Anger Management di lirin chan (/viewuser.php?uid=8396)
Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.
Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Great Scott! ***
Capitolo 2: *** What in the name of Sir Isaac H. Newton happened here? ***
Capitolo 3: *** Jennifer could conceivably encounter her future self!... ***
Capitolo 4: *** ...The consequences of that could be disastrous! ***
Capitolo 5: *** Synchronize your watches ***
Capitolo 6: *** Of course we run, but for recreation. For fun. ***
Capitolo 7: *** Lone Pine Mall ***
Capitolo 8: *** Twin Pines Mall ***
Capitolo 1 *** Great Scott! ***
Autore:
Lirin
Chan
Fandom:
Supernatural
Personaggio/Coppia:
Dean/Castiel
Rating:
Pg13
Spoiler:
Metà sesta serie, prima della scoperta del patto di Castiel
con
Crowley
Capitoli:
1/X
Conteggio
Parole: 1629
Beta:
Princess_Perona
Trama:
Balthazar
spedisce Dean anni nel futuro per impartirgli una 'terapia d'urto'.
Riuscirà il nostro cacciatore a sopravvivere all'idea di
vivere
insieme a Castiel e di avere addirittura un figlio?! Probabilmente
no...
Note:
Parto
subito col dire – prima che piovano accuse di plagio
– che il
nome del bambino l'ho ripreso dalle bellissime fanfiction di koorime
e samek
che io venero con tutto il cuore per quelle meraviglie che hanno
creato e che spero possano perdonarmi per aver ripreso questo
particolare che io ho adorato.
Ovviamente
questa storia non c'entra nulla con le loro, non mi permetterei mai
di accostarmi a certe perfezioni.
Allora,
il titolo proviene dal film 'Anger
Management', conosciuto in Italia come 'Terapia d'Urto',
invece i
titoli dei capitoli sono ripresi dalla triologia de 'Ritorno al
Futuro', che io adooooro!
Comunque
non durerà molto, giusto qualche capitolo, ma spero che
possa
deliziarvi – e soprattutto che io riesca a fare un buon
lavoro,
cosa di cui dubito fortemente.
Titolo
del capitolo: Visto
che non tutti conoscono 'Ritorno al Futuro' così bene da
sapere le
citazioni in ogni capitolo aprirò questo siparietto per
spiegarle...
Ovviamente non voglio offendere nessuno! È solo che ogni
citazione
ha un suo perché e mi piacerebbe che fosse capito a pieno!
La
citazione di oggi è 'Great
Scott!'
[cit. dalla Triologia] in italiano tradotto con il celeberrimo
'Grande Giove!'
che Doc ripeteva sempre quando si stupiva di qualcosa. Beh, leggendo
il capitolo capirete perché l'ho scelta come prima citazione
della
storia! Buona lettura!
Disclaimer:
Dean,
Castiel & Co non sono miei!... Vi prego, datemi un Cass tutto
per
me çwç Ne ho bisogno!
Anger
Management
~
Great
Scott! ~
"Figlio
di puttana!"
Sul
serio, ma cos'aveva il mondo,
il
cosmo, se non addirittura l’intero universo contro
di lui, eh?! Non ne aveva già passate tante?! Evidentemente
no,
altrimenti come si poteva spiegare il fatto che Balthazar l'avesse
spedito chissà
dove…
di nuovo?!
Ok,
aveva leggermente dato di matto quando quell'angelo - anche se
aveva il forte sospetto che
fosse lui il responsabile dell'esistenza degli stronzi nel mondo
–
aveva insinuato
ancora
che
lui – il grande scopatore
Dean-vincerei-il-premio-Nobel-per-la-poligamia-Winchester - avesse
una relazione non propriamente amichevole con
Cass-verginello-scopa-nel-culo.
"Ascoltami
bene, razza di stronzo pennuto! Io sarò gay quando Sammy
diventerà
un nano pelato!" aveva detto prendendolo per la maglietta dallo
scollo orribilmente a V. Suo fratello dietro di lui aveva borbottato
un qualcosa come 'Non mettermi in mezzo...', ma lo aveva bellamente
ignorato.
A
quel punto quel bastardo dalla faccia da prendere a colpi di mazza
chiodata aveva sorriso… no
no, era meglio dire, ghignato mostrando
i suoi orribili denti perfetti.
"Oh,
Dean. Mio caro, piccolo, anti-gaio Dean."
Replicò
Balthazar,
con quel suo tono da presa per il culo che fece venire ancora
più
voglia al cacciatore di prenderlo a sprangate. "E se ti dicessi
che
mi
basta uno
schiocco
di dita?"
A
quel punto il Winchester aveva fatto in tempo a sgranare gli occhi e
a mormorare un mezzo 'Cosa-?' che quell'altro aveva già
schioccato
le sue dita angeliche.
E
puff! Ecco lì.
Dean
Winchester in mezzo ad una fottuta strada ignota di chissà
quale
parte del mondo, con attorno a se il nulla totale. Solo campi aperti
e cornacchie che se ne stavano placidamente accovacciate sugli
spaventapasseri.
"Balthazar!
Bastardo del cazzo! Riportami indietro! Adesso!" Urlò al
vento,
contento che non ci fosse anima viva nei paraggi. Sapeva benissimo
che non sarebbe servito a nulla.
Quando
gli
angeli si mettono in testa di fare gli stronzi non
c'era
verso
di fargli cambiare idea, figuriamoci poi quando vogliono solo
prenderti per il culo.
Con
forza evitò di pensare a Gabriel, anche perché
tutte le volte che
la sua faccia gli compariva
davanti
non
poteva far altro che prendere a calci in culo il primo che capitava
–
che di solito era il povero
Sammy.
Fece
un lungo respiro profondo, tentando di riprendere il controllo per
poi guardarsi attorno cercando un qualsiasi segno di vita che,
per fortuna, si rivelò essere il cartello stradale
dell'inizio della
cittadina di Sioux Falls. Esultò internamente di gioia
ringraziando
che quel pazzo lo avesse almeno teletrasportato in un posto che
conosceva – in effetti, guardandosi per bene attorno il
paesaggio
era familiare.
Con
tutta la pazienza che riuscì a trovare dentro di
sé si incamminò
verso casa di Bobby.
"Ciao,
Dean"
Per
poco al poveretto non venne un infarto quando si ritrovò
davanti di
punto in bianco la faccia affilata e tronfia di quello stronzo alato.
Era in cammino da
poco più di
mezz'ora e ancora non aveva trovato anima viva.
"Tu!
Sei morto! Riportami indietro!" Esclamò cercando di
mollargli
un gancio destro che
l'altro lo evitò facilmente svolazzando poco più
in là.
"No,
no, no mio caro, non si fa così! Ammettilo, pensavi fossi il
mio
frigido fratellino, eh?"
Dean
lo guardò con rabbia, ma non negò. Quel saluto
apparteneva a Cass e
sentirlo
pronunciare da quelle labbra sottili e canzonatorie gli faceva
montare ancora di più l'astio contro quel tizio.
Balthazar
lo guardò con espressione trionfale
di chi ha fatto colpo al primo tiro.
"Mio
piccolo Winchester, sono qui per proporti di arrenderti prima della
tua inevitabile perdita di faccia, sai oggi mi sento magnanimo!"
Disse, sbattendo le ciglia
e
cercando
pateticamente di sembrare dolce e innocente.
"E
cosa dovrei fare?" Ringhiò il cacciatore sapendo
già che il
prezzo sarebbe stato alto e pericolosamente imbarazzante, ma doveva
almeno provare a venire a patti con quel pazzo maniaco. No
aspetta, il pazzo maniaco era Gabriel, lui era più il
tipo…stronzo
all’ennesima potenza.
"Oh,
niente di difficile..." Sibilò l'angelo avvicinandosi.
"Tuuu~"
Enfatizzò passandogli un braccio sulle spalle,
Dean lo guardò in
cagnesco,
ma non lo scostò. "Dovrai
semplicemente arrenderti all'evidenza che il mio angelico,
quanto
tonto e fiscale fratellino
Castiel ti
mandi a fuoco le
mutande
più di 'Casa Erotica' – che Gabriel sia benedetto
per un tale
capolavoro di poesia!"
Per
un attimo il Winchester non recepì bene il messaggio, ma
quando il
significato arrivò ai suoi eterosessuali neuroni non
poté far altro
che ringhiare come un cane idrofobo e tentare di azzannare la
giugulare di quel ridacchiante figlio di puttana. Ovviamente l'unica
cosa che riuscì a mordere fu l'aria e un pezzo della sua
lingua
visto che l'altro si era di nuovo teletrasportato lontano da lui.
"Tu
sei completamente fuori di testa! Non dirò mai una cosa del
genere!
Non sono gay!" Urlò a squarciagola facendo pure volare via
due
o tre uccellini che riposavano, pacifici, su un albero vicino.
Balthazar
lo lasciò sfogare continuando ad osservarlo a braccia
incrociate.
"Hai
finito di sbraitare come una donnicciola a cui hanno toccato il culo?
Prova a vederla in questa maniera... Noi angeli non abbiamo sesso,
quindi... Non sei proprio totalmente gay!"
"Non
lo sono per nient-!"
"Zitto,
zitto, non sprecare ossigeno" Lo zittì con un gesto della
mano
come a scacciare una mosca fastidiosa dalla
faccia.
"Sinceramente
mi sono stancato della tensione sessuale tra voi mentre vi guardate
con quegli occhioni languidi. Giuro, mi fate arricciare i capezzoli
ed è un male perché sotto queste magliette
attillate fashion da
fastidio quindi..." Per la prima volta da quando Dean lo
conosceva il volto ironico dell'angelo si fece serio. "O tu ti
dai una mossa nel capire che vuoi solo strappargli quell'orribile
trench di dosso oppure ci penserò io a darti una svegliata
in puro
stile 'Anger
Management'!"
Dean
digrignò i denti guardandolo con odio.
Tutta
quella storia era assurda. Lui non aveva mai guardato Cass in maniera
particolare, tanto meno languidamente. Era come un
fratello
per lui, si fidava ciecamente e ormai nemmeno gli dava più
fastidio
che invadesse il suo spazio personale senza nemmeno chiedere scusa,
ma da qui a dire che se lo voleva portare a letto c'erano mari e
oceani sconfinati!
"Fottiti,
figlio di puttana!" Urlò cercando di incenerirlo con gli
occhi.
"Oh,
ma
tu le
battute
me le servi su un succulento piatto d'argento, caro raggio di sole...
In realtà sei tu che dovresti essere fottuto, ma questi sono
dettagli che deciderete tra voi in privato" In un attimo Dean se
lo ritrovò a pochi centimetri dalla faccia.
"Comunque,
deduco che la tua risposta sia un bel 'no', giusto?!"
"Riportami
indietro, pennuto del cazzo!" Gli ringhiò in faccia il
cacciatore ottenendo di rimando un sorriso di scherno.
"Allora,
che la terapia d'urto abbia inizio" e
in uno schiocco di dita, così come era apparso, Balthazar
scomparve.
Il
sole cominciava a tramontare quando dopo un'ora e mezza di strada
completamente deserta e desolante, riuscì a raggiungere casa
di
Bobby.
O
forse no.
Dean
era perplesso.
La
casa era sicuramente quella solo che sembrava più... pulita?
Integra? Non una catapecchia? E dov'erano i rottami di auto? La
sporcizia? L'odore di olio di motore e cadaveri bruciati? E cosa ci
faceva un giardino curato davanti alla porta d'ingresso
con tanto
di staccionata bianca e altalena per bambini? Il vecchio ubriacone si
era dato alla maternità? Eppure era quasi certo che la
menopausa ce
l'avessero solo le donne...
Si
avvicinò titubante alla casa bianca verniciata da poco
guardandosi
attorno e
dicendosi mentalmente che lì qualcosa non tornava.
Che
fosse opera
di Balthazar? Gli angeli potevano trasformare un vecchio, rude,
alcolizzato uomo di mezza età in una donnina in menopausa
con la
voglia di cambiare l'arredamento?
"Joel!
Aiutami ad apparecchiare!" Udì da dentro casa.
Sgranò
gli occhi. Era la voce roca di Cass, ma... con qualcosa di diverso.
Da quand'è che Cass parlava di apparecchiare e con un tono
così
normale?
E
poi chi cazzo era questo Joel?!
Silenzioso,
entrò nel giardino - evitando per un pelo di inciampare nel
camion
dei pompieri giocattolo - per poi avvicinarsi alla finestra della
cucina – sul serio, quelle erano tendine con delle
pannocchie?!
Dove
cazzo era finito, nella casa dei Simpson?!
Sbirciò
attraverso
le orride tendine e
per poco non gli partì un embolo.
Dentro
la cucina di Bobby,
tirata
a lucido anch’essa come mai l'aveva vista, Castiel
con addosso dei normali jeans, una t-shirt rossa e una camicia a
quadri, stava delicatamente porgendo una piccola pila di piatti ad un
bambino di non più di cinque anni dai capelli scuri, viso
lentigginoso e salopette azzurra.
"Papà
tornerà tardi stasera?" chiese il piccolo alzandosi sulla
punta
dei piedi per mettere i piatti davanti a quattro sedie.
"No,
lui e lo zio dovrebbero arrivare tra poco"
Il
bambino fece un largo sorriso pieno di felicità prima di
correre
fuori dalla stanza. "Vado ad aspettarli fuori!"
Vide
Cass ridacchiare – sul serio?! - prendendo le posate.
"Non
sporcarti!" Gli urlò dietro per poi borbottare di panni da
lavare.
…
Il
cervello di Dean ci mise un po' a ripartire – o meglio, ci
mise più
del solito.
Ok,
Cass era passato dallo stato di
'angelo-del-Signore-soldato-super-cazzuto-verginello-palo-nel-culo' a
'casalinga-babysitter-super-mamma-verginello-palo-nel-culo'. Tutto
ciò era strano, assurdamente strano.
E
quei vestiti era sicuro che fossero i suoi.
Poi
c'era il marmocchio. Il suo cervello poteva benissimo essere anche in
uno stato di morte apparente, ma aveva recepito benissimo quel 'lui e
lo zio' ed aveva lo strana sensazione che 'lo zio' non fosse riferito
a se stesso.
Insomma,
in quale diavolo di fottuto posto fuori di testa l'aveva spedito quel
figlio di puttana?!
"Papà?"
Quella vocina alle sue spalle lo raggelò peggio di quando
suo padre
lo aveva beccato a masturbarsi in macchina.
'Oh
porco cazzo' fu l'unico pensiero coerente che ebbe prima di voltarsi
incontrando un paio occhi verdi
così simili ai
suoi.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 2 *** What in the name of Sir Isaac H. Newton happened here? ***
Autore:
Lirin
Chan
Fandom:
Supernatural
Personaggio/Coppia:
Dean/Castiel
Rating:
Pg13
Spoiler:
Metà sesta serie, prima della scoperta del patto di Castiel
con
Crowley
Capitoli:
2/X
Conteggio
Parole: 2534
Beta:
Nessuna,
ho fatto del mio meglio per trovare tutti gli orrori
çwç
Trama:
Balthazar spedisce Dean anni nel futuro per impartirgli una 'terapia
d'urto'. Riuscirà il nostro cacciatore a sopravvivere
all'idea di
vivere insieme a Castiel e di avere addirittura un figlio?!
Probabilmente no...
Disclaimer:
Dean,
Castiel & Co non sono miei!... Vi prego, datemi un Cass tutto
per
me çwç Ne ho bisogno!
Anger
Management
~
What in the name of Sir Isaac H. Newton happened here? ~
"Cass!
Castiel!" Sam cambiò stanza per l'ennesima volta, come se
cercasse una recezione migliore, tante volte la linea telefonica
angelica fosse momentaneamente irraggiungibile. "Oh, andiamo! Lo
so che non sono Dean, ma potresti fare uno strappo alla regola che ti
impedisce di venire quando ti chiamo io?! È davvero
urgente!"
Aspettò qualche attimo guardandosi intorno prima di cadere
seduto
sul sudicio letto di motel dove si erano fermati lui e suo fratello
prima che questi venisse sparato chissà dove da Balthazar
quattro
ore prima. Si mise le mani tra i capelli, per poi coprirsi gli occhi.
"Castiel, Dean è scomparso, non so cosa fare. Ti prego,
aiutami" Mormorò.
Quasi
non ebbe il tempo di finire la frase che un fruscio vicino a se lo
fece scattare in piedi.
"Cos'è
successo?" Ovviamente lui, il normale, non importante, inutile
Sam non era degno nemmeno di un saluto. Ma lui era superiore, non se
la sarebbe presa, non era come Dean.
"Succede
che se tu non fossi un angelo del Signore a quest'ora ti avrei
già
mandato a quel paese! Tuo fratello Balthazar ha spedito il mio
chissà
dove e tu per quattro ore mi hai ignorato perché non
rispondi mai
quando ti chiamo!" Sì, lui era superiore a Dean. Aveva
evitato
di prenderlo inutilmente a pugni!
Castiel
lo fissò per qualche attimo, tanto che Sam ebbe il dubbio
che non lo
avesse sentito.
"Perché
mai Balthazar dovrebbe portare via Dean?" Chiese l'angelo,
più
che altro a se stesso.
Sam
sospirò, cercando di ritrovare la calma dopo lo sfogo.
"Non
lo so. So solo che prima stavano discutendo di qualcosa e l'attimo
dopo erano spariti"
"Di
cosa stavano discutendo?" Sam nemmeno ebbe il tempo di farci
caso quando si ritrovò Cass vicino, troppo vicino. Come
facesse Dean
a sopportarlo non lo sapeva. Cass lo fissava negli occhi, nonostante
la differenza d'altezza, cercando di capire chissà cosa,
forse se
stesse mentendo o meno.
"Emm...
Una delle loro cavolate, niente di serio!" Non era sicuro se
fosse il caso di dirgli la verità.
"Di
cosa, Samuel?" Sam poteva giurare di aver visto quegli occhi blu
farsi più scuri e fissarlo ancora più a fondo.
Deglutì a vuoto.
"Ecco...
Balthazar ha questa strana... ossessione verso te e Dean... Sembra
convinto che... siate più che amici e fa battute idiote...
Questa
volta Dean era più nervoso del solito e ha dato di matto,
come al
solito..."
Se
Sam non avesse avuto l'assoluta certezza che Cass fosse capace di
trattenere le emozioni avrebbe sicuramente scommesso che fosse in
imbarazzo. Gli occhi bassi, il rossore appena accennato e la schiena
curva ne erano decisamente sintomi, ma il cacciatore non voleva
crederci.
"Balthazar
è sempre stato... particolare" Borbottò,
allontanandosi
finalmente da Sam.
"Un
modo gentile per non dire 'matto da legare'?" Chiese,
sarcastico.
Castiel
annuì con la testa.
"Ma
non porterebbe mai Dean in un posto pericoloso, sono sicuro che sta
bene" Disse l'angelo riportando lo sguardo sul Winchester.
"Questo
non toglie che non sappiamo quando lo riporterà indietro..."
Ribatté questo incrociando le braccia.
"Vado
a parlarci immediatamente" Decise l'angelo prima di sparire.
Il
cacciatore non ebbe il tempo nemmeno di sospirare prima che facesse
ritorno. Aggrottò le sopracciglia in uno sguardo perplesso.
"Già
fatto?" Chiese, non capendo.
"Sam..."
Biascicò Cass guardandosi le punte dei piedi prima di
risollevare lo
sguardo, deciso, su di lui. "Troverò Dean. Dovessi metterci
tutta l'eternità, ovunque sia. Lo riporterò a
casa"
Con
un fruscio d'ali l'angelo sparì lasciando da solo Sam che,
per un
attimo, non si domandò se i vaneggiamenti di Balthazar
avessero un
qualche fondamento.
"Papà?"
Ci
sono momenti in cui un Winchester deve prendersi le
responsabilità
dei casini che combina, gli aveva detto una volta sua padre con quel
tono da falso santone che riusciva comunque ad incantarlo –
anche
se, col senno di poi, una frase del genere detto da uno che aveva un
figlio segreto non era poi tanto da prendere in considerazione.
