto da uno svolazzare d'ali, il piccolo era seduto sulle ginocchia dello zio.
"Papà!" Esclamò il piccolo tentando di saltargli al collo, ma Sam riuscì a fermarlo prima di rischiare di finire fuori strada.
"Ehi, moccioso!" Esclamò Dean scompigliandogli i capelli con un sorriso. Il piccolo rise prima di tornare serio.
"Dentro casa c'è un uomo uguale uguale a te! Papà Cass gli ha puntato addosso il tuo fucile!" Racconto, agitato.
"Oh, cazzo..." Borbottò il Winchester fermando la macchina vicino all'entrata della staccionata. "Sam tu resta con Joel e Cass!" Comandò catapultandosi fuori dall'Impala.
Solo in quel momento il piccolo si accorse della figura seduta sul sedile posteriore. Entrambi si scrutarono con la medesima espressione confusa e la testa inclinata, occhi verdi dentro occhi blu.
"Non capisco..." Dissero insieme con lo stesso identico tono.
Sam si mise una mano tra i capelli, scuotendo la testa.
"Oh, mamma..."
Il mal di testa aumentò...


"Cass! Fermo, quello è il fottuto me del passato!" Entrò trionfale in casa gridando il Dean del futuro.
Si guardò attorno, il salotto era vuoto. Subito si spostò in cucina dove trovò il suo compagno e il suo se stesso seduti al tavolino a parlare.
"Si può sapere perché non mi hai detto subito che mi avevi riconosciuto?" Stava borbottando se stesso.
"E perdermi l'occasione di puntarti addosso un fucile? Non sai quanto vorrei farlo quando trovo tuoi calzini sporchi ovunque!" Si lamentò Cass prima di cominciare a ridere.
Il Dean appena arrivato li guardò. I due non si erano nemmeno accorti del suo arrivo troppo presi dalla loro conversazione. Si può essere gelosi di se stessi?
Tra una risata e l'altra, finalmente, Cass si accorse della sua presenza. Subito un largo sorriso tutto per lui illuminò la faccia dell'angelo che si alzò venendogli incontro. La sola sua presenza riusciva a fargli dimenticare ogni problema, ogni ferita dell'anima, ogni dolore.
"Bentornato, Dean" Disse l'angelo mentre lo guardava con quegli occhi blu pieni di quel sentimento che andava ben oltre l'amore.
Era una loro specie di tradizione. Sia lui che Cass non avevano mai avuto quella che si potesse definire una vera casa. Calore, qualcuno che ti aspetta con un sorriso, frasi banali e quotidiane. 'Bentornato' 'Sono a casa' 'Come è andata?' 'Bene, tu?' 'Bene'. Perché tutto andava bene ed erano felici.
"Sono a casa" Sospirò il cacciatore mentre una mano si poggiava sul suo fianco e l'altra lo tirava verso la bocca del compagno in un bacio che sapeva di famiglia.
Niente gli avrebbe portato via tutto questo.


L'altro Dean li guardò per un attimo per poi distogliere lo sguardo. Tutto quel sentimento lui non poteva ancora capirlo.

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** ...The consequences of that could be disastrous! ***


Autore: Lirin Chan
Fandom:
Supernatural
Personaggio/Coppia:
Dean/Castiel
Rating:
Pg13

Spoiler: Metà sesta serie, prima della scoperta del patto di Castiel con Crowley
Capitoli: 4/X
Conteggio Parole:
2181

Beta: Nessuna, ho fatto del mio meglio per trovare tutti gli orrori çwç
Trama: Balthazar spedisce Dean anni nel futuro per impartirgli una 'terapia d'urto'. Riuscirà il nostro cacciatore a sopravvivere all'idea di vivere insieme a Castiel e di avere addirittura un figlio?! Probabilmente no...
Note: Allora, da qui in avanti la cosa si fa complicata... Complicata nel senso che cercherò in tutti i modi di far capire di quale Dean o di quale Cass stia parlando, capirete che è complicato descrivere le scene se ci sono due versioni di ben due personaggi nello stesso momento... Se in qualsiasi momento vi perdete fatemelo sapere e io sistemerò il pezzo! Vi lascio alla lettura che, spero, vi risulti scorrevole!
Tra parentesi, odio questo capitolo... Mi è venuto uno schifo... Sul serio, non ho il coraggio di rileggerlo...
Disclaimer: Dean, Castiel & Co non sono miei!... Vi prego, datemi un Cass tutto per me çwç Ne ho bisogno!


Anger Management

~ ...The consequences of that could be disastrous! ~


Il blu e il verde si guardarono, scrutandosi dentro l'anima, trovando qualcosa di familiare e qualcosa di nuovo. Confusione.
Poi consapevolezza negli occhi blu e terrore.
"Ehi, Cass... Tutto bene?" Si sentì chiedere dal minore dei Winchester, ma non lo degnò di risposta – come faceva quasi sempre.
Osservava il bambino. I capelli neri, gli occhi verdi, le lentiggini. Sentiva in lui tanto di Dean, ma percepiva anche qualcosa di suo. Qualcosa di puro e dalla forza smisurata.
Poi, pure il bambino comprese qualcosa osservandolo e ne fu spaventato. In un battito d'ali sparì.
"Joel!" Esclamò Sam guardandosi attorno per poi imprecare a denti stretti. "Ma che diavolo sta succedendo?"
Ma l'angelo non lo ascoltava. Nella sua testa c'era solo l'immagine di due piccoli occhi verdi dai riflessi blu.


"Emm, potreste smetterla? No, sapete, io non mi sono ancora traghettato dall'altra sponda..." Tentò di attirare l'attenzione il Dean del passato, fortunatamente riuscendoci.
Cass lo guardò un po' imbarazzato mormorando un "Le mie scuse" e gli venne quasi da sorridere pensando che, forse, una piccola parte dell'angelo che conosceva era ancora dentro di lui.
Al contrario l'altro se stesso – solo più vecchio – lo guardò irritato.
Oh, sì, sapeva quanto odiasse essere interrotto, ma cavolo! Non aveva nessuna intenzione di vedere la sua copia accoppiarsi con quella di Cass! Ok, forse sarebbe stato il suo futuro, ma era il caso di andarci piano altrimenti la sua mente non avrebbe retto!
"Si può sapere cosa cazzo ci fai tu qui?" Chiese brusco il Dean futuro.
"Balthazar! A quanto pare voleva farmi vedere quanto io fossi impaziente di togliere la verginità al suo fratellino in trench! E diavolo... Ancora non riesco a credere che in qualche strano e malato modo lui avesse ragione..." Disse, mettendosi una mano tra i capelli. "Tutto questo è assurdo..." Concluse, con voce incrinata.
Il Winchester di quel tempo fece finta di non vedere il lampo di dolore negli occhi blu di Castiel. Diavolo, sembrava di essere tornati all'inizio della loro relazione/non-relazione: lui che negava e Cass che subiva ogni colpo infertogli dalla sua maledetta boccaccia.
Cercò di cambiare argomento.
"Beh, sappi che non sarai l'unico ad essere sconvolto..." Di colpo gli sguardi del suo angelo e del se stesso più giovane furono su di lui, uno incredulo, l'altro perplesso.
"Non è che potreste venire a darmi una mano?!" La voce affaticata di Sam che arrivava dal salotto li fece sussultare sul posto. Subito tutti e tre gli andarono incontro trovandolo sulla soglia di casa con Castiel – quello in trench – che a stento si reggeva in piedi.
"Cass!" Esclamò il cacciatore più giovane affrettandosi vicino all'angelo. Subito passò un braccio di Cass attorno al suo collo e lo tenne su stringendolo per la vita.
Gli occhi blu affaticati incontrarono i suoi verdi e, Dean ne era sicuro, sorrisero con sollievo.
"Dean... Ti ho trovato..." Mormorò, sfinito, l'angelo. Il cacciatore non poté trattenersi dal sorride.
"Già, ottimo lavoro, angioletto. Mi hai trovato" Borbottò prendendo tutto il peso del suo corpo su di te allontanandolo da Sam. Lo trascinò, senza chiedere aiuto a nessuno, sul divano in tessuto blu al centro della stanza. Cass subito vi si sdraiò sopra sospirando in sollievo.
Dean lo osservò per un attimo prima di voltarsi, infuriato, verso se stesso.
"Che cazzo gli avete fatto?! I viaggi nel tempo non dovrebbero fargli più quest'effetto!" Esclamò già pronto a prendere a pugni perfino la sua stessa faccia.
"Credi davvero che sarei in grado di-" Cominciò quello del futuro, ma venne fermato con una mano sul petto dal Castiel al suo fianco che si avvicinò.
"Una cosa è viaggiare nel passato, un'altra nel futuro." Scostò di un poco il giovane Dean, ancora sulla difensiva, e si inginocchiò davanti al divano, vicino alla volto affaticato dell'angelo. "Il passato è già stato scritto, niente può cambiarlo, piegare quelle linee del tempo è semplice perché sono state già percorse. È come percorrere una strada ben definita e conosciuta" Mormorò osservando con tristezza il suo stesso volto. "Il futuro, al contrario, cambia di continuo a seconda delle decisioni del presente. Dean tu sei stato in un 2014 differente da questo, puoi capire, tornando nel tuo tempo hai preso la decisione di tenere vicino a te Sam, così quel futuro si è dissolto. Piegare delle linee del tempo accennate senza le direttive dalle alte cariche del Paradiso è dura perché si ha la sensazione di entrare in un bosco oscuro pieno di sentieri che si incrociano tra loro senza la minima idea di dove andare" Fece un sorriso ironico. "Mi complimento con me stesso per esserci riuscito"
"Ma Balthazar mi ha portato qui! E ci è pure tornato per prendermi per il culo!" Ribatté il Dean vicino a lui distogliendolo un attimo dal contemplare se stesso svenuto.
"Mio fratello nel vostro tempo ha un arsenale di armi, alcune i cui poteri sono tuttora oscuri perfino a noi. Probabilmente ne ha usata una" Spiegò prima di posare una mano sulla fronte del se stesso svenuto. "Non posso riportarvi indietro, ma posso almeno aiutare lui a riprendersi..." Disse, per poi chiudere gli occhi.
"Cass! No!" Esclamò il Dean di quel tempo correndo subito al suo fianco, scacciando malamente da una parte la sua versione più giovane. "Non puoi... Sei debole! Potresti..."
Castiel non aprì nemmeno gli occhi quando gli rispose, semplicemente tirò le labbra in un sorriso.
"Come se tu potessi fermarmi quando mi metto in testa qualcosa..." Mormorò prima che la stanza diventasse piena di luce.
"Cass!" Dean, non si capì bene quale dei due – forse entrambi -, fu invaso dal terrore.


Un piccolo sbuffo di fumo uscì dalla scintilla che infiammò gli ingredienti del rituale.
Sam aspettò, tendendo l'orecchio. Erano ormai passate più di dodici ore dalla scomparsa di suo fratello e otto da quella di Castiel. Era nel panico, cercava di stare calmo pensando che Balthazar sicuramente non lo aveva spedito in qualche posto pericoloso, ma il silenzio da parte dell'angelo lo faceva stare in ansia. Ovunque fosse stato sicuramente Cass sarebbe stato in grado di raggiungerlo, eppure non erano ancora tornati.
Ancora non aveva provato a contattare Bobby, infondo a cosa poteva servire? Avrebbe solo fatto preoccupare ancora di più l'anziano cacciatore. L'unica cosa che era stato in grado di fare in quelle interminabili ore era stato fare avanti e indietro per la stanza e chiamare a squarciagola il nome del loro angelo preferito.
Ma era stato inutile. Tutto taceva.
Alla fine l'unica cosa che gli era venuta in mente era stato evocare il fautore di tutto quel casino.
"Oh, ed ecco il nostro intrepido cacciatore dai capelli scintillanti prendere le redini della situazione!" Balthazar, comparso dietro di lui, sogghignava come al solito.
"Dov'è mio fratello?" Chiese subito, già stanco dei suoi giochetti.
L'angelo fece un finto lamento di dolore.
"Oh, Sam, così ferisci i miei sentimenti! E io che credevo ci fosse qualcosa di speciale tra di noi!" Esclamò cercando di sembrare addolorato, ma risultando solo ancora più irritante agli occhi del cacciatore.
Tra i due scese il silenzio prima che Balthazar sbuffasse, annoiato.
"Sai, dovreste godervi un po' di più la vita, di questo passo fra dieci anni sarete pelati..."
Di nuovo, Sam non rispose continuando a fissarlo negli occhi. L'angelo cominciava ad essere un po' in soggezione. Gli occhi del Winchester avevano questo strano potere di far capitolare tutti.
Alla fine non resistette.
"E va bene, va bene! Basta solo che la smetti di fissarmi con quelle cose!" Esclamò, esasperato. "Cavolo, tra te e Cassie non so chi abbia gli occhioni più cucciolosi!"
"Dov'è?" Troncò sul nascere l'ennesimo sproloquio dell'altro.
"Al sicuro, posso garantirtelo. Tra qualche giorno andrò a riprendere sia lui che il vostro amato angioletto in trench"
"Cass è con lui?"
Balthazar ghignò.
"E dove vuoi che sia?"
Sam ignorò il tono volutamente malizioso. Sapeva che non avrebbe ottenuto altro da quell'angelo che di santo non aveva nemmeno le scarpe.
"Puoi giurarmi che non gli accadrà niente? Lo riporterai indietro sano e salvo?" Chiese, cercando di trattenersi dal prendere a pugni quel ghignante essere.
"Lo giuro sulle mie candide ali piumose! Fra qualche giorno riavrai il tuo fratellone pronto a salpare alla volta di un'altra entusiasmante avventura!"
"Perché fai tutto questo?" Chiese alla svelta il Winchester prima che l'angelo se ne volasse via.
Balthazar lo fissò per un attimo prima di sorride. Questa volta un sorriso vero, non un ghigno, senza la più piccola traccia di derisione.
"La vita è così triste, mio bel cacciatore. Voglio solo mostrare a quei due che da soli si sta bene, ma insieme... Beh, credo che lo capiranno" Disse, prima di sparire.
Sam ebbe appena il tempo di sbattere gli occhi che Balthazar ricomparve davanti a lui. Diavolo, ma quegli angeli amavano le finte uscite?!
"Ah, tra parentesi, quella di prima era una cazzata. La verità è che tuo fratello mi sta sull'anima e mi annoiavo"
Sam, che prima era riuscito per qualche attimo a calmare le sue brutte sensazioni, tornò ad essere ansioso nell'esatto momento in cui l'angelo sparì dalla sua vista.
Sperava solo che Dean non si cacciasse in qualche casino...