Comunque Dean lo aveva sempre ritenuto un buon consiglio, ma... cosa
doveva fare se il suddetto 'casino' lo aveva combinato il suo io
futuro? Valeva lo stesso?
Intanto
il bambino lo stava fissando a metà tra il perplesso e lo
sconvolto,
con la bocca storta in una smorfia indecisa e la testa inclinata di
poco. Era familiare, anche se questa volta la sensazione non
proveniva dalla loro evidente parentela.
"Papà?"
Chiese di nuovo, avvicinandosi un poco.
Dean
aprì e chiuse la bocca diverse volte prima di proferire
parola.
"Ehi...
Ciao, marmocchio..." Evidentemente quella fu la cosa giusta da
dire perché il piccolo mostrò subito un sorriso
raggiante che fece
risaltare le lentiggini, ma Dean non poté notarlo dato che,
inspiegabilmente, se lo ritrovò con le braccia attaccate al
collo un
secondo dopo. Per evitare di cadere a terra – o di strozzarsi
–
fu costretto ad artigliarlo per i fianchi.
"Bentornato!
Io e papà Cass abbiamo preparato la cena! E papà
Cass mi ha fatto
mangiare la robaccia verde e fatto fare tutti i compiti! È
stato
molto cattivo!" Gli urlò nelle orecchie prima che, con
forza,
non riuscì a staccarselo dalla presa ferrea su suo collo. Lo
guardò
bene mentre metteva arricciava la boca in un broncio adorabile.
Capelli scuri, occhi verdi, lentiggini, carattere aperto, sguardo
intelligente, affettuoso. Quel bambino era sicuramente suo, la vera
domanda era chi aveva combinato l'altra metà del casino?
Ma
soprattutto...
"Papà
Cass?" Mormorò continuando a fissare il bambino.
"Bentornato
papà Dean"
Il
cacciatore non fece in tempo a girarsi alla sua destra che due labbra
morbide e screpolate si poggiarono alle sue. Sapevano di pomodoro e
di buono, solo quello riuscì a registrare prima che si
allontanassero e lui si accorgesse, orribilmente, che quello sporto
dalla finestra della cucina e sorridente come mai lo aveva visto non
era altri che Castiel.
E
il cervello di Dean andò in black out.
"Wo,
wo! Prima di giungere a conclusioni affrettate, fratellino, ricorda
che gli angeli sono amore!" Esclamò Balthazar quando si vide
comparire davanti un Castiel tutt'altro che amichevole.
"Solo
quelli di Terza Classe" Ribatté l'altro continuando a
guardarlo
infuriato, ma senza muovere un dito.
"Oh,
il caro Dean-raggio-di-sole ha proprio una bella influenza su di
te... Fai anche le battute adesso!" Ironizzò Balthazar,
ghignando.
Castiel
si trattenne dall'inclinare la testa, non avendo minimamente capito
di cosa parlasse.
"Non
sono qui per questo, fratello. Dimmi dove lo hai portato"
Ordinò, deciso.
In
risposta l'altro sbuffò, incrociando le braccia.
"Figurati
se Sam non andava ad attaccarsi al trench della mammina..."
Borbottò, infastidito.
"Dimmelo,
Balthazar" Insistette Castiel.
"Non
ne ho nessuna intenzione! È arrivato per lui il momento di
aprire
gli occ-"
Si
ritrovò subito dopo attaccato al muro con Castiel che lo
stringeva
per la maglia.
"Cosa
gli hai detto?" Dai suoi occhi Balthazar poteva perfettamente
vedere la sua vera essenza diventare scura di rabbia.
Rabbrividì, ma
cercò di non darlo a vedere.
"Non
quello che pensi tu, fratello. Il tuo piccolo sporco segreto
è al
sicuro" Mormorò. Castiel lo fissò per qualche
altro attimo,
accertandosi che non mentisse, prima di lasciarlo permettendogli di
massaggiarsi il collo offeso. "Diavolo, ma cos'avete contro
questa maglia? A lungo andare me la sformerete" Borbottò,
lisciandosi le pieghe.
"Dove
lo hai portato?" Ricominciò Castiel.
"Ti
hanno mai detto che sei monotematico?" Ironizzò, come al
solito, l'altro.
Questa
volta Cass non rispose, limitandosi a fissarlo. Balthazar sapeva di
aver già perso, non era mai riuscito a dirgli di no quando
lo
guardava con quegli occhioni, perfino nella loro vera forma.
Alzò
gli occhi al cielo, esasperato.
"Ascolta,
giuro che non ho cattive intenzioni. Se il mio piano va in porto
starai meglio, l'ho fatto soprattutto per te, il mio caro palo nel
culo, frigido, monotematico, fratellino Castiel"
"Dove,
Balthazar?" Ripeté assottigliando gli occhi blu.
L'altro
sbuffò, erano sempre tutti pronti a rovinargli il
divertimento.
"Cinque
anni dal futuro da oggi, segui la mia scia e lo troverai" Non
dovette nemmeno sentire il fruscio d'ali per capire che Castiel se ne
era già andato.
Ghignò,
ridacchiando tra se. Suo fratello era davvero ingenuo.
Fissò
ancora il calendario con gli angioletti in pannolino appeso vicino al
frigorifero.
Giugno
2014.
Era
nel fottutissimo futuro, di nuovo. Beh, almeno questa volta non era
rincorso da Croats desiderosi di trasformarlo in un Deanburger, anche
se in quel momento sarebbe stata una prospettiva migliore.
Dopo
quello strano incidente – sì, doveva essere stato
un incidente –
con Castiel il suo cervello aveva smesso di funzionare per qualche
minuto non rendendolo capace di accorgersi che suo figlio –
oh mio
Dio, aveva un figlio – lo stesse trascinando in casa e poi in
cucina. Si era ripreso solo quando, non si sa come, il suo nervo
ottico aveva recepito la data.
"Dean,
stai bene?"
Trasalì.
Non si era accorto della vicinanza di Castiel che adesso lo stava
guardando preoccupato con la testa inclinata come suo solito. Si
sorprese a sorridere mentre constatava che certe cose non cambiavano
proprio mai.
"Emm,
sì, Cass, tutto okay... Ammiravo il calendario..."
Inventò su
due piedi.
Castiel
lo fissò per un attimo prima di guardarlo male e creare,
arricciando
le labbra, un broncio che ebbe la strana sensazione di aver
già
visto.
"Ancora
con questa storia? Giuro che se il prossimo anno non ne prendi uno
normale compro quello della chiesa protestante in città"
Minacciò, continuando a guardarlo fintamente male.
Dean
inorridì al pensiero anche se,a pensarci bene, non c'entrava
nulla,
ma avere Castiel così rilassato e umano lo coinvolgeva.
"Comunque,
dove hai lasciato Sam? Non doveva venire a cena da noi?" Chiese
l'angelo – anche se cominciava a chiedersi se ancora lo fosse
–
mentre finiva di poggiare i bicchieri sul tavolo.
"Emm...
Ecco..." Diavolo, che cazzo gli rispondeva ora? Se non ci fosse
stato quel maledetto incidente non avrebbe avuto problemi a
raccontargli tutto, ma adesso era titubante. Come fai a dire a
qualcuno che ha baciato la versione passata del proprio... Beh
qualsiasi cosa fossero?! Se almeno Cass lo avesse riconosciuto come
l'ultima volta sarebbe stato tutto più facile, e invece no!
Il suo
destino era davvero uno schifo...
Per
fortuna arrivò il marmocchio a salvarlo.
"Papà
Cass! Io ho fame! Voglio l'hamburger!" Dichiarò il bambino
arrampicandosi su una sedia. Per poco non cadde all'indietro, ma Dean
– in uno scatto di riflessi che non pensava nemmeno di
possedere,
riuscì ad acchiapparlo per le bretelle della salopette prima
che
finisse col culo per terra.
"Ehi,
marmocchio, stai più attento!"
Joel
rise facendogli perfettamente intendere che no, non lo sarebbe stato.
Quel ragazzino gli somigliava decisamente troppo, anche se notava
perfettamente che c'era una parte di lui diversa, eppure familiare.
Era tutto così strano, prima cosa fra tutte lui che viveva
assieme a
Castiel in una qualche tipo di relazione che tentava in tutti i modi
di non comprendere. Per quanto la cosa fosse palese non voleva
nemmeno prendere in considerazione l'idea. Il Castiel che conosceva
lui era rigido, estraneo a ogni tipo di conoscenza sessuale e poco
incline ai sorrisi e alle battute. Eppure, per quanto lo prendesse in
giro, gli piaceva e gli mancava.
Osservò
l'angelo di spalle mentre preparava da mangiare in quella cucina
tirata a lucido. Non era una brutta immagine, Cass era rilassato come
non lo aveva mai visto e sembrava... felice. Felice di stare assieme
a lui, a Joel, di avere una casa tutta loro e cucinare
chissà quale
stramberia. Era un sentimento che lo invadeva fin dentro l'anima
facendo star bene anche lui.
L'immagine
dell'angelo del suo tempo e di quello futuro si mischiavano,
confondendolo.
I
suoi pensieri filosofici vennero interrotti dal trillo di un
cellulare che non era il suo. In fretta, vide Castiel allontanarsi
dai fornelli.
"Voi
due lavatevi le mani e non toccate niente!" Disse mentre usciva
dalla stanza.
"Si,
mamma!" Risposero insieme loro due, ridacchiando.
Dean
si mise nel posto vicino a Joel che lo guardo perplesso, inclinando
di nuovo la testa.
"Che
c'è?" Chiese il cacciatore, spendo di aver commesso un passo
falso.
"Quello
è il posto di zio Sam quando viene a trovarci... Non ti
siedi vicino
a papà Cass?" Domandò il bambino indicando il
posto di fronte
al suo.
Dean
passò lo sguardo sul posto indicato da Joel prima di
scrollare le
spalle
"Cos'è?
Non vuoi sederti vicino al tuo vecchio?" Rise, scompigliando i
capelli scuri del bambino che tentò di scappare via da lui
scoppiando in una risata.
Era
strano avere un figlio, eppure quell'atmosfera casalinga era davvero
meravigliosa. Anche se percepiva che quello non era il suo posto e
che quella non era ancora la sua vera vita, almeno per adesso.
Voleva
tornare indietro, da Sam, dal Castiel che conosceva – quello
che
non sorrideva, non faceva battute e non... faceva casini. Doveva
assolutamente mettere le cose in chiaro con il Cass di quel tempo.
Prima
che potesse muoversi dalla sedia qualcosa di freddo gli
sfiorò la
nuca. Per esperienza il cacciatore seppe all'istante che non poteva
essere altro che un fucile.
"Allontanati
dal mio bambino, bastardo figlio di puttana"
Ascoltando
Cass imprecare come lui Dean constatò di aver avuto una
bruttissima
influenza sull'angelo del Signore, anche se doveva ammettere che ne
era quasi orgoglioso.
Ovviamente
come seconda cosa pensò di essere nella merda fino alle
lentiggini.
"Sta
succedendo qualcosa a casa" Disse Dean accelerando mentre
chiudeva la chiamata con Castiel.
"In
che senso?" Chiese Sam distogliendo lo sguardo dal libro che
stava leggendo.
"Non
lo so... Cass sembrava sorpreso di sentirmi e ha riattaccato subito"
Non era da lui, non era assolutamente da lui.
Sam
sbuffò, tornando a leggere.
"Forse
si è solo stancato dal tuo chiamarlo ogni dieci minuti... Io
ti
avrei già mandato a quel paese, per fortuna è
nato angelo e ha una
pazienza superio-AHI!" Urlò per poi massaggiarsi il braccio
colpito duramente dal pugno vendicatore del fratello. "Stronzo!"
"Puttana"
Borbottò Dean, ma continuando ad accelerare per nulla
tranquillo.
Odiava
lasciare Castiel e Joel da soli, ma non poteva nemmeno abbandonare
suo fratello ad occuparsi dei casi. Okay, aveva una famiglia da
mantenere, ma era per sempre un fottuto cacciatore con la sindrome
del fratello maggiore protettivo, che cazzo! Senza contare che tutte
le volte che tornava intero Cass era decisamente più
disponibile a
letto. Oh, quella volta del giochino con il trench era stato
fantastico...
"Dean!
Frena!" Urlò Sam al suo fianco facendolo sobbalzare e poi
premere con tutta la sua forza il pedale del freno. Per un attimo non
vide cosa avesse spaventato così tanto suo fratello, ma
quando
inquadrò una figura beige in mezzo ad un incrocio non
poté far
altro che sterzare bruscamente per evitare l'impatto. Le ruote
stridettero e crearono fumo per l'attrito con l'asfalto. L'Impala si
fermò appena in tempo per evitare l'impatto.
Dean
e Sam tirarono un sospiro di sollievo prima che il fratello maggiore
non emettesse un basso ringhio per la rabbia.
"Figlio
di puttana! Adesso ti spacco la faccia!" Esclamò prima di
scendere dalla macchina già sul piede di guerra mentre Sam
lo
seguiva già pronto a sanare l'ennesima rissa.
Ma
non ce ne fu bisogno perché il fratello
s'immobilizzò appena si
rese conto di chi avesse davanti.
"Ciao
Dean"
'Oh
porco cazzo' fu l'unico pensiero coerente che il cacciatore
ebbe
prima di incontrare quegli occhi blu che conosceva meglio dei suoi.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 3 *** Jennifer could conceivably encounter her future self!... ***
Autore:
Lirin
Chan
Fandom:
Supernatural
Personaggio/Coppia:
Dean/Castiel
Rating:
Pg13
Spoiler:
Metà sesta serie, prima della scoperta del patto di Castiel
con
Crowley
Capitoli:
3/X
Conteggio
Parole: 2011
Beta:
Nessuna,
ho fatto del mio meglio per trovare tutti gli orrori
çwç
Trama:
Balthazar spedisce Dean anni nel futuro per impartirgli una 'terapia
d'urto'. Riuscirà il nostro cacciatore a sopravvivere
all'idea di
vivere insieme a Castiel e di avere addirittura un figlio?!
Probabilmente no...
Note:
Prima
di lasciarvi alla lettura vorrei solo ringraziarvi per tutto il
sostegno che date a questa fanfiction... Ammetto che quando l'ho
iniziata l'avevo presa un po sottogamba, non mi aspettavo che potesse
piacere tanto! Farò del mio meglio per non deludervi! E
adesso
smetto di parlare e vi lascio al terzo capitolo!
Disclaimer:
Dean,
Castiel & Co non sono miei!... Vi prego, datemi un Cass tutto
per
me çwç Ne ho bisogno!
Anger
Management
~
Jennifer could conceivably encounter her future self!... ~
"E
tu che cazzo ci fai qui?!" Urlò Dean nel silenzio della
campagna. Il sole era ormai già sceso e cominciavano a
vedersi le
stelle... non che al cacciatore fregasse qualcosa di quelle stronzate
dato che aveva davanti il suo compagno che doveva, in teoria,
trovarsi almeno ad una decina di chilometri da lì.
L'angelo
lo fissò prima di inclinare la testa.
"Non
sei lui" Disse, lasciando basiti i due cacciatori.
A
Dean parve di essere tornato ad anni prima, quando Cass era ancora
l'angelo-da-palo-nel-culo-perenne e ogni sua parola era un mistero.
Notò solo in quel momento che, cazzo, aveva pure il fottuto
trench
addosso, sembrava esattamente quello di cinque anni
prima. Lo
capiva, lo sapeva, lo percepiva da quegli occhi così blu che
conosceva in ogni loro sfumatura, ma che non erano quelli che ogni
giorno vedeva al mattino.
Quello
non era il suo Cass, o almeno non ancora.
"Dean,
che sta succedendo?" Sentì chiedere da Sam, ma non ebbe la
possibilità di rispondere.
Davanti
a lui, in un colpo di tosse improvviso, Castiel aveva cominciato a
sputare sangue per poi accasciarsi a terra.
"Cass!"
Subito i due cacciatori gli corsero vicino, Dean tentò di
tirarlo
su, ma l'angelo sembrava privo di sensi. Vedendo la sua bocca sporca
di sangue e i vestiti macchiati di rosso non poté far altro
che
andare nel panico, non importava di quale tempo fosse, quello era il
suo Cass, con o senza palo nel culo. "Sam, dobbiamo portarlo a
casa! Subito!"
Fortunatamente
suo fratello era un armadio a due ante altrimenti sarebbe stato
problematico trasportarlo fino alla macchina e stenderlo sui sedili
posteriori. Senza perdere tempo i due salirono sull'Impala e Dean
partì, sempre più preoccupato.
"Che
ci fa Castiel del passato qui?!" Esclamò Sam tenendo
d'occhio
l'angelo privo di sensi.
Dean
non si stupì che pure suo fratello ci fosse arrivato
– era il nerd
per antonomasia e poi era abbastanza palese la diversità tra
i due.
"Non
lo so, ma se conosco abbastanza bene quel moccioso di un pennuto non
è venuto qui per una vacanza, c'entro sicuramente io" Disse,
senza preoccuparsi di sembrare presuntuoso. Cass aveva sempre
rischiato il collo solo quando c'era lui di mezzo, per quando ancora
questo lo irritasse terribilmente.
"Vuoi
dire che il te del passato è a casa?!" Erano davvero nei
casini.
"Già,
che bella situazione eh?! Spero solo che Cass non abbia già
fatto la
cazzata suprema" Borbottò accelerando ancora.
"Tipo
stare a sentire il primo dei tuoi insegnamenti? 'Prima spara, poi fai
le domande'?" Ironizzò Sam, anche se la prospettiva di Cass
che
sparava al suo fratello del passato gli faceva venire i brividi,
oltre che un gran mal di testa.
"No,
tipo scambiarmi per lui e farci qualche porcheria!" Esclamò
Dean stringendo il volante fino a farsi venire le nocche bianche per
la rabbia. Castiel sapeva essere davvero un pervertito e il suo gioco
preferito era prenderlo alla sprovvista e non dargli tempo nemmeno di
parlare.
Sam
lo guardò con occhi sgranati. Se fosse stata un'altra
persona
avrebbe dubitato della sua sanità mentale, ma era suo
fratello e
tutto era possibile, anche vederlo incazzarsi per un possibile
tradimento del proprio angelico fidanzato con un suo io passato
piuttosto che per la possibile morte del suddetto.
Oh,
che mal di testa...
"Joel
va in giardino e aspetta che arrivino papà e lo zio"
Dean
vide il bambino sgranare gli occhi in un'espressione confusa prima di
passare lo sguardo da Cass e lui.
"Papà?"
Mormorò, spaventato.
Dean
cercò di immaginarsi cosa doveva provare vedere uno dei suoi
genitori puntare un fucile alla testa dell'altro. Tentò di
sorridere
per tranquillizzarlo – diavolo, stava diventando davvero un
ottimo
papà.
"Tranquillo,
marmocchio. Io e papà dobbiamo solo parlare, fa come dice
lui"
Disse cercando di essere il più convincente possibile.
Joel
lo guardò ancora per un attimo prima di annuire e sparire in
un
fruscio d'ali. Dean sgranò gli occhi a quella vista
ricordandosi di
quando se lo era ritrovato tra le braccia all'improvviso. Ma non
poté
continuare ad analizzare la cosa che il leggero colpo della canna del
fucile sulla sua nuca gli fece ricordare in che situazione fosse.
"Alzati
e ringrazia il fatto che ci fosse Joel per non averti già
sparato"
Comandò con voce ferma Cass.
Lentamente
il cacciatore si alzò con le mani alzate strisciando
rumorosamente
la sedia sul pavimento.
"Adesso
girati, lentamente" Di nuovo, obbedì al comando dell'angelo.
Si
ritrovò faccia a faccia con lui. Gli occhi blu di Cass lo
fissavano
con rabbia e diffidenza, mai aveva visto uno sguardo rivolto verso di
lui. Come aveva fatto a cambiare così tanto? A diventare
così
umano?
Forse
la risposta la sapeva già. La stessa che aveva avuto da uno
strafatto e disperato Cass del futuro qualche anno prima.
'La
vita...'
La
vita insieme a lui. Alla fine Cass, in ogni futuro possibile, aveva
sempre la peggio per colpa sua.
"Cosa
sei esattamente? Sei immune a tutte le protezioni della casa..."
Chiese questo mirando alla sua testa.
"Sono
Dean" Rispose il cacciatore dopo un sospiro.
"Non
raccontarmi stronzate, Dean sarà qui a momenti insieme a suo
fratello, quindi o mi dici la verità o ci puoi giurare che
quando
arriveranno si saranno persi da un pezzo la possibilità di
farti
domande"
Probabilmente
Dean si ricordò solo in quel momento che esisteva l'altro se
stesso.
Non seppe decidere se sentirsi sollevato o preoccuparsi, ricordando
il modo in cui si era auto-steso la volta prima.
"Te
lo giuro, Cass. Sono io! Balthazar mi ha spedito qui! Vengo dal
passato!" Tentò di spiegarsi meglio che poté non
sapendo bene
nemmeno da dove cominciare e avere puntato addosso il suo fucile non
gli rendeva le cose più facili.
Cass
continuò a tenerlo sotto tiro, ma il cacciatore
notò che le spalle
si erano rilassate e gli occhi si erano fatti meno freddi.
"Come
si chiamava la ragazza con cui volevi farmi perdere la
verginità in
quel night?" Chiese a bruciapelo.
Gli
stava dando una possibilità, per fortuna. Ghignò
sia per il ricordo
sia per il fatto che Cass avesse scelto proprio quella domanda.
"Chi?
Quella che tu hai fatto incazzare a morte? Chastity! Uno dei momenti
più belli della mia vita!" Nemmeno la minaccia di un fucile
puntato poté farlo resistere dal mettersi a ridere.
Cass
lo osservò ancora un po' prima di abbassare l'arma.
"Parla
per te, quella lì aveva seri problemi paterni..." Disse,
serio,
poggiando il fucile sul tavolo della cucina.
I
suoi occhi blu si fermarono su quelli verdi di Dean, osservandolo. In
quel momento il cacciatore sentì di trovarsi davanti il
vecchio
angelo del Signore, quello che lo guardava come se potesse leggergli
l'anima – cosa che non doveva essergli difficile visto che
l'aveva
pure afferrata stretta, come
aveva affermato quando si erano conosciuti.
Forse
ci riusciva anche meglio di prima.
Poi,
senza un perché, Cass cominciò a ridere.
Sgranò gli occhi mentre
all'altro veniva quasi da piangere dalle risate. Almeno questa volta
non era una risata piena d'amarezza.
"Si
può sapere cos'hai da ridere?!" Esclamò Dean,
irritato.
Castiel
respirò due o tre volta prima di calmarsi.
"La
tua faccia...! 'Balthazar mi ha spedito qui! Vengo dal passato!'"
Lo imitò con voce stridula e da donna, cosa che non fece
molto
piacere al cacciatore che aggrottò le sopracciglia. "Sul
serio,
pensavi che non ti avessi riconosciuto?" Le sue labbra si
aprirono in un sorriso dolce e gli occhi blu lo guardarono con quello
che Dean non riuscì a non identificare come 'amore
incondizionato'. "Riuscirei a riconoscere il te stesso di
ogni anno, di ogni momento"
Per
la prima volta Dean cominciò a capire come fosse potuto
finire a
vivere con lui. Cass era...
I
suoi pensieri vennero interrotti dall'altro che spostava una sedia e
si metteva seduto.
"Fammi
indovinare... Sam ha appena riavuto la sua anima..." Disse,
poggiando un gomito sul tavolo per poi poggiare il mente su una mano,
continuando a guardarlo con un mezzo sorriso. Dean annuì,
non
sapendo cosa rispondere. "Si vede... Quando sei preoccupato per
Sam hai sempre quell'espressione sofferente e in mezzo agli occhi ti
viene una ruga che non sparisce nemmeno quando dormi... E noto che
ancora non mi guardi disgustato..."
Dean
lo guardò perplesso.
"Disgustato?"
Chiese, titubante.
Cass
fece quel sorriso che ricordava tanto la sua versione strafatta e lo
guardò con la stessa amarezza e pentimento.
"Spoiler,
Dean"
Il
cacciatore, guardandolo in quegli occhi che piangevano senso di
colpa, non ebbe il coraggio di insistere.
"Dean..."
La voce spezzata fece girare all'istante Sam verso i sedili
posteriori, Dean si limitò a gettare un'occhiata veloce per
poi
tornare sulla strada.
"Ehi,
angioletto, come ti senti?" Chiese il maggiore dei fratelli
mentre l'altro cercava di far restare sdraiato Cass che tentava di
alzarsi seduto.
"Calmati,
Castiel! Siamo quasi arrivati a casa!" Lo rassicurò con un
sorriso.
"No,
devo trovare Dean..." Con dolore riuscì ad alzarsi seduto su
uno dei sedili. "Non deve incontrarmi..." Disse, tra una
smorfia di dolore e l'altra, in un sospiro quasi inudibile.
"Tranquillo,
Cass non dirà nulla..." Disse Dean, con voce incolore. "Non
rischierebbe mai di perdere quello che abbiamo"
Ma
Sam poté benissimo notare una lieve punta di terrore nei
suoi occhi.
Suo fratello accelerò ancora.
In
breve furono in vista della casa. Non sembrava esserci niente di
strano, a parte Joel seduto e rannicchiato sui gradini di casa.
Appena furono in vista lo videro voltarsi verso di loro e in un
attimo, preceduto da uno svolazzare d'ali, il piccolo era seduto
sulle ginocchia dello zio.
"Papà!"
Esclamò il piccolo tentando di saltargli al collo, ma Sam
riuscì a
fermarlo prima di rischiare di finire fuori strada.
"Ehi,
moccioso!" Esclamò Dean scompigliandogli i capelli con un
sorriso. Il piccolo rise prima di tornare serio.
"Dentro
casa c'è un uomo uguale uguale a te! Papà Cass
gli ha puntato
addosso il tuo fucile!" Racconto, agitato.
"Oh,
cazzo..." Borbottò il Winchester fermando la macchina vicino
all'entrata della staccionata. "Sam tu resta con Joel e Cass!"
Comandò catapultandosi fuori dall'Impala.
Solo
in quel momento il piccolo si accorse della figura seduta sul sedile
posteriore. Entrambi si scrutarono con la medesima espressione
confusa e la testa inclinata, occhi verdi dentro occhi blu.
"Non
capisco..." Dissero insieme con lo stesso identico tono.
Sam
si mise una mano tra i capelli, scuotendo la testa.
"Oh,
mamma..."
Il
mal di testa aumentò...
"Cass!
Fermo, quello è il fottuto me del passato!" Entrò
trionfale in
casa gridando il Dean del futuro.
Si
guardò attorno, il salotto era vuoto. Subito si
spostò in cucina
dove trovò il suo compagno e il suo se stesso seduti al
tavolino a
parlare.
"Si
può sapere perché non mi hai detto subito che mi
avevi
riconosciuto?" Stava borbottando se stesso.
"E
perdermi l'occasione di puntarti addosso un fucile? Non sai quanto
vorrei farlo quando trovo tuoi calzini sporchi ovunque!" Si
lamentò Cass prima di cominciare a ridere.
Il
Dean appena arrivato li guardò. I due non si erano nemmeno
accorti
del suo arrivo troppo presi dalla loro conversazione. Si può
essere
gelosi di se stessi?
Tra
una risata e l'altra, finalmente, Cass si accorse della sua presenza.
Subito un largo sorriso tutto per lui illuminò la faccia
dell'angelo
che si alzò venendogli incontro. La sola sua presenza
riusciva a
fargli dimenticare ogni problema, ogni ferita dell'anima, ogni
dolore.
"Bentornato,
Dean" Disse l'angelo mentre lo guardava con quegli occhi blu
pieni di quel sentimento che andava ben oltre l'amore.
Era
una loro specie di tradizione. Sia lui che Cass non avevano mai avuto
quella che si potesse definire una vera casa. Calore, qualcuno che ti
aspetta con un sorriso, frasi banali e quotidiane. 'Bentornato'
'Sono a casa' 'Come è andata?'
'Bene, tu?'
'Bene'. Perché tutto andava bene ed erano
felici.
"Sono
a casa" Sospirò il cacciatore mentre una mano si poggiava
sul
suo fianco e l'altra lo tirava verso la bocca del compagno in un
bacio che sapeva di famiglia.
Niente
gli avrebbe portato via tutto questo.
L'altro
Dean li guardò per un attimo per poi distogliere lo sguardo.
Tutto
quel sentimento lui non poteva ancora capirlo.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 4 *** ...The consequences of that could be disastrous! ***
Autore:
Lirin
Chan
Fandom: Supernatural
Personaggio/Coppia:
Dean/Castiel
Rating:
Pg13
Spoiler:
Metà sesta serie, prima della scoperta del patto di Castiel
con
Crowley
Capitoli:
4/X
Conteggio
Parole: 2181
Beta:
Nessuna,
ho fatto del mio meglio per trovare tutti gli orrori
çwç
Trama:
Balthazar spedisce Dean anni nel futuro per impartirgli una 'terapia
d'urto'. Riuscirà il nostro cacciatore a sopravvivere
all'idea di
vivere insieme a Castiel e di avere addirittura un figlio?!
Probabilmente no...
Note:
Allora,
da qui in avanti la cosa si fa complicata... Complicata nel senso che
cercherò in tutti i modi di far capire di quale Dean o di
quale Cass
stia parlando, capirete che è complicato descrivere le scene
se ci
sono due versioni di ben due personaggi nello stesso momento... Se in
qualsiasi momento vi perdete fatemelo sapere e io sistemerò
il
pezzo! Vi lascio alla lettura che, spero, vi risulti scorrevole!
Tra
parentesi, odio questo capitolo... Mi è venuto uno schifo...
Sul
serio, non ho il coraggio di rileggerlo...
Disclaimer:
Dean,
Castiel & Co non sono miei!... Vi prego, datemi un Cass tutto
per
me çwç Ne ho bisogno!
Anger
Management
~
...The consequences of that could be disastrous! ~
Il
blu e il verde si
guardarono, scrutandosi dentro l'anima, trovando qualcosa di
familiare e qualcosa di nuovo. Confusione.
Poi
consapevolezza negli
occhi blu e terrore.
"Ehi,
Cass... Tutto
bene?" Si sentì chiedere dal minore dei Winchester, ma non
lo
degnò di risposta – come faceva quasi sempre.
Osservava
il bambino. I
capelli neri, gli occhi verdi, le lentiggini. Sentiva in lui tanto di
Dean, ma percepiva anche qualcosa di suo. Qualcosa di puro e dalla
forza smisurata.
Poi,
pure il bambino
comprese qualcosa osservandolo e ne fu spaventato. In un battito
d'ali sparì.
"Joel!"
Esclamò
Sam guardandosi attorno per poi imprecare a denti stretti. "Ma
che diavolo sta succedendo?"
Ma
l'angelo non lo
ascoltava. Nella sua testa c'era solo l'immagine di due piccoli occhi
verdi dai riflessi blu.
"Emm,
potreste
smetterla? No, sapete, io non mi sono ancora traghettato dall'altra
sponda..." Tentò di attirare l'attenzione il Dean del
passato,
fortunatamente riuscendoci.
Cass
lo guardò un po'
imbarazzato mormorando un "Le mie scuse" e gli venne quasi
da sorridere pensando che, forse, una piccola parte dell'angelo che
conosceva era ancora dentro di lui.
Al
contrario l'altro se
stesso – solo più vecchio – lo
guardò irritato.
Oh,
sì, sapeva quanto
odiasse essere interrotto, ma cavolo! Non aveva nessuna intenzione di
vedere la sua copia accoppiarsi con quella di Cass! Ok, forse sarebbe
stato il suo futuro, ma era il caso di andarci piano altrimenti la
sua mente non avrebbe retto!
"Si
può sapere cosa
cazzo ci fai tu qui?" Chiese brusco il Dean futuro.
"Balthazar!
A quanto
pare voleva farmi vedere quanto io fossi impaziente di togliere la
verginità al suo fratellino in trench! E diavolo... Ancora
non
riesco a credere che in qualche strano e malato modo lui avesse
ragione..." Disse, mettendosi una mano tra i capelli. "Tutto
questo è assurdo..." Concluse, con voce incrinata.
Il
Winchester di quel
tempo fece finta di non vedere il lampo di dolore negli occhi blu di
Castiel. Diavolo, sembrava di essere tornati all'inizio della loro
relazione/non-relazione: lui che negava e Cass che subiva ogni colpo
infertogli dalla sua maledetta boccaccia.
Cercò
di cambiare
argomento.
"Beh,
sappi che non
sarai l'unico ad essere sconvolto..." Di colpo gli sguardi del
suo angelo e del se stesso più giovane furono su di lui, uno
incredulo, l'altro perplesso.
"Non
è che potreste
venire a darmi una mano?!" La voce affaticata di Sam che
arrivava dal salotto li fece sussultare sul posto. Subito tutti e tre
gli andarono incontro trovandolo sulla soglia di casa con Castiel
–
quello in trench – che a stento si reggeva in piedi.
"Cass!"
Esclamò
il cacciatore più giovane affrettandosi vicino all'angelo.
Subito
passò un braccio di Cass attorno al suo collo e lo tenne su
stringendolo per la vita.
Gli
occhi blu affaticati
incontrarono i suoi verdi e, Dean ne era sicuro, sorrisero con
sollievo.
"Dean...
Ti ho
trovato..." Mormorò, sfinito, l'angelo. Il cacciatore non
poté
trattenersi dal sorride.
"Già,
ottimo
lavoro, angioletto. Mi hai trovato" Borbottò prendendo tutto
il
peso del suo corpo su di te allontanandolo da Sam. Lo
trascinò,
senza chiedere aiuto a nessuno, sul divano in tessuto blu al centro
della stanza. Cass subito vi si sdraiò sopra sospirando in
sollievo.
Dean
lo osservò per un
attimo prima di voltarsi, infuriato, verso se stesso.
"Che
cazzo gli avete
fatto?! I viaggi nel tempo non dovrebbero fargli più
quest'effetto!"
Esclamò già pronto a prendere a pugni perfino la
sua stessa faccia.
"Credi
davvero che
sarei in grado di-" Cominciò quello del futuro, ma venne
fermato con una mano sul petto dal Castiel al suo fianco che si
avvicinò.
"Una
cosa è
viaggiare nel passato, un'altra nel futuro." Scostò di un
poco
il giovane Dean, ancora sulla difensiva, e si inginocchiò
davanti al
divano, vicino alla volto affaticato dell'angelo. "Il passato
è
già stato scritto, niente può cambiarlo, piegare
quelle linee del
tempo è semplice perché sono state già
percorse. È come
percorrere una strada ben definita e conosciuta" Mormorò
osservando con tristezza il suo stesso volto. "Il futuro, al
contrario, cambia di continuo a seconda delle decisioni del presente.
Dean tu sei stato in un 2014 differente da questo, puoi capire,
tornando nel tuo tempo hai preso la decisione di tenere vicino a te
Sam, così quel futuro si è dissolto. Piegare
delle linee del tempo
accennate senza le direttive dalle alte cariche del Paradiso
è dura
perché si ha la sensazione di entrare in un bosco oscuro
pieno di
sentieri che si incrociano tra loro senza la minima idea di dove
andare" Fece un sorriso ironico. "Mi complimento con me
stesso per esserci riuscito"
"Ma
Balthazar mi ha
portato qui! E ci è pure tornato per prendermi per il culo!"
Ribatté il Dean vicino a lui distogliendolo un attimo dal
contemplare se stesso svenuto.
"Mio
fratello nel
vostro tempo ha un arsenale di armi, alcune i cui poteri sono tuttora
oscuri perfino a noi. Probabilmente ne ha usata una" Spiegò
prima di posare una mano sulla fronte del se stesso svenuto. "Non
posso riportarvi indietro, ma posso almeno aiutare lui a
riprendersi..." Disse, per poi chiudere gli occhi.
"Cass!
No!"
Esclamò il Dean di quel tempo correndo subito al suo fianco,
scacciando malamente da una parte la sua versione più
giovane. "Non
puoi... Sei debole! Potresti..."
Castiel
non aprì nemmeno
gli occhi quando gli rispose, semplicemente tirò le labbra
in un
sorriso.
"Come
se tu potessi
fermarmi quando mi metto in testa qualcosa..." Mormorò prima
che la stanza diventasse piena di luce.
"Cass!"
Dean,
non si capì bene quale dei due – forse entrambi -,
fu invaso dal
terrore.
Un
piccolo sbuffo di fumo
uscì dalla scintilla che infiammò gli ingredienti
del rituale.
Sam
aspettò, tendendo
l'orecchio. Erano ormai passate più di dodici ore dalla
scomparsa di
suo fratello e otto da quella di Castiel. Era nel panico, cercava di
stare calmo pensando che Balthazar sicuramente non lo aveva spedito
in qualche posto pericoloso, ma il silenzio da parte dell'angelo lo
faceva stare in ansia. Ovunque fosse stato sicuramente Cass sarebbe
stato in grado di raggiungerlo, eppure non erano ancora tornati.
Ancora
non aveva provato
a contattare Bobby, infondo a cosa poteva servire? Avrebbe solo fatto
preoccupare ancora di più l'anziano cacciatore. L'unica cosa
che era
stato in grado di fare in quelle interminabili ore era stato fare
avanti e indietro per la stanza e chiamare a squarciagola il nome del
loro angelo preferito.
Ma
era stato inutile.
Tutto taceva.
Alla
fine l'unica cosa
che gli era venuta in mente era stato evocare il fautore di tutto
quel casino.
"Oh,
ed ecco il
nostro intrepido cacciatore dai capelli scintillanti prendere le
redini della situazione!" Balthazar, comparso dietro di lui,
sogghignava come al solito.
"Dov'è
mio
fratello?" Chiese subito, già stanco dei suoi giochetti.
L'angelo
fece un finto
lamento di dolore.
"Oh,
Sam, così
ferisci i miei sentimenti! E io che credevo ci fosse qualcosa di
speciale tra di noi!" Esclamò cercando di sembrare
addolorato,
ma risultando solo ancora più irritante agli occhi del
cacciatore.
Tra
i due scese il
silenzio prima che Balthazar sbuffasse, annoiato.
"Sai,
dovreste
godervi un po' di più la vita, di questo passo fra dieci
anni sarete
pelati..."
Di
nuovo, Sam non rispose
continuando a fissarlo negli occhi. L'angelo cominciava ad essere un
po' in soggezione. Gli occhi del Winchester avevano questo strano
potere di far capitolare tutti.
Alla
fine non resistette.
"E
va bene, va bene!
Basta solo che la smetti di fissarmi con quelle cose!"
Esclamò,
esasperato. "Cavolo, tra te e Cassie non so chi abbia gli
occhioni più cucciolosi!"
"Dov'è?"
Troncò sul nascere l'ennesimo sproloquio dell'altro.
"Al
sicuro, posso
garantirtelo. Tra qualche giorno andrò a riprendere sia lui
che il
vostro amato angioletto in trench"
"Cass
è con lui?"
Balthazar
ghignò.
"E
dove vuoi che
sia?"
Sam
ignorò il tono
volutamente malizioso. Sapeva che non avrebbe ottenuto altro da
quell'angelo che di santo non aveva nemmeno le scarpe.
"Puoi
giurarmi che
non gli accadrà niente? Lo riporterai indietro sano e
salvo?"
Chiese, cercando di trattenersi dal prendere a pugni quel ghignante
essere.
"Lo
giuro sulle mie
candide ali piumose! Fra qualche giorno riavrai il tuo fratellone
pronto a salpare alla volta di un'altra entusiasmante avventura!"
"Perché
fai tutto
questo?" Chiese alla svelta il Winchester prima che l'angelo se
ne volasse via.
Balthazar
lo fissò per
un attimo prima di sorride. Questa volta un sorriso vero, non un
ghigno, senza la più piccola traccia di derisione.
"La
vita è così
triste, mio bel cacciatore. Voglio solo mostrare a quei due che da
soli si sta bene, ma insieme... Beh, credo che lo capiranno"
Disse, prima di sparire.