Ci misero qualche attimo per tornare a vedere chiaramente. Quello che però reagì per primo fu il Dean di quel tempo, ancora vicino al divano e ai due Castiel. Notò subito, con terrore, che adesso anche il suo Cass era svenuto, accasciato sul pavimento.
"Cass!" Esclamò e suonò un po' come un urlo strozzato dal cuore che gli era salito in gola. Subito prese tra le braccia l'angelo che non accennò un movimento e restò svenuto. "Castiel! Svegliati! Ti prego..." Sul serio, se ci aveva rimesso le penne lo avrebbe ammazzato una seconda volta!
"Mi ha dato la sua energia, per un po' non si sveglierà, ma starà bene" Era così preoccupato per il suo che non era accorto che l'altro Cass si era svegliato e adesso lo stava fissando.
Lo guardò con odio. Il Castiel che lo guardava con occhi dispiaciuti e pieni di colpa era la versione corrotta, odiata e Dean avrebbe dato qualsiasi cosa per non ritrovarsela di nuovo davanti.
"Cass, ti senti bene?" Sentì chiedere dalla voce così uguale alla sua. Era ancora strano sentirla senza che lui aprisse bocca.
Il suo se stesso più giovane si avvicinò all'angelo del suo stesso tempo mentre questi si voltava verso di lui, annuendo.
"Sto bene, Dean. Ma non posso riportarci indietro" Disse, dispiaciuto.
Per un attimo il Dean del passato s'irrigidì alla notizia, ma poi si rilassò di nuovo. Non era il momento di farsi prendere dal panico e scaricare le colpe su un pennuto indebolito. Era venuto a cercarlo perché, come sempre, era preoccupato per lui. Gli mise una mano sulla spalla e cercò di rassicurarlo – cavolo, stava diventando troppo empatico... Adesso riusciva perfino a capire quando era triste.
"Ci penseremo più avanti, Cass. Tu riposati intanto"
"Sammy, aiutami a portare il nostro Cass di sopra. Quando si sveglia voglio dirgliene quattro e non voglio sentirmi in colpa per averlo lasciato sul pavimento" Ordinò, brusco, l'altro Dean raggiunto quasi immediatamente dal fratello che gettò un'occhiata curiosa ai due venuti dal passato. "Muoviti!" Lo incitò il fratello cercando di tirare su il corpo del compagno.
Con fatica riuscirono a trascinarlo fino alle scale.
"Vedete di non fare altre cazzate voi due" Borbottò Dean prima di scomparire al piano di sopra.
I due rimasero soli nel salotto. O almeno, credettero di rimanere da soli finché una testolina nera non si affacciò da dietro una delle poltrone davanti a loro e occhi verdi, spaventati, li fissarono con sospetto.
Dean gli sorrise subito, nervoso, e cercò di non terrorizzarlo ulteriormente – cosa che Cass sembrava non prendere nemmeno in considerazione visto che lo fissava con i medesimi occhi terrorizzati.
"Ehi, ti chiami Joel, vero?" Chiese il cacciatore, non sapendo bene cosa dire.
"Joel Robert Winchester!" Puntualizzò il bambino con una scintilla d'orgoglio nello sguardo.
Per un attimo a Dean tornò in mente Bobby John, il piccolo mutaforma che avevano salvato qualche mese prima. Non sapeva se considerare la cosa patetica oppure divertente. Anche se il nome Joel gli suonava comunque strano... Perché non John?
"Tu non dovresti esistere"
La voce di Castiel, così fredda e distante, stupì perfino lui, figuriamoci un piccolo bambino di non più di cinque anni. Infatti gli occhi verdi del bambino si spalancarono prima di diventare tutto rosso tentando di trattenere le lacrime e i singhiozzi. Sparì prima che il Winchester potesse fare o dire qualsiasi cosa.
Rimase ad osservare il punto dove il bimbo era sparito prima di voltarsi, incazzato, verso l'angelo.
"Ma sei scemo?! Come hai potuto dire una cosa del genere ad un bambino?!" Urlò trattenendosi dal prenderlo a pugni.
"Joel... '-el' è la fine di quasi tutti i nomi angelici..." Mormorò Castiel senza guardarlo, forse addirittura imbarazzato.
La realizzazione di cosa quella notizia implicasse rese di pietra il nostro povero cacciatore.
Svolazzamenti stile angelo, lentiggini, capelli neri, occhi verdi, JoEL, Robert, Winchester.
Mentre fissava la libreria di fronte a se – stranamente stracolma di libri – Dean sperò solo di non essere ingrassato durante la gravidanza.

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Synchronize your watches ***


Autore: Lirin Chan
Fandom: Supernatural
Personaggio/Coppia: Dean/Castiel
Rating: Pg13
Spoiler: Metà sesta serie, prima della scoperta del patto di Castiel con Crowley
Capitoli: 5/X
Conteggio Parole: 2512
Beta: Nessuna, ho fatto del mio meglio per trovare tutti gli orrori çwç
Trama: Balthazar spedisce Dean anni nel futuro per impartirgli una 'terapia d'urto'. Riuscirà il nostro cacciatore a sopravvivere all'idea di vivere insieme a Castiel e di avere addirittura un figlio?! Probabilmente no...
Disclaimer: Dean, Castiel & Co non sono miei!... Vi prego, datemi un Cass tutto per me çwç Ne ho bisogno!


Anger Management

~ Synchronize your watches ~

Il corpo di Castiel molleggiò sul materasso quando i due fratelli Winchester lo lasciarono cadere su di esso. La camera illuminata solo dalla lampada sul comodino dell'angelo rendeva ancora più spettrale la figura sofferente di Cass, cosa che fece preoccupare ancora di più il compagno.
Era da anni che non vedeva l'altro ridotto così, da quando avevano deciso che non avrebbe più usato i suoi poteri angelici e invece eccolo lì, freddo, che respirava appena.
Al suo risveglio non l'avrebbe passata liscia! Stupido pennuto con l'indole da crocerossina!
"Dean, io vado di sotto a tenere sotto controllo la situazione" Annunciò il fratello mentre già stava sulla soglia della porta. Dean annuì distrattamente senza smettere di fissare Castiel.
Quando la porta si chiuse l'unica cosa che riuscì a fare fa sdraiarsi sulla sua parte di letto e prendere una mano dell'angelo, attendendo.
Alla fine l'unica cosa che riusciva sempre a fare per Castiel era aspettare che tornasse.


Quello che Sam trovò in salotto al pianoterra fu suo fratello – doveva chiamarlo minore o maggiore in questo caso? - in piedi che fissava la libreria. Di Castiel-angelo-del-signore non c'era traccia.
"Dean... Tutto ok?" Gli chiese arrivatogli vicino.
L'altro ci mise un po' a reagire, guardandolo. Sembrava davvero sconvolto.
"Sammy... Dimmi che non hanno inventato la gravidanza maschile..." Disse facendo quasi uscire dalle orbite gli occhi del fratello.
"Cosa?! No! Ma che ti viene in mente?!" Esclamò, inorridito.
Dean sembrò tranquillizzarsi un poco, ma adesso aveva quasi il respiro accelerato.
"Joel... Cos'è allora?" Chiese, guardandolo.
A quel punto Sam comprese. Castiel del passato doveva aver notato qualcosa e Dean doveva aver visto il bambino sparire e ricomparire, per quando suo fratello fosse ottuso non era stupido.
Sospirò, passandosi una mano tra i capelli lunghi.
"È complicato... Non so nemmeno quanto è il caso di dirti..." Sul serio, che situazione di merda. E dire che il suo piano era cenare tranquillamente e poi tornarsene a casa. "L'unica cosa che mi sento di dirti è che... Tu e Cass amate Joel... È vostro figlio e... Non ti ho mai visto così felice come adesso..."
Sam conosceva suo fratello quanto se stesso eppure in quel momento non seppe bene cosa passò per la testa cocciuta di suo fratello. Lo vide solo annuire e poi avviarsi verso la porta di casa.
"Vado a cercare Cass e Joel" Borbottò uscendo.
Sam sperò solo che non fosse andato a suicidarsi.