Sam
ebbe appena il tempo
di sbattere gli occhi che Balthazar ricomparve davanti a lui.
Diavolo, ma quegli angeli amavano le finte uscite?!
"Ah,
tra parentesi,
quella di prima era una cazzata. La verità è che
tuo fratello mi
sta sull'anima e mi annoiavo"
Sam,
che prima era
riuscito per qualche attimo a calmare le sue brutte sensazioni,
tornò
ad essere ansioso nell'esatto momento in cui l'angelo sparì
dalla
sua vista.
Sperava
solo che Dean non
si cacciasse in qualche casino...
Ci
misero qualche attimo
per tornare a vedere chiaramente. Quello che però
reagì per primo
fu il Dean di quel tempo, ancora vicino al divano e ai due Castiel.
Notò subito, con terrore, che adesso anche il suo Cass era
svenuto,
accasciato sul pavimento.
"Cass!"
Esclamò
e suonò un po' come un urlo strozzato dal cuore che gli era
salito
in gola. Subito prese tra le braccia l'angelo che non
accennò un
movimento e restò svenuto. "Castiel! Svegliati! Ti prego..."
Sul serio, se ci aveva rimesso le penne lo avrebbe ammazzato una
seconda volta!
"Mi
ha dato la sua
energia, per un po' non si sveglierà, ma starà
bene" Era così
preoccupato per il suo che non era accorto che l'altro Cass si era
svegliato e adesso lo stava fissando.
Lo
guardò con odio. Il
Castiel che lo guardava con occhi dispiaciuti e pieni di colpa era la
versione corrotta, odiata e Dean avrebbe dato qualsiasi cosa per non
ritrovarsela di nuovo davanti.
"Cass,
ti senti
bene?" Sentì chiedere dalla voce così uguale alla
sua. Era
ancora strano sentirla senza che lui aprisse bocca.
Il
suo se stesso più
giovane si avvicinò all'angelo del suo stesso tempo mentre
questi si
voltava verso di lui, annuendo.
"Sto
bene, Dean. Ma
non posso riportarci indietro" Disse, dispiaciuto.
Per
un attimo il Dean del
passato s'irrigidì alla notizia, ma poi si
rilassò di nuovo. Non
era il momento di farsi prendere dal panico e scaricare le colpe su
un pennuto indebolito. Era venuto a cercarlo perché, come
sempre,
era preoccupato per lui. Gli mise una mano sulla spalla e
cercò di
rassicurarlo – cavolo, stava diventando troppo empatico...
Adesso
riusciva perfino a capire quando era triste.
"Ci
penseremo più
avanti, Cass. Tu riposati intanto"
"Sammy,
aiutami a
portare il nostro Cass di sopra. Quando si sveglia
voglio
dirgliene quattro e non voglio sentirmi in colpa per averlo lasciato
sul pavimento" Ordinò, brusco, l'altro Dean raggiunto quasi
immediatamente dal fratello che gettò un'occhiata curiosa ai
due
venuti dal passato. "Muoviti!" Lo incitò il fratello
cercando di tirare su il corpo del compagno.
Con
fatica riuscirono a
trascinarlo fino alle scale.
"Vedete
di non fare
altre cazzate voi due" Borbottò Dean prima di scomparire al
piano di sopra.
I
due rimasero soli nel
salotto. O almeno, credettero di rimanere da soli finché una
testolina nera non si affacciò da dietro una delle poltrone
davanti
a loro e occhi verdi, spaventati, li fissarono con sospetto.
Dean
gli sorrise subito,
nervoso, e cercò di non terrorizzarlo ulteriormente
– cosa che
Cass sembrava non prendere nemmeno in considerazione visto che lo
fissava con i medesimi occhi terrorizzati.
"Ehi,
ti chiami
Joel, vero?" Chiese il cacciatore, non sapendo bene cosa dire.
"Joel
Robert
Winchester!" Puntualizzò il bambino con una scintilla
d'orgoglio nello sguardo.
Per
un attimo a Dean
tornò in mente Bobby John, il piccolo mutaforma che avevano
salvato
qualche mese prima. Non sapeva se considerare la cosa patetica oppure
divertente. Anche se il nome Joel gli suonava comunque strano...
Perché non John?
"Tu
non dovresti
esistere"
La
voce di Castiel, così
fredda e distante, stupì perfino lui, figuriamoci un piccolo
bambino
di non più di cinque anni. Infatti gli occhi verdi del
bambino si
spalancarono prima di diventare tutto rosso tentando di trattenere le
lacrime e i singhiozzi. Sparì prima che il Winchester
potesse fare o
dire qualsiasi cosa.
Rimase
ad osservare il
punto dove il bimbo era sparito prima di voltarsi, incazzato, verso
l'angelo.
"Ma
sei scemo?! Come
hai potuto dire una cosa del genere ad un bambino?!" Urlò
trattenendosi dal prenderlo a pugni.
"Joel...
'-el' è la
fine di quasi tutti i nomi angelici..." Mormorò Castiel
senza
guardarlo, forse addirittura imbarazzato.
La
realizzazione di cosa
quella notizia implicasse rese di pietra il nostro povero cacciatore.
Svolazzamenti
stile
angelo, lentiggini, capelli neri, occhi verdi, JoEL, Robert,
Winchester.
Mentre
fissava la
libreria di fronte a se – stranamente stracolma di libri
– Dean
sperò solo di non essere ingrassato durante la gravidanza.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 5 *** Synchronize your watches ***
Autore:
Lirin
Chan
Fandom:
Supernatural
Personaggio/Coppia:
Dean/Castiel
Rating:
Pg13
Spoiler:
Metà sesta serie, prima della scoperta del patto di Castiel
con
Crowley
Capitoli:
5/X
Conteggio
Parole: 2512
Beta:
Nessuna,
ho fatto del mio meglio per trovare tutti gli orrori
çwç
Trama:
Balthazar spedisce Dean anni nel futuro per impartirgli una 'terapia
d'urto'. Riuscirà il nostro cacciatore a sopravvivere
all'idea di
vivere insieme a Castiel e di avere addirittura un figlio?!
Probabilmente no...
Disclaimer:
Dean,
Castiel & Co non sono miei!... Vi prego, datemi un Cass tutto
per
me çwç Ne ho bisogno!
Anger
Management
~
Synchronize your watches ~
Il
corpo di Castiel
molleggiò sul materasso quando i due fratelli Winchester lo
lasciarono cadere su di esso. La camera illuminata solo dalla lampada
sul comodino dell'angelo rendeva ancora più spettrale la
figura
sofferente di Cass, cosa che fece preoccupare ancora di più
il
compagno.
Era
da anni che non
vedeva l'altro ridotto così, da quando avevano deciso che
non
avrebbe più usato i suoi poteri angelici e invece eccolo
lì,
freddo, che respirava appena.
Al
suo risveglio non
l'avrebbe passata liscia! Stupido pennuto con l'indole da
crocerossina!
"Dean,
io vado di
sotto a tenere sotto controllo la situazione" Annunciò il
fratello mentre già stava sulla soglia della porta. Dean
annuì
distrattamente senza smettere di fissare Castiel.
Quando
la porta si chiuse
l'unica cosa che riuscì a fare fa sdraiarsi sulla sua parte
di letto
e prendere una mano dell'angelo, attendendo.
Alla
fine l'unica cosa
che riusciva sempre a fare per Castiel era aspettare che tornasse.
Quello
che Sam trovò in
salotto al pianoterra fu suo fratello – doveva chiamarlo
minore o
maggiore in questo caso? - in piedi che fissava la libreria. Di
Castiel-angelo-del-signore non c'era traccia.
"Dean...
Tutto ok?"
Gli chiese arrivatogli vicino.
L'altro
ci mise un po' a
reagire, guardandolo. Sembrava davvero sconvolto.
"Sammy...
Dimmi che
non hanno inventato la gravidanza maschile..." Disse facendo
quasi uscire dalle orbite gli occhi del fratello.
"Cosa?!
No! Ma che
ti viene in mente?!" Esclamò, inorridito.
Dean
sembrò
tranquillizzarsi un poco, ma adesso aveva quasi il respiro
accelerato.
"Joel...
Cos'è
allora?" Chiese, guardandolo.
A
quel punto Sam
comprese. Castiel del passato doveva aver notato qualcosa e Dean
doveva aver visto il bambino sparire e ricomparire, per quando suo
fratello fosse ottuso non era stupido.
Sospirò,
passandosi una
mano tra i capelli lunghi.
"È
complicato... Non so nemmeno quanto è il caso di dirti..."
Sul
serio, che situazione di merda. E dire che il suo piano era cenare
tranquillamente e poi tornarsene a casa. "L'unica cosa che mi
sento di dirti è che... Tu e Cass amate Joel... È
vostro figlio e... Non ti ho mai visto così felice come
adesso..."
Sam
conosceva suo
fratello quanto se stesso eppure in quel momento non seppe bene cosa
passò per la testa cocciuta di suo fratello. Lo vide solo
annuire e
poi avviarsi verso la porta di casa.
"Vado
a cercare Cass
e Joel" Borbottò uscendo.
Sam
sperò solo che non
fosse andato a suicidarsi.
Castiel
- quello in
trench - aveva deciso di andare via da quel salotto quando gli occhi
di Dean non avevano sbattuto le palpebre per ben 37 secondi –
a
quanto sapeva del corpo umano aveva intuito che fosse in stato di
shock e che avesse bisogno di solitudine.
Senza
nemmeno rendersene
conto aveva seguito la scia del piccolo così simile alla
sua, adesso
lo stava osservando, in silenzio, mentre piangeva dentro l'auto che
Dean amava tanto.
Il
Winchester era
sembrato molto alterato per quello che aveva detto e pure il bambino
non l'aveva presa bene. Strano, eppure aveva solo detto la
verità.
Non
sarebbe dovuto
esistere, era dai tempi di Gesù Cristo che non accadeva una
cosa del
genere – Oh, sì il trambusto che suo fratello
maggiore Gabriel
aveva combinato quella volta aveva decisamente avuto un sacco di
conseguenze – e, cosa secondaria, ma importante, era
più che
sicuro che Dean fosse maschio e pure il suo tramite.
Eppure
Joel – nome
strano, ma che non gli dispiaceva – aveva sia una
metà angelica
che una umana. Vedeva le sue ali bianche spuntare dalla schiena,
erano piccole, ma aperte superavano già l'altezza del
piccolo.
Tuttavia non vedeva la sua vera essenza, come accadeva con gli altri
angeli. Il corpo del piccolo non era un tramite, non avrebbe potuto
mai abbandonarlo, come gli esseri umani.
Era
una situazione anche
più strana di quella accaduta duemila anni prima.
No,
Joel non sarebbe
dovuto esistere eppure era lì, che singhiozzava con le gambe
rannicchiate al petto sul sedile posteriore dell'Impala.
Senza
capire il perché
si ritrovò a volare dentro l'auto sedendosi vicino al
piccolo che,
vedendolo, sgranò gli occhi e singhiozzò
più forte.
"Non
ti farò del
male" Disse subito, ma Joel sembrò non credergli.
"Tu
sei cattivo! Hai
le ali nere!" Esclamò il piccolo spaventato.
Cass
abbassò gli occhi,
colpevole. Le sue ali candide avevano iniziato a scurirsi dopo
l'inizio del suo patto con quel demone dell'Inferno. Nemmeno quando
si era ribellato ai suoi fratelli era accaduto.
Doveva
prenderlo come un
segno di suo Padre o una punizione?
"Io...
sto facendo
la cosa giusta..." Si ripeté per l'ennesima volta, ma
cominciava a crederci sempre meno.
Prima
o poi Dean
l'avrebbe scoperto – aveva letto il disgusto negli occhi
verdi del
cacciatore di quel tempo – e tutto sarebbe sprofondato. Lui
sarebbe
sprofondato, ma non importava.
Le
sue ali, la sua vita,
la sua Grazia, le sue ragioni, il mondo, tutto avrebbe dato per lui e
la sua felicità.
Non
poteva più tornare
indietro.
"Sei
triste?"
Chiese una vocina. Joel lo guardava con i suoi occhi verdi e la testa
inclinata. Cass lo imitò, dubbioso.
"Triste?"
Domandò, non capendo. Sapeva che era un sentimento umano, ma
non
comprendeva cosa fosse.
Il
bambino annuì.
"Tu
sei uguale al
mio papà Cass e quando lui è triste ha la stessa
faccia che hai
adesso" Spiegò Joel indicandolo con le dita paffute.
L'angelo
non comprese.
"Cosa
si prova
quando si è tristi?" Non capiva.
Joel
fece una smorfia
pensosa molto simile a quella che Dean metteva su quando cercava di
spiegargli qualcosa.
"Hai
voglia di
piangere e senti male forte forte qui" Disse toccando il centro
del petto dell'angolo con un dito.
Castiel
fissò il punto
indicato dal bambino con sguardo assorto per qualche momento, poi
tornò a fissare il piccolo.
"Sì,
sono triste"
Ammise.
"Perché
sei
triste?" Chiese Joel sedendosi meglio vicino all'angelo, adesso
le loro gambe si toccavano.
"Sto
facendo
qualcosa di sbagliato" Disse Cass abbassando di nuovo gli occhi,
colpevole. Era la prima volta che lo ammetteva ad alta voce.
"Se
ti rende triste
non dovresti farla" Commentò Joel arricciando le labbra in
un
broncio.
"Ma
devo farla. È
la cosa giusta. Così salverò Dean"
Ripeté la litania che
continuava a vorticargli nella mente da mesi.
"Il
mio papà Dean
non vorrebbe che tu fossi triste per colpa sua" Ribatté il
piccolo annuendo con la testa. "Quando io faccio qualcosa che
non dovrei fare alla fine lui se ne accorge sempre e fa una faccia
tutta triste però alla fine mi perdona!" Preso
dall'entusiasmo
fece un grande sorriso, così simile a quello che raramente
aveva
visto fare al cacciatore. "Sono sicuro che se gli chiedi scusa
lui non si arrabbierà!"
Castiel
rimase a fissare
quel sorriso e quegli occhi verdi per attimi che gli parvero lunghi
ore, il peso sul petto che man mano diventava un po' più
leggero.
Forse comprendeva perché Dean si fosse arrabbiato prima.
Anche
se ancora non
comprendeva come fosse possibile la sua esistenza si ritrovò
a
ringraziare suo Padre per averlo creato. Quel bambino era davvero un
angelo.
Con
delicatezza passò
una mano sulla testa ricoperta di soffici capelli scuri del bambino.
In realtà non era sicuro di star facendo bene quella cosa,
ma aveva
visto molto volte gli esseri umani dimostrare affetto ai bambini in
quella maniera e lui cercava di imitarli il meglio possibile.
"Sei
un bravo
bambino" Disse, cercando di essere il meno brusco possibile.
Joel
sembrò gradire
tutto ciò e rise diventando un poco rosso mostrando ancora
di più
le lentiggini spruzzate sulle guance e facendo brillare gli occhi
verdi.
"Vedo
che avete
fatto amicizia"
La
voce ridacchiante di
Dean li fece voltare verso il finestrino dalla parte del guidatore
dove il ragazzo era affacciato. Stava sorridendo. Castiel si chiese
da quanto fosse lì, stranamente non lo aveva sentito.
"Mocciosi
è un'ora
che vi cerco. Rientriamo che sta facendo buio... Senza contare che
comincio ad avere fame..." Borbottò.
A
quelle parole Joel
scattò subito verso i sedili anteriori, euforico.
"Anch'io!
Anch'io!
Voglio l'hamburger!" Esclamò mentre Dean lo prendeva
sottobraccio per farlo uscire dal finestrino aperto.
"Queste
sono le cose
che voglio sentire!" Approvò il cacciatore mentre lo posava
a
terra e il bambino rideva. "Adesso vai in casa e dì allo zio
Sam di mettere al fuoco tutta la carne che trova, se si azzarda a
tirare fuori robaccia verde sei autorizzato a strappargli tutti i
suoi amati capelli!" Ordinò, quasi serio.
Joel
annuì, euforico per
la missione e sparì in un battito d'ali.
Il
silenzio calò sul
giardino, spezzato solo da Castiel che apparì vicino a lui.
Ormai il
sole era del tutto tramontato e restava solo un lieve rossore dietro
le montagne.
"Non
hai ancora
capito come sia possibile?" Chiese Dean, continuando a guardare
la casa che cominciava ad essere illuminata dalla luce elettrica
delle stanze.
L'angelo
capì che si
stava riferendo a Joel.
"No,
c'è stato un
solo altro caso, ma era con un angelo e una donna e comunque non
aveva ali, solo vaghi poteri sovrannaturali" Rispose. La storia
di Maria e Gabriel era un segreto che non doveva essere divulgato.
Dean
ridacchiò e,
finalmente, spostò lo sguardo su di lui.
"Meglio
che non
chieda chi fossero quell'angelo e quella donna, vero?" Chiese il
Winchester ridendo. Castiel spostò il peso da un piede
all'altro e
guardò altrove, agitato, cosa che fece ridere ancora di
più Dean.
"Tranquillo 'Codice Da Vinci', il più
grande segreto
dell'umanità è al sicuro!" Prima che l'angelo
potesse
interromperlo con la sua solita espressione perplessa sulle sue
citazioni, Dean tornò serio e lo guardò negli
occhi. "Comunque
non intendevo quello, sono sicuro che gli altri due
ce lo
spiegheranno" Evidentemente quello che voleva dire lo metteva a
disagio perché si strofinò le labbra con le dita
e distolse lo
sguardo da lui, come era suo solito fare quando era imbarazzato.
Castiel lo guardò, curioso. "Intendevo... noi due... Sai,
quella storia di vivere insieme... Stare insieme... nel senso
romantico..." Balbettò, tentando di farglielo capire senza
arrivare al punto. Ma, insomma, si parlava di un angelo del Signore
dal palo nel culo totalmente immune a qualsiasi forma di sarcasmo e
convenzioni sociali!
"Non
capisco,
Dean..." Ecco, appunto, confermò precisamente di sospetti
del
cacciatore con tre semplici parole.
"Oh,
insomma!"
Sbottò, esasperato, il Winchester. "Ma non ti pare strano
che
tra cinque anni noi due ci ritroveremo a vivere insieme con un figlio
nostro?! Per quella tua testa piumosa non ti è passato il
vago
sospetto che noi due per fare quel figlio abbiamo, forse, dovuto fare
sesso?!" E dopo quello il cacciatore non riuscì
più ad andare
avanti perché l'imbarazzo lo stava uccidendo. Rimase ad
aspettare
una qualche reazione di Cass che, da parte sua, realizzava quel fatto
solo ora.
Sesso.
Al solo pensiero
gli saliva lo stesso panico che aveva provato in quel luogo di
perdizione dove Dean lo aveva trascinato anni prima.
Sesso.
Lui e Dean. Non
riusciva nemmeno ad immaginarselo. Oddio sì, sapeva i
meccanismi del
sesso grazie al fattorino delle pizze, ma quello era tra uomo e donna
e, di nuovo, era più che sicuro che sia Dean che il suo
tramite
fossero di genere maschile.
Inspiegabilmente
sentì
la faccia calda.
"E
comunque fammi
arrivare al punto! Da qualche parte deve essere iniziata questa
cosa!" Esplose di nuovo Dean facendosi più vicino e
prendendolo
per le spalle costringendolo a guardarlo negli occhi. "Quindi se
io sono etero... Cass... Tu non... ti sei preso una cotta per me,
vero?" Riuscì a chiedere alla fine il coraggioso cacciatore.
Il
silenzio, di nuovo,
scese su di loro.
"Zio
Sammy!"
Il
Winchester fece appena
in tempo a sentirlo che Joel gli fu subito attaccato al collo. Lo
afferrò saldamente per i fianchi per evitare di cadere
entrambi a
terra.
"Joel!
Ti ho detto
mille volte di non apparire appeso al collo! Potresti farti del
male!" Esclamò, arrabbiato, ma se ne pentì subito
quando
incrociò gli occhioni verdi del bambino e vide il broncio
arricciato
sulle labbra. Sospirò. "E va bene, non importa! Scusa!" Si
affrettò a dire, poggiandolo a terra.
"Quello
uguale a
papà Dean ha detto di dirti di preparare la cena! Voglio
l'hamburger!" Esclamò già dimentico del broncio
di prima.
Sam
sospirò di nuovo,
alla fine certe cose toccavano sempre a lui. Perché? Era
alto,
grosso come un armadio... Perché si ritrovava sempre a fare
la
cameriera?
Dio,
se la sua vita era
miserevole solo con un fratello come Dean, figuriamoci con due! E
pure due Cass!
Non
sarebbe
sopravvissuto, se lo sentiva. Era andato in barba all'Apocalisse,
alla gabbia di Lucifer, al non avere un anima e soprattutto al circo
di clown che si era accampato due settimane prima vicino a casa sua,
ma mai sarebbe sopravvissuto ad una coppia stra-innamorata e a
un'altra che ancora doveva cominciare, ma che già si
guardava con
occhioni languidi.
Doveva
prendere qualcosa
per quel mal di testa lancinante...
A
questo il nostro
povero, piccolo – metaforicamente parlando –
cacciatore pensava
mentre veniva trascinato in cucina.
"Dean..."
Castiel, nella penombra della stanza, aprì lentamente gli
occhi,
ancora stanco e indolenzito.
Si
sentiva risucchiato di
tutte le forze, l'unica cosa che, a fatica, riusciva a fare era
aprire gli occhi e guardare la ruga di preoccupazione che il suo
compagno faceva sempre quando faceva qualcosa di stupido.
"Sei
stato un
idiota" Sentì Dean dire, ma i suoi occhi adesso riuscivano
solo
a vedere la ruga e i suoi occhi verdi. Era davvero sfinito. "Come
ti senti?"
L'angelo
ci mise un po'
ad elaborare la domanda e trovare la risposta.
"Hai
presente il
primo concerto dei Metallica a cui mi hai portato? Ecco, mi sento
meglio di allora..." Disse in un soffio riuscendo perfino ad
abbozzare un sorriso. Adesso riusciva a vedere tutto il volto di Dean
– tra parentesi, wo... Era davvero un angelo/uomo fortunato
se la
prima cosa che vedeva al risveglio era sempre quel volto.
"Oh,
allora
sopravviverai..." Borbottò ironicamente il Winchester
continuando a tenergli la mano – se ne era accorto solo ora
che
gliela stava stringendo con forza. Doveva essersi preoccupato davvero
molto.
"Scusa..."
Disse, sentendosi davvero in colpa.
Alla
fine l'unica cosa
che riusciva sempre a fare per Dean era farlo preoccupare.
"Troverai
il modo di
farti perdonare..." Ribatté il Winchester cercando di non
dare
a vedere quanto in realtà fosse arrabbiato. Con delicatezza
poggiò
la mano libera sul suo volto stanco. Castiel percepì il
tocco e vi
si abbandonò, era raro che Dean gli dedicasse certe
attenzioni.
"Non
fare mai più
una cosa del genere. Mai, hai capito?" Ordinò il cacciatore
con
tono inflessibile prima di sporsi un poco per baciarlo senza
aspettare risposta – non gliene serviva una, sapeva che in
qualsiasi caso Cass non lo avrebbe ascoltato, ormai aveva assorbito
fin troppo il 'libero arbitrio made in Winchester'.
L'angelo,
ancora
dolorante, rispose a quelle labbra che baciava ogni giorno e che mai
avrebbe voluto abbandonare. Lo baciò per non rispondere a
quella
domanda, anche se sapeva che Dean conosceva già la risposta.
Per
te annienterei me stesso, le mie ali, la mia vita e brucerei
all'Inferno.
Non
poteva più tornare
indietro.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 6 *** Of course we run, but for recreation. For fun. ***
Autore:
Lirin
Chan
Fandom:
Supernatural
Personaggio/Coppia:
Dean/Castiel
Rating:
Pg13
Spoiler:
Metà sesta serie, prima della scoperta del patto di Castiel
con
Crowley
Capitoli:
6/X
Conteggio
Parole: 2275
Beta:
Nessuna,
ho fatto del mio meglio per trovare tutti gli orrori
çwç
Trama:
Balthazar spedisce Dean anni nel futuro per impartirgli una 'terapia
d'urto'. Riuscirà il nostro cacciatore a sopravvivere
all'idea di
vivere insieme a Castiel e di avere addirittura un figlio?!
Probabilmente no...
Note:
Questo
capitolo fa schifo.
È uno di transizione e fa decisamente pena. Comunque, lo so Nemesis
No Tamashii questo capitolo doveva chiamarsi in una maniera
diversa, ma ho spostato quel titolo al prossimo perché
è più
attinente! Per concludere... Io giovedì parto per Rimini
Comics
quindi il prossimo arriverà un po' in ritardo... Fate le
brave
mentre non ci sono! Buona lettura! (Buona... Mediocre... Fa davvero
schifo...)
Disclaimer:
Dean,
Castiel & Co non sono miei!... Vi prego, datemi un Cass tutto
per
me çwç Ne ho bisogno!
Anger
Management
~
Of course we run, but for recreation. For fun. ~
Castiel
fissava Dean.
O
almeno era quello che
il cacciatore credeva dato che quasi non vedeva ad un palmo dal suo
naso – il sole era ormai tramontato da un bel po'.
Dopo
la domanda fatidica
i due erano rimasti in silenzio. Uno in attesa di risposta, l'altro
perso in chissà quali pensieri mistici – in
realtà tentava di
togliersi dalla testa le immagini mentali di lui e Dean che
copulavano come conigli. Era come se quelle immagini gli fossero
entrate in testa e non volessero più uscire, si sentiva come
quella
volta che il cacciatore lo aveva portato in quel luogo di perdizione
o forse anche peggio.
Eppure
quelle immagini
sembravano così... giuste...
"Cass?"
Alla
fine, spazientito e preoccupato, Dean lo aveva richiamato alla
realtà
insieme ad una leggera spinta alle spalle che ancora teneva strette
tra le sue mani.
L'angelo
finalmente si
riscosse dai quei pensieri.
"Scusami,
Dean. Non
credo di aver compreso..." Balbettò l'angelo. In effetti
aveva
percepito che Dean aspettava una sua risposta a qualcosa, ma era
troppo occupato a pensare ad altro per concentrarsi su di lui. Era la
prima volta che gli capitava di non ascoltare il cacciatore –
di
solito gli capitava con il fratello...
Dean
a quelle parole
sospirò per poi lasciare le sue spalle e allontanarsi.
"Non
importa...
Entriamo, ho fame" Borbottò avviandosi verso l'entrata senza
voltarsi indietro.
Cass
non comprese, ma
seppe di aver perso qualcosa di importante e di aver ferito Dean.
Di
nuovo, si sentì
triste.
"Oh,
andiamo! Almeno
le carote!" Esclamò Sam tentando di aprire il frigorifero
bloccato dal corpicino di Joel che tentava con tutte le sue forze di
opporsi alle abitudini decisamente poco saporite delle zio.
"No!
Non le voglio!"
Urlò cocciuto il bambino in un'espressione che non poteva
aver
ereditato altri che da Dean.
Rassegnato,
il gigante –
sconfitto da un microbo di un metro e venti – si
allontanò
dall'elettrodomestico dannando mentalmente i geni malefici del
fratello.
Il
bambino esultò prima
di arrampicarsi sula propria sedia e mettersi seduto composto a
tavola apparecchiata per sei persone.
Passarono
qualche minuto
in completo silenzio – a parte lo sfriggolare della carne.
Sam non
si sentiva per niente tranquillo, non era da Joel essere silenzioso.
"Zio
Sammy, credi
che papà Cass starà bene?" Chiese facendo voltare
di scatto
l'adulto intento a girare gli hamburger.
"Ma
che domande fai?
Certo che starà bene!" Rispose, cercando di essere
rassicurante. "Tuo padre era un angelo del Signore, ne ha
passate di peggiori..."
'Appunto...
Era
un angelo del Signore...' Gli ricordò una vocina
maligna dentro
la sua testa. Scacciò il pensiero. Adesso quello che di cui
doveva
occuparsi era non far preoccupare Joel.
Il
bambino lo guardò
prima di annuire, non del tutto convinto. Certo che faceva proprio
schifo a consolare i bambini...
"Ehi,
Sammy! Ma si
mangia o no?" Per fortuna l'entrata di Dean – emm, era quello
di adesso o del passato? Erano così dannatamente simili
quando si
parlava di mangiare... - spezzò quell'aria pesante.
"È
quasi pronto, abbi un po' di pazienza" Borbottò tornando a
cucinare.
Dean
ridacchiò vedendo
quel gigante del fratello in veste di casalinga. No, decisamente non
faceva per lui.
"Copia
di papà
Dean! Ho impedito allo zio Sammy di preparare la robaccia verde!"
Annunciò orgoglioso Joel tirando il cacciatore per una
manica
costringendolo a sedersi vicino a se.
"Bravo,
campione!"
Esclamò il Winchester ignorando il borbottio irritato del
fratellino.
"Le
verdure sono
importanti per l'equilibrio fisico dell'essere umano. Dovresti
mangiarne di più, Dean" Disse l'angelo comparso anche lui
nella
piccola cucina.
I
due Winchester seduti a
tavola lo guardarono male.
"Fanno
schifo"
Dissero insieme corrucciando alla stessa maniera le sopracciglia.
"Ma
dovreste
comunque mangiarne di più" Rispose, severo, l'angelo.
"Lo
dici solo perché
tu non mangi" Ribatté Dean.
Cass
aprì la bacca per
poi richiuderla e guardare, offeso, da un'altra parte.
Il
cacciatore gongolò
per quella reazione mentre sia Joel che Sam risero.
Dean
dovette ammettere
che poteva anche abituarsi a tutto quello.
"Vedo
che qui ci si
diverte..."
Tutti
e quattro si
voltarono verso l'entrata della stanza dove un Cass dolorante veniva
sorretto a malapena da un Dean leggermente alterato.
"Questo
stupido non
voleva saperne di restarsene a letto..." Borbottò il
Winchester
quando incontro gli occhi preoccupati di Sam.
"Papà
Cass!"
Esclamò Joel saltando giù dalla sedia e
correndogli incontro, ma
senza provare a toccare il genitore per paura di causargli dolore.
"Stai tanto male?" Chiese, preoccupato.
"Sono
invincibile,
lo sai" Rispose il padre tentando di rassicurarlo mentre il Dean
che lo sorreggeva sbuffava per niente d'accordo.
"Muoviti,
Iron
Man" Borbottò spingendolo verso la tavola
apparecchiata e
lasciandolo cadere delicatamente sulla propria sedia. Cass
sospirò
di sollievo. Fu in quel momento che notò la presenza del suo
se
stesso 'più giovane' – si poteva ancora parlare di
giovinezza per
un essere come lui vivo da milioni di anni?
"Oh,
vedo che ti sei
ripreso" Disse, accennando un sorriso. Al contrario del suo
Dean, quella vecchia versione di se stesso – infagottato in
trench
quasi sempre scomposto, innocente, ancora incapace di capire il vero
libero arbitrio e che stava consapevolmente mandando tutto a puttane
– a lui faceva quasi tenerezza.
La
sua copia del passato
lo guardò un po' prima di annuire, rigido.
Adesso
comprendeva perché
Dean lo avesse sempre chiamato 'Cass-palo-nel-culo'...
"Grazie"
Era
stranissimo sentirsi ringraziare da se stessi, poi con quella voce
bassa e monotono che ormai non gli apparteneva più era
ancora più
inquietante.
"Ma
ti pare..."
Rispose, ironico. "Alla fine è come se l'avessi fatto per me
stesso" Concluse, ridendo, cosa che gli altri – perfino Joel
–
non fecero.
Il
Dean del passato pensò
che Cass poteva cambiare quanto gli pareva, ma le sue battute
avrebbero fatto sempre schifo.
La
cena iniziò
silenziosa. Non che al Dean più giovane gli argomenti da
trattare
mancassero, ma sul serio come si faceva a chiedere a se stesso come
aveva fatto a fare il 'grande passo' – aiutatelo a dire
'grande' –
con nella stessa stanza due Cass, il tuo figlio futuro e il tuo
fratellino che, porca puttana, era diventato ancora più
grosso! Ma
che mangiava?! Estrogeni a colazione?!
Insomma,
non disse una
parola.
"Come
è andata la
caccia?" Chiese all'improvviso l'angelo di quel tempo voltandosi
un poco verso il Dean al suo fianco.
"Niente
di
complicato, fantasma di routine, lavoretto da pala, sale e fuoco"
Rispose l'altro scrollando le spalle.
L'altro
Dean sgranò gli
occhi.
"Vai
ancora a
caccia?" Chiese, stupito.
L'altro
lo guardò,
ghignando.
"Le
vecchie
abitudini sono due a morire" Disse, ridacchiando.
"Ma
solo roba vicino
casa e da occuparsene nei weekend! L'officina mica si gestisce da
sola!" Puntualizzò Cass facendo alzare gli occhi al cielo il
suo Dean.
"Officina?"
Il
Dean del passato era sempre più con gli occhi sgranati.
"Sì,
ho una
famiglia da mantenere e l'unica cosa che so fare è
aggiustare
macchine, quindi ho un'officina in città" Spiegò
la sua
versione più grande.
L'altro
rimase in
silenzio. Fissò i due che continuarono a parlare tra loro,
includendo qualche volta il figlio e Sam. I loro gesti, le parole,
gli sguardi, la complicità. Erano intimi. Quell'atmosfera
sapeva di
famiglia e non reggeva il confronto con quello che aveva provato con
suo padre o con quell'anno con Lisa e Ben. Andava oltre ogni cosa
avesse provato. Non c'erano vendette in corso, tabù, lavori
odiati,
quotidianità tediosa. C'era ancora la caccia, c'era qualcuno
che
poteva capire il tuo mondo, c'era un lavoro amato e una vita
tranquilla, ma attiva.
La
stessa sensazione la
provava solo quando pensava alla sua famiglia prima che sua madre
morisse.
Spostò
lo sguardo
sull'angelo del suo stesso tempo intento a fissare il calendario
degli angioletti attaccato vicino al frigo con sguardo perplesso e
curioso.
Possibile
che potesse
avere tutto quello solo avendo lui accanto?
Non
seppe darsi una
risposta concreta, ma quando Cass si voltò verso di lui e ne
incontrò gli occhi blu – non seppe spiegarsi come
– tutta quella
faccenda gli sembrò un po' meno assurda.
Castiel,
dopo anni di
missione 'angelo-sulla-spalla' e altrettanti di convivenza, aveva
capito che c'erano pensieri e demoni in Dean che mai avrebbe potuto
scacciare, quindi quando dopo cena lo vedeva afferrare la bottiglia
di whiskey dalla credenza e uscire in giardino, semplicemente lo
lasciava fare sicuro che tra qualche ora se lo sarebbe ritrovato nel
letto a brontolare su come invadesse sempre la sua parte di letto,
come sempre.
Quindi,
quando vide il
suo Dean afferrare quella bottiglia e l'altro Dean seguirlo in
giardino seppe che sarebbe toccato a lui badare al se stesso
impacciato e con la scopa nel culo – visto che Joel aveva
trascinato Sam a giocare ai videogame.
Ovvero
ci sarebbe stato
molto silenzio.
I
due bicchieri
tintinnarono quando Dean li poggiò sulla scala di legno.
Mentre li
riempiva, il se stesso più giovane gli si sedette vicino per
poi
prenderne uno e berne un lungo sorso fino a svuotarlo.
"Avanti,
spara le
domande" Disse il più vecchio svuotando il suo di bicchiere.
L'altro
esitò un po'
prima di decidersi.
"Come
ci siamo
finiti in questa situazione?" Chiese cercando di essere il meno
diretto possibile.
Il
Dean di quel tempo
sbuffò.
"Un
po' di questo,
un po' di quello. Realizzazioni improvvise, curiosità, sesso
superlativo, scegli la tua versione" Disse versandosi un altro
po' di whiskey.
"Oh,
adesso sì che
mi è tutto più chiaro" Rispose sarcastico l'altro
strappandogli al bottiglia di mano e bevendoci un lungo sorso.
L'altro
Winchester rise.
"Mi
conosco
abbastanza bene da sapere che se ti racconto ogni cosa c'è
il
rischio che tu faccia in modo che niente di tutto questo accada"
Il silenzio che seguì quella frase fu per lui una risposta
abbastanza eloquente.
Giocherellò
un po' con
il bicchiere che aveva in mano e si strofinò le labbra,
sospirando.
"Quello
che posso
dirti è che ho tutto quello che potevo desiderare... Ok,
forse la
parte del compagno maschio non proprio, ma non è male...
Cass...
Castiel è... Castiel fa la torta di mele più
buona che esista,
evita che mi cacci di nuovo nei guai, è un padre incredibile
e...
Anche se ogni volta prende tutto il letto, ruba le coperte,
è
pignolo, rompe i coglioni quando lascio i vestiti sporchi per terra,
ha la fissa dell'educazione e mi costringe ad andare in chiesa a
Natale e Pasqua... Io... Non voglio perdere tutto questo quando tu te
ne tornerai nel tuo fottutissimo anno..."
Il
silenzio scese tra di
loro, immersi nei loro pensieri.
Il
Dean del passato a un
certo punto ridacchiò.
"Ti
ha addomesticato
per bene, eh?"
Per
quello si beccò un
pugno nel braccio da se stesso.
"Papà
Cass, se la
tua copia non dorme come me posso giocare con lui?" Chiese Joel
quando fu l'ora di andare a letto e tutti – tranne il bambino
e
l'angelo col trench – stavano crollando dal sonno. Sam
già se ne
era andato a dormire – ovvero era scappato da Joel che voleva
fare
le trentesima partita ai videogame.
Il
genitore passò lo
sguardo dagli occhioni verdi del figlio alla figura quasi identica
alla sua – oh buon Dio, era stato davvero così
rigido?
"È
un problema per te?" Chiese, non del tutto sicuro di voler
lasciare suo figlio con quella sua versione.
L'altro
scosse la testa.
"Mi
occuperò io di
lui" Disse, e il Cass di quel tempo si sentì un po'
più
sicuro. Tutto si poteva dire di lui tranne che non sapesse occuparsi
dei Winchester.
"Joel
non dorme?"
Sentì il Dean più giovane chiedergli.
"No,
a quanto pare
ha solo bisogno di mangiare e bere, ma non di dormire"
spiegò
velocemente. Dette un bacio sulla guancia al piccolo augurandogli la
buonanotte. "Non fate troppo rumore" Lo raccomandò mentre
il bambino annuiva.
"Saremo
bravissimi!"
Promise mentre il genitore gli sorrideva e saliva le scale. Era
distrutto, voleva solo andare a letto e invadere la parte di Dean per
sentirlo brontolare.
"Ti
raggiungo
subito" Disse il suo Dean voltandosi a guardare l'altro se
stesso e l'altro Cass. "Provate a fare qualche cazzata di
qualsiasi genere e posso giurarvi che vi ci rimando a calci nel
vostro anno" Disse prima di dare la buonanotte anche lui al
piccolo - "Tienili d'occhio, mi affido a te, Joel" - e
salire le scale.
"Non
so voi, ma io
ho intenzione di dormire" Annunciò Dean schiantandosi subito
sul divano.
"Copia,
copia! Sai
giocare a 'Sorry'?"
Questo
fu l'ultima cosa
che il cacciatore sentì prima di crollare per la stanchezza.
"Stai
occupando
tutto il letto..." Borbottò Dean guardando il compagno
stravaccato a morto sul materasso.
"Sono
stanco..."
Mugugnò l'angelo senza muoversi.
"Oh,
io invece sono
fresco come una rosa! Andiamo spostati..." Disse mentre l'altro
rotolava nella sua parte.
Finalmente
il cacciatore
poté sdraiarsi e rilassare la schiena. Fece un sospiro di
sollievo e
di liberazione.
"Che
giornata di
merda..." Disse, ma già Cass non lo stava più
ascoltando dato
che lo sentiva ronfare.