Castiel - quello in trench - aveva deciso di andare via da quel salotto quando gli occhi di Dean non avevano sbattuto le palpebre per ben 37 secondi – a quanto sapeva del corpo umano aveva intuito che fosse in stato di shock e che avesse bisogno di solitudine.
Senza nemmeno rendersene conto aveva seguito la scia del piccolo così simile alla sua, adesso lo stava osservando, in silenzio, mentre piangeva dentro l'auto che Dean amava tanto.
Il Winchester era sembrato molto alterato per quello che aveva detto e pure il bambino non l'aveva presa bene. Strano, eppure aveva solo detto la verità.
Non sarebbe dovuto esistere, era dai tempi di Gesù Cristo che non accadeva una cosa del genere – Oh, sì il trambusto che suo fratello maggiore Gabriel aveva combinato quella volta aveva decisamente avuto un sacco di conseguenze – e, cosa secondaria, ma importante, era più che sicuro che Dean fosse maschio e pure il suo tramite.
Eppure Joel – nome strano, ma che non gli dispiaceva – aveva sia una metà angelica che una umana. Vedeva le sue ali bianche spuntare dalla schiena, erano piccole, ma aperte superavano già l'altezza del piccolo. Tuttavia non vedeva la sua vera essenza, come accadeva con gli altri angeli. Il corpo del piccolo non era un tramite, non avrebbe potuto mai abbandonarlo, come gli esseri umani.
Era una situazione anche più strana di quella accaduta duemila anni prima.
No, Joel non sarebbe dovuto esistere eppure era lì, che singhiozzava con le gambe rannicchiate al petto sul sedile posteriore dell'Impala.
Senza capire il perché si ritrovò a volare dentro l'auto sedendosi vicino al piccolo che, vedendolo, sgranò gli occhi e singhiozzò più forte.
"Non ti farò del male" Disse subito, ma Joel sembrò non credergli.
"Tu sei cattivo! Hai le ali nere!" Esclamò il piccolo spaventato.
Cass abbassò gli occhi, colpevole. Le sue ali candide avevano iniziato a scurirsi dopo l'inizio del suo patto con quel demone dell'Inferno. Nemmeno quando si era ribellato ai suoi fratelli era accaduto.
Doveva prenderlo come un segno di suo Padre o una punizione?
"Io... sto facendo la cosa giusta..." Si ripeté per l'ennesima volta, ma cominciava a crederci sempre meno.
Prima o poi Dean l'avrebbe scoperto – aveva letto il disgusto negli occhi verdi del cacciatore di quel tempo – e tutto sarebbe sprofondato. Lui sarebbe sprofondato, ma non importava.
Le sue ali, la sua vita, la sua Grazia, le sue ragioni, il mondo, tutto avrebbe dato per lui e la sua felicità.
Non poteva più tornare indietro.
"Sei triste?" Chiese una vocina. Joel lo guardava con i suoi occhi verdi e la testa inclinata. Cass lo imitò, dubbioso.
"Triste?" Domandò, non capendo. Sapeva che era un sentimento umano, ma non comprendeva cosa fosse.
Il bambino annuì.
"Tu sei uguale al mio papà Cass e quando lui è triste ha la stessa faccia che hai adesso" Spiegò Joel indicandolo con le dita paffute.
L'angelo non comprese.
"Cosa si prova quando si è tristi?" Non capiva.
Joel fece una smorfia pensosa molto simile a quella che Dean metteva su quando cercava di spiegargli qualcosa.
"Hai voglia di piangere e senti male forte forte qui" Disse toccando il centro del petto dell'angolo con un dito.
Castiel fissò il punto indicato dal bambino con sguardo assorto per qualche momento, poi tornò a fissare il piccolo.
"Sì, sono triste" Ammise.
"Perché sei triste?" Chiese Joel sedendosi meglio vicino all'angelo, adesso le loro gambe si toccavano.
"Sto facendo qualcosa di sbagliato" Disse Cass abbassando di nuovo gli occhi, colpevole. Era la prima volta che lo ammetteva ad alta voce.
"Se ti rende triste non dovresti farla" Commentò Joel arricciando le labbra in un broncio.
"Ma devo farla. È la cosa giusta. Così salverò Dean" Ripeté la litania che continuava a vorticargli nella mente da mesi.
"Il mio papà Dean non vorrebbe che tu fossi triste per colpa sua" Ribatté il piccolo annuendo con la testa. "Quando io faccio qualcosa che non dovrei fare alla fine lui se ne accorge sempre e fa una faccia tutta triste però alla fine mi perdona!" Preso dall'entusiasmo fece un grande sorriso, così simile a quello che raramente aveva visto fare al cacciatore. "Sono sicuro che se gli chiedi scusa lui non si arrabbierà!"
Castiel rimase a fissare quel sorriso e quegli occhi verdi per attimi che gli parvero lunghi ore, il peso sul petto che man mano diventava un po' più leggero. Forse comprendeva perché Dean si fosse arrabbiato prima.
Anche se ancora non comprendeva come fosse possibile la sua esistenza si ritrovò a ringraziare suo Padre per averlo creato. Quel bambino era davvero un angelo.
Con delicatezza passò una mano sulla testa ricoperta di soffici capelli scuri del bambino. In realtà non era sicuro di star facendo bene quella cosa, ma aveva visto molto volte gli esseri umani dimostrare affetto ai bambini in quella maniera e lui cercava di imitarli il meglio possibile.
"Sei un bravo bambino" Disse, cercando di essere il meno brusco possibile.
Joel sembrò gradire tutto ciò e rise diventando un poco rosso mostrando ancora di più le lentiggini spruzzate sulle guance e facendo brillare gli occhi verdi.
"Vedo che avete fatto amicizia"
La voce ridacchiante di Dean li fece voltare verso il finestrino dalla parte del guidatore dove il ragazzo era affacciato. Stava sorridendo. Castiel si chiese da quanto fosse lì, stranamente non lo aveva sentito.
"Mocciosi è un'ora che vi cerco. Rientriamo che sta facendo buio... Senza contare che comincio ad avere fame..." Borbottò.
A quelle parole Joel scattò subito verso i sedili anteriori, euforico.
"Anch'io! Anch'io! Voglio l'hamburger!" Esclamò mentre Dean lo prendeva sottobraccio per farlo uscire dal finestrino aperto.
"Queste sono le cose che voglio sentire!" Approvò il cacciatore mentre lo posava a terra e il bambino rideva. "Adesso vai in casa e dì allo zio Sam di mettere al fuoco tutta la carne che trova, se si azzarda a tirare fuori robaccia verde sei autorizzato a strappargli tutti i suoi amati capelli!" Ordinò, quasi serio.
Joel annuì, euforico per la missione e sparì in un battito d'ali.
Il silenzio calò sul giardino, spezzato solo da Castiel che apparì vicino a lui. Ormai il sole era del tutto tramontato e restava solo un lieve rossore dietro le montagne.
"Non hai ancora capito come sia possibile?" Chiese Dean, continuando a guardare la casa che cominciava ad essere illuminata dalla luce elettrica delle stanze.
L'angelo capì che si stava riferendo a Joel.
"No, c'è stato un solo altro caso, ma era con un angelo e una donna e comunque non aveva ali, solo vaghi poteri sovrannaturali" Rispose. La storia di Maria e Gabriel era un segreto che non doveva essere divulgato.
Dean ridacchiò e, finalmente, spostò lo sguardo su di lui.
"Meglio che non chieda chi fossero quell'angelo e quella donna, vero?" Chiese il Winchester ridendo. Castiel spostò il peso da un piede all'altro e guardò altrove, agitato, cosa che fece ridere ancora di più Dean. "Tranquillo 'Codice Da Vinci', il più grande segreto dell'umanità è al sicuro!" Prima che l'angelo potesse interromperlo con la sua solita espressione perplessa sulle sue citazioni, Dean tornò serio e lo guardò negli occhi. "Comunque non intendevo quello, sono sicuro che gli altri due ce lo spiegheranno" Evidentemente quello che voleva dire lo metteva a disagio perché si strofinò le labbra con le dita e distolse lo sguardo da lui, come era suo solito fare quando era imbarazzato. Castiel lo guardò, curioso. "Intendevo... noi due... Sai, quella storia di vivere insieme... Stare insieme... nel senso romantico..." Balbettò, tentando di farglielo capire senza arrivare al punto. Ma, insomma, si parlava di un angelo del Signore dal palo nel culo totalmente immune a qualsiasi forma di sarcasmo e convenzioni sociali!
"Non capisco, Dean..." Ecco, appunto, confermò precisamente di sospetti del cacciatore con tre semplici parole.
"Oh, insomma!" Sbottò, esasperato, il Winchester. "Ma non ti pare strano che tra cinque anni noi due ci ritroveremo a vivere insieme con un figlio nostro?! Per quella tua testa piumosa non ti è passato il vago sospetto che noi due per fare quel figlio abbiamo, forse, dovuto fare sesso?!" E dopo quello il cacciatore non riuscì più ad andare avanti perché l'imbarazzo lo stava uccidendo. Rimase ad aspettare una qualche reazione di Cass che, da parte sua, realizzava quel fatto solo ora.
Sesso. Al solo pensiero gli saliva lo stesso panico che aveva provato in quel luogo di perdizione dove Dean lo aveva trascinato anni prima.
Sesso. Lui e Dean. Non riusciva nemmeno ad immaginarselo. Oddio sì, sapeva i meccanismi del sesso grazie al fattorino delle pizze, ma quello era tra uomo e donna e, di nuovo, era più che sicuro che sia Dean che il suo tramite fossero di genere maschile.
Inspiegabilmente sentì la faccia calda.
"E comunque fammi arrivare al punto! Da qualche parte deve essere iniziata questa cosa!" Esplose di nuovo Dean facendosi più vicino e prendendolo per le spalle costringendolo a guardarlo negli occhi. "Quindi se io sono etero... Cass... Tu non... ti sei preso una cotta per me, vero?" Riuscì a chiedere alla fine il coraggioso cacciatore.
Il silenzio, di nuovo, scese su di loro.


"Zio Sammy!"
Il Winchester fece appena in tempo a sentirlo che Joel gli fu subito attaccato al collo. Lo afferrò saldamente per i fianchi per evitare di cadere entrambi a terra.
"Joel! Ti ho detto mille volte di non apparire appeso al collo! Potresti farti del male!" Esclamò, arrabbiato, ma se ne pentì subito quando incrociò gli occhioni verdi del bambino e vide il broncio arricciato sulle labbra. Sospirò. "E va bene, non importa! Scusa!" Si affrettò a dire, poggiandolo a terra.
"Quello uguale a papà Dean ha detto di dirti di preparare la cena! Voglio l'hamburger!" Esclamò già dimentico del broncio di prima.
Sam sospirò di nuovo, alla fine certe cose toccavano sempre a lui. Perché? Era alto, grosso come un armadio... Perché si ritrovava sempre a fare la cameriera?
Dio, se la sua vita era miserevole solo con un fratello come Dean, figuriamoci con due! E pure due Cass!
Non sarebbe sopravvissuto, se lo sentiva. Era andato in barba all'Apocalisse, alla gabbia di Lucifer, al non avere un anima e soprattutto al circo di clown che si era accampato due settimane prima vicino a casa sua, ma mai sarebbe sopravvissuto ad una coppia stra-innamorata e a un'altra che ancora doveva cominciare, ma che già si guardava con occhioni languidi.
Doveva prendere qualcosa per quel mal di testa lancinante...
A questo il nostro povero, piccolo – metaforicamente parlando – cacciatore pensava mentre veniva trascinato in cucina.


"Dean..." Castiel, nella penombra della stanza, aprì lentamente gli occhi, ancora stanco e indolenzito.
Si sentiva risucchiato di tutte le forze, l'unica cosa che, a fatica, riusciva a fare era aprire gli occhi e guardare la ruga di preoccupazione che il suo compagno faceva sempre quando faceva qualcosa di stupido.
"Sei stato un idiota" Sentì Dean dire, ma i suoi occhi adesso riuscivano solo a vedere la ruga e i suoi occhi verdi. Era davvero sfinito. "Come ti senti?"
L'angelo ci mise un po' ad elaborare la domanda e trovare la risposta.
"Hai presente il primo concerto dei Metallica a cui mi hai portato? Ecco, mi sento meglio di allora..." Disse in un soffio riuscendo perfino ad abbozzare un sorriso. Adesso riusciva a vedere tutto il volto di Dean – tra parentesi, wo... Era davvero un angelo/uomo fortunato se la prima cosa che vedeva al risveglio era sempre quel volto.
"Oh, allora sopravviverai..." Borbottò ironicamente il Winchester continuando a tenergli la mano – se ne era accorto solo ora che gliela stava stringendo con forza. Doveva essersi preoccupato davvero molto.
"Scusa..." Disse, sentendosi davvero in colpa.
Alla fine l'unica cosa che riusciva sempre a fare per Dean era farlo preoccupare.
"Troverai il modo di farti perdonare..." Ribatté il Winchester cercando di non dare a vedere quanto in realtà fosse arrabbiato. Con delicatezza poggiò la mano libera sul suo volto stanco. Castiel percepì il tocco e vi si abbandonò, era raro che Dean gli dedicasse certe attenzioni.
"Non fare mai più una cosa del genere. Mai, hai capito?" Ordinò il cacciatore con tono inflessibile prima di sporsi un poco per baciarlo senza aspettare risposta – non gliene serviva una, sapeva che in qualsiasi caso Cass non lo avrebbe ascoltato, ormai aveva assorbito fin troppo il 'libero arbitrio made in Winchester'.
L'angelo, ancora dolorante, rispose a quelle labbra che baciava ogni giorno e che mai avrebbe voluto abbandonare. Lo baciò per non rispondere a quella domanda, anche se sapeva che Dean conosceva già la risposta.
Per te annienterei me stesso, le mie ali, la mia vita e brucerei all'Inferno.
Non poteva più tornare indietro.

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Of course we run, but for recreation. For fun. ***


Autore: Lirin Chan
Fandom: Supernatural
Personaggio/Coppia: Dean/Castiel
Rating: Pg13
Spoiler: Metà sesta serie, prima della scoperta del patto di Castiel con Crowley
Capitoli: 6/X
Conteggio Parole: 2275
Beta: Nessuna, ho fatto del mio meglio per trovare tutti gli orrori çwç
Trama: Balthazar spedisce Dean anni nel futuro per impartirgli una 'terapia d'urto'. Riuscirà il nostro cacciatore a sopravvivere all'idea di vivere insieme a Castiel e di avere addirittura un figlio?! Probabilmente no...
Note: Questo capitolo fa schifo. È uno di transizione e fa decisamente pena. Comunque, lo so Nemesis No Tamashii questo capitolo doveva chiamarsi in una maniera diversa, ma ho spostato quel titolo al prossimo perché è più attinente! Per concludere... Io giovedì parto per Rimini Comics quindi il prossimo arriverà un po' in ritardo... Fate le brave mentre non ci sono! Buona lettura! (Buona... Mediocre... Fa davvero schifo...)
Disclaimer: Dean, Castiel & Co non sono miei!... Vi prego, datemi un Cass tutto per me çwç Ne ho bisogno!


Anger Management

~ Of course we run, but for recreation. For fun. ~

Castiel fissava Dean.
O almeno era quello che il cacciatore credeva dato che quasi non vedeva ad un palmo dal suo naso – il sole era ormai tramontato da un bel po'.
Dopo la domanda fatidica i due erano rimasti in silenzio. Uno in attesa di risposta, l'altro perso in chissà quali pensieri mistici – in realtà tentava di togliersi dalla testa le immagini mentali di lui e Dean che copulavano come conigli. Era come se quelle immagini gli fossero entrate in testa e non volessero più uscire, si sentiva come quella volta che il cacciatore lo aveva portato in quel luogo di perdizione o forse anche peggio.
Eppure quelle immagini sembravano così... giuste...
"Cass?" Alla fine, spazientito e preoccupato, Dean lo aveva richiamato alla realtà insieme ad una leggera spinta alle spalle che ancora teneva strette tra le sue mani.
L'angelo finalmente si riscosse dai quei pensieri.
"Scusami, Dean. Non credo di aver compreso..." Balbettò l'angelo. In effetti aveva percepito che Dean aspettava una sua risposta a qualcosa, ma era troppo occupato a pensare ad altro per concentrarsi su di lui. Era la prima volta che gli capitava di non ascoltare il cacciatore – di solito gli capitava con il fratello...
Dean a quelle parole sospirò per poi lasciare le sue spalle e allontanarsi.
"Non importa... Entriamo, ho fame" Borbottò avviandosi verso l'entrata senza voltarsi indietro.
Cass non comprese, ma seppe di aver perso qualcosa di importante e di aver ferito Dean.
Di nuovo, si sentì triste.