Sbuffò,
ma comprendendo
perfettamente quando si fosse stancato a dare quel poco di energia
che aveva all'altro Castiel. E lui che per tutto il tempo di quella
caccia al fantasma non aveva pensato altro che al suo fantastico
rientro a casa con nottata di sesso-post-lontananza...
Spense
la luce e cercò
di dormire per i seguenti dieci minuti, ma tutti i pensieri che aveva
in testa non gli facevano chiudere occhio. Poi, dopo l'ennesima volta
che si rigirava a pancia in su, si ritrovò con il petto
circondato
da un braccio.
"Con
tutto questo
agitarti non mi fai dormire, quindi stai fermo..." Impastò
Castiel mezzo addormentato prima di ritornare nel mondo dei sogni.
Dean
si sentì trattato
come un bambino, ma non lo scostò.
Tre
secondi dopo russava
sonoramente.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 7 *** Lone Pine Mall ***
Autore:
Lirin
Chan
Fandom:
Supernatural
Personaggio/Coppia:
Dean/Castiel
Rating:
Pg13
Spoiler:
Metà sesta serie, prima della scoperta del patto di Castiel
con
Crowley
Capitoli:
7/X
Conteggio
Parole: 2481
Beta:
Nessuna,
ho fatto del mio meglio per trovare tutti gli orrori
çwç
Trama:
Balthazar spedisce Dean anni nel futuro per impartirgli una 'terapia
d'urto'. Riuscirà il nostro cacciatore a sopravvivere
all'idea di
vivere insieme a Castiel e di avere addirittura un figlio?!
Probabilmente no...
Note:
Ho un disperato bisogno di una beta... Sì, alla fine mi
arrendo
all'evidenza che io gli errori non li so trovare... Quindi se
qualcuno ha tempo si candidi pure! Tenete in considerazione che
vorrei che venissero betati pure gli scorsi capitoli... Insomma, che
qualcuno mi aiuti! Il candidato prescelto riceverò Cass nudo
e
infiocchettato nel proprio letto! (Non è vero,
pubblicità
ingannevole...)
Per
seconda cosa mi stavo
chiedendo... Ma i titoli dei capitoli sono abbastanza chiari? Nel
senso... Io conosco a memoria tutti i film e quindi so le traduzioni
di ogni frase e (nel mio cervello contorto) ogni titolo ha il suo
significato per il capitolo... Quindi volevo sapere se lo fossero
anche per voi... Sì, me le faccio al settimo capitolo queste
domande
fondamentali... Sono una pessima scrittrice, scusate!
Disclaimer:
Dean,
Castiel & Co non sono miei!... Vi prego, datemi un Cass tutto
per
me çwç Ne ho bisogno!
Anger
Management
~
Lone Pine Mall ~
Castiel
non aveva mai
sognato molto, non che non dormisse – diavolo, spesso
superava
perfino Dean in pigrizia – ma proprio non ci riusciva e le
rare
volte che succedeva erano solo brutti ricordi. Accadeva specialmente
quanto Dean non era a casa e non si sentivano da qualche giorno a
causa di qualche caccia particolarmente impegnativa – di
solito il
cacciatore era una piaga, chiamava ogni mezzora per qualsiasi
stronzata. Si addormentava stanco, invadendo tutto il letto come al
solito e si ritrovava a vagare tra i suoi millenari ricordi –
essere stato pressoché eterno dava l'imbarazzo della scelta.
I
peggiori erano quelli
che riguardavano Dean.
Dean
all'Inferno.
Dean
che gli urlava
contro.
Dean
che si arrendeva.
Dean
che non gli credeva.
Dean
che tentava di farlo
ragionare.
Dean
che gli diceva di
essere la sua famiglia.
Dean
che lo abbandonava
in quel cerchio di fuoco.
Dean
che non lo
perdonava.
Dean
che non capiva.
Dean
che lo guardava con
occhi delusi.
Dean
che aveva paura di
lui.
Dean
che voleva
ucciderlo.
Dean
che non lo amava.
Delusione,
rabbia, paura,
disperazione, dolore.
Dean,
Dean, Dean, Dean,
Dean!
Quando
aprì gli occhi
fissava il fondo del letto, seduto e con il fiatone. Dalla finestra
penetrava una leggera luce mattutina e la casa era silenziosa, si
sentiva solo il lieve russare del compagno addormentato vicino a se.
Cercando
di far tornare
il respiro regolare si toccò la fronte bagnata di sudore
freddo. Era
da tanto che non faceva incubi di quel genere.
Lentamente
ritornò a
sdraiarsi sul letto. Dean era girato su un fianco verso di lui e
aveva l'espressione più rilassata e pacifica del mondo.
Quando lo
aveva conosciuto aveva desiderato molte volte di vederlo
così – in
effetti era uno dei motivi per cui lo spiava così spesso
mentre
dormiva, anche se a quel tempo non lo aveva capito. Vederlo
rilassato, allegro, felice, senza problemi era stato uno dei suoi
desideri più nascosti e per cui avrebbe fatto di tutto per
vederlo
realizzato.
Cosa
che, in effetti,
aveva fatto. Tradito i suoi fratelli, tradito suo Padre, tradito lo
stesso Dean.
Tutto,
tutto, tutto per
lui.
Ma
adesso? Che cosa
doveva fare? Con l'arrivo di quei due dal passato tutto sarebbe
scomparso. Non poteva farci niente, il vecchio Dean non avrebbe mai
acconsentito a...
Tutto
sarebbe svanito,
come l'altro 2014.
Ma
forse sarebbe stato
meglio così. Magari sarebbe riuscito ad evitare che il
vecchio se
stesso aprisse il Purgatorio e liberasse quelle bestie immonde, Bobby
non sarebbe morto, Sam avrebbe avuto ancora quel muro ad arginare i
ricordi della Gabbia e il mondo non avrebbe rischiato di cadere di
nuovo e... lui e Dean non sarebbero mai finiti in Purgatorio e non si
sarebbero mai avvicinati tanto da capire cosa veramente provavano.
Tutto
sarebbe scomparso,
ma non avrebbe permesso a se stesso di fare gli stessi imperdonabili
errori.
Non
avrebbe avuto una
famiglia, un compagno, un figlio, una vita, ma Dean avrebbe comunque
avuto tutto il resto.
Quindi
era a questo che
doveva rinunciare questa volta per lui?
"Mi
stai
fissando..." Biascicò il cacciatore nel sonno facendo
sussultare l'angelo.
"In
realtà mi stavo
chiedendo se soffocandoti con un cuscino smetteresti di russare..."
Rispose, ridacchiando mentre il cacciatore apriva gli occhi assonnati
e lo guardava male.
"Ha
parlato la Bella
Addormentata..." Biascicò prima di puntellarsi sui gomiti e
fissarlo. "Stavi pensando qualcosa di stupido, vero?"
L'angelo
non rispose per
alcuni attimi.
"Cosa
te lo fa
pensare?"
"Direi
il fatto che
tu ti sia svegliato quasi urlando." Rispose.
L'angelo
si voltò
dall'altra parte, sbuffando.
"Questo
è un colpo
basso, hai fatto finta di dormire" Borbottò.
"Cass...
Devo
preoccuparmi?" Chiese, serio. Dagli occhi verdi si poteva
leggere quanto avesse paura pure lui di tutta quella situazione, ma
nutriva ancora delle speranze.
Come
poteva dirgli che
stavano per sparire? Che avrebbe raccontato tutto al Dean del passato
e che molto probabilmente Joel, il loro piccolo, non sarebbe mai
nato?
Quello
fu il primo nuovo
sacrificio di Castiel. Mentì.
"No,
va tutto bene.
Ho avuto solo un incubo." Rispose, cercando di essere
convincente.
Dean
lo fissò,
probabilmente non credendo ad una sola parola, ma non chiese altro.
Semplicemente poggiò di nuovo la testa sul cuscino e
sospirò.
"Moccioso..."
Disse chiudendo gli occhi.
Castiel
lo fissò per
qualche secondo prima di avvicinarsi tanto da far toccare i loro
nasi.
"Cass...
Torna a
dormire..." Biascicò il cacciatore.
"Non
ho sonno."
"Trovati
qualcosa da
fare..."
"Ok!"
Per
Dean poi ci fu solo
il silenzio, a parte il fruscio delle lenzuola finché non
sentì
qualcosa aggirarsi attorno al suo mini - ehi, ehi, non tanto mini
–
se facendogli spalancare gli occhi.
"Cass!"
Dean
non voleva
svegliarsi, ma un fottuto raggio di sole che gli colpiva l'occhio
destro lo costrinse ad uscire da quel riposo senza sogni –
non che
dormire su un divano fosse il massimo della comodità, ma era
sempre
meglio di niente.
Non
doveva essere tardi,
ma nemmeno troppo presto. Lentamente, ignorando i dolori alla schiena
causati dalla scomoda rigida posizione, si alzò a sedere
massaggiandosi il collo. Guardandosi attorno, ancora rincoglionito
dal sonno, non seppe dire dove si trovasse.
"Così
va bene?"
Si
accorse solo in quel
momento delle voci provenienti dalla cucina.
"Sì,
sei davvero
bravo"
Riconobbe
subito la voce
di Cass e in un attimo si ricordò quello che era accaduto il
giorno
prima. Ringhiò contro Balthazar – non era un buon
modo per
iniziare una giornata, ma fu abbastanza gratificante – e poi
si
alzò avviandosi, sbadigliando, verso la cucina.
Intanto
sentì Joel
ridere – una risata imbarazzata così simile alla
sua quando sua
madre gli faceva i complimenti.
"Ancora!
Insegnami
ancora!" Esclamò contento il bambino.
Sulla
soglia della porta
si fermò ad osservare la strana coppia. Castiel e Joel, che
gli
davano le spalle, erano seduti vicini al tavolo della cucina con
davanti un quaderno – da quella distanza non
riuscì a capire cosa
ci fosse scritto sopra. Dava una sensazione strana vederli insieme,
la stessa che aveva avuto quando li aveva visti vicini in macchina a
parlare di chissà cosa.
Era
come guardare un bel
quadro o ascoltare della musica rilassante e familiare.
"Va
bene" Disse
l'angelo prendendo in mano la penna e tracciando qualcosa sul foglio.
"Questo significa 'Amore verso il compagno'"
Spiegò
mentre il bambino si sbrigava a ricopiare il segno.
"Come
si pronuncia?"
Chiese velocemente Joel.
Dean
non capì bene cosa
disse Castiel dopo, probabilmente era enochiano, ma il bambino
sembrava capire perfettamente perché annuiva mentre
continuava a
ricopiare quel simbolo.
Poi
il bambino si fermò,
guardando Castiel, dubbioso.
"Questa
parola è
quello che c'è tra i miei papà?" Chiese
ingenuamente.
Dean
sussultò un poco e
vide che pure Castiel si era irrigidito.
"Non
saprei..."
Rispose in un soffio.
Il
bambino inclinò la
testa e Dean ebbe almeno un milione di deija vu.
"Non
ti piace la
copia di papà Dean?" Chiese il piccolo e Dean vide l'angelo
irrigidirsi ancora di più.
"Non
saprei..."
Ripeté ancora più piano e quasi il cacciatore non
lo sentì. "Non
so cosa significhi l'Amore verso il compagno"
Joel
ci pensò un po'.
"Non
lo so bene
nemmeno io..." Borbottò facendo una smorfia pensosa.
A
Dean venne quasi da
ridere notando quanto le loro espressioni pensierose fossero simili.
Due mocciosi, ecco cos'erano. Fece quasi per mostrarsi ai due, ma il
bambino ricominciò a parlare.
"Ma
credo che sia
molto simile a quello che c'è tra i miei papà!
Una cosa tipo... Che
si guardano sempre con gli occhi dolci o che litigano e poi fanno
subito pace... O che papà Cass fa di tutto per
papà Dean e papà
Dean si preoccupa sempre per papà Cass e tutti e due sono
tristi
quando l'altro è via... E poi si sbaciucchiano di continuo!"
A
quel punto fece una piccola smorfia di disgusto, ma poi rise. "Ecco,
dev'essere una cosa così..."
Castiel
fissò Joel per
qualche secondo perso in chissà quali pensieri. Dean avrebbe
dato il
braccio per sapere cosa passasse per la testa di quell'angelo
sfigato.
"Credo
di aver
compreso..." Disse alla fine con un'espressione risoluta.
Prima
che la cosa
degenerasse oltre Dean decise di rivelare la sua presenza. Fece finta
di arrivare in quel momento annunciandosi con un sonoro sbadiglio.
"'giorno,
mocciosi"
Biascicò avvicinandosi al tavolo.
"Buongiorno!"
Esclamò Joel voltandosi verso di lui mostrandogli un gran
sorriso.
Castiel
si limitò a
guardarlo e a pronunciare un mormorio indistinto.
"Che
ore sono?"
Chiese, sedendosi di fronte all'angelo.
"Le
8 e 19"
Risposero insieme facendo ridere il cacciatore.
Joel
all'improvviso
scattò giù dalla sedia sorprendendo i due adulti.
"Me
ne stavo
dimenticando!" Esclamò correndo verso il banco della cucina
e
premendo il pulsante che accendeva la macchina del caffè. Si
voltò,
ridendo. "Adesso vedrete..."
"Dean,
ti devi
alzare..." Disse Castiel cercando di far scendere il compagno da
sopra di lui, ancora tra l'estasi e la stanchezza.
"Ancora
cinque
minuti, mamma..." Borbottò l'altro solleticandogli il collo
ad
ogni parola.
"Non
li hai cinque
minuti" Rispose l'angelo ridacchiando mentre gli accarezzava la
schiena nuda – e sul serio, non avrebbe voluto lasciarlo
andare.
"Non
è vero... è
presto..." Ribatté, cocciuto come un bambino.
"Dean,
sono le 8 e
19"
Il
silenzio cadde sulla
stanza prima che Dean si alzasse di scatto da sopra Cass.
"Porca
puttana!"
Esclamò gettandosi di sotto al letto battendo il suo
fantastico
fondoschiena nudo sulle assi di legno del pavimento. "Porca
puttana!"
A
tutta velocità afferrò
vestiti a caso e tentò di infilarsi pantaloni e calzini
nello stesso
momento – cosa che lo fece cadere almeno sei volte.
"Porca
puttana!"
"Sei
ripetitivo, lo
sai?" Ironizzò il compagno ancora comodamente sdraiato a
letto.
"Zitto!
È colpa tua
e della tua insonnia!" Esclamò sbattendosi la porta di
camera
alle spalle.
Cass
si mosse solo per
prendere in mano il portafoglio che Dean poggiava ogni sera sul
comodino – e che puntualmente ogni mattina dimenticava e
tornava a
prendere. Infatti qualche secondo dopo la porta si aprì
violentemente facendo comparire un Dean ancora con i pantaloni
slacciati.
"Portafoglio
del
cazzo!" Un attimo dopo stava gattonando sul letto per prendere
il maledetto oggetto dalla mano ferrea di Castiel che ne
approfittò
per dargli un veloce bacio.
"Buon
lavoro,
tesoro" Disse, prendendolo palesemente per il culo.
"Vaffanculo,
Cass!"
Gridò mentre si fiondava fuori dalla porta.
Castiel
fissò quel punto
per un tempo che gli parve infinito. Rimase da solo in un letto che
diventava sempre più freddo.
All'improvviso
si
sentirono dei passi pesanti al piano di sopra e uno scalpiticcio
indistinto, poi delle imprecazioni e qualcuno inciampare per le
scale. Il Dean di quel tempo, tutto scompigliato e con il fiatone,
apparì nella cucina.
"Sono
in ritardo
mostruoso!" Esclamò cercando di chiudersi la cerniera dei
pantaloni.
"Il
caffè, papà!"
Annunciò Joel materializzandosi vicino al padre con una
tazza
fumante – con scritto sopra a caratteri cubitali 'miglior
papà
dell'universo'.
"Oh,
moccioso, non
sai quanto ti voglio bene!" Disse il cacciatore trangugiando in
un solo sorso mentre il bambino rideva.
"Buon
lavoro, papà!"
Augurò Joel appena il padre ebbe finito di bere.
"A
stasera, tieni
d'occhio papà Cass!" Ordinò prima di rivolgere lo
sguardo agli
altri due nella stanza. "E già che ci sei pure a quei due,
ok?"
Aggiunse subito prima di fiondarsi fuori dalla porta mentre Joel
annuiva e lo salutava.
"Dean...
Credo tu
sia uscito senza mutande..." Puntualizzò Cass nel silenzio
della cucina.
"Grazie,
Cass! Non
me ne ero accorto!" Dean non seppe se essere più imbarazzato
per il fatto in se, per il probabile motivo per cui non le aveva o
semplicemente perché l'angelo se ne era accorto.
"Di
niente..."
Rispose l'angelo facendo un sorriso compiaciuto che fece arrossire
ancora di più Dean.
Meglio
non pensarci...
Quando
Sam scese –
qualche minuto dopo essere stato svegliato da quell'elefante di Dean
di nuovo in ritardo per l'apertura dell'officina – in cucina
tutto
si sarebbe aspettato tranne vedere suo fratello ai fornelli mentre
Cass – adesso che vedeva il trench comprese che quelle erano
le
versioni passate - e Joel erano intenti a parlottare tra loro in
enochiano. Joel si mise a ridere di gusto proprio mentre entrava
nella stanza.
"È
vero! È più divertente in enochiano!"
Esclamò.
Sam
quasi non ci credette
nel vedere quel Castiel stirare le labbra in un
sorriso
sincero. Joel era davvero un angelo...
"Buongiorno
Sammy!
Pancetta?" Offrì il fratello sorridente porgendogli la
padella
strapiena.
"Emm,
no grazie..."
Rispose mentre Dean alzava gli occhi al cielo e si metteva a sedere.
"Ancora
fissato con
la tua robaccia salutare, eh?" Lo sentì borbottare, ma lo
ignorò.
"Joel,
io devo
andare via. Puoi dire ai papà che verrò a
trovarvi la settimana
prossima?" Disse al piccolo che annuì distrattamente dato
che
era del tutto preso da una strana conversazione in quella strana
lingua angelica con Cass-palo-nel-culo.
Non
era del tutto sicuro
che lasciarli fosse una buona idea, ma doveva per forza tornare a
Stanford. E poi ne avevano affrontate di peggiori, sarebbero
sopravvissuti anche a quello.
Prendendo
un pancake se
ne andò, lasciando quella strana famiglia ai loro
battibecchi su
come Dean si sentisse escluso dalla loro chiacchierata angelica.
Ridacchiando,
e con la
bocca piena, Sam ebbe la netta sensazione che tutto sarebbe andato
per il meglio, alla fine.
Castiel
quasi inciampò
nello stipite della porta della cucina, impedito dalla montagna di
vestiti sporchi che trasportava in mano. Per fortuna qualcuno
– che
scoprì essere se stesso - gli impedì di
sfracellarsi a terra.
"Grazie"
Disse,
più nervoso di quanto volesse dare a vedere.
"Di
niente"
Rispose l'altro.
Si
guardarono per un
attimo prima che Joel comparisse tra loro e abbracciasse le sue
gambe.
"Buongiorno,
papà!"
Esclamò strusciando la guancia sui suoi jeans, contento.
"Buongiorno..."
Mormorò e seppe già di non essere per nulla
naturale.
Doveva
fingere, doveva
proteggere sia lui che Dean, almeno provarci. Doveva...
"Devo
andare a fare
la spesa... Dean, accompagnami." Ordinò al cacciatore ancora
intento a ingozzarsi di pancetta e caffè.
"Cosa?
Perché io?!"
Chiese, sconvolto. Fare la spesa era una cosa da donne!
"Mangerai
a scrocco
per chissà quanti giorni, quindi fai come dico io" Rispose
più
duro di quello che voleva. Doveva darsi una calmata.
Il
cacciatore, stupito da
quella improvvisa presa di posizione, si alzò facendo finta
di
essere scocciato – in realtà aveva appena capito,
con suo sommo
orrore, chi portava i pantaloni in casa – e quasi subito si
ritrovò
i panni sporchi schiaffati in braccio.
"Andiamo"
disse
l'angelo facendo una piccola carezza sulla testa come saluto
frettoloso al figlio per poi uscire seguito da un Dean che non ci
capiva più niente.