"Oh, andiamo! Almeno le carote!" Esclamò Sam tentando di aprire il frigorifero bloccato dal corpicino di Joel che tentava con tutte le sue forze di opporsi alle abitudini decisamente poco saporite delle zio.
"No! Non le voglio!" Urlò cocciuto il bambino in un'espressione che non poteva aver ereditato altri che da Dean.
Rassegnato, il gigante – sconfitto da un microbo di un metro e venti – si allontanò dall'elettrodomestico dannando mentalmente i geni malefici del fratello.
Il bambino esultò prima di arrampicarsi sula propria sedia e mettersi seduto composto a tavola apparecchiata per sei persone.
Passarono qualche minuto in completo silenzio – a parte lo sfriggolare della carne. Sam non si sentiva per niente tranquillo, non era da Joel essere silenzioso.
"Zio Sammy, credi che papà Cass starà bene?" Chiese facendo voltare di scatto l'adulto intento a girare gli hamburger.
"Ma che domande fai? Certo che starà bene!" Rispose, cercando di essere rassicurante. "Tuo padre era un angelo del Signore, ne ha passate di peggiori..."
'Appunto... Era un angelo del Signore...' Gli ricordò una vocina maligna dentro la sua testa. Scacciò il pensiero. Adesso quello che di cui doveva occuparsi era non far preoccupare Joel.
Il bambino lo guardò prima di annuire, non del tutto convinto. Certo che faceva proprio schifo a consolare i bambini...
"Ehi, Sammy! Ma si mangia o no?" Per fortuna l'entrata di Dean – emm, era quello di adesso o del passato? Erano così dannatamente simili quando si parlava di mangiare... - spezzò quell'aria pesante.
"È quasi pronto, abbi un po' di pazienza" Borbottò tornando a cucinare.
Dean ridacchiò vedendo quel gigante del fratello in veste di casalinga. No, decisamente non faceva per lui.
"Copia di papà Dean! Ho impedito allo zio Sammy di preparare la robaccia verde!" Annunciò orgoglioso Joel tirando il cacciatore per una manica costringendolo a sedersi vicino a se.
"Bravo, campione!" Esclamò il Winchester ignorando il borbottio irritato del fratellino.
"Le verdure sono importanti per l'equilibrio fisico dell'essere umano. Dovresti mangiarne di più, Dean" Disse l'angelo comparso anche lui nella piccola cucina.
I due Winchester seduti a tavola lo guardarono male.
"Fanno schifo" Dissero insieme corrucciando alla stessa maniera le sopracciglia.
"Ma dovreste comunque mangiarne di più" Rispose, severo, l'angelo.
"Lo dici solo perché tu non mangi" Ribatté Dean.
Cass aprì la bacca per poi richiuderla e guardare, offeso, da un'altra parte.
Il cacciatore gongolò per quella reazione mentre sia Joel che Sam risero.
Dean dovette ammettere che poteva anche abituarsi a tutto quello.
"Vedo che qui ci si diverte..."
Tutti e quattro si voltarono verso l'entrata della stanza dove un Cass dolorante veniva sorretto a malapena da un Dean leggermente alterato.
"Questo stupido non voleva saperne di restarsene a letto..." Borbottò il Winchester quando incontro gli occhi preoccupati di Sam.
"Papà Cass!" Esclamò Joel saltando giù dalla sedia e correndogli incontro, ma senza provare a toccare il genitore per paura di causargli dolore. "Stai tanto male?" Chiese, preoccupato.
"Sono invincibile, lo sai" Rispose il padre tentando di rassicurarlo mentre il Dean che lo sorreggeva sbuffava per niente d'accordo.
"Muoviti, Iron Man" Borbottò spingendolo verso la tavola apparecchiata e lasciandolo cadere delicatamente sulla propria sedia. Cass sospirò di sollievo. Fu in quel momento che notò la presenza del suo se stesso 'più giovane' – si poteva ancora parlare di giovinezza per un essere come lui vivo da milioni di anni?
"Oh, vedo che ti sei ripreso" Disse, accennando un sorriso. Al contrario del suo Dean, quella vecchia versione di se stesso – infagottato in trench quasi sempre scomposto, innocente, ancora incapace di capire il vero libero arbitrio e che stava consapevolmente mandando tutto a puttane – a lui faceva quasi tenerezza.
La sua copia del passato lo guardò un po' prima di annuire, rigido.
Adesso comprendeva perché Dean lo avesse sempre chiamato 'Cass-palo-nel-culo'...
"Grazie" Era stranissimo sentirsi ringraziare da se stessi, poi con quella voce bassa e monotono che ormai non gli apparteneva più era ancora più inquietante.
"Ma ti pare..." Rispose, ironico. "Alla fine è come se l'avessi fatto per me stesso" Concluse, ridendo, cosa che gli altri – perfino Joel – non fecero.
Il Dean del passato pensò che Cass poteva cambiare quanto gli pareva, ma le sue battute avrebbero fatto sempre schifo.


La cena iniziò silenziosa. Non che al Dean più giovane gli argomenti da trattare mancassero, ma sul serio come si faceva a chiedere a se stesso come aveva fatto a fare il 'grande passo' – aiutatelo a dire 'grande' – con nella stessa stanza due Cass, il tuo figlio futuro e il tuo fratellino che, porca puttana, era diventato ancora più grosso! Ma che mangiava?! Estrogeni a colazione?!
Insomma, non disse una parola.
"Come è andata la caccia?" Chiese all'improvviso l'angelo di quel tempo voltandosi un poco verso il Dean al suo fianco.
"Niente di complicato, fantasma di routine, lavoretto da pala, sale e fuoco" Rispose l'altro scrollando le spalle.
L'altro Dean sgranò gli occhi.
"Vai ancora a caccia?" Chiese, stupito.
L'altro lo guardò, ghignando.
"Le vecchie abitudini sono due a morire" Disse, ridacchiando.
"Ma solo roba vicino casa e da occuparsene nei weekend! L'officina mica si gestisce da sola!" Puntualizzò Cass facendo alzare gli occhi al cielo il suo Dean.
"Officina?" Il Dean del passato era sempre più con gli occhi sgranati.
"Sì, ho una famiglia da mantenere e l'unica cosa che so fare è aggiustare macchine, quindi ho un'officina in città" Spiegò la sua versione più grande.
L'altro rimase in silenzio. Fissò i due che continuarono a parlare tra loro, includendo qualche volta il figlio e Sam. I loro gesti, le parole, gli sguardi, la complicità. Erano intimi. Quell'atmosfera sapeva di famiglia e non reggeva il confronto con quello che aveva provato con suo padre o con quell'anno con Lisa e Ben. Andava oltre ogni cosa avesse provato. Non c'erano vendette in corso, tabù, lavori odiati, quotidianità tediosa. C'era ancora la caccia, c'era qualcuno che poteva capire il tuo mondo, c'era un lavoro amato e una vita tranquilla, ma attiva.
La stessa sensazione la provava solo quando pensava alla sua famiglia prima che sua madre morisse.
Spostò lo sguardo sull'angelo del suo stesso tempo intento a fissare il calendario degli angioletti attaccato vicino al frigo con sguardo perplesso e curioso.
Possibile che potesse avere tutto quello solo avendo lui accanto?
Non seppe darsi una risposta concreta, ma quando Cass si voltò verso di lui e ne incontrò gli occhi blu – non seppe spiegarsi come – tutta quella faccenda gli sembrò un po' meno assurda.


Castiel, dopo anni di missione 'angelo-sulla-spalla' e altrettanti di convivenza, aveva capito che c'erano pensieri e demoni in Dean che mai avrebbe potuto scacciare, quindi quando dopo cena lo vedeva afferrare la bottiglia di whiskey dalla credenza e uscire in giardino, semplicemente lo lasciava fare sicuro che tra qualche ora se lo sarebbe ritrovato nel letto a brontolare su come invadesse sempre la sua parte di letto, come sempre.
Quindi, quando vide il suo Dean afferrare quella bottiglia e l'altro Dean seguirlo in giardino seppe che sarebbe toccato a lui badare al se stesso impacciato e con la scopa nel culo – visto che Joel aveva trascinato Sam a giocare ai videogame.
Ovvero ci sarebbe stato molto silenzio.


I due bicchieri tintinnarono quando Dean li poggiò sulla scala di legno. Mentre li riempiva, il se stesso più giovane gli si sedette vicino per poi prenderne uno e berne un lungo sorso fino a svuotarlo.
"Avanti, spara le domande" Disse il più vecchio svuotando il suo di bicchiere.
L'altro esitò un po' prima di decidersi.
"Come ci siamo finiti in questa situazione?" Chiese cercando di essere il meno diretto possibile.
Il Dean di quel tempo sbuffò.
"Un po' di questo, un po' di quello. Realizzazioni improvvise, curiosità, sesso superlativo, scegli la tua versione" Disse versandosi un altro po' di whiskey.
"Oh, adesso sì che mi è tutto più chiaro" Rispose sarcastico l'altro strappandogli al bottiglia di mano e bevendoci un lungo sorso.
L'altro Winchester rise.
"Mi conosco abbastanza bene da sapere che se ti racconto ogni cosa c'è il rischio che tu faccia in modo che niente di tutto questo accada" Il silenzio che seguì quella frase fu per lui una risposta abbastanza eloquente.
Giocherellò un po' con il bicchiere che aveva in mano e si strofinò le labbra, sospirando.
"Quello che posso dirti è che ho tutto quello che potevo desiderare... Ok, forse la parte del compagno maschio non proprio, ma non è male... Cass... Castiel è... Castiel fa la torta di mele più buona che esista, evita che mi cacci di nuovo nei guai, è un padre incredibile e... Anche se ogni volta prende tutto il letto, ruba le coperte, è pignolo, rompe i coglioni quando lascio i vestiti sporchi per terra, ha la fissa dell'educazione e mi costringe ad andare in chiesa a Natale e Pasqua... Io... Non voglio perdere tutto questo quando tu te ne tornerai nel tuo fottutissimo anno..."
Il silenzio scese tra di loro, immersi nei loro pensieri.
Il Dean del passato a un certo punto ridacchiò.
"Ti ha addomesticato per bene, eh?"
Per quello si beccò un pugno nel braccio da se stesso.


"Papà Cass, se la tua copia non dorme come me posso giocare con lui?" Chiese Joel quando fu l'ora di andare a letto e tutti – tranne il bambino e l'angelo col trench – stavano crollando dal sonno. Sam già se ne era andato a dormire – ovvero era scappato da Joel che voleva fare le trentesima partita ai videogame.
Il genitore passò lo sguardo dagli occhioni verdi del figlio alla figura quasi identica alla sua – oh buon Dio, era stato davvero così rigido?
"È un problema per te?" Chiese, non del tutto sicuro di voler lasciare suo figlio con quella sua versione.
L'altro scosse la testa.
"Mi occuperò io di lui" Disse, e il Cass di quel tempo si sentì un po' più sicuro. Tutto si poteva dire di lui tranne che non sapesse occuparsi dei Winchester.
"Joel non dorme?" Sentì il Dean più giovane chiedergli.
"No, a quanto pare ha solo bisogno di mangiare e bere, ma non di dormire" spiegò velocemente. Dette un bacio sulla guancia al piccolo augurandogli la buonanotte. "Non fate troppo rumore" Lo raccomandò mentre il bambino annuiva.
"Saremo bravissimi!" Promise mentre il genitore gli sorrideva e saliva le scale. Era distrutto, voleva solo andare a letto e invadere la parte di Dean per sentirlo brontolare.
"Ti raggiungo subito" Disse il suo Dean voltandosi a guardare l'altro se stesso e l'altro Cass. "Provate a fare qualche cazzata di qualsiasi genere e posso giurarvi che vi ci rimando a calci nel vostro anno" Disse prima di dare la buonanotte anche lui al piccolo - "Tienili d'occhio, mi affido a te, Joel" - e salire le scale.
"Non so voi, ma io ho intenzione di dormire" Annunciò Dean schiantandosi subito sul divano.
"Copia, copia! Sai giocare a 'Sorry'?"
Questo fu l'ultima cosa che il cacciatore sentì prima di crollare per la stanchezza.


"Stai occupando tutto il letto..." Borbottò Dean guardando il compagno stravaccato a morto sul materasso.
"Sono stanco..." Mugugnò l'angelo senza muoversi.
"Oh, io invece sono fresco come una rosa! Andiamo spostati..." Disse mentre l'altro rotolava nella sua parte.
Finalmente il cacciatore poté sdraiarsi e rilassare la schiena. Fece un sospiro di sollievo e di liberazione.
"Che giornata di merda..." Disse, ma già Cass non lo stava più ascoltando dato che lo sentiva ronfare.
Sbuffò, ma comprendendo perfettamente quando si fosse stancato a dare quel poco di energia che aveva all'altro Castiel. E lui che per tutto il tempo di quella caccia al fantasma non aveva pensato altro che al suo fantastico rientro a casa con nottata di sesso-post-lontananza...
Spense la luce e cercò di dormire per i seguenti dieci minuti, ma tutti i pensieri che aveva in testa non gli facevano chiudere occhio. Poi, dopo l'ennesima volta che si rigirava a pancia in su, si ritrovò con il petto circondato da un braccio.
"Con tutto questo agitarti non mi fai dormire, quindi stai fermo..." Impastò Castiel mezzo addormentato prima di ritornare nel mondo dei sogni.
Dean si sentì trattato come un bambino, ma non lo scostò.
Tre secondi dopo russava sonoramente.

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** Lone Pine Mall ***


Autore: Lirin Chan
Fandom: Supernatural
Personaggio/Coppia: Dean/Castiel
Rating: Pg13
Spoiler: Metà sesta serie, prima della scoperta del patto di Castiel con Crowley
Capitoli: 7/X
Conteggio Parole: 2481
Beta: Nessuna, ho fatto del mio meglio per trovare tutti gli orrori çwç
Trama: Balthazar spedisce Dean anni nel futuro per impartirgli una 'terapia d'urto'. Riuscirà il nostro cacciatore a sopravvivere all'idea di vivere insieme a Castiel e di avere addirittura un figlio?! Probabilmente no...
Note: Ho un disperato bisogno di una beta... Sì, alla fine mi arrendo all'evidenza che io gli errori non li so trovare... Quindi se qualcuno ha tempo si candidi pure! Tenete in considerazione che vorrei che venissero betati pure gli scorsi capitoli... Insomma, che qualcuno mi aiuti! Il candidato prescelto riceverò Cass nudo e infiocchettato nel proprio letto! (Non è vero, pubblicità ingannevole...)
Per seconda cosa mi stavo chiedendo... Ma i titoli dei capitoli sono abbastanza chiari? Nel senso... Io conosco a memoria tutti i film e quindi so le traduzioni di ogni frase e (nel mio cervello contorto) ogni titolo ha il suo significato per il capitolo... Quindi volevo sapere se lo fossero anche per voi... Sì, me le faccio al settimo capitolo queste domande fondamentali... Sono una pessima scrittrice, scusate!
Disclaimer: Dean, Castiel & Co non sono miei!... Vi prego, datemi un Cass tutto per me çwç Ne ho bisogno!