Joel
e l'altro angelo
rimasero da soli.
"Papà
Cass è
preoccupato..." Mormorò il piccolo afferrando tremante il
trench. "Ho paura..."
L'angelo
non si mosse.
Non sapeva cosa dire per consolare quel bambino che in poche ore gli
aveva insegnato così tanto – proprio come suo
padre Dean.
"Andrà
tutto
bene..." Provò a dire, ma si conosceva abbastanza bene da
non
esserne così sicuro.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 8 *** Twin Pines Mall ***
Autore:
Lirin
Chan
Fandom:
Supernatural
Personaggio/Coppia:
Dean/Castiel
Rating:
Pg13
Spoiler:
Metà sesta serie, prima della scoperta del patto di Castiel
con
Crowley
Capitoli:
8/X
Conteggio
Parole: 5264
Beta:
Nessuna,
ho fatto del mio meglio per trovare tutti gli orrori
çwç
Trama:
Balthazar spedisce Dean anni nel futuro per impartirgli una 'terapia
d'urto'. Riuscirà il nostro cacciatore a sopravvivere
all'idea di
vivere insieme a Castiel e di avere addirittura un figlio?!
Probabilmente no...
Note:
Allora, passate delle buone vacanze? Io più o meno... Ho
scritto
molto, per la vostra gioia e per la tristezza della mia vita
sociale... Va beh, chissene, passiamo a cose serie! Per scrivere
questo capitolo mi sono dovuta riguardare le ultime puntate della
sesta stagione e le prime due della settima... Rendetevi conto quanto
sono devota a questa fanfiction, mi auto-infliggo dolore pur avendo
promesso a me stessa che non avrei mai più visto quelle
puntate
perché troppo dolorose per il mio cuoricino... Credo che
andrò a
piangere in un angolo adesso...
La
macchina di cui si parla all'inizio del capitolo è questa...
Insomma, io non me ne intendo di macchine – amo la mia Opel
Corsa
nera in maniera viscerale, ma non saprei dire nemmeno di che numero
ha i cerchioni... -, ma a quanto ho capito è diversa
dall'Impala del
1967 anche se sono molto simili all'esterno... Perdonatemi se ho
sbagliato!
E
sì, avete letto bene
il 'conteggio parole' non è un errore di battitura...
è davvero
lungo il doppio del normale! Lentamente ci stiamo avvicinando alla
conclusione! E aspettate prima di esultare per la lunghezza del
capitolo... Non sempre è un buon segno! Soprattutto quando
sono io a
scrivere... Ci sentiamo a fine capitolo, cari!
P.s.
Grazie a
Princess_Perona
è cominciato il betaggio dei precedenti capitoli! Piano
piano tutti
saranno betati e completi di spiegazione di ogni titolo del capitolo!
P.s.s.
Oggi è il compleanno del nostro amato Misha! Ringraziatelo
perché è
grazie al buonumore che mi ha trasmesso che questo capitolo
è stato
pubblicato visto che doveva essere on line lunedì prossimo!
Mi
raccomando, andate su twitter e aiutateci a far diventare un trend
#MishaCollinsBirDday!
Disclaimer:
Dean,
Castiel & Co non sono miei!... Vi prego, datemi un Cass tutto
per
me çwç Ne ho bisogno!
Anger
Management
~
Twin Pines Mall ~
"Wow,
e questa dove
l'avete presa?" Esclamò Dean guardando la macchina
parcheggiata
nel vialetto. Era nera, simile alla Baby, ma con qualche differenza
sul retro.
"È
una Chevy Impala del '76" Rispose con un qualcosa nel tono della
voce che il cacciatore registrò come orgoglio. L'angelo
aprì il
bagagliaio enorme dove fece scaraventare i vestiti sporchi tra le
braccia di Dean.
"Sì,
questo lo so!
Dove l'avete trovata?" Chiese, spazientito mentre si avviava
dalla parte del guidatore senza rendersi conto che Cas fosse
già
alla portiera. Lo guardò perplesso.
"Guido
io"
Pronunciò quelle parole come se fosse una cosa ovvia.
Cas
nemmeno si voltò a
guardarlo, semplicemente salì in macchina.
"Sì,
certo, quando
tu butterai via le mutande di Batman" Disse mentre chiudeva la
portiera con un tonfo sordo.
Dean
rimase a fissare la
macchina per qualche attimo prima di borbottare un 'figlio di
puttana' e tornare sui suoi passi per poi sedersi, irritato,
al
posto del passeggero.
"Spero
che tu abbia
almeno la patente" Borbottò tra i denti mentre Cas accendeva
il
motore.
"Mi
hai insegnato tu
a guidare, quindi tutte le colpe vanno a te" Disse, ridendo.
"Questa macchina è stato il tuo primo regalo per il mio
primo
compleanno" Dean non poté fare a meno di notare quanto il
tono
della sua voce fosse diventato dolce. Era imbarazzante pensare che
tutti quei sentimenti fossero per lui.
"E
quando sarebbe il
tuo compleanno?" Chiese, guardando il paesaggio fuori dal
finestrino. Sioux Falls non era cambiata per niente.
"Il
3 novembre"
Gli occhi del cacciatore scattarono verso di lui, intento a guardare
la strada. "Lo hai deciso tu, anche se non ho mai capito il
motivo"
Cas
ricordava quel
giorno.
Joel,
di poche settimane,
dormiva nella culla improvvisata da cuscini accatastati sul letto e
l'angelo lo vegliava, anche se ormai i suoi poteri erano quasi
completamente scomparsi, poteva comunque vedere le alette bianche
invisibili ai comuni umani spuntare dalla schiena. Il lieve respiro
lento e regolare era per Castiel il suono più armonioso
dell'Universo, perfino meglio dei cori angelici.
"Non
scomparirà se
lo lasci per cinque minuti" Dean, sulla soglia della stanza, li
guardava entrambi con un sorrisetto ironico.
Cas
gli fece segno di
stare zitto.
"Lo
sveglierai"
Mimò con le labbra alzandosi e avvicinandosi all'altro.
"È
un Winchester, non si sveglierebbe nemmeno con 'Highway To Hell'
a palla, anzi probabilmente dormirebbe meglio" Ironizzò il
cacciatore mentre chiudeva la porta della stanza subito dopo che il
compagno fu uscito.
A
quel tempo era ancora
troppo 'in modalità angelo del Signore'
per capire la battuta
dell'altro, quindi non rise. Si limitò solo a seguirlo fuori
dal
motel dove si erano fermati, Sam ancora doveva tornare con la cena.
Gli faceva strano, l'aver bisogno di mangiare. E di dormire. Perfino
di lavarsi.
Essere
umano era...
strano.
"Domani
andrò dal
mio contatto per i tuoi documenti falsi. Qualche preferenza?"
Chiese, sedendosi sulle scale che portavano al parcheggio. Cas,
ancora troppo rigido, rimase in piedi.
"Preferenza?"
Chiese, non capendo.
"Sì.
Luogo di
nascita, età, cognome, compleanno. Cose così" Gli
occhi del
Winchester scattarono in alto, irritati. "Ti vuoi mettere
seduto, Cas?" Ringhiò, esasperato.
L'altro
sussultò sul
posto e velocemente raggiunse il compagno sulla scala. Doveva ancora
imparare molto...
"Non
ho preferenze,
fai tu" Rispose mentre l'altro sospirava.
"Cas,
sono scelte
importanti. Sicuro di voler affidare a me cose che ti terrai per il
resto della..." Si bloccò, rendendosi conto di essere stato
decisamente poco sensibile. Per l'angelo era ancora difficile
accettare di essere mortale, anche se adesso aveva Joel. Cas era un
angelo del Signore, un soldato di Dio e anche se adesso il mondo era
pacifico la consapevolezza di essere diventato impotente e indifeso
lo schiacciava.
"Pensaci
tu, mi fido
di te" Disse l'angelo, senza nessun tono in particolare, ma il
cacciatore percepì quanto fosse difficile per lui quella
situazione.
Non
ancora avvezzo a
gesti di tenerezza – diavolo, erano uomini e ok, stavano
insieme e
avevano un figlio, ma questo non li rendeva meno maschi – si
limitò
a posare una mano sulla sua spalla e ad avvicinarsi un poco.
"Ce
la faremo Cas,
ci vuole solo un po' di tempo, ok? Ne abbiamo passate di peggio"
Disse, cercando di essere rassicurante – cosa che gli
riusciva
davvero malissimo, ma a quanto pare all'angelo, per lui sarebbe
sempre rimasto tale, con o senza poteri, bastò. Con
delicatezza
Castiel posò una mano su quella di Dean e lo
guardò. Gli occhi blu
riflettevano tutta la fiducia e l'amore verso il cacciatore che
ancora non riusciva a capacitarsi di come quell'essere superiore
potesse provare dei sentimenti così puri verso di lui. Era
quasi
soffocante, l'Universo che traspariva da quegli occhi. Lentamente
posò le labbra sulle sue in un disperato tentativo di
fuggire a quei
sentimenti che Cas gli rovesciava addosso ogni volta che lo guardava.
Cas,
suo fratello, Joel
adesso erano tutto quello che aveva. Il suo nuovo inizio, il
più
lontano possibile da tutta quella merda che era stata la sua vita e
fanculo se non sarebbe stata esattamente come se l'era immaginata...
Tutto quello era anche meglio.
"Il
3 novembre"
Mormorò piano quando le labbra di Cas si allontanarono un
poco dalle
sue. L'angelo lo guardò confuso. "Tu sei nato il 3 novembre,
va
bene?"
A
Cas quella domanda
suonò talmente tanto come una supplica che, se anche avesse
avuto un
motivo per opporsi, non sarebbe riuscito a dirgli di no.
Annuì
mentre dalla stanza di motel cominciarono ad arrivare urla di pianto,
ma ancora prima che Cas potesse anche solo alzarsi Joel gli
comparì
tra le braccia in uno sbattere d'ali. Il bambino subito smise di
piangere e si accoccolò di più nel calore del
padre e si
riaddormentò subito mentre i due adulti tentavano di capire
quanti
anni di vita avessero perso per quell'improvvisa apparizione.
Quello
era uno dei
ricordi preferiti di Castiel, insieme a quello del suo primo
compleanno quando aveva ricevuto da Dean quella macchina –
gli
piaceva pensare che fosse la sorella minore di Baby. Il cacciatore
l'aveva trovata tra i mille rottami di auto mentre sgomberavano i
dintorni di casa di Bobby e ci aveva messo due mesi per rimetterla in
sesto senza che l'angelo sapesse nulla - per fargli una sorpresa Dean
aveva fatto le riparazioni di notte.
Poi
venivano i ricordi
sui primi passi di Joel, la sua prima parola, i mesi a rimettere in
sesto la sgangherata casa del vecchio cacciatore, le sue orribili
prime volte alla guida – aveva rischiato più volte
di finire nei
campi circostanti o di mettere sotto Sam -, le mattine, le risate, i
pomeriggi, le litigate, le sere, la sua famiglia.
Tutto
quello che Cas
possedeva erano i ricordi e quella vita. E tutto sarebbe scomparso.
Strinse
la presa sul
volante cercando di mantenere la calma.
"Si
può sapere che
cosa ti rende così incazzato, Cas?" La voce di quel Dean
così
giovane lo riscosse dai suoi pensieri.
"Niente"
Rispose velocemente mentre si fermava ad un semaforo della piccola
cittadina. "Quando non dormo sono nervoso tutto il giorno"
"Wo,
almeno per ora
risparmiami i dettagli sui motivi della tua mancanza di sonno"
Esclamò il Winchester, rabbrividendo mentre l'angelo lo
guardò
stranito prima di cominciare a ridere.
Le
mani sul voltante si
rilassarono. Con Dean era sempre
così,
riusciva a rendere tutto semplice, a dissipare i suoi pensieri oscuri
e a fargli vedere tutto chiaramente. E la cosa ancora
più
straordinaria era che non se ne rendeva conto.
Quando
il semaforo tornò
verde Cas aveva preso la decisione di dare una possibilità a
quel
Dean. Almeno fino alla sera le brutte notizie potevano aspettare.
"Questo
è uno
strano gioco" Disse Cas mentre Joel muoveva la sua pedina e poi
ridacchiava.
"Devi
tornare
all'inizio, Copia!" Esclamò mentre prendeva la pedina di Cas
e
la faceva tornare alla partenza. "Sai, mio papà Dean odia
questo gioco... Papà Cas ha dovuto nasconderlo nel mio
armadio
altrimenti lo buttava via" Borbottò il bambino indicando
all'angelo di prendere una carta. L'adulto lesse e spostò
una sua
pedina di due caselle.
"Perché?"
Chiese Castiel mentre Joel prendeva una carta.
"Dice
che gli fa
tornare in mente brutti ricordi di quando papà Cas era un
po' strano
e avevano litigato tanto tanto" Gli occhi blu dell'angelo
scattarono verso il volte del bambino che adesso fissava la tabella
del gioco, assorto. "Una volta mentre giocavamo papà Cas mi
ha
detto che viviamo in un mondo pieno di 'mi dispiace'
e che è
stato creato per litigare... Quando papà Dean ha sentito
quelle
parole hanno litigato per una settimana... Non ci abbiamo
più
giocato dopo quello..." Concluse quasi con le lacrime agli
occhi.
Castiel
aveva capito poco
di quello che gli aveva raccontato, ma doveva essere qualcosa di
grave se Dean ne era rimasto così traumatizzato.
Probabilmente era
una conseguenza delle sue decisioni.
Stava
davvero facendo la
cosa giusta?
"Copia,
tocca a te!"
Esclamò il bambino, facendo un accenno di sorriso tentando
di
allontanare quei brutti ricordi.
Nel
guardarlo l'angelo
pensò che se le sue decisioni avevano portato a quel futuro
allora
era la giusta strada da seguire.
"Castiel,
tesoro! Da
quanto tempo!"
Dean
non sapeva come
identificarla quella scena. Esilarante? Raccapricciante? Da
far uscire gli occhi dalle orbite?
Il
cacciatore poteva solo guardare Castiel circondato da
donnette
di mezza età – e alcune dell'era triassica
– davanti al reparto
detersivi che ciarlavano tutte insieme rintontendolo di domande
mentre l'angelo cercava di essere il più cordiale possibile.
Ok,
aveva deciso. La
scena era assolutamente esilarante!
"Castiel,
come sta
il piccolo Joel? È un così bravo bambino! Tanto
educato! Hai fatto
davvero un buon lavoro..." Si complimentò una di loro,
quella
che sembrava la più giovane – o la più
truccata – mettendo una
mano su un braccio dell'angelo.
Alla
vista di quel tocco
Dean non seppe cosa scattò dentro di lui. Senza nemmeno
pensarci
s'infiltrò nel gruppo prendendo posto vicino a Castiel.
"Buongiorno,
signore" Si annunciò e subito la donna super truccata tolse
la
mano e gli sorrise in modo un po' tirato, le altre invece lo
salutarono cordiali. Anzi, ad alcune s'illuminarono gli occhi.
E
fu il suo turno di
essere circondato.
"Dean,
non ti si
vede mai in giro! Dovresti accompagnare di più tuo marito a
fare la
spesa!" Lo rimproverò una di loro.
Sgranò
gli occhi e cercò
Cas con lo sguardo, ma questi era tutto preso da una conversazione
con quella maledetta finta vecchia tutta sorrisi. Fu mentre si posava
la mano sinistra su un fianco che Dean la notò. La sottile
fede
dorata attorno all'anulare.
Non
fu preso dal panico
solo perché la folla di vecchie reclamava la sua attenzione.
"Siete
una così
bella coppia! Così dolci insieme!" Disse una mentre le altre
annuivano.
"Ci
sarete alla
festa del raccolto la prossima settimana vero?" Chiese un'altra
e Dean non poté fare a meno di annuire meccanicamente
facendo
esultare tutto il gruppo.
"Portate
anche Joel
e tuo fratello Samuel! Salutalo tanto da parte mia, quel ragazzone!"
Conoscevano anche Sammy?! Queste pettegole erano peggio dell'FBI...
Lentamente
si avvicinò
all'angelo, tentando di mettersi in salvo.
"Mi
spiace, ma
questa settimana non posso dare ripetizioni a Charlie" Stava
dicendo, mortificato.
La
donna scosse la testa
facendo oscillare i suoi capelli perfetti.
"Figurati,
Castiel!
Mio figlio ha fatto grandi progressi in spagnolo grazie a te!"
Disse, sorridendo mentre si avvicinava un poco di più e gli
toccava
di nuovo il braccio. "Sei davvero un insegnante eccezionale..."
La
voce che usò fece
accapponare la palle al Winchester che non resistette dall'ignorare
il resto delle pettegole e concentrarsi solo sugli altri due mettendo
una mano sulla spalla di Castiel.
"Cas,
faremo tardi"
S'intromise guadagnandosi un'occhiataccia e un sorriso falso dalla
donna. Ricambiò cordialmente con un accenno di saluto con la
testa.
"Oh,
sì, ci vediamo
Lyla. Salutami Charlie"
L'ultima
cosa che Dean
poté vedere, prima che Cas lo trascinasse via prendendolo
per un
polso, fu lo sguardo furioso della donna. Le altre donne li
salutarono cordiali e con un sacco di sospiri e risatine eccitate
–
da cosa non riuscì a comprenderlo.
L'angelo
lo lasciò
andare solo quando furono abbastanza lontani – davanti al
banco
surgelati.
"A
quanto pare sei
molto desiderato, George Clooney"
Ridacchiò il
cacciatore mentre l'altro scaraventava due scatole di gelato nel
cestino della spesa.
"Veramente
quello
circondato da vecchiette di solito non sono io, Tom Cruise. Io
attraggo solo donne con ancora tutti i denti" Ribatté,
ghignando.
"Sai,
ti preferisco
senza senso dell'umorismo..." Borbottò il cacciatore,
guardandolo male.
"Solo
perché odi
perdere" E su quello Dean non poté ribattere nulla.
Mentre
l'angelo
continuava ad afferrare roba Dean si fermò a pensare che,
nonostante
la gente sapesse perfettamente quale relazione ci fosse tra loro, a
nessuno pareva dare fastidio, anzi. Erano tutti gentili e cortesi e
Cas era adorato da tutti, aveva notato in quanti lo salutassero o
semplicemente gli sorridessero.
Eppure,
nonostante fosse decisamente più facile relazionarsi con
quella
versione più sciolta, non era il Cas che conosceva e
continuava a
sembrargli tutto troppo strano. Si chiese cosa stesse facendo
l'angelo insieme al bambino...
Il
riflesso di qualcosa
di dorato sulla mano di Cas catturò la sua attenzione.
Già, si era
dimenticato di quel particolare...
Nella sua
testa la parola 'matrimonio' cominciò a vorticare
sconvolgendolo più
della consapevolezza di avere una relazione con Cas. Omosessuale ok,
ma lui sposato? Mai.
Dean
si rese conto di
essere rimasto a fissargli la mano un po' troppo solo quando l'altro
gli si avvicinò, ridacchiando.
"Tranquillo,
te l'ho
chiesto io" Disse, facendolo uscire da quello stato di trance.
"Più che altro per un fatto di praticità. Sai,
tutte le
questioni della proprietà della casa e l'affidamento di Joel
se tu
un giorno non tornassi da una caccia..." Aggiunse velocemente,
senza guardarlo negli occhi. Evidentemente non voleva nemmeno
prendere in considerazione che accadesse una cosa del genere.
"E
io ho accettato
subito?" Chiese il Winchester, più che altro per allontanare
quei pensieri dall'angelo.
Sembrò
riuscirci dato
che l'altro tornò a sorridere.
"Figurati!
Te l'ho
dovuto chiedere e richiedere e richiedere e richiedere
un'infinità
di volte. Continuavi a dire che non ti sarebbe accaduto nulla e che
solo alla parola 'matrimonio' ti sentivi soffocare!
Alla fine,
dopo che ti sei fatto quasi ammazzare da un wendigo, ti ho costretto
a promettermelo sotto l'effetto di antidolorifici. Non è
stato molto
romantico, ma è servito allo scopo"
Oh,
sì, era decisamente
da lui dovette constatare Dean mentre continuavano a fare il giro dei
reparti.