Anger Management

~ Lone Pine Mall ~

Castiel non aveva mai sognato molto, non che non dormisse – diavolo, spesso superava perfino Dean in pigrizia – ma proprio non ci riusciva e le rare volte che succedeva erano solo brutti ricordi. Accadeva specialmente quanto Dean non era a casa e non si sentivano da qualche giorno a causa di qualche caccia particolarmente impegnativa – di solito il cacciatore era una piaga, chiamava ogni mezzora per qualsiasi stronzata. Si addormentava stanco, invadendo tutto il letto come al solito e si ritrovava a vagare tra i suoi millenari ricordi – essere stato pressoché eterno dava l'imbarazzo della scelta.
I peggiori erano quelli che riguardavano Dean.
Dean all'Inferno.
Dean che gli urlava contro.
Dean che si arrendeva.
Dean che non gli credeva.
Dean che tentava di farlo ragionare.
Dean che gli diceva di essere la sua famiglia.
Dean che lo abbandonava in quel cerchio di fuoco.
Dean che non lo perdonava.
Dean che non capiva.
Dean che lo guardava con occhi delusi.
Dean che aveva paura di lui.
Dean che voleva ucciderlo.
Dean che non lo amava.
Delusione, rabbia, paura, disperazione, dolore.
Dean, Dean, Dean, Dean, Dean!
Quando aprì gli occhi fissava il fondo del letto, seduto e con il fiatone. Dalla finestra penetrava una leggera luce mattutina e la casa era silenziosa, si sentiva solo il lieve russare del compagno addormentato vicino a se.
Cercando di far tornare il respiro regolare si toccò la fronte bagnata di sudore freddo. Era da tanto che non faceva incubi di quel genere.
Lentamente ritornò a sdraiarsi sul letto. Dean era girato su un fianco verso di lui e aveva l'espressione più rilassata e pacifica del mondo. Quando lo aveva conosciuto aveva desiderato molte volte di vederlo così – in effetti era uno dei motivi per cui lo spiava così spesso mentre dormiva, anche se a quel tempo non lo aveva capito. Vederlo rilassato, allegro, felice, senza problemi era stato uno dei suoi desideri più nascosti e per cui avrebbe fatto di tutto per vederlo realizzato.
Cosa che, in effetti, aveva fatto. Tradito i suoi fratelli, tradito suo Padre, tradito lo stesso Dean.
Tutto, tutto, tutto per lui.
Ma adesso? Che cosa doveva fare? Con l'arrivo di quei due dal passato tutto sarebbe scomparso. Non poteva farci niente, il vecchio Dean non avrebbe mai acconsentito a...
Tutto sarebbe svanito, come l'altro 2014.
Ma forse sarebbe stato meglio così. Magari sarebbe riuscito ad evitare che il vecchio se stesso aprisse il Purgatorio e liberasse quelle bestie immonde, Bobby non sarebbe morto, Sam avrebbe avuto ancora quel muro ad arginare i ricordi della Gabbia e il mondo non avrebbe rischiato di cadere di nuovo e... lui e Dean non sarebbero mai finiti in Purgatorio e non si sarebbero mai avvicinati tanto da capire cosa veramente provavano.
Tutto sarebbe scomparso, ma non avrebbe permesso a se stesso di fare gli stessi imperdonabili errori.
Non avrebbe avuto una famiglia, un compagno, un figlio, una vita, ma Dean avrebbe comunque avuto tutto il resto.
Quindi era a questo che doveva rinunciare questa volta per lui?
"Mi stai fissando..." Biascicò il cacciatore nel sonno facendo sussultare l'angelo.
"In realtà mi stavo chiedendo se soffocandoti con un cuscino smetteresti di russare..." Rispose, ridacchiando mentre il cacciatore apriva gli occhi assonnati e lo guardava male.
"Ha parlato la Bella Addormentata..." Biascicò prima di puntellarsi sui gomiti e fissarlo. "Stavi pensando qualcosa di stupido, vero?"
L'angelo non rispose per alcuni attimi.
"Cosa te lo fa pensare?"
"Direi il fatto che tu ti sia svegliato quasi urlando." Rispose.
L'angelo si voltò dall'altra parte, sbuffando.
"Questo è un colpo basso, hai fatto finta di dormire" Borbottò.
"Cass... Devo preoccuparmi?" Chiese, serio. Dagli occhi verdi si poteva leggere quanto avesse paura pure lui di tutta quella situazione, ma nutriva ancora delle speranze.
Come poteva dirgli che stavano per sparire? Che avrebbe raccontato tutto al Dean del passato e che molto probabilmente Joel, il loro piccolo, non sarebbe mai nato?
Quello fu il primo nuovo sacrificio di Castiel. Mentì.
"No, va tutto bene. Ho avuto solo un incubo." Rispose, cercando di essere convincente.
Dean lo fissò, probabilmente non credendo ad una sola parola, ma non chiese altro. Semplicemente poggiò di nuovo la testa sul cuscino e sospirò.
"Moccioso..." Disse chiudendo gli occhi.
Castiel lo fissò per qualche secondo prima di avvicinarsi tanto da far toccare i loro nasi.
"Cass... Torna a dormire..." Biascicò il cacciatore.
"Non ho sonno."
"Trovati qualcosa da fare..."
"Ok!"
Per Dean poi ci fu solo il silenzio, a parte il fruscio delle lenzuola finché non sentì qualcosa aggirarsi attorno al suo mini - ehi, ehi, non tanto mini – se facendogli spalancare gli occhi.
"Cass!"


Dean non voleva svegliarsi, ma un fottuto raggio di sole che gli colpiva l'occhio destro lo costrinse ad uscire da quel riposo senza sogni – non che dormire su un divano fosse il massimo della comodità, ma era sempre meglio di niente.
Non doveva essere tardi, ma nemmeno troppo presto. Lentamente, ignorando i dolori alla schiena causati dalla scomoda rigida posizione, si alzò a sedere massaggiandosi il collo. Guardandosi attorno, ancora rincoglionito dal sonno, non seppe dire dove si trovasse.
"Così va bene?"
Si accorse solo in quel momento delle voci provenienti dalla cucina.
"Sì, sei davvero bravo"
Riconobbe subito la voce di Cass e in un attimo si ricordò quello che era accaduto il giorno prima. Ringhiò contro Balthazar – non era un buon modo per iniziare una giornata, ma fu abbastanza gratificante – e poi si alzò avviandosi, sbadigliando, verso la cucina.
Intanto sentì Joel ridere – una risata imbarazzata così simile alla sua quando sua madre gli faceva i complimenti.
"Ancora! Insegnami ancora!" Esclamò contento il bambino.
Sulla soglia della porta si fermò ad osservare la strana coppia. Castiel e Joel, che gli davano le spalle, erano seduti vicini al tavolo della cucina con davanti un quaderno – da quella distanza non riuscì a capire cosa ci fosse scritto sopra. Dava una sensazione strana vederli insieme, la stessa che aveva avuto quando li aveva visti vicini in macchina a parlare di chissà cosa.
Era come guardare un bel quadro o ascoltare della musica rilassante e familiare.
"Va bene" Disse l'angelo prendendo in mano la penna e tracciando qualcosa sul foglio. "Questo significa 'Amore verso il compagno'" Spiegò mentre il bambino si sbrigava a ricopiare il segno.
"Come si pronuncia?" Chiese velocemente Joel.
Dean non capì bene cosa disse Castiel dopo, probabilmente era enochiano, ma il bambino sembrava capire perfettamente perché annuiva mentre continuava a ricopiare quel simbolo.
Poi il bambino si fermò, guardando Castiel, dubbioso.
"Questa parola è quello che c'è tra i miei papà?" Chiese ingenuamente.
Dean sussultò un poco e vide che pure Castiel si era irrigidito.
"Non saprei..." Rispose in un soffio.
Il bambino inclinò la testa e Dean ebbe almeno un milione di deija vu.
"Non ti piace la copia di papà Dean?" Chiese il piccolo e Dean vide l'angelo irrigidirsi ancora di più.
"Non saprei..." Ripeté ancora più piano e quasi il cacciatore non lo sentì. "Non so cosa significhi l'Amore verso il compagno"
Joel ci pensò un po'.
"Non lo so bene nemmeno io..." Borbottò facendo una smorfia pensosa.
A Dean venne quasi da ridere notando quanto le loro espressioni pensierose fossero simili. Due mocciosi, ecco cos'erano. Fece quasi per mostrarsi ai due, ma il bambino ricominciò a parlare.
"Ma credo che sia molto simile a quello che c'è tra i miei papà! Una cosa tipo... Che si guardano sempre con gli occhi dolci o che litigano e poi fanno subito pace... O che papà Cass fa di tutto per papà Dean e papà Dean si preoccupa sempre per papà Cass e tutti e due sono tristi quando l'altro è via... E poi si sbaciucchiano di continuo!" A quel punto fece una piccola smorfia di disgusto, ma poi rise. "Ecco, dev'essere una cosa così..."
Castiel fissò Joel per qualche secondo perso in chissà quali pensieri. Dean avrebbe dato il braccio per sapere cosa passasse per la testa di quell'angelo sfigato.
"Credo di aver compreso..." Disse alla fine con un'espressione risoluta.
Prima che la cosa degenerasse oltre Dean decise di rivelare la sua presenza. Fece finta di arrivare in quel momento annunciandosi con un sonoro sbadiglio.
"'giorno, mocciosi" Biascicò avvicinandosi al tavolo.
"Buongiorno!" Esclamò Joel voltandosi verso di lui mostrandogli un gran sorriso.
Castiel si limitò a guardarlo e a pronunciare un mormorio indistinto.
"Che ore sono?" Chiese, sedendosi di fronte all'angelo.
"Le 8 e 19" Risposero insieme facendo ridere il cacciatore.
Joel all'improvviso scattò giù dalla sedia sorprendendo i due adulti.
"Me ne stavo dimenticando!" Esclamò correndo verso il banco della cucina e premendo il pulsante che accendeva la macchina del caffè. Si voltò, ridendo. "Adesso vedrete..."


"Dean, ti devi alzare..." Disse Castiel cercando di far scendere il compagno da sopra di lui, ancora tra l'estasi e la stanchezza.
"Ancora cinque minuti, mamma..." Borbottò l'altro solleticandogli il collo ad ogni parola.
"Non li hai cinque minuti" Rispose l'angelo ridacchiando mentre gli accarezzava la schiena nuda – e sul serio, non avrebbe voluto lasciarlo andare.
"Non è vero... è presto..." Ribatté, cocciuto come un bambino.
"Dean, sono le 8 e 19"
Il silenzio cadde sulla stanza prima che Dean si alzasse di scatto da sopra Cass.
"Porca puttana!" Esclamò gettandosi di sotto al letto battendo il suo fantastico fondoschiena nudo sulle assi di legno del pavimento. "Porca puttana!"
A tutta velocità afferrò vestiti a caso e tentò di infilarsi pantaloni e calzini nello stesso momento – cosa che lo fece cadere almeno sei volte.
"Porca puttana!"
"Sei ripetitivo, lo sai?" Ironizzò il compagno ancora comodamente sdraiato a letto.
"Zitto! È colpa tua e della tua insonnia!" Esclamò sbattendosi la porta di camera alle spalle.
Cass si mosse solo per prendere in mano il portafoglio che Dean poggiava ogni sera sul comodino – e che puntualmente ogni mattina dimenticava e tornava a prendere. Infatti qualche secondo dopo la porta si aprì violentemente facendo comparire un Dean ancora con i pantaloni slacciati.
"Portafoglio del cazzo!" Un attimo dopo stava gattonando sul letto per prendere il maledetto oggetto dalla mano ferrea di Castiel che ne approfittò per dargli un veloce bacio.
"Buon lavoro, tesoro" Disse, prendendolo palesemente per il culo.
"Vaffanculo, Cass!" Gridò mentre si fiondava fuori dalla porta.
Castiel fissò quel punto per un tempo che gli parve infinito. Rimase da solo in un letto che diventava sempre più freddo.


All'improvviso si sentirono dei passi pesanti al piano di sopra e uno scalpiticcio indistinto, poi delle imprecazioni e qualcuno inciampare per le scale. Il Dean di quel tempo, tutto scompigliato e con il fiatone, apparì nella cucina.
"Sono in ritardo mostruoso!" Esclamò cercando di chiudersi la cerniera dei pantaloni.
"Il caffè, papà!" Annunciò Joel materializzandosi vicino al padre con una tazza fumante – con scritto sopra a caratteri cubitali 'miglior papà dell'universo'.
"Oh, moccioso, non sai quanto ti voglio bene!" Disse il cacciatore trangugiando in un solo sorso mentre il bambino rideva.
"Buon lavoro, papà!" Augurò Joel appena il padre ebbe finito di bere.
"A stasera, tieni d'occhio papà Cass!" Ordinò prima di rivolgere lo sguardo agli altri due nella stanza. "E già che ci sei pure a quei due, ok?" Aggiunse subito prima di fiondarsi fuori dalla porta mentre Joel annuiva e lo salutava.
"Dean... Credo tu sia uscito senza mutande..." Puntualizzò Cass nel silenzio della cucina.
"Grazie, Cass! Non me ne ero accorto!" Dean non seppe se essere più imbarazzato per il fatto in se, per il probabile motivo per cui non le aveva o semplicemente perché l'angelo se ne era accorto.
"Di niente..." Rispose l'angelo facendo un sorriso compiaciuto che fece arrossire ancora di più Dean.
Meglio non pensarci...


Quando Sam scese – qualche minuto dopo essere stato svegliato da quell'elefante di Dean di nuovo in ritardo per l'apertura dell'officina – in cucina tutto si sarebbe aspettato tranne vedere suo fratello ai fornelli mentre Cass – adesso che vedeva il trench comprese che quelle erano le versioni passate - e Joel erano intenti a parlottare tra loro in enochiano. Joel si mise a ridere di gusto proprio mentre entrava nella stanza.
"È vero! È più divertente in enochiano!" Esclamò.
Sam quasi non ci credette nel vedere quel Castiel stirare le labbra in un sorriso sincero. Joel era davvero un angelo...
"Buongiorno Sammy! Pancetta?" Offrì il fratello sorridente porgendogli la padella strapiena.
"Emm, no grazie..." Rispose mentre Dean alzava gli occhi al cielo e si metteva a sedere.
"Ancora fissato con la tua robaccia salutare, eh?" Lo sentì borbottare, ma lo ignorò.
"Joel, io devo andare via. Puoi dire ai papà che verrò a trovarvi la settimana prossima?" Disse al piccolo che annuì distrattamente dato che era del tutto preso da una strana conversazione in quella strana lingua angelica con Cass-palo-nel-culo.
Non era del tutto sicuro che lasciarli fosse una buona idea, ma doveva per forza tornare a Stanford. E poi ne avevano affrontate di peggiori, sarebbero sopravvissuti anche a quello.
Prendendo un pancake se ne andò, lasciando quella strana famiglia ai loro battibecchi su come Dean si sentisse escluso dalla loro chiacchierata angelica.
Ridacchiando, e con la bocca piena, Sam ebbe la netta sensazione che tutto sarebbe andato per il meglio, alla fine.


Castiel quasi inciampò nello stipite della porta della cucina, impedito dalla montagna di vestiti sporchi che trasportava in mano. Per fortuna qualcuno – che scoprì essere se stesso - gli impedì di sfracellarsi a terra.
"Grazie" Disse, più nervoso di quanto volesse dare a vedere.
"Di niente" Rispose l'altro.
Si guardarono per un attimo prima che Joel comparisse tra loro e abbracciasse le sue gambe.
"Buongiorno, papà!" Esclamò strusciando la guancia sui suoi jeans, contento.
"Buongiorno..." Mormorò e seppe già di non essere per nulla naturale.
Doveva fingere, doveva proteggere sia lui che Dean, almeno provarci. Doveva...
"Devo andare a fare la spesa... Dean, accompagnami." Ordinò al cacciatore ancora intento a ingozzarsi di pancetta e caffè.
"Cosa? Perché io?!" Chiese, sconvolto. Fare la spesa era una cosa da donne!
"Mangerai a scrocco per chissà quanti giorni, quindi fai come dico io" Rispose più duro di quello che voleva. Doveva darsi una calmata.
Il cacciatore, stupito da quella improvvisa presa di posizione, si alzò facendo finta di essere scocciato – in realtà aveva appena capito, con suo sommo orrore, chi portava i pantaloni in casa – e quasi subito si ritrovò i panni sporchi schiaffati in braccio.
"Andiamo" disse l'angelo facendo una piccola carezza sulla testa come saluto frettoloso al figlio per poi uscire seguito da un Dean che non ci capiva più niente.
Joel e l'altro angelo rimasero da soli.
"Papà Cass è preoccupato..." Mormorò il piccolo afferrando tremante il trench. "Ho paura..."
L'angelo non si mosse. Non sapeva cosa dire per consolare quel bambino che in poche ore gli aveva insegnato così tanto – proprio come suo padre Dean.
"Andrà tutto bene..." Provò a dire, ma si conosceva abbastanza bene da non esserne così sicuro.

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** Twin Pines Mall ***


Autore: Lirin Chan
Fandom: Supernatural
Personaggio/Coppia: Dean/Castiel
Rating: Pg13
Spoiler: Metà sesta serie, prima della scoperta del patto di Castiel con Crowley
Capitoli: 8/X
Conteggio Parole: 5264
Beta: Nessuna, ho fatto del mio meglio per trovare tutti gli orrori çwç
Trama: Balthazar spedisce Dean anni nel futuro per impartirgli una 'terapia d'urto'. Riuscirà il nostro cacciatore a sopravvivere all'idea di vivere insieme a Castiel e di avere addirittura un figlio?! Probabilmente no...
Note: Allora, passate delle buone vacanze? Io più o meno... Ho scritto molto, per la vostra gioia e per la tristezza della mia vita sociale... Va beh, chissene, passiamo a cose serie! Per scrivere questo capitolo mi sono dovuta riguardare le ultime puntate della sesta stagione e le prime due della settima... Rendetevi conto quanto sono devota a questa fanfiction, mi auto-infliggo dolore pur avendo promesso a me stessa che non avrei mai più visto quelle puntate perché troppo dolorose per il mio cuoricino... Credo che andrò a piangere in un angolo adesso...
La macchina di cui si parla all'inizio del capitolo è questa... Insomma, io non me ne intendo di macchine – amo la mia Opel Corsa nera in maniera viscerale, ma non saprei dire nemmeno di che numero ha i cerchioni... -, ma a quanto ho capito è diversa dall'Impala del 1967 anche se sono molto simili all'esterno... Perdonatemi se ho sbagliato!
E sì, avete letto bene il 'conteggio parole' non è un errore di battitura... è davvero lungo il doppio del normale! Lentamente ci stiamo avvicinando alla conclusione! E aspettate prima di esultare per la lunghezza del capitolo... Non sempre è un buon segno! Soprattutto quando sono io a scrivere... Ci sentiamo a fine capitolo, cari!
P.s. Grazie a Princess_Perona è cominciato il betaggio dei precedenti capitoli! Piano piano tutti saranno betati e completi di spiegazione di ogni titolo del capitolo!
P.s.s. Oggi è il compleanno del nostro amato Misha! Ringraziatelo perché è grazie al buonumore che mi ha trasmesso che questo capitolo è stato pubblicato visto che doveva essere on line lunedì prossimo! Mi raccomando, andate su twitter e aiutateci a far diventare un trend #MishaCollinsBirDday!
Disclaimer: Dean, Castiel & Co non sono miei!... Vi prego, datemi un Cass tutto per me çwç Ne ho bisogno!


Anger Management

~ Twin Pines Mall ~

"Wow, e questa dove l'avete presa?" Esclamò Dean guardando la macchina parcheggiata nel vialetto. Era nera, simile alla Baby, ma con qualche differenza sul retro.
"È una Chevy Impala del '76" Rispose con un qualcosa nel tono della voce che il cacciatore registrò come orgoglio. L'angelo aprì il bagagliaio enorme dove fece scaraventare i vestiti sporchi tra le braccia di Dean.
"Sì, questo lo so! Dove l'avete trovata?" Chiese, spazientito mentre si avviava dalla parte del guidatore senza rendersi conto che Cas fosse già alla portiera. Lo guardò perplesso.
"Guido io" Pronunciò quelle parole come se fosse una cosa ovvia.
Cas nemmeno si voltò a guardarlo, semplicemente salì in macchina.
"Sì, certo, quando tu butterai via le mutande di Batman" Disse mentre chiudeva la portiera con un tonfo sordo.
Dean rimase a fissare la macchina per qualche attimo prima di borbottare un 'figlio di puttana' e tornare sui suoi passi per poi sedersi, irritato, al posto del passeggero.
"Spero che tu abbia almeno la patente" Borbottò tra i denti mentre Cas accendeva il motore.
"Mi hai insegnato tu a guidare, quindi tutte le colpe vanno a te" Disse, ridendo. "Questa macchina è stato il tuo primo regalo per il mio primo compleanno" Dean non poté fare a meno di notare quanto il tono della sua voce fosse diventato dolce. Era imbarazzante pensare che tutti quei sentimenti fossero per lui.
"E quando sarebbe il tuo compleanno?" Chiese, guardando il paesaggio fuori dal finestrino. Sioux Falls non era cambiata per niente.
"Il 3 novembre" Gli occhi del cacciatore scattarono verso di lui, intento a guardare la strada. "Lo hai deciso tu, anche se non ho mai capito il motivo"
Cas ricordava quel giorno.
Joel, di poche settimane, dormiva nella culla improvvisata da cuscini accatastati sul letto e l'angelo lo vegliava, anche se ormai i suoi poteri erano quasi completamente scomparsi, poteva comunque vedere le alette bianche invisibili ai comuni umani spuntare dalla schiena. Il lieve respiro lento e regolare era per Castiel il suono più armonioso dell'Universo, perfino meglio dei cori angelici.
"Non scomparirà se lo lasci per cinque minuti" Dean, sulla soglia della stanza, li guardava entrambi con un sorrisetto ironico.
Cas gli fece segno di stare zitto.
"Lo sveglierai" Mimò con le labbra alzandosi e avvicinandosi all'altro.
"È un Winchester, non si sveglierebbe nemmeno con 'Highway To Hell' a palla, anzi probabilmente dormirebbe meglio" Ironizzò il cacciatore mentre chiudeva la porta della stanza subito dopo che il compagno fu uscito.
A quel tempo era ancora troppo 'in modalità angelo del Signore' per capire la battuta dell'altro, quindi non rise. Si limitò solo a seguirlo fuori dal motel dove si erano fermati, Sam ancora doveva tornare con la cena. Gli faceva strano, l'aver bisogno di mangiare. E di dormire. Perfino di lavarsi.
Essere umano era... strano.
"Domani andrò dal mio contatto per i tuoi documenti falsi. Qualche preferenza?" Chiese, sedendosi sulle scale che portavano al parcheggio. Cas, ancora troppo rigido, rimase in piedi.
"Preferenza?" Chiese, non capendo.
"Sì. Luogo di nascita, età, cognome, compleanno. Cose così" Gli occhi del Winchester scattarono in alto, irritati. "Ti vuoi mettere seduto, Cas?" Ringhiò, esasperato.
L'altro sussultò sul posto e velocemente raggiunse il compagno sulla scala. Doveva ancora imparare molto...
"Non ho preferenze, fai tu" Rispose mentre l'altro sospirava.
"Cas, sono scelte importanti. Sicuro di voler affidare a me cose che ti terrai per il resto della..." Si bloccò, rendendosi conto di essere stato decisamente poco sensibile. Per l'angelo era ancora difficile accettare di essere mortale, anche se adesso aveva Joel. Cas era un angelo del Signore, un soldato di Dio e anche se adesso il mondo era pacifico la consapevolezza di essere diventato impotente e indifeso lo schiacciava.
"Pensaci tu, mi fido di te" Disse l'angelo, senza nessun tono in particolare, ma il cacciatore percepì quanto fosse difficile per lui quella situazione.
Non ancora avvezzo a gesti di tenerezza – diavolo, erano uomini e ok, stavano insieme e avevano un figlio, ma questo non li rendeva meno maschi – si limitò a posare una mano sulla sua spalla e ad avvicinarsi un poco.
"Ce la faremo Cas, ci vuole solo un po' di tempo, ok? Ne abbiamo passate di peggio" Disse, cercando di essere rassicurante – cosa che gli riusciva davvero malissimo, ma a quanto pare all'angelo, per lui sarebbe sempre rimasto tale, con o senza poteri, bastò. Con delicatezza Castiel posò una mano su quella di Dean e lo guardò. Gli occhi blu riflettevano tutta la fiducia e l'amore verso il cacciatore che ancora non riusciva a capacitarsi di come quell'essere superiore potesse provare dei sentimenti così puri verso di lui. Era quasi soffocante, l'Universo che traspariva da quegli occhi. Lentamente posò le labbra sulle sue in un disperato tentativo di fuggire a quei sentimenti che Cas gli rovesciava addosso ogni volta che lo guardava.
Cas, suo fratello, Joel adesso erano tutto quello che aveva. Il suo nuovo inizio, il più lontano possibile da tutta quella merda che era stata la sua vita e fanculo se non sarebbe stata esattamente come se l'era immaginata... Tutto quello era anche meglio.
"Il 3 novembre" Mormorò piano quando le labbra di Cas si allontanarono un poco dalle sue. L'angelo lo guardò confuso. "Tu sei nato il 3 novembre, va bene?"
A Cas quella domanda suonò talmente tanto come una supplica che, se anche avesse avuto un motivo per opporsi, non sarebbe riuscito a dirgli di no. Annuì mentre dalla stanza di motel cominciarono ad arrivare urla di pianto, ma ancora prima che Cas potesse anche solo alzarsi Joel gli comparì tra le braccia in uno sbattere d'ali. Il bambino subito smise di piangere e si accoccolò di più nel calore del padre e si riaddormentò subito mentre i due adulti tentavano di capire quanti anni di vita avessero perso per quell'improvvisa apparizione.
Quello era uno dei ricordi preferiti di Castiel, insieme a quello del suo primo compleanno quando aveva ricevuto da Dean quella macchina – gli piaceva pensare che fosse la sorella minore di Baby. Il cacciatore l'aveva trovata tra i mille rottami di auto mentre sgomberavano i dintorni di casa di Bobby e ci aveva messo due mesi per rimetterla in sesto senza che l'angelo sapesse nulla - per fargli una sorpresa Dean aveva fatto le riparazioni di notte.
Poi venivano i ricordi sui primi passi di Joel, la sua prima parola, i mesi a rimettere in sesto la sgangherata casa del vecchio cacciatore, le sue orribili prime volte alla guida – aveva rischiato più volte di finire nei campi circostanti o di mettere sotto Sam -, le mattine, le risate, i pomeriggi, le litigate, le sere, la sua famiglia.
Tutto quello che Cas possedeva erano i ricordi e quella vita. E tutto sarebbe scomparso.
Strinse la presa sul volante cercando di mantenere la calma.
"Si può sapere che cosa ti rende così incazzato, Cas?" La voce di quel Dean così giovane lo riscosse dai suoi pensieri.
"Niente" Rispose velocemente mentre si fermava ad un semaforo della piccola cittadina. "Quando non dormo sono nervoso tutto il giorno"
"Wo, almeno per ora risparmiami i dettagli sui motivi della tua mancanza di sonno" Esclamò il Winchester, rabbrividendo mentre l'angelo lo guardò stranito prima di cominciare a ridere.
Le mani sul voltante si rilassarono. Con Dean era sempre così, riusciva a rendere tutto semplice, a dissipare i suoi pensieri oscuri e a fargli vedere tutto chiaramente. E la cosa ancora più straordinaria era che non se ne rendeva conto.
Quando il semaforo tornò verde Cas aveva preso la decisione di dare una possibilità a quel Dean. Almeno fino alla sera le brutte notizie potevano aspettare.