"E
la storia
dell'insegnante?" Domandò, ricordando la conversazione con
quella donna odiosa.
"Ho
del tempo
libero, faccio ripetizioni private di lingue straniere agli studenti
in difficoltà" Rispose superficialmente mentre cercava di
ricordare se a casa avessero finito il ketchup o no.
"Lingue?
Quali?"
"Alla
creazione
degli angeli mio Padre ha voluto che conoscessimo tutte le lingue
umane passate e future, ma io mi limito a insegnare spagnolo,
francese, italiano, tedesco, portoghese, latino e greco. Se le
insegnassi tutte la gente comincerebbe a fare domande" Disse
buttando nel cesto il tubetto rosso.
"Vuoi
dire che
sfrutti le tue conoscenze angeliche per far soldi? È
imbrogliare!"
Esclamò guadagnandosi un'occhiata scettica.
"Dean
Winchester,
stai cercando di farmi la predica?" Chiese con un finto cipiglio
severo.
"Ok,
ammetto che non
è stata una brutta idea" Disse per chiudere il discorso.
"È
stata una tua idea"
"Allora
è stata una
grande idea!"
"No,
no, Copia! Devi
premere la X e poi il cerchio! Altrimenti la combo non viene!"
Cas
non capiva. Cosa
c'era di divertente nel premere quegli strani bottoni per far finta
di sparare a dei finti demoni? Che poi non era demoni nemmeno
nell'aspetto, erano rossi e deformi. Quei videogiochi erano strani e
di certo non facevano bene ad un bambino così piccolo.
Fece
come aveva detto e
il campo pieno di demoni esplose in un gran frastuono.
"Grande!
Hai ucciso
tutti i mostri!" Esclamò, contento, Joel.
Mentre
sullo schermo
lampeggiava la scritta 'You Win!' Castiel
desiderò che ci
fosse un modo così semplice per vincere contro i mostri.
Quando
arrivarono a casa
era quasi ora di pranzo – solo perché si erano
dovuti fermare pure
in lavanderia dato che, a detta di Castiel, nella famiglia Winchester
la nobile arte di fare il bucato e stirare non l'aveva ereditata
nessuno e l'altissimo Padre alla loro creazione non aveva dotato gli
angeli di tale conoscenza.
"Non
osare, Cas! Non
osare dire che quella roba è meglio della musica che ascolto
io!"
Stava urlando ancora il Winchester, scendendo di macchina.
"La
cantante dei
'Florence And The Machine' ha una voce angelica"
Ribatté
l'altro aprendo il cofano per prendere le buste della spesa.
"Non
si tratta di
voci, ma di buon gusto musical- Wo!" Si lamentò quando due
buste piene e pesanti gli furono scaraventate tra le braccia
–
addosso al suo stomaco.
"Mia
la macchina,
mia la musica" Concluse il discorso Castiel chiudendo con un
botto deciso il portabagagli.
"Hai
preso troppo da
me..." Borbottò il cacciatore seguendolo in casa.
"Alla
fine comincerò
a credere che l'influenza che hai su di me non ti eccita..."
Disse senza pensare, ma si morse la lingua subito dopo. Quello non
era il suo Dean, non poteva fare certe battute...
"Mi
ecciterà quando
smetterai di sentire quelle lagne assurde" Si limitò a dire
entrando in casa aprendo la porta con un calcio.
Cas
lo fissò per un
attimo, stupito e con una nuova speranza. Magari non tutto sarebbe
andato perso, forse c'era una possibilità di salvezza.
Ma
aveva paura di
illudersi. Solo perché Dean aveva fatto quella battuta non
voleva
dire che avrebbe accettato di...
"Che
cazzo state
facendo?!" La voce strozzata e scandalizzata del Winchester
arrivò alle sue orecchie e subito i suoi pensieri volarono a
Joel e
a tutte le possibili situazioni pericolose in cui si era potuto
cacciare. Magari erano tornati i suoi fratelli a tentare di prenderlo
o magari i demoni!
Corse
in casa gettando da
una parte le buste della spesa.
"Joel!"
Urlò,
spaventato, ma si bloccò quasi subito.
Lui
– in versione
angelo – era a quattro zampe sul tabellone multicolore del
Twister
con Joel avvinghiato sulla sua schiena che cercava di arrivare con un
piede a toccare uno dei cerchi blu.
"Bentornato,
papà!"
Salutò il bambino dondolando la gamba, ormai del tutto
disinteressato ad arrivare alla meta, ma senza togliersi dalla sua
posizione sdraiata sulla schiena dell'angelo. "Io e Copia
abbiamo giocato tutta la mattina!" Annunciò, contento.
Guardandolo
con i suoi
occhi verdi, le lentiggini in vista e la bocca piegata in una curva
allegra, Castiel – quello di quel tempo – non
poté evitare di
aggrapparsi con tutte le sue forze a quella flebile speranza.
Dean
lasciò il Cas del
futuro lavare i piatti insieme
al piccolo Joel – che gli stava raccontando di tutte le
parole in
enochiano che aveva imparato dalla 'copia' – e si diresse in
giardino dove aveva visto andare l'altro angelo. Quello
che,
seppur con un palo lungo otto metri infilato su per il culo, riteneva
essere il suo angelo-sulla-spalla.
Era
nella sua classica
posa rigida in piedi, con le braccia lungo i fianchi. Stava
osservando una delle girandole infilate nel prato, il lieve vento del
primo pomeriggio la faceva girare lentamente.
Sembrava
perso nei suoi
pensieri e lontano chilometri da lì. Non gli piaceva per
niente,
odiava quando quel moccioso di miliardi di anni credeva di poter
risolvere tutto da solo.
Come
quella storia di
Raphael di cui non gli voleva parlare.
"Cas,
stai bene?"
Disse, affiancandosi a lui.
"Non
ho dolori
fisici, Dean" Rispose l'angelo, guardandolo con occhi dubbiosi.
"No,
no, non
intendevo quello... Intendevo... Interiormente sai..."
Evidentemente no, non sapeva visto lo sguardo ancora più
perplesso
che gli lanciò. "Cazzo, quello bravo in queste cose
è
Sammy..." Borbottò sfregandosi gli occhi.
"Mi
stai chiedendo
se sono triste?" Domandò guardandolo con quei suoi occhi blu
che lo facevano sentire tutto strano.
"Sì,
una cosa del
genere..." Diavolo, come faceva Sam a farlo sembrare così
facile?
Si
aspettò la risposta
dell'angolo, ma questi non aprì bocca. Era tornato a fissare
la
girandola.
"Cas?"
"Questo
posto esiste
perché le scelte che abbiamo fatto nel nostro tempo sono
state
giuste?" Chiese, senza guardarlo.
"Beh...
Credo di
sì..." Rispose, non capendo dove volesse andare a parare.
"Quindi
anche se
sono state scelte difficili è giusto farle se è
per un giusto
fine?" Di nuovo non lo guardò.
"Cas
sembra che tu
stia cercando la mia approvazione per sgozzare un bambino, arriva al
punto" Disse, esasperato, il cacciatore.
Lo
sguardo di pura
tristezza con cui l'angelo lo guardò gli fece stringere
qualcosa
all'altezza del petto.
"Se
io avessi fatto
la scelta sbagliata, ma... giusta?" Sembrava quasi lo stesse
implorando per una risposta. Come se si aggrappasse a lui, la sua
ultima speranza, per non cadere in chissà quale posto oscuro.
"Dimmi
cosa stai
combinando" Mormorò, pregandolo e mettendogli una mano sulla
spalla. "Cas, qualsiasi cosa sia possiamo affrontarla
insieme..."
Furono
le parole
sbagliate. Gli occhi di dell'angelo si allontanarono da lui e quando
tornarono a guardarlo era tornato il soldato di Dio. Di nuovo lontano
da lui.
"Non
ti devi
preoccupare di niente, Dean. Sta andando tutto bene" Disse
scostando la mano del cacciatore dalla sua spalla per poi sparire in
un battito d'ali.
"Oh,
certo! Va tutto
bene! Non dirmi niente, fai pure! Sai che ti dico?! Col cazzo che
voglio questa vita con te! Non
voglio stare con
qualcuno che non si fida di me! Vaffanculo Cas!" Gli
gridò dietro il cacciatore consapevole che comunque lo
avrebbe
sentito.
Quel
moccioso stava
combinando qualcosa e se la versione palo-nel-culo non voleva dirgli
niente allora avrebbe torchiato quella un po' più 'elastica'.
Dalla
finestra della cucina Castiel vide la sua speranza svanire.
"Dean,
va tutto
bene" Disse con voce esasperata. Dall'altra parte del telefono,
con sottofondo il rumore dei macchinari in funzione, il compagno non
era per niente rilassato.
"Vuoi
che torni a
casa? Non c'è tanto lavoro oggi. Ti sento stanco, sei ancora
debole
per quella cosa di ieri" Disse per l'ennesima volta.
L'angelo
sospirò
appoggiandosi allo stipite della vecchia panic room di Bobby dove
adesso tenevano tutti i libri e gli oggetti magici pericolosi.
"Sto
bene, davvero"
Se gli avesse detto che era pure andato in città a fare la
spesa lo
avrebbe spellato vivo. Però
quella voce un po'
nel panico lo riscaldava dentro.
Ci
fu qualche attimo di
silenzio.
"Dean?"
"I
segreti tra di
noi sono finiti, vero? Niente più segreti, me lo hai
promesso, Cas"
La voce attraverso il telefono era dura e all'angelo parve di vedere
gli occhi verdi del cacciatore oscurarsi per la rabbia.
Sì,
glielo aveva
promesso. Poco dopo essere usciti dal Purgatorio, tra le lenzuola di
un letto di una squallida stanza di motel. Anche se il posto non era
stato dei più solenni Cas considerava quello l'attimo
dell'inizio
della loro relazione. Quando aveva mormorato quel 'Lo prometto'
guardandolo negli occhi.
E
mai aveva infranto quella promessa.
Fino
a quella mattina.
Come un tempo stava approfittando della fiducia indiscussa che Dean
riponeva in lui e l'aveva usata per evitare che sapesse quanto fosse
meschino.
Ma
quella scena che aveva
visto poco prima – le loro versioni più giovani
che discutevano –
gli aveva aperto gli occhi. Non c'era speranza. Il Dean del passato
non avrebbe mai desiderato quella vita, non lo avrebbe mai perdonato
per quella mancanza di fiducia e non lo avrebbe mai amato.
Sapeva
che dirgli ogni
cosa sarebbe stata la scelta migliore, ma... Come poteva affrontare
di nuovo quegli occhi delusi e quella rabbia? Ne aveva paura, era il
suo terrore più grande. Nonostante quello non fosse il suo
Dean il
solo pensiero di rivivere quei momenti lo distruggeva.
Ma
non poteva comunque
permettere che l'altro Castiel aprisse il Purgatorio. C'era un altro
modo per evitare che quel destino diventasse di nuovo
realtà, ma
avrebbe dovuto calpestare il volere del suo compagno, tradire di
nuovo la sua fiducia e questa volta non lo avrebbe perdonato. Ma
Castiel era stato un soldato, uno dei più fedeli e devoti
guerrieri
di Dio e gli era stato insegnato che i sacrifici per il bene dovevano
essere fatti e che il male andava estirpato alla radice. Era arrivato
il momento di ricordarsi quello che era in realtà.
Non
Castiel l'umano, non
l'insegnante che faceva ripetizioni, non un padre, non un compagno.
Ma Castiel, l'angelo del giovedì.
"Lo
so, Dean"
Disse mentre aprì la sottile custodia di metallo poggiata
davanti a
lui contrassegnata da segni di protezione enochiana. "Niente
più
segreti"
Dean
riuscì a trovare
la versione del Castiel che stava cercando a pomeriggio inoltrato
– era stato costretto da Joel a giocare a nascondino per due
ore...
Cazzo, avete mai provato a giocarci con uno che può
svolazzare dove
vuole senza essere visto? Era come fare a gara di arrampicata con
Spider Man! - Lo beccò sulla soglia della porta di casa
mentre
rientrava con un barattolo di vernice in mano.
"Proprio
te cercavo!
Dobbiamo parlare!" Esclamò, ma l'altro non lo
ascoltò.
"Dov'è
l'altro
Castiel?" Chiese, nervoso.
"Cos-?
Che ne so
io?! Da qualche parte a lisciarsi le piume suppongo!" Rispose,
stizzito.
L'angelo
annuì e lo
superò. Subito il cacciatore scattò per
afferrarlo per una spalla e
farlo girare verso di lui.
"Ehi,
ti ho detto
che dobbiamo parlare!" Esclamò incontrando gli occhi blu
dell'altro e non riuscì a reprimere un brivido. Quello era
lo
sguardo di Castiel, il soldato.
"Non
abbiamo niente
di cui parlare. Non ti dirò niente, Dean"
Subito
venne afferrato
per la t-shirt e sbattuto contro il muro. Gli occhi verdi di Dean a
poca distanza dai suoi lo guardavano con rabbia.
"Cosa
stai
combinando? Cosa cazzo state facendo voi due mocciosi senza dirmi
niente?"
Era
stanco di tutti quei
segreti, di vedere Castiel non guardarlo negli occhi per paura o
vergogna, di vederlo sparire chissà dove e non vederlo per
settimane
per poi ritrovarselo davanti ancora più abbattuto di prima,
schiacciato da quel trench largo.
"Non
devi
preoccuparti, tutto si sistemerà" Disse l'angelo senza
guardarlo negli occhi.
"Stronzate!
Sono
stanco di sentirti ripetere sempre le stesse cose! Parlami
dannazione!" Urlò il Winchester.
Preso
dalla rabbia fece
per colpirlo con un pugno, ma una forza esterna lo fece volare
lontano e sbattere violentemente contro la libreria facendo cadere
parecchi volumi.
Mugolò
di dolore, sputò
sangue e poi aprì gli occhi. Vide Joel fermo davanti al
padre con il
volto più inespressivo che gli avesse mai visto.
"Nessuno
fa del male
al mio papà" Disse con voce troppo profonda per essere
quella
di un bambino. Dean comprese che era la sua parte angelica che stava
parlando.
Vide
Castiel posargli una
mano sulla spalla e accucciarsi vicino a lui con un sorriso
rassicurante.
"Joel,
sai che non
si fanno queste cose"
"Ma-
Stava per farti
male!" Esclamò il bambino con la sua voce normale mentre gli
occhi cominciarono a riempirsi di lacrime.
"Stavamo
scherzando!
Calmati..." Mormorò abbracciandolo stretto. Joel si
aggrappò a
lui con tutte le sue forze singhiozzando delle scuse. "Non fa
niente, non si è fatto nulla..." Lo rassicurò il
padre
accarezzandogli i capelli scuri. "Per farti perdonare fammi un
favore però"
A
quelle parole subito il
piccolo si staccò da quell'abbraccio asciugandosi le lacrime.
"Sì,
papà!"
Esclamò, contento che non fosse arrabbiato.
"Cerca
Copia e digli
che voglio vederlo davanti al capanno degli attrezzi, ok?"
Chiese e a Dean parve che lo stesse guardando per l'ultima volta
mentre gli accarezzava una guancia con amore.
Il
bambino annuì e poi
scomparve.
L'angelo
rimase a fissare
il vuoto per qualche attimo prima di alzarsi in piedi e voltarsi
verso di lui.
"Farò
quello che è
giusto, Dean. Non mi importa se non capirai. Non mi importa se mi
odierai. Ho fatto la mia scelta"
"Beh,
fattelo dire
amico... Le tue scelte fanno schifo!" Ringhiò sia di rabbia
che
di dolore il Winchester. Non sapeva cosa avesse in mente, ma non
prometteva niente di buono.
Gli
occhi blu di Castiel
lo fissarono per qualche altro attimo e poi uscì di casa
senza
voltarsi indietro. Lo lasciò dolorante accerchiato da libri
di
favole e romanzi. Nell'impatto doveva essersi rotto una costola visto
che gli faceva un male cane respirare.
Tentò
di alzarsi, ma
decise di aspettare ancora qualche minuto.
Lo
sguardo gli cadde sul
barattolo di vernice rovesciato per terra, probabilmente caduto di
mano a Castiel quando lo aveva afferrato.
Solo
che quella sparsa
per terra non era vernice. Era olio.
Quando
il Castiel di quel
tempo arrivò davanti al capanno l'altro se stesso era
già arrivato.
Era in piedi, rigido, davanti al portone di lamiera.
"Il
bambino mi ha
detto che volevi vedermi qui" Disse con la sua solita voce
inespressiva.
L'altro
annuì.
"Volevo
parlare con
te da solo" Si avvicinò fino a trovarselo davanti.
Da
fuori era decisamente
strano vedere due figure così uguale eppure così
diverse. Uno
rigido, infagottato in un trench sporco e con le braccia lungo il
corpo, come se non sapesse bene cosa farsene. L'altro in jeans,
maglietta e camicia a quadri, con ancora i capelli scompigliati dalla
mattina.
Entrambi
però con la
determinazione negli occhi.
"Di
cosa volevi
parlarmi?" Chiese l'angelo del passato.
"Volevo
dirti di
smetterla col tuo piano di aprire il Purgatorio prima che sia troppo
tardi" Disse l'altro arrivando subito al punto.
"Non
posso, lo sai"
La voce ferma era accompagnata da un sguardo sottile e deciso.
"Oh
sì, lo so.
Proprio per questo ti dico di smetterla. Non finirà bene"
"Invece
sì. Avremo
questa vita prima o poi" Ribatté quello in trench.
"Questa
vita è
scomparsa quando il tuo Dean ha messo piede in questo tempo. Quando
lui scoprirà del patto con Crowley, adesso che sa che gli
stai
nascondendo qualcosa, non ti perdonerà. Non importa se il
corso
degli eventi rimarrà lo stesso. Lui ti ha offerto il suo
aiuto e tu
lo hai rifiutato"
Si
bloccò per un attimo, come se le parole non volessero
uscire. “Non
ti amerà mai” Ammetterlo ad alta voce fu doloroso,
quasi quanto lo
era stato separarsi dalla sua Grazia. Fu come vedersi passare davanti
i suoi incubi peggiori tutti insieme.
Il
silenzio calò su di
loro per qualche attimo.
"Sarà
salvo. Non mi
interessa se questo universo scompare. Voglio solo che il mio Dean
sia al sicuro" Mormorò l'altro Castiel, abbassando gli
occhi.
A
quelle parole l'angelo
di quel tempo seppe che non sarebbe mai riuscito a convincerlo del
contrario. Anche parlandogli di Bobby, dei Leviatani, del dolore in
quegli occhi verdi, del sangue degli angeli che ancora macchiavano le
sue mani.
"Sei
veramente un
moccioso..." Solo ora si rendeva conto di quanto il suo compagno
avesse ragione a chiamarlo così. Quell'angelo davanti a lui
era un
bambino con in mano una pistola carica, un libero arbitrio appena
conquistato e non compreso. "Non costringermi a fermarti"
Minacciò con sguardo deciso.
Nella
sua mano destra,
scivolando fuori dalla camicia a quadri, comparve la sua spada
angelica ancora lucida come anni prima.
La
sua versione passata
aggrottò lo sguardo.
"Sei
poco più di un
essere umano. Credi davvero di
riuscire a
fermarmi?" Chiese mentre i suoi occhi diventarono oscuri.
L'altro
Castiel piegò le
labbra in un sorriso ironico.
"Già,
sono solo una
scimmia senza peli con qualche vago potere angelico e una spada
inutile contro un soldato di Dio, ma c'è una cosa che io so
di me
stesso e che tu non hai ancora imparato" Velocemente con al sua
mano sinistra fece scattare la fiamma di un accendino
per poi gettarlo a terra. Il cerchio di fuoco
circondò il sua
versione in trench in un attimo mentre il panico compariva
nei suoi occhi blu.
"Io
imparo in fretta" Disse stringendo la presa sulla spada.
|
Ritorna all'indice
Questa storia è archiviata su: EFP /viewstory.php?sid=1117704
|