"Questo è uno strano gioco" Disse Cas mentre Joel muoveva la sua pedina e poi ridacchiava.
"Devi tornare all'inizio, Copia!" Esclamò mentre prendeva la pedina di Cas e la faceva tornare alla partenza. "Sai, mio papà Dean odia questo gioco... Papà Cas ha dovuto nasconderlo nel mio armadio altrimenti lo buttava via" Borbottò il bambino indicando all'angelo di prendere una carta. L'adulto lesse e spostò una sua pedina di due caselle.
"Perché?" Chiese Castiel mentre Joel prendeva una carta.
"Dice che gli fa tornare in mente brutti ricordi di quando papà Cas era un po' strano e avevano litigato tanto tanto" Gli occhi blu dell'angelo scattarono verso il volte del bambino che adesso fissava la tabella del gioco, assorto. "Una volta mentre giocavamo papà Cas mi ha detto che viviamo in un mondo pieno di 'mi dispiace' e che è stato creato per litigare... Quando papà Dean ha sentito quelle parole hanno litigato per una settimana... Non ci abbiamo più giocato dopo quello..." Concluse quasi con le lacrime agli occhi.
Castiel aveva capito poco di quello che gli aveva raccontato, ma doveva essere qualcosa di grave se Dean ne era rimasto così traumatizzato. Probabilmente era una conseguenza delle sue decisioni.
Stava davvero facendo la cosa giusta?
"Copia, tocca a te!" Esclamò il bambino, facendo un accenno di sorriso tentando di allontanare quei brutti ricordi.
Nel guardarlo l'angelo pensò che se le sue decisioni avevano portato a quel futuro allora era la giusta strada da seguire.


"Castiel, tesoro! Da quanto tempo!"
Dean non sapeva come identificarla quella scena. Esilarante? Raccapricciante? Da far uscire gli occhi dalle orbite?
Il cacciatore poteva solo guardare Castiel circondato da donnette di mezza età – e alcune dell'era triassica – davanti al reparto detersivi che ciarlavano tutte insieme rintontendolo di domande mentre l'angelo cercava di essere il più cordiale possibile.
Ok, aveva deciso. La scena era assolutamente esilarante!
"Castiel, come sta il piccolo Joel? È un così bravo bambino! Tanto educato! Hai fatto davvero un buon lavoro..." Si complimentò una di loro, quella che sembrava la più giovane – o la più truccata – mettendo una mano su un braccio dell'angelo.
Alla vista di quel tocco Dean non seppe cosa scattò dentro di lui. Senza nemmeno pensarci s'infiltrò nel gruppo prendendo posto vicino a Castiel.
"Buongiorno, signore" Si annunciò e subito la donna super truccata tolse la mano e gli sorrise in modo un po' tirato, le altre invece lo salutarono cordiali. Anzi, ad alcune s'illuminarono gli occhi.
E fu il suo turno di essere circondato.
"Dean, non ti si vede mai in giro! Dovresti accompagnare di più tuo marito a fare la spesa!" Lo rimproverò una di loro.
Sgranò gli occhi e cercò Cas con lo sguardo, ma questi era tutto preso da una conversazione con quella maledetta finta vecchia tutta sorrisi. Fu mentre si posava la mano sinistra su un fianco che Dean la notò. La sottile fede dorata attorno all'anulare.
Non fu preso dal panico solo perché la folla di vecchie reclamava la sua attenzione.
"Siete una così bella coppia! Così dolci insieme!" Disse una mentre le altre annuivano.
"Ci sarete alla festa del raccolto la prossima settimana vero?" Chiese un'altra e Dean non poté fare a meno di annuire meccanicamente facendo esultare tutto il gruppo.
"Portate anche Joel e tuo fratello Samuel! Salutalo tanto da parte mia, quel ragazzone!" Conoscevano anche Sammy?! Queste pettegole erano peggio dell'FBI...
Lentamente si avvicinò all'angelo, tentando di mettersi in salvo.
"Mi spiace, ma questa settimana non posso dare ripetizioni a Charlie" Stava dicendo, mortificato.
La donna scosse la testa facendo oscillare i suoi capelli perfetti.
"Figurati, Castiel! Mio figlio ha fatto grandi progressi in spagnolo grazie a te!" Disse, sorridendo mentre si avvicinava un poco di più e gli toccava di nuovo il braccio. "Sei davvero un insegnante eccezionale..."
La voce che usò fece accapponare la palle al Winchester che non resistette dall'ignorare il resto delle pettegole e concentrarsi solo sugli altri due mettendo una mano sulla spalla di Castiel.
"Cas, faremo tardi" S'intromise guadagnandosi un'occhiataccia e un sorriso falso dalla donna. Ricambiò cordialmente con un accenno di saluto con la testa.
"Oh, sì, ci vediamo Lyla. Salutami Charlie"
L'ultima cosa che Dean poté vedere, prima che Cas lo trascinasse via prendendolo per un polso, fu lo sguardo furioso della donna. Le altre donne li salutarono cordiali e con un sacco di sospiri e risatine eccitate – da cosa non riuscì a comprenderlo.
L'angelo lo lasciò andare solo quando furono abbastanza lontani – davanti al banco surgelati.
"A quanto pare sei molto desiderato, George Clooney" Ridacchiò il cacciatore mentre l'altro scaraventava due scatole di gelato nel cestino della spesa.
"Veramente quello circondato da vecchiette di solito non sono io, Tom Cruise. Io attraggo solo donne con ancora tutti i denti" Ribatté, ghignando.
"Sai, ti preferisco senza senso dell'umorismo..." Borbottò il cacciatore, guardandolo male.
"Solo perché odi perdere" E su quello Dean non poté ribattere nulla.
Mentre l'angelo continuava ad afferrare roba Dean si fermò a pensare che, nonostante la gente sapesse perfettamente quale relazione ci fosse tra loro, a nessuno pareva dare fastidio, anzi. Erano tutti gentili e cortesi e Cas era adorato da tutti, aveva notato in quanti lo salutassero o semplicemente gli sorridessero.
Eppure, nonostante fosse decisamente più facile relazionarsi con quella versione più sciolta, non era il Cas che conosceva e continuava a sembrargli tutto troppo strano. Si chiese cosa stesse facendo l'angelo insieme al bambino...
Il riflesso di qualcosa di dorato sulla mano di Cas catturò la sua attenzione. Già, si era dimenticato di quel particolare... Nella sua testa la parola 'matrimonio' cominciò a vorticare sconvolgendolo più della consapevolezza di avere una relazione con Cas. Omosessuale ok, ma lui sposato? Mai.
Dean si rese conto di essere rimasto a fissargli la mano un po' troppo solo quando l'altro gli si avvicinò, ridacchiando.
"Tranquillo, te l'ho chiesto io" Disse, facendolo uscire da quello stato di trance. "Più che altro per un fatto di praticità. Sai, tutte le questioni della proprietà della casa e l'affidamento di Joel se tu un giorno non tornassi da una caccia..." Aggiunse velocemente, senza guardarlo negli occhi. Evidentemente non voleva nemmeno prendere in considerazione che accadesse una cosa del genere.
"E io ho accettato subito?" Chiese il Winchester, più che altro per allontanare quei pensieri dall'angelo.
Sembrò riuscirci dato che l'altro tornò a sorridere.
"Figurati! Te l'ho dovuto chiedere e richiedere e richiedere e richiedere un'infinità di volte. Continuavi a dire che non ti sarebbe accaduto nulla e che solo alla parola 'matrimonio' ti sentivi soffocare! Alla fine, dopo che ti sei fatto quasi ammazzare da un wendigo, ti ho costretto a promettermelo sotto l'effetto di antidolorifici. Non è stato molto romantico, ma è servito allo scopo"
Oh, sì, era decisamente da lui dovette constatare Dean mentre continuavano a fare il giro dei reparti.
"E la storia dell'insegnante?" Domandò, ricordando la conversazione con quella donna odiosa.
"Ho del tempo libero, faccio ripetizioni private di lingue straniere agli studenti in difficoltà" Rispose superficialmente mentre cercava di ricordare se a casa avessero finito il ketchup o no.
"Lingue? Quali?"
"Alla creazione degli angeli mio Padre ha voluto che conoscessimo tutte le lingue umane passate e future, ma io mi limito a insegnare spagnolo, francese, italiano, tedesco, portoghese, latino e greco. Se le insegnassi tutte la gente comincerebbe a fare domande" Disse buttando nel cesto il tubetto rosso.
"Vuoi dire che sfrutti le tue conoscenze angeliche per far soldi? È imbrogliare!" Esclamò guadagnandosi un'occhiata scettica.
"Dean Winchester, stai cercando di farmi la predica?" Chiese con un finto cipiglio severo.
"Ok, ammetto che non è stata una brutta idea" Disse per chiudere il discorso.
"È stata una tua idea"
"Allora è stata una grande idea!"


"No, no, Copia! Devi premere la X e poi il cerchio! Altrimenti la combo non viene!"
Cas non capiva. Cosa c'era di divertente nel premere quegli strani bottoni per far finta di sparare a dei finti demoni? Che poi non era demoni nemmeno nell'aspetto, erano rossi e deformi. Quei videogiochi erano strani e di certo non facevano bene ad un bambino così piccolo.
Fece come aveva detto e il campo pieno di demoni esplose in un gran frastuono.
"Grande! Hai ucciso tutti i mostri!" Esclamò, contento, Joel.
Mentre sullo schermo lampeggiava la scritta 'You Win!' Castiel desiderò che ci fosse un modo così semplice per vincere contro i mostri.


Quando arrivarono a casa era quasi ora di pranzo – solo perché si erano dovuti fermare pure in lavanderia dato che, a detta di Castiel, nella famiglia Winchester la nobile arte di fare il bucato e stirare non l'aveva ereditata nessuno e l'altissimo Padre alla loro creazione non aveva dotato gli angeli di tale conoscenza.
"Non osare, Cas! Non osare dire che quella roba è meglio della musica che ascolto io!" Stava urlando ancora il Winchester, scendendo di macchina.
"La cantante dei 'Florence And The Machine' ha una voce angelica" Ribatté l'altro aprendo il cofano per prendere le buste della spesa.
"Non si tratta di voci, ma di buon gusto musical- Wo!" Si lamentò quando due buste piene e pesanti gli furono scaraventate tra le braccia – addosso al suo stomaco.
"Mia la macchina, mia la musica" Concluse il discorso Castiel chiudendo con un botto deciso il portabagagli.
"Hai preso troppo da me..." Borbottò il cacciatore seguendolo in casa.
"Alla fine comincerò a credere che l'influenza che hai su di me non ti eccita..." Disse senza pensare, ma si morse la lingua subito dopo. Quello non era il suo Dean, non poteva fare certe battute...
"Mi ecciterà quando smetterai di sentire quelle lagne assurde" Si limitò a dire entrando in casa aprendo la porta con un calcio.
Cas lo fissò per un attimo, stupito e con una nuova speranza. Magari non tutto sarebbe andato perso, forse c'era una possibilità di salvezza.
Ma aveva paura di illudersi. Solo perché Dean aveva fatto quella battuta non voleva dire che avrebbe accettato di...
"Che cazzo state facendo?!" La voce strozzata e scandalizzata del Winchester arrivò alle sue orecchie e subito i suoi pensieri volarono a Joel e a tutte le possibili situazioni pericolose in cui si era potuto cacciare. Magari erano tornati i suoi fratelli a tentare di prenderlo o magari i demoni!
Corse in casa gettando da una parte le buste della spesa.
"Joel!" Urlò, spaventato, ma si bloccò quasi subito.
Lui – in versione angelo – era a quattro zampe sul tabellone multicolore del Twister con Joel avvinghiato sulla sua schiena che cercava di arrivare con un piede a toccare uno dei cerchi blu.
"Bentornato, papà!" Salutò il bambino dondolando la gamba, ormai del tutto disinteressato ad arrivare alla meta, ma senza togliersi dalla sua posizione sdraiata sulla schiena dell'angelo. "Io e Copia abbiamo giocato tutta la mattina!" Annunciò, contento.
Guardandolo con i suoi occhi verdi, le lentiggini in vista e la bocca piegata in una curva allegra, Castiel – quello di quel tempo – non poté evitare di aggrapparsi con tutte le sue forze a quella flebile speranza.


Dean lasciò il Cas del futuro lavare i piatti insieme al piccolo Joel – che gli stava raccontando di tutte le parole in enochiano che aveva imparato dalla 'copia' – e si diresse in giardino dove aveva visto andare l'altro angelo. Quello che, seppur con un palo lungo otto metri infilato su per il culo, riteneva essere il suo angelo-sulla-spalla.
Era nella sua classica posa rigida in piedi, con le braccia lungo i fianchi. Stava osservando una delle girandole infilate nel prato, il lieve vento del primo pomeriggio la faceva girare lentamente.
Sembrava perso nei suoi pensieri e lontano chilometri da lì. Non gli piaceva per niente, odiava quando quel moccioso di miliardi di anni credeva di poter risolvere tutto da solo.
Come quella storia di Raphael di cui non gli voleva parlare.
"Cas, stai bene?" Disse, affiancandosi a lui.
"Non ho dolori fisici, Dean" Rispose l'angelo, guardandolo con occhi dubbiosi.
"No, no, non intendevo quello... Intendevo... Interiormente sai..." Evidentemente no, non sapeva visto lo sguardo ancora più perplesso che gli lanciò. "Cazzo, quello bravo in queste cose è Sammy..." Borbottò sfregandosi gli occhi.
"Mi stai chiedendo se sono triste?" Domandò guardandolo con quei suoi occhi blu che lo facevano sentire tutto strano.
"Sì, una cosa del genere..." Diavolo, come faceva Sam a farlo sembrare così facile?
Si aspettò la risposta dell'angolo, ma questi non aprì bocca. Era tornato a fissare la girandola.
"Cas?"
"Questo posto esiste perché le scelte che abbiamo fatto nel nostro tempo sono state giuste?" Chiese, senza guardarlo.
"Beh... Credo di sì..." Rispose, non capendo dove volesse andare a parare.
"Quindi anche se sono state scelte difficili è giusto farle se è per un giusto fine?" Di nuovo non lo guardò.
"Cas sembra che tu stia cercando la mia approvazione per sgozzare un bambino, arriva al punto" Disse, esasperato, il cacciatore.
Lo sguardo di pura tristezza con cui l'angelo lo guardò gli fece stringere qualcosa all'altezza del petto.
"Se io avessi fatto la scelta sbagliata, ma... giusta?" Sembrava quasi lo stesse implorando per una risposta. Come se si aggrappasse a lui, la sua ultima speranza, per non cadere in chissà quale posto oscuro.
"Dimmi cosa stai combinando" Mormorò, pregandolo e mettendogli una mano sulla spalla. "Cas, qualsiasi cosa sia possiamo affrontarla insieme..."
Furono le parole sbagliate. Gli occhi di dell'angelo si allontanarono da lui e quando tornarono a guardarlo era tornato il soldato di Dio. Di nuovo lontano da lui.
"Non ti devi preoccupare di niente, Dean. Sta andando tutto bene" Disse scostando la mano del cacciatore dalla sua spalla per poi sparire in un battito d'ali.
"Oh, certo! Va tutto bene! Non dirmi niente, fai pure! Sai che ti dico?! Col cazzo che voglio questa vita con te! Non voglio stare con qualcuno che non si fida di me! Vaffanculo Cas!" Gli gridò dietro il cacciatore consapevole che comunque lo avrebbe sentito.
Quel moccioso stava combinando qualcosa e se la versione palo-nel-culo non voleva dirgli niente allora avrebbe torchiato quella un po' più 'elastica'.
Dalla finestra della cucina Castiel vide la sua speranza svanire.


"Dean, va tutto bene" Disse con voce esasperata. Dall'altra parte del telefono, con sottofondo il rumore dei macchinari in funzione, il compagno non era per niente rilassato.
"Vuoi che torni a casa? Non c'è tanto lavoro oggi. Ti sento stanco, sei ancora debole per quella cosa di ieri" Disse per l'ennesima volta.
L'angelo sospirò appoggiandosi allo stipite della vecchia panic room di Bobby dove adesso tenevano tutti i libri e gli oggetti magici pericolosi.
"Sto bene, davvero" Se gli avesse detto che era pure andato in città a fare la spesa lo avrebbe spellato vivo. Però quella voce un po' nel panico lo riscaldava dentro.
Ci fu qualche attimo di silenzio.
"Dean?"
"I segreti tra di noi sono finiti, vero? Niente più segreti, me lo hai promesso, Cas" La voce attraverso il telefono era dura e all'angelo parve di vedere gli occhi verdi del cacciatore oscurarsi per la rabbia.
Sì, glielo aveva promesso. Poco dopo essere usciti dal Purgatorio, tra le lenzuola di un letto di una squallida stanza di motel. Anche se il posto non era stato dei più solenni Cas considerava quello l'attimo dell'inizio della loro relazione. Quando aveva mormorato quel 'Lo prometto' guardandolo negli occhi.
E mai aveva infranto quella promessa.
Fino a quella mattina. Come un tempo stava approfittando della fiducia indiscussa che Dean riponeva in lui e l'aveva usata per evitare che sapesse quanto fosse meschino.
Ma quella scena che aveva visto poco prima – le loro versioni più giovani che discutevano – gli aveva aperto gli occhi. Non c'era speranza. Il Dean del passato non avrebbe mai desiderato quella vita, non lo avrebbe mai perdonato per quella mancanza di fiducia e non lo avrebbe mai amato.
Sapeva che dirgli ogni cosa sarebbe stata la scelta migliore, ma... Come poteva affrontare di nuovo quegli occhi delusi e quella rabbia? Ne aveva paura, era il suo terrore più grande. Nonostante quello non fosse il suo Dean il solo pensiero di rivivere quei momenti lo distruggeva.
Ma non poteva comunque permettere che l'altro Castiel aprisse il Purgatorio. C'era un altro modo per evitare che quel destino diventasse di nuovo realtà, ma avrebbe dovuto calpestare il volere del suo compagno, tradire di nuovo la sua fiducia e questa volta non lo avrebbe perdonato. Ma Castiel era stato un soldato, uno dei più fedeli e devoti guerrieri di Dio e gli era stato insegnato che i sacrifici per il bene dovevano essere fatti e che il male andava estirpato alla radice. Era arrivato il momento di ricordarsi quello che era in realtà.
Non Castiel l'umano, non l'insegnante che faceva ripetizioni, non un padre, non un compagno. Ma Castiel, l'angelo del giovedì.
"Lo so, Dean" Disse mentre aprì la sottile custodia di metallo poggiata davanti a lui contrassegnata da segni di protezione enochiana. "Niente più segreti"


Dean riuscì a trovare la versione del Castiel che stava cercando a pomeriggio inoltrato – era stato costretto da Joel a giocare a nascondino per due ore... Cazzo, avete mai provato a giocarci con uno che può svolazzare dove vuole senza essere visto? Era come fare a gara di arrampicata con Spider Man! - Lo beccò sulla soglia della porta di casa mentre rientrava con un barattolo di vernice in mano.
"Proprio te cercavo! Dobbiamo parlare!" Esclamò, ma l'altro non lo ascoltò.
"Dov'è l'altro Castiel?" Chiese, nervoso.
"Cos-? Che ne so io?! Da qualche parte a lisciarsi le piume suppongo!" Rispose, stizzito.
L'angelo annuì e lo superò. Subito il cacciatore scattò per afferrarlo per una spalla e farlo girare verso di lui.
"Ehi, ti ho detto che dobbiamo parlare!" Esclamò incontrando gli occhi blu dell'altro e non riuscì a reprimere un brivido. Quello era lo sguardo di Castiel, il soldato.
"Non abbiamo niente di cui parlare. Non ti dirò niente, Dean"
Subito venne afferrato per la t-shirt e sbattuto contro il muro. Gli occhi verdi di Dean a poca distanza dai suoi lo guardavano con rabbia.
"Cosa stai combinando? Cosa cazzo state facendo voi due mocciosi senza dirmi niente?"
Era stanco di tutti quei segreti, di vedere Castiel non guardarlo negli occhi per paura o vergogna, di vederlo sparire chissà dove e non vederlo per settimane per poi ritrovarselo davanti ancora più abbattuto di prima, schiacciato da quel trench largo.
"Non devi preoccuparti, tutto si sistemerà" Disse l'angelo senza guardarlo negli occhi.
"Stronzate! Sono stanco di sentirti ripetere sempre le stesse cose! Parlami dannazione!" Urlò il Winchester.
Preso dalla rabbia fece per colpirlo con un pugno, ma una forza esterna lo fece volare lontano e sbattere violentemente contro la libreria facendo cadere parecchi volumi.
Mugolò di dolore, sputò sangue e poi aprì gli occhi. Vide Joel fermo davanti al padre con il volto più inespressivo che gli avesse mai visto.
"Nessuno fa del male al mio papà" Disse con voce troppo profonda per essere quella di un bambino. Dean comprese che era la sua parte angelica che stava parlando.
Vide Castiel posargli una mano sulla spalla e accucciarsi vicino a lui con un sorriso rassicurante.
"Joel, sai che non si fanno queste cose"
"Ma- Stava per farti male!" Esclamò il bambino con la sua voce normale mentre gli occhi cominciarono a riempirsi di lacrime.
"Stavamo scherzando! Calmati..." Mormorò abbracciandolo stretto. Joel si aggrappò a lui con tutte le sue forze singhiozzando delle scuse. "Non fa niente, non si è fatto nulla..." Lo rassicurò il padre accarezzandogli i capelli scuri. "Per farti perdonare fammi un favore però"
A quelle parole subito il piccolo si staccò da quell'abbraccio asciugandosi le lacrime.
"Sì, papà!" Esclamò, contento che non fosse arrabbiato.
"Cerca Copia e digli che voglio vederlo davanti al capanno degli attrezzi, ok?" Chiese e a Dean parve che lo stesse guardando per l'ultima volta mentre gli accarezzava una guancia con amore.
Il bambino annuì e poi scomparve.
L'angelo rimase a fissare il vuoto per qualche attimo prima di alzarsi in piedi e voltarsi verso di lui.
"Farò quello che è giusto, Dean. Non mi importa se non capirai. Non mi importa se mi odierai. Ho fatto la mia scelta"
"Beh, fattelo dire amico... Le tue scelte fanno schifo!" Ringhiò sia di rabbia che di dolore il Winchester. Non sapeva cosa avesse in mente, ma non prometteva niente di buono.
Gli occhi blu di Castiel lo fissarono per qualche altro attimo e poi uscì di casa senza voltarsi indietro. Lo lasciò dolorante accerchiato da libri di favole e romanzi. Nell'impatto doveva essersi rotto una costola visto che gli faceva un male cane respirare.
Tentò di alzarsi, ma decise di aspettare ancora qualche minuto.
Lo sguardo gli cadde sul barattolo di vernice rovesciato per terra, probabilmente caduto di mano a Castiel quando lo aveva afferrato.
Solo che quella sparsa per terra non era vernice. Era olio.


Quando il Castiel di quel tempo arrivò davanti al capanno l'altro se stesso era già arrivato. Era in piedi, rigido, davanti al portone di lamiera.
"Il bambino mi ha detto che volevi vedermi qui" Disse con la sua solita voce inespressiva.
L'altro annuì.
"Volevo parlare con te da solo" Si avvicinò fino a trovarselo davanti.
Da fuori era decisamente strano vedere due figure così uguale eppure così diverse. Uno rigido, infagottato in un trench sporco e con le braccia lungo il corpo, come se non sapesse bene cosa farsene. L'altro in jeans, maglietta e camicia a quadri, con ancora i capelli scompigliati dalla mattina.
Entrambi però con la determinazione negli occhi.
"Di cosa volevi parlarmi?" Chiese l'angelo del passato.
"Volevo dirti di smetterla col tuo piano di aprire il Purgatorio prima che sia troppo tardi" Disse l'altro arrivando subito al punto.
"Non posso, lo sai" La voce ferma era accompagnata da un sguardo sottile e deciso.
"Oh sì, lo so. Proprio per questo ti dico di smetterla. Non finirà bene"
"Invece sì. Avremo questa vita prima o poi" Ribatté quello in trench.
"Questa vita è scomparsa quando il tuo Dean ha messo piede in questo tempo. Quando lui scoprirà del patto con Crowley, adesso che sa che gli stai nascondendo qualcosa, non ti perdonerà. Non importa se il corso degli eventi rimarrà lo stesso. Lui ti ha offerto il suo aiuto e tu lo hai rifiutato" Si bloccò per un attimo, come se le parole non volessero uscire. “Non ti amerà mai” Ammetterlo ad alta voce fu doloroso, quasi quanto lo era stato separarsi dalla sua Grazia. Fu come vedersi passare davanti i suoi incubi peggiori tutti insieme.
Il silenzio calò su di loro per qualche attimo.
"Sarà salvo. Non mi interessa se questo universo scompare. Voglio solo che il mio Dean sia al sicuro" Mormorò l'altro Castiel, abbassando gli occhi.
A quelle parole l'angelo di quel tempo seppe che non sarebbe mai riuscito a convincerlo del contrario. Anche parlandogli di Bobby, dei Leviatani, del dolore in quegli occhi verdi, del sangue degli angeli che ancora macchiavano le sue mani.
"Sei veramente un moccioso..." Solo ora si rendeva conto di quanto il suo compagno avesse ragione a chiamarlo così. Quell'angelo davanti a lui era un bambino con in mano una pistola carica, un libero arbitrio appena conquistato e non compreso. "Non costringermi a fermarti" Minacciò con sguardo deciso.
Nella sua mano destra, scivolando fuori dalla camicia a quadri, comparve la sua spada angelica ancora lucida come anni prima.
La sua versione passata aggrottò lo sguardo.
"Sei poco più di un essere umano. Credi davvero di riuscire a fermarmi?" Chiese mentre i suoi occhi diventarono oscuri.
L'altro Castiel piegò le labbra in un sorriso ironico.
"Già, sono solo una scimmia senza peli con qualche vago potere angelico e una spada inutile contro un soldato di Dio, ma c'è una cosa che io so di me stesso e che tu non hai ancora imparato" Velocemente con al sua mano sinistra fece scattare la fiamma di un accendino per poi gettarlo a terra. Il cerchio di fuoco circondò il sua versione in trench in un attimo mentre il panico compariva nei suoi occhi blu.
"Io imparo in fretta" Disse stringendo la presa sulla spada.



Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=1117